Il Romoletto N° 6

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Anno ii - Numero 6 - gennaio 2013 - Pom! editori srl


L'oroscopo senza filtri

2013

di Johnny Palomba

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ariete

toro

Niente è perduto, tranne quello che è irrimediabilmente perso. Per sempre. Comunque ottimismo, ma anche no.

Un uomo vi consegnerà una valigetta contenente una bomba: ma non lo scoprirete voi, lo farà la scientifica dopo giorni di lavoro.

gemelli

cancro

Il gelo è alle porte e la vostra vita è un open space. La luna consiglia molta cipolla e pochi rapporti interpersonali.

Per non pagare l’IMU il Vaticano vi intesterà a vostra insaputa una basilica. Per fronteggiare la crisi, ma anche alcune vecchie questioni, mangerete il gatto dei vicini.

leone

vergine

Un anno da vivere intensamente, soprattutto il primo mese e mezzo, perché dopo… Vabbe’, ci siamo capiti.

Proverete la dieta del sughero, con scarsi risultati. In arrivo una sovrattassa IMU sulla cuccia del cane.

bilancia

scorpione

Sarete invischiati in un giro losco di malaffare nell’ambiente della malavita filippina. Ne uscirete puliti.

Peppa Pig vi comparirà in sogno, e quando vi sveglierete sarà accanto a voi.

sagittario

capricorno

Manco li cani.

Dopo un periodo tanto arido, aprirete il vostro cuore e scoprirete l’amore. A pagamento.

acquario

pesci

Riceverete una cartolina dalla vostra cara amica Gerit. Comprerete un portafoglio rosso per fare pendant con il vostro conto in banca.

Guardia sempre alta. Ma anche no. È uguale. Marte arriverà da dietro.


direttore editoriale Oscar Glioti vicedirettore Dario Sbrocca redazione Roberto Farina, Martina Greco, Simona Greco, Abebe Kibila, Gino Sansibar, Pino Pestone art director Valentina Marchionni impaginazione Alberico Bartoccini, Valentina Marchionni, Marzia Mongini editore POM! Editori srl Sede legale Viale di Tor Marancia 60, 00147 Roma Stampa PuntoWeb srl, via Variante di Cancelliera snc, 00040 Ariccia (RM) copyright Tutto il materiale scritto dalla redazione è disponibile sotto la licenza Attribuzione Creative Commons - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0, ovvero può essere riprodotto a patto di citare la fonte, di non usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza.

 sommario 

regiStrazione tribunale di Roma numero 204 del 5 luglio 2012 direttore reSponSabile Oscar Glioti contatti Telefono 06.5128605 redazione redazione@ilromoletto.it amminiStrazione amministrazione@ilromoletto.it pubblicità tel. 3483846413 commerciale@ilromoletto.it

riStoro

Succede in città da pagina 4

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arte

Chiuso in redazione alle ore 14.22 del 15 gennaio 2013

da pagina 6

I lettori sono invitati a verificare la programmazione degli eventi segnalati.

in prima di copertina: Kinocchio di valentina marchionni

cinema da pagina 21

muSica da pagina 15

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Spettacoli da pagina 10


SUCCEDE IN CITTÀ//pillole

FESTIVAL DEL CINEMA KURDO 17 – 20 gennaio Nuovo Cinema Aquila via Aquila 68 Con oltre 25 proiezioni tra film, corti e documentari, torna a Roma “Heviya Azadiye – Speranza di Libertà”, interessante rassegna dedicata al cinema kurdo. Il rispetto dei diritti umani, la libertà di pensiero e di stampa e la ricerca delle proprie radici culturali tra i principali temi affrontati in questa quinta edizione del festival. Biglietto €4 www.europalevante.eu

PALLADIUM LECTURES 17 - 20 gennaio Teatro Palladium, piazza Bartolomeo Romano 8 Partendo da personaggi come Kate Moss, Tucidide, Luigi XIV e Marcel Proust, Alessandro Baricco propone quattro letture/lezioni per parlare di gusto, giustizia, tempo e scrittura. Ore 20.30 (domenica ore 17) Biglietto €20 www.romaeuropa.net

NO AL MURO DEL SILENZIO 18 gennaio Impianto sportivo comunale Romauno, largo Ascianghi 4 Giornata all’insegna della solidarietà con il popolo saharawi del Sahara Occidentale, occupato dal Marocco da 37 anni. Un milione di uomini e donne privati dei più elementari diritti di cittadinanza nella propria terra d’origine. L'iniziativa prevede: la proiezione del documentario “Una storia saharawi” alla presenza del regista Mario Martone, video informativi, mostra fotografica; laboratori creativi per bambini, mercatino dell’usato e cena multietnica. Dalle ore 17, cena alle 20 con prenotazione obbligatoria Ingresso libero www.limonenelverde.org

NCP 1.0: SONIC WARFARE 18 gennaio Nuovo Cinema Palazzo piazza dei Sanniti Serata di apertura per la rassegna dedicata a concerti e performance di mu-

sica elettronica, sound art e video arte. Un progetto di scambio dei saperi e formazione che include negli appuntamenti a venire anche workshop di scrittura, fotografia e architettura. A inaugurare il tutto, i dj-set di Gridshape, Klein Bottle, Lesmistons e Weakchild. Dalle 20 www.nuovocinemapalazzo.it

SORA CESIRA E LA FELICITÀ 19 gennaio Auditorium viale Pietro De Coubertin 30 La videoblogger più cliccata d’Italia, accompagnata per l’occasione da una music band tutta da scoprire, propone in anteprima assoluta la sua personale ricetta per la felicità. Ore 21, biglietto €15 www.auditorium.com

SKETCH CRAWL 19 gennaio Piazza Navona Per tutti gli appassionati di disegno appuntamento alle ore 10.30 presso la sca-

linata di S. Agnese in Agone. Matite, album, taccuini e magari un paio di scarpe comode per condividere il piacere di disegnare in giro per la città. Gli schizzi realizzati nel corso della giornata saranno pubblicati sul sito ufficiale dell’iniziativa. www.sketchcrawl.com

MERCATINO GIAPPONESE 20 gennaio Black Out, via Casilina 713 Sfizioso appuntamento per rovistare tra gli oggetti più disparati della cultura giapponese. Robot, kimono, origami, ceramiche e gadget di ogni tipo, con il sostegno gastronomico del sushi bar. Dalle 10 alle 20 ingresso libero www.blackoutrockclub.com

RACCONTI DI NOTTE 15 - 17 febbraio Teatro Valle Occupato via del Teatro Valle 21 Laboratorio organizzato dal teatro delle apparizioni a cura di Fabrizio Pallara e Dario Garofalo, rivolto a tutti coloro che hanno il desiderio di imparare a narrare una storia. Ogni sera dalle ore 20.30 alle 24. Per partecipare scrivere a: info@teatrodelleapparizioni.it entro l’8 febbraio www.teatrovalleoccupato.it

RITRATTI DI POESIA 1 febbraio Tempio di Adriano piazza di Pietra Una cornice d’eccezione e numerosi ospiti per la principale manifestazione italiana dedicata alla poesia. Focus di questa set-

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tima edizione la sonorità del verso e della parola poetica. Da segnalare la presenza del premio Pulitzer C. K. Williams e del rapper Frankie Hi-NRG MC. Gli incontri avranno inizio alle ore 9.30 per concludersi alle ore 20 con un recital di Fiorella Mannoia. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per il concerto è obbligatorio la prenotazione a partire dalle 18.45. www.fondazioneroma.it

TANZZEIT | TEMPO DI DANZA 2 – 9 febbraio Teatro Valle Occupato via del Teatro Valle 21 Partendo dalla bella esperienza del progetto Zeit für Tanz in Schulen | È tempo di Danza nelle Scuole, che dal 2005 fa ballare migliaia di adolescenti berlinesi, TanzZeit Berlino e Teatro Valle Occupato organizzano una settimana di workshop e di incontri rivolti a insegnanti e studenti delle scuole medie superiori. “Per capire, nonostante

le differenze, cosa c’è di comune nel lavoro che i professionisti della danza fanno nella formazione di giovani e adulti”. Per partecipare scrivere a tanzzeit.tvo@gmail.com entro il 31 gennaio. www.teatrovalleoccupato.it

50 ANNI DI CINEMA GIAPPONESE Fino al 19 febbraio Istituto Giapponese di Cultura via Antonio Gramsci 74 Tre titoli per ciascun regista, un regista per ogni decennio, quindici film in totale per festeggiare i primi cinquant'anni dell’Istituto e scoprire alcuni capolavori del cinema del Sol Levante. Tutte le proiezioni sono in lingua originale con sottotitoli in italiano o in inglese. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. www.jfroma.it

EQUILIBRIO – FESTIVAL DELLA NUOVA DANZA 3-27 Febbraio Auditorium

viale Pietro De Coubertin 30 Anche quest’anno sotto la direzione artistica del coreografo e danzatore belga Sidi Larbi Cherkaoui, il ricco programma del festival offre un’originale panoramica sulla danza

mondiale contemporanea. Da non perdere 6000 Miles Away, lo spettacolo ideato e interpretato dalla étoile francese Sylvie Guillem che inaugurerà la rassegna. www.auditorium.com

DIECI RAGAZZE PER SKENé Fino al 5 maggio Skené via Francesco Carletti 5 Commedie, monologhi drammatici, parodie, recital e rievocazioni storiche per una rassegna teatrale lunga 100 giorni, tutta al femminile: questa l’originale iniziativa promossa dal risto-teatro Skené. Inizio spettacoli: dal giovedì al sabato ore 22, domenica ore 18. Cena + spettacolo €30, drink + spettacolo €20, solo spettacolo €10. www.skeneroma.it 5


ARTE//mostre/esposizioni/visite

FIFTY KIDS di Elliott Erwitt Autore di celebri ritratti di alcune delle icone del ventesimo secolo – Marilyn Monroe e Che Guevara tra i volti più noti – Erwitt è il fotografo che ha fatto della spontaneità la sua personale cifra stilistica. In più di cinquant’anni di carriera... a pagina 9

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Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese

Fino al 20 gennaio Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16 Orario da domenica a giovedì 10-20, venerdì e sabato 10-22.30 (chiuso il lunedì) Ingresso €12, ridotto €9.50; biglietto integrato con Palazzo delle Esposizioni (validità 3 gg) €20, ridotto €16 info 06.39967500 Per la prima volta a Roma una rassegna sulla pittura olandese del diciassettesimo secolo e sul suo più celebre esponente, Johannes Vermeer. Una meticolosa selezione di opere raccolte nei musei di tutto il mondo che consente di inquadrare il percorso artistico del maestro nella vivace scena pittorica del suo paese. Si tratta di dipinti – otto di Vermeer e cinquanta dei suoi contemporanei – realizzati per le abitazioni private di mercanti e commercianti, che riflettono la società e la cultura borghese rappresentandole in una dimensione privata al di fuori di ogni ufficialità. Di suo, l’autore conosciuto in tutto il mondo per il famoso “Ragazza con l’orecchino di perla”, aggiunge una tecnica pittorica raffinata che gli consente di fissare con effetto quasi fotografico i momenti della vita quotidiana, i gesti dell’intimità familiare e le emozioni del corteggiamento amoroso in opere intense e luminose, fatte di sguardi e curatissimi dettagli. Paul Klee e l’ItalIa Fino al 27 gennaio Galleria Nazionale d’Arte Moderna GNAM, via delle Belle Arti 131 Orario 10.30-19.30 (chiuso il lunedì) Ingresso integrato al museo €12, ridotto €9.50; ridotto €7 per minori di 18 e

maggiori di 65 anni (solo mostre) info 06.32298221 Viaggio tra le linee e i colori di uno dei maestri del Novecento, alla ricerca di una traccia lasciata dai soggiorni italiani nelle tele del pittore di origine svizzera. Questo almeno l’intento della mostra, sulla scia degli studi che individuano come decisivi i giorni della permanenza in Tunisia nel 1914, in seguito ai quali Klee, stregato dalla luce del Mediterraneo e conquistato dai colori del luogo, intraprende la svolta artistica sulla strada dell’astrazione. “Il colore mi possiede”, diceva di sé, “non devo inseguirlo. Mi possederà sempre, lo so. Questo è il significato di questo momento felice: il colore e io siamo un’unica cosa. Sono un pittore”. L’esposizione è una buona occasione per ammirare da vicino le forme essenziali, le tinte calde, le composizioni armoniose e musicali che caratterizzano le opere dell’artista, guidati o spiazzati da titoli concepiti come vere e proprie appendici creative (“Due uomini, reputando ognuno l’altro di rango superiore, s’incontrano”, “Impalcatura per la testa di una scultura monumentale”, “Il Torso e i suoi con la luna piena” per citare alcuni dei quadri esposti). Un’incursione nel mondo astratto e simbolico, eppure semplice e sereno, di Klee, dove “un disegno è semplicemente una linea andata a fare una passeggiata”. marIo GIacomellI Fotografie dall’archivio di luigi crocenzi

Fino al 3 febbraio Museo di Roma in Trastevere, Piazza di Sant’Egidio 1/b Orario 10-20 (chiuso il lunedì) Ingresso €6.50, ridotto €5.50, sconto di €1 per i residenti a Roma

info 060608 Una macchina fotografica che perde i pezzi, tenuta insieme con lo scotch, che diventa una prosecuzione del corpo. Una modulazione della luce che dà vita a contrasti espressionisti, ottenuti con il ricorso a tecniche artigianali. Un bianco e nero senza tentennamenti, che squaderna “i segni e la memoria dell’esistenza”. Le immagini di Mario Giacomelli raccontano come poche altre i paesaggi dell’anima del nostro paese. Sono vere e proprie narrazioni caratterizzate da un registro poetico e surreale, dove divengono illusori anche le scene e i luoghi più quotidiani. Se ne può avere un assaggio nelle serie in mostra al Museo di Roma in Trastevere: da “Prime fotografie” degli anni Cinquanta a “Studenti” del 1977, passando per “Scanno” la raccolta acquistata nel 1963 dal MoMA di New York che gli valse la fama internazionale. In una ricerca artistica atipica e difficilmente incasellabile, influenzata dal suo mestiere di tipografo ma anche dalla passione per la poesia e la pittura, il fotografo marchigiano ha realizzato composizioni disarmoniche, primi piani sgranati, soggetti che galleggiano in bianchi abbacinanti oppure sprofondati in neri fierissimi, per una resa visiva aspra e drammatica, profondamente autentica. “Io credo nell’astrattismo”, dichiarava in un’intervista Giacomelli, “per me l’astrazione è un modo di avvicinarsi ancora di più alla realtà. Non mi interessa tanto documentare quello che accade, quanto passare dentro a quello che accade. E le fotografie che contano di più sono forse quelle che ho vissuto senza scattarle”. robert doIsneau ParIs en lIbertÉ Fino al 3 febbraio Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale 194 Orario 10-20, venerdì e sabato 10-22.30 (chiuso il lunedì) Ingresso €12.50, ridotto €10; gratuito per gli under 30 il primo mercoledì di ogni mese (orario 14-19) info 06.39967500 Nel centenario della nascita arriva in Italia una grande rassegna dedicata al fotografo francese che con i suoi scatti 7


arte//mostre/esposizioni/visite

in bianco e nero ha immortalato i luoghi e i volti di Parigi. Attraverso le immagini del centro e delle periferie Doisneau ha voluto cogliere gli aspetti più veri e insoliti della città, offrendone una visione ideale, poetica e giocosa, senza alcun intento realistico. Come amava ripetere: “Io non fotografo la vita reale, ma la vita come mi piacerebbe che fosse”. La Ville Lumière diventa così un mondo gentile fatto di abitudini, mestieri e gesti quotidiani, in un repertorio di ritratti divenuti celebri in tutto il mondo. In abbinata: “benedette Foto!”. carmelo bene visto da claudio abate Fino al 3 febbraio A dieci anni dalla morte di Carmelo Bene, una significativa testimonianza dei lavori che il regista-attore portò sul palco tra gli anni Sessanta e Settanta. La forma, le tecniche e i personaggi del suo teatro dirompente vengono ripercorsi nelle foto di scena di Claudio Abate. L’esposizione è accompagnata da una retrospettiva cinematografica e da un ciclo di incontri. sulla VIa della seta antichi sentieri tra oriente e occidente Fino al 10 marzo Preziosi reperti e raffinati manufatti guidano il visitatore sulla leggendaria rotta degli scambi commerciali e culturali con l’Asia nel periodo tra il VII e il XIV secolo. Una rete di percorsi, battuti da mercanti e pellegrini, che attraversava città cosmopolite e importanti centri religiosi. Una sezione della mostra approfondisce gli intensi rapporti tra l’Italia del tardo Medioevo e la Cina di Kublai Khan. Guttuso. 1912-2012 Fino al 10 febbraio Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere Orario dal lunedì al giovedì 9.30-19.30, venerdì e sabato 9.30-23.30, domenica 9.30-20.30; Ingresso €12, ridotto €9, info 06.6780664 Mostra antologica che ripercorre, a cento anni dalla nascita, la feconda carriera artistica del pittore siciliano. Personalità complessa ma coerente, Guttuso attraversa mezzo secolo di storia dell’arte

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ispirato da un forte sentimento etico. Con uno stile improntato al realismo, molto attento ai contenuti, ha prodotto opere anticonvenzionali profondamente legate all’attualità e alla lotta politica. Guttuso dichiarava di voler arrivare alla totale libertà in arte, “libertà che, come nella vita, consiste nella verità”. Lezione, questa, imparata durante la sua militanza nel gruppo di Corrente, rivista e laboratorio che nel biennio ’38/40 fece della fusione di arte e vita il proprio manifesto antifascista. L’aderenza ai temi sociali e gli importanti sodalizi intellettuali hanno fatto di questo artista un protagonista della vita culturale e politica italiana, a cui Roma, città in cui visse e lavorò per oltre cinquant’anni, rende finalmente omaggio. JImmIe durHam streets of rome and other stories Fino al 10 febbraio

In abbinata: Pascale martHIne taYou secret Garden Fino al 10 febbraio Già presente al MACRO con un imponente vortice di buste variopinte che accoglie i visitatori nella hall, a cui ha fatto seguito la partecipazione alla mostra collettiva “Neon”, l’artista camerunense torna a esporre le sue installazioni nel museo di via Nizza invadendone gli spazi più suggestivi. In stretta connessione con sue forme architettoniche, Tayou allestisce un onirico giardino gremito di zucche sospese, diamanti in ferro, figure in cioccolato e sculture in cristallo. trIstanoIl di nanni balestrini Fino al 27 gennaio Allestita nel foyer del museo, la proiezione del “film più lungo del mondo”: una sequenza ininterrotta e ripetuta di centocinquanta videoclip sul tema della distruzione del pianeta. WIllIam KentrIdGe VertIcal tHInKInG Fino al 3 marzo MAXXI, Via Guido Reni 4/A Orario 11-19, sabato 11-22 (chiuso il lunedì) Ingresso €11, ridotto €8, info 06.39967350; www.fondazionemaxxi.it

MACRO, via Nizza 138 Orario 11-19, sabato 11-22, (chiuso il lunedì) Ingresso €8.50, ridotto €6.50, biglietto integrato con MACRO Testaccio €12, ridotto €10, sconto di €1 per i residenti a Roma, info 060608 - 06.671070400; www.museomacro.org Prima mostra personale in Italia per l’artista americano di origini cherokee: una raccolta di lavori degli ultimi dieci anni che prende le mosse dal suo rapporto con la città di Roma. Nomade per vocazione, nella Capitale dal 2007, Durham con le sue installazioni ha indagato l’ambiente urbano e la mutevolezza dei suoi scenari. Un percorso di ricerca ispirato alla forza primigenia dei materiali, per stabilire un’inconsueta relazione tra natura e civiltà, oggetto e significato.

Disegnatore, regista, fotografo e artista visivo: l’eclettico autore sudafricano è l’ideatore di “The Refusal of Time”, installazione multimediale che si propone come riflessione universale sul concetto di tempo. Kentridge, noto soprattutto per le opere di animazione e grafica ispirate alla storia del suo paese, alle disparità sociali e in generale alla condizione umana, realizza stavolta un’ “arte totale” per rappresentare il tema


dell’entropia. Uno spazio avvolgente popolato da macchinari, strumenti, ombre e personaggi, dove musiche e proiezioni convivono col moto incessante di giganteschi metronomi. Un tempo curvilineo che, tra cancellazioni e ripensamenti, procede anche a ritroso abbandonando il mito del progresso lineare. In esposizione anche i bozzetti preparatori dell’opera, alcune serigrafie inedite e sei opere della collezione permanente del MAXXI. In abbinata: l’ItalIa dI le corbusIer Fino al 17 febbraio Un maestro che ha cambiato il modo di pensare l’architettura, lasciando un’eredità talmente imprescindibile da divenire quasi ingombrante. A partire dagli anni Venti le riflessioni di Le Corbusier sulle forme dell’abitare, sull’uso del cemento armato, sulla nuova città di massa, ne fanno un protagonista del Movimento Moderno; le sue teorie hanno vasta risonanza, concretizzandosi nel mondo intero. L’esposizione esamina tutti gli aspetti della complessa personalità dell’architetto – fu anche pittore, scultore, urbanista, designer - e i ripetuti tentativi, rimasti senza esito, di realizzare una sua opera in Italia: l’utopia della città radiosa immaginata per Pontinia, i progetti per il centro di calcolo Olivetti e l’Ospedale di Venezia. Schizzi, dipinti, fotografie, a corredo dei magnifici disegni, testimoniano gli intensi rapporti che Le Corbusier coltivò nel corso dell’intera carriera con l’ambiente intellettuale italiano. Un interessante percorso che supera i confini dell’architettura per addentrarsi nel dibattito culturale e artistico del Novecento. FIFtY KIds di elliott erwitt Fino al 17 marzo Palazzo Incontro, via dei Prefetti 22 Orario 10-19 (chiuso il lunedì) Ingresso €8, ridotto €6, info 06.32810 www.fandangoincontro.it Autore di celebri ritratti di alcune delle icone del ventesimo secolo – Marilyn Monroe e Che Guevara tra i volti più noti – Erwitt è il fotografo che ha fatto della spontaneità la sua personale cifra stilistica. In più di cinquant’anni

di carriera si è dedicato alla ricerca di immagini insolite, istanti irripetibili, storie carpite e reinventate con il filtro di un’ironia sottile e spesso spiazzante. I bambini, tra i suoi soggetti preferiti di sempre, sono i protagonisti di questa mostra che in cinquanta immagini provenienti da tutto il mondo li rappresenta nella loro “sconosciuta e meravigliosa” quotidianità. E ai bambini sono destinati i proventi della vendita del catalogo e delle stampe, tramite l’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale. canoVa. Il seGno della GlorIa disegni, dipinti e sculture Fino al 7 aprile Museo di Roma, Piazza Navona 2 e Piazza San Pantaleo 10 Orario 10-20 (chiuso il lunedì) Ingresso integrato al Museo €10, ridotto €8, sconto di €1 per residenti a Roma, info 060608 Dal vasto e prezioso patrimonio del Museo Civico di Bassano, un percorso attraverso la creatività e la tecnica progettuale del più autorevole scultore italiano del Settecento. Schizzi, bozzetti, acqueforti e dipinti descrivono i suoi studi sulla scultura antica romana e il vivace rapporto con i più influenti personaggi del suo tempo. Modelli originali in gesso, terrecotte e marmi illustrano il passaggio dalla fase ideativa alla realizzazione finale dell’opera. brueGHel e le meraVIGlIe dell’arte FIammInGa Fino al 2 giugno Chiostro del Bramante, Arco della Pace 5 Orario 10-20, sabato e domenica 10-21 (chiuso il lunedì) Ingresso €12, ridotto €10, info 06.68809035

www.brueghelroma.it, www.chiostrodelbramante.it Quattro generazioni di pittori e centocinquanta anni di arte fiamminga – dal Cinquecento a metà Seicento – vengono rappresentati in questa mostra centrata sulla dinastia dei Brueghel. Più di cento quadri ne illustrano le relazioni, i riferimenti e il percorso artistico a partire dal capostipite Pieter il Vecchio. Il maestro che, secondo uno storico del tempo, sapeva “risputare” su tele e pannelli gli scenari inghiottiti durante i suoi viaggi, restituendo appieno la conturbante bellezza dei paesaggi naturali. Una magnificenza in aperto contrasto con la corporeità dell’umanità contadina, raffigurata con piglio grottesco e caricaturale, dedita a dissolutezze e fragilità terrene. Le sapienti composizioni di Brueghel, influenzate almeno inizialmente dai dipinti visionari di Hieronymus Bosch (di cui sono esposti I sette peccati capitali e Il ciarlatano),

lasciano il passo nell’esposizione a quelli dei suoi molti discendenti. Se infatti sono solo tre le opere presentate del capostipite, ampio spazio viene dedicato a quelle dei figli: le feste popolari ritratte da Pieter il Giovane, fedele emulatore del padre, e le più personali e raffinate tele del secondogenito Jan, soprannominato il Vecchio o anche il “Brueghel dei velluti, dei fiori e del paradiso” in riferimento ai suoi soggetti prediletti. Il percorso prosegue attraverso gli eleganti componimenti allegorici del nipote, Jan il Giovane, e quelli della sua progenie, includendo una selezione di opere di altri fiamminghi contemporanei.

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SPETTACOLI//teatro

LA MERDA_CATALOGO DEL DISGUSTO #1 di Cristian Ceresoli Teatro Valle Occupato dal 23 al 27 gennaio

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fino al 20 gennaio LA RIVINCITA di Michele Santeramo Regia di Leo Muscato. Con Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Paola Fresa, Riccardo Lanzarone, Michele Sinisi Teatro Valle Occupato, Via del Teatro Valle 21

Renato Marchetti, Fausto Sciarappa, Stella Egitto Sala Umberto, Via della Mercede 50 Ingresso da ¤23 a ¤32, info 06.6794753; Un capolavoro di comicità dall’autore de “La cena dei cretini”. Commedia leggera ed elegante, basata sul meccanismo degli opposti, accosta nella trama un killer professionista a un incorreggibile imbranato, innescando un’inevitabile serie di guai.

fino al 27 gennaio

Prima nazionale per il nuovo spettacolo della compagnia pugliese Teatro Minimo. Una storia di terra e lavoro per narrare la fatica di chi deve conquistarsi giorno dopo giorno anche le cose più normali: una vita dignitosa, una famiglia, una salute accettabile. “Quello che racconto in questo dramma”, spiega il regista, “avviene quotidianamente al Sud, un meridione che non è però una collocazione geografica, ma sociale”.

GUIDA ALLA SOPRAVVIVENZA DELLE VECCHIE SIGNORE di Mayo Simon Regia di Giuseppe Pambieri. Con Marina Bonfigli, Isa Barzizza Teatro Vittoria, piazza S. Maria Liberatrice 10 Per i lettori di Romoletto 100 posti di platea a ¤14 (invece di ¤26). Prenotazione obbligatoria a: promozione@teatrovittoria.it info 06.5740170 – 06.5740598;

fino al 20 gennaio LA CANTATRICE CALVA di Eugène Ionesco Regia di Marco Carlaccini. Con Claudio Capecelatro, Marco Carlaccini, Elisabetta De Palo, Patrizia D’Orsi, Xhilda Lapardhaja, Ludovico Nolfi. Casa delle Culture di Roma, Via San Crisogono 45. Ingresso ¤15, ridotto ¤12, studenti ¤8; info 06.58333253; Datata 1950, pioniera del teatro dell’assurdo, la commedia di Ionesco tratteggia una società priva di senso, che si aggrappa alla strenua difesa dei luoghi comuni. I personaggi di un salotto borghese si confrontano in una conversazione straniante che, in un crescendo sempre più disarticolato, fa saltare in aria ogni convenzione.

fino al 20 gennaio IL ROMPIBALLE di Francis Veber Regia di Andrea Brambilla. Con Gianmarco Tognazzi, Bruno Armando,

La nascita di un sodalizio inconsueto tra due donne sole e diverse, costrette ad affrontare le conseguenze della vecchiaia. Superando le insofferenze reciproche scoprono gradualmente il valore della solidarietà, del mutuo soccorso e dell’amicizia. Pambieri porta in scena per l’occasione due autentiche signore del palcoscenico, in una commedia brillante e malinconica che ritrae con sincerità questa delicata fase della vita.

fino al 27 gennaio TUTTO PER BENE di Luigi Pirandello Regia di Gabriele Lavia. Con Gabriele Lavia, Lucia Lavia, Daniela Poggi Teatro Argentina, Largo di Torre Argentina 52 Ingresso da ¤12 a ¤27 + ¤2-3 d.p. info 06.684000311;

Un classico della drammaturgia pirandelliana, in cui i personaggi trascorrono un’intera esistenza nascondendosi dietro ruoli tanto rassicuranti quanto posticci. Un’illusione destinata a sfaldarsi all’improvviso, facendo crollare maschere e certezze.

fino al 3 febbraio AQUILONI di e con Paolo Poli, liberamente tratto da Giovanni Pascoli Teatro Eliseo, via Nazionale 183 Ingresso da ¤13 a ¤33 info 06.4882114 – 06.48872222; Omaggio a Giovanni Pascoli, poeta fanciullo del primo Novecento. In un’atmosfera da Belle Epoque l’istrionico Paolo Poli evoca la memoria di una civiltà contadina e preindustriale.

dal 22 al 27 gennaio HATE MAIL di Bill Corbett e Kira Obolensky Regia Mauro Parrinello. Con Mauro Parrinello e Elisabetta Fischer Ambra Teatro alla Garbatella, Piazza Giovanni da Triora 15 Ingresso da ¤12 a ¤16, per i residenti del Municipio XI il mercoledì ridotto ¤10, info 06.81173900; Una storia d’amore moderna, nata tra le righe di una corrispondenza elettronica, scandita da biglietti e messaggi. Un’altalena di sentimenti, con parole scritte e mai pronunciate che scoprono l’irrimediabile solitudine dei protagonisti.

dal 22 gennaio al 3 febbraio è STATO COSì di Natalia Ginzburg Regia di Valerio Binasco. Con Sabrina Impacciatore Piccolo Eliseo Patroni Griffi, via Nazionale 183. Ingresso da ¤16 a ¤22 info 06.4882114 – 06.48872222; La nuda confessione di una donna colpevole dell’omicidio del marito. Sabrina Impacciatore dà voce al coinvolgente testo di Natalia Ginzburg, rievocando in lunghi e dolorosi flashback un percorso di umiliazione e insanabile smarrimento.

dal 22 gennaio al 3 febbraio COMICI FATTI DI SANGUE Scritto e diretto da Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti. Con Alessandro Benvenuti 11


SPETTACOLI//teatro

Teatro Ghione, Via delle Fornaci 37 Ingresso da ¤20 a ¤66, info 06.6372294 06.39670340 È una comicità che nasce dal dolore quella portata in scena dall’eclettico Alessandro Benvenuti. Autore, regista e interprete di cinque monologhi in cui tragedia e ironia si sovrappongono.

dal 22 gennaio al 10 febbraio CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand Regia di Alessandro Preziosi. Con Alessandro Preziosi, Benjanin Stender, Valentina Visentin, Massimo Zordan, Emiliano Masala Teatro Quirino-Vittorio Gassman, Via delle vergini 7 Ingresso da ¤15 a ¤32, info 06.6794585; Attore di teatro, televisione e cinema, Alessandro Preziosi si cimenta con la regia in questo adattamento della celebre opera di Rostand. Come già avvenuto per l’Amleto, una buona occasione per avvicinare i più giovani ai grandi classici del teatro.

dal 23 al 27 gennaio LA MERDA_CATALOGO DEL DISGUSTO #1 di Cristian Ceresoli Con Silvia Gallerano Teatro Valle Occupato, Via del Teatro Valle 21 Vincitrice di diversi premi internazionali – per testo, allestimento, innovazione e interpretazione – quest’opera ha riscosso fin dal suo esordio un enorme successo di pubblico, registrando il tutto esaurito in ogni rappresentazione. Silvia Gallerano offre il suo corpo nudo a questo delirante flusso di coscienza, opponendo la sua maschera sorridente al declino inarrestabile del Paese. Il travolgente, osceno, spietato monologo che ne risulta è la riflessione di una donna “brutta” che invoca spazio in una società drogata di estetica e arrivismo. Per un “posto al sole” è disposta a tutto: all’occorrenza, anche a mangiar merda.

dal 23 gennaio al 3 febbraio SONATA PER RAGAZZA SOLA omaggio a Irène Némirovskj Regia di Francesco Villano. Progetto di Federica Bern e Francesco Villano Casa delle Culture di Roma, Via San Crisogono 45 Ingresso ¤15, ridotto ¤12, studenti ¤8;

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tessera annuale ¤1, info 06.58333253 Ispirata a “Il Ballo” e “Jezabel” di Irène Nèmirovsky, la messa in scena si concentra sulla tematica del doppio, mettendo a confronto due donne opposte e complementari. Madre e figlia, impersonate entrambe dall’attrice protagonista, si ritrovano a fare i conti con l’incedere del tempo, la prima smaniosa di riscattarsi dai fantasmi del passato, la seconda impaziente di affrancarsi dal ruolo di bambina.

dal 25 al 27 gennaio LA RICOTTA di Pier Paolo Pasolini Regia di Antonello Fassari e Adelchi Battista. Progetto musicale di Lele Marchitelli Teatro Vascello, Via G. Carini 78 Ingresso ¤20, ridotto ¤15 info 06.5881021 – 06.5898031; Antonello Fassari offre una lettura-spettacolo basata sulla sceneggiatura de “La ricotta”, celebre episodio pasoliniano del film corale “RO.GO.PA.G”. La vicenda del povero Stracci, comprimario nell’opera di un noto regista sulla Passione di Cristo, fa luce sul suo personale quanto invisibile Calvario, fino al tragico epilogo.

mediata dalla finzione. Dove l’attore non attore mette in gioco il suo vissuto, la sua inconsapevolezza, la sua sincerità”.

dal 29 gennaio al 3 febbraio ’NA SPECIE DE CADAVERE LUNGHISSIMO di e con Fabrizio Gifuni, da Pier Paolo Pasolini e Giorgio Somalvico Regia di Giuseppe Bertolucci Teatro Vascello, Via G. Carini 78 Ingresso ¤20, ridotto ¤15 info 06.5881021 – 06.5898031 Dal desiderio di organizzare un coraggioso racconto sulla trasformazione dell’Italia del Novecento, nasce circa dieci anni fa il progetto “Gadda e Pasolini: antibiografia di una nazione”, portato avanti con strenua convinzione da Fabrizio Gifuni e dal compianto Giuseppe Bertolucci. Attore e intellettuale innamorato da sempre dello strumento teatrale, Gifuni scandaglia la parte più buia e spietata della nostra storia, consapevole del fatto “che la sistematica distruzione della memoria storica del nostro paese è stata e resta uno degli obiettivi più pervicacemente perseguiti negli ultimi decenni. Perché azzerare e annullare il valore della memoria significa poter dire e fare, oggi, tutto e il contrario di tutto”. All’interno di questa ricerca inesausta, “’Na specie de cadavere lunghissimo” mescola la prosa corsara e anticonformista di Pier Paolo Pasolini con i versi inediti del poeta Giorgio Somalvico, in uno spiazzante romanesco reinventato che immagina la delirante fuga dell’omicida dell’idroscalo.

26-27 gennaio PINOCCHIO Scritto e diretto da Enrico Castellani e Valeria Raimondi. Con Babilonia Teatri e Gli Amici di Luca Palladium, Piazza Bartolomeo Romano 8 Ingresso da ¤10 a ¤15, info 06.45553050 Babilonia Teatri è riconosciuta come una delle più brillanti realtà del palcoscenico italiano. Sulla loro strada in questa occasione l’associazione Gli amici di Luca, che riunisce persone uscite dal coma. Un incontro che ha innescato il progetto Pinocchio, “dove la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza, senza essere

dal 29 gennaio al 3 febbraio SOPRATTUTTO L’ANGURIA di Armando Pirozzi Regia di Massimiliano Civica. Con Diego Sepe e Luca Zacchini Teatro Argot Studio, Via Natale del


Grande 27 Ingresso ¤12, ridotto ¤10, tessera soci ¤3, info 06.5898111; Il testo di Pirozzi, per la regia del giovane e pluripremiato Massimiliano Civica, è segnato da un forte carattere surreale. Due fratelli, dai caratteri diametralmente opposti, si confrontano in una casa sperduta nella giungla: devono decidere cosa fare del corpo ibernato del padre, caduto in trance mistica in India. Un intreccio di storie grottesche e bizzarre, in un paradossale ritratto dell’attualità.

dal 29 gennaio al 10 febbraio L’ARTE DEL DUBBIO Tratto dal libro di Gianrico Carofiglio, adattamento teatrale di Stefano Massini Regia di Sergio Fantoni. Con Ottavia Piccolo, Vittorio Viviani, Gioele Dix (voce) Teatro Vittoria, piazza S. Maria Liberatrice 10 Per i lettori di Romoletto 100 posti di platea a ¤14 (invece di ¤26). Prenotazione obbligatoria a: promozione@teatrovittoria.it info 06.5740170 – 06.5740598;

Una moderna commedia dell’arte che mette in scena l’eterna lotta tra Vero e Falso. Da Adamo ed Eva in avanti, il dilemma si insinua nelle confortanti certezze dell’umanità e ispira i quadri successivi dello spettacolo. Un “cabaret del dubbio” in cui un immaginario tribunale chiama a testimoniare i più disparati personaggi sulle vicende irrisolte del nostro Paese: doppie verità e triple menzogne tratte dai verbali di autentici processi italiani.

dal 29 gennaio al 10 febbraio BUON COMPLEANNO di Adolfo Marsillach Regia di Enrico Maria Lamanna.

Con Rosalia Porcaro Ambra Teatro alla Garbatella, Piazza Giovanni da Triora 15 Ingresso da ¤12 a ¤16, per i residenti del Municipio XI il mercoledì ridotto ¤10, info 06.81173900; La protagonista nel giorno del suo cinquantesimo compleanno vede apparire, in una sorta di incantamento, le persone che l’hanno circondata nel corso degli anni, in una ironica e commovente carrellata di ricordi. La commedia è firmata da uno dei più autorevoli autori spagnoli.

dal 30 gennaio al 17 febbraio LA SERATA A COLONO di Elsa Morante Regia di Mario Martone. Con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Antonia Truppo. Musiche di Nicola Piovani Teatro Argentina, Largo di Torre Argentina 52 Ingresso da ¤12 a ¤27 + ¤2-3 d.p. info 06.684000311 Unica opera teatrale di Elsa Morante, La serata a Colono, pubblicata quarantacinque anni fa ne “Il mondo salvato dai ra-

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SPETTACOLI//teatro

gazzini”, non era mai stata rappresentata pur suscitando l’interesse e i tentativi di molte figure di spicco del teatro italiano. Mario Martone, regista avvezzo a raccogliere le sfide, ha deciso di intraprendere questa impresa insieme all’attore Carlo Cecchi, già protagonista del suo esordio cinematografico e devoto amico della scrittrice. Ispirato alla tragedia di Sofocle, il testo attualizza la figura di Edipo, incarnandolo in un vecchio alcolizzato in preda a un delirio mitomane. Arriva in ospedale accompagnato dalla figlia, accecato e farneticante: il reparto diventa per lui ciò che Colono è per Edipo, l’approdo finale del destino e lo scenario delle sue tormentate visioni. Una drammaturgia originale e ardita, che racchiude, secondo Cecchi, i temi centrali della letteratura di Elsa Morante: la colpa, l’innocenza, Dio.

dal 31 gennaio al 10 febbraio ART di Yasmina Reza Regia di Giampiero Solari. Con Alessandro Haber, Alessio Boni, Gigio Alberti Teatro Ambra Jovinelli, via GuglielmoPepe 43. Ingresso da ¤17 a ¤31, info 06.83082620 – 06.83082884 Adottando lo stesso meccanismo del più recente Carnage, dalla cui sceneggiatura è stato tratto il film di Roman Polanski, Yasmina Reza chiude i propri personaggi in una stanza e, sulla base di un semplice pretesto, scatena un putiferio. In Art, che valse all’autrice francese il successo internazionale, il suo sguardo si posa sull’incrollabile archetipo dell’amicizia maschile, svelandone debolezze e meschinità.

dal 5 al 10 febbraio A PORTE CHIUSE di Jean Paul Sartre Traduzione e regia di Filippo Gili.

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Con Piergiorgio Bellocchio, Vanessa Scalera, Liliana Massari, Massimiliano Benvenuto Teatro Argot Studio, Via Natale del Grande 27 Ingresso ¤12, ridotto ¤10, tessera soci ¤3, info 06.5898111; L’inferno è una stanza, la stanza di uno squallido hotel dove tre personaggi vengono condannati per l’eternità a subire il reciproco e impietoso sguardo. In un gioco al massacro, senza alcuna possibile empatia, sono costretti a confrontarsi con i propri trascorsi, con le azioni compiute e con le tragiche conseguenze che hanno innescato.

dal 5 al 24 febbraio EXIT di Fausto Paravidino Regia di Fausto Paravidino. Con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Angelica Leo, Davide Lorino Piccolo Eliseo Patroni Griffi, via Nazionale 183 Ingresso da ¤16 a ¤22 info 06.4882114 – 06.48872222; Per Fausto Paravidino, giovane e talentuoso drammaturgo-attore, il teatro è puro intrattenimento e come tale deve offrire allo spettatore “un’esperienza emotiva nella quale si ride e si piange. Come nella vita”. E dalla vita di tutti i giorni nasce la sua ispirazione per Exit, delicata e pungente commedia sulla crisi di coppia. Tra dialoghi sagaci e comiche schermaglie i coniugi A e B coinvolgono il pubblico nel loro sgangherato, e in fondo normalissimo, matrimonio.

dall’11 al 13 febbraio TAMBURI DI GUERRA nine/eleven ideato e diretto da Stefano Sabelli. Con Percussioni Ketoniche e Ensemble Vocale Loto Teatro Vascello, Via G. Carini 78 Ingresso ¤20, ridotto ¤15, info 06.5881021 – 06.5898031; Da sempre sensibile alle tematiche pacifiste, Sabelli porta in scena un lavoro interamente dedicato alla guerra. I versi degli autori che nel corso dei secoli l’hanno narrata si rincorrono sullo sfondo di un apocalittico campo di battaglia, accompagnati dal ritmo incalzante delle percussioni e dal contrappunto canoro di inni antichi e moderni.

dal 12 al 17 febbraio CASA DOLCE CASA di Marcello Chiarenza e Alessandro Serena Musiche di Carlo Cialdo Capelli Teatro Vittoria, piazza S. Maria Liberatrice 10 Per i lettori di Romoletto 100 posti di platea a ¤14 (invece di ¤26). Prenotazione obbligatoria a: promozione@teatrovittoria.it info 06.5740170 – 06.5740598 Un coinvolgente spettacolo di teatro acrobatico portato in scena da Kasakasa Circus, compagnia di funamboli, comici e musicisti provenienti dall’Europa dell’Est. La vicenda narrata è quella di uno sgangherato gruppo di senza tetto che sopravvive all’assedio della metropoli escogitando “modi fantasiosi di procurarsi il necessario, e talvolta qualcosa che somigli al superfluo”. Uno show che stupisce, commuove e diverte, adatto a un pubblico di tutte le età.

dal 13 al 17 febbraio THE SUIT tratto da The Suit di Can Themba, e da Mothobi Mutloatse e Barney Simon Adattamento, messa in scena e musiche di Peter Brook, Marie-Hélène Estienne e Franck Krawczyk. Con Nonhlanhla Kheswa, Jared McNeill, William Nadylam Palladium, Piazza Bartolomeo Romano 8 Spettacolo in lingua inglese Ingresso da ¤25 a ¤35, info 06.45553050; Rendendo omaggio alla drammaturgia e alla cultura africana, il regista inglese Peter Brook riporta sulla scena a distanza di anni The suit, sofisticata tragedia domestica innescata dal tradimento. Un marito ingannato si trasforma da vittima in carnefice, architettando una diabolica punizione per la propria consorte.


MUSICA//concerti

JON SPENCER BLUES EXPLOSION 13 febbraio Circolo degli artisti Ritmiche febbrili, arpeggi distorti, riff roventi. Venature elettriche, tregue melodiche, cavalcate strumentali. La carne e le ossa. Non manca davvero niente all’ultimo disco di Jon Spencer Blues Explosion, arrivato a otto anni di distanza dall’ultima registrazione in studio. Un vero e proprio ritorno alle origini... a pagina 20 15


MUSICA//concerti

GIOVEDÌ 17 GE NNAIO

SABATO 19 GENNAIO

MARTEDÌ 22 GENNAIO

ULAN BATOR Ore 21.30 Init Via della Stazione Tuscolana 133 €7, info 06.97277724

BIAGIO ANTONACCI Ore 21 Palalottomatica Piazzale dello Sport Da €34 a €41, info 06.20382938

MICHELE RABBIA Ore 21 Auditorium, Teatro Studio Viale Pietro De Coubertin 30 €15, info 06.80241281

RODION Ore 23 Lanificio 159 Via di Pietralata 159 €10, info 06.41780081 L’appuntamento danzereccio con “Glamda” ospita stavolta la disco avveniristica del dj romano, che mescola con disinvoltura funk teutonico e film horror italiani.

Torna sulle scene il gruppo francese reso noto alla fine degli anni Novanta dai C.S.I. Attorno al poliedrico frontman Amaury Cambuzat la formazione è cambiata, ma la formula sonora è rimasta quella delle origini: atmosfere cupe e dilatate alternate a pungenti bordate post-rock. PIPPO MATINO “SPECIAL PROJECT”SPECIAL GUEST ANTONELLO SALIS LORENZO TUCCI Ore 21.45 Alexanderplatz Via Ostia 9, info 06.39742171 Il basso duttile e infaticabile di Pippo Matino incontra il suono nostalgico della fisarmonica di Antonello Salis, sul tappeto di ritmiche di Lorenzo Tucci. Replica il 18.

VENERDÌ 18 GENNAIO EILDENTROEILFUORIEILBOX84 Ore 22.00 Le Mura Via di Porta Labicana 24 €4 + €1 tessera, info@lemuramusicbar.com All’interno di Heroes, appuntamento bisettimanale dedicato alla scena romana, la musica “Hard-Quore” di questo energico trio: dotati di una buona dose di autoironia e di una travolgente immaginazione, le tre simpatiche canaglie, mentre sudano-ballano-si divertono, cantano a squarciagola dei massimi sistemi. FRANCESCO PIEROTTI TRIO Ore 21.30 Il Pentagrappolo Via Celimontana 21 Ingresso libero, info 06.7096301 Tra jazz, R&B e musica classica, il Trio di Francesco Pierotti, composto da pianoforte, contrabbasso e batteria, presenta i brani del primo album "A!".

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SERPENTI Ore 22 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 Ingresso libero fino alle 22.30, dopo €5, info 06.70305684 Ritmi dance e ballate romantiche rubate al pop degli anni Ottanta. ANTONIO RAGOSTA SEPTET Ore 21 Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina 55 €8, info 06.704731 Il talentuoso chitarrista napoletano, accompagnato per l’occasione dal violoncello di Paolo Damiani, presenta il suo album d’esordio “Il mare e l’incanto a Roma Est”. CYBERPUNKERS Ore 23.00 Brancaleone Via Levanna 13, €15, info 06.82004382 Dalla scena underground milanese, il solito, esplosivo dj set dei due giovani e anonimi alfieri cibernetici. Moda, design e fotografia a corollario di una house music rigorosamente in 4/4.

DOMENICA 20 GENNAIO ISRAEL VARELA GROUP Ore 21 Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina 55 €10, info 06.704731 Il compositore, batterista e cantante di origini messicane propone con il suo gruppo un’originale miscela di sonorità andaluse, atmosfere mediorientali e ritmi jazz.

Esibizione in solo per il celebre e poliedrico batterista degli Aires Tango, con cui ha condiviso più di trecento concerti. Di navigata esperienza sul palco, incline all’improvvisazione e aperto a sorprendenti collaborazioni, Michele Rabbia offre per l’occasione un’avvincente proposta sonora, che scaturisce dall’inesauribile gamma delle sue percussioni.

MERCOLEDÌ 2 3 GE NNAIO THE VIBRATORS Ore 22 Sinister noise Via dei magazzini generali 4B €8, info@sinisternoise.com Direttamente dal 1976, anno di grazia del loro dirompente debutto, il gruppo inglese che ha scritto un piccolo pezzo di storia del punk, con il seminale “Pure Mania”. Evoluti in seguito verso sonorità new wave, continuano imperterriti a sfornare dischi e a pestare palchi. BIANCO + ANDREA NARDINOCCHI Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €7, info 06.70305684

LUNEDÌ 21 GENNAIO LINO PATRUNO JAZZ SHOW Ore 21.45 Alexanderplatz Via Ostia 9, info 06.39742171 Compositore, polistrumentista, attore di teatro, di cabaret e di cinema. Un nome che è garanzia di grande spettacolo.

Un pop stralunato e ironico condisce i testi scanzonati di Bianco. Brani


da canticchiare in bicicletta, orchestrati su un abile bilanciamento di arrangiamenti acustici ed elettrici. Nel secondo e apprezzato album si definisce così: “Io sono bravo a fare tutto/ male/ e nonostante questo va sempre tutto/ meglio…”. Nella stessa serata i campionamenti ipnotici di Andrea Nardinocchi.

€5 + €1 tessera, info@lemuramusicbar.com Un collettivo formato da sei musicisti per un’esibizione corale e coinvolgente. Autori, polistrumentisti e cantanti, propongono in acustica i brani del loro primo disco, “Hymn for the Bad Things”, in cui sovrappongono stili, generi ed esperienze musicali diverse.

GIOVEDÌ 24 GENNAIO

DINO FUMARETTO/ELIA BILLONI Ore 22.30 Fusolab 2.0 Viale della Bella Villa 94 €5, info 06.452218802 Elia Billoni, voce profonda e tono attoriale, è fin dall’esordio l’unico interprete accreditato da Dino Fumaretto, autore-pseudonimo schivo e immaginario. Elaborati arrangiamenti di pianoforte, violini e batteria accompagnano il nonsense sottilmente inquietante delle liriche: “Voglio dormire ma non voglio dormire/ Cerco un pensiero che mi dia l’ispirazione/ per svegliarmi domani/ per dormire ora/ per fronteggiare il nuovo che avanza”.

ALICE Ore 21 Auditorium, Sala Sinopoli Viale Pietro De Coubertin 30 da €27 a €32, info 06.80241281 Interprete duttile, dal timbro vocale potente e inconfondibile, Alice porta sul palco il suo “Samsara tour”. L’ennesima tappa di un’appassionata ricerca musicale condotta sempre sul filo della sperimentazione e di riuscite collaborazioni artistiche. ORCHESTRACCIA Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €10, info 06.70305684 Niente nostalgia, e nemmeno revival: la travolgente orchestra romana pesca dal vasto repertorio delle appassionate canzoni trasteverine e dagli immortali sonetti di Belli e Pascarella per donare loro una veste musicalmente attuale. Ritmi punk, rock, dub e patchanka, uniti allo spirito sagace e amaro che è la quintessenza del popolo capitolino. U BROWN Ore 23 Brancaleone Via Levanna 13 da €10 a €15, info 06.82004382 Da Kingston, una delle leggende viventi del Dj Style Jamaicano. ROBERTO GATTO TRIO Ore 21.45 Alexanderplatz Via Ostia 9, info 06.39742171 Batterista entrato di diritto nell’olimpo del jazz italiano, con collaborazioni internazionali più che prestigiose, Roberto Gatto si presenta in trio con due giovanissimi musicisti di straordinario talento, entrambi suoi ex allievi: Alessandro Lanzoni al pianoforte e Gabriele Evangelista al contrabbasso. Replica il 25 alle ore 22.30.

VENERDÌ 25 GENNAIO MAMAVEGAS (UNPLUGGED) Ore 22.30 Le Mura Via di Porta Labicana 24

OI! VS HC - ROUND 2 Ore 23 Csoa Villaggio Globale Lungotevere Testaccio 1 ingresso a sottoscrizione €4, info 347.4131205 Una serata divertente e scatenata a sostegno delle spese legali di chi difende il territorio. Sul palco, due leggende quali Bloody Riot (Roma 80’s HC) e Klaxon (Centocelle City Rockers) e una sfilata di eroi: Gozzilla e le tre bambine con i baffi (Aprilia Agropunk), 06 Skins (puro oi! da Roma), Filo spinato (oi! da Carpineto), Sex Saints (Young Violent Hardcore), Filthy sox (New young oi!). MARLENE KUNTZ Ore 22 Stazione Birra Via Placanica 172 €15 + €1.80 d.p., info 06.79845959 Band di culto negli anni Novanta, protagonisti del new rock italico, autori di album indimenticati, lividi,

struggenti, rabbiosi. Dopo quindici anni di alti e bassi, di false partenze e radiosi ritorni, i Marlene Kuntz approdano a un pop d’autore dalle ambiziose intenzioni.

SABATO 26 GENNAIO NOBRAINO Ore 21 Auditorium, Sala Petrassi Viale Pietro De Coubertin 30 €15, ridotto €12, info 06.80241281

Una fama guadagnata grazie alle adrenaliniche esibizioni dal vivo, all’originale teatralità degli spettacoli, al carattere sarcastico e pungente dei testi. Da una palestra scalcinata di Riccione, passando per centinaia di palchi, il concerto del Primo Maggio e la ribalta televisiva, il rock fisico e intellettuale dei NoBraino fa breccia nel sancta sanctorum della musica capitolina. MODÌ Ore 22 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 Ingresso libero fino alle 22.30, dopo €5, info 06.70305684 Giuseppe Chimenti, cantautore calabrese trapiantato a Roma, accosta un sound minimale e malinconico a ritornelli spiazzanti e incisivi. Improbabili inni postmoderni: “Per una più dotata virilità/ lunga vita in cambio di radioattività”. MASSIMILIANO D’AMBROSIO Serata Radio Popolare Roma Dalle ore 17 Brancaleone Via Levanna 13 ingresso libero info 06.82004382 Frequentatore e discepolo del Folkstudio, il cantautore romano presenta le sue toccanti ballate ispirate alla poesia e all’attualità. Nella stessa serata l’esibizione dei Nosound, psichedelica formazione italiana dalla decennale attività. 17


MUSICA//concerti MAURIZIO GIAMMARCO Ore 22.30 Alexanderplatz Via Ostia 9, info 06.39742171 Il celebre e inesauribile sassofonista romano si esibisce con Luca Bulgarelli al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria. EVA MON AMOUR Ore 21 Black out Rock Club Via Casilina 713,€5, info 06.2415047

€3 + €1 tessera, info@lemuramusicbar.com Il cantautore tedesco, recente scoperta nel panorama indiefolk, porta sul palco la matassa avvolgente e onirica delle sue melodie. ROSCOE MITCHELL Ore 21 Auditorium, Teatro Studio Viale Pietro De Coubertin 30 €18, info 06.80241281 Ospite della rassegna “Solo” il sassofonista e polistrumentista fondatore della storica Art Ensemble of Chicago. Artista generoso e creativo, che dagli anni Sessanta persegue il suo ostinato percorso di sperimentazione.

MARTEDÌ 29 GENNAIO

Dopo il memorabile esordio nel 2009, giunti al terzo album in studio, la giovane band romana continua a dispensare la sua miscela di pop, rock e folk, scevra di artifici tecnologici. Meno irruente e più contemplativo, il terzetto si affida a un timbro vocale eclettico e riconoscibile, a un piglio melodico di buona fattura e a una scrittura che svaria tra ironia e malinconia.

DOMENICA 2 7 GE NNAIO FRANCESCO BEARZATTI Ore 21 Auditorium, Teatro Studio Viale Pietro De Coubertin 30 €15, info 06.80241281 Uno dei più apprezzati sassofonisti jazz italiani sceglie per il suo “Carta bianca a” il giovane talentuoso della chitarra Federico Casagrande. AMUSEMENT PARKS ON FIRE Ore 21.30 Traffic Club Via Prenestina 738, €15, info 328.0547412 Chitarre distorte, atmosfere sognanti, paesaggi crepuscolari: un assaggio di shoegaze offerto dalla formazione britannica intenta sin dal 2004 a costruire il suo personale muro di suono.

LUNEDÌ 28 GENNAIO JONAS DAVID Ore 22.30 Le Mura Via di Porta Labicana 24 18

PIPPO POLLINA Ore 21 Auditorium, Teatro Studio Viale Pietro De Coubertin 30 €20, info 06.80241281 “Io non canto per cantare né perché ho una buona voce, canto perché la chitarra ha senso e ragione”: in questo verso del poeta cileno Victor Jara musicato da Pippo Pollina si ritrova il significato dell’itinerante carriera del cantautore siciliano, cittadino del mondo. Per l’occasione presenta insieme a due musicisti tedeschi il progetto Süden, alla ricerca di “un'anima, che partendo da quella meridionale dei nostri paesi di origine, unisca tutti i sud del mondo”.

MERCOLEDÌ 30 GE NNAIO MEG E COLAPESCE Ore 21 Auditorium, Sala Petrassi Viale Pietro De Coubertin 30 €13, info 06.80241281

L’esibizione nasce dalla riuscita alchimia tra le sonorità lievi e vagheggianti di Colapesce e la morbida sensualità di Meg. Un incontro sbocciato sulle note di “Satellite”, che ha innescato la voglia di interpretare in forme nuove il repertorio di entram-

bi. Lui, Premio Tenco 2012 come miglior opera prima con “Un meraviglioso declino”, porta in dotazione una manciata di racconti in musica, storie di quotidianità sentimentale affrescate su arrangiamenti intensi, moderni e mai ripetitivi. Lei, voce carismatica e versatile scaturita dalla premiata ditta 99 Posse, la dote preziosa di passare con naturalezza da un pop raffinato a ritmi e groove elettronici. DARGEN D’AMICO + DANIEL MENDOZA Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €8, info 06.70305684 Serata rap e breakbeat con le sonorità visionarie di Dargen D’amico e le rime impeccabili di Daniel Mendoza, ex componente degli Inquilini.

GIOVEDÌ 31 GE NNAIO DIMARTINO Ore 22 Lanificio 159 Via di Pietralata 159/a €7, info 06.41780081 Considerato da voci autorevoli un cantautore di grande personalità nella nuova scena italiana, Dimartino è l’esponente di un pop leggero e immaginifico, ispirato, colto e intimista fino all’osso. Un mondo sospeso tra fiaba e realtà. ALESSANDRO PATERNESI P.O.V. QUINTET Ore 21 Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina 55 €8, info 06.704731 Insieme al suo quintetto, formato da giovani stelle del jazz nazionale, il batterista e compositore marchigiano presenta il suo disco d’esordio, “Dedicato” alle personalità che hanno influenzato la sua musica. Ritmi poliedrici che fondono classica e jazz, melodia e improvvisazione. NICOLO’ CARNESI + ORATIO Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 info 06.70305684 Giovane leva del nuovo cantautorato italiano, Nicolò Carnesi porta sul palco il suo primo e apprezzato disco “Gli eroi non escono il sabato”. L’irrequietezza raccontata con tocco leggero e giocoso, in versione gradevolmente pop: “Ho poca fantasia/ lo so non è da me/ non bastano i problemi/ per scrivere canzoni/ allora aiutami con le tue frasi fatte/ scrivi


insieme a me parole/ solari banali sociali creative reattive/ l’amore”. Nella stessa serata, il suo compagno musicale Oratio presenta una riuscita miscela di testi ironici e spettinati, con una verve interpretativa sul solco di Ivan Graziani e Lucio Battisti.

maninoff - Sinfonia n.2 Repliche il 4 (ore 21) e il 5 febbraio (ore 19.30)

VENERDÌ 1 FEBBRAIO

DAVID GUETTA Ore 23 Palazzo dei Congressi Piazza John Fitzgerald Kennedy 1, €39 Il ragazzo d’oro, principe della consolle e produttore musicale delle star, torna a Roma per l’evento “Supersonic”. Uno stile che detta legge ormai da anni, che “può essere suonato nell’ora di punta di MTV come alle ore piccole della notte nel club più scatenato di Ibiza”.

NICCOLÒ FABI Ore 21 Auditorium della Conciliazione Via della Conciliazione 4 €25, info 06.32810333

Dopo il Solo Tour, che ha sbancato i botteghini dei principali teatri italiani, Niccolò Fabi torna con una nuova dimensione dal vivo, per presentare il settimo disco in studio. “Ecco” è il frutto di una coerente e pregevole evoluzione, con arrangiamenti curati e una produzione di tutto rispetto. Ad aprire il concerto Roberto Angelini, infaticabile compagno di esibizioni, in uscita anche lui con un nuovo album. Una serata a base di folk e soul music, ballate rock e divagazioni reggae. FREAK ANTONI BAND Ore 22 Stazione Birra Via Placanica 172 €12 + €1.80 d.p., info 06.79845959 “Non sono strutturato per invecchiare… Non sono attrezzato per la terza età, penso di aver contratto la sindrome di Peter Pan”. Dopo la lunga e seminale carriera con gli Skiantos, demenziale gruppo punk rock formatosi a Bologna a metà degli anni Settanta, il geniale Freak Antoni si reinventa nella collaborazione con la pianista classica Alessandra Mostacci, trovando una nuova veste musicale all’ironia di sempre. LINEA 77 Ore 23.30 Orion Viale J.F. Kennedy 52, Ciampino €10 + €1.50 d.p., info 06.89013645 Hanno appena compiuto vent’anni, ma non li hanno festeggiati nel migliore dei modi. Mentre proget-

RAF Ore 21 Auditorium, Sala Sinopoli Viale Pietro De Coubertin 30 Da €25 a €35, info 06.80241281

tavano il nuovo album, l’ottavo in carriera, i Linea 77 hanno fatto fuori Emiliano, uno dei due cantanti nonché co-fondatore del gruppo. “Profonde e insanabili divergenze artistiche”, e poco altro da aggiungere. Il coraggio del resto non è mai mancato alla band piemontese: la strada che hanno percorso, ibridando rock, metal, hardcore, rap, spingendosi in collaborazioni con artisti da loro lontanissimi, ha pochi uguali nello stantio panorama nazionale e si è fatta notare anche all’estero. Il primo singolo del nuovo album, rilasciato in Rete, si intitola Veleno e sembra dargli ragione: una piccola perla, di inusitata potenza. CASA DEL VENTO Ore 22.00 Crossroads Live Club Via Braccianese 771 €12 + €1.20 d.p., info 06.3046645 Combat folk dalla provincia di Arezzo, di collaudato impatto.

GIOVEDÌ 7 F EBBRAIO UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE Ore 22 Stazione Birra Via Placanica 172 €10 + €1.50 d.p., info 06.79845959 Con più di vent’anni di onorata carriera alle spalle, il rock abrasivo e grintoso di Umberto Palazzo torna sul palco in formazione e veste rinnovata. DUB PISTOLS Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €10, ridotto €8, info 06.70305684

SABATO 2 FEBBRAIO SUPERSANTO’S CLUB Ore 21.30 Lanificio 159 Via di Pietralata 159 €8, info 06.41780081 Maratona musicale con i protagonisti del nuovo rock indipendente: sul palco Criminal jokers, Alessandro Fiori, Uochi Toki, Drink to me, I quartieri, Dracula Lewis, Dumbo gets mad, King of the opera. ANTONIO PAPPANO DIRIGE RACHMANINOFF Ore 18 Auditorium, Sala Santa Cecilia Viale Pietro De Coubertin 30 Da €19 a €52, info 06.8082058 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Direttore Antonio Pappano, soprano Dorothea Röschmann Programma: Puccini – Capriccio; Strauss - Vier letzte Lieder; Rach-

“Se mai c’è stato un momento per rimettere la politica nella musica, quel momento è adesso”: il dub senza compromessi del collettivo londinese torna ad agitare le folle con la sua dancehall anti-imperialista. MARINA REI Ore 22 Lanificio 159 Via di Pietralata 159/A €10, info 06.41780081 19


MUSICA//concerti La cantante e musicista romana presenta il suo ultimo album, nato dalla collaborazione con una nutrita schiera di autori, tra cui Capovilla (Teatro degli Orrori), Appino (The zen circus), Benvegnù, Riccardo Sinigallia e Cristina Donà.

VENERDÌ 8 F EBBRAIO IL MURO DEL CANTO Ore 21 Black out Rock Club Via Casilina 713, €7, info 06.2415047

Direttore Tonino Battista. Ensemble vocale Ready Made Ensemble; PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble

DOMENICA 10 FEBBRAIO FUNERAL SUITS + ANOMALOX (SCUGNIZZO A META’) Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 Ingresso up to you, info 06.70305684 Serata composita che vede alternarsi sul palco l’avvolgente atmosfera tra pop-rock ed elettronica del gruppo dublinese Funeral Suits, con le tarante e gli stornelli del (per metà) napoletano Valerio Russo.

MARTEDÌ 12 FEBBRAIO

Progetto folk rock che trascina il pubblico nel mondo passionale e disincantato della cultura popolare romana. Amori, coltelli, innocenza e delitti, raccontati e musicati in spettacoli sempre coinvolgenti. Il loro primo disco ufficiale, “L’ammazzasette”, si inabissa nel cuore pulsante delle nuove borgate, raccogliendo i resti delle ideologie frantumate. RON Ore 22 Crossroads Live club Via Braccianese 771 €20 + €2 d.p., info 06.3046645

PAOLO FRESU DEVIL QUARTET Ore 21 Auditorium, Sala Sinopoli Viale Pietro De Coubertin 30 Da €18 a €22, info 06.80241281 Il dinamismo di un jazz alla ricerca inesausta di nuovi linguaggi, in un’invenzione continua che non trova requie. La virtuosa tromba di Paolo Fresu si spinge stavolta in un dialogo a quattro, che coinvolge il chitarrista Bebo Ferra, il bassista Paolino Dalla Porta e il batterista Stefano Bagnoli nell’interpretazione di temi originali e rivisitati.

MERCOLEDÌ 13 F EBBRAIO JON SPENCER BLUES EXPLOSION Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €15, info 06.70305684

SABATO 9 FEBBRAIO THE EMPIRE STRIKES BACK Ore 23 Csoa Villaggio Globale Lungotevere Testaccio 1 €6, info 347.4131205 Dalle 11 di sera fino alle prime luci dell’alba, hardcore e musica elettronica a cura del collettivo Anarchy in Rome. FRANCESCO FILIDEI Ore 21 Auditorium, Teatro Studio Viale Pietro De Coubertin 30 €12, info 06.80241281 Compositore contemporaneo dal riconosciuto talento, Francesco Filidei presenta il suo nuovo lavoro “N.N.”. Un’opera profondamente drammatica dedicata a Franco Serantini, l’anarchico ucciso dai poliziotti nel 1972, la cui vicenda aveva ispirato “Il sovversivo” di Corrado Stajano. 20

sin dai primi brani i padri putativi: da Art Blakey a Ornette Coleman, da Little Richard agli Stones degli inizi. Mantenendo fede alla loro vocazione, che gli permise vent’anni orsono di traghettare i vecchi codici del blues nel punk più ruvido e nelle sonorità elettriche più sperimentali, il trio di New York ripropone un rock’n’roll scarno e diretto, narcotico e caustico, che trasuda sensualità ed energia. Il solito, caro, vecchio soul deturpato, le solite, ferine, esplosioni vocali, marchi di fabbrica che hanno generato schiere su schiere di imitatori. Senza tacere le travolgenti esibizioni dal vivo di Jon: esperienze difficili da dimenticare, come la sua viscerale e inespugnabile visione del rock. LUDOVICO EINAUDI Ore 21 Auditorium, Sala Santa Cecilia Viale Pietro De Coubertin 30 Da €25 a €40, info 06.80241281 Il celebre pianista e compositore torna a Roma per presentare il suo ultimo lavoro in studio, “In a Time Lapse”. L’album nasce da una riflessione sull’idea del tempo, che contiene e comprende “tutto quello che siamo”. Esperienze e desideri stratificati, che si traducono in un caleidoscopio di mondi musicali.

SABATO 16 FEBBRAIO RAMIN BAHRAMI INTERPRETA BACH Ore 18 Auditorium, Sala Santa Cecilia Viale Pietro De Coubertin 30 Da €19 a €52, info 06.8082058 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Direttore Andrea Battistoni, pianoforte Ramin Bahrami Programma: Bach - Suite per orchestra n.3 BWV 1068; Bach - Concerto in fa minore BWV 1056; Bach - Concerto in re minore BWV 1052; Musorgskij - Quadri di una esposizione.

DOMENICA 17 F EBBRAIO Ritmiche febbrili, arpeggi distorti, riff roventi. Venature elettriche, tregue melodiche, cavalcate strumentali. La carne e le ossa. Non manca davvero niente all’ultimo disco di Jon Spencer Blues Explosion, arrivato a otto anni di distanza dall’ultima registrazione in studio. Un vero e proprio ritorno alle origini, che omaggia

THE RAVEONETTES Ore 21.30 Circolo degli artisti Via Casilina Vecchia 42 €15, info 06.70305684 Il duo danese presenta il suo settimo album, “Observator”: la conferma di uno stile autentico che da dieci anni esplora con coerenza tutte le potenzialità di un pop intenso ed evocativo.


NotiCine di Roberto Farina

“Il cinema non è una fetta di vita, ma una fetta di torta” Alfred Hitchcock “Il cinema è un treno che corre nella notte” François Truffaut 21


CINEMA//NotiCine

The MasTeR Regia di Paul Thomas Anderson. Con Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams. Genere: drammatico. Produzione: USA. re a se stesso che può sedurre anche un uomo libero. La libertà di Freddy si contrappone, forse inconsapevolmente, alle vuote parole del mistico. Il successo del seduttore non è pieno, se non è completo: ogni uomo libero è un virus che attesta il fallimento dei rapporti di potere. Freddy è la testimonianza vivente del fallimento di Dodd. Anche quando sembra essersi piegato, resta ingovernabile. Tuttavia i due si amano, forse perché uniti dalla solitudine, che li assedia come un esercito pronto al saccheggio. Paul Thomas Anderson va di nuovo incontro alla vita e lo fa come sempre partendo dai personaggi: il suo cinema è passione per l’individuo. Freddy Quell è raccontato con immagini che gli somigliano: nitide, misteriose, cariche di tensione, violenza Freddy Quell esce intero dalla seconda guerra mondiale, ma e tenerezza. Anderson ama Freddy di un amore malinconico e con i nervi a pezzi. Il corpo magro e nervoso testimonia la rovi- dolente e l’interpretazione di Phoenix è di una tale potenza che na, le spalle sono piegate in avanti come a nascondere una ferita potrebbe mettere in crisi l’intero film, se Seymour Hoffman e in pieno petto. Ha occhi trasparenti che non sanno mentire, il resto del cast non fossero così in forma. Nulla di eccessivo, ciò tutto in lui è aggressività e fragilità. Ama una donna dalla quale che ribolle sullo schermo è la pura verità, ovvero la pura vitalinon riesce a tornare. Vaga senza meta da una città all’altra, da tà di Freddy: impetuosa e delicata, pronta a scomparire come un lavoro all’altro. Ha una sola ricchezza, che è anche un fardel- la scia di una nave tra i flutti. The Master è una ricerca accalo: è libero. Lancaster Dodd, leader della setta La Causa, vede in nita tesa a far coincidere immagine, personaggio e storia. Ma lui un uomo smarrito da ricondurre sul sentiero. Ciò che spinge soprattutto The Master è lo specchio della dignità morale di un Dodd è l’ambizione: sa che non c’è merito nell’essere il capo di personaggio memorabile. “Freddy, se troverai mai un uomo che una setta, perché ha capito che non serve un padrone per fare non ha bisogno di un maestro, portamelo qui” gli dice Dodd, un servo, basta un servo. Freddy è la sua occasione per dimostra- sapendo bene che l’uomo di cui parla ce l’ha davanti.

Quello Che so sull’aMoRe Regia di Gabriele Muccino. Con Gerard Butler, Jessica Biel, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid, Ethan Hawke Genere: commedia dai risvolti drammatici, come si conviene al cinema d’autore. Produzione: USA. La traduzione del titolo originale suonerebbe più o meno così: “Facendo sul serio”. Il protagonista Gerard Butler è noto per aver interpretato Leonida in Trecento, dove gridava, pecoreccio: “Follia? Questa è Sparta!”. Nello stesso anno compare nel film romantico P.S.: I love you. Quando si dice un attore versatile. Ora Butler interpreta un padre che allena la squadra di calcio del figlio preadolescente, facendo innamorare tutte le mamme dei giovani giocatori: e qui sta la commedia. Ma lui ha tanta

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sofferenza dentro, perché in passato non è stato un papà modello: e qui sta il dramma. La storia è scritta da Robbie Fox, sul cui curriculum brillano titoli tipo Mia moglie è una pazza assassina? e Una moglie di troppo. Ora lavora con Muccino, il quale ci tiene a dichiarare: “Non ho mai avuto paura di girare film commerciali”. E s’era capito. Forse hai paura, però, di girare un film non commerciale, vero Gabriele? A questo giro di manovella il Gabbriè scrittura un’intera galassia di stelle: donne stupende, attori belli come il sole sulla via del tramonto. Ma sicuramente saranno stati loro a volere lavorare con lui, è noto infatti che le stelle di Hollywood, da Will Smith in giù, vanno pazze per il cinema italiano d’autore. Siamo quelli di Ladri di biciclette, dopo tutto. “You are the ones of Ladri di bici-

cletti, aren’t you?”. “Ma sì, sì,” risponde Muccino, girandosi verso i grattacieli. “Roma, esiste ancora, Roma?” si chiede poi, mentre una lacrima gli cade nel Vodka Martini.

VITa dI PI Regia di Ang Lee. Genere: avventura. Produzione: USA.

Il giovane Pi sopravvive per mesi a un naufragio nell’oceano Pacifico. Insieme a lui sulla scialuppa di salvataggio c’è una tigre del Bengala. “Chi chiamiamo per dirigere una storia del genere?” devono essersi detti i produttori.

“Ci vuole un autore con la a maiuscola, che però sappia anche divertire le masse con la m maiuscola.” Escluso Spielberg, che era a Disneyland sull’ottovolante, chi chiamare? Che ne dite di Ang Lee? Ha detto uno. Buona idea, ha detto un altro. Infatti Lee è eclettico e affidabile. Se non siete d’accordo guardatevi Tempesta di ghiaccio, La Tigre e il Dragone, Brokeback Mountain, Hulk e Lussuria. È un autore da Orso e Leone d’oro, Golden Globe e Oscar, che però ha saputo conquistare il grande pubblico. Bene così perché, se è pur vero che le giurie di cervelloni hanno una funzione importante, è anche vero che il pubblico ne ha una decisiva. Questo suo ultimo lavoro, in che-palle-3D, è tratto dal pluripremiato romanzo omonimo di Yann Martel.


la sCoPeRTa dell’alba Regia di Susanna Nicchiarelli. Con Margherita Buy, Sergio Rubini, Lino Guanciale, Gabriele Spinelli e Lina Sastri. Genere: drammatico, fantastico. Produzione: Italia. Susanna Nicchiarelli è una giovane regista che si è fatta notare con la sua opera prima, Cosmonauta, vincitrice nel 2009 del premio Controcampo al Festival di Venezia. La scoperta dell’alba (tratto dal libro di Walter Veltroni) è la storia di una docente universitaria segnata dalla scomparsa del padre, avvenuta nel 1981 a ridosso dell’omicidio politico di un professore amico di famiglia. Nel 2011, grazie un vecchio telefono, riesce a parlare con se stessa bambina e a investigare sull’accaduto nel tentativo di cambiare il passato. “Chi non vorrebbe tornare indietro nel tempo, per rimediare a un errore, oppure semplicemente per curiosità?” chiede la regista. “La protagonista ricorre a una fantastica magia per recuperare ciò che la storia le ha sottratto: un’infanzia come quella di tutti gli altri”. Il film presenta qualche singolarità per il cinema italiano: è di genere fantastico, parla di politica, ovvero di lotta armata, ed è diretto da una donna.

JaCk ReaCheR – la PRoVa deCIsIVa

Regia di Christopher McQuarrie. Con Tom Cruise, Robert Duvall, Werner Herzog.Genere: azione, thriller. Produzione: USA.

Trama: ha importanza? Diciamo che c’è Tom Cruise, alias Jack Reacher; c’è una prova decisiva; c’è thriller, azione; e c’è una produzione a stelle e strisce. Cruise minaccia: “Se piacerà, ne faremo altri”. Poi si lancia in descrizioni della psicologia del personaggio, come se gliene fregasse davvero qualcosa, come se ce ne fregasse davvero qualcosa. Da segnalare la presenza nel cast di due vecchie glorie, due dinosauri sperduti tra gli studios di Hollywood: Duvall, star di Coppola e di Altman, e Herzog, regista di film abissali, potenti e infernali come Aguirre e Fitzcarraldo. A proposito di Jack Reacher Herzog dichiara: “Volevo spaventare, essere pericoloso con la mia sola presenza e con occhiate feroci e algide”. Siamo sicuri che la parte gli è riuscita, se è lo stesso uomo che trent’anni fa affrontò Klaus Kinski quando questi voleva lasciare in tronco il set di Aguirre Furore di Dio, per chissà quale ghiribizzo d’artista. Herzog si appartò con lui in un angolo del set, cioè in un angolo della foresta tropicale. Scimmiette curiose garrivano tutt’intorno. Le zanzare attaccavano in massa. Il regista aveva una camicia a quadretti, sudata e appiccicata alla schiena. Kinski, tutto nervi, ghigno diabolico e occhi blu, era in armatura da conquistador e si era già tolto l’elmo. “Klaus, amico mio, ascolta: se non finisci il film, prendo il mio fucile da caccia, ti ammazzo e poi mi sparo in bocca” gli disse Herzog, puntandogli gli occhi in fronte, come due canne binate sulla preda. Le scimmiette tacquero, le zanzare smisero di succhiare. Il silenzio fu tale che si sarebbe potuto sentir crescere le foglie. Kinski, che non è un

cretino, disse Jawohl, si rimise l’elmo e allestì la sua più terribile, barocca, passionale interpretazione, come altri allestirebbero un patibolo.

asTeRIx e obelIx al seRVIzIo dI sua MaesTà Regia di Laurent Tirard. Con Gérard Depardieu, Catherine Deneuve. Genere: commedia. Produzione: Fr., It., Sp., Ung. Quarto capitolo della serie tratta dall’indimenticabile classico di Goscinny e Uderzo. Goscinny amava pensare che un villaggio di anarchici potesse resistere all’impero. Uderzo era daltonico, colorava i cieli di verde, i prati di blu, ma quando disegnava i galli che spernacchiano gli invasori si faceva perdonare questo e altro. Chiunque non abbia passato interi pomeriggi con accanto una pila di Asterix, si è perso qualcosa nella vita. Ma è sempre in tempo per rimediare.

Cloud aTlas Regia di Andy e Lana Wachowski, Tom Tykwer. Con Tom Hanks, Halle Berry, Susan Sarandon.Genere: vedi sotto. Produzione: USA. Una commedia drammatica, romantica, politica, d’azione. I personaggi impattano uno sull’altro attraverso il tempo. Un’anima prende la forma di un assassino prima e di un salvatore poi. Un atto di gentilezza porta nel corso dei secoli a conseguenze rivoluzionarie. L’intero cast è impegnato in ruoli multipli di differente etnia, sesso, età. Dei Wachowski basti dire che hanno mollato l’università per avviare un’attività di carpenteria a Chicago, nel frattempo si son detti “facciamo fumetti” e li hanno fatti con la Marvel, poi si son detti “facciamo cinema” e hanno sfornato Matrix. Dell’altro

regista, Tykwer, è memorabile il film tratto da Il profumo di Süskind, la cui scena finale, – un padre che s’inginocchia in adorazione davanti all’assassino della figlia, mentre la folla intorno, riunitisi in piazza per assistere all’esecuzione del condannato, si lascia andare a un’orgia bestiale – avrebbe inibito molti registi, ma non lui. L’astronave Wachowski lo ha fatto salire a bordo, per portare sullo schermo un libro da tutti considerato infilmabile.

FRaNkeNweeNIe Regia di Tim Burton. Genere: animazione. Produzione: USA. Dal 17 gennaio.

Burton riporta sugli schermi dopo oltre vent’anni un suo amato cortometraggio, dilatandolo in una pellicola a tre dimensioni. Quando film come questi arrivano in Italia, c’è da chiedersi con terrore chi ne doppierà i personaggi. Stiamo a vedere, anzi a sentire. La storia racconta le avventure di un ragazzino di nome Victor che riporta in vita il suo cagnolino Sparky, proprio come il dottor Frankestein fa con il mostro nell’omonimo romanzo della bella e anarchica Mary Shelley, figlia dello scrittore bello e anarchico William Godwin, moglie del poeta bello e anarchico Percy B. Shelley, amico del poeta combattente, bello e anarchico, Lord Byron. Chissà se tutta questa eco di bellezza e anarchia riuscirà a rivitalizzare un poco il cinema agonizzante di Burton. 23


CINEMA//NotiCine

dJaNgo uNChaINed Di Quentin Tarantino. Con Christoph Waltz, Jamie Foxx, Leonardo di Caprio, Samuel Jackson. Genere: western in salsa tarantina. Produzione: USA. Dal 17 gennaio perché Nero non apprezzava la parte. Per superare l’ostacolo ci è voluta una colazione di tre ore a Los Angeles. Seduto al tavolo imbandito, Nero scuoteva la testa: “No, no, no”, ripeteva sorseggiando un espresso. “Fidati di me! Fidati di me! Fidati di me!”, insisteva Tarantino tra bacon fritto e uova strapazzate, succo d’arancia, fiocchi di burro, salami pepperoni, cheddar cheese, banana guarnita con burro di arachidi, fragole aromatizzate all’aceto, gallette allo zenzero, torta di mele, budino di tapioca, donut, muffin, pancake, plumcake, cheesecake e acqua minerale Perrier. Avanti così, finché non si sono trovati a metà strada: scontenti entrambi, ma entrambi contenti, come succede nelle buone trattative. “Sul set”, Si chiama Django, ed è uno schiavo. King Schultz, sedicente dentiracconta l’attore, “avevamo questo gioco: io dicevo il nome di uno sta, lo libera a suon di fucilate e gli insegna l’arte del cacciatore di dei registi con cui avevo lavorato e lui mi rispondeva con i loro taglie. Appreso il mestiere, Django parte alla ricerca della moglie film. Io: “Margheriti!”. E lui: “Il pianeta errante! I Diafanoidi venBloomhilda, venduta anni prima al famigerato Calvin Candie. Ha gono da Marte!”. Nel 1966, subito dopo Django, John Huston volle Schultz al proprio fianco, ma non sarà facile riaverla. Odio, amoFranco Nero per La Bibbia, nella parte di Abele. Ricapitolando: re, cupidigia, villaggi polverosi, revolver, saloon, whiskey, speroni, Huston vede Nero-Django che torvo come il corvo va in giro trapiantagioni di cotone, catene e cavalli: tutto questo e molto altro, scinandosi appresso una bara contenente una mitragliatrice con a precipizio verso la resa dei conti finale. Dopo Kill Bill e Bastardi la quale fa strage gridando “Amen!” e lo scrittura per la parte di senza gloria, altri centossessantacinque minuti sulla vendetta, treAbele. Questo perché Huston, da quel grande artista che è, conomenda vendetta, la quale certamente non migliorerà il mondo, ma sce gli uomini e ha intuito che sotto la scorza del duro si cela un vuoi mettere la soddisfazione? Settimo film di Tarantino, e primo giovanotto buono come il pane appena sfornato. Franco Nero ha senza la sua meravigliosa montatrice, Sally Menke, portata via da infatti occhi di ghiaccio ma cuore di miele equo e solidale. Queste un infarto. In sala di montaggio il regista ha lavorato con la tristezqualità lo hanno sempre aiutato, sul set e fuori dal set. È riuscito, za nel cuore e siamo curiosi di vedere come ciò abbia influito su ad esempio, nell’impresa più romantica che ci sia, impossibile ai di un film dove il sangue cade come pioggia. Di Caprio è talmenpiù: riconquistare dopo anni e anni e anni l’amore di gioventù, te malvagio nel ruolo del cattivo che Calvin Candie è diventato e quindi sposarlo: Vanessa Redgrave. Ha tenuto in braccio John odioso anche a Tarantino, il quale notoriamente ama tutti i suoi Gielgud, una sera in cui il grande attore inglese si sentì male: “Io, personaggi. La parte del dentista cacciatore di taglie va a Christonato Francesco Sparanero a San Prospero Parmense, sto portando ph Waltz, già nazista cacciatore di uomini in Bastardi senza gloria. in braccio il più grande attore vivente”, si diceva incredulo scen“Qui ammazzo molte più persone che nell’altro film” dice l’attore, dendo le scale, mentre i suoi muscoli d’acciaio tenevano al sicuro “eppure là ero il cattivo e qui sono il buono!”. le stanche membra del grande vecchio. Ha lavorato con registi di Su questo film Tarantino non aveva dubbi: “Ho sempre saputo che fama mondiale e con perfetti sconosciuti, cui ha dato il proprio se avessi fatto un western, lo avrei condito con la salsa degli spasostegno per amore dell’arte o poco più. Ha accettato – lui, il duro ghetti”. Con il nome del protagonista, Tarantino omaggia infatti dei duri – la parte del capitano di Marina in Querelle de Brest di il Django di Sergio Corbucci (1966) dove, per citare Morandini, Fassbinder, dove si aggira fra i cessi pubblici del porto ripetendo “l’inverosimiglianza della vicenda, la psicologia, i dialoghi, l’hutra sé: “Voglio Querelle, sì voglio Querelle, perché io voglio scomour nero sfiorano il delirio”. Questo film ebbe un tale successo pare Querelle!” (per chi non lo sapesse, Querelle è un marinaio di pubblico da essere cannibalizzato per anni da altre produzioni in canotta bianca, interpretato per tutta l’eternità da un attore (Django il bastardo, Il figlio di Django, Django sfida Sartana, ecc.). che è poi diventato un’icona gay: Brad Davis. I suoi jeans erano Corbucci arrivò a questo western dopo fatiche d’altro genere come così stretti che potevi leggere il conio delle monete in tasca). Oggi Il ragazzo dal cuore di fango, Romolo e Remo, Maciste contro il Franco Nero nato Sparanero rimpiange il cinema perché se fai un vampiro, Poliziotto Superpiù, tutti film visti e rivisti nei pomeriggi film, dice, nella maggior parte dei casi devi scendere a patti con la tv dei primi anni Ottanta, quando non ci si stupiva che Romolo televisione, alla quale lo vendi ancor prima di cominciare a girarlo. e Remo fossero due culturisti perfettamente depilati, dai tricipiti Il compratore ha il controllo: se qualcosa nel soggetto non è adatto bisunti e i capelli imbrillantinati. Tarantino ama da sempre la trial pubblico televisivo va tagliata fin dalla fase di scrittura. Questo nità sergia degli spaghetti western: Sergio Corbucci, Sergio Leone, spinge le produzioni alla cautela estrema, perché purtroppo non Sergio Sollima. Fin da Le iene rese omaggio a Corbucci, riechegci sono più i produttori d’un tempo, che amavano il loro film e giando la scena di Django in cui Josè Bodalo taglia l’orecchio a lottavano all’arma bianca per la sua riuscita. E allora: che posto Gino Pernice. può esserci in questa cinetivù per un attore come Franco Nero? Tra i meriti di Django ci fu quello di lanciare Franco Nero, all’eNessuno. E infatti non lo si vede più. Ma ora rieccolo sul grande poca al suo esordio, che Tarantino ha voluto per l’occasione in schermo, grazie a un grande regista. Peccato che Sergio Corbucci un cameo. Su questo punto l’accordo tra i due non è stato facile, non sia qui per goderselo.

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QualCosa Nell’aRIa Regia di Olivier Assays. Genere: drammatico. Produzione: Francia. Dal 17 gennaio.

a vedere i western, per non fare la figura dei qualunquisti. Tra parentesi, fu per questo che Sergio Leone girò Giù la testa, con il quale conciliava il cinema americano con le istanze rivoluzionarie.

[ReC] 3: geNesIs

Nella Parigi degli anni Settanta l’adolescente Gilles si dibatte tra i fermenti politici che lo circondano e l’aspirazione a diventare pittore. Lui e i suoi amici vivono in una perenne mobilitazione ideologica, all’insegna della Rivoluzione. Ma in Gilles è vivo il desiderio dell’affermazione personale attraverso l’arte. L’arte però è solitudine, gli dicono gli altri, come conciliarla quindi con le aspirazioni collettive? Non sarà dopo tutto un’ambizione piccolo borghese? Si dice da solo. E ancora: si ha il diritto di desiderare la Rivoluzione quando si ha un’accogliente dimora nel centro di Parigi, dove rincasare dopo gli scontri di piazza? Queste e altre domande nel film che ha piacevolmente sorpreso critica e pubblico al festival di Venezia 2012, meritandosi il premio per la migliore sceneggiatura. Nella misura in cui i francesi sono nostri cugini, il film parla anche dell’Italia. Molti sessantenni si riconosceranno infatti in questo giovane sbocciato all’indomani del ’68, che considera noiosi i film raccomandati dai critici marxisti e si sente strette le maglie dell’ideologia. Gilles finirà con il fare l’assistente sul set di un film horror di serie B, dettaglio significativo se corrisponde al vero che all’epoca i cinefili di sinistra dovevano andare di nascosto

Regia di Paco Plaza. Con gente scritturata all’uopo. Genere: horror, dice. Produzione: Spagna. Dal 17 gennaio Gli sposini Koldo e Clara durante il banchetto di nozze fanno fronte a degli zombie che non vogliono farli andare in luna di miele. Pare che questo terzo capitolo abbia deluso anche i più duri aficionados. Paco Plaza è nome affascinante, sembra un nemico di Tex Willer. Tex contro Paco Plaza, La vendetta di Paco Plaza, Paco Plaza chiama Tex risponde. Peccato che non sia un fumetto, però, ma un regista. Non tutte le ciambelle riescono col buco.

McGonagall di Harry Potter. Il film è scritto da Ronald Harwood, che adatta una sua piece teatrale. Harwood vinse un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale con Il Pianista di Roman Polansky. È anche autore di La diva Julia e A torto o a ragione, entrambi di Istvàn Szabò, e de Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel. Il regista è Dustin Hoffman, l’attore che dimostrò a Hollywood che per diventare un divo non serve necessariamente essere una bellezza. Quartet è il suo debutto alla regia, alla tenera età di settantacinque anni meravigliosamente portati.

IN daRkNess Regia di Agnieszka Holland. Genere: drammatico. Produzione: Ger., Fr., Pol. Dal 24 gennaio.

Pazze dI Me Regia di Fausto Brizzi. Con attori. Genere: commedia. Produzione: Italia. Dal 24 gennaio. Beato lui.

QuaRTeT Regia di Dustin Hoffman. Con Maggie Smith Genere: commedia. Produzione: Gran Bretagna. Dal 24 gennaio. Cecily, Reggie e Wilfred sono in una casa per cantanti lirici in pensione. Ogni anno partecipano a un concerto per festeggiare il compleanno di Giuseppe Verdi. La ex-moglie di Reggie arriva nella casa per formare un quartetto con i primi tre, ma il suo temperamento di artista renderà dubbia la riuscita del concerto. Nel cast primeggia Maggie Smith, la professoressa Minerva

In Darkness – che, detto per inciso, ha sfiorato l’Oscar come miglior film straniero – è la storia vera di Leopold Socha, un addetto alla manutenzione delle fogne che durante la guerra nascose per un anno alcuni cittadini ebrei scampati all’annientamento del ghetto di Lwòw. Non si può non pensare a I dannati di Varsavia di Wajda, un film spietato e senza retorica che si svolge per tre quarti nelle fogne, dove la lotta, ancor prima che contro i nazisti, è contro se stessi. Ora Holland torna negli scoli per raccontare la storia vera di un opportunista che scopre in sé l’altro, e quindi la propria umanità. La critica

ha definito In Darkness un film doloroso, claustrofobico, duro da sostenere, toccante, onesto. Agnieszka Holland è nata nel 1948 a Varsavia. La madre cattolica e il padre ebreo combatterono i nazisti durante la liquidazione del ghetto. Negli anni Cinquanta il padre morì durante un interrogatorio di polizia. “Suo marito si è gettato dalla finestra della questura” dissero alla madre. Ma tutti sapevano che era stato ucciso in quanto dissidente. Sebbene Agnieszka Holland non professasse alcuna religione, fu discriminata per l’ebraismo del padre e non poté accedere alle scuole di cinema della sua città. Andò quindi all’Accademia di Cinema di Praga. Qui partecipò al risveglio culturale del paese degli anni Sessanta e alla Primavera del 1968. Fu rinchiusa in carcere per diverse settimane. Tornata in libertà partì per Parigi, dove finì per restare quando la Polonia fu stretta dalla morsa del regime comunista. In Francia collaborò con altri esuli polacchi: con Wajda fu aiuto-regista nell’Uomo di marmo, in Danton e infine nel memorabile Korczak, il racconto degli ultimi giorni di uno dei più grandi educatori del Novecento, Janusz Korczak, e dei bambini del suo orfanotrofio. Con Kieslowski fu co-sceneggiatrice di Film blu. Come regista, il lavoro più noto di Holland è Europa Europa, la storia non priva di humour di un giovane ebreo che nella Polonia occupata si finge tedesco e la cosa gli riesce così bene da finire nella gioventù hitleriana. Da bambina Agnieszka Holland era silenziosa, sempre convalescente di qualche malattia. I pomeriggi non passavano mai e lei trascorreva il suo tempo a immagina25


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lINColN Regia di Steven Spielberg. Con Daniel Day-Lewis, Sally Field, Tommy Lee Jones, Joseph Gordon-Levitt, James Spader. Genere: spielbergrafia. Produzione: USA. Dal 24 gennaio. rassic Park. C’era già stato il T-1000 di Teminator 2, ma quello era una macchina, acciaio liquido per l’esattezza. Fu Spielberg a pretendere che l’animazione al computer fosse in grado di creare dinosauri con la pelle rugosa, sporca, graffiata, sudata e con i muscoli che vi guizzavano sotto: essere viventi, insomma. Solo guardando questo film Stanley Kubrick capì che finalmente esisteva la tecnologia per realizzare A.I., il film di fantascienza che aveva rimandato per anni. Spielberg è quello che, dopo aver girato lo sbarco iniziale di Salvate il Soldato Ryan, ha cambiato per sempre il cinema di guerra. Da allora nessuno può girare una scena di battaglia senza confrontarsi con quel film. Se i fonici ebbero l’idea di sparare su dei quarti di bue, per registrarne il suono e applicarlo poi all’impatto delle pallottole sui soldati, fu perché Spielberg era lì a pretenNell’era del primo Presidente degli Stati Uniti di colore, Quendere da loro il massimo, come da tutti gli altri. Il regista è sul tin Tarantino scanna schiavisti e Steven Spielberg gira un film set a tirare fuori il meglio dai suoi collaboratori. Sta lì per dire sul Presidente che abolì la schiavitù. L’incetta di tre o quattro una sfilza di no, fino al sì decisivo, quello giusto, quando il di quelle statuette dorate dalle fattezze ariane è scontata. A risultato ottimale è stato raggiunto. La regia è creatività, ma sentire la produttrice Kathleen Kennedy, l’interpretazione di soprattutto coordinazione. Come ha detto Mr. Michael PoDay-Lewis sfiora il sovrannaturale: sul set, l’intensità del ruolo well, l’uomo-cinema: “Il regista è uno che dice sì”. Ma quanto e la mole di lavoro era tale che l’attore evitava di uscire dalla correre per quel sì. Steven Spielberg è l’incarnazione vivente parte anche solo per una pausa, con l’effetto che la troupe si ridel cinema americano. Ha lunghi periodi di latenza, nei quali trovava alla macchina del caffè il Presidente in persona, che romeriterebbe di finire in castigo dietro la lavagna, ma non si vistava austero nelle tasche della redingote alla ricerca di una può chiedere al genio di essere sempre all’altezza di se stesso. monetina. Da Spielberg, che ha un cuore grande così, c’è da Del resto lui non c’entra granché, è il cinema a decidere. Spielaspettarsi un’apologia, prima ancora che di Lincoln, degli Staberg è un medium, se ne sta lì tra ciambelle e giostre finché ti Uniti d’America: il grande paese dei diritti dell’uomo, della il cinema non decide di convocarlo: allora lui molla l’ottovobandiera a stelle e strisce, del 4 di luglio, di Rocky Balboa. Il lante e ti gira la scena del massacro nel ghetto di Schindler’s grande paese che un bel giorno affrontò una guerra civile pur List, imprimendo per sempre nell’immaginario del pubblico di abolire lo schiavismo. Se Spielberg avesse visto Queimada un piccolo cappottino rosso. La polemica tra i fan, se lui sia o di Gillo Pontecorvo, forse durante le riprese gli sarebbe girato no un regista adulto, è fuorviante: Spielberg è stato un regista nella testa, come un sassolino nella scarpa, il discorso che l’aadulto fin dal suo primo successo, Duel, ma è un uomo che gente inglese Marlon Brando tiene a dei latifondisti caraibici, non ha mai dimenticato la sua infanzia. Per questo ha fatto per convincerli ad abolire la schiavitù: “Signori voi preferite così tanto per il pubblico più giovane. Chi ha visto da bambiuna prostituta o una moglie? No signori, non ridete. Le vedete no I predatori dell’arca perduta, gli sarà per sempre grato. La quelle prostitute laggiù? Potete averle quanto volete e come fanciullezza è radicata in lui. Film a parte, lo dimostrano le sue volete. Dopo averle pagate, loro vanno per la loro strada e voi dichiarazioni. A proposito di Schindler’s List: “Per girarlo ho per la vostra. Una moglie invece l’avete sempre in casa, dovete voluto rinunciare a certi miei giocattoli che mi avevano dato nutrirla, vestirla, curarla quando sta male. Se le sopravvivete, una certa reputazione...la gru, ad esempio...”. Eccotelo che pardovete pure pagarle i funerali...”. E giù un altro sghignazzo gela di religione e paternità: “La mia immersione nel giudaismo nerale. “E allora signori”, conclude Brando dopo una pausa, è avvenuta con la nascita del mio primo figlio. Quando ho co“io vi chiedo: meglio uno schiavo... o un lavoratore salariato?”. minciato a leggergli dei libri ho dovuto decidere: meglio quelli Ai ricchi latifondisti, futuri capitani d’industria, s’illumina il su Babbo Natale o quelli su Mosè?”. E ancora: “Mangio pane viso e solo una rigida educazione snob, o il no di Pontecorazzimo due mattine alla settimana. Tutti i giorni no, sarebbe vo, li trattiene dal mettersi tutti in fila e urlare in coro: “Un monotono. Lo preparo molto asciutto, senza grassi. In effetti è salariato, signore!”. Spielberg chiaramente non ragiona così. meglio con un po’ di condimento, ma sono a dieta. Mia madre Spielberg, forse, non ragiona. Egli agisce. S’innamora di un lo cucina molto più buono”. E come si fa a non volergli bene a progetto senza sapere perché e lo realizza. Lo dice lui stesso: uno così? Lincoln si preannuncia un progetto tutto agiografia, “Mi innamoro delle storie senza una logica precisa”. Egli gira, politica e dialoghi interminabili, non troppo adatto a liberare tutto qui, ed è cinema. Riflettere troppo sui contenuti lo ralil talento del regista. C’è solo una scena d’azione, la carneficilenterebbe. Spielberg crea impulso, accelerazione, dilatando na iniziale, poi son tutte chiacchiere. “Solitamente passo per periodicamente gli orizzonti del cinema in modo imprevedibiun regista di immagini, ma stavolta l’importante era il testo”. le. Avatar non è che l’ultimo capitolo dell’era spalancata da JuE ancora: “Ero così felice di realizzare questo film che per la

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prima volta ho abolito cappellini da baseball e scarpe da ginnastica e ho indossato giacca e cravatta”. Come si evince da queste terrificanti dichiarazioni, incombe il pericolo di un noioso capolavoro. Peccato. Ci sarebbe piaciuto vedere Spielberg alle prese con una sceneggiatura diversa, più attenta ai dettagli trascurati della Storia, quelli snobbati dagli studiosi, ma recuperati dagli anonimi estensori della rubrica “Forse non tutti sanno che...” della Settimana enigmistica. È a partire da lì che Spielberg avrebbe potuto pretendere dai suoi collaboratori una sceneggiatura diversa. Questa, ad esempio: Monica Vitti passeggia tra le strade di Roma. È all’apice della sua bellezza, cioè nel punto esatto in cui resterà per sempre. Le sue gambe sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia. Le labbra sono socchiuse, come a baciare il vento tiepido che le scompiglia i capelli. Nell’aria vola invisibile la sabbia del mare. Non c’è nessuno in giro, neanche un cane. Un giorno perfetto per le danze della spazzatura. Un sacchetto di plastica si agita per terra, trattenuto da una bottiglia vuota. Lei lo libera e quello volteggia via senza toccarla. Anche giornali, lattine, pacchetti di sigarette e cartacce le passano vicino senza toccarla. Arrivata davanti a un bar scorge Mario Monicelli. Sta giocando a carte. Vitti lo saluta, lui ricambia con le sopracciglia, butta giù una briscola gridando Maremma e si alza per uscire con lei. Vanno a girello per Roma. Ridono, si abbracciano, si raccontano aneddoti di cinema, si sdraiano sul prato a guardare le nuvole, mangiano una porchetta vicino alla Stazione Termini. Poi di nuovo nel vento a girellare senza meta. Così per centottanta minuti, finché il loro vagabondare non li porta in un cineclub dove proiettano film e spezzoni di film, a ciclo continuo. Quando entrano loro sta scorrendo Nascita di una nazione di David Wark Griffith. Arrivati alla scena in cui John Wilkes Booth si introduce nel palco d’onore e spara alla nuca di Lincoln, i due amici sentono singhiozzare qualcuno alle loro spalle. Si girano e riconoscono, aggrappato ai braccioli, l’attore Anthony Booth. “Tony, anche tu qui!” esclamano Vitti e Monicelli all’unisono. I tre infatti si conoscono bene: proprio in queste settimane stanno lavorando insieme nel film La ragazza con la pistola, per la regia dello stesso Monicelli. Siamo quindi nel 1968. “Perché piangi?” gli chiede Monicelli. L’uomo indicando lo schermo con il dito tremante sussurra rabbioso, quasi mordesse le parole, di essere un discendente diretto di Algernon Booth, zio di John Wilkes Booth, l’esecrabile assassino. “La famiglia Booth era una famiglia di attori,” continua con slancio erudito, “tutti quanti lo furono, dal patriarca Junius Brutus Booth in poi. Per questo John poté muoversi liberamente nel teatro dov’era Lincoln. Era un attore molto popolare, you know, lo conoscevano tutti”. I tre escono dal cinema e vanno a bere qualcosa di forte. Mentre Tony, inconsolabile, tracanna il suo Gin, lo sguardo di Monica Vitti si fissa davanti a sé: tra le bottiglie luminose del bar, una donna di straordinaria bellezza la sta fissando. Le sembra di averla già incontrata, ma non riesce a ricordare dove. Poi, di colpo, si riconosce: è lei stessa, riflessa nello specchio dietro il bancone. Afferra la mano di Monicelli, che la guarda in silenzio. Dissolvenza. Trent’anni dopo: ora siamo in Inghilterra. Interno giorno, seduti al tavo-

lo della sala da pranzo, concentrati su un piatto d’intestini di capra ripieni di budino, ci sono due uomini e una donna: uno è il Primo Ministro del Regno Unito Tony Blair, gli altri due, di spalle, sono sua moglie Cherie e suo suocero Anthony. Sono tutti e tre chini sul piatto come api industriose. Nel silenzio della stanza sentiamo solo un gran masticare e deglutire. Ripulito tutto con una scarpetta di pancarrè, la signora Blair tira su col naso e fa cenno di portar via al servo pakistano. Suo padre, seduto accanto a lei, le offre uno stuzzicadenti, ne dà un altro al Primo Ministro e ne prende uno per sé. È ora che la macchina da presa fa un mezzo giro intorno al tavolo e inquadra in viso padre e figlia. E noi li vediamo bene. Il vecchio signore è Anthony Booth in persona, con tanto di espressione da cattivo dell’Ispettore Colombo. Sua figlia, non c’è che dire, è tutta suo padre. Parte, in sottofondo, la musica: My Sharona. Tony Booth e Tony Blair armeggiano in silenzio tra gli interstizi degli ultimi molari. Nello sforzo, la bocca di entrambi si deforma in una smorfia etrusca. Cherie fissa immobile un pezzetto di carne infilato a un’estremità dello stuzzicadenti, poi d’improvviso – scatto oculare cinebrivido – guarda in macchina. Ci fissa, mentre il Primo Ministro rutta sonoramente il porridge. Si spalanca una porta ed entrano correndo i quattro marmocchi di Blair, fanno sincronizzati la linguaccia al servo pakistano e si vanno a raccogliere attorno al padre, come per una foto di famiglia. “Figliuoli miei, amati, cari figliuoli miei,” pensa lui, sprofondando in abissi di tenerezza, “nelle vostre vene, piccoli birbanti, scorre il sangue dell’uomo che assassinò Abramo Lincoln...”. Il vecchio attore e sua figlia Cherie lo guardano con indulgenza. Fine primo tempo.

Il secondo tempo si apre con una giornata tipo di Lincoln: Lincoln che si mette il cappello, Lincoln che si toglie il cappello, Lincoln che firma il tredicesimo emendamento, Lincoln in fila a teatro per comprare i biglietti. In tutto tre, quattro minuti. E stop. Del resto, chi se ne frega dei Presidenti? E poi, il gran finale: dopo un’epica battaglia, – “nooooo” al rallentatore, occhi strabuzzati, sguardi di sfida, violini e tromboni, mascelle contratte, – John W. Booth giace riverso nella polvere, la giugulare recisa dal proiettile di un soldato dell’Unione. Tossicchia, sputa sangue. “Perdonami mamma” biascica a fatica. Quindi solleva le mani davanti al viso, come per leggerne i palmi, e sussurra quelle che furono le sue ultime parole: “Tutto inutile, tutto inutile...”. Era stato uno dei più grandi attori di teatro della sua epoca. The end. 27


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re commedie e a inscenarle con i bambini del quartiere: si racconta che, malgrado la sua timidezza, riuscisse sempre a coinvolgerli.

The IMPossIble Regia di J. A. Bayona. Con Ewan McGregor, Naomi Watts. Genere: Famiglia Americana VS Pianeta Terra. Produzione: USA, Spagna. Dal 31 gennaio. Dopo il successo internazionale di critica e pubblico dell’horror The Orphanage, lo spagnolo Bayona parte alla conquista degli Stati Uniti (e, quindi, dell’Italia, dove in otto sale su dieci sono in programma film di Hollywood). Maria, Henry e i loro tre figli vanno in vacanza su una costa del Sud-est asiatico. Una mattina, mentre si rilassano in piscina, la terra trema e un muro d’acqua di diversi metri d’altezza raggiunge il loro hotel. Henry (la cui fisionomia ricorda curiosamente quella Obi-Wan Kenobi) cerca di tenersi stretti i due figli più piccoli, ma l’onda glieli strappa di mano. Maria è spinta sott’acqua e quando riesce a tornare in superficie non vede più né l’hotel né il paesaggio né la sua famiglia. Solo acqua salata. Sta per disperare, quando il figlio maggiore riemerge a pochi metri da lei. Orsù, allora, vai di rana: la lotta per la sopravvivenza è appena cominciata. Non basta uno tsunami qualsiasi a far fuori la family. Basato su una storia vera, ma argutamente intitolato The Impossibile.

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Il film, selezionato per aprire il festival di Toronto, gioca con i paradossi temporali, che sono sempre affascinanti, se maneggiati con cura. Nel 2074 viene costruita la macchina del tempo. L’amena invenzione è messa subito fuori legge, ma delle organizzazioni criminali riescono a metterci le mani sopra e a usarla per i loro scopi, tipo ammazzare la gente. L’idea è questa: mandano le loro vittime nel passato, nel 2040 e spiccioli per l’esattezza, dove c’è ad aspettarle un looper, cioè un killer, cioè Joe. Quando i boss vogliono recidere il suo contratto gli inviano, invece della solita vittima, se stesso invecchiato. Immaginatevi lo spaghetto che si prende Joe, quando si ritrova davanti Joe. Insomma: il vecchio contro il giovane. Cioè Bruce Willis contro Joseph Gordon-Levitt. Quest’ultimo è reso quasi irriconoscibile da un pesantissimo trucco e ha studiato per settimane il tono di voce e il sorrisino di Willis. Il regista non è uno sprovveduto: nel 2005 il suo primo lungometraggio, Brick – Dose mortale, ha vinto il Premio della giuria al Sundance per “l’originalità della visione” ed è stato presentato anche a Venezia nella settimana della critica.

looPeR – IN Fuga dal PassaTo

11 seTTeMbRe 1683

Regia di Rian Johnson. Con Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis, Emily Blunt, Jeff Daniels. Genere: fantathriller. Produzione: USA. Dal 31 gennaio

Regia di Renzo Martinelli. Con Murray Abraham, Enrico Lo Verso. Genere: drammatico. Produzione It., Pol. Dal 31 gennaio.

300mila guerrieri dell’Impero turco assediano Vienna. Non puntano alla Sachertorte, bensì al cuore dell’Occidente. Li guida il gran Visir Kara Mustafà, che ha la faccia simpatica di Lo Verso. Li ferma un monaco col pizzo, che ha la faccia antipatica del bravissimo Abraham: quando dopo tanto assedio i cristiani stanno per cedere, il monaco fa un sermone che li infiamma e li spinge alla riscossa. Data del sermone: 11 settembre 1683. Secondo il regista, Al Qaeda ha scelto la data dell’attentato alle torri gemelle proprio per ricordare quel fatidico “Daje, cristiani!” di tanti secoli fa. Martinelli è brianzolo e quindi non ha esattamente l’internazionalismo nel DNA; ha fatto film che sono piaciuti ai revisionisti di destra e ai leghisti padani; l’era Ruby gli ha fruttato un paio di film per la tv, uno dei quali (Carnera) così noioso da farci rivalutare la televisione d’un tempo, quella delle sigle di Lorella Cuccarini, per intenderci, così piene di brio; va fiero delle sue lauree, come se l’attestato di un laureatoio fosse una medaglia e infine: si è fatto le ossa nella tv degli anni Ottanta e quindi, ne converrete, in un posto ben stronzo. Eppure Martinelli non riusciamo a scaricarlo così, con un tiro di catenella. In lui c’è del talento che emerge qui e là, come nel finale del Mercante di pietre, dove una cellula di Al Qaeda, l’ex cristiano Harvey Keitel, prima di essere ammazzato recita nella pioggia una preghiera disperata; o nelle ultime immagini di Piazza delle Cinque Lune, dove Giancarlo Giannini ghignando sotto i baffi spiega in due parole a uno sbigottito Donald Sutherland che l’individuo non

può nulla contro la ragnatela del dominio. Chissà che anche in questa boiata oscurantista e xenofoba di 11 set. ‘83 non salti fuori qualche perla. Il film è co-sceneggiato dal regista con lo scrittore Valerio Massimo Manfredi. Siete avvisati.

I MIseRabIlI Regia di Tom Hooper. Con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway. Genere: Musical. Produzione: Usa. Dal 31 gennaio.

Questo film si preannuncia un musical con i fiocchi. La produzione assicura che il Gladiatore e Wolverine cantano con la loro voce. Non c’è stata nessuna correzione al computer, assicura la produzione. E noi ci crediamo, oh sì. Tratto dall’omonimo long seller di Victor Hugo il quale adesso, da lassù, si starà grattando la barba, chiedendosi dove andremo a finire. Il regista ha vinto quattro premi Oscar per Il discorso del re, tra cui Miglior film e Migliore regia.

CaPTIVe Regia di Brillante Mendoza. Con Isabelle Huppert Genere: drammatico. Produzione: Francia. Dal 31 gennaio. In un’isola delle Filippine venti persone vengono rapite da un gruppo di separatisti islamici. Tra i rapiti c’è un’assistente sociale francese, se no il pubblico biancuzzo in chi si identificherebbe? Gli ostaggi vengono portati in un’altra isola, a centinaia


FlIghT Regia di Robert Zemeckis. Con Denzel Washington, John Goodman, Don Cheadle Genere: drammatico Produzione: USA. Dal 24 gennaio. il cielo una VHS, come la guida turistica fa con l’ombrellino. Spielberg ha messo da parte l’Häagen-Dazs al cioccolato che stava sbocconcellando e ha visionato la cassetta, che conteneva il cortometraggio Field of Honor. Da allora è divenuto il mentore di Zemeckis. Tuttavia per quest’ultimo le cose non sono scivolate via facili. Zemeckis comincia infatti con una serie di passi falsi: dirige due flop e scrive l’unico insuccesso di Spielberg: 1981 Allarme a Hollywood. Comincia così a farsi la fama del perdente. E quando nell’industria americana hai la fama del “loser”, stai pur sicuro che la gente esce dalla stanza quando ci entri tu, un po’ come in Italia quando dicono che porti iella. Zemeckis se l’è vista brutta, ma non ha mai smesso di crederci. Un bel giorno Michael Douglas – che nella sua carriera è stato anche un produttore dall’intuito straordinario – lo vuole È un uomo come tutti noi, ma è il comandante. Commette un per dirigere All’inseguimento della pietra verde. Quando il grosso errore, ed è coinvolto in un disastro. Prova a sparire, film è ultimato, nell’ambiente comincia a circolare la voce che ma i media lo cercano. La vita per lui si fa ogni giorno più per Zemeckis è davvero finita. Viene addirittura allontanato dura. No, non stiamo parlando del comandante Schettino, ma dal progetto di Cocoon, per essere sostituito da Ron Howard. del pilota di linea William “Whip” Whitaker, il protagonista Ma la Pietra verde, inaspettatamente, giorno dopo giorno, bidell’ultimo film di Zemeckis. A differenza di Schettino, però, glietto dopo biglietto, si rivela un successo. Saranno state le Whip non ha la faccia a saponetta e non ha i modi del dandy di gambe slanciate di Kathleen Turner, o le chiappette mosce di provincia, ma è un desperado in piena regola: bello, alcolizzaMichael Douglas, vai a sape’. Fatto sta che da allora Zemeckis to e tossicodipendente. La notte prima di volare fa i bagordi e è decollato: Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, non perde occasione di schiacciare un pisolino a bordo. Il suo Ritorno al futuro parte seconda e terza, Forrest Gump, Cast ronfare sarà interrotto da una terribile corrente ad alta quota. Away, Le verità nascoste... In quest’ultimo stupendo thriller è Sembra finita, ma una manovra audace di Whip salverà tutti riuscito addirittura a far recitare Harrison Ford, facendogli i passeggeri. O quasi. Una volta a terra, le analisi del sangue toccare vette sconosciute nel finale mozzafiato. Nessuno usa (una poltiglia di globuli rossi, alcol e droga) rischiano di spegli effetti speciali con la grazia di Zemeckis. Nella scena iniziadire il comandante Whip dritto in galera, tra grossi detenuti le di Forrest Gump la camera segue una piuma bianca nei cieli tatuati e pieni di ormoni. Flight, malgrado sia per Zemeckis della metropoli, di qui e di là, di su e di giù, fino a che non si il film più economico di sempre, presenta una scena, quella posa sull’uomo più innocente del mondo, seduto su una pandella manovra disperata di Whip, che è stata definita dalla china con una scatola di cioccolatini. La naturalezza di questo critica statunitense “la sequenza di volo più terrorizzante di svolazzare è tale da incantare lo spettatore, il quale finisce per tutti i tempi”. C’è da crederlo, visto il talento del regista. Zemecredere davvero a ciò che vede, dimentico del trucco e della ckis, di origini operaie, ha esordito da giovanissimo scrivendo sbalorditiva tecnologia che sta dietro a quella piccola piuma. E sceneggiature horror di film come Bordello of Blood. Negli sta qui, in questa sospensione dell’incredulità, la più bella mastudi della Universal ha incontrato Steven Spielberg, che era gia del cinema. “Mi piace pensare che i miei film siano come i già una celebrità per Lo squalo e Incontri ravvicinati del terzo cioccolatini di Forrest Gump”, dice il regista, “Non sai mai che tipo. Una mattina Zemeckis è andato da lui brandendo verso cosa c’è dentro”. di chilometri di distanza. Il viaggio in mare è di per sé una tortura, che metterebbe alla prova anche l’uomo di Atlantide. Dopo un lungo cammino nella giungla ostile giungono sulle montagne, dove sono inseguiti dai militari che sparano indiscriminatamente. Gli ostaggi non hanno altra scelta che tener duro insieme ai rapitori. Non sanno che questa tortura du-

rerà per più di un anno. “Gli avvenimenti descritti” dice il brillante Mendoza – uno che colleziona presenza nei festival di tutto il mondo e che nel 2009 si è aggiudicato con il film Kinatay il Premio alla regia a Cannes – “si basano su un rapimento avvenuto nel 2001 nell’isola di Palawan, ma anche su altri sequestri simili”. Da tutti questi fatti di cronaca Mendoza ne ha trat-

to un’unica sceneggiatura, per la quale si è avvalso delle testimonianze di sopravvissuti, rapitori, militari.

waRM bodIes – l’aMoRe PReNde VITa Regia di Jonathan Levine. Con Nick Hoult, John Malkovich. Genere: Twilight. Produzione: USA. Dal 7 febbraio. C’è questo giovane zombie che si chiama R. e non ri-

corda nulla del suo passato umano. Quando si mangia il cervello di un giovane innamorato, assimila la passione per la ragazza di questi. Quando incontra Julie, è maturo per l’amore. Il sentimento gli scalderà il cuore ormai freddo e poco a poco finirà per contagiare anche i suoi amici zombie, ma non i più cattivi e affamati... Il regista ha vinto nel 2008 il Premio 29


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The lasT sTaNd – l’ulTIMa sFIda Regia di Jee-Woon Kim. Con Forest Whitaker, Arnold Schwarzenegger. Genere: fritto e rifritto, nell’olio di sansa. Produzione: USA. Dal 31 gennaio.

Alcuni detenuti evadono dalla prigione di Las Vegas e si dirigono verso il Messico. Per fuggire rubano un’auto da cinque milioni di dollari che raggiunge i trecento chilometri orari. Tra loro e la libertà c’è solo Arnold Schwarzenegger, sceriffo di un paesotto sul confine. Rieccolo. Schwarzenegger torna a calcare le scene e rilascia pure dichiarazioni a destra e a manca. “Sono grato agli americani perché non mi hanno mai fatto sentire in difetto per il mio accento svizzero”. (Ah, sei svizzero? E noi che ti credevamo nato in qualche birreria berlinese degli anni Trenta). “Vorrei ruoli brillanti. Vorrei un cinema capace di darmi dignità come interprete” (Sì, ha detto proprio così). Per finire con una minaccia: “Sto scrivendo la mia autobiografia”. E scriva pure, siamo curiosi di leggere il capitolo dedicato ai fatti del 2005, quando in qualità di governatore della California negò la grazia al detenuto Stanley Tookie Williams, e lo fece a dodici ore dall’esecuzione. Williams era cresciuto in strada dall’età di sei anni: dopo che il padre se n’era andato di casa, lui si era ritrovato da solo tutto il giorno, perché la giovanissima madre lavorava dalla mattina alla sera. Il piccolo Stanley passava tutto il suo tempo fuori casa, vagabondando nei sobborghi di Los Angeles. Era un bambino turbolento e aggressivo e non ci volle molto perché qualcuno lo notasse e lo introducesse nel giro clandestino dei combattimenti. Dopo i combattimenti di cani, infatti, i combattimenti più seguiti erano quelli di bambini. Ce n’erano di tutte le età, purché fossero minorenni. Stanley si dimostrava sempre il più forte, a dodici anni era già una celebrità nel quartiere. Cominciarono a farlo combattere contro ragazzi più vecchi, per lo più membri delle gang giovanili della zona, e lui si guadagnò il loro rispetto. A sedici anni arrivò il primo arresto, per furto d’auto. In prigione diventò un culturista professionista. Quando uscì decise di fondare una gang, i Crips: l’idea era quella riunire tutte le bande di Los Angeles, ormai incontrollabili, e di dare ai ragazzi dei quartieri poveri una disciplina e una protezione dalla brutalità della polizia. Vi ricordate i Riffs de I guerrieri della notte? Una cosa del genere. “Fondammo i Crips per distruggere le bande e divenimmo noi stessi una banda... È la cosa della quale mi pento di più in vita mia”. Gli anni passano, Williams frequenta un corso di sociologia al college di Compton e comincia a operare nel quartiere come counselor di minoren-

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ni. Quando alcuni dei suoi assistiti sono arrestati per rapina, perde il lavoro. Contemporaneamente viene escluso dal culturismo professionista, perché trapela la sua identità di leader dei Crips. Due anni dopo, nel 1979, è arrestato con l’accusa di omicidio plurimo: quattro persone brutalmente assassinate a colpi di arma da fuoco, a scopo di rapina. È condannato a morte sulla base di prove indiziarie. La giuria è composta interamente da bianchi. Lui si dichiarerà sempre innocente. “Perché avrei dovuto uccidere a scopo di rapina delle persone al verde? Erano più povere di me!”. Gli verrà chiesto di collaborare con le autorità, fornendo informazioni sui Crips: nomi, tattiche e metodi. Rifiuterà sempre. Trascorre sei anni in isolamento a causa delle sue continue aggressioni alle guardie e agli altri detenuti. Sul finire degli anni Ottanta Williams comincia lentamente a cambiare: diventa un detenuto modello, prende le distanze dai Crips, invitandoli a rinunciare alla violenza e a cooperare in pace con le altre bande, pubblica le sue memorie e numerosi libri per ragazzi nei quali condanna la mentalità della gang. “Se avete abbastanza coraggio per entrare in una gang” dice ai giovani, “allora avete anche abbastanza coraggio per non farlo.” “Le regole dicono che è okay se usate violenza, dicono che è okay se mettete la vostra vita in pericolo. Ma si può decidere di vivere fuori dalle regole”. Nel 2005 i suoi avvocati chiedono la grazia a Arnold Schwarzenegger sulla base di queste motivazioni: Williams ha dimostrato sincero pentimento per il suo passato, è un uomo nuovo, pubblica libri contro il bullismo di strada e permangono notevoli dubbi sulla regolarità del processo. Schwarzenegger nega la grazia. “La redenzione di Stanley Williams è sincera o è una vuota promessa?” si chiede. “In quanto al suo messaggio non violento e alla sua attività letteraria, sono ininfluenti. Lo dimostra il fatto che la città brulica ancora di bande giovanili. Inoltre Williams ha dedicato il suo libro Life in Prison a George Jackson (membro delle Black Panthers e fondatore della gang Black Guerrilla Family, ucciso in carcere dalle guardie durante un tentativo di fuga. Ndr). Questo dimostra che Williams crede ancora che i problemi della società possano essere affrontati con la violenza”. “Io non credo più nella violenza, ma nella pace. Mi sono redento e l’ho fatto con la forza della mia fede” risponde Williams. “La mia redenzione è consistita nell’andare verso gli altri, i giovani soprattutto. In queste faccende non c’entrano la provenienza sociale, il colore della pelle o la formazione culturale. Tutti possono accedervi, è questa la bellezza della cosa.” La mattina dell’esecuzione è tranquillo. “Ho tremato di fronte alla vita. Non tremerò di fronte alla morte”. Mentre lo legano sulla barella dell’iniezione letale, lotta per girare la testa verso il suo editore, Barbara Becnel, presente tra i giornalisti. La guarda a lungo, salutandola, come le aveva promesso che avrebbe fatto. Poi si volta verso i tecnici, che hanno difficoltà a trovare le vene del braccio. Ci provano per venti minuti. Lui li guarda in silenzio attraverso le lenti dei suoi occhiali, che non si è voluto togliere. Infine grida esasperato: “Hey ragazzi, state facendo le cose per bene?”. The Last Stand, l’ultima sfida.


del pubblico al Sundance Film Festival con il film Fa’ la cosa sbagliata. Nel 2011 ha diretto 50-50, una commedia amara su un giovane malato terminale che è circolata solo nei cinema di parrocchia.

oPeRazIoNe zeRo daRk ThIRTy Regia di Kathryn Bigelow. Genere: drammatico. Produzione: USA. Dal 7 febbraio

La più grande caccia all’uomo della storia, all’uomo più pericoloso del secolo. Vale a dire: la storia dell’operazione con la quale si fece la pelle a Osama Bin Laden. Per ora nel nostro immaginario c’è solo la foto della stanza ovale, con Barack Obama che guarda in un monitor circondato dal suo stato maggiore. A parte il presidente – l’unico che mostra un minimo di umanità, teso come fosse alla finale del Superbowl – gli altri sono freddi come cubetti di ghiaccio nel congelatore. Ecco: la Bigelow con questo film vuole mostrarci ciò che stavano vedendo sullo schermo. La sceneggiatura è di Mark Boal, coautore del soggetto di Nella valle di Elah e autore dell’ultimo capolavoro della Bigelow, The Hurt Locker, due pellicole nelle quali senza attaccare l’esercito, se ne mostra tuttavia l’effetto disumanizzante. I suoi eroi sono infatti trasformati in persone impossibilitate ad affrontare una cosa ben più complicata della guerra: la pace. Viste queste premesse, da Zero Dark Thirty c’è da

aspettarsi qualcosa di più che un’apologia dell’efficienza della macchina da combattimento americana. Il titolo è un’espressione militare che indica la prima mezzora dopo la mezzanotte, ma fa riferimento anche alla decennale e oscura missione di caccia all’uomo. La Bigelow è quello che avrebbe potuto essere James Cameron, se questi avesse avuto le palle. Film come Il buio si avvicina, Blue steel, Point Break, Strange days entrano nello stomaco, per restarci. “Se c’è una specifica resistenza a che le donne facciano cinema,” dice la regista, “io l’ho sempre ignorata per due ragioni: sono una donna e mi piace fare cinema.”

a good day To dIe haRd Regia di John Moore. Con Bruce Willis. Genere: azione. Produzione: USA. Dal 14 febbraio

Quand’era alle scuole superiori John Moore non pensava che avrebbe fatto cinema. Poi le cose sono andate diversamente. È sposato con una truccatrice che ha incontrato agli inizi della sua carriera di regista. Ha un figlio che si chiama Buzz. Una volta stava per dirigere gli X-Men, ma poi il film è stato assegnato a un altro. Stessa cosa con il reboot dell’horror Venerdì 13. Durante la lavorazione di una pellicola stava quasi per essere investito da un carroarmato, ma uno stuntman lo ha salvato per un pelo… Che

altro dire di questo quinto capitolo della serie Die Hard? Tutto iniziò con Trappola di cristallo nel lontano 1989. Molti di noi erano ancora abbastanza giovani da bersi lo “Yippee-ki-yay” che Bruce Willis scandiva ammazzando i cattivi. Lui ha lo stesso sorrisino di allora, che sembra dirti “Ciao io sono Bruce Willis, e tu no”. Anche il personaggio è lo stesso di allora, questo John McClane, un poliziotto buono che dopo tutto ci ha gusto ad ammazzare i cattivi.

PRoMIsed laNd Regia di Gus Van Sant. Con Matt Damon, Frances McDormand. Genere: drammatico. Produzione: USA. Dal 14 febbraio. Il primo film che fece parlare di Gus Van Sant è Mala Noche, girato con i risparmi del regista. Il film, una storia d’amore tra un commesso di un negozio di liquori e un immigrato messicano, fu un successo di critica tale che la Universal contattò Van Sant per proporgli un contratto. Lui accettò e produsse diversi soggetti, tra i quali i futuri Drugstore Cowboy e My Own Private Idaho, ma la Universal li rifiutò entrambi e così Van Sant se ne andò altrove a cercare fortuna. Il ragazzo era giovane, ma evidentemente sapeva già quel che voleva e aveva coraggio sufficiente per tentare di ottenerlo. Il suo film successivo è solo il primo di una lunga serie di gioielli (con poche trascurabili eccezioni): Drugstore Cowboy è la storia di un gruppo di quattro tossicodipendenti che si procurano la droga rubando e assemblando prodotti farmaceutici. Il film, oltre ad avere un copione, una regia e un montaggio

che non si dimenticano, ha il merito di rilanciare Matt Dillon e di mostrare in tutta la sua fisicità uno dei più grandi sperimentatori di droghe e di letteratura del XX secolo: Mr William Burroughs, maestro d’armi, uomo di pace. Qualche anno dopo, Van Sant gira il remake di Psycho, dove ripropone a colori il classico di Hitchcock, rigirandolo inquadratura per inquadratura, ma reintegrandolo delle scene tagliate all’epoca e aggiungendo nei momenti salienti qualche sua personale, geniale, fulminea intuizione registica. Poi è la volta di Elephant, ispirato alla strage nella scuola di Columbine, e di Paranoid Park, due film di un realismo onirico raggelante. A questo giro Van Sant torna al cinema cosiddetto mainstream, come aveva già fatto con Will Hunting, Cercando Forrester e Milk. Steve Butler e Sue Thomason sono due rappresentanti che cercano di convincere gli abitanti di una città rurale a vendere i diritti di sfruttamento del territorio, ricco di gas naturale. Incontreranno la resistenza di un insegnante, appoggiato da una compagnia energetica rivale di quella per la quale lavorano loro. Matt Damon è co-autore del copione (basato su una storia dello scrittore statunitense Dave Eggers) e avrebbe dovuto dirigere il film, ma è stato lui stesso a rinunciare e a contattare Gus van Sant, con il quale aveva già lavorato in Will Hunting Genio ribelle. 31


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Dietro la maschera di di oscar glioti Da piccolo sono stato un vorace lettore dei Fantastici 4. Cioè, d’accordo, prima di tutto c’era l’Uomo Ragno, ma quello era un fumetto che sconfinava dalla semplice passione: io ero Peter Parker, e Mary Jane sarebbe stata in un futuro quanto mai prossimo la mia compagna. C’era da risolvere la questione dei superpoteri e dei lancia-ragnatele, ma insomma diciamolo, ero fiducioso. I Fantastici 4 erano tutt’altra cosa: evasione allo stato puro, senza il pesante fardello dell’immedesimazione. C’erano Reed Richards, il capo e l’intellettuale, sempre alle prese con stravaganti invenzioni e affascinanti teorie. Benjamin Grimm, in arte La Cosa, con il suo pungente sarcasmo e la sconsolante inadeguatezza. C’erano quella testa calda di Johnny Storm, che poteva raggiungere la temperatura di una supernova, e le curve asciutte e aggraziate di sua sorella Sue, tutt’altro che invisibili. Ancora prima c’erano i mirabolanti disegni di Jack Kirby e di John Buscema, dio li porti in imperitura gloria. Ma soprattutto c’era una galleria ineguagliabile di malvagi: gli Inumani, il Burattinaio, gli Skrull, il Pensatore Pazzo. Annihilus del pianeta Arthros, detto “La Morte che cammina”, conquistatore della Zona Negativa. Galactus il divoratore di mondi, con il suo fido e scintillante araldo di nome Silver Surfer. E infine c’era lui: il Dottor Destino, al secolo Victor Von Doom, signore e monarca di Latveria. Nato e cresciuto in una famiglia di zingari, studente brillante e ambizioso, era rimasto completamente sfigurato nel corso di un esperimento in cui tentava di unire scienza e occulto, robotica e alchimia. Dopo l’incidente aveva preso a vagabondare per il mondo, alla ricerca di nuove fonti di sapienza. Arrivato in Tibet era stato soccorso da una setta di monaci che lo aveva prima adottato e poi riconosciuto come Maestro. Aveva quindi forgiato un’armatura e una maschera di ferro che si era fatto applicare sul corpo ancora roventi. Scaltro e spietato, ma con un ineludibile senso dell’onore, si batteva per dominare il pianeta, nel tentativo di instaurare un potere globale simile a quello dello stato da lui governato, dove la dittatura andava a braccetto con il welfare più avanzato. Del Dottor Destino mi affascinavano i gadget ipertecnologici della corazza, la psicologia controversa ma soprattutto il mistero del volto sfigurato, celato sotto

la maschera di ferro a sua volta coperta da un oscuro cappuccio. Dumas e i suoi moschettieri sarebbero arrivati dopo, e con loro la triste vicenda di Nicolas Fouquet, prima Maschera di ferro della storia: al tempo c’era solo Destino con la sua cappa, l’armatura e il volto devastato che nessuno aveva mai visto. La curiosità di conoscerne le reali fattezze era così morbosa da spingermi a spedire una letterina all’Editoriale Corno, detentrice dei diritti di pubblicazione, nella quale argomentavo che pur comprendendo i motivi del riserbo non ci vedevo niente di male se a un lettore affezionato, che aveva non senza fatica ricostruito l’intera collezione del giornalino, venisse in via del tutto privata svelato l’arcano. Previdente e consapevole sin dalla tenera età delle crudeli leggi che regolano i rapporti in una società dei consumi, accludevo un francobollo per una risposta risolutiva che giuravo non avrei mai divulgato. Inutile dire che il disegnino mai giunse, e che il mio risentimento fu tale che quando la Corno fallì, nel ferale 1984, privando per diversi anni la penisola italica di tutto il pantheon dei supereroi Marvel, il lutto fu elaborato docilmente, attenuato da un rancore sordo e mai sopito. Ripenso a tutto questo, come un autentico farlocco, mentre sono annodato nel traffico romano per l’appuntamento con Johnny Palomba. Sarà perché fin dalle sue prime apparizioni l’ho sempre associato a Destino, con il suo travisamento tetro e maliardo, sarà perché è stata la prima di una lunga serie di cicatrici infertemi da una casa editrice, e la prima cicatrice − si sa − non si scorda mai. Altrimenti perché non è scattato il collegamento con l’Uomo Invisibile, che ci stava tutto e pure meglio? Perché? Poi mi ci sono voluti anni per comprendere le ragioni del mistero celato dietro a una maschera, i meccanismi ancestrali che smuove, le necessità iconiche e drammaturgiche che asseconda. Ma è solo un’ora dopo, quando mi sono trovato faccia a faccia con Johnny, solo quando ho potuto fissarlo negli occhi nudi, immergendomi in quel celestino limpido e disarmante, che ho veramente capito. In quel momento, che è stato insieme epifania e agnizione, ho finalmente compreso cosa si cela dietro la maschera di Johnny: un’altra maschera, e niente altro. Il Dottor Destino, a Johnny Palomba, je spiccia casa. 33


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le origiNi

Johnny Palomba è nato a Bogotà in Colombia alla fine degli anni Sessanta. Milita per anni nell’aviazione militare del Congo belga. È in prima fila nel 1983 accanto al popolo dell’atollo Diego Garcia, nell’azione di sabotaggio delle basi dell’esercito britannico. Per una questione poco chiara legata al commercio degli smeraldi, nel 1985 si trova a scontare una pena di vent’anni nel carcere di Providencia in Colombia, da dove fugge con un incredibile sotterfugio. Si trasferisce in Italia all’inizio degli anni Novanta dove lavora, sotto falso nome, come trasportatore di materiali tossici. La sua passione per il cinema nasce dalle sue prestazioni come stunt in scene ad alto rischio nei b-movies di Hong Kong. Vive clandestinamente in un sottoscala di una grande multisala romana. È il critico cinematografico senza volto che con le sue “recinzioni” ne dice di cotte e di crude sul cinema e lo spettacolo, nonché l’onnipotente direttore di Fandangowebradio, una quasi testata giornalistica semi clandestina dedita alla “contro contro” informazione e al cazzeggio totale.

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Nascita del persoNaggio

Roma lo ha adottato e lui ha adottato la sua lingua, perché il romano, con la sua capacità di sintesi che non ha eguali, è la lingua del giornalismo: “quale altro idioma ti permette di esprimere concetti complessi anche solo con un machedavéro?”.

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il costume

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Le prime Recinzioni ha iniziato a mandarle via mail, quando i social network ancora non c’erano: circolavano in una mailing list che si è via via allargata. La prima lettura pubblica è del 2002 al Politecnico Fandango, affidata a Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Pier Francesco Favino e Sabrina Impacciatore. La prima apparizione in maschera è invece del 2005. In seguito sono venute le interpretazioni di Mastandrea in tv dalla Dandini, che lo hanno reso noto al grande pubblico, e le letture con Nanni Moretti che lo hanno definitivamente consacrato.

“Ho iniziato con un trench della Luftwaffe comprato a Monaco e con dei guanti bianchi dell’Armata Rossa. Avevo le bende sul volto e gli occhiali scuri. Era in occasione della presentazione di un libro scritto a quattro mani con Vauro, su suo suggerimento: ‘Tu sei l’Uomo invisibile, quindi mascherati da Uomo invisibile’. Solo dopo ho realizzato che era un assetto scomodissimo. Allora ho fatto sparire i guanti, le bende ed è subentrato un passamontagna bianco, il primo di una lunga serie. Sono alla costante ricerca di passamontagna bianchi, che si trovano con estrema difficoltà, anzi approfitto dell’occasione per lanciare un appello all’alta moda italiana: ‘vendete passamontagna bianchi’, possibilmente di cotone grazie. Gli occhiali con le lenti trasparenti, poi viola, poi scure fino ai fanali neri che indosso adesso. Si appannano sempre, tutti e in ogni caso. La felpa una felpa comune, meglio se nera. Solo da poco il prototipo griffato che ho personalmente progettato, di cui vado molto fiero”.

lo spagnolo che si parla a Bogotá, la lingua wayúu, la lingua paez, il guambiano e l’embera. il romanesco. A lui però piace dire il romano, “insomma, ‘sta robba che se parla a Roma, che è molto vicino alla lingua italiana ed è più o meno comprensibile ovunque”. Certo, a volte ci sono delle espressioni che non tutti capiscono: “te faccio cabbrio” oppure “gli hanno fatto cabbrio la casa”, tanto per fare un esempio. Quando fa delle letture fuori dal Regno si deve talvolta fermare a spiegare, e i superpoteri risultano attenuati. doti divinatorie. (vedi Oroscopo a pagina 2). tutte le altre abilità in dote ai cazzari.

alleati

avversari

Nostravaurus. Francescototti. Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Rolando Ravello e Paola Cortellesi (La Legione shakespeariana). Elio Germano detto anche Il Roscio. Nanni Moretti che ne ha diffuso il verbo sin nell’algida patria della FC Juventus. Zerocalcare, Zeropregi, Diego Bianchi, Simone Conte (La Lega degli Straordinari Gentlemen). Micuggino. Mizzìo. Peppa Pig.

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successo ed evoluzioNe

poteri e abilità

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debolezze

Il marron glacé. La kryptonite invece je rimbarza.

I Rosci. I bulletti di Wikipedia. I Teletubbies. Gli emoticon. Casapaund. Medeominghi. Le scarpe Hogan. I Bipartizan, i Superlativi, le Zanzare, i Palazzinari. Il Programma Excel. Gli uomini che si modellano le sopracciglia, gli Uomini col borsello, gli Uomini col marsupio. I Giovani vecchi.

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la saga dei bulletti di Wikipedia

“Nel 2010, per la strategia di lancio di un libro di Sandro Veronesi intitolato XY, fu deciso di creare una voce fittizia su Wikipedia per avvalorare alcuni indizi presenti nel romanzo. L’iniziativa si è rivelata uno dei più grandi delitti che si possano commettere al giorno d’oggi. Forse anche giustamente. Fatto sta che una volta che la notizia è uscita sui giornali la voce è stata subito cancellata, e il colpevole si è pubblicamente scusato. Da quel momento è cominciata una vera e propria ritorsione su Veronesi, su Fandango e sul sottoscritto in quanto legato a Fandango. Nella scheda di Sandro, in una biografia di sette righe, ben quattro erano dedicate al fatto che era il mandante di quest’efferato crimine. La mia scheda invece prima è scomparsa, poi è ricicciata fuori con la dicitura ‘l’identità è sconosciuta per ragioni promozionali’; quando l’ho cancellata loro l’hanno rimessa, l’ho cancellata di nuovo e loro rimessa, e così via fino a che non mi hanno definitivamente bloccato dopo aver aggiunto alla voce sul Comandante Marcos che anche la sua era un’identità ignota ‘per ragioni promozionali’. Solo di recente sono riuscito a fargliela togliere una volta per tutte. La verità è che Wikipedia, che sicuramente è un grandissimo strumento, sconta il fatto che la presunta ‘democrazia della rete’ a volte non è tale neanche un po’: basta che si mettano d’accordo un paio di persone che hanno il potere insindacabile di decidere cosa va bene e cosa no, senza nessun titolo specifico se non quello di essere stati scelti per questo, con competenze che svariano dalla scissione dell’atomo fino ad Alba Parietti, ed ecco che tutto va in corto circuito”.

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il ciclo del coattechismo

“Su Twitter l’anno scorso creai un hashtag che ha coinvolto tantissimi utenti: #coattechismo, ovvero ‘il catechismo secondo la Banda della Magliana’. C’era questo dibattito intorno alla tomba di De Pedis, sul fatto ormai ufficiale che il capo di una banda di criminali fosse stato tumulato dentro una basilica per volontà di un cardinale. La mia spiegazione era che se De Pedis stava lì era perché aveva promulgato il coattechismo, ovvero massime del Vangelo e della Bibbia in chiave coatta: ‘Signore da chi andremo?’. ’Provate dar cinese all’angolo, è sempre aperto’. ‘Frattanto sorse una discussione tra loro, su chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, leggendo il loro cuore, disse: Falcao’. ‘Dal Libro dell’Apocalisse: Nun poi capi’ che ce stava, pareva er raccordo’”.

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al ciNema

Johnny è onnivoro, può ruminare qualunque cosa. Ma ha dei numi tutelari. Hitchcock è il numero uno. Kubrick il due. Truffaut segue a ruota. Tra i film degli ultimi anni, italiani, il primo che gli viene in mente è l’esordio di Kim Rossi Stuart come regista, Anche Libero va bene: “un film mostruoso, pazzesco”, dice con l’entusiasmo di un ragazzino.

tv

Sempre su Twitter ha cominciato da tempo a spaziare su altri generi: per esempio i commenti in diretta ad alcuni programmi televisivi, dove si diverte come non mai. Soprattutto quando riesce a coinvolgere personaggi lontani anni luce da questo tipo di attitudine, da questo tipo di spettacoli. “È la cosa più bella che c’è. In realtà è qualcosa che ho sempre fatto: quando guardo la televisione faccio sempre dei commenti ad alta voce, come del resto più o meno tutti, credo. Qui forse un po’ di più: tipo il vecchietto del Muppet Show che rompe i cojoni a chiunque. Ho cominciato a farlo prima su Facebook, poi ho visto che su Twitter riesce molto meglio grazie all’hashtag (anzi: a LO hashtag, come dice Sofri) che rende il gioco divertente e velocissimo. X Factor, MasterChef, Sanremo: va bene tutto. Se invece vedo la partita della Roma non twitto, non parlo, non faccio proprio niente. È un momento sacro”.

social

Twitter è il social media su cui si trova meglio: “perché ci sono i 140 caratteri che ti obbligano a essere sintetico, sarcastico, definitivo”. Gli piace che devi entrarci in punta di piedi, senza disturbare, gli piace che è molto difficile venderci sopra qualcosa e che si sposa perfettamente con il romano, con quel linguaggio icastico, secco, quasi senza possibilità di replica. “Su Facebook ci torno ogni tanto, come si fa con la casa al mare, oppure un vecchio magazzino: apri la porta ed è tutto impolverato, tutto in disordine”. C’è una differenza di linguaggio, di utenti, di velocità, di argomentazioni, che lo lascia ormai a disagio. “Una cosa che ho notato è che i grandi giornalisti, o comunque i grandi personaggi, se usano Twitter senza una certa perizia cascano tutti miseramente. Il gioco più frequente è quello di chi ce l’ha più lungo: di chi la dice per primo, di chi è più arguto, di chi è più. Che è un gioco un po’ noioso e anche triste, e ti fa rendere bene conto di questo microcosmo che si si scruta l’ombelico per dire C’hai ragione tu, C’ho ragione io, senza altri motivi se non l’autoaffermazione”.

pubblicazioNi serie tv

“Homeland. Modern family. Hanno vinto tutto, del resto”.

leggeNde

Johnny palomba il blogger: mai avuto un blog. Quello su WordPress non lo cura lui, ma due ragazze che lo gestiscono in totale autonomia, riprendendo le cose che trovano in giro. Johnny palomba il rapper, come lo ha definito qualche giornalista, vai a capire perché. Forse per il cappuccio. False identità attribuitegli: Valerio Mastandrea, Ascanio Celestini, Domenico Procacci. Per citare solo le più note. Tutte cazzate.

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Il primo libro è del 2002. L’undicesimo è in preparazione. Le Recinzioni ospitate nelle prossime pagine sono tratte da: Tuttopalomba, Il meglio del peggio dal 2001 al 2008 (Fandango Libri, 2008) Palomba Vintage (Fandango Libri, 2010)

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dice di sé

Nato vissuto buono stato sempre garage

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CINEMA//Recinzioni

Le recinzioni di Johnny Palomba Star Trek di J.J. Abrams | startrè “fattacci de galassia” a startrè cestanno certi che semetteno i maiioncini daa standa dellanni settanta eppoi vanno sullastronave enfatti cestà umpischello che vò scoattà ma numpo’ fà ercomandante perché pultroppo è roscio eppoi cè uno inteliggentissimo che è metà omo e metà nun sesà colle orecchie chiacchierate che se chiama caterin spoc che però iefanno cabbrio erpianetuccio suo eallora lui sencazza e inzieme arroscio va accombatte contro i cattivissimi teribbilissimi che se chiameno romoletti eallora poi vanno nerfuturo anteriore poi ner passato remotio poi ner presente e vincheno e ai romoletti li fanno cabbrio e erroscio diventa capitano e anche umpo’ amichetto de caterin spoc. micuggino na vorta sè trovato catapurtato ner congiuntivo passato. è morto.

La dolce vita di Federico Fellini | adorcevita “naperla rara denesistenza amara” ladorcevita è unfirm che infatti avvorte uno se pò confonne co ermaioncino acrillico corcollo lungo che cesemetteva alle medie sotto la tuta e chii mocassini cuanno che sefaceva ginnastichia chenfatti appunto ladorce invece vita è nantra cosa è unfirm famoso antico che parla de uno scoionato che vangiro peroma soprattutto denotte chenfatti lui sammucchia umpo’ cuà umpò là encontra solo gente scoionata chessò laggente cheffanno lospettacolo ercinnema atelevisione chenfatti poi ancerto punto incontra nastrappona tipo svedese e sefomenta tutto ellei forze pé pagà ertassì sebbutta naafontana detrevi pé rubbà le piotte chenfatti allo scoionato iedice marcello cam iar vieccuà che io nunciò lesaccocce allora infatti poi lui umpò sestufa desta vita essepenza trassé essé io vorebbe daesse come namico mio che cià nafamiia normale co namoiie dufii poi invece lamico sespanza e fa cabbrio i dufii ellui penza trassé essé vabbé nunfagnente. poi allora alla fine va ascoionasse armare. micuggino infatti alle medie ciaveva undorce vita maroncino. era sempre scoionato.

Iron man di Jon Favreau | aironmen “della pace so’ ergueriero so’ de carne ossa e fero” chenfatti a aironmen cestà uregazzetto che cià tipo nafabbrica depistole fucili miccette tricchetracche e castagnole chepperò ancerto punto sepenza: basta lagguera è nacosa teribbile dimolo nunè peggnente giusta bisogna finilla decostruì ste teribbili armi che semineno morte eddistruzzione bisogna finilla subbito anche perché ammé chemmefrega già mesò aricchito allora infatti storegazzetto semette dù pentole intesta eddice io sò lomodacciaio inox anodizatoenossidabbile sò naspecie de infisso umano che combatte contro lagguera! enfatti allora poi combatte contro erteribbilissimo effortissimo omo cestellodaalavatrice enfatti fanno uncombattimento teribbilissimo e lomodacciaio iox anodizzatoenossidabbile vince e lomo cestellodaalavatrice va affasse nacentriguga noospazzio. io navorta occonosciuto unzupereroo chepperò nuncecapiva popo gnente. era lomo decoccio.

Moby Dick, di John Huston | mobbidic “Cetacei tua” chenfatti cestà urroscio che và accivitavecchia e allora va sopra nanavae inzieme anszervaggio perché infatti vonno annà appià i merluzzi incazzosi eallora infatti storoscio va su sta barchettà mapperò cestà ercapitano che sé ingarellato de ummerluzzo bianco gigante eddice: maché ne sapete voi! Io se lo piio astomerluzzo nun sapete che iefaccio ammé ma rovinato lavita! Eermerluzzo gigante è ninfamone! A voi ve pare che è bono ma stateiie sempre a umparmo e nundateiie confidenza che appena veggirate ve sdruma e allora io lo voiio uccide astozzozzone infame che medeve dà pure dei sordi! Allora i marinai ie dicheno a capità mapperché cellai tanto cormerluzzo bianco? ennermentre che ercapitano ie sta arisponne ermerluzzo soo magna e eroscio se sarva ma pé modo dedì. Perché ermerluzzo resta bianco mallui resta roscio. na vorta namico mio a cuasi ucciso la balena bianca. Su moiie.

Il gladiatore di Ridley Scott | ergladdiatore “io so’ ermeiio dellarena che prima tammazza eppoi temena” cestà uncoatto antico che sta affà tipo lacempionzlig de spanzamento chenfatti sta ai tempi supplementari tipo corborussiadronmurt allora ancerto punto ermiste che era unvecchio rincoionito iedice prima demorì bravo mò daoggi impoi tu sei ercapitano allora infatti ce sta erfiio dermiste che

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rosica allora siccome è tutto ummagnamagna è tutto corotto è tutta nacongiura derpalazzo allora infatti arcoatto antico ie danno dumila giornate de scualifica iammazzano lamoiie letterina e ie fanno cabbrio pure erfiio e allui lo mannano aggiocà tipo in catar allora lui sefomenta tutto evvince tutte epartite allora poi diventa famoso evvince umprovino evvà affà icampionati dermonno arcolosseo docestà erfiio dermiste che lo vede essencazza però ercoatto che è pure umparaculo cuanno spanza cuarcuno va sottolasud è laggente sefomenta allora tipo allurtima giornata erfiio dermiste scenne incampo e iedice mortacci tua famio erderbi! allora fanno erderbi che finisce zeroazzero. eppoi vanno tutteddue inzeriebbì. micuggino fa ergladdiatore arcolosseo. ammazza igiapponesi.

Roma a mano armata di Umberto Lenzi | romammanarmata “labbela vita rimpianta dellanni settanta” cuesto è popo che un firm teribbile zozzone dellanni settanta cuanno che milano sencazzava napoli risponneva torino era violenta teramo era incuieta e a frosinone ie pizzicava enfatti a romammanarmata parla popo che de naroma che nuncè più parla decuanno cera nantra attimosfera cuanno tutto era diverzo cuanno che i romani ereno romani ebborgate ereno borgate decuanno era bello morisse defame decuanno uscivi lasera e potevi sparà a cuarcuno decuanno potevi fà no stuprio de gruppo cò un soriso sulle labbre senza troppi penzieri decuanno che legguardie e iladri se sdrumaveno ingranne amicizzia cò uno stile inappuntabbile cò lebasettone lunghe ipantaloni azzampa colle vespette le giuiiette colle arfette modificate cò cuerfascino crimminoso zozzone che nuncè più e cò cuella poesia che tefà dì eeeee lanni settanta era nantra cosa lautobbus tanto pé fatte nesempio ereno verdi voi mette?

Vacanze romane di William Wyler | vacanzieromane “mo’ lo cambio ermio destino so’ laprincipessa survespino” chenfatti cestà naprincipessa mezza tossica che sta sunapanchina tutta stordita allora infatti passa umpiacione ammericano e selacarica allora infatti poi vanno ingiro colla vespetta modificata peroma affà lepinne arcolosseo ascippà levecchie assampietro affà lezzeppe aiviggili appiazzavenezzia contromano suatangenziale chenfatti cuanno che checcestà naprincipessa enammericano sesà che ponno fà come ie pare enfatti allorapoi lei tarmente ie piace stavita zozzona della gente zozzona allora infatti sebbuta nertevere eccuanno esce erpiacione iedice a sei tu meparevi unsorcio allora poi staprincipessa torna aesse naprincipessa perché vabbé che uno ride escherza mavvoi mette erpalazzoreale coccuarantametricuadri artrullo? chenfatti navorta oncontrato naregazzetta sunvespino contromano allora ioddetto mandovai? ellei allora mà risposto. nunera naprincipessa.

Giovanna D’Arco di Carl Theodor Dreyer | giovannadarchio “maddetto navoce co’ sentito io sola chesso’ nasanta mica nabbraciola” cuasi dù ore pe daiie foco. micuggino angatto duminuti.

Il ritorno del Monnezza di Carlo Vanzina | erirtornodermonnezza “sincerità beata de unviaggio solo andata” bombolo cannavale oronzocanà tomasmilia letettedellafenec paolorobbertocotechigno ergrampezzodellubbarda arvarovitali liniobbanfi venticello ciccieffranco benvenutiastifrocioni gimmierfenomeno mariobbrega giggierbullo pierinouno pierinodue pierinotredici chingsordatinoeddartagnà pippiofranco terruncello nicogirardi labbizzona gloriagguida ipolizziotteschi ergobbo acalibbronove milanioviolenta napolispara romarisponne torinoisencazza amoiieinvacanza lamaestrazozzona escolareingrifate ercinnemapecoreccio erdecamerotico montagnani mandrache ercinemadeseriebbì erpomata attilaflaccellotittio larfasud ipantaloniazzampa ibasettoni ermonnezza. secchiama vanzina diteiie che nun tornano.

Amadeus di Milos Forman | ammedeus “sto arosicà dù dù dù, da da da” chenfatti stofirm parla decerti fatti chessò successi veramente accerti cantanti antichi chenfatti cestà giggidalesso che sta armanicomio effà tipo naconfessione anifermiere e ie ricorda decuanno era pischello caveva conosciuto ungegno daamusica ummaestro incredibbile che sapeva sonà tutti li strumenti che tipo venneva unzacco dedischi e che sammucchiava co unzacco dedonne chenfatti era popo tipo narocstar morto trasgressivio che sechiamava tipo mepare amedeusminghi chenfatti giggidalesso nullopoteva vedè chera nvidioso errosicava come ummatto che amedeus faceva lecanzoni belle ellui no allora giggidalesso allafine fà naconfessione popo teribbile che se scopre nacosa misteriosissima e allinferniere ie dice osai checcè? te dichio stacosa ma nulladì annesuuno: er requiem dertrottolino nullò scritto io. mi cuggino è allegro. ma non troppo. 37


CINEMA//Recinzioni Troy di Wolfgang Petersen | troi “tira deppiù nagreca antica che uncarro deroi” cesta nagguera antica che infatti cestà uregazzetto che sengarella de nabbionna eppoi infatti selaporta accasa corgommone allora ermarito sencazza eddice assuzzio assucuggino eattutta lapalazzina sua annamio aripià mimoiie che è scappata mesà co unarbanese allora infatti poi fanno agguera antica enfatti ce stanno unzacco de guerieri antichi che combattono eccianno inomi strani enfatti cestà parride che combatte contro gonade che spanza adenoide che semagna arachide che taiia la testa a emoroide enfatti allora poi cestà ungueriero campione dermonno che infatti è fortissimo maccià umpò lechiappe chiacchierate che se chiama achille chenfatti combatte co la corazza de dorceggabbana allora lui eppiufforte detutti maccuanno iammazzano lamichetto sencazza evvò spanzà tutti allora poi infatti sottutti morto stanchi desta guera anche se stavano accombatte da duggiorni allora infatti ancerto punto auno furbo ie viè nidea eddice regalamio ercavalluccio daafoppapedretti! chenfatti navorta loregalato ammizzio e emmorto! enfatti poi sti guerieri vincono tranne che achille chenfatti lo piiano ner suo punto debbole chenfatti ie se toiie losmarto dalle unghie emmore. micuggino navorta ancontrato nagguriera enfatti eccuasi morto. sechiamava sifilide.

Quarto potere di Orson Welles | cuartiopotere “pe’ la vita, fiio caro te dò sta dritta: nun penzà solo ardanaro, maffatte subbito naslitta” cuartiopotere è unfirm morto importante che popo infatti allora è popo che unfirm che metti che uno nullà visto allora poi laggente dicheno macché davero? nunai visto cuartiopotere? chenfatti stofirm parla de uno uno che daregazzino era sfigato ettutti lo piiavano pecculo allora lui ancerto punto penza emmò ve lo faccio vedè io chi so allora infatti diventa lomo più potente derpaese chenfatti cia unzacco desordi e se compra tutti i giornalistici e poi se sposa sedivorzia faumpò lostronzo cottutti enessuno ievò bene perché è popo umpezzo demmerda effà sempre come cazzo ie pare e poi cuanno che sta pe morì dice io nun sò nostronzo. volevo solo oslittino mio. se osapevo prima accuernano pelato demmerda ie regalavo pure erenne.

Wall-E di Andrew Stanton | uoll-i “La tera corotta e’ neterna malagrotta” chenfatti cestà no stracciarolo de fero che sta drento animmenzo cassonetto e seraccatta lammonezza immezzo ai suoi amichi bacarozzi eallora però ancerto punto ariva la donna folletto ellui sengrifa tutto e pé fà lo splendido ie regala tipo na piantina de mariuagna eallora infatti succede la caciara chenfatti alla donna folletto se la rapischeno e va affinì drento anastronave indove viveno delle creature incredibbili metà omini e metà giuglianoferara eallora lo stracciarolo e erfolletto cianno delle avventure che cuasi moreno ma poi siccome mesà che ancora staveno ingaranzia allora viveno e se scopre che irreartà i giuglianoferari erano priggiogneri inconzapevolissimi de uncompiuter cattivissimo che ciaveva umprogramma impriggionante cuasi mortale tipo feisbuc allora poi lostracciarolo e la donna folletto sennamoreno se ameno e inzieme ai giulianoferari tutti felici semetteno accortivà la mariugnana a malagrotta. namico mio navorta cià avuto navventura incredibbile umpo’ damore e umpo’ no. sera namorato denfrullatore.

300 di Zack Snyder | treppiotte “eran trecento, eran giovani e forti, lamio seporti” trecento parla de nagguera antica teribbilissima chenfatti cestà erpopolo delli spartesi che èffamoso intutto ermonno perché cià iguerieri dopati che sò gonfi come cocommeri che deveno combatte contro lesercito dedorceggabbana allora erré spartese che è uncoatto dice cuesti ifamio cabbrio cuesti siimagmamo iedamodupizze eselimettemio inzaccoccia enfatti poi vanno armare effanno lafamosa battaiia dii pornofili chenfatti sottutti mezzi nudi effanno nammucchiata teribbile e ispartesi coatti stanno avvince eppiano pecculo lesercito dedorceggabbana iedicheno ecose teribbili iefanno ergesto collorecchio enfatti allora poi erré dedorceggabbana sencazza eddice aregà maché davero? famoiie lamessa impiega asticuattro buzzurroni burini che sevestono da upim allora poi lammucchiata diventa sempre più teribbile esse staccheno iditideemano ibbracci semozzicheno iporpacci sestaccheno lecapoccie se sdrumeno sesgraffieno tutti poi però fanno ercontrollo antidopping e ispartesi perdeno. chenfatti lantro giorno stavo ammorì decapitato. tutta corpa de na persiana.

Scusa ma ti chiamo amore di Federico Moccia | scusamattechiamoammore “il cinnema der ti amo somiia a un vespasiano” ce sta uno che pultroppo pé lui ma anche pé tutti noi finisce drento a umbrutto giro de pedofilia ma soprattutto drento a unfirm assurdo ndò ce sta sempre uno che parla e dice accasaccio le frasi dii baci peruggina e poi ce stanno ipariolini e eparioline e forze da cuarche parte erresto dermonno che però sesà che erresto dermonno nuncià amachinetta e cuindi è trascurabbile e anche umpo’ vorgare eallora poi allafine erpedofilo forze se pente. davé fatto stofirm. e nun te chiedo scusa se te chiamo orrore.

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CINEMA//Flaiano/Verdoux Ennio Flaiano comincia a occuparsi di cinema nel 1939, nelle vesti di critico. Le sue recensioni, pubblicate su diverse riviste tra le quali spiccano Bis e Il Mondo, partivano dal film per allargarsi all’aneddoto, al racconto autobiografico, alla riflessione sulla costruzione di una storia, ma tutto sempre nella prospettiva di un’indagine sui difetti e le contraddizioni della società dell’epoca. Alla luce della sua scelta successiva – che lo vide diventare scrittore di cinema firmando sceneggiature per Michelangelo Antonioni, Eduardo de Filippo, Pietro Germi, Federico Fellini, Marco Ferreri, Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Dino Risi, Roberto Rossellini – le sue recensioni sembrano quasi una dichiarazione di poetica. Nel leggerle una dopo l’altra nel volume Ombre fatte a macchina (Bompiani, 1997, a cura di Cristina Bragaglia) si ha la sensazione di trovarsi in uno dei suoi racconti frammentati, in una di quelle sue storie fatte di storie, in uno di quei romanzi, insomma, che abbiamo imparato ad amare guardando i suoi film. Il Romoletto pubblica di seguito alcuni frammenti nei quali Flaiano recensisce il Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin. Analisi puntuali e ironiche divagazioni, riflessioni illuminanti sul cinema e sul pubblico. Perle di stile che valgono come arma di difesa per chi non vuole farsi ingannare dal cinema cattivo, come dire: dagli uomini truffaldini.

ENNIO FLAIANO su MONSIEUR VERDOUX (Charles Chaplin, 1947)

«Questa valanga di film sentimentali che ci è caduta addosso con la Santa Pasqua ci avrebbe certamente assiderati se non fosse venuto, provvido cane S. Bernardo, a salvarci Charlot. Come potremo ringraziare Monsieur Verdoux? Mi accorgo che questo film non è piaciuto a molte persone, Milano l’ha visto in seconda visione, a Roma non è durato una settimana. Un insuccesso, dunque? Sì, un insuccesso. Ma un insuccesso del pubblico. Charlot ha fatto ciò che ha potuto, ha comunque salvato la sua anima, facendo il film più ingrato che mente umana potesse concepire. Tutto è talmente perfetto in Monsieur Verdoux da restarne impacciati, come davanti a un confessore che conosce i nostri segreti più scoraggianti e che incontriamo alla tavola del buffet, già ubriachi. Ha capito tutto, Verdoux, anzi “sa tutto”. E dimostra una certa comprensione per il nostro lavoro. Suvvia, siamo sinceri, chi di noi non ha fatto a pezzi almeno un paio di donne per mantenere la famiglia e le illusioni? Sono grato a Charlot perché in questo suo film mi ha commosso profondamente senza spremermi una sola lacrima. Si può restare indifferenti a questo film; ma se piace, allora vi accorgerete che in tutti gli altri film vi hanno spudoratamente ingannato, nascondendovi la verità. Nel mio caso – nel caso di un tale che deve recarsi al cinema ogni settimana – la scoperta è tanto più dolorosa.

Ecco un amico che se ne va per lasciare il posto a semplici conoscenti, che mi chiederanno che ora è, parleranno del tempo, esibiranno i loro più nobili sentimenti, e soprattutto vorranno convincermi.» (Sfregiatissima Assunta, in «Bis», anno I, n. 5, 13 aprile 1948) «Parlando di Monsieur Verdoux, la scorsa settimana, ho dimenticato di riferire questo episodio, ora utilissimo per il film di cui dovrò occuparmi. Mi trovavo dunque a vedere il film di Charlot e vicino a me sedeva una matura e impassibile signora, che non mostrò minimamente di gradire quelle amenità: anzi, non mostrò nemmeno di sgradirle, restava del tutto indifferente. Non perdeva un quadro o una battuta, ma non rideva né azzardava commenti; e quando il pubblico scoppiava a ridere, ella volgeva lo sguardo attorno cercando il motivo dell’ilarità, non sospettando nemmeno che ne fosse causa la pellicola. Riaccesesi le luci, il severo marito della signora osservò che, dopotutto, il protagonista della vicenda era un cinico e volgare assassino e la sua fine, dunque, meritatissima. Soltanto allora la signora fece sentire la sua voce. Era una vocetta da gallina casalinga, di quelle che vivono sul terrazzino della cucina. Scuotendo il capo, rispose al marito: “Perché? Dopotutto non faceva mancare nulla alla famiglia”.» (Caino persuade, Abele annoia, in «Bis», anno I, n. 6, 20 aprile 1948) «Il ritorno di M. Verdoux sugli schermi romani è stato accolto da applausi. Forse sono i primi applausi che quest’opera riceve e sarà prudente vedere che c’è sotto, se una semplice reazione del pubblico ai film correnti (tutti di un gusto romantico basso e smaccato, e comici di quel genere che sappiamo), oppure il riconoscimento di un capolavoro. La nostra impressione è che molti, nella storia del buon borghese che si fa assassino per mantenere la famiglia, abbiano colto un sospetto di profezia, le prime basi di una filosofia che sarà indispensabile un giorno per sopravvivere. Qualche anno fa questa filosofia potè sembrare dettata dal cinismo: c’era molta speranza in giro e anche ben truccata. Oggi, illuminata da precisi avvenimenti, in un mondo che parla troppo di pace, la vediamo come il logico frutto del buon senso e della disperazione. L’errore è stato di considerare macabra un’opera che non voleva essere uno scherzo ma una tragedia sull’Uomo di questi tempi. Come Amleto, Charlot potrebbe dire che quest’epoca è sconnessa e che è davvero uno scherzo che sia stato lui, povero clown, a metterla in sesto. Ma nessuno ci ha detto finora una pa-

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rola tanto precisa sul nostro destino, e così spoglia di considerazioni accessorie, come questo poeta che ha lasciato i panni del vagabondo per indossare un completo grigio (con plastron) da piccolo borghese e raccontarci i “nostri” casi. Se osserviamo M. Verdoux restiamo infatti colpiti dal fatto che non ha nulla di eroico, nel senso corrente e cinematografico di questa parola: è un bravo impiegato (messo sul lastrico da una crisi economica), di modeste ambizioni, amante dell’ordine, del lavoro, della famiglia. Suona il piano (ha una predilezione per i pezzi d’effetto: Liszt), coltiva i fiori, rispetta gli animali e fa sane letture, come dimostrano le sue citazioni. Eppure questo modello di virtù civiche si rende responsabile di dodici omicidi, eseguiti con calma e diremo anche con una certa pulizia al solo scopo di assicurare l’agiatezza ai suoi “cari”. Dunque, per la prima volta, ci troviamo di fronte a un eroe che compie i suoi delitti non in nome della patria, dell’onore offeso, dell’espansione naturale, della passione, o del semplice instinto delinquenziale, ma che li compie per arrivare alla fine del mese. Con la speranza di potersi un giorno ritirare in campagna e godere con semplicità dei suoi accorti risparmi, amando la natura (è anche vegetariano), insegnando ai figlioli quelle regole del buon vivere che egli stima indispensabili per ottenere il rispetto e la stima del prossimo. M. Verdoux non è quindi un “mostro”, ma un uomo asolutamente normale, un antieroe, uno di quelli su

cui la società fa assegnamento per la sua difesa. Ebbene, avverte Charlot, fate attenzione che questo pilastrino della società comincia a tarlarsi, l’uomo medio sta diventando il più pericoloso animale della creazione. Il mondo “è diventato una giungla”, e M. Verdoux farà il selvaggio in finanziera, il buon selvaggio di Rousseau, che deve pur vivere e non sarà certo il primo lui a soccombere, perché conosce i trucchi, sa dominare i sentimenti, ha imparato a credere soltanto in se stesso. Che poi M. Verdoux tenti in tribunale la sua difesa, appellandosi alle stragi legali e dicendosi un povero dilettante appetto ai professionisti che scatenano le guerre, questo è il suo punto debole, il suo argomento qualunquista. Avrebbe potuto cavarsela molto meglio con uno scherzo, oppure ammonendo i signori che certe cose non si spiegano, ma si sentono. La verità che Charlot vuol fare emergere dalla sua storia è soprattutto questa: che l’omicidio è ormai un lavoro come un altro. Pertanto M. Verdoux si ammazza di fatica a inseguire vedove, a predisporre matrimoni, a consultare orari delle ferrovie e listini di Borsa. Passa la sua giornata da notai, legali e mediatori, correndo da un capo all’altro della città, salendo scale, rispondendo al telefono, aprendo e chiudendo porte, senza mai un attimo di sosta. A forza di star solo ha imparato a parlar da solo, ad alta voce. Quando l’agente di Borsa lo avverte che le sue azioni crollano e che ha bisogno di soldi, il povero Verdoux sfoglia il taccuino delle mogli in cerca della prossima vittima e mormora: mio Dio, mio Dio. Allora sentiamo davvero pena e solidarietà per questa brava persona, costretta a un lavoro così legato all’imprevisto, un lavoro in cui Dio entra come esclamativo. Qualche volta, ma di rado, Verdoux va a trovare la famiglia: sono attimi di pace, si leva persino le scarpe, mette le pantofole, legge il giornale, vede un paio di amici. Ma il resto del tempo è un inferno, perché le sue vittime hanno la tendenza a non lasciarsi ammazzare facilmente. E si aggiunga che egli le detesta, le sue vittime. Ora, che questa tragedia possa muovere il riso, che la costruzione dei caratteri e delle scene sia così perfetta da muovere sempre il riso, ma anche la commozione è un segno che ci troviamo non di fronte a un semplice film comico, ma a uno di quei capolavori in cui tutto porta il marchio così semplice e raro del genio. E gli applausi degli spettatori romani volevano proprio dire questo.» (Bentornato M. Verdoux, in «Il Mondo», anno III, n. 39, 29 settembre 1951)

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RISTORO//a tavola/a pranzo e cena

FIASCHETTERIA BELTRAMME Circondata com’è dalle vetrine scintillanti della moda e da locali anonimi pronti a sfamare col microonde le frotte di russi e giapponesi in transito, si fatica a scorgere la bella insegna della storica Fiaschetteria Beltramme, al numero 39 di via della Croce. Aperta nel 1886 da Beltramme Moscardini, sceso da Siena in cerca di fortuna, la Fiaschetteria si trova a poche centinaia di metri da piazza di Spagna e propone una cucina tenacemente ancorata ai piatti della tradizione romana. L’interno è lungo e stretto, con due file di tavoli dove si mangia tutti assieme e un altro tavolo in fondo al locale, vicino al bel bancone in pietra e all’antica cassa, solitamente destinato ai clienti più affezionati. Quando a Roma la creatività era di casa, proprio a quel tavolo il pittore Maccari, in attesa del pranzo, disegnava schizzi sulla tovaglia di carta, mentre Mario Soldati, accompagnato dal suo mezzo litro di rosso, monopolizzava l’attenzione con i suoi racconti. E sempre a quel tavolo Ennio Flaiano ideava insieme a Fellini le sceneggiature de “La Dolce Vita” e di “Otto e mezzo”, dispensando i suoi aforismi caustici e pungenti. Altri tempi, altri uomini. I tanti quadri appesi alle pareti sono lì per ricordarli, facendoceli acutamente rimpiangere. Coraggio, il meglio è passato. 42

RISTORO//a tavola/a pranzo e cena


centro storico AlchemillA. Percorso culinario di 7/9 portate a prezzo fisso con le quali lo chef scompone e rinnova i migliori piatti della tradizione romana, e non solo. Via di San Giovanni in Laterano 220, tel. 06.77203202. Chiuso domenica. Angolo Divino. Cucina romana, internazionale. Un luogo dove combinare buoni vini, grappe e distillati con una cucina sofisticata e in linea con i principi dello slow food. Via dei Balestrari 12, tel. 06.6864413. Chiuso lunedì a cena. AnticA FocAcceriA SAn FrAnceSco. Qui troverete tutte le prelibatezze del cosiddetto “cibo di strada” palermitano, dalle panelle di farina di ceci agli sfincioni con l’origano, dalle arancine di riso alle cassatine e alle altre numerose delizie che offre la cucina siciliana. Piazza della Torretta 38, tel. 06.68308297. Chiuso a cena domenica e lunedì. BAFFetto. Storica pizzeria nel cuore di Roma che serve le pizze basse e scrocchiarelle nei tradizionali piatti di latta. Via del Governo vecchio 114, tel. 06.6861617. Sempre aperto (solo la sera). DA Domenico. Specialità di pesce. A due passi dalla magnifica basilica di San Clemente, il locale offre i migliori piatti della tradizione romana. Via di San Giovanni in Laterano 134, tel. 06.77590225. Chiuso domenica a cena e lunedì. DAl BologneSe. Uno dei ristoranti più rinomati della città dove è possibile gustare le ricette della cucina emiliana con una superba vista su Piazza del Popolo. P.za del Popolo 2, tel. 06.3611426. Chiuso a pranzo lunedì e martedì. hASekurA. A pochi passi dal Colosseo, cucina tradizionale giapponese in un ambiente gradevole e accogliente. Il menu, fisso a pranzo, offre ottime pietanze oltre al classico sushi. Via dei Serpenti 27, tel. 06.483648. Chiuso domenica e lunedì a pranzo. il Bocconcino. Cucina romana. Il menu, che cambia in base ai prodotti di stagione, è realizzato con prodotti laziali spesso provenienti da presidi slow food. Via Ostilia 23, tel. 06.77079175. Chiuso mercoledì. il DeSiDerio preSo per lA coDA. Dal nome “rubato” a una commedia di Picasso, questo ristorante a conduzione familiare propone da quasi trent’anni i piatti tipici della cucina romana. Vicolo della Palomba 23, tel. 06.68307522. Chiuso sabato a pranzo e domenica. il pentAgrAppolo. Enoteca e music bar al Colosseo. Il locale dispone di un’ampia selezione di vini e propone un menu giornaliero a base di piatti semplici e gustosi che vengono realizzati con materie prime di alta qualità. Musica dal vivo nel fine settimana e tutti i giorni aperitivo. Via Celimontana 21 tel. 06.7096301. Chiuso il lunedì. l’ASino D’oro. Una cucina originale e curata in ogni minimo dettaglio. A pranzo è possibile scegliere la formula “pranzetto”, che garantisce un conto leggero senza rinunciare alle creazioni della fantasia dello chef. Via del Boschetto 73, tel. 06.48913832. Chiuso domenica e lunedì. open BAlADin. Ampia selezione di birre ar-

tigianali italiane accompagnate da un menu curato. Da provare gli hamburger di carne piemontese. Presidio slow food. Via degli Specchi 6, tel. 06.6838989. Sempre aperto. tempio Di iSiDe. Ristorante imperdibile per gli amanti delle specialità di pesce. Si consiglia la prenotazione. Via Pietro Verri, tel. 06.7004741. Chiuso domenica. thien kim. Cucina vietnamita. La famiglia che gestisce questo bel ristorante da oltre trent’anni propone i migliori piatti della cucina orientale. Via Giulia 201, tel. 06.68307832. Chiuso domenica. trAttoriA cADornA. Piatti tradizionali della cucina romana in questo caratteristico ristorante a conduzione familiare. Ottimo rapporto qualità-prezzo. Via Raffaele Cadorna 12, tel. 06.4827061. Chiuso il sabato e a pranzo la domenica. vecchiA romA. Ristorante dall’ambiente suggestivo, con sale affrescate e veranda su Piazza Campitelli. Il menu è una rivisitazione della cucina tradizionale romana. Piazza di Campitelli 18, tel. 06.56470282. Chiuso domenica a cena.

testaccio, trastevere AkropoliS. Piccolo ristorante nel cuore di Trastevere che offre i piatti della cucina greca a prezzi molto convenienti. Via di San Francesco a Ripa 103, tel. 06.58332600. Chiuso lunedì.

> Al cAllArello. Nella suggestiva cornice di San Saba, cucina tradizionale sempre fresca e ottimo pesce. Dolci fatti in casa. Comodo parcheggio e posti all’aperto nella bella stagione. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Salvator Rosa 8, tel. 06.5747575. Chiuso domenica.

Testaccio, da provare e riprovare nonostante l’inevitabile fila. Piazza di Santa Maria Liberatrice 44, tel. 06.5746270. Chiuso domenica. DAr poetA. In questa rinomata pizzeria di Trastevere la pizza viene fatta con un impasto molto particolare a base di farina di frumento e di soia integrale che rende il prodotto finale, oltre che gustoso, leggero e digeribile. Vicolo del Bologna 45, tel. 06.5880516. Sempre aperto. Felice. Cucina romana. I primi sono sempre ottimi, le porzioni abbondanti e i dolci, tutti rigorosamente fatti in casa, deliziosi. È consigliata la prenotazione. Via Mastro Giorgio 29, tel. 06.5746800. Sempre aperto. FlAvio Al velAvevoDetto. Cucina romana. Via di Monte Testaccio 97, tel. 06.5744194. Sempre aperto.

> JunSei. Sushi di qualità nel cuore di Testaccio. Sconto del 10% a pasto per i lettori di Romoletto. Via Galvani 69, tel. 06.5754012. Chiuso domenica. > ketumBAr. Piatti sempre freschi e

di stagione e una selezionata carta dei vini caratterizzano la cucina di questo ristorante - lounge bar situato nel cuore della movida di Testaccio. La domenica sfizioso brunch a base di prodotti naturali e bio. Attrezzato con sale per bambini con assistente. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Galvani 24, tel. 06.57305338. Sempre aperto.

> oASi DellA BirrA. Cucina romana. Caratteristico ristorante nel cuore di Testaccio dai muri in pietra e i tavolini in legno. Aperto anche per l’aperitivo a buffet. Birre artigianali a profusione. Sconto del 10% a pranzo e a cena per i lettori di Romo-

letto. Piazza Testaccio 38, tel. 06.5746122. Sempre aperto. oSteriA lA genSolA. Cucina romana, specialità di pesce. Piazza della Gensola 15, tel. 06.58332758. Sempre aperto.

> roADhouSe grill. Carne alla griglia a prezzi contenuti in prossimità del nuovo mercato comunale di Testaccio. Aperitivo o digestivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Galvani 71, tel. 06.5744696. Sempre aperto.

pigneto, san lorenzo, esquilino DA FrAnco Ar vicoletto. Situata nel cuore di San Lorenzo, questa trattoria rappresenta un’ottima soluzione per mangiare pesce di qualità a prezzi accessibili. Via dei Falisci 1, tel. 06.4957675. Chiuso lunedì. DAnilo. Cucina romana. Locale a gestione familiare, intimo e accogliente. Da segnalare la carbonara preparata secondo la migliore tradizione e le orecchiette “alla Danilo”. Via Petrarca 13, tel. 06.77200111. Chiuso domenica e lunedì a pranzo. FormulA 1. Pizzeria storica del quartiere San lorenzo. Via degli Equi 13, tel. 06.4453866. Chiuso domenica. grAppolo D’oro. Aperta fin dal dopoguerra, questa storica osteria offre una prima scelta dei migliori piatti della nostra cucina in un’atmosfera calda e accogliente. Via Palestro 4, tel. 06.4941441. Chiuso sabato a pranzo e domenica.

AnticA FocAcceriA SAn FrAnceSco. Dalla colazione al dopo cena, qui troverete tutte le prelibatezze del cosidetto “cibo di strada” palermitano. Piazza san Giovanni della Malva 14, tel. 06.5819503. Sempre aperto. cAve cAnem. Situato nel cuore di Trastevere, il locale offre pizze basse e croccanti e i piatti tipici della cucina romana. Da provare le patate farcite con i diversi ripieni. Piazza di San Calisto, tel. 06.5898217. Sempre aperto. conteStAccio. Cucina aperta fino a tarda notte. In questo ristorante e music club è anche possibile fare l’aperitivo. Via di Monte Testaccio 30, tel. 06.5743816. Sempre aperto.

> court DelicAti. Specialità cantonesi e sezuchuan, con interessanti incursioni nella cucina malese e thai. Consigliata la prenotazione. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Viale Aventino 39, tel.065746108. Chiuso lunedì. > DA BucAtino. Nel rione Testaccio, gli antichi sapori della tradizione in un locale intriso di romanità. Aperitivo o digestivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Luca Della Robbia 84, tel. 06.5746886. Chiuso lunedì.

> DA oio A cASA miA. Ristorante-pizzeria a gestione familiare dove gustare i sapori veraci della cucina romana in un ambiente caldo e accogliente. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Galvani 43, tel. 06.5782680. Sempre aperto. DA remo. Una delle pizzerie più famose di 43


RISTORO//a tavola/a pranzo e cena mAcro 138. Cucina creativa e romana. Via Nizza 138, tel. 06.8548274. Chiuso domenica a cena e lunedì.

> mAeStrAle. Nel cuore del quartiere

Africano, un approdo sicuro per gli amanti del pesce. Ambienti curati ed eleganti, ideali per organizzare feste, cerimonie e incontri di lavoro. Ottimi gli antipasti crudi e la selezione di vini. Aperitivo gratis e sconto del 10% sul menu alla carta per i lettori di Romoletto. Piazza Elio Callistio 5, tel. 06.86391914. Sempre aperto. mAmmA AngelinA. Cibo di qualità, buona carta dei vini e convenienza economica: tutto si coniuga bene in questo ristorante del quartiere Africano. Viale Arrigo Boito 65, tel. 06.8608928. Chiuso mercoledì. numBS. Cucina mediterranea. Buono anche per colazioni e aperitivi. Corso Trieste 150/b, tel. 06.93931764. Sempre aperto. SAhArA. Ottimo ristorante eritreo. Viale Ippocrate 43, tel. 06.44242583. Chiuso mercoledì.

Due Aperitivi A 10 euro per i lettori Di romoletto hAng Zhou. Uno dei migliori ristoranti cinesi della Capitale trasferitosi di recente nella nuova sede. Via Principe Eugenio 82, tel. 06.4872732. Sempre aperto. il tiASo. Book bar con tavolini all’aperto. Qui troverete un’ ottima scelta di vini e gustosi assaggi di salumi e formaggi. Sempre gradevole la selezione musicale proposta dai proprietari. Via Ascoli Piceno 20, tel. 06.45474625. Sempre aperto. l’economicA. Pizzeria storica da sempre frequentata dagli studenti della vicina università. Via Tiburtina 44, tel. 335.6181970. Sempre aperto. lo Yeti. Book bar che offre cibi e specialità equo-solidali. Nel menu molto curato i prodotti biologici e artigianali sono accompagnati da una buona carta dei vini. Via Perugia 4, tel. 06.7025633. Chiuso lunedì. necci DAl 1924. Il piccolo bar di quartiere frequentato un tempo da Pasolini si è trasformato in un affermato locale che dalla mattina fino a notte inoltrata offre un servizio di ristorazione di qualità. Via Fanfulla da Lodi 68, tel. 06.97601552. Sempre aperto. ottAvio. Uno dei più famosi ristoranti di pesce a Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni. Si consiglia la prenotazione. Via di Santa Croce in Gerusalemme 9, tel. 06.7020520. Chiuso domenica. pommiDoro. Nel cuore di San Lorenzo, la buona cucina romana della tradizione. Piazza dei Sanniti 44, tel. 06.4452692. Chiuso domenica. porcA vAccA. Griglia a vista e possibilità di scegliere la carne direttamente dal bancone. Il locale offre anche piatti della tradizione romana e una vasta selezione di pizze. Via dei Sabelli 99, tel. 06.44361167. Sempre aperto. primo. Partendo dai sapori classici della cucina mediterranea il locale propone piatti ricercati. Via del Pigneto 46, tel. 06.7013827. Chiuso lunedì. tiger tAnDoori. Tra locandine di Bollywood e tavoli multicolore qui potrete provare i migliori piatti della cucina indiana, di-

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sponibili anche in servizio take away. Via del Pigneto 193, tel. 06.97610172. Aperto solo a cena, anche a pranzo il sabato e la domenica. trAm trAm. Cucina romana. Via dei Reti 46, tel. 06.490416. Chiuso lunedì. trAttoriA monti. Trattoria a conduzione familiare dove gustare i più buoni piatti della cucina marchigiana. Via di San Vito 13, tel. 06.4466573. Chiuso lunedì e domenica a cena. ZenoBiA. Specialità della cucina siriana e libanese. Piazza Dante 23, tel. 06.70490488. Sempre aperto.

> YAkiniku. Cucina giapponese. Un sake in omaggio per i lettori di Romoletto. Via del Pigneto 207, tel. 06.98937730.

nomentano, trieste BiStro BY linDA. Cucina tex-mex e specialità messicane. Una buona selezione di birre e di tequila accompagna le pietanze. Via Eleonora d’Arborea 15, tel. 06.44244889. Chiuso lunedì.

>cotton cluB. Musica jazz e cuci-

na internazionale in un locale accogliente e ricercato. Caffè a fine pasto in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Bellinzona 2, tel. 06.97615246. Aperto giovedì, venerdì e sabato. D’orio. Piccola enoteca a conduzione familiare dove è possibile gustare specialità a base di carne e di pesce e ottimi dolci. Piazza Regina Margherita 9, tel. 06.44250905. Chiuso domenica. gAuDì. Pizzeria e griglieria. Via Ruggero Giovannelli 8, tel. 06.8845451. Chiuso a pranzo sabato e domenica. hAruSAki. Cucina giapponese. Menu alla carta oppure opzione “all you can eat” sia a pranzo che a cena. Via Cremona 42, tel. 06.44236920. Chiuso a pranzo domenica e lunedì. le FineStre. Specialità di carne. Anche pizzeria. Via Chiana 80, tel. 06.8551076. Sempre aperto.

SenBA. Ristorante giapponese che offre, oltre al menu alla carta, anche la possibilità di un menu “all you can eat” a prezzo fisso. Via Padova 55, tel. 06.31050875. Sempre aperto.

prime. In un unico locale un perfetto mix di singoli ambienti per ogni tipo di ristoro: bar, accogliente e ampio spazio per aperitivi e cocktail, sala ristorante e giardino esterno dove ascoltare buona musica. Piazza Euclide 34D, tel. 06.80691699. Chiuso sabato a pranzo e domenica a cena. tAle QuAle come l’orticA. Lo storico ristorante di via Flaminia ha cambiato sede ma è rimasto, appunto, “tale e quale”, con lo stesso proprietario Vittorio, che per anni ha deliziato i romani con i ricchi sapori della cucina partenopea. Parcheggio riservato. Via Archimede 80, tel. 06.3338709. Chiuso domenica.

> tAvernA pArioli. Cucina mediterranea. Locale grazioso e accogliente con una cucina semplice e saporita. 10% di sconto sul menu alla carta per i lettori di Romoletto. Via Carlo Allioni 1, tel. 06.80687370. Chiuso domenica. >trAttoriA FAuro. Storica trattoria dei Parioli dove è possibile mangiare del buon pesce a prezzi accessibili. 10% di sconto sul menu alla carta per i lettori di Romoletto. Via Ruggero Fauro 44, tel. 06.8083301. Chiuso domenica.

vigna clara, fleming flaminio, parioli >AmBASciAtA

D’ABruZZo. Cucina romana, abruzzese e specialità di pesce. Servizio di catering. 20% di sconto a pranzo e 10% a cena per i lettori di Romoletto. Via Pietro Tacchini 26, tel. 06.8078256.Sempre aperto. BuBi’S. Cucina creativa. Ristorante e spazio bar per la colazione o l’aperitivo. Via Giovanni Vincenzo Gravina 7, tel. 06.32600510. Chiuso domenica.

>cAFFÈ FontAnA:

Bar, tavola calda e laboratorio di pasticceria. Dalla colazione all’aperitivo in un unico accogliente locale. 10% di sconto sui corsi di cucina e pasticceria per i lettori di Romoletto. Via Flaminia 101, tel. 063208397. Chiuso la sera. cicciA BomBA Ai pArioli. Cucina romana e specialità di pesce. Via Ruggero Fauro 2, tel. 06.80692020. Chiuso domenica. il Buchetto. In questo piccolo locale è possibile gustare la classica pizza romana cotta con il forno a legna. I prezzi sono molto accessibili. Via Flaminia 119, tel. 06.3201707. Chiuso martedì e sabato e domenica a pranzo.

>lA ScAlA. Storico ristorante del quar-

tiere Parioli dove gustare in un ambiente familiare e accogliente i migliori piatti della cucina romana. In omaggio per i lettori di Romoletto biscotteria e vin santo/caffè. Viale dei Parioli 79D, tel. 06.8084463. Chiuso mercoledì. lo SgoBBone. Locale semplice e tranquillo dove assaporare i migliori piatti della tradizione. Da segnalare i “Rigatoni alla Sgobbona” (prosciutto, pomodoro e formaggio). Via dei Podesti 10, tel. 06.3232994. Chiuso domenica. pAgAromA. I piatti forti di questo ristorante sono sicuramente quelli a base di pesce, ma è gustoso anche il resto dell’offerta. Viale Bruno Buozzi 31, tel. 06.8070267. Chiuso domenica.

AcQuolinA. Specialità di pesce. Via A. Serra 60, tel. 06.3337192. Sempre aperto. AnticA trAttoriA pAllottA. Cucina romana. Piazzale di Ponte Milvio 22, tel. 06.3334245. Chiuso mercoledì. cime Di rApe. Cucina romana, mediterranea. Corso di Francia 205, tel. 06.36303752. Chiuso domenica. DulcAmArA. Cucina internazionale. Via Flaminia Vecchia 449, tel. 06.3332108. Sempre aperto. JAcini. Dalla colazione fino alla cena, in questo locale potrete consumare tutti i tipi di pasto. Piazza Stefano Jacini 19, tel. 06.36381581. Sempre aperto. lA cAmpAgnolA. Cucina romana, mediterranea. Via Flaminia Vecchia 863, tel. 06.33221975. lA normA. Cucina siciliana. Via Flaminia 732, tel. 06.3330210. Sempre aperto. locAnDA Al Fleming. Cucina creativa. Via Flaminia Vecchia 650, tel. 06.33221991. Chiuso sabato a pranzo. rio norD. Churrascheria brasiliana nella quale è possibile gustare anche piatti della tradizione romana e la pizza cotta a legna. Via Cassia 340, tel. 06.33429818. Sempre aperto. un 2 tre. Cucina romana. Piazza Monteleone di Spoleto 11, tel. 06.97275044. Chiuso domenica.

prati AriAn. Ristorante iraniano che il venerdì e il sabato unisce al menu tradizionale persiano un caratteristico spettacolo di danza del ventre. Via Tacito 54, tel. 06.45441122. Chiuso domenica.

>Art StuDio cAFé. Corsi di cucina, lin-

gue e mosaico, laboratori d’arte e tante altre belle iniziative in un delizioso caffé che offre anche spuntini e aperitivi. Due aperitivi a 10


euro per i lettori di Romoletto. Via dei Gracchi 187, tel. 06.32609104. Sempre aperto.

lità di carne. Circonvallazione Aurelia 11, tel. 06.66032638. Sempre aperto.

cAcio e pepe. Ottima cucina, porzioni generose e buon rapporto qualità-prezzo. Via Giuseppe Avezzana 11, tel. 06.3217268. Chiuso sabato a cena e domenica.

i QuAttro mori. Cucina sarda. Porzioni abbondanti e buon rapporto qualità prezzo in questa trattoria a due passi da San Pietro. Via delle Fornaci 8, tel. 06.6390195. Sempre aperto.

DA Benito e gilBerto. Ottima la cucina marinara di questo piccolo ristorante a conduzione familiare. Via del Falco 19, tel. 06.6867769. Chiuso domenica e lunedì.

> FA-Bio. Cucina creativa e vegetaria-

na. Possibile gustare ottimi frullati, panini, piatti vegetariani e altri prodotti rigorosamente biologici. Ideale per una pausa veloce. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Germanico 43, tel. 06.64525810. Chiuso sabato a cena e domenica. il SorpASSo. Cucina mediterranea. Accanto ad una nutrita carta di vini delle migliori etichette, in questa enoteca-ristorante troverete una gustosa selezione di salumi e formaggi. Via Properzio 31, tel. 06.89024554. Chiuso il sabato e domenica a pranzo. l’Archetto. Ambiente tranquillo e familiare dove mangiare buoni fritti e ottime pizze alla romana. Via Germanico 105, tel. 06.3231163. Chiuso il sabato e domenica a pranzo. lA prAtolinA. Qui si possono provare ben 37 tipi di pizza differenti, chiamate “pinse” per il particolare impasto a lunga lievitazione che le rende digeribili e leggere. Buoni anche i dolci di produzione propria. Via degli Scipioni 248, tel. 06.36004409. Chiuso domenica. micci. La cucina propone i principali piatti della tradizione romana con un occhio alla cucina d’oltralpe. Da non perdere la zuppa di arzilla e broccoli e la soupe à l’onion. La cantina è fornita di ottime etichette regionali. Via Andrea Doria 55, tel. 06.39733208. Chiuso lunedì. oSteriA centouno. Sapori mediterranei con un pizzico di fantasia e ingredienti sempre freschi. Buona la scelta dei vini. Via Fabio Massimo 101, tel. 06.3235790. Chiuso sabato a pranzo e la domenica. oSteriA Dell’Angelo. Sapori tipici della cucina romana e ottimi piatti di carne alla brace. Una buona soluzione per coniugare buona cucina e prezzi accessibili. Via Giovanni Bettolo 24, tel. 06.3729470. Chiuso sabato e a pranzo domenica e lunedì. piero e FrAnceSco. L’offerta del menu di pesce di questo ristorante cambia giornalmente a garanzia di prodotti sempre freschi e genuini. Via Fabio Massimo 75, tel. 06.3200444. Sempre aperto. Zen. Elegante ristorante dove è possibile gustare una vasta scelta di piatti tipici giapponesi. Via degli Scipioni 243, tel. 06.3213420. Chiuso sabato a pranzo e lunedì.

aurelio cAnne Al vento. Menu interamente dedicato ai piatti della tradizione sarda. Via della Madonna del Riposo 124, tel. 06.6629727. Chiuso il lunedì. DivinpeccAto. Una cucina che mescola i sapori mediterranei alla creatività dello chef e a una buona selezione di vini. Piazza della Rovere 84, tel. 06.97605991. Chiuso martedì. Ferro e ghiSA. Cucina siciliana e specia-

lA nocettA. Cucina mediterranea, specialità di pesce. Via Aurelia Antica 378, tel. 06.6623853. Chiuso mercoledì. lA vittoriA. i sapori del Mediterraneo e gustosi piatti della tradizione romana contraddistinguono questo ristorante a due passi dalla basilica di San Pietro. Via delle Fornaci 15, tel. 06.631858. Chiuso martedì. nAgoYA. Cucina giapponese. Via della Madonna del Riposo 145, tel. 06.6632821. Sempre aperto. omBre e cicheti. Specialità della cucina veneziana, per originali aperitivi e ottime cene. Via del Lago Terrione, tel. 06.633280. Chiuso domenica. oSteriA Dei ponteFici. Locale a conduzione familiare dove assaporare i piatti classici della cucina romana e italiana. Piazzale Gregorio VII 53, tel. 06.635206. trAttoriA SorA piA. Specialità di pesce. Via Aurelia 426, tel. 06.6626112. Chiuso domenica.

monteverde 360° SuD. Aperitivi equi e solidali. Via Antonio Toscani 11, tel. 06.45494816. Chiuso domenica. Al cASAletto. Oltre al menu ricercato, questo locale offre la possibilità di gustare la “pinsa”, antica focaccia di ricetta romana preparata con farro. Piazza del Sacro Cuore, tel. 06.58204842. Chiuso lunedì. AnticA SchiAcciAtA romAnA. Oltrealla tradizionale “pinsa” romana, ottimi antipasti a base di salumi e formaggi e dolci artigianali. Via Folco Portinari 38, tel. 06.536112. Sempre aperto. Antico Arco. Cucina romana. Menu ricercato e cura del dettaglio caratterizzano questo ristorante.Piazzale Aurelio 7, tel. 06.5815274. Sempre aperto.

lunedì a pranzo. meZé BiStrot. Cucina mediorentale e tradizionale romana. Via di Monte Verde 9, tel. 06.58204749. Chiuso domenica e lunedì a pranzo.

> oFFicinA cucinA BiStrot. Cucina tradizionale ravvivata dagli spunti creativi dello chef Roberto Sponsali. Ogni 40 giorni nuovi piatti da scoprire. Buona scelta di vini. Martedì e mercoledì 10% di sconto per i lettori di Romoletto. Via A. Gandiglio 97/99, tel. 06.45494502. Aperto solo a cena, la domenica anche a pranzo. Chiuso lunedì. SukhothAi. Cucina thailandese. Via Andrea Busiri Vici 48, tel. 06.55263993. Chiuso martedì. trAttoriA Del peSce. Buon rapporto qualità prezzo per un piccolo ristorante di pesce sempre freschissimo. Via Folco Portinari 27, tel. 06.95945393. Chiuso lunedì.

garbatella, ostiense >Al

BionDo tevere. Aperto nel 1914, questo locale a conduzione familiare resta ancora oggi una tra le più note trattorie romane. Circondati dalle foto di Anna Magnani e dei tanti altri grandi artisti e intellettuali che si sono seduti ai suoi tavoli con vista sul Tevere, qui potrete mangiare della buona pizza e i migliori piatti della tradizione, per un conto senza sorprese. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Ostiense 178, Tel.06.5741172. Chiuso martedì. Al peperoncino. Menu con vasta scelta di cibi, dalle pizze alle specialità calabresi. Ampia veranda esterna riscaldata durante l’inverno. Da provare le tipiche “bombe” calabresi, piccoli panini fritti ripieni di salumi. Via Ostiense 369, tel. 06.5410192. Sempre aperto. cAcio e cocci. Cucina romana. Via del Gazometro 36, tel. 06.5746419. Chiuso domenica. er pAnonto. Frequentatissima pizzeria con ampio spazio esterno. Dai due forni a legna escono a getto continuo ottime pizze alla romana, accompagnate da un ricco

buffet di antipasti freddi. Via Enrico Cravero 10, tel. 06.5135022. Chiuso mercoledì. hoStAriA DAl gArBAnte. Specialità di pesce. Piazza Attilio Pecile 54, tel. 06.5755378. le BiStrot. Specialità vegetariane, cucina creativa e francese. Via delle Sette Chiese, 160, tel. 06.5128991. Chiuso sabato a pranzo, domenica e festivi. l’incontro. Accogliente ristorante in cui si possono gustare le specialità marinare. Imperdibili i dolci della costiera amalfitana, elencati con maestria dal gestore: tutti da assaggiare. Via delle Sette Chiese 188, tel. 06.5134801. Chiuso domenica. li ScAlini De mAriSA. Ambiente familiare che offre i piatti tipici della cucina romana. Via Roberto De Nobili 17, tel. 06.51601969. Chiuso domenica. oSteriA DAr pergolo. Cucina romana. Via Ostiense 179, tel. 06.5742306. Chiuso lunedì a cena. pout pourri. In questo ristorante dall’atmosfera popolare si possono gustare alcune specialità della cucina araba come gli ottimi felafel e il couscous di carne o pesce. Buone anche le pizze. Via Roberto De Nobili 9, tel. 06.5133312. Chiuso lunedì. SAkAnA SuShi. Cucina giapponese. Via del Gazometro 54, tel. 06.5744958. Sempre aperto. tAnto pe’ mAgnA’. Trattoria romana aperta a pranzo e a cena. Cucina casereccia con ingredienti selezionati a prezzi convenienti. Via Giustino De Jacobis 9, tel. 06.51607422. Sempre aperto.

eur, colombo ‘o mASto. Il menu offre diverse specialità della cucina partenopea. Le pizze possono essere ordinate con la base sottile, oppure con la classica base “napoletana”. Consigliato per famiglie e gruppi numerosi. Largo Carlo Salinari 8, tel. 06.5413448. Chiuso lunedì. cASA novecento. Pizzeria, cucina creativa e romana. Piazza Guglielmo Marconi 32, tel. 06.54226011. Sempre aperto.

BArrili 66. Un piccolo locale che propone cucina Kosher, mescolandola alla tradizione romana e ai sapori mediorientali. Via Anton Giulio Barrili, tel. 06.58364414. Chiuso venerdì a cena e sabato a pranzo. BiStrot Biologico. Situato nella riserva naturale della Valle dei Casali, il bistrot utilizza solo prodotti bio, di stagione e a filiera corta. Via del Casaletto 400, tel. 06.45476909. Chiuso lunedì. cheeSe AnD cheerS. Menu curato e ottima selezione di birre, vini e distillati. Via Paola Falconieri 47, tel. 06.96039525. Chiuso domenica. DA ceSAre. Una cucina casalinga e un ambiente semplice accompagnano un ottimo menu ispirato alla tradizione romana. Da provare gli antipasti. Via del Casaletto 45, tel. 06.536015. Chiuso mercoledì. himAlAYA pAlAce. Cucina indiana. E’ possibile scegliere menu fissi a base di carne, pesce, o vegetariani. Circonvallazione Gianicolense 277, tel. 06.5826001. Chiuso

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RISTORO//a tavola/a pranzo e cena lA tellinA. Specialità di pesce con abbinamento di crudi e cotti ricercati e sorprendenti. In alternativa anche una degustazione completa con antipasti misti di mare e primi piatti a scelta. Ogni domenica a partire dalle 19 apericena con cocktail, musica e un ricco buffet. Via Amiterno 60, tel. 06.96040184. Sempre aperto pranzo e cena.

DA vittorio. Trattoria di vecchio stampo nel cuore della Montagnola. Via Mario Musco 29, tel. 06.5408272. Chiuso domenica. DAl pAnnocchiA. Pizzeria e cucina romana. Via Fiume Giallo 413, tel. 06.52378057. Sempre aperto.

> hokkAiDou.

Cucina giapponese. In un ambiente elegante e raffinato, menu a prezzo fisso senza limiti, bevande escluse. Aperitivo e digestivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Laurentina 15, tel. 06.5410202. Sempre aperto.

> kYo. Cucina giapponese di qualità

a prezzi accessibili e cuoco acrobatico che intrattiene i clienti con funamboliche evoluzioni ai fornelli. Un antipasto in omaggio per i lettori di Romoletto. P.le Ardigò 33, tel. 06.59603470. Sempre aperto.

>lA roSA roSSA. Ampio locale in zona Montagnola dove è possibile mangiare i piatti classici della cucina mediterranea e buone pizze. Il servizio veloce e i prezzi contenuti lo rendono assolutamente consigliabile anche per la pausa pranzo. Caffè e digestivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via dei Georgofili 77-81, tel. 06.5134912 Chiuso sabato a pranzo e domenica. lA tAvernA Del porto. Cucina mediterranea. Viale della Civiltà del Lavoro 94, tel. 06.54210181. Sempre aperto.

> mAcinAnti.

Pizzeria e griglieria. Locale a gestione familiare dove gustare una cucina leggera e creativa in un ambiente caldo e accogliente. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Elio Vittorini 45, tel. 06.5010222. Chiuso domenica.

> oreZero. Specialità di carne e di pesce, pizzeria. Servizio rapido e prezzi contenuti non vanno a discapito della qualità in questo locale della Montagnola. Perfetto in orario di ufficio per la pausa pranzo. Aperitivo in omaggio per i lettori di Romoletto. P.le Ardigò 13/16, tel. 06.83661880. Chiuso domenica.

>ShAngri lA corSetti. In un ambiente elegante e raffinato potrete gustare 46

ottime specialità di pesce e i migliori piatti della cucina romana e internazionale. Consigliato per ricevimenti e occasioni speciali, il ristorante dispone anche di una sala fumatori e di un bel parco con piscina. Aperitivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Viale Algeria 141, tel. 06.5918861. Sempre aperto.

appia, tuscolana > Al grottino. Ottima selezione di

birre per accompagnare un’ampia varietà di pizze: dalle più classiche a quelle realizzate “su misura” con gli ingredienti scelti dal cliente. Un flute di birra “blanche” come aperitivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Orvieto 6, tel. 06.7024440. Chiuso il mercoledì.

> cru.Dop. Specialità di pesce e cuci-

l’Angolo romAno. Pizzeria, cucina romana e specialità di carne. Via delle Giunchiglie 55, tel. 06.24407769. Chiuso martedì.

> locAnDA Dei girASoli. Situato in un casaletto rustico con giardino, questo ristorante gestito dalla cooperativa sociale “I girasoli” è pensato per favorire l’integrazione delle persone affette dalla sindrome di Down. Specialità sarde e un’ottima pizza caratterizzano il menu insieme a una buona scelta di dolci artigianali. Bruschetta in omaggio per i lettori di Romoletto. Via dei Sulpici 117, tel. 06.7610194. Chiuso lunedì.

mAngiAnApoli. Pizzeria e cucina campana. Viale Agosta 39, tel. 06.2156785. Sempre aperto.

mekong. Lo chef di questo ristorante ha selezionato i migliori piatti della cucina vietnamita e le mille salse dai nomi impossibili con cui insaporirli. Da provare. Via Enea 56, tel. 06.7825247. Chiuso martedì a pranzo.

tate e guanciale, involtini di melanzane e provola, insalata di carciofi crudi con limone e pecorino: gli antipasti costituiscono il punto di forza di questa trattoria di Centocelle. Buono anche il resto del menu ispirato alla cucina casereccia romana. Dessert in omaggio per i lettori di Romoletto. Via delle Acacie 122, tel. 06.21803236. Chiuso lunedì.

> mithoS tAvernA Dell’AllegriA. Menu semplice e curato a base di piatti della tradizione riproposti in chiave innovativa. Ottimi i dolci realizzati con prodotti bio. Martedì e mercoledì 10% di sconto per i lettori di Romoletto. Via Benedetto Varchi 3, tel. 067840034. Chiuso il lunedì. > piZZA

Al tAglio. Una palapizza 50x30 cm, due gusti 7€. Una palapizza 1 metro x30 cm 12€. Consegne a domicilio gratuite per ordini superiori a 15€. Per ogni pala di pizza due supplì in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Licinio Murena 78/80, tel. 06.95945044. Sempre aperto.

oSteriA Del veloDromo vecchio. Cucina della tradizione romanesca realizzata con prodotti di stagione e biologici. Via Genzano 139, tel. 06.7886793. Chiuso domenica. trAttoriA priScillA. Ricavata da una vecchia “posta” del Cinquecento, nella splendida cornice del Parco dell’Appia Antica, da oltre 100 anni questa storica trattoria offre i migliori piatti della tradizione romana. Da non perdere i tonnarelli cacio e pepe e la punta di vitello alla fornara con patate arrosto. Via Appia Antica 68, tel. 06.5136379. Chiuso domenica a cena.

na creativa. Ottime crudità di pesce e selezione di salumi e formaggi. Dolce in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Tuscolana 898, tel. 06.76909916. Chiuso lunedì.

prenestina, casilina

grAnDmA BiStrot. cucina romana rivisitata e ottima scelta di vini a prezzi contenuti. Via dei Corneli, 25/27, tel. 377.2649540. Chiuso martedì.

‘o Sole ‘e nApule. Pizze rigosamente napoletane e un’ampia scelta di fritti. Via Olevano Romano 67, tel. 06.2593617. Sempre aperto.

i vitelloni - ricomincioDAtre. Circondati da una simpatica cornice di richiami cinematografici, in questo ristorantepizzeria nel cuore del quartiere Appio-San Giovanni potrete gustare tenerissimi filetti, ottime bistecche alla fiorentina e tante altre varietà di carni rigorosamente cotte a vista alla brace e servite su pietra. Ricca anche la scelta di pizze romane e napoletane, supplì farciti e primi piatti. E per finire un vasto assortimento di dolci, tutti rigorosamente fatti in casa. Via Amiterno 42/52, tel. 06.77202770 - 06.7081150. Sempre aperto pranzo e cena.

ArAnciA Blu. Cucina vegetariana. Via Prenestina 396, tel. 06.4454105. Sempre aperto.

lA cApAgirA. Il menu offre piatti della tradizione pugliese e un’ottima selezione di vini e grappe. Da non perdere gli antipasti e il riso con patate e cozze. Via Voghera 12, tel. 06.7012811. Sempre aperto.

Viale della Stazione Prenestina 55, tel. 06.273767. Chiuso lunedì e da martedì a giovedì a pranzo.

oSteriA Bonelli. Cucina romana. Via dell’Acquedotto Alessandrino 172, tel. 329.8633077. Chiuso domenica. piZZeriA BiSteccheriA. Pizzeria e specialità di carne. Via dei Castani 33, tel. 06.2305149. Chiuso domenica a pranzo.

>Zio DAnte. Pasticcio di cicoria, pa-

tiburtina >Al pAchino. Piccolo e accogliente

locale di Pietralata dove gustare i migliori piatti della tradizione e una buona pizza cotta nel forno a legna. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via dei Durantini 288, tel. 06.4513440. Chiuso lunedì. BiSteAk. Cucina argentina, internazionale. Via di Pietralata 141, tel. 06.41792126. Sempre aperto. lAniFicio 159. Specialità di carne e di pesce. Via di Pietralata 159, tel. 06.4501384. Sempre aperto. locomotivA. Pizzeria e specialità di pesce. Via dei Monti Tiburtini 151, tel. 06.41732913. Sempre aperto. mAkoto. Ristorante giapponese con menu alla carta e menu no-limits a prezzo fisso. Via Beniamino De Ritis 10, tel. 06.4383754. Sempre aperto.

> ore DoDici. Un menu ricercato a

Betto e mArY. Cucina romana. Via dei Savorgnan 99, tel. 06.64771096. Chiuso domenica.

> DAll’Amicone. Servizio e cucina all’insegna della cortesia e della qualità con antipasti a buffet e un’ampia scelta di piatti di terra e di mare. Buone anche le pizze. Sconto del 10% per i lettori di Romoletto. Via Tor de’ Schiavi 117, tel. 06.2414667. Sempre aperto. DA peppe A tor cervArA. Cucina romana. Via di Tor Cervara 65, tel. 06.2294317. Chiuso domenica enQuAtASh. Cucina etiope, eritrea.

base di pesce per questo ristorante gestito da uno staff tutto al femminile. Aperto solo a pranzo. Calice di vino in omaggio per i lettori di Romoletto. Via di Salone 94, tel. 06.41404058. Chiuso sabato e domenica. pArco Dei pini. Pizzeria e specialità di carne. Via di Sant’Alessandro 354, tel. 06.41400822. Sempre aperto.

reginé romA. Pizzeria e cucina campana. Via Tiburtina 1000, tel. 06.4112855. Sempre aperto. Zighinì. Cucina africana, eritrea. Via dei Monti di Pietralata 43, tel. 06.4500308. Chiuso lunedì.

monte sacro, talenti, nuovo salario >A

moDo mio. In questo locale dall’atmosfera intima e accogliente il pesce è sempre fresco e scelto giornalmente. Sconto del 10% sul menu alla carta per i lettori di Romoletto. Via Conca d’Oro 74,


tel. 06.87189933. Aperto solo a cena. Chiuso il lunedì. AnticA hoStAriA Dei ghiottoni Cucina romana, pugliese. Via Petritoli, tel. 06.8813082. Chiuso domenica a cena e lunedì a cena.

> B-cool. Musica dal vivo, ambien-

tazione fantasy e buona cucina romana sono gli ingredienti di questo ristorante che funziona anche da pub, con un’accurata selezione di birre artigianali. Vedi box per la promozione. Via Val Chisone 3, tel. 347.5831407. Sempre aperto.

ampio spazio all’aperto e area giochi per i bambini. La cucina tradizionale rivisitata offre piatti sfiziosi. Via della Giustiniana 1012, tel. 06.45494122. Chiuso domenica a cena e lunedì. le grotte Di liviA. Cucina romana, specialità di carne. Piazza Saxa Rubra 9, tel. 06.33611253. Chiuso lunedì. liFe. Una pizzeria che usa prodotti rigorosamente biologici. Vi si possono gustare anche pietanze vegane, dalle pizze realizzate con farina di kamut, ai dolci. Via Cassia 701, tel. 06.33265318. Chiuso lunedì.

il pincetto. Pizzeria e cucina creativa. Vicolo dell’Acqua Paola, tel. 06.3052942. Chiuso martedì.

DeA Di romA. Pizzeria, cucina mediterranea, regionale e romana. Via Andrea Millevoi 49, tel. 06.51962801. Sempre aperto. il cASAle. Specialità di carne. Via del Colle di Mezzo 39, tel. 06.5042292. Sempre aperto.

balduina, monte mario

inkA’S grill. Il posto giusto per conoscere le specialità della cucina peruviana. Via del Forte Boccea 96, tel. 06.97270531. Chiuso mercoledì.

BioguSto. La cucina di questo ristorante utilizza solo prodotti biologici. L’atmosfera è semplice ma confortevole. Via Trionfale 9516, tel. 06.30683560. Sempre aperto.

l’AnticA torre. Pizzeria e cucina tipica. Locale ben curato e con un bel giardino. Via Pio IX 15, tel. 06.66017702. Sempre aperto a cena, anche a pranzo la domenica.

il cocomerino. Pizzeria e specialità di carne. Viale Cortina d’Ampezzo 379, tel. 06.35072818. Sempre aperto.

lA tAnA Der porpo. Specialità di pesce. Ingredienti freschissimi, tavoli all’aperto. Via di Boccea 1176, tel. 06.61597408. Chiuso lunedì.

el DuenDe. Cucina spagnola. Via di Valle Melaina 68, tel. 06.87194923. Sempre aperto.

mAmA’S. Pizzeria e cucina mediterranea. Via Bellagio 2, tel. 06.33614537. Chiuso sabato a pranzo e domenica a pranzo.

grAZiA DeleDDA. Elegante ristorante dove assaggiare prelibatezze di terra e di mare. Via di Sacco Pastore 14, tel. 06.8604333. Sempre aperto.

> kArAliS. Cucina sarda a prevalenza

marinara in un locale che ricrea l’ambiente e l’atmosfera di una nave da crociera. Aperitivo in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Carlo Lorenzini 71, tel. 06.822040. Chiuso lunedì.

lA piAZZettA Di monteSAcro. Cucina romana e specialità di carne. Via Nomentana Nuova 65, tel. 06.8184228. Chiuso sabato a pranzo. mAmutoneS. Cucina sarda. Piazza Monte Gennaro 29, tel. 06.8185237. Chiuso lunedì. piZZA e DolceZZe. Dopo le pizze, il piatto forte sono i dolci della casa. Ottimo rapporto qualità prezzo. Via Pian di Sco 54, tel. 06.8080057. Domenica aperto anche a pranzo. Chiuso lunedì. piZZAnDo grigliAnDo. Pizza rigorosamente napoletana e carni alla griglia. Piazzale Jonio 39, tel. 06.8106754. Sempre aperto.

cassia, flaminia AnticA oSteriA l’incAnnucciAtA. Tradizione e ispirazione personale nella cucina di questa antica osteria, con prodotti genuini e di prima scelta. Buono il rapporto qualità-prezzo. Via della Giustiniana 5, tel. 06.4542282. Chiuso domenica e lunedì a pranzo. DA BAFFone. Pizzeria e cucina mediterranea con ampio spazio all’aperto. Via Flaminia 976, tel. 06.3332428. Sempre aperto. FAttoriA Di clotilDe. Pizzeria e cucina romana. Via Cassia 1844, tel. 06.30895695. Sempre aperto. gli ulivi e il mAre. Pizzeria e cucina mediterranea. Via Cassia 2040, tel. 06.30880456. Sempre aperto. lA vergArA. Pizzeria e cucina romana. Via della Giustiniana 764, tel. 06.30365351. Chiuso domenica a cena e il martedì. le cicAle Di veio. Grande locale con un

hoStAriA er gAmBero rotto.Cucina romana. Via Garlasco 140, tel. 06.3096087. Chiuso domenica a cena, lunedì e martedì.

checco Dello ScApicollo. Grande locale con ampio giardino che offre un tradizionale menu a base di pesce, insieme a una buona scelta di pizze. Un’istituzione nel quartiere. Via dei Genieri 5, tel. 06.5018502. Chiuso lunedì.

il mAghetto. Pizzeria, cucina romana e specialità di pesce. Via del Castello di Porcareccia 8, tel. 06.61562671. Chiuso lunedì.

lo ScArABocchio. Cucina romana. Via della Giustiniana 87e, tel. 06.33614278. Sempre aperto.

cArpAccio. Buona cucina di mare a prezzi decisamente contenuti. Ottimi i carpacci. Amaretti caserecci a fine pasto per i lettori di Romoletto. Via Tina Pica 28, tel. 06.98184469. Chiuso la domenica a cena.

gAiA.Bio. Pizzeria e cucina creativa. Il regno del cibo biologico, con menu specifici anche per vegetariani e vegani. Sabato e domenica aperto anche a pranzo. Largo Guido Cencetti 13, tel. 06.35511307. Chiuso lunedì.

ardeatina, laurentina

ciopA Blu. La pizza classica napoletana, dalla base soffice e digeribile, realizzata anche in versioni “creative” dalle mani sapienti del Mastro pizzaiolo. Via Giunio Antonio Resti 49, tel. 06.5192275. Chiuso domenica e sabato a pranzo.

cucArA mAcArA. Cucina messicana. Viale Gottardo 85, tel. 06.82001871. Chiuso domenica.

> il

messicana, offerta di cibi preparati alla maniera precolombiana. Ampia selezione di rum e tequila. Via Giacinto De Vecchi Pieralice 34, tel. 06.631855. Sempre aperto.

il peperoncino DiSpettoSo. Piatti della cucina romana, carni alla griglia e una vasta scelta di condimenti per le pizze. Viale delle Medaglie d’Oro 158, tel. 06.35498451. Sempre aperto. il Quinto QuArto. Oltre ad offrire un’ottima selezione di piatti della cucina romana, il locale organizza degustazioni, presentazioni di prodotti tipici, pubblicazioni e corsi di cucina. Via della Farnesina 13, tel. 06.3338768. Chiuso domenica. lA BAlDuinA. Specialità di pesce. Largo Giorgio Maccagno 13, tel. 06.35404411. Sempre aperto. lA cAmillucciA. Il menu a base di pesce offre ottimi carpacci oltre a dolci esclusivamente fatti in casa. Per gli amanti della carne, un ottimo maialino sardo su ordinazione. Sale ampie e un giardino per i fumatori. Via Mario Fani 113, tel. 06.3014342. Chiuso lunedì. lA pergolA. Cucina mediterranea. Via Alberto Cadlolo 101, tel. 06.35092152. Chiuso domenica e lunedì. lo ZoDiAco. Pizzeria e cucina mediterranea. Viale del Parco Mellini 92, tel. 06.35496744. Sempre aperto. loSteriAcArinA. Pizzeria e cucina romana. Via Ottavio Assarotti 36, tel. 06.3381208. Chiuso martedì. mAmmA itAliA. Pizzeria e cucina romana. Via dell’Acqua Traversa 196, tel. 06.3312786. Chiuso sabato a pranzo e lunedì. oSteriA DA gnegno. Cucina romana. Via dei Prati della Farnesina 10, tel. 06.3336166. Chiuso domenica.

boccea, primavalle checco Al 13. Specialità di pesce. Via Aurelia 1249, tel. 06.66180040. Chiuso domenica a cena e lunedì. el pueBlo. Oltre ai piatti della cucina

Zi Angelino. Pizzeria e cucina romana. Via dei Monti di Primavalle 27, tel. 06.61648061. Chiuso lunedì.

portuense, marconi AlmAcrì. Pizzeria, bisteccheria e cucina romana. Via Portuense 367, tel. 06.5593998. Chiuso martedì. DAr corDAro. Cucina romana. Via del Forte Portuense 4, tel. 06.5836751. Chiuso domenica e lunedì. geco BionDo. In questo accogliente ristorante vegetariano e vegano la cucina è tutta a base di prodotti biologici. Via Gerolamo Cardano 105, tel. 06.5571048. Chiuso lunedì a cena.

> piZZA Al tAglio. Una palapizza 50x30 cm, due gusti 7€. Una palapizza 1metro x30 cm 12€. Consegne a domicilio gratuite per ordini superiori a 15€. Per ogni pala di pizza due supplì in omaggio per i lettori di Romoletto. Via Laurentina 794, tel. 06.45551505. Via Ardeatina 986, tel. 06.71302929. Sempre aperto. pinguSto eDen - SuShi Wok. Grande ristorante di cucina asiatica che propone la formula buffet “all you can eat”. Pesce, carne e verdure possono essere scelte direttamente dal bancone e cotte alla piastra o nel caratteristico wok. Via Pontina 501, tel. 06.94534327. Sempre aperto. vinum vini. Specialità regionali, prodotti di stagione e una selezionata carta dei vini offerti in un’atmosfera piacevole e informale. Specialità della casa, l’aperitivo a base di “trapizzini” farciti. Via dei Corazzieri 32, tel. 06.54220182. Chiuso sabato a pranzo e domenica. WAllA WAllA live. Pub con musica dal vivo che serve carne danese alla brace e hamburgher. Via di Tor Pagnotta 371, tel. 06.5010111. Chiuso sabato e domenica a pranzo.

il Secchio e l’olivAro. Cucina creativa, romana. Ottime anche le bruschette e le pizze. Parco giochi per i bambini. Via Portuense 962, tel. 06.6552192. Sempre aperto. lA cASettA Di cAmpAgnA. Cucina creativa, romana. Via di Affogalasino 40, tel. 06.65743230. Chiuso lunedì. lA FucinA. Pizze leggere curate come piatti d’autore, realizzate con prodotti di alta qualità provenienti da coltivazioni biologiche. Dolci fatti in casa. Via Giuseppe Lunati 25, tel. 06.5593368. Chiuso sabato. lA SmorFiA. Un angolo di sapori campani. I piatti più richiesti sono quelli a base di pesce. Via Silvestri 197, tel. 06.66158580. Chiuso a cena domenica e lunedi. locAnDA Dei mASSimi. Cucina romana, campana. Via Portuense 863, tel. 06.6550684. Sempre aperto. tre Zucche. Cucina creativa. L’ottimo menu di questo locale cambia stagionalmente per garantire la freschezza degli ingredienti. Via Guglielmo Mengarini 43, tel. 06.5560758. Chiuso domenica.

per tutti i lettori che cenerAnno DA noi, lA SeconDA pintA Di BirrA o il SeconDo cAlice Di vino Sono in omAggio! 47


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