Special Cafe #26

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Anno II - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/03/2012

TRITON #26 - € 4,50

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SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 Bimestrale

9 7722 39 0720 04

Il primo della classe

DUCATI SCRAMBLER Welcome to the jungle

TRIUMPH SOUTH GARAGE Sulla sopraelevata di Monza si parla inglese

FORD GT 40

La scommessa di Henry Ford

PURE & CRAFTED

Musica, moto e lifestyle

MUTOID

Punk e mostri d’acciaio


BLACK STREET CAR FORD GT40

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BLACK LIST

SPECIAL CAFE è una pubblicazione edita dalla Flake S.R.L.

#26

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CULT GARAGE 04 DRIXTON NEWS 06 MOTORCYCLES & OTHER WORLD GARAGE 12 VTR CUSTOMS MEAT & BONES 16 FRANK AUGELLO FACTORY 22 GUZZI HOT WHEELS 26 DUCATI SCRAMBLER 32 TRIUMPH BONNEVILLE AIR FORCE 38 MAGNI FILO ROSSO 44 BSA VICTOR 441 SPECIAL VISION 50 IBIDEM EVENTS 54 PURE&CRAFTED HOT WHEELS 60 TRITON 650 66 TRIUMPH THRUXTON SOUTH GARAGE COLLATERAL 72 MUTOID BOOK 80 ALEC SOTH

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CULT GARAGE DRIXTON

WELSH WAY Due appassionati gallesi si adoperarono per regalare una grande ciclistica al primo grande motore giapponese A cura di Mauro Di Giovanni

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uando nel 1965 comparve in Inghilterra e negli Stati Uniti la prima Honda bicilindrica stradale di elevate prestazioni, il fatto suscitò reazioni opposte. Da una parte le caratteristiche tecniche della nuova Honda CB 450 erano stupefacenti, dall’altra i vertici delle case britanniche e la stampa anglosassone cercarono di sottovalutare l’evento, nonostante il presidente della Triumph (nonché inventore del primo bicilindrico parallelo di prestigio, Edward Turner) dopo un viaggio in Giappone tornò estrema4

mente preoccupato per la qualità dell’impegno di Soichiro Honda e di tutti i giapponesi. Eppure la Honda CB 450 che era un bicilindrico parallelo verticale (come tutte le bicilindriche di scuola inglese) avrebbe dovuto far riflettere gli inglesi. La CB 450 aveva la distribuzione bialbero a camme in testa (prima moto al mondo prodotta in serie con questa distribuzione derivata dalle corse), il richiamo delle molle affidato alle barre di torsione (sistema oltremodo sofisticato adottato precedentemente dalla Motom italiana per


un suo modello da competizione) e un aspetto perfettamente in linea con lo stile inglese. La Honda CB 450 venne subito soprannominata dagli inglesi “Black Bomber”, per le sue innegabili prestazioni. La grande casa giapponese di Hamamatsu aveva già vinto alcuni mondiali di velocità con motociclette straordinarie plurifrazionate fino a sei cilindri e dotate di una tecnica sopraffina. Sui mercati internazionali dominavano gli inglesi, padroni incontrastati dagli anni ’30: ma la nuova Honda bialbero di 450 cc “camminava” come una Triumph Bonneville 650 o come una AJS 650 o una BSA della medesima cubatura ma con 200 cc di meno. Fu allora che due giovani gallesi, Marly Drixl e Bill Lawton idearono un telaio a doppia culla inferiore e superiore, tipo Norton “Manx” per intenderci, che nella parte mediana superiore anteriore scendeva per poi risalire all’altezza del cannotto di sterzo. Il telaio per ospitare il motore della CB 450 venne realizzato in tubi Reynolds 631 C di lega d’acciaio ad altissima resistenza dalla Dresda Autos di Dave Degens in 4 o 5 esemplari, ed ottenne con alla guida Othmar Drixl un incredibile 4° posto al Gran Premio d’Italia nel 1969, vinto da Agostini con la MV a tre cilindri. Rispetto al telaio originale che era una semplice monoculla in tubi, e nonostante interventi a carico del comparto sospensioni, come sostituzione degli ammortizzatori e indurimento della forcella attraverso molle e altri accorgimenti, la Honda CB 450 era sì maneggevole, ma già a 150 Km/h in curva, in appoggio, ondeggiava vistosamente e di fatto

anche se sfiorava i 180 km/h come una BSA Lightning Clubman, nella tenuta di strada era nettamente inferiore. Il motore venne ulteriormente elaborato con nuove barre di torsione, cilindrata elevata a 500 (cilindrata piena), testata e alberi a camme americani Webco e ammortizzatori Wilbers. Con questa configurazione, al secondo posto nel G.P. di Germania con Denney Hannan, sempre nel 1969 dietro ad Agostini, si ritirò alla fine per mancanza di carburante. Oggi il sogno dei giovani gallesi che si tradusse nella magica Drixton si rinnova nei telai anche al cromo molibdeno che vengono prodotti simili agli originali da specialisti del settore e che darebbero luogo a special incredibili per una moto che da noi in Italia arrivò nel 1969 già in un’altra veste e che offuscata dalla CB 750 a quattro cilindri non ebbe la giusta ribalta. Con un rapporto peso/potenza ridotto, una sezione frontale limitata e un’estetica superba, una special siffatta supererebbe i 200 km/h come una 750 dello stesso periodo. Del resto la scuola telaistica inglese ha sempre avuto colpi di genio che hanno contribuito non poco all’affermazione delle meccaniche giapponesi, che nonostante l’indiscussa superiorità meccanica peccavano là dove la scuola europea era nettamente superiore.

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NEWS MOTORCYCLES & OTHER a cura della Redazione

Green Style Materiali altamente resistenti, prodotti in Europa, ricavati da piante utili europee e totalmente compostabili: ciò che suona come un’utopia è invece l’ultima trovata dei fratelli Freitag. F-ABRIC è il nuovo materiale sviluppato per soddisfare questi requisiti ed è stato necessario tornare alle origini della catena di sviluppo naturale: le fibre. La scelta è ricaduta sul lino e sulla canapa, due fibre tessili liberiane il cui consumo idrico e in termini di distanze è ridotto al minimo, poiché tutte le fasi di produzione avven-

gono a non più di 2500 km di distanza dalla sede. La coltivazione del lino e della canapa non impiega quasi nessun pesticida, F-ABRIC è dunque assolutamente raccomandabile anche per i neonati e i bambini. In realtà, i fratelli Freitag erano alla ricerca di abiti da lavoro adatti ai loro collaboratori, successivamente si sono accorti che stavano cercando qualcosa che ancora non esisteva: un tessuto robusto, tecnico ma al tempo stesso adatto al tempo libero e una valida alternativa al tipico abbigliamento da motociclista, data la capacità traspirante dei prodotti. www.freitag.ch

Arriba Oto Otocycles, uno dei maggiori produttori di biciclette elettriche di Spagna con sede a Barcellona lancia l’ultimo prodotto della casa. La RaceR, questo è il nome, la prima ebike ispirata alle cafe racer. Con soli 28 kg di peso è interamente progettata e costruita dalla Otocycles. Tutti i prodotti della casa spagnola possono essere customizzati e personalizzati per poter soddisfare tutti i gusti degli amanti delle due ruote elettriche. www.otocycles.com

© Stefano Cenci

Tavole da sogno The Owl Longboards è il primo marchio handma-

de di longboard skate italiano, il quale in 2 anni di sviluppo, ha brevettato Flammeus, una tavola dedicata alla disciplina del dancing, nella quale questo marchio è specializzato. Ad oggi Flammeus è venduta in tutto il mondo, con punti vendita in Sud Korea e Olanda. Dietro a questo progetto c’è Sandro Sotira, 22 anni, cuneese, unico proprietario e artigiano. www.theowllongboards.com

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Sk8Shades Gli Sk8Shades, questo il nome degli occhiali da sole, sono nati nel 2012 dall’idea di Dave de Witt, uno dei più celebri skater e costruttori di rampe del Sudafrica, da un pezzo di uno skateboard riciclato e un paio di occhiali da sole rotti. Nel corso degli ultimi 3 anni il produttore ha sviluppato un processo in viene utilizzato gran parte dello skate usurato conservandone la grafica per mostrarne la storia. Sono disponibili 6 stili: Crail, Crunt e Layback, ispirati al classico Wayfarer. Hurricane, Thruster e Smith offrono invece un look più sportivo. Le lenti polarizzate sono perfette per essere indossate per un giro in moto in quanto bloccano riverberi e abbagliamenti. www.sk8shades.com

Electric Custom R13 è una delle ultime nate in casa Urbaz Custom Bike e nasce

nel laboratorio Urbaz Electric dove vengono create biciclette custom in versione elettrica per i nostri clienti. R13 è stata creata in collaborazione con Bad Cycles e Sedicipuntouno per ottenere una bicicletta custom elettrica senza compromessi realizzata con il massimo della qualità e delle performance. R13 è un mostro da 500W che sfreccia fino a 50 km/h, con batteria in celle Samsung, telaio e forcella Project 346, ruote fat da 24x100 posteriore e 26x80 anteriore, freni a disco Avid Elixir 9 Trail, serbatoio in ABS carbon look con grafiche by Danx Pinstriping. In seguito al grande successo riscosso dalla R13 Urbaz Custom ha realizzato altre bici custom elettriche, come la EVS85, la Raw Power e la Anonymous. www.urbazstyle.com

Moto re-designing & customizing

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info@venceprodigalbikes.com - www.venceprodigalbikes.com


NEWS

MOTORCYCLES & OTHER

Skate & Skitarrate Le Prisma Guitars sono il frutto dell’amore per la musica e lo skateboard di Nick Pourfard. L’autore di queste fantastiche chitarre è un falegname autodidatta di 22 anni, studente di design industriale con sede a San Francisco, California. Tutte le chitarre sono costruite riutilizzando il legno riciclato da skateboard rotti e usati. Le Prisma Guitars sono tutte 100% handmade e i colori sono unici per ogni creazione. www.prismaguitars.com

Atelier Meccanica, buona la prima Una Triumph Sprint 900 reinterpretata con un occhio alla potenza di 110 e uno al look con una verniciatura decisamente accattivante. Gli interventi di Atelier Meccanica di Roma hanno interessato il frontale con l’aggiunta del doppio faro. Il manubrio alto ha migliorato la sicurezza e la maneggevolezza della moto anche grazie agli interventi sulle geometrie dell’avantreno. Fianchetti, cover del filtro dell’aria e lo scarico artigianale 3 in 1 con terminale di derivazione racing realizzati artigianalmente rendono questa Triumph decisamente più aggressiva. www.ateliermeccanica.it

Shelly Leather Jacket OSCAR by Alpinestars è una collezione di abbigliamento e calzature davvero unica, creata per i motociclisti più attenti allo stile. Studiata per una vestibilità aderente sul fisico femminile, ottimizzata per l’uso in sella o meno, la versatile e lussuosa Shelly Leather Jacket vanta protezioni certificate CE ed un interno staccabile in flanella che consente di essere indossata con climi diversi. Questa collezione unisce il classico stile anni ‘70 con materiali, design e caratteristiche tecniche allo stato dell’arte. I design, recuperati dagli archivi Alpinestars e reinventati per i motociclisti e le motocicliste di oggi, sono una perfetta miscela di innovazione e artigianato. www.oscarbyalpinestars.com


Sella Smart

Grifter Company, guanti old style Grifter Company nasce dall’insoddisfazione del suo fondatore per la qualità dei guanti prodotti in serie, che a sua detta non riescono a conciliare la qualità con l’estetica. Per questo è finto a Gloversville, NY: la capitale mondiale della manifattura di guanti all’inizio del secolo scorso. Qui il saper fare dei tempi andati è ancora vivo nonostante la globalizzazione: le pelli sono ancora conciate localmente e vengono selezionate da mastri guantai che le cuciono a mano con cura e passione. Grifter cavalca l’onda della new wave motociclistica creando look unici, per uomini e donne, che riflettano l’evoluzione del migliore stile dei nostri giorni.

www.griftercompany.com

Alo’s Smart Seat fa parte della linea accessori Alo’s Cafe creati per tutti i modelli Triumph classici bicilindrici. La sella, presentata ad Eicma 2015, si è fatta notare perché consente di trasportare in modo semplice piccoli oggetti. Da qui l’appellativo di “sella intelligente”, comoda, utile e perfettamente integrata nella linea della moto. La sella non prevede nessuna modifica sulla moto originale e chiunque può agevolmente sostituire la sella di primo equipaggiamento con questo accessorio dalla linea elegante e preziosa. La possibilità inoltre di poter scegliere i propri colori la rende ancor più esclusiva delle normali selle in dotazione. La sella viene realizzata usando pellame di prima qualità e modellando e cucendo a mano ogni singolo componente.

www.aloscafe.com

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WORLD GARAGE VTR CUSTOMS

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EINS ZWEI POLIZEI

La migliore interpretazione elvetica dei bicilindrici della casa dell’elica viene da Schmerikon, dove VTR Customs realizza special da vetrina: inclusa una R80 sovralimentata, ispirata dalla livrea delle forze dell’ordine bavaresi A cura di Jeffrey Zani

Non mangiare la neve gialla. Gli impavidi che salgono sulla Coffee Low Fat, una delle special su base BMW NineT costruita in Svizzera dai maghi di VTR Customs, vengono messi in guardia da questo messaggio ancor prima di mettere in moto il bolide. E se per caso non dovessero coglierne il significato, ci pensa l’uomo che l’ha scritto a pennello sul serbatoio, a metterne in chiaro il motivo: «È una battuta che allude al fatto di farsi la pipì addosso - spiega il 50enne Dani Weidmann, proprietario e mente dell’officina perché guidare una bestia del genere è qualcosa di tutt’altro che tranquillo». Messe da parte le modifiche all’aspirazione e all’impianto di scarico bendato dalle fasce termiche, le interiora della bicilindrica bavarese hanno mantenuto le caratteristiche del modello standard, e questo di per sé non dovrebbe preoccupare. Ma nella ciclistica la moto è stata resa estrema e rognosa, con conseguenze complesse. Gran parte delle cause va rintracciata nell’angolazione del manubrio ispirato alle moto da board-track, solide poco più di una bicicletta e celebri negli Stati Uniti fra gli 11


WORLD GARAGE

anni ’10 e ’20 del secolo scorso, che trasforma le manovre in qualcosa di complicato e spiazzante. Così come l’assetto scelto per la ciclistica, che vede la moto più bassa di 3 centimetri rispetto all’originale con l’obiettivo dichiarato di far registrare la più bassa NineT in circolazione: «Il nome di questo esemplare sintetizza perfettamente lo spirito che ci ha guidato nella costruzione - confida Dani - Coffee sta per cafe racer, Low descrive l’altezza della moto, Fat fa riferimento all’abbondante pneumatico posteriore». Equipaggiata con una coppia di cerchi in bronzo anodizzato e un paio di gomme slick che invitano ad angoli di piega da vertigine, questa interpretazione del modello più classic attualmente presente nei listini della casa dell’elica ammicca per il gruppo composto da cupolino, serbatoio e codino, tutti fatti a mano. La placca che ospita il faro, con l’essenziale allumino a vista, è forata con geometrie che in alcuni tratti ricordano le maschere degli atleti impegnati nei giochi di scherma. Il retro è quanto di più asciutto si possa immaginare, con una chiappa bassa e soda appena sufficiente per chiudere la linea dettata dalle

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misure della sella. Mentre il serbatoio, ridimensionato rispetto alla versione originale, è arricchito sul lato destro da un tubo in gomma trasparente, esterno e verticale, dal quale è possibile verificare il livello del carburante. Tutt’attorno è un poutpourri di lettere che, oltre a indicare con sarcasmo le possibili e poco nobili conseguenze della guida, segnalano uno dei marchi di fabbrica di VTR Customs: «Quando ero ragazzino le moto e le auto da corsa erano caratterizzate da scritte di ogni tipo. Erano principalmente legate agli sponsor, ma non in via esclusiva. Sui prototipi da corsa alcuni messaggi venivano riportati a mano, come le indicazioni sui rubinetti dell’olio e della benzina, per non confondersi fra aperto e chiuso». Su quelle schegge c’erano anche loghi diventati leggendari, come il marchio alcolico della Martini. Dani l’ha utilizzato su un’altra delle NineT uscite dal suo atelier, anche se quella è una delle versioni di cui va meno orgoglioso: «Si tratta di un progetto realizzato assieme ad altri partner, ci siamo occupati solo delle linee e della colorazione». Nei locali di VTR Customs


qualcosa che riesce a fargli gonfiare il petto e farlo cantare come un galletto, comunque, c’è eccome. Si tratta di una BMW R80 chiamata P1 e riconoscibile per le tinte che replicano quelle dei tutori dell’ordine bavaresi. «Con questo esemplare, che non può essere utilizzato nelle strade aperte al traffico e non è in vendita, abbiamo voluto dimostrare quanto in là ci possiamo spingere a livello di sperimentazione, soprattutto sul piano tecnico». Questa bicilindrica del 1988, realmente appartenuta alle forze di polizia, è stata rivista con un intervento che l’ha dotata di iniezione elettronica, compressore e sistema al protossi13


WORLD GARAGE VTR CUSTOMS

do d’azoto, meglio conosciuto con l’acronimo NOS. «Di recente, inoltre, abbiamo aumentato la cilindrata da 800 a 1.080 centimetri cubici e rinforzato alcune componenti. Lo scopo non era aumentare le già altissime prestazioni, ma garantirci più affidabilità, perché il motore sembrava sul punto di esplodere a ogni utilizzo». Difficile calcolare con precisione i cavalli espressi dal boxer a due valvole per cilindro, quantificati da Dani in «più di 130 di sicuro». Di certo la linea non va sottovalutata: «La scritta Polizei che percorre la parte inferiore del serbatoio, bianca su sfondo verde, paga un tributo all’area in cui ha sede il marchio tedesco, dove i veicoli delle forze dell’ordine indossano proprio quel tipo di tinte». Il cupolino anteriore sembra citare le Bultaco Metralla da corsa di fine anni Sessanta, mentre al posteriore fa bella mostra di sé una ruota lenticolare con una spirale in assetto psichedelico sul lato sinistro e una scritta in slang bavarese sulla facciata opposta: «Si tratta di parolacce, niente di più complicato». Fra la parte anteriore della sella e la coda del serbatoio della P1 Dani ha ricavato un piccolo spazio in cui ha appeso un ciuccio e un flacone di pillole: «La tettarella di gomma apparteneva a mio figlio ed è lì per essere utilizzata durante le scosse di paura che ti attraversano la mandibola quando è il momento di prendere in mano i freni, mentre i medicinali dovrebbero servire per le eventuali conseguenze di una caduta». A Dani trovate come questa vengono in mente

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un po’ ovunque, al lavoro come in vacanza, a casa come nella sua officina di Schmerikon, sulla riva sud orientale del lago di Zurigo, nella parte settentrionale della Svizzera. Concentrato quasi esclusivamente sulle BMW, ha deciso di realizzare la prima NineT del catalogo VTR Customs per se stesso, celebrando allo stesso tempo il suo passato professionale. La Aero, infatti, mette su due ruote i suoi trascorsi da ingegnere per una compagnia aerea elvetica: «I rivetti utilizzati per il codino sono gli stessi adottati nell’aeronautica,

così come il comando di avviamento, caratterizzato dalla levetta rossa che si vede nei film alla Top Gun». Anche il sistema per la regolazione dell’ammortizzatore posteriore prende come modello le frecce volanti, mentre il contagiri è stato affidato a un maestro degli ingranaggi: «L’ha realizzato l’artigiano che si prende cura della mia collezione di orologi personale, si è occupato sia dello sfondo che della lancetta». Chicche di precisione svizzera, verrebbe da dire. E non si sbaglierebbe di un centesimo.

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Siate liberi di guardare lontano anche oltre l’orizzonte, liberi di viaggiare veloci o lentissimi, dove vi porta il suono schietto della moto, che annuncia il vostro arrivo come un tuono annuncia il temporale. Roberto Patrignani

www.specialcafe.it


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