Padelbiz 05_2023

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DATI&STATISTICHE

PREMIER PADEL: SUCCESSO SU TUTTA LA LINEA

CENTRO DEL MESE RED PADEL DI ROMA

SOTTO LA LENTE

TÜV ITALIA: LA SVOLTA DEI CAMPI CERTIFICATI

EVENTI

GIOCHI EUROPEI: UN ALTRO PASSO VERSO LE OLIMPIADI

FOCUS SERVIZI LE SOLUZIONI DI ECOVER ITALIAN PADEL

COVER STORY

FERNANDO POGGI: EN LA CANCHA DESDE SIEMPRE

Allegato redazionale a Running Magazine n. 6Anno: 2023 @padel.biz
Nella foto: Fernando Poggi
N. 05/2023 - ANNO 2

N. 05/2023 - ANNO 2

DATI&STATISTICHE

10 PREMIER PADEL: SUCCESSO SU TUTTA LA LINEA

PADELEGAL

12 LA RIFORMA DELLO SPORT

INCHIESTA ESCLUSIVA

14 LA CARICA 101 – QUARTA PUNTATA

VISTO DAL COACH

20 IL MODELLO GIUSTO PER OGNI STILE DI GIOCO

FOCUS ON

21 LA NUOVA CAMPAGNA DI HEAD

22 LA PRIMA PALESTRA DEDICATA AL PADEL

COVER STORY

24 FERNANDO POGGI: EN LA CANCHA DESDE SIEMPRE

FOCUS PRODOTTO

26 X3 SPEED DI WILSON

28 HURACAN DI VIENTO

29 LA PALA A UN FORO DI HEAD

29 LE MAGLIE MAL PERDEDOR

30 PEGASUS REVOLUTION CUBE DI SIUX

31 LA LINEA DI ABBIGLIAMENTO

BABOLAT DEDICATA A JUAN LEBRÓN

PROVATO DAL COACH

30 IL MANICOTTO NO STRAIN DI FLOKY

CENTRO DEL MESE

32 RED PADEL ROMA

FOCUS SERVIZI

34 ITALIAN PADEL

35 ECOVER

SOTTO LA LENTE

36 TÜV ITALIA: LA SVOLTA DEI CAMPI CERTIFICATI

PADEL SHOP

38 PADEL STORE ROMA

EVENTI

40 I GIOCHI EUROPEI DI CRACOVIA

41 CONTRA PADEL MAJOR

PADEL&TRAVEL

42 CON GUS NEI TOP RESORT MANGIA’S DELLA SICILIA

ALTRI SPORT

44 IN USA È PICKLEBALL MANIA

45 BEACH TENNIS: I WORLD CHAMPIONSHIPS DI CESENATICO

46 TENNIS: L’ICONICITÀ DEGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA

32 38 22 42
“La cosa più importante che ci si porta in campo è la squadra"
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FERNANDO POGGI pag 24

VERSO QUOTA 100(MILA)

di Benedetto Sironi

Anche questo numero di Padelbiz, in molti dei suoi contenuti che come sempre abbiamo con grande cura e passione confezionato per voi, non fa che confermare una tendenza già in atto da almeno due anni. La quale si rafforza e in qualche modo si autoalimenta quasi quotidianamente. Ossia, come avevamo già anticipato in uno dei nostri primi editoriali, che il padel sta davvero diventando una disciplina sempre più globale, iniziando ad assumere i medesimi connotati di sport più storici, nobili o, che dir si voglia, semplicemente più diffusi.

A confermarlo sono numeri, fatti, sensazioni e proiezioni. Sui primi (i numeri), come sapete Padelbiz è sempre particolarmente attento. Ecco perché ne trovate, come di consueto, molti degni di nota nelle successive pagine. Non solo: sul prossimo numero vi proporremo un ampio e dettagliato approfondimento del nuovo Global Padel Report 2023 di Playtomic, che merita senz’altro un’analisi molto accurata. Vi anticipiamo comunque alcuni dati emblematici. Come quello che stima in circa 2 miliardi di euro il valore generato dall’ecosistema del padel mondiale, con questa suddivisione di fatturato: 1 miliardo e 400 milioni dalle infrastrutture, 370 milioni dalle racchette, 100 milioni per l’abbigliamento, 80 milioni per le palline, 50 milioni tra media e ticketing. Significativo, inoltre, il dato sui campi: le previsioni indicano che nel 2026 saranno 85 mila in tutto il mondo, più del doppio rispetto alla cifra attuale, con una crescita annua di oltre il 40%. Non così lontani, insomma, dalla soglia simbolica di quota… 100(mila) campi. In alcuni casi, peraltro, dobbiamo dire che alcuni dei valori citati ci paiono perfino in parte sottostimati e, in ogni caso, sono di certo in continua evoluzione.

Del resto, se fino a solo 3-4 anni fa si trattava di un “gioco” per pochi, in tutti i sensi, oggi il padel inizia a essere conosciuto e soprattutto praticato in decine di paesi. Alcuni dei quali sono solo all’inizio e presentano potenzialità ancora enormi e inesplorate. La partecipazione ai Giochi Europei di Cracovia, di cui vi raccontiamo nelle prossime pagine, rappresenta un’altra importante tappa di questo percorso. Con un valore tanto simbolico quanto “politico”. Il padel, infatti, è entrato per la prima volta nel programma di una competizione multidisciplinare così

importante, segnando un ulteriore step nel proprio percorso di sviluppo e riconoscibilità a livello mondiale, propedeutico all’ambizioso obiettivo di medio-lungo termine. Gli European Games, infatti, sono organizzati dai Comitati Olimpici Europei (COE), l’organismo che riunisce i 50 comitati olimpici nazionali del vecchio continente: un passaggio importante quindi verso i “cinque cerchi”, ossia l’agognato approdo alle Olimpiadi vere e proprie (se non a Los Angeles 2028, ipotesi difficile ma non impossibile, magari a Brisbane 2032).

In questa road map che vede e vedrà il padel diventare uno sport sempre più diffuso in un numero crescente di nazioni e continenti, ci sono Paesi che ovviamente continueranno a recitare un ruolo da protagonisti. Come fisiologicamente avviene per altri sport. Questione di cultura e predisposizione. O semplicemente di storicità. Ecco perché, se Argentina e Spagna sono (e probabilmente saranno) leader ancora per un bel po’ di tempo, possiamo dire che l’Italia può già essere pienamente annoverata di diritto tra le “potenze” del padel a livello europeo e mondiale. E se è vero che rispetto ai due Paesi prima citati sconta un ritardo di parecchi anni, è altresì innegabile che nei confronti di praticamente tutto il resto del mondo si presenta con un vantaggio competitivo al momento importante, considerando audience, numero di praticanti, investimenti, quantità e soprattutto qualità delle strutture, soprattutto per gran parte dei centri aperti più di recente. Oltre che a livello “politico” e sul fronte degli eventi: è bene ricordare che Luigi Carraro è presidente della FIP (International Padel Federation) e che propria sotto la sua egida sia nato il circuito Premier Padel, che ha dato un ulteriore e decisivo input alla crescita dello sport e alla sua visibilità mediatica. Con ben due tappe su otto che, al pari dello scorso anno, si svolgono in Italia: a Roma (10-16 luglio) e a Milano (4-10 dicembre). Ovviamente in queste occasioni, così come in molte altre, Padelbiz non mancherà. E il numero che avete tra le mani sarà distribuito con varie operazioni speciali proprio durante il Premier di Roma. Offrendo attivamente il suo contributo per un’evoluzione solida, sana e consapevole del padel nel nostro paese e non solo.

Editore MagNet srl SB Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI

Editors: MANUELA BARBIERI, DAVIDE L. BERTAGNA, BENEDETTA BRUNI, SARA CANALI, ANDREA FARANO, ANDREA FIERRO, DANIELE PANSARDI, CRISTINA TURINI

Art director: SIMONE COMI

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Tel: 02.87245180 - Fax: 02.87245182

Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB)

Email: redazione@padelbiz.it

Website: padelbiz.it

Allegato redazionale a Running Magazine n. 6 - Anno 2023

Registrazione al Trib. di Milano n. 38 del 20 gennaio 2012.

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Una copia 1.00 euro.

L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali.

In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet srl SB Responsabile dati: Benedetto Sironi

Questo numero è stato chiuso il 29 giugno 2023

Sport Press Srl SB @padel.biz

4 editoriale

PALLA UFFICIALE DEL BNL ITALY MAJOR PREMIER PADEL

OFFICIAL EQUIPMENT PARTNER

Secondo quanto appreso dal media spagnolo Relevo, il World Padel Tour ha inviato una lettera alle giocatrici iscritte all’Italy Major Premier Padel in programma dal 10 al 16 luglio invitandole a non partecipare al torneo. Il circuito gestito da Setpoint Events, infatti, non avrebbe ricevuto alcuna richiesta di permesso dalle giocatrici per essere al Foro Italico, nella competizione che ne segnerebbe il debutto nel Premier Padel. La loro partecipazione, secondo il WPT, comporterebbe una violazione del contratto in essere e l’avvio di azioni legali da parte del gruppo Damm. Una notizia inaspettata, se si considerano i progressi compiuti negli ultimi mesi da Premier Padel e WPT e l'intenzione di dialogare per un circuito unico a partire dal 2024, che lascia presagire degli intoppi su una strada che sembrava ormai tracciata. I contenuti della lettera, di fatto, riportano indietro lo scenario alla querelle che ha condizionato tutto il 2022 tra il WPT e i giocatori, che avevano accettato di partecipare al nel neonato Premier Padel organizzato da FIP e QSI. La IPPA (l’associazione delle giocatrici femminili) per ora non ha rilasciato alcuna comunicazione.

MERCATO

Aldi si inserisce nel mondo del padel con la produzione di racchette entry level a un costo inferiore ai 30 euro. La linea sarà commercializzata con il marchio Crane, con cui la multinazionale tedesca produce già articoli sportivi. I modelli saranno due: una in fibra di vetro e un’altra in fibra di carbonio, con nucleo in gomma Eva e due colorazioni (verde e blu). Una sarà incentrata maggiormente sulla potenza, mentre l’altra sul controllo dei colpi. Le due racchette sono già disponibili in molti negozi della catena, che lanciandosi nella fascia di prezzo più bassa ha seguito le orme di altre grandi realtà come Decathlon e Lidl.

Playtomic ha annunciato di aver acquisito AirCourts, il suo equivalente portoghese leader nelle prenotazioni dei campi e della gestione dei club di tennis e padel. I club registrati su AirCourts sono circa 350, mentre gli utenti sono circa 500 mila. Per Playtomic si tratta di un’acquisizione importante perché consente alla compagnia di gestire le prenotazioni dell’87% dei club lusitani. Il prezzo di vendita della società portoghese non è stato svelato. La notizia arriva dopo l’annuncio di un round di finanziamenti da 56 milioni di euro guidato dal GP Bullhound, fondo londinese che ha investito anche in altre startup innovative come Revolut e Klarna.

PADEL NUESTRO È SPONSOR UFFICIALE DELL’ITALY MAJOR PREMIER PADEL

Il gruppo Pādel Nuestro sarà uno degli sponsor ufficiali del BNL Italy Major Premier Padel a Roma. Il marchio spagnolo, uno dei leader nel commercio al dettaglio di attrezzature e accessori, non mancherà dunque a uno degli eventi più attesi e importanti del calendario internazionale, che porterà al Foro Italico tutti le più grandi stelle del momento. Pādel Nuestro ha un accordo pluriennale con l'organizzazione del Premier romano, uno dei quattro Major previsti, e avrà uno stand di rilievo all'interno del villaggio commerciale, in cui non mancheranno marchi di fama internazionali e attività con giocatori professionisti legati all'azienda iberica.

INIZIATIVE

STARVIE ENTRA NEL MONDO DEL PICKLEBALL E DEL BEACH TENNIS

StarVie ha annunciato il proprio ingresso nei mercati del pickleball e del beach tennis, con l’obiettivo di espandere interessi e aree d’azione. La novità è stata ufficializzata tramite il lancio di nuove racchette dedicate a questi due sport. Circa il beach tennis, l’azienda spagnola offre anche accessori, comprese le borse che possono essere utilizzate ugualmente per il padel. Per questa disciplina ha combinato tre tipi di schiume e diverse tipologie di fibre di carbonio per creare una gamma di cinque modelli. Per il pickleball invece è stata presentata una linea di quattro modelli adatti a tutti i giocatori.

NUOVO PROGETTO DELLA FITP CON I FORNITORI DI CAMPI

La FITP ha deciso di avviare un progetto finalizzato a fornire un’ulteriore spinta alla capacità di penetrazione del padel in Italia, che possa nel tempo coinvolgere quante più aziende del settore. Sulla base di accordi triennali, la Federazione riconoscerà a una serie di imprese la qualifica di “fornitore ufficiale FITP per i campi da padel”. Le stesse aziende invieranno alla FITP un elenco di società e associazioni sportive con sede in Italia che hanno acquistato o che acquisteranno da loro campi da padel durante il periodo di validità del contratto. Le aziende che faranno parte di questo progetto sono tre: Italgreen, Padel Courts Deluxe e Italian Padel.

FIERE

Dopo la partecipazione dello scorso anno, il padel tornerà a ISPO Münich anche per l’edizione 2023, in programma dal 28 al 30 novembre a Messe München. Sarà presente l’area del Padel Village con due campi dedicati in cui si terranno tornei e test delle attrezzature da parte delle aziende espositrici. I marchi principali saranno raggruppati attorno ai due campi, con la presenza di giocatori professionisti che si alterneranno per giocare insieme agli appassionati. L’impegno di ISPO per il padel è una delle conferme della crescita che sta vivendo questo sport e dell’interesse che suscita in mercati ancora poco esplorati come Germania, Svizzera, Francia o Austria.

6 news PLAYTOMIC
L’APP PORTOGHESE AIRCOURTS
MULTINAZIONALE
LANCIA DUE PALE ENTRY LEVEL
ACQUISISCE
LA
GDO ALDI
MÜNICH 2023: CONFERMATA LA PRESENZA DEL PADEL VILLAGE
IL WORLD PADEL TOUR NON AUTORIZZA LE GIOCATRICI A PARTECIPARE AL MAJOR DI ROMA ISPO
IL

BELA: PERCHÉ VIENE CONSIDERATO IL NUMERO UNO DI SEMPRE?

Se si parla di numero uno al mondo, il primo nome che viene in mente non può che essere quello di Fernando Belasteguín, leader dal 2013 al 2018 ma anche per tante altre stagioni in precedenza, quando il circuito dei migliori si chiamava Padel Pro Tour. “Bela” è considerato da molti il miglior giocatore della storia, di sicuro è stato il più longevo sul tetto della classifica.

Dalla nascita del WPT, il campione di Pehuajò è stato al primo posto sia in coppia con Juan Martín Díaz che in squadra con Pablo Lima. Titoli su titoli e riconoscimenti continui per l’uomo che ha cambiato la storia della disciplina, anche se i meriti dell’ascesa sono stati anche del suo compagno Díaz. “Il signore dei riflessi”, come è conosciuto tra gli appassionati, ha mantenuto la vetta tra il 2013 e il 2015, fino alla separazione con Belasteguín.

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CAMPI

A SETTIMO TORINESE

LA PIÙ GRANDE STRUTTURA COPERTA D’EUROPA

La più grande struttura coperta per il padel in Europa è in fase di costruzione a Settimo Torinese, in provincia di Torino, nell’area commerciale di Settimo Cielo. L’impianto è a opera del Gruppo Building di Torino, in collaborazione con Padelife e Favaretti Group di Padova, e ospiterà 11 campi coperti quando sarà aperto a settembre. Un progetto che rafforza la reputazione di Torino (e del Piemonte) come punto nevralgico per lo sviluppo del padel in Italia, soprattutto per la qualità e l’imponenza delle costruzioni, come ad esempio il Palavillage di Grugliasco e il Motovelodromo. L’arrivo di questa maxi tensostruttura è solo la conferma del fermento nel torinese.

NASCE ASPRESSO ROMA, SPORT CLUB CON NOVE CAMPI DA PADEL

Il Gruppo Aspria ha annunciato il lancio di Aspresso Roma, un nuovo concept di sport club dedicato a tutti che aprirà il prossimo novembre. Grazie a un piano di riqualificazione, i lavori si inseriscono all’interno dell’agenda di sostenibilità del Gruppo: scelta mirata a ridurre l’impatto ambientale del progetto che si colloca in un piano più ampio ed europeo per la nascita di club sportivi dedicati alle famiglie.

Tra i vari servizi, saranno disponibili nove campi da padel, di cui sei al coperto. BNP Paribas Real Estate Advisory Italy ha agito come advisor dell’operazione immobiliare.

VENARIA REALE: UN CENTRO SPORTIVO AL POSTO DI UN’AREA ABBANDONATA

Un’area abbandonata a Venaria Reale (TO) sarà riqualificata con l’obiettivo di creare un impianto multisport. Il nuovo progetto presenterà spazi per diverse attività, tra cui il padel. Per questo sono previsti ben sei campi in totale, di cui quattro coperti. Gli interventi dovrebbero essere realizzati nell’arco di due anni dalla firma del contratto, prevista entro fine 2023, con un investimento di 1,2 milioni di euro. L’intenzione è di costruire un impianto che ponga attenzione all’integrazione architettonica e alla sostenibilità, con materiali eco-friendly e soluzioni energetiche efficienti per ridurre l’impatto ambientale.

WHAT'S NEXT?

DIECI DISCIPLINE NELLE STESSE PARETI: LA SOLUZIONE DI J’HAYBER

Il marchio J’Hayber, specializzato in abbigliamento, attrezzature e costruzione impianti, ha presentato il nuovo campo da padel Multisport X10. Il nome suggerisce la pratica di altre discipline all’interno delle pareti di vetro, con l’obiettivo di ottimizzare le ore di utilizzo dello spazio. Gli sport praticabili: calcetto, pallavolo, beach volley, basket 3×3, pallamano, hockey su prato, footvolley, badminton, beach tennis e pickleball. La base è un campo da padel omologato che può moltiplicare le opportunità di utilizzo tramite la personalizzazione della superficie e della finitura. Il design brevettato è stato sviluppato da World Padel Agency.

A MONTERREY INAUGURATO

IL PRIMO CAMPO AL MONDO IN TERRA ROSSA

Quello delle superfici nel padel è un argomento che sta prendendo sempre più piede. Al momento realizzati quasi solo di erba sintetica, non è escluso che in futuro i campi possano prendere spunto dal tennis. Lo stesso Juan Lebrón si era detto favorevole a soluzioni differenti e potenzialmente stimolanti per gli atleti. Del resto, il padel in passato si giocava anche sul cemento, ma non si era mai vista la terra rossa fino all’inaugurazione del Padel Park di Monterrey (Messico) con una superficie in argilla. Una novità che apre a molte domande, come il potenziale adattamento dei giocatori alla terra battuta, ai suoi rimbalzi e alle condizioni di gioco che creerebbe.

HURACÁN: L’IMPIANTO DI PADEL GALIS PER RESISTERE AI CICLONI TROPICALI

Padel Galis ha lanciato sul mercato il campo Huracán, un nome che fa riferimento alla capacità di resistere a venti e uragani fino a 260 km/h. Il progetto viene incontro alle esigenze di clienti in luoghi con determinate specifiche tecniche, come la Florida negli USA, la regione caraibica del Messico, Australia, Giappone e Filippine, interessati a campi che possano resistere a fenomeni atmosferici estremi. È realizzato in acciaio zincato ed è dotato di pilastri d’angolo che garantiscono l’integrità della vetrata, rinforzata con una targhetta che permette di inserire il logo del cliente. Ha uno strato extra di materiale anti corrosione, uno supplementare di primer e verniciatura certificata.

PEOPLE

IL PREMIO NAZIONALE PIETRO CALABRESE AL PRESIDENTE FIP LUIGI CARRARO

Luigi Carraro, presidente della Federazione internazionale padel, ha ricevuto il Premio Nazionale Pietro Calabrese, giunto alla dodicesima edizione, a Soriano nel Cimino (Viterbo). Il premio intitolato al giornalista scomparso nel 2010 è nato come riconoscimento per dirigenti e tecnici delle società di calcio, ex calciatori, giornalisti e personalità legate al mondo dello sport. “Abbiamo fatto tanta strada, questo premio è uno stimolo a fare sempre meglio”, ha commentato Carraro. Inoltre, ha ricordato come Pietro Calabrese fosse capace di stimolare i giovani talenti, come ha fatto con lui, creando una squadra di giovani che oggi sono “l’élite del giornalismo italiano”.

8 news

ANCHE FERMARSI FA BENE

Il recupero è una parte importante dell’allenamento e della prestazione. Per questo deve essere affrontato con i giusti accorgimenti

Per essere espletata, l’attività fisica necessita l’utilizzo da parte del corpo di componenti minerali, organiche e biochimiche atte a produrre energia e quindi movimento. Al termine di una partita di padel dunque, abbiamo consumato del grasso corporeo, ma anche liquidi e sostanze organiche come i carboidrati che è necessario reintegrare. La scienza della nutrizione umana si è specializzata negli anni a sostenere gli atleti in questo senso aiutandoli non solo a mangiare correttamente prima dell’evento sportivo, ma anche a reintegrarsi nel modo giusto dopo.

Nel tempo, si è compreso che un buon recupero vale come un allenamento e permette all’atleta di essere pronto a performare nella nuova sfida competitiva senza le “scorie” di quelle precedenti. Infatti il corpo dell’atleta, al pari di una macchina, “consumando” il carburante necessario a creare energia per eseguire il movimento, produce anche “scorie” come tossine, radicali liberi, e acidi che determinano un aumento dell’acidosi corporea. Queste necessitano l’eliminazione dal corpo del soggetto onde evitare problemi di salute a breve e a lungo termine. Il corpo usa diversi metodi per farlo, alcuni noti come la sudorazione o l’eliminazione tramite le urine. Altri meno noti, come la vaso dilatazione oppure il ritorno venoso che è agganciato a quello linfatico. Quest’ultimo è il “sistema spazzino” del corpo, migliorando il ritorno venoso perfezioniamo quello linfatico, con conseguente ottimizzazione del processo di eliminazione delle scorie.

Pertanto, indossare abbigliamento compressivo prima, durante e dopo le competizioni sarebbe una buona abitudine. Va ricordato in relazione alla compressione che questa deve partire dalle vene profonde del piede e non dalla caviglia, dunque dal mesopiede e non dal polpaccio. Il miglioramento del flusso venoso accelera i tempi di recupero ottimizzandolo.

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di biomeccanica
In foto: Mauro Testa, esperto nella scienza biomeccanica con 350 brevetti all'attivo
pillole

PREMIER PADEL: SUCCESSO SU TUTTA LA LINEA

Il circuito lanciato nel 2022 da FIP e QSI è riuscito a prendersi in pochi mesi la scena internazionale, segnando una svolta dal punto di vista sportivo ed economico e cambiando le carte in tavola per gli atleti. Con il Major di Roma sullo sfondo, ecco un recap dei numeri registrati nella fulminante stagione d’esordio

Dal 14 marzo 2022, giorno in cui è stato lanciato ufficialmente, il Premier Padel ha bruciato le tappe sotto molti punti di vista. In pochi mesi, il circuito organizzato dalla FIP insieme alla Qatar Sports Investments (QSI) di Nasser Al-Khelaifi si è preso la scena internazionale della disciplina e ha di fatto “piegato” la resistenza del World Padel Tour, che dalle cause in tribunale è passato poi alle trattative con lo stesso Premier per provare a creare un circuito unico dal 2024. Il successo, insomma, è stato pressoché schiacciante anche sul piano politico, oltre che sportivo ed economico. La FIP guidata da Luigi Carraro e QSI hanno avuto il merito di concretizzare e ottimizzare la grande crescita del padel mondiale, aumentandone la dimensione professionistica e guidando questa discipina fuori dalla nicchia in cui era nascosta fino a qualche tempo fa.

UN BOOM IMMEDIATO

Il Premier Padel è già diventato un punto di riferimento ed è anche riuscito a entrare in alcuni luoghi iconici del tennis, il suo cugino sportivo più noto: il Foro Italico a Roma e lo stadio del Roland Garros a Parigi, due passaggi che hanno per forza di cose segnato uno spartiacque a livello comunicativo e d’immagine. Nonostante le sole otto tappe in calendario, inoltre, è riuscito a toccare ben cinque continenti, tenendo fede a uno degli obiettivi principali che Luigi Carraro si è fissato da qui alla fine del suo mandato. “Vorrei che il padel venisse giocato in tutti i Paesi del mondo”, aveva dichiarato nell’intervista rilasciata a Padelbiz lo scorso dicembre. Chi ben comincia, come ha fatto il Premier, è senz’altro a metà dell’opera. Nel 2023 il calendario è rimasto invariato, anche perché gli spazi sono piuttosto congestionati e il rapporto con gli atleti è tra le priorità della dirigenza, ma in vista del 2024 sembra molto probabile che il Premier ingloberà il WPT dando vita a un unico grande circuito internazionale, con più di venti tappe in programma. Nel frattempo, per la stagione in corso è stato raggiunto un altro traguardo significativo: la presenza delle donne, che faranno il loro debutto a Roma dopo un anno di trattative e dialoghi costanti tra le parti. Come aveva sottolineato Carraro a fine 2022, del resto, il tour non poteva esistere senza la presenza femminile. Roma sarà quindi il punto di ritrovo per tutte le star mondiali: da Juan Lebrón ad Alejandro Galán, che torneranno proprio nella Capitale a giocare insieme dopo gli infortuni del Lobo, passando per Gemma Triay, Ari Sanchez

200.000

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10 DATI&STATISTICHE
Tifose al Greenweez Paris Major 2022 IL PUBBLICO DEL PREMIER PADEL 2022 NEGLI OTTO TORNEI IL RECORD PER IL MAGGIOR NUMERO DI SPETTATORI IN UN SINGOLO TORNEO DI PADEL AL P1 DI MENDOZA

e Paula Josemaría, fino a Arturo Coello e Agustín Tapia e l’azzurra Carolina Orsi, oro ai recenti Giochi Europei con Giorgia Marchetti e autrice finora di una stagione di altissimo livello nel World Padel Tour. Gli spettatori che riempiranno il Foro, insomma, potranno lustrarsi gli occhi.

L'IMPATTO SU PUBBLICO E MEDIA

A proposito di spettatori, è fuor di dubbio che tra gli obiettivi principali dell’organizzazione c’è la volontà di ritoccare le cifre di pubblico della prima edizione del BNL Italy Major Premier Padel. Lo scorso anno fu superata quota 30 mila spettatori nel corso della settimana, ma con l’apertura del campo Centrale (che ha una capienza da 10.500 posti) e l’aumento delle partite per via della formula combined il sorpasso sembra essere alla portata. Allargando lo sguardo all’annata di esordio del circuito nel suo complesso, gli otto eventi del 2022 hanno richiamato invece più di 200 mila persone in totale. A Mendoza, in Argentina, è stato toccato il record per il maggior numero di spettatori in un singolo torneo di padel (55 mila), con 11 mila nella sola giornata delle semifinali.

La risonanza mediatica è stata altrettanto positiva. Il Premier è stato trasmesso in più di 180 Paesi distribuiti su sei continenti, con una copertura stimata di oltre 150 milioni di persone. Una visibilità che continuerà a essere garantita dagli accordi pluriennali raggiunti con alcuni broadcaster come ESPN, beIN Sports, Canal+ e RTVE. Allo stesso tempo, l’organizzazione ha voluto assicurarsi una diffusione accessibile e aperta a tutti, grazie ai live streaming dei tornei sul proprio canale YouTube che ha fruttato 22 milioni di visualizzazioni, 17 milioni di utenti unici e un totale di sei milioni di ore di padel guardate.

SEMPRE PIÙ IMPORTANTI, SEMPRE PIÙ PAGATI

Fin dall’inizio, il Premier Padel ha sottolineato la propria strategia di porre l’atleta al centro di tutto. Non è un caso che i padelisti siano coinvolti in prima persona in questioni di carattere tecnico e organizzativo, dai regolamenti (come l’esclusione del killer point sul 40-40) fino al calendario. Il circuito si è impegnato nel rendere il padel uno sport sempre più professionale nei confronti dei giocatori, garantendo loro l’accesso alle migliori strutture possibili dentro e fuori dal campo. Il vero punto di svolta, tuttavia, è stato rappresentato dalle migliori condizioni economiche offerte. Il Premier ha innalzato i montepremi dei tornei come non era mai accaduto nel padel internazionale: per i quattro Major (Doha, Roma, Parigi e Monterrey) la cifra distribuita è stata di 525 mila euro, mentre per i P1 (Madrid, Mendoza, Giza e Milano) di 250 mila. Di conseguenza, i ricavi degli atleti sono aumentati in maniera considerevole: i dominatori della stagione passata - Juan Lebrón e Alejandro Galán - hanno ottenuto 193.219 euro, quasi 40mila in più rispetto ai guadagni derivanti dal WPT, circuito in cui la coppia però è stata impegnata in ben 21 tornei contro gli otto del Premier Padel. Come riportato dalla FITP, ben 14 giocatori hanno concluso l’anno con più di 100 mila euro di ricavi, mentre in quattro sono andati oltre i 200mila, cifre fuori portata fino al 2021 e che rendono l’idea del corposo aumento del giro d’affari attorno al padel. Da questo punto di vista, il Premier ha compiuto un passo decisivo nell’allargare la platea dei giocatori che possono puntare a fare della disciplina la propria professione nella vita.

I guadagni dei giocatori nel 2022 dal Premier Padel e dal World Padel Tour a confronto. Nonostante un calendario di soli otto tornei, l’impatto avuto dal circuito organizzato dalla FIP è imparagonabile a quello del WPT. (credits FITP)

30.000

GLI SPETTATORI TOTALI ALL’ITALY MAJOR PREMIER PADEL 2022 A ROMA

27.000

GLI SPETTATORI TOTALI AL PREMIER PADEL P1 2022 A MILANO

525.000 €

I MONTEPREMI DA RECORD PER I QUATTRO MAJOR 2022 (DOHA, ROMA, PARIGI, MONTERREY)

11 DATI&STATISTICHE
Paula Josemaría e Ari Sánchez, prime nel ranking WPT femminile

padeL egal

pillole di padel e diritto

LA RIFORMA DELLO SPORT

Dal 1 luglio 2023 entra in vigore un nuovo regolamento: diamo uno sguardo alle principali novità che interessano associazioni e società dilettantistiche a cura di Andrea Farano, avvocato in Milano

Le nuove figure professionali potranno essere qualificate come lavoratori subordinati, autonomi (occasionali o dotati di partita iva) o co.co.co., con espressa previsione di agevolazioni fiscali e contributive qualora operanti nell’area del dilettantismo, e con obbligo di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Da un punto di vista strettamente fiscale, viene abrogato l’attuale regime dei compensi sportivi quali “redditi diversi” (di cui alla Legge 342/2000): dal primo luglio tutti coloro che percepiranno un emolumento saranno considerati tipici “lavoratori”, cui spettano le tutele previste in ogni altro settore del panorama occupazionale.

Accanto a questi, il decreto configura altresì il “volontario sportivo”, che potrà prestare servizio – a titolo gratuito ma a cui spetta il rimborso delle spese documentate (secondo massimali predeterminati) – anche in favore degli enti sportivi affiliati a Coni, CIP, “Sport e Salute”, e che comunque dovrà essere assicurato per la responsabilità civile verso terzi.

LA DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI

La novella estende la facoltà per società e associazioni dilettantistiche sportive di auto destinazione degli utili d’esercizio, così rivoluzionando il previgente sistema per cui gli utili dovevano necessariamente essere indirizzati a implementare lo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del patrimonio dell’ente. Viene quindi ora concessa la possibilità di distribuire dividendi ai soci, per una quota inferiore al 50% degli utili e degli avanzi di gestione annuali (percentuale che aumenta all’80% limitatamente ai soli enti sportivi che gestiscono palestre o impianti in qualità di proprietari, conduttori o concessionari), dedotte eventuali perdite maturate negli esercizi precedenti e in misura comunque non superiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi, aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale effettivamente versato. La ripartizione degli utili è vietata, invece, nei casi di realtà dilettantistiche che beneficiano dell’agevolazione fiscale della cosiddetta “de-commercializzazione” dei corrispettivi incassati da soci e tesserati.

A CHI SI RIVOLGE LA RIFORMA?

La Riforma, complessivamente intesa, è il frutto della febbrile produzione legislativa dell’ultimo biennio. Le innumerevoli modifiche, integrazioni e decreti correttivi che si sono susseguiti al Decreto Legislativo n. 36 del 28 febbraio 2021 hanno disegnato la nuova disciplina del comparto sportivo dilettantistico, ma anche causato qualche grattacapo agli operatori del settore e agli interpreti. Come spiegato dal ministro Abodi, la Riforma si prefigge molteplici obiettivi, innanzitutto nell’intento di garantire il doveroso riconoscimento e la giusta dignità economico-finanziaria a chi lavora nel mondo dello sport, fornendogli maggiori garanzie, tutele e assistenze; ma anche allo scopo di ridurre e semplificare il più possibile gli adempimenti a carico delle realtà dilettantistiche, così da agevolarne la riduzione dei costi di gestione. Al momento della redazione del presente articolo non si può escludere che le commissioni parlamentari possano apportare ulteriori emendamenti al testo (e anzi, è ipotesi più che probabile) - senza considerare tutti i decreti attuativi che ancora mancano all’appello - ma è sicuramente possibile offrire una panoramica d’insieme sulle più sostanziali innovazioni al comparto.

IL NUOVO LAVORATORE SPORTIVO

La Riforma ridefinisce la nozione di “lavoratore sportivo”, fattispecie ampissima che ricomprenderà, tra gli altri, atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, addetti agli arbitri, preparatori atletici e osservatori; ma anche data scientist, custodi, receptionist, addetti alle pulizie, giardinieri (espressamente esclusi gli incarichi meramente amministrativi e/o gestionali). Si tratta, quindi, di tutti i ruoli necessari e strumentali allo svolgimento delle attività sportive.

In primo luogo la Riforma amplia la categoria di soggetti giuridici a vario titolo rientranti nel comparto sportivo, concedendo l’iscrizione al Registro Nazionale gestito dal Dipartimento per lo Sport - come da tempo richiestoanche alle cooperative e agli Enti già iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), qualora esercenti l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche. Proprio l’ammodernamento, il potenziamento e l’ampliamento delle funzioni del Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche costituirà il principale mezzo di attuazione della normativa riformata. Il Registro, ad esempio, consentirà di inserire, tramite interfaccia web, i dati dei collaboratori sportivi che saranno così resi disponibili per tutti gli enti competenti. Particolare attenzione dovranno quindi prestare società e associazioni sportive dilettantistiche (ASD e SSD), in quanto chiamate a conformare i rispettivi statuti ai criteri ivi previsti entro il prossimo 31 dicembre 2023, pena la cancellazione d’ufficio dal Registro (ovvero la mancata iscrizione nel caso di ente di nuova costituzione). Sarà importante che l’oggetto sociale citi espressamente le principali attività dilettantistiche a carattere sportivo svolte dall’associazione, nonché le altre attività cosiddette “secondarie”, che in difetto di previsione statutaria non potranno quindi essere esercitate. La cancellazione è infatti prevista anche in caso di mancato rispetto, per due esercizi consecutivi, dei limiti all’esercizio delle attività secondarie e strumentali diverse da quella principale, da esercitarsi nel rispetto dei criteri definiti da un decreto attuativo non ancora emanato. In ogni caso non rientrano nel conteggio dei proventi le entrate derivanti da sponsorizzazioni, promo-pubblicitari, cessione di diritti e indennità legate alla formazione degli atleti e gestione di impianti e strutture sportive.

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LITTLE BY LITTLE BECOMES A LOT.

THE GREAT THING ABOUT PADEL IS, IT NOT ONLY IMPROVES PHYSICAL AND MENTAL SKILLS IT’S ALSO GREAT FUN. IT’S ONE OF THE MOST ACCESSIBLE SPORTS ON THE PLANET, ANYONE CAN PLAY. IF YOU WANT A SPORT YOU CAN REALLY PROGRESS IN, GRAB A RACQUET. IT’S YOUR GAME!

HEAD PRO PLAYERS MAY PLAY WITH DIFFERENT RACQUETS FROM THE
SHOWN. .COM/RS/STORIES SCAN HERE TO CHECK OUT OUR NEW CAMPAIGN.
MODEL

LA CARICA DEI 101

Quarta puntata dell’inchiesta esclusiva diventata un marchio di fabbrica per MagNet, in cui raccogliamo i pareri dei negozianti sull’andamento del mercato nel 2022

Iretailer rappresentano l’anello fondamentale della filiera distributiva. Proprio per questo è importante raccogliere il loro punto di vista, ascoltarne le richieste e considerarne i bisogni. Con le rubriche “Padel Shop” e “Io Apro Perché” diamo loro voce su tutti i numeri, ma è in occasione delle prime uscite del nuovo anno che con "La Carica dei 101” (diventata ormai un marchio di fabbrica di MagNet e che abbiamo inaugurato anche su

Padelbiz), realizziamo una vera e propria indagine di mercato a 360 gradi. Bilancio dell’annata appena conclusa e prospettive per quella in arrivo, novità, trend, problematiche, opportunità, proposte: archiviato il 2022 nei bilanci dei punti vendita, qual è il sentiment dei negozianti? Ecco la quarta puntata della nostra indagine con interessanti spunti di riflessione per tutti gli operatori del mercato padel.

Le domande

1. Bilancio di fine anno: nel 2022 qual è stato complessivamente l’andamento delle vendite del negozio rispetto al 2021?

2. Com’è cambiata la clientela in quest’ultimo anno?

3. Quali sono state le principali problematiche riscontrate nel 2022? Quali invece gli aspetti più positivi di quest’anno?

4. Che voto daresti al 2022 da 1 a 10?

5. Avete un e-commerce o vi appoggiate a piattaforme terze? Quanto incidono le vendite online sul totale? Il trend è in crescita, stabile o in calo?

6. Quali sono stati i vostri tre top brand di: racchette, scarpe, abbigliamento, zaini/borse (dove specificato: + in crescita, = stabile, - in calo)?

7. Qual è stato il marchio rivelazione del 2022?

8. Altre eventuali osservazioni generali o considerazioni finali.

MATCH POINT Sassari

1. Fino al 2022 c'è sempre stata crescita. Nei primi mesi del 2023 abbiamo osservato invece un calo, perché il mercato si è saturato, le persone hanno già la propria racchetta e la cambiano raramente.

2. La vendita riguarda prevalentemente prodotti di fascia alta, mentre la gamma più economica è ferma. Le racchette tra i 50 e i 100 euro non si vendono più. Tutti vogliono la pala più performante in assoluto. Devo ammettere che c’è anche poca competenza nella clientela, tutti si sentono molto forti ed è per questo che si vendono soprattutto le racchette più costose.

3. La problematica principale è che tutti sono attivi nella vendita. C'è una guerra dei poveri. Si trovano offerte ovunque, perché la maggior parte probabilmente ha toppato negli ordini, calcolando male quello che serviva realmente. Nel corso dei mesi, inoltre, alcune consegne sono saltate e le racchette di conseguenza sono arrivate tutte insieme quando la domanda era calata.

4. 6.

5. Non abbiamo un e-commerce, ma solo un negozio fisico.

6. racchette: BABOLAT (-), HEAD (-), HIROSTAR (-)

scarpe: BABOLAT (-), MIZUNO (-)

abbigliamento: BABOLAT (-), AUSTRALIAN (-), MACRON (-)

zaini/borse: BABOLAT (-)

7. HIROSTAR

8. Credo ci sarà un discreto ridimensionamento, visto che le aziende produttrici di racchette sono diventate ormai troppe. I grossi marchi avranno la meglio sui più piccoli, che non avranno la forza contrattuale per restare sul mercato.

Crotone

Domenico Morabito - Store manager

1. Avevamo delle aspettative che sono state confermate. Un marchio come questo, di fatto, “cammina da solo”, perché ti affidi a un leader mondiale del settore. Non è come aprire un punto vendita in autonomia.

2. La gente vuole sempre prodotti di alta qualità. La clientela è predisposta per il top di gamma, perché aumentano subito il proprio livello anche poco dopo aver comprato una pala entry level.

3. Il franchising è giovane, e il boom ha portato anche dei piccoli problemi. Per esempio, la gente nota facilmente la differenza tra sito web e negozio, perché i prezzi che ci sono su internet hanno spesso degli sconti molto importanti. Il problema è che poi molte persone pretendono queste promozioni anche nel negozio fisico. Con Padel Nuestro si lavora molto bene, l'organizzazione è fantastica e il piano marketing e business è molto all'avanguardia, ma il brand non dovrebbe mettere in competizione e-commerce e negozi fisici.

4. 7.

5. -

6. racchette: ADIDAS, SIUX, BABOLAT scarpe: ADIDAS abbigliamento: BULLPADEL zaini/borse: ADIDAS, BULLPADEL, NOX Nessun riferimento all’andamento dei marchi perché il negozio è aperto dal 2022.

7. ADIDAS

8. Il nostro obiettivo è continuare sulla strada intrapresa finora, per portare avanti il nome del marchio e allo stesso tempo questo negozio. Stiamo facendo le cose in modo preciso. Abbiamo un concept di negozio all'avanguardia ed è tutto studiato in modo da non lasciare nulla al caso.

14 inchiesta esclusiva
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ANDAMENTO DELLE VENDITE IN CRESCITA 6 STABILE IN DIMINUZIONE
Mario Lai - Titolare PADEL NUESTRO CROTONE
15

TIME2PADEL PALERMO Palermo

1. Il 2022 ha registrato un aumento nelle vendite. Il 2021 è stato il nostro anno di apertura, quindi abbiamo avuto l’opportunità di farci conoscere in città, e da lì il trend è andato sempre a crescere. Anche il 2023 sta andando bene anche se si è leggermente stazionato, ma per fortuna il padel è in continua evoluzione e l’aumento dei campi fa sì che ci sia un bacino di utenza sempre più ampio.

2. La clientela è più esperta, sa cosa vuole, e ormai conosce il mercato sia per quanto riguarda il lato tecnico che economico. A oggi, tra l’altro, c’è tantissimo prodotto dell’anno precedente, che è un po’ una caratteristica del 2023 e che nel biennio 21/22 non c’è stato. Proprio per questo motivo e per questa eccessiva disponibilità la gente preferisce acquistare dei prodotti relativi agli anni precedenti, dato che sono ancora presenti sugli scaffali, invenduti, per risparmiare quanto può. Essendo uno sport in crescita, comunque, gli appassionati che vogliono sempre avere l’ultimo modello appena uscito ci sono sempre.

3. Purtroppo abbiamo notato che tanti negozi hanno risentito della durata di ogni racchetta. Dato che c’è stato un boom di produzione, crediamo che sia saltato un po’ il controllo qualità, e il cliente, che nel frattempo è diventato più preparato, se n’è accorto e ha capito che l’autonomia di una pala ora si ferma a sette/otto mesi, quando prima arrivava anche a un anno. Anche per questo motivo, si sta andando sempre più al risparmio. L’aspetto positivo è sicuramente il fatto che il padel continua ad andare di moda, tanto da venire pubblicizzato ovunque anche in tv. Il boom ci ha aiutato a crescere in maniera non indifferente.

4. 7 e mezzo.

5. -

6. racchette: NOX (+), ADIDAS (+), BABOLAT (+)

scarpe: JOMA (+), MUNICH (+), NOX (=)

abbigliamento: BULLPADEL (+), LOTTO (+), ADIDAS (+)

zaini/borse: BULLPADEL (+), NOX (+), ADIDAS (+)

7. NOX

8. In Sicilia come in ogni altra regione il padel ha avuto una crescita esponenziale. Siamo la seconda o terza regione in Italia con più campi, quindi si capisce che il successo è ben esteso. Trovo però che a noi esercenti, ma come in ogni altro settore, l’online dia dei problemi, per cui cerchiamo di adeguare il più possibile i nostri prezzi a quelli che troviamo sui vari siti.

L’ANGOLO DELLO SPORT

Roma - sei punti vendita

Daniele Dominicis - Buyer

1. Le vendite delle racchette e delle palline sono andate malissimo, mentre l'abbigliamento è andato sicuramente meglio. Il calo del fatturato è dovuto principalmente allo scarso rendimento delle pale.

2. Non ho notato cambiamenti particolari. I consumatori hanno indirizzato soldi in altri settori rispetto alle racchette, tant’è che le scarpe sono andate molto bene.

3. Le problematiche principali sono legate al fatto che la gente compra prevalentemente online o al circolo. Mi sembra non ci sia più la tendenza ad andare nel negozio di multisport per acquistare la racchetta.

4. 5.

5. Abbiamo un e-commerce, ma non impatta in maniera significativa sul fatturato. Siamo presenti anche su altri marketplace da cui riusciamo a ricavarne delle entrate.

6. racchette: HEAD (-)

scarpe: HEAD (=), K-SWISS (=)

abbigliamento: DROP SHOT (=)

zaini/borse: HEAD (-)

7. Nessun marchio rivelazione.

8. Non vedo molte prospettive per i negozianti. Non si vendono né racchette né palline, che invece vanno molto bene nei circoli. Con questo trend il futuro pare molto complicato.

Luca Scarfì - Titolare

1. Nel 2022 abbiamo registrato un incremento delle vendite di circa il 20%, suddiviso in fasce: da un lato, c’è stato un aumento del 20% sul top di gamma, dall’altro una diminuzione del 50% sulle racchette più basiche. Questo è dovuto al fatto che, con la riapertura delle attività fisiche, molti di quelli che avevano iniziato da zero a giocare sono tornati a praticare i loro sport principali, mentre chi è rimasto si è perfezionato e quindi ha spostato la sua scelta sul top di gamma.

2. Adesso la clientela è più selettiva, più informata. È diversa rispetto agli inizi, quando siamo stati pionieri dell’apertura dei padel store specializzati in Sicilia, in cui abbiamo puntato sulla formazione della clientela. Ora non serve: è più specializzata, sa cosa vuole, sa quali prestazioni aspettarsi dall’attrezzatura che richiede.

3. La problematica principale sono state le aziende. C’era una bassissima produzione rispetto alle richieste, tanto che alcune addirittura fornivano prodotti di bassa qualità perché non riuscivano a stare dietro alla domanda. E alcuni dei nomi che hanno riscontrato problemi del genere erano anche grossi nel mercato. Poi nel corso dell’anno si sono stabilizzati. L’aspetto più positivo è stato sicuramente l’esplodere della moda del padel, dove anche il 70enne che non fa sport voleva provare a giocare e veniva quindi a cercare la racchetta da noi. Nel 2023 il trend di sta assestando invece, per cui inizieremo a vedere i primi numeri reali derivanti da questo settore – a differenza di quelli di 2021 e 2022.

4. 9.

5. -

6. racchette: ADIDAS (+), SIUX (+), STARVIE (-)

scarpe: BABOLAT (+), NOX (+), JOMA (-)

abbigliamento: BULLPADEL (-), SIUX (+), DROPSHOT (+)

zaini/borse: BULLPADEL (=), SIUX (+), ADIDAS (+)

7. SIUX

8. In Sicilia il padel è partito prima rispetto al nord Italia, che ora sta vivendo lo stesso boom che c’è stato nella nostra regione un anno e mezzo fa. Ciononostante anche da noi continua ad andare molto bene. Siracusa, per esempio, è tra le città in Italia con il maggior numero di campi rispetto alla popolazione. Ora quindi stiamo proprio vedendo che il nord si sta muovendo come noi, solo in ritardo. E c’è ancora chi parla di moda, ma ormai è assodato che non lo è più. E questo lo notiamo perché, anche se non siamo più nel pieno della crescita, da noi ci sono campi e circoli ancora tutti pieni.

PADEL NUESTRO Siracusa e Catania Le domande

1. Bilancio di fine anno: nel 2022 qual è stato complessivamente l’andamento delle vendite del negozio rispetto al 2021?

2. Com’è cambiata la clientela in quest’ultimo anno?

3. Quali sono state le principali problematiche riscontrate nel 2022? Quali invece gli aspetti più positivi di quest’anno?

4. Che voto daresti al 2022 da 1 a 10?

5. Avete un e-commerce o vi appoggiate a piattaforme terze? Quanto incidono le vostre vendite online sul totale? Il trend è in crescita, stabile o in calo?

6. Quali sono stati i vostri tre top brand di: racchette, scarpe, abbigliamento, zaini/borse (dove specificato: + in crescita, = stabile, - in calo)

7. Qual è stato il marchio rivelazione del 2022?

8. Altre eventuali osservazioni generali o considerazioni finali.

Sei un negoziante che gestisce un’attività legata al mondo padel? Padelbiz e il gruppo editoriale MagNet ti danno la possibilità di dire la tua! Inauguriamo anche su questa rivista uno dei nostri format editoriali più letti e apprezzati: “La Carica dei 101”. Per rispondere alla nostra inchiesta, inquadra il QR Code qui a fianco o richiedi un appuntamento telefonico al seguente indirizzo mail: redazione@padelbiz.it

16 inchiesta esclusiva
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ANCHE TU A “LA CARICA DEI 101”

TIME2PADEL LUCCA Lucca

Andrea Cerrai - Socio

1. Il 2022 è stato piuttosto positivo, non ci possiamo lamentare. Al contrario stiamo valutando ora l’andamento del 2023 perché da aprile è peggiorato leggermente e ha iniziato a calare. Adesso stiamo analizzando i vari motivi di questo declino e cercando soluzioni su come affrontarlo.

2. Per noi la clientela è rimasta abbastanza eterogenea. Il nostro target principale è quello del giocatore di padel che va dai 30 ai 50 anni e per l’80% delle volte è un uomo. Per l’esperienza del nostro negozio ci sono meno donne che comprano.

3. L’anno scorso abbiamo riscontrato delle problematiche che si sono poi aggravate nel 2023. Queste hanno riguardato in primis la gestione dei prezzi, per via delle promozioni fatte apparentemente in maniera casuale da parte delle grandi aziende e che hanno abbassato sempre di più i margini dei negozianti. Ma ugualmente difficoltoso è stato anche l’approvvigionamento dei materiali. Tutti questi motivi di incertezza si sono protratti nel tempo e ne stiamo risentendo ancora oggi.

L’aspetto positivo è più legato all’essere dentro un mercato che, al di là di quanto possa piacere o meno, è nuovo, perciò vive da vicino i continui movimenti e le stabilizzazioni. Per noi, questo ci lascia un forte senso di voler fare, un dinamismo che ci spinge a voler lavorare bene.

4. 8.

5. -

6. racchette: BULLPADEL (=), BABOLAT (=), ADIDAS (=)

scarpe: NOX (=), BABOLAT (=), BULLPADEL (=)

abbigliamento: BULLPADEL (=), SIUX (=), NOX (=)

zaini/borse: BULLPADEL (=), SIUX (=), ENEBE (=)

7. MYSTICA

8. Il mio è più un appello a una maggiore stabilità di mercato. Nel tempo, il padel è peggiorato a livello globale e si è riempito di incertezze, anche dovute al fatto che ci sono troppi utenti non professionisti che vendono le racchette a prezzi eccessivamente al ribasso, distruggendo di fatto la concorrenza. D’altra parte, le stesse case creano problemi con i prezzi e non agevolano il lavoro di noi negozianti.

PADEL NUESTRO NAPOLI Napoli

Patrizio Auriemma - Store manager

1. . Non ci possiamo lamentare, anche se probabilmente ci aspettavamo qualcosa in più rispetto ai risultati che poi abbiamo fatto registrare. Il mercato, in ogni caso, si conferma in continua crescita, perché i giocatori aumentano di pari passo insieme ai campi.

2. Dato che è un mercato nuovo, la clientela arriva in negozio cercando un po' di tutto. Le racchette delle fasce più economiche non hanno molto impatto sul fatturato totale, e infatti la maggior parte di chi viene nello store punta soprattutto su prodotti dalla media gamma in su. Molte persone preferiscono compiere un acquisto di un certo peso economico fin dall'inizio, in modo da non cambiare la racchetta nel breve periodo.

3. Non c’è stata nessuna problematica particolare da segnalare.

4. 8.

5. -

6. racchette: ADIDAS, SIUX, NOX

scarpe: JOMA, BULLPADEL, WILSON

abbigliamento: BULLPADEL, SIUX

zaini/borse: SIUX, BULLPADEL, BABOLAT Nessun riferimento all’andamento dei marchi perché il negozio è aperto dal 2022.

7. Nessun marchio rivelazione.

8. A breve verranno aperti anche dei punti vendita a Caserta e a Salerno, luoghi in cui il padel sta prendendo sempre più piede. Al momento vedo una crescita continua. Di fatto solo il maltempo ci sta frenando, perché in queste zone la gran parte dei campi è ancora tutta all'aperto.

TENNISWORLD Napoli

Paolo Di Rienzo - Titolare

1. Nel 2022 abbiamo ottenuto risultati peggiori rispetto all’anno precedente. Infatti, abbiamo avuto un calo del 15-20% nelle vendite.

2. Le persone puntano prevalentemente sui prodotti di fascia alta, mentre la gamma medio-bassa non decolla.

3. Con l'incremento dei praticanti e dei campi, logicamente è aumentata anche la concorrenza. Soprattutto l’online ha un ruolo molto rilevante nel nostro mercato. Più in generale, c’è una tendenza a svendere i prodotti per evitare di ritrovarsi con i magazzini troppo pieni. A Napoli, nello specifico, il problema è anche il meteo, perché i campi coperti sono pochissimi e se piove non si può giocare. Bisognerà capire se in futuro ci sarà l’intenzione di investire maggiormente per far sì che il padel venga giocato indoor anche dalle nostre parti e quanti negozi continueranno a trattare questo sport. Al momento, non ci sono molti segnali positivi. Tra un anno o due circa si potrà capire al meglio in che direzione si andrà.

4. 6.

5. Non abbiamo un’e-commerce. La gestione di uno shop online sarebbe complicata, per cui non abbiamo mai pensato di aprirne uno.

6. racchette: BABOLAT (=), WILSON (-), DROP SHOT (-)

scarpe: BABOLAT (-), MIZUNO (-), ASICS (-)

abbigliamento: BABOLAT (=), MIZUNO (=)

zaini/borse: BABOLAT (-)

7. Nessun marchio rivelazione.

8. La speranza è che si fermi questa guerra tra negozi e internet, a cui noi cerchiamo di non partecipare, anche perché se un’attività commerciale non ha margine non può esistere.

Nicoletta Luparini - Amministratore unico

1. Il 2022 è andato un po' in flessione rispetto al 2021 perché ha sofferto di una leggera contrazione nella costruzione di nuovi campi di padel in generale, senza il boom di prima. Il settore però sembra andare bene lo stesso.

2. I clienti al dettaglio sono aumentati, per quanto riguarda la vendita di racchette, abbigliamento e così via. Questo grazie anche a nuovi commessi molto esperti di padel di cui la gente si fida, per cui siamo contenti anche noi insieme ai nostri clienti. Lo notiamo perché ci sono pochi resi e non ci sono tante contestazioni.

3. Le principali difficoltà che abbiamo riscontrato sono state soprattutto legate alla forte concorrenza, anche per quanto riguarda i club che non si sa esattamente se hanno la stessa struttura di vendita dei negozi, cioè non si capisce se hanno un registratore di cassa e chi fa la vendita. Di positivo invece c’è che vediamo spesso le stesse facce in negozio, quindi i clienti si fidano e tornano da noi.

4. 7.

5. -

6. racchette: SIUX (+), NOX (+), BULLPADEL (=)

scarpe: ASICS (+), JOMA (+), BABOLAT (+)

abbigliamento: BULLPADEL (=), BABOLAT (=), SIUX (=)

zaini/borse: BULLPADEL (+), ADIDAS (+), SIUX (+)

7. WILSON

8. Il mercato è sempre molto vivace perché sono nati tantissimi club negli ultimi anni, per cui ormai ci saranno migliaia di strutture dove giocare. Perché questo sport si sviluppi ancora, però, c’è bisogno di club con maestri validi, che gestiscano tornei e altre attività simili. Soprattutto in club dove ci son tanti campi e dove è possibile realizzare eventi molto grossi. E la differenza la faranno anche i maestri e le scuole, che sono ugualmente importanti per l’impulso che danno a bambini e giocatori.

17 inchiesta esclusiva
PADEL NUESTRO BOLOGNA Bologna

PADEL NUESTRO PALERMO Palermo

Giuseppe Cumbo - Titolare

1. Il 2021 è stato un bellissimo anno perché siamo stati i primi ad aprire nella città di Palermo. Quindi ovviamente, non essendoci altri negozi, abbiamo vissuto un boom notevole. Il 2022 ha visto un assestamento nelle vendite: era logico che dopo la normale “fiammata” iniziale avremmo poi vissuto un leggero calo, dovuto sia a questa stabilizzazione che alla nascita della concorrenza. In ogni caso ci manteniamo i leader della città per il settore.

2 La clientela oggi è più esigente, nel senso che adesso le persone richiedono più test prodotto rispetto a prima. Questo potrebbe essere dovuto anche al fatto che in passato, sia a causa nostra che della concorrenza, i clienti sono incorsi a più “errori” e adesso, con i prezzi aumentati, vogliono essere sicuri di cosa comprano per evitare fregature o di acquistare la racchetta sbagliata. Inoltre, essendo stati noi i primi ad avere aperto con un servizio di test sul campo, spesso chi entra sa già che vuole usufruire del servizio. Da questo punto di vista è calata la vendita diretta, a meno che il cliente non sappia già cosa vuole, mentre è aumentata quella post test.

3. Tra le problematiche principali, c’è stata sicuramente quella di un approvvigionamento poco costante. Infatti, nella prima parte dell’anno i prodotti mancavano anche per via dell’alta richiesta, per poi tornare disponibili nella seconda parte dell’anno e con un assestamento generale. Oltre a questo, abbiamo avuto qualche difficoltà con le garanzie ai clienti in seguito alla rottura delle racchette, con le case poco di supporto sulla convalida dei ticket. Di positivo, in compenso c’è stato il fatto che abbiamo potuto ripetere il bell'anno del 2021, posizionandoci sul mercato con la certezza che a Palermo siamo un negozio che sa dire la sua. I clienti passano da noi prima di chiunque altro, pure con la “congestione” di campi e negozi che c’è in città.

4. 8.

5. -

6. racchette: BABOLAT (+), ADIDAS (+), SIUX (+) scarpe: NOX (=), JOMA (=), ASICS (=) abbigliamento: BULLPADEL (=), SIUX (=), J'HAYBER (=) zaini/borse: BULLPADEL (=), SIUX (=), NOX (=)

7. BABOLAT 8. Il padel in questo momento fa gola a tanti, ma allo stesso tempo sta anche facendo tanta guerra, soprattutto nei prezzi online. Questo non sta aiutando affatto, anzi sta contribuendo alla contrazione di un mercato in cui ci sono sempre meno nuovi giocatori e la gente non solo non è disposta, ma proprio non può spendere così tanti soldi per aggiornare le racchette ogni sei mesi. Dall’altra parte la guerra dei prezzi sul web comporta un continuo mercanteggiare in negozio, dove la gente va a lamentarsi di quanto costi l’attrezzatura. Non vorrei che questa tendenza facesse disinnamorare le persone di questo sport.

Le domande

1. Bilancio di fine anno: nel 2022 qual è stato complessivamente l’andamento delle vendite del negozio rispetto al 2021?

2. Com’è cambiata la clientela in quest’ultimo anno?

3. Quali sono state le principali problematiche riscontrate nel 2022? Quali invece gli aspetti più positivi di quest’anno?

4. Che voto daresti al 2022 da 1 a 10?

5. Avete un e-commerce o vi appoggiate a piattaforme terze? Quanto incidono le vostre vendite online sul totale? Il trend è in crescita, stabile o in calo?

6. Quali sono stati i vostri tre top brand di: racchette, scarpe, abbigliamento, zaini/borse (dove specificato: + in crescita, = stabile, - in calo)

7. Qual è stato il marchio rivelazione del 2022?

8. Altre eventuali osservazioni generali o considerazioni finali.

SLALOM SPORT Saluzzo (CN)

Daniele Pelissero - Titolare

1. Abbiamo avuto un decremento dovuto a un esubero di offerta, che deriva da difficoltà di approvvigionamento precedenti e da una contrazione della domanda nella seconda parte dell'anno.

2. C’è stata una minor quantità di ingressi, ma allo stesso tempo abbiamo notato un pubblico più attento e preparato sui prodotti.

3. Come già detto, a una contrazione della domanda negli ultimi mesi del 2022, è corrisposta una concentrazione di consegne con la conseguente crescita del magazzino.

4. 6.

5. No, non effettuiamo vendite online.

6. racchette: HEAD (=), DUNLOP (-), BABOLAT (=)

scarpe: MIZUNO (+), BABOLAT (=), HEAD (=)

abbigliamento: MIZUNO (+), BABOLAT (=), HEAD (=)

zaini/borse: HEAD (=), BABOLAT (=)

7. MIZUNO

8. Rispetto alle fasi iniziali della crescita del padel, in cui il cliente era più sensibile a consigli e indicazioni, siamo passati a un momento in cui gli acquisti online sono aumentati in modo considerevole, anche a causa della mancanza di servizi come può essere l’incordatura per il tennis che il padel non prevede.

Fabio Montesanti – Store manager

1. Quando abbiamo aperto nel 2021, le vendite sono andate inizialmente molto bene grazie a una partenza in positivo, quindi siamo arrivati nel 2022 con un assestamento dovuto a una serie di fattori e un piccolo calo che però ci aspettavamo, dato il forte impulso già dal primo anno.

2. Non è cambiata molto rispetto al 2021, quando la clientela era molto vasta. Adesso notiamo che chi entra in negozio possiede già delle competenze tecniche non indifferenti: ora che il padel si è radicato in Italia in maniera importante e si sta espandendo molto è difficile che entri in negozio qualcuno che non ne sa proprio nulla e cerca un consiglio da parte nostra. Il cliente è più preparato ed esigente, ha le idee ben precise, cerca in continuazione tipologie di pale partendo da specifiche tecniche che già conosce ancora prima di entrare nello store, mentre all’inizio quando non ne sapeva nulla cercava caratteristiche più generiche e si affidava completamente a noi.

3. A livello commerciale, a Roma gli store e i corner dentro i circoli aumentano in maniera esponenziale, ormai quotidianamente, quindi anche la concorrenza cresce di continuo. Oltre ovviamente alle vendite online, di cui risentiamo sempre. All’inizio nel 2021, essendo uno dei primi Padel Nuestro, avevamo molta meno concorrenza proprio come padel store in generale, mentre adesso la “guerra” è più aperta proprio per questo motivo. Poi ci sono anche un sacco di mercati paralleli che a volte sono incontrollabili e lo store fisico per forza di cose ne risente.

4. 7 e mezzo.

5. -

6. racchette: SIUX (+), NOX (-), BABOLAT (=)

scarpe: JOMA (+), BULLPADEL (=), BABOLAT (=)

abbigliamento: BULLPADEL (+), NOX (-), JOMA (+)

zaini/borse: BULLPADEL (+), NOX (+), SIUX (+)

7. NOX

8. Da parte nostra, stiamo cercando di formare sempre di più il personale, perché se prima le persone entravano in negozio “al buio”, ora hanno le idee molto chiare proprio sulle specifiche dell’attrezzatura che vogliono. Il cliente che entra ora invece ne sa molto di più, ma la trovo una cosa molto positiva perché se non altro ci aiuta a indirizzarlo nella maniera migliore, e dall’altra parte abbassa il livello di difficoltà e la probabilità di errore che si può commettere nel dare consigli.

18 inchiesta esclusiva
PADEL NUESTRO VALMONTONE Valmontone (RM)

TIME2PADEL ROMA Roma

1. Quando abbiamo aperto a marzo 2021 abbiamo vissuto un primo anno tutto sommato di assestamento, anche se, complice il discorso Covid, quello è stato il periodo del boom del padel come sport. La differenza sostanziale tra il 2021 e il 2022 si è registrata verso la fine dell’anno, quando abbiamo notato che la gran parte di giocatori e giocatrici che avevano iniziato è andata man mano decrescendo. Rispetto a prima, adesso è più difficile trovare chi comincia da zero. In giro si trovano meno principianti perché chi aveva piacere di giocare è andato avanti, mentre gli altri sono tornati a fare le discipline che praticavano prima. Questo è il motivo per cui anche il principiante e l’intermedio sono passati ad acquistare racchette più di qualità: la comunità di padelisti ha un livello molto più alto. Le entry level infatti si stanno "perdendo", anche perché, in quanto negozio specializzato, siamo penalizzati dalla grande distribuzione e dai grossi player che vendono più racchette da principianti e rendono i prezzi fortemente competitivi su quella gamma. Noi però come store ci concentriamo di più sul servizio e sul cliente finale. Poi dato che sia io che Leonardo Lucarelli, l’altro proprietario, siamo entrambi maestri di padel riusciamo ad avere un gancio fortunato sotto questo punto di vista.

2. Da noi i clienti affezionati sono rimasti, perché d’altronde il nostro interesse non è quello di fidelizzare solo con la vendita dell’attrezzatura, che in effetti è un evento sporadico, ma puntiamo molto su abbigliamento, scarpe, gadget, magliette particolari e così via. Cerchiamo di intraprendere un percorso un po’ diverso dal solito. Si sono comunque presentati dei nuovi clienti, anche definire questi ultimi “fidelizzati” lascia un po’ il tempo che trova, perché con la grande distribuzione e l’online non è raro trovare un acquirente del negozio che gioca a padel con una racchetta comprata altrove e non con quella che gli abbiamo venduto noi.

3. Le principali problematiche sono legate al fatto che non abbiamo potuto garantire una fornitura reale, netta e continuativa nel tempo. Rischiavamo di trovarci nella situazione paradossale in cui si andava incontro a una corsa all’ultimo modello, dove ovviamente poi le racchette di determinati marchi diventavano introvabili sugli scaffali e nella distribuzione, salvo poi a fine anno avere nuove disponibilità e doverle scontare per smaltirli e dall’altra parte non è stato semplice nemmeno cercare di garantire un margine con il mercato dell’online, che con dei prezzi fortemente al ribasso rende difficile la vita e le vendite dei negozi. L’aspetto positivo è stato sicuramente poter lavorare con un marchio importante dopo essere stati acquistati da Padel Nuestro, grazie al fatto che abbiamo avuto a disposizione un magazzino ampio che ci permetteva di essere più liberi negli ordini e avere le spalle coperte. Questo ha influito in modo molto positivo. Un altro vantaggio è stato il fatto che sia io che Leonardo siamo una parte “attiva” di questo sport e siamo cresciuti nella zona in cui adesso operiamo, quindi l’essere già radicati sul territorio da tempo ci ha molto aiutato.

4. 7 e mezzo.

5. -

6. racchette: NOX (=), BULLPADEL (+), BABOLAT (+), ADIDAS (=)

scarpe: JOMA (+), BABOLAT (+), MUNICH (+)

abbigliamento: BULLPADEL (+), NOX (=)

zaini/borse: BULLPADEL (=), NOX (=), ADIDAS (=)

7. BABOLAT a inizio anno, SIUX a fine anno

8. Come proprietario di un negozio, esorto chi si approccia al padel a fidarsi dello store specializzato. Infatti si presume che all’interno ci siano persone a loro volta specializzate che possano guidare il cliente nei primi acquisti, per evitare di andare incontro a problemi lungo il percorso, e trasmettergli la passione per questo sport. Dall’altra parte, per quanto i consigli di brand e racchette possano essere importanti, sono oggettivi fino a un certo punto: ciò che conta veramente è lo stile di gioco di ciascuno, così che anche il consiglio possa essere più centrato sulla persona.

Gianluca

1. Le vendite nel 2022 sono state stabili, con un leggero trend di incremento grazie all'e-commerce.

2. La clientela è diventata più preparata. In questo senso, avere un negozio fisico è positivo perché la gente ora ha esigenze di comprensione tecniche degli strumenti che usa, in particolare per le racchette.

3. Il principale problema è stata la forte presenza dell'e-commerce. Al rovescio, il vantaggio è aver lavorato bene e di conseguenza aver avuto una buona risposta sulla preparazione del cliente alla corretta scelta del telaio, quindi il rapporto diretto one to one è stato un grosso vantaggio per il negozio fisico.

4. 8 5. -

6. racchette: ADIDAS (+), NOX (-), SIUX (+)

scarpe: ADIDAS (=), ASICS (+), BABOLAT (=)

abbigliamento: BULLPADEL (+), BABOLAT (=), ADIDAS (=)

zaini/borse: ADIDAS (+), SIUX (+), NOX (=)

7. SIUX

8. Stiamo già vedendo che l’andamento dal 2022 al 2023 per noi è in crescita totale, con un grosso interesse attualmente per il rapporto fisico con il negozio e lo store. Dopo più di un anno dall’apertura, abbiamo un riscontro effettivo delle sempre più presenti esigenze e volontà di rapporto quotidiano tra il cliente e chi è presente ogni giorno nelle vendite, dove si inizia anche a comprendere meglio cosa si sta comprando. Quello che abbiamo seminato nel formare le persone oggi ci sta tornando indietro, tanto che adesso si affidano di più al consiglio dello specializzato in negozio.

Le domande

1. Bilancio di fine anno: nel 2022 qual è stato complessivamente l’andamento delle vendite del negozio rispetto al 2021?

2. Com’è cambiata la clientela in quest’ultimo anno?

3. Quali sono state le principali problematiche riscontrate nel 2022? Quali invece gli aspetti più positivi di quest’anno?

4. Che voto daresti al 2022 da 1 a 10?

5. Avete un e-commerce o vi appoggiate a piattaforme terze? Quanto incidono le vostre vendite online sul totale? Il trend è in crescita, stabile o in calo?

6. Quali sono stati i vostri tre top brand di: racchette, scarpe, abbigliamento, zaini/borse (dove specificato: + in crescita, = stabile, - in calo)

7. Qual è stato il marchio rivelazione del 2022?

8. Altre eventuali osservazioni generali o considerazioni finali.

Sei un negoziante che gestisce un’attività legata al mondo padel? Padelbiz e il gruppo editoriale MagNet ti danno la possibilità di dire la tua! Inauguriamo anche su questa rivista uno dei nostri format editoriali più letti e apprezzati: “La Carica dei 101”. Per rispondere alla nostra inchiesta, inquadra il QR Code qui a fianco o richiedi un appuntamento telefonico al seguente indirizzo mail: redazione@padelbiz.it

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FROSINONE Frosinone inchiesta esclusiva
TIME2PADEL
PARTECIPA ANCHE TU A “LA CARICA DEI 101”

IL MODELLO GIUSTO PER OGNI STILE DI GIOCO

Cosa bisogna tenere in considerazione quando si compra una nuova pala?

È facile essere confusi

prodotti presenti

partire dalle proprie necessità e dal proprio livello in campo

In questo articolo parto subito dicendo che non mi considero un esperto e profondo conoscitore di tutte le marche e modelli di pale presenti sul mercato, ma posso permettermi di darvi un consiglio base: non esiste la racchetta perfetta, ma esiste uno stile di gioco perfetto per ogni pala.

Come tutti ormai sappiamo, esistono moltissime case produttrici che offrono svariati incroci tra forme della pala, capacità di sviluppare forza, controllo, rigidezza, maneggevolezza e molto altro.

La realtà dei fatti è che la pala va soprattutto scelta in base al proprio stile e livello di gioco.

Sono questi i due parametri che ho preso in considerazione per la mia lista. Considerando che il livello richiesto per l’utilizzo di queste pale è intermedio alto - avanzato (per intenderci 4.5+ su Playtomic), ecco la descrizione del giocatore “tipo” in base allo stile di gioco.

Aggressivo: questi giocatori cercano di mettere spesso pressione agli avversari e hanno bisogno di una pala potente, ma allo stesso tempo anche manovrabile. Accelerano spesso il gioco e sono specialisti nel concludere il punto. Parliamo di giocatori come Juan Lebrón e Alejandra Salazar dal lato diritto, e Arturo Coello e Gemma Triay dal rovescio.

Difensivo: atleti che fanno della solidità il loro punto di forza. Tatticamente impeccabili, hanno bisogno di una pala dall’elevato controllo e tipicamente giocano sul lato diritto. Gli esempi più eclatanti? Federico Chingotto, Martin Di Nenno e Paula Josemaria.

Polivalente: sono utenti in grado di giocare da ogni zona del campo, sia a destra che a sinistra. Hanno abilità tecniche e tattiche a 360 gradi e per questo motivo il loro stile ha bisogno di una pala versatile. Cito Emily Stellato e Delfina Brea dal lato diritto, e Juan Tello e Fernando Belasteguin dal rovescio.

Per aiutarmi in questa difficile ‘selezione’ ho organizzato una lunga chiacchierata con il mio amico Isidoro Casteltrione dell'area test di Padel Nuestro Milano. In base a quello che pensate sia il vostro stile, ecco la mia lista con una selezione dei modelli presenti sul mercato.

Giocatore aggressivo

Lato diritto: Babolat Counter Viper - Adidas Adipower Multiweight Ctrl

Lato rovescio: Babolat Technical Viper - Bullpadel Hack 03

Giocatore difensivo

NOX ML10 Bahia - Siux Electra ST2 Control - Hirostar Solar

Giocatore polivalente

Lato diritto: NOX Tempo - Bullpadel Vertex 03

Lato rovescio: Wilson Bela Pro - Head Delta Motion - Hirostar Blackstone

Giocatrice aggressiva

Lato diritto: Babolat Stima Energy - NOX MJ10

Lato rovescio: Wilson Bela LT - Bullpadel Flow

Giocatrice difensiva

NOX MP10 - Siux Trilogy II Control Patty Llaguno

Giocatrice polivalente

Lato diritto: Babolat Dyna Energy - Siux Diablo Revolution II Air 24K

Lato rovescio: Adidas Adipower Light 3.2 - Babolat Air Viper

Quindi, che pala dovete acquistare? O quale dovrebbe consigliare un negoziante? È facile imbattersi in svariati siti internet e recensioni di ogni genere, ma il dubbio rimane. Il mio consiglio è quello di provare più pale diverse. Molti rivenditori ora permettono di testarle e di poterne apprezzare un primo ‘feeling’, che è importantissimo ma non definitivo. Solo dopo molte ore di gioco si capisce realmente se la pala è giusta per voi, o se per esempio è troppo rigida. Tenete dunque in grande considerazione la vostra posizione preferita in campo e il vostro stile di gioco. In base poi al vostro livello vi ricordo che, delle pale sopra citate, esistono versioni più leggere o con bilanciamenti e materiali più morbidi e facili da gestire. In ogni caso, la scelta finale della vostra pala dipenderà dalle vostre necessità, e non da quelle del giocatore del WPT che la sponsorizza.

ANDREA FIERRO

Sono nato e cresciuto sui campi da tennis a Milano, grazie alla passione di mio padre per questo sport, ed è diventata la mia professione ufficiale dal 2005. Ho maturato molte esperienze all’estero (USA, UK, Spagna) lavorando anche nella prestigiosa Academia Sanchez-Casal di Barcellona. Proprio qui ho iniziato a giocare a padel per divertimento, senza sapere che da lì a pochi anni sarebbe diventata la mia professione una volta tornato in Italia. Sono Maestro Nazionale di padel della FITP e lavoro per la Spector Padel House presso il centro di Milano Barona. Per SPH ricopro anche la posizione di coach manager.

Vuoi contattarmi? Scrivimi su Instagram @andrea.fierro.coach

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visto dal coach
dai tanti
sul mercato, ma è fondamentale
Gemma Triay con la Bullpadel Elite W Arturo Coello con la Head Delta Pro Juan Lebrón con la Babolat Technical Viper Juan Lebrón Alejandra Salazar con la Bullpadel Flow Fernando Belasteguin con la Bela Pro V2

IMPUGNA LA RACCHETTA E SCENDI IN CAMPO

La nuova missione di Head vuole cambiare la visione di padel, tennis e pickleball in tutto il mondo. Nasce così la campagna più ambiziosa di sempre del brand, che vuole sottolineare l'inclusività e l'accessibilità di questi sport di Sara Canali

Incoraggiare tutti a giocare a padel e agli altri sport di racchetta: è questo l’obiettivo che si pone la nuova campagna di Head, che vuole così provare a cambiare la visione di queste discipline in tutto il mondo. Padel, tennis, pickleball sono i principali protagonisti di questo messaggio che si basa su un’evidenza reale e condivisa: si tratta di attività accessibili, adatte a tutti e praticabili a qualsiasi età con ogni grado di preparazione fisica, abilità ed esperienza.

La campagna nasce da una domanda: quanti altri sport sono altrettanto inclusivi? Nel mondo ci sono schiere di persone che, anche se non lo sanno ancora, potrebbero letteralmente adorare il tennis, il padel e il pickleball e godere di tutti i benefici fisici, mentali e sociali che derivano dal giocare. In questo contesto, Head è pronta ad affiancare queste discipline e offrire consigli, soluzioni pratiche noncé tutte le attrezzature e tutto l’abbigliamento di cui potrebbero avere bisogno.

L’azienda austriaca ha promosso il claim “Your game is our game”, con l’audace missione di portare tutti in campo, prima degli Open di Francia, quando ha preso il via la campagna vera e propria. Dopo Parigi, proseguirà poi nei club e con eventi in tutto il mondo, attraverso un’importante e divertente

campagna social che includerà la presentazione online del nuovo, originale film interattivo “Everyone’s Invited”, con uno spettacolare parterre di atleti del Team Head e giocatori amatoriali di ogni età e livello di abilità.

Un clic sui personaggi principali porterà dietro le quinte a conoscere non solo storie, ma anche aspetti inediti e affascinanti dei campioni Head, in un film che invita a prendere semplicemente in mano una racchetta e uscire fuori a giocare.

Non solo social visto che la campagna sarà visibile anche sui grandi schermi in occasioni dei tornei e sui siti web dei partner. E, infine, nel nuovissimo hub online di Head “Make a Racket”, ovvero il centro in cui confluiscono notizie, le storie di spicco, i suggerimenti e le recensioni di attrezzature, capi di abbigliamento e scarpe del brand.

Quella promossa dal marchio austriaco è una campagna, dunque, che vuole andare dritta allo scopo con una consapevolezza: poiché al momento nessuno parla allo stesso modo di padel, tennis e pickleball, Head lo vuole fare con un messaggio a cui chiunque potrà aderire. Un invito aperto a scoprire questi sport, a mettersi in movimento e a mantenersi sani e in allegria.

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FOCUS ON
ALCUNI DEI PROTAGONISTI DELLA CAMPAGNA HEAD Scannerizza il QR code per vedere il video della campagna pubblicitaria.

LA PRIMA PALESTRA DEDICATA AL PADEL

Riscaldarsi in maniera efficace prima delle partite e prevenire gli infortuni:

è l’obiettivo della nuova area fitness da 40 mq sviluppata da RPM Power. Abbiamo visitato il progetto pilota all’Hangar Padel Club Indoor di Origgio (VA) di Daniele Pansardi

La semplicità del padel è stata la chiave del suo successo negli ultimi anni. Anche senza aver mai preso in mano una racchetta, per un principiante un certo grado di divertimento è sempre e comunque assicurato. Quest’accessibilità unica nel suo genere, tuttavia, può mettere a dura prova spalle, ginocchia, gomiti e caviglie di chi entra in campo e comincia a giocare senza avere piena consapevolezza degli sforzi e dello stress a cui è sottoposto il proprio corpo e, soprattutto, senza sapere come prepararsi in modo adeguato. Evitare tutti i tipi di infortuni è impossibile, ma con i giusti accorgimenti il numero delle infiammazioni e dei traumi più frequenti su un campo da padel possono essere ridotti notevolmente. Proprio in questo contesto si inserisce il nuovo progetto avviato all’Hangar Padel Club Indoor di Origgio (Varese) da RPM Power, che da oltre 20 anni progetta e realizza soluzioni per il fitness. Di cosa si tratta? Della realizzazione della prima palestra in Italia pensata per l’allenamento del padel. La parola palestra potrebbe far pensare a spazi ampi ricavati ad hoc, ma non è questo il caso: l’intero circuito è infatti racchiuso in 40 metri quadrati per il kit “premium” e in circa 25 per quello “small”, in modo da essere facilmente proposto ai circoli interessati. L’installazione all’Hangar è di fatto il progetto pilota per RPM Power, che la considera il proprio punto di riferimento per tutti i potenziali clienti a cui introdurre il circuito. Il preparatore atletico che ha collaborato alla preparazione del workout, Alessandro Unghero, ha studiato un percorso di 15 minuti per un riscaldamento pre-partita volto alla riduzione del rischio di infortuni e una fase di defaticamento dopo essere usciti dal campo. Oltre all’installazione del kit, il club riceve anche delle linee guida da segnalare agli utenti che vogliono allenarsi, per permettere loro di completare il circuito in modo efficace e corretto.

L'intervista

HEROS ALBERTI E SIMONE DRAGO SOCI TITOLARI

Cosa vi ha convinto del progetto?

Ci piaceva l'idea di abbinare una fase di preparazione fisica al padel, o comunque portare delle persone a fare mezz'ora di esercizio, senza per forza giocare. La nostra idea di area fitness nasce legata a padel, ma chiunque può sfruttare quella zona.

La palestra è solo uno dei tanti servizi che offrite: quali sono gli altri e qual è l’obiettivo alla base?

Ci siamo resi conto che il padel è uno sport aggregativo, per cui la nostra idea è offrire un club in cui le persone si trovino bene. Anche per questo noi cerchiamo di curare tutti i servizi nel minimo dettaglio: non a caso abbiamo messo le telecamere, il tabellone segnapunti e la macchina sparapalline. L'area fitness è un altro sforzo in questo senso. Abbiamo appena preso anche dei raffrescatori per dare un ulteriore beneficio ai giocatori nella stagione più calda. Vogliamo che diventi sempre più un punto di ritrovo, non solo il classico centro in cui si gioca e si va via. L'obiettivo è fidelizzare il cliente e studiare tutte le possibili soluzioni per far sì che torni da noi.

L’area fitness non sarà dedicata solo al semplice riscaldamento pre-partita di padel.

Il progetto è un po' più ampio. Ci saranno anche dei corsi legati a determinate attività

Il kit premium (40 mq)

Vogatore – Air bike – Tappetini per esercizi a corpo libero – Pesi – Kettlebell – Attrezzi per massaggi post gara – Padelball – Balance board – Battle rope –Powerspin (una sorta di volante che permette di allenare avambracci, spalle, addominali, bicipiti e tricipiti) – Elastici – Grip per la presa – Powerball – Bilancieri

Il kit small (25 mq) non prevede le battle rope, le air bike e il vogatore

RPM Power ha scelto l’Hangar Padel Club Indoor di Origgio (Varese) per il lancio del loro progetto. Da quando è nato, ormai due anni fa, il centro ha incrementato in maniera costante il numero dei propri servizi offerti al pubblico, sempre con l’obiettivo di fidelizzare il cliente. I soci coinvolti sono quattro: Heros Alberti, Simone Drago, Daniele Corna e Igor Ceriani. Abbiamo incontrato Heros e Simone proprio all’Hangar, per parlare della novità legata all’area fitness e di come è cresciuto il circolo in questi mesi.

e, per sfruttare a pieno l'area fitness, predisporremo anche delle tabelle e dei programmi per spiegare agli utenti che tipo di lavoro possono fare. Tutto sarà descritto con cartelli e immagini per mostrare come fare gli esercizi quando non c'è il personal trainer. L'esempio che posso fare è quello dei parchi pubblici in cui sono presenti le indicazioni per i circuiti d'allenamento. L'area è aperta anche a chi vuole organizzare corsi specifici, che quindi ha bisogno dello spazio per determinate ore.

Cosa organizzerete per far conoscere il progetto?

Abbiamo in programma degli Open Day gratuiti per permettere alle persone di provare tutto il kit. Da settembre inizieremo a organizzare dei corsi.

La continua aggiunta di servizi al centro è un modo anche per cercare di ospitare tornei di un certo livello?

Assolutamente si. Il primo torneo organizzato da Javier Zanetti è stato proprio qui all'Hangar. A settembre ci sarà uno dei tornei del Cupra Padel Tour, oltre a tutti quelli previsti in pausa pranzo, la sera e nel weekend. Dallo scorso anno abbiamo anche una squadra maschile che milita in Serie D, mentre nei prossimi mesi debutterà quella femminile.

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FOCUS on

RPM Power si è avvalsa della collaborazione di Alessandro Unghero per impostare il circuito e la sequenza degli esercizi. In passato è stato assistente tecnico per l’Under 16 e la Primavera della Fiorentina e allenatore per l’Under 16 dell’Empoli, mentre oggi è head coach dell’Under 19 nazionale del Varese. Sfruttando la sua esperienza accumulata anche come direttore tecnico di centri wellness, ha sviluppato un programma di allenamento ad hoc per l’area fitness dell’Hangar, impostando un percorso funzionale dedicato.

L'intervista

ALESSANDRO UNGHERO

Com'è organizzato il circuito?

Oltre alla fase di riscaldamento pre-partita, c'è un programma che si chiama Heat 45. È un allenamento ad alta intensità della durata di 45 minuti all'interno dell'area fitness, con un lavoro a stazioni in cui sono: 5' di briefing per identificare l'obiettivo di ogni atleta, 5' di riscaldamento con il padel per attivare il corpo, 20' di allenamento con postazioni cardio (air bike e vogatore) e isotoniche, che possono essere manubri per bicipiti, corda, trx, piegamenti o addominali. Su ogni postazione si resta per 5', con uno di lavoro e uno di recupero.

L'obiettivo è mantenere una frequenza cardiaca di un certo tipo e portare benefici cardiocircolatori, cardiorespiratori, nel rinforzo delle ossa, nella protezione delle articolazioni e soprattutto nell'attivazione delle endorfine. Dopo questi 20', ce ne sono cinque di recupero e una fase finale con stretching e allungamento muscolare.

Parlaci invece del riscaldamento mirato per il padel.

Se ho una partita dalle 19 alle 20:30, avrò la possibilità di utilizzare questo circuito di 15'-20' per stimolare l'apparato cardiocircolatorio, attivare la muscolatura degli arti inferiori e superiori e dell'addome. Entreremo in campo dunque dopo aver fatto un lavoro di prevenzione degli infortuni e di preparazione alla performance che aiuterà senz'altro le persone. In fase di defaticamento, invece, abbiamo previsto degli attrezzi che aiutano a rilassare e riallungare la muscolatura, decontraendola dopo l'attività. In questo caso, 10' sono sufficienti.

Quali sono gli infortuni più frequenti in questo sport?

Gli infortuni più comuni riguardano il gomito, le contrazioni muscolari alla spalla, le distorsioni alle caviglie, strappi e stiramenti. È uno sport semplice e divertente, ma come tutte le attività fisiche all'aumentare delle prestazioni aumentano anche le sollecitazioni per il corpo. L'obiettivo è preparare il fisico a tutti gli spostamenti che richiede il padel e attivare ginocchia, caviglie e muscolatura.

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EN LA CANCHA DESDE SIEMPRE

Pochi come l’argentino Fernando Poggi possono avere una visione così completa e trasversale sulle varie epoche del padel. Avendole vissute tutte da protagonista, in campo e fuori, prima come atleta e poi come coach di Benedetto Sironi

nel 2000 giocando alcuni tornei e il mondiale di Tolosa con Gustavo Pratto. Fu poi un misto di fortuna e casualità, oltre che un litigio con il suo compagno Alberto Rodríguez Piñón, che mi portò a giocare con Cristian Gutiérrez. Mancava un torneo alla fine della stagione, l’Opel Padel Tour di Cadice. In coppia per la prima volta, partendo non certo favoriti, lo vincemmo, battendo prima i numero uno Hernán “Bebe” Auguste e Juan Martín Díaz, poi in finale Marcello Jardim e Roby Gattiker. Seguirono anni nei quali giocai insieme o contro tutti i più forti giocatori di quell’epoca, rimanendo nella top 10 per un decennio. La stagione migliore fu quella del 2012, sempre con Cristian (Gutiérrez, ndr), perché sono diventato campione del mondo a Barcellona battendo in finale Pablo Lima e Juani Mieres in quello che allora si chiamava Padel Pro Tour. Una settimana davvero spettacolare.

Hai giocato e allenato tanti giocatori: quali sono a tuo parere i più forti degli Anni '90, 2000, 2010 e 2020?

Fernando Poggi può essere considerato a ragione come uno dei più grandi e trasversali ambassador del padel. “Grande” a cominciare dal fisico: 1,95 metri per 95 chili di muscoli. Coach di molti top player con la sua M3 Academy (di cui vi parliamo nella pagina a fianco) oltre che ambassador Babolat dal 2019: non a caso è anche protagonista di alcune campagne del brand, come quella che trovate sfogliando le pagine di questo numero. Argentino classe 1976, all’alba dei quasi 50 anni Fernando si allena ancora quotidianamente sia in palestra che in campo. Del resto, è il primo a dare il buon esempio anche nei confronti dei suoi più o meno celebri allievi. Abbiamo avuto il piacere di essere annoverati in qualche modo tra questi grazie a una clinic tenutasi presso il Verdura Resort di Sciacca dal 15 al 18 giugno, ottimamente organizzata dall’agenzia Touche Eclat. Quattro giorni nei quali, oltre ad allenarci nella “cancha” (campo, in argentino) con Fernando, abbiamo avuto modo di parlare con lui di passato, presente e futuro del padel. Già, perché pochi al mondo meglio di lui possono avere una visione così completa su questa disciplina. Conosciuta e praticata fin da quando era un bambino che in Argentina si divertiva su campi di cemento con muri laterali alti poco più di un metro e “aperti”. Riscoperta poi dopo una breve parentesi nel tennis, e mai più abbandonata dalla fine degli Anni '90 in poi. Dentro questi 30 anni e più di padel c’è davvero molto, tanto che la sua storia meriterebbe un libro. Per ora si è guadagnata la nostra cover story, nella quale abbiamo cercato di condensare alcuni degli aspetti più eclatanti e significativi de “El mundo de Fer Poggi”, per richiamare un format di videoclip che lanciò a inizio degli Anni 2000. Rivelandosi, anche in questo, un precursore.

Fernando,tu sei sempre stato “avanti” con la tecnologia, i video, i social. Da dove nasce questa attitudine?

Ho iniziato nel 2011 con Mariano Amat (oggi direttore tecnico della M3 di Madrid, ndr) registrando con una GoPro il “backstage” di tornei, partite, allenamenti. Insomma, la vita professionale di un giocatore. La gente a mano a mano ha iniziato ad apprezzarci e seguirci sempre più. Nel 2012 iniziai a partecipare stabilmente al programma tv “En Acción” su Telemadrid, che trattava tutti gli sport tranne il calcio. Lì disponevo di una sessione di 10 minuti con interviste e lezioni: ne registrammo 20 puntate, anche qui con grande successo. Mi resi conto che ero portato e il passaggio sui social è stato fisiologico e naturale. Oggi, spaziando da contenuti più tecnici ad altri più leggeri e divertenti, dedico una buona dose di tempo e cura a realizzare video, reel, post e stories, soprattutto su Instagram, dove ho superato i 100mila follower. Penso di essere nella top 10 dei profili più seguiti in assoluto se parliamo di padel (top player esclusi).

La tecnologia per un periodo divenne anche la tua professione. Esatto, e mi permise anche di trasferirmi dall’Argentina alla Spagna, passaggio decisivo nella mia carriera. A inizio Anni 2000, infatti, io e un amico a casa avevamo un’azienda di telecomunicazioni. Stava diventando però difficile conciliare le cose. Nel 2005 quindi ho venduto la mia parte dell’azienda per dedicarmi 100% al padel come professionista, stabilendomi definitivamente in Spagna dove andai la prima volta nel 1996, quando partecipai al Mondiale di Madrid e quasi nessuno conosceva questo sport. Dopo il rientro in Argentina, tornai in Spagna

Per gli Anni '90: Lasaigues e Gattiker. Il 2000 è stato l’epoca di Juan Martín Díaz e Bebe Auguste, che hanno vinto davvero molto, mentre nel decennio successivo e non solo Juan e Belasteguín sono stati i migliori. Per il 2020 dico ovviamente per ora Lebrón - Galán, anche se vedendo quello che stanno combinando quest’anno Tapia e Coello potrebbero addirittura superarli.

Come sta cambiando il padel a livello professionistico?

La forma fisica e la preparazione sono sempre più aspetti fondamentali per un top player oggi, ma non bastano. Spesso la differenza la fanno doti come mentalità, concentrazione, applicazione, capacità di gestione dei momenti importanti e difficili, oltre al buon rapporto con il compagno e in generale con tutto il team. Come ho detto spesso agli stessi Galán e Lebrón: non bisogna pensare che vincere tutto sia facile; loro per due anni lo hanno reso tale, ma ogni torneo va giocato e festeggiato come se fosse l’ultimo vincente, perché potrebbe esserlo. Infortuni o coppie più giovani, forti e meglio assortite potrebbero farti dimenticare per un bel po’ il gusto della vittoria. È proprio quello che sta accadendo con Tapia e Coello.

Perché il padel è cresciuto molto negli ultimi tre anni e non prima? Cosa dici a chi crede sia una bolla?

Il padel stava già crescendo, ma poco. Il Covid è stato la chiave, in particolare per l’Europa e il Medio Oriente dove si poteva giocare solo a quello, o quasi. Questo ha fatto la differenza, perché da lì in poi è stata un’esplosione a livello mondiale. D’altra parte è normale che tutto quello che cresce a un certo punto si normalizzi, come sta succedendo ora in Svezia. Dopo anni di forte entusiasmo alcuni club stanno addirittura chiudendo. In Italia potrebbe succedere la stessa cosa e ci sarà un’inevitabile selezione, anche se c’è ancora molto margine.

Quali sono stati i tuoi principali sponsor tecnici e qual è il tuo rapporto ora con Babolat?

Negli anni sono stato legato a differenti brand, tra i quali ricordo Akkeron, Dropshot, Duruss e Starvie, quest’ultimo nei cinque anni precedenti rispetto a Babolat, mio attuale sponsor con il quale ho cominciato a collaborare nel 2019, fornendo anche feedback nello sviluppo dei prodotti. Sono molto soddisfatto del rapporto con l’azienda e del fatto che mi abbiano coinvolto come immagine in alcune delle loro campagne, nonostante sia ormai sulla soglia della vecchiaia con i miei 47 anni (ride… Anche quando gli faccio notare che ne dimostra almeno 15 di meno, ndr).

Per questo, oltre che per i tuoi video divulgativi e la tua attività di coach nella tua Academy e in giro per il mondo, ti senti un ambasciatore ideale del padel?

Mi fa molto piacere pensare di offrire il mio contributo in vari modi ogni giorno per una diffusione sana e corretta di questo sport, che vivo e amo da tempo. Soprattutto nei primi anni in Argentina, ma poi anche in Spagna, non avrei mai pensato che potesse divenire la mia principale fonte di reddito e la mia professione. Anche perché non era pensabile immaginare una crescita così repentina e di queste dimensioni in pochi anni. Diciamo che questo mi dà molta soddisfazione e al contempo responsabilità nel provare a fare tutto al meglio, cercando di mettere il medesimo impegno sia quando alleno i più forti giocatori del mondo, sia quando insegno i primi colpi a un principiante.

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cover story

Due dei momenti più significativi nella carriera da giocatore di Poggi: la vittoria all’Opel Padel Tour di Cadice nel 2000 e la vittoria al mondiale 2012 di Barcellona, in entrambi i casi insieme a Cristian Gutiérrez. Nelle altre foto: i primi passi nel padel, una delle partecipazione al WPT (contro un giovanissimo Ale Galán), il lavoro da padel content creator

La M3 Padel Academy nasce nel 2013 dall’idea di rivoluzionare il padel da parte di Jorge Martínez insieme a David Morales (attuale ceo) e Miguel Matía, i cui cognomi daranno poi le tre “M” del nome della scuola. L’istituto rappresenta la prima accademia di padel del mondo orientata ai giocatori professionisti, dove la collaborazione costante, l’allenamento in squadra e lo sviluppo integrale della persona rappresentano i punti focali. Partita con un gruppo ristretto di persone 10 anni fa, oggi la M3 conta 80 giocatori tra professionisti e semi-professionisti, una scuola dilettanti con 600 alunni e numerose iniziative come l’international week che attira allievi anche dall’estero. Inoltre, offre servizi di esternalizzazione della gestione delle scuole, accordi di collaborazione per i club, consulenze specializzate, costruzione di strutture dedicate. La sede principale è a Madrid, mentre i club che collaborano con la M3 sono 10 e sono suddivisi in sette Paesi tra Spagna, Messico, Svezia, Filippine, Kuwait, Cile e Italia, dove sono presenti a Piacenza (Pianeta Padel, dove Fernando ultimamente è presente una settimana al mese), Torino (Palavillage) e presto anche a Roma.

Fernando, quando hai iniziato a lavorare con la M3 Padel Academy?

Nel 2008 Jorge Martínez è diventato il mio allenatore, l’Accademia è stata fondata nel 2013 e io sono entrato come socio nel 2015. Ora siamo in quattro a gestirla: il sottoscritto in qualità di allenatore ufficiale, Jorge Martínez che è direttore generale, David García Campos, che si occupa della parte internazionale dei corsi, e Javier Morales che si occupa della gestione operativa. Il team di allenatori comprende anche Alberto Ruiz, che è il direttore del centro di Madrid, e Mariano Amat che si occupa dell’Accademia itinerante e degli allenamenti con altri cinque coach quando viaggiamo (piuttosto spesso).

Ci sono anche mental coach e psicologi in Accademia?

Sì, anche su questo fronte i giocatori possono contare su professionisti dedicati, come Jorge Lorenzo, che lavora con Lebrón - Galán e altri giocatori dell’Accademia. Anche Eli Amatriaín, una delle migliori giocatrici del mondo, ci darà supporto proprio in questo ambito. Ci sono momenti specifici anche “in aula”, ma spesso il lavoro sulla parte mentale è svolto direttamente in campo, perché è lì che esce la vera pressione. Per questo l’allenamento migliore da questo punto di vista rimane pur sempre la competizione, è difficile replicare altrimenti le medesime condizioni.

Come organizzate gli allenamenti?

Ogni settimana i giocatori devono compilare un modulo con i propri giorni disponibili e poi ci coordiniamo con loro su WhatsApp, in particolare Alberto che si occupa delle attività giornaliere. Poi la durata dell’allenamento dipende dal tutor che gli viene assegnato, che insieme all’allievo cerca di capire i suoi obbiettivi e cosa vuole ottenere, disegnando l’allenamento in base alle sue competizioni. I giocatori che alleniamo sono diversi e comprendono molti top player o giovani promesse pronte ad affermarsi: Diestro, Pincho, Jaime Menéndez, José Román, Iñigo Jofre, Javi Navarro, Jorge Martínez, Boris Castro, Nieto, Guerrero, Dani Luna, Yanguas, Arroyo, Adrián Ronco, per citarne alcuni. Oltre

a molte ragazze al top del WPT come Delfi Brea, Marta Talaván, Lorena Rufo, Mari Carmen Villalba, Jimena Vleasco e giocatori di prima e seconda fascia di Madrid. Nel terzo gruppo poi si allena gente non professionista ma a cui piace allenarsi e che ha un buon livello. Abbiamo anche un buon numero di italiani, professionisti e non, che viene da noi per una settimana o anche più. Compresi alcuni coach (SPH per esempio organizzerà proprio qui a luglio uno stage di perfezionamento, ndr).

Come viene gestito l’allenamento quando ci si trova fuori dall’Academy per un torneo?

L’allenamento in questo caso inizia già una settimana prima e dipende molto dalle condizioni dell’avversario e dal luogo. Per esempio, se il giocatore si scontrerà con un mancino lo alleniamo già i giorni precedenti facendolo giocare contro un mancino. La cosa bella dell’Accademia è che abbiamo una grande varietà di giocatori per agevolare questo tipo di interazioni. Il nostro stesso slogan è “Siamo una squadra e condividiamo questo principio di unità”. La collaborazione tra tutti è fondamentale. Per questo capita spesso che molti dei nostri allievi si trovino ad allenarsi allo stesso livello: magari non giocheranno in partire ufficiali con Galán e Lebrón perché sono più indietro nei raking, ma durante gli allenamenti è molto probabile che vengano mescolati i gradi degli allievi. A tutti piace confrontarsi con i migliori e chi dimostra la giusta attitudine e impegno in qualsiasi situazione viene premiato anche in questo modo. Oltre che preparazione fisiche e nozioni tecniche, è questo quello che ci piace trasmettere, anche perché sono tutti valori che mi hanno sempre accompagnato durante tutta la mia carriera: passione, dedizione, applicazione, lavoro di squadra.

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L’ACCADEMIA DEI CAMPIONI
cover story
Da sinistra: Fernando Poggi e Jorge Martínez

X3 SPEED: LA SCELTA DI WILSON PER IL MAJOR DI ROMA

Il marchio statunitense, partner ufficiale del torneo che andrà in scena al Foro Italico, fornirà le palline che utilizzeranno i campioni nella città capitolina. Ecco le caratteristiche del modello progettato per offrire un’ottima combinazione di consistenza, durata e giocabilità

Il miglior padel arriva ancora in Italia, con l’appuntamento dal 10 al 16 luglio del Premier Padel a Roma, scelta nuovamente come una delle otto sedi per organizzare uno dei tornei del circuito. La grande novità del 2023 è che per la prima volta parteciperanno anche le donne alla manifestazione (la città capitolina infatti accoglierà le migliori 48 coppie femminili). Come l'anno scorso, la competizione si giocherà al Foro Italico e come 12 mesi fa uno dei partner ufficiali sarà Wilson.

Il marchio vestirà i raccattapalle e gli arbitri del torneo oltre a fornire la pallina che i giocatori utilizzeranno, il modello X3 Speed. Ogni appassionato degli sport di racchetta sa che aprire un nuovo tubo rappresenta un’esperienza spesso mistica. Il suono del tubo pressurizzato, l’odore delle palline, le leg-

gende legate a quanto tempo prima aprire il nuovo barattolo: tutte emozioni ed elementi che vanno ad arricchire l’esperienza sportiva. Ciò che mette tutti d’accordo è che ogni palla è diversa dall’altra: la scelta si effettua in funzione di diversi elementi come livello di pratica, tipologia d’utilizzo, aspettativa di durata e bisogni ricercati.

La X3 Speed è ideale per campi lenti, come quelli con più sabbia o quelli all'aperto del Foro Italico, e presenta un feltro intrecciato premium e un nucleo resistente per un'eccellente miscela di reattività e sensibilità. La palla è stata progettata per offrire la migliore combinazione di consistenza, durata e giocabilità. Come tutte le palline Wilson, la confezione strizza l'occhio all'ambiente con un overcap ecologico che riduce della metà lo spreco di plastica. Ogni tubo include tre palline.

HIGHLIGHTS

• Il feltro tessuto di qualità offre consistenza e giocabilità

• Il modello ha un nucleo resistente che offre prestazioni vivaci e durature

• Prestazioni migliori sulle superfici di gioco lente con più sabbia

• Perfetta per i giocatori e atleti professionisti

• Il nuovo overcap ecologico riduce il consumo di plastica

• La palla ufficiale del BNL Italy

Major Premier Padel

26 FOCUS prodotto
Amer Sport -
-
0422.5291
amersports-italy@amersports.com

HURACAN, UN “VENTAGLIO” DI CONTROLLO E POTENZA

Design esclusivo, ampio punto dolce e forma particolare sono alcuni degli elementi che rendono questa pala di Viento l’ideale per chi cerca maneggevolezza senza compromessi

Il brand Viento nasce con una visione chiara, quella di conciliare l’amore per il padel, nella sua forma più tecnica, con l’idea di una comunità inclusiva e in continua evoluzione. Il marchio italiano pone grande attenzione ai dettagli, da quelli più tecnici fino a quelli frutto di una accurata ricerca estetica. All’interno della prima collezione Viento, oltre al modello Tornado che vi abbiamo presentato sullo scorso numero, c’è anche la pala Huracan, dalla particolare forma a ventaglio progettata per giocatori da livello basic ad avanzato che cercano il massimo controllo con un’ottima spinta. Il telaio è completamente full carbon, mentre il nucleo interno è costituito dalla nuova Viento Soft Eva, morbida esternamente e rigida all’interno. Inoltre, il sistema AirFlow garantisce un maggiore passaggio d’aria per una maneggevolezza senza compromessi. Il modello, dal peso di 365 g, è caratterizzato da un piatto in carbonio 3k texturizzato per un perfetto spin e colpi a effetto. La gomma Soft Eva e l’ampio punto dolce permettono un controllo totale del gioco, garantendo un equilibrio impeccabile per essere sempre pronti a qualsiasi colpo difensivo o offensivo. Infine, è importante affermare che forma ed estetica sono caratteristiche distintive di questa pala: il profilo “a ventaglio” rappresenta una novità all’interno del panorama padelistico e il colore bianco è una rarità sul mercato.

VIENTO SOFT EVA

LE TECNOLOGIE UTILIZZATE

Una gomma studiata dal team di ricerca e sviluppo ha permesso di trovare la combinazione adatta per ottenere un ottimo feeling già dal primo colpo.

AIRFLOW SYSTEM

Il cuore della racchetta è stato progettato per un maggiore passaggio d’aria che garantisce maneggevolezza e spinta senza compromessi.

UNIQUE DESIGN

Viento ha realizzato una forma che possa garantire un punto dolce molto ampio, creando così una racchetta adatta a ogni tipologia di giocatore.

SCHEDA TECNICA

Telaio: 100% carbonio

Forma: ventaglio

Superficie: 3K carbonio

Nucleo: Viento Soft Eva

Spessore: 38 mm

Bilanciamento: medio

Livello: basic/intermedio

Peso: 365 g +/- 10 g

vientopadel.com

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FOCUS prodotto

UNO SPIRAGLIO RIVOLUZIONARIO

Head lancia una racchetta molto speciale, che prevede un solo foro. Un prodotto innovativo (anche se non inedito) con un ottimo livello di leggerezza e maneggevolezza

Nelle scorse settimane l’azienda austriaca ha svelato con un post teaser questa pala unica nel suo genere. Per regolamento, una racchetta da padel deve obbligatoriamente avere dei fori sulla propria superficie: non esiste limite al numero massimo di buchi applicabili, ma come minimo deve averne uno. Il brand austriaco rientra così nel regolamento, ma cercando di puntare su un prodotto innovativo, anche se non inedito. A differenza delle racchette di questo tipo che erano state finora testate e che erano tradizionalmente rigide e rivolte a un pubblico esperto, questa racchetta è leggera (345 grammi) e flessibile.

La pala di Head non è la prima monoforo: già nel 2015 Drop Shot aveva lanciato una prima racchetta senza fori, sulla base di uno studio del ricercatore Francisco Huera-Huarte che aveva notato come i fori delle pale non influenzassero poi così tanto l’aerodinamica e la maneggevolezza per il giocatore. Ai tempi, l’azienda spagnola prometteva con questo tipo di racchette un impatto con la pallina più forte e con maggiore controllo, oltre che una maggiore resistenza della stessa.

Nonostante un certo entusiasmo da parte dei primi tester, le racchette a foro unico non hanno instaurato alcun trend negli anni. Head, invece, ora sta sfruttando il grande seguito e l’enorme numero di utenti accumulati negli ultimi anni per sparigliare le carte sul mercato e anticipare la concorrenza in modo significativo.

head.com

VINCENTI E CON STILE

Le maglie Mal Perdedor si caratterizzano per la morbidezza al tatto e l’asciugatura rapida, ideali per gli allenamenti più intensi

Realizzate in poliestere, le maglie da padel Mal Perdedor hanno maniche corte e collo rotondo. Il tessuto di alta qualità è altamente elastico, appositamente progettato per muoversi a tutto campo. Questa maglia si caratterizza per la sua morbidezza al tatto, l’asciugatura rapida e, grazie al materiale Dry-Tech, resiste al sudore e non necessita di stiratura. Il massimo comfort e la stampa speciale Mal Perdedor accompagnano l’atleta in ogni movimento.

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Mal Perdedor Padel House - +39 351.8720115 - info@malperdedor.com
focus prodotto
Gustavo Spector e Tolito Aguirre (in allenamento) con la maglia Mal Perdedor

L'ULTIMA EVOLUZIONE DI SIUX

Il brand spagnolo rafforza una delle sue gamme più iconiche con il lancio della Pegasus, rivolta a un pubblico esigente ed esperto

Si chiama Pegasus Revolution Cube la nuova racchetta del brand spagnolo che fa parte della gamma Pro Series, e si distingue per la gomma dura di cui è composto il nucleo centrale, ma altrettanto leggera e maneggevole per soddisfare i giocatori più esperti. Questa pala è nata sei anni fa, appositamente progettata per l’ex giocatore professionista Cristian Sánchez, con l’obiettivo di creare una gamma di prodotti a livello pro. L’atleta ha vinto due World Padel Tour con questo modello, associandolo così a qualità premium e alte prestazioni.

La nuova racchetta è frutto quindi di un’evoluzione continua che dura da anni e che è arrivata a sviluppare un prodotto come la Pegasus Revolution, prima racchetta che ha aggiunto gli antivibratori di Shockout in esclusiva mondiale, oppure la Pegasus 1K Limited Edition, top seller del marchio per la sua grande performance.

Tra le caratteristiche della Pegasus Revolution Cube c'è l’aumento nella potenza della battuta che si ottiene grazie alla gomma dura appositamente progettata per il marchio. Il carbonio triassiale utilizzato nel piatto di questa racchetta Siux è ciò che la distingue dalle altre opzioni del marchio. Questo materiale omogeneizza la superficie della racchetta, offrendo un punto dolce più ampio, senza compromettere la durezza o la potenza. La pala ha un bilanciamento medio e una forma ibrida. Realizzata con telaio in carbonio 100% che aumenta la rigidità e la durata della racchetta. Gli anti-vibratori e il Dual Pro Grip di Shockout contribuiscono a migliorare le prestazioni in campo. La racchetta include il logo di Siux in 3D su entrambi i lati del telaio per rendere il modello ancora più esclusivo.

siuxpadel.com

NO STRAIN: BRACCIO ROBUSTO E STABILITÀ NEL GOMITO

Il manicotto biomeccanico di Floky promette di ridurre le vibrazioni negli impatti con la palla. Il coach Andrea Fierro lo ha testato durante le lezioni e in partita, offrendoci le sue impressioni

Da circa due mesi utilizzo con buona regolarità, sia durante le lezioni di padel sia in partita, il manicotto No Strain di Floky. In passato avevo già sperimentato soluzioni simili a scaldamuscoli a compressione, ma nessuno mi aveva dato le stesse sensazioni di questo prodotto. In particolare, il No Strain si presenta sul mercato come il primo manicotto biomeccanico progettato per la riduzione delle vibrazioni. Una volta indossato correttamente, si prova subito una sensazione di calore che sicuramente aiuta nella fase di riscaldamento e di sostentamento

dell’arto. All’impatto con la palla, tutto il braccio pare più robusto, e soprattutto si percepisce maggiore stabilità nel gomito. La casa produttrice, infatti, spiega che questa sensazione è generata dalla compressione del tessuto unita alle applicazioni biomeccaniche.

Dalla somma di questo sostegno dell’arto, robustezza e sistema anti-vibrazioni ne deriva un immediato sollievo dalle sollecitazioni. Questo può portare a una riduzione dei disturbi infiammatori e di infortuni quali per esempio epicondilite ed epitrocleite.

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focus prodotto
provato dal coach

LO STILE DEL LUPO

La linea di abbigliamento Babolat dedicata a Juan Lebrón si contraddistingue per il logo del suo soprannome, "El Lobo". E si abbina con la scarpa e con la racchetta, entrambe create per il campione spagnolo

Icapi di questa collezione si compongono di tre colori principali: turchese, bianco e nero, in combinazioni intercambiabili. Forse la combinazione più accattivante è la maglia prevalentemente nera con maniche turchesi e pantaloncini neri. Tutti gli articoli della collezione recano il logo Babolat a sinistra e il logo "El Lobo" di Lebrón a destra. Questa linea speciale è realizzata con un tessuto in fibra che punta a garantire il comfort del giocatore quando pratica alla massima intensità. L'azienda ha discusso con lo spagnolo di tessuti, colori e disegni abbinati, al fine di sviluppare lo "spirito di Juan" che è alla base della collezione. Il suo stile è più classico e chic rispetto ai disegni e ai colori sgargianti, quindi il risultato è un abbigliamento sportivo sobrio ma accattivante.

"La nostra storia con Juan Lebrón continua ad andare avanti", afferma Eric Babolat, presidente dell'azienda lionese fondata dal suo trisnonno nel 1875. "Non solo si tratta di una partnership molto gratificante con un atleta di prim'ordine sul palcoscenico mondiale, ma rafforza la posizione di Babolat come marchio leader nel padel, dopo oltre 20 anni di investimenti in questo sport in crescita".

Babolat ha iniziato a lavorare con l’atleta andaluso nel 2016, dopo i campionati mondiali di Cascais, in Portogallo. Nel corso degli anni, Lebrón è diventato il primo giocatore di origine spagnola a raggiungere la vetta della classifica mondiale in uno sport in cui la Spagna è molto forte, e a concludere la stagione ai vertici della classifica per quattro anni di fila (numero 1 al mondo dal 2019 al 2022).

babolat.com

focus prodotto

RED PADEL ROMA: GIOCARE OGGI, VINCERE DOMANI

Il club, sin dalla sua inaugurazione punto di riferimento per il movimento padelistico capitolino, continua il proprio percorso affrontando con carattere le sfide che si profilano all’orizzonte di

Si dice che scorgendo al tramonto un cielo tinto di rosso sia lecito sperare in un domani particolarmente sereno. Al Red Padel Roma il colore che dà il nome alla struttura è certo sinonimo di passione e di vitalità, ma soprattutto pare sottintendere quello sguardo costantemente rivolto al futuro che è la principale caratteristica di una gestione che ha fatto dell’attenzione alle nuove generazioni di giocatori, e del -

la costante tensione al miglioramento strutturale, la propria bandiera. Nato quattro anni fa, è presto diventato il circolo più grande della capitale, abbinando alla quantità dei campi l’indiscussa qualità della propria offerta. Abbiamo incontrato il direttore generale Luca Mandoj, che ci ha illustrato la sua visione sul presente – ma soprattutto su ciò che sarà – di un club in perenne evoluzione.

L'intervista

Quando nasce l’idea di questo progetto e come si sviluppa il percorso che vi ha condotto dall’apertura del centro ad oggi?

L'idea nasce già nel 2017 ed è da attribuirsi ai due soci Renato Dellatte e Riccardo Leone, a cui va riconosciuto il merito di avere intuito, forse tra i primi in Italia, l’enorme potenziale di questo sport. È quindi incominciata una lunga fase di analisi in cui non solo si è valutata l'area dove far sorgere il circolo, ma si è anche studiato il progetto in termini di numero di campi e dimensione della struttura. Nel 2019 sono stati quindi installati i primi 9 campi e l’anno successivo se ne sono aggiunti altri 6. L’area su cui sorge il centro era precedentemente occupata da un tennis club ormai sostanzialmente in abbandono, ma la collocazione è risultata vincente, tra l’Appia Antica e la Tuscolana, e a pochi metri dal Raccordo Anulare. L’attuale configurazione è frutto di un rilevante impegno finanziario, ma questo club non si ferma mai investendo di continuo in migliorie e ammodernamenti, pur nell’oggettiva difficoltà di operare in un’area sottoposta a vincoli storici e paesaggicistici, che impongono il rigoroso rispetto di normative a cui ci atteniamo scrupolosamente.

Diamo un po’ di numeri per comprendere meglio le dimensioni del club. Oltre ai 15 campi padel – di cui 9 dotati di copertura alta 14 metri, in funzione da ottobre a maggio – sono presenti due campi da calcio a cinque. Il progetto è quello di completare a breve anche la copertura degli altri 6 campi, destinandoli alla nostra Accademia, ovvero la scuola padel su cui stiamo puntando fortemente. La superficie complessiva è di oltre 12 mila metri quadri, e comprende anche due parcheggi per circa 300 posti auto, fondamentali per accogliere al meglio tutti i partecipanti ai nostri eventi. All’atto pratico siamo il circolo più grande della capitale, ma abbiamo detenuto a lungo lo stesso primato a livello nazionale. Oggi ci attestiamo mediamente sulle 300 presenze giornaliere.

Meglio quindi giocare all’aperto o al chiuso? Questo dilemma divide non solo i giocatori ma anche il paese, per questioni climatiche ma direi anche culturali. Il Red è uno dei pochi circoli romani che propone entrambe le soluzioni: come risponde la clientela?

Personalmente ritengo il padel uno sport da praticarsi indoor, ma non posso non registrare come la maggior parte della clientela abbia voglia di trascorrere un’ora e mezza sotto il sole, all’aria aperta e immerso nel verde. È altrettanto vero che in inverno i campi coperti sono sempre tutti prenotati con largo anticipo, perché garantiscono di

giocare con ogni evento atmosferico e ad ogni temperatura. Tutto sommato, maggiormente si alza la capacità di gioco e più si predilige il campo al chiuso, mentre a livello amatoriale la proposta outdoor è quella preferita, soprattutto dall’utenza femminile. Sono convinto che ogni luogo abbia una propria anima e la vera sfida di un operatore sia quella di trasferirla in un approccio gestionale: qual è quindi la filosofia alla base del club?

La chiave di lettura del Red si riassume nella presenza di uno staff di amici che fanno dell’onestà e della dedizione al progetto la loro missione. Nessuno qui si sente di passaggio, ma viviamo questo posto alla stregua di una grande azienda, e questo si riverbera nel rapporto con la clientela. I giocatori ci scelgono perché hanno instaurato innanzitutto un rapporto umano con noi, e sentirsi accolti con un sorriso è un fattore vincente. Ci sono persone che vengono al Red anche solo per un caffè o per trascorrere del tempo senza necessariamente giocare, in quello che è ormai un luogo di aggregazione che trascende l’aspetto puramente sportivo.

Il mercato romano, visto da fuori, mi dà l’idea di essere sicuramente maturo, per non dire ai limiti della saturazione: è già cominciata la sfida tra i circoli per attirare i giocatori? Quali sono i motivi per scegliere il Red? A mio avviso la domanda di campi va ancora al passo con l’offerta e non ritengo così satura la piazza romana. Considera che il mercato attuale è in piena evoluzione, perché una rilevante quota di prenotazioni è riconducibile ad una nuova fascia di giocatori, costituita da bambini e ragazzi. Mi aspetto che le nuove leve di oggi siano nel prossimo futuro la grande maggioranza dei nostri clienti. Esaurita la fase covid sono rimasti quelli che credono davvero in questo sport e tra loro per fortuna c’è il seme che farà sviluppare e strutturare l’intero movimento padelistico nazionale, che sarà imparagonabile per numeri al mercato odierno. Detto questo, arrivo al paradosso di dirti che sono contento se un cliente gioca anche in altri contesti, perché se poi torna al Red significa che ci sceglie consapevolmente, preferendo la nostra proposta sotto ogni punto di vista. Dal canto nostro viviamo la concorrenza con i competitor in maniera sana, non solo in quanto ci spinge a migliorare, ma anche perché sono come noi promotori di un sistema della cui salute godiamo tutti.

È la prima volta che percepisco così tanta attenzione verso i giocatori di domani. Attualmente sono circa 130 i bambini – ma i numeri sono in crescita costante – che

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LUCA MANDOJ DIRETTORE GENERALE
centro del mese

“giocano” da noi e non uso questo termine a caso. La dimensione ludica è l’elemento di raccordo che unisce il puro piacere all’aspetto più strettamente sportivo e salutare dell’attività. Per tutti i genitori che frequentano il nostro centro è stata subito chiara la differenza tra gli allenamenti padelistici e quelli ad esempio calcistici, in cui spesso il livello di stress per i ragazzi è immediatamente – e immotivatamente – troppo alto, oppure tennistici in cui occorrono due anni prima di fare una partitella. I nostri istruttori sono giovani e adottano metodi didattici specifici per l’infanzia, garantendo da subito il massimo del divertimento, e inserendo con il tempo i dettami squisitamente tecnici.

Nel preparare il nostro incontro mi hai messo in contatto con la vostra social media manager: in altri contesti questa figura professionale è usuale, ma nel nostro mondo l’aspetto social è ancora poco sfruttato. Qual è l’impatto dei nuovi media nella gestione del vostro circolo e come utilizzate questi strumenti?

I social più classici – come Facebook e Instagram – rappresentano una necessaria vetrina da cui transita tutta la comunicazione del circolo. Per noi è indispensabile garantire la presenza del club in questi canali, ma il vero ritorno in termini commerciali è piuttosto derivante dal nostro sistema di chat interne, che si affianca alle opportunità di gioco offerte dal gestionale Playtomic, comunque irrinunciabile. In altre parole gestiamo stanze virtuali divise per livello di gioco e frequentate ognuna da centinaia di utenti, in cui proponiamo eventi, lezioni, iniziative dedicate, e ovviamente facilitiamo il completamento di partite e l’incontro tra players di pari abilità. È un lavoro decisamente dispendioso che impegna numerosi dipendenti del club, ma è anche in questo che si traduce l’attenzione che riserviamo alla nostra clientela, ed è così che si sviluppa la socialità.

Quali sono i vostri sponsor?

Lo sponsor più importante è sicuramente Cupra Autoequipe, che ha brandizzato i nostri campi. Lo abbiamo preferito a realtà commerciali territoriali, per sposare con lungimiranza un marchio il cui nome è in tutto il mondo ormai indissolubilmente legato a questo sport. Wilson è il partner tecnico del centro e fornisce tutta l’attrezzatura messa a disposizione dei clienti.

E i vostri fornitori nella costruzione del club?

I nostri campi, tutti super panoramici, sono stati forniti e posati da Italian Padel, vera eccellenza del settore. Particolare attenzione è stata data alla stesura di un massetto

Indirizzo: via Ranuccio Bianchi Bandinelli, 48, 00178 Roma

Campi: 15 campi super panoramici (di cui 9 coperti da ottobre a maggio)

2 campi da calcio a 5

Servizi: Bar ristoro Pro Shop

Spogliatoi Parcheggio con 300 posti

Orari di apertura: 08:00-24:00 lunedì – domenica

Facebook: redpadelroma

Instagram: @redpadelroma

da 50 centimetri, che non a caso garantisce un perfetto drenaggio, e dopo due anni e mezzo abbiamo sostituito i tappeti originari con i nuovi manti texturizzati. La proprietà ritiene infatti di dover sempre offrire ai propri utenti quanto di meglio offra il mercato, dotando il centro di prodotti di estrema qualità.

Non dimentichiamoci dell’aspetto sportivo: come è strutturata e da chi è composta la vostra squadra tecnica?

Attualmente al Red operano in 9 tra maestri e istruttori, tutti certificati e contrattualizzati. Oltre alla scuola dedicata ai bambini, già un centinaio di adulti seguono le nostre lezioni e corsi, che nella prossima stagione verranno implementati soprattutto in orario serale per venire incontro alle esigenze di chi lavora sino a tardi. Può sembrare una scelta poco redditizia, ma la nostra politica è quella di un costante investimento in ottica futura e a lungo termine, guardando alla crescita dell’intero movimento come obiettivo primario.

Ho notato che siete molto attivi sul fronte agonistico, non necessariamente professionistico ma anche a livello amatoriale.

In ambito amatoriale siamo in assoluto il circolo con il maggior numero di squadre in Italia. Abbiamo iniziato con il partecipare l’anno scorso al circuito del Movimento Sportivo Popolare di Daniele Scopece (MSP Italia) con 15 squadre, e poi nel 2023 abbiamo aggiunto 11 squadre che giocano il campionato TPRA gestito dalla FIT. A conti fatti parliamo di oltre 300 atleti e ogni gruppo viene seguito da uno dei nostri istruttori, in un rapporto che ormai mescola amicizia e insegnamento.

Per finire vorrei che mi dicessi cosa vedi nel futuro del Red e di questo sport. In proiezione io credo che tra una decina d’anni raccoglieremo i frutti di tutte le iniziative lungimiranti che oggi stiamo sviluppando. Se penso a com’era questo posto anche solo pochi anni fa mi sembra incredibile quanto è già stato realizzato. Eppure per la proprietà l’idea di fermarsi ad ammirare i risultati acquisiti non è minimamente contemplata. Investiremo nella club house e nella ristorazione per creare un punto di ritrovo tra i più belli della capitale, ma aggiorneremo anche spogliatoi e parcheggi, che pure già oggi hanno capacità di accoglienza invidiabile. Il padel, inteso come sport, affiancherà alla dimensione del gioco una realtà sempre più competitiva e godremo di una generazione di atleti che avrà annullato o quasi il divario tecnico con i campioni spagnoli o argentini. Perché quando un italiano ci si mette, non è inferiore a nessuno!

33 IN BREVE
centro del mese
Red Padel Roma - 329.693 2680 - redpadelroma@gmail.com Il direttore generale Luca Mandoj, insieme all'istruttore Matteo Coni e a Daniele De Paolis, giocatore tra i primi a livello nazionale (staff Red Padel Roma)

PRONTI PER LA “SECONDA FASE”

Italian Padel, azienda bresciana specializzata nella costruzione di campi da padel, detiene attualmente il 26% del mercato italiano. Una percentuale destinata a crescere dopo l’ottenimento della certificazione TÜV sulla qualità e la sicurezza delle strutture

Lo scorso 15 giugno a Milano si è tenuta la conferenza stampa dal titolo “Padel, quale futuro?”, organizzata da Italian Padel in collaborazione con FITP, TÜV, ente certificatore e Mr Padel Paddle, tra i principali osservatori italiani della disciplina. L’occasione di questo incontro, a cui hanno partecipato importanti player del settore, è nata dalla necessità di fare un punto sulla regolamentazione delle strutture.

Dai dati recenti elaborati da Mr. Padel Paddle è emerso infatti un nuovo incremento della nascita di nuovi campi che attualmente superano la quota di 8.000 in tutta Italia, con Lombardia e Lazio in testa alla classifica e con il mercato dell’indoor che sta prendendo sempre più piede. Numeri che contrastano con la scarsa regolamentazione del settore. Qui entra in gioco Italian Padel: la realtà bresciana è nata dal know-how produttivo di Forgiafer, azienda di ultraventennale esperienza specializzata nella produzione di cancelli e recinzioni in ferro, che riporta gli stessi valori e la stessa qualità in tutte le fasi di realizzazione dei campi di padel, dalla progettazione al servizio post-vendita. Tanto che a oggi nel Paese ha costruito 2100 campi degli 8076 esistenti, rappresentando il 26% del mercato nazionale.

Diventata fornitrice ufficiale della FITP, Italian Padel ha recentemente ricevuto anche la certificazione TÜV (oltre alle EN 1090-1 e EN ISO 3834 già in possesso) del Gruppo TÜV SÜD, ente certificatore che ha messo a punto uno specifico protocollo, redatto partendo da una verifica del rischio delle attività previste in un impianto, basandosi su test empirici in campo e su un’analisi documentale per l’inquadramento e la classificazione delle strutture. La correttezza della progettazione della struttura metallica, la resistenza dei vetri mediante crash test, la verifica dei rischi latenti, sono tutti passaggi che Italian Padel ha superato. La certificazione, non ancora obbligatoria, diventa però determinate in fun-

zione del forte incremento dei campi indoor, che, sempre dai dati rilevati da Mr. Padel Paddle, in Italia sono passati dal 32% di fine 2022 al 37% del totale dei campi, di cui il 25% sono presenti in Lombardia. “L’indoor è risultato sempre più apprezzato dai giocatori, sia al Nord, anche per ragioni climatiche, sia al centro-sud, dove si assite oggi a una rincorsa alla copertura” , ha affermato Claudio Galuppini, ceo dell’azienda. L’incremento dell’indoor oltretutto vedrà prevalere strutture che siano apribili lateralmente per poter continuare a giocare anche in periodi più caldi.

Si può affermare che il padel in Italia è entrato nella “seconda fase”. Prima di tutto per la qualità delle strutture, che sono sempre più progetti consolidati, con maggiori servizi da offrire, luoghi di inclusione e socialità in cui fare sport e divertirsi. I nuovi club che stanno nascendo in Lazio e Lombardia hanno una media di quattro campi a struttura, che è la soglia minima considerata dagli esperti del settore per garantire la sostenibilità nel medio-lungo periodo di un club. In secondo luogo il livello dei giocatori si sta alzando, pensando ai ragazzini che iniziano oggi e che nel futuro avranno sicuramente più spazio e possibilità di eccellere nella disciplina. Uno scenario non troppo lontano in cui è fondamentale garantire e tutelare i giocatori attraverso la qualità e la sicurezza dei campi.

“Come Italian Padel crediamo che questo sport meraviglioso, in grado di spingere a giocare anche chi normalmente non pratica attività fisica e capace di avvicinare persone con un range anagrafico che va dagli otto agli ottant’anni, possa essere di ispirazione, di aggregazione e di spinta per il tessuto sportivo, sociale ed economico”.

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Da sinistra: Alessandro Tortorici (Playtomic), Guido Giardini (SPH), Walter Galliano (Nida Onlus), Max Giusti (presentatore tv), Claudio Galuppini (Italian Padel), Alessandro Lupi (Sky Sport) e Denny Cattaneo (giocatore pro)

COMPLETARE CON L’ECCELLENZA UN’OFFERTA DI LUSSO

A Frascati nasce un padel club che vuole formare i professionisti del futuro e insieme divertire gli ospiti dell’hotel 4 stelle. Il tutto sotto la sicurezza delle coperture Ecover di Sara

Sulla via Tuscolana, più precisamente a Frascati, sorge il Padel Club Mercede con sei campi da gioco, quattro coperti con strutture Ecover, di cui uno centrale con tribune, e due outdoor, oltre a una piscina e una club house con pizzeria. Nel comune dei Castelli Romani, famoso per le sue ville costruite dalla nobiltà papale fin dal XVI secolo, questo centro rappresenta il completamento di un’offerta di altissimo livello che Villa Mercede offre ai suoi clienti 365 giorni l’anno. Il nuovo padel club, infatti, fa parte di uno spazio multifunzionale ricco di ambienti invitanti messi a disposizione dell’ospite, come il centro spa, la piscina riscaldata con solarium, il lounge bar, il ristorante panoramico e un centro congressi con quattro sale polifunzionali per convegni, meeting e conferenze. “L’idea era quello dare vita a un villaggio dove si potesse vivere 365 giorni l'anno”. A parlare è Luigi Clarioni, titolare insieme alla figlia Gilda, di Villa Mercede. “All’interno di questo spazio multifunzionale, i nostri clienti hanno a disposizione tanti servizi, eppure mancava qualcosa che fosse aggregativo e divertente. Abbiamo visto nel padel l’occasione per aggiungere valore alla nostra realtà. Si tratta infatti di uno sport interessante dal punto di vista sociale, facile da giocare e che si adatta ai più disparati livelli di gioco. È una disciplina inclusiva che permette a tutti di giocare, basta avere una racchetta e qualche pallina”. Eppure, il Padel Club Mercede è qualcosa di più di un insieme di campi pensati per il puro divertimento. Piuttosto una realtà che si muove su due binari paralleli: quello dell’offerta agli associati, che possono vivere la struttura tutto l’anno, e quello del professionismo. “Il nostro circolo è già affiliato alla FITP e abbiamo impostato un’Academy dove poter formare i professionisti del domani”, dice Paride Pizzi, responsabile della realizzazione del circolo. “Quest’anno ospiteremo alcune date dei campionati nazionali e abbiamo mandato la nostra candidatura per fare da casa a diversi tornei professionistici. Nel nostro team ci avvaliamo di professionalità importanti come Chiara Pappacena, numero 1 in Italia, e Saverio Palmieri, voce tecnica di Sky e nostro responsabile tecnico. Poi abbiamo inserito un preparatore atletico, un fisioterapista e un mental coach”.

LA COSTRUZIONE

Villa Mercede è una realtà che esiste dal 2012, mentre il centro padel è di recentissima costruzione. “Prima qui c'era un campo da calcio, poi, sei anni fa,

nacque l’idea di creare un circolo padel”, continua Paride. “I lavori sono iniziati un anno e mezzo fa e oggi vantiamo una struttura davvero all’avanguardia. Perché il progetto diventasse realtà avevamo bisogno di affidarci a partner di alto livello, i migliori sul mercato, e il nome di Ecover ha raccolto l’unanimità della preferenze”. Fin da subito si voleva dare vita a un centro che potesse accogliere ogni tipo di appassionato per poter offrire la migliore esperienza di gioco. “Abbiamo scelto Ecover per le loro coperture di altissima qualità”, dice ancora Paride. “Abbiamo girato parecchio prima di scegliere e ci siamo accorti che spesso ci si trova a praticare questo sport in strutture posticce, poco curate, oppure semplicemente adattate alla disciplina e non studiate ad hoc. Quando siamo stati a Francavilla e abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le coperture offerte dall’azienda, siamo rimasti colpiti: danno davvero l’idea di sicurezza ed eccellenza. Sono coibentate, studiate in modo corretto, si capisce che è un prodotto premium. Non ci abbiamo pensato molto prima di decidere di affidare a loro anche la creazione della struttura della club house. A oggi, dopo che sono passati cinque mesi dalla loro installazione, non ho ancora notato un difetto”. E anche Luigi Clarioni ci tiene a dire la sua. “Siamo arrivati a Ecover dopo una selezione. Avevamo in mente diverse società che fanno coperture. È vero, Ecover non è un primo prezzo, ma penso sia di quanto meglio in circolazione. Hanno anche un’organizzazione affidabile che ci ha permesso di stare nei tempi, tanto che i campi sono operativi da gennaio, prima ancora che finissimo di costruire gli spogliatoi”.

LE INIZIATIVE

Il Padel Club Mercede ha accolto anche un’iniziativa che ha portato le scuole ad approcciarsi al padel. Si chiama Racchette in classe e ha permesso a diversi alunni di trascorrere dai due ai quattro giorni all’interno della struttura per poter approcciare questa disciplina. La proposta formativa si è allargata anche agli over 65, che hanno avuto la possibilità di seguire un corso di formazione di sei mesi che ha registrato il tutto esaurito. “È da sei anni che a Roma questo sport ha registrato una notevole affermazione e sviluppo poiché riesce a coinvolgere persone dagli 8 fino ai 70 anni” conclude Luigi. “Per questo vogliamo rappresentare un punto di riferimento nel settore: grazie alle nostre strutture siamo in grado di ospitare eventi anche di 400 persone e non vediamo l’ora che questo accada di nuovo”.

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LA SVOLTA DEI CAMPI CERTIFICATI

TÜV Italia ha stilato un protocollo di sicurezza per aziende e circoli che può segnare un prima e un dopo per tutto il settore. Ne abbiamo parlato con l’ingegner Andrea Rotundo, a capo del progetto dell’ente di Daniele Pansardi

La crescita spontanea ed esplosiva di un mercato è spesso accompagnata da un periodo di incertezze e confusioni normative, di cui il legislatore italiano tende a occuparsi con un certo ritardo. Una situazione ricorrente nel Belpaese, al pari del trend che vede i privati talvolta sostituirsi allo Stato nell’indicare la direzione da far intraprendere a un determinato settore.

Era improbabile che il padel potesse sottrarsi a queste dinamiche, e così è stato. Fino a poco tempo fa, non esisteva alcun protocollo di certificazione per la sicurezza dei campi, nonostante sia stata raggiunta da qualche settimana quota 8.000 su tutto il territorio. Un vuoto colmato solo dall’iniziativa di TÜV Italia, distaccamento del gruppo TÜV SÜD, ente indipendente di certificazione che ha stilato un’analisi per l’inquadramento e la classificazione delle strutture costruite e sulla validazione e monitoraggio annuale.

TÜV Italia si è inserita in un contesto poco regolamentato, e ha tracciato le

L'intervista

Com'è nata l'iniziativa da parte di TÜV Italia?

Abbiamo avuto il primo approccio al padel con un team building in azienda, dopodiché, grazie a un mio collega che cercava informazioni su come aprire un centro, abbiamo conosciuto Padel Corporation e Italian Padel. Da quel momento è iniziata un'analisi dello scenario in cui ci siamo resi conto che non esistevano norme specifiche in questo ambito, per cui abbiamo iniziato a studiare un protocollo di prova di sicurezza. Come succede per tutti i grossi trend, molti produttori che prima si occupavano di altri settori industriali si sono reinventati costruttori di campi da padel. Un sintomo di crescita del mercato, ma anche di difficile gestione, con poche ispezioni nelle strutture e rischi intrinsechi che non vengono analizzati. Abbiamo voluto fornire una linea guida da seguire per il futuro.

In cosa consistono, nel concreto, le verifiche empiriche di TÜV Italia?

Quando non esistono delle prescrizioni specifiche su un determinato settore, ogni ente certificatore può iniziare un iter per stilare un nuovo protocollo in base alla propria esperienza. Abbiamo raccolto le norme relative a uno sport simile, come lo squash, e ai vetri di sicurezza incrociandoli con il regolamento della Federazione internazionale e, con un'analisi del rischio, abbiamo estrapolato caso per caso i requisiti che potevano essere adatti al padel. Il protocollo di prova è lungo circa 60 pagine. Al suo interno si trovano i requisiti dimensionali generali di un campo, richiamati dalle direttive internazionali, a cui abbiamo aggiunto elementi legati alla nostra esperienza tecnica nei parchi giochi, in particolare per quanto riguarda gli

linee guida per la verifica dei requisiti di sicurezza di un campo partendo da un’analisi del rischio delle attività previste in un impianto di padel, che si basa prevalentemente su test empirici.

È facile intuire come questa novità possa rappresentare un prima e un dopo nella progettazione degli impianti: i costruttori che esibiranno una certificazione TÜV Italia potranno vantare un bollino di garanzia in grado di differenziarli dal resto dei competitor.

Nel momento in cui scriviamo, le società ad aver superato tutti i test sono state due: Padel Corporation e Italian Padel. TÜV Italia ha consegnato i primi certificati nel mese di maggio all’interno del Padel Club Ripamonti (che aprirà prossimamente a Milano) a Padel Corporation e nella sede di Italian Padel a Calvisano (BS). Abbiamo parlato di questo progetto con l’ingegnere Andrea Rotundo, service line manager for mechanical safety di TÜV SÜD.

intrappolamenti. Durante una fase di gioco, per esempio, una persona potrebbe rimanere incastrato con le dita nella rete metallica, per cui le maglie della griglia devono avere delle dimensioni tali per cui un utente può liberarsi senza fatica e senza danni. Il protocollo si divide in tre maxi categorie: l'ambito dimensionale, l'integrità strutturale e la prova empirica. Abbiamo effettuato un'analisi sui componenti critici della struttura del campo ed è balzata subito all'occhio l’importanza dei vetri.

Come si valuta se un vetro è correttamente installato?

C'è una prova d'impatto all’interno della normativa dello squash e del multisport. Da questa base, abbiamo stimato che una persona di 100 kg da metà campo possa raggiungere una velocità massima di 18 km/h prima di impattare contro il vetro per recuperare una pallina. Inizialmente, abbiamo posto come condizione che il vetro non dovesse presentare alcun danno in seguito a questo tipo di incidente. Ci siamo resi conto, tuttavia, che in realtà questo non copriva tutti i casi di rischio possibili. Un vetro che resiste a un impatto del genere, infatti, non esclude un suo possibile danneggiamento in futuro. Invece di domandarci cosa potrebbe fare l'utente per rompere un vetro, abbiamo dato per scontato che, anche a causa di tante variabili esterne, la parete prima o poi si romperà. Partendo da quest'assunto, abbiamo posto come condizione che il vetro debba rompersi in modo sicuro. Banalmente, ciò vuol dire equipararlo al parabrezza di un'auto, che non deve essere indice di rischio o incidente per l'utilizzatore.

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ANDREA ROTUNDO SERVICE LINE MANAGER FOR MECHANICAL SAFETY TÜV SÜD
sotto la lente

Con queste premesse, quali sono le differenze tra vetri stratificati e non? Quando si arriva alla rottura di un vetro monolitico, che non possiede uno strato al suo interno, quest'ultimo esplode con schegge di 20-25 cm che possono potenzialmente cadere da due metri e mezzo d'altezza. Il rischio è notevole, dall'amputazione di un arto alla morte, nei casi peggiori. Non abbiamo voluto accettare, dunque, vetri che non fossero stratificati. Per far sì che si rompano in modo sicuro, è necessario che ci sia una guaina protettiva all'interno della stratificazione. Questo tipo di costruzione permette al vetro, anche in caso di grave danneggiamento, di collassare su se stesso entro i tre e i cinque minuti successivi all'impatto. Un giocatore ha dunque tempo di rendersi conto che il vetro è fratturato e di togliersi dalla zona di rischio.

"A oggi i gestori forse non ne sono a conoscenza ma, essendo loro gli unici responsabili legali delle persone che giocano su un campo, dovrebbero assicurarsi quantomeno che, dal giorno della posa, ci siano tutti i requisiti di sicurezza".

Dopo il soddisfacimento dei requisiti di integrità strutturale, si passa alla visita ispettiva per aziende.

Soddisfare i requisiti dimensionali e di integrità strutturale, passando poi tutte le prove, crea un fascicolo tecnico a cui bisogna aggiungere una visita ispettiva ai siti di produzione. Se tutto viene avallato e approvato, una volta all'anno si procede a un controllo per garantire che il livello di qualità rimanga invariato. Questo vuol dire che i produttori possono cambiare il loro sistema, ma devono comunicarcelo in modo da valutare se c'è un miglioramento o un peggioramento. Tutto ciò dà in mano alle aziende la possibilità di dire che il loro kit per i campi, costruiti con i materiali listati durante l'ispezione e secondo le informazioni offerte ai loro clienti, è certificato, e TÜV SÜD ci mette la faccia come partner del produttore. In caso di contenzioso legale, significa anche che quest'ultimo ha tutto il diritto di poterci contattare per farsi sostenere durante la causa.

Oltre all'iter di certificazione, TÜV SÜD prevede anche un altro tipo di servizio, ovvero l'ispezione di collaudo. Perché e in cosa consiste?

Non essendo un prodotto standard, il campo potrebbe essere ben progettato e certificato, ma installato da un acquirente in un ambiente non sicuro. Le variabili sono infinite. Per questa ragione, noi chiediamo anche l'ispezione di collaudo. Una volta decisa la posizione del campo, andiamo in loco ad analizzare l'ambiente circostante e a valutare gli eventuali rischi per segnalarli, nel caso, con appositi alert. In questo modo, siamo in grado di dire all'eventuale gestore di un circolo che non solo hanno acquistato un campo certificato, ma che un ente terzo riconosce il modo in cui è stato installato.

Cosa rilascerà TÜV SÜD dopo un'ispezione che si conclude in maniera positiva? E perché sarebbe opportuno farla?

Rilasciamo un rapporto di prova che, prendendo a esempio il caso dei parchi giochi, è l'unico documento a garanzia del rispetto del principio moderno della legge italiana, ovvero quello del buon padre di famiglia diligente. È vero che per i parchi giochi la normativa non è obbligatoria, ma se ci fosse un incidente il giudice prenderebbe in mano il fascicolo tecnico e convocherebbe il gestore dell'area pubblica per chiedergli di dimostrare che sia stato fatto tutto il possibile per rendere sicura

la struttura, a prescindere dall'obbligo di rispettare la legge. Se questo non dovesse essere fatto, il giudice attribuirebbe le responsabilità a quel gestore. La stessa cosa vale per i campi da padel, anche se non c'è una legge specifica. A oggi i gestori forse non ne sono a conoscenza ma, essendo loro gli unici responsabili legali delle persone che giocano su un campo, dovrebbero assicurarsi quantomeno che, dal giorno della posa, ci siano tutti i requisiti di sicurezza. Se non c'è un'ispezione di un ente terzo, allora un circolo non ha in mano un documento che ne testimonia la conformità. Se sei mesi dopo l'apertura si verifica un incidente, probabilmente quella struttura non aveva i requisiti adatti neanche dal primo giorno, ma il gestore se n’è comunque assunto la responsabilità legale non sapendo a cosa andava incontro. L’ispezione di collaudo, invece, copre questa fattispecie e attesta che il gestore dell'area ha fatto tutto il possibile per far ispezionare le proprie strutture. Questa certificazione durerà un anno.

"La pubblicità derivata dalla certificazione potrebbe rendere le aziende più visibili a livello nazionale e internazionale, ma se non ci sono approfondimenti nei circoli sportivi loro di fatto vendono 'solo' un kit certificato e basta".

Quanto è durato l'iter di certificazione di un campo per Padel Corporation e Italian Padel?

Per entrambi è durato circa un anno, perché erano i primi progetti. Mentre su un fronte facevamo le prove con i produttori, dall'altra parte io mi confrontavo con il senior product specialist dello sport di TÜV SÜD, che doveva avallare ogni singolo requisito che veniva inserito all'interno del protocollo di prova. Per poterlo fare, aveva bisogno di casi empirici, per cui dovevamo ripetere più volte i test per avere un dato statistico solido e andare avanti. La risposta alla domanda, in ogni caso, è che dipende dalla preparazione del produttore, non solo dalle verifiche empiriche sul campo, ma anche dalle visite ispettive in azienda.

Nel frattempo si sono fatte avanti altre società costruttrici per avere una certificazione?

Sì, e speriamo che questo interesse si allarghi anche alle ispezioni, perché è il vero punto critico. La pubblicità derivata dalla certificazione potrebbe rendere le aziende più visibili a livello nazionale e internazionale, ma se non ci sono approfondimenti nei circoli sportivi loro di fatto vendono "solo" un kit certificato e basta. Ci aspettiamo che i produttori informino i loro clienti finali della necessità di far compiere un'ispezione annuale, che è un requisito per ottenere la certificazione.

Avete avuto contatti con enti pubblici? Quanto siamo lontani da una normativa specifica sui campi da padel?

Abbiamo avuto un timido contatto con la FITP, che però attualmente ha opinioni divergenti rispetto alle nostre. Faccio parte di un tavolo tecnico in cui possono essere invitati tutti gli attori del settore specifico, dai produttori dei vetri a quelli dei campi. È un punto di partenza per la stesura della bozza di una norma di riferimento. Noi possiamo semplicemente dire di aver tracciato delle linee guida da cui prendere spunto. In ogni caso, il trend è talmente grosso e ampio che sta richiamando l'interesse di tanti produttori e di una comunità sportiva sempre più grande. Immagino quindi che l'UNI (Ente Italiano di Normazione) abbia una certa urgenza nel generare una normativa tecnica di riferimento.

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sotto la lente
Da sinistra: Andrea Rotundo (TÜV SUD), Andrea Rossettie Mattia Rossetti (Padel Corporation), Simone Ferro (TÜV SUD) e Alessandro Mileto (Padel Club Ripamonti Da sinistra: Simone Ferro (TÜV SUD), Claudio Galuppini (Italian Padel) e Andrea Rotundo (TÜV SUD)

“IL PRIMO PADEL STORE D’ITALIA”

Così si definisce Padel Store Roma, che è stato un precursore aprendo nel 2016 un negozio fisico interamente specializzato nella disciplina. Fino ad allora presente principalmente sul web

Era il 2016 quando due amici romani, che lo sport lo praticavano solo per diletto, si sono lasciati incuriosire da una disciplina che stava iniziando a prendere piede con i primi campi riconvertiti all’interno dei circoli di tennis. È quindi in seguito a una lunga serie di partite con attrezzatura di fortuna che è nata la necessità che avrebbe portato poi alla fondazione del negozio: provare, toccare con mano delle “pale” con delle caratteristiche

L'intervista

EMANUELE DONATI

FONDATORE, SOCIO

Come nasce il negozio e come siete cresciuti negli anni?

Il negozio nasce nel 2016 da un’idea mia e del mio socio in quanto semplici appassionati di padel. Avevamo iniziato a giocare da qualche anno con amici, e ci siamo accorti che mancava un negozio fisico di riferimento a Roma: gli acquisti infatti si potevano fare solo online, e ciò comportava una grossa difficoltà nel reperimento dei materiali. Per questo ci è venuto in mente l’idea di buttarci in questo mondo del tutto nuovo, creando un punto di ritrovo a livello romano per gli appassionati che volevano provare le racchette che avrebbero acquistato. Nel tempo, abbiamo capito che era in realtà nella stessa Italia non c’era un negozio fisico di questo tipo. Questo ci ha invogliato ancora di più a investire sullo store, e oggi questa scommessa ci ha dato ragione. Come primi, ci siamo dovuti “inventare” i servizi: all’inizio, proprio per sopperire alla mancanza di mercato, fornivamo un test racchette con l’aiuto delle case produttrici. Poi, con la crescita dei punti vendita e l’esplosione del gioco stesso, le case hanno tolto questa possibilità, e oggi si possono provare solo in negozio. Abbiamo provato buttarci anche nella riparazione, ma ci siamo accorti che così la racchetta perde tutte le caratteristiche di una sana, quindi abbiamo deciso di toglierlo.

Cosa comporta essere stati il “primo padel store” di Roma, nonché di tutta Italia?

Per noi è stato soprattutto un vantaggio. Certamente è stato un po’ un salto nel buio, sia per quanto riguardava lo sport in sé che la vendita fisica dei prodotti. Abbiamo notato sin da subito che c’è stato un grossissimo interesse al negozio, e per gli appassionati siamo diventati come un piccolo salotto dove chiacchierare. Da questo punto di vista poi cerchiamo di mantenere alte le visite offrendo quanto più possibile a chi ci viene a trovare, con una selezione accurata di prodotti, ponendo grande attenzione a tutto quello che esce di nuovo e rifornendo lo store con marchi meno conosciuti ma che, secondo noi, hanno prodotti di qualità.

molto diverse da quelle degli sport di racchetta cugini, e che fino a quel momento si potevano trovare solo online.

Nasce così Padel Store Roma, che ha il primato di essersi dovuto inventare il lavoro del negoziante specializzato di padel in Italia. Ma ha anche avuto il vantaggio di “chi meglio alloggia”. Ne abbiamo parlato con Emanuele Donati, uno dei soci fondatori.

La vostra provenienza non ha nulla a che vedere con il mondo sportivo, tantomeno del padel. Come avete mantenuto “accesa” negli anni la passione che vi ha portato ad aprire lo store?

È stata proprio la stessa passione a portarci a mantenere un’attività di questo genere, ravvivata dal fatto che il padel è estremamente divertente. E la “fiamma” è rimasta accesa anche grazie al potere aggregante di questo sport, che ci permette di giocare con i clienti e creare nuove amicizie e legami.

Tra visita al negozio ed e-commerce, quale trovate che sia la preferenza dei vostri clienti? È rimasta la tendenza a farsi consigliare dallo specializzato?

Assolutamente sì, la gente viene ancora in negozio a farsi consigliare. Anzi riteniamo che il servizio migliore che offriamo sia proprio la consulenza: il cliente riceverà sempre quello che secondo noi è il miglior consiglio e prodotto che più si addice alle sue richieste, qualsiasi esse siano. L’e-commerce viaggia su un binario diverso invece, perché è la vetrina che ci fa conoscere su Roma e all’esterno del raccordo, che è dove facciamo la maggior parte delle vendite web. Con coloro che ci visitano invece riusciamo a instaurare un rapporto di fiducia. D’altronde, ciò che davvero conta in un punto vendita è il dialogo diretto tra il giocatore e il negoziante che interpreta le sue necessità. Certo, il sito porta più clientela, ma trovo che l’utente online non sfrutti al massimo quello che possiamo dare.

Come avete vissuto e vivete tuttora la concorrenza in una città così florida in termini di pratica del padel?

In realtà crediamo che il bacino di utenza si sia talmente tanto allargato di recente che non abbiamo risentito più di tanto della concorrenza. A differenza invece degli anni in cui si poteva giocare praticamente solo a padel, quando c’è stata un’esplosione pazzesca di concorrenti. Per fortuna oggi i padelisti sono di nuovo aumentati molto, quindi l’apertura di nuovi punti vendita non ha influito sul nostro budget.

Come avete visto cambiare ed espandersi il padel negli anni?

Il periodo del Covid ha dato una spinta clamorosa a questo sport, incentivando enormemente la costruzione di campi nuovi per accontentare tutti, visto che in certi periodi non si trovavano campi liberi. Oggi il mercato si è espanso ancora e anche la gente è più disposta a spostarsi per giocare, eliminando il problema di trovare campi occupati. Lo stesso fatto di lavorare in smart working ha contribuito a trovare i momenti migliori per giocare.

Pensate che l’exploit del padel a Roma sia un fenomeno a sé stante oppure credete che ci possa essere lo stesso livello di coinvolgimento anche in altre città di Italia, oltre a quelle dove esiste già?

I grandi centri urbani sono sicuramente favoriti nella crescita perché dispongono di una più ampia popolazione. Ultimamente però ho visto che anche i piccolissimi centri hanno un loro campo, a dimostrazione di come il padel possa arrivare ovunque. D’altra parte presenta grossi vantaggi: è uno sport facile da praticare e si possono raggiungere buoni livelli di gioco e divertimento in pochissimo tempo. È questo a decretarne il successo, oltre al fatto che è altamente aggregante, perché giocare e organizzarsi in quattro persone è più facile che in dieci, come nel calcetto. In più, gli spazi ridotti del campo permettono di ricavarne diversi a partire da uno più grosso, come è di recente l’esempio del tennis, dove i circoli stanno convertendo sempre più campi al padel. È per questo che, proprio come il tennis

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Questa passione è rimasta accesa grazie al potere aggregante del padel"
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è ben radicato anche nei centri più piccoli in Italia, trovo che il padel possa avere le stesse potenzialità di espansione.

Secondo il vostro punto di vista, e con un’esperienza così consolidata, quali credete che siano gli sviluppi del padel?

Arriveremo a un punto in cui il mercato e il numero di giocatori diventerà stabile, e forse si organizzeranno tornei come quelli di tennis. L’obbiettivo dovrebbe essere quello di passare da un livello da amatori a uno più professionistico. Io ho speranze a riguardo, ma credo ci siano buone possibilità di vedere anche da noi prestazioni simili a quelle che si vedono in Spagna. Se poi un giorno dovesse diventare uno sport Olimpico e avere la visibilità su reti nazionali importanti e non solo dedicate, sarebbe un grand colpo.

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

Al momento vorremmo consolidare ancora di più la nostra posizione all’interno del mercato romano. Per il futuro magari vorremmo aprire altri punti vendita in altre città, oppure dei corner in circoli sportivi.

SCHEDA NEGOZIO

Padel Store Roma

Indirizzo: via Antonio Serra 54a, 00191, Roma

Numero di telefono: 0683958828 - 3515943003

E-mail: info@padelstoreroma.it

Sito: padelstoreroma.it

Facebook: padelstoreroma

Instagram: @padelstoreroma

Numero sedi: 1

Titolari: 2

Anno di nascita negozio: 2016

Numero vetrine: 2

Metri quadrati totali: 55

Marchi racchette trattati: Siux, adidas, Babolat, Bullpadel, Nox, Starvie, Royalpadel, Head, Dunlop, Wilson

Marchi calzature trattati: Babolat, Mizuno, JOMA, J’Hayber

Marchi abbigliamento trattati: Bullpadel, Siux, Babolat

Marchi accessori trattati: Nox, adidas, Shockout, Siux, Floky, Esacore Padel, Wilson

Altri servizi: assistenza alla scelta della racchetta

padel shop

UN ALTRO PASSO VERSO LE OLIMPIADI

Ai Giochi Europei di Cracovia il padel ha fatto il proprio debutto in un evento internazionale multisport. L’Italia ha raccolto tre medaglie, mentre la disciplina ha compiuto un altro step che la avvicina al grande obiettivo a cinque cerchi di Daniele Pansardi

La partecipazione nei Giochi Europei di Cracovia ha avuto un valore tanto simbolico quanto “politico” per il padel. La disciplina ha preso parte nel programma di una competizione multidisciplinare per la prima volta, segnando un ulteriore step nel proprio percorso di sviluppo e riconoscibilità a livello globale, propedeutico al vero obiettivo di medio-lungo termine. Gli European Games, infatti, sono organizzati dai Comitati Olimpici Europei (COE), l’organismo che riunisce i 50 comitati olimpici nazionali del vecchio continente: è dunque un primo assaggio di competizione a cinque cerchi, fondamentale per poter ambire alle Olimpiadi vere e proprie a partire da Brisbane 2032 (sembra ormai difficile inserirsi per Los Angeles 2028). L’ingresso nella rassegna olimpica è uno dei più grandi obiettivi dichiarati della FIP e del presidente Luigi Carraro, e un progetto del genere presupponeva necessariamente la partecipazione agli European Games, sebbene questi ultimi non siano un evento dal particolare prestigio per giocatori e media. In questo senso, l’atmosfera e il pubblico richiamato nella suggestiva cornice della Piazza del Mercato di Cracovia hanno senz’altro segnato dei punti a favore per la candidatura del padel. Il cammino per assicurarsi le Olimpiadi è ancora lungo, ma le condizioni per il finale lieto sembrano esserci. Del resto, è difficile ignorare il crescente interesse internazionale attorno a questo sport e gli ampi margini di lavoro ancora a disposizione in tanti grandi Paesi, che possono contribuire a rendere il padel più globalizzato di quanto non lo sia oggi. Un processo che richiede tempo e pazienza, ma competizioni come gli European Games (per non parlare delle Olimpiadi) possono essere un volano ideale per amplificare la diffusione della disciplina. “La FIP crede fortemente nelle competizioni multidisciplinari, perché sanno catturare la vera essenza dello sport e sanno creare legami tra atleti di diverse nazioni”, ha dichiarato Carraro. “Il padel ha saputo portare in scena un grande spettacolo all’insegna del fair play e della sana competizione. Dal nostro punto di vista, l’esame è stato superato”. “Con gli European Games, fin dall’inizio abbiamo cercato di includere nuovi sport che potessero avere in futuro una chance di entrare nelle Olimpiadi”, ha aggiunto Spyros Capralos, presidente del Comitato Olimpico Europeo. “Vedendo la quantità di persone che ha assistito alle partite, è facile capire perché il padel sta crescendo così tanto in Europa”.

I RISULTATI DEL PADEL AI GIOCHI EUROPEI 2023

La contemporaneità con il Master di Valladolid del WPT ha privato il torneo delle principali stelle del gioco, ma non ha impedito alla competizione di regalare momenti di grande pathos. La Spagna ha vinto due tornei su tre: doppio maschile e l’interessante novità del doppio misto, su cui la FIP spingerà sempre di più anche nei prossimi anni. A rovinare l’en plein spagnolo è stata propria l’Italia. Nel doppio femminile, Carolina Orsi e Giorgia Marchetti hanno scritto un piccolo pezzo di storia per il Belpaese, vincendo il torneo e confermando l’ottimo stato di salute del movimento femminile. La spedizione azzurra ha collezionato medaglie di tutti e tre i metalli, grazie al bronzo di Chiara Pappacena e Giulia Sussarello sempre nel doppio femminile e all’argento di Davide Cassetta e Sussarello nel misto.

Doppio femminile

1. Carolina Orsi e Giorgia Marchetti (Italia)

2. Marta Barrera e Marta Caparros (Spagna)

3. Chiara Pappacena e Giulia Sussarello (Italia)

Doppio maschile

1. Daniel Santigosa e David Gala (Spagna)

2. Alonso Rodriguez e Pablo Garcia (Spagna)

3. Afonso Fazendeiro e Miguel Oliveira (Portogallo)

Doppio misto

1. Daniel Santigosa e Noa Canovas (Spagna)

2. Marco Cassetta e Giulia Sussarello (Italia)

3. David Gala e Araceli Martinez (Spagna)

Il medagliere

1. Spagna (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo)

2. Italia (1 oro, 1 argento, 1 bronzo)

3. Portogallo (1 bronzo)

40 eventi
Giorgia Marchetti e Carolina Orsi con la medaglia d'oro (credits FITP) Chiara Pappacena e Giulia Sussarello festeggiano la medaglia di bronzo (credits FIP)

SUBITO PROTAGONISTI

Contra Padel nasce da un’idea di Federico Di Giovanni, avvocato con la passione per questo sport. Che con il suo nuovo brand porta l’innovazione a un livello superiore creando, insieme a Luxury Padel, un tour di quattro tappe con finale a sorpresa di Cristina Turini

Il marchio è appena nato, parliamo di marzo 2023. Ma le ambizioni sono davvero grandi. Contra Padel nasce dalla volontà da parte di Federico, il fondatore, di portare prodotti ad alto contenuto tecnologico sul mercato. Questo è il primo driver che guida la creazione del brand. L’innovazione risiede non solo nel design e nel materiale con cui le pale sono realizzate ma anche nello studio dei dettagli. Le racchette lanciate dal brand sono tre, per soddisfare le esigenze di tutti, dal principiante fino al più esperto che può giocare con una pala realizzata in Kevlar, fibra estremamente resistente con cui solitamente vengono fabbricati i giubbotti anti-proiettile.

Per ogni racchetta è acquistabile un kit abbinato, comprensivo di abbigliamento (maglia, shorts e calze) e palline.

Il secondo driver che guida la filosofia di Contra Padel è la creazione di una grande community di giocatori e appassionati con un forte identità. Come? Attraverso l’affiliazione con i circoli padel, per ora una decina in tutta Italia.

IL CALENDARIO

Prima tappa: 8-9 luglio Padel Loft - Roma (maschile e femminile)

Seconda tappa:

22 luglio Padel Club Tolcinasco - Milano (maschile e femminile)

Ultima tappa:

le due coppie (maschile e femminile) vincitrici voleranno il 10 agosto a Portorotondo, in Sardegna, per giocare un’esclusiva partita con vip e ex calciatori, oltre a vincere un kit completo Contra Padel

I padelisti affezionati al marchio, in trasferta per lavoro o svago, potranno rivolgersi e giocare presso il circolo di riferimento per avere un trattamento speciale, dove l’intenzione è quella di costruire una grande famiglia che ruoti intorno al brand. Presso il club sarà anche possibile acquistare le racchette con il kit abbinato.

CONTRA PADEL MAJOR

Nasce in collaborazione con Luxury Padel, realtà fondata da Genny di Napoli e Davide Bettolini, un’organizzazione di eventi Open tra professionisti e amatori con la partecipazione di campioni dello sport, personaggi dello spettacolo e influencer, con l’obiettivo di realizzare eventi che ottengano un’ampia copertura mediatica coniugando i valori dello sport (rispetto degli altri, di sé, delle regole, amicizia, fair play, divertimento) con quelli dei partner, aumentando la visibilità degli sponsor. Una partnership e un’iniziativa importante per accrescere l’awereness di un marchio appena nato come Contra Padel.

La pala è realizzata in Kevlar (i piatti e il resto della struttura sono 100% in carbonio) ad alte prestazioni ed è costruita per resistere anche alle collisioni più dure. Con un peso di soli 370 g e una lunghezza di 460 mm, questa racchetta offre agilità e controllo, mentre il suo spessore di 38 mm offre una presa comoda per gli scambi prolungati. Lo sweet spot di 275 mm assicura che ogni colpo sia potente, preciso e puntuale, rendendolo un partner affidabile per giocatori di livello avanzato e professionisti.

PUNTI DI FORZA

• La costruzione in Kevlar offre un'eccellente resistenza per un uso prolungato

• Design leggero per una migliore manovrabilità e controllo in campo

• Sweet spot unico per la massima potenza e precisione durante il gioco

• Superficie scanalata per una migliore presa sulla palla e colpi più efficaci

SPECIFICHE TECNICHE

• Materiale: Kevlar 100% Carbon Frame

• EVA Black 17

• Lunghezza: 455 mm

• Larghezza: 260 mm

• Spessore: 38 mm

• Peso: 370 g

• Sweet Spot: 275 mm +/- 5 mm

• Equilibrio: Alto

• Finitura: sabbia e opaca

• Superficie 3D personalizzata

41 eventi
LA KEVLAR COLLISION MASTER
contrapadel.eu

IN CAMPO CON GUS NEI TOP RESORT MANGIA’S DELLA SICILIA

Tre giorni e mezzo di tecnica e tattica, per approfondire i fondamentali del padel. Con Gustavo Spector e i coach di SPH di Manuela Barbieri

Per l'estate 2023, l'SPH Team ha pensato di proporre a tutti gli appassionati della penisola, in primis ai propri clienti delle house di Milano, Venezia e Firenze, la possibilità di entrare in campo con Gustavo Spector. Obiettivo: approfondire, in focus tecnico/tattici, i fondamentali del padel.

L'intervista

TEAM DI SPECTOR PADEL HOUSE

Come è strutturato il format di queste experience?

Il format rimane più o meno sempre lo stesso, cambiano invece le strutture ricettive. Sono tre giorni e mezzo - da giovedì a domenica - di sessioni di allenamento (mattina e pomeriggio) con Gustavo Spector e i coach SPH e di tornei dedicati ai padel lover. Il giovedì, essendo il giorno di check-in presso la struttura, l’attività è programmata solo per il pomeriggio.

Quante persone possono partecipare?

Il numero ideale di partecipanti è dai 12 ai 18, perché le strutture hanno due campi da padel.

Per chi sono pensate?

Le nostre experience sono aperte a tutti: ai clienti dei nostri club di Milano, Venezia e Firenze, ma anche agli appassionati che magari vivono nelle città dove non siamo ancora presenti con le nostre house. Tutti possono provare l’esperienza di entrare in campo con un coach SPH o addirittura con Gustavo Spector. Sono aperte a tutti proprio perché il concetto di inclusione è parte del nostro dna ed è uno dei valori che ci distingue.

Chi frequenta già i vostri club ha sconti/agevolazioni per l’iscrizione?

I pacchetti che noi abbiamo contrattato con il Mangia’s comprendono pernottamento e attività padel (il volo è escluso). La parte di ospitalità ha una cifra concordata agevolata per noi. Se una persona prenotasse in autonomia, per intenderci, non otterrebbe lo stesso trattamento. Il prezzo è uguali per tutti. I nostri clienti, però, sono stati i primi a ricevere la comunicazione.

I partecipanti vengono divisi in gruppi in base al livello?

Noi diamo la possibilità a tutti di iscriversi, siano essi medio/avanzati o principianti. Poi, in base al livello degli iscritti, Gustavo li divide in gruppi e fa fare loro diversi tipi di esercizi e attività.

Per garantire agli ospiti anche mare e relax, per queste experience firmate Spector Padel House sono stati selezionati alcuni dei resort più belli della Sicilia appartenenti alla catena Mangia’s. Ne abbiamo parlato con il team del più grande network di club in Italia.

I pacchetti che proponete cosa comprendono nello specifico? Il pernottamento, la parte di focus tecnico/tattico (noi non le chiamiamo clinic) e il torneo finale di sabato e domenica che si fa se solo il numero di partecipanti è tale da permetterci di organizzarlo in gironi. Il resort offre poi tante altre attività di gruppo, come, per esempio, il risveglio muscolare in piscina. Noi le proponiamo, ma ovviamente ciascuno è libero di scegliere se partecipare oppure no.

Come è andata la prima experience che si è svolta l’8 e l’11 giugno presso il Resort Torre del Barone (AG)?

È stata una prima tappa di rodaggio. Hanno partecipato sei persone, ma a giugno, rispetto a luglio e settembre, è più difficile unire l’esperienza padel con la vacanza. I clienti che l’hanno vissuta sono stati molto contenti, più che altro perché il fatto di entrare in campo con Gustavo Spector è un po’ un’esclusiva, un valore aggiunto che tutti riconoscono. La passione di Gus va oltre le lezioni e gli allenamenti con gli atleti della nazionale. L’insegnamento per lui viene proprio dal cuore.

I partecipanti hanno avuto la possibilità di testare anche delle racchette? Essendo noi sponsorizzati da Babolat, i partecipanti hanno potuto provare le Viper, la gamma più tecnica, quelle che fondamentalmente utilizza in campo Gus e che abbiamo nei nostri club. Gustavo si è reso disponibile anche a spiegare i dettagli tecnici di questi nuovi modelli e suggerire la migliore pala, in base alla tipologia di gioco.

Oltre alle tre date di giugno, luglio e settembre, avete in programma altri appuntamenti di questo tipo?

Nei Mangia’s resort queste sono le uniche tre date che coprono i mesi estivi. Stiamo però organizzando delle attività da settembre in avanti, quindi per la prossima stagione, all’interno delle nostre house. Si chiameranno sempre “focus tecnico/ tattici”, ma saranno esperienze di un solo giorno. Struttureremo queste giornate in modo da includere diverse tematiche: dal riscaldamento, alla tattica. A fine agosto/inizio settembre capiremo poi se Cesena entrerà a far parte del nostro network e, nel caso, verrà inclusa in questo progetto.

LE PROSSIME EXPERIENCE

Programma sportivo

• Giovedì: nel pomeriggio, 1.30 di focus in campo con Gustavo Spector e i coach SPH

• Venerdì: sia la mattina che il pomeriggio, 1.30 di focus in campo con Gustavo Spector e i coach SPH

• Sabato: sia la mattina che il pomeriggio, torneo

• Domenica: torneo e premiazione dei vincitori

7-10 SETTEMBRE: RESORT POLLINA (PA)

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padel&travel
6-9 LUGLIO: RESORT BRUCOLI (SR)

IN USA È PICKLEBALL MANIA

È un ibrido di tennis e padel e, negli ultimi anni, ha fatto registrare una crescita esponenziale di praticanti oltre oceano. In Arizona a luglio verrà inaugurato il "Picklemall", uno spazio di novemila metri per giocare indoor di Sara

Una crescita del 35% da agosto 2022 a marzo 2023: questo il trend del pickleball negli Stati Uniti secondo l'Association of Pickleball Professionals, l'organo di governo nazionale di questo sport, che attesta la presenza di quasi 10.000 sedi in tutta la nazione. Questa disciplina è una via di mezzo tra tennis e padel ed è stata ideata nel 1965 da William Bell Jr., Barney McCallum e l'ex politico Joel Pritchard a Bainbridge Island negli Stati Uniti d'America. Il nome deriva da un battello, chiamato "Pickle Boat", che navigava nello Stretto di Puget vicino al primo campo allestito. Attualmente sono migliaia le scuole statunitensi che hanno nel programma il pickleball come attività fisica per gli allievi.

Si gioca all'interno del campo da badminton ed è possibile praticarlo in coppia o da soli così come al chiuso e all'aperto. Si batte l'avversario quando si raggiunge il massimo dei punti che può essere di 11, 15 o 21 punti. Le racchette hanno una forma rettangolare e l'impugnatura risulta più corta di quella del tennis, tanto da avvicinarla per somiglianza a quella del padel. Le palline sono grandi come quelle da tennis e da padel, ma sono in plastica e dunque più leggere, dotate di fori per non essere spinte dal vento quando si gioca in esterno. In Italia il pickleball è arrivato solo nel 2018 quando è stata fondata l'Associazione Italiana Pickleball (AIP) con sede a Tocco da Casauria in provincia di Pescara.

UN NUOVO POLO

Con una domanda che supera l'attuale crescita delle infrastrutture per il pickleball, gli appassionati devono sottostare a lunghi tempi di attesa per un numero limitato di campi. Per questo è stato studiato un piano d’azione intensivo per diffondere velocemente negli Stati Uniti la pratica del pickleball: con questo obiettivo a luglio 2023 debutterà a Tempe, in Arizona, il Picklemall, un innovativo centro indoor che si fa promotore di un nuovo concetto di pickleball al coperto, realizzato da Arizona Mills. Ben 24 campi dislocati su novemila metri quadrati verranno così dedicati a una disciplina che si appresta a una veloce espansione, trainata dalla sua caratteristica di sport semplice e adatto a tutti e dall’alto impatto ludico. Il progetto, guidato dall'amministratore delegato West Shaw e sostenuto dal miliardario e fondatore della Major League Pickleball Steve Kuhn, è il primo esempio di questo tipo negli States, nonché la prima di sede del concept in rapida espansione, che prevede l'apertura di 50 sedi a livello nazionale nei prossimi 24 mesi. L'ambizioso piano di espansione di Picklemall, unito all'enorme sostegno finanziario di Kuhn e di una serie di importanti investitori, mira a ridurre drasticamente i tempi di attesa per le partite, aumentando rapidamente lo standard dei campi da pickleball in stile “campionato” negli Stati Uniti. Alla base di questa grande struttura ci sarà la tecnologia per migliorare l'efficienza dell'esperienza dei giocatori. Inoltre, per poter prenotare i campi in sicurezza, sarà lanciata

un' applicazione disponibile su Android e iOS nei prossimi mesi, per rendere più semplice possibile la programmazione di una partita, la registrazione delle proprie prestazioni e il miglioramento delle proprie abilità. All'interno del campo, il gioco sarà registrato da una telecamera, dando agli sfidanti la possibilità di guardare, analizzare e imparare dalle loro riprese di gioco in tempo reale.

UN PROGETTO SOSTENIBILE

Picklemall si concentrerà esclusivamente sul riutilizzo delle proprietà esistenti di centri commerciali e mall al coperto, dando nuova vita agli spazi vuoti. "Il pickleball è davvero il Benjamin Button degli sport", ha dichiarato Kuhn. "Ogni anno i dati demografici di questo sport diventano sempre più giovani. Il pickleball ha l'opportunità di superare le barriere che ci dividono - età, etnia, classe - per favorire l'aggregazione. Il futuro del pickleball è al chiuso". Le strutture di Picklemall saranno aperte a campionati, clinic, open play, tornei e partite a domicilio. Il Pro Shop, presente all'interno di ogni sede Picklemall, conterrà articoli a marchio Picklemall e attrezzature professionali per il pickleball del partner principale Joola Usa. La struttura includerà anche opzioni per il noleggio delle attrezzature.

ANCHE OUTDOOR

Anche la Grande Mela impazzisce per il pickleball. Sono infatti due le sedi inaugurate a Central Park. Ogni giorno una nutrita comunità si ritrova intorno ai campi del North Meadow Rec Center sulla 97esima strada mentre il Wollman Rink, la celebre pista da pattinaggio sfondo di numerosi film americani, osputa ben 14 campi da pickleball dal 7 aprile al 9 ottobre 2023. Sono garantite 196 ore di gioco al giorno. Su un articolo apparso sul New York Times, viene raccontato come in questo momento molte persone giocano portando le proprie reti su pezzi di marciapiede in giro per la città. A Wollman, non solo sarà possibile ospitare molte persone, ma si giocherà su una superficie acrilica che si srotola come un tappeto.

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Rendering del Picklemall

BEACH TENNIS: IL MALTEMPO NON FERMA I MONDIALI DI CESENATICO

Andati in scena a fine maggio nella città romagnola, gli ITF Beach Tennis World Championships hanno visto sfidarsi ben 750 atleti, con 26 nazioni coinvolte. Numeri che testimoniano lo stato di salute del movimento di Davide

La 14esima edizione degli ITF Beach Tennis World Championships, la 13esima disputata in Italia (solo nel 2012 si è giocato in Bulgaria), si mè tenuta a fine maggio sulla sabbia dell’Arena Beach di Piazza Costa a Cesenatico. Sono state ben 26 le nazioni coinvolte, con 750 atleti in gara su 22 campi da gioco: numeri di successo per un evento che, nonostante l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, ha attirato una media di 3.000 spettatori al giorno, desiderosi di lasciarsi coinvolgere dalle sfide che i grandi campioni hanno messo in scena sull’arenile adriatico, di nuovo teatro dei Mondiali dopo l'ultima edizione del 2018. L’Arena Beach di Piazza Costa è un vero e proprio fiore all’occhiello di Cesenatico e ha accolto, nella sua tribuna da 1.200 posti sul campo centrale, molti spettatori per tutta la settimana di gare, con tanto d’impianto di illuminazione potenziato, per uno spettacolo andato avanti anche in notturna. Raimondo Ricci Bitti, consigliere nazionale della FITP, ha dichiarato: “La presenza di 26 nazioni a questo evento è la dimostrazione tangibile di quanto il Beach Tennis, partendo proprio da questi territori, si sia diffuso nel mondo. Lo sforzo organizzativo della Federazione, specie in questo periodo, è enorme: non solo gli Internazionali BNL d’Italia ma il Sardegna Open di Cagliari, la Firenze Tennis Cup e questi attesi Campionati mondiali di Beach Tennis. È innegabilmente un periodo d’oro per il nostro movimento e il Beach segue a ruota, come dimostrano i numeri di entrambe le discipline”.

Il Beach Tennis fonda le sue radici intorno agli Anni ‘70, sulle spiagge delle coste italiane. Si cominciò con il gioco dei racchettoni senza regole e senza campi delimitati da righe o reti. Si organizzarono competizioni, con regole e caratteristiche diverse da luogo a luogo ma senza avere delle linee guida univoche. Fu solo nel 1996 che nacque il vero Beach Tennis, con campi di dimensioni 16x8 m e con una rete divisoria alta 170 cm. Le regole, a meno di piccole variazioni, sono quelle del tennis, compreso il punteggio, ma si gioca solo al volo e questo lo rende più simile al beach volley. Nel 2003 la FIT organizzò le prime manifestazioni prevalentemente in Emilia Romagna e nel Lazio. Nel 2005 venne costituito il Comitato Nazionale del Beach Tennis e nacque anche il primo circuito italiano di eventi. I primi campionati italiani individuali e a squadre si svolsero proprio nel 2005 e negli anni successivi dal 2007 vennero organizzati i Campionati Europei e Mondiali. Nel giro di poco, la diffusione nazionale e internazionale divenne sempre più capillare con il coinvolgimento della ITF attraverso la regolamentazione a livello globale e tornei in oltre 50 nazioni. Oggi l'obiettivo è quello di farlo diventare sport olimpico.

I RISULTATI

Dopo il trionfo nel doppio misto dell’azzurra Flaminia Daina in coppia con Nikita Burmakin, che nella serata del 20 maggio hanno battuto Greta Giusti e Niccolò Gasparri, nel primo pomeriggio del 21 maggio le tribune del campo centrale si sono riempite per la finale femminile vinta dal duo sudamericano Patricia Diaz - Rafaella Miller con il punteggio di 6-1 6-1 contro quello italianoiberico composto dalla viareggina Elena Francesconi e Ariadna Costa Graell. A seguire, sono scesi in campo i finalisti del maschile: il cesenate Michele Cappelletti con lo spagnolo Antonio Miguel Ramos Viera e il bolognese Mattia Spoto in coppia con il francese Nicolas Gianotti, per l’atto conclusivo, nonché rematch della finale dell’anno scorso. Primo set equilibrato, in cui i campioni in carica Cappelletti-Ramos salgono di un break e si procurano set point sul 5-3, momento nel quale cambia la partita. Il killer-point (40-40) che vale set o contro break viene vinto da Spoto-Gianotti, che infilano anche i successivi tre giochi, chiudendo la contesa con il punteggio di 7-5, 6-2.

Terminano dunque con tre nuove coppie e tre italiani campioni del mondo gli ITF Beach Tennis World Championships 2023. “Un’edizione che doveva essere la festa mondiale del beach tennis e che, per motivi noti, non ha potuto vivere della spensieratezza che ci eravamo augurati. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno lavorato professionalmente, facendo sì che questa edizione potesse arrivare alla fine nel migliore dei modi. La speranza è di rivederci qui anche l’anno prossimo”, ha commentato Paolo Caponigri, direttore del torneo.

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Da sinistra, Patricia Diaz e Raffaella Miller Da sinistra, Mattia Spoto e Nicolas Gianotti PILLOLE DI STORIA

L’ICONICITÀ DEGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA

Il torneo romano è uno degli eventi più attesi e riconoscibili nel panorama del tennis mondiale. Grazie alle novità del format, l’edizione 2023 ha fatto segnare nuovi record di incassi e presenze, anche se l’organizzazione ha ancora margini di crescita di Daniele Pansardi

Durante la conferenza stampa di chiusura degli Internazionali d’Italia 2023, Angelo Binaghi ha indicato quali sono secondo lui i tornei iconici del tennis mondiale: Wimbledon, Roland Garros, Montecarlo e Roma. Un’opinione tanto affascinante quanto iperbolica, ma che ha un suo fondo di oggettività. Del resto, il Foro Italico è uno dei luoghi più riconoscibili per la storia e l’estetica che si porta dietro. Per non parlare del pubblico. L’entusiasmo popolare è ormai un tratto distintivo dell’evento romano, come dimostra il tifo caloroso (a volte pure troppo) che si registra sugli spalti. Un affetto che a maggio ha toccato una cifra da record con 298.138 spettatori complessivi, frutto anche dell’allungamento del torneo a 12 giorni per via della riforma dei Masters 1000 e dei nuovi tabelloni a 96 atleti, che hanno fatto aumentare a 41 le sessioni totali di gioco. Gli Internazionali, insomma, hanno un appeal incontestabile, che è cresciuto negli ultimi anni grazie alla presenza dei Big Three e, più recentemente, dei tanti giocatori italiani di alto livello. Il torneo è diventato una gallina dalle uova d’oro per la FITP che, a ragion veduta, si è adeguata al mercato attirandosi anche diverse critiche per i rincari dei prezzi dei biglietti per quest’edizione 2023. Un trend che però non ha fatto scemare l’esaltazione della folla. Piuttosto, come si è visto quest’anno, l’ha condizionata nelle scelte d’acquisto, indirizzandola verso i campi secondari e lasciando sguarniti gli spalti del Centrale e del Grand Stand soprattutto nei primi giorni.

INCASSI DA RECORD

In 12 giornate di gara, la cifra incassata è stata 22.448.726,90 euro. Anche in questo caso, si tratta di un record. Il torneo è riuscito a superare le aspettative della Federazione, che aveva posto l’asticella del fatturato attorno ai 21,5 milioni. “Nonostante la nostra lunga esperienza, abbiamo sottostimato la portata dell’evento”, ha dichiarato Binaghi. “Ci siamo riusciti con questa situazione meteo disastrosa, e con una prestazione sportiva sotto le attese. Immaginate cosa potrebbe succedere in condizioni meteo normali e con risultati coerenti con il livello di gioco e la classifica dei nostri giocatori e delle nostre giocatrici”. Le altre cifre suonano ugualmente impressionanti. Secondo uno studio commissionato dalla FITP a Ernst&Young, il ritorno economico sulla città è stato di 490 milioni di euro, mentre il livello occupazionale è stato equivalente a 3.230 posti di lavoro a tempo pieno. Per il gettito fiscale, invece, la cifra è di 100,2 milioni, per un torneo “che non usa un euro di contributo pubblico”, come ha sottolineato Binaghi. “Magnificare il nostro fatturato significa dire ai maestri, ai tesserati e al nostro movimento quanto siamo diventati grandi”, ha aggiunto. Da questo punto di vista, i dati premiano il lavoro svolto dalla FITP negli ultimi due decenni. Tra il 2002 e il 2022, i praticanti sono aumentati del 200% passando da 1,2 a 4,1 milioni, mentre gli

affiliati alla FITP sono cresciuti dai 137.068 di vent’anni fa agli attuali 552.648. Dati che confermano come il tennis, insieme al padel, sia uno degli sport più in crescita degli ultimi tempi.

COSA SI PUÒ

MIGLIORARE?

Proprio per l’edizione 2023, inoltre, il Foro Italico ha beneficiato anche di un restyling. È stato inserito un campo in più (il n.12), mentre i tennisti hanno potuto usufruire di più zone a loro disposizione tra spogliatoi, lounge, palestra, ristoranti e aree relax. Dei passi in avanti sono stati compiuti, ma i margini per aumentare e migliorare i servizi a pubblico e giocatori sono ancora notevoli, per esempio sulla logistica e sulla presenza di maggiori aree coperte per i frequentatori del Foro, come riconosciuto dallo stesso Binaghi. La vera svolta, tuttavia, dovrebbe arrivare nel 2026, quando il Centrale avrà finalmente la tanto attesa copertura, essenziale non solo per la pioggia ma anche per far mantenere lo status attuale al torneo. Da quest’anno, infine, l’organizzazione si è impegnata in una “road to gender pay gap”, che porterà nel 2025 a equiparare i montepremi tra giocatrici e giocatori, riportando dunque la situazione più vicina a quella di una decina d’anni fa. La base di partenza è effettivamente molto squilibrata: il vincitore maschile Daniil Medvedev ha guadagnato 1.105.265 euro, mentre Elena Rybakina si è fermata solo a 521.754. Un’iniziativa resa possibile soprattutto grazie allo storico title sponsor BNL BNP Paribas, che proprio prima del torneo ha confermato e rilanciato la propria collaborazione con la FITP: per celebrare i 50 anni al fianco del grande tennis internazionale, il gruppo bancario sarà partner degli Internazionali almeno fino al 2028.

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