Special Cafe #25

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­Anno­II­-­Poste­Italiane­S.p.A.­-­­Spedizione­in­abbonamento­postale­-­D.L.­353/2003­(conv.­in­L.­27/02/2004­n.­46)­art.­1,­comma­1, ­Aut.­C/RM/03/2012

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MAGNI STORY Gioielli in serie limitata GALEAZZI DESIGN BMW R NineTimeless ELEFANTENTREFFEN Freddo, neve e fango WHEELS & WAVES Sulle ruote e sulle onde OLD GLORY L come Lega #25 -­€4,50

LugLIo/AgoSto­2015­Bimestrale

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SPECIAL CAFE è una pubblicazione edita dalla Flake S.R.L. REDAZIONE DI SPECIAL CAFE: Via di Pietralata, 304 00158 Roma Tel. +39 06 97271295 redazione@specialcafe.it

BLACK LIST #25

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CULT GARAGE 04 NORMAN WHITE NEWS 06 MOTORCYCLE & OTHER MEAT & BONES 12 MAGNI 20 GIULIANO GALEAZZI HOT WHEELS 26 YAMAHA SR 400 30 MOTO MORINI KANGURO 350 CC 38 WAR CRIMES 48 AERMACCHI HARLEY DAVIDSON 350 SS SPECIAL EVENTS 52 WHEELS & WAVES 2015

AMMINISTRAZIONE Barbara Marrocco Via di Pietralata, 304/c 00158 Roma Tel. +39 06 97271295 Fax +39 06 41793417 amministrazione@specialcafe.it

FACTORY 58 TPR

STAMPA Tiber S.p.A. Via della Volta, 179 25124 Brescia

COLLATERAL 68 SKATEBOARDS

DISTRIBUZIONE SO. DI. P. Spa Cinisello Balsamo (MI) Tel.: +39 02660301 www.sodip.it ABBONAMENTI Tel. +39 0399991541 Fax +39 0399991551 abbonamenti@specialcafe.it ARRETRATI Tel. +39 06 97271295 Fax +39 06 41793417 segreteria@specialcafe.it Pagamento tramite bonifico bancario di €8,00 Banca popolare di Spoleto - iban: IT87Q0570403218000000232200 intestato a Flake S.R.L.

CLASSIC CYCLE 62 MOTO GALLONI

THE BOOK 72 THE GOLD MEDALS VISION 74 ELEFANTENTREFFEN OLD GLORY 82 MARIO LEGA BLACK STREET CAR 90 ALFA ROMEO GIULIA SPRINT 1600

Testata Registrata al Tribunale Civile di Roma n. 141/2011 del 05/05/2011

L’editore garantisce la riservatezza dei dati forniti, per i quali è possibile esercitare i diritti di cui all’Articolo 13 L. 675/96. Finito di stampare nel mese di LUGLIO 2015

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CULT GARAGE NORMAN WHITE

THE

FORERUNNER Norman White, il mago geniale delle ultime Norton da corsa A cura di Mauro Di Giovanni

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urante la seconda edizione del World Ducati Week di Misano, l’ing. Bordi ci confidò che era stato il traliccio della Norton a ispirare l’omologo della Ducati, poi declinato negli anni in svariate versioni. Norman White ne era stato l’artefice, così come lo fu dell’ultima stagione stellare della Norton Villiers, sotto la guida del chairman Dennis Poore, nei primi anni ’70. Personaggio dal carattere schivo e riservato, in pochi conoscevano la reale portata

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del suo lavoro che solo il tempo ha consacrato: i nomi che salirono agli altari della cronaca erano quelli dell’occhialuto e veloce pilota Peter Williams, oppure dello sponsor John Player Special - il brand che sponsorizzava oltre alle Norton anche le Lotus nero/oro di Emerson Fittipaldi e di Mario Andretti in Formula 1. Da meccanico della Norton, nel 1969 gli venne affidato il Dipartimento Sviluppo come experimental engineer del

programma di sviluppo della Norton Commando per le gare di durata. All’interno del circuito di Thruxton dove lavorava aveva costruito una baracca di legno, che prese il nome di Norton Villiers Performance Shop Ltd. Nel 1971 la struttura venne sciolta quando lo sponsor JPS prese il comando finanziario dell’impegno sportivo della Norton, ma il luogo dove Norman continuò a lavorare rimase lo stesso: il prato all’interno del circuito di Thruxton, stesso nome


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utilizzato dalla Triumph per il suo modello di punta del 1965 e ripescato più tardi per la versione sportiva della nuova Bonneville, ma utilizzato anche dalla Velocette per la sua velocissima 500 nel 1969, oltre che per un caratteristico manubrio sportivo. Il telaio “pannier tank” del 1972, il “monocoque” del 1973 e lo “space frame” per le 850 JPS del 1974, vennero progettati in parte e costruiti nella baracca di Norman White, per poi essere affidate al forte pilota inglese Peter Williams, per le

Production Racer. Norman era anche un ottimo pilota e i test per la parte veloce si svolgevano sul famoso circuito di MIRA (Motor Industry Research Association). In Italia lo incontrammo sul circuito del Mugello per una manifestazione rievocativa verso la metà degli anni ‘90, circondato dalle sue inconfondibili Norton azzurre. Si stentava a credere che dietro il miracolo del vecchio bicilindrico ad aste e bilancieri e dei suoi rivoluzionari telai si nascondesse proprio lui. A Norman White

progettista e pilota va fatta risalire l’ultima vittoria in una gara di Campionato Mondiale per derivate di serie (World Series) da parte di una moto inglese. Assente Peter Williams, a vincere la 500 miglia di Thruxton del 1973 furono appunto Norman White con Rex Butcher come coéquiper. Se vi recate in visita al Museo della moto inglese di Birmingham, non potrete fare a meno di rimanere a contemplare incantati le moto di Norman nella sezione dedicata alle Norton: belle come poche, ma soprattutto precorritrici di soluzioni ciclistiche ed estetiche (anche se la “monoscocca” del 1973 aveva avuto un precedente nei Gran Premi del Motomondiale con la Ossa 250 del campione spagnolo Santiago Herrero). Il telaio costruito da Verlicchi per la Norton Commando dalla fine del 1968, nonostante alcune modifiche come il traversino inserito nel 1970, l’head study o il silentbloc sulla testata per ancorare meglio il propulsore, si rivelò insufficiente per supportare un incremento della potenza. Fu così che si svilupparono la “monoscocca” e il “traliccio”. Il “canto del cigno” fu in una gara valida per il mondiale a Mallory Park nel 1974, dove il grande pilota Dave Croxford incendiò la folla con un primo giro in testa davanti alla muta delle frazionate a due tempi giapponesi. Tutto scorre, ma le cose migliori, come le moto di Norman White, rimangono. Come icone.

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NEWS MOTORCYCLE & OTHER

PURE&CRAFTED FESTIVAL 28 e 29 Agosto, segnatevi queste date, perché il Pure and Crafted Festival aprirà i suoi cancelli per la prima volta a Berlino. Un festival dove diversi mondi, quelli della moto, della musica e dell’avanguardia urbana si fonderanno per dar vita ad un evento unico e innovativo nel suo genere. Sponsorizzato da BMW Motorrad, sarà ambientato nello scenario unico del Postbahnhof che farà da cornice ad un evento con tanta musica dal vivo, tanta gente, e una moltitudine espositori che sveleranno un mondo fatto di moto special, street food di qualità ed eccellenze manuali. Sui due palchi, uno indoor e uno all’aperto, si alterneranno band di caratura mondiale che animeranno questa dissoluta 2 giorni all’insegna del Rock ’n’ Roll. Special Cafe ha creduto fin da subito nelle potenzialità esplosive di questo mix e pensiamo che questa manifestazione possa diventare l’appuntamento imprescindibile di fine stagione. Noi ci saremo e siamo pronti a dar battaglia. Voi? Che fate? Sarete dei nostri? Se pensate che l’estate sia cominciata col Wheels&Waves, dovete concluderla in bellezza col Pure&Crafted. I biglietti sono disponibili sul sito dell’evento. Pure&Crafted Festival - Berlino, Postbahnhof, 28-29 Agosto 2015 www.pureandcrafted.com/en.html www.facebook.com/pureandcrafted

©Travis Schneider

a cura della Redazione

ERRATA CORRIGE: Ci scusiamo con i lettori per aver erroneamente titolato la notizia “The Greasy Hands Preachers” a pagina 6 del numero 24 di Special Cafe, con il nome dell’evento già trattato nel numero precedente.

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SPEEDLIGHT MODELLO VINTAGE LIMITED EDITION Si tratta di una replica di un noto faro antinebbia degli anni ‘50 adattato per poter essere utilizzato come faro principale sulle moto. All’interno è presente una lampada 7 ore che fa da luce abbagliante e anabbagliante. La lampada è in vetro di colore giallo e le dimensioni sono 13x13x12cm. La calotta è nera e la cornice cromata. www.speedwayshop.it

LILY IL DRONE CHE TI SEGUE Avete voglia di farvi filmare mentre scorrazzate per le strade di montagna con la vostra special? Fino a ieri avevate bisogno di un assistente operatore, in futuro potrebbe non essere più così. Si tratta ancora di un prototipo ma il drone “intelligente” dotato di camera HD e fedele come un cagnolino addestrato sembrerebbe funzionare alla grande, come dimostrano i vari video disponibili in rete. Non ci sono controller, solo un sensore da indossare al polso e il gioco è fatto, al resto pensa a tutto Lily. Abbiamo ancora qualche dubbio sulla sicurezza di un oggetto che scorrazza sulla nostra testa senza essere “comandato” da un umano, ma forse ci facciamo troppi problemi perché l'ingresso nel mercato per Lily è previsto ad inizio 2016. Da tenere d'occhio! www.lily.camera


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NEWS MOTORCYCLE & OTHER

KIMURA SVELA IL PRIMO MODELLO DEL CONCEPT “FASTER SON” La prima collaborazione di Yamaha con il leggendario bike maker Shinya Kimura ha prodotto un risultato eccezionale: “Faster Son”, un tributo alla filosofia dei costruttori giapponesi. La moto è stata presentata durante l’ultimo Wheels & Waves a Biarritz. «L’idea che ho sempre in testa è quella di costruire moto che mi piace vedere, che mi piace guidare, con cui mi piace divertirmi», spiega Shinya Kimura. «Creare bellezze senza tempo che non seguono mode e tendenze mi rende felice». Per il concept “Faster Son” Shinya ha lavorato con il più recente bicilindrico fronte marcia dell’attuale gamma Yamaha, quello dell’MT-07, trovando il cuore e l’anima nel propulsore, ricco di coppia e di emozioni. «Mi è venuto da pensare che un motore così poteva essere stato fatto solo da una persona che amava le moto. Non sono solo i numeri a mostrarne l’efficacia. Il feeling di guida, il modo in cui sale di giri e il sound coinvolgono tutti i sensi. Se ti piace davvero guidare una moto, questo motore ti eccita non appena sali in sella, se

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ami le moto vintage e anche se ami quelle moderne». «Se lavori su un motore vintage o su uno moderno», afferma Shinya, «c’è una cosa in comune. Semplicemente, la funzione diventa forma. Credo di essere stato capace di creare una moto che sposa, in totale armonia, l’heritage e lo stile vintage con la tecnologia più avanzata, per un’esperienza di guida appagante». «Abbiamo discusso con molti preparatori, tra i quali Shinya, su che ruolo dovrebbe avere Yamaha nel mondo in continua crescita del custom, per offrire più alternative ai piloti», conclude Shun Miyazawa, l’uomo dietro al progetto Yard Built di Yamaha. «Avevamo già alcune idee in mente, e Shinya ha proposto esattamente lo stesso punto di partenza, il nostro evoluto bicilindrico da 700 cc raffreddato a liquido. Una scelta rassicurante per la nostra visione del futuro, perché sembra che ci siano convinzioni condivise. Sono molto contento di vedere questo stupefacente risultato finale. Ci impegniamo a realizzare altre moto basate sulla nostra personale interpretazione della filosofia Faster Son, e questo accadrà molto presto!».


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SLEEPLESS MOTORCYCLES Provenienti dal mondo dell'Enduro e attivi nei dintorni di Varese, Luca Saporiti e Gianluca Biganzoli si affacciano al mondo delle Special partendo con una BMW elaborata in un piccolo ma attrezzato garage. Buona la prima: l'esperimento su base R65 del 1984 ha ora un taglio Scrambler! Sicuramente snellita rispetto alla versione originale, questa crucca si distingue per una sella in vera pelle vintage derivata da una vecchia poltrona, per la piastra handmade con strumentazione incorporata e soprattutto per il fregio BMW rivisitato e personalizzato. jhonnypistone@libero.it www.facebook.com/pages/Sleepless-Motorcycles

Moto re-designing & customizing

info@venceprodigalbikes.com - www.venceprodigalbikes.com


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NEWS MOTORCYCLE & OTHER

LA LAND OF JOY SBARCA A WHEELS AND WAVES 2015 Il Wheels and Waves ha rappresentato l’approdo finale del viaggio iniziato da Londra della SC-Rumble, special su base Scrambler realizzata da Vibrazioni Art Design in collaborazione con Pirelli. Presentata al Bike Shed di Londra lo scorso 22 maggio è stata condotta alla volta di Biarritz dai ragazzi di Vibrazioni Art. A Londra si è aggregato al viaggio anche Mr. Martini in sella alla sua S. C. R., special su base Scrambler presentata al Motor Bike Expo di Verona. A Biarritz è arrivata anche una inedita special: “Magione”, moto preparata dal belga Fred Krugger, vincitore del World Championship Custom Bike Building nel 2010 e nel 2014. Questa Scrambler è stata modificata nel serbatoio e nel telaio. Ha un inedito codone monoposto realizzato in lamiera ed un nuovo forcellone in tubi d’acciaio. Anche lo scarico è stato rivisto con un doppio silenziatore alto sul lato destro della moto.

ITALJET ASCOT: PEDALARE CON ELEGANZA Non è una novità assoluta ma ci sembrava doveroso segnalarvi questa chicca da parte di Italjet, marchio emiliano che ha contribuito ad impreziosire la storia del motociclismo italiano. Oggi, oltre al Velocifero e al Dragster e ad un paio di minimoto per bambini, la Italjet sta puntando soprattutto su tre modelli di biciclette elettriche categoria lus-

so: Angel (2.900 euro), DiablOne (2.950 euro) ma soprattutto Ascot, il modello di punta da 3.800 euro di listino. Tutte eccellenti dal punto di vista estetico, le tre eBike richiamano il look delle motociclette di inizio secolo scorso ma nascondono tanta tecnologia all'avanguardia che le rende davvero special. La Italjet Ascot è una bicicletta elet-

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trica che prevede una forcella springer a doppia molla e quattro cuscinetti, un faro alogeno di derivazione motociclistica, freni a disco con sensore di frenata, cambio NuVinci a variazione continua installato nel mozzo ruota posteriore. Dal punto di vista del propulsore si tratta di un 36 V x 250 W brushless che “aiuta” fino a 25 km orari come da norme europee. L'autonomia dichiarata è di 50/70 km e il tempo di ricarica completa delle batterie è stimato in 4 ore. Un mezzo lussuoso ed esclusivo che non passerà di certo inosservato grazie anche alla cura maniacale dei particolari estetici impreziositi da diversi elementi in cuoio. www.italjet.it


MUSIC. MOTORCYCLES. NEW HERITAGE. A festival presented by BMW Motorrad

THE HIVES | REFUSED KITTY, DAISY & LEWIS

MIGHTY OAKS | BLOOD RED SHOES FRISKA VILJOR | ALLAH-LAS TALISCO | ABAY | BRNS | BIRTH OF JOY SYD ARTHUR | SUNS OF THYME

T I C K E T S & I N F O: W W W. P U R E A N D C R A F T E D. C O M facebook.com/pureandcrafted

#pureandcrafted


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MEAT & BONES MAGNI

IL FILO

CONDUTTORE Dagli esordi come produttore di parti speciali a costruttore di motociclette in serie limitata. Quasi quarant’anni di storia, quella di Magni che torna al primo amore con le MV, e quella del motociclismo, attraverso i modelli carismatici la cui fama echeggia ben oltre confine Testo Alessandro Gueli Foto Andrea Ballaratti

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MEAT & BONES MAGNI

un pomeriggio di sole e calura quando, abbandonata l’autostrada Milano-Laghi, guidiamo velocemente fino a Samarate, tranquillo paesino della provincia di Varese dallo spirito operoso che racchiude piccole realtà industriali e graziosi quartieri residenziali. La tipica provincia che solitamente si attraversa e ci si lascia alle spalle sbadatamente. Se non fosse che a Samarate, dall’interno di un complesso produttivo secondario, all’ombra di ville e villette, si

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sente echeggiare un motore a tre cilindri di produzione italiana: lo scarico è decisamente aperto e i suoi decibel ci guidano, come le molliche di pane guidarono Pollicino, davanti alla sede di Magni. Ecco che nella provincia si apre come d’incanto una parentesi che da sola vale sicuramente una sosta, per entrare e farsi raccontare la storia di un costruttore di motociclette molto speciali. Un costruttore vero, perché le Magni prodotte in piccole serie (ma neanche tanto piccole, come vedre-


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Giovanni ci racconta la storia della Magni, che comincia nel 1977, in posa davanti alla storica MV 750 4 cilindri. L’azienda realizzava “power parts” per le MV stradali; trasmissioni, kit cilindri e pistoni, scarichi e carene…

mo), nascevano e nascono ancora oggi attorno ad un motore. Tutto il resto, a cominciare dal telaio, è frutto dell’esperienza tecnica della casa varesina che ha fan sparsi in tutto il mondo. Provate ad andare in Giappone e a chiedere ai motociclisti locali, e capirete quanto questa piccola realtà venga considerata uno dei fiori all’occhiello della produzione motociclistica italiana. Guidati dal suono dell’ultima nata in casa Magni, la Filo Rosso, troviamo ad attenderci Giovanni Magni,

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MEAT & BONES MAGNI

figlio del fondatore Arturo, che da qualche anno tiene in mano le redini dell’azienda di famiglia. Giovanni è cordiale e gentile, e davanti a una tazzina di caffè inizia a raccontarci la storia delle moto Magni, che corre parallela con quella della sua famiglia. Nel 1947 il papà Arturo è impiegato come meccanico del reparto corse della storica Casa di Arcore, la Gilera (fu tra gli addetti all’assemblaggio del mitico motore 4 cilindri da competizione), finché nel 1950 non viene reclutato dalla MV Agusta, dove ricopre la carica di Direttore Sportivo del Reparto Corse. Erano gli anni di piloti come Hailwood, Agostini e Ubbiali. Anni durante i quali l’azienda di Cascina Costa vinse ben 75 titoli mondiali. In seguito, quando la MV si ritirò dalle competizioni, Arturo Magni decise di mettersi a lavorare per proprio conto, sviluppando e realizzando parti speciali per motociclette. Soprattutto per le MV dei privati a caccia di maggiori prestazioni, modificando la trasmissione finale, da cardano a catena, o aumentandone la cubatura. Dalle “special parts”, il passo successivo fu quello di concepire intorno ai motori MV una piccola serie di moto performanti: il telaio in tubi d’acciaio in cromo molibdeno, saldato a Tig, incrementava le

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caratteristiche di guida delle 4 cilindri 750. In seguito passò dall’essere un preparatore riconosciuto a essere un costruttore di motociclette dal sapore artigianale, la cui fama sarà nota ben oltre i confini. Il marchio Magni compare sul serbatoio per la prima volta a cominciare dalla serie MH (sigla che sta per Magni – Honda), realizzata sulla base del 4 cilindri Honda 900 Bol d’Or presentata all’inizio degli Anni ’80. Le versioni MH1 e MH2 furono prodotte in circa 300 esemplari. Seguiranno le MB1 e MB2, realizzate con motore Bmw 1000 boxer, e nel 1985 inizierà la cooperazione tra Magni e Moto Guzzi. I clienti Magni, in particolar modo quelli oltre confine, desiderano una motocicletta completamente italiana e tra la Casa lariana, fornitrice dei motori, e Magni nascerà una collaborazione a lungo termine, inaugurata con la Le Mans – arricchita da una carenatura integrale e dalla sospensione posteriore a parallelogrammo che eliminava le reazioni della trasmissione a cardano – e portata avanti con la Classico 1000 e la Arturo 1000. Queste ultime due, presentate nel 1987, coniugavano lo stile retrò degli Anni ’70 alla componentistica di prima qualità. Nel 1989 è invece il momento della mitica Sfida 1000, seguita un anno


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Casco in testa e poche chiacchiere. Adesso si va in moto, con la 750 storica e con l’ultima nata, la Filo Rosso.


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MEAT & BONES MAGNI

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dopo dall’Australia, una versione “corsa” dalle linee moderne motorizzata Guzzi 4 valvole, battezzata così in onore dei risultati ottenuti dall’importatore della terra dei canguri nei campionati riservati alle bicilindriche. Da questa versione nacque nel 1993 il modello stradale (un’Australia con silenziatori ed impianto elettrico a norma per l’utilizzo su strada). La storia professionale di Magni e Moto Guzzi proseguì fino al 1998, generando le versioni aggiornate della Sfida – la 1100, la 1100 IE Biposto e la 1000 4V –, della Australia e della serie limitata Giappone 52, sigla che celebrava i 50 anni d'attività della Ditta Fukuda Motors, importatore delle moto Magni per il mercato giapponese, e i 20 anni d'attività della Ditta Magni. La moto fu prodotta in soli 52 esemplari. Siamo alla seconda tazzina di caffè mentre Giovanni ci parla della Magni Sport 1200 S che abbiamo davanti agli occhi, che segnò il ritorno della produzione Magni al vecchio amore per i motori a 4 cilindri (la Sport 1200 S sfrutta il motore della Suzuki Inazuma 1200), e della prima gara cui ha preso parte nel 2011: la Bol d’Or Classic, rievocazione della storica 24 ore, che Giovanni e il suo team hanno disputato in sella alla Magni Experience, esemplare con motore Guzzi sviluppato apposita-

mente per questa competizione. Come è finita? Con 65 equipaggi alla partenza, il team Magni si è aggiudicato il 7° posto assoluto. Davvero niente male per degli esordienti. Un salto temporale di oltre 10 anni ci porta dalla presentazione della Sport 1200 S nel 1999 fino ai nuovi modelli, come la Storia e la Filo Rosso. Un decennio di “conserva” che ha visto l’azienda impegnata in una rinnovata collaborazione con la casa di Schiranna, oltre che nel restauro delle storiche MV – ancora oggi è possibile restaurare una motocicletta MV Agusta con i pezzi prodotti da Magni, oppure costruire una replica delle motociclette da competizione, sempre utilizzando un motore quattro cilindri stradale. «È come un cerchio che si chiude, un ‘filo conduttore’ i cui estremi si legano al passato e al presente della Magni», ci spiega Giovanni. Un filo rosso naturalmente, come i colori delle MV con le quali Arturo Magni ha iniziato la sua carriera. Sentiamo il suono “racer” della 750 da corsa e quello non da meno della Filo Rosso, che sfrutta il nuovo motore MV 3 cilindri. Le giacche di pelle e le visiere sono pronte ad abbassarsi, e noi non vediamo l’ora di provare l’ultima Magni. Questa però è un’altra storia e ve la raccontiamo, per filo e per segno, sul prossimo numero. Stay tuned, rockers!

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