Prodigio Dicembre 2022 - Buone Feste

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BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ODV SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO VI - DICEMBRE 2022 - ANNO XXIII - 135° NUMERO PUBBLICATO pro.di.gio. Mirko Bortoluzzi, le avventure di una persona “disabilmente normale” pag. 2 Women Enabled International: intervista alla direttrice Maryangel Garcia Ramos pag. 4 Para-astronaut project per uno spazio senza barriere pag. 8 È tempo di... Premio Melchionna 7 pag. 8 Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000Poste Italiane spaSpedizione in abbonamento postale70%DCB Trento. Contiene I.R. Buone feste!

EDITORIALE

Care lettrici e cari lettori, Eccoci giunti in un baleno alle soglie del 2023. Ci lasciamo alle spalle un anno complicato, che non ci ha regalato la ripresa che tanto sognavamo. E come sempre succede nei momenti di difficoltà, chi già vive una con dizione di vulnerabilità si trova esposto due volte. Per questo, abbiamo chiesto consiglio all’attivista messicana Maryangel Garcia-Ramos Guadiana, fresca di nomina come direttrice del network Women Enabled Internatio nal per la piena realizzazione personale e professionale

delle donne con disabilità nel mondo. Ci siamo poi la sciati ispirare dalle coinvolgenti avventure letterarie e umane di Mirko Bortoluzzi, una persona “disabilmente normale”. Abbiamo approfondito ulteriormente la ri flessione sull’eutanasia e scoperto che sono in corso i lavori per rendere accessibile un luogo molto speciale: lo spazio!

Per concludere, vi proponiamo un simpatico esercizio e una profonda fiaba per riflettere sulla pace e sull’anno nuovo che vogliamo costruire.

Infine, vi salutiamo con il bando della settima edizio ne del Premio Melchionna. Curiosi di ricevere le vostre poesie, racconti e fotografie, auguriamo a tutti voi e alle vostre famiglie buone feste e felice 2023. Che i prossimi giorni e settimane siano ricchi di serenità, salute, sensi bilità e rispetto di ogni diversità!

Proprietà: Associazione PRODIGIO Odv

Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437

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Direttore responsabile: Martina Dei Cas Hanno collaborato a questo numero: Luciana Bertoldi, Francesca Bortolin, Ugo Bosetti, Giacomo Carbonara, Stella Diluiso, Maurizio Menestrina (vignettista), Christine Strangone Copertina: Unsplash, elaborazione Publistampa In stampa: 1 dicembre 2022

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2 Dicembre 2022 - n.6
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Martina
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Direttrice responsabile Martina Dei Cas

MIRKO BORTOLUZZI RACCONTA LE AVVENTURE DI UNA PERSONA DISABILMENTE NORMALE

Nel suo libro, l’invito a trasformare gli ostacoli in occasioni

L’impostazione del libro è molto originale: un vero e proprio menù. Come mai questa scelta?

Non sono un mangione, ma mi piace mangiare bene! Una volta ter minata la scrittura del libro, con l’obiettivo di renderlo il più legge ro e leggibile possibile, mi è venuta l’intuizione di impostarlo come un menù. Quando possibile, bisogne rebbe prendere la vita con un pizzico di ironia e positività, anche nelle si tuazioni più toste.

Ti saresti mai immaginato scritto re e cosa ti ha dato questa esperienza?

Per natura, non mi pongo mai li miti e sfrutto il mio essere eclettico. La cosa potrebbe puzzare di eccesso di autostima ma non è affatto così, semplicemente ritengo che nella vita serva sperimentare, io sono conten to di averci provato. Scrivere per me è stata una sfida: avevo tutto nella mente ma il fatto di “trapiantarmi” su carta non è stato affatto scontato. Soprattutto per quanto riguarda il modo in cui trattare certi argomenti; ho voluto dire le cose con schiettezza ma con la giusta cautela, per evitare querele. Per quanto riguarda l’im maginarmi scrittore devo dire che sentirsi chiamare così è strano. Mi fa chiedere se sia davvero io quello di cui parlano ma allo stesso tempo è gratificante.

E per quanto riguarda l’aspetto tecnico?

“Le

normale” (ed. De Bastiani, 2019, p. 176, 12 euro). Acquistando il libro sul sito dell’editore (www.debastiani.it), contribuirai a supportare l’associazione ASSI Aps Onlus, nata con l’obiettivo di migliorare, tramite l’attività sportiva e sociale, il benessere e l’autonomia delle persone con disabilità.

stimolato a far emergere aspetti che io avrei sorvolato: è stato un valo re aggiunto per il libro. Ho chiesto anche consigli pratici sul mondo dell’editoria, per me sconosciuto. È stata una bella sorpresa scoprire che ci sono tantissime persone che scri vono.

Ex imprenditore agricolo bellune se, Mirko Bortoluzzi è fra i soci fonda tori di A.S.S.I. Aps Onlus, l’associazio ne sociale sportiva invalidi di Belluno. Nonostante la diagnosi di distonia muscolare da cerebropatia connatale e i vari ostacoli presentatigli dalla vita, non si è mai arreso e ha messo in atto tutta una serie di strategie per rag giungere i propri obiettivi, senza mai scoraggiarsi. Come? Ce lo racconta parlandoci del suo libro.

“Le avventure di una persona disa bilmente normale” racconta – con un tocco di ironia – la tua vita, le gioie ma anche le difficoltà incontrate, sin dal titolo…

Sì, ho scelto di accostare le paro le normale e disabilmente perché sono contrario alle etichette che spesso ci vengono affibbiate. Chi siamo? Siamo persone, prima di tutto, ognuno con le proprie abilità e potenzialità. Diversa mente abile è una definizione che non mi piace, mi appare come un tentativo di abbellire qualcosa che sembra ne

gativo. Ma perché cercare di abbellire qualcosa che invece è naturale?

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro e a chi è rivolto?

La prima scintilla è stata quella di trovare un modo per trasmettere la mia esperienza di vita. Questa è una cosa che ho sempre fatto, per esempio tramite gli incontri nelle scuole, ma, in seguito ad un peggioramento fisi co, ho dovuto ridurre drasticamente gli impegni. Il libro è quindi un nuo vo strumento per far circolare il mio pensiero. Credo sia importante met tere a disposizione il proprio vissuto. E poi… il fatto di aver scritto un libro è una bella cosa da raccontare! Il mio racconto è rivolto in primis ai disabili e alle loro famiglie, ma in generale a chiunque abbia voglia di leggere. Cer co di far passare un messaggio posi tivo, nonostante tutto e tutti. Ognuno può trarre le proprie considerazioni, io ho sempre detto ciò che pensavo in chiave costruttiva, con il massimo ri spetto verso tutti.

Faticando fisicamente nello scri vere, mi sono fatto supportare da due persone: con il pc collegato al televisore, potevo dettare da diste so a letto e allo stesso tempo vedere cosa veniva scritto. Ho avuto la for tuna di avere due amiche come sup porto, tramite il confronto mi hanno

Chi ti conosce apprezza molto le tue “pillole”. Quali lasceresti ai no stri lettori?

La mia preferita è «mai porsi limiti, ma con il senso del limite!». Quella più simpatica invece: «cosa abbiamo in co mune io e una bella ragazza? Semplice, entrambi non passiamo inosservati!» Si rimanda al libro per le altre.

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3 Dicembre 2022 - n.6 STORIE CHE ISPIRANO
a cura di Francesca Bortolin La biografia di Mirko Bortoluzzi avventure di una persona disabilmente

Maryangel Garcia-Ramos Guadia na, messicana, 36 anni – una laurea in design, un master alla Egade Busi ness School e studi in materia di diritti umani, genere e comunicazione – da qualche mese è la nuova direttrice esecutiva di Women Enabled Interna tional (WEI). WEI è un network inter nazionale fondato nel 2012 per contra stare la doppia discriminazione – di genere e di condizione – che si trova no ad affrontare le donne con disabi lità nel mondo. Già fondatrice della rete “Mexicanas con Discapacidad” (Messicane con disabilità), responsa bile dell’Ufficio Diversità e Inclusione del Politecnico di Monterrey e presi dente del Consiglio delle Persone con Disabilità dello Stato di Nuevo León, Maryangel Garcia-Ramos ha una mis sione di vita e di carriera: cambiare la narrativa e la cultura dell’inclusione.

Maryangel, perché hai deciso di entrare a far parte di Women Enabled International?

Ad oggi, WEI è l’unica organiz zazione che lavora con un approccio

globale sui diritti umani delle don ne e delle bambine con disabilità. La nostra collaborazione è nata tempo fa, quando assieme a “Mexicanas con Discapacidad”, abbiamo con tribuito a scrivere due report per le Nazioni Unite sulla situazione delle donne con disabilità nel mio Paese. Quando, nell’ottobre scorso, sono stata nominata direttrice del network, mi sono sentita onorata, perché si tratta di una rete prestigio sa e ben organizzata che può davve ro accelerare il cambiamento sociale che cerchiamo.

Come funziona la rete?

WEI è un’organizzazione non go vernativa, perciò lavoriamo diretta mente con collettivi e associazioni di bambine, donne e persone non bina rie in tutto il mondo. Ci concentria mo in particolare sul tema del rispet to dei diritti umani.

Cosa significa essere una don na con disabilità? Quali sono le sfide che devi affrontare ogni giorno?

Direi vivere in un sistema “abili sta”, in cui le persone con disabilità non sono viste come parte del di segno né del processo decisionale. Essere una donna in carrozzina in Messico significa affrontare una dop pia discriminazione ed essere espo sta alla violenza – in particolare alla violenza sessuale – otto-dieci volte di più rispetto a una donna normodota ta. Insomma, in breve il problema è non avere accesso ai diritti nella vita quotidiana.

Ci hai raccontato il punto di vista messicano. Com’è la situazione nel resto del mondo?

Noi donne con disabilità siamo le sorelle dimenticate del femmini

Quali sono i propositi di WEI per il 2023? Su cosa vi concentrerete?

Il prossimo anno entreremo in un processo di pianificazione strategica quinquennale. Ci focalizzeremo so prattutto sulla creazione di linee gui da per l’implementazione delle capa cità di leadership e il rafforzamento dei movimenti incentrati sui temi del genere e della disabilità. La nostra piattaforma è e continuerà ad essere il megafono con cui le bambine e le donne con disabilità possono ampli ficare la loro voce.

In tutta l’intervista, non hai mai parlato di “donne con disabilità”, preferendo l’espressione “donne e bambine”…

Sì, perché i miei sogni – e il mio impegno – vanno in un’unica dire zione: che le bambine con disabilità che nascono oggi possano essere li bere di esistere. Mi piacerebbe che il sistema sociale e i suoi meccani smi le facessero sentire abbastan za sicure da potersi permettere di pensare in grande su che cosa vo gliono fare della loro vita. Affinché la loro vita non ruoti intorno alla loro condizione di disabilità. Vor rei che sapessero che la loro voce è importante. E che non sono – non siamo – sole.

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4 Dicembre 2022 - n.6
INNOVAZIONE SOCIALE
2023
ENABLED INTERNATIONAL?
chiesto alla direttrice esecutiva Maryangel Garcia-Ramos
di
Scopri di più su Women Enabled International: womenenabled.org Riscrivi la narrativa! Sei una donna con disabilità? Contribuisci a riscrivere la narrati va, condividendo la tua storia con il network di WEI. Invia la tua bio grafia alla mail communications@ womenenabled.org, direttamente nel corpo testo o in un Word in allegato, scrivendo come oggetto “New Blog Submission”.
CHE
SARÀ PER WOMEN
Lo abbiamo
Guadiana a cura
Martina Dei Cas
■ Maryangel Garcia-Ramos Guadiana, da ottobre è la nuova direttrice di Women Enabled International ■ Hanno il diritto di amare. Hanno il diritto di studiare, formarsi professionalmente e di accedere alla vita pubblica. Hanno diritto alla salute.
tra i 180 e i
giovani con
E hanno gli
■ Nel mondo, vivono
220 milioni di
disabilità.
stessi diritti dei giovani normodotati.

FINE VITA: UN AIUTO SPECIALE E QUALCHE REGOLA

Nel numero scorso avevamo ini ziato a parlare di persone senza al cuna autonomia funzionale. L’occa sione ce l’avevano offerta Federico Carboni e la sua battaglia per veder si riconosciuto il diritto legale di mo rire: l’eutanasia. Poi, girovagando per il web, ecco la storia di Shanti De Corte, ventitreenne sopravvissuta all’attentato dell’Isis a Bruxelles nel 2016, che aveva scelto l’eutanasia per sconfiggere definitivamente la sua sconfinata ed irreversibile depres sione. Già affetta da problemi psico logici prima dell’attacco, Shanti non era poi riuscita a superare il trauma generato dall’attentato. Lo racconta va lei stessa sui social, dove scriveva quotidianamente dei suoi attacchi di panico e depressione: “Mi sveglio e prendo medicine a colazione, poi fino a undici antidepressivi al gior no. Senza non posso vivere, ma con tutte queste pastiglie non provo più niente, sono un fantasma”, scrive va in un post. Una situazione sem pre più grave, che l’aveva spinta nel 2020 a tentare il suicidio. Poi non le rimase che l’eutanasia in un Paese, il Belgio, che ha una tra le legislazioni più aperte al mondo sul fine vita. Il 7 maggio scorso Shanti ha messo ter mine alla propria vita. “È stata una vita di risate e lacrime, fino all’ul timo giorno. Ho amato e mi è stato concesso di sapere cos’è il vero amo re. Me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate”, il suo ultimo mes saggio. Il caso ha suscitato scalpore, anche per le opinioni contrastanti. Il neurologo dell’ospedale dove la gio vane era in cura sosteneva che l’eu tanasia non avrebbe dovuto essere autorizzata perché c’erano molte altre opzioni terapeutiche. La Com missione federale responsabile del controllo, invece, ribadendo il pieno rispetto della legge vigente, faceva presente che la ragazza “era in un tale stato di sofferenza mentale che rendeva pertanto logico accettare la sua domanda”. Si mette ai voti: il “sì” vince, cioè vince l’eutanasia di una ventitreenne forse curabile con altre terapie (forse). Sì, avete letto bene: eutanasia a maggioranza.

Ricordiamo qui i tanti altri che hanno deciso di andarsene senza far rumore, vedi Daniele, sia che lo desiderino, vedi Giordano, in ogni istante ma sono assolutamente pri vi dell’energia necessaria. Era stato così, in sostanziale somiglianza, nel la scorsa estate anche per Carboni. La Suprema Corte cui si era rivolto per render nullo il reato di “omi cidio del consenziente” accolse la sua obiezione, primo ed unico caso in Italia. Impose però alcune regole generali: che il richiedente aiuto a morire fosse affetto da una condi zione irreversibile, da sofferenze in sopportabili e refrattarie a qualsiasi cura, e capace di prendere decisioni autonome. Situazioni vaghe e, forse,

così larghe da essere rimesse al giu dizio di una commissione che buro craticamente avrebbe emesso il suo Verdetto: sì o no! Tertium non datur!

Ma… è tutto qui? Eh no, stabili to un principio generale, qualche considerazione va fatta: era del tutto inevitabile? Qual era la qualità della sua vita? Toccava solo a lui decide re? Aveva un supporto adeguato da parte delle Istituzioni? È un’estre ma forma di egoismo di chi vuole i titoli di coda senza penar troppo? Chi lo assisteva, s’è stancato e gli ha indicato quella strada? E se ci fosse una dichiarazione di comodo (tran quilli.... ci saran anche quelle) del la commissione? Verrà consigliata dopo una certa età? E se uno non fosse in grado di esprimere una pro pria volontà? Suicidiamo tutti quelli che lo richiedono? C’è un’eredità da sistemare? Arriveremo a renderlo obbligatorio?

Ma voi lo sapevate che in pre senza di gravissimi ed irreversibili danni neurologici, gli ospedali fan no una prima scrematura dei casi (evitano il cosiddetto “accanimento terapeutico”) per non creare disabili a bizzeffe incurabili a vita? Per farvi scervellare ancora un po’, riportia mo qui di seguito i risultati del so lito esperimento inglese. Prevedeva che un gruppo di persone senza al cuna autosufficienza personale fosse messa in condizione di eutanasia: con la mano, il naso o qualsiasi al tra parte del corpo bastava toccare un lieve pulsante per innescare il meccanismo. Ebbene su venti che avevano inizialmente detto ‘sì’, ben 18 non se la sentirono di fare l’ulti mo passo! Proprio così: solo il 10% (vi risparmio il conto: 2!) disse ‘sì’ fino alle estreme conseguenze. Che dire? Forse che erano chiacchiere in libertà? Un disperato grido di atten zione verso se stessi? La paura del “vacuum”, il niente assoluto pri ma e dopo noi? Sapevate che, fatte le opportune proiezioni, ci saranno un po’ più di novecento mila anzia ni incapaci di “intendere e volere” e “fisicamente non-autosufficienti” su 520 mila posti scarsi disponibili

in case di riposo? Quella differenza necessità/disponibilità è solo que stione di sedazione profonda prima di arrivare all’eutanasia?

Obiezione: Nessuno si prestereb be ad un omicidio! Sicuri? alla do manda “lavoreresti in un servizio di eutanasia e suicidio assistito?”, le risposte positive sono state del 40%, il 30% era indeciso e il restante 25% in disaccordo. Dunque, se più di un quarto era contrario, oltre un terzo eran d’accordo.

Tante domande con poche o for se nessuna risposta! La Corte Su prema non poteva legiferare, non è

il suo compito: solo un Parlamento nell’interezza delle sue funzioni può far scelte riguardanti ognuno in generale e non nel suo particolare. Quello attuale ha detto di voler agire per conto di tutti gli Italiani: quale miglior occasione di questa? Cosa aspetta a muoversi? Che ci sia un caso eclatante da prime pagine dei media con talk di esperti, seminari, conferenze, cardinali come quando toccò a Welby? Per favore, rispar miateci il bis!

Per adesso accontentiamoci! Ma… stabilito un principio generale e solo dopo esserci tolti il cappello davanti al diritto di ognuno di deci dere della propria vita, va detto che qualche passaggio obbligato va mes so; altrimenti è solo un’esacerbazio ne dei diritti della singola persona o un omicidio di Stato oppure un sui cidio concesso da altri. Meglio fini re qui, è quasi Natale: non potrebbe questo qui (io, Ugo!) parlare di cose più allegre? Ricordarci di Babbo Na tale & company, albero compreso? Farci gli auguri? No lettori, meglio “obbligarci a pensarci” perché, io come voi, o siamo già tra i 900 mila o ci saremo a breve per via dell’età che avanza oppure ancora abbiamo parenti in quella fascia. Perciò, per ora basta… ma voi intanto: medita te, meditate!

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5 Dicembre 2022 - n.6
DIRITTI
MARKETING SAIT
a cura di Ugo Bosetti

È TORNATO A TRENTO IL FESTIVAL DELLA FAMIGLIA!

A Trento, dal 28 novembre al 3 dicembre, si sono aperte le por te dell’undicesima edizione del Festival della Famiglia. L’evento quest’anno si è focalizzato sui tre grandi pilastri della coesione so ciale, del welfare territoriale e della qualità della vita attraverso un vivace programma di appuntamenti con seminari, concorsi giornali stici ed eventi specifici per le famiglie. Nello specifico, si sono svolti 24 eventi per un totale di 170 relatori, con il patrocinio del Parlamen to dell’Unione europea e della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ben 32 partner locali. ll riconoscimento nazionale ed europeo ha dato lustro alla manifestazione, che da anni si impegna attivamente a promuovere e diffondere, a livello locale, nazionale ed internazio nale, l’ineludibile necessità di investire nelle politiche di benessere familiare, in quanto garanti di crescita e di un futuro per le comunità. La kermesse è stata promossa dall’Assessorato alle politiche fami liari della Provincia autonoma di Trento ed è stata coordinata dall’A genzia provinciale per la coesione sociale.

I partner:

Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio Politiche familiari PAT, Servizio attività e produzione culturale PAT, Pari opportunità PAT, Iprase, Dipartimento istruzione PAT, Consorzio dei Comuni Trentini, Comune di Trento, Poste Italiane, Studio Bonanno, Distretti famiglia, Tsm-Trentino School of Management, Famiglia Cristiana, Coni Comitato Trento, Fondazione Franco Demarchi, Università degli Studi di Trento, Servizio civile PAT, Sanifonds Trentino, Confindustria Trento, Ufficio Family Audit PAT, Fondazione Caritro, EuregioFamilyPass, Network Family in Italia, UISP (Unione Italiana Sport Per tutti).

Il Festival della famiglia 2022 ha approfondito le connessioni esi stenti tra le politiche di coesione sociale e quelle per la promo zione del benessere familiare all’interno dell’attuale contesto glo bale caratterizzato da eventi eccezionali e da profonde trasfor mazioni.

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19, l’emer genza umanitaria e l’emergenza energetica prodotte dal conflitto in Ucraina stanno sconvolgendo gli assetti socioeconomici conosciu ti e provocando pesanti conseguenza sulla popolazione. Una cosa è certa: il superamento della crisi pandemica, energetica e milita re non può tradursi nella riproposizione del modello di sviluppo pre cedente, che non esiste più. Queste crisi profonde e inimmaginabili impongono di ridefinire le politiche di sviluppo tramite l’elaborazione di nuove visioni di futuro con strategie di lungo termine che ponga no al centro la persona, la famiglia e la coesione sociale. Occorre attuare politiche di promozione volte a rendere le comunità meno vulnerabili, più capaci di rispondere alle domande dei propri compo

nenti e di prevenire/contrastare ogni forma di esclusione e disugua glianza nell’accesso ai servizi essenziali.

Elementi fondamentali che caratterizzano e qualificano i livelli di coesione sociale di un territorio sono la qualità delle relazioni so ciali, il benessere economico, le pari opportunità, il livello di istru zione e la cultura, la diffusione della pratica sportiva, l’inclusio ne sociale, la non discriminazione, l’attenzione all’ambiente, la fi ducia. Dentro questo mix di fattori generatori di coesione sociale entrano a pieno titolo le politiche sul benessere familiare.

Il Festival ha promosso il dibattito scientifico con le principali istituzioni e organizzazioni che hanno sviluppato conoscenze e competenze sulle connessioni esistenti tra politiche di coesione sociale e politica familiare: una settimana di appuntamenti, con vegni e seminari per dare voce alle politiche di coesione attiva te a livello regionale, nazionale ed europeo aumentando la cono scenza e facilitando lo scambio delle buone pratiche.

PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Coesione sociale, welfare territoriale e qualità della vita. La centralità delle politiche sul benessere familiare per lo sviluppo socioeconomico del territorio.

Il 28 novembre alla Sala Marangonerie del Castello del Buonconsiglio è stato inaugurato il Festival. Presente il presidente della Provincia Mauri zio Fugatti, che ha ricordato: “Questo Festival è uno spazio importante a livello nazionale per relatori e temi trattati e un punto di riferimento per le tematiche connesse alla famiglia, oltre che un momento utile per porre il Trentino ai vertici del dibattito su temi di stretta attualità”. Il presidente ha quindi colto l’occasione per ripercorrere le tante azioni messe in campo dall’amministrazione provinciale negli ultimi anni a sostegno della fami glia, che hanno consentito “al Trentino di essere fra i primi territori, in Ita lia, per indice di natalità, seppur nel calo generalizzato a cui stiamo assi stendo”. Fra queste vi è la “dote finanziaria” misura che punta sia a soste nere l’indipendenza dei giovani sia la genitorialità: e proprio il presidente Fugatti ha consegnato simbolicamente un assegno di 15.000 euro alla pri ma famiglia beneficiaria della “dote”, Laura Pellegrini e Federico Nardelli con il piccolo Nicolò di appena due mesi (in foto).

TERRITORIO, SOCIETÀ, ECONOMIA: PIANETA DONNA

Nel secondo giorno della kermesse, 29 novembre, il Festival della fami glia ha offerto una panoramica sul “Pianeta donna”, ovvero su come il ruo lo della donna e la sua competenza possano rafforzare la coesione so ciale. «Oggi diamo spazio ad un incontro di sensibilizzazione sulle pari opportunità nel quale viene approfondito l’approccio di genere secondo diversi ambiti, con spunti e informazioni preziose che ci possono offri re prospettive per future strategie e decisioni amministrative – sono state le parole dell’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana – E’ fondamentale dare alle donne pari op portunità soprattutto in ambito lavorativo e riconoscerne il merito: in que sto senso come amministrazione provinciale stiamo lavorando con impe gno per promuovere e finanziare iniziative e progetti di sensibilizzazione e di contrasto delle discriminazioni fra donne e uomini, oltre che di con trasto sulla violenza sulle donne, proprio per promuovere un cambiamen to culturale e raggiungere, in ogni ambito, la parità». Nel corso dei lavori, si è tenuta la presentazione di “Donne in vetta” ricerca sulle donne in po sizioni apicali in Trentino, a cura di Stefania Yapo, ricercatrice del Dipar timento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento. In base all’indagine in Trentino il trend complessivo relativo alla presenza femmi nile nei vertici decisionali dei luoghi di lavoro è positivo, ma ci sono sicu ramente spazi di miglioramento. Ad esempio, la partecipazione politica è più alta che nel resto d’Italia ma è ancora bassa rispetto all’Europa, men tre il livello di occupazione femminile si avvicina molto al contesto euro peo, seppur con alcuni distinguo, ad esempio nel settore pubblico le don ne sono numerose, mentre sul fronte dell’imprenditoria le donne faticano ancora (il tasso è attorno al 18% in base ai dati del 2019). Vi è poi un ve ro e proprio imbuto fra le donne che frequentano e concludono l’Univer sità, con risultati eccellenti, e quelle che poi effettivamente sono occupa te, soprattutto in ruolo apicali. Vi sono “resistenze culturali e sociali”, nella nostra provincia, quindi risulta fondamentale “orientare le scelte educati ve e professionali”. Michela Vitulano, consigliere, Responsabile dell’edu cazione finanziaria per Banca d’Italia, Filiale di Trento, ha parlato dell’alfa betizzazione finanziaria delle donne, del gap ancora esistente in Italia so prattutto in tema di stereotipi, che vedono ancora le questioni finanziarie delegate al capofamiglia. Di contrasto alla violenza di genere e di tutte le iniziative messe in campo dalla rete dei soggetti che, in Trentino, si occu pato di questa tematica, hanno parlato Patrizia Foiera, sostituto procura tore a Trento, nonché Barbara Bastarelli, Jessica Mattarei e Cristina Gar niga, responsabili del Centro antiviolenza, della Casa Rifugio e del Centro

uomini autori di violenza, mentre Rossana Fabrizio dirigente del Servi zio Politiche parità e pari opportunità, Dipartimento Pari Opportunità del la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha offerto uno sguardo nazionale sugli interventi di contrasto alla violenza sulle donne. Dopo l’intermezzo musicale a cura del Liceo Musicale e Coreutico Bonporti e del Conserva torio Bonporti di Trento, si è tenuto l’intervento di Elena Bravi, direttrice per l’integrazione socio-sanitaria di Apss, dedicato al tema di donne e sa lute, ovvero di salute di genere e della necessità di mantenere un approc cio di genere nella pratica clinica. Su donne e formazione sono interve nuti Paola Borz, direttrice generale di Tsm - Trentino School of Manage ment, e Tatiana Arrigoni, referente Iprase per l’area educazione civica e alla cittadinanza. Infine Antonella Chiusole ha presentato il progetto por tato avanti dal Lions Club di Trento sulla scuola, come laboratorio di cre scita per un “nuovo femminile”, che ha l’obiettivo di sostenere le giovani diplomate nel momento della scelta degli studi universitari. Le conclusio ni sono state affidata a Stefania Terlizzi, dirigente generale, dell’Agenzia provinciale del lavoro.

Presentata durante il festival dal giornalista di Famiglia Cristia na Alberto Laggia la prima edizione del premio giornalistico “Gio vani e futuro”, ideato con l’Agenzia per la coesione sociale del la Provincia autonoma di Trento e sponsorizzato da Lions Club Trento Host. Il concorso è nazionale ed è riservato a giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti under 35. Il premio vuole creare interesse nell’opinione pubblica sul tema della famiglia e i giovani. Il vincitore sarà premiato al Festival della famiglia 2023. Le 3 sezioni che saranno premiate sono: stampa, radio/tv e gior nali online/agenzia di stampa. I vincitori di ogni sezione riceve ranno 1.500 euro. Regolamento completo e iscrizioni su www.trentinofamiglia.it

PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO www.festivaldellafamiglia.eu
Immagine di storyset su Freepik

PARA-ASTRONAUT PROJECT

Un piccolo passo verso l’inclusione, a 400 mila chilometri dalla Terra e oltre

In questo articolo vi racconterò di una grande novità che riguarda l'e splorazione spaziale, ovvero le prime selezioni dell'Agenzia Spaziale Eu ropea (ESA) comprendenti aspiranti astronauti e astronaute con disabili tà fisica. Si tratta di un cambiamento gigante in un settore caratterizzato da selezioni, prove e addestramenti durissimi.

Dal 1978 l'ESA, come ogni agenzia spaziale, effettua delle selezioni pe riodiche, in cui i candidati che han no i requisiti richiesti sono sempre pochi. Innanzitutto, serve una laurea tecnica, per esempio in ingegneria o medicina e una buona conoscen za della lingua inglese. In seguito, vengono effettuati test psicolo gici, esami medici e un collo quio di lavoro. La selezione si chiude con la proposta al direttore dell'Agenzia Spaziale Europea, che decreta il reclutamento vero e proprio. Dal punto di vista fisico, lo standard richiesto è mol to simile a quello richiesto per l'iscri zione in una palestra o in una piscina. Ma con il “Para-Astronaut Project” le cose cambiano. Questo programma apre infatti le porte della selezione a per sone con disabilità che non

riguardino la parte superiore del corpo che prima non potevano accedervi.

Perché come ha detto il Maggio re Luca Parmitano, all'interno di una conferenza stampa avvenuta quest'anno: "nasce dal desiderio di utilizzare al massimo le risorse, se non riusciamo ad attingere a tutte le risorse possibili stiamo facendo un danno".

Purtroppo, al momento non sono previste selezioni con astronauti che abbiano una disabilità che coinvolga l'area celebrale; ma ci saranno inve ce selezioni di persone con agenesie (mancanze), piuttosto che amputa

zioni, negli arti inferiori, nello speci fico sotto le ginocchia.

Saranno inoltre previste selezioni di persone più basse di un metro e trenta.

Il 23 novembre è stata una giorna ta da segnare in rosso sul calendario perché è stata annunciata la lista uffi ciale ESA con i nomi degli astronauti.

Non ci resta che sperare che que sto sia solo l'inizio per avere in futuro un mondo astronautico più inclusi vo, perché non è mai troppo tardi per andare controcorrente, per sentirci e far sentire le persone uniche nel loro genere.

È troppo grande da descrivere.

Mi fa venir voglia di lasciar tutto.

E imparare finalmente a vivere.

Senza più suoni.

Senza più stazioni.

È troppo bello da descrivere. Non rimane in una tela.

Si nasconde nel buio ogni candela.

Senza fiato i miei polmoni.

Spariscono nel blu tutte le convinzioni.

Le isole e gli atolli, da quassù sembran polli. Nel buio del giorno?

Forse è arrivato il momento di credere ai miracoli.

Per avere finalmente una vita senza ostacoli.

Ma sono solo un illuso, perso nei cortili.

Perché mai esisterà l’uomo senza i confini.

È TEMPO DI… PREMIO MELCHIONNA!

Il 3 dicembre, Giornata internazio nale dei diritti delle persone con disabi lità, come da tradizione torna il Premio Melchionna in memoria del fondatore di PRODIGIO Giuseppe Melchionna. E visto che ormai sono passati sette anni dall’inizio di questa meraviglio sa avventura, abbiamo pensato di in titolare la nuova edizione proprio “E’ tempo di…”. Dimenticare o ricordare? Accettare o cambiare? Abbattere o ri cucire? Ditecelo voi con un racconto, una poesia o una fotografia che ci aiu tino a riflettere su come lo scorrere del tempo può aiutarci a costruire una so cietà più inclusiva, equa, coesa, rispet tosa e aperta al dialogo.

La partecipazione è gratuita e aper ta a tutti i residenti sul territorio na zionale e ai cittadini italiani residenti all’estero. Il concorso si articola in tre sezioni. I partecipanti potranno in viare: un solo racconto inedito della lunghezza massima di 3.000 battute (spazi inclusi); una sola poesia inedita (le poesie in vernacolo sono benvenu te, purché accompagnate dalla tradu zione in italiano); massimo due foto grafie mai premiate in altri concorsi.

Gli autori e le autrici minorenni sono ammessi in concorso nelle seguenti tre modalità: Premio speciale “E’ tempo di… – juniores” assegnato al miglior racconto breve (massimo 3.000 battute spazi inclusi) presentato da una classe o da un gruppo di alunni di una scuo la primaria o secondaria di primo gra do; Premio speciale “E’ tempo di… –ragazzi” assegnato al miglior racconto breve (massimo 3.000 battute spazi in clusi) presentato da una classe o da un gruppo di alunni di una scuola supe riore; Premio speciale “E’ tempo di… –Talento under 18” assegnato al miglior racconto breve (massimo 3.000 battute spazi inclusi) presentato da un/una giovane che non abbia ancora compiu to 18 anni di età alla data di scadenza del bando o che li abbia compiuti nei primi tre mesi dell’anno 2023.

Visto il momento storico che stia mo affrontando, consapevoli che cercare una soluzione diplomatica ai conflitti internazionali è compito di politici e governanti, ma che spro narli a perseguire la via del dialogo spetta alla società civile tutta – con il cuore ed il pensiero rivolti al popo

lo ucraino, birmano, tigrino, palesti nese, afgano, ai manifestanti che in Russia e in Iran rischiano la vita e la libertà per cambiare dall’interno la società in cui vivono e a tutti i popoli e gli attivisti che nel mondo si trova no ad affrontare le stesse sfide, ango sce, rischi e paure – abbiamo deciso di bandire una menzione speciale del premio intitolata “Il tempo della pace”. Ulteriori menzioni speciali po tranno essere assegnate ad altre ope re ritenute meritevoli.

Il primo, il secondo e il terzo clas sificato di ogni sezione riceveranno in premio un buono valido per l’ac quisto di libri nelle Librerie Giunti di tutta Italia del valore rispettivamente di: 50 euro, 30 euro e 20 euro. Pre mi speciali scuole e giovani: 3 vou cher per l’acquisto di libri del valore di 50 euro ciascuno. I dieci migliori racconti, poesie e fotografie verran no inseriti in un’antologia a cura dell’Associazione PRODIGIO ODV, che verrà regalata ai vincitori e ai fi nalisti presenti alla premiazione. I partecipanti presenti alla cerimonia verranno omaggiati con un attestato

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a cura di Martina Dei Cas

di merito e una stampa a tema rea lizzata dal vignettista trentino Mau rizio Menestrina.

Per iscriversi, inviare il proprio elaborato unitamente alla scheda di partecipazione compilata alla mail premiomelchionna@prodigio.it entro il 12 marzo 2023.

8 Dicembre 2022 - n.6 ACCESSIBILITÀ
di Giacomo Carbonara
ASTRONAUTA
a cura di Giacomo Carbonara ■ Murales a Palermo, Foto di Carbonara Giacomo ■ La vignetta premio per i finalisti della settima edizione, realizzata da Maurizio Menestrina

DELL’ANNO…

È arrivato l’ultimo mese dell’an no. Le vie e le piazze delle città sono popolate dalle bancarelle dei merca tini di Natale e illuminate dalle luci, mentre le case si riempiono di regali e biscotti. Natale è praticamente alle porte e con lui anche il nuovo anno. È il momento dei bilanci e di stabilire quali saranno i nuovi propositi.

Si prende la lista scritta l’anno pre cedente e man mano che si spunta no gli obiettivi raggiunti ci sentiamo felici. Può succedere però di sentire una strana sensazione di frustrazio ne se sul foglietto di carta compaiono poche spunte o se ci si rende conto di non aver portato a termine nulla, o quasi, di ciò che ci eravamo prefissa ti. Ci si domanda “ma cosa ho combi nato in dodici mesi?” e non trovando risposte ci si lascia travolgere da un senso di colpa dimenticandosi di ciò che si è raggiunto.

Vi è mai capitato? Allora continuate a leggere e munitevi di carta e penna.

Ripercorrete con la mente questi dodici lunghi mesi e segnatevi tutto ciò che avete fatto: leggere un libro, vedersi con un’amica, una passeggia ta, una vacanza… qualsiasi cosa vi ab bia reso felici o sereni. Includete nella

lista anche ciò che inizialmente vi ha fatto soffrire ma che ora guardandola con lenti diverse ne siete grati. Non importa l’ordine degli eventi, scrivete tutto come vi viene in mente.

Perché questo esercizio? Perché molto spesso ci soffermiamo troppo su ciò che non siamo riusciti a fare, dimenticandoci di tutto ciò che ci ha arricchito e che nella maggior parte dei casi hanno fatto davvero la dif ferenza. Quando ci poniamo degli obiettivi non possiamo prevedere che piega prenderà la nostra vita, ci sono cose che sfuggono dal nostro controllo.

Prendete la lista che avete appena scritto e leggetela, vi renderete conto di quanto avete davvero fatto. Tutte queste piccole cose vi hanno reso la persona che siete, con le vostre idee, i vostri pregi e i vostri difetti. Siate grati per ciò che siete diventati, del le persone che avete attorno a voi e di tutto ciò che avete imparato anche dalle piccole cose. Sono queste che possono fare la differenza e che vi aiuteranno a fare ciò che non avete ancora concluso. Se c’è qualcosa che invece volete cambiare fatelo ora, po nete le basi per il prossimo anno.

EUFORIA CIRCUS FESTIVAL

Presentata in Fondazione Demarchi a Trento la prima edizione del festi val di circo e arti performative che abbiamo contribuito a realizzare a Sant’Anna di Sopramonte il 24 e il 25 settembre scorso. In attesa del bis, rivivi le emozioni degli spettacoli nella gallery fotografica sulle pagine Facebook e Instagram @euforiacir cusfestival.

PERSPECTIVA: VEDERE LA CLARINA ATTRAVERSO...

Quante volte ci guardiamo intorno senza vedere davvero? Il progetto “Perspectiva - Vedere attraverso”, svoltosi il 29 ottobre scorso, mirava proprio a invitare gli abitanti della Clarina a scoprire il proprio quartie re attraverso nuovi occhi.

Dopo quindici giorni di preparazio ne e incontri in loco, i danzatori di Azioni Fuori Posto hanno messo in scena nel giardino della nostra casa ITEA un vero e proprio spettacolo di danza urbana, che soddisfasse i gu sti musicali di tutti gli abitanti.

Gli spettatori hanno potuto gusta re l’opera dal balcone di casa, dalla finestra e anche dalla strada. A ri prova che la magia dell’arte fiorisce dove meno ce l’aspettiamo!

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9 Dicembre 2022 - n.6 SOCIETÀ
L’ULTIMO MESE
a cura di
Christine Strangone
Dicembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D November 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D October 1 3 4 5 6 7 8 10 11 12 13 14 15 17 18 19 20 21 22 24 25 26 27 28 29 31 M T W T F S 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 6 7 8 9 10 11 13 14 15 16 17 18 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30

“PINO, UN AMICO SU DUE RUOTE”:

un anno di incontri nelle scuole

Scritto da Martina Dei Cas e illustrato da Maurizio Me nestrina, il fumetto biografico in ricordo del fondatore di PRODIGIO Giuseppe Melchionna, da un anno è in viag gio nelle scuole trentine per sensibilizzare i più giovani sull’educazione stradale e sul rispetto della diversità.

Coinvolti: 4 scuole: Ist. comprensivo di Gardolo – Trento 7 (Scuola primaria S. Anna e scuola media S. Pedrolli); Ist. comprensivo Trento 4 (Scuola primaria Clarina), Ist. comprensivo Aldeno-Mattarello 14 classi: Oltre 300 nuovi PostPini e PostPine dai 7 ai 14 anni

Grazie alle insegnanti Giovanna Faes, Marica Toninelli e Maria Videsot, alle volontarie Francesca Manga notti e Miranda Minnella e ai giovani lettori e lettrici per le bellissime riflessioni di restituzione che ci hanno inviato. Per ragioni di spazio, sul giornale ne pubblichiamo solo alcune, ma le conserviamo tutte nel cuore della redazione di pro.di.gio. con grande affetto, gratitudine e speranza per il futuro!

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10 Dicembre 2022 - n.6 CULTURA

L’ISOLA DELLA REGINA IRENE

Corradino era il re di Aresia. Quando salì al trono, il suo era un piccolo regno nel cuore del conti nente. Ma la sua sete di potere era enorme e ben presto trasformò tutta la popolazione in un unico grande esercito ben addestrato che gli per mise di estendere i confini dello stato fino a formare un grande impero che lui comandava con mano autoritaria. Ormai pareva proprio che non ci fos sero più terre da conquistare. Ma la sua sete non si placava:

«Trovatemi qualcosa perbacco» diceva ai suoi generali «o vi farò tut ti impiccare» e quelli che, costernati, non sapevano proprio come fare a soddisfarlo, cominciarono a temere per le loro vite. Infine, uno di loro, che si dilettava di geografia, disse: «Beh, ci sarebbe forse l’isola della re gina Irene»

«Dove?» lo interrogarono gli altri con un filo di speranza nella voce. Il geografo aprì il suo grande atlante e mostrò loro il luogo in cui si trova va. Era una bellissima isola, sperduta nella vastità dell’oceano, piena di bo schi, pianure, colline e valli verdeg gianti e arricchita da fiumi e ruscelli. Nella parte orientale sorgeva anche un vulcano che se ne stava quieto, senza fumare o borbottare.

«È la nostra unica speranza» osser varono i generali. Perciò cominciaro no a preparare le navi e le armi per la spedizione. Re Corradino, quando ne fu informato, non riusciva a contenere la sua gioia e decise di indire, prima della partenza, una grande festa. Fu allestito un bel palco, dal quale con il suo seguito, in alta uniforme, osservò

di conquista: in quel mondo la guer ra era sconosciuta e gli uomini vive vano in pace tra loro e in comunione con la natura che li circondava. Fu preparato un grande banchetto di benvenuto, con musiche e canti, in onore degli ospiti. Tutto ciò riempì di meraviglia il cuore dei soldati di re Corradino che accettarono volentie ri i doni e le feste che venivano loro offerti, dimenticando, sul momen to, il motivo che li aveva spinti fino a quella sperduta isola. Ma la notte, si sa, porta consiglio e alle prime luci dell’alba cominciarono a bombardare le case degli irenei, ad affondarne le barche e a distruggere tutto ciò che si trovava sul loro cammino. La po polazione, sorpresa, ma inerme di fronte a quella violenza che le era estranea, fuggì a rifugiarsi nel folto delle foreste che costituivano il cuore dell’isola. I generali, felici di una vit toria così veloce, fecero subito costru ire le baracche per lo stato maggiore, gli alloggi per gli ufficiali e montare le tende per la truppa. I dispacci, im mediatamente inviati al re, annuncia vano con enfasi la fulminea vittoria.

Ma fu la natura, a lungo vissuta in simbiosi col pacifico popolo della regina Irene, che decise di ribellarsi. I primi borbottii di disappunto par tirono dal vulcano che cominciò a fumare per esprimere la sua contra rietà. Alla fine, eruttò una pioggia di fuoco che distrusse gran parte degli accampamenti, mentre una rovinosa frana si abbatteva sulla tendopoli. Per la prima volta impauriti, i soldati cer carono rifugio tra gli alberi, ma quelli sembravano vivi e molti restarono

Corradino non volle sentire ragioni: «Dovete vincere la guerra, non pote te ritirarvi. Ve lo ordino».

Inviò quindi una nuova flotta navale, dotata di potenti cannoni e anche una squadriglia di aerei con l’incarico di cospargere di velenosi diserbanti la foresta in cui si erano rifugiati gli irenei e i cui alberi ave vano avuto l’ardire di catturare i suoi addestratissimi ed eroici soldati.

Ma quando la nuova, potente e bene armata flotta giunse in prossimi tà dell’isola, si verificò uno strano fe nomeno: il mare cominciò a ribollire e lentamente si materializzò una gran de barriera corallina sulla quale, una ad una, si incagliarono le navi. Intanto in cielo, la squadriglia aerea inondò la foresta con una pioggia di defolianti, che cadeva piovosa sugli eroici albe ri che avevano, in modo così deciso, difeso la propria terra. Ma stavolta fu rono le loro foglie che si opposero al devastante diluvio, restando con for za ancorate ai loro rami.

Insomma, non c’era proprio modo, con le armi convenzionali di Corra dino, detto “Kill” perché amava solo la morte e la distruzione, di riuscire a conquistare quella straordinaria isola.

I generali chiesero quindi di poter parlamentare con la regina Irene, per discutere la resa.

«Dite al vostro re che le mie armi saranno sempre più potenti delle sue, perché gli uomini e la natura vo gliono vivere nella concordia e nella serenità, lontano da ogni conflitto. Ditegli che mai potrà battermi perché io sono Irene e sono stata inviata sul la terra per portarvi la pace».

riera corallina che, per incanto, era sorta a proteggere l’isola. Guarda rono gli irenei, usciti dai loro rifugi nella foresta, cominciare a ricostru ire le loro case e le imbarcazioni, li ascoltarono suonare e cantare per scacciare la paura che avevano pro vato. Capirono che anche il loro de stino era cambiato, perché ora erano diventati gli ambasciatori di Irene e le promisero che avrebbero portato il suo messaggio ovunque nel mondo.

Quando, infine, tornarono ad Are sia furono convocati al cospetto del re.

«Siete degli incapaci» urlava Cor radino «vi farò fucilare tutti».

«Fatelo sire, ma sappiate che il messaggio di cui siamo latori è assai potente e niente potrà fermarlo».

Queste parole lo fecero talmente infuriare che divenne tutto rosso, avrebbe voluto urlare per richiama re le sue guardie affinché li facessero scomparire dalla sua vista e li impri gionassero in attesa dell’esecuzione. Ma nessuna parola gli uscì dalla bocca, solo un suono inarticolato che fu l’ultimo che emise. Poi si ac casciò al suolo, morto di crepacuore. Nel grande impero che aveva creato si diffuse velocemente il messaggio di pace della regina Irene. I popoli vinti ritrovarono la loro libertà. Are sia divenne nuovamente un piccolo stato e visse, da allora nella serenità e nella prosperità, divenendo anche un faro di arte e cultura per coloro che una volta aveva soggiogato con la violenza. Le armi, che un tempo l’avevano fatta potente, giacevano inutilizzate nei depositi dove si co privano di polvere e ragnatele e nei

Dicembre 2022 - n.6
TEMPO LIBERO
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una fiaba di Stella Diluiso
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