VicenzaPiù n.161, 5 settembre 2009

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Prostitute, i ricorsi? Battaglia persa pag 3

Piano casa, il fantasma del Bid pag 6

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n° 161 05 settembre 2009 euro 0,50

Settimanale Fatti, personaggi e vita vicentina

I presidianti Direttore responsabile Luca Matteazzi

In edicola il sabato

Nei giorni del Festival, viaggio nel Presidio Permanente contro il Dal Molin americano. Che ha due grandi problemi: superare la chiusura politica e trovare un senso alla propria azione a lavori cominciati Ciàcole

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MONDO TAPPETO: prezzi speciali - restauro - lavaggio - vendite - permute - via Quadri, Galleria Parco Città - tel: 0444 317212

Caso Ipab, 10 quesiti per Meridio pag 2

Ritardo infrastrutturale

opo la Pedemontana, i prolungamenti della Valdastico e il Sistema di tangenziali venete, dalla calura di Ferragosto è spuntata una nuova autostrada che dovrebbe attraversare la nostra provincia. È quella che, nelle intenzioni dei privati che l’hanno proposta, dovrebbe attraversare la Valsugana, con lunghi tratti in galleria e un viadotto alto una trentina di metri per superare il Brenta. Il tutto, ovviamente, per migliorare i collegamenti verso nord. Quello del ritardo infrastrut-

turale del nostro territorio è un ritornello che si sente spesso. Ma la risposte suonano sempre più insufficienti, limite come sono alla progettazione di nuove superstrade dai costi elevatissimi, dall’impatto ambientale altrettanto elevato, dai tempi di realizzazione lunghissimi e dai benefici quantomeno incerti. I nostri vicini del Trentino hanno recentemente fatto il bilancio dei loro 400 chilometri di piste ciclabili (vere piste ciclabili, non frammenti tratteggiati ai margini di

qualche statale). Scoprendo, come raccontato da un servizio della testata giornalistica regionale, che arrivano migliaia di turisti per pedalare su quei percorsi. Qui da noi la Provincia sta iniziando a coordinare i progetti di percorsi ciclabili dei vari comuni del territorio, mentre Palazzo Trissino sta studiando quartiere con la velocità ridotta a 30 chilometri per dare più spazio a pedoni e biciclette. Ma siamo solo ai primi passi. Questo sì sarebbe un ritardo infrastrutturale da colmare in fretta.

Vicenza

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il buon gelato artigiano


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sua volta di proprietà di due fiduopo la tradizionale pausa ciarie) per 700 mila euro all’anno, estiva, rieccoci pronti a torcon un’opzione di acquisto per nare in campo. L’agosto vicentiuna somma vicina ai 15 milioni di no ci ha lasciato in dote l’eterna euro. Il tutto è stato però bloccato questione Dal Molin e il digiuno prima dal cda dell’Ipab, poi anche di don Albino Bizzotto, un po’ di dal Comune, che ha fatto marcia chiacchiericcio politico-gossippaindietro e ha detto ro (Variati ritoccherà che preferisce cerla giunta? Cicero encare una soluzione trerà nella squadra su terreni pubblici. degli assessori? Sì, I dubbi si sono conno, mah, forse), e una La vicenda centrati soprattutto vicenda che nei pros- di Longara tre fattori: la difsimi mesi potrebbe ha portato alla su ferenza molto elevalasciare strascichi ta tra la cifra a cui più profondi nella luce le tensioni Le Betulle avrebbe vita politica del Co- tra Comune acquisito l’area (3,5 mune. Il riferimento e Ipab milioni di euro) e è ovviamente al caso quella a cui avrebbe Longara, l’operaziopotuto rivenderla ne targata Ipab che (quasi 15 milioni di euro), anche avrebbe portato alla creazione di tenendo conto di tutti i lavori di uno dei nuovi centri per anziani ampliamento e ammodernamenprevisti dal Pat in un casale lunto necessari; il fatto che i lavori go la riviera Berica. L’ipotesi sul avrebbero potuto essere affidati tavolo prevedeva l’affitto degli alla società dell’ex presidente di immobili dai privati proprietari Aim Giuseppe Rossi; e l’oscurità dell’area (la società Le Betulle, a

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sui nomi dei privati che stanno dietro le due fiduciarie. La vicenda, però, ha anche attirato l’attenzione sui rapporti sempre più tesi, per usare un eufemismo, tra il Comune e l’Ipab, guidato da un cda di centrodestra nominato da Hullweck poche settimane prima di dimettersi. E in generale sulla gestione del più importante ente di assistenza della provincia. Su tutti questi argomenti, in consiglio comunale si annunciano discussioni molto accese. Intanto, prendendo spunto da un Comunicato dei comunisti Italiani, e dal tormentone estivo delle dieci domande al premier Berlusconi, il nostro Alessio Mannino ha preparato 10 quesiti per il presidente dell’Ipab Gerardo Meridio. Meridio in questi giorni è in vacanza, e nonostante i ripetuti tentativi non è stato possibile contattarlo. Per quello che lo conosciamo, però, crediamo che non tarderà a rispondere al suo rientro dalle vacanze.

Dieci domande per Meridio 1. E’ ancora dipendente Inpdap? Se sì, quale ruolo ricopre? E’ in aspettativa o percepisce regolare stipendio, e se sì a quanto ammonta? 2. Quali sono le competenze professionali che l’hanno fatta nominare presidente del cda dell’Ipab? Quale ruolo ha avuto la sua appartenenza al partito Forza Italia, ai tempi della nomina partito-guida di maggioranza? 3. Esiste un problema di conflitto d’interessi fra il ruolo di presidente del cda dell’Ipab e il suo attuale ruolo di consigliere comunale di minoranza? 4. Ritiene che il rinnovo del cda dell’Ipab avvenuto all’ultimo momento utile prima della scadenza della passata giunta di centrodestra sia stato opportuno e corretto? 5. Quanto percepisce come indennità per la presidenza del cda dell’Ipab? 6. Ritiene opportuno e corretto che un incarico come il Suo venga svolto percependo un’indennità? 7. Ritiene esatta la cifra diffusa circa i compensi per le consulenze esterne per il biennio 2008-2009, calcolata per un ammontare di 172.625,47 euro? Era necessario affidarli

ad esterni o era possibile appoggiarsi a personale interno o ad uffici dell’amministrazione pubblica? 8. Ritiene che non informarsi preventivamente dell’esatta identità dei titolari della società Le Betulle Srl da cui acquistare il casolare con terreno di pertinenza situato in via Monte Grande in località Longara per il nuovo centro anziani Ipark sia un modo di operare corretto? 9. Ritiene che affidarsi al controllo dell’Agenza delle Entrate per verificare l’ipotizzata plusvalenza di 11,5 milioni di euro a vantaggio della società Le Betulle per l’acquisto del terreno sia sufficiente per difendersi dall’accusa di favorire oggettivamente il privato a danno del pubblico? 10. Ritiene che la marcia indietro della giunta Variati sul nuovo centro anziani a Longara dipenda dal fatto che autore del restauro del casolare situato sul terreno in via Monte Grande sarebbe stato il costruttore Giuseppe Rossi, ex presidente Aim, indagato per l’operazione Marghera per la quale si ipotizza un indebito vantaggio per un privato a danno del pubblico? Lei ha sempre informato di ogni atto e ogni particolare di Sua conoscenza riguardo il nuovo centro anziani il sindaco Achille Variati?

Il Pat, le Montagnole e il rebus teatro

' questa l'ora del Pat (Piano di Assetto Territoriale) che disegnerà la città e le condizioni dell'abitare per i cittadini nei prossimi 10-15 anni: l'attuale piano regolatore ha 26 anni e sarà pensionato appunto dal Pat. Nelle assemblee e sulla stampa gli amministratori hanno comunicato elementi positivi di novità e di scelta a favore di tutti. Apprezzabile é anche il metodo di parlare direttamente ai cittadini per sentirne la proposte e le critiche. Però ci sono alcuni dubbi che vanno ben chiariti. L'assessore Lazzari ha precisato che il comune acquisirà le cosiddette “Montagnole” - area compresa fra via Riello e via Fusinieri - e lo stadio federale di via Goldoni. Ai proprietari di questi terreni verrà data della capacità edificatoria attorno al teatro, in aree comunali. I due terreni potrebbero venire adibiti a sevizi di pubblica utilità: verde, parcheggi, un possibile polo sportivo tra piscine, palazzetto dello sport campo di atletica e campo federale, tutti adeguamento ristrutturati ed ammodernati: una meraviglia. La possibilità di tali permute è prevista nella leggere urbanistica regionale. Si tratta però di capire bene i vari aspetti dell'operazione. Secondo il piano piruea del campo

federale, defunto fortunatamente per i cittadini, la superficie é di mq. 27500. La variante al piano regolatore correttiva (??) di errori cartografici del 1999 prevede una edificabilità di 8250 mq (UT 0,30 mq/mq) pari a circa 24700 mc. La variante al piano regolatore di adeguamento del piano servizi (1990) dimensiona le “Montgnole” in 23000 mq con una edificabilità di 9200 mq (UT 0,40 mq/mq) pari a circa 27600 mc. Dunque i due territori hanno nell'insieme una superficie di 53500 mq, una potenzialità costruttiva di 17450 mq e 43300 mc. Il teatro si colloca in un'area formata dal piano particolareggiato n° 6 (P.P.6, ex acciaieria Valbruna, via Mazzini) e da altre superfici per complessivi 31000 mq inclusi nel progetto (rel. illustrativa 21/X/2001). Di questi circa 12500 sono occupati dal teatro e dal parcheggio. Residuano dunque circa 18500 mq. con una edificabilità di ca. 55500 mq (UT 3 mq/mq secondo il piano regolatore) pari a circa 166500 mc. In una prima conclusione il comune cede 18500 mq di terreno per ricevere 50500 mq: uno scambio favorevole sotto questo profilo. Proiettando l'operazione in termini di valore venale l'ente locale scambia 55500 mq edificabili con 17450, Tenendo peraltro conto del

fatto che le aree di via Mazzini valgono ben più di quelle in via Goldoni e via Riello il comune dà un valore ben maggiore di quanto appaia dal confronto fra le superfici edificabili. A mio giudizio l'operazione ha un equilibrio nel senso che il comune ottiene una ampia superficie, ben superiore a quella devoluta, da dedicare a verde, sport, polo sportivo, parcheggi -realizzabili solo in orizzontale e sul terreno-. ed inoltre centri per riunioni, per i giovani, per attività di quartiere, ecc. I privati ottengono un valore edificabile ben superiore a quello attualmente consentito dal piano regolatore, e relative modifiche, nelle aree oggi in loro proprietà. Possiamo affermare che, in ragione delle finalità sostanzialmente diverse entrambi i soggetti ci guadagnano. Però una certa preoccupazione deriva dalla possibilità che il comune possa cedere anche parte dell'area immediatamente a sud di quella del teatro: il piano particolareggiato n° 7 (P.P. 7, già fonderia Beltrame tra via Cattaneo c.so ss. Felice e Fortunato). Infatti -sempreché la stampa abbia riferito correttamente- le parole dell'assessore (aree “intorno al teatro”) possono non limitare lo scambio alla sola superficie in cui è collocato questo edificio

(31000 mq; P.P.6 oltre a terreni aggiuntivi) perché intorno ed assai vicina c'è appunto l'area della ex fonderia Beltrame (P.P.7) con una superficie di 22.000 mq. del quali, secondo la pianificazione vigente, 14000 mq a verde. Scambiare anche solo una parte di questo terreno, attualmente sottoutilizzato in parte a parcheggio, ai proprietari del campo federale e delle “Montagnole” sarebbe un inammissibile cedimento agli interessi dei privati a danno di quelli collettivi dei cittadini. Chiediamo invece che su questo terreno sia confermato il verde di almeno 14000 mq già stabilito, ancorché modificabile dal Pat, e che la residua area di 8000 mq venga destinata all'edilizia pubblica (realizzata dall'Ater per la locazione) in ragione di 5000 mq. data

la forte esigenza di questi edifici nel comune di Vicenza con 847 domande di case pubbliche. In tal modo avremmo una scelta di solidarietà fra i cittadini di via Mazzini e dintorni, che subirebbero l'ennesima colata di cemento, e gli abitanti delle zone “Montagnole” e campo federale che otterrebbero una grande area per lo sport ed un'altra a verde e servizi pubblici dei quali sono carenti. I cittadini penalizzati avrebbero però una compensazione negli almeno 14000 mq. di via Cattaneo (PP.6, ex Beltrame) a verde e servizi pubblici. Inoltre quest'area darebbe un altro utile sociale a chi ha nella casa non il “focolare domestico” ben sì un grave problema di difficile risoluzione Fulvio Rebesani

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Multe e prostitute, ricorsi “impossibili” In un anno di ordinanza antiprostituzione, oltre 230 contravvenzioni e solo una decina di ricorsi poco convinti Per chi non volesse pagare i 500 euro la strada è molto complicata Per “colpa” di Maroni

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’è stato un momento, nemmeno troppi anni fa, in cui il Comune non faceva in tempo ad emanare un’ordinanza che già doveva prepararsi ad affrontare l’immancabile ricorso al Tar. E spesso il ricorso lo perdeva, che si trattasse di call center o di divieto di transito per i tir. Da un paio danni a questa parte, però, la situazione è cambiata radicalmente, tanto che adesso le diverse ordinanze sfornate dall’amministrazione – contro la prostituzione, contro l’accattonaggio, contro il bivacco – filano quasi tutte via lisce, senza che nessuno vi si opponga. Criticabili e criticate (anche da noi) sul piano dell’efficacia, dell’opportunità o della scelta politica; molto meno, a quanto pare, a livello giuridico.

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Caso Ipab, quei tre dubbi

La lettera

il fatto

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voluto sposarsi. Ma sono giustificazioni che non reggono, perché i controlli sono fatti in modo tale da evitare sbagli di questo tipo”. Insomma, c’è chi protesta contro la multa, un po’ come chi passa col rosso e si giustifica con il fatto di dover correre all’ospedale, ma nessuno che metta in discussione l’ordinanza, almeno finora.

Giudici divisi In effetti, se uno volesse tentare la via dell’opposizione legale, la strada è tutta in salita. In altre città la cosa è stata fatta. A Roma e a Verona, ad esempio, due comuni tra i primi a far partire la campagna contro la prostituzione di strada, il Comitato per i diritti civili delle prostitute ha presentato ricorso al Tar, accusando le ordinanze di violare la costituzione e l’ordinamento giuridico Pochi ricorsi statale, che non conPrendiamo, ad esemsente la repressione pio, l’ordinanza condel lavoro sessuale in tro la prostituzione. Con il decreto sè. A Verona gli è anAnche a Vicenza è Maroni data bene, nel senso in vigore, dall’agosto i sindaci che il Tar ha accolto 2008, un provveil ricorso, a Roma è dimento che puni- hanno più successo il contrasce con 500 euro di competenze multa chi si ferma nel campo della rio, a testimonianza del fatto che ci si lungo la strada a conmuove in un ambito trattare prestazioni sicurezza complesso e su cui sessuali, oppure chi non è ancora emersi abbiglia in modo sa una linea netta. A Vicenza, in discinto e provocante. In tredici ogni caso, i termini per ricorrere mesi di controlli, le contravvencontro l’ordinanza sono scaduti zioni sono state oltre 230, in buoda un pezzo. E adesso toccherebna parte già pagate. E nessuno ha be al singolo contravvenzionato avuto niente da ridire, o quasi. prendere l’iniziativa. Con poche “Qualcuno che ha fatto ricorso c’è speranze si riuscirci, però. stato”, racconta l’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza. La trovata di Maroni In tutto sono state una decina le A complicare le cose è stato sopersone che hanno cercato di farsi prattutto uno dei primi decreti cancellare la multa rivolgendosi fatti approvare dal ministro Madirettamente al sindaco, in quanroni sulla sicurezza, poi divento firmatario dell’ordinanza, e tato la legge n. 125 del 2008. Tra cercando di giustificarsi in qualle tante cose contenute nel provche modo. “Di solito dicono che vedimento, dalla revisione di alstavano solo dando un passaggio cune norme di procedura penale alla ragazza, o chiedendo inforalle aggravanti per alcuni reati mazioni – aggiunge Dalla Pozza relativi all’immigrazione illega-. E c’è stato anche chi è venuto a le, c’è anche un passaggio in cui raccontare che la ragazza che era si modifica l’articolo 54 del testo con lui non era un prostituta, ma unico sull’ordinamento egli enti la sua fidanzata con cui avrebbe

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interventi

locali, risalente al 2000. Il testo unico, infatti, attribuiva ai sindaci un’ampia gamma di compiti, ma rimaneva molto cauto sulla tematica della pubblica sicurezza, considerata di competenza statale. Tra il testo unico del 2000 e la legge del 2008, però, c’è stata la riforma costituzionale del 2001, che ha modificato la ripartizione delle competenze tra lo Stato e gli enti locali, e che ha allargato moltissimo il raggio d’azione di questi ultimi, estendendolo anche alla sicurezza e all’ordine pubblico, oltre che alla tutela della salute e al controllo del territorio. È questa la premessa che ha consentito alla legge Maroni, nel 2008, di attribuire al sindaco (in quanto ufficiale del governo) la possibilità di intervenire anche in caso di “gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. Ed è da qui che trovano il loro fondamento giuridico le ordinanze. Perchè diciture come incolumità pubblica e sicurezza urbana sono molto vaghe e si prestano ad interpretazione anche molto ampie. Pagare e tacere Per chi volesse provare ad evitare la multa, dunque, i margini di manovra sono ridotti. Non potendo contestare al sindaco di essersi mosso al di fuori delle proprie competenze, non resta che provare a confutare l’efficacia del provve-

cui molti giuristi potrebbero essedimento, sostenendo ad esempio re d’accordo. Ma si tratta in tutti che sanzionare la contrattazione di i casi di percorsi lunghi, compliprestazioni sessuali in strada non cati, incerti e molto costosi. Non contribuisce affatto a migliorare la è difficile capire sicurezza urbana ma solo perché la maggior a spostare il problema. parte di coloro Oppure si potrebbe proche vengono colvare a giocare la carta La strada del della segnaletica insuffi- ricorso è lunga, ti in flagrante e multati preferisce ciente, forti del fatto che pagare in fretta, ogni comune si muove complicata per chiudere al più in modo autonomo, e lo e incerta. presto un capitolo stesso comportamento Quasi tutti imbarazzante. E può essere sanzionato preferiscono far scendere il siin un modo a Vicenza, in lenzio su tutta la modo diverso a Creazzo pagare vicenda. Anche a e non sanzionato affatto costo di rimettera Torri di Quartesolo. ci 500 euro. O, ancora, si potrebbe tentare di sostenere l’incostituzionalità del L. M. “decreto” Maroni, argomento su

www.vicenzapiu.com Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com Editore MANY MEDIA SRL via Btg.Monte Berico, 34 Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 Redazione corso Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIOVANNI MAGALOTTI MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN Impaginazione e grafica Mosè Foto Design Via Bosco, 4 31010 Maser (TV) tel. 0423 950385 info@edimose.it Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 3 settembre 2009.

Stampa centro stampa editoriale srl Via Del Lavoro, 18 36040 Grisignano di Zocco (vi) tel. 0444 414303 Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 1181 del 22 agosto 2008 Copyright: Le condizioni di utilizzo dei testi e delle foto sono concordate con i detentori. Se ciò non è stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere il giusto compenso. VicenzaPiù si avvale di opere d’ingegno (testi e fotografie) distribuiti gratuitamente con le licenze Creative Commons “Attribuzione” e “ Attribuzione - Non opere derivate”. Ringraziamo tutti gli autori che ci permettono di utilizzare i loro lavori segnalando il nome o il link ad un loro spazio web personale. Per maggiori informazioni: www.creativecommons.it


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Il festival della verità flickr.com/Lidal-K

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A Rettorgole è partita la terza edizione del Festival No Dal Molin: ecco come è cambiato e dove sta andando il Presidio permanente contro la nuova base americana

| Da sinistra Ascanio Celestini e Erri De Luca, tutti e due ospiti del Festival. Qui sopra una manifestazione del No Dal Molin

| Il concerto d’apertura del Festival (foto di Marco Zorzanello) al cantiere militare. Non ci sono soluzioni preconfezionate, ma tante domande che cercano risposte”. Tradotto, il Presidio deve decidere di Luca Matteazzi dove andare e cosa fare da grande. Perché la situazione è sotto gli occhi di tutti, e mentre a Rettorono le cinque di un martedì pogole si suona e si discute, qualche meriggio, ma le casse del palco centinaia di metri più in là i lavori principale sparano musica a tutto procedono a ritmo spedito. E alvolume per testare l’impianto aulora la critica viene facile, anche a dio. A due passi dall’ingresso, un chi alla base americana è sempre gruppetto di writers è impegnato a stato contrario, e con il Presidio ha sistemare scritte e cartelloni, mencondiviso un bel pezzo di strada. tre qualche metro più in là si lavora “Il presidio è l’emblema della scondi pennello per le ultime rifiniture fitta – osserva Germano Raniero, al bancone della grapperia. E sotto sindacalista di base che è stato il grande tendone è tutto un via vai tra gli animatori del di persone indaffaraprimo anno di mobite, tutte con qualcosa litazione a ponte del di urgente da fare in Marchese -: c’è il tenvista del sopralluogo done, e a trenta metri della commissione ci sono i lavori. Cosa per pubblici spetta- La domanda presidiamo, il cantiecoli in programma di fondo è: re?”. il giorno successivo. Siamo a Rettorogo- cosa fare Effetto comunità le, nella grande area ora che i lavori U n ’o s s e r v a z i o n e verde dove per un sono avviati? ineccepibile, ma paio di settimane si forse fin troppo seè trasferito il Presivera. La base si sta dio permanete contro costruendo, è vero, ma non si deve la costruzione della nuova base dimenticare che bloccarla era una americana, è la vigilia del festival missione quasi impossibile. E non che si è aperto il 2 settembre e che si deve nemmeno far passare in continuerà fino a domenica 13. e secondo piano quello che il Prel’atmosfera è quella delle grandi sidio è riuscito a tenere in piedi occasioni. Tutto normale. O forse negli ultimi tre anni, al di là dei no, visto che la terza edizione del dibattiti e dei concerti che in queFestival del No dal Molin cade in sti giorni richiamano migliaia di un momento cruciale. E gli orgacuriosi e simpatizzanti. E cioè la nizzatori sono i primi ad esserne partecipazione di un gran numeconsapevoli: tra gli obiettivi della ro di persone che si sono attivate manifestazione, hanno spiegato come mai si era visto prima in citnella conferenza stampa di presentà per tenere in piedi un’iniziativa tazione, c’è quello di “rielaborare le di questo genere. Ancora adesso, forme e le pratiche di opposizione

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il tendone di ponte del Marchese è un punto di riferimento per giovani, lavoratori, anziani, donne, casalinghe: c’è chi partecipa in modo assiduo, quasi giornaliero, e chi per i tanti impegni si fa vedere solo nei momenti più importanti ma tanto si sa che su di lui si può sempre contare; c’è chi dà una mano con le pulizie e la manutenzione, chi segue il mercatino e chi cura la cucina, chi si occupa della comunicazione e chi, come i cosiddetti “egizi”, interviene quando c’è da faticare a montare palchi, luci, tende e gazebo. Le riunioni del martedì, il classico appuntamento per il confronto e la discussione, sono sempre frequentate, anche se non c’è più l’effervescenza dei primi mesi. E le notti c’è ancora qualcuno che dorme in tenda: “Avevamo smesso questa primavera, ma adesso abbiamo ricominciato, dopo che ci sono stati alcuni piccoli atti di vandalismo”, racconta uno degli attivisti. “Il nostro lavoro è la partecipazione, il coinvolgimento, la discussione - aggiunge Emanuele Rivellino, ex leghista oggi diventato una presenza fissa nel Presidio -. Ed questo che abbiamo fatto. Questo posto ha cambiato la vita di tante persone”. Il problema del consenso Tutto giusto. Ma non ci si può limitare a questo. E non si possono nemmeno nascondere i punti critici. A cominciare da quello che in tanti, senza distinzioni tra “amici” e “nemici”, rimproverano al Presidio, e cioè il progressivo isolamento. Col passare del tempo, il presidio ha perso più di qualche pezzo:

centri sociali e all’area dei “Disobqualcuno per contrasti personali, bedienti”. Un giudizio che si basa altri per differenze di vedute sulla sul percorso politico di alcuni destrategia politica e di azione (sul gli esponenti più in vista, e in parcome cercare di bloccare i lavori, te anche sulla programmazione ad esempio), qualcuno per semdel Festival, dove spiccano nomi plice stanchezza e disillusione. “Il come quello di Toni Negri, uno dei rischio frustrazione in effetti c’è”, pensatori di riferimento della gariconosce un altro dei militanti. lassia dei disobbedienti, e di alcuAllo stesso modo, si sono allentani gruppi legati al giro dei centri ti i contatti con le altre anime del sociali, come gli Assalti Frontali. fronte del No. Basta guardare la “Non è così”, ribattono gli organizdifferenza, in termini di adesiozatori. “C’è Toni Negri, ma ci sono ni, coinvolgimento, partecipazioanche Bepi De Marzi, don Gallo, ne, tra i corti del 2007 e l’ultima Ascanio Celestini, Erri De Luca; manifestazione del 4 luglio, per e il bello è proprio questo, il conavere una fotografia delle cose. fronto”, rimarca Francesco Pavin. “Hanno dissipato completamente Alcuni intellettuali il consenso che c’era di aree diverse, poi, a livello nazionale”, non ci sono solo per osserva ancora Raproblemi esclusivaniero. “Noi abbiamo mente organizzativi, fatto delle scelte e come il missionario le abbiamo portate C’è chi Zanotelli. Altri, avanti con coerenza vorrebbe creare Alex come l’ex ambasciae in autonomia – ritore Sergio Romano, batte Francesco Pa- un laboratorio che sulle pagine del vin, una delle anime per un nuovo Corriere della Sera del Presidio -. Non modello di vita ha espresso più volte per questo siamo la propria contrariestati noi a spaccare il tà al raddoppio della fronte. Ad esempio, Ederle, è stato invitato più volte, si parla tanto di non violenza ganma ha sempre declinato l’invito. E dhiana. Sono d’accordo, però a me per quanto riguarda gruppi e artipiacerebbe vedere delle iniziative sti, è abbastanza naturale che ci si in questo senso, invece di tanto sia rivolti a chi condivide anche lo dibattito teorico”. “Già essere riuspirito dell’iniziativa. “Altrimensciti a mantenere alta l’attenzione ti certi cachet non ce li saremmo per tanto tempo non è poco – agmai potuti permettere”, commengiunge Rivellino -. Soprattutto ta, tra il serio e l’ironico, Marta considerando che hanno cercato Passarin. di bloccarci in tutti i modi”. Nella vita ordinaria del Presidio, poi, la galassia disobbediente è Il feudo una delle componenti più visibili, L’altra critica ricorrente rivolta al e probabilmente una delle più inpresidio è quella di essere ormai fluenti, ma non certo l’unica. Per un feudo della sinistra legata ai

dirla con le parole di un altro degli attivisti, “basta venire al Presidio per rendersi conto che c’è di tutto e di più, e che più che gruppi organizzati ci sono singole persone che si confrontano. E, soprattutto, che la comunicazione tra le varie idee è sempre rimasta aperta”. Che fare? Sullo sfondo rimane il grande interrogativo a cui proprio il Festival dovrà provare ad abbozzare delle risposte. E cioè che senso dare all’esperienza e all’esistenza del Presidio ora che il cantiere

della base è partito e niente pare in grado di fermarlo. Tante le ipotesi in campo, anche se per il momento non c’è ancora una rotta precisa. C’è chi non ha perso la speranza, e vista la sordità delle istituzioni italiane punta a muoversi sul fronte internazionale, magari sfruttando gli appoggi nel mondo intellettuale statunitense (che in programma ci sia qualche missione a Washington?). C’è chi non vuole ridursi a semplice testimonianza, e pensa nuovi strumenti per “ tenere aperta la battaglia. E c’è una fascia, rafforzata

dal flop della manifestazione del 4 luglio, che sostiene che ormai sarebbe più onesto riconoscere che contro la Ederle 2 si può fare ben poco, e converrebbe piuttosto tentare di trasformare il tendone del No Dal Molin in un laboratorio in cui cominciare ad elaborare, dal punto di vista culturale e politico, un percorso di lungo periodo, che metta in discussione il nostro modello di società. Il Festival Tutte idee che si trovano rispecchiate, in modi diversi, nel pro-

gramma del Festival, soprattutto nella parte relativa ai dibattiti. Tra le altre cose, si discuterà dei casi delle altri basi americane nel mondo, della militarizzazione in Sardegna, e del progetto Africom; ci si confronterà, con alcuni teologi, sul valore dell’obbedienza (domenica 6), mentre con i preti di strada Andrea Gallo e Alessandro Santoro si parlerà del problema sicurezza (martedì 8), e con Beppino Englaro di diritti civili in Italia (giovedì 10). Si ragionerà di un’economia diversa con alcuni pensatori della decrescita

come Marco Deriu (domenica 13) e si proverà ad aprire un dibattito sulla città che si vorrebbe per il 2020 (venerdì 11). Il tutto accompagnato dagli stand che offrono cucina, bar, spritzeria e grapperia, e da una lunga serie di concerti e spettacoli. (il programma completo si trova sul sito www. nodalmolin.it). Forse si poteva fare di più, come sostiene Alessio Mannino sul nostro sito, ma di carne al fuoco ce n’è molta. Per capire se ci saranno anche dei risultati bisognerà aspettare che si spengano i riflettori.


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Piano casa, attenti al Bid La legge regionale dev’essere accolta dal Comune. Fra rischi di abusi ed efficacia limitata ai proprietari più abbienti, il rilancio edilizio sarà solo a metà

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| Qui sopra, in senso orario: l’urbanista Fernando Lucato, il sindacalista Danilo Andriollo, l’assessore Pierangelo Cangini (con don Albino Bizzotto) e il presidente della sezione edili di Confindustria Maurizio Trentin

quelle del Nord. Una nuova ondata di cemento, avverte l’istituto di statistica, “non può essere considerata in alcun modo sostenibile”. di Alessio Mannino Il record negativo è del Nordest: oltre un miliardo di metri cubi di capannoni industriali e lottizl Veneto governato da Gianzazioni residenziali dal 1991 al carlo Galan è stata una delle 2006, pari ad una media di 98 prime Regioni ad approvare il scatoloni di cemento per ogni abi“piano-casa” voluto dal governo tante (L’Espresso, 6 agosto 2009). Berlusconi. Si tratta del via libera La paura di un’altra colata lavica ad ingrandimenti (fino al 20%) o è il rischio che sentono gli amristrutturazioni (fino al 50%) delbientalisti. «La stessa Ance (l’asle costruzioni già esistenti sulla sociazione di categoria degli imbase della semplice autocertifiprenditori edili, ndr) cazione del progetnel luglio dell’anno tista. In realtà, la scorso ha detto chialegge regionale non ro che nel Veneto si è servirà alle case, incostruito troppo», ritese come abitazioni corda Giovanna Dalla condominiali dove Pozza, responsabile vive la maggior parvicentina di Italia te della gente. Basta Cemento Nostra. «A Vicenza il titolo per capire volano abbiamo già il problequal è il suo vero di sviluppo? ma delle zone Rc-1, scopo: “Intervento cioè di edifici resiregionale a sostegno È falso denziali sviluppati in del settore edilizio”. altezza. Se si lascia Lo stesso Galan lo ampliare del 20% si ha candidamente stravolge tutto ancora una volta e ammesso: «per chi abita in un si vanno a mangiare gli spazi che condominio è più difficile pensainvece servirebbero per gli stanre ad ampliamenti». Logico: mica dard, di cui questa città ha estresi può aggiungere una camera ad mo bisogno». Vero: storicamente, un appartamento senza ampliare il capoluogo berico è gravemente l’intero palazzo, ed è dura se non deficitario in fatto di verde, piste impossibile mettere d’accordo pedonali e ciclabili, etc. La Dalla tutti gli inquilini. A trarne qualPozza ammette tuttavia che, data che (magro) vantaggio saranno le la crisi che attanaglia il portafogli imprese edili. Chiamate a lavoradella famiglia media, a godere delre dagli unici beneficiari del provle possibilità della legge sarà chi vedimento: i proprietari di case ha la villa, cioè la fascia mediosingole o di edifici commerciali, alta dei vicentini: «E’ evidente specie se situati in aree agricole che sarà così. Ma nei condomìni (tipicamente, gli annessi rustici). ci sarà qualcuno che vorrà approInsomma, la fetta benestante delfittarne, e allora si darà materia la popolazione. Non certo chi è in per gli avvocati, visto che scoppieaffitto o chi ha bisogno di un tetto ranno liti e contenziosi fra condòper formare una famiglia. mini». Il pericolo è la «giungla». O meglio lo «scontro fra edilizia Effetto giungla privata e urbanistica», perché Secondo l’Istat, l’Italia vede una «i Comuni possono preparare i “saturazione edilizia” in gran piani di assetto che vogliono, ma parte delle regioni, specialmente

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con questa legge i privati possono agire come gli pare». Unici, ipotetici spiragli potrebbero essere, secondo l’ambientalista, «dalla riqualificazione degli edifici vecchi e dall’impulso al residenziale popolare». Resta una secca bocciatura dell’idea di fondo: «il concetto secondo il quale», spiega la Dalla Pozza, «se marcia l’edilizia marcia l’economia. Questa è stata la strada scelta nel dopoguerra perché allora c’era un paese da ricostruire, ma ora non possiamo più costruire all’infinito. La verità è che bisogna dar da lavorare alle 37 mila imprese edilizie del Veneto, ma non possiamo morire cementificati in nome del denaro. Serve un’economia alternativa, ed è la politica a doverci pensare». Stimolo insufficiente Gli imprenditori, dal canto loro, sono scettici. Maurizio Trentin, presidente degli edili di Confindustria Vicenza, essendo direttore generale della Maltauro è uno del ramo: «Questa legge arriva tardi rispetto alle esigenze delle imprese, e in più bisogna attendere le circolari esplicative che ne daranno la corretta interpretazione, dato che è vaga su molti aspetti». Trentin pare sfiduciato sulla reale volontà dei Comuni di utilizzare il piano, a partire dal capoluogo: «Con tutto il rispetto per le competenze del Comune, il suo sta diventando un silenzio-dissenso». Il dirigente industriale è lucido sulla reale efficacia della legge: «E’ un meccanismo per attivare risorse private. E’ un aiuto, ma di certo non risolve il problema di far ripartire gli investimenti perché di per sé dà solo sfogo ai bisogni dei singoli. Le imprese medio-grandi non ne avranno un gran beneficio». Non vedremo dunque capannoni ampliarsi? «Può servire a riqualificare aree come la nostra zona industriale, ma il momento è sbagliato, il mercato è pieno di

sfitto». L’unica nota positiva pare essere quella psicologica di «movimentare un po’ le acque stagnanti dell’edilizia, a patto però che si faccia in fretta, anche perché la legge ha durata biennale». Trentin esclude la giungla: «No, nel modo più assoluto. I centri storici sono pieni di vincoli, e a ricorrere a questo tipo di interventi saranno tutto sommato in pochi, che per noi vuol dire soltanto le piccole imprese».

operazioni più indecenti». In generale, l’urbanista vede cascate di cemento all’orizzonte: «In Olanda, paese all’avanguardia nel governo del territorio, un programma urbanistico di qualche tempo fa s’intitolava “fa’ quel che dici”. Ecco, un conto sono le dichiarazioni d’intenti, un altro i fatti. In questo caso, a parte i possibili abusi, di fatti ne prevedo pochi».

Legge per ricchi Dalle parti del sindacato non credono all’azione frenante che la Pericolo abusi stagnazione econo«Figuriamoci se si mica potrebbe avere devono temere i temsui progetti fai-da-te pi lunghi per recepire promossi dal piano. una legge simile: sia«La realtà è che i mo in Italia, il paese soldi ci sono, e sono delle deroghe e delle nelle tasche di chi in proroghe». L’urbaniquesti anni ha contista Fernando Lucato Il piano nuato a fare profitti dello studio Aua non arriva tardi. e ha giovato delle crede allo spauracE la domanda rendite», segnala Dachio degli industrianilo Andriollo, della li. Piuttosto, il vero è poca segreteria vicentina problema sarà costiCgil. «Fin dall’inituito dall’«iperprozio, del resto, Berluduzione di carte e di sconi parlava di villette per fare progetti, che potranno servire a l’esempio di cosa intendesse con coprire nuovi abusi, soprattutto “casa” riguardo a questo piano». nelle zone agricole». Il piano-casa, Il giudizio perciò è nettamente puntualizza l’architetto, «è econonegativo, perché «non saranno mico, serve a dare una scossa al certo le famiglie, che abitano negli mercato. Sia chiaro: come princiappartamenti, a poter avvantagpio è sbagliata, perché il territorio giarsene». Anche il sindacalista è già stato devastato e invece essa vede però un’opportunità nella continua col privilegiare il “fare” a riqualificazione, ad esempio della prescindere. Ma non darà conflitzona industriale della città. «Diti con la progettazione urbanistica penderà da come recepirà la legge dei Comuni». Chi possiede una il Comune, che finora si è mosso rendita fondiaria verrà dannegbene, ascoltando tutte le parti giato dalla legge: «Ci sarà un imsociali». E i lavoratori dell’edilipatto negativo sull’invenduto e sui zia? Più lavoro c’è, meglio è per terreni tenuti vuoti per farli frutloro. Andriollo sbotta: «Ma allotare, perché incentiva la potenziara anche costruire la base al Dal lità dell’esistente». La questione Molin significa gente che lavora! vera, secondo Lucato, è costituita Qui lavorano per distruggere il dal patrimonio agricolo: «Ci sarà territorio. Invece bisogna puntare chi vuole ampliarsi l’annesso rualla ristrutturazione e al recupestico e chiederà la conversione a ro dell’esistente, soprattutto per residenziale, il che significa che venire incontro alla domanda sointanto si potranno verificare le

ciale di affitti e di case popolari, dato che la precarietà e la mobilità sul lavoro rendono sempre più difficile l’acquisto». Tanto più che, se è vero che non aiuta la rendita immobiliare, nemmeno la intacca. Il che vuol dire «non si incentiva a sbloccare spazi abitativi per chi ne ha bisogno». La logica di fondo è classista, secondo l’esponente Cgil: «Chi sta bene può stare meglio allargandosi, chi sta male si arrangi». Il timore, per stare a Vicenza, è che «coloro che sono nella lista del Bando degli interessi diffusi applichino la legge, causando molti problemi». E il Bid? Il Bid (il bando degli interessi diffusi), effettivamente, potrebbe essere la cartina di tornasole locale per vedere gli effetti del piano-casa veneto. I circa 2500 soggetti, fra privati cittadini e ditte immobiliari, che da anni attendono di dare il là ad una miriade di ampliamenti sono in pole position per usufruire della legge. A dichiararlo per primo è l’assessore comunale incaricato di applicare la legge entro il prossimo 30 ottobre, il responsabile dell’edilizia privata Pierangelo Cangini (Pd): «L’orientamento della giunta è

nale del Pd, Giovanni Gallo, in quello di un sano realismo. Orseguito all’astensione del suo parmai a Pat (nuovo piano regolatore, tito dopo aver strappato qualche ndr) in via di approvazione questo emendamento («questa legge non assume un aspetto importante in appare strumento sufficiente per quanto va contemperata la salvafar ripartire l’economia di settori guardia del disegno urbanistico gravemente in crisi come quello in esso contenuto con le possibiliedilizio»). «Condivido le ossertà espansive previste dalla legge. vazioni del capogruppo regionale Per fare un esempio concreto cirGallo anche perché un cosa è il soca il 30% dei Bid potrebbero trostegno ad un settore certamente vare soluzione in essa». Cosa voin crisi qual’è oggi quello dell’ediglia dire nel concreto “realismo”, lizia (due anni di crisi in Veneto Cangini non lo specifica. Mette hanno comportato 25000 licenin guardia però dal pericolo di un ziamenti), un’altra è il problema possibile abusivismo selvaggio: « della casa che questa Sono piuttosto prelegge non aiuta a rioccupato che la facisolvere Inoltre, visto lità di applicazione dall’ottica dell’ente delle norme comlocale, alla luce delle porti dei rischi, per difficoltà finanziarie esempio nel delicato che tutti i Comuni ambito agricolo e Cangini: che non si apra una “Il 30 per cento stanno attraversando, la prevista ridunuova stagione di del Bid zione degli oneri può abusi». I margini di ricorrerà comportare diminumanovra per il Cozioni nelle entrate e mune si sostanzie- alla legge” quindi ulteriori difranno, ad esempio, ficoltà nei rispettivi nel «provvedere ad bilanci». In sintesi, istituire ed aggiorconclude Cangini, «un piano gonnare l’elenco degli ampliamenti fia-villette, stimabile in Veneto in autorizzati così come prevede la interventi su questa tipologia per legge». E non è poco. Nel complesun 10% ossia poco più di 100 mila so Cangini è critico, accodandosi abitazioni». al giudizio del capogruppo regio-

Ecco cosa prevede la legge veneta La Regione Veneto ha approvato lo scorso 1 luglio la legge regionale 14 del 2009 intitolata “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile etc”. Il piano-casa del Veneto prevede: per le abitazioni, l’ampliamento del 20% del volume esistente; per gli immobili non residenziali (capannoni, negozi, magazzini, insediamenti turistici), l’ampliamento del 20% della superficie coperta in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, con esclusione delle abitazioni ed edifici ubicati nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta e di quelle oggetto di specifiche norme di tutela. Gli interventi di ampliamento godranno di procedure semplificate (basterà presentare la Dia) e, per le prime case, di oneri di costruzione scon-

tati del 60 per cento (azzerati per le abitazioni di disabili o invalidi). Il piano casa della Regione Veneto premia inoltre operazioni di abbattimento e ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989, con aumenti di volume (per le case di abitazione) e di superficie (per gli edifici non residenziali) fino al 40 per cento, senza cambio né modifica di destinazione d’uso dell’area e purchè utilizzino tecniche di edilizia sostenibile e fonti ad energia rinnovabile. Tale aumento può raggiungere il 50 per cento nel caso di interventi di ricomposizione planivolumetrica che modifichino sagoma e sedime originari attraverso l’approvazione di un Piano Urbanistico Attuativo. Le amministrazioni locali dovranno decidere entro il 30 ottobre se e con quali limiti applicare la nuova legge regionale.


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Obama e le torture della Cia Buone intenzioni, pochi fatti

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n costruttore di pace che non ama le pacificazioni ipocrite. Siamo andati a trovare don Albino Bizzotto, accampato nella sua roulotte circondata da bandiere arcobaleno all’ingresso di viale Ferrarin, dove sorgerà la nuova base militare americana. Al settimo giorno di digiuno, don Biz è allegro, sorridente, lucidissimo e con la battuta pronta, benché i movimenti gli si siano un po’ allentati. Introdotti da Giancarlo Albera, anima del fronte più moderato dei No Dal Molin, il prete padovano nativo di Vicenza ci accoglie dandoci subito del tu. «In questi giorni è venuta a trovarmi tanta gente, e ognuno di loro mi ha portato un pensiero», ci dice pregandoci di lasciarne scritto

za non è stata detta la verità». Ripete spesso questa parola, “verità”, il cofondatore, con Alex Zanotelli, dei Beati Costruttori di Pace. Ai politici di destra e sinistra e a certi giornalisti di regime staranno fischiando le orecchie, pensiamo. Ma ciò che più ci colpisce di don Biz è quando ci risponde a proposito della dignità, altro valore fondamentale calpestato senza remore da chi si mette al servizio dell’imperialismo americano. «Valori come la dignità e la verità non sono negoziabili, non sono pacificabili. Ci possono essere accordi, non pacificazioni. Ma gli accordi si fanno se prima si rispettano questi beni irrinunciabili». Noi, che non siamo né pacifisti (semmai pacifici) né cattolici, vorremmo che tutti i cattolici pacifisti fossero come lui. Anche perché è uno dei pochi che lega il diktat del Dal Molin alle esigenze di un modello di vita e di sviluppo economico-politico che ha negli Stati Uniti

la sua punta di lancia. Insomma, don Biz vede chiaro. E parla chiaro. «Noi stiamo lavorando perché sia fatta verità. E’ giusto farlo per i cittadini di Vicenza ed è giusto farlo ora, in questo tempo: a cosa serve uscire da questa crisi con gli stessi metodi che l’hanno prodotta? Per l’Occidente è tempo di altre scelte, di altre priorità». Gli mostriamo il nostro Appello che denuncia la svendita di dignità per gli evangelici trenta denari, e lui annuisce. «Fare quello che si sta facendo a questa città è fare mercimonio. E’ un meretricio». Non ha peli sulla lingua, Albino Bizzotto, prete di strada, prete combattente, prete che non chiude neanche mezzo occhio e che anzi fa letteralmente la fame pur di rimanere coerente con le proprie convinzioni. Per questo, dopo la nostra illuminante chiacchierata, sul quadernetto scriviamo una frase del Vangelo che ci sembra adatta a riassumerne il senso: “Non

sono venuto a portarvi la pace, ma la spada”. La pace che nasconde l’ottundimento degli ideali e che copre miseri vantaggi economici lasciamola ai finti pacifisti, pare voler dirci il digiuno di don Biz. Una testimonianza estrema che divide. E che dovrebbe far riflettere quanti vivono animalescamente indifferenti. Come un automobilista che mentre eravamo lì ha sfrecciato nell’altra corsia invitando tutti noi presenti ad “andare a lavorare”. Ai vicentini medi, mediocri, menefreghisti di tale risma, che magari vanno tutti ossequiosi a messa la domenica, chiederemmo solo se vivono per lavorare, o lavorano per vivere. Se si sentono esseri realmente umani, o automi che accettano ogni imposizione. Sono proprio loro quelli per cui don Albino sta compiendo un’azione, meditata e supportata da argomenti, da vero essere umano, prima che da cattolico. Grazie, don Biz.

Dal Molin e l’inganno di Obama La cena blindata

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pacifisti credono ancora a Babbo Natale. Quelli vicentini speravano che sant’Obama avrebbe donato loro la marcia indietro Usa sulla base al Dal Molin. Invece, senza tanta pompa essendo una decisione ormai passata in giudicato, un semplice addetto all’ambasciata americana in Italia ha precisato che, com’è logico che sia, il presidente è al corrente dei lavori e che l’esercito del Pentagono completerà la costruzione rispettando gli impegni presi col governo italiano. Eppure, c’è chi si dice “deluso”, facendo bambinesche supposizioni sulla volontà e la buona fede dell’inquilino della Casa Bianca. I Beati Costruttori di Pace, ad esempio, che in un comunicato sembrano cadere dalle nuvole: «La nostra Associazione continuerà a tentare in tutti i modi di rendere partecipe Obama della situazione vissuta dalla popolazione di Vicenza. Se

invece il Presidente Obama fosse già a conoscenza e non considerasse importante riconoscere il parallelo con il movimento di popolo che lo ha portato alla Casa Bianca, sarebbe per noi una grande delusione». Partecipe di un progetto vistato e avviatissimo? L’accostamento fra la politica obamiana e il movimento pacifista no base, poi, è pura fantasia. Anzi, classico wishful thinking, come dicono oltre oceano. Obama sta chiudendo Guantanamo, è vero. Ma i prigionieri vengono spediti all’estero, per continuare a essere torturati come prima, secondo la consolidata pratica delle detenzioni illegali. Ha iniziato la procedura di ritorno dall’Irak, d’accordo. Ma sempre con nuovi rinvii che non fanno presagire un abbandono definitivo. In realtà questi sono tutti rassicuranti aggiustamenti di una politica estera che era e resta imperiale. Il presidente nero non smobiliterà dall’Afghanistan, trattato alla stregua di un protettorato con

la farsa delle elezioni pilotate. Né bloccherà l’espansione della presenza militare statunitense nelle repubbliche ex sovietiche dell’Asia Centrale e dei vicini della Russia. E neppure si sogna di tagliare le spese militari. Soprattutto, non rivedrà di certo il principio cardine del ruolo di unica potenza egemone che gli Stati Uniti avocano a sé per il mondo. Non smantellerà le migliaia di basi sparpagliate nei cinque continenti, né allenterà il guinzaglio Nato con cui Washington tiene imbrigliata l’Europa. La sua è una declinazione meno guerrafondaia e più diplomatica, ossia più digeribile, della funzione che ogni amministrazione a stelle e strisce considera l’unica possibile: il dominio del globo. I pacifisti si mettano il cuore in pace: il loro santino è solo la versione charmant dell’incoercibile imperialismo americano. E le ragioni sono strutturali. Barack Obama fa riferimento - e come potrebbe non esserlo, se è arrivato lì - alla più potente lobby che esista: la finanza di Wall Street. Per farvi un’idea, basta che andiate sul canale internet Youtube e vi guardiate l’istruttivo documentario “L’inganno di Obama”. Apriamo gli occhi, invece di foderarli di propaganda. Alessio Mannino I pezzi di questa pagina sono pubblicati e commentabili su www.vicenzapiu.com

Cena in corso Palladio: chi ne sentiva la mancanza, alzi la mano. Con delle dichiarazioni rilasciate al Corriere del Veneto, l’associazione Vetrine del centro, per bocca di uno dei suoi portavoce storici come Antonio Santagiuliana, richiama l’attenzione sulla cancellazione della “tradizionale” cena in corso dell’8 settembre. Inventata da Hullweck nel 2000, la cena era saltata una prima volta nel 2007 per timore delle contestazioni del No Dal Molin, per poi essere accantonata ancora una volta nel 2008 dalla neo eletta amministrazione Variati. Uno scenario che si è ripetuto quest’anno, con una scelta che sa molto di bocciatura definitiva. La cosa ha fatto arrabbiare le Vetrine: “Mi domando fino a quando dobbiamo farci del male – ha tuonato Santagiuliana -: siamo di fronte all’ennesima occasione mancata per avere la speranza di rilanciare la città, i suoi negozi, le sue piazze. Forse per Variati e la sua maggioranza risulta troppo borghese anche questo appuntamento?”. Detto che il Comune ha tutto il diritto di non rinnovare una manifestazione che fin dal suo esordio si era attirata critiche feroci e che non sembrava affatto esser entrata nel cuore dei vicentini, l’uscita di Santagiuliana è al tempo stesso curiosa e interessante. Curiosa, perché le Vetrine del centro sono state tra le associazioni più ferme nel protestare contro i cortei in centro storico, colpevoli di paralizzare la città, e ora scendono in campo a

in difesa di una delle manifestazioni più blindate che si siano mai viste da queste parti: non ricordo di aver mai avuto problemi a muovermi in corso Palladio durante un corteo, mentre la sera delle cene spostarsi da contrà Porti a piazza dei Signori diventava un’impresa. Tanto per dare l’idea, ecco uno stralcio delle disposizioni logistiche per la cena del 2004: “Dalle 13 di domani mercoledì 8 alle 6 di giovedì 9 settembre non potranno circolare veicoli lungo corso Palladio, da stradella dei Filippini a contrà Porti, esclusi i residenti. Dalle 19, ora in cui anche gli eventuali negozi aperti che si affacciano sul corso dovranno chiudere, non potranno più passare neanche i pedoni, eccetto i residenti e chi partecipa alla cena. I bar che si affacciano sul tratto di corso Palladio interessato dall’evento non potranno utilizzare i tavoli esterni dalle ore 18”. Negozi chiusi, plateatici spostati, pedoni tenuti a distanza: non pare un grande esempio di rilancio delle vie del centro. E qui viene la parte interessante: perché lo stesso Santagiuliana chiede al sindaco di organizzare comunque qualcosa per l’8 settembre, magari qualcosa di informale, “anche a base di pane e salame”. Ecco, su questo ha ragione: per attirare gente in centro, molto meglio puntare su qualcosa di popolare e accessibile a tutti come la sopressa piuttosto che su inamidate e costose cene in doppio petto. Luca Matteazzi

Finte esecuzioni e torture: nuove rivelazioni sulle pratiche illegali seguite dagli agenti americani. Il presidente annuncia un’inversione di rotta, ma servono controlli rigorosi e un’inchiesta imparziale

pagina a cura di Silvia Calamati

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e nuove rivelazioni su agenti della CIA che hanno messo in scena finte esecuzioni e minacciato i detenuti di subire violente torture evidenziano, secondo Amnesty International, quanto ancora c’è da scoprire sulle azioni illegali e immorali portate avanti dalla passata amministrazione Bush in nome della sicurezza nazionale. La stessa CIA, nel rapporto del proprio Ispettore Generale su “detenzioni e interrogatori antiterrorismo”, che fa riferimento al periodo da settembre 2001 a ottobre 2003, pare essersi resa conto che le sue tecniche erano almeno moralmente dubbie e controproducenti. Il rapporto, che denuncia casi di waterboarding, finte esecuzioni, getti d’acqua, privazione del sonno, obbligo di rimanere nudi e in posizioni dolorose, conferma che l’amministrazione Bush era consapevole di abbandonare i propri obblighi legali in materia di diritti umani nella lotta contro il terrorismo.

Il presidente Barack Obama si è impegnato a porre fine alla tortura e ad altre pratiche illegali. Fino a quando le leggi non verranno applicate in modo rigoroso, tuttavia, le parole suoneranno vuote e rimarrà alto il rischio di ripetere le azioni del passato. Il rapporto della CIA testimonia quanto sia più che mai importante avviare un’indagine indipendente e a tutto tondo per individuare e punire chi ha sollecitato, elaborato e attuato pratiche illegali antiterrorismo. Amnesty International sollecita la nomina di un procuratore speciale, che garantisca l’applicazione della legge a prescindere da chi l’abbia violata. La decisione del ministro della giustizia Holder, che ha affidato a un procuratore il compito di riaprire le indagini su metà dei casi sottoposti al suo dipartimento di Giustizia relativi a tecniche d’interrogatorio sospette, rappresenta un passo avanti, sebbene incompleto. Un’indagine significativa dovrebbe riguardare, oltre a coloro che affermano di aver eseguito ordini, anche coloro che hanno elaborato tali tecniche e hanno sollecitato la loro attuazione.

flickr.com/jurvetson

Don Bizzotto ha finito il digiuno. Ma resta il valore della sua testimonianza, una delle poche a legare il diktat sul Dal Molin alle esigenze del modello di sviluppo economico-politico guidato dagli Stati Uniti uno nostro su un quaderno pieno di ringraziamenti e brevi riflessioni. Assessori (Cangini, Moretti), missionari, fedeli cattolici, contrari alla Ederle 2 si sono succeduti a testimoniargli la propria solidarietà per un gesto vissuto sulla propria pelle, che fa vergognare quanti si riempiono la bocca di parole e di promesse al vento. Il pacifismo di Don Biz non è quello fatuo del “volemose bene”, della pappa del cuore, dei facili sentimenti. La sua pace non è una spilletta da appuntarsi sul petto o una scampagnata a piedi con cui lavarsi la coscienza. Né tanto meno è quell’imbroglio affaristico fatto passare da illustri propagandisti nostrani per patto di pacificazione. «Lo sostenevamo già nel 2007», ci fa leggendo un documento della sua associazione, «non può esserci pacificazione se la verità viene sostituita dalla menzogna. Questa base è frutto della negazione della verità, ai cittadini di Vicen-

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Ogni prima settimana del mese presentermo un caso tra quelli seguiti da Amnesty International e una petizione che se vorrete potrete ritagliare e inviare alle autorità competenti. Amnesty International è un movimento internazionale indipendente da qualsiasi governo, parte politica, interesse economico o credo religioso. Dal 1961 lavora per la liberazione e l’assistenza di uomini detenuti ovunque per le proprie opinioni, il colore della pelle, il sesso, l’origine etnica, la lingua o la religione, a condizione che non abbiano usato né promosso l’uso della violenza. Si oppone alla pena di morte, alla tortura e a ogni altro trattamento crudele, disumano e degradante, secondo i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e delle norme del Diritto Internazionale in materia di diritti umani.

Don Biz e la pace della spada

di Alessio Mannino

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| A sinistra una manifestazione contro le torture a Guantanamo. Qui sopra Barack Obama

Il caso del mese

Sudan: donna frustata per aver indossato i pantaloni Sudan: donna frustata per aver indossato i pantaloni Eccellenza, Le scriviamo in quanto sostenitori di Amnesty International, un’organizzazione non governativa che lavora dal 1961 in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati. Siamo profondamente preoccupati per l’arresto di 13 donne per aver indossato pantaloni in pubblico e per la notizia che 10 di loro hanno già scontato la pena di frustate e di una multa. Noi sosteniamo la posizione presa da Lubna Al Ahmed Hussein, che ha rifiutato sia il perdono sia l’immunità garantitale in quanto membro dello staff della missione delle Nazioni Unite. Tutte queste donne sono sotto accusa in base all’articolo 152 del codice penale del 1991, che è in contrasto con molti obblighi nazionali e internazionali del Sudan. Imponendo una pena crudele, inumana e degradante, come la fustigazione, l’articolo 152 trasgredisce l’articolo 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Trasgredisce, inoltre, l’articolo 5 della Carta africana dei diritti umani e dei popoli, così come evidenziato dalla sentenza del 2003 della Commissione africana dei diritti umani e dei popoli . La sentenza sostiene che non esiste nessun diritto per gli individui - e in particolare per il governo di un paese - a usare la violenza fisica come pena per dei reati. Questa pena equivale a una tortura di stato. In Sudan continuano a essere soggette a minacce di arresto, prigione e fustigazione. Questo atteggiamento trasgredisce gli impegni nazionali che il suo governo ha stipulato nell’Accordo di pace comprensivo e nella costituzione nazionale ad interim. Le chiediamo, perciò, di abolire la pena della fustigazione - come Amnesty International le ha richiesto ripetutamente - e di intraprendere appropriate misure per risarcire chi ha subito queste violazioni. Abbiamo infine appreso che tre delle donne che sono state frustate erano minorenni. Vorremmo chiederle di attenersi agli obblighi della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia che, con l’articolo 37, sancisce che “nessun bambino può essere soggetto a tortura o a pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti”. La ringraziamo per l’attenzione. firma

Affrancatura con posta prioritaria: € 0,85

Ministro della Giustizia Mr Abdel Bassit Sabdara Ministry of Justice PO BOX 744 Khartoum Sudan


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L’altro suono

del Palladio In quattro giorni 36 artisti in gara: al Parco Fornaci si conclude il primo Festival città del Palladio. Un’iniziativa nata e cresciuta sulla rete

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nizzatori definiscono “aggressiarco nuovo, autori nuovi, va”, e al passaparola del web, le festival nuovo. Per chi ama iscrizioni fioccano numerose da la musica nel lungo ponte dell’8 tutta Italia, dalla Val d’Aosta alla settembre c’è solo l’imbarazzo Sicilia (unica eccezione, il Modella scelta. Si può, ad esempio, lise, da cui non è arrivata nesfare un salto alla prima ediziosuna richiesta). “Che genere di ne del Festival città del Pallamusica ci hanno proposto? Pop dio, che proprio in questo fine molto presente, il resto arriverà settimana arriva, dopo mesi di il prossimo anno”, scherza Aleslavoro, alla sua fase finale, e che sandro Castagna. In quasi duesi proietta con molti elementi di cento superano le novità nel panorama preselezioni, e dopo musicale vicentino. un’ulteriore screTutto nasce dall’inimatura in 72 arriziativa di Alessan- Sono arrivate vano alle semifinali dro Bisognin, Vito iscrizioni che si sono svolte a Silvestri, Alessanda tutta Italia fine luglio al teatro dro Castagna e SteAstra. Ora ne sono fano Cera, quattro E si sta già rimasti in gara 36, appassionati di mu- lavorando che si contendesica che nel 2007 per la seconda ranno il successo e hanno dato vita alla edizione i premi speciali (ce società di produzion’è uno alla memone OtherSound e che ria di Alessandra, nella scorsa primauna della ragazze uccise dal tervera hanno lanciato sulla rete remoto in Abruzzo) nella quattro l’idea di un concorso per giovani giorni di musica in programma talenti. Nel bando c’è spazio per tra il 3 e il 6 settembre al Partutti, autori di brani propri, inco Fornaci. Sul palco saliranno terpreti, gruppi, solitsti; in preanche alcuni ospiti d’onore come mio c’è la registrazione di un cd Ivan Cattaneo ed Enrico Nae di tutta una serie di materiali scimbeni (il programma compledi supporto, dal videoclip al sito to è sul sito (festivalcittadelpalinternet, a cura proprio della ladio.it), e il tutto sarà accomOtherSound, piccola etichetta pagnato da stand gastronomici, che può però vantare già delle dibattiti ed esibizioni di skaters.. collaborazioni interessanti. Un’occasione, dunque, anche per Così, grazie ad una campagna prendere confidenza con un pardi marketing che gli stessi orga-

co dalle potenzialità ancora poco sfruttate. Al di là del risultato, ai tipi della OtherSound resta la soddisfazione di aver superato diffidenze e difficoltà (“Tutti aspettano il secondo anno per darci credito”), e di creato qualcosa di nuovo puntando su passione, intraprendenza e creatività. “Tutta questa manifestazione si è sviluppata in rete per la prima fase – commenta Castagna -. Interessante che si possa creare un evento così grosso in rete e che poi diventa altrettanto grande nella realtà. Per questo “sistema” di lavorare che abbiamo adottato, ci è stata dedicata anche la tesi di Laurea di Martina Faccin che sarà essere consultabile in rete a breve”. E mentre ancora non si conoscono i risultati del primo concorso, già si lavora alla seconda edizione del festival. “Un bilancio è difficile farlo ora anche se possiamo dire di aver investito e anche tanto – conclude Castagna -. Per il futuro? Beh, c’è davvero da aspettarsi un secondo anno esplosivo, ricco di novità e sempre in crescita: stiamo lavorando già da alcuni mesi per l’edizione 2010 e tra le novità: lo sbarco su Second Life, un Portale con una sorta di MySpace interno, un contest on line invernale e moltissimo altro ancora”. Restate connessi.

| Alcune immagini delle prime fasi del concorso

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Il genocidio armeno una storia mal raccontata Popcorn

Campo Marzo: festa dei Oto nel segno della musica Giornate ricche di appuntamenti anche sul palco di Vivi Campo Marzo. Sabato 5 settembre alle 18, ritorna il djset aperitivo animato dalle scelte musicali di Lady Gisa: dalla consolle funk, soul, jazz, acidjazz, abstract hiphop, dubstep e brokenbeat. Seguirà, alle 21, la vera “chicca” della programmazione di questo fine settimana: un film – concerto con tre famosi cortometraggi del genio della comicità muta Buster Keaton (Il capro espiatorio, I vicini e Lo spaventapasseri) accompagnati dal vivo dal quartetto di sassofonisti “Palladian Saxophone Quartet”: Corrado Vezzaro, sax soprano, Basilio Meneghini, sax contralto, Anna Righetto, sax tenore e Emma Nicol Pigato, sax baritono, tutti usciti dal concervatorio di Vicenza.

itamente libri usati, installazioni artistiche con materiali riciclati e un punto parcheggio biciclette con documentazione sulla mobilità sostenibile. Due i concerti in programma, affidati ancora una volta a band locali: alle 18 saliranno sul palco i Pensierozero, mentre alle 21 la scena sarà dei Klaptonite. Lunedì 7 settembre: alle 18, aperitivo elettronico con “Back to the Future 3” dei djs Dax & Cyco: musica d’avanguardia e il miglior dub-step per Cyco, uno dei resident djs del Maffia Club di Reggio Emilia e per Dario Bedin, in arte Dax dJ, uno dei dj italiani più acuti in fatto di selezione musicale, tecnica e stile, organizzatore del festival di musica elettronica JND del Bar Sartea.

Alle 21, il palco sarà tutto dei VerDomenica 6 settembre i concerti tical, formazione nota ben oltre saranno dedicati ai festeggiai confini locali. Con loro, protamenti per i 30 anni di attività delgonista della serata sarà il funk la Cooperativa Insieme. L’obiettivenato di influenze jazz: James vo della serata sarà promuovere Brown, The James Taylor Quaralcuni contenuti che da sempre tet, Herbie Hancaratterizzano le cock, Jamiroquai e attività della cooRadiohead alcune perativa, dal riciclo delle band ispiratrie riuso creativo dei ci del gruppo. materiali all’attenMartedì 8 settemzione al sociale, dalle tematiche ambien- Sabato dedicato bre alle 18 la consolle di “Vivi Campo tali della riduzione Marzo” sarà tutta e smaltimento dei a Buster Keaton di Djb. Infine, alle rifiuti alle energie Domenica 21, si esibiranno i rinnovabili, fino alla si festeggia “Vimana” in una mobilità sostenibiserata dedicata alla le. In aggiunta alle la Coop Insieme raccolta di fondi consuete panchine, il per “La città della parco si popolerà per Speranza” con brani l’occasione di angoli propri e con le migliori canzoni lounge, per ‘fare salotto’ circondi gruppi come gli U2, i Police, i dati dal verde di città. Saranno Coldplay, David Bowie e i Depeallestiti anche un’area libreria che Mode. dove verranno distribuiti gratu-

Con “La Masseria delle Allodole” i fratelli Taviani falliscono l’adattamento dell’omonimo romanzo di Antonia Arslan. Manca la cornice storica e non piace la componente stilistica. Un’occasione persa

di Giuliano Corà

È

difficile parlare di questo film astraendo dal suo contenuto, tanto profondo e terribile l’orrore che racconta. Tratto dal romanzo omonimo dell’armena padovana Antonia Arslan, esso narra un episodio del genocidio del popolo armeno perpetrato dalla Turchia tra il 1915 e il 1916, approfittando del caos della Prima Guerra Mondiale ma anche dell’indifferenza complice dell’Europa, che sapeva quali delitti si stessero commettendo contro gli Armeni ma che non era mai intervenuta: troppo ricchi erano i suoi interessi nell’Impero Ottomano per rischiare di comprometterli. Consiglio, su questo tema, anche la lettura del bellissimo romanzo “I quaranta giorni del Mussa Dagh” di F. Werfel, edi-

zioni Corbaccio, e, del tutto modestamente, del mio articolo “Anteprima”, postato su rosadeiventi. iobloggo.com/archive.php?eid=4. Se dunque l’interesse del film è massimo per l’argomento, non lo è altrettanto per lo stile e la costruzione. Prima di tutto, è scarsa la cornice storica che esso fornisce allo spettatore per permettergli di comprendere il contesto degli avvenimenti. E se è vero che un film non è un documentario, è altrettanto vero che un film che, come questo, vuol essere anche un film ‘storico’ non può ridursi ad una ‘storia’, per quanto tragica, sospesa nel vuoto. C’è poi la componente stilistica del film, che è quella tipica dei Fratelli Taviani: il loro fastidioso calligrafismo, la loro passione per la ‘statuaria’, che li porta spesso a comporre le scene come dei tableaux vivants, inutili ed irritanti, che non si giustifica-

no affatto rispetto alla narrazione: inquadrature – appunto, veri e propri ‘quadri’ – che sembrano voler fermare un ‘attimo fuggente’, inspiegabili sospensioni del respiro. Caratteristica comune a tutti i loro film, in alcuni dei quali è presente a livelli insopportabili (per esempio, La notte di San Lorenzo, Italia, 1982). Peccato che il bel romanzo della Arslan non abbia avuto dei narratori più qualificati: peccato soprattutto per il genocidio armeno, che ancora una volta ha perso l’occasione di avere una ribalta internazionale e finalmente quella visibilità e quella giustizia che, inutilmente e disperatamente, la martoriata Armenia chiede da quasi un secolo. La masseria delle allodole, Paolo e Vittorio Taviani, Italia, Bulgaria, Francia e Spagna, 2007

Il cinema secondo Herzog

Sul comodino

Il regista e sceneggiatore tedesco ripercorre la sua carriera in un libro-intervista, dove racconta anche il rapporto con l’attore feticcio Klaus Kinski

di Giovanni Magalotti

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| I sassofonisti del Palladian Saxophone Quartet

ell’odierno panorama cinematografico internazionale, quello di Werner Herzog (1942) è senz’altro uno degli sguardi più visionari. Autore dalla fine degli anni ‘60 a oggi di oltre quaranta film fra lungometraggi di finzione e documentari, il regista tedesco si è ritagliato nel tempo la fama di cineasta “estremo”, anche per le numerose leggende fiorite intorno all’esperienza dei suoi set.

“Incontri alla fine del mondo. Conversazioni tra cinema e vita” è un libro-intervista fondamentale per capirlo. Herzog ripercorre la sua carriera fin dagli esordi e discute di ciascun film: racconta quali stimoli lo hanno animato di volta in volta, quali traversie produttive si è trovato ad affrontare, e illustra quali principi lo hanno guidato per tutta la vita. Alcune dichiarazioni trovano perfetta corrispondenza con i motivi fondamentali della sua produzione artistica: l’inesausta ricerca di immagini sempre nuove, mai “già viste”, di ambientazioni “uniche”

nel senso più letterale del termine, ad esempio, riflette l’ossessione per le imprese impossibili tipica di molti personaggi del suo cinema. Nel ricordo di Klaus Kinski, il folle, talentuoso attore protagonista dei suoi film migliori, Herzog ha parole di grande tenerezza: “Kinski era fatto per me, per il mio cinema. A volte mi vien voglia di riabbracciarlo, ma credo che questo sogno derivi dal fatto che ho visto alcune vecchie immagini di noi due in cui lo facevo. Non mi pento di nessun momento, nemmeno uno. Forse Kinski mi manca

davvero. Sì, ogni tanto mi manca”. Il volume è arricchito da un’appendice, a cura di Francesco Cattaneo, che completa la riflessione sull’opera di Herzog con gli ultimi film (l’edizione originale del testo risale al 2002 e si ferma quindi a quell’anno), e da una bibliografia e una filmografia aggiornate al 2009.

Werner Herzog, Incontri alla fine del mondo. Conversazioni tra cinema e vita, a cura di Paul Cronin, Minimum fax, 416 pp., € 16,50


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Il pallone del futuro

Si riparte dalla Supercoppa Atletica

La stagione rotellistica riprende domenica da dove era finita: il derby tricolore Vicenza - Asiago. Diavoli scatenati sul mercato con quattro colpi destinati a fare rumore

Doppia Finale Oro per l’AV

Partito a Montecchio il XXI Trofeo delle Regioni che vede la partecipazione degli Esordienti di Inter e Atalanta. Prima del fischio d’inizio si è parlato di settori giovanili e di strategie per superare le difficoltà del calcio in un dibattuto convegno

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| Pulcini in campo a Montecchio Maggiore

di Paolo Mutterle

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a venerdì 560 calciatori in erba si stanno dando battaglia sui campi da calcio di Montecchio Maggiore. E tra di loro ci potrebbero essere i nuovi Balotelli, Morfeo, Iniesta. Non sono nomi presi a caso: in passato questi tre campioni hanno calcato i prati castellani in diverse edizioni della più importante manifestazione sportiva giovanile della provincia. Quest’anno il “Giulietta e Romeo”, il torneo riservato alla categoria Allievi, è finito in stand-by, complice il cambio dell’amministrazione comunale e la volontà di contenere i costi, ma è probabile che dall’anno prossimo torneranno anche le squadre europee, sudamericane, africane e asiatiche che hanno reso l’evento internazionale. Per questa edizione ci si dovrà invece accontentare (si fa per dire) del Trofeo delle Regioni, giunto alla XXI edizione e nobilitato dalla presenza a partire delle semifinali degli Esordienti di Inter e Atalanta, e della XIII edizione del Trofeo Natalino Aleardi, che vedrà sfidarsi sedici formazioni vicentine della categoria Pulcini. Le partite proseguiranno fino a martedì 8 settembre, giorno in cui sono previste le finali. Si conosceranno così i successori di Vicenza e Venezia nell’Albo d’Oro, dove figurano anche i nomi

di Barcellona, Boca Juniors, Manchester City e Ghana. A precedere il fischio d’inizio mercoledì sera si è tenuto un convegno nel quale alcune importanti voci del mondo dello sport hanno affrontato il tema dei settori giovanili e delle strategie per risolvere la crisi del calcio. Vicenza in crescita Il pallone berico era presente a tre livelli: con il vertice della piramide, il Vicenza Calcio rappresentato dal responsabile del settore giovanile Paolo Baio e dall’ex giocatore, ora dirigente, Stefan Schwoch; con il Montecchio Maggiore di patron Aleardi, massima espressione del movimento dilettantistico provinciale e storico serbatoio di talenti interessanti; con la base, espressa dalla presenza del presidente del Montecchio San Pietro, piccola società castellana militante in Prima Categoria. Questi i punti fondamentali secondo Baio: puntare sul vivaio “modello Atalanta” per crescere in casa i giocatori da portare in prima squadra. Investire sui tecnici e affidare le squadre giovanili agli allenatori migliori, soprattutto nelle fasi sensibili della crescita. Dare basi solide ai ragazzi, non puntando sulla ricerca spasmodica del risultato a ogni costo, ma sulla costruzione di giocatori professionisti. Schwoch ha testimoniato la recente crescita - dopo un periodo di ombra - del settore giovanile biancorosso, che ha portato alla promozione in serie B di giocatori come Rigoni e Minesso,

quest’ultimo finora frenato da un serio infortunio.

ha rammentato un altro grande Sane polemiche prospetto ei casa nostra “scipNon è mancato il pepe con le pato” alla società biancorossa: “bordate” del giornalista sportivo Montecchio isola felice Alberto Baccarin, classe 1993 di Gianmauro Anni, che ha ricordaSotto i Castelli di Giulietta e RoMontegalda finito alla Fiorentina to il lungo momento di frattura meo si respira un’aria buona per che la Gazzetta dello Sport ha già del calcio giovanile vicentino, in il calcio. Qui la testardaggine del paragonato a Rivera e a Pirlo. Una grado di trionfare per due volte presidente Aleardi ha portato alla storia per certi versi simile a quelal Torneo di Viareggio nel 1954 creazione del primo la dell’altro centrocampista, suo e nel 1955 lancianstadio italiano sencoetaneo, il valdagnese Filippo do giocatori come za barriere, un proLora, passato dal Vicenza al ValCampana, Vicini, getto poi imitato da dagno e poi al Milan. La dott.ssa Cappellaro e Menti, una ventina di soFrizzo, insegnante e collaboratrima poi incapace di cietà della penisola. ce del settore giovanile e scolastisfornare campioni Quest’anno il patron Aleardi: co, ha evidenziato i rischi di una per un ventennio, del Montecchio ha I vecchi possono con la sola e illuselezione troppo precoce dei picdeciso di lanciare calciatori, ricordando come la strissima eccezione andare a giocare di Roberto Baggio. coli un altro importanFederazione sia attenta all’aspetto te messaggio: “Gio- nei tornei ludico dello sport almeno nelle O dei talenti lasciati chiamo con i nostri amatoriali categorie baby. Tutto giusto, ha fuggire, come quelragazzi”. La squadra replicato Apolloni, ma i bravi per lo di Andrea Rabito, allenata da Carli afemergere devono giocare con i passato dal Cavazfronterà il campionabravi. Secondo l’osservatore nezale al Milan nonoto di serie D con una rosa dall’età razzurro la soluzione ideale per stante l’interessamento dell’allora media di 19 anni e tanti giovanisil Vicenza è creare tre o quattro Vicenza di Dalle Carbonare. In simi. Alcuni sono già stati opziopoli di riferimento in provincia cauda venenum, con gli interventi nati dall’Inter, altri dal Vicenza dove “parcheggiare” e far crescere tra il pubblico di Pino Apolloni e Calcio. “Questa è la mia filosofia vicino a casa i ragazzini più proRosanna Frizzo. Il primo, stimato - ha detto Aleardi con un sorriso-: mettenti. osservatore giovanile dell’Inter, i vecchi possono giocare nei tornei amatoriali, oppure la domenica vadano in montagna! Certo per noi è un grandissimo rischio, ne siamo consapevoli. Ma i giovani possono dare tanto e spero un giorno di vedere i miei ragazzi con la maglia del Vicenza”. Diversa la Lunedì 7 settembre storia del Montecchio S. Pietro, 10.00 Semifinali Pulcini squadra nata nel 1967 all’interno 18.00 Semifinali Esordienti dell’omonimo ricreatorio. Lo “scudetto” del presidente Boschetti è Martedì 8 settembre l’aver raggiunto la Prima Catego9.00 Finali Pulcini Trofeo Memorial Aleardi ria con una squadra fatta intera10.00 Finale 3°-4° Esordienti mente in casa. 11.00 Finale 1°-2° Esordienti Trofeo delle Regioni

con il solito squadrone ed è una vvio di stagione di quelli imformazione che lo scorso anno ha portanti per Caoduro Diavoli centrato tre obiettivi su quattro e Vicenza che affronterà il primo che è abituata a vincere molto da appuntamento ufficiale domenica anni. Abbiamo il massimo rispet6 settembre alle 18.30 ad Asiago to naturalmente, ma paura no. (impianto di Via Cinque) per la La pista la conosciamo, è veloce conquista della Supercoppa contro ed ha una buona superficie, certo i rivali di sempre, Asiago Vipers. chi gioca in casa è favorito, ma mi I vicentini sono arrivati a giocarsi aspetto una bella gara”. l’ambito traguardo dal momento - Come sta la squadra alla ripresa che sia in campionato che in Coppa delle attività? Italia hanno conteso la finale agli ”La squadra sta bene - prosegue altopianesi e in entrambi i casi si coach Roffo - Si sono fatti trovare sono piazzati al secondo posto. tutti pronti e in buona condizioLa Supercoppa è uno dei quattro ne ed è un segnale importante. fronti su cui sarà impegnata CaSono soddisfatto dei nuovi arrivi: oduro Diavoli Vicenza per la staCorradin è un giocatore che volegione 2009/2010, insieme a Coppa vamo da tempo ed è già in forma, Italia, Campionato e Confederai fratelli Chelodi li conosco bene tion Cup, e l’obiettivo dichiarato e sicuramente possono dare un in casa Vicenza a giugno era di supporto importante alla squadra. conquistare almeno uno dei trofei, Ma ho trovato molto bene anche i cercando di migliorare ulteriornostri e anche i giovani: Antonio mente gli ottimi risultati ottenuti (Bellinaso, difensore lo scorso anno. dei Diavoli cresciuto “Sono molto fiducionel vivaio vicentino) so e mi aspetto una si è fatto trovare in partita in cui non ci ottima forma, ha lasi arrende mai, com’è Coach Roffo vorato bene anche nelle nostre caratte- soddisfatto durante l’estate e poristiche - ha dichiatrà darci molto; Dalle rato l’allenatore dei dei nuovi arrivi: Ave lo stesso, sempre Diavoli, Angelo Rof- Corradin, pronto e motivato; fo - Degli avversari Antinori e poi mi hanno ben non c’è nulla da dire, impressionato anche sappiamo a cosa an- i fratelli Chelodi Zazzaron e Maran. diamo incontro, ma Insomma abbiamo siamo consci del noun buon gruppo, una stro valore. L’Asiago, buona base tecnica, i giovani stana parte Mantese, si presenterà

no crescendo bene e sono tutti molto motivati”. Appuntamento quindi ad Asiago domenica 6 settembre alle ore 18.30 (ingresso libero) per la prima avvincente sfida della stagione. Intanto, a pochi giorni dall’esordio, Caoduro ha messo a segno quattro importanti colpi di mercato. A vestire la maglia dei Diavoli e disponibili già per l’appuntamento di domenica saranno: i fratelli Chelodi, Enrico ed Armando, attaccanti, lo scorso anno a Forlì e del giro della nazionale; il difensore bolzanino Matthias Eisenstecken, terzino classe ’82 proveniente dal ghiaccio dove ha giocato gli ultimi due campionati in A2 nelle fila del Caldaro e compagno di squadra dei Chelodi nell’in line prima ad Arezzo e poi a Forlì, e il difensore Michael Corradin, in forze all’Edera lo scorso anno, corteggiato e voluto dall’allenatore biancorosso Angelo Roffo e quest’anno in biancorosso per tutta la stagione, a differenza degli altri volti nuovi che saranno presenti domenica e poi torneranno a Vicenza per i play off, terminati gli impegni sul ghiaccio. In pista all’esordio con la maglia dei Diavoli domenica ci sarà anche Stefano Antinori, portiere di Chiavenna proveniente da Forlì quest’estate impegnato con la nazionale, che durante la stagione insieme a Pesavento difenderà la porta biancorossa.

La Noaro Costruzioni tra gli uomini e il Banco Desio Veneto nelle donne centrano la finale nazionale Under 23 con le migliori 12 società d’Italia Continua la stagione all’insegna dell’Oro per l’[AV], che parteciperà alla massima finale nazionale under 23 di società, in programma a Caravaggio (BS) il week-end del 10 e 11 ottobre, con entrambe le formazioni, quella maschile targata Noaro Costruzioni e quella femminile firmata Banco Desio Veneto. La Fidal ha infatti diramato le classifiche, guidate al maschile dall’Atletica Riccardi e al femminile dall’Italgest, che vedono Banco Desio Veneto all’ottavo posto e Noaro Costruzioni in nona posizione nel campionato a cui si possono schierare atleti della categoria juniores (18-19 anni) e promesse (20-21 anni).

Per il terzo anno consecutivo, la società berica rientra con entrambe le formazioni tra le migliori dodici società giovanili d’Italia Under 23. La splendida doppietta galvanizza ancor più l’ambiente arancione che attende con trepidazione l’ultimo fine settimana di settembre per la disputa delle finali societarie assolute con la squadra maschile nella finale “Oro” di Caorle e con quella femminile che disputerà la finale Argento a Sulmona. Un plauso va tributato a tutti gli atleti e i tecnici protagonisti di tali traguardi e al vice-presidente Natalino Guzzo, pregiatissimo regista delle strategie di squadra dei berici.

Classifica maschile

Classifica femminile

1 Atl. Riccardi 15236 2 Atl. Bergamo Creberg 14678 3 Atl. Cento Torri Pavia 14578 4 Fiamme Gialle 14506 5 Assindustria Sport Pd 14201 6 La Fratellanza 14156 7 Cus Torino 13995 8 Atl. Lecco Colombo Costruzioni 13977 9 Atl. Vicentina 13922 10 Toscana Atletica 13685

1 Italgest Athletic Club 15220 2 Fondiaria-Sai 15143 3 Atl. Ca.Ri.Ri 14179 4 Atl. Bergamo Creberg 14152 5 Cus Torino13822 6 Firenze Marathon 13237 7 Cus Trieste 13196 8 Atl. Vicentina 13185 9 Cus Parma 13077 10 Assindustria Sport Pd 12971

AI

Il programma delle semifinali

(Polisportivo Gino Cosaro - Montecchio Maggiore)

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VicenzaPiù è in edicola il sabato, consultabile sul sito: www.vicenzapiu.com la domenica, e successivamente in distribuzione nei seguenti punti:

CENTRO STORICO STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Milano, 104 STAZIONE FTV Viale Milano, 138 STAZIONE FERROVIARIA LIBRERIA MONDADORI presso Stazione Ferroviaria LIBRERIA MONDADORI Piazza delle Erbe, 9/A PASTICCERIA “ALBERTONI” Via Paolo Lioy, 32 BAR “CAFFÈ COMMERCIO” Piazza Biade, 22 BAR “MON PLEN” Contrà Santa Barbara, 21 PASTICCERIA “RUDATIS” Contrà Santa Barbara, 29

“BAR ITALIA” Galleria Pozzo Rosso, 19 BAR “VICENZA” Corso Palladio BAR “BORSA” Piazza dei Signori COMUNE- PALAZZO TRISSINO Corso Palladio, 98 BAR “GARIBALDI” Contrà Cavour, 7 RISTORANTE “DAI NODARI” Contrà Do Rode, 20 BAR/PASTICCERIA “SORARÙ” Piazzetta Palladio, 17 BAR “ILLY” Contrà Muscherie BAR “CAFFÈ ROMA” Corso Fogazzaro BAR/RISTORANTE “IRIS” Corso Fogazzaro, 33 BAR “SAN LORENZO” Corso Fogazzaro, 62 PROVINCIA – PALAZZO NIEVO Contrà Gazzolle, 1

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BAR “NAZIONALE” Galleria Porti, 7

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UNIVERSITÀ Contrà Barche, 57

BAR “ALLE 2 COLONNE” Piazza dei Signori RISTORANTE “MALVASIA” Contrà delle Morette, 9

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LIBRERIA GIUNTI Corso Palladio, 186

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nome e cognome Ulisse Lendaro età 36 luogo di nascita Vicenza, 08.02.1973

BAR “BABILONIA” Via Pecori Giraldi, 30 PASTICCERIA “VERONA” Via Legione Antonini CINEMA PRIMAVERA Via Ozanam, 11 BAR “CILLYLOUNGECAFFÈ” Via Btg. Val Leogra, 80 CENTRO SPORT PALLADIO Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 29 UIL Via Quasimodo, 47 BAR “CIRKUS” Via Enrico Fermi, 347 “RISTORANTINO GRAN CAFFÈ” Via Enrico Fermi STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale San Lazzaro, 106

Il tratto principale del mio carattere Tenacia. La qualità che preferisco in un uomo Lealtà. La qualità che preferisco in una donna Autoironia. Quel che apprezzo di più nei miei amici Sincerità. Il mio principale difetto Non sopporto perdere. La mia occupazione preferita La mia famiglia e il mio lavoro. Il mio sogno di felicità Quello che sto vivendo ora Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Perdere la memoria.

BAR “MONTECARLO” Via Verona, 78

Quel che vorrei essere Quello che sono.

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Il paese dove vorrei vivere Italia.

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LA BOTTEGA ARTIGIANA DEL PANE Via Zugliano, 49

Il piatto a cui non so rinunciare Spaghetti al pomodoro.

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I miei libri della vita L’uomo senza qualità.

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CSMR Via Vicenza, 204 - Altavilla

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botta&risposta

I miei poeti preferiti Baudelaire; Montale. I musicisti che mi piacciono di più Mozart. I miei pittori preferiti Picasso.

I miei film preferiti Fight club. Quel che detesto più di tutto La politica. Il personaggio storico più ammirato Gengis Khan. e quello più disprezzato Nicolae Ceauşescu. Il dono di natura che vorrei avere C’è l’ho già. Come vorrei morire Serenamente. Stato attuale del mio animo Settimo cielo. Il mio prossimo impegno nella vita Produrre un nuovo film. Il mio credo politico o ideale Nessuno. Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza Mi piace l’architettura, hai la sensazione di trovarti in un enorme set cinematografico; non mi piace che ristoranti chiudano troppo presto la sera. Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Ne conosco pochi ma mi sembrano tutti brave persone. Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza La lussuria. Il mio motto Vincere e vinceremo!

titolo di studio Laurea in giurisprudenza professione Avvocato. Attore e produttore cinematografico segni particolari Praticamente insensibile al dolore fisico


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