Zaeffiro n.2-2011

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“Nulla é

design

come sembra...”

Deborah Brulard

C

configurazioni che anticipano contenuti, anche perché solo attraverso le forme e le loro estetiche oggi, giusto o sbagliato che sia, i contenuti sono riconoscibili». Interessante il percorso della Pusherchair che, partita attraverso il principale veicolo di mondanità legata al mobile, ovvero i parties del fuori salone, ha viaggiato molto sapendosi ritagliare grandi spazi, anche e soprattutto all’interno dei canali che fanno tendenza. Con lei si sono mossi, oltre gran parte dei media nazionali, molti storici locali notturni: e cosi eccola all’Hollywood di Milano, al Circle, al Cocoricò, al Tenax, al Sevenapples, al Covo di Nord Est, fino ad arrivare alla fuori biennale di Venezia. «Non è facile né immediata - precisa Pusherchair - e trasporta tanti significati e tante interpretazioni, comunque riconducibili ad unico messaggio: intrappolare metaforicamente i contenuti nelle forme per non permetterne la diffusione». Al Salone del Mobile 2011 Pusherchair ha presentato la “Primavera Collezione” all’Eleven Clubroom di Milano. Allestimento nuovo (visto che il movimento è vita, l’evoluzione è sostanza) fatto di pezzi che sono nati dal tour nei locali: prendono luce così le Pyramid (per il Cocoricò), la Tlounge (per il Tenax) e tanto altro, proseguendo così verso nuove forme e nuovi modi di concepire l’imballaggio.

Colto, terribilmente colto, impegnato, energico, a tratti decisamente eclettico. Lo osserviamo a lungo in azione: siamo nel regno di Antonio, in arte Se77e, celebre al pubblico come “Pusherchair”. Designer milanese, in due anni la sua arte passa alla storia. Siamo davanti, o meglio seduti, sulla sua creazione: “La Pusherchair”. On air c’è il “social design sculpture”, attraverso il “fuori salone del Mobile”: dall’anno 2010 in avanti, “Se77e” ha saputo ritagliarsi nella capitale lombarda uno spazio importante attraverso la concezione di una poltrona realizzata attraverso dei facsimile di panetti di cocaina. «La mia operazione di comunicazione racconta Pusherchair - è un monito alla droga senza denuncia, ma solo attraverso la semplice estetica. Permette all’individuo di sedersi su un problema e prenderne parte o coscienza: non giudica, bensì contempla». In realtà siamo proprio davanti ad un “nulla è come sembra”; non c’è droga dentro (ci fosse, saremmo di fronte all’oggetto di design più costoso al mondo) né da nessuna parte, ma il solo intento di comunicare un non contenuto attraverso la forma. «È messaggio sociale e transfer di comunicazione - sottolinea Se77e dalla sua Puscherchair color crema - un mondo di 34 35


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