Azimut n2 2015

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COLLEGIO

Fuga dall’Istituto per Geometri

NORMATIVA

Riordino e semplificazione della normativa Regionale in materia di edilizia

ISTITUZIONI

Priorità di mandato Intervista al Sindaco di Senigallia


Azimut

PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE Reg. Trib. Ancona 8 Luglio 1975 Comitato di Redazione PressCom-Comunicazione Integrata Piazza Ciabotti, 8 - 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 info@presscom.it DIRETTORE RESPONSABILE Diego Sbaffi COORDINAMENTO EDITORIALE Davide Amicucci d.amicucci@presscom.it REDAZIONE Diego Sbaffi Giampiero Fabbri Vinicio Montanari Luca Orletti

Azimut

Periodico regionale a cura del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona Corso Garibaldi 91/a - 60123 Ancona (AN) info@geometrian.it - www.geometrian.it Anno XXXIX - N. 2/2015

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Ilaria Montenegri, William Tantucci, Landino Ciccarelli, Stefano Giangrandi, Matteo Tarabelli, Beatrice Testadiferro CONSULENTI PER LA COMUNICAZIONE Gianni Moreschi (g.moreschi@presscom.it) IMPAGINAZIONE Studio FLORIO - Via Aldo Moro, 38 62010 Sambucheto di Montecassiano (MC) CREDITI FOTOGRAFICI Archivio AZIMUT PUBBLICITÁ CONCESSIONARIA AZIMUT PressCom - Piazza Ciabotti, 8 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 Emanuele Anselmi e.anselmi@presscom.it

Azimut viene inviato gratuitamente agli iscritti agli Albi Professionali del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona, agli uffici decentrati del Genio Civile, agli uffici tecnici dei Comuni e delle Province, a tutti gli enti pubblici e a tutti coloro che hanno rapporti con la categoria. La collaborazione è aperta a tutti i singoli professionisti e agli organi rappresentativi di categoria. Manoscritti, dattiloscritti, elaborati, disegni, fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ogni autore risponde direttamente delle proprie affermazioni che non impegnano nè la redazione nè il Collegio. Gli scritti possono essere pubblicati anche siglati o anonimi, per desiderio degli autori i cui nomi restano comunque reperibili presso la redazione.

Inserzionisti: Subissati ............................... Namirial ................................

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Sommario

1 Editoriale 2 Istruzione

Fuga dall’Istituto per Geometri

9 Tecnologia

Droni. Tecniche e Applicazioni di Topografia Seconda parte

15 Istituzioni

Priorità di mandato. Intervista al Sindaco di Senigallia

17 Normativa

Riordino e semplificazione della normativa Regionale in materia di edilizia

19 Formazione

La valutazione immobiliare tra tradizione e innovazione: il Market Comparison Approach come cambiamento


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Azimut Editoriale In questo numero parliamo di scuola e in particolare andiamo ad analizzare il vistoso calo di iscrizioni che si è registrato nelle scuole per geometri della Provincia di Ancona, un calo preoccupante che non può non destare grande apprensione nella nostra Categoria, tenuto conto che essa, solo da un costante flusso di accessi, può trarre la linfa vitale del suo futuro. I numeri al riguardo che si sono registrati nella nostra Provincia sono drammaticamente in linea con quelli rilevati a livello Regionale dove in 13 Istituti, a fronte di 666 alunni in uscita, nell’anno scolastico 2014/2015 corrispondono soltanto 226 nuove iscrizioni per il corrente anno scolastico 2015/2016, ciò ha comportato la perdita di classi in tutti gli istituti della Provincia dove in particolare gli istituti di Ancona, Osimo e Fabriano non hanno potuto dare vita a nuove classi del primo anno. Non è, e non sarà agevole individuare nell’immediato contromisure efficaci, cerchiamo però di capire i perché di una riduzione così evidente che mai fino ad ora si era verificata. Anzitutto la crisi economica, che continua ad attanagliare l’edilizia ed il mercato immobiliare, esercita un ruolo negativo sulla vicenda, la nostra professione è ritenuta strettamente collegata ad una edilizia ora in crisi e paga su tale aspetto un prezzo maggiore rispetto ad altre attività e quindi sull’orientamento dei giovani al momento cruciale della scelta di indirizzo sui corsi scolastici della scuola superiore. Poi c’è l’aspetto legato all’accesso alla professione che oggi risulta assai vario e diversificato poiché oltre i cinque anni del diploma si aprono diverse strade, il praticantato e conseguente esame abilitativo, i corsi di specializzazione, la laurea breve, il tutto con tempistiche diverse, una situazione per certi versi paradossale che contribuisce a creare un elemento di incertezza sulla scelta di indirizzo di studio. C’è poi la questione dell’inopinato e poco opportuno cambio di denominazione del titolo di studi di Geometra che, con la riforma Gelmini del 2010, i precedenti istituti tecnici (erano dieci tra cui il Geometra) sono stati trasformati in due soli settori, economico e tecnologico, suddiviso quest'ultimo in undici indirizzi, tra i quali quello denominato Costruzioni Ambiente Territorio, CAT appunto, eliminando in toto la dizione Geometra, ciò ha creato maggior confusione sul ruolo della nostra professione e si è di fatto lasciato trasparire il messaggio che la professione del geometra sia sparita dal mercato. In merito ai percorsi formativi, l’idea e la proposta del Consiglio Nazionale, in adeguamento anche alle politiche comunitarie è quella di organizzare un post-diploma di valenza universitaria, di tre anni, da tenersi possibilmente presso gli Istituti Tecnici per Geometri, che avrà un preciso indirizzo specialistico sulle materie del nostro operare e quindi potrà, è questo l’auspicio, essere anche abilitante per l’iscrizione all’Albo. A tutte queste questioni aggiungiamo poi tante altre problematiche che hanno determinato il calo delle iscrizioni come una generale difficoltà a fare orientamento nelle scuole secondarie di primo grado, oltremodo in molte di queste scuole medie purtroppo persiste ancora nei docenti e a cascata nei genitori degli alunni il preconcetto che esistano scuole di serie A (licei) e di serie B (gli istituti tecnici), per cui i “migliori” vanno indirizzati verso i licei, è normale che molte famiglie continuano a sognare per il loro figlio un futuro sicuro con una professione piu appagante equivocando sulla complessa e variegata attività del geometra. Andrebbe invece spiegato, agli studenti delle scuole medie e alle rispettive famiglie, come sia radicalmente cambiata la professione del geometra mettendo in luce le nuove e moderne competenze culturali e professionali offrendo loro una valida occasione di riflessione nella scelta del percorso di studi. In questo caso è fondamentale l’attività di orientamento nelle scuole attivata dagli organi Nazionali con la campagna GEORENTIAMOCI e portata avanti dai Collegi Provinciali in collaborazione con i CAT. Non secondaria anche la questione economica circa la presenza di strumentazioni poco aggiornate negli Istituti Tecnologici (GPS a volte desueti, CAD non sempre al passo con i tempi, scarso utilizzo dei nuovi strumenti di rilevazione…) che rendono meno affascinante la vista degli studenti alle Scuole CAT e possono insinuare l’idea, di una formazione non al passo con i tempi. Come detto entra in gioco un fattore economico ma risulta anche la disponibilità da parte dei Collegi a verificare eventuali fonti di finanziamento. Riteniamo opportuno che i massimi dirigenti della nostra categoria promuovessero, assieme agli istituti indirizzo CAT geometri una grande azione di marketing, una massiccia campagna mediatica di informazione, su scala nazionale, a tutti i livelli e con tutti i mezzi di comunicazione (canali televisivi, internet, stampa ecc.) sulle competenze e sulla reale attività della professione del geometra per spiegare alle famiglie che l’edilizia è solo uno degli ambiti e neppure più il maggiore di possibile impiego, possibilmente avvalendosi di esperti della comunicazione e di testimonial di rilievo, poiché il singolo collegio provinciale, pur con tutto l’impegno possibile, non può incidere su tendenze e orientamenti che vanno attivati su tutto il territorio italiano a livello nazionale, comunque il ruolo del Collegio provinciale resta essenziale in merito all'orientamento anzitutto con incontri con i docenti referenti all’orientamento al fine di evidenziare la valenza formativa del percorso CAT Geometri, le competenze professionali fornite e le opportunità occupazionali, poi attraverso gli Open-day scolastici, con geometri orientatori, opportunamente individuati e ben inseriti nel territorio che possano anche coinvolgere gruppi di alunni in attività attinenti la professione del geometra (disegno CAD – semplici rilievi – uso di strumentazioni GPS o DRONI). È chiaro che il rapporto Collegi-CAT deve poi proseguire durante l'anno scolastico con progetti comuni, ad esempio, proponendo forme di alternanza scuola – lavoro continue e di in rapporto con il territorio, o anche semplicemente utilizzare le sedi scolastiche per corsi di formazione professionale ai quali far partecipare gli studenti dell'Istituto. A tal fine si è anzitutto riusciti a creare un tavolo tecnico permanente tra i rappresentanti delle Istituzioni Scolastiche ad indirizzo Tecnologico CAT e i rappresentanti dei Collegi dei Geometri delle Marche per intraprendere azioni comuni tra le quali è stata individuata come fondamentale la proposta di istituire e formalizzare, sulla falsa riga di quanto accade per altri ordinamenti scolastici, una Rete degli Istituti Tecnologici, ad indirizzo CAT, delle Marche, cui aderiscano anche come partner, i Collegi dei Geometri. Sono questi i presupposti necessari per poter recuperare la fiducia delle nuove generazioni verso la nostra attività che è andata in calando in modo preoccupante, ma tutto ci fa supporre che alla fine ce la faremo in questo impegnativo intendimento che la categoria sta, con grande vigore, mettendo in atto. Diego Sbaffi

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Istruzione

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Nessuna prima classe ad Ancona e Fabriano

Fuga dall'Istituto per Geometri

Calo delle iscrizioni negli altri istituti della provincia di Ancona Abbiamo voluto sondare la situazione degli Istituti per Geometri della provincia di Ancona parlando con i Presidi e i Responsabili degli istituti. Ecco cosa ci hanno detto. Beatrice Testadiferro e Matteo Tarabelli

NIENTE pRIMA ClASSE GEOMETRI All’ISTITuTO “vANvITEllI-STRACCA-ANGElINI” dI ANCONA A guardare il numero dei ragazzi che, in uscita dalla Scuola Media, in questi ultimi anni, hanno scelto di iscriversi a quello che una volta si chiamava Indirizzo per Geometri, si può dire che la professione del geometra è a rischio? è corretto individuare la causa principale di questo calo nella crisi che ha investito l’edilizia o possono essere individuati altri motivi? Queste le domande che abbiamo rivolto ai docenti delle discipline professionalizzanti dell’Indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio” dell’Istituto “vanvitelli-Stracca-Angelini” di Ancona. Ed ecco le loro risposte: “Il numero degli alunni provenienti dalla Scuola Media che scelgono di iscriversi all’Indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”, meglio conosciuto come Corso per Geometri, è in calo su tutto il territorio nazionale e anche nella nostra regione. Questo è un dato di fatto. Il motivo di questo allontanamento da quella che può considerarsi una delle figure professionali più note è dovuto a una serie di fattori. Il più importante è quello che lega la figura del geometra all’attività edile. Di conseguenza, erroneamente, la crisi del settore edile è stata associata a quella della professione. Erroneamente non solo perché, da sempre, il geometra si è occupato oltre che di progettazione e di costruzioni, anche di valutazioni di immobili, di stime dei danni, di pratiche catastali, di amministrazioni di condomini, di rilievi topografici e fotogrammetrici, ma anche perché la professione del geometra in questi anni è cambiata. La professionalità del tecnico si è evoluta, riuscendo a stare al passo con i tempi che hanno visto crescere significativamente la sensibilità nei confronti dell’ambiente e della tutela del territorio. Il nuovo geometra, oggi, si occupa di risparmio energetico, di utilizzo di fonti rinnovabili, di recupero di edifici con l’impiego di materiali naturali, di tutela del territorio da frane, esondazioni e alluvioni. Il non aver percepito questo cambiamento, con i numerosi nuovi spazi professionali a esso collegati, ha dissuaso le famiglie dallo scegliere questo ambito professionale.” Che cosa si dovrebbe fare? “Su quest’ultimo aspetto è necessario un forte impegno per far capire ai ragazzi delle Scuole Medie, ai loro genitori e ai loro insegnanti l’importanza di questo cambiamento. È auspicabile uno sforzo comune da parte

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Istruzione delle Scuole in sinergia con il Collegio, anche a livello nazionale, per riavvicinare il territorio al nuovo volto di questa interessante e stimolante professione. In altre parole, bisogna rilanciare e far conoscere la nuova immagine del geometra.” E la Scuola, riesce a stare al passo con i tempi? “Le recenti riforme della Scuola hanno apportato delle modifiche anche nel quadro orario del corso “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. Se è vero che sono leggermente diminuite le ore destinate ad alcune materie tecniche, è stata, tuttavia, introdotta una nuova disciplina professionalizzante relativa alla gestione dei cantieri e alla sicurezza negli ambienti di lavoro. Sono, inoltre, aumentate le attività laboratoriali e le iniziative collegate all’Alternanza Scuola- Lavoro.”

Che cosa si intende per attività laboratoriale? “Nel nostro Istituto, l’attività laboratoriale, effettuata in compresenza con un Insegnante Tecnico Pratico (ITP), è quella svolta prevalentemente nei laboratori di informatica, dove gli alunni imparano ad utilizzare software professionali. Oltre al CAD, utilizzato per la realizzazione grafica dei progetti, sono impiegati software specifici relativi all’impiantistica, alle certificazioni energetiche e quelli per le pratiche catastali come il DOCFA e il Pregeo. Alcune esercitazioni vengono svolte nel laboratorio “Materiali”, dove, utilizzando inerti e cemento, i ragazzi prendono confidenza con le caratteristiche dei materiali da costruzione.” Quali collaborazioni sono state avviate in questi anni con il Collegio dei Geometri? Il nostro Istituto da sempre collabora in modo proficuo con il Collegio: numerosi sono i progetti svolti insieme. Dall’ormai decennale “Progetto Catasto” al più recente progetto “Una città per tutti”, svolto in collaborazione con A.Re.A. (Associazioni in rete di Ancona), per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con l’obiettivo di sensibilizzare i futuri geometri alle problematiche riguardanti la disabilità. Inoltre, negli ultimi anni, i geometri del Collegio ci hanno sostenuto nelle attività di orientamento partecipando agli incontri organizzati con i docenti delle Scuole Medie e a quelli con i loro alunni e famiglie apportando il loro prezioso contributo professionale. E un rappresentante del Collegio dei Geometri non è mai mancato a nessuna delle nostre “Cerimonie di Consegna dei Diplomi” per congratularsi con i neodiplomati!

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ITCG MOREA FABRIANO: dopo venti anni è scomparsa la classe prima Nel 1995-96 si sono diplomati i primi geometri a Fabriano ma lo scorso settembre non è stata attivata la prima classe del corso geometri. Da alcuni anni la scuola si è trasformata in Istituto Tecnico Commerciale per Geometri e per il Turismo "A. Morea" ed è inglobata nell’Istituto di Istruzione Superiore "Morea - Vivarelli". Il professor Fabio Anderlini, docente di topografia e nei corsi di Cad, segue vari progetti tra cui l’orientamento scolastico: da venti anni insegna ai Geometri e ha assistito al declino del numero di studenti frequentanti la scuola. «Da tre anni ci sono classi articolate e si stanno cercando le soluzioni migliori per cogliere l’interesse dei giovani. Come scuola stiamo lavorando a progetti che abbiano ricadute positive nei percorsi di orientamento ma non abbiamo collaborazioni con le amministrazioni comunali e con il Collegio dei Geometri della Provincia di Ancona. Una parte degli studenti arriva generalmente da famiglie in cui ci sono già dei tecnici o che sono titolari di imprese edilizie o di attività collegate così da potersi inserire nel lavoro già avviato ma la crisi prolungata che sta vivendo il settore edile non incoraggia più le iscrizioni. All’Istituto di Fabriano ci sono ragazzi provenienti non solo dalla città ma da un bacino molto ampio, dalla fascia di confine con l’Umbria, da Pergola, da Sassoferrato, da Cagli, da Serra San Quirico, da Matelica, da Cerreto d’Esi. Speriamo che il progetto al quale stiamo lavorando diventi realtà e possa così coinvolgere tutto il territorio, sia le istituzioni sia il Collegio. Abbiamo pensato di dedicarci al tratto ferroviario Fabriano-Pergola che un comitato vuole trasformare in pista ciclabile. Abbiamo inoltrato una richiesta a Ferrovie dello Stato Italiane SpA per ottenere l’autorizzazione all’accesso al tratto, ai caselli, alle varie infrastrutture, ai ponti, ai passaggi a livello per poter studiare, insieme agli studenti, la fattibilità dell’idea e proporre una nostra soluzione. Siamo in attesa della risposta che speriamo positiva: i treni non passano ma la tratta non è dismessa ed è tutto funzionante. Questa tratta di 32 chilometri è molto antica, fu terminata il 12 ottobre 1894 e inaugurata il 28 aprile 1895. Ora ci auguriamo che questa parte di ferrovia possa tornare a vivere e che si possa realizzare con il contributo degli studenti del corso di Geometri e riportare questa scuola a essere scelta dai ragazzi come un modo di formazione culturale e professionale utile per inserirsi nella società attuale.»

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Istruzione

Qualità nella formazione

La dirigente scolastica dell'I.T.S Cuppari di Jesi, Bruna Aguzzi analizza il calo delle iscrizioni al corso per geometri, indicando le possibili strade per invertire il trend. Prosegue il calo delle iscrizioni ai corsi per geometri. Il trend nazionale, che va avanti ormai da qualche anno, non risparmia le Marche. Alcuni istituti non sono riusciti nemmeno a formare le classi. Tale difficoltà non riguarda l'I.T.S. Cuppari di Jesi, che paga comunque la negativa tendenza in atto, come conferma la dirigente scolastica, Bruna Aguzzi. Professoressa Aguzzi, come sono andate le iscrizioni quest'anno? «Il CAT (Costruzioni, Ambiente, Territorio) è purtroppo, da alcuni anni, in un trend nazionale di pesante calo. Anche I’ITS “P. Cuppari” di Jesi ha registrato una diminuzione delle iscrizioni seppure più contenuta rispetto a molti altri Istituti presenti sul territorio provinciale e regionale. Sono diversi i fattori che, a nostro parere, hanno determinato questa situazione» Quali sono? «Innanzitutto la scarsa conoscenza tra l’utenza e nel mondo della scuola delle opportunità a cui la formazione dà accesso, che non può essere colmata solo dalle attività di orientamento. Erroneamente si ritiene che nel mercato del lavoro ci sia poco spazio per tecnici “diplomati” e che laureati, ingegneri e/o architetti, possano avere maggiori opportunità di lavoro. Al contrario i campi di lavoro del geometra, seppure cambiati nel tempo, possono ritenersi ampliati e non ridotti. In relazione al periodo di crisi, poi, il geometra è la figura professionale che meno ne risente tra quelle presenti sul mercato, proprio per le molteplici aree di impiego in cui può operare. E’ inoltre opinione, purtroppo diffusa, anche tra le famiglie, che i licei preparino meglio gli studenti ad affrontare i successivi percorsi universitari. Va, invece sottolineato, che la formazione tecnica non è una formazione di classe inferiore, è semplicemente diversa ma di pari dignità rispetto agli accessi universitari. Il mancato riconoscimento del valore specifico dell’indirizzo comporta, a volte, che studenti brillanti con attitudini specifiche alla formazione tecnica, vengano dirottati su altri percorsi. Infine, anche il cambiamento del nome da “Geometri” a “CAT” può aver influito, unitamente alla riduzione delle ore disciplinari che caratterizzavano il corso». Cosa possono fare le scuole per geometri per cercare di incrementare ulteriormente le iscrizioni? «Si sono costituite reti tra istituti CAT, sia a livello regionale che nazionale, proprio per studiare le ragioni del fenomeno ed individuare le più appropriate strategie per rafforzare l’efficacia del percorso formativo e per diffondere una corretta ed adeguata informazione. Per potenziare questo indirizzo, dobbiamo lavorare in maniera mirata ed efficace su due fronti di pari importanza: una formazione che sia al tempo stesso utile per l’accesso al mondo del lavoro ed adeguata per garantire la prosecuzione degli studi universitari. Per il primo obiettivo è importante che gli istituti potenzino gli insegnamenti e le necessità della formazione SETTEMBRE 2015

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Istruzione

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Un laboratorio adeguatamente attrezzato permette agli studenti di lavorare individualmente su postazioni PC con applicativi CAD professionali.

tecnica richiesti dal profilo professionale del Geometra, attualizzandoli alle esigenze del territorio e rendendoli sempre più al passo con le continue evoluzioni tecniche e del mercato. Al tempo stesso, deve essere valorizzato anche il bagaglio culturale utile ad affrontare con successo i percorsi universitari favorendo e promuovendo un più forte rapporto tra CAT ed Università Tecniche attraverso una progettualità didattica verticale. Malgrado queste criticità ed il notevole lavoro che c’è ancora da svolgere, vogliamo, però, far notare che al Cuppari abbiamo raggiunto importanti traguardi, come dimostra l’indagine Eduscopio, della Fondazione Agnelli, che ha attribuito al corso CAT del Cuppari un punteggio che lo colloca al primo posto nelle Marche tra gli Istituti Tecnici per i risultati conseguiti dai propri diplomati nei successivi percorsi universitari». Quali sinergie possono essere attuate con il Collegio dei geometri per "attrarre" i ragazzi? «A livello nazionale riteniamo che sia necessaria una efficace campagna di informazione promossa dal Collegio dei Geometri e Geometri laureati, su questa nuova, articolata e ricca figura professionale. Crediamo sia fondamentale il coinvolgimento, a livello locale del Collegio dei Geometri, anche per il futuro, in particolare nella progettazione e realizzazione, insieme alla scuola, dei laboratori di orientamento per la parte specifica all’ambito professionale. Sicuramente questo permetterà di rendere in maniera efficace, attuale e concreta l’immagine di una realtà professionale in evoluzione ed indispensabile per la gestione del territorio».

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Istruzione

“Cittadini competenti, professionisti preparati”

Daniele Sordoni, dirigente scolastico dell'I.T.C.G Corinaldesi di Senigallia, pone l'accento sulle potenzialità dei corsi per geometri. Comunicazione e collaborazione. Su questo bisogna puntare per rilanciare i corsi per geometri. Ne è convinto Daniele Sordoni, dirigente scolastico dell'I.T.C.G Corinaldesi di Senigallia. A differenza di altri istituti, le iscrizioni nella spiaggia di velluto non sono andate poi così male. Ma il confronto con gli anni scorsi proprio non regge. Professor Sordoni, qual è il trend che registrate al Corinaldesi? «Quest'anno le iscrizioni sono andate abbastanza bene se ci riferiamo al trend regionale e nazionale, con 3 classi prime nel settore economico e due classi prime nel settore tecnologico (cosa che è in assoluta controtendenza con altri istituti in cui, purtroppo, a volte non si è riusciti a formare nemmeno una prima), ma non è certo un risultato di cui gioire se lo si mette in relazione con i numeri assoluti di altri indirizzi scolastici. Il trend è in chiara diminuzione, le ragioni principali sono individuabili nella scarsa conoscenza, da parte di famiglie e docenti del primo ciclo, delle potenzialità di un indirizzo come il nostro e di una certa comunicazione, imperfetta, che disegna, cosa assolutamente falsa, questo indirizzo come votato alla disoccupazione certa». Come può essere ulteriormente promosso, a suo parere, questo corso di studi? «Fondamentale sono la comunicazione e la chiarezza nella descrizione della reali potenzialità che ha questo corso: le differenti tipologie di discipline che sono oggetto di studio, servono a formare una figura professionalmente preparata e duttile ma soprattutto, appunto per la convergenza di abiti disciplinari e intellettuali differenti ma complementari, un cittadino competente (e gli output di coloro che si diplomano sono chiarissimi). Soprattutto è necessario comunicare alle scuole del primo ciclo e alle famiglie quella che è la realtà senza farsi deviare da informazioni... devianti». Cosa si può fare assieme al Collegio dei geometri per "attrarre" i ragazzi delle medie? «Le sinergie, almeno nella nostra Regione, sono evidenti e fattive, è in via di costituzione una rete regionale fra tutti gli Istituti per geometri della Regione Marche e i Collegi di tutte le province. Si punterà, come già detto, sulla comunicazione e promozione fattiva ed efficace, e su un coinvolgimento delle realtà produttive anche in visione del futuro sviluppo che interesserà, anche in ambito formativo superiore, la professione di geometra».

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I.I.S. CORRIDONI-CAMPANA DI OSIMO Anche per l'I.I.S. Corridoni-Campana di Osimo valgono le stesse considerazioni degli altri istituti. Per l'indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (Istituto per Geometri) anche nell'anno scolastico 2015-2016 ci sono solo 12 iscritti come per l'anno scorso e quindi anche quest'anno si è creata una classe articolata con gli studenti di ragioneria. Solo per fare un raffronto il quinto anno di quest'anno ha 40 studenti con 2 classi.

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Droni. Tecniche e Applicazioni di Topografia ... continua dal numero precedente

ORTOFOTO Si tratta di un particolare tipo di raddrizzamento riferito a una porzione di terreno non piano, registrato nei fotogrammi delle prese aeree. Si tratta, pertanto, di un raddrizzamento differenziale per ciascuna porzione di terreno rappresentata nel fotogramma, dalle quali si ottengono tanti piccoli fotopiani che verranno poi collegati a mosaico in modo da formare l’immagine raddrizzata del terreno

SICuREzzA UTILI a 360°, vengono utilizzati per operazioni specializzate di Polizia, Vigili del Fuoco, Metronotte, per il monitoraggio di aree critiche e/o prima di un intervento tecnico ritenuto critico. In Germania vengono utilizzati anche nelle grandi stazioni ferroviarie per evitare i graffiti sui treni.

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Tecnologia

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Soccorso Ancora molto sperimentale: i droni si stanno facendo posto anche nella gestione del primo soccorso, portando defibrillatori, salvagenti in mare, medicinali di primo soccorso, e coadiuvando la ricerca dei dispersi in montagna.

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Tecnologia

Trasporto Seppur sia possibile il trasporto di qualsivoglia oggetto (dimensioni permettendo) su un drone, sembra assai improbabile che arriveranno mai a sorvolare le nostre teste con pacchi o un bel piatto di spaghetti!!

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Regolamento ENAC in sintesi: Requisiti del Pilota SAPR, Sicurezza volo ed assicurazione, Privacy L'ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) il 16 dicembre 2013 ha approvato il regolamento per l’utilizzo dei mezzi AEREI A PILOTAGGIO REMOTO, entrato in vigore il 30 aprile 2014. Il Regolamento dell’ENAC costituisce il Quadro giuridico per consentire le operazioni degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, fornendo i requisiti di safety che devono essere soddisfatti per effettuare le operazioni. Le distinzioni degli aeromobili, secondo le loro caratteristiche tecniche e secondo il loro impiego, sono stabilite dall'ENAC con propri regolamenti e, comunque, dalla normativa speciale in materia. Nello specifico il regolamento classifica i mezzi aerei a pilotaggio remoto, in base al loro utilizzo, in: • Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) destinati all’impiego in operazioni specializzate o in attività sperimentali. Ad essi si applicano le previsioni del Codice della Navigazione secondo quanto previsto dal Regolamento ENAC in vigore dal 30 aprile 2014. • Aeromodelli utilizzati esclusivamente per impiego ricreazionale e sportivo. Gli aeromodelli non sono considerati aeromobili ai fini del loro assoggettamento alle previsioni del Codice della Navigazione, ma il Regolamento ENAC contiene specifiche disposizioni applicabili all’impiego di aeromodelli a garanzia della sicurezza di cose e persone al suolo e degli altri mezzi aerei. Sia i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) che gli Aeromodelli sono classificati in due categorie, in base alla massa del velivolo al decollo, e sono: mezzi aerei di massa al decollo < 25 Kg; mezzi aerei di massa al decollo >= 25 Kg. In base alla massa massima al decollo, gli aeromodelli ed i SAPR devono rispettare specifiche direttive fornite direttamente dall’ENAC. Requisiti del Pilota SAPR Il Pilota del SAPR è responsabile della condotta in sicurezza del volo. Viene designato dall’operatore e deve avere un’età minima di 18 anni. Il Pilota deve aver conoscenza delle Regole dell’aria applicabili, tale conoscenza può essere asseverata dal possesso di: • una licenza di volo civile oppure • un attestato di volo sportivo (ai sensi del DPR 133/2010). I piloti devono aver effettuato presso il costruttore, o presso organizzazioni da questo autorizzate, o presso l’operatore stesso se autorizzato dall’ENAC, un programma di addestramento per lo specifico SAPR. Ai fini dell’idoneità psicofisica, il pilota deve essere in possesso del certificato medico di seconda classe in corso di validità in accordo al Regolamento ENAC - Organizzazione sanitaria e certificazioni mediche d’idoneità per il conseguimento delle licenze e degli attestati aeronautici. Un pilota qualificato non può condurre attività di volo se nei 90 giorni precedenti alla data dell’attività delle operazioni non ha effettuato almeno tre decolli e tre atterraggi con il SAPR oggetto dell’autorizzazione. Sulla base del riconoscimento emesso dall’ENAC, il pilota è autorizzato a pilotare un SAPR, con massa massima al decollo maggiore o uguale a 25 Kg, per una durata di 5 anni se non diversamente disposto dall’ENAC. Come diventare Pilota SAPR Per essere pilota SAPR occorre conseguire: • l’abilitazione teorica, che consiste nel seguire uno specifico corso di 33 ore. Gli argomenti trattati riguar dano la normativa sull’uso dei SAPR, la sicurezza volo, le regole dell’aria, l’aerotecnica, la meteorologia, la medicina aeronautica, le tecniche di pilotaggio, le operazioni e gli atterraggi di emergenza. Al termine del corso si sostiene l’esame, il cui superamento è propedeutico per conseguire l’abilitazione pratica; • l’abilitazione pratica per il tipo di Aeromobile/SAPR che vuole pilotare, che consiste nella guida

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dell’Aeromobile/SAPR; • idoneità psicofisica, che consiste nella visita medica di 2° classe, che deve essere fatta presso Istituti medici dell’Aeronautica o presso medici specializzati in medicina aeronautica ed autorizzati dall’ENAC. Questi istituti e medici sono presenti su tutto il territorio nazionale. L’idoneità psicofisica è propedeutica per il conseguimento dell’abilitazione pratica. Sicurezza volo ed assicurazione Il regolamento ENAC per i Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto stabilisce il livello di rischio accettabile sulla base di un principio di equivalenza, ossia che le operazioni dei SAPR devono soddisfare lo stesso livello di safety delle operazioni condotte con aeromobili con pilota a bordo, non devono presentare o creare pericoli o danni a persone, proprietà a terra o in aria superiori a quelli dovuti alle operazioni equivalenti degli aeromobili tradizionali. Le operazioni possono essere condotte se il rischio associato è inferiore a quello considerato accettabile stabilito dall’ENAC. L’Operatore è responsabile delle operazioni di volo. Questi ha la responsabilità di stabilire e gestire le operazioni in accordo al regolamento e alle regole dell’aria, di assicurare il funzionamento dell’aeromobile, di garantire che le operazioni possono essere condotte in sicurezza ed attestare l’idoneità dell’aeromobile alle operazioni programmate. Il Pilota in comando ha la responsabilità di condurre il volo. Il regolamento ENAC ha stabilito che è consentito operare solo con SAPR su cui è stata stipulata ed in corso di validità un’assicurazione. La copertura assicurativa deve essere proporzionale alla massa o funzione del rischio delle Operazioni In caso di mancata assicurazione, ai sensi dell’art. 1234 codice della navigazione al vettore o all’esercente (…) è irrogata la sanzione amministrativa da euro 50.000,00 a euro 100.000,00. Parimenti, sono previste sanzioni amministrative, ai sensi dell’art. 3, lett a) e dell’art. 4, lett. a) del D.Lgs. n. 197/2007, per chi non esibisce la documentazione assicurativa o ha contratto una polizza che non rispetta i requisiti minimi assicurativi previsti dal Regolamento CE n.785/2004. Il nuovo regolamento Enac finalmente è entrato in vigore: Edizione 2 16.07.2015 Disposizione n. 32/DG del 16.07.2015 L’Ente ha pubblicato sul proprio sito web la normativa, confermando ufficialmente alcune delle novità annunciate nella lunga strada che ha portato alla seconda edizione. http://www.enac.gov.it/repository/ContentManagement/information/N122671512/Reg_APR_Ed%202_2.pdf Il nuovo regolamento sui Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (Sapr), in vigore dal 15 settembre, introduce alcune novità che hanno il sapore di un’apertura verso i droni; resta qualche dubbio che l’Enac dovrà chiarire, soprattutto per quanto riguarda l’uso amatoriale. REGOLAMENTO ENAC DRONI, LE NOVITÀ DA TENERE PRESENTE Ecco cosa cambia per l’uso professionale: Si vola anche sopra i centri urbani. I piloti autorizzati possono usare i droni anche sopra le aree urbane purché venga evitato il sorvolo di gruppi nutriti di persone, ad esempio in caso di manifestazioni e cortei, “o comunque di aree dove si verifichino concentrazioni inusuali di persone”. Tra le novità più importanti, e ampiamente preventivate, c’è la possibilità di operare all’interno dei CTR, l’estensione del volume operativo in 150 m di quota relativa e 500 m di raggio per le operazioni specializzate non critiche, la visita medica LAPR per le operazioni con i mezzi sotto i 25 kg e l’attestato unico rilasciato dai centri di addestramento. È stata confermata, inoltre, la nuova categoria sotto i 300 grammi di peso. In sostanza, le operazioni specializzate condotte con mezzi di massa minore o uguale a quella indicati e con velocità massima fino a 60 km/h vengono considerate non critiche in qualsiasi scenario operativo. Il pilota, inoltre, non dovrà prendere attestati. AEROMODELLI O DRONI? Uno dei punti che più sta facendo discutere appassionati e addetti ai lavori riguarda gli aeromodelli. Nel nuovo Regolamento ENAC sui droni, a distinguere tra droni e aeromodelli non sarà più la modalità d’uso, ma la presenza di dispositivi e strumenti che configurino l’uso del mezzo in operazioni specializzate. In altre parole, Apr usati per scopo ricreativo con una telecamera a bordo potrebbero essere considerati droni a tutti gli effetti. Il mondo dei droni per amatori e aeromodellisti è più compresso: 200 metri in orizzontale e 70 in altezza SETTEMBRE 2015

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sono le distanze massime consentite, così come la possibilità di fare volare i Sapr solo in zone lontane da edifici. Fino a questo punto vincono quella logica e quelle ragioni di sicurezza che sembrano venire meno nella norma relativa al divieto assoluto di istallare dispositivi che possano assimilare l’uso amatoriale a quello specializzato. Applicando il nuovo regolamento alla lettera sarebbe quindi impossibile istallare videocamere, tipicamente utilizzate per scopi professionali. Norma ambigua che sta suscitando interrogativi sui quali Enac si chiarirà probabilmente in tempi brevi. La questione privacy La privacy non è invece stata affrontata nel nuovo regolamento, soprattutto perché l’Enac non è l’organo più competente per esprimersi in merito. Restano quindi le sanzioni amministrative da 6mila a 36mila euro per la violazione della privacy dei cittadini mentre il trattamento illecito dei dati contempla la reclusione fino a 3 anni. La privacy è un tema a cui l’opinione pubblica è molto sensibile; sotto tale profilo da più parti è stato sottolineato che l’uso dei droni potrebbe essere un serio problema per la sua tutela. Le eventuali implicazioni con la privacy non sono sfuggite all’ENAC, che all’art. 22 del Regolamento ha stabilito, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, l’obbligo di specificare eventuali profili di criticità relativi al trattamento di dati personali e che il trattamento dei dati personali debba essere effettuato nel rispetto del Decreto Legislativo del 30 giugno 2003, n.196 e successive modificazioni (Codice della Privacy). L’operatore che vuole ottenere l’autorizzazione deve necessariamente indicare tutti i rischi relativi ad un trattamento dei dati personali altrui durante il volo. Sulla privacy e le sue implicazioni ha competenza l’Autorità Garante della privacy con compiti di controllo e disciplina, nonché sanzionatori. Ad oggi il Garante non ha adottato nessun provvedimento specifico sull’uso del DRONE. È considerato dato personale qualunque informazione relativa a persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente. In quest’ottica, le riprese video e/o le fotografie, possono fornire informazioni riguardanti la vita privata delle persone e, in alcuni casi anche estremamente riservate, come quelle inerenti all’orientamento religioso, politico o sessuale (c.d. Dati Sensibili). Dunque anche le riprese effettuate a mezzo drone possono riguardare i dati personali dei soggetti ripresi. Importante è citare la Sentenza 47165/2010 della Corte di Cassazione, che considera illecite le riprese effettuate mediante “sistemi per superare normali ostacoli che impediscono di intromettersi nella vita privata altrui”. La sentenza ha stabilito che una ripresa intrusiva, come quella che ha ad oggetto situazioni di vita privata nelle abitazioni, appare senza dubbio illecita, mentre invece, una ripresa panoramica è da considerarsi lecita in quanto i soggetti ripresi sono parte integrante del paesaggio. L’interessato, che si è visto violato nella sua sfera personale ha diritto anche al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Sul punto, l’art. 15 del Codice della Privacy ne permette la risarcibilità, con particolare riferimento all’articolo 2050 del Codice civile ove viene stabilito che “chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di una attività pericolosa per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati è tenuto al risarcimento se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno”. Dalla lettura dell’articolo si desume che è il danneggiante e non il danneggiato (c.d. inversione dell’onere della prova) a dover provare di aver adottato tutti gli accorgimenti necessari per non violare la privacy altrui. È interessante comunque notare che la giurisprudenza ha avuto modo di sottolineare che non sono risarcibili tutte le intrusioni illecite della sfera privata altrui, ma solo quelle che superano una minima soglia di tollerabilità. In altre parole, il risarcimento dovrebbe essere ammesso e determinabile quando l’interesse del singolo a rimanere riservata la propria vita privata prevale sul grado di tolleranza che la convivenza sociale richiede a tutti i cittadini (Corte di Cassazione, Sentenza n. 16133/2014).

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Istituzioni

Portici Ercolani

Priorità di mandato

Il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, riconfermato dagli elettori lo scorso giugno, illustra gli obiettivi amministrativi del quinquennio appena iniziato Matteo Tarabelli Fiducia confermata al sindaco Maurizio Mangialardi. Senigallia ha scelto la continuità. Un'affermazione netta, che ha consentito all'esponente di centrosinistra di evitare l'insidioso ballottaggio. Ma non c'è tempo di festeggiare. Tante le queMaurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. stioni sul tavolo, sempre meno le risorse a disposizione dei Comuni. Sindaco Mangialardi, il secondo mandato è iniziato. Quali saranno le sue priorità urbanistiche? «Dal punto di vista della viabilità e dell’urbanistica non ci sono dubbi sul fatto che le priorità siano il completamento della Complanare, opera fondamentale per il sistema viario comunale, e la realizzazione dell’intervento denominato Orti del Vescovo, già iniziato da alcune settimane con l’avvio dei lavori di riqualificazione di piazza Garibaldi, una delle maggiori piazze monumentali di Senigallia. Il progetto prevede la realizzazione di 37 alloggi in edilizia agevolata per la locazione e il completamento dei por-

tici Ercolani». Si discute da tempo in merito all'area Sacelit. Come si sta muovendo l'amministrazione di Senigallia sul tema? «Dopo la crisi dell’impresa, l’Amministrazione comunale si è adoperata per gestire questo spazio come area pubblica, realizzando anche alcuni interventi come il sottopasso pedonale-ciclabile, al fine di consentirne comunque la fruizione alla cittadinanza. Ovviamente, dovremo interloquire quanto prima con il curatore fallimentare e rivedere la destinazione d’uso di questa area all’interno del Piano regolatore». A Senigallia, come in molte altre città, ci sono svariati spazi inutilizzati (Palazzo del turismo, hotel marche, etc.) Quali potrebbero essere le loro future destinazioni? «C’è un costante confronto con le proprietà, nello specifico la Regione Marche e la Provincia di Ancona, che però, a causa della difficile congiuntura economica che investe in particolare il mercato immobiliare, incontrano ancora oggi grandi difficoltà ad alienare questi beni. Per reimpiegarli occorrono tempo e risorse, per questo vanno costruite le condizioni per investimenti privati in grado di rilanciare queste strutture». Social housing ed autocostruzione, molti Comuni ci stanno puntando per provare ad aggirare la recessione. Senigallia ci crede? «Che Senigallia e la sua Amministrazione credano nell’autocostruzione e nel social housing lo dimostrano i fatti. Nelle Marche siamo stati i primi a concretizzare un intervento di questo tipo grazie al proSETTEMBRE 2015

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Istituzioni

Rocca Roveresca.

getto “Le mani per vivere insieme”, promosso dalla Provincia di Ancona, che ha portato alla realizzazione di 20 nuovi alloggi alla Cesanella, equamente ripartiti tra italiani e stranieri. Un altro progetto partirà a breve nella zona di Vismara. Sono progetti, che coniugando coesione sociale e integrazione multiculturale, riescono a dare risposte innovative, solidali e di qualità ai temi dell’abitazione e del diritto alla casa, evitando la marginalizzazione delle fasce più deboli della popolazione e costruendo vere e proprie comunità». A proposito di coesione sociale, Senigallia ha dimostrato grande forza a seguito dell'alluvione. Governo e Regione hanno stanziato le risorse a copertura dei danni causati da tali eventi atmosferici? Come difendersi da essi in futuro? «Anzitutto, grazie alla richiesta dello stato di calamità avanzata dal Comune e al pressing messo in atto nei confronti del governo, lo scorso novembre sono arrivati gli 8,9 milioni di euro per la manutenzione del fiume Misa. Parte di questi sono già stati spesi per la messa in sicurezza e la mitigazione del rischio nelle aree principalmente interessate dall’alluvione del 2014, ovvero Borgo Bicchia, Borgo Molino e la zona del Piano regolatore. Interventi che hanno riguardato la manutenzione e il rafforzamento degli argini e la riprofilatura degli alvei. In questo pacchetto di risorse sono compresi anche i 4,5 milioni di euro destinati alla realizzazione delle vasche di

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espansione, che contiamo di appaltare quanto prima».

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Riordino e semplificazione della normativa Regionale in materia di edilizia La nuova legge regionale n. 17/2015 Landino Ciccarelli Il 15 maggio di quest’anno è entrata in vigore la legge regionale n. 17 del 20 aprile 2015, pubblicata sul BUR Marche n. 37 del 30 aprile. Nel titolo della legge, breve e chiaro - appena 10 parole al posto delle circa 30 della L.R. n. 22 del 2009 (cd. Piano Casa) - spiccano le parole riordino e semplificazione. Già dal titolo emerge con chiarezza cosa si vuole ottenere. Va subito precisato che l’azione legislativa regionale deve essere ricondotta all’interno dei poteri concessi dallo Stato. “Le regioni esercitano la potestà legislativa concorrente in materia edilizia nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione statale desumibili dalle disposizioni contenute nel testo unico. I comuni, nell’ambito della propria autonomia statutaria e normativa... disciplinano l’attività edilizia”, così recitano i commi 2 e 4 dell’art. 2 del D.P.R. n. 380/2001, meglio conosciuto come Testo Unico sull’Edilizia (TUE). Tre attori si trovano quindi contemporaneamente sulla scena edilizia, sia pure con ruoli, apparentemente, ben definiti, in una sorta di procedura “a cascata”. Lo Stato detta i principi fondamentali mediante la legislazione statale, la Regione esercita la potestà legislativa concorrente desumendo tali principi dal Testo Unico statale, i Comuni disciplinano l’attività edilizia regolamentandone in pratica lo svolgimento. Di questi tre attori solo i primi due (Stato e Regione) hanno il potere di emanare leggi, mentre al terzo (Comune) è demandato il compito di farle rispettare, mediante l’esercizio delle funzioni amministrative in materia edilizia sul proprio territorio. Questa impalcatura dei livelli di competenza è apparentemente ben congegnata, si verificano però nell’applicazione pratica frequenti scricchiolii, se non addirittura qualche crollo. Non è infatti raro il rinvio alla Corte Costituzionale delle leggi regionali per verificarne la legittimità. Eclatante è il caso della Legge Regionale Marche n. 31 del lontano 1979, il cui primo articolo (in pratica tutta la legge) è stato dichiarato incostituzionale nel 2013, ben 34 anni dopo, con questa motivazione: Pertanto, l’art. 1, secondo comma, della legge regionale Marche n. 31 del 1979 deve essere dichiarato costituzionalmente illegittimo, in quanto eccede la competenza regionale concorrente del «governo del territorio», violando il limite dell’«ordinamento civile», di competenza legislativa esclusiva dello Stato. La difficoltà sta nello stabilire di volta in volta dove

finisca l’azione concorrente e dove inizi invece l’invasione di campo. Non sempre il confine è netto. La principale complicazione risiede nella imponente stratificazione normativa statale. Alcune regole sono ancora fissate da Regi Decreti di inizio secolo scorso! Il Testo Unico ha dato un grande aiuto, ma non ha risolto appieno i problemi, nel senso che i professionisti devono di volta in volta far riferimento anche a tutta una serie di altre normative. In pratica il Testo è unico... ma non proprio! Da aggiungere che, oramai da molti anni, con il termine edilizia non si deve più pensare alla sola azione di edificare o trasformare fisicamente un fabbricato, ma anche ad ogni trasformazione permanente del suolo inedificato. Il Testo Unico ha infatti introdotto un concetto di “nuova costruzione” alquanto ampio. Basti pensare che è da considerare costruzione un deposito di merci e un’attività all’aperto, con semplice trasformazione del suolo interessato, anche senza la costruzione del classico fabbricato. E’ necessario quindi per i professionisti aggiornare l’approccio alla materia. Ma veniamo alla legge. Due incontri pubblici che si sono svolti a Jesi, uno organizzato dalla Fondazione Regionale dei Collegi dei Geometri e l’altro organizzato dallo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di Jesi, hanno dato la fotografia del grande interesse verso questa azione legislativa regionale, se non altro per la grande partecipazione di professionisti. Diciamo subito che la legge deve essere utilizzata avendo sempre a fianco il Testo Unico statale, che va prediletto come regola principale, per via dei diversi ruoli gerarchici fra le due fonti di cui abbiamo parlato sopra. Non è facile, anzi tutt’altro! Con questa precauzione la legge regionale può essere un valido aiuto per i professionisti. Facciamo l’esempio dei movimenti di terra: la legge regionale stabilisce che quando questi riguardano le aree pertinenziali degli edifici esistenti e non raggiungono il metro di altezza rientrano nell’attività libera, quando invece risultano significativi ed alterano in modo sostanziale e definitivo lo stato dei luoghi sono assoggettati a SCIA. Ma, attenzione, il Testo Unico stabilisce che ogni alterazione permanente del suolo inedificato per depositi o per attività produttive all’aperto è da considerare “nuova costruzione” e quindi soggetta a Permesso di Costruire. Come si vede, se affrontata nel giusto verso e avendo ben chiaro il quadro normativo, la legge regionale ci aiuta, forSETTEMBRE 2015

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Normativa nendo elementi di dettaglio, altrimenti lasciati a libera interpretazione caso per caso. Per la verità alcune disposizioni della legge destano qualche perplessità, soprattutto nel mondo dei professionisti, in particolare quella relativa alla liberalizzazione delle opere interne (non strutturali e senza frazionamento) alle singole unità immobiliari. Si tratta di una novità importante e rappresenta il punto di arrivo di un percorso di graduale liberalizzazione delle opere interne iniziato nel 1985 con la legge n. 47, il cui art. 26 introdusse la possibilità di eseguire lavori interni senza un espresso atto autorizzativo, ma con la sola asseverazione del professionista. Oggi si elimina anche questa. Ma anche in questo caso occorre fare attenzione. È stato eliminato solo l’obbligo della certificazione del professionista da presentare al Comune, ma è rimasta perfettamente in piedi tutta la normativa di riferimento per l’intervento, come ad esempio il rapporto fra superficie del vano e quella della relativa finestra, le superfici minime dei singoli vani abitativi, ecc... È necessaria una attenta riflessione su questo aspetto per il fatto che il privato cittadino potrà, d’ora in avanti, stabilire da solo se una parete che vuole abbattere all’interno del suo appartamento abbia o meno funzioni strutturali o che la nuova disposizione interna dell’alloggio stesso rispetti le prescrizioni in materia di agibilità. Tutte regole semplici ma che richiedono specifiche conoscenze tecniche. È necessario quindi avere piena consapevolezza del fatto che dal 15 maggio 2015 non ci sarà più un perfetto allineamento fra lo stato di fatto dei fabbricati ed i relativi provvedimenti abilitativi comunali, i quali non terranno più conto delle opere interne alle singole unità immobiliari. Nel corso degli incontri i professionisti hanno avanzato dubbi circa la competenza della regione alla introduzione di questa regola, potendo essa solo estendere la disciplina delle opere libere e non modificare la vigente norma statale, che assoggetta le modifiche interne a certificazione del professionista. Passiamo brevemente ad analizzare alcuni altri aspetti della legge. Anzitutto si fa chiarezza sui titoli abilitativi edilizi, e non è poco. Nella regione Marche scompare la DIA, avremo la CIL (Comunicazione Inizio Lavori), la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) e il PC (Permesso di Costruire). Questi tre titoli abilitativi edilizi hanno un campo di azione riferito a tipologie di interventi via via più consistenti, passando dalle manutenzioni straordinarie della CIL, agli altri interventi di recupero (risanamento conservativo e ristrutturazione) della SCIA, alle nuove costruzione del PC. Anche in questo caso gli elenchi dei lavori di competenza dei vari titoli abilitativi forniti dalla legge regionale vanno attentamente valutati con riferimento alle superiori norme del Testo Unico. Vengono poi dettate regole per il procedimento in sede comunale delle CIL e delle SCIA, introducendo la possibilità del controllo a campione, non solo con una istruttoria “a tavolino”, ma anche con sopralluogo. Questa del sopralluogo è una importante novità

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Azimut della legge, enunciata già nel primo articolo fra le finalità ...efficacia e celerità del controllo sulle trasformazioni del territorio. Il ruolo dei professionisti privati esce di sicuro rafforzato da questa legge, nel senso che gran parte delle pratiche edilizie saranno di esclusiva loro competenza per via del procedimento comunale di esame delle stesse, limitata ora ad una percentuale che i comuni stabiliranno in base alle proprie risorse organizzative, con un limite minimo del 20%. Due articoli prendono in esame e tendono ad incentivare il miglioramento del comportamento degli edifici esistenti, sia energetico che sismico. Da sottolineare inoltre l’articolo 13 sul recupero residenziale dei sottotetti, dove la legge introduce una deroga, per la verità piuttosto modesta, alle ordinarie regole per l’agibilità dei locali. In pratica si fissa in metri 2,40 l’altezza media di un vano, al posto degli ordinari 2,70. Si evidenzia infine che la Regione si è data sei mesi di tempo per il nuovo regolamento edilizio, al quale i Comuni si dovranno adeguare entro due anni. Speriamo che questo avvenga, perché l’attuale regolamento tipo regionale, del lontano 1989, denota tutta la sua età e sarebbe l’occasione per riallineare la norma locale a quella sovraordinata, con evidente vantaggio per tutti gli operatori del settore. Tutto bene... ma? Un pesante macigno incombe sulla legge. Il 23 giugno infatti il Consiglio dei Ministri, nell’esaminare le leggi regionali, ha deliberato l’impugnativa, fra le altre, anche della “nostra” in quanto varie norme in materia di edilizia contrastano con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di governo del territorio e pertanto violano l’art. 117, terzo comma, della Costituzione. L’impugnativa riguarda gran parte della legge e precisamente gli articoli 4 (Attività edilizia libera), 6 (Interventi soggetti a Scia), 8 (Variazioni essenziali), 9 (Autorizzazione temporanea), 12 (Miglioramento sismico) e 13 (Recupero dei sottotetti). Come si vede, ciò che è stata messa in discussione è l’ossatura portante e non semplici aspetti marginali. La regione sostiene la legittimità della legge e, al momento, non si hanno notizie di provvedimenti legislativi regionali che, andando incontro ai rilievi del Governo, avrebbero di fatto disinnescato l’impugnativa e restituito serenità agli operatori del settore. Ad oggi quindi la legge è pienamente in vigore ed esplica i suoi effetti. Si auspica solo una rapida decisione della Corte Costituzionale. Quindi? Tralasciando quelli che potrebbero essere gli effetti della decisione della Corte, si può concludere che aver inserito nel titolo della legge le parole Riordino e Semplificazione denota la consapevolezza da parte del legislatore del Disordine e della Complicazione... non è poco! Speriamo sia il primo passo di un (lungo) cammino verso poche e chiare regole. Sta ora agli operatori del settore utilizzare correttamente la legge affinché diventi un aiuto e non un ulteriore appesantimento del già pesante quadro normativo. Buon lavoro a tutti!


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La valutazione immobiliare tra tradizione e innovazione: il Market Comparison Approach come cambiamento. Che cos’è un cambiamento in ambito lavorativo e come reagiamo di fronte ad esso? Stefano Giangrandi e Ilaria Montenegri Questo articolo consisterà in un percorso dove si parlerà di che cos’è e come funziona un’innovazione e di cosa comporta in termini di meccanismi psicologici legati al cambiamento. Come viviamo l’entrata in gioco di un’innovazione nel nostro mondo professionale e di conseguenza il cambiamento? Come “funzioniamo” davanti ad esso? Quali motivi per valutare realmente di accettarlo? Il Market Comparison Approach si pone ad oggi certamente come uno strumento innovativo nella realtà italiana ma non in quella estera: già nel 2002 il Prof. Marco Simonotti1 affermava che all’estero esso rappresentasse la metodologia utilizzata più frequentemente nella stima degli immobili. Quali vantaggi sul piano tecnico-professionale può portare formarsi nel metodo MCA ed utilizzarlo nella pratica professionale? Queste sono le domande alle quali cercheremo di dare risposta. Il CONTESTO ATTuAlE La valutazione immobiliare presenta una notevole tradizione di studi accademici, insegnamenti didattici e di pratica applicativa professionale. Essa, tuttavia, ha subito negli ultimi lustri una notevole

evoluzione sulla base delle profonde innovazioni registratesi sia a livello scientifico che normativo. Tra le problematiche generali che hanno influito sull'evoluzione della dottrina possono essere ricompresi due grandi ambiti: quello relativo alla poca trasparenza del mercato immobiliare italiano ed il secondo relativo alla molteplicità di soggetti da cui è stata esercitata la professione: figure con formazione e competenze diverse che non sempre hanno applicato la moderna dottrina estimativa. Prof. Giampiero Bambagioni2, 2010 Per questa seconda variabile tuttavia la nuova norma UNI 11558:2014 "Valutatore Immobiliare. Requisiti di conoscenza, abilità e competenza" definisce figure specializzate, caratterizzate da una formazione continua, certificata da organismi di terza parte; tale certificazione viene acquisita seguendo gli schemi dettati dalla norma internazionale UNI CEI EN ISO/IEC 17024. In ambito internazionale, tuttavia, esistono da molti anni norme specifiche dedicate al settore dall’estimo immobiliare che, per vari versi, hanno esteso i propri influssi anche in Italia. A questo riguardo si possono citare le linee guida seguenti.

Professore ordinario di Estimo nella Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Palermo. Ha insegnato nella Facoltà di Agraria dell’Università di Catania, nella Facoltà di Architettura dell’Università mediterranea (di Reggio Calabria) e nella Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria (di Cosenza). Fellow Member della Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS di Londra); È presidente di E-Valuations® Istituto di Estimo e Valutazioni e Direttore Scientifico del Codice delle Valutazioni Immobiliari IV edizione.

docente di Economia ed Estimo civile nel corso di laurea magistrale Ingegneria Edile-Architettura Università Studi di Perugia. docente di valutazione e Finanza Immobiliare nei Master in Gestione Integrata dei patrimoni Immobiliari e in Gestione del processo Edilizio – project Management Facoltà Architettura Facoltà La Sapienza di Roma. Direttore scientifico e coautore del Codice delle Valutazioni Immobiliari IV edizione. CIPS e Membro della Royal Economic Society (Londra).

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Formazione • Gli International Valuation Standards predisposti dall'International Valuation Standards Council (IVSC). • Gli European Valuation Standards predisposti a cura di The European Group of Valuer's Associa tion. (EVS) • Il Red Book Rics • Il codice delle valutazioni immobiliari IV edizione, edito da Tecnoborsa Il Market Comparison Approach risulta perfettamente in linea con gli standard internazionali specialmente in termini di trasparenza ma non soltanto, come vedremo in seguito. Nell’attuale contesto dell’economia globalizzata ed in presenza di una congiuntura economica non favorevole, il mercato finanziario e quello immobiliare sono sempre più correlati, anzi si influenzano a vicenda. Secondo recenti rilevazioni statistiche nell’ambito della valutazione immobiliare del nostro paese si deve registrare a tutt’oggi la presenza di una certa remora da parte di molti tecnici del settore ad abbandonare le modalità di redazione della perizia che prevede l’utilizzo della procedura, basato sul valore medio unitario di mercato, relazionato al parametro caratteristico della superficie commerciale. Indirizzo che non risponde più alla richiesta di tecnicalità in divenire. Con l’ampliamento del mercato a livello europeo si è reso impellente e necessario armonizzare la metodologia di stima a quella dei principali paesi europei che da alcuni decenni utilizzano indirizzi estimativi che tengono conto di procedimenti comparativi pluri parametrici, e quindi più aderenti al mercato immobiliare in continua evoluzione. (Geom. F. Capriolo, 2015) Il cambiamento nelle organizzazioni Parlare di innovazione Il costrutto di innovazione nell’ambito professionale è definito come “la sequenza di attività attraverso la quale un nuovo elemento viene introdotto e applicato in ambito sociale, gruppo o organizzazione, con lo scopo di apportare vantaggi significativi a tale ambito, oppure ad una parte di esso”. L’elemento, cioè l’idea, il prodotto, o il procedimento che sia, non dovrebbe essere totalmente nuovo o non familiare ai membri dell’ambito sociale, ma deve comportare un cambiamento percepibile o una sfida allo status quo” (West e Farr, 1990). Cosa ci specifica quindi Micheal West, docente di Psicologia delle Organizzazioni all’Università di Birmingham, appunto che il processo di innovazione non

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Azimut deve essere totalmente nuovo o non familiare. Perché? Perché l’innovazione all’interno di una cultura professionale porta con sé il cambiamento e, di conseguenza, i meccanismi psicologici sociali ed individuali ad esso correlati. Molti eminenti autori hanno definito il cambiamento nelle organizzazioni, cerchiamo ora di guardare più nel dettaglio. Che cos’è un cambiamento? Il cambiamento in senso generale può essere definito in diversi modi: • verificarsi di un evento che richieda all’organizza zione un adeguamento dei propri obiettivi o una ridefinizione della propria strategia o delle proprie modalità operative. • “Processo dinamico ed evolutivo delle culture, del le strutture, delle strategie e dei gruppi di potere nelle organizzazioni” (Fraccaroli, 1998); • “L’adozione da parte di un’organizzazione di una nuova idea, intenzione o comportamento” (Daft & Noe, 2001); • “Il movimento di un’organizzazione dal presente stato a uno stato futuro/desiderato per aumentare la sua efficacia” (George & Jones, 2002). Ma il cambiamento o l’innovazione in un’organizzazione non sono semplicemente questo: sono processi in realtà molto più complessi che ci mettono in gioco molto personalmente. “Il cambiamento è un fenomeno che ha un aspetto tecnico e uno sociale. l’aspetto tecnico del cambiamento consiste nel realizzare una modificazione nei consueti procedimenti professionali[…] l’aspetto sociale si riferisce al modo in cui le persone, direttamente coinvolte nel processo di cambiamento, pensano che esso possa modificare le loro radicate relazioni nell’organizzazione” (Lawrence, 1954) Anche l’innovazione presenta due aspetti: innovazione tecnologica, intesa come qualunque elemento nuovo e utile all’organizzazione; innovazione psicologica, in termini di comporta menti ritenuti innovativi. Tra i due processi d’innovazione vi è una stretta relazione ossia l’innovazione tecnologica se non trova una base fornitale dall’innovazione psicologica rischia di non manifestarsi a pieno.


Azimut Cosa succede alle persone di fronte cambiamento? Le reazioni al cambiamento hanno sia degli aspetti sociali quindi “condivisi e condivisibili” che degli aspetti individuali. Uno dei più grandi esponenti e fondatori della psicologia sociale, Kurt Lewin definisce il cambiamento come una temporanea instabilità che agisce sull’equilibrio esistente”. Lewin(1951) Lewin ci insegna che nei gruppi (collegi, ordini, organismi, associazioni, federazioni, ecc.) esiste la tendenza a mantenere uno stato di equilibrio costante nel tempo anche in presenza di cambiamento. Noi pensiamo ed agiamo nelle organizzazioni secondo principi sovraordinati di certezza e coerenza. Essendo il cambiamento una temporanea instabilità che agisce sugli equilibri che si sono creati e sulle forze che ci spingono a mantenere una certezza e coerenza, cosa succede quindi? Che la proposta di cambiamento arriva a cercare di “rompere” le nostre certezze acquisite e il nostro “senso di coerenza”, principi su cui tendenzialmente fondiamo le nostre azioni all’interno di una cultura organizzativa che presenta propri valori, credenze e convinzioni stabili. La ricerca della certezza è infatti un principio ordinatore molto potente, ben conosciuto dagli psicologi cognitivisti: ci vuole molta energia per contraddire tale principio, ben superiore a quella necessaria per assecondarlo. È questo il motivo del fenomeno della così detta resistenza ai cambiamenti, anche quando questi farebbero presupporre un successo. Cos’è la resistenza al cambiamento? Chiariamo subito che le resistenze al cambiamento sono presenti di norma in tutti i processi di cambiamento. La resistenza al cambiamento è intesa come fenomeno fisiologico, normale, con cui gli individui valutano il costo e il beneficio del mutamento in atto. Tra le possibili ragioni che determinano tali resistenze si trovano come dicevamo la cultura organizzativa: nessuna spinta al cambiamento risulta efficace in un’organizzazione, se essa viene vissuta come incompatibile con la cultura organizzativa prevalente (Tosi, Pilati & Mero, 2002). È, infatti, preferibile una situazione conosciuta, per quanto non soddisfacente, piuttosto che una situazione incerta che crea paura dell’ignoto, an-

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Formazione che se questa si prospetta come vantaggiosa. Come dicevamo ci sono sia fattori condivisi che individuali: le reazioni al cambiamento variano anche da individuo ad individuo in base ai tratti individuali di personalità. • Non tutte le persone hanno lo stesso tipo di quello che in psicologia viene chiamato “locus of con trol” cioè la modalità di percezione del controllo che possono avere del proprio destino e delle cau se dei loro successi/insuccessi. Studi sperimentali dimostrano che ci sono persone che sentono di avere una sensazione di maggior controllo del proprio destino e degli eventi e tendono ad avere una modalità di pensiero che li porta a “contare su sé stessi” ed attribuire a sé stessi (propria volontà, responsabilità, determinazione) piuttosto che a fattori esterni le cause dei loro successi/insuccessi (detto locus of control interno): queste persone tendono ad avere quindi un atteggiamento più positivo di fronte al cambiamento. Altre persone, invece, tendono più ad attribuire la causalità dei propri risultati a cause esterne ed a “guardare” più a fattori esterni (gli altri, accadimenti esterni, ecc. ) detto locus of control esterno, queste persone possono invece “soffrire di più” un cambiamento (Rotter, 1966). Un’altra variabile individuale è dovuta allo ✔ stile affettivo della personalità: ci sono alcune persone che tendono a sperimentare più facilmen te affetti negativi, ad avere un pensiero più pessi mista e sono più propensi ad avere opinioni ne gative, cioè ad attribuire più importanza agli aspetti negativi che positivi delle questioni anche queste persone potrebbero trovare più difficoltà di altri nell’accettazione di un cambiamento. (Naswall et al., 2005) ✔

Esistono inoltre anche variabili demografiche, l’età e l’anzianità lavorativa sono un moderatore tra la percezione della giustizia distributiva e il rapporto tra le competenze che il soggetto ha, o ritiene di avere, rispetto a quelle messe in campo nell’ambito organizzativo. Nelle persone più adulte e con più anzianità lavorativa questa relazione è meno forte (Iverson, 1996).

Questo cosa significa? Che nelle persone più giovani e con meno sicurezze è più probabile una percezione di “ingiustizia distributiva” del livello di professionalità ed il desiderio di aumentare le proprie competenze all’interno dell’ambiente lavorativo per “diminuire“ questa “ingiustizia” percepita da loro. Nelle persone più adulte, invece, la maturità, la professionalità acquisita e più certezze sul loro ruolo SETTEMBRE 2015

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2 2015 Formazione le portano ad essere meno sensibili a questo aspetto (probabilmente già sperimentato in precedenza) e quindi meno propense ed interessate all’innovazione ed al cambiamento. Anche nelle varie definizioni date dai teorici fondatori della psicologia sociale e delle organizzazioni infatti troviamo delle differenze rispetto a quali aspetti del cambiamento vengono messi in luce. Ad esempio Edgar Schein3, 1969 lo definisce con queste parole:

Azimut esponenti di spicco di tale disciplina secondo il quale è possibile disporre i bisogni lungo una piramide, secondo un ordine (dal basso verso l’alto) progressivo basato sulle necessità di sopravvivenza dell’individuo. I bisogni più alti non vengono avvertiti se quelli precedenti non sono stati soddisfatti.

Il cambiamento ha come risultato il conseguimento di nuove modalità di azione, di nuovi valori e atteggiamenti per significativi gruppi di individui, membri dell’organizzazione”. La definizione di Beckhard e Harris (1977) mette in risalto che “Il cambiamento induce maggior interesse, coinvolgimento nonché aumenta l’esigenza ed il bisogno di disporre di strategie efficaci coerenti con sempre più impegnative sfide in ambito professionale” Ma è da Crozier & Friedberg, 1978 che ci arriva la definizione di innovazione come la rottura di circoli viziosi già istituiti. Ecco cosa “vede” invece chi desidera promuovere un cambiamento, parleremo in seguito più in dettaglio degli aspetti positivi. Chi è a favore di un cambiamento è perché si è mosso, ha avuto una reazione all’elemento di staticità; ha inoltre posto il proprio “focus” sull’elemento di mancanza di sufficienti strumenti per far fronte alle nuove richieste in ambito professionale. Il cambiamento coinvolge inoltre la modificazione delle nostre motivazioni definite come le spinte che portano un individuo a raggiungere determinati obiettivi. La spinta motivazionale ad agire entra in gioco quando l’organismo perde il proprio stato di equilibrio a causa di un bisogno che insorge. Questa situazione porta ad agire sull’ambiente per ristabilire l’ordine perduto. Una delle più importanti teorie della psicologia della personalità è quella di Abraham Maslow4, uno degli 3 Edgar Schein ha frequentato l'Università di Chicago e poi l'Università di Stanford aggiudicandosi un master in psicologia (1949) e l'Università di Harvard ottenendo un dottorato di ricerca in psicologia sociale (1952).Ha ottenuto la cattedra di Psicologia e Gestione Organizzativa. Ottenne la carica di professore emerito. Tutt'oggi rimane un ricercatore molto operoso, insegnante, consulente in counseling e coaching, scrittore di fama internazionale: ha scritto ben quattordici libri (come "Culture d'impresa. Come affrontare con successo le transizioni e i cambiamenti organizzativi")

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I bisogni di un livello più elevato della scala entrano in gioco quando i precedenti sono sufficientemente soddisfatti. Come è possibile notare il bisogno di stima precede quello di autorealizzazione, i “dubbi” o “resistenze” al cambiamento di alcuni potrebbero derivare dalla necessità di mantenere la propria attuale realizzazione e dalla preoccupazione che questa possa diminuire. I soggetti che, diversamente, accettano e promuovono il cambiamento “puntano” al gradino più alto probabilmente non percependo il cambiamento secondo questi termini ma come appunto aumento dell’autorealizzazione. E’ stato studiato e osservato che tipicamente nelle situazioni di formazione o brainstorming i partecipanti hanno atteggiamenti anche volti a non approvare, screditare, ridicolizzare o mostrare forme di resistenza al cambiamento a prescindere dall’utilità e dalla valenza dell’idea limitando l’adozione del nuovo a favore del noto e familiare (Paulus, 2000; Janssen, 2000). Con questo non desideriamo dare un giudizio di valore sulle diverse modalità di reazione al cambiamento ma soltanto aumentare la consapevolezza su come ci guidano i nostri meccanismi cognitivi. 4 Dal 1951 al 1969 fu a capo del dipartimento di psicologia dell'università Brandeis, a Waltham, nel Massachusetts.


Azimut Cosa sono la dissonanza cognitiva e il pregiudizio della conferma Esistono due concetti fondamentali che ci spiegano cosa accade nei nostri sistemi mentali davanti al cambiamento: la dissonanza cognitiva e il pregiudizio della conferma. La dissonanza cognitiva (Festinger L. Iacono G. 1997) è quel meccanismo che si verifica quando due situazioni con valenze quasi opposte ci si presentano davanti nei nostri comportamenti e noi dobbiamo “dar loro un senso” (è ormai scientificamente provato che il cervello tende sempre ad “organizzarsi” e “riorganizzare coerentemente le informazioni”) . Un classico esempio è quello del fumare per i fumatori. Da un lato vogliono fumare e/o non riescono a non fumare (per altro data anche la dipendenza fisica scientificamente provata) dall’altro sanno perfettamente che ciò fa male alla loro salute: ecco che si viene a creare una dissonanza cognitiva . Come è possibile risolverla? Nel nostro caso, del cambiamento, la dissonanza che si crea è tra la tendenza a mantenere in vita pratiche conosciute e valide già sperimentate come vantaggiose, (quindi mantenere l’”equilibrio del nostro sistema”) e prendere in considerazione metodi “nuovi” che ci portano però a vedere potenziali rischi. Tornando alla domanda di prima, poniamola in tale contesto: come risolvo questo conflitto? Cercando di ristabilire una coerenza e quindi attivando il meccanismo, parzialmente inconscio, detto confirmation bias (Mynatt, C.R., Michael E. D., and R. D. Tweney ) cioè pregiudizio della conferma.

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Formazione ti ed esempi che confermano la nostra ipotesi o volontà (voglio fumare, il procedimento monoparametrico è migliore di quello plurimarametrico) mettendo in luce ed escludendo le ipotesi reali ma alternative. Cerchiamo quindi di confermare una delle due ipotesi cioè quella che ci permette di mantenere la nostra coerenza. Ma cosa è accaduto a coloro che sentono la necessità di innovazione e cambiamento? Alte richieste del contesto di lavoro procurano un elevato stato di attivazione sul lavoratore (arousal) rendendolo propenso a trovare soluzioni innovative per fronteggiare la situazione. L’elevato livello di richieste esterne al proprio ruolo stimola l’individuo a trovare nuove soluzioni, incentivando il comportamento di generazione di idee e diviene così possibile cambiare alcuni aspetti del proprio lavoro.

Il pregiudizio della conferma viene definito come: la ricerca di prove o l’interpretazione di fatti in modi che risultano orientati a confermare aspettative, credenze o ipotesi già presenti e prestabilite nella mente del soggetto. Si ammette, cioè, una sola spiegazione riguardo un fenomeno tralasciando di valutare la sua rilevanza rispetto alla rilevanza delle ipotesi alternative, cioè si cercano tutti quegli argomenSETTEMBRE 2015

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2 2015 Formazione La figura dell’esperto in valutazione immobiliare La figura dell’esperto in valutazione immobiliare è una delle più complete e affascinanti della filiera immobiliare e richiede la capacità di saper coniugare competenze tecniche, economiche e legali. Si tratta di un’attività in forte espansione che necessita un notevole grado di aggiornamento e innovazione professionale. Negli ultimi anni l'Italia ha conosciuto inoltre un elevato grado di novità nel settore: • l'emanazione del "Codice delle Valutazioni Im mobiliari" di Tecnoborsa III nel 2005 e la IV edizio ne nel 2011. • •

Azimut • Metodo del costo di (ri)costruzione In Italia, ad oggi, i procedimenti più conosciuti sono: la monoparametrica, la stima per valori tipici e l’expertise. Certamente sono metodi perfettamente contemplati in fatto di estimo generale e civile e fanno parte di una vasta tradizione estimativa. È assolutamente comprensibile la volontà di continuare ad utilizzare lo stesso metodo, andiamo ad avvicinare ciò che abbiamo asserito in fatto di meccanismi legati al cambiamento con i fattori tecnici.

Si può affermare che il metodo di stima monoparametrico rimanga ancora largamente utilizzato dati le "Linee Guida per la valutazione degli immobili diversi fattori: in garanzia delle esposizioni creditizie" promosse u rappresenta uno “ schema consolidato” in cui da ABI dal 2009. il professionista si muove con sicurezza e pa le "Linee Guida per la valutazione degli immobi- dronanza li nelle vendite giudiziarie" promosse da E-Valuau è in linea con la “cultura prevalente” tions Istituto di estimo e valutazioni dal 2013.

u viene percepito come più semplice e facil L'emanazione della norma UNI 11558:2014 mente fruibile riguardante la figura del "Valutatore immobiliare e requisiti di conoscenza abilità e competenza" tracu è consolidato dall’esperienza individuale cia un profilo esatto del sapere e saper fare del Valutatore Immobiliare Certificato. u non richiede lo sforzo di un nuovo apprendi• Le disposizioni della Banca Centrale Europea e del- mento la Banca d'Italia. u fa parte di una vasta tradizione estimativa ita liana • gli European Valuation Standards (EVS). •

• Il Red Book (RICS). Tutte queste iniziative convergono all'applicazione delle migliori pratiche, best practice, previste dagli Standard Internazionali di Valutazione Immobiliare (IVS). Procedimenti di stima Secondo le direttive, “utilizzando i dati immobiliari il valutatore può applicare i più appropriati modelli valutativi previsti nell’ambito del Market Approach” I rapporti di valutazione immobiliare possono essere redatti secondo i seguenti procedimenti. • Market Comparison Approach (MCA o SCA) • Sistema generale di stima • Sistema di ripartizione • Mass Appraisal • Direct Capitalization • Gross rent multiplier • Yield capitalization • Discounted cash flow analysis (DCFA) • Highest and best use (HBU)

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È assolutamente comprensibile che tutto ciò crei alcuni dubbi sull’adozione di un cambiamento. Perché dovrei abbandonare un metodo che conosco in cui sono già professionalizzato e su cui ho fiducia a favore di un metodo più complesso che mi richiede inoltre uno sforzo di aggiornamento? In questo ragionamento si innescano delle

Comprensibili preoccupazioni come • la mia professionalità potrebbe risentirne e anzi- ché aumentare • potrei quindi essere meno efficace professional mente di prima poiché conosco meno approfon ditamente il metodo e ne ho meno esperienza. • I miei guadagni potrebbero diminuire

si ritiene che sia però necessario, nell’attuale contesto professionale legato alle valutazioni immobiliari, iniziare a valutare i benefici del cambiamento ed i limiti della procedura conosciuta.


Azimut Opinioni a livello universitario, come quella del Prof. Marco Simonotti, il Prof. Giampiero Bambagioni ed il Prof. Maurizio D’Amato5 la Prof.ssa Marina Ciuna6 ed esperienze pratico-tecniche a livello internazionale, ci dimostrano che la stima pluriparametrica e nello specifico il procedimento del Market Comparison Approach presenta notevoli vantaggi fondamentali per conformarsi al meglio agli standard internazionali mentre la stima monoparametrica presenta ad oggi alcuni limiti. Valutare quali potrebbero essere i limiti di una stima monoparametrica: • La stima è eseguita a corpo • Viene affrontata con i borsini e quotazioni immo biliari • I valori tabellari sono utilizzati mediando valori minimi e massimi • Gli indici di omogenizzazione sono effettuati con approcci extramercantili • La perizia è descrittiva e la parte calcolo viene riassunta in un’unica moltiplicazione Il CdVI e gli IVS sanciscono che i contenuti del Rapporto di Valutazione Immobiliare debbano essere • dimostrabili e verificabili da terzi • devono presentare criteri di uniformità • non devono essere in disaccordo con quanto desun to dagli standard valutativi internazionali il risultato della stima con il metodo monoparametrico non è sufficientemente verificabile. È in gioco una elevata variabile individuale legata alla soggettività del tecnico e rapportata ad una mera funzione di expertise.

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Formazione maniera in cui ha formato il prezzo di immobili simili. Nella pratica la metodologia del MCA “smonta” il bene oggetto di valutazione nelle sue caratteristiche immobiliari e le confronta una ad una con le caratteristiche delle unità immobiliari poste a comparazione, lavorando per differenza tra l’oggetto ed i comparabili; per mezzo dei prezzi marginali si creano gli aggiustamenti. L’immobile oggetto di stima e gli immobili posti a comparazione devono appartenere al medesimo segmento di mercato, che per definizione è quell’unità elementare non ulteriormente scindibi le dall’analisi economico-estimativa del mercato immobiliare stesso. Due o più unità immobiliari ricadono nello stesso segmento di mercato se presentano eguali ammon tari economico-estimativi. Vantaggi del metodo MCA secondo gli esperti. Questo metodo appartiene alla famiglia degli Adjustement grid methods ed è poco conosciuto nel nostro paese nonostante il giudizio unanime e provato della sua precisione.(Simonotti, 2001) Secondo Simonotti, il MCA presenta i seguenti van taggi: u Precisione: La precisione nel MCA è funzione del numero e del grado di dettaglio dei dati im mobiliari rilevati e della competenza e dell’e sperienza degli esperti u Può raggiungere il massimo grado di dettaglio e di precisione della stima u Professionalità estimativa

Il Market Comparison Approach È un procedimento di stima del prezzo di mercato o del reddito di un immobile che si svolge attraverso il confronto tra il bene oggetto di stima e un insieme di beni di confronto simili, contrattati di recente e di prezzo o di reddito noti e ricadenti nello stesso segmento di mercato. Il metodo del confronto di mercato si basa sulla rilevazione dei dati reali di mercato e delle caratteristiche degli immobili. L’assioma e perno del MCA stabilisce che il mercato fisserà il prezzo del nostro subject nella medesima È Professore Associato presso la prima Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari dove insegna Estimo al corso di ingegneria civile, quello di ingegneria edile presso il D.U. di ingegneria delle infrastutture. Ha completato per conto del C.N.R. due programmi di ricerca presso l'Università della Florida in Gainesville ed uno presso l'Università Alicante in Spagna. È direttore scientifico del Poliba Center for Real Estate del Politecnico di Bari inoltre Fellow Member dei Royal Institution Chartered Surveyors.

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u È facilmente comprensibile da clienti e sta keholders u riduce il contenzioso Con il rapporto di valutazione che segue gli standard: • Si ottiene un vero report immobiliare. • Si eseguono i dettami degli IVS e del CdVI. • La valutazione non viene eseguita a corpo ma se gue un modo ordinato in un percorso numerico 6 Professore di ECONOMIA ED ESTIMO, per il CdL in Ingegneria Civile-Edile, Facoltà di Ingegneria. Svolge studi sulla metodologia generale di stima degli immobili, riguardanti principalmente le ricerche sperimentali sul mercato immobiliare, sull’income approach e l'applicazione dell'analisi quantitativa: statistica e statistico-estimativa. Studia sistemi di valutazione automatizzato (AVM) per le stime immobiliari dei valori e dei canoni di mercato e modelli di stima su larga scala (mass appraisal). È componente del Comitato Tecnico Scientifico di E-valuations - Istituto di Estimo e Valutazioni.

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2 2015 Formazione scientifico con regole condivise. • I calcoli si poggiano su punti di riferimento certi (i comparabili) rilevati direttamente dal mercato immobiliare; • È possibile un riesame delle valutazioni in linea con l’attività di due diligence7 Cap. 12 CdVI. Possibili vantaggi globali della formazione e dell’utilizzo del MCA u Sensibile miglioramento della propria profes sionalità potendo vantare l’utilizzo di un me todo che risponde a criteri di trasparenza, precisione, scientificità e verificabilità e ri petibilità. u

Partecipazione attiva alla creazione di una nuova comunità professionale con condivisione di valori e metodologie comuni

u

Sviluppo di una professionalità nuova in espansione e ricercata

u

Possibilità di aumento dei propri guadagni

u

Potersi affidare alla sicurezza di una best practice

u

Aumentare il proprio livello di autorealizzazione

“Il problema non è mai come farsi venire in mente qualcosa di nuovo e innovativo ma come eliminare le convinzioni vecchie”. (Dee Hock, Fondatore di Visa)

Bibliografia BAMBAGIONI, G. pp. 10-19, Sulle cause e sulle implicazioni dell'evoluzione della dottrina estimativa, Quaderni di Economia Immobiliare QEI N.14/2010 BECKHARD, HARRIS Organizational transitions: Managing complex change OTH Edition, 1977 CAPRIOLO, F. Estimo tra cultura e professione, 2015 CAPRARA G.V., GENNARO A. Psicologia della Personalità Il Mulino, 1994 CAVADA, M.L. Ricerca-azione sui processi psicosociali del personale durante il cambiamento organizzativo Tesi di dottorato di ricerca in psicologia delle organizzazioni: 7

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Azimut processi di differenziazione e integrazione Università Studi di Verona CROZIER, Michel; FRIEDBERG, Erhard. Attore sociale e sistema. Sociologia dell’azione organizzata, 1978. DAFT, R. L., & NOE, R. A. Organizational Behavior. Orlando: FL: Harcourt College Publishers, 2001 FESTINGER, Leon; IACONO, Gustavo. Teoria della dissonanza cognitiva. Franco Angeli, 1997. FRACCAROLI, F. Apprendimento e formazione nelle organizzazioni. Una prospettiva psicologica. Le edizioni del Mulino Bologna 2007 GEORGE, J. M., & JONES, G. R. Understanding and Managing Organizational Behavior. Upper Saddle River, NJ: Prentice Hall International 2002 INTERNATIONAL VALUTATION STANDARD – IVS Iverson, R. Employee acceptance of organizational change: The role of organizational commitment. International Journal of Human Resource Management. 1996 LEWIN, K. Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, Bologna: Il Mulino 1951

MARTINES, FUENTES C., PARDO DEL VAL M., “resistance to change: a literature review and empirical study” Management Decision, 41/2 2003 MYNATT, Clifford R.; DOHERTY, Michael E.; TWENEY, Ryan D. Confirmation bias in a simulated research environment: An experimental study of scientific inference. The quarterly journal of experimental psychology, 1977, 29.1: 85-95.

NASWALL, K., SVERKE, M., & HELLGREN, J. The moderating role of personality characteristics on the relationship between job insecurity and strain. Work & Stress 2005 ROTTER, J.B., Generalized Expectancies for Internal versus External Control of RE-inforcement in Psychological Monographs 1966 SCHEIN E. Process consultation: Its role in organization development. ERIC, 1969

È il processo attraverso il quale si devono diminuire le asimmetrie informative tra una parte alienante ed una acquirente.

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Azimut

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Formazione

SIMONOTTI, Marco. I procedimenti di stima su larga scala (Mass Appraisal). Aestimum, [S.l.], jun. 2009. ISSN 1724-2118.

SIMONOTTI M. Manuale delle Stime immobiliari, 2005 WEST, M.A. E FARR, J.L. Innovation at work. Chichester, UK: Wiley. 1990.

TOSI, H.L., PILATI, M., & MERO, N. P. Comportamento Organizzativo, Persone, Gruppi e Organizzazioni: Milano, Egea. 2002

GEOM. STEFANO GIANGRANdI Libero professionista, Assessor e Member delle Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS), Docente nei corsi di Alta Formazione Professionale su Real Estate presso l’Università La Sapienza di Roma e Chief Executive Officer di Varestate. Membro del Comitato Scientifico di Inarcheck S.p.A, ai fini del rilascio della certificazione ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024: 2012, da oltre dieci anni svolge attività di docenza e conduzione seminari e convegni in ambito nazionale. È inoltre tecnico di Due Diligence Immobiliare.

IlARIA MONTENEGRI È tesista in Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università degli Studi di Torino. Ha diversi anni di esperienza sia come consulente e tutor in ambito psicologia del lavoro e orientamento al lavoro presso gli enti di formazione professionale ed i Centri per l’Impiego di La Spezia e provincia e come esperto di trasferimento politiche attive del lavoro e best practice presso Italia Lavoro Ente Strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sia in ambito scolastico e di comunità dove si è occupata di disabilità, minori ed adolescenza in qualità di educatrice professionale e Tutor.

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