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Fly Line ESEMPIO DI ARTICOLO, ARGOMENTO:

STORIA


Skues’ Nymphs Paolo Bertacchini

Come in tutte le arti, prima di arrivare alla vera essenzialità la strada da percorrere è lunga, laboriosa e difficile. Le ninfe di George Edward Mackenzie Skues sembrano tanto semplici da apparire banali, ma ciò che presentano al pesce è la perfetta immagine di quello che quest’ultimo desidera vedere, specie se è affamato. Ecco una completa carrellata sulla sua opera, condensata quanto necessario, ma con i contenuti fondamentali: i suoi dressings, i concetti importanti ed i passaggi al morsetto per costruirli.

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A sinistra: ecco come si possono preparare i dubbings per realizzare rapidamente i corpi, ordinati per tipo di pelo. Sopra a destra: la ninfa “standard” della quale si mostra il processo di montaggio. Nel riquadro: disegno dell’Autore.

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n diverse occasioni ho avuto modo di esprimere la mia ammirazione per il lavoro svolto da George Edward Mackenzie Skues. E’ giustamente considerato il padre della pesca a ninfa, ma la sua figura e le sue acute osservazioni influenzarono non poco anche la tecnica di pesca a mosca secca e l’utilizzo di alcune particolari imitazioni. Seppe, infatti, spaziare ben oltre la riproduzione di effimere allo stato alato, come ad esempio testimoniato dalle sue Little Red Sedge e Soldier Beetle, rispettivamente riproduzioni di un piccolo tricottero e di un coleottero, la Cantharis rustica. E’ inoltre a lui che si deve la divulgazione di modelli eccezionalmente efficaci ideati da altri pescatori, quali l’Orange Quill e la Tup’s Indispensable. Il suo spiccato senso dell’humour lo in-

dusse ad attribuire questo nome all’ultima mosca citata, creata nel 1900 da R.S. Austin. Come noto, questa secca ha un corpo costituito da seta gialla cui fa seguito un torace realizzato con una miscela di peli di tonalità complessiva rosata, il cui ingrediente principale consiste in peli prelevati dal testicolo di un montone. Battezzarla pertanto Tup’s Indispensable, cioè “L’indispensabile del montone”, fu per lui quasi un atto dovuto, anche in considerazione del fatto che mantenne segreto il materiale relativo alla composizione di questo particolare dubbing sino al 1934. I suoi accurati studi, legati ad una notevole esperienza acquisita principalmente sui lenti chalk streams posti al Sud dell’Inghilterra, lo portarono a realizzare artificiali ed una tecnica di pesca difformi da quanto praticato sino a quel

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momento. La sua grande genialità lo condusse, infatti, ad elaborare imitazioni di effimere allo stadio di ninfe in procinto di schiudere ed a comprendere come potessero essere utilizzate al meglio in presenza di pesce non interessato a predare insetti alati posti sulla superficie dell’acqua. “A mio avviso, non è meno immorale “bombardare” un pesce installato su ninfe con delle mosche secche che tormentare un pesce che si nutre in superficie con delle ninfe artificiali”, così affermava con molto buon senso in Nymph Fishing for Chalk Stream Trout (1939) a testimoniare la sportività della sua azione di pesca. Ciò nonostante venne avversato da Halford, grande personaggio e codificatore della mosca secca, il quale non ammetteva che la trota potesse essere insidiata con artificiali di concezione diversa da quelli galleggianti. Ma a George Edward Mackenzie Skues, abile avvocato abituato a discutere le cause innanzi le Giurisdizioni Superiori, la capacità di confutare l’ostracismo con il quale vennero accolte le sue conclusioni proprio non mancava, ed i suoi tre principali testi Minor Tactis of the Chalk Stream (1910), The Way of a Trout with a Fly (1921) ed il citato Nymph Fishing for Chalk Stream Trout (1939) ne costituiscono una quanto mai apprezzata testimonianza. Vorrei a questo punto proporre i dressings dei suoi 18 modelli preferiti, Due modelli di Skues realizzati dall’Autore: in alto la III, Medium Olive con corpo in quill di pavone privato delle herl, in basso la XIII, Pale Watery.

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elaborati secondo il processo costruttivo illustrato nell’ultima delle citate opere. Costituiscono le conclusioni di anni di pesca a ninfa e di studio degli efemerotteri allo stadio precedente a quello alato. Naturalmente l’attenzione di Skues era rivolta agli insetti che popolavano i corsi d’acqua da lui maggiormente frequentati, quindi gli artificiali illustrati rappresentano ninfe appartenenti ai generi Baëtis, Cloeon, Procloeon, Centroptilum della famiglia Baetidae e, in un solo caso, Ephemerella. E’ inoltre opportuno rilevare come la sua classificazione delle Baëtidae abbia seguito lo schema in auge all’epoca, così come sintetizzato per l’appunto da Halford. Si tratta di una catalogazione che consente di raggruppare un certo numero di specie aventi colori e caratteri molto simili, d’altronde si tratta di realizzare ciò che interessa principalmente il pescatore, al di là di eventuali ulteriori approfondimenti di carattere prettamente scientifico la cui analisi a volte può rivelarsi non strettamente indispensabile.

Ritengo a questo punto doveroso precisare che la classificazione delle Baetidae secondo questo schema è stata ripresa in due pregevoli opere di Luciano Tosi, Le mosche artificiali (1981) e Pesca a mosca (1981). Si tratta di due testi derivati da una serie di articoli pubblicati nel 1971 sulla rivista Notiziario di caccia, pesca e tiro a volo, e rappresentano tuttora, a mio modesto avviso, un chiaro esempio di competenza nella produzione scritta italiana in tema di pesca a mosca. La classificazione proposta delle Baetidae è pertanto la seguente: Large Dark Olive (Grande oliva scura) Medium Olive (Oliva media) Iron Blue Dun (Grigio ferro bluastra) Pale Watery Dun (Oliva pallida). Prima, però, di procedere all’analisi dettagliata dei dressings relativi ai modelli di ninfe elaborate da Skues è opportuno effettuare un paio di considerazioni. Non tutti i materiali sono facilmente reperibili, tuttavia il requisito estremamente importante consiste, laddove non sia possibile altrimenti, nel rispettare le tonalità di colore e le caratteristiche delle varie componenti. Le piume non screziate di tacchino dalle quali ricavava spesso le piccole code delle sue imitazioni, ad esempio, possono essere efficacemente sostituite con le fibre di maggiori dimensioni rinvenibili in un collo di gallina tinto nel medesimo colore. Ma oltre alla tonalità complessiva dell’insieme è altrettanto opportuno realizzare l’effetto di traslucidità visualizzabile quando la ninfa è ben impregnata d’acqua. E’ in questa situazio-




I diciotto dressings di George Edward Mackenzie Skues Large Dark Olive - I – Aprile ed inizio Maggio. Amo. N° 14 o 13, occhiello rivolto in basso, curva rotonda, o n° 14 Pennel. Seta di montaggio. Giallo vivo cerata con pece bruna da sellaio. Hackle. Grigio scuro (Blue Dun) di gallina o di giovane gallo, con il centro morbido. Il centro che ricopre il dubbing suggerisce la sacca alare, le punte rappresentano le zampe. Code. Due o tre barbe di piuma del collo di una faraona maschio, scure, senza macchiettature, tinte in verdastro scuro. Anellatura. Filo d’oro sottile. Corpo. Pelo di foca tinto verde oliva, il più scuro possibile, montato a forma di fuso dalla coda verso le spalle che s’ispessiscono qui nettamente.

va rotonda o n° 15 Pennel Sneck. Seta di montaggio. Primula, cerata con pece bruna da sellaio. Hackle. In gallina grigio scuro (Blue Dun) o gallo giovane. Code. Due barbe corte di faraona maschio, senza macchiettature, grigio pallido, prese sul collo. Anellatura. Filo d’oro sottile. Corpo. Addome. lana di montone naturale miscelata con pelo di foca bruno, ma giusto quanto basta per tinteggiare. Torace. Pelo di scoiattolo inglese grigio blu. V – Maggio. Giugno. Luglio. Amo. N° 15 o 16 Pennel Sneck, occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Porpora o grigio bruno, cerata con pece scura. Hackle. Di gallina o di giovane gallo, grigio scuro Blue Dun coprenti un po’ il torace. Code. Due barbe, senza macchiettature, di piume scure del collo di una faraona maschio, montate molto corte. Anellatura. A volontà, filo d’argento o nulla. Corpo. Addome, quill bruno dallo stelo della piuma di pavone con “occhio”. Torace. Un ciuffo di peli scuri d’orecchio di lepre arrotolato molto vicino all’hackle.

Medium Olive - II – All’inizio della stagione. Amo. N° 14, occhiello rivolto in basso, gambo rotondo o n° 15 Pennel Sneck con occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Color primula, cerata con pece incolore. Hackle. Piume corte e molli del petto di gallo Bantam grigio o di gallina, due o tre giri al massimo. Code. Due barbe grigio bruno prese sul collo della faraona maschio, senza macchiettature e non tinte. Anellatura. A volontà, seta gialla, filo d’oro o nulla. Corpo. Lepre chiazzata o testa di lepre, per un modello più chiaro.

VI – Giugno. Luglio. Amo. N° 14, occhiello rivolto in basso, gambo rotondo o n° 15 Pennel Sneck Seta di montaggio. Arancio pallido, cerata con pece incolore. Hackle. Giovane gallo grigio blu, piuttosto scuro, un giro o due al massimo, barbe molto corte. Code. Due barbe di faraona maschio scure, senza macchiettature. Addome. Tre o quattro barbe pallide di penna copritrice di airone, tinte con acido picrico ed arrotolate dalla coda verso la spalla. Torace. Pelo di scoiattolo inglese grigio blu o, come variante, orecchio di lepre scuro.

III – Inizio di Maggio. Amo. N° 14 o anche 13, occhiello rivolto in basso, gambo rotondo. Seta di montaggio. Grigio bruno, cerata con pece incolore. Hackle. Tinta miele pallido medio di gallina, dalle barbe corte, due giri. Code. Due barbe corte di faraona maschio, bruno grigio pallido, prese sul collo. Anellatura. Filo d’argento o nulla. Corpo. Addome, quill bruno pallido di pavone striato. Torace. Testa di lepre in “dubbing”.

VII – In Maggio e durante tutta la stagione quando vi sono delle schiuse di piccole Watery Duns scure. Amo. N° 16 Pennel Sneck, occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Giallo vivo, cerata con pece incolore Hackle. Grigio scuro Blue Dun di gallina, corta, ma non più di due giri. Code. Due barbe, grigio scuro senza macchiettature di faraona maschio, corte. Corpo. “Dubbing” molto leggero in pelo di talpa miscelato con foca giallastra.

IV – Giugno. Amo. N° 14, occhiello rivolto in basso, cur-

VIII – Luglio ed Agosto. Amo. N° 15 Pennel Sneck, occhiello rivolto

in basso. Seta di montaggio. Tinta carota pallida, cerata con pece incolore ma solamente a partire dalla spalla. Hackle. Corta, bruna, con punte più pallide. Code. Due barbe corte di faraona maschio, bruno grigio pallido, senza chiazze, prese sul collo. Corpo. Addome. seta artificiale rosa pallido, fissata alla spalla e arrotolata sul gambo nudo dell’amo sino alla curvatura, passando sotto le code e ritornando verso la spalla.. Torace. Testa di lepre in “dubbing”. July Dun - (Small Dark Olive o Baetis scambus, n.d.t.) IX – Luglio ed Agosto. Amo. N° 17 Pennel Sneck, occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Arancio pallido, cerata con pece incolore. Hackle. Blue Dun color ruggine, molto corta in fibre, un giro. Code. Due barbe molto corte del collo di faraona maschio, tinte con acido picrico. Anellatura. Filo d’oro sottile. Corpo. Addome: pelo di volpe blu medio, tinto in tono vivo con acido picrico. Torace. Pelo di foca bruno oliva scuro o, come variante, qualsiasi altro pelo bruno scuro. Iron Blue Dun - X – Da fine Aprile a fine Luglio e, in modello più piccolo, da metà Agosto a fine stagione. Amo.N° 15 Bartleets B. 7362 o, in mancanza, n° 17 Pennel Sneck, con occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Rosso cremisi, cerata con pece incolore. Hackle. La piuma più corta della gola di cornacchia (taccola) maschio, un giro, due al massimo. Code. Tre barbe di gallina bianca, molto corte. Corpo. Pelo di talpa filato (in dubbing) sulla seta di montaggio, lasciandone due giri rossi scoperti sulla coda e aumentando di grossezza verso la spalla. Montaggio in pelo molto leggero, formando uno spessore alla spalla. Pale Watery Dun - XI – Aprile, Maggio, poi di nuovo Luglio, Agosto. Amo. N° 15 Bartleets B. 7362 o n° 17 Pennel Sneck corto, con occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Primula, cerata con pece incolore. Hackle. Un giro di una piccolissima piuma di giovane gallo grigio scuro (Blue Dun). Code. Due barbe corte pallide, senza macchiettature, del collo di faraona maschio. Anellatura. Seta gialla, cinque giri.

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Corpo. Scoiattolo blu inglese, “dubbing” molto leggero alla coda ma molto più spesso alla spalla. XII - Identica, ma sostituendo il tinsel giallo con filo d’argento sottile. XIII - Amo. N° 14, occhiello rivolto in basso, curva rotonda o n° 15 Pennel Sneck, occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Bianca, cerata con pece incolore. Hackle. Di giovane gallo, color miele, molto corta, un solo giro. Code. Due barbe del collo di faraona maschio, pallide e senza macchiettature. Corpo. Pelo crema del ventre di giovane foca. Torace. Scoiattolo blu grigio o pelo di lepre. XIV - Amo. N° 15 o 16 Pennel Sneck, con occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Gialla, solamente alla spalla. Hackle. Gallo miele pallido, molto corta, un giro. Code. Collo di faraona maschio grigio bruno pallido, fissate alla spalla per risultare corte dietro il corpo. Corpo. Addome. un filo di seta gialla, tendente al verdastro una volta bagnata, fissata alla spalla ed avvolta sino alla curva sopra le code, passando sotto e ritornando alla spalla aumentando di spessore. Torace. Pelo di testa di lepre o scoiattolo grigio. XV – Da Maggio ad Agosto. Amo. N° 16 Pennel Sneck, con occhiello rivolto in basso. Seta di montaggio. Rosso cremisi o arancio vivo per la testa ed il torace, bianco per il resto del corpo, cerata con pece incolore. Hackle. Rosso pallido con punte bianche, molto corte. Code. Due barbe corte molto pallide, ma non bianche, del collo di una faraona maschio. A nellatura. Filo d’argento. Corpo. Addome. pelo crema di giovane foca. Torace. Testa di coniglio, tinta come la formica rossa. XVI - Amo. N° 16 con occhiello rivolto in basso, Pennel Sneck. Seta di montaggio. Crema, cerata con pece incolore. Hackle. Gallina Blue Dun medio con punte di hackles chiare, un giro. Code. Due barbe crema del collo di una faraona maschio. Anellatura. Filo d’argento sottile Corpo. Addome. grigio chiaro in spalla di lepre. Torace. Pelo più scuro in scoiattolo grigio o in pelo di lepre, variare la gamma delle tinte. XVII - Amo. N° 16. Seta di montaggio. Crema, cerata con pece incolore. Hackle. Di gallina ginger chiara, corta, un giro solamente. Code. Due barbe di tinta crema del collo di faraona maschio. Anellatura. Filo d’argento sottile. Corpo. Addome. testa di coniglio pallido. Torace. Testa di lepre o scoiattolo grigio blu. Blue Winged Olive - (Ephemerella ignita, n.d.t.) - XVIII Amo. N° 14 o 13, occhiello rivolto in basso, curva rotonda. Seta di montaggio. Arancio vivo. Hackle. Scura ma nettamente grigia, proveniente da una gallina, più lanuginosa possibile, due giri. Code. Tre barbe scure di hackle di gallina, corte. Corpo. Pelo di mucca, color sangue disseccato, montaggio pieno, essendo la ninfa grossa e non fusiforme come le altre.


Si appone la piccola hackle e si procede verso la curva dell’amo.

Qui si fissano le code ed il tinsel.

Si realizza il dubbing, in questo caso nel modo classico.

Il processo di realizzazione “standard” delle ninfe di Skues, dall’alto in basso. Sarà facile associare l’immagine ai momenti della costruzione.

ne, infatti, che il materiale adoperato per la formazione dell’addome lascia trasparire la colorazione del filato sul quale è stato realizzato il dubbing. Il pelo di foca naturale color crema avvolto su seta di montaggio giallo primula è un valido esempio di quanto in precedenza illustrato, ed una volta bagnato riproduce efficacemente la colorazione pallida di molte piccole ninfe di baetidae rinvenibili nel periodo estivo. Sono tuttavia disposto a riconoscere, nella tipologia costruttiva in esame, quanto sia poco pratico l’utilizzo di detto materiale. Dei prodotti naturali che conosco il pelo di foca costituisce indubbiamente una delle componenti più impegnative per la realizzazione del corpo della nostra imitazione. Aderisce poco al filo di montaggio, anche se abbondantemente impeciato, ed a volte mi fornisce l’impressione di una molla pronta a scattare al più lieve errore costruttivo. Per tale motivo, laddove mi riesce possibile, utilizzo sempre prodotti naturali, che tutt’al più miscelo con fibre sintetiche per ottenere un composto più solido ed una maggior rifrazione della luce. Il pelo di foca, essendo naturalmente brillante, ha già in sé queste caratteristiche e non abbisogna di altre componenti; inoltre, se montato correttamente, fornisce efficacemente anche l’idea dell’insetto in procinto di subire un’ulteriore mutazione. Infine è a mio avviso importante rispettare il rapporto fra le varie componenti dell’imitazione e le loro proporzioni. Le fibre di hackle con le quali vengono confezionate le code possono essere anche in numero superiore a quello stabilito da Skues, ma è opportuno che risultino piuttosto corte. Ciò vale anche e soprattutto per il collarino, che dovrà essere piuttosto rado ed anch’esso corto. In caso contrario otterremmo un artificiale più simile ad una sommersa che ad una ninfa, e ciò non è confacente con il risultato che s’intende perseguire. Analizziamo ora le fasi tipiche di costruzione di una delle sue ninfe, elaborata su un amo del n° 16. Innanzitutto è opportuno cospargere il gambo con una goccia di vernice. Questa è una regola non scritta, ma utile in ogni procedimento costruttivo. In tal modo il filo di montaggio aderirà maggiormente all’amo e verrà evitato il fastidioso fenomeno del corpo di un artifi-

Il dubbing ora è realizzato lungo il filo e sta per essere avvolto per formare l’addome.

L’addome è formato.

Tolto il pelo in eccesso si può formare il nuovo dubbing.

Ecco la realizzazione del dubbing che darà forma al torace.


A sinistra: ecco realizzato anche il torace. Non resta che avvolgere la piccola hackle, come mostrato sotto dalle due immagini scattate da angolazioni diverse.

componente non è richiesto il requisito di traslucidità. Inoltre questo è il momento opportuno per sostituire il filo di montaggio nel caso in cui intendo realizzare una testina di colore diverso. Ultimato il torace procedo quindi ad avvolgere l’hackle di gallina per uno o due giri al massimo. La fermo quindi con il filo di montaggio, taglio l’eccedenza e concludo la formazione della testina per mezzo dell’apposito annodatore. Termino quindi l’elaborazione della ninfa con una goccia di vernice trasparente. Passiamo quindi ad esaminare in dettaglio i 18 modelli elaborati da Skues: Si conclude con questo artificiale l’analisi dei diciotto modelli elaborati da Skues, ultima espressione delle sue ricerche e, indubbiamente, sintesi di una vita di pesca. La colorazione delle effimere può subire variazioni non solo in relazione al

ciale che ruota attorno al proprio asse. Avvolgo quindi il filo partendo dall’occhiello e fisso, dopo un paio di millimetri, una piccola piuma di gallina tinta blue dun. Scendo quindi verso la curva dell’amo, in prossimità della quale fermo alcune corte barbe prelevate da una morbida piuma color crema e, successivamente, uno spezzone di tinsel argento rotondo con il quale realizzerò gli anelli addominali. Formo quindi un sottocorpo con il filo di montaggio e provvedo a cospargerne un tratto teso dal bobinatore, in modo da farvi aderire il materiale usato per il dubbing. Personalmente ho una notevole preferenza per la cera liquida. E’ estremamente appiccicosa e permette la realizzazione di corpi in pelo molto consistenti. Per eliminare gli inconvenienti causati ai polpastrelli della mia mano tengo in prossimità del morsetto una boccetta di alcool ed un batuffolo di cotone. Cospargo quindi il filo di montaggio cerato con del pelo grigio chiaro naturale. Cerco di realizzare un dubbing piuttosto vaporoso, aiutandomi in questo facendo ruotare il filo di montaggio su sé stesso. E’ infatti opportuno che l’addome così realizzato lasci trasparire il

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colore del sottocorpo, fenomeno questo ancora più visualizzabile quando l’artificiale è impregnato d’acqua. Realizzo quindi gli anelli addominali e fermo il tinsel argento all’altezza del torace. Elaboro quindi un ulteriore dubbing con pelo di scoiattolo grigio naturale, di tonalità più scura del materiale usato per l’addome. Il torace così ottenuto sarà più voluminoso del resto del corpo e molto compatto, dal momento che in questa

periodo stagionale in cui fanno la loro apparizione, ma anche in rapporto al corso d’acqua in cui vivono. Questa particolarità era ben nota a Skues, infatti era perfettamente consapevole di non aver potuto ottenere un risultato esaustivo sotto il profilo dell’esatta riproduzione. Ma i suoi accurati studi costituiscono indiscutibilmente ancor oggi una valida traccia per poter eventualmente riprodurre con efficacia le effimere di ogni corso d’acqua nella fase immediatamente pre-


Il sistema usato dall’Autore per preparare le scorte di dubbings. Allo scopo ha costruito una sorta di “Turbo spinning Block” (l’apposito strumento reperibile in commercio e proposto dalla G. Benecchi’s P.) semplificato, nel quale le dita, torcendo e... stringendo, sostituiscono il volano ed i sistemi di blocccaggio del filo. Questo modello semplificato è privo di scanalature e blocchi del filo e presenta solo i chiodini per fissarlo. Colonna a sinistra dall’alto: - fissato il filo e trattenendolo con la sinistra lo si sporca di cera. - con piccole pinze si prelevano ciuffi di pelo. - si appongono i ciuffi lungo il filo. si afferra l’altro capo e lo si sporca di cera a sua volta. - si sovrappongono i due fili e li si torcono con la mano. - Si pone il dubbing così preparato nell’apposito cartoncino. 41


Tre imitazioni di Skues realizzate secondo i passaggi ed i criteri originali dettati dall’ideatore. Pagina a sinistra in alto: VIII Medium Olive; pagina a sinistra in basso: X Iron Blue; qui a destra: XVIII Blue Winged Olive (BWO).

cedente a quella di insetto alato. Per quanto mi riguarda diciotto modelli bastano ed avanzano, in quanto con essi riesco a coprire un ventaglio imitativo molto ampio. Ritengo che sia solo indispensabile avere la volontà di provare coscienziosamente questi artificiali in azione di pesca, i risultati non tarderanno. Possono essere considerati obsoleti i suoi modelli? Sono certo del contrario,

anzi, per meglio dire credo sia il caso di affermare che alcuni di essi hanno continuato ad ispirare autori contemporanei. Un esempio è costituito dalle Précieuses di Guy Plas, noto costruttore francese. Si tratta di una serie di cinque ninfette che hanno sorprendenti analogie con gli artificiali di Skues. In particolare il modello di colore grigio è estremamente simile alla ninfa n° 16 di Skues ed è, tra l’altro, giudicato un ottimo artificiale in diverse opere contemporanee:

Fly Patterns – An International Guide di Taff Price (1986), The Shoteby’s Guide to Fly-fishing for Trout di Charles Jardine (1991), Tying and Fishing the Nymph di Taff Price (1995) ed infine in Mouches de Pêche – L’encyclopedie di Didier Ducloux e Nicolas Ragonneau (2001). Credo che sia sempre interessante poter esaminare il lavoro di altri. Ciò vale, a maggior ragione, quando si tratta delle conclusioni raggiunte in una vita di pesca e, come nel caso in esame, se tale analisi riguarda uno dei personaggi che hanno fatto la storia della pesca a mosca. Di George Edward Mackenzie Skues hanno parlato in molti, e parecchi autori ne hanno concordemente fornito l’immagine di un precursore dei propri


tempi e di un personaggio dotato di rara competenza e capacità logiche non comuni. Lui stesso nelle sue opere ci fornisce una propria immagine dalla quale si evincono queste sue caratteristiche abbinate ad uno spiccato senso dell’humour tipicamente inglese. Seppe adottare la stessa logica analitica con la quale esercitava la professione legale alle numerose problematiche che inevitabilmente ognuno di noi incontra sul corso d’acqua. Fu inoltre un innovatore, e non ebbe alcun timore nell’affrontare l’ostracismo riservato a coloro che osavano esercitare tecniche sportive che non si identificavano esclusivamente con la mosca secca. Ciò che colpisce ancor oggi è, per l’appunto, la sua logica irrefutabile, la capacità di affrontare un argomento sapendolo sviscerare in ogni suo aspetto, in modo tale da giungere a conclusioni difficilmente contestabili. Tuttavia sapeva riconoscere il valore delle argomentazioni proposte da altri pescatori, anche se potevano differire dalle sue conclusioni. Nelle pagine di Nymphs and The

Trout (1970) di Frank Sawyer, come ho avuto modo di citare in un precedente articolo, lo vediamo ormai anziano ospite del Nadder Vale Hotel presso Salisbury, ove rimase sino alla sua morte. Sebbene l’età e le condizioni di salute gli avessero definitivamente impedito di poter esercitare ulteriormente l’arte della pesca a mosca, non rinunciava a tenersi informato ed a corrispondere con i suoi numerosi amici sparsi per il mondo. La sua camera ed il magazzino dell’albergo erano, infatti, letteralmente colmi di libri e riviste sulla pesca a mosca poiché ad ottantasette anni riteneva di dover ancora sciogliere qualche enigma. Ma forse è più giusto ricordarlo in altre circostanze come, ad esempio, quando era nel vigore delle sue forze ed andava tranquillamente a pescare in treno da Londra a Winchester sull’Itchen, non disdegnando di costruire un ultimo artificiale notevolmente simile ad un’Ephemerella ignita che si era impavidamente posata sul finestrino del suo scompartimento. Oppure si può ulteriormente andare a ritroso nel tempo per riscoprirlo in uno dei più esclusivi templi della pesca a mosca, il Flyfisher’s Club ubicato a Londra. Fu proprio in quei locali che la rivalità con l’attempato Halford, il già citato codificatore della mosca secca, raggiunse il culmine il giorno in cui questi e la sua corte di discepoli tentarono di mettere alle strette il loro più giovane socio. “Giovanotto,” disse Halford stizzito, “voi non potete pescare sull’Itchen nel modo che descrivete”. “Ma io l’ho fatto” replicò tranquillamente Skues.


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