Sportivissimo Luglio 2018

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Luca Scortegagna Missione fotografica a Castelluccio di Norcia


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CHI SIAMO

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Siamo due Educatrici che condividono un approccio c persona attraverso progetti condivisi con l’équipe. Crediamo nel lavoro educativo come uno dei motori p migliorare la qualità di vita degli anziani inseriti in struttur

COSA FACCIAMO

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Siamo in servizio dal Lunedì al Sabato, per un totale di 42 or La programmazione annuale delle attività prevede la pianif eventi ricreativi e culturali centrali come ad esempio: F Festa di Natale, Festa dell’Anziano, Feste dei compleanni, p del calendario con protagonisti gli ospiti della Casa, m Olimpiadi dei nonni e Marcia della Famiglia (in collabora Fisioterapiste), gite. Tale programmazione è resa nota nel giornalino (l’Eco) CORNEDO VICENTINO www.lariplast.it Riposo che esce regolarmente ogni inizio mese. Settimanalmente si propongono diverse attività con obiettiv Riabilitazione cognitiva per la stimolazione dell’atte nto memoria e dell’orientamento spazio temporale. Abbigliame Laboratori di terapia occupazionale per stimolare strat che consentano al soggetto di portare a termine at quotidiana. Valdagno (VI) - via E.Fermi 53 - 36078 Attività ludiche per evitare la tel. tendenza 0445 40 17 55 all’isolame percepire al singolo di essere parte integrante di un insiem (ad es. tombola, bowling, tiro al bersaglio, tornei di carte). autofficina Laboratori di attività manuali ed artistiche. Musica e canto (ascolto e produzione). gommista - elettrauto carrozzeria - linea revisioni Gruppi di discussione a tema. Conferenze e cineforum. VALDAGNO - via dell’Artigianato Z.I. tel. 0445 406296 Ginnastica dolce (in collaborazione con le Fisioterapiste).

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IL NOSTRO PRIMO DIRETTORE ricordo di Luigi Centomo

Luigi Centomo è stato direttore di Sportivissimo dal gennaio 2006 al febbraio 2010, quattro anni che sono stati i primi anni di vita del nostro giornale. In questo periodo Luigi ha offerto la sua lunga esperienza di giornalista alla nuova testata in quel modo garbato, sensibile, intelligente che gli era proprio. Fu sua l’idea di realizzare la prima copertina di Sportivissimo con una bella immagine di

Cristina Castagna in vetta al Gasherbrum II. La spiegò dicendo che sarebbe stato bello iniziare la nostra avventura giornalistica-sportiva con una grande donna dello sport qual era Cristina. Ha avuto ragione, come in tante altre occasioni. Se ne è andato presto, noi di quella prima ora di Sportivissimo lo ricordiamo con affetto e riconoscenza, Luigi Borgo, Dorino Stocchero.

All’amico Luigi Centomo di Ignazio Palmeri

Attento giornalista, scrupoloso e intelligente scrittore, dotato di genuina modestia. Forse per queste tue incomparabili doti, il Signore nostro e di tutti ha ritenuto opportuno avocarti prematuramente a Sé. Dolore grande per non aver potuto partecipare al tuo funerale e ancora più grande per la tua prematura dipartita. Un giorno, in occasione della presentazione da parte tua presso la Sala Soster del Comune di Valdagno di uno dei miei lavori, ebbi modo di cogliere una tua lacrima e la tua sincera commozione. Capii quale persona speciale tu fossi. Riposa in pace, amico mio del cuore, Il tuo ricordo vivrà sempre in me.


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editoriale

Anche il Veneto dello sport sta perdendo i suoi gioielli

magazine mensile di sport nco bia distribuito gratuitamente direttore responsabile

Luigi Borgo

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direzione commerciale

Laura Danzo

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redazione e grafica

Paola Dal Bosco Elena Caneva

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segreteria di redazione

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Iscrizione al Tribunale di Vicenza il 21 dicembre 2005 n.1124

Per inserzioni pubblicitarie o per inviare notizie sportive scrivere a:

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rima Sappada, adesso la Marmolada. Non solo il Veneto delle genti, della storia, del territorio, del turismo, ma anche il Veneto dello sport sta perdendo pezzi importanti di sé. Sappada, culla dello sci nordico, è passata in Friuli; la Marmolada, la regina delle Dolomiti, area sciistica tra le più belle al mondo, sta per andare sotto la provincia di Trento. E noi veneti, sciatori e scalatori, alpinisti e sci alpinisti, appassionati di trekking o di semplici passeggiate perdiamo due dei luoghi che per la loro bellezza e la loro storia ci rendevano orgogliosi di essere quello che siamo, gente del Veneto. Proprio come avviene per Venezia, che è così unica da farci sentire fieri di averla come capoluogo di regione. Il Veneto perde pezzi, e che pezzi!, cent’anni dopo che in Italia nessuno parlava più di confini. Accade solo a noi, questo scempio. A nessun’altra regione d’Italia è stata sottratta una qualsiasi parte di sé. Per trovare analogie, bisogna guardare a quello che è capitato all’Unione Sovietica dopo il crollo del muro di Berlino, ma in quel caso le responsabilità storiche e politiche c’erano, eccome se c’erano. In Italia, solo al Veneto è toccato lo smembramento dei suoi territori, perché? Cosa abbiamo fatto di tanto male? Sappada è andata in Friuli per grette ragioni di soldi, grazie ai quali spera in un importante rilancio turistico del paese, attraverso la costruzione di una seggiovia e, nel tempo, attraverso la realizzazione di un grande e moderno comprensorio sciistico, inimmaginabile sotto la giurisdizione del Veneto. La Marmolada, invece, confida, una volta diventata trentina, nella costruzione di una funivia che sale sul ghiacciaio dal passo Fedaia, anche se ce n’è già una da Malga Ciapela, ma quella rimarrebbe in terra veneta, come un binario morto, abbandonato a se stesso. Ragioni economiche, quindi, hanno determinato queste “fughe” dalla nostra regione, sebbene le regioni a statuto speciale non siano poi così virtuose a finanze come dovrebbero essere. E comunque nessuna delle cinque regioni autonome italiane è più virtuosa del Veneto. Quello che conta non è allora avere soldi, ma avere l’autonomia. Autonomia significa possibilità di emanare leggi che riguardino il territorio; significa avere una gestione amministrativa più snella e più veloce e quindi più efficiente; significa poter esigere tasse nel territorio per il territorio. Tutto questo avvantaggia enormemente una regione a statuto speciale, che alla fin fine ha più cassa

di Luigi Borgo

rispetto a quella che l’autonomia non ce l’ha. E poi quando anche non bastassero i soldi, che solitamente non bastano mai, si può sempre ricorrere a quelli che arrivano da Roma, la quale, a sua volta, li ha ricevuti da quelle regioni, Veneto in primis, che non sono autonome. Insomma è bello, lo dico con ironia, vedere Sappada e la Marmolada staccarsi dal ricco Veneto, una delle regioni più laboriose e redditive d’Italia, per andare in cerca di finanziamenti in una regione e in una provincia che hanno avuto lo statuto speciale di autonomia proprio per il difetto loro di essere zone disagiate e depresse, per cui poco redditive. Se è giusto, ed è scritto nella nostra carta costituzionale, che il più ricco aiuti chi è più povero, pagando tasse in percentuali più alte con redditi più alti, la sottrazione di territorio, ovvero di giurisdizione e, in un certo senso, di proprietà, che sta subendo senza colpa il Veneto, è un fatto che, in altri tempi e in altre civiltà, avrebbe potuto scatenare perfino una guerra, oggi, invece, provoca la solita amara constatazione sull’assurdità di certe logiche italiche. Seguitemi nel ragionamento: una regione povera, perché di zona considerata depressa, riceve, oltre ai favori fiscali, amministrativi ed economici, anche una parte del territorio della regione ricca, che, in quanto ricca, non ha nessun favore fiscale, amministrativo, economico, e, in virtù del passaggio dalla regione ricca a quella povera, quel territorio avrà un notevole beneficio economico in forza di quei soldi che la regione autonoma, perché povera, ha ottenuto dalla regione a statuto normale, perché ricca. Siamo o non siamo al paradosso dei paradossi? Al delirio della mente? I veneti hanno votato per avere anche loro l’autonomia che li aiuterebbe a tenersi i loro gioielli territoriali. Però intanto Sappada è andata e la Marmolada chissà… Offesi e un po’ arrabbiati, possiamo fare una sola considerazione che ci riguarda come individui. L’autonomia, abbiamo detto, è una forza straordinaria e l’autonomia, abbiamo capito, significa principalmente tenere nel territorio la maggior parte dei soldi delle tasse pagate nel territorio. Allora, pensiamoci bene a questa cosa, anche quando andiamo a fare i nostri acquisti sportivi e non in quel non territorio, tassato a percentuali irrisorie o addirittura con tassazione estera, che è internet. Perché facendo sempre più così, saremo noi i responsabili della fine dell’economia delle nostre valli.


schio

Castelluccio en plein air

Missione fotografia: Luca Scortegagna ci dona questo reportage in stile impressionista dalle terre colpite dal sisma

di Luca Scortegagna

Ho voluto condividere con voi qualche scatto del mio viaggio a Castelluccio di Norcia (Umbria). Partito da Schio lunedi 9 Luglio 2018 in direzione Castelluccio, famosa per le coltivazioni di lenticchie in distese di campi ricoperti da colori che solo la natura può donare. Ma altrettanto famosa per il sisma che due anni fa ha devastato completamente diversi paesi.

A

rrivando da Ascoli Piceno decido di salire a Castelluccio prendendo la strada che passa per Arquata Del Tronto, scene apocalittiche, ti si spezza il cuore nel vedere un paese letteralmente raso al suolo dal terremoto, e il pensiero va a chi in quei momenti ha vissuto quel dramma, e veder svanire in pochi istanti anni di sacrifici…. Salgo e finalmente tra strade praticabili sì, ma tortuose perché il terremoto ha inevitabilmente spezzato anche parte della strada, arrivo nella Piana di Piangrande a Castelluccio di Norcia e da sopra lo spettacolo è unico, una distesa di campi fioriti, Margherite, Papaveri, Fiordalisi, ecc. un arcobaleno di colori che ricopre una terra ferita Scatto qualche foto e poi scendo, mi dirigo alla piana e li incontro diverse persone, fotografi da tut-

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9 ta Italia che sono venuti a fotografare questo incanto e un signore del posto che mi ha poi fatto da guida La notte decido di passarla a Norcia, anche qui il sisma non ha risparmiato nulla, ma la gente del posto con grande umiltà si rimbocca le maniche e cerca di ripartire quel poco rimasto. La mattina sveglia presto e torno nella Piana di Castelluccio per qualche scatto alle prime luci dell’alba lascio all’immaginazione quanto stupore di tanta bellezza, ma il pensiero è sempre lo stesso, la natura è tanto straordinaria nella suo splendore e allo stesso tempo tanto severa... Grazie Castelluccio.

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1918 Strafexpedition 2018 Trail

Di corsa sui sentieri della GRANDE GUERRA a 100 anni dalla fine del conflitto mondiale. 1918-2018, una storia lunga 100 anni per non dimenticare, è quella della GRANDE GUERRA e della Strafexpedition, la “spedizione punitiva” o “l’offensiva di primavera”

Appuntamento per tutti gli appassionati della corsa in montagna il 2 settembre ad Asiago, alle 7.00 come vuole ormai la tradizione, risuoneranno le note del silenzio militare che precederanno il via ufficiale alla 5ª edizione della StrafeXpedition

trail Running.

Per le iscrizioni on-line accedere alla piattaforma dedicata:

www.enternow.it Oppure presso i negozi:

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di Vicenza

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come venne chiamata, che vide l’esercito austroungarico sferrare un violento attacco agli altipiani vicentini nel tentativo di irrompere verso la pianura.

Oggi, sotto quel nome, si disputa una corsa, una competizione tosta: è lo sport che torna sui luoghi delle passate battaglie per riservare alle migliaia di caduti il dovuto onore.

In cabina di regia sempre gli uomini e le donne della Sportiva7Comuni che anche quest’anno hanno messo a punto i tre percorsi di 21, 35 e 50 chilometri per soddisfare gli appetiti dei tanti trail runners di montagna.

Questi nel dettaglio i tre percorsi di questa nuova edizione 2018:

PERCORSO LUNGO 50KM Dislivello positivo di 2360 mt. Partenza:

Asiago piazza centrale ore 7:00

I primi sforzi saranno sulla ripida salita al Monte Katz, da cui si prende successivamente la pista Stalder fino a raggiungere la zona di Monte Zebio e arrivando al 9° km si raggiunge Malga Zingarella (1° ristoro). Da questo punto si andrà a raggiungere la zona di Monte Forno (2° ristoro). Successivamente quando il contachilometri segnerà il 20° km si raggiungerà il P.le Lozze da dove si salirà in direzione Cima Caldiera e quindi successivamente verso il glorioso Monte Ortigara, percorsi

i Campigoletti (3° ristoro), si affronterà il gran premio della montagna con la salita ai 2336mt. di Cima 12. Con una discesa piuttosto impegnativa e un lungo falsopiano in direzione del Monte Trentin, si affronterà poco dopo la salita alla meraviglia dei 2310mt di Cima Portule da dove si staccherà un lungo tratto in discesa fino a zona Monumenti (4° ristoro) lunga discesa tra prati e boschi fino al bivio di Basa Senocio. Nei rimanenti chilometri si prosegue in direzione Monte Rasta per poi scendere in località San Domenico, laghetto di Lumera e concludere la corsa nella piazza centrale II Risorgimento ad Asiago.


PERCORSO MEDIO 35KM Dislivello positivo di 1426 mt. Partenza dalla piazza centrale di Asiago ore 7:00, ripercorrerà lo stesso tracciato della 50K fino al bivio di Monte Forno (2° ristoro), da questo punto la direzione sarà verso Bivio Italia e lo storico insediamento di Campo Gallina per ricongiungersi poi nuovamente con il percorso dei 50K nella zona dei Monumenti (3° ristoro) e concludere fino ad Asiago come descritto sopra.

PERCORSO CORTO 21KM nuovo tracciato Dislivello positivo di 950 mt. Partenza:

Asiago piazza centrale ore 9:00

Ripercorrerà lo stesso tracciato della 35 e 50K fino al bivio di Malga Zingarella (1° ristoro), da questo punto si scenderà a sinistra per circa 1km per affrontare un bellissimo single track fino al cimitero di Galmarara, successivamente con una breve salita si raggiungerà bivio Croce del Francese, i cimiteri del Mosciagh e successivamente la straordinaria ex caserma di Forte Interrotto nella sua posizione dominante e strategica sulla piana dell’Altopiano. Da qui si prosegue in direzione Monte Rasta per poi scendere in località San Domenico, laghetto di Lumera e concludere la corsa nella piazza centrale II Risorgimento ad Asiago.

La macchina organizzativa targata Strafexpedition 2018 è supportata dagli sponsor: New Balance, Puro Sport, Why Sport, Cantine Nani, Caseificio Pennar, Unipol Sai, Lain Auto, Frigo Valentino, Centro Medico Bios, Cassa Rurale ed Artigiana di Roana, Birra Warsteiner, Rigoni di Asiago, Pastificio Sgambaro. Info: www.strafexpedition.it

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piccole dolomiti

La vita notturna della natura di Dorino Stocchero

Sono molti gli animali selvatici che entrano in attività la sera: per esempio la volpe, approfitta delle ore più tranquille per andare a caccia, mentre il cervo bramisce al tramonto per attirare le femmine. Sono tanti gli abitanti del bosco che si sono perfettamente adattati a vivere in un ambiente illuminato dalla luna e dalle stelle.

L

a notte è sinonimo di oscurità e dunque di rifugio prezioso per certi animali, ma porta con sé anche un raffreddamento dell’atmosfera. Per le specie che hanno la difficoltà a regolare la propria temperatura corporea interna, questa è una vera fortuna: lumache, chiocciole e altri invertebrati trovano nelle ore notturne condizioni ideali. Ma dopo il tramonto si fanno vedere anche vertebrati come i rospi e le rane, in costante ricerca di aria umida e fresca. Al crepuscolo e all’alba gli animali notturni (allocco, civetta,

gufi) incrociano quelli diurni (poiana, sparviere, astore), proprio questi, dunque, sono i momenti più animati e più interessanti della giornata. Mentre gli uccelli migratori (soprattutto i piccoli passeriformi) effettuano nella maggior parte i loro viaggi di notte. All’imbrunire, quando l’oscurità comincia a prendere gradualmente il sopravvento i pipistrelli escono uno dopo l’altro dai loro ripari, il tasso esce dalla sua tana. D’estate è questa l’ora che cicale e grilli emettono il loro canto monotono. Per i predatori affamati, mentre


VENERDÌ 13 LUGLIO OMENICA 22 LUGLIO

SULLA FAUNA E L’AMBIENTE

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CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI RECOARO TERME “GINO SOLDÀ”

DA VENERDÌ 13 LUGLIO A DOMENICA 22 LUGLIO 2018

UNA MONTAGNA DI MERAVIGLIE

che questi animali abbiano passato la notte senza FAUNA SELVATICA E AMBIENTE preoccuparsi di curiosare FONTI CENTRALI TERME DI RECOARO - RECOARO TERME in giro, e che siano ancora a stomaco vuoto quan· CONVEGNO SU GESTIONE FAUNISTICA MIGRAZIONI E CAPANNI do il sole sta per sorgere. · IL MAGICO MONDO DEI RAPACI Devono allora accelerare il · LIBRI SUGLI UCCELLI E FILM IL RE DELLE ROCCE ritmo alla ricerca del cibo, · LUPI E CAMOSCI E IL RITORNO DEI GRANDI CARNIVORI il riccio scava nel terreno qua e là in cerca di qualche · I GIOCHI DI UNA VOLTA preda. Anche la volpe rosVISITATE IL BELLISSIMO DIORAMA APERTO sa prolunga la sua battuta AL PUBBLICO FINO AL 29 LUGLIO di caccia fino alle prime ore del mattino. Quanto agli DELLE FONTI CENTRALI TERME DI RECOARO AZIONE Venerdì 13 a Luglio alle ore rallen16.00 insetti, quest’ora agli sguardi mentre divora- Stare fermi ad aspettare offrendo nessuna presa al tano le loro attività, i medeno le piante, prima che l’ar- per ore, magari inutilmen- nemico. Altro animale piutAPERTURA MOSTRA simi se ene stanno immobili rivo del sole li spinga a star- te, può essere frustrante tosto rumoroso è il cinghiale dalle 8.00 alle 12.00 dalle 15.00 alle 18.00 in cima ai fusti delle grami- sene nascosti tutto il giorno. per un appassionato della che si può sentire da lontae durante gli eventi nacee e dei fiori, lascian- Nascondigli, luoghi riparati natura. Si può decidere di no mentre si apre un varco ZI E GUIDA ALLA CONOSCENZA DELLA FAUNA SELVATICA dosi facilmente osservare. e anfratti sono i posti più andare a cercare gli ani- nella vegetazione, o mentre Mostra sulla Fauna e l’Ambiente Anche i bruchi si offrono adatti per osservare gli ani- mali che si vogliono os- fruga nel terreno in cerca di Diorama faunistico Fotograe Laboratori e Filmati naturalistici FIDC mali notturni. Gli alberi si servare, ma a condizioni di radici e tuberi. Se di notte veneto.it www.federcacciavicenza.it nazionale.it www.federcaccia.org rivelano luoghi di incontro sapersi muovere nel mas- certi animali sono abitualperfetto per i pipistrelli, veri simo silenzio. Pe osservare mente vigili e guardinghi, meglio gli animali, bisogna durante la stagione degli signori della notte. PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA conoscerne le abitudini. amori li vediamo abbassaTutti questi chirotteri posa del Cimone - faunambiente@tiscali.it - www.faunambiente.eu e - Francesco Dalla Vecchia - Cell. 338 1502763 sono occupare cavità natu- Difficilmente riusciremo a re notevolmente la guardia. rali createsi col tempo nei incrociare un riccio tra no- A fine settembre anche a tronchi, infilarsi nei fori sca- vembre e marzo perché è il distanza possiamo sentire vati dai picchi o anche na- suo periodo del letargo. Bi- il cervo che bramisce con scondersi sotto un pezzo di sogna ricordare che questo il collo allungato e le narici corteccia staccata. Chi vuole mammifero evita i luoghi aperte. Il verso gutturale del assistere ad un vero e pro- umidi, predilige i giardini, cervo e riconoscibile per la prio concerto notturno, deve i prati, le radure e i terreni particolarità nel riuscire ad prestare attenzione alle pre- incolti. Il riccio è uno degli attraversare i tronchi degli visioni del tempo. La serata animali meno timidi e quin- alberi senza che questi lo deve essere calma, senza di più facile da osserva- attutiscano, si tratta di un pioggia né vento e bisogna re. Lo stesso essendo ben vero spettacolo della natura. essere alla fine dell’estate o protetto dagli suoi aculei Quando ci si avventura nel all’inizio dell’autunno, que- e tra i pochi a non fuggire mondo della fauna notturna sto è il periodo in cui i pipi- e preferisce immobilizzar- la discrezione è d’obbligo, strelli sono in calore e can- si e appallottolarsi, non tenendo sempre la distanza tano al massimo volume. opportuna dagli animali.

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Successo della coppia Stella-Pieropan al torneo “Medici tennisti vicentini”.

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i è felicemente concluso con la premiazione dei vincitori il campionato di tennis doppio maschile organizzato dall’infaticabile dr. Carlo Morisani per il gruppo “Medici tennisti vicentini”. Tale gruppo di medici, professionisti di varie specialità, si ritrova da qualche anno per incontri amatoriali di tennis di singolare e di doppio. Essi dedicano abitualmente il loro tempo libero a questo sport che cementa le relazioni e contribuisce allo scambio di esperienze professionali nei diversi ambiti lavorativi, ospedale e territorio. Nella serata di venerdì 30 giugno si è quindi svolta la premiazione dei vincitori Stella e Pietropan. I due medici di Valdagno e Recoaro Terme hanno conquistato il primo posto vincendo tutti gli incontri dei set al 9.

Gli incontri sono stati tutti molto combattuti contro avversari di tutto rispetto che nulla hanno concesso ai due vincitori. Soprattutto contro la coppia Rossati-Rossati, padre e figlio, il primo ex campione nazionale over 65, Stella e Pietropan hanno dato prova che nello sport, come nella vita, ci si deve impegnare con tutte le proprie energie per raggiungere l’obiettivo desiderato. Tutte le coppie hanno disputato gli incontri con il massimo impegno, lottando tenacemente su ogni pallina, ma sempre con grande fair play e concludendo con estrema ospitalità gli incontri sportivi. E’ stata un’esperienza bellissima, hanno commentato tutti i partecipanti, vincitori e vinti. Ancora una volta, hanno affermato, abbiamo constatato come lo sport, concepito come stile di vita e praticato con spirito libero continuativamente, sia un vero e proprio “farmaco” che regala costante benessere psicofisico ai praticanti.

Naturalmente la premiazione è avvenuta concludendo a tavola la piacevole esperienza che ha ancor più rafforzato l’amicizia tra i colleghi appassionati di questo bellissimo e difficilissimo sport.

U

n canestro nuovo di zecca fa mostra di sé nella piastra della Parrocchia di Ponte dei Nori. Un regalo per tutti gli appassionati di basket e anche per chi è curioso di provare per la prima volta. Tutti potranno fare qualche lancio anche senza far parte di una associazione sportiva e senza dover prenotare lo spazio, tantomeno pagarlo. La Parrocchia di Ponte dei Nori e la Società ASD Valle Agno hanno unito le forze per offrire un’occasione in più di ritrovo, di gioco, di comunità e per promuovere uno sport bellissimo come il basket. Già dopo poche ore dall’installazione alcuni ragazzi hanno testato il canestro, seguiti dai bambini del Grest, che da quest’anno possono godere di un’opportunità in più. L’ASD Valle Agno conta ­­­­­130 atleti del minibasket (4 istruttori), 40 atleti del basket (5 istruttori) e 107 atlete della ginnastica ritmica (6 allenatrici e 8 aiuto allenatrici). Tutte le info al sito www.asdvalleagno.it . Per ASD VALLE AGNO Marta Penzo


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Festa dello Sport a Trissino Grande successo la Festa dello Sport a Trissino

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l Comune di Trissino attualmente ha un’offerta sportiva ampia e diversificata e con il passare degli anni, si è verificato un aumento costante non solo di chi pratica dello sport, ma anche di richiesta di utilizzo delle strutture sportive di proprietĂ comunale, perennemente occupate. Nel territorio comunale sono presenti le seguenti discipline sportive: karate, pugilato, atletica, tennis, hockey a rotelle su pista, pallavolo, calcio, pallacanestro, pattinaggio artistico, calcetto, danza creativa, ginnastica ritmica, hip-hop, oltre a delle proposte di ginnastica di mantenimento rivolte agli adulti e agli anziani. Queste discipline, ormai consolidate nella comunitĂ trissinese, sono portate avanti dalle Associazioni Sportive Dilettantistiche operanti nel nostro territorio.

pattinaggio


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Le manifestazioni sportive e di promozione dello sport, più significative, che vengono svolte con la promozione dell’Assessorato allo Sport e la preziosa collaborazione della Pro Loco e delle stesse società sportive, sono le seguenti: Festa per lo Sport – Cinema e Teatro all’aperto – Olimpiadi dei Ragazzi – Preghiera dello Sportivo, oltre a quelle organizzate direttamente dalle stesse associazioni e patrocinate dall’Amministrazione Comunale, da sempre vicina al mondo dello sport trissinese.

hockey campioni d’Italia

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Città di Valdagno Assessorato allo Sport

Il più giovane pilota d’Italia spicca il volo da Valdagno

di Giulio Centomo

“Volare, nel blu dipinto di blu” cantava così Domenico Modugno. Oggi cambiano i gusti musicali, ma la voglia di alzarsi in volo è un brivido che fa breccia anche tra i giovanissimi. È il caso di Riccardo Campanaro, 17enne valdagnese che si è conquistato il titolo di pilota più giovane d’Italia. Risale a soli pochi mesi fa l’incontro con il Sindaco di Valdagno e i componenti della Giunta Comunale per il provetto pilota. In quell’occasione, accompagnato da mamma Eliana, papà Andrea e il nonno Giordano, Riccardo ha raccontato del suo percorso e soprattutto delle sue aspirazioni.

Riccardo Campanaro ha 17 anni e sogna l’ingresso nell’Aeronautica Militare Riccardo ha da poco completato il quarto anno dell’Istituto Aeronautico “Card. Baronio” di Vicenza e si è sudato il brevetto di pilota di aerei privati incastrando studio e volo tra gli impegni scolastici. Ora, una volta completato il percorso di studi superiori, c’è l’ambizione di poter entrare nell’Aeronautica Militare. E se non dovesse andare bene non è certo tipo da buttarsi giù e ha già pronto il “piano B”: potrà comunque puntare a pilotare gli aerei civili. Quando nasce la tua passione per il volo? La mia passione nasce fin da piccolo. A trasmettermela è stato papà che aveva un sacco di modellini e mi parlava spesso degli aerei. Poi ho visto Top Gun...

Consegna attestato a Riccardo Campanaro

E per il futuro? Che cosa progetti? Finita la scuola vorrei entrare nell’Aeronautica Militare, ma se non dovessi farcela penso di andare in Portogallo per conseguire tutti i brevetti utili a diventare pilota di linea. In questo caso, poi, Ma cosa significa salire l’obiettivo sarà trovare una così giovane su un aereo? buona compagnia che possa Salire su di un aereo vuol assumermi. dire rallegrare la mia giornata. Quando sono lassù, Da buon pilota e con l’estacon una bella giornata mi te che avanza, quali sono godo ogni volo e mi rilas- tre voli che almeno una so. La tensione non cala volta nella vita consiglieremai, comunque, perché devi sti di fare? sempre avere ben chiaro in Se devo scegliere tre voli mente che hai precise re- imperdibili direi senza dubsponsabilità nei confronti bio e senza andare troppo dei passeggeri e delle per- lontano che le isole gresone a terra alle quali puoi che sono stupende anche fare del male se succedesse dall’alto, così come la noqualcosa. stra bellissima Sardegna. Volare è un bisogno, anche Poi, soprattutto per i giovani solo per 30 minuti in aria a e per chi non disdegna un settimana, ma la voglia è più po’ di festa, non è male nepforte di me. pure una capatina in quel di Ibiza.


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Giornata nazionale dei sentieri: leggere la montagna

a cura di: Sabina Bollori Elisabetta Faccin Domenica 20 maggio 2018, in la tradizionale manutenzione soci e non soci, è stata inserita Massimo Fontana occasione della Giornata Na- annuale dei sentieri ad opera all’interno di VALDAGNO CHE zionale dei Sentieri indetta dal Club Alpino Italiano, la Sezione CAI di Valdagno ha realizzato due iniziative convergenti:

Domenica 20 maggio è da anni, per la nostra Sezione, la giornata dedicata alla manutenzione dei sentieri di nostra competenza . Quest’anno, grazie alla collaborazione con Informa Giovani del Comune di Valdagno, si è arricchita di un momento organizzato all’interno di “Valdagno che legge” cui la nostra Sezione ha aderito con entusiasmo e grazie alla disponibilità dei soci Elisabetta Faccin, Sabina Bollori e Massimo Fontana, è stata organizzata un’escursione con letture “Leggere la Montagna” che ha visto una numerosa partecipazione. La giornata dei sentieri vede diversi soci percorrere i sentieri e rimettere in sesto sia i tracciati che ripristinare la segnaletica il tutto si fa per offrire agli appassionati della montagna la possibilità di frequentarla in sicurezza, ed informati su luoghi e destinazioni. La nostra, come tutte le sezioni

CAI, svolge questo compito, come quello dei corsi di avvicinamento alla fruizione della montagna nelle forme più diverse, grazie alla disponibilità di tanti soci e degli istruttori della scuola di Montagna e del gruppo dei Sogati, tutti, e sottolineo tutti, lo fanno come volontari. Come presidente li ringrazio e mi auguro che sul loro esempio altri giovani si avvicinino alla nostra Sezione per capire e conoscere tutto quello che possiamo trasmettere a chi ama la montagna, non solo come frequentatori, ma come chi ha la voglia di mettere a disponisizione una parte del proprio tempo libero per dare una mano nel portare avanti quelle iniziative che caratterizzano una sezione del Club Alpino Italiano. Enrico Soprana Il Presidente Sezione CAI di Valdagno

di un gruppo di soci volontari LEGGE, manifestazione che e l’escursione letteraria LEG- coinvolge da anni numerose GERE LA MONTAGNA. Questa realtà del territorio. nuova proposta, aperta a tutti,



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Leggere la montagna vuol dire aprire gli occhi al paesaggio e all’ambiente che ci circonda, e lo si può fare anche attraverso le parole e le pagine di chi ha amato andare per monti. Il filo conduttore delle letture è stato infatti il camminare, percorrere sentieri, fare esperienza del paesaggio. “Senza la marcia, che ci costringeva al suo ritmo e ci forzava a vedere, ad ascoltare, a sentire, sarebbe stato meno affascinante”.(Gaston Rebuffat, La montagna è il mio mondo, 1994) Mentre il gruppo dei soci CAI si dedicava ai sentieri in zona Gazza, assegnati alla Sezione di Valdagno, ripristinando tratti franati e liberando accumuli di pietrame, il gruppo escursionistico ha effettuato un itinerario nella zona delle Montagnole, Malga Rove, Rifugio Cesare Battisti, con numerose soste di lettura lungo il percorso. Camminare assieme, e ogni tanto fermarci ad ascoltare qualche pagina, ha significato trovare un altro ritmo, fare dei passi in compagnia di racconti che poi, muovendo le gambe, continuano a risuonare dentro alle persone. “Ci son dei posti in montagna che si riconoscono per punti di sosta. Non vi sono cartelli che lo dicano. E’ come un accordo tacito, concluso chissà quando, fra tutti coloro che, per vie aperte o nascoste, vi sbucano dalla solitudine e poco tempo ritornano a lei.” (Julius Kugy, Dalla vita di un

alpinista, 1925) La montagna si conosce vivendola, con le gambe, le emozioni, la fatica: la montagna si regala nei suoi più ricchi aspetti a chi desidera scoprirla, sia che ci si prenda cura di un sentiero, o lo si percorra in buona compagnia e in ascolto attento. “Improvvisamente mi ridesto nell’immobile realtà di un mattino d’inverno. La neve riposa, tiepida come cotone, poggiata sul davanzale della finestra: i vetri brinati, appena dischiusi, lasciano entrare una luce flebile, intima, che cresce grazie al dolce conforto che incontra. E’ impressionante la quiete del mattino... Dischiudo la porta senza fare rumore, lasciando che la neve accumulata cada all’interno, e faccio un passo fuori, fronteggiando l’aria fina.” (Henry David Thoreau, Una passeggiata d’inverno, 1843) Leggere è un invito ad immergersi nell’ambiente naturale, ad andare personalmente alla ricerca di quelle emozioni che gli autori descrivono, spesso toccando corde capaci di risvegliare memorie, sensazioni, odori e suoni, a volte muovendo la nostalgia ma anche mettendo la voglia di uscire, camminare, andare a vedere e sentire. “Camminò per un paio d’ore e tutto era come allora perché i ricordi gli venivano vividi: un sasso, un albero antico, la linea di un monte, una radura, il frullo di un volo, un sentie-

ro, uno stabbio, un cespuglio: ogni cosa, insomma, aveva per lui una storia e una vita.” (Mario Rigoni Stern, Uomini boschi e api, 1980). Dalle letture escono atmosfere, episodi divertenti, spaccati d’epoca e di vita che ci regalano anche pizzichi di ironia. “Il giorno successivo tutta Chamonix sapeva che una signora francese era giunta per fare l’ascensione. Gli abitanti della valle venerano talmente il Monte Bianco che non riuscivano a credere che una donna convinta di poterlo vincere avesse tutti i venerdì a posto.” (Henriette d’Angeville, La mia scalata al Monte Bianco, 1838) E come ogni uscita che si rispetti, tutti – chi ha lavorato sui sentieri, chi ha cucinato e chi ha camminato leggendo – ci siamo alla fine ritrovati a festeggiare con un bel pranzo assieme nei pressi del Rifugio Cesare Battisti alla Gazza. “Nelle gite in montagna era consentito portare soltanto una determinata scorta di cibi, e cioè: fontina; marmellata;pere; uova sode; ed era consentito bere solo del tè, che preparava lui stesso, sul fornello a spirito. Chinava sul fornello la sua lunga testa accigliata, dai rossi capelli a spazzola; e riparava la fiamma dal vento con le falde della sua giacca, una giacca di lana color ruggine, spelata e bruciacchiata alle tasche, sem-

pre la stessa nelle villeggiature in montagna .” (Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, 1963) Il nostro territorio è ricco di natura, di sentieri, e di possibilità molto varie per chi vuole frequentare la montagna, rispettarla e tutelarla. Una giornata come questa ha messo in luce sia la preziosa attività del CAI nella gestione dei sentieri, sia la bellezza di un patrimonio non solo naturale, ma anche culturale, che la montagna esprime. Le letture, immerse nel suggestivo paesaggio delle Montagnole, hanno accompagnato la camminata in un’atmosfera suggestiva e rilassata, condivisa e gradita da tutti i partecipanti. In futuro vorremmo sviluppare nuove proposte simili e ampliare le opportunità ambientali e culturali offerte dal CAI. Contiamo certamente di riproporre questa iniziativa e di rivederci quindi a camminare e leggere insieme anche il prossimo anno. Come alla Gazza, concludiamo con un passo riferito al più lungo sentiero del mondo, l’Appalachian Trail: “Oh, dimenticavo un’altra cosa. Non è che qualcuno vi costringa a fare tutto ciò. Non siete nell’esercito. Potete rinunciare in qualunque momento. Andarvene a casa. Rivedere la vostra famiglia. Dormire in un letto vero. O in alternativa, poveri idioti che siete, potete camminare per 3500 chilometri attraverso i monti e la natura selvaggia.” (Bill Bryson, Una passeggia-

ta nei boschi, 1997)


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Attività subacquee: le stelle marine di Antonio Rosso Foto Denis Zorzin

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l di là del suo aspetto mite, la stella marina, infatti, è uno dei cacciatori più spietati dell’ambiente marino. Leggiamo a questo proposito quanto scrive P. Colosi negli anni ’50 del secolo passato, nel volume Le meraviglie del mare: ... si tratta di animali che ad una insaziabile voracità aggiungono attitudini inaudite alle aggressioni: simili istinti rapaci sono davvero insospettabili in esseri la cui bocca, per giunta, è sfornita di qualsiasi acconcia armatura. Eppure, se una grossa asteria affamata si trova in presenza di un riccio di mare, questo non riesce in alcun modo a sfuggire al suo destino. Esso può quanto vuole roteare su se stesso ed erigere i suoi pungiglioni; l’altra gli è sopra e, puntellata sull’estremità dei suoi cinque raggi, abbraccia la vittima, che rimane chiusa come entro uno steccato. Ma come divorare una così voluminosa preda? L’asteria proietta fuori dalla bocca l’ampia e robusta parete del proprio stomaco, la distende sulla vittima, emettendo un succo capace di liquefarne con grande rapidità i tessuti, la fa penetrare in tutti gli interstizi del suo corpo, assorbe tutto ciò che v’ha di alimento. E allorché il pasto è terminato, l’asteria ritira il sacco dello stomaco, ricollocandoselo al proprio posto tra gli altri visceri, e si allontana, lasciando come traccia dell’accaduto un mucchietto di quelle placchette calcaree che,

Le stelle marine o asteroidee, appartengono al gruppo dei ricci, dei gigli di mare e delle oloturie. Il corpo ha la forma di una stella, da cui il nome, con vari raggi ed hanno la caratteristica di avere il corpo coperto di spine. Generalmente le braccia sono cinque, ma possono essere sei o, in alcune specie, molte di più, fino a 50. Sotto l’epidermide hanno uno scheletro e all’interno del corpo un’ampia cavità che contiene gli apparati digerente e riproduttivo e, similmente ad altre specie sono anche in grado di rigenerare completamente parti del corpo danneggiate o asportate. Si ciba di molluschi, altri echinodermi e bivalvi che riesce ad aprire con le braccia facendo pressione fino a forzarne le valve per poi cibarsi del mollusco all’interno.


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così ben connesse tra di loro, già formavano la corazza del riccio e gli aculei che la rendevano irta di difese:” Alla proliferazione della specie “corona di spine” si deve, inoltre, la distruzione di chilometri di barriera corallina, in quanto si cibano dei polipi dei coralli.

Per contro sono anch’esse sensibili ai cambiamenti climatici. E’ di soli quattro anni fa la sterminata moria che ha colpito il mare baltico con le spiagge letteralmente ricoperte di stelle marine morenti. In qualsiasi immersione vi è la possibilità di trovarle. Oltre che nelle zone rocciose se ne trovano anche nelle distese sabbiose. Necessario il flash per far risaltare il loro colore. Alcuni subacquei per evidenziare la paura che hanno i bivalvi per le stel-

le marine, posizionano una o più stelle in vicinanza ai pecten o clamis, (canestrelli e cape sante) osservando e documentando gli sforzi spasmodici che questi ultimi fanno ,aprendo e chiudendo in rapida sequenza le valve, per mettersi in salvo, spiccando dei salti, quasi volando. In rete si trovano vari video su tale aspetto. Un punto finale: a me non risulta che le stelle marine siano commestibili, anche se girano foto di alcuni esemplari bolliti. Sconsiglierei di fare prove in tal senso.


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photo: Gianni Calgaro Tempio di Bagan, Myanmar

palleggiare Chinlon è il gioco che consiste nel la pal la ere cad far i ma in cerchio senza

Birmania Chinlon



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recoaro

Il sorriso radioso di Elena

Elena Bertoldi era una ragazza splendida, solare, dai mille interessi. Amava viaggiare, nuotare e soprattutto scrivere. Un incidente se l’è portata via. La ricordiamo in questo articolo a firma del suo papà, nel quale racconta le sue passioni e la sua eccezionale forza d’animo.


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uando Luigi mi ha proposto di fargli avere qualche scritto di Elena per ricordarla su “Sportivissimo” di luglio, sono stato molto felice e ho accettato subito di fornirgli del materiale. Poi, però, ho cercato di capire che cosa poteva risultare interessante per i lettori di “Sportivissimo”. Elena, infatti, scriveva molto ma su temi e generi abbastanza diversi dagli argomenti trattati sulla rivista dello sport vicentino. Non perché non amasse muoversi, ma perché per lei, a causa della sua disabilità, fare attività sportiva era davvero una sfida. Nonostante i suoi grossi limiti, io, però, ho sempre cercato di spronarla a provare a praticare varie attività sportive.

Lo sport nella vita di Elena era fatto di tante piccole pratiche ed esperienze: le prove sugli sci, i giri in tandem e soprattutto il nuoto!

Mi sono, dunque, chiesto: perché non raccontare quello che lo sport era e rappresentava nella vita di Elena? Ricordo lo sci su cima Tunche con il maestro Raffaele e la prima discesa di Elena. Riuscì a scendere da sola tutta la pista. Quanta paura, ma quanta gioia nel vederla completare il percorso!

Per me, era come se avesse vinto una gara di “Coppa del Mondo”. E pensare che poi mi disse che non le piaceva lo sci per il troppo freddo. Provai varie alternative, supportato dalle scuole e da bravi insegnanti. E allora vai con il tennis, con l’arrampicata, con l’equitazione. La portavo in bici con un tandem, perché aveva poco equilibrio. Infine Elena trovò lo sport a lei più congeniale nel nuoto.

E proprio al nuoto, alla scrittura e ai viaggi in camper dedicò tutta se stessa fino all’ultimo giorno della sua breve vita.


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La sua passione per il nuoto incominciò che non sapeva nemmeno restare a galla, ma negli ultimi cinque anni, grazie all’amicizia che aveva instaurato con la sua istruttrice Sabrina, raggiunse ottimi risultati. Nella sua ultima sera in piscina riuscì a completare 32 vasche. Rientrando a casa, era raggiante per il suo, come lo definiva lei, “grande traguardo”. Forse il ricordo più bello che mi porterò per sempre nel cuore è, però, il nostro viaggio lungo il “Cammino di Santiago”, con tratti in tandem alternati a tratti a piedi per coprire brevi distanze, alla ricerca nel 2010 della serenità e dell’unione di una nuova famiglia.

Il nostro “Cammino di Santiago”

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La mattina seguente in bici ci recammo a Pamplona (10 km), per visitare la città famosa in tutto il mondo per la sua corsa dei tori. Ricordo che ne visitammo la Cattedrale, le piazze e i suoi numerosi monumenti fino al tardo pomeriggio, quando recuperammo le bici per percorrere a ritroVerso sera, ripreso il cam- so la strada. per, ci dirigemmo verso le pendici dei Pirenei. Vali- Riposati, ripartimmo con il cammo il mitico passo di camper, seguendo fedelRoncisvalle, fermandoci a mente il famoso percorso visitare l’omonima Abbazia dei pellegrini, evitando, ove per poi proseguire fino a possibile, circonvallazioVillava - Huarte alla ricerca di un approdo per il riposo notturno. opo aver attraversato in camper l’Italia ed esserci fermati per la notte a Lourdes, ci dirigemmo a Saint Jean Pied de Port, uno dei tanti punti di partenza del “Cammino di Santiago”, dove trascorremmo la giornata muovendoci a piedi.


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ni e superstrade. Ricordo che incrociammo decine di pellegrini di tutte le età, ognuno con una sua storia e motivazioni molto personali per seguire le orme di San Giacomo.

Ricordo che al momento di rientrare non riuscivamo a trovare la strada di ritorno al camper, ma, per fortuna, Elena aveva memorizzato alcuni particolari che furono preziosi per poter ritornare in breve tempo alla Proseguimmo per Estella - nostra casa su ruote. Lizarra per passare la notte vicino a Logroño, famosa Caricate le bici, ripartimmo per la sua Cattedrale del XV verso Fròmista, Sahagún secolo con le due torri ba- per fermarci durante la notrocche e il portale rococò, te in prossimità di León. Il ricca di statue e decorazioni. giorno seguente, poiché Elena faticava a tenere il passo, Lasciato il camper vicino visitammo León con calma. all’abitato, visitammo la città Ancora una volta passammo a piedi. Da lì riprendemmo la giornata tra le piazze e le il cammino verso Nájera e vie della città senza scordaSanto Domingo de la Calza- re la famosa Casa Botine di da, per fermarci a una deci- Antoni Gaudí. na di km da Burgos. Il giorno seguente raggiun- Di nuovo in camper ripargemmo in bici la Cattedra- timmo alla ricerca di un le di Burgos, che, essendo campeggio per trascorrere molto grande, ci impegnò una giornata di relax e piaper buona parte della mat- nificare le tappe successitinata. Riprendemmo, ve, i tratti in bici e quelli a quindi, le bici, girando per piedi. le piazze e i monumenti della città. L’indomani partimmo per Cruz de Hierro, ove tutti i pellegrini lasciano un sasso come segno del loro passaggio, luogo ora ric-

co di qualsiasi oggetto, da scarpe logore a copertoni di biciclette, fotografie e bandierine di varie nazionalità. Riprendemmo poi il viaggio verso Astorga, nota per la sua stupenda Cattedrale e il Palazzo Episcopale. E poi subito via verso il castello dei Templari di Ponferrada. Ci fermammo una decina di km prima e in bici raggiungemmo il suggestivo castello.


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Al mattino ci accingemmo a percorrere in camper gli ultimi 220 km che ci separavano da Santiago de Compostela, restando sempre il più vicino possibile al cammino e affrontando qualche strada non proprio larghissima, ma molto panoramica per i begli scorci di case, le numerose chiese e i tanti pellegrini. Quindi via attraverso Villafranca del Bierzo, Sarria, Gonzar, Melide, Arzúa per poi giungere verso sera alle porte di Santiago de Compostela e dormire poco lontano dalla meta. La mattina molto presto iniziammo la visita alla Cattedrale. Elena era molto stanca e perciò decidemmo di terminare nelle prime ore del pomeriggio il nostro personale “Cammino di Santiago” per dirigerci verso il mare e trascorrere qualche giorno di relax. Giunse infine il momento

di tornare a casa: puntammo la prua del camper verso Ribadeo, passammo per Bilbao con il suo famoso Museo Guggenheim e poi ci muovemmo verso l’Italia, passando per Saragozza. Termina così il breve racconto di uno dei più bei viaggi che ho fatto con mia figlia: per niente sportivamente epico, ma indimenticabile soprattutto per i tanti bellissimi momenti trascorsi assieme. Elena si è poi dedicata alla sua nuova passione, la scrittura di sceneggiature. Di questa vi racconterà Luigi che ringrazio per l’opportunità datami di ricordarla. Resterà sem-

pre impressa dentro di me la sua tenace volontà di non mollare mai neanche di fronte a tutte le difficoltà e le prove anche durissime, che la vita le ha riservato, così come non potrò mai scordare il suo contagioso e radioso sorriso.

Ciao, mio faro. Ovunque tu sia, buon cammino. Proteggi da lassù tutti gli sportivi. Ti amo. Il tuo papà


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trail running

4 amici sa in cor

Dolomiti le a tr i n r io g Due Rigo) te n ia r a (V .1 N dell’Alta Via le di 118.06 km, Un viaggio tota3h 12’ 55”. 7610 mD+ in 2 Prendiamo 4 vicentini: Alberto Ferretto, 28enne di Marano Vicentino; Matteo Parise, 25enne di Montecchio Maggiore, Alessio Zambon, 26enne di Zanè; Francesco Rigodanza, 28enne di Schio, e mettiamoli a correre nelle Dolomiti; tutti e 4 appassionati di Trail Running, con alle spalle diversi successi come la partecipazione alla “The North Face Lavaredo Ultra trail”, “Cortina Trail”, “Dolomiti Extreme Trail” e ultima, ma non meno importante, nostra vicentina per eccellenza la “Trans d’Havet”; mettiamo due giornate da urlo e una sincera amicizia tra loro, e abbiamo tutti gli ingredienti di una indimenticabile impresa sportiva.


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L

Nella foto sopra, da sinistra: Alberto Ferretto, Matteo Parise, Francesco Rigodanza e Alessio Zambon

i conoscono bene, dunque, i sentieri delle Dolomiti e, così per gioco, decidono di intraprenderne uno decisamente famoso a livello internazionale: L’Alta Via delle Dolomiti n.1. Fin qui nulla di eclatante, se non ché decidono di percorrerlo in soli 2 giorni.

bero messo meno tempo a piedi che con i mezzi pubblici. Cambio di programma, quindi, partenza da Cortina, allacciamento in Val di Fanes e poi dritti fino al mattino, improvvisando deviazioni poco frequentate con distanze chilometriche troppo ottimistiche. Passano, dunque, per il Laga-

L’Alta Via delle Dolomiti n. 1 si snoda lungo un percorso di circa 125 km e 7.300 m di dislivello in salita, costituito da 12 tappe, che collega il Lago di Braies (BZ) con Belluno. Decidono però di ridisegnare leggermente il percorso una volta scoperto che per tornare a prendere la macchina ci avreb-

zuoi, Passo Giau, Tour del Pelmo, Forni di Zoldo, giro del Civetta, Pescul, Croda da Lago e ritorno a Cortina. 65km e 4100d+ il primo giorno e 50km e 3500d+ il secondo. Ne esce così un percorso studiato ad hoc per i gusti dei 4 amici che lo chiamano simpaticamente “ALTA

VIA N°1 (VARIANTE RIGO)” in onore di Francesco Rigodanza che, guidando il gruppo, ha condotto tutti, bene o male, all’arrivo. Ed è proprio lui a descrivere così la loro avventura: “Appena si arriva in macchina a Cortina non si può che restare a bocca aperta e pensare come tutti gli altri monti siano, al confronto, solo dei grossi collinoni. L’immenso nulla della val di Fanes, i pratoni verdi oltre forcella Giau, i ghiaioni del Pelmo e le pareti del Civetta ancora pieni di neve. Un giro senza pettorale, lungo, in compagnia. Due giorni soltanto. Dove il tempo scorre troppo veloce ma è sufficiente a raccogliere aneddoti per tante birre attorno al tavolo. Un giro in paradiso per diventare sempre più “strani” e “diversi “e allontanarsi ancor di più dal capire le abitudini “normali” di chi nel frattempo va al centro commerciale. Un giro tra amici per condividere la depressione del ritorno, quella in cui si guarda un monitor con lo sguardo vacuo, il tempo passa lento e tutto sembra un po’ meno autentico. L’unico modo è pensare già alla prossima…”


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valdagno

747.. SI CAMBIA!

di Nicole Rubbo

Michele Cervellin, il più grande talento vicentino sulle 2 ruote artigliate, è partito col botto! Infatti il campione chiuppanese si presenta al primo grande appuntamento stagionale con le idee chiare e grinta da vendere e subito vince i prestigiosi Internazionali d’Italia, il trittico che vede molti protagonisti del Mondiale vivere un’anteprima di quella che sarà la stagione alle porte.

P

er i comuni mortali sarebbe già il coronamento di una stagione, ma per chi conosce bene Cervellin sa che siamo solo all’antipasto. Anche per il 2018 il pilota Fiamme Oro della Polizia di Stato, sarà impegnato sia nel campionato Italiano, dove, diciamocelo, è l’uomo

da battere già da qualche anno, sia in quello Mondiale MX2, ove sta accumulando una notevole esperienza che, ben si sta concretizzando, nei sempre più brillanti risultati.

al ginocchio, che ha visto il pilota fermo per ben 2 gare e mezza. Per chi conosce Cervellin comunque, è facile immaginare come il 22enne voglia assolutamente recupe-

Ad oggi sul circuito mondiale, infatti, è in ottava posizione, nonostante uno stop forzato per una distorsione

rare posizioni già a partire dalla imminente trasferta Indonesiana. La notizia che ha scosso il modo del motocross è, però, quella del cambio di casacca per il campione vicentino. Oggi Michele Cervellin è un uomo Yamaha. La possibilità di correre in

“blu” è, come dice Michele, un’importante opportunità anche in vista delle prossime stagioni, l’entusiasmo è palpabile visto che il nuovo team si contraddistingue per la freschezza dei componenti e per l’ambiente altamente professionale. Vedremo quanto positivamente il passaggio in Ya-

maha Team SM Action di Emanuele Giovanelli e Matteo Migliori inciderà nel proseguo della stagione. Gli appuntamenti sono ancora tanti per godersi il “Boing 747” dare emozioni brividi e soddisfazioni. Per i suoi fans e simpatizzanti la location dove seguirlo è solo una: a Chiuppano al bar Caf-


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fè Roma, dove i già 300 tesserati del Official Fan Club si trovano numerosissimi, ogni domenica, per seguire in diretta su maxischermo l’idolo locale sfrecciare nelle piste più o meno distanti.

Le occasioni per andare a trovarli non mancano, di fatto mancano 7 appuntamenti alla conclusione del Mondiale, quindi tutti a Chiuppano la domenica ad emozionarsi e tifare “Cerve 747”!


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schio

Centri tricolore di Lino Bertolli

A

ndrea Trabucco è un ragazzo con lo sport nel sangue. Dotato di una mira infallibile, è anche un ottimo calciatore della San Vito. Il 15 luglio scorso si è riconfermato il più forte tiratore italiano nella specialità Fossa Universale, centrando 197 piattelli su i 200 che aveva a disposizione. Un risultato che aveva già in passato ottenuto, quando nel 2016 conquistò il titolo di vice Campione del Mondo, dietro a un atleta australiano che fece 198 centri su 200. Quest’ultimo risultato di Andrea è stato il migliore dei Campionati

Andrea Trabucco, 19 anni di Schio, si riconferma per la 4 volta Campione Italiano Junior nella specialità Fossa Universale, segnando il miglior risultato assoluto della manifestazione tricolore con 197 centri su 200 piattelli. Italiani 2018, ennesima riprova dell’infinito talento di questo giovane atleta per il tiro. La Fossa Universale è una specialità difficile, ma estremamente emozionante per coloro che assistono alla gara. Attualmente non è ancora nel novero delle discipline olimpiche, ma presto, forse già dalla prossima edizione, lo diventerà. Andrea ha tutti i numeri per essere il nostro porta bandiera olimpico.

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Il suo palmares è fantastico: 3 Coppe del Mondo Junior conquistate nel 2014, nel 2015, 2016. Un titolo di Campione del Mondo e 4 volte vice Campione del Mondo a squadre. Nel 2016 è vice Campione del Mondo. Una carriera straordinaria che lo ha portato a essere un atleta del gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Come dicevamo, in casa Trabucco non c’è solo la passione per il tiro e piattelli, c’è anche il pallone. Il padre di Andrea è il presidente del San Vito Calcio, squadra in cui Andrea è un ottimo centrocampista. Complimenti, Andrea, per il tuo ennesimo tricolore: i risultati sono grandi, ma le speranze grandissime.

Classifiche Gara CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE FOSSA UNIVERSALE

Augurissimi a Giovanni e Marica Il 30 giugno scorso si sono sposati Giovanni e Marica, due grandi sportivi e due grandi amici di Sportivissimo. Da parte di tutti noi gli auguri più belli. Nella foto un amarcord del mitico Sci Club Cornedo anni Novanta. Al centro lo sposo Giovanni Berti tra gli allenatori Claudio Berti e Luigi Borgo, e gli atleti Francesco Campanaro e Alberto Massignani.

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vicenza

In Grecia Sammartin ci prova Thessaloniki (Grecia)

I

l Campionato Europeo Supermoto sbarca in Grecia per il quarto appuntamento della stagione. Naturalmente vista la località e la stagione e se vogliamo una pista molto guidata, gli ingredienti aggiungiamo noi, ci sarebbero stati tutti per rimanere tranquillamente a casa, figuriamoci poi di presentarsi al via con le ossa rotte come il caso del nostro Elia Sammartin, che nonostante le 2 sole settimane dall’operazione decide di provare ugualmente. Un caldo torrido, con termometro che segna i 38° gradi all’ombra è la dura situazione che si ritrovano i piloti sbarcando in terra greca, e fra questi, nonostante le difficili condizioni fisiche anche il chiampese Elia Sammartin intenzionato a difendere l’ottima posizione in classifica assoluta e la prima nella speciale classifica Lites. Una volta ricevuto l’ok da parte del personale medico di Alma Ortopedica, e nello specifico della dottoressa Sangiorgi, ma solamente con l’ausilio di uno speciale tutore “Donjoy” preparato appositamente per il pilota berico, Sammartin può scendere in pista. Le condizioni per uno, operato meno di 2 settimane fa, non è delle più facili ma Elia vuole tentare lo stesso

dando anima e cuore, riesce infatti nonostante il dolore a concludere 13° in gara 1 e 15° in gara 2 dopo essere partito dalla 18 casella, nonostante ciò riesce nell’impresa di conquistare punti importantissimi che lo vedono ancora leader della classe Lites con 28 punti sul francese Cousin e ottimo 6°nell’assoluta della S1GP.

Elia: “correre con una mano è stata davvero dura anche perché non avevo considerato lo stress che avrebbe subito la mia mano destra, sono comunque felice di aver corso, terminato le manche e aver preso punti importanti per il campionato. Ora rientro in Italia e spero di recuperare al meglio per Pomposa per poter correre almeno utilizzando entrambe le braccia”.


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STUDIO 25, una realtà nata tra passione e movimenti

STUDIO25 è una nuova realtà di Arzignano firmata “ASD Pnc Dance Project Hip Hop Dance School” che si occupa dal 2006 della crescita dei ragazzi nel mondo delle danze urbane sotto la direzione artistica del coreografo Luka Raimondi, assistito da uno staff qualificato. La Pnc Dance Project è tuttora la prima e una delle più forti realtà del panorama hip-hop del Veneto. Realtà importante che ha permesso nel 2017 di aprire con successo due nuove sedi, a Salzano (VE) e ad Arzignano. Nel 2017 sono state aperte con successo due nuove sedi a Salzano e ad Arzignano Allo Studio25 Arzignano sono presenti diversi corsi: •Hip Hop Kids: per i bambini dai 6 ai 12 anni che vogliono provare a conoscere il mondo della danza. •Hip Hop Junior: Per ragazzi dai 13 ai 17 anni che voglio approfondire e conoscere le diverse sfaccettature di questo mondo. •Crew gara: KamiKaZe Crew e K-KidZ.

Queste sono le squadre che rappresentano la scuola nelle varie competizioni nazionali e internazionali e si accede tramite selezione. Corsi mixstyle di: •Break Dance •House •Waacking e Voguing, etc... NOVITÀ dell’anno 2018/19 >Corsi Hip Hop adulti! …e altre novità che saranno presto svelate!

La Crew più rappresentativa dello Studio25 Arzignano è la “Kamikaze Crew” nata nel 2014 dalla nostra insegnante, coreografa e responsabile di sede Mirashi Klaudia. Ne fanno parte: Gugole Camilla aka TIGER KAMY, Vittoria Facchin aka VIK BOOM, Vasko Chilese aka VASKO, Sofia Facchinetti aka K-PEPSI, Sofia Rigodanzo aka K-FOX, Gio-


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ia Bevilacqua aka K-JOY, Lucia Dal Barco aka DBK, Vigeth Comberlato aka VEGETA, Alice Dedaj aka BLONDALIS, Camilla Concato aka K-KAMY, Giulia Zecchin aka PUPA. Questi 11 ragazzi dagli 8 ai 13 anni, con tanto studio, passione, dedizione e soprattutto grazie al sostegno dei genitori e alla fiducia posta all’insegnante, hanno avuto molte soddisfazioni, sia singole sia come squadra, conquistando così una serie di vittorie indimenticabili: 3° posto Back To The Style (Pisa) 1° posto Scenario (Padova)

1° posto Fade Out (Padova) + Borsa di Studio per Vittoria Facchin e miglior Ballerino Leonardo Davi 1° posto Play With the Beat (Venezia) 3° posto Urban Shot (Verona) 1° posto Flava Dance Contest (Verbania) 2° posto Valpolicella hiphop festival (Verona) 1° posto Bing Bang ChampionShip (Lonato del Garda) 1° posto Balletti & Show (Vicenza) 1° posto Danzo Ergo Sum (Venezia) 2° posto CrEw Hip Hop Contest (Nogarole Rocca VR) 1° posto Arzignano Got talent 2016


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Altre soddisfazioni che hanno portato sempre più in alto il nome della scuola, sono state quelle nelle competizioni di freestyle individuali ed in coppia, ne elenchiamo alcune: 1° posto 1vs1 - Hiphop Summer Kamp Jesolo Sofia Rigodanzo aka K-Fox 1° posto 2vs2 - HipHop Summer Kamp Jesolo Lucia Dal Barco aka DBK & K-Fox 3° posto 1vs1 - Waack It Out (Bologna) - Sofia Facchinetti aka K-Pepsi 1° posto 2vs2 – Under 12 MayDay (Verona) - DBK & K-Fox 1° posto 2vs2 – Over 13 MayDay - Donky Shot & Mirashi Borsa di Studio presso Bomboclat (Verona) per Gioia Bevilacqua aka K-Joy & Vittoria Facchin aka Vik Boom 2° posto 1vs1 - Waacking H2r (Padova) - Leonardo Davi aka Donky Shot 1° posto 1vs1 - Over Danzo ergo Sum (Venezia) - Sabrina Mirashi aka Sbam 1° posto 1vs1 - Under 12 Danzo Ergo Sum - K-Fox 1° posto 1vs1 - Under 12 Only the brave (Bergamo) - DBK 1° posto 2vs2 - Under

12 The Beast (Padova) K-Fox e Milion 1° posto 1vs1 - Me against the Music SINCE DAY ONE (Verona) - Donky Shot 2° posto 1vs1 - Me against the Music SINCE DAY ONE - K-Joy Quest’anno ci sono state altre soddisfazioni in casa Studio25. È stata creata quasi per gioco un’altra squadra chiamata K-KidZ, composta da 6 piccolissime bambine dai 7 ai 9 anni, alle prime armi ma più agguerrite che mai e sempre seguite da Klaudia. Assieme a lei non sono mancati i podi, tra cui: 2° Posto Scenario (Padova) 2° Posto Fade Out (Padova) 1° Posto Danzo Ergo Sum (Venezia) 2° Posto Urban Shot (Verona)

pitosi show con temi, costumi e storia da perdere il fiato. Questa non è l’unica collaborazione fatta con le altre sedi, durante l’anno è stata creata una mega Crew composta da 61 ballerini per partecipare alle selezione italiana della competizione più importante al mondo, ovvero il WOD “World of dance”, svoltasi a Roma. L’altro evento dove le sedi si uniranno è al saggio di Natale che si svolgerà nel mese di dicembre al palazzetto dello sport di Salzano.

Durante l’anno presso lo Studio25 Arzignano vengono organizzati nel weekend percorsi di studio di diversi stili e con insegnanti molto conosciuti, in tal modo si da la possibilità ai nostri ragazzi di aggiornarsi in continuazione e lavorare in modo Il periodo di gare ormai è completo. terminato, il nuovo obiettivo è il sag- Lo Studio25 inoltre s’imgio di fine anno che si pegna già da anni ad orterrà il 16 e 17 giugno nel ganizzare L’ HIP HOP palazzetto dello Sport di SUMMER KAMP, una setSalzano (VE) in collabora- timana di campeggio a zione con le altre sedi di Jesolo composta da molte Studio25 Spinea e Salza- ore di allenamento, Show, no. Ci saranno due stre- Battle e Party.


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La nuova forma del f itness. L’allenamento diventa funzionale.

N

ell’epoca delle nuove tecnologie, l’allenamento funzionale o functional training nato a cavallo degli anni 2000 negli Stati Uniti, sta ora spopolando nelle palestre di tutto il mondo. Uno schema motorio più efficace, niente classici macchinari della sala pesi, ma esercizi a corpo libero o accompagnati da semplici attrezzi non convenzionali come kettleball, palle mediche, elastici, corde e molti altri. Lo scopo di questi esercizi fluidi e dinamici combinati tra di loro è portare l’individuo ad essere più funzionale. A differenza del classico lavoro analitico che si svolge normalmente in palestra, il functional training è un efficace workout basato sulla riproduzione dei gesti quotidiani che migliora sia le capacità del corpo nello svolgere quei movimenti che vengono normalmente compiuti, sia la prestazione fisica stessa, attivando simultaneamente più fasce muscolari e catene articolari multiple. Coinvolgendo più gruppi muscolari contemporaneamente e non il singolo distretto, l’allenamento funzionale permette di raggiungere in un tempo relativamente breve ottimi risultati in termini di forza, coordinazione, resistenza e tonificazione. Permette di migliorare anche flessibilità e postura, ponendo il corpo al centro dell’allenamento.

È un’attività che può essere praticata da donne e uomini, atleti professionisti e dilettanti che vogliono ottenere un fisico più forte e tonico, sia come allenamento principale che come attività fisica complementare. Grazie alla variabilità degli esercizi e al fatto che il carico e l’intensità dell’allenamento si possono regolare, l’allenamento funzionale è davvero completo ed equilibrato.

L’allenamento funzionale rispecchia i gesti della vita quotidiana, ovvero i movimenti naturali realizzati grazie alla contrazione sinergica di più gruppi muscolari.

Non c’è modo migliore per coniugare movimento, disciplina e divertimento. Un’interpretazione del fitness che merita di essere provata.

Nota: il punto sul quale si concentra l’allenamento funzionale è il rinforzo dei muscoli più profondi del busto e dei fianchi, il cosiddetto core. Il passaggio della


49 forza, generato da qualsiasi movimento, sia con le gambe o in congiunto con altri muscoli, dipende dal rafforzamento di questa zona muscolare. Esempio: i bambini non possono camminare senza che questa regione del corpo sia sviluppata. Il calciatore non calcia forte , il ciclista non pedala bene senza lo sviluppo de core. QUALI BENEFICI COMPORTA L’ALLENAMENTO FUNZIONALE? - Migliora la resistenza muscolare, la flessibilità e la forza congiuntamente. - Migliora la postura e la conoscenza del proprio corpo. - rinforza i muscoli che aiutano a mantenere la colonna vertebrale dritta, contribuendo ad un maggior conforto restando molto tempo seduti. - Oltre a tonificare la muscolatura, l’allenamento funzionale implica una maggiore complessità dei movimenti. Questo aspetto, fa in modo che l’organismo abbia un consumo energetico molto maggiore. - Diminuisce la possibilità di lesionarsi. - Migliora il rendimento sportivo. - Riduce i dolori alla schiena rinforzando il cosiddetto core, che comprende i muscoli lombari, pelvici e delle anche. - È un ausilio per il miglior funzionamento del sistema cardiorespiratorio, in quanto richiede una certa prontezza e velocità nello svolgimento degli esercizi. - Migliora la percezione e il dominio dei movimenti, da quelli più semplici fino a quelli più complessi. - Migliora l’equilibrio e la coordinazione motoria. I risultati in termini di rafforzamento muscolare possono essere uguali a quelli della muscolazione, dipen-

dendo dalle strategie degli esercizi che vengono svolti, dai metodi e dai modi che vengono applicati. La combinazione tra allenamento funzionale e muscolazione per la maggior parte delle persone è la miglior soluzione. Il termine ‘funzionale’ suggerisce già di che cosa stiamo parlando: un tipo di allenamento che porta l’individuo ad essere appunto più funzionale, o in altre parole, più efficiente e adeguato rispetto al mondo in cui vive. Non è un allenamento volto a rendere la persona, ad esempio, più muscolosa o più snella (anche se indirettamente promuove questi due aspetti), ma a sviluppare l’intera sua struttura perché sia solida e i movimenti eseguiti siano corretti, fluidi, naturali. La naturalezza dei movimenti presuppone elasticità dei muscoli, flessibilità articolare e un certo grado di forza. All’interno della nostra quotidianità ci muoviamo ed eseguiamo gesti complessi, cioè non fissi o standardizzati, dunque è importante che il fisico sia prestante in questo senso. La normale pesistica permette ad esempio di riprodurre solo una porzione di quei movimenti che invece affrontiamo tutti i giorni. I vari esercizi proposti nell’allenamento funzionale migliorano la performance fisica a 360° sia in ambito sportivo che nelle attività di tutti i giorni. Un movimento che tutti eseguiamo appena svegli è quello di passare da una posizione sdraiata ad una seduta. Altrettanto spesso capita di dover alzare da terra oppure di dover portare ad un piano sopra la testa un oggetto. A tutti è capitato di dover sollevare oggetti pesanti da terra e di farlo piegando la schiena e non le

gambe. Il concetto basilare è che il corpo è un’unica struttura in movimento e un allenamento efficace deve rispettare questo principio. Perciò questi esercizi mirano a far lavorare i muscoli non uno alla volta, ma in sinergia. Molti sono a carico naturale (ovvero si utilizza solo il peso del proprio corpo) e impattano in modo intenso sulle varie zone muscolari, il risultato sarà naturalmente un corpo tonico e forte. COME SI PUÒ INSERIRE L’ALLENAMENTO FUNZIONALE ALL’INTERNO DEL PROPRIO PIANO DI ATTIVITÀ FISICA? L’allenamento funzionale può essere una validissima alternativa ad altri corsi di fitness, poiché gli esercizi sono diversificati e quindi difficilmente noiosi, ma naturalmente può essere propedeutico al training specifico per una disciplina sportiva. In questo caso è necessario conoscere innanzitutto le sollecitazioni proprie dello sport in questione e utilizzare l’allenamento funzionale per accelerare il normale percorso che prevede, prima, sempre un miglioramento delle condizioni generali e poi del gesto atletico specifico. Naturalmente è indispensabile non sovraccaricare muscoli, tendini e articolazioni, dunque il lavoro e i pesi utilizzati sono sempre proporzionati alla capacità fisica del soggetto in questione; Perciò, i carichi devono essere appropriati, la durata dell’allenamento deve essere adeguata alle capacità individuali e bisogna sempre prevedere una fase di riscaldamento e stretching a fine seduta.


50 ESERCIZI PER L’ALLENAMENTO FUNZIONALE Contraddistinto da movimenti multiarticolari, che vengono svolti su differenti piani e assi, ciascun esercizio di allenamento funzionale sollecita la muscolatura profonda che determina stabilizzazione articolare. Un corretto programma di esercizi per l’allenamento funzionale deve prendere in esame il corpo nel suo insieme in rapporto non solo agli obiettivi, ma anche alle necessità e ai desideri della persona, con l’obiettivo di stimolare e migliorare forza e resistenza dei muscoli stabilizzatori e posturali(soprattutto della muscolatura addominale e lombare), coordinazione, equilibrio, flessibilità, mobilità articolare, forza asimmetrica. Tutti movimenti trasferibili nei gesti di ogni giorno. L’aumento della forza e della resistenza, inoltre, consente un miglioramento delle performance anche per chi svolge sport di squadra, come calcio oppure basket. I benefici dell’allenamento funzionale sono innegabili, ma è altrettanto vero che far fare una serie di movimenti balistici (oppure estremamente instabili) a persone non allenate - o addirittura con problematiche di base - può recare danni maggiori rispetto agli esercizi tradizionali.

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COS’È L’ALLENAMENTO FUNZIONALE? Avete mai provato a immaginare quanti movimenti effettuati nel corso della giornata, apparentemente semplici, sono in realtà complessi? Se analizzassimo soltanto alcune azioni motorie quali per esempio sollevare un peso o prendere un bambino in braccio, caricare le borse della spesa in auto o fare le pulizie di casa, scopriremmo di mettere in funzione e in sinergia un alto numero di gruppi muscolari. Un concetto contrario rispetto alle macchine isotoniche da palestra, che mirano a un maggior isolamento muscolare. Con questo non si vuole assolutamente dire che queste non siano da utilizzare, anzi, sarebbe un grosso errore pensarlo, ma di certo non rispondono al concetto di “funzionale”. In conclusione, questa tipologia di allenamento che nello sport è ormai perfettamente integrata può essere il nostro presente e futuro in un’ottica di ricerca del benessere: siamo nati per muoverci e dobbiamo farlo nel miglior modo possibile, efficientemente. Negli ultimi anni nel mondo del fitness e delle palestre si parla sempre più spesso di allenamento funzionale. Le aree dedicate a questo

tipo di esercizio si riconoscono subito perché sono basate soprattutto sull’attività a corpo libero e sull’uso di semplici attrezzi. Ma cos’è esattamente l’allenamento funzionale? «È un allenamento che riproduce i gesti quotidiani riportandoli in chiave fitness. Per esempio il salire e scendere le scale, il raccogliere a terra e poi spingere in alto una palla di peso diverso. È un allenamento cucito su misura per ogni perso-

na e per le sue necessità, strutturato attentamente per raggiungere gli obiettivi che ci si pone all’inizio del percorso» spiega Luigi Cerretti, responsabile del fitness del Cavalieri Grand Spa Club di Roma, che ha recentemente inaugurato la nuova palestra, insieme a nuovi protocolli di allenamento e a una zona totalmente dedicata a quello funzionale.

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elisabetta pozza (atleta)


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