Alba Siciliana - 2015.10.12 (n. 75)

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Ridimensionamento del Cara di Mineo

Alba Siciliana 2015, ottobre, lunedì 12 (n. 75)

Fin dall'inizio qui ha regnato la mafiosità clientelare, ora la legalità e i diritti universali del lavoro devono tornare al centro Sappiamo come sono stati distribuiti i posti al Cara: merce di scambio, strumento di corruzione che ha coinvolto le rappresentanze politiche, i sindaci, i sindacati, i consigli comunali con un occhio di riguardo anche per ammorbidire le opposizioni, con ottimi risultati. Per colpa delle lacune legislative, la ripartizione di una risorsa preziosa come il lavoro in terre di miseria ha seguito i canali peggiori e ha alimentato l'asservimento dei più deboli alla malapolitica e alla malaeconomia. Ora siamo di fronte a un nuovo momento critico e a un bivio tra la trasparenza dell'onestà o l'abominio distruttore di dignità. Si dimezzano i posti al Cara? Si parla di contratti di solidarietà, cioè ridurre l'orario di lavoro per contenere i licenziamenti. A tale proposito però un'analisi obiettiva mostra che in gran parte quelli del Cara di Mineo erano già contratti di solidarietà, praticamente part-time, con poche ore settimanali e un salario conseguentemente molto basso. Forse integrato dalla disoccupazione visto il conteggio delle giornate, ma in ogni caso appare difficilmente frazionabile in quantitativi ancora inferiori. Subito bene hanno fatto i responsabili, braccati da quattro procure italiane, a liberarsi del peso chiamando in causa Inps e altri Enti pubblici per stabilire una graduatoria basata su dati oggettivi circa la condizione di ciascun lavoratore, la presenza di famiglie a carico, l'anzianità di servizio ecc. Giusta e doverosa impostazione, ma ora, visto che anche in passato non si è disdegnato il ricorso a qualsiasi metodo per imporre i propri interessi particolari, si vigili perché non avvengano eccezioni, scavalcamenti, soverchierie di amici degli amici e di quelli che pensano di essere più uguali degli altri e di ottenere qualcosa in più, con le buone o con le cattive.


Le affissioni a Mineo sono tornate al “far west”?

Dopo molte settimane di sospensione del servizio affissioni da parte dell'Ente

comunale, dalla metà di ottobre alcuni manifesti hanno cominciato a comparire negli spazi adibiti a tale uso. Prima una comunicazione commerciale – la catena Despar – e poi un evento sportivo promosso da una associazione di Mineo, con il patrocinio del Comune. Intanto, negli uffici continuano a giacere ammucchiati centinaia di manifesti. Sono stati pagati con regolare ricevuta ma non vengono affissi “per mancanza di personale”: questa la risposta degli uffici, sempre uguale. E allora le affissioni che si vedono in giro, per mano di chi sono avvenute, dato che il servizio Comunale è fermo? A quanto pare, sarebbe stata cura direttamente dei privati, i quali hanno pensato in questo modo di superare l'ostacolo. Pagato il dovuto all'ufficio, costoro si sono ripresi i rotoli e li hanno messi dove ritenevano più opportuno. Questo è un abuso e l'Osservatorio per la trasparenza amministrativa a Mineo ha provveduto a farne segnalazione al Comando della Polizia Municipale di Mineo. Finora, però, pare che gli accertamenti si siano limitati alla sola verifica dell'avvenuto pagamento della tariffa di affissione, che risulta dalle ricevute in possesso dell'ufficio comunale. Non sarebbe stato invece ancora preso in considerazione l'aspetto più grave del problema, ossia l'affissione abusiva fatta da mano ignota. Continua perciò il danno e disparità di trattamento verso chi continua a attendere da settimane la regolare affissione comunale. In questi giorni si assiste ancora a una novità. Pare che sia entrato in funzione un nuovo sistema, che secondo i responsabili dovrebbe accontentare tutti. In pratica, ecco la procedura aggiornata: l'utente porta i manifesti all'ufficio comunale e paga il dovuto secondo tariffario. L'ufficio incassa la somma, che comprende le spese di segreteria ma anche l'affissione negli spazi del paese. E invece l'ufficio appone il timbro di scadenza e – attenzione – restituisce subito i manifesti all'utente. Si racconta che i manifesti timbrati e restituiti vengano poi affidati a "mani esperte". Mani esperte che – a titolo gratuito? – provvedono finalmente all'affissione. Lo sanno, questo, gli uffici del Comune e la Polizia Municipale? Nel rinomato paese di Mineo è così che si affronta e si “risolve” un problema di interesse pubblico? Non si vede quanto sia irregolare il modo di procedere che sta prendendo piede? Perché l'utente dovrebbe pagare due volte? Chissà che non ci si renda conto che in fatto di legalità, di questi tempi, non è proprio il caso di improvvisare. Perché il luogo si è fatto una certa nomina presso ben quattro Procure nazionali e appare un poco ingenuo sperare che, complice l'altezza e le nuvole, nessuno al di fuori del grazioso presepe vivente arroccato sulla collina si accorga e faccia partire qualche nuovo poco simpatico avviso di garanzia. Osservatorio per la trasparenza amministrativa a Mineo

Gianluca Buonanno, Lega Nord, parlamentare europeo e sindaco del Comune di Borgosesia (Vercelli)

albasiciliana.wordpress.com albasiciliana@gmail.it


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