Special Cafe #05

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N.5 - 3,90 € GENNAIO FEBBRAIO 2012 Bimestrale

ESEMPLARE: LA MODA CAFE Abiti da indossare sempre, da godere, da vivere!

Anno I > Poste Italiane S.p.a. > Sped. in abb. post. > D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma

HARLEY, TERRA E FANGO Storia di passione e sacrificio: questo è lo short track

AUSTRIA 7,70 € BELGIO 7,30 € SPAGNA 6,50 €

OFFICINE BENELLI Marco Benelli, l’ultimo capostipite di una storica dinastia

Gestione rete di vendita e logistica Press-Di Diffusione C.D.M. Roma






Il leone di Pesaro Roberto Brodolini

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La proposta di andare a visitare un museo all’inizio non mi andava a genio per niente, il silenzio e gli oggetti, in questo caso le moto, che stanno lì a sfidare l’usura del tempo, di solito mi riempiono di tristezza… Poi, Mauro mi dice: “Guarda che lì puoi fotografare l’ultimo grande personaggio di una leggenda motociclistica italiana, il testimone di un’epoca che sta scomparendo per sempre!”. Devo ringraziare Mauro Di Giovanni, l’autore del servizio a pag. 50; sono stato contento di aver conosciuto Marco Benelli, l’erede di una grande famiglia che ha portato il motociclismo ai vertici mondiali.

Studiando meglio il ritratto che apre il reportage sulla nostra visita all’interno del santuario Benelli, la sua figura, più che a un sereno signore di ottantacinque anni, sembra appartenere a un fiero condottiero al comando di un esercito intero. Tutto scorre tranquillamente in quel pomeriggio. Poi, tra un ricordo e un dettaglio, un primo piano e l’altro, ci avviciniamo alla motocicletta da lui più amata nel tempo. Come in un lampo, alza all’improvviso la manica sinistra della sua maglia e, in segno di sfida, mi mostra con fierezza e sguardo sardonico il leone tatuato, icona della Benelli.

Parla poco Marco, ma ha uno sguardo felice e sereno e, quando gli dico di guardare direttamente verso di me, al contrario appare fiero e deciso in posa davanti ad una gigantografia della sua fabbrica.

Con quest’immagine, simbolo di un’epoca gloriosa e di un’intera generazione, ritorno verso Roma, con la passione più viva che mai e con la voglia di condividere e affrontare insieme a voi il nuovo “Special Year”!



BLACK LIST #5 12

10 CULT GARAGE VITA DA ROCKER COLLATERAL ESEMPLARE

16 COLLATERAL ROY ROGER'S.

30 42

22 HOT WHEELS TRIUMPH THRUXTON BY OLIVI MOTORI HOT WHEELS HARLEY-DAVIDSON SHORT TRACK

38 HOT WHEELS MOTO GUZZI 1000 SP REDUX HOT WHEELS HONDA DOMINATOR BY KIDDO MOTORS

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46 HOT WHEELS TRIUMPH BONNEVILLE 790 OLD GLORY LA STORIA DELLA BENELLI

60 LAB RCK STORES

64 MEAT & BONES “L’ANTIGELO” 73 VISION PIETER HUGO

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82 GO ART OBEY 88 SHOOTING JO WELDON RAGS CLOTHES & ACCESSORIES

92 CALENDAR THE LAVAZZERS

94 EVENT ONE OF A KIND

SPECIAL CAFE è una pubblicazione edita dalla EUROSPORT EDITORIALE S.R.L. - REDAZIONE DI SPECIAL: Via della Bufalotta, 378 - 00139 Roma INFOLINE: Tel. 06.45.23.15.00 - Fax 06.45.23.15.99 - redazione@specialmag.it Stampata con carta BURGO R4 da 90 gr. MATT SATIN prodotta in Italia, stampata su Rotooffset KBA modello 018 da 48pp con velocità massima pari a 30.000 copie all’ora. La tiratura di questo numero è pari a 38.000 copie

DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Brodolini - roberto.brodolini@specialmag.it

Dario F. Morgante, Mario Polini, Attilio Reinhardt, Simone Zaccaria

ART DIRECTOR Giovanni Morelli

MARKETING E COMUNICAZIONE Simone Zaccaria - zaccaria@eurosporteditoriale.com

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FOTOGRAFI bicilindricifrontemarcia.blogspot.com, Roberto Brodolini, Enrica Citoni, Ted D’Ottavio, Donspiro, Pieter Hugo, HANNO COLLABORATO Giacomo Brodolini, Fernando Felli, Mauro Di Giovanni, Claudio Galiena, Ascanio “Asky1:43” Gardini, Toni Malagodi, Anna Francesca Mannai, Monica Marrocco, Marco Montanari, Mondo Bizzarro Gallery,

ADVERTISING MANAGER Rossella Nicoletti - Tel. 06.45.23.15.08 PRODUZIONE Mario Polini - polini@specialmag.it Claudio e Ettore Broussard broussard@eurosporteditoriale.com

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Finito di stampare nel mese di dicembre 2011

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CULT GARAGE VITA DA ROCKER

GARAGE LUOGO DI PERDIZIONE Dopo una giornata di lavoro passata a dare il senso al nonsenso, a rispondere ai tanti clienti che cercano in te la soluzione di tutti i problemi, all’amministratore del condominio che ti trita le palle per il fognolo intasato, finalmente entri nella riserva indiana, il luogo di perdizione dove i sogni diventano realtà: il garage A cura di Fernando Felli

pri la serranda e vieni subito rapito dall’odore pungente della benzina, che è linfa vitale per gli interminabili viaggi on the road. Sul lato destro c’è lei, la tua Bonneville, sotto un telo, pronta a dirti: “Pirla, ma quand’è che mi tiri fuori?”. Vai a farle capire che per pagare l’assicurazione, il bollo, i lavori di manutenzione e la benza, tu devi lavorare come un caimano e che nella vita non si può solo giocare! Sì, ma tanto lei non capisce, ha voglia di divorare chilometri, di sverniciare quei due bikers che fanno da tappo lungo la Cassia, di passare una serata con le sue amiche, mezzi ibridi, improbabili, di un’altra epoca, che spesso sfidano le leggi della fisica e della legalità. Sei solo nel garage, nel tuo mondo. Accendi il vecchio stereo e ti spari “The great balls of fire”, un pezzo rock’n roll degli anni ‘50 eseguito in modo magistrale da Jerry Lee Lewis.

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Dietro alla serranda c’è il resto del mondo, fatto di crisi, di lotte, di amori selvaggi, di rottura di palle, di forti emozioni. A te non frega nulla, sei solo con lei e questo è quello che conta. Allora prendi da una scatola il copripignone e il paracatena

Holes, dannatamente old racing che avevi ordinato una decina di giorni fa. L’impazienza di vederli materializzati tra le tue mani ti ha regalato un’insonnia che avrebbe fatto tirare le cuoia anche a un cavallo. Poi quei pezzi di ricambio sono

arrivati, li maneggi con cura come fossero reliquie, e forse lo sono. Prendi le chiavi a brugola e smonti i pezzi di serie, che ora cominciano a starti anche sul cazzo. Rimani un attimo fermo, senza fare una sega, sei in meditazione come un monaco tibetano di fronte al Mandala. Poi prendi i pezzi giusti, neri come una notte magica che sa di Cafe Racer, di quattro chiacchiere tra amici, di whisky, di brina mattutina che ti congela il volto e qualcos’altro, e li monti. Ora sei consapevole che la tua Bonneville è sempre più tua e che al mondo è unica, perché è così che tu la vuoi. Hai le mani sporche di grasso, gli abiti si sono impregnati dell’odore di benzina e dentro di te ti senti felice come non mai. Il gioco del puzzle aftermarket è iniziato e per nulla al mondo vorresti che finisse. “Jerry Lee Lewis, quando hai finito il pezzo rock’n roll chiudi la serranda e metti le chiavi sotto lo zerbino. Bye”.



COLLATERAL ESEMPLARE

SMELL

OF TIME ABITI CHE NON VANNO TENUTI CHIUSI IN UN ARMADIO, MA INDOSSATI TUTTI I GIORNI. CAPI SEMPLICI, FUNZIONALI, DA USARE, RIUSARE E CONSUMARE, CHE ASSUMONO FASCINO E VALORE PERCHÉ SI “IMPREGNANO” DELLE NOSTRE STORIE, TRASFORMANDOSI, DI VOLTA IN VOLTA, IN QUALCOSA DI NUOVO Testo Anna Francesca Mannai Foto Enrica Citoni

CHI INDOSSA UN CAPO ESEMPLARE LO FA CON ASSOLUTA NATURALEZZA, CONSIDERANDOLO COME UNA PARTE DELLA PROPRIA IDENTITÀ

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HANNIBAL: MAGLIONE 100% LANA MERINO, COLLO ALTO, STILE JACQUARD, BORDO E FONDI A COSTE IN CONTRASTO

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COLLATERAL ESEMPLARE

n un’epoca segnata dalla massificazione dei processi produttivi, “qualità” non è un termine da usare con leggerezza: è una garanzia di tradizione, manualità, rispetto, attenzione per il dettaglio e, perché no, personalità. No, non stiamo parlando di una cafe racer, anche se la filosofia sembrerebbe quasi la stessa. Stiamo parlando di una linea di abbigliamento che promette di percorrere una nuova strada, dedicata a chi di strade ne percorre ogni giorno, con la mente o sulla sua Bonneville d’annata, purché in piena libertà. La Manifattura Riese di Reggio Emilia, da più di quarant’anni, si pone come obiettivo la realizzazione di capi intessuti di cura, passione e rispetto, tesa sempre a rappresentare evoluzioni e

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rivoluzioni con naturalezza, esplorando con curiosità i tempi che cambiano e interpretandoli senza mai rinnegare la propria storia. Da una filosofia che intreccia passato e futuro, tecnologia e manualità, estetica e funzionalità, poteva nascere una Bonnie, è vero. Qui, invece, è nato un percorso imprenditoriale che ha trasformato una piccola realtà familiare in un grande gruppo internazionale, con sedi produttive in varie parti del mondo e una distribuzione capillare in Europa e in Asia. Facciamo un breve viaggio nel loro modo di concepire l’abbigliamento, che è poi il nostro modo di intendere la vita, il mondo che ci circonda e noi stessi. Raccontandovi i capi “Esemplare”, vi narreremo storie, viaggi, persone e luoghi che con la loro personalità hanno dato forma a uno stile.

LINEE ESSENZIALI MA RICERCATE, MATERIALI SELEZIONATI CON CURA, RIFINITURE LAVORATE CON MAESTRIA, MA SOPRATTUTTO CON PASSIONE

COLORADO: GIACCA DOPPIO PETTO IN LANA PESANTE CON TRATTAMENTO FROSTED. DUE TASCHE DIAGONALI A TAGLIO VIVO E MOSTRINE SULLE SPALLE, CHIUSE DA BOTTONE. GILET INTERNO, REMOVIBILE, TRAPUNTATO

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ESEMPLARE - www.esemplare.it

YAKAR (A SINISTRA): È UNA RIVISITAZIONE DEL PARKA M-51, USATO PER LA PRIMA VOLTA NEL 1951 DALL’ESERCITO AMERICANO NELLA GUERRA DI COREA. NEGLI ANNI ‘60 ERA UNO DEI SIMBOLI DI SPICCO DELLA CULTURA MOD JAMAR (IN ALTO A DESTRA): GIACCA 100% LANA MERINO, TINTA IN CAPO, DOPPIO PETTO CON COLLO SCIALLATO. QUATTRO TASCHE, DUE OBLIQUE E DUE CON CHIUSURA A PATTA. COOPER: BERRETTO 100% PURA LANA MERINO EXTRAFINE, TINTO IN CAPO, A COSTE INGLESI HERITAGE (SOPRA): FIELD JACKET TINTA IN CAPO. DOTATA DI DUE TASCHE CON PATELLA CHIUSA DA BOTTONE AI LATI. DUE TASCHE A SOFFIETTO SUL PETTO CON PATELLA CHIUSA DA BOTTONI, MOSTRINE SULLE SPALLE E COULISSE INTERNA IN VITA. INTERNO TRAPUNTATO, REMOVIBILE

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COLLATERAL ROY ROGER'S

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I T N I A E L Y D A D M E L

UNA VISITA ALLA MANIFATTURE 7 BELL PER RIPERCORRERE LA STORIA DEI ROY ROGER’S: UN MITO AMERICANO DAL SAPORE ITALIANO Testo Monica Marrocco Foto Roberto Brodolini

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iamo alla fine degli anni ‘40, la guerra è appena alle spalle e l'Italia tutta da ricostruire; ma, seppur con le ferite ancora fresche, non manca davvero spazio per intraprendenza e nuove avventure. È in questo contesto che Francesco Bacci, un artigiano fiorentino, ha la grande intuizione: procurarsi il Denim, il resistente tessuto dei pantaloni blu indossati dai ragazzotti americani, per realizzare tute e abiti da lavoro. Viene fatto arrivare direttamente in balle di juta dal North Caroline e con esso il Bacci realizza i primi workers, pantaloni da lavoro a cinque tasche: una di queste è rinforzata, per poter contenere gli arnesi senza bucarsi le gambe, e nella quinta, la più piccolina, l'artigiano poteva mettere al sicuro i guadagni della giornata. L’intuizione si rivela immediatamente di successo.

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COLLATERAL ROY ROGER'S

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IL MARCHIO

ROY ROGER'S

Nel boom degli anni ‘50 c’è una gran voglia di cambiamento e all'epoca aveva il sapore del lontano West, perché l'America significava giovinezza. Da qui l’altra grande intuizione di Francesco Bacci: iniziare una partnership con la Cone Mills Corporation, tempio della produzione del Denim americano, e acquisire il marchio Roy Roger's, legato a un personaggio leggendario che nella seconda metà dell'Ottocento percorreva le grandi praterie del West per cucire, correggere e rammendare gli abiti da lavoro alla gente dei ranch. Cappello in testa e basettoni, il sarto ambulante Roy era un personaggio che sembrava uscito da un fumetto. Aveva clienti sparsi ovunque: nei ranch, tra i cercatori d'oro e i semplici cowboy di piccole cittadi-

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ne. Un eroe buono, che al suo arrivo raccoglieva intorno a sé tutti gli abitanti del villaggio: un'immagine non tanto lontana da quanto succedeva in Italia, dove gli ambulanti andavano di paese in paese con i loro carretti. Certo, un calesse del Far West, che veniva dal paese di quei bei ragazzotti che portarono, insieme alla liberazione, i chewing-gum, le sigarette e la cioccolata, aveva molto più fascino di un vecchio carretto delle nostre parti. Prodotti in Italia con il Denim importato dagli Stati Uniti, i Roy Roger’s, con la loro immagine americana, conquistano presto il grande pubblico, ancor prima dell’arrivo dei loro rivali Wrangler e Levi's, e diventano un capo cult per giovani, studenti, padri e figli.


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COLLATERAL ROY ROGER'S

DA FIRENZE

ALL'OLIMPO Dal lontano 1949, anno in cui la Manifatture 7 Bell lancia sul mercato il primo blue jeans italiano con il marchio Roy Roger’s, molta ne è stata fatta di strada. Oggi, grazie alle tante tecniche di lavaggio messe a punto negli anni e ai decenni di una storia iniziata per l’intuizione di un intraprendente artigia-

no fiorentino, questo pantalone ha perso l’aspetto rude e la rigidità iniziali e ha conquistato il suo spazio nelle più esclusive boutique del mondo, entrando così a pieno titolo nel fashion system, a fianco dei più prestigiosi nomi dell’alta moda. Un capo d’abbigliamento a dir poco famigerato!

ROY ROGER'S - www.royrogers.it

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HOT WHEELS TRIUMPH THRUXTON BY OLIVI MOTORI

DAL PASSATO RIAPPARE LA MITICA E SCANZONATA FIGURA INCARNATA DA JOE BAR

E DALLA FANTASIA

TOSCANA

UNA MOTO REALIZZATA PER SCOMMESSA E PER GIOCO, CHE PONE IN PRIMO PIANO LA VOGLIA DI ESSERE SE STESSI O UNA DELLE FIGURE FANTASTICHE

PIÙ APPREZZATE NEL MONDO DELLA

CAFE RACER CULTURE Testo SP Foto Roberto Brodolini

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A CHI ASSOMIGLIO? Il team di Special Cafe non ha avuto dubbi: il mitico Joe Bar!

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HOT WHEELS TRIUMPH THRUXTON BY OLIVI MOTORI

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n salto indietro nel tempo, a quando si aspettava impazienti davanti all'edicola l'arrivo del furgone che, sistematicamente, aveva il cofano tappezzato di adesivi e l'autista in costante ritardo. Quando per strada giravano le 127 e i palloni si incastravano sotto le marmitte. Quando le pagine leggermente gialle che contenevano le vignette del mitico Joe Bar e dei suoi amici erano lo spaccato umoristico di un mondo fatto di uomini e motori, tra gioie, passioni e condivisione. Nelle sue sporadiche apparizioni in sella alla sua moto, Joe sfoggiava una Guzzi V7 Special, mentre il nostro “moderno personaggio” si è avvalso della facoltà di scelta e ha virato bruscamente verso la costa inglese, salendo in sella ad una Thruxton del 2005. Ovviamente la moto ha subito delle piccole “operazioni” per diventare quello che è ora. Il nostro amico Vittorio Olivi, titolare

della Olivi Motori, con cura chirurgica, ha realizzato il suo ultimo capolavoro, testimone della sua bravura e umiltà. Il “vizio” di fare le cose come si deve balza subito all’occhio di fronte a questa tanto avveniristica quanto nostalgica creazione. Una sintesi di futuro e passato, che trovano la loro rispettiva espressione nei dettagli della strumentazione e del selettore luci vicino all'accensione, costituito da una manopola di una vecchia stufa, entrambi posti, insieme alla scatola dell’impianto elettrico, nella culla del telaio posteriore, pensato e poi realizzato ispirandosi chiaramente a forme moderne. Per non parlare, poi, dei cerchi “rubati” a una Ducati 999, per conservare quel pizzico di italianità che non guasta mai. La sagoma della moto è compatta e il serbatoio, sostituito con uno di dimensioni maggiorate, proprio come si faceva nelle corse di endurance, risulta essere il suo centro di gravità. L'impressione globale, osservando la qualità delle ❱ CONTINUA A PAG. 28

www.triumphfirenze.it

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TINTA GREZZA E BRILLANTE Un sapore vintage in puro stile Cafe

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UNA DELIZIOSA COMODITÀ È IL VANO NEL CODINO, AL QUALE SI AVVEDE DALLA PORZIONE VERTICALE AMOVIBILE DELLA SELLA. L'IMPIANTO ELETTRICO È INSERITO NELLA CULLA DEL TELAIO POSTERIORE. VI TROVIAMO ANCHE IL BLOCCHETTO DI ACCENSIONE E IL SELETTORE LUCI, CHE È UNA VERA CHICCA: È COSTITUITO DA UNA MANOPOLA IN BACHELITE DI UNA VECCHIA STUFA!


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HOT WHEELS TRIUMPH THRUXTON BY OLIVI MOTORI

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finiture e l'originalità della preparazione, è certamente positiva. Un risultato ottenuto grazie alla sinergia di due menti: quella di Vittorio e quella del “nostro Joe”, all'anagrafe Fulvio Nifosì, il proprietario della Thruxton. Un lavoro fatto di litigate, riappacificazioni con tanto di pacca sulla spalla e, magari, una birretta al bar di fronte all'officina. Le Cafe Racers sono molto più di un pezzo di ferro, sono la sintesi di momenti impressi in ogni singolo elemento costitutivo. Ogni scelta è motivata dalle altre, ogni dettaglio ha la sua storia e ogni moto il suo fascino. I FERRI GIUSTI Oltre alla grande creatività di Vittorio, dobbiamo mettere sotto i riflettori le sue scelte dei componenti adoperati per rendere questa moto sicura e affidabile. Il segreto è selezionare i prodotti più in linea con lo stile sobrio ed elegante delle nostre amate Cafe Racers. Per i dettagli e le soluzioni ad personam, ovviamente, ci pensa il preparatore. Solo così ogni moto è diversa dalle altre, solo così si fanno le vere “Caffettiere”. Facendo una veloce carrellata sui particolari della moto, si capisce subito la netta differenza con l'originale. Il motore bicilindrico, tipico biglietto da visita della casa di Hinckley, è l'unico

indizio per chi volesse capire di che moto si tratta. Partendo dal frontale, appare subito il gruppo ruotapneumatico preso in prestito da una Ducati 999, come, del resto, quello posteriore. L'impianto frenante Brembo in accoppiata al disco flottante assicura una frenata impressionante. Anche la possente forcella è stata rubata a una Ducati 999. La strumentazione semplice ed elegante è in linea con la tinta alluminio del serbatoio e del codone, che dona all’insieme quel tocco “rugged” che solo il grezzo riesce a dare. La parte posteriore della moto invece, come accennato, è stata totalmente rivista: ora appare più leggera grazie alla sagoma filante del serbatoio e della seduta. Tanti stravolgimenti che non hanno però intaccato l'eleganza e la natura di questa Triumph. Un upgrade perfetto, ricco di dettagli tecnici capaci di camuffare anche i componenti che solitamente non vengono utilizzati nell’allestimento delle Cafe Racers. In definitiva una realizzazione che dimostra come mani abili e sapienti possano dare vita ad una vera e propria opera d’arte utilizzando ogni genere di accessori, restando comunque fedeli alla passione per il vintage che ci contraddistingue e ci lega a questi “artigiani” delle due ruote.

LA VOLONTÀ ERA QUELLA DI CREARE UNA MOTO SNELLA, CON FORME PORTENTOSE CHE RIEVOCASERO LA LINEA DELLA NORTON MANX. È STATO PROPRIO FULVIO A VOLER DARE ALLA MOTO UN PROFILO BASSO E PANCIUTO

TEMPO DI REALIZZAZIONE 100 ore COSTO INTERVENTO 7.000 euro ESTETICA Serbatoio (The Tankshop Norton Manx) maggiorato Semimanubri artigianali Codino artigianale Sella artigianale Impianto elettrico modificato e inserito nella culla del telaietto posteriore, comprensivo di blocchetto chiave e selettore luci in bachelite, costituito da una manopola di una vecchia stufa Strumentazione analogica/digitale Motogadget Proiettore anteriore Ducati Monster Faro posteriore mini Lucas con portatarga auto costruito CICLISTICA Telaio posteriore artigianale (in linea con i famosi telai Featherbed) Cerchi Marchesini Ducati 999 Piastre di sterzo ricavate dal pieno in Ergal artigianali Dischi freno Brembo Pinze freno Brembo assiali Forcella Ducati 999 MECCANICA Motore originale Triumph bicilindrico

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CHE COLPO DI GENIO! La manopola di una vecchia stufa funge da selettore luci!

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specialcafe.it

click and ride.

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