Special Cafe #04

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Anno I > Poste Italiane S.p.a. > Sped. in abb. post. > D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma

N.4 - 3,90 € NOVEMBRE DICEMBRE 2011 Bimestrale AUSTRIA 7,70 € BELGIO 7,30 € SPAGNA 6,50 €

Gestione rete di vendita e logistica Press-Di Diffusione C.D.M. Roma

Moped motorette impazzite alla riscossa Dalle Nascar alle Harley Richard Petty rivive su una Sportster ‘91 Built with Aloha una giornata insieme al Capitano Special Bonnie più grinta per la più amata delle Triumph Legendary Book da Rin Tanaka a Danny Lyon il meglio della fotografia motociclistica






International magazine R.B.

Questo nuovo numero porta una grande novità: Special Cafe diventa internazionale. Infatti, a partire dal mese di novembre saremo presenti nelle edicole di diversi paesi del mondo, Cina compresa. Per dare il benvenuto ai nuovi lettori, che ci auguriamo essere numerosi, ho scelto la livrea arancio della street cafe della Orange Factory, la Breganze SF 750 in versione definitiva. Al di là delle valutazioni e considerazioni tecniche, per le quali vi rimando all’articolo interno, credo che la moto progettata da Davide Carboniero possa considerarsi un’icona di quel legame di continuità tra vecchio e nuovo, tra tradizione e innovazione, scritto nel DNA della nostra rivista.

THERE’S SOMETHING NEW IN THIS ISSUE: SPECIAL CAFE BECOMES INTERNATIONAL. FROM NEXT NOVEMBER THE MAGAZINE WILL BE DISTRIBUTED IN SEVERAL COUNTRIES AND

CHINA

TOO.

THE

FINAL

VERSION OF THE ORANGE STREET CAFE BIKE REALIZED FROM THE ORANGE FACTORY IN BREGANZE, IS OUR WELCOME TO THE NEW -WE HOPE A LARGE NUMBERREADERS. DAVIDE CARBONIERO’S PROJECT (FOR EVALUATION AND TECHNICAL DETAILS SEE THE ARTICLE) CAN BE CONSIDERED THE RIGHT ICON TO REPRESENT THAT BRIDGE BETWEEN OLD AND NEW, TRADITION AND

Purtroppo l’uscita del #4 di Special Cafe giunge a ridosso di un triste avvenimento che ha sconvolto il mondo delle due ruote. Anche noi vogliamo salutare Marco Simoncelli, un giovane grande campione che ci ha lasciato troppo presto. Ciao Marco

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INNOVATION, WRITTEN IN OUR MAGAZINE

UNFORTUNATELY SPECIAL CAFE #4

DNA.

FOLLOWS A

GLOOMY UPSET EVENT FOR THE RIDERS' WORLD.

WE WANT TO SAY GOODBYE TO MARCO SIMONCELLI, A YOUNG GREAT CHAMPION DEPARTED TOO EARLY.

GOOD BYE MARCO



BLACK LIST #4 12

10 CULT GARAGE VITA DA ROKER COLLATERAL MONOCROM, STILE DA VIVERE

16 COLLATERAL SPORTSWEAR REG.

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22 HOT WHEELS BREGANZE SF 750 HOT WHEELS ROYAL ENFIELD SCRAMBLER BY UNION JACK ROMA

32 HOT WHEELS HD SPORTSTER BY WILD SIDE MOTORCYCLE HOT WHEELS FUGAR METAL WORKER: TUBONI ALLA RISCOSSA

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46 ON MADE ALLESTIMENTO DI UNA BONNEVILLE HOT WHEELS TRIUMPH SCRAMBLER BY ORMA DIVISIONE MOTORI

56 HOT WHEELS BMW RS 100 BY DRAGONI MOTO 66 FACTORY RIZOMA

68 EVENT 1° RADUNO INTERNAZIONALE VESPA “CITTÀ DI ROMA” 72 MEET & BONES ANDREA FONTANA “IL CAPITANO”

78 EXTRA MOD HAIR SALONS 82 OUTSIDER ANNALISA ADORE 86 GO ART MICHELE GUIDARINI

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90 SHOOTING ARTISIA STARLIGHT RAGS CLOTHES & ACCESSORIES

94 BOOK LA FOTOGRAFIA MOTOCICLISTICA

98 EVENT ALCUNI INTERESSANTI APPUNTAMENTI

SPECIAL CAFE è una pubblicazione edita dalla EUROSPORT EDITORIALE S.R.L. - REDAZIONE DI SPECIAL: Via della Bufalotta, 378 - 00139 Roma INFOLINE: Tel. 06.45.23.15.00 - Fax 06.45.23.15.99 - redazione@specialmag.it Stampata con carta BURGO R4 da 90 gr. MATT SATIN prodotta in Italia, stampata su Rotooffset KBA modello 018 da 48pp con velocità massima pari a 30.000 copie all’ora. La tiratura di questo numero è pari a 38.000 copie

DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Brodolini - roberto.brodolini@specialmag.it

MARKETING E COMUNICAZIONE Simone Zaccaria - zaccaria@eurosporteditoriale.com

ART DIRECTOR Giovanni Morelli

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CULT GARAGE VITA DA ROKER

È SOLO QUESTIONE

DI TEMPO “È solo questione di tempo” cantava il grande crooner Nicola Arigliano. Già, è solo questione di tempo, e prima o poi la passione Cafe Racer ti entra dentro e non se ne va più. Acquisti la tua docile Bonneville, fai i primi giri fuori porta e subito vieni preso dalla voglia di elaborarla. Eppure non sai nulla dell’Ace Cafè London, non sai nulla dei rockers, con quelle facce da castigo, flagellate da milioni di insetti , fasciati nei loro luridi giubbotti di pelle nera e borchie e spille ovunque A cura di Fernando Felli

n giorno qualunque al semaforo ti si affianca un motociclista tutto cuoio e jeans sdruciti, che sembra uscito da un fumetto incartapecorito degli anni ‘50. È fatta, il virus Cafe Racer ti ha preso e tu non fai nulla per cacciarlo via, anzi, lo aspettavi da tempo. Allora scendi in garage, dai l’ultimo sguardo alla tua Bonneville, convinto come Rossella Ohara in “Via col vento” che domani sarà un’altro giorno. Te la immagini trasformata come una delle più cattive e performanti creature dal fine retrogusto vintage parcheggiate davanti all’Ace Cafè London. Rimani incollato su internet un’intera giornata per andare alla ricerca dei cataloghi aftermarket, spessi come elenchi telefonici di una metropoli, che riproducono i tuoi sogni, fatti di carburatori senza filtri, selle monoposto in vetroresina, contagiri Smith, semimanubri inclinati nel modo più ignorante

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che ci sia, pedane arretrate che ti sfiorano il culo e poi la regina dei ricambi, la marmitta Toga Peashooter, che dona alla tua creatura quel sound che fa

accapponare la pelle anche a Louis Armstrong. Nel giro di un paio di mesi la tua Bonneville non la riconosci, è più ignorante di te ed è pronta

a lottare contro quei fighetti dei mods in sella ai loro scooter improponibili. La botta finale è quella di entrare in un club Cafe Racer, dove trovi tutti quei pazzi che la pensano come te, dall’aria vagamente rockabilly, che se ne fregano delle convenzioni, che credono fortemente nell’amicizia e alla folle passione per quel pezzo di ferro chiamato Triumph, che da più di settant’anni continua a far sognare intere generazioni. “Gimme a dime Mike, I wanna listen a song of Elvis!”... e mentre il disco scivola sul piatto del jukebox, due bikers sulle loro Triumph percorrono a velocità folle alcune miglia tra le verdi colline di Brentwood. Vince chi arriverà prima della fine della canzone, un vecchio blues che sa di fumo, di birra, di olio bruciato. Il premio? Il bacio di Mary, la regina del pub, che per nulla al mondo la darebbe ad un mods.



COLLATERAL MONOCROM, STILE DA VIVERE

IL TIPICO INDUMENTO MASCHILE: IL PANTALONE. RILETTO IN CHIAVE MODERNA EVOCA VECCHIE ABITUDINI NELLO STILE DEL VESTIRSI. UN CAPO CHE PIÙ MASCHIO NON SI PUÒ SI MESCOLA AL MONDO DELLA MOTO GRAZIE ALLA PASSIONE DEI CREATORI DELLA MONOCROM Testo SP Foto Roberto Brodolini

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COLLATERAL MONOCROM, STILE DA VIVERE

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ella vita di tutti i giorni il pantalone è il miglior amico dell'uomo, di qualsiasi classe sociale, qualunque lavoro esso faccia. È sporco di grasso in officina ed è stirato e inamidato in farmacia, ma accoglie nelle sue tasche mille storie, segreti e a volte la chiave della moto.

QUALITÀ E PASSIONE La Monocrom nasce dalla scommessa di quattro amici, Filippo Fulignati, Roberto Dallarmi, Simone Melani e Alessandro Squarzi, e dall'esperienza della famiglia Fulignati, da sempre un riferimento nella manifattura di prodotto toscana. Le giuste carte, all'inizio dell'avventura, erano nelle mani dei quattro soci, che hanno operato un lavoro eccelso, permettendo l'ascesa del marchio tra le categorie sociali più variegate e in particolare tra tutti gli appasionati di “passato”. Noi motociclisti siamo nostalgici e dannati, un po' come i miti di un tempo. Siamo uomini di carne e di ossa, fatti di debolezze e di punti di forza. Tutto ciò per dire che la qualità, associata a un progetto che ha partorito collezioni una più bella dell'altra, risulta affascinante.

STILE RUBATO ALLE CORSE IN MOTO DI UN TEMPO I pantaloni Monocrom hanno un forte legame con la moto: un taglio asciutto sulla gamba, per avere il massimo del comfort di guida, la prima prerogativa di un prodotto dedicato ai centauri, specialmente negli anni ‘60, quando la moda era indossare pantaloni talmente stretti da togliere il fiato, abitudine rubata dal mondo della pista. È inutile negarlo, quasi tutti i prodotti dedicati agli uomini hanno dei tratti comuni tra loro, attraverso i quali una serie di aziende, con pazienza e passione, stanno rispolverando i vecchi prodotti di qualità, propri di un’epoca passata. Una nota di merito per la Monocrom è il fatto di aver voluto conservare la vera tradizione della manifattura toscana: infatti la produzione si svolge tutta a Empoli, dove un tempo per le strade si sentiva solo il suono delle macchine da cucito, dove i quattro soci sono nati e dove vedranno crescere i loro figli. Uno di questi uomini, Filippo Fulignati, ha fatto due chiacchiere con noi, spiegandoci la vera essenza del loro progetto.

Da dove nasce l'idea di puntare tutto sul pantalone? “La famiglia Fulignati, la mia, ha sempre operato nel settore dei pantaloni. Abbiamo visto periodi di splendore, di declino e di rinascita. Con Simone Melani l'idea ha preso corpo e cosìabbiamo deciso di intraprendere q uesta strada, nel bene o nel male. Al primo campionario presentato abbiamo riscosso un gran successo e da allora non ci siamo piùfermati. Siamo stati bravi, fortunati e competenti, interpretando uello che il mercato ci chiedeva”. q

MONOCROM - www.monocrom.it - info@monocrom.it

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Secondo te quante analogie ci sono tra pantalone e moto? “La mia passione per la moto èesplosa uando ho fatto il mio primo giro in sella q ad una Harley . Ora sono alla terza;u qesta che vedi è l'ultima arrivata, lineare e semplice, proprio come i nostri pantaloni. Con la moda che corre dietro al passato, l'unico modo èsalire in sella ad una moto come la mia e rincorrerlo:non èsolo uno stile, ma un modo di pensare la vita”.


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COLLATERAL SPORTSW EAR REG.

100% MADE IN ITALY

TRE AMICI, LA PASSIONE PER LE MOTO, UN SOGNO, UN VECCHIO HANGAR, UNA LINEA DI MODA, LA TRADIZIONE ITALIANA E... TUTTO IL FASCINO E IL SAPORE DELL’AMERICA DI UN TEMPO Testo Barbara Gherardi Foto Roberto Brodolini, Mattia Salvi

a storia di Sportswear Reg. comincia nel 2008 in un garage (non siamo nella Silicon Valley ma a Roma), in mezzo a cimeli d’epoca a 2 e 4 ruote (Triumph Bonneville, Mini Minor e una Vespa degli anni ‘50). I fondatori, hanno poco più di trent’anni, tante idee per la testa e soprattutto una passione smodata per tutto ciò che è vecchio (il termine vintage non gli è mai piaciuto). Nella vita fanno altro e quindi il tempo da dedicare a questa loro “fissa” è limitato alla

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sera, che il più delle volte diventa notte. Mai avrebbero immaginato tutto quello che sarebbe avvenuto in seguito. In appena tre anni il marchio cresce, così come i cambi di sede, mentre i punti vendita arrivano a più di 100, selezionati e disseminati in Europa e in vari paesi d’oltreoceano. Oggi la loro base è una sorta di hangar, o meglio una Warehouse, dove l’atmosfera aiuta non poco il lavoro creativo dell’ufficio stile. Bandiere e vecchi mobili si mescolano a vestiti, manichini scatole, timbri e cianfrusaglie varie.


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In che senso? “Fino ad oggi riusciamo ancora a vivere come un bel sogno, qualcosa di surreale, tutto quello che facciamo e che accade intorno a noi e ci divertiamo molto nonostante il lavoro sia tantissimo”.

Andrea, avresti mai pensato che oggi, proprio a tre anni dalla nascita del marchio (nel giorno dell’intervista cade l’anniversario ndr), ci saremmo ritrovati qui a parlare di Sportswear? “Sinceramente no! Ancora oggi non realizziamo a pieno l’esperienza che stiamo vivendo e sinceramente spero che questa sensazione onirica non finisca mai”.

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A cosa vi ispirate nella creazione delle vostre collezioni? “La nostra passione per il “vintage”, o come si chiamava una volta “usato americano”, è qualcosa che sconfina nella follia. Chi come noi ama l’usato sa cosa vuol dire svegliarsi d’inverno, la mattina molto presto, con un freddo e un sonno cane, e con la moto andare al mercato dei panni per portarsi a casa una vecchia t-shirt o una targa arrugginita. E siccome sono circa vent’anni che frequentiamo i mercatini e i negozi dell’usato, abbiamo creato un archivio di cui siamo fieri e gelosi e da cui naturalmente prendiamo ispirazione. Nel nome è racchiusa l’anima del brand, capi d’abbigliamento “sportivo” influenzati da quanto di bello è stato fatto in America nella prima metà del secolo passato. Se lo stile è tipicamente americano, la qualità produttiva invece è tutta italiana, dai tessuti alla confezione. E con una punta di orgoglio i cartellini,


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gli advertise e il packaging ce li facciamo da noi!”. Raccontaci il momento più bello della vostra esperienza? “Avevamo cominciato da poco e con una bella faccia da c... siamo andati in uno dei più importanti negozi di Firenze. Per fortuna è andata alla grande. Una sensazione indescrivibile e probabilmente da li è cominciato il viaggio”.

Abbiamo creato un nuovo sito web, le pagine facebook e twitter (qualcuno ci ha detto che era ora!). Stiamo inoltre organizzando un viaggio a gennaio a Berlino, dove esporremo al Bread&Butter nella L.O.C.K. area - Fire dept., e uno a febbraio in California, dove parteciperemo ad Insiration LA, fiera organizzata da Mr. Rin Tanaka, dove possono accedere solamente marchi dal gusto spiccatamente vintage. Ah! Il mio socio si è ricomprato la Triumph... per fortuna!”.

E il più brutto? “Di brutto ancora niente (incrocio tutte le dita che ho!). Per la nostra piccola vecchia scuderia invece il momento più brutto è stato quando hanno rubato la Triumph Bonnevile customizzata “Grande Fuga”. Per un po’ uno dei miei due soci ha smesso di essere creativo... e piacevole”. Cosa farete domani? “Lavoriamo alla nuova collezione fall winter 2012.

SPORTSWEAR REG. - .sportsw w ear-reg.com

IL TEAM DI SPORTSWEAR REG.

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specialcafe.it

click and ride.

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