Racconti

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qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuio pasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjkl zxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq RACCONTI BIBLIOGRAFICI wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop Percorsi di memoria, lettura e citazioni asdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklz xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop asdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklz xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop asdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklz xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop asdfghjklzxcvbnmrtyuiopasdfghjklzxcvb nmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwerty uiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbn mqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyu iopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghj 01/06/2013

F. Melchiori& L. Marquardt


RACCONTI BIBLIOGRAFICI

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Grandi Paola · BIBLIOTECA PUBBLICA SEGNI PARTICOLARI: BENE IN COMUNE p. 29

Beatrice. A STRANGE INVITATION… p. 34

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Lombardi Manuela · DISLESSIA E BIBLIOTECA: UN INCONTRO POSSIBILE p. 12

D De Giovanni Roberta · BIBLIORINO p. 24

G GIADA · A WORLD OF FANTAISIE p. 39

M Mastobattiosta Martina AMARE LA LETTURA ATTRAVERSO UN GESTO D’AMORE p. 6

R Rocco Delia Guerini ·"SAFAR": IL VIAGGIO. p. 18

Informazioni sul Racconto Bibliografico si possono trovare all’URL: http://issuu.com/phaber/docs/racconto_bibliografico_linee_guida.

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Chinnici Valentina. HANNO E LA TANA DEL BIANCONIGLIO LA BIBLIOTECA 2.0 COME IL PAESE DELLE MERAVIGLIE p. 3

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RACCONTI BIBLIOGRAFICI

HANNO E LA TANA DEL BIANCONIGLIO LA BIBLIOTECA 2.0 COME IL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Tenniel, John. Alice catches sight of the white rabbit. 1865. Brown University, USA. http://www.victorianweb.org/art/illustration/tenniel/alice/2.2.html . Web.

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di Valentina Chinnici


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RACCONTI BIBLIOGRAFICI

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here was a boy, / a very strange / enchanted boy / they say he wandered / very far, very far / over land and sea, /a little shy and / sad of eye, / but very wise was he / and then one day, a magic day, / he passed my way / and while he spoke / of many things, / fools and 1 kings” , eserciti alla deriva e tante altre storie non ancora accadute, ma nitide nella sua mente. Ahbez, Eden. "Nature Boy". Rec. 1947. The Boy with Green Hair Soundtrack. Mp3. Blade runner. Dir. Ridley Scott. Perf. Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young. Warner Bros. Pictures, 1982. Film. Bolter, J. David, and Richard Grusin. Remediation: competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi. 2ª ed. Milano: Angelo Guerini e Associati, 2003. Print. Carpenter, Miranda, and Ravonne Green. "Managing Library 2.0." Journal of Access Services 6.1 (2009): 158-162. Web. Holmberg, Kim, [et al.]. "What Is Library 2.0?." Journal of Documentation 65.4 (2009): 668681. Web. King, David Lee, and Stephanie Willen Brown. "Emerging Trends, 2.0, And Libraries." The Serials Librarian 56.1 (2009): 32-43. Web. Lèvy, Pierre. Il virtuale. Milano: Raffaello Cortina Editore, 1997. Print. Mann, Thomas. I Buddenbook. 1949. Reprint. Milano: A. Mondadori, 2010. Print. The Matrix. Dir. Andy Wachowski, Lana Wachowski. Perf. Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss. Warner Bros. Pictures, 1999. Film. L’Ottocento, con le sue grandi contraddizioni e ferite, stava per morire, pronto a dare il benvenuto al nuovo secolo. Un povero ragazzo, con gli occhi stralunati, vestito di stracci, vagabondava per una cittadina di un luogo sperduto nello spazio e nel tempo, in una fumosa giornata uggiosa. Fu lì che ci incontrammo. Aveva un’aria trasandata, nei suoi occhi scintillava qualcosa, una passione, mista a paura, quell’aria di chi ha visto e toccato con mano il futuro. Un giorno mi disse: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”2 e dopo aver pronunciato queste poche parole “si fermò di nuovo per un attimo e il suo sguardo, fisso su un punto indefinito, si oscurò lentamente, si velò, si confuse” 3, il suo corpo esile esprimeva molto di più di quanto non facessero le sue stesse parole, “le inibizioni cui era soggetto il corpo di Hanno, i dolori che pativa, non mancarono di sviluppare in lui quella serietà causata dalle esperienze premature che viene chiamata saviezza precoce”4. Nell’incontrarlo, mi chiesi spesso, se la sua saviezza precoce, fosse piuttosto una pazzia ragionata, lungimirante, innovativa, degna della genialità del grande Leonardo. Tanto più mi domandai da dove potesse prendere tutte quelle idee così strampalate, che narravano di mondi virtuali, immateriali, veloci, apparentemente privi di logica per un uomo del nostro tempo. Fu in un giorno come tanti, che incontrandolo bighellonare per strada mi si avvicinò, e con flebile voce mi sussurrò all’orecchio: “Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?”5 e ancora “È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più […] Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirti come andrà a finire, sono venuto a dirti come comincerà. […] Ti

Eden Ahbez. Nature Boy. Rec. 1947. Blade Runner. Dir. Ridley Scott. Warner Bros. Pictures, 1982. Film. 3 Thomas Mann, I Buddenbrook, p. 703 4 Ibid. p. 482 5 The Matrix. Reg. Lana e Andy Wachowsky. Warner Bros. Pictures, 1999. Film.

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mostrerò […] un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da te”6. Le sue parole mi scossero, come un terremoto scuote la terra. Ne fui spaventata, ma volli fidarmi di lui, volevo conoscere e scoprire quello che aveva appena definito un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Poteva essere possibile? Non ero andata mai oltre l’isolato di casa mia e lui mi parlava di uno sterminato mondo di conoscenza, di sapere. Come avrei potuto fidarmi? Voi lo avreste fatto? Mi convinsi che non avrei avuto altre occasioni, e presi quella pillola rossa, come il colore dei suoi capelli riccioluti e la inghiottii, senza batter ciglio. Ci trovammo in un mondo colorato, oserei dire accecante. Ogni persona teneva tra le mani aggeggi rumorosi, maneggiati come libri, ma la carta era sparita! Hanno mi condusse per mano in una “biblioteca” da lui ribattezzata Duepuntozero, un edificio immenso pieno di gente impegnata, dove scatole luminose interagivano con le persone, che pigiavano bottoni freneticamente. “Non aver paura è solo un computer!” disse Hanno ridendo: “Leggere, ascoltare, significa incominciare a tralasciare, a trascegliere e a slegare il testo. Lacerandolo attraverso la lettura e l’ascolto, noi accartocciamo il testo, lo ripieghiamo su se stesso, colleghiamo gli uni agli altri i passi che si corrispondono, cuciamo insieme gli elementi sparsi, stesi, disseminati sulla superficie delle pagine o nella linearità del discorso: leggere un testo significa ritrovare l’aspetto tessile da cui deriva il suo nome”7 e avvicinandosi a quella scatola scintillante disse: “Seduto al computer, lo spettatore può usare il mouse, la tastiera o il joystick per roteare, viaggiare all’interno dello spazio grafico”8. “E così questa libreria duepuntozero, agghindata con tutte queste diavolerie, permette di andare oltre la semplice esperienza libresca? Dimmi di più…” lo incalzai, incuriosita. Hanno riprese con tono cattedratico: “In the Web 2.0 world, the Web is a platform for all sorts of activities. In the earlier world, most of the systems were tied to one computer […] The new platform allows people to interact simultaneously […] Web 2.0, by contrast, is all about “communication, conversation, participation . . . Community” 9, lo guardai con aria interrogativa, e lui continuò dicendo: “Library 2.0 refers to a growing area of interactive and social tools on the web with which to create and share dynamic content”10, replicai: “Contenuto dinamico?! Strumenti sociali sul web?! Non sarebbe stata meglio, la cara vecchia e profumata carta?” “Certo che no!” rispose lui: “Modern libraries are therefore being redefined as places to get wider access to information in many formats and from many sources. The technological development in libraries has affected both information space and information practice. Today we talk about libraries without walls being logical extensions to libraries 11”12. Mi guardai intorno, stupefatta. Pensai a quanta strada avrebbe fatto l’uomo nei secoli a venire e a quanto fossero fortunati gli uomini del futuro a poter fruire di tanta ricchezza. In quel luogo senza limiti e confini, piena di gente appassionata e affamata di cultura, aperta a ogni uomo o donna, senza alcun tipo di discriminazione, mi fece sognare. Mi avvicinai a quella che mi parve un’addetta alla biblioteca e con fare impacciato, le chiesi cosa significasse per lei gestire un posto così interessante, lei mi rispose con garbo e pazienza: “Creating a Library 2.0 means allowing the library spaces to change with the needs and whims of the customers 13 . The physical spaces of the library are one of its greatest assets, and building 6

Ibid. Pierre Lévy. Il virtuale, pp. 25 – 26 8 Jay David Bolter, Richard Grusin. Remediation, competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, pp. 277 – 278. 9 David Lee King, Stephanie Willen Brown. Emerging Trends, 2.0, and Libraries, 33 – 35 10 Kim Holmberg, [et. al.]. What is Library 2.0?, 668. [Definizione tratta da Connor, 2007] 11 Ibid. [L’espressione in grassetto è tratta da Fox and Urs, 2002] 12 Ibid. 13 Casey & Savastinuk, in Miranda Carpenter, Ravonne A. Green. Managing Library 2.0, p. 41

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Mackenzie in Miranda Carpenter, Ravonne A. Green. Managing Library 2.0, p. 4 Miranda Carpenter, Ravonne A. Green. Managing Library 2.0

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flexibility into their design allows them to better attract and reflect users. […] Although participating in a Library 2.0-like system can be very fun and engaging, it can also be incredibly stressful and engender enormous resistance. […]’anticipating the future and all its potential scenarios creates a culture that does not fear change, but welcomes it as familiar and comfortable’ 14. Experiencing new technology without fear of mistakes is the best way to learn. […] The real challenge in managing technology today is that change comes so quickly and so continuously that nothing but an organization that can continually evolve with it can survive. Our tools, facilities, personnel, and culture all have to be flexible to accommodate this constant state of flux. The only way to do this is to completely internalize the idea that change is the new stability”15, la ringraziai per la puntuale spiegazione e mi avvicinai verso Hanno. Era arrivato il momento di risvegliarsi, dicendo addio a quel sogno talmente reale da sembrare vero. Chiusi gli occhi, trattenemmo entrambi il respiro e proprio quando fummo a un passo dal soffocare ci ritrovammo nella stessa piazza grigia e fumosa dalla quale partimmo. Da quel giorno anch’io cominciai a camminare con l’aria stralunata per la città, perché, per una volta, ebbi l’occasione di vedere il futuro.


RACCONTI BIBLIOGRAFICI

AMARE LA LETTURA ATTRAVERSO UN GESTO D’AMORE

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di Martina Mastrobattista

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RACCONTI BIBLIOGRAFICI n adulto che ama la lettura ha avuto i suoi primi contatti con il libro in età infantile. È per questo motivo che è importante avvicinare i bambini al libro fin dalla più tenera età”16.

In una calda giornata d’estate Miriam, una ragazza di origine albanese, di quattordici anni, è distesa in riva al mare a leggere un libro. Campailla, Sergio. Così è (se vi pare)/ Come prima, meglio di prima/ La vita che ti diedi. Roma: Newton Compton Editori, 2012. Print. G. Bus, Adriana, and Marinus H. van IJzendoorn. "Affective Dimension Of Mother-infant Picturebook Reading." Journal of School Psychology 35.1 (1997): 47-60. Web. 18 Maggio 2013. Gay, Michel. Zeb e la scorta di baci. Milano: Babalibri, 2008. Print. Holland, Jeanne W.. "Reading Aloud With Infants: The Controversy, the Myth, and a Case Study." Early Childhood Education Journal 35.4 (2008): 383-385. Web. 18 Maggio 2013. La bella e la bestia. Reg. Gary, Trousdale, Kirk Wise. Walt Disney Studios Home Entertainment, 2010. DVD. Mazzetti, Marco. "La crescita psicologica dei bambini stranieri." Quaderni acp 14.2 (2007): 61-63. Web. 27 Maggio 2013. Merletti, Rita, and Bruno Tognolini. Leggimi forte: accompagnare i bambini nel grande universo della lettura. Milano: Salani, 2006. Print. Panza, Costantino. "Nati per leggere in ambulatorio." Quaderni acp 15.2 (2008): 75. Web. 27 Maggio 2013. Panza, Costantino, and Anna Maria Davoli. "La lettura: uno strumento per arricchire la relazione genitore-figlio. Decisivo l'impegno del pediatra." Quaderbi acp 18.6 (2011): 283-285. Web. 27 Maggio 2013. Pennac, Daniel. Come un romanzo. Milano: Feltrinelli, 1993. Print. Ramonda, Caterina. La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti: viaggio in un mondo che non finirà di sorprenderti. Milano: Editrice Bibliografica, 2011. Print. Sclaunich, Magda. "La lettura ad alta voce come possibile strumento per promuover l’incontro tra bambino e libro fin dalla prima infanzia". Lifelong Lifewide Learning (2012) Web. 23 Maggio 2013. Sparks, Nicholas. I passi dell'amore. Milano: Sperling & Kupfer Economica, 2008. Print.

Magda Sclaunich. La lettura ad alta voce come possibile strumento per promuovere l’incontro tra bambino e libro fin dalla prima infanzia. 17 Sergio Campailla. Così è (se vi pare), p. 34. 18 La bella e la bestia. Reg. Gary, Trousdale, Kirk Wise. Walt Disney Studios Home Entertainment, 2010. DVD.

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La sua intensa lettura però è disturbata dal passaggio di un suo amico di scuola, di qualche anno più grande: Lorenzo, un ragazzo che ha preso una cotta per lei ma non sa come dirglielo. Miriam è una ragazza dai molti pregi, ma per Lorenzo l’unico suo “difetto” è l’hobby della lettura. Infatti ogni volta che si incontravano lui la trovava sempre a leggere, tanto da non poterle mai parlare. Questa volta però la sua: “curiosità è insoffribile” 17, così da incoraggiarlo a dire: Lorenzo: Ciao Miriam. Miriam: Ciao Lorenzo. (Nel frattempo il ragazzo le toglie dalle mani il libro e cerca di leggerlo). Lorenzo posso riavere il mio libro per favore? Lorenzo: “Ma come fai a leggerlo? Non ci sono figure. Miriam: Ci sono persone che usano l’immaginazione. Lorenzo: Sarebbe ora che ti togliessi dalla testa questi libri e ti occupassi di cose più importanti. Non è giusto che una donna legga, le vengono in testa strane idee e incomincia a pensare. Miriam: Lorenzo - sei decisamente primordiale” 18. Lorenzo: Mi sono sempre chiesto perché tu nonostante hai origine albanese, sei la più brava della classe e nonostante vivi sola con tua mamma non senti mai la mancanza del tuo papà, e noi…


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Miriam (seguitando per toglierlo dall’imbarazzo): Vuoi sapere come faccio? Lorenzo: Se ti va mi farebbe piacere, e se così fosse ne approfitto per prendere un po’ di sole anche io e mi siedo qui vicino a te. Miriam: Certo, ti faccio spazio. Allora, sei pronto? Forse oggi scoprirai un lato di me che non traspare quasi mai. Lorenzo: Sono pronto. Vai! Miriam: Tutto iniziò all’incirca quattordici anni fa. I miei genitori si trasferirono in Italia non proprio subito dopo il loro matrimonio, ma durante il nono mese di gravidanza della mamma. Mio papà la conobbe in missione, si diceva la sua “ultima” missione. Ma non fu così, ma andiamo con calma. Partiamo dall’arrivo in Italia. È qui che sono nata, ma a rendere ancora più speciale questo evento è stato l’incontro con la pediatra che ha aiutato i miei genitori nella mia crescita. Immagino che ti starai chiedendo come, ammettilo curiosone! Lorenzo: Eh…mmm…sì! (sorrise). Miriam: Adesso ti dirò. Era il 27 maggio 1999, dopo pochi giorni dalla mia nascita i miei genitori si trovarono nella sala d’aspetto di un ambulatorio. Per la mia pediatra esso non era: “solo un luogo dove si “attende” ma un vero e proprio spazio che parla ed esprime la sensibilità del medico. Infatti l’ospitalità e il primo benvenuto sono vissuti dalla famiglia in questo spazio”19. Una volta entrati, ad accoglierci c’era Denise che come primo gesto mi donò un libro spiegando ai miei genitori che per lei era importante proporgli il progetto Nati per leggere. Lorenzo: Ma scusa Miriam, un libro? Ma non avevi nemmeno mesi? Nati per leggere? Sì, ma a 6 anni, non a 0. Miriam (rise): Anche mio papà, mi racconta sempre la mamma, fece la tua stessa faccia quando scartò il regalo, ed espresse il tuo stesso pensiero. Ma la pediatra accostò una bellissima spiegazione: Nati per leggere è un progetto che: “-riprendendo progetti simili nati in campo statunitense e anglosassone- vuole sottolineare l’importanza della lettura fin dai primi anni di vita.[…]L’idea alla base del progetto è quella di coinvolgere biblioteche e pediatri nel promuovere la lettura fin da subito nella vita di un bambino, dimostrando come il leggere ad alta voce con continuità ai bambini in età prescolare abbia un’ influenza positiva dal punto di vista relazionale, cognitivo e per creare abitudine alla lettura stessa”20: “Il successo e i benefici della lettura ad alta voce in famiglia dipendono in larga misura dal non lasciarsi scoraggiare da qualche possibile fallimento iniziale[…]sta al cuore di ciascuno fondere ciò che si apprende dall’esterno con qualcosa di più intimo e personale. Con i propri ricordi di incanto infantile, con le proprie storie, con il proprio modo di essere. E saranno proprio la peculiarità e l’autenticità di questa fusione a far trovare la voce ‘giusta’” 21. Lorenzo: Fantastico! E poi i tuoi che hanno fatto, tuo papà come ha reagito? Aspetta, ma tu o meglio tua mamma non è italiana, quindi si sarà sentita un po’ messa da parte e come lei tutti gli immigrati e i loro figli, bambini nati in Italia da genitori con non regolare permesso di soggiorno, figli di rifugiati, orfani… Miriam: E no caro Lorenzo, mi dispiace contraddirti, ma NpL ha come base anche la promozione del: “benessere psicologico dei piccoli di origine straniera” 22. Gli aiuti sono vari: “riconoscere i piccoli in condizione di maggior svantaggio, cogliere i primi segnali di disagio e poter intervenire con loro e con le famiglie, per avviare dei percorsi psico-sociali, psicopedagogici e, quando è il caso, anche psicoterapeutici, per garantirne la tutela; Costantino Panza. Nati per leggere in ambulatorio, p.75. Caterina Ramonda. La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti: viaggio in un mondo che non finirà di sorprenderti, p.48-50. 21 Rita Merletti, Bruno Tognolini. Leggimi forte: accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, p.1011. 22 Mazzetti, Marco. La crescita psicologica dei bambini stranieri, p.63. 19

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[…]favorire l’integrazione degli immigrati nel nostro contesto sociale;[…] i piccoli stranieri hanno bisogno di essere aiutati a far crescere in loro un senso di doppia appartenenza: essere italiani e, al tempo stesso, appartenere alla cultura della famiglia di origine. È questo il vero segreto dell’integrazione”23. Per di più, NpL oltre a proporre volantini in varie lingue, cinese

albanese

rumeno

francese

italiano Nati per leggere, brochure in varie lingue. http://www.natiperleggere.it/

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Ibidem. Costantino Panza, Anna Maria Davoli. La lettura: uno strumento per arricchire la relazione genitore-figlio. Decisivo l'impegno del pediatra, p. 283. 25 Ibidem. 26 Jeanne W. Holland. Reading Aloud With Infants: The Controversy, the Myth, and a Case Study, p. 383. 23

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offre libri bilingue e mia mamma ha fatto ciò durante la mia infanzia: ha cercato di non fare perdere le mie origini anche solo leggendo racconti in lingua, papà invece in italiano. Oppure ricordo con affetto quando mamma e papà si mettevano d’accordo sull’orario di lettura di una storia, perciò anche se lontani li sentivo entrambi vicini: “Cappuccetto rosso” ne è un esempio. Iniziavo il racconto con lei che mi accoglieva sul suo grembo e mi sentivo sostenuta e avvolta: “dal suono, dalla melodia delle parole pronunciate dalla mamma” 24 riconoscendo in lei: “la “base sicura” da cui – potevo – iniziare a esplorare il mondo” 25; ma ad interagire per telefono c’era papà, il lupo, che riusciva sempre ad arrivare per la fine della storia per l’abbraccio finale. Lorenzo (sorride): Quindi tu vuoi farmi capire: “that parents and caregivers reading aloud to infants is necessary in developing literacy skills that are paramount to book awareness, print awareness, vocabulary development, fluency, and comprehension, all of which are stepping stones to learning to read and write” 26?


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Miriam: Certo. La mia vicina di casa addirittura registrava questi momenti con sua figlia (senza che se ne accorgesse): “The daily routine of reading aloud was being established during the first month. During her second, third, and fourth months, Maggie continued to ‘‘talk’’ along with her parents and grandmother as they read books aloud. She participated in telling the story through constant babbling and often mimicking the sounds of the rhythmic words that the reader said. She also watched intently as the parents or grandmother pointed to pictures and read expressively,alternating voices for particular characters. During her fifth and sixth months, she began to grab for the books and hold the parent’s hand that was turning the pages” 27. Inoltre la pediatra ha affermato che: “Bookreading is one of the most important activities for developing the knowledge required for becoming a reader. […] Mothers evoke, support, and extend the referencing behavior of their child by using (proto)symbols such as animal sounds, gestures or labels, by evoking responses ("Touch the catty"), and by pointing at the pictures” 28. Penso che ora hai capito: “that reading is not a process of learning isolated skills but it reinforces the view of learning to read as a fundamentally social process” 29. Lorenzo: Adesso però, prima di andar via, vorrei toccare un tasto dolente. Mi racconti come fa a non mancarti tuo papà? Miriam: Chi ti dice che non mi manca? Diciamo che Denise, quando mamma le disse della sua nuova partenza, le chiese come comportarsi e lei ci invitò a partecipare quel pomeriggio ad un incontro di Nati per leggere nella biblioteca antistante l’ambulatorio. Trascorremmo un pomeriggio fantastico. Le volontarie lessero il mio libro preferito (oggi)“Zeb e la scorta di baci” e successivamente alla lettura simulammo l’attività con i nostri genitori costruendo la nostra scatola e i nostri bacicaramelle da portare sempre con noi. (Frugò nella borsa, aprì la scatola che conteneva dei foglietti, li aprì…) Ecco vedi: “da una parte un bacio della mamma e dall’altra quello del papà” 30. E da quel giorno ogni volta che sono triste e mi manca papà strofino il foglietto sul mio viso e lui lo sento qui con me. Ogni tanto rileggo anche tutta la storia ad alta voce (tira fuori il libro): “Per la meraviglia. Le parole pronunciate si mettevano a esitare al di fuori di me, vivevano veramente. E poi mi sembrava che fosse un atto d’amore, che fosse l’amore stesso. Ho sempre avuto l’impressione che l’amore per i libri passi attraverso l’amore tout court” 31. Tieni te lo regalo!

Lorenzo: Grazie! “Più tardi quella sera la riaccompagnai a casa in macchina. All’inizio ero incerto se fare la vecchia mossa dello sbadiglio per metterle un braccio intorno alle spalle, ma ad essere sincero non capivo esattamente che cosa provasse per me. Certo, mi aveva fatto il più bel regalo che avessi mai ricevuto e anche se probabilmente non avrei mai aperto o letto quel libro come faceva lei, intuivo che era come se mi avesse dato un pezzo di sé” 32. Allora, l’unica cosa che riuscii a dirle prima di salutarla fu: Domani andiamo in biblioteca a studiare insieme?

Ivi, p. 384. Adriana G. Bus, Marinus H. van IJzendoorn. Affective Dimension Of Mother-infant Picturebook Reading, p. 55-57. 29 Ivi, p. 59. 30 Michel Gay. Zeb e la scorta di baci, p. 5. 31 Daniel Pennac. Come un romanzo, pp. 135-136. 32 Nicholas Sparks. I passi dell'amore, p. 149.

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DISLESSIA E BIBLIOTECA: UN INCONTRO POSSIBILE

http://www.flickr.com/photos/jochen_topf/6215564462/

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di Manuela Lombardi

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ro davanti a questo edificio, non era bello, ma decine di persone di tutte le età andavano e venivano.

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Pacifico, Le mie parole.

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Ero dovuta venire qui perché la biblioteca scolastica era inagibile e mi serviva assolutamente quel testo anche se ogni volta che provo a scrivere o a leggere: “Le mie parole son capriole, palle di neve al sole, razzi incandescenti prima di scoppiare, sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare, piccoli divieti a cui disobbedire, sono andate a dormire, sorprese da un dolore profondo che non mi riesce di spiegare fanno come gli pare, si perdono al buio per poi continuare 33”, eh già perché io sono dislessica, avete presente: “Dyslexia is defined as a disability

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Baudo, Valeria. "Progettare i servizi bibliotecari per ragazzi." Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi: nuove tecnologie e nuove prospettive per le biblioteche pubbliche e scolastiche. Milano: Ed. Bibliografica, 2008. 62. Print. Björklund, Maria. "Dyslexic Students: Success Factors for Support in a Learning Environment." The Journal of Academic Librarianship 37.5 (2011): 423-429. http://periodici.caspur.it. Web. 29 May 2013. Consorzio Suonatori Indipendenti. Perf. "Irata". Linea Gotica. Polygram, 1996. CD. Iaquinta, Anita, and Hipsky, Shellie. "Practical Bibliotherapy Strategies for the Inclusive Elementary Classroom." Early Childhood Education Journal 34.3 (2006): 209-213. DOI: 10.1007/s10643-006-0128-5. Web. 29 May 2013. Kemple, K. M.. "Let’s be friends: Peer competence and social inclusion in early childhood programs". New York: Teachers College Press. (2004) in Terpstra, Judith E., and Tamura, Ronald. "Effective Social Interaction Strategies for Inclusive Settings." Early Childhood Education Journal 35.5 (2008): 409. Liber liber. La mediateca gratuita. http://liberliber.it. 2nd June 2013. Libroaid. Biblioteca digitale dell'Associazione Italiana Dislessia "Giacomo Venuti".http://www.libroaid.it. 2nd June 2013. "Manifesto IFLA - UNESCO sulla biblioteca scolastica. La biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti." AIB. Commissione nazionale biblioteche scolastiche ed educazione. 1999. Web. 4th June 2013. <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/manif.htm>. Traduzione di Luisa Marquardt (rev. 2003) di IFLA/UNESCO school library manifesto : the school library in teaching and learning for all.. McCarty, H., & Chalmers, L.. "Bibliotherapy intervention and prevention". Teaching Exceptional Children, 29 (1997): 12–17. in Iaquinta, Anita, and Hipsky, Shellie. "Practical Bibliotherapy Strategies for the Inclusive Elementary Classroom." Early Childhood Education Journal 34.3 (2006): 210. Nat e il segreto di Eleonora. Dir. Dominique Monféry. Ripley's Film, 2009. DVD. Pacifico. Perf. "Le mie parole". Pacifico. Ponderosa Carosello Records, 2001. CD. Ramonda, Caterina. La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti: Viaggio in un mondo che non finirà di sorprenderti. Milano: Ed. Bibliografica, 2011. (Conoscere la biblioteca). 59, 63, 66, 99, 117, 120. Print. Ruiz Zafón, Carlos. Il cimitero dei libri dimenticati, in Carlos Ruiz Zafón, L’ombra del vento, traduzione di Lia Sezzi. Milano: Oscar Mondadori, 2008, (Grandi bestsellers). 9. Print. Salviati, Carla Ida. La biblioteca spiegata agli insegnanti. Milano: Ed. Bibliografica, 2012. (Conoscere la biblioteca). 14, 88, 96. Print. Sridhar, D., & Vaughn, S.. "Bibliotherapy for all: Enhancing reading comprehension, selfconcept, and behavior". Teaching Exceptional Children, 33, (2000): 74–82. in Iaquinta, Anita, and Hipsky, Shellie. "Practical Bibliotherapy Strategies for the Inclusive Elementary Classroom." Early Childhood Education Journal 34.3 (2006): 210. Stella, Giacomo. "La tempesta emisferica." Storie di dislessia: I bambini di oggi e i bambini di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana. Firenze: Libri Liberi, 2002. 64. Print. Terpstra , Judith E., and Tamura, Ronald. "Effective Social Interaction Strategies for Inclusive Settings." Early Childhood Education Journal 35.5 (2008): 405-411. DOI 10.1007/s10643-007-0225-0. Web. 28 May 2013. The Doors. Perf. "People are Strange". Strange days. Elektra/Asylum Records, 1985, CD.


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that is both genetic and neurological in origin. It is characterized by difficulties in language processing, phonological awareness and decoding written text and it is manifested as problems with reading, word recognition, writing and spelling. This general description is referring to developmental dyslexia, which means that a person is dyslexic from birth and will remain dyslexic throughout life 34”. Per di più, una di quelle cose che potrebbero essere mie alleate, come la biblioteca scolastica, che: “…è strumento della didattica, è spazio attrezzato per i bisogni di ricerca e di studio per studenti, è serbatoio di primo riferimento e aggiornamento per la professione di docente 35”, è quasi sempre chiusa. Ma se è vero che, come cita il manifesto dell’ifla/unesco sulla biblioteca scolastica: “La biblioteca scolastica offre agli studenti la possibilità di acquisire le abilità necessarie per l'apprendimento lungo l'arco della vita, di sviluppare l'immaginazione, e li fa diventare cittadini responsabili. […] fornisce servizi, libri e risorse per l'apprendimento che consentono a tutti i membri della comunità scolastica di acquisire capacità di pensiero critico e di uso efficace dell'informazione in qualsiasi forma e mezzo. […] Servizi e materiali speciali devono essere forniti a coloro che non sono in grado di utilizzare i principali servizi e materiali della biblioteca 36”, perché non abbiamo la possibilità di entrarci? Dicono che non ci sono i fondi! Eppure da molte ricerche emerge che c’è un’alta correlazione tra l’uso delle biblioteche scolastiche e il successo formativo e io, con tutte le mie difficoltà, ho provato ad insistere con le mie insegnanti sul percorso personalizzato, e sull’utilizzo degli strumenti compensativi, come prevede la legge 170/2010, integrata dalle relative Linee Guida applicative, e ho insistito anche sul fatto che: “The literature found describes what dyslexia is, the situation for dyslexic students and available technical compensatory devices. One conclusion is that it is important to recognize the needs of individual students and choose flexible technical solutions37”, e che inoltre: “A teacher or team may also choose to combine different strategies for the benefit of the child(ren). As long as social interaction is a consideration in the inclusive classroom for social growth and learning of all the children, teachers should be flexible and creative in adapting and developing programs based on the needs of their students. Finally, in addition to teaching skills, teachers and staff in inclusive programs can support the development of social relationships through environmental arrangements, careful planning of materials and curriculum, incidental teaching, and routines and activities 38 (Kemple 2004)39”. Ma niente biblioteca scolastica e niente computer , niente ausili e neanche comprensione. Mia madre aveva portato alla prof. un articolo che diceva: “Students with emotional and behavioral learning needs struggle academically and with a sense of self. Bibliotherapy can begin to fill in these gaps for this population of students. Sridhar and Vaughn (2000) 40 provided insight into the therapy by writing, ‘Bibliotherapy can be used more extensively for students with significant learning and behavior problems to enhance self-understanding, and as a tool for enhancing reading comprehension’ (p. 75). A social problem-solving approach that can be found through bibliotherapy is a positive technique for students with disabilities who may experience difficulties across settings and who can benefit from learning to solve problems similar to those discussed in children’s literature (McCarty & Chalmers, 1997) 41. Additionally, children in both

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Björklund, Dyslexic Students: Success Factors for Support in a Learning Environment, pag. 424. Salviati, La biblioteca spiegata agli insegnanti, pag. 14. 36 Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica. 37 Björklund, art. cit., pag. 423. 38 Terpstra, and Tamura, Social Interaction Strategies for Inclusive Settings, pag. 409. 39 Kemple, cit. in Terpstra, and Tamura, op. cit., pag. 409. 40 Sridhar, and Vaughn, cit. in Iaquinta and Hipsky , pag. 210. 41 McCarty, and Chalmers, cit. in ibidem, pag. 210.

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general and special education can benefit because there is value in understanding a variety of disabilities and it is likely that students will encounter similar issues 42”. La prof. in tutta risposta ha mandato qui in biblioteca proprio me, a cercare chissà quale libro da condividere, nella speranza di una qualche inclusione scolastica. Con chi? Con quelli che mi dicono come in quel film: “Regalare dei libri a Nat è come regalare una forchetta ad un tacchino43”. Ma che ci faccio io, una dislessica, in biblioteca? Mi misi a piangere. Fu allora che alzai gli occhi e la vidi, sorrideva ma era molto seria, mi disse solo: «Vuoi entrare con me in biblioteca?» «Io sono dislessica, questo non è il posto per me! Forse tu non lo sai ma: “quando leggo nel mio cervello si scatena una tempesta emisferica [...] quando leggo non riesco a riconoscere bene le parole e così faccio fatica a capire quello che c’è scritto. Io lo so che sono dislessico ma gli altri non ci credono. Gli insegnanti dicono che non ho voglia ed è vero che io non ne ho più voglia ma io ho provato a imparare a leggere come gli altri ma non ci sono riuscito e non ci riesco 44”». «Capisco il tuo problema ma questo non vuol dire che tu non possa apprezzare i libri e la lettura, è solo che non hai trovato il modo di avvicinartici. I libri sono storie, sono viaggi, sono sogni e non dirmi che non hai mai sognato, viaggiato o sognato di viaggiare…: “Non importa se passano attraverso uno schermo, una pagina o la voce di qualcuno che racconta per te: sono comunque la sensazione di essere in compagnia e di poter fare, in qualche modo 45”. Lo so bene io che sono una sognatrice e soprattutto sono la bibliotecaria! Vieni, c’è una bellissima sezione ragazzi!» Mi sentii sollevata, sognare, viaggiare... forse qualcuno capiva come mi sentivo e forse, addirittura, mi poteva aiutare! Mi prese per mano e mi fece entrare: «È bello pensare che: “Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso 46”». Continuò a parlare, sembrava cantasse: «Sappi che: “La scuola e la biblioteca pubblica italiane sono luoghi dove la disabilità è ammessa 47”». Infatti tra gli scaffali, oltre alla normale classificazione dei libri ho trovato disegni, simboli, fotografie che mi hanno aiutato ad orientarmi, la bibliotecaria mi ha detto che questa è la Comunicazione Aumentativa Alternativa, che facilita l’accesso alle informazioni anche alle persone che hanno difficoltà ad utilizzare i comuni canali comunicativi: «Abbiamo qui alcuni libri dedicati: “l’offerta limitata di testi non permette per ora un’ampia scelta ad un lettore dislessico che però, col tempo, dovrà avere a disposizione tanti libri di tanti generi diversi: ogni lettore ha i suoi gusti, non dimentichiamolo! 48”. Ci sono infatti alcune case editrici (Mondadori, Fatatrac, Marco Valerio Editore di Torino, Edizioni Angolo Manzoni, Bianconero Edizioni, Uovonero, Sinnos) che stanno pubblicando sempre più testi classici, collane e perfino fumetti per persone dislessiche, utilizzando font speciali e/o con particolare attenzione alla partizione nella pagina: “La produzione di Bianconero, come altre esperienze similari ha portato ad una produzione che anziché ghettizzare, si apre a tutti 49”. Se non hai trovato qualcosa di tuo interesse, possiamo vedere sull’OPAC (On-line Public Access Catalogue) se altre biblioteche hanno qualcosa che ti piace, per fare ciò la biblioteca si avvale di: “un servizio magico: si chiama ‘prestito interbibliotecario’ e consiste nella possibilità che la tua biblioteca richieda ad un’altra che lo possiede il documento che ti interessa, se lo faccia mandare poi te lo presti come

Iaquinta, and Hipsky, Practical Bibliotherapy Strategies for the Inclusive Elementary Classroom, pag. 210. Nat e il segreto di Eleonora, Film. 44 Stella, Storie di dislessia, pag. 64. 45 Ramonda, La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti, pag.120. 46 afon, L'ombra del vento, pag 9. 47 Salviati, op. cit., pag 88. 48 Ramonda, op. cit., pag. 63. 49 Salviati, op. cit., pag. 96. 42

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se fosse suo. Non è la biblioteca che mette le ruote, che sale in moto,che va sul ca mmello ma mette le ali al suo patrimonio e lo manda in giro, condividendolo. Anche questo è ‘per tutti’50”. La biblioteca pubblica chiede solo una cosa, fare la tessera. Noi bibliotecari cerchiamo anche di soddisfare i bisogni informativi degli utenti, di qualsiasi natura essi siano, a qualunque scopo essi siano diretti: “La biblioteca non è solo la casa dei libri, è un posto dove fare domande per riceverne risposte: alla base della sua filosofia c’è l’idea che dietro ogni richiesta c’è una persona che ha una necessità51”. Inoltre: “La biblioteca fa posto a tutti non solo alle diverse età che la definizione ‘ragazzi’ racchiude, ma è anche attenta alle necessità peculiari di gruppi e singoli 52”. Per le persone speciali come te c’è la Biblioteca digitale per i dislessici “Libroaid53”, un progetto che fornisce, agli utenti che ne abbiano diritto, copia dei file digitali dei libri scolastici adottati nelle classi di ogni ordine e grado scolastico. Non guardarmi così, è normale, la biblioteca offre anche una sezione dedicata agli audiolibri, pensa che si può approfittare di una mediateca on-line, “Liber liber 54”, che ti permette di scaricare audiolibri gratuitamente. Vieni che ti faccio vedere…». «Ma che in biblioteca ci sono pure i computer?!!» «Certo! E li puoi utilizzare come vuoi, ce ne sono tre dotati di software con programmi specifici per dislessici». «Ma perché nessuno me lo aveva detto?» «Vedi tutti quei ragazzi, ragazze, uomini e donne che stanno seduti tutti insieme? Stanno lavorando alla nostra pagina web». Strabuzzai gli occhi. «Non ti sto prendendo in giro, perché come è evidenziato da studi ed esperienze già attive, per una biblioteca che si rivolge ai ragazzi e alle ragazze, noi pensiamo che nella progettazione: “Il ruolo dei ragazzi è importante soprattutto in fase di elaborazione dell’idea, poiché essi apportano soluzioni nuove e inaspettate e l’intero processo si basa sulla condivisione di idee in maniera paritaria tra adulti e giovani55”. Anzi ti chiederei di avvicinarti, conoscerli e magari dopo aver visto il loro progetto potresti dare loro qualche idea, semmai ce ne fosse bisogno, che potrebbe essere utile per avvicinare qualcuno con il tuo stesso disturbo». Non potevo credere alle mie orecchie, mi sembrava di poter accedere ad un universo a me sconosciuto, non avrei più pensato: “People are strange when you're a stranger/Faces look ugly when you're alone/Women seem wicked when you're unwanted/Streets are uneven when you're down56”.

Ramonda, op. cit., pag. 66. Ivi, pag. 99. 52 Ivi, pag. 59. 53 http://www.libroaid.it. 54 http://www.liberliber.it. 55 Baudo, Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi, p. 62. 56 The Doors, People are Strange. 50

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Ramonda, op. cit., pag. 117. Consorzio Suonatori Indipendenti, Irata.

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Quella donna... altro che malvagia, continuava a dire cose come: “… una biblioteca per ragazzi, oltre ad essere un presidio sul territorio, oltre ad essere un’opportunità per guardare altri mondi, è un laboratorio di crescita dove impari a scegliere, a esercitare la tua libertà, a confrontarti e dove impari a leggere nel senso più ampio del termine 57”. «Ma tu perché eri venuta?» Io… ero sbalordita e frastornata, la biblioteca era un posto dove anch’io potevo andare, le risposi: «Cercavo un libro… ma ho trovato un mondo! Torno domani così mi aiuti. Oggi no, sono troppo felice!» Ora so che : “Non tornerò mai dov’ero già/Non tornerò, mai a prima, mai 58”.


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"SAFAR": il viaggio.

Figura 1."Orme sulla sabbia", Roma, 2013.

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di Delia Guerini Rocco

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O

lga se ne stava sdraiata sul morbido divano di pelle scura, con una comoda tuta e il viso struccato, da giorni sognava di rifugiarsi lì, in quella piccola baita nella valle, lontana da lui e da tutti: “I lockmyself inside my room/ I wanna be alone/ With you around,you'll only add on/ I wanna be alone/ Just let me be alone with my thoughts/ I wanna be alone/ With you around, you'll only add on/ I wanna be alone/ Please don't think I'm crazy/ I don't want you to understand/ My mind is growing hazy”.59 Asterix e Obelix contro Cesare. Dir. Claude Zidi. Perf. Christian Clavier, Gérard Depardieu, Roberto Benigni, Laetitia Casta. Cecchi Gori Group, 1999. Film. Baudo, Valeria. Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi: nuove tecnologie e nuove prospettive per le biblioteche pubbliche e scolastiche. Milano: Editrice Bibliografica, 2008. Print. Brown, Dan . La verità del ghiaccio. Milano: A. Mondatori, 2005. Print. Cognigni, Cecilia. La biblioteca raccontata a una ragazza venuta da lontano. Milano: Editrice bibliografica, 2012. Print. Defoe, Daniel, and Alberto Cavallari. Robinson Crusoe. Milano: Feltrinelli, 1993. Print. Eiffel 65. Viaggia insieme a me, Produzione di Blissenobiarella, 2003. Album singolo. Green Day. I want to be alone, San Francisco, Lookout Records, Andy Ernst e Green Day, 1991. Album. Hammad, Rania. Palestina nel cuore. Roma: Sinnos Editrice, 1999. Print. IFLA. "Biblioteca Multiculturale". Manifesto IFLA . Np, nd web. 27 maggio 2013. manifestoit.pdf>biblioteca: http://www.ifla.org/files/assets/library-services-to-multiculturalpopulations/publications/multicultural_library_manifesto-it.pdf. King, Stephen. La bambina che amava Tom Gordon. milano: mondatori, 2000. Print. Petrucco, Corrado. Narrare con il Digital Storytelling a scuola e nelle organizzazioni. Roma: Carocci, 2009. Print. Reggio, Michele and Gabriele Reggio. La piccola Belle. Roma, 2013. Fiaba. Sadik, Alaaa. "Digital Storytelling: a meaningful tecnology-integrated approach." International journal of learning tecnologies 56.4 (2009): 487. Web. Wei, S, and H Wei. "Uncovering Hidden Maps: Illustrative Narratology For Digital Artists/designers." Computers and Composition 23.4 (2006): 480-502. Web. Il suo sguardo era assorto nelle pagine di un libro, serie di immagini mute scorrevano sullo schermo di una piccola tv, fuori pioveva. Fu allora che: “Risonò ancora il tuono e un fulmine aprì uno squarcio viola nell’aria. Pochi istanti dopo la pioggia prese a cadere così intensa che la valle fu solo un abozzo di fantasma avvolto in un velo grigio”.60

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Green Day. I want to be alone. Stephen King. La bambina che amava Tom Gordon, p.50. Dan Brown. La verità del ghiaccio, pp.287-288.

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All’improvviso tutto si oscurò, tutto tacque, niente più era visibile. Olga rimase lì immobile per qualche secondo: “Aveva percepito la disorientante immobilità dell’aria, come se ogni energia fosse stata risucchiata. Le pareva di avere le orecchie imbottite di cotone. Udiva soltanto il suono del proprio respiro. Gridò, e l’effetto fu quello di parlare dentro un cuscino. I muri assorbivano ogni riflessione, rendendo percepibili solo le vibrazioni all’interno della testa”. 61


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Cosa poteva fare ora? Cercò di muoversi a tastoni in quella stanza che fino a poco prima le era sembrata un’oasi di pace e serenità.

Figura 2. M.Cornelis Escher. Relatività, Baarn, Olanda, 1953.

Nel buio iniziò a percepire delle delle scale, le salì e poi le scese, erano infinite, ripide, improvvise e mutavano continuamente la propria direzione. Ma cosa stava accadendo? All’improvviso scrutò davanti a sé una porta, con sopra un’incisione in cui si poteva leggere a chiare lettere: “Se qualcuno carpisce questo segreto, diventa padrone del mondo!”. 62 Olga era confusa e spaventata, ma d’impulso, senza neanche capire cosa stesse facendo, allungò la mano e aprì quella porta! Si ritrovò catapultata in una burrasca: “Tra alte onde, forti venti e scogli appuntiti”. 63 Terrorizzata la donna iniziò a pensare: “Oh! I miei occhi non si sono mai incontrati

in una si spaventosa veduta:

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Asterix e Obelix contro Cesare. Dir. Claude Zidi. Gabriele e Michele Reggio. La piccola Belle.

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Figura 3. Ajubel. Robinson Crusoe, da Daniel Defoe, Valencia, Spagna, Media Vaca, 2008.


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il mare si accavallava in montagne che si rompevano ad ogni tre o quattro minuti. Quando potei guardare all’intorno, mi trovai circondato dalla desolazione per ogni dove.

Figura 4. Ajubel. Robinson Crusoe, da Daniel Defoe, Valencia, Spagna, Media Vaca, 2008.

Il mio cuore era come morto, parte per l’atterrimento del presente, parte per la paura di quanto mi stava tuttavia d’innanzi agli occhi”. 64 Si guardò intorno, tutto a lei era estraneo, si sentiva persa. Come aveva fatto ad approdare su quell’isola? Fu allora che ricordò quelle strane scale e l’incisione sulla porta nella sua casa nella valle. All’improvviso si accorse che da lontano arrivava, con passo leggiadro ed elegante una ragazza, avvolta in: “Un abito lungo e ricamato, per lo più a punto croce piccolissimo. […] I disegni rappresentavano oggetti come il cipresso, l’albero della vita”. 65 Ma chi era costei? Appena avvicinatasi, Olga con voce tremante disse: Salve mi chiamo Olga e vengo da un paese molto lontano...Sono sola e non so neanche dove sono!- mentre parlava, delle calde lacrime le iniziarono a incorniciare il viso e in un attimo si ritrovò a singhiozzare e a tremare. Ma quella giovane, dagli occhi scuri e scintillanti le rispose, con un sorriso molto accogliente: “Quando uno straniero arriva, da noi diciamo che uno straniero porta sempre fortuna: accoglienza in cambio di sole, tempo e fortuna”.66 -Ma tu capisci la mia lingua?!- chiese Olga con un certo sollievo. E la ragazza rispose con una voce calda e rassicurante: “La nostra lingua, quella che abbiamo imparato per prima, fin dal grembo materno, dicono, ci segue sempre e ovunque, come una compagna fedele”.67 A quelle parole Olga si iniziò a rassicurare: era riconoscente alla giovane e senza fare domande la seguì, passo dopo passo fino a giungere all’ingresso di un imponente città, dove sopra ogni cosa s’innalzava un immenso palazzo con vetrate colorate e una struttura quasi futuristica. Fu allora che Olga chiese alla ragazza come si chiamasse e lei le rispose “Saad”, che in arabo significa “speranza”. A quella vista, Olga continuò a guardarsi intorno esterefatta e chiese:

Rania Hammad. Palestina nel cuore, pp.140-141. Cecilia Cognigni. La biblioteca raccontata a una ragazza venuta da lontano, pp.33-35. 67 Ibid. 66

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Daniel Defoe. Robinson Crusoe, pp.11-13.

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- Quello deve essere il palazzo più importante della città?- domandò alla sua giovane guida. Quest’ultima con un sorriso sulle labbra le rispose: - Quello è il nostro tesoro, è il nostro centro culturale, di informazione e di apprendimento, è la nostra BIBLIOTECA che: “Riflette, sostiene e promuove la diversità linguistica e culturale a livello internazionale e locale. […] Ispirata ai principi delle libertà fondamentali e dell’equità di accesso all’informazione e alla conoscenza per tutti, nel rispetto dell’identità e dei valori culturali”.68 Olga rimase in silenzio per qualche minuto, lì ferma ad ascoltare le parole di Saad, una ragazza così rispettosa verso la diversità culturale e aperta al dialogo. -

Quindi questo vostro tesoro è una biblioteca?- continuò esterefatta la donna.

Si, una biblioteca multiculturale che : “Provvede allo sviluppo di servizi e raccolte diversificate per lingua e cultura, comprese le risorse digitali e multimediali” 69- rispose decisa Saad. Olga iniziò ad aggrottare la fronte, fece una piccola smorfia con la bocca e domandò: -

Risorse digitali? Come anche qui? In questo luogo così remoto?

Saad con molta semplicità le spiegò: “Interactive narratives have greatly changed our experience with story and storytelling. […] As such techniques not only address the audience's reading/viewing habits but also are useful in breaking down a narrative into elements for the process of organizing/programming”. 70 Saad continuò la sua spiegazione: “I Digital Storytelling o DST sono brevi storie, di carattere personale o pubblico, che i digital storytellers trasformano in video della durata di pochi minuti, aggiungendo la propria voce a immagini, titoli, effetti e transizioni che scorrono sullo schermo, a volte accompagnati da suoni o musica .[…] I Digital Storytelling, inseriti in un contesto educativo e scolastico, possono essere utilizzati come metodologia didattica per l’acquisizione di conoscenze e come strumento atto alla investigazione dei vissuti personali dei bambini.” 71 Quindi Saad concluse affermando: “Teachers believed that the digital storytelling projects could increase students’ understanding of curricular content and they were willing to transform their pedagogy and curriculum to include digital storytelling”. 72

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Manifesto IFLA. La biblioteca multiculturale, p.1. Ivi, p.2.

S. Wei. Uncovering hidden maps: illustrative narratology for digital artist/designers, Computers and Composition 23.4 (2006): 480-502. Corrado Petrucco. Narrare con il Digital Storytelling a scuola e nelle organizzazioni, p.75. Alaaa Sadik. Digital Storytelling: a meaningful technology-integrated approach for engaged student learning, International journal of learning tecnologies 56.4 (2009): 487. 72

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La ragazza capì che la donna era confusa, veniva da lontano e quindi non poteva comprendere le sue parole, bisognava accompagnarla in quell’ “elaboratore dell’apprendimento digitale”. Saad riprese: “Io ti porterò dove non sei stata mai/ e ti mostrerò le meraviglie del mondo/ e quando arriverà il momento in cui andrai/ tu, tu guiderai/ tu lo insegnerai ad un altro/ a un altro come te”. 73

Figura 5. Scott Library. York University, Toronto, 2013.

Le due entrarono e subito davanti gli occhi di Olga apparve uno scenario futuristico. Fu allora che Olga disse: Quindi, qui in questo luogo, gli studenti, gli uomini e tutti gli utenti diventano dei creatori mediali, produttori di contenuti?- chiese la donna. Si- rispose Saad: “L’utente ideale non ha solo un ruolo passivo di fruitore dell’informazione ovvero di consumer, ma vuole partecipare alla costruzione di significati e alla condivisione della conscenza, diventando così un consumatore che è anche produttore”. 74

Eiffel 65. Viaggia insieme a me.

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Valeria Baudo. Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi, p.46.

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Le due donne ripresero a camminare fin quando davanti agli occhi di Olga le riapparve la stessa porta, che vide ore prima nella sua baita nella valle, ed esterefatta ne rilesse la scritta: “Se qualcuno carpisce questo segreto, diventa padrone del mondo”. Ora comprendeva quelle parole: essere “padroni del mondo” significava essere soprattutto cittadini attivi della cultura e della società in cui si vive. Ora Olga era pronta a tornare nel suo mondo, a salutare la sua mentor e ad essere una donna “viva”: scrittrice della propria vita e del proprio futuro.


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BIBLIORINO

Immagine da fototeca personale

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di Roberta De Giovanni

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I

l sole riempie la mia stanza, che bello. Quando c’è il sole tutto è diverso, anche il suono della sveglia alle sei sembra meno odioso. Mi alzo, spalanco le finestre della mia camera e cerco con lo sguardo l’albero dei limoni: “le trombe d’oro della solarità”75 lì fuori, in giardino da venti lunghi anni. BAGLIONI CLAUDIO, Amore bello, RCA, 1973. BAUDO VALERIA , Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi, Milano, Editrice Bibliografica, 2008. BURTON VICKI TOLAR , SCOTT A. CHADWICK , Investigating the practices of student researchers: patterns of use and criteria for use of internet and library sources, «Computers and Composition», 17 (2000) 3, pp. 309328. KRAAYKAMP GERBERT , Literary socialization and reading preferences. Effects of parents, the library, and the school, «Poetics», 17 (2003) 3-4, pp. 235-257. MONTALE EUGENIO, Tutte le poesie, I Meridiani, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1984. NICHOLLS E. HENRY, More than the loss of a library, «Endeavour», 29 (2005) 2, p.57. SOLIMINE GIOVANNI, La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizio, Roma-Bari, Editori Laterza, 20105. «Devo affrettarmi stamattina, ho mille cose da fare». Mi infilo sotto la doccia mentre ascolto il radiogiornale che dà le ultime notizie. «Eppure devo trovare il modo di dirle queste cose a Rino, sarebbe fico se riuscissimo a farle a Ladispoli. Porca miseria, non si può restare fermi mentre il resto del mondo si muove intorno a noi così velocemente, sarebbe ingiusto. No, glielo dirò, magari quando usciamo a bere il caffè. Si, ho deciso, stamattina glielo dico». Intanto vado in cucina, bevo il tè ed afferro qualche biscotto da inzupparci dentro. Con una mano mi accarezzo la testa per raccogliere i pensieri e farmi coraggio, come sempre quando ho in mente qualche idea che mi impegna, che mi preoccupa anche. «Uff, sono proprio nervosa, da dove comincerò?». Potrei cominciare a parlargli del reference service: ”uno stile di servizio attivo e chiaramente finalizzato alla soddisfazione dei bisogni degli utenti ”76, in fondo è stato lui a farmi affezionare alla biblioteca pubblica quand’ero studente delle scuole superiori, mi aiutava a trovare i testi che mi servivano per svolgere i compiti scolastici, era sempre disponibile, non si stancava mai di rispondere alle mie domande, a volte anche un po’ assillanti. Già me lo immagino Rino: «E che è ‘sto reference service, a Robbè!», ma poi mi ascolterà, lo so, mi ascolta sempre.

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Montale, Tutte le poesie, p. 12.

76Solimine, La biblioteca, p. 15. 77

Burton, Chadwick, Investigating the practices of student researchers, pp. 324-325.

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Mi ricordo quel giorno che vagavo inferocita per casa. Dovevo prepararmi bene per sostenere l’interrogazione d’italiano, ma come trovare dei buoni testi?:”this is the time to teach students about “safe text”. As is already happening at many institutions, faculty can team with librarians to train students in conducting smart searches, getting to know the textual history of their sources,[…]. The parallel with safe sex not only works metaphorically, but might also help students remember important questions to ask of their sources.”77 Il professor Todi in classe aveva parlato di Sartre e di Simone de Beauvoir . Mi giravo e rigiravo su me stessa e quello che mi tornava davanti era sempre la stessa immagine: una piccola biblioteca personale composta da una enciclopedia, un atlante, due dizionari, qualche libro di racconti per ragazzi, alcuni fumetti, e i libri di fiabe che mi aveva regalato nonna Carolina. « Accidenti, non ce l’avrei mai fatta a tirar fuori qualcosa da quelle carte!».

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Imboccai la porta di casa e mi diressi verso la biblioteca comunale. Arrivata alla biblioteca cercai con gli occhi l’imponente figura di Rino. Era là, tra il suo sigaro (spento !) e cataste di libri da sistemare negli scaffali «Ciao Rino, ho bisogno di te, devo cercare alcuni testi per la mia interrogazione, voglio prepararmi bene». Lo travolsi col mio solito piglio un po’ troppo esuberante per il suo carattere. Ma Rino non perse la pazienza, non l’ha mai persa con me. Abbiamo parlato un po’ della lezione a scuola e di quello che poteva essermi utile:”I suoi documenti» significa tutti e precisamente i documenti di cui ha bisogno in quel momento. Significa anche tutti i documenti che è probabile gli siano utili in quel momento. Significa, ancora, stabilire il contatto senza alcuna perdita di tempo per lui. Non è possibile fare tutto questo per un lettore senza un’intima comprensione del suo preciso interesse in quel momento. Per raggiungere questa comprensione dev’esserci un’intima comunione tra il bibliotecario ed il lettore.”78 Mi consegnò una lista con alcuni titoli e numeri. «Questo dovrebbe andar bene, vai nel salone e cerca i libri nella sezione ottocento, quello dedicato alla letteratura, e vedi se vanno bene, poi mi fai sapere». «Ti odio quando fai così! Accompagnami no!, che significa ‘sta sezione ottocento! Fanatico bibliotecario che non sei altro!». Oggi, dopo il corso seguito all’Università, sarei più spigliata, ma allora i bibliotecari mi spaventavano quando parlavano in “bibliotechese”. Entrai nel grande salone e cominciai la mia passeggiata tenendo gli occhi ben fermi sui grandi numeri in alto per cercare la sezione ottocento. Ero emozionata, lo ero sempre quando dovevo cercare qualcosa da sola, «Ma devo pur imparare!», mi incitai. Dopo pochi minuti la paura si attenuò, piano piano mi sentii più serena. In quell’ambiente silenzioso e pieno di libri stavo bene, insieme ai libri sono sempre stata bene. Anche da bambina quando desideravo calmarmi e trovare un po’ di pace, afferravo uno dei libri di nonna Carolina e via verso avventure fantastiche, parole nuove, personaggi divertenti, storie da condividere, conflitti da affrontare, città nuove da conoscere. Nonna Carolina ci teneva che leggessi: tutte le volte che tornava da Roma, con in mano gli attesi pacchetti confezionati per me, diceva: «Se non mangi tutti i giorni non si vede , ma se non leggi si vede subito, Robbertì!»:” If young people have experienced a great deal of attention for reading, this clearly has a positive influence on their reading levels in adult life; people who were stimulated to read in their childhood more often like literary books and also, slightly more often, suspense novels.”.79

Ranganathan, La biblioteca, p. 15 Kraaykamp, Literary socialization and reading preferences, p. 256. 80 Nicholls, More than the loss of a library, p.57. 79

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Continuai la mia passeggiata, dimenticando i numeri e le sezioni. Puntai il naso all’insù afferrando gli odori di chiuso e di polvere mentre davanti agli occhi mi scorrevano mille parole: gli ornitorinchi, Pavese, la Cina, il Capitale, Lessico familiare, La cucina vegetariana, Ladispoli e dintorni. «Quanti siamo qui dentro!» pensai. Lo spazio si staccò dai miei piedi ed il tempo non bussava più sul registro del Professor Todi, mi abbandonai: “A library is much more than the sum of its parts: its contents and organization reveal how knowledge was made and transmitted trought scientific networks, and provide material evidence of intellectual and social cultures”. 80 Ad un certo punto mi fermai, ero arrivata: Simone de Beauvoir, Memorie di una ragazza per bene, «Bene, è lui!». Mi avvicinai al grande tavolo azzurro, vi posai sopra il libro e cominciai a sfogliare le pagine. Erano leggere e lievemente ingiallite. La copertina rigida e solida faceva pensare ad un libro prezioso, si trattava di quelle edizioni di qualità che le case editrici utilizzano per avvertire il


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lettore: «Attenzione, prodotto delicato!». Lo annusai, «E’ da tempo che stai qui, amico mio, senza che nessuno ti porti un po’ a spasso, sai di stantìo, ma non ti preoccupare, oggi ti faccio prendere una boccata d’aria», lo rassicurai. Mentre parlavo tra me e me, vidi un’immagine che non aveva uguali per me in quel periodo: «Fabioooo»:”Amore bello come il cielo/bello come il giorno/bello come il mare amore/ma non lo so dire.” 81 Feci finta di non vederlo, misi una mano sul viso, l’altra appoggiata sul libro, mi accostai il più possibile al tavolo, come per sostenermi, le gambe cominciarono a tremare «oddio, viene verso di me, mi ha vista!». «Ciao Roby, anche tu in biblioteca?, io sto cercando un libro di storia per preparare una tesina sulla prima guerra mondiale, devo approfondire alcune parti, ma non so da dove cominciare…». Presi più aria che potevo e balbettai: «Chiedi a Rino o Rossella, ti aiuteranno». «Macché! Ho chiesto prima, appena sono arrivato, c’era un’antipatica … mi ha liquidato dopo tre minuti dicendomi:-“Vai dentro, alla sezione novecento, qualcosa troverai”. Io non gli chiedo più niente!». Era un’occasione d’oro per me, mi offrii volontaria: «Vieni, ti accompagno io, andiamo a cercare qualcosa». Passammo insieme due ore fantastiche. Mi sentii la più grande intellettuale dell’epoca, una sorta di Madame de Staël. Giravo fra gli scaffali, attenta a non inciampare nello strascico, sfilando libri per il mio amato, il più bello del mondo. Gli porsi tanti libri da stordirlo. Quanto mi sentivo fica. Ogni tanto passavo da Rino alla reception per delle conferme e poi tornavo nel salotto ad offrire sapienza al mio Fabio. In quel momento entrò Rino nel salone, puntò l’occhio sul tavolo pieno di libri, ma mi lasciò fare, aveva capito che ero posseduta dal mio personaggio e che stavo travalicando la realtà che gli altri sommessamente vivevano. Assistette alla performance con un sorriso e se ne andò. Gli fui grata. Da allora capii che Rino non era come gli altri, sapeva partecipare alle avventure umane, sapeva comprenderle:”Non si tratta, infatti, di fornire la risposta giusta a una domanda precisa, o di insegnare un’abilità concreta e verificabile, perché il bibliotecario fa molto di più e in questo sta il vero valore del servizio, il plusvalore umano perché trasmette la curiosità, la voglia di indagare, la voglia di leggere”. 82 Guardai l’orologio, erano le sei, dovevo tornare a casa, la mia avventura amorosa era giunta al termine, dovevo abbandonare il mio amato, i nostri libri e la nostra favola bella. Ci salutammo io e Fabio, ci saremmo rivisti ilo giorno dopo a scuola, ma a scuola non sarebbe mai stato così, a scuola tutto sarebbe tornato come prima: io un’adolescente un po’ bruttina, timida e scontrosa, e soprattutto nullatenente, e lui il più bello, spigliato ed elegante ragazzo dell’Istituto.

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Baglioni, Amore bello. Baudo, Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi, p. 53.

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Ricordi di gioventù, avrebbe detto nonna Carolina, ma lì, in biblioteca non ci sono solo i miei ricordi, c’è una realtà dinamica: vi passano più di quaranta ragazzi al giorno, vi sono trentacinquemila volumi, una cineteca, un’accogliente e colorata biblioteca per i piccoli, un parcheggio auto, otto postazioni internet, il prestito interbibliotecario, il servizio bibliobus ed il catalogo on-line. Ma non è ancora sufficiente. Ecco questo vorrei far capire a Rino, vorrei dirgli che c’è bisogno di migliorare i servizi, che il servizio di reference non funziona, vorrei dirgli che non si possono tenere le persone così

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MONTALE, Tutte le poesie, p.33.

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distanti, impalate dietro un balcone alto un metro e mezzo ad osservare il personale che cerca le informazioni digitando su un computer. Sembra di stare dal medico: noi pazienti da una parte con gli occhi fissi sul retro del monitor ad aspettare la sentenza dello scienziato, che chiuso tra i suoi pensieri ci porge la ricetta. Le persone devono capire come e dove possono trovare i testi, come si consulta un catalogo, cosa sono quei numeri che escono dal computer. Anzi dovrebbero riuscire da sole a reperire informazioni. Via quel desk ingombrante. Dovremmo avvicinarci di più. Mi girano nella testa tante idee. Ho bisogno di condividerle e di realizzarle. Sono pronta. Afferro la borsa e velocemente percorro la strada che mi divide dalla biblioteca: cinquecento metri di strada ciclabile affiancata da una distesa di terra coltivata. Afferro la maniglia della porta ed entro. «Ciao Valentina, c’è Rino ?, volevo parlargli». «No, Rino è in malattia, non sappiamo quando ritornerà, è in ospedale». «Ca…»:” Così suona talvolta nel silenzio della campagna un colpo di fucile”.83


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Biblioteca pubblica Segni particolari: bene in comune

(Pachamama - In lingua quechua “madre spazio tempo” o “madre terra”, Dea della fertilità e dell’agricoltura, madre nutriente che dà la vita, venerata dalle genti che

ancor’oggi si riconoscono nella cultura Inca, <www.ilcerchiodellaluna.it>)

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di Paola Grandi

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ono appena uscita dalla lezione di bibliografia: oggi si è parlato di nativi digitali e biblioteca scolastica, quest’ultima presentata dalla professoressa come bene comune per l’apprendimento. Sul tram che mi riporta a casa continua a ronzarmi nella mente questa definizione … BENE COMUNE … e penso “Vedi? Anche lei (la prof. intendo) parla in termini di beni comuni nelle sue lezioni”. Battiato, Franco. “E ti vengo a cercare”. Franco Battiato. Emi Music Italy Spa, 2004. CD. Camilleri, Andrea. Un mese con Montalbano, Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1999, p. 32, (Bestsellers Oscar Mondadori). Caminiti, Lanfranco. “La banalità del bene (comune)”. DKm0. 30 Apr. 2013. Web. 13 Mag. 2013. <http://www.democraziakmzero.org/2013/04/30/labanalita-del-bene-comune/>. Dick, Archie L. The books were just the props. Public Libraries and Contested Space in the Cape Flats Townships in the 1980s, “Library Trends”, 55 (2007), 3, p. 701. Web. Gaber, Giorgio. “La libertà”. Youtube.com. 1 Nov. 2008. Web. 29 Mag. 2013. <https://www.youtube.com/watch?v=nulKUZ1sWlA>. Gibson, Christopher. An Investigation of ebook Lending in UK Public Librariers, “Research and Advanced Technology for Digital Libraries”, 6966 (2011), p. 505. Web. Ifla/Unesco. “Il manifesto sulle biblioteche pubbliche”. Ifla.org. Mag. 1995. Web. 8 Apr. 2013. <http://archive.ifla.org/VII/s8/unesco/ital.htm>. Mastrocola, Paola. La gallina volante, 9. ed., Parma: Ugo Guanda Editore, 2012, p. 163. Parise, Stefano. Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, Milano: Editrice Bibliografica, 2012, pp 18-70, (Conoscere la biblioteca). Pennacchi, Laura. Filosofia dei beni comuni. Crisi e primato della sfera pubblica, Roma: Donzelli Editore, 2012, pp 3-4. Settis, Salvatore. Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Torino: Einaudi, 2012, pp 29-32. Solimine, Giovanni. La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizio, 4. ed., Roma-Bari: Editori Laterza, 2008, pp 12-198. Sulle ali della libertà. Reg. Frank Darabont. Con Tim Robbins, Morgan Freeman. Cecchi Gori Distribuzione. 1994. Film.

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Lanfranco Caminiti. La banalità del bene (comune)

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Stiamo assistendo alla banalizzazione della complessità? “La forza prensile e didascalica del concetto è andata di pari passo con la sua banalizzazione, si dice. Ora, non è che la banalizzazione sia di per sé un male. La banalizzazione, meglio: la riduzione a un’espressione semplice, è un potente impulso di diffusione, una popolarizzazione di un concetto complesso, sfaccettato. Se può derivarne un indebolimento concettuale, non è detto che non possa anche registrarsi un rafforzamento politico, di mobilitazione sociale, appunto” 84.

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L’ho notato perché ormai il termine è nell’aria da un po’: il BENE COMUNE ci circonda, è entrato nel nostro lessico. Giusto l’altro ieri, stavo leggendo su un quotidiano un articolo in cui se ne parlava a proposito della gestione delle risorse idriche e, mentre ci rifletto, ecco che dal finestrino scorgo un manifesto elettorale in cui campeggia la faccia benevola del candidato e subito sotto, stampato in bella evidenza, lo slogan con cui promette di impegnarsi (una volta eletto, beninteso) in nome del BENE COMUNE. Mi chiedo se abbia veramente idea di quel che dice, ma questa è un’altra storia. Decido di capirne di più e, una volta a casa, computer alla mano, mi cimento in un’istintiva perlustrazione della rete, trovando inaspettatamente molti e diversificati richiami al concetto: coordinamenti e piattaforme culturali nati in nome del BENE COMUNE, mobilitazioni territoriali per la salvaguardia del BENE COMUNE, l’economia del BENE COMUNE, seminari e convegni sul BENE COMUNE ... E ancora: riviste online, liste civiche, fondazioni, università; perfino un’associazione di cittadini amanti del teatro! Tutti intitolati al caro, prezioso, agognato BENE COMUNE.


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Provo a tracciare un profilo semplice – augurandomi che non sia troppo banale - del concetto di bene comune: si riferisce certamente a tutte quelle ‘cose’ materiali di cui abbiamo bisogno per vivere, anzi per sopravvivere, che ci rinviano simultaneamente a una serie di altre ‘cose’ immateriali; in pratica si tratta di tutti quei “beni che non sono proprietà di nessuno come l’acqua, l’aria, il clima, le risorse minerarie dei fondi marini, la biodiversità, la conoscenza e la cultura, le orbite satellitari, le bande dell’etere - (…) essi comprendono, cioè, non solo le componenti naturali quali gli ecosistemi e le risorse non riproducibili, ma anche le forme della conoscenza, il capitale sociale, le regole, le norme, le istituzioni” 85. È evidente allora che “i beni comuni sono i presupposti necessari della vita sociale” 86. D’accordo. La questione riguarda tutti noi, oggi, nel tempo presente; e con chi verrà dopo come la mettiamo? “‘Bene comune’ vuol dire coltivare una visione lungimirante,vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future all’istinto primordiale di divorare tutto e subito” 87. Comincio a capire: stiamo parlando di qualcosa di tangibile e intangibile al tempo stesso, da tutelare perché coinvolge la dimensione umana individuale e collettiva, in quanto è alla base del vivere insieme cioè della convivenza a livello locale e globale, e abbraccia un orizzonte temporale ampio perché è ereditato dal passato, vissuto nel presente e “coincide con gli interessi delle generazioni future” 88. Impegnativo, non c’è che dire! (per un momento ripenso al politico del manifesto visto dal tram: avrà il suo bel da fare se lo eleggono…). Se le cose stanno così, la biblioteca è un BENE COMUNE? Guardando al passato, beh, qualche scheletro nell’armadio le biblioteche ce l’hanno: gli esordi non furono certo all’insegna del “comune” inteso come della e per la comunità; infatti “Il primo modello di biblioteca del mondo greco (…) è intimamente legato alla funzione di trasmissione del sapere e non nasce come istituzione pubblica (…) Anche per le biblioteche di Alessandria e di Pergamo possiamo parlare di ‘biblioteche pubbliche senza pubblico’, in cui i libri vengono accumulati piuttosto che letti” 89; ed anche successivamente si formarono “tante biblioteche personali e familiari, almeno fino al Rinascimento” 90. Riconosco che, per fortuna, a partire dalla “metà dell’Ottocento (…) la necessità di disporre di forza lavoro più istruita e la volontà di migliorare le condizioni spirituali del proletariato industriale” 91 sono state foriere di un’evoluzione positiva: oggi l’istituzione biblioteca fonda “la propria legittimazione sulla nozione di cittadinanza e sul suo carattere di pubblicità e di contemporaneità, ovvero sul suo appartenere a una comunità ed essere parte della società odierna” 92; in tal senso è chiaramente una “via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l’apprendimento permanente, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali” 93. Ed anche riguardo al futuro mi pare proprio che abbia le carte in regola: si occupa di conservare i documenti cioè di “un’attività

Laura Pennacchi. Filosofia dei beni comuni, pp 3-4. Ibidem. 87 Salvatore Settis. Azione popolare. Cittadini per il bene comune, p. 29. 88 Ivi, p. 32. 89 Giovanni Solimine. La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizio, p. 12. 90 Ibidem. 91 Stefano Parise. Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, p. 70. 92 Ivi, p. 55. 85

Ifla/Unesco. Il manifesto sulle biblioteche pubbliche.

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finalizzata a documentare nel tempo una determinata produzione culturale” 94, perché avverte “la responsabilità di fornire servizi ai propri utenti ‘contemporanei’, senza danneggiare però i propri potenziali utenti futuri” 95. Penso felice: “Allora la biblioteca è un po’ anche mia” 96. Mi esalto e, in preda a un’improvvisa quanto improbabile vena poetica, mi viene voglia di dedicarle dei versi: “E ti vengo a cercare / anche solo per vederti o parlare / perché ho bisogno della tua presenza / per capire meglio la mia essenza” 97. Torno subito in me, consapevole che non è possibile parlare ad una biblioteca (non è mica una persona!) ma in biblioteca sì, purché sottovoce; è questo un altro tratto del suo essere bene comune, la sua dimensione sociale e socializzante. “The library as space involves, importantly, librarians as agents both inside and outside of the library building itself and relates to wider views of library service and their social purposes”98. In biblioteca, “ambiente favorevole all’esercizio del confronto” 99, puoi incontrare e comunicare con tante persone perché “i suoi servizi sono offerti a chiunque sulla base di un principio di equità e le biblioteche, in quanto luoghi pubblici della comunità, favoriscono l’interazione di persone che appartengono a livelli sociali differenti, contrastando la tendenza alla restrizione dei rapporti sociali e del dialogo che caratterizza la società contemporanea” 100. La biblioteca è di tutti e per tutti, “senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale” 101: studenti e insegnanti [questi ultimi in preda a perenni quesiti amletici: “Un libro al mese o un libro ogni due mesi? E soprattutto, quali libri? (…) La lettura è un piacere o un dovere?” 102], lavoratori e disoccupati, pensionati, stranieri, famiglie. Tutti possono usufruire dei servizi della biblioteca pubblica, anche i diseredati, gli emarginati: mi sovviene un mio amico siciliano che, tempo fà, mi raccontava di un pover’uomo di nome Calòrio, che elemosinava abitualmente nel suo paese ma aveva una grande passione per la lettura: “I libri Calòrio se li faceva imprestare dalla biblioteca comunale; la signorina Melluso, la direttrice, sosteneva che nessuno meglio di Calòrio sapeva come andava tenuto un libro ed era più puntuale di lui nella restituzione” 103. Che enorme valore, per gli individui, avere l’opportunità di soddisfare i propri bisogni informativi! Anche con le nuove tecnologie: “The potential benefits of ebook service in public libraries would bea an actualistion of the 24/7 virtual library for all users as well as being of significant interest to specific users communities, such as the visually impaired, reading groups, and the young” 104.

Qui sono in gioco le conoscenze, l’apprendimento, l’acquisizione della capacità di leggere criticamente gli eventi del mondo e la possibilità di scegliere, responsabilmente, consapevolmente e autonomamente, come vivere la propria vita, a quali ideali ispirarsi, quali

Giovanni Solimine. La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizio, p. 198. Ibidem. 96 Stefano Parise. Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, p. 18. 97 Franco Battiato. E ti vengo a cercare. 98 Archie L. Dick. The books were just the props, p. 701. 99 Stefano Parise. Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, p. 56. 100 Ibidem. 101 Ifla/Unesco. Il manifesto sulle biblioteche pubbliche. 102 Paola Mastrocola. La gallina volante, p. 163. 103 Andrea Camilleri. Un mese con Montalbano, p. 32. 104 Christopher Gibson. An Investigation of ebook Lending in UK Public Librariers, p. 505. 94

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obiettivi porsi. In una società libera, perché: “La libertà non è star sopra un albero / non è neanche il volo di un moscone/ la libertà non è uno spazio libero / libertà è partecipazione”105 . Posso ritenermi soddisfatta, non ci sono dubbi: la biblioteca pubblica è a tutti gli effetti un bene comune, nel senso più profondo e sfaccettato del termine. Ne parlo alle ragazze, le mie figlie ventenni native digitali, e pensando alla biblioteca del nostro municipio istintivamente propongo: “Che ne direste se chiedessi di ampliare la biblioteca? (…) Scriverò ogni settimana, non possono ignorarmi” 106.

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Giorgio Gaber, La libertà. Sulle ali della libertà. Reg. Frank Darabont.

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La biblioteca è anche nostra!


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A strange invitation‌

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di Beatrice

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he most incredible and unbelievable encounter of my life happened in an ordinary morning of September in Rome, with the sun shining bright on the ancient monuments and all those fat and impertinent pigeons pecking at some breadcrumbs. However, I suppose that it is in days like these, when you don’t expect it, that the most absurd and extraordinary things come out. David Jacques-Louis. Bonaparte franchissant le Grand Saint Bernard, Rueil- Malmaison, Musée National du Chateau de Malmaison,1800/1801. Platone. Simposio, traduzione e commento di Matteo Nucci, introduzione di Bruno Centrone, 6. ed., Torino, Einaudi, 2009, p. XI. Vernant Jean Pierre. Tre dee davanti ad un pomo d’oro, in Jean Pierre Vernant : L’universo, gli dei, gli uomini, 2. ed., Torino, Einaudi, 2000 e 2001, pag 79-80-81. Knapton John Ernest. Ancora guerra, in John Ernest Knapton , Joséphine: dalla Martinica al trono di Francia la donna che sposò Napoleone, 2. ed., Milano, A. Mondadori, 1993. ( Le Scie), p.243. Cesare Gaio Giulio, Le guerre in Gallia- De Bello Gallico , a cura di Carlo Carena, Milano, A. Mondadori, 1991. (Oscar classici greci e latini). Alighieri Dante, la Divina Commedia , Inferno, canto XXXIV, vv. 28-29, 37-38, 64-67. Spiazzi Marina. Only connect… new directions. From the origins to the Eighteenth century, 3. ed., Bologna, Zanichelli, page B4/B5. Elizabeth the first, foreign and political affairs, 2009. Metsys Quentin il giovane. Sieve Portrait of Queen Elizabeth I, Siena, Pinacoteca Nazionale, 1583. Shakespeare William. Amleto, Traduzione e cura di Agostino Lombardo, 15. ed., Milano, Feltrinelli ( I classici universale economica Feltrinelli),2009, p. 15.

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Jacques-Louis David. Bonaparte franchissant le Grand Saint Bernard.

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As usual, I was heading for a small bar near my office in order to eat a sandwich or a slice of cake, the only kind of lunch I could digest before the end of my limited break, when I decided that for once I could eat something tasty, like pasta or pizza, and I entered a restaurant I had never noticed before, situated in a narrow corner of the street. Even if It was an anonymous and hidden place ( at least for me), it was so crowded that I could see tens of people eating, talking and laughing at the same time. However, my attention was immediately captured by one table, where Napoleon, Julius Cesar and Henry VIII were having lunch, assailing and wolfing down all the food just like kids do when they’re in front of chocolate and candies . Actually, I was completely shocked and astonished, especially because I was the only one apparently worried or, at least, surprised by them. As a matter of fact, the other customers were so calm, relaxed and at their ease that for just one, endless second I thought I had finally lost my mind (I was pretty sure that one day it would have happened, it was just question of time), starting to suffer from hallucinations. However, my glance and my face must have been incredibly expressive and eloquent, because the three men actually understood my surprise and kindly started to smile, inviting me to sit there. You know, even If a part of my mind was still fighting to make me desist to what seemed to be a terrible idea, I couldn’t held my curiosity back and so I decided to go there. After looking at them better, I had to admit that the three crazy men were actually dressed up in a very careful and accurate way, with a wealth of details which was really admirable. “As a matter of fact, besides the natural resemblance with the great commander, the smallest man worn some yellow-orange pants, a mantle of the same colour, a blue coat , one white glove (and a strange black hat) which made him identical to the Napoleon portrayed in one of his most famous pictures.” 107


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2 David Jacques-Louis. Bonaparte franchissant le Grand Saint Bernard

Platone. Simposio, p. XI Rielaborazione personale da: Jean Pierre Vernant. Tree dee davanti ad un pomo d’oro, pag 79-80-81 110 Ibidem 109

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At his left, with the typical Roman toga and the classical laurel wreath, there was Julius Cesar , and on the other side of the table, with the air of someone who was actually enjoying his meal, Henry VIII. That strange situation, with people discussing in front of a table full of pasta, meat, cakes and each possible kind of drink (wine, beer ,juice and even lemonade) reminded me of a very common tradition in ancient Greek that everybody knows thanks to the great philosopher Plato. “Il simposio nell’antica Grecia rappresentava un’occasione conviviale non limitata all’aspetto enogastronomico. Il momento costitutivo, successivo alla fase del mangiare, è rappresentato dal bere . Ma il bere si accompagna sempre a qualcosa di alto tenore , conversazioni, intrattenimenti, svaghi di genere.”108 Suddenly, Napoleon told me: «My dear friend, I imagine that you know us. If I’m not making mistakes, we are “pretty” famous all over the world, aren’t we? Well, even if I’m aware that it may seem embarrassing, I have to say that all this popularity is the reason why we were having an unpleasant argument before you came here to gladden us with your presence: “You know, we wanted to discover who has been the greatest figure of all the times, but as we’re not able to be impartial judges, we can’t make up our minds. That’s why we’ve thought to involve in the quarrel somebody who has taken no part in it before . Can you do that for us?”109 “«Sure» I said with a very trembling voice «It will be a real privilege». Actually I was about to faint, but first of all, as they were completely nuts, I didn’t want them to be angry, and secondly, that paradoxical event was so fascinating that I felt I couldn’t renounce it.” 110 «So» went on Napoleon, «I think I was the greatest ever. I conquered an empire which included almost all Europe, and I was famous because I could write several letters about different topics at the same time. Furthermore, if according to you I’ve been a hero only in war, think about all the wonderful masterpieces of passion and romanticism I wrote to my great and only love, Josephine: “Io amo solo la mia piccola Josephine, gentile, imbronciata e


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capricciosa, che sa bisticciare con molta grazia, così come fa tutto; è sempre adorabile, ma non quando è sospettosa. “ 111 Isn’t this enough to make me the winner?» So Cesar said «No, it isn’t! I was the most incredible Roman general, I conquered Gaul and wrote a wonderful book: “«De Bello Gallico» , describing my extraordinary victory and the barbarians who lived there. Moreover, one of the most well - known maxims in history, alea iacta est, is mine!”112 “Finally, if I hadn’t been betrayed and killed by the ones I loved the most, I would have become the first emperor of Rome, the most powerful city the world has ever known. Isn’t this enough to make the winner?” Lo’ mperador del doloroso regno 28 da mezzo l’ petto uscia fuor de la ghiaccia 29 Oh quanto parve a me gran maraviglia 37 quand’io vidi tre facce alla sua testa 38 De li altri due hanno il capo c’hanno il capo di sotto, 64 Quel che pende dal nero ceffo è Bruto: 65 Vedi come si storce, e non fa motto! 66 113 E l’altro è Cassio, che par si membruto. 67 At this point, during the stunning moment of this anachronistic discussion, I had the impression to see Napoleon and Henry VI looking each other with an amused and crafty glance, the one you can observe on people faces when they’re kidding someone. However, this true or false sensation lasted for more or less three seconds, because Henry VIII suddenly started talking. “Wait, don’t go so fast, you two! First of all, during my reign, England became incredibly rich and powerful. Besides that, I’m the man whose charm transformed him into the most desired person in the country, making me get married six times. Finally, my daughter, Elisabeth the first, became one of the greatest queens ever, transforming Britain into the ruler of the seven seas. Isn’t this enough to make me the winner?” 114

John Ernest Knapton. Ancora guerra, p.243 Rielaborazione personale da: Gaio Giulio Cesare. Le guerre in Gallia, 113 Alighieri Dante. la Divina Commedia , Inferno, vv. 28-29, 37-38, 64-67 114 Rielaborazione personale da: Spiazzi Marina. Only Connect…New Directions. 112

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Metsys Quentin il giovane. Sieve Portrait of Queen Elizabeth I


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And now, what was I supposed to do? I didn’t know what to say and everybody was looking at me in a very interrogative way. Moreover, I had eaten just some bread and a slice of ham, ( Actually I have to admit that their totally fascinating speeches and their way of telling had been so fun that I had forgotten to eat something meanwhile). But Luckily, my old, dear watch saved me. I had to get back to work! So I said: «I’m so sorry, my dear friends, but I have to get back to work. If I don’t do that, I’ll be fired. » «But you can’t leave us now! Give us a simple answer, just one of our names, and we will let you go» «I apologize, but I can’t wait! However, I promise to get back tomorrow with the answer to your question» They answered «We will wait for you» and then they smiled. And that was all. When rushing out of the restaurant, still confused and dazed, I saw the restaurateur coming towards me and then saying: «I’m so sorry, I wanted to apologize because I’ve noticed that you weren’t an usual customer, so you couldn’t understand the situation. You know, those men you’ve met inside are not bad, they’re just a little bit out of their mind, and actually, people love them for that. They’re so harmless and fun that most boys and girls come to my restaurant only to observe them, hoping to sit at their table and be carried away with their madness. You know, as they’re the main attraction of my restaurant ,I always let them eat what they want without paying, in order to host them every day. There’s also a host keeper who rent them a bedroom gratis. They’re so poor and fun, we consider it as a good action! However, I’ m sorry. Goodbye.»

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Rielaborazione Personale da: William Shakespeare. Amleto.

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When he left me, I soon thought about their strange behaviour and a foul idea came out of my mind. Were they just pretending? Maybe because it was very convenient? 115


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A WORLD OF FANTAISIE

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di GIADA

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antaisie couldn’t sleep that night. She was full of thoughts in her mind and nothing could calm her…

Burke Edmund. A Philosophical Enquiry into the Origins of Our Ideas of the Sublime and Beautiful, with an introductory discourse concerning taste and several other additions, [5 th] ed., London, printed for J. Dodsley in Pall-mall, Part II, Section III, Obscurity, 1767, p.99. Dickens Charles. Grandi speranze, Torino, Einaudi, 1959 e 1998, p.462. Funke Cornelia. Veleno d’Inchiostro, Milano, A. Mondadori, 2006, p. 532. Gier Kerstin. Red. Milano, Corbaccio, 2011. Nota: Tit. orig.: Rubinrot, p.28. Mars Bruno e gli Smeezingtones. Talking to the Moon. Los Angeles, Atlantic/Elektra, “Doo-Wops & Hooligans”, 2010. Album. Ranzoni Daniele. Ritratto del bambino William Morisetti (Willy), CP Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola, 1885. Troisi Licia. La ragazza drago. I-L’eredità di Thuban, A. Mondadori Editore, 2008, p. 321-322 Not even the fabulous hot chocolate made by her mother worked that time. She always prepared one when her daughter was nervous. But that time was different: it wasn’t the same fear due to school or to that hateful “friend” that used her like a duster whenever she had the possibility. No… The amount of stressful events that followed one upon the other during that morning, had made that day the longest of her life. She looked at her little dragon, Shyne, her faithful friend that grew up with her. He had such big and blue eyes, and his skin colour was green, but a shade of a fluorescent green, that green that not even the night can hide in its darkness: “Il nero si colorò. Lentamente comparvero in lontananza due fiammelle azzurre. Avevano un colore splendido, che scaldava il cuore. […] Gli occhi pian piano si inquadrarono in quella che sembrava l’enorme testa di un drago verde. Era splendida, e familiare.” 116

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Licia Troisi. La ragazza drago, p. 321-322 Bruno Mars. Talking to the Moon

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The moon… Dearest friend, always there during the night, eternally ready to listen to people who speak to her, knowing she won’t reveal their thoughts and issues. She’s the main witness of all the romantic elopements, but also of the most terrible crimes, she’s the divinity of those creatures that cannot see the daylight, she’s really old but physically young. How many things would she say if she only could? Fantaisie looked up at her, as she usually saw in those weepy films that she watched during rainy weekends. Just for once she wanted to feel the star of her own movie…. Just for once. However, its plot was beginning to frighten her. The memories of that day started to be confused, they became an incomprehensible tangle of sounds and

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Suddenly she got up and went towards the window of her room: it was useless to keep turning over in bed all night. Shyne was observing her with curiosity, blinking his wonderful and long eyelash, and wondering the reason why his young master was still awake. Fantaisie caressed him as she passed next to him, and he answered with a long and cute yawn. She moved the curtain aside and started to admire the wonderful landscape. The village of “Oalsk” was quiet and pacific as always, but this time the romantic light of the moon increased its magical atmosphere. -Look Shyne! The moon is beautiful tonight! Isn’t she? I wonder how many other moons exist in the universe…Do you think there may be other people that are looking at the moon like me right now? Dad… where are you?:“At night when the stars light up my room /I sit by myself /Talking to the Moon /Tryn' to get to You /In hopes you're on the other side / Talking to me too /Or Am I a fool /who sits alone /Talking to the moon?” 117


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images without any logic that occupied her mind, and she was so oppressed and tired that she thought her room was spinning around her, and soon she found herself fallen on the ground, unconscious. The last thing she could remember was the worried glance of her little dragon and the ceiling with stars and planets of her room: “La vista mi si appannò. Mi sentii mancare le ginocchia e fui costretta ad appoggiarmi al muro per non cadere. Tutto passò in un secondo”118 When she woke up, the following day, she remembered all perfectly. Her mother had heard the thud of her senseless body falling on the floor, and she had immediately come into the room to help her. As she opened her eyes, Shyne started to lick her cheeks, and she hugged him with tenderness. Although her mother wanted her not to go to school, she was determined to go there the same: there were many matters she had to solve. On her way to school, she started to think about the day before. That snooty Penny had made her punish again, for something she hadn’t done! But their teacher, Mrs. Fairy, hadn’t wanted to listen a word from her and, after having accused her for scribbling Penny’s book with insults and mockeries, she had sent Fantaisie to arrange some old books left in the school’s basement in order to make her understand the importance of respect for books. But Mrs. Fairy couldn’t imagine that this punishment would have been so revolutionary in Fantaisie’s life. Actually, after having turned over the pages of one or two dusty books in the basement, her attention was caught by a strange brick different from the others on the wall. It was purple and vertical, while the others were blue and horizontal. On this brick there was also a strange slot, whose shape reminded her something familiar… -Oh my God, it looks like my earring!She immediately took her accessory away and put it into the strange brick that, suddenly, came out from the wall and revealed itself to be a book: “Il cuoio che gli avevano dato sfavillava scarlatto e ricopriva la copertina di legno come se fosse una seconda pelle. La nervatura del dorso era arrotondata al punto giusto, la cucitura ben salda, il taglio accuratamente levigato. Ma tutto ciò non avrebbe avuto alcuna importanza in questo caso. Nessuno avrebbe letto quel libro. Il volume aveva una bellezza inquietante. Sembrava avere una voce che sussurrava parole quasi impercettibili, inesistenti sulle pagine vuote. Eppure c’erano”. 119

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Kerstin Gier. Red, p. 28 Cornelia Funke. Veleno d’inchiostro, p.532

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Driven by curiosity, she opened it with no hesitation, but as she looked at the first images of it, a shiver ran through her back. The pictures showed a little girl throughout her life, from her childhood to her adolescence. She let the book fall on the ground, but she immediately took it again shortly after: why was that girl so similar to her? There weren’t lots of written parts, and the few ones weren’t really clear. The images were perfect representations of all the most important events of her life, starting from the first time she taught Shyne to spit out flames, until her last birthday. There were pages that regarded her future too, but these ones were quite blurred, probably because they hadn’t happened yet. -Who’s that strange guy?? Fantaisie could notice that in one of the last pictures a boy appeared behind her, but he had a weird aspect and outfit: he didn’t seem like the other inhabitants of Oalsk.


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Daniele Ranzoni. Ritratto di Willy Edmund Burke. A Philosophical Enquiry into the Origins of Our Ideas of the Sublime and Beautiful, , p.99

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-Damn, you found the book! Go away before it’s too late- said a male voice -Who’re you? And how can I move if I can’t see anything?! – answered Fantaisie -I… I just don’t want you to go the same way as all the others! – Cried the boy. Fantaisie couldn’t see him really well, so she came closer to him: he was the weird boy she had seen in the picture! -Don’t worry! What’s your name? And how did you arrive here? -I’m called Jack. But I think you’re making a mistake: I haven’t arrived here, but YOU are the one that appeared in my dream – said Jack -What? What dream? -Always the same story… Is it possible that every person that my mind attracts in this world doesn’t know anything? Ok, I’ll explain you in a few seconds: you’ve probably found the book that has brought you there. In your world there are several hidden books like that one you’ve found, and they are visible only to the most sensitive and purest people. Once these people see them and understand how to open them, they are catapulted in my world, but they can

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Then, a worrying writing was under the page: “Imagination or Reality, who will say farewell to his planet first?”. What did it mean with Imagination and Reality? Were them two people in danger? How could she save them? And did “say farewell” mean they had to die? Suddenly, the lights went off and the book in her hands disappeared. -Ha-ha Penny, you’re not funny. Turn on the light and stop being so silly. She was scared by all that darkness, but luckily a candle lit up the room with its weak light: [“To make anything very terrible, obscurity seems in general to be necessary. When we know the full extent of any danger, when we can accustom our eyes to it, a great deal of the apprehension vanishes. Every one will be sensible of this, who considers how greatly night adds to our dread, in all cases of danger, and how much the notions of ghosts and goblins, of which none can f orm clear ideas, affect minds which give credit to the popular tales concerning such sorts of beings”121.


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survive only in humans’ dreams. Actually, they (and you too) are part of my imagination, and if you try to read the hidden book again, you’ll be damned to appear in my dreams whenever I go to sleep. So, stay away from that book! -I’ll be miles and miles away from it, if necessary -Good! I don’t want other strange creatures in all my dreams anymore. Luckily also the last one has just been replaced by you, so I’ll be free to dream whatever I want from now…Maybe I’ll miss Soihef… -That’s the name of my father! So, now he’s free and back home! -I don’t think so, he… -HE?? Suddenly the dark room disappeared and the basement of her school appeared again in front of her eyes. For the following hours she kept thinking that it had been only an hallucination due to the great amount of dust. But during the night she had understood that everything had really happened. It was still dark when she left her house, the following day, to go to school: “ L’alba del mercoledì stava spuntando, quando guardai fuori dalla finestra. Le luci che ammiccavano sul ponte andavano impallidendo, il sole si levava all’orizzonte, simile a una palude di fuoco. Il fiume, ancora buio e misterioso, era traversato dai ponti che assumevano un freddo color grigio, con qua e là una nota calda riflessa dal bagliore rosso del cielo. Mentre osservavo i tetti stretti gli uni agli altri, e i campanili e le guglie delle chiese che sfrecciavano nell’aria insolitamente limpida, il sole si levò; e come se un velo fosse stato tolto dal fiume, milioni di scintille apparvero di colpo sull’acqua. Sembrò che da me pure fosse stato tolto un velo che m’avvolgeva; e mi sentii bene e in forze.” 122

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Charles Dickens. Grandi speranze, p. 532

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The decision was made: even if this would have damned her for ever, she had to ask Jack about her father… That book was going to be opened for the second and last time.


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