Prodigio Ottobre 2022 - Giorno del Dono

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Ottobre 2022 - n.5 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ODV SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO V - OTTOBRE 2022 - ANNO XXIII - 134° NUMERO PUBBLICATO pro.di.gio. NATO CON LA CAMICIA Il libro di Daniela Giacchetti sull’importanza della donazione degli organi pag. 3 CLIMA: È ORA DI AGIRE! Intervista al meteorologo Dino Zardi pag. 4 PAESI SENZA BARRIERE pag. 8 Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000Poste Italiane spaSpedizione in abbonamento postale70%DCB Trento. Contiene I.R. 4 ottobre 2022 GIORNO DEL DONO

Il 4 ottobre è il giorno del Dono. L’Italia, infatti, è il primo Paese al mondo ad aver sancito per legge que sta ricorrenza, che celebra la donazione in tutte le sue forme. Donare e donarsi – di fronte all’inverno duro e incerto che ci aspetta – è sicuramente la regola aurea per tenere unita una società sempre più provata, sgretolata e divisa. Donare con responsabilità e spirito di solida rietà, un concetto da non confondere assolutamente con la carità. Perché donare non significa dare cose super flue, liberarci di oggetti scomodi per fare bella figura, ma privarci di qualcosa che in fondo potrebbe servire anche

a noi, perché riconosciamo che l’altra persona ne ha più bisogno. E poco importa che si tratti di un bene materia le o di un pezzetto di noi stessi. Capelli, midollo, sangue, organi, tempo. Doni piccoli e indolori, o più grandi e impegnativi, ma tutti capaci di impattare positivamente la vita degli altri.

E noi su questo numero ne parleremo con l’autri ce Daniela Giacchetti con uno speciale sull’importan za dei trapianti e della donazione degli organi e con il meteorologo Dino Zardi con riferimento al clima, ma anche con Ugo Bosetti che affronta il delicato tema

dell’eutanasia. Sposteremo poi il focus sull’accessibili tà con Diana Anselmo, accessibility manager del festi val di danza Oriente Occidente e con due progetti di sbarrieramento ad Arco e nel cuore del Parco Adamello Brenta. Ma non solo.

Per scoprire tutte le notizie dei mesi di ottobre e no vembre, continua a sfogliare queste pagine. Grazie e buona lettura!

Martina

LE NUOVE SFIDE NELL’UMANO: LACEDONIA RICORDA PINO MELCHIONNA

Il Calendario 2023 (formato A4, a muro, 12 mesi) raccoglie al suo interno dodici magiche foto, selezionate fra quelle che hanno partecipato alla sesta edizione del Premio Melchionna.

Con una piccola offerta di 5 euro destinata a sostenere i nostri scopi associativi, potrai ritirarlo in sede di PRODIGIO a Trento e nei punti di consegna a Rovereto e ad Ala. Con l’aggiunta di un contributo di 2 euro per le spese di spedizione (in Italia fino a un massimo di 5 copie nello stesso plico), potrai invece riceverlo direttamente a casa tua. Per prenotarlo, invia una mail a premiomelchionna@prodigio.it indicando il numero di copie desiderato.

L’estate lacedoniese quest’anno è stata ca ratterizzata da un calendario all’insegna della riflessione e del confronto su temi di attualità, quali la disabilità, le droghe, la maternità sur rogata. Il cuore degli appuntamenti ha interes sato i giorni 8-9-10 agosto, quando a Lacedonia (AV) si sono susseguiti i convegni “Le nuove sfide nell’umano. Agire per il bene comune” con personalità e volontari, che hanno registra to una grande partecipazione e vivo interesse. Non sono mancati momenti carichi di commo zione, come quelli che hanno visto coinvolte le testimonianze sulla disabilità. Toccanti le parole di Giuseppe Laccertosa, Coordinatore Basilica ta Rete Italiana Disabili, che ha sottolineato la sua ferma convinzione, ribadendo “se potessi rinascere, rinascerei disabile”. Nella stessa sera il presidente del Centro Giada di Rocca San Feli ce, Michele Carifano, ha raccontato la realtà del centro presente in Alta Irpinia che accoglie tan ti ragazzi disabili che hanno formato un grup po musicale che presto si esibirà a Lacedonia. Sempre nell’ambito di tale manifestazione, l’in tervento in chiusura di Donata Melchionna, cu gina di Giuseppe Melchionna, originario di La cedonia che a 22 anni, nel 1979, a seguito di un incidente divenne tetraplegico. Giuseppe non si arrese alla sua nuova condizione e nonostante la sua limitazione si prodigò per i diritti dei di sabili, per la loro assistenza e autonomia, fon dando prima la Cooperativa Sociale La Ruota e poi l’Associazione PRODIGIO con l’obiettivo di fornire servizi per disabili e anziani.

Abbonamento annuale (6 numeri)

Chiara

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it2 Ottobre 2022 - n.5 EDITORIALE Proprietà: Associazione PRODIGIO Odv Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Sito Internet: www.prodigio.it E-mail: associazione@prodigio.it Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% Grafica: Publistampa (Pergine Valsugana) Direttore responsabile: Martina Dei Cas Hanno collaborato a questo numero: Luciana Bertoldi, Ugo Bosetti, Giacomo Carbonara, Alessandro Micheli, Marta Nuresi,
Soma, Christine Strangone Copertina: Freepik.com, elaborazione Publistampa In stampa: 1 ottobre 2022
Privati € 15,00; Enti, associazioni e sostenitori € 25,00 con bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT 67G 08304 01846 000046362000 intestato a “Associazione PRODIGIO ODV” presso la Cassa Rurale di Trento indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.” IN EVIDENZA
Direttore responsabile Martina Dei Cas ■ Donata Melchionna, attiva protagonista della vita culturale e politica di Lacedonia e promotrice nella locale biblioteca comunale di uno scaffale che mantenga viva la memoria di suo cugino Pino, fondatore di PRODIGIO.
ANCHE QUEST’ANNO IL PREMIO MELCHIONNA DIVENTA CALENDARIO!
a cura del Comune di Lacedonia (Avellino)

NATO CON LA CAMICIA

Un libro-diario per sensibilizzare sull’importanza della donazione degli organi

“entrata” in lei. Un po’ perché entram be donne, entrambe mamme. Andrea è stato più difficile da analizzare, seb bene lo conoscessi da più tempo: parco nella condivisione di emozioni, rias suntivo nei racconti, quasi sbrigativo, non per questo meno intenso. Perché la paura che ha provato gliela leggevo negli occhi. Da subito mi sono sembra ti chiari i ruoli: lui si è affidato in qual che modo a lei, che ha tirato le fila del loro dramma. Ciononostante, Andrea è stato un protagonista assoluto, anche se un po’ più in ombra.

I Ficosecco sono una famiglia come tante: mamma Alessia, papà Andrea e due bambini, Giulio e Leonardo. La loro routine fatta di giochi, colori e passeggiate con il cane Poldo, però, viene sconvolta dalla scoperta che il più piccolo dei fratelli, Leonardo, ha una malattia rara: l’atresia delle vie bi liari. Per curarlo serve un trapianto di fegato. “Nato con la camicia” è il dia rio dei difficili anni passati su e giù per l’Italia tra ecografie, ricoveri, diagnosi e centri trapianti. A scriverlo l’amica di famiglia Daniela Giacchetti, capace di restituire con semplicità, umanità e dolcezza una storia universale, dove l’angoscia, lo sconforto, la rabbia, il co raggio e la speranza si intrecciano ri cordandoci quanto sia importante do nare gli organi, investire come sistema Paese in una sanità pubblica di qualità ed essere presenti nella vita degli ami ci, dei conoscenti e dei familiari che stanno affrontando la malattia, anche solo offrendoci di cucinare un piatto caldo o fare la lavatrice.

Daniela, tu per professione scri vi, gestisci social media, organizzi eventi e per passione, invece, giochi a beach volley. Questo sport ti ha fat to conoscere Andrea e la storia della sua famiglia. Come ti è venuta l’idea di trasformarla in un libro?

Da tempo cullavo l’idea di scrive re un libro, ma non sapevo bene su cosa e come. Andrea giocava a beach con me. Una volta, in spiaggia, mi raccontò del percorso affrontato con Leonardo. Alessia, invece, la cono scevo meno. Poi, un giorno, dal nulla,

quasi temendo di “chiedermi trop po”, lei mi contattò su Facebook e mi chiese se me la sentivo di scrivere la storia in un libro, pro bono. Voleva lasciare una “memoria” di quanto accaduto ai figli e sensibilizzare l’o pinione pubblica sulla necessità della donazione di organi. Essendo figlia di padre trapiantato, mi sembrò un incastro perfetto. Mi vennero letteral mente i brividi e dissi subito di sì.

Raccontare la storia di un neona to che lotta per sopravvivere a una grave malattia è doloroso. C’è stato qualche passaggio che hai fatto fati ca a scrivere?

Sì. Giunta a metà stesura, ho avu to il famigerato blocco dello scritto re. All’inizio, mi interrogavo su come coinvolgere i lettori, senza annoiarli con i termini medici. Poi, un pome riggio mentre guidavo, il libro mi si è aperto nella mente da solo: ho comin ciato a immaginare ogni personaggio della famiglia che narrava la sua par te… e così è stato. Ascoltavo i racconti dettagliati di Alessia, entravo nel suo “io” e nelle sue emozioni, forti, potenti, travolgenti. Mi immaginavo nei panni di ciascun membro della famiglia, per sino in quelli del cane Poldo. E quan do scrivevo, ero loro. Con Andrea è stato più difficile perché è più chiuso, l’opposto di Alessia. Poi, verso metà libro, il blocco! Per un po’ ho smesso di scrivere, non riuscendo bene ad in dividuare quali emozioni mi avevano portata allo stop. Ho lasciato che pas sasse da solo. E così è stato. Ho ripreso e finito il lavoro. Oggi penso che siano state le troppe emozioni a bloccarmi. Immaginarmi nei panni dei Ficosecco, mettere nero su bianco il loro vissuto è stato qualcosa di grande da digerire. Un coinvolgimento molto provante.

Che cosa ti ha colpito di Alessia e Andrea quando hanno cominciato ad affidarti la loro storia?

Le differenze. Il modo diverso con cui hanno saputo raccontare fatti ed emozioni. Entrambi totalmente coin volti, con modalità personalissime. Da Alessia mi arrivava la necessità di tirare fuori tutto il trauma, il dolore, la paura, la speranza, la forza. È stata come un libro aperto: si è affidata a me e io sono

In questo libro, racconti una storia di rinascita, analoga, per certi versi, a quella della tua famiglia. Come ave te affrontato il percorso del trapianto assieme al tuo papà e che ricordo hai del momento in cui vi hanno confer mato che c’era un rene disponibile?

“Nato con la camicia” è dedicato a mio padre, fin dalle prime parole. Un regalo per dimostrargli quanto fossi orgogliosa di essere sua figlia e per rin graziarlo per i suoi insegnamenti me ravigliosi. Lui ha avuto i primi segnali della malattia quando io nascevo e ne gli anni ha passato tutte le fasi correla te: dall’alimentazione senza sale e sen za acqua, alla dialisi peritoneale, infine alla emodialisi. Con un bel contorno di farmaci, tanti! Una vita di privazioni. Veramente difficile. Mia madre è sem pre stata la sua assistente numero uno e lui ha affrontato tutto con il sorriso, guardando al lato positivo delle cose. Aveva una totale fiducia nella scienza, nella medicina e nell’approccio po sitivo alla vita, ed è stato un paziente modello. Ha avuto una gran cura di sé. Diceva sempre che «la vita è un bene prezioso e va tenuta a conto, bisogna volersi bene». Si era messo in lista per il trapianto e, proprio quando pensava di essere ormai troppo in là con gli anni, una notte – di sabato, come tristemente spesso accade – lo hanno chiamato: c’e ra un rene disponibile per lui e lo invi tavano a partire subito per Verona. Ha telefonato a noi tre figlie, chiedendoci un parere. Lo abbiamo esortato a par tire immediatamente e così, accompa gnato da mio zio, è andato. È stato un bel momento, che nei miei ricordi asso cio alla nascita di mia figlia, avvenuta poco tempo prima, e quindi alla Vita. Vita che, comunque va detto, dopo un trapianto non torna normale: si rima ne soggetti fragili. Noi, la sua famiglia, abbiamo sempre guardato con ammi razione a quanta cura si è preso di sé e al miracolo che ha compiuto: quel rene donato, lui è riuscito a portarlo – anche piuttosto bene – per ben ventidue anni.

Cosa significa la parola «trapian to» per te?

Significa dono, vita, speranza, amo re. Ho una visione piuttosto laica della vita, credo alla scienza più che ad altro, ma penso che gli angeli esistano: sono quelle persone in carne ed ossa che

■ Nato con la camicia, Ventura ed. (2019), p. 223.

sono capaci di donare. Donare se stessi è il dono più grande che si possa fare.

Quanto è diffusa la pratica del la donazione degli organi in Italia? Secondo te, i numeri bassi sono que stione di resistenza culturale o una sorta di convinzione che “tanto a me non succederà”?

Penso che la pratica delle donazio ni abbia raggiunto, oggi, numeri più elevati rispetto al passato, ma non an cora sufficienti. Fortunatamente, se ne parla di più e così facendo si abbattono molti tabù. L’opera di sensibilizzazio ne per argomenti come questi è fon damentale, ma non può essere lasciata solo a qualche organizzazione o ai sin goli. Credo che le politiche governa tive, le istituzioni, le scuole, debbano fare molto di più e tirare giù quei muri costruiti da anni di ottusità culturale e religiosa, o da semplice mancanza di informazioni e di formazione, che non può essere quella dei social, altrimenti si scatena la disinformazione, o peg gio, la formazione fake.

Come possiamo promuovere una più diffusa conoscenza di questi temi?

Parlando, raccontando, scrivendo, testimoniando, sensibilizzando. Con il coinvolgimento ufficiale delle istituzio ni. Mi piacerebbe si facesse formazione su questi temi a scuola, invitando testi moni, raccontando storie vere. Non c’è peggior nemico dell’ignoranza.

Ci sono nuovi libri in cantiere?

Mi piacerebbe. Ma è una sorta di loop continuo. Sono nella stessa fase pre “Nato con la camicia”. Quindi, chissà se un altro libro verrà a cercar mi e trovarmi!

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 3 Ottobre 2022 - n.5STORIE CHE ISPIRANO
■ Andrea Ficosecco e Daniela Giacchetti. Entrambi marchigiani, si sono conosciuti giocando a beach volley. In foto, durante un torneo organizzato dall’Associazione Italiana Donazione Organi (AIDO) per sensibilizzare su questi temi. Venerdì 28 ottobre alle ore 20.30 Daniela Giacchetti presenterà il suo libro alla Biblioteca di Avio, in occasione della rassegna lettera ria “Dessert con l’autore”. a cura di Martina Dei Cas ■ Daniela Giacchetti, giornalista, lavora come responsabile ufficio stampa/comunicazione. È donatrice di sangue Avis.

CLIMA: È ORA DI AGIRE!

Ne parliamo con il meteorologo Dino Zardi

Era il giorno del mio ventesimo compleanno e io mi apprestavo a scartare i regali degli amici. A un certo punto rimasi stupito e attonito nell’ascoltare il ruggito di tuoni, che per la loro intensità non dimenticherò mai. Mi affacciai alla finestra e quel che vidi mi stupì: un diluvio di una violenza e di una forza tale da farmi percepire alla fine del temporale, un canto diverso dal solito, da parte dei

volatili che abitano gli alberi vicini a casa mia. Questo, come tanti altri in cubi ad occhi aperti, saranno sempre più frequenti, come hanno potuto constatare gli abitanti della provin cia di Ancona il 15 settembre scorso. E ci saranno incubi talmente intensi e grandi da far fuggire popolazioni che non potranno più sopportare le temperature, che diverranno sempre più umanamente insostenibili con

difficoltà dovu te anche alla ca renza di cibo e di acqua. Servirà quindi uno sta tus di rifugiato climatico che at tualmente non è presente. Perché le persone coinvolte in queste situazioni non saranno po che, anzi, al contrario si parla di circa un miliardo di esseri umani. È come se negli anni avessimo dimenticato la bellezza della natura che ci circonda. Una natura che secondo me è come una donna, la donna che ci ha donato la vita.

Per approfondire questi temi, ab biamo chiesto aiuto al meteorologo Dino Zardi, professore all’Universi tà di Trento e ideatore del “Festival meteorologia” di Rovereto.

Professor Zardi, quali consigli pra tici si sente di dare alle generazioni fu ture per convivere con i cambiamenti climatici?

In futuro vedremo sempre meno precipitazioni. È quindi opportuno creare serbatoi per la raccolta dell’ac qua piovana. Al contempo, si veri ficheranno delle precipitazioni più intense, che richiederanno più atten zione da parte di tutti per la preven zione dei disastri naturali come, per esempio, la pulizia di fiumi e torren ti. In generale, bisognerà essere più preparati ad affrontare fenomeni an che estremi sapendo cosa fare e im parando a consultare con attenzione i bollettini e le allerte e ricordare sem pre che il bene più prezioso è la vita umana, non i beni materiali.

In Sudafrica, nel 2017, si arrivò al cosiddetto “giorno zero”, ovvero al giorno in cui le riserve d’acqua non erano più sufficienti a coprire il fab

bisogno del Paese. Secondo le attuali previsioni, arriveremo a una simile data anche in Italia? Se sì, quando?

È improbabile che ciò accada, ma sarà importante contingentare l’uso dell’acqua, stando attenti a non spre carla.

Come viene vista da parte delle centrali idroelettriche questa crisi idrica?

La situazione è critica. C’è come è intuibile, molta più difficoltà, ma il supporto da parte della rete territo riale attraverso previsioni meteorolo giche più precise e puntuali, è impor tante per poter pianificare meglio il lavoro svolto all’interno delle centrali stesse.

Nonostante le evidenze, ci sono ancora molti negazionisti del “cam biamento climatico”. Cosa possia mo dire per convincerli?

Non vale la pena impegnare i no stri sforzi per questa causa. È molto meglio andare avanti per la nostra strada.

Come si presenta il terreno in Trentino Alto-Adige, vista la grande siccità dei mesi scorsi?

La situazione nel complesso è mi gliore rispetto ad altri territori. Ma vale la pena sottolineare che la situa zione interna è disomogenea per la grande diversità che contraddistin gue la zona. Uno dei territori che sof fre di più è la Val Venosta.

Le bollette, fra speculazione e guer ra, aumentano. Secondo lei, questi rincari ci faranno riflettere più a fon do sull’ecosostenibilità? A che punto siamo in Italia in materia di energie rinnovabili?

Direi che la parola chiave in questo contesto è: parsimonia. È importante ridurre il nostro impatto attraverso semplici accorgimenti, per esempio usando i mezzi pubblici o facendo riu nioni virtuali ove possibile per evi tare spostamenti superflui. Questa è una situazione di emergenza che non va presa sottogamba. Per quanto riguarda le rinnovabili si sta facendo troppo poco, in Germania per esem pio c’è stata, nel primo semestre del 2022 un’installazione pari a 20 GW, in confronto al nostro 1 GW.

Programma completo su: festivalmeteorologia.it

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it4 Ottobre 2022 - n.5 INNOVAZIONE SOCIALE
di Giacomo Carbonara
■ Canè di Baselga di Pinè (Trento). I danni lasciati dalla tempesta Vaia nell’autunno 2019 (foto Giampiero Battisti) ■ Questa fotografia di Annalisa Lenzi fa parte del progetto fotografico “Il peso del carbon”, che indaga con immagini concettuali le problematiche ambientali e umane legate all’inquinamento atmosferico causato dalla produzione di energia elettrica usando combustibili fossili. La prossima edizione del “Festi valmeteorologia” – dedicata alla dimensione internazionale della meteorologia – si terrà a Rovereto dal 10 al 12 novembre. ■ Dino Zardi

UNA SCELTA DIFFICILE E DOLOROSA PER TUTTI

Il 16 giugno 2022 Federico Car boni ha deciso, come si usa dire, di fermare il mondo per scendere: in un incidente aveva riportato la frattura del collo con tetraplegia e la vita da ormai dodici anni gli gravava addos so come un insulto.

Noi di PRODIGIO non ce la sen timmo di parlarne a spron battuto come coinvolti in prima persona nel la vicenda, ma avevamo pensato di lasciar “sbollire” la cosa per alcuni mesi per poi parlarne qui.

Certo che una tetraplegia o tetrapa resi è una delle evenienze più orribili da metter in conto nello svolgersi della vita. Alcuni la vivono come un colpo di malasorte e tirano avanti e altri, nelle stesse condizioni personali, fisiche, si arrendono quasi subito. Bastano po chi istanti per passare da protagoni sta a peso sociale, da re della propria vita a sguattero della stessa: si spazia da Frank Williams e Michele Audisio, persone creative, responsabili di attivi tà industriali con decine di dipenden ti a Primo che si rifugia nella malattia mentale, da Giordano imprenditore di successo lasciatosi morire di apatia fino a Ramon e Daniele che usa la car rozzina appena ricevuta dall’Asl per buttarsi nel lago. Le differenze di carat tere e contesto contano, ma di fronte ad una decisione senza repliche possibili, non si può che chinare il capo.

Il fatto è che cresciamo in una vi sione dannunziana della vita come piacere, come esibizione e piacere e, se non è tale, non ne vale la pena. È come vivere in un’atmosfera perma nente da sabato nel villaggio men tre è sempre domenica sera, sudarsi la giornata, tetraplegia da frattura, emorragia o infezione compresa.

È andata così per Federico: condi zione personale, contesto e relazioni interpersonali pessime. Ha deciso lui per se stesso, se e quando fosse arriva to il momento di separarsi dal dolore e sofferenza di una vita impalpabile e indesiderabile.

La Suprema Corte cui si era ri volto per esser ascoltato non poteva che depenalizzare cioè render nullo il reato di “omicidio del consenzien te”. Dettò però alcune regole gene rali: che il richiedente aiuto a morire fosse affetto da una condizione ir reversibile, da sofferenze insoppor tabili, refrattarie a qualsiasi cura, e capace di prendere decisioni auto nome. Così Federico aveva deciso di liberarsi dalla vita, ormai un fardel lo, senza però indicare chi dovesse prendersi carico del proprio suicidio assistito. Si è rivolto ad amici e soste nitori affinché organizzassero una raccolta fondi: alla fine è riuscito con una sedazione profonda, primo in Italia a poterlo fare legalmente e nel proprio letto.

Ma... stabilito un principio gene rale, qualche considerazione va fatta! Era del tutto inevitabile? Qual era la qualità della sua vita? Toccava solo a lui decidere? Quella vita lì era solo sua? È un’estrema forma di egoismo quella di chi vuole i titoli di coda? Chi lo assisteva, s’è stancato e gli ha indicato quella strada? E se ci fosse una dichiarazione di comodo? Op pure la persona non fosse in grado di esprimere una propria volontà? Suicidiamo tutti quelli che lo richie dono? Arriveremo a renderlo obbli gatorio? Ne consegue che, rispettato il diritto di ognuno di decidere, qual che limite bisogna metterlo altrimen ti è solo omicidio di stato oppure un suicidio ordinato gli altri. In un esperimento fatto qualche anno fa in Inghilterra, un gruppo di persone senza alcuna autosufficienza furono messe in condizione di lasciare la vita premendo con la mano, il naso o qualsiasi altra parte del corpo un lieve pulsante: ebbene su venti che avevano inizialmente detto “sì”, ben diciotto non se la sentirono di fare l’ultimo passo! Non bene? Pazienza, un omi/suicidio o un “fai da te” tra i 6 ogni centomila che avvengono in Italia (e dunque circa sette a Trento) sono sempre esistiti: la differenza con l’oggi è il chiedere allo Stato il permesso e poi l’aiuto di morire.

In Italia, troppo persone sono co strette a non poter scegliere, a tenersi la vita perché non sono affette da pa tologie definite “irreversibili”, oppu re perché non sono al momento col legate a delle macchine di supporto vitale. Pertanto, non possono sceglie re di chiedere o rifiutare questi tratta menti anche se nelle terapie intensive si usa la sedazione profonda piutto sto che l’accanimento terapeutico ad ogni costo.

Ecco perché serve subito una leg ge in Italia sul fine vita e sull’euta nasia, sul diritto di non accettarla ol tre e a chi spettino i presupposti per accedere al procedimento. Perché il diritto di decidere liberamente per sé e per la propria vita deve valere per tutti.

cura di Ugo Bosetti

CHICCHI DI UNIVERSO

di Giacomo Carbonara

La sirenetta di Copenaghen ha tanta fretta e deve andare.

Si è già stufata di ascoltare il mare.

Un cane muore e per farlo si isola.

Mentre una farfalla rossa sul lavandino si appisola.

Nel silenzio sento i gabbiani, mentre tu tranquilla ti allontani.

Un tuono quasi mi sveglia, in un attimo arrivo alla soglia.

Alla soglia di una stazione.

Al primo piano c’è un cinema.

Vuoto mi riferiscono gli spettatori.

Sullo schermo ci sono i soliti attori.

Al secondo piano vi è un teatro pieno.

L’oste, la musica e il vino.

Al terzo trovo una farmacia. Con la speranza che questo dolore vada via.

Una sposa si bagna, ma non sarà fortunata.

La confusione sul divano.

E in mano un biglietto di sola andata.

E queste foto sono chicchi di universo.

Perché questo momento non vada mai perso.

Lei non lo avrebbe mai immaginato.

No non ci crede.

Che ci sia un posto diverso da quello iniziale in cui stare.

E un campo fiorito la aspetta, dove c’è gente che piange per il finale.

Ma non è un film.

Troppa la malinconia.

Da questo incubo frantumato, voglio andar via.

Ma neanche il tempo di dirlo. Che il mio sguardo mi costringe a vederlo.

Questo mare di colore.

Fatto di acqua e di persone.

Il teatro mi spinge a galleggiare.

Qui è troppo alto.

In giù non devo guardare.

Come un funambolo con un passato da dimenticare.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 5 Ottobre 2022 - n.5
DIRITTI
MARKETING SAIT a

OMS-UNICEF premia la comunità e gli ospedali trentini “Amici dei Bambini e delle Bambine”

“Insieme per la salute materno-infantile, l’alimentazione dei bambini e l’allat tamento “, ovvero Provincia, UNICEF e Azienda sanitaria unite in un percor so per la protezione, promozione e sostegno dei diritti dell’infanzia. È questa la sintesi del percorso OMS-UNICEF Baby Friendly, Ospedali e Comunità Ami ci delle Bambine e dei Bambini, avviato in Trentino nel 2009 presso l’ospeda le di Trento e che oggi vede la rete di tutti i punti nascita, ovvero gli ospedali di Cavalese, Cles, Rovereto e naturalmente Trento, nonché dei consultori e servi zi della comunità dell’Apss riconosciuti Baby Friendly. Il 29 settembre, la sala di rappresentanza del Palazzo della Regione ha accolto l’ultima di cinque cerimo nie di premiazione, quella relativa ai consultori e servizi della comunità dell’A zienda sanitaria, nelle quali sono stati assegnati i riconoscimenti OMS-UNICEF agli ospedali e alla comunità, come Amici delle Bambine e dei Bambini. In oc casione dell’evento, l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabi lità e famiglia Stefania Segnana ha spiegato: «ll riconoscimento degli ospeda li di Cavalese, Cles, Rovereto, Trento, dei consultori e dei servizi della comuni tà che insieme hanno raggiunto questo importante risultato ci rende orgogliosi e conferma una vocazione storica del nostro territorio alla tutela della salute di mamme e bambini e, più in generale, dei diritti delle bambine e dei bambini. Il percorso di riconoscimento ha permesso di raggiungere risultati davvero ec cellenti, nonostante i lunghi mesi della pandemia, sia per le donne in gravidan za, i genitori, le bambine e i bambini, sia per le professioniste e i professionisti coinvolti. Ma soprattutto il nostro sistema riesce a garantire una presa in carico di tutte le famiglie al lo stesso modo in tutti i nostri punti nascita: questo ricono scimento arriva infatti su tutto il nostro territorio e non coin volge solo gli ospedali, ma anche i consultori e i servizi del la comunità di Apss». Il direttore generale dell’UNICEF Italia Paolo Rozera ha poi ricordato come l’UNICEF in Italia pro muova il programma “Insieme per l’Allattamento”: ad oggi fanno parte della rete 34 Ospedali, 8 Comunità riconosciu te come Amiche dei bambini, 4 Corsi di Laurea riconosciu ti Amici dell’Allattamento e oltre 1000 Baby Pit Stop- spazi dedicati a tutte le famiglie in cui poter prendersi cura dei pro pri bambini. Rozera ha concluso dicendo: «Abbiamo premia to in questi giorni non solo degli ospedali ma una comunità: ce ne sono altre in Italia, ma voi siete l’unica che si porta ap presso tutta una provincia, un intero sistema». Sono seguiti gli interventi di Giuliano Mariotti, direttore sanitario dell’Apss che ha illustrato il percorso materno-infantile in Provincia di Trento, tra la comunità e i punti nascita, mentre Anna Pe drotti, coordinatrice del progetto provinciale, ha ripreso prin cipi guida, punti di forza, risultati dell’Iniziativa Baby Friendly in Provincia di Trento, per una comunità attenta e competen te che insieme promuove e tutela i diritti alla salute e al pieno sviluppo dei bambini, a partire dai primi 1000 giorni. Presen te anche il garante dei diritti dei minori, Fabio Biasi, che ha

spiegato come la tutela dei minori debba necessariamente passare attraverso la tutela della maternità, quindi i contributi di Serena Migno, presidente dell’Or dine delle Ostetriche, e di Annalisa Pallaver, dell’Ordine delle Professioni Infer mieristiche, nonché di Daniela Zanon, direttore delle Cure Primarie, che ha dato voce ai servizi del territorio. Infine, Vanda Chiodega, PO coordinatrice ostetrica consultori dell’Azienda sanitaria, ha portato l’esperienza delle operatrici e degli operatori dei consultori, Fabrizio Taddei, direttore dipartimento ostetrico-gine cologico, mentre Daniela Dainese, tutor UNICEF progetto BFCI Comunità tren tina, quella del tutor UNICEF, ed Elise Chapin, del Programma Insieme per l’al lattamento di UNICEF Italia, ha illustrato l’Iniziativa Baby Friendly. Non sono mancate le voci delle mamme, della comunità con l’esperienza dei Baby Pit Stop UNICEF, delle mamme peer, dei servizi educativi, delle associazioni e real tà del territorio dove i genitori possono trovare informazioni e sostegno. A con segnare la Pergamena “Comunità Amica delle Bambine e dei Bambini” sono stati il direttore di UNICEF Italia Paolo Rozera e la presidente di UNICEF Trento Lucia Rigotti. La cerimonia si è conclusa dando voce alle sfide future, tra cui il consolidamento della visione e dei risultati raggiunti in Trentino, secondo quan to previsto dal Piano provinciale della prevenzione 2021-2025, e con l’annun cio di UNICEF Italia che nel maggio 2023 si terrà in Trentino il Convegno nazio nale della rete Ospedali e Comunità Amici delle Bambine e dei Bambini.

PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Cerimonia di riconoscimento OMS-UNICEF agli Ospedali e Comunità Amici delle Bambine e dei Bambini (consegna pergamena. Consultori e servizi della comunità APSS - Paolo Rozera, Giuliano Mariotti, Stefania Segnana)

INSIEME PER LA SALUTE MATERNO-INFANTILE, L’ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI E L’ALLATTAMENTO

INSIEME PER LA SALUTE MATERNO-INFANTILE, L’ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI E L’ALLATTAMENTO POLITICA AZIENDALE

INSIEME PER LA SALUTE MATERNO-INFANTILE, L’ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI E L’ALLATTAMENTO POLITICA AZIENDALE

POLITICA AZIENDALE

MATERNO-INFANTILE, L’ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI E L’ALLATTAMENTO POLITICA AZIENDALE

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) è impegnata nel tutelare e promuovere la salute delle persone e della comunità e nel migliorare la propria offerta assistenziale. L’APSS riconosce la centralità dei diritti e delle competenze dei bambini e delle loro famiglie, sostiene i genitori in scelte consapevoli e informate per la salute e l’alimentazione dei bambini e offre loro aiuto secondo le pratiche OMS-UNICEF per Ospedali e Comunità “Amici dei Bambini”, basate su prove di efficacia e libere da interessi commerciali.

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) è impegnata nel tutelare e promuovere la salute delle persone e della comunità e nel migliorare la propria offerta assistenziale.

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) è impegnata nel tutelare e promuovere la salute delle persone e della comunità e nel migliorare la propria offerta assistenziale.

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) è impegnata nel tutelare e promuovere la salute delle persone e della comunità e nel migliorare la propria offerta assistenziale. L’APSS riconosce la centralità dei diritti e delle competenze dei bambini e delle loro famiglie, sostiene i genitori in scelte consapevoli e informate per la salute e l’alimentazione dei bambini e offre loro aiuto secondo le pratiche OMS-UNICEF per Ospedali e Comunità “Amici dei Bambini”, basate su prove di efficacia e libere da interessi commerciali.

L’APSS riconosce la centralità dei diritti e delle competenze dei bambini e delle loro famiglie, sostiene i genitori in scelte consapevoli e informate per la salute e l’alimentazione dei bambini e offre loro aiuto secondo le pratiche OMS-UNICEF per Ospedali e Comunità “Amici dei Bambini”, basate su prove di efficacia e libere da interessi commerciali.

L’APSS riconosce la centralità dei diritti e delle competenze dei bambini e delle loro famiglie, sostiene i genitori in scelte consapevoli e informate per la salute e l’alimentazione dei bambini e offre loro aiuto secondo le pratiche OMS-UNICEF per Ospedali e Comunità “Amici dei Bambini”, basate su prove di efficacia e libere da interessi commerciali.

BAMBINI E GENITORI ACCOLTI BENE OVUNQUE

BAMBINI E GENITORI ACCOLTI BENE OVUNQUE

OPERATORI FORMATI E COMPETENTI

OPERATORI FORMATI E COMPETENTI

GENITORI INFORMATI, FIN DALLA GRAVIDANZA

GENITORI INFORMATI, FIN DALLA GRAVIDANZA

BAMBINI E GENITORI ACCOLTI BENE OVUNQUE

Tutti i bambini e i genitori sono bene accol ti presso le strutture e i servizi dell’APSS Le mamme possono allattare ovunque negli spazi aperti al pubblico. I genitori possono nutrire e cambiare comodamente il bambino in appositi spazi (Baby Pit Stop) nelle strutture sanitarie e nella comunità.

Tutti i bambini e i genitori sono bene accol ti presso le strutture e i servizi dell’APSS Le mamme possono allattare ovunque negli spazi aperti al pubblico. I genitori possono nutrire e cambiare comodamente il bambino in appositi spazi (Baby Pit Stop) nelle strutture sanitarie e nella comunità.

BAMBINI E GENITORI ACCOLTI BENE OVUNQUE

Tutti i bambini e i genitori sono bene accol ti presso le strutture e i servizi dell’APSS Le mamme possono allattare ovunque negli spazi aperti al pubblico. I genitori possono nutrire e cambiare comodamente il bambino in appositi spazi (Baby Pit Stop) nelle strutture sanitarie e nella comunità.

Tutti i bambini e i genitori sono bene accol ti presso le strutture e i servizi dell’APSS Le mamme possono allattare ovunque negli spazi aperti al pubblico. I genitori possono nutrire e cambiare comodamente il bambino in appositi spazi (Baby Pit Stop) nelle strutture sanitarie e nella comunità.

PARTORIRE IN MODO NATURALE

PARTORIRE IN MODO NATURALE

PARTORIRE IN MODO NATURALE

Il giorno del parto la mamma può esse re accompagnata e assistita dal proprio partner o da una persona di fiducia, può camminare, bere e mangiare cibi leggeri, scegliere come alleviare il dolore e assu mere le posizioni preferite, salvo diversa indicazione medica.

Il giorno del parto la mamma può esse re accompagnata e assistita dal proprio partner o da una persona di fiducia, può camminare, bere e mangiare cibi leggeri, scegliere come alleviare il dolore e assu mere le posizioni preferite, salvo diversa indicazione medica.

PARTORIRE IN MODO NATURALE

Il giorno del parto la mamma può esse re accompagnata e assistita dal proprio partner o da una persona di fiducia, può camminare, bere e mangiare cibi leggeri, scegliere come alleviare il dolore e assu mere le posizioni preferite, salvo diversa indicazione medica.

Il giorno del parto la mamma può esse re accompagnata e assistita dal proprio partner o da una persona di fiducia, può camminare, bere e mangiare cibi leggeri, scegliere come alleviare il dolore e assu mere le posizioni preferite, salvo diversa indicazione medica.

ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE

ALIMENTAZIONE SANA

E NATURALE

ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE

Le mamme sono incoraggiate ad allattare perché è il modo più sano e naturale di nutrire i bambini. L’allattamento esclusi vo fino al sesto mese compiuto assicura importanti benefici alla salute dei bambini e delle mamme, alle famiglie, alla società, all’ambiente. Le mamme sono sostenute a continuare ad allattare fino a due anni e oltre, fino a quando mamma e bambino lo desiderano. I genitori sono aiutati a ca pire quando il loro bambino è pronto per assaggiare alimenti diversi dal latte. Sono informati su quali cibi proporre e su come offrirli al bambino per una sana alimenta zione.

Le mamme sono incoraggiate ad allattare perché è il modo più sano e naturale di nutrire i bambini. L’allattamento esclusi vo fino al sesto mese compiuto assicura importanti benefici alla salute dei bambini e delle mamme, alle famiglie, alla società, all’ambiente. Le mamme sono sostenute a continuare ad allattare fino a due anni e oltre, fino a quando mamma e bambino lo desiderano. I genitori sono aiutati a ca pire quando il loro bambino è pronto per assaggiare alimenti diversi dal latte. Sono informati su quali cibi proporre e su come offrirli al bambino per una sana alimenta zione.

ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE

Le mamme sono incoraggiate ad allattare perché è il modo più sano e naturale di nutrire i bambini. L’allattamento esclusi vo fino al sesto mese compiuto assicura importanti benefici alla salute dei bambini e delle mamme, alle famiglie, alla società, all’ambiente. Le mamme sono sostenute a continuare ad allattare fino a due anni e oltre, fino a quando mamma e bambino lo desiderano. I genitori sono aiutati a ca pire quando il loro bambino è pronto per assaggiare alimenti diversi dal latte. Sono informati su quali cibi proporre e su come offrirli al bambino per una sana alimenta zione.

Le mamme sono incoraggiate ad allattare perché è il modo più sano e naturale di nutrire i bambini. L’allattamento esclusi vo fino al sesto mese compiuto assicura importanti benefici alla salute dei bambini e delle mamme, alle famiglie, alla società, all’ambiente. Le mamme sono sostenute a continuare ad allattare fino a due anni e oltre, fino a quando mamma e bambino lo desiderano. I genitori sono aiutati a ca pire quando il loro bambino è pronto per assaggiare alimenti diversi dal latte. Sono informati su quali cibi proporre e su come offrirli al bambino per una sana alimenta zione.

Tutti gli operatori dell’APSS a contatto con bambini e genitori hanno ricevuto una formazione specifica sull’alimentazione dei bambini e sull’allattamento per offrire alle famiglie informazioni, sostegno e aiuto appropriati.

OPERATORI FORMATI E COMPETENTI

OPERATORI FORMATI E COMPETENTI

Tutti gli operatori dell’APSS a contatto con bambini e genitori hanno ricevuto una formazione specifica sull’alimentazione dei bambini e sull’allattamento per offrire alle famiglie informazioni, sostegno e aiuto appropriati.

Tutti gli operatori dell’APSS a contatto con bambini e genitori hanno ricevuto una formazione specifica sull’alimentazione dei bambini e sull’allattamento per offrire alle famiglie informazioni, sostegno e aiuto appropriati.

Tutti gli operatori dell’APSS a contatto con bambini e genitori hanno ricevuto una formazione specifica sull’alimentazione dei bambini e sull’allattamento per offrire alle famiglie informazioni, sostegno e aiuto appropriati.

BAMBINI E GENITORI INSIEME

BAMBINI E GENITORI INSIEME

GENITORI INFORMATI, FIN DALLA GRAVIDANZA

Per compiere scelte consapevoli sulla cura e sull’alimentazione dei bambini, fin dalla gravidanza i genitori ricevono un’in formazione chiara, completa, aggiornata e indipendente da interessi commerciali.

GENITORI INFORMATI, FIN DALLA GRAVIDANZA

Per compiere scelte consapevoli sulla cura e sull’alimentazione dei bambini, fin dalla gravidanza i genitori ricevono un’in formazione chiara, completa, aggiornata e indipendente da interessi commerciali. Gli operatori dell’APSS sono a disposizio ne per rispondere a domande e chiarire dubbi.

Per compiere scelte consapevoli sulla cura e sull’alimentazione dei bambini, fin dalla gravidanza i genitori ricevono un’in formazione chiara, completa, aggiornata e indipendente da interessi commerciali. Gli operatori dell’APSS sono a disposizio ne per rispondere a domande e chiarire dubbi.

Per compiere scelte consapevoli sulla cura e sull’alimentazione dei bambini, fin dalla gravidanza i genitori ricevono un’in formazione chiara, completa, aggiornata e indipendente da interessi commerciali. Gli operatori dell’APSS sono a disposizio ne per rispondere a domande e chiarire dubbi.

Gli operatori dell’APSS sono a disposizio ne per rispondere a domande e chiarire dubbi.

BAMBINI E GENITORI SOSTENUTI E AIUTATI

BAMBINI E GENITORI SOSTENUTI E AIUTATI

BAMBINI E GENITORI INSIEME

Subito dopo la nascita il bambino rimane a contatto pelle a pelle con la mamma. Per favorire la continuità della relazione e della cura, incoraggiamo le mamme a rimanere sempre vicine al loro bambino, in ospedale come a casa. I genitori sono informati sui comportamenti da adottare per la sicurezza del bambino.

Subito dopo la nascita il bambino rimane a contatto pelle a pelle con la mamma. Per favorire la continuità della relazione e della cura, incoraggiamo le mamme a rimanere sempre vicine al loro bambino, in ospedale come a casa. I genitori sono informati sui comportamenti da adottare per la sicurezza del bambino.

BAMBINI E GENITORI INSIEME

Subito dopo la nascita il bambino rimane a contatto pelle a pelle con la mamma. Per favorire la continuità della relazione e della cura, incoraggiamo le mamme a rimanere sempre vicine al loro bambino, in ospedale come a casa. I genitori sono informati sui comportamenti da adottare per la sicurezza del bambino.

Subito dopo la nascita il bambino rimane a contatto pelle a pelle con la mamma. Per favorire la continuità della relazione e della cura, incoraggiamo le mamme a rimanere sempre vicine al loro bambino, in ospedale come a casa. I genitori sono informati sui comportamenti da adottare per la sicurezza del bambino.

PROTETTI DALLA PUBBLICITÀ

PROTETTI DALLA PUBBLICITÀ

BAMBINI E GENITORI SOSTENUTI E AIUTATI

BAMBINI E GENITORI SOSTENUTI E AIUTATI

PROTETTI DALLA PUBBLICITÀ

L’APSS ha sottoscritto il Codice Interna zionale OMS sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno per proteg gere le famiglie e gli operatori da qualsi asi tipo di promozione e di pubblicità dei sostituti del latte materno, biberon, tetta relle, ciucci e paracapezzoli. I sostituti del latte materno sono utilizzati su indicazione medica o scelta informata dei genitori.

L’APSS ha sottoscritto il Codice Interna zionale OMS sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno per proteg gere le famiglie e gli operatori da qualsi asi tipo di promozione e di pubblicità dei sostituti del latte materno, biberon, tetta relle, ciucci e paracapezzoli. I sostituti del latte materno sono utilizzati su indicazione medica o scelta informata dei genitori.

PROTETTI DALLA PUBBLICITÀ

L’APSS ha sottoscritto il Codice Interna zionale OMS sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno per proteg gere le famiglie e gli operatori da qualsi asi tipo di promozione e di pubblicità dei sostituti del latte materno, biberon, tetta relle, ciucci e paracapezzoli. I sostituti del latte materno sono utilizzati su indicazione medica o scelta informata dei genitori.

L’APSS ha sottoscritto il Codice Interna zionale OMS sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno per proteg gere le famiglie e gli operatori da qualsi asi tipo di promozione e di pubblicità dei sostituti del latte materno, biberon, tetta relle, ciucci e paracapezzoli. I sostituti del latte materno sono utilizzati su indicazione medica o scelta informata dei genitori.

I genitori sono sostenuti nel comprendere il comportamento e nel prendersi cura del loro bambino. Sono incoraggiati a rispon dere ai segnali del bambino e a nutrirlo tutte le volte che lo richiede. Le mamme sono aiutate a trovare il modo più con fortevole per allattare e per raccogliere il latte. Le mamme che non allattano sono sostenute per nutrire il loro bambino in modo adeguato e sicuro. I genitori sono informati sui segni di un’adeguata alimen tazione e crescita. Ciucci e tettarelle sono sconsigliati nel primo mese di vita, men tre il bambino impara a nutrirsi al seno. I genitori sono informati su dove e come possono contattare operatori e volontari preparati nella cura e nell’alimentazione dei bambini.

I genitori sono sostenuti nel comprendere il comportamento e nel prendersi cura del loro bambino. Sono incoraggiati a rispon dere ai segnali del bambino e a nutrirlo tutte le volte che lo richiede. Le mamme sono aiutate a trovare il modo più con fortevole per allattare e per raccogliere il latte. Le mamme che non allattano sono sostenute per nutrire il loro bambino in modo adeguato e sicuro. I genitori sono informati sui segni di un’adeguata alimen tazione e crescita. Ciucci e tettarelle sono sconsigliati nel primo mese di vita, men tre il bambino impara a nutrirsi al seno. I genitori sono informati su dove e come possono contattare operatori e volontari preparati nella cura e nell’alimentazione dei bambini.

I genitori sono sostenuti nel comprendere il comportamento e nel prendersi cura del loro bambino. Sono incoraggiati a rispon dere ai segnali del bambino e a nutrirlo tutte le volte che lo richiede. Le mamme sono aiutate a trovare il modo più con fortevole per allattare e per raccogliere il latte. Le mamme che non allattano sono sostenute per nutrire il loro bambino in modo adeguato e sicuro. I genitori sono informati sui segni di un’adeguata alimen tazione e crescita. Ciucci e tettarelle sono sconsigliati nel primo mese di vita, men tre il bambino impara a nutrirsi al seno. I genitori sono informati su dove e come possono contattare operatori e volontari preparati nella cura e nell’alimentazione dei bambini.

I genitori sono sostenuti nel comprendere il comportamento e nel prendersi cura del loro bambino. Sono incoraggiati a rispon dere ai segnali del bambino e a nutrirlo tutte le volte che lo richiede. Le mamme sono aiutate a trovare il modo più con fortevole per allattare e per raccogliere il latte. Le mamme che non allattano sono sostenute per nutrire il loro bambino in modo adeguato e sicuro. I genitori sono informati sui segni di un’adeguata alimen tazione e crescita. Ciucci e tettarelle sono sconsigliati nel primo mese di vita, men tre il bambino impara a nutrirsi al seno. I genitori sono informati su dove e come possono contattare operatori e volontari preparati nella cura e nell’alimentazione dei bambini.

la politica aziendale integrale e sintetica in più lingue

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PAESI SENZA BARRIERE

“Paesi Senza Barriere” è un pro getto ideato dall’associazione As.Tr. ID. odv che, dal 2013, si pone come obiettivo quello di segnalare – in un’ottica di collaborazione con le pubbliche amministrazioni e i rela tivi uffici tecnici – le barriere archi tettoniche ancora presenti nelle aree pubbliche (marciapiedi, parcheggi, passaggi pedonali, accesso agli edi fici) sul territorio trentino, rendendo quindi la viabilità adeguata in fun zione alle necessità delle persone con disabilità motorie e percettive.

Quest’anno l’associazione ha avuto la possibilità di intraprendere il lavoro di sensibilizzazione e di rilevamento nel comune di Arco. Una piccola rete di volontari ha iniziato il mese scor so le rilevazioni sul territorio con obiettivo principale la segnalazione, finalizzata alla rimozione, delle bar riere architettoniche in determinati punti nevralgici dell’area urbana e del centro storico arcense. Ma per ché volontari? Non si tratta forse di attività spettanti ai tecnici compe tenti? Può darsi, il valore aggiunto

ADAMELLO BRENTA: UN PARCO PER TUTTI!

Viaggi senza barriere

Continua l’impegno per lo sbar rieramento del Parco naturale Ada mello Brenta. Dopo il lungolago di Molveno, il sentiero “Amolacqua” in val Nambrone, tre tappe in val di Genova, i “gioielli della val di Tovel”, “Un sentiero per tutti – Nu dole” in val di Daone e Malga Ritort a Madonna di Campiglio, è la volta del conosciutissimo sentiero che da malga Patascoss – in circa un’ora di cammino – conduce al lago Nambi no. «Intervenire in un’area protetta – spiega il presidente del parco Wal ter Ferrazza – è delicato, perché oltre all’esigenza di preservazione natu rale, ambientale e paesaggistica, va garantito il diritto di accesso al più ampio numero di persone possibile, compreso chi ha una disabilità sul piano motorio e si sposta in carroz zina. Completare lo sbarrieramento e la messa in sicurezza del sentiero B06 è stata una soddisfazione. De terminante il contributo degli attori coinvolti e in particolare di Anffas, con cui nel tempo è cresciuto un rap porto importante volto ad esplorare altre strade finalizzate a rendere il parco quanto più fruibile in ogni sua dimensione. Insomma, davvero un parco per tutti, come dice il nome del progetto». Il lago Nambino, a 1718 metri di altitudine, poco sopra

Madonna di Campiglio, è un luo go suggestivo. Vi si trova anche un ampio rifugio, dove gli escursionisti possono riposare, godendosi la vista delle Dolomiti di Brenta. Da qui è possibile fare numerose escursioni, compreso il giro dei cinque Laghi, che tocca anche Lago Ritorto, Lago Lambin, Lago Serodoli, Lago Gela to. Fino a qualche tempo fa, il lago era raggiungibile tramite un sen tiero piuttosto facile per chi non ha particolari difficoltà deambulatorie, ma impercorribile a causa del fondo sconnesso per chi ha una carrozzina o deve spingerne una. Di qui il livel lamento del fondo di calpestio, la rimozione di alcuni volumi rocciosi presenti lungo il tracciato, la predi sposizione di piccole deviazioni e parapetti, la realizzazione di cammi namenti in tronchi e assi di larice ap poggiati sui massi di grosse dimen sioni che non si potevano rimuovere e l’allargamento del sentiero fino a

di svolgere attività di questo tipo a titolo volontario, però, è proprio quello di generare consapevolezza e di potersi così occupare concreta mente di beni comuni ed inclusione. La sinergia con gli organi pubblici di riferimento rimane fondamentale e ci si auspica avvenga poi di conse guenza. Alla base di questo tipo di progettualità vi è l’idea che il bino mio “barriera architettonica – disabi lità” sia meno indissolubile di quel che crediamo. Come si legge sul sito di As.Tr.ID Odv infatti: «Ogni giorno

incontriamo barriere che limitano la nostra autonomia e rendono diffici le spostarsi in sicurezza. Con questo progetto, As.Tr.ID desidera rende re più vivibile il territorio Trentino per chi convive con una disabilità permanente, per chi deve superare una disabilità temporanea oppu re semplicemente perché crediamo che l’accessibilità non è solo un diritto ma anche un vantaggio per tutte tutte le persone!». “Paesi Senza Barriere” è già stato realizzato con successo nella circoscrizione di Mattarello nel comune di Trento, dove sono stati mappati 13 km di percorsi e redatte 601 schede con analisi specifiche in base all’accessibilità. Questa rileva zione, unita a quella del progetto “@ trova Il Tuo Posto”, dedicato invece alla mappatura dei cosiddetti “par cheggi gialli”, posteggi accessibili riservati alle persone con disabilità, ha contribuito alla costituzione del PEBA (il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) nel comu ne di Trento.

a cura di Martina Dei Cas

1,20 metri nei punti più stretti, fino a dare vita a un sentiero accessibile a tutti. Per ragioni di sicurezza il per corso è riservato a chi transita a pie di, non sarà quindi percorribile in bici o a cavallo. Il direttore del parco Cristiano Trotter continua: «Il Parco per tutti è un progetto aperto, che proseguirà in collaborazione con gli enti locali, le realtà del terzo settore, l’Accademia della Montagna, le apt e i consorzi turistici, aprendo in ogni valle percorsi pensati anche per chi ha particolari esigenze: escursionisti con disabilità, innanzitutto. Si posso no fare tante cose, grandi e piccole. Ad esempio, lungo il sentiero Nudo le in val di Daone, abbiamo allestito un percorso pensato appositamente per non vedenti e ipovedenti, che consente di utilizzare al meglio sensi diversi rispetto a quello della vista, come il tatto o l’odorato. In molte lo calità sono stati installati anche car telli in braille. Sono esperienze che

aprono un mondo di opportunità, anche alle guide del parco, e a noi amministratori. Ci consentono di considerare ciò che abbiamo a di sposizione tutti i giorni in maniera nuova. Un po’ come è stato fatto in passato con le “cene al buio”, solo che qui abbiamo a che fare non con il mondo dei sapori ma con quello della natura».

In tutte le valli presi diate dal Parco, i vei coli con una persona disabile a bordo e con contrassegno esposto hanno diritto ad acce dere gratuitamente e senza prenotazione a tutti i parcheggi del Parco; a loro sono dedicati alcuni stalli.

Per ulteriori info sui sentieri sbar rierati: pnab.it

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it8 Ottobre 2022 - n.5
ACCESSIBILITÀ
Il progetto dell’associazione As.Tr.ID. Odv che coinvolge i cittadini nella rilevazione delle barriere architettoniche nei comuni trentini
a cura di
Chiara Soma ■ Chiara Soma e gli altri volontari di As.Tr.ID. al lavoro ad Arco per mappare le barriere architettoniche ■ Bellezza accessibile, Anffas - sentiero Nudole, giugno
2019

PARLIAMO QUANDO

DICIAMO “BALBUZIE”?

Il 22 ottobre è la Giornata interna zionale della consapevolezza della balbuzie. Che cos’è la balbuzie? In rete sono presenti diverse definizio ni del termine. Il dizionario Trecca ni la definisce come un’“alterazione del flusso verbale […], in forma di blocchi o ripetizioni di sillabe […]”. Wikipedia parla di “un disturbo del linguaggio caratterizzato dalla fluen za ininterrotta e da involontarie ri petizioni e prolungamenti di suoni, sillabe, parole o frasi, con frequenti pause o blocchi in cui la persona che balbetta non è in grado di esprimere verbalmente, in modo continuo, un pensiero o un concetto, nonostante lo abbia già formulato mentalmen te […]”. Sono definizioni vere, ma per sensibilizzare su questo tema, bisognerebbe innanzitutto ascolta re quell’1% di persone che a livello mondiale convivono con questo di sturbo del linguaggio e farsi raccon tare cosa significa balbettare. Ci po tranno essere racconti simili ma non uguali, perché la balbuzie non si ma

nifesta nello stesso modo ed ognuno la vive in modo diverso. Per questo è importante ascoltare più voci. Ecco mi qui quindi per raccontarvi, attra verso qualche mio frammento di vita, cosa significa davvero convivere con la balbuzie.

La balbuzie è la ripetizione incon trollata di una parola o di una frase, è un blocco che senti mentre parli e di colpo ti fermi, è parlare tutto d’un fiato per cercare di scappare dall’in ceppo, è sentirsi dire “non ti agitare”, “pensa prima di parlare”, “fai un bel respiro”.

La balbuzie è sentirsi finire le pro prie frasi, è fuggire dagli sguardi del le persone per vergogna. La balbuzie è nascondersi, chiudersi in sé stessi, pensando di non poter esprimere la propria opinione perché incapace di farlo in modo fluente. È sentire le ri sate e la propria imitazione da parte dei compagni di classe.

La balbuzie è la costante ricerca di strategie per dire ciò che vuoi dire non appena senti il blocco.

La balbuzie è ordinare il gelato alla vaniglia invece che al limone, perché vaniglia è fluente, con limone c’è l’inceppo. La balbuzie è ordinare la stessa pizza del tuo amico, perché dire “anche io” è più corto e più faci le che dire il nome della pizza che si desidera da una settimana.

La balbuzie è non riuscire a pro nunciare il proprio nome, perché non importa con quale lettera inizi, prima o poi troverai anche lì l’inceppo.

La balbuzie è quella cosa che odi, perché per una strana ragione che non puoi e non sai spiegarti ha scelto te e non ti lascia in pace. E al contem po quella cosa senza la quale non sai chi sei. La balbuzie ti fa confrontare con te stesso fino a farti capire che è una tua caratteristica e che inconscia mente ti ha insegnato ad osservare, ad ascoltare e a riflettere di più, do nandoti la sensibilità e l’empatia.

La balbuzie, come ha affermato in un TEDx Vinicio Marchioni, è un’ar te. È l’arte di imparare a parlare per tutta la vita.

LA TUTELA PATRIMONIALE DELLA PERSONA CON DISABILITÀ

LA LEGGE SUL “DOPO DI NOI”

Nell’ambito successorio e patri moniale molto spesso le persone si trovano inconsapevolmente ad un bivio: decidere o subire. Il motivo è semplice. Nella maggior parte dei casi non si conoscono le “regole del gioco” e come conseguenza, non si pianifica o lo si fa in modo appros simativo. Per “regole del gioco” in tendiamo quel complesso di articoli del codice civile che normano la suc cessione ereditaria e che sono stati scritti nel lontano 1942. Sono passati esattamente ottant’anni, il mondo, la società, le famiglie, i bisogni sono cambiati radicalmente, ma le regole sono rimaste le stesse. Fondamental mente la maggior parte delle persone per mancata informazione, inconsa pevolezza o semplice scaramanzia, non pianifica e come conseguenza subisce quanto disposto dalle norme di legge. Il patrimonio in questo caso arriva agli eredi i quali bonariamen te o meno dovranno suddividerselo. Una considerazione: quante famiglie hanno rovinato i rapporti perché non sono riuscite a trovare un accordo che ha equamente soddisfatto tutti? Dati alla mano, l’Italia risulta essere patrimonialmente uno degli stati più ricchi al mondo. Gli italiani possie dono uno dei più grandi patrimoni immobiliari e finanziari del mon do. Come tutti sappiamo quasi tutte le famiglie italiane hanno uno o più immobili di proprietà e inoltre sono un popolo di grandi risparmiatori ed

investitori. Nonostante questo, ad oggi, solo il 13% degli italiani scrive un testamento e decide a chi e come destinare il proprio patrimonio. È pur vero che esistono degli eredi (co siddetti legittimari) ai quali (salvo in gravissimi casi) necessariamente deve essere garantita una quota parte di patrimonio (la legittima), ma allo stesso tempo esiste anche una quota disponibile utilizzabile liberamente. Alla base della patrimonialità c’è la famiglia anche definita come la cellu la della società ma è un dato di fatto che negli ultimi decenni i modelli fa miliari sono cambiati di netto. Se nel 1942 esisteva solo un modello di fa miglia di tipo patriarcale fondata sul matrimonio oggi, nel 2022, esistono più modelli familiari. L’evoluzione della famiglia nel nostro Paese ha cre ato nuovi modelli di famiglia come: single, famiglie allargate, conviven ti, conviventi registrati, unioni civi li, ecc. Ogni nuova situazione pone nuovi bisogni in ambito di tutela suc cessoria. Quando poi all’interno di una famiglia vi è la presenza di una persona fragile o con disabilità le pro blematiche generalmente aumenta no. Una persona fragile o disabile ha bisogno di maggiore attenzione ma soprattutto di tutela. Bisogni, atten zioni e tutele che non possono essere lasciati al caso ma vanno costruiti e pianificati in vita in base alla propria situazione familiare e patrimoniale. La legislazione italiana nel 2016 ha

introdotto nel nostro ordinamento la legge 112/2016 meglio conosciuta come “legge sul dopo di noi”. Lo sco po principale di questa legge è quel lo di introdurre strumenti pubblici o privati che favoriscano il benessere, l’inclusione sociale, l’autonomia e l’assistenza delle persone fragili o con disabilità. I destinatari della legge 112/2016 sono le persone con grave disabilità, prive di entrambi i genitori o che non possano contare sul soste gno della propria famiglia. Ma cosa intende la legge per disabilità? Per disabile grave si intende una persona che ha una minorazione fisica, psichi ca o sensoriale, stabile o progressiva, tale da diminuire l’apprendimento, la vita di relazione e l’integrazione lavorativa che non deve essere deter minata dal naturale invecchiamento oppure da patologie connesse alla senilità. La normativa di rifermento è la conosciuta legge 104/92. Le mi sure previste dalla legge consentono alla persona disabile di ottenere tutta l’assistenza di cui ha bisogno. L’obiet tivo è quello di ottenere l’autonomia e l’indipendenza delle persone disabili consentendo loro, ad esempio, di po ter continuare a vivere nella propria casa. La legge 112/2016 ha previsto due tipi di interventi:

• Interventi pubblici: al fine di favo rire percorsi di deistituzionalizza zione ed evitare l’isolamento;

• Interventi privati: che consistono nel destinare il patrimonio alla

cura, protezione e assistenza del disabile grave. Per tali situazioni la legge ha introdotto l’esenzione dall’imposta sulle successioni e donazioni nonché altre agevola zioni fiscali.

Contestualmente all’entrata in vi gore della legge 112/2016 son stati istituiti dei fondi pubblici per creare soluzioni alloggiative di tipo familia re e di co-housing al fine di aumen tare il benessere delle persone con disabilità. Inoltre, la legge sul “dopo di noi” ha introdotto nuovi strumenti per la pianificazione successoria e la tutela del disabile come: il trust a fa vore dei disabili, l’affidamento fidu ciario, i vincoli di destinazioni, sgravi fiscali sulle assicurazioni sulla vita a favore di una persona con disabilità. Rimanendo in ambito fiscale, la legge ha previsto anche un aumento della franchigia sulle imposte di successio ne a favore della persona disabile.

Kleros s.r.l è una società che si occupa di queste tematiche quo tidianamente. L’ufficio di Trento in particolare ha sviluppato negli anni una specifica esperienza in questo ambito.

Per un primo colloquio gratuito: Kleros Vicolo Galasso,19 38122 Trento alessandro.micheli@klerospoint.it 349/8060266

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 9 Ottobre 2022 - n.5SOCIETÀ DI COSA
a cura di Christine
Strangone a cura di Alessandro Micheli

DIANA ANSELMO, ACCESSIBILITY MANAGER DI ORIENTE OCCIDENTE

Per favore. Permesso. Grazie. Per secoli le formule di cortesia hanno rappresentato l’unico perimetro d’a zione delle persone con disabilità all’interno di uno spazio pubblico inaccessibile o addirittura escludente. Ma il vento sta cambiando. E Diana Anselmo è in prima linea per accele rare il processo. L’attivista e perfor mer veronese, ventiquattro anni, ha lavorato come disability manager del festival di danza roveretano Oriente Occidente, in programma dal 3 al 10 settembre scorso.

Diana, chi è il disability manager?

Più che disability manager, mi de finirei «accessibility manager». Infatti, non gestisco la disabilità, ma interven go sull’accessibilità degli eventi cultu rali. Mi occupo di barriere evidenti, dalla mancanza di rampe ai lavandini troppo alti, e di barriere invisibili, cul turali. Per decenni, le persone con di sabilità si sono sentite dire che i luoghi dell’arte, del confronto, della democra zia non erano per loro. Il mio compito è scardinare questo pregiudizio.

Tu hai una laurea in Sociologia a Trento e ora frequenti la specialistica in Teatro e Arti performative all’Uni versità di Venezia. Ma dove si studia l’accessibility management?

All’estero esistono corsi in “disabi lity studies”. In Italia no. Nel mio caso, questo lavoro è la prosecuzione del mio percorso di vita come artista, at tivista e persona sorda. Pensiamo alle grandi aziende, ai musei. Nei loro sta tuti, di accessibilità si fa un gran parla re, ma spesso il compito di garantirla è affidato a una persona normodotata, che – per quanto piena di buona vo

lontà – non potrà mettere sul tavolo il mio stesso portato di esperienza diret ta. Un po’ come quando per risolvere il problema del sessismo ci si affida a un maschio o a implementare le poli tiche contro il razzismo è un bianco.

Per non parlare del malinteso senso del bello. Mi è capitato di sentire dire che non si potevano mettere i sottoti toli a un video perché «va bene i sordi, ma così diventa brutto».

Un primo rimedio, sia nell’ambi to della rappresentanza che in quello

della formazione, è l’associazione che hai co-fondato, Al Di Qua Artists…

Sì, si tratta di un’esperienza uni ca in Europa. La prima associazio ne gestita da artisti e artiste con disabilità in rappresentanza della nostra categoria. Siamo performer, danzatori, registi, coreografi. Fac ciamo advocacy e formazione negli enti culturali. Proponiamo soluzioni per rendere accessibili i luoghi e le opere, sia in fase di costruzione che a posteriori. Con una particolare at tenzione: evitare che la disabilità – o la presenza di artisti con disabilità sul palco – venga strumentalizzata.

Di recente, hai lavorato allo sbar rieramento di rassegne e musei a To rino, Piacenza, Roma. Come sei ap prodata a Oriente Occidente?

Conosco il festival da quando studia vo a Trento. Negli anni, ho partecipato a diverse iniziative spot, tra cui la pre disposizione degli zainetti Subpac che – vibrando come una poltrona massag

giante a diverse intensità – permettono di far apprezzare la musica alle persone sorde. Per il 2022, abbiamo deciso di ren dere il mio contributo più strutturato.

Quali accorgimenti avete adottato per garantire la fruizione degli spet tacoli a diversi tipi di pubblici?

Abbiamo mappato i luoghi in cui si svolgeranno e pubblicato sul nostro sito le specifiche: presenza di scalini, larghezza di porte e ascensori, altez za degli sciacquoni nei bagni. Poi ab biamo predisposto delle audioguide ai concerti per persone cieche e – in fine – abbiamo individuato i quattro spettacoli con il contenuto visuale maggiore e quindi più adatti ai sordi. In quelle occasioni, oltre al Subpac, lo staff sarà composto da persone che conoscono la lingua dei segni.

Progetti futuri?

Uno tutto nuovo: raccontare la sto ria dimenticata delle persone sorde nel corso dei secoli.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it10 Ottobre 2022 - n.5 CULTURA
a cura di Martina Dei Cas ■ Diana Anselmo ■ Una rappresentanza dell’associazione Al Di Qua Artists. Da sinistra la perfomer Chiara Bersani, già protagonista negli scorsi anni a Oriente Occidente, Diana Anselmo e la drammaturga Camilla Guarino. ■ Oriente Occidente 2021 – Venetsiana Kalampaliki | Re-Call | Mixed Doubles (foto Simone Cargnoni)

EDUCAZIONE AL DIALOGO

Per comprendere davvero cosa significa parlare di Educazione al Dialogo, dovremmo costringerci ad ammettere che le competenze necessarie a dialogare con gli altri non siano così banali e scontate, né così facilmente acquisibili nei nostri spontanei percorsi di vita. Ognu no di noi, ovviamente, sviluppa di verse capacità di comunicazione ed interazione con gli altri, ma ciò non significa essere sempre in grado di stabilire con l’altro una connessione profonda e un dialogo autentico che permettano a entrambi di crescere attraverso il confronto reciproco e gli scambi verbali e non verbali che ci mettono in relazione. Dovremmo allora chiederci quali siano gli ingre dienti fondamentali necessari a sta bilire un dialogo autentico con noi stessi e con gli altri, per portare la

nostra interazione ad un altro livel lo, più profondo e produttivo. Carl Rogers, psicoterapeuta americano di fama mondiale, ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e allo studio dei fattori che consentono alle persone di crescere, maturare ed esprimere il proprio potenziale, ed è giunto alla conclusione che per buona par te questo dipende dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con gli altri. In ogni relazione, infatti, diver si elementi concorrono a configura re quello che può essere chiamato “clima” relazionale, e come ci sen tiamo in questa relazione determina il modo in cui saremo in grado di esprimerci con l’altro e il livello di connessione che saremo in grado di stabilire perfino con noi stessi. En trare in dialogo con l’altro significa allora stabilire una relazione tale da

permettere al confronto di cambiar ci, di migliorarci. Ciò richiede colla borazione, comunicazione e ascolto. Un ascolto attento non solo a coglie re ciò che l’altro dice, ma anche ciò che non viene verbalmente espresso e ciò che l’altro prova. Il Laboratorio di Educazione al Dialogo nasce per permettere ad un numero sempre maggiore di persone di fare questo tipo di esperienza e di acquisire stru menti utili a poterla riprodurre con maggior facilità nei diversi contesti di vita, lavoro o volontariato, facili tando in particolare lo sviluppo delle competenze necessarie alla relazione di aiuto e alla prevenzione dei con flitti. Per fare questo, l’associazio ne organizza incontri e laboratori esperienziali la cui metodologia fa riferimento principalmente all’Ap proccio Centrato sulla Persona di

Carl Rogers, offrendo l’opportunità di approfondirne molti aspetti inte ressanti tratti dal mondo della psico logia umanistica e di integrarli con la propria esperienza. L’esperienza formativa più importante e completa che offre l’associazione è il Biennio di Educazione al Dialogo propedeu tico alla relazione di aiuto, per il quale sono attualmente in corso i colloqui di ammissione al corso, previsto per no vembre 2022. Per saperne di più www. led-laboratorioeducazionedialogo.it.

ALL’EUFORIA CIRCUS FESTIVAL ANCHE LE “STORIE D’INCLUSIONE A DUE RUOTE”

DI PRODIGIO

Protagonisti la paraciclista Silvana Valente e il pilota di trial Michele Oberburger

A TUTTA BIRRA

Inforco la mia vecchia bici con una fretta indiavolata. Non la gonfio, scendo in strada e pedalo a più non posso.

Faccio slalom in mezzo al traffico, veloce più di un caccia, mi alzo in piedi sui pedali, non mi ferma neanche il rosso.

Il 24 e il 25 settembre, grazie alla collaborazione di PRODIGIO, del Pia no giovani di zona Arcimaga, degli Alpini e della A.S.U.C. di Sopramon te, della Circoscrizione Monte Bondo ne, delle Politiche Giovanili del Co

mune di Trento, della scuola di circo Bolle di sapone, di Bper Banca e delle associazioni del territorio, si è svolto a Sant’Anna di Sopramonte l’Euforia Circus Festival. La manifestazione, ideata dalla trapezista circense Miria na Nardelli, ha visto la partecipazione di giocolieri, danzatori, trampolieri e performer provenienti dall’Italia, ma anche dalla Spagna e dalla Finlan dia. Entusiasti gli spettatori di tutte le età che sono stati coinvolti anche in passeggiate animate nel bosco alla scoperta della natura, in dibattiti sul la tutela dell’ambiente e in un talk sull’inclusione sociale. Protagonisti Silvana Valente, Michele e Roberto Oberburger.

Originaria di Schio (Vicenza), Sil vana Valente è stata campionessa del mondo di tandem paralimpico nel 1998 e vincitrice di tre medaglie nel 2000 ai Giochi paralimpici di Syd ney. Cieca dalla nascita e diplomatasi massofisioterapista, è anche una poe

tessa e da parecchi anni porta le sue esperienze di sport e vita quotidiana nelle scuole, comunità e gruppi gio vanili. Qui a fianco la poesia da lei recitata in occasione di Euforia, dedi cata proprio alla bicicletta.

Michele Oberburger è un pilota di trial trentino, classe 2003. Assieme a papà Roberto combatte le sfide in pista e rompe gli stereotipi sull’auti smo. A Sopramonte, per la gioia del pubblico, si è cimentato in un cir cuito improvvisato, tra sgommate e acrobazie.

Volo giù da un discesone con un freno che non tiene. Mi si spezzano due raggi in un sobbalzo sopra ad un dosso.

Io continuo imperturbabile, ma mentre cerco di cambiare, mi si inceppa la catena e cado proprio dentro al fosso.

Mi rialzo sporco e lacero, il manubrio mi si è storto. Accidenti sto catorcio si è ridotto proprio all’osso.

Ho le gomme ormai a terra, sta allentandosi un pedale. Ho lo stomaco in subbuglio e la pancia è un mare mosso.

Son spacciato, oggi è domenica e son chiusi anche i meccanici. Devo correre via subito o me la faccio addosso.

Ecco la sveglia all’improvviso, faccio un salto sopra al letto. Per questo maledetto sogno mi sento ancora molto scosso.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 11 Ottobre 2022 - n.5TEMPO LIBERO
Per crescere nella relazione
a cura di
Marta Nuresi a cura di Martina Dei Cas Silvana Valente ■ Da sinistra: Luciana Bertoldi, Giacomo Carbonara, Silvana Valente, Martina Dei Cas, Roberto e Michele Oberburger ■ Michele Oberburger in sella alla sua moto ■ Gli artisti dell’Euforia Circus Festival ■ Lo spettacolo della “donna lampada”
DA MEZZOCORONA A MARCO DI ROVERETO, LA TUA BANCA DELLA PORTA ACCANTO. SEMPRE PIÙ SICURA, PIÙ FORTE, PIÙ VICINA. La banca custode della comunità.cassaditrento.it
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