Alba Siciliana - 2016.07.18 (n. 98)

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Nella Capitale d'Italia si reagisce dal basso contro la politica dell'immigrazione forzata Politici affaristi dell'accoglienza, c'è chi dice no ai vostri ignobili ricatti! Un anno fa erano stati i quartieri di Tor Sapienza e Casale San Nicola a mostrare che non tutte le comunità sono disponibili a consentire nelle proprie zone l’attuazione di politiche di accoglienza pilotata che servono solo a dilapidare denaro pubblico. Non tutti accettano l’ingiustizia sociale, il razzismo rovesciato, il degrado e l’aumento di insicurezza per leccare quattro briciole da terra. Non tutti sono proni al ricatto di governi che, da sinistra così come da destra, hanno riproposto per anni lo stesso modo di agire, gli stessi provvedimenti verso i luoghi più poveri del Paese, angustiati dal bisogno e perciò teoricamente più deboli e permeabili a qualsiasi promessa o elemosina. Mentre si nega ogni progetto di reale sviluppo, di risanamento urbano, di valorizzazione civile, umana e professionale, vengono riversati con deportazioni stabilite a tavolino migliaia di “ultimi” ai quali non è stato insegnato niente tranne l’arte di arrangiarsi. Così qualsiasi quartiere viene annichilito, a nulla possono valere gli sforzi degli abitanti per risollevarne le sorti. L’unico rimedio è la prevenzione. Il cavallo di Troia non deve entrare nelle mura. L’informazione abbonda, tutta Italia conosce il caso di Mineo con la sua mafiosità capillare e plebiscitaria, la tragedia di Palagonia che ha mostrato a quanto poco serve non uscire di casa la sera, se ti vengono a sgozzare, violentare e buttare dal balcone fin dentro casa. Le rivolte nei centri per minori di Caltagirone e del Calatino, le strade bloccate con sassi e bastoni e gli altri episodi mostrano la incapacità istituzionale da parte di traditori che hanno guardato soltanto al soldo facile. Sono criminali, responsabili di delitti al pari dei maneggiatori di rifiuti tossici sotterrati nelle campagne. Gente indegna di sedere ancora nelle poltrone di amministratori come i responsabili del Cara di Mineo, sommersi dalle accuse di reato ma ancora tenuti saldamente al loro posto da certi ministri e presidenti del Consiglio che da Roma pianificano l’invasione di ogni angolo d’Italia, spostando pullman di sbarcati come pedine di un gioco devastante. Dei sindaci non possiamo fidarci. Prima che essere eletti dalla comunità, costoro giurano fedeltà al governo e se ne fanno podestà, braccio operativo locale di ordini ricevuti dal centro, né più e né meno dei Prefetti. Costoro devono solo trovare il modo di far ingoiare al corpo sociale decisioni già prese altrove. Il lubrificante migliore è la promessa di lavoro, perché accettando un centro d’accoglienza “ci sarà un posto di servizio anche per te, potrai fare le pulizie”. Onore alle comunità che col massimo disprezzo sputano in faccia a questi miserabili corruttori! Il nemico è in casa nostra, dobbiamo espellerlo quanto prima! Dalla Capitale, i quartieri popolari si stanno organizzando e per strada contendono ogni centimetro degli spazi comuni a chi vorrebbe farne discariche sociali. Ecco come si dimostra la dignità! Ecco come si riconquista il diritto al presente, per costruire un futuro basato sul lavoro, sulla libera impresa, sulla cultura e l’innovazione in ogni campo. Coraggio e fermezza costante, senza tentennamenti! Nessuno deve rimanere indietro, tutti dobbiamo essere in prima linea a combattere ogni giorno contro i traditori!

Siamo diventati l'unico Paese al mondo che legittima i clandestini. Italiani discriminati nell'assegnazione di case, asili nido e aiuti sociali. 2016, luglio, lunedì 18 (n. 98)

Prima gli italiani!

Quali rischi sanitari per i clandestini del caporalato agricolo? Dai cassonetti di rifiuti rovistati all’ortofrutta sulle nostre tavole, con le stesse mani Ogni giorno le immondizie depositate nei cassonetti per le strade vengono minuziosamente esaminate, maneggiate e rivoltate, alla ricerca di chissà quali tesori. Dal Cara di Mineo partono la mattina e in quel centro di raccolta tornano, con il loro carico di “spazzatura selezionata”. Qualcuno dovrebbe occuparsi delle condizioni igieniche dentro al Cara di Mineo, anche perché ci lavorano molte persone del posto, che sono a contatto delle comunità residenti nei paesi vicini. Come ha recentemente denunciato il rapporto “Filiera Sporca”, lo sfruttamento per lavori agricoli degli ospiti del Cara è ampiamente diffuso. Bisogna ricostruire il percorso dallo scaffale al campo, per scoprire chi opera secondo legalità e chi è competitivo sul mercato solo grazie alle nuove schiavitù. Migliaia di persone non meglio identificate lavorano alla raccolta dei prodotti ortofrutticoli, per pochi euro al giorno e senza diritti. Forse che queste persone possiedono un libretto sanitario, a tutela dei prodotti e dei consumatori? Assolutamente No! Tutto viene lasciato al caso, alla buona sorte, fintanto che non succede niente. Occorre cautelarsi nell’acquisto dei prodotti ortofrutticoli locali, cercando di evitare quelle merci di dubbia provenienza. In ogni caso è consigliabile lavare bene con prodotti disinfettanti e sbucciare sempre, con mani protette da guanti. Se per irresponsabile incuria delle Istituzioni verso le più elementari norme di profilassi contro batteri, virus ecc. si dovesse propagare qualche epidemia a partire dal contatto con i rifiuti urbani, sapremo tutti chi ringraziare nella persona delle autorità sanitarie locali. Il mancato rispetto della salute pubblica deve essere severamente punito.


Fuoco nelle campagne e pascoli abusivi. A chi giovano gli incendi?

incontrollabile passaggio. Così facendo, in autunno con le prime piogge a creare un tappeto erboso utile al nutrimento dei loro animali. Basta con i roghi criminali, le soluzioni esistono! siA viene che serve la costosa manutenzione fatta a spese dei proprietari dei fondi, Il territorio extraurbano di Mineo nelle scorse settimane è stato oggetto di se poi si deve fronteggiare non la natura, ma la volontà delittuosa di altri continui fenomeni incendiari, ripetuti anche in zone limitrofe. In parti- soggetti? Esistono ancora a Mineo zone, come la vallata dell’Albone colare l’ultimo episodio nella mattinata del 16 luglio ha mostrato Bianco, abbastanza ricche di alberi, residuale vestigia di un ben più chiaramente la sua origine dolosa: con l’abbassamento delle temperature, ampio invaso boschivo che a furia di incendi si è azzerato. Cosa dovrebbele condizioni climatiche non erano per nulla favorevoli al teorico innesco ro fare le persone che là hanno la casa e vivono, per salvaguardarsi? spontaneo delle fiamme e inoltre si è potuta notare la compresenza di più Dovrebbero forse eliminare tutta la vegetazione, farne legna per stufa col focolai, partiti contemporaneamente nella stessa zona. proprio piacere, unico modo per non essere gravemente minacciati dal A questo punto non ci sono dubbi sul fatto che qualcuno agisce volonta- prossimo incendio perfino nella salute delle loro famiglie? La risposta non riamente in questo modo. Resta da capire quali possono essere le ragioni. è questa, non è accettabile che in Sicilia per prevenire gli incendi si debba Al di là di eventuali casi mentalmente disagiati, esiste anche un interes- ridurre a un deserto la propria campagna eliminando ogni elemento vegese materiale che spinge determinate categorie di persone a compiere gesti tale perchè potrebbe prendere fuoco. che ogni anno rovinano la natura e il lavoro dell’uomo, vanificando tanti Va anche denunciata la responsabilità penale dell’Amministrazione in sacrifici di chi ancora crede nella campagna e investe nel grano, nell’oli- carica a Mineo, che segnaliamo ancora una volta alle Procure di compevicoltura e in altre produzioni agricole. Alcuni allevatori di bestiame, tenza. Costoro, pluri-inquisiti con la faccia stagnata, cercano di abituati a portare le mandrie su terreni non di loro proprietà, valutano accattivarsi un po’ di benevolenza del popolo ignaro con qualche canzoconveniente la combustione dei campi, tutto quello che il fuoco trova al suo netta in piazza e non trovano i soldi per mettere in condizione di operare quelle associazioni locali, che potrebbero affrontare con tempestività e efficacia gli incendi al loro inizio, mentre invece il fuoco procede indisturbato per ore a fare il massimo danno. Ecco cosa significa avere al governo gente inadeguata e non degna di fiducia né dello stipendio che riscuote ogni mese dalle tasche dei cittadini. Per contrastare davvero gli incendi dolosi occorre rompere la catena degli interessi. D’ora in avanti va riaffermato il rispetto delle proprietà, con pesanti sanzioni per chi sconfina con il bestiame e con particolare attenzione alle zone che sono state oggetto di incendi. Chi si comporta in un modo tanto incivile e dannoso per il bene comune deve bruciarsi le dita e rimanere scottato, subirne grosse grane arrivando a capire che appiccare focolai non è stata una buona idea. Ecco una proposta da mettere subito in atto, anche per dare l’esempio ai Comuni limitrofi che subiscono gli stessi fenomeni di devastazione. Proteggiamo le nostre albasiciliana.com albasiciliana@gmail.com ricchezze, difendiamo il nostro territorio contro i distruttori di futuro.


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