Toscana & Chianti News - September 07

Page 20

V

enti chilometri, più o meno. Venti chilometri appena, per quanto assai “contestati”. Tanto si estende la catena dei monti (o

colline) del Chianti. Questo dato potrebbe apparire agli occhi di molti assolutamente superfluo, ma non lo è se si pensa che in origine la parola “chianti” non significava “vino”, come si potrebbe invece pensare, bensì “colline”, “zona montagnosa”. Va da sé che nell’aspra e mai risolta contesa per la rigorosa definizione dei confini della zona, del Chianti “ufficiale” e della d.o.c.g. che reca in dote ai fortunati che ne possiedono “un pezzo”, il ricorso all’etimologia non è granché significativo, visto che circa i tre quarti, se non di più, del territorio toscano possono dirsi collinari o montagnosi. Senza voler sollevare un vespaio, né tanto meno addentrarmi nelle irrisolte questioni economiche legate all’utilizzo del marchio nella produzione vinicola, ma per puro “amor di chiarezza”, potremmo distinguere sostanzialmente “due Chianti”, uno classico e, per così dire “ristretto”, comprendente i comuni di Greve, Castellina, Gaiole e Radda, i quali, nella denominazione ufficiale, sono appunto seguiti dalla determinazione territoriale “in Chianti” che non lascia margini d’interpretazione, e un Chianti “allargato” anche ai comuni di San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Poggibonsi e Castelnuovo Berardenga. Ad essi si aggiungono poi alcune denominazione di Chianti (come il Chianti Rufina, il Chianti Colli fiorentini, il Chianti Montespertoli, ecc.) che però descrivono realtà legate esclusivamente alla produzione vitivinicola, prive di una “affinità territoriale” riconducibile a basi storiche o geografiche. Ma in realtà, per quanto riguarda il turista, che importanza ha sapere “dove finisce” il Chianti? Cosa gli cambia sapere se si trova nel comune di Gaiole o di Montevarchi, quando intorno a lui verdeggia il medesimo paesaggio di incomparabile bellezza, quando sotto ai suoi occhi increduli si stendono gli stessi morbidi declivi che hanno reso la nostra regione celebre in tutto il mondo? Che può interessare all’enoturista cosa c’è scritto sull’etichetta della bottiglia, quando il suo contenuto è avvolgente come le colline che gli ruotano attorno? Quelle colline che potrà in qualche modo ritrovare anche a casa sua, ad anni e centinaia di chilometri di distanza, stappando quella stessa bottiglia che avrà comprato in ricordo di un giorno felice. Un giorno felice che potrà rivivere ovunque e quando vorrà nello spazio e nel tempo di 75 cl. Perché dunque “litigare” su dove sia il Chianti, quando il Chianti oggi è anche, se non soprattutto, un luogo dello spirito?

Z

wanzig Kilometer, mehr oder weniger. Gerade mal zwanzig Kilometer, jedoch sehr „umstrittene“. So weit dehnt sich die

Bergkette (oder Hügelkette) des Chianti aus. Diese Information könnte in den Augen vieler absolut überflüssig erscheinen, aber ist es nicht wenn man bedenkt, dass ursprünglich das Wort „chianti“ nicht „Wein“ bedeutete wie man denken könnte, sondern eben „Hügel“, „Berggebiet“. Es ist verständlich, dass in der erbitterten und nie gelösten Auseinandersetzung für die strenge Definition

20

der Gebietsgrenzen des „offiziellen“ und dem d.o.c.g., die für die Glücklichen, die „ein Stück“ davon besitzen einen Bonus darstellt,

toscana&chiantinews


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.