Hr142 mele dolci a virgin river

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Robyn Carr

Mele dolci a Virgin River


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Sunrise Point Mira Books © 2012 Robyn Carr Traduzione di Maria Claudia Rey Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance ottobre 2014 Questo volume è stato stampato nel settembre 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 142 del 24/10/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Affisso nella bacheca della Chiesa Presbiteriana di Virgin River c'era un avviso: PROSSIMO INIZIO RACCOLTA DELLE MELE AI FRUTTETI CAVANAUGH. PRESENTARSI DI PERSONA. Nora Crane, che era arrivata da poco in paese e guardava regolarmente gli avvisi in bacheca, decise di chiedere informazioni al reverendo Kincaid. «Tutto quel che so è che la stagione del raccolto dura qualche mese e che di solito i Cavanaugh assumono alcuni aiutanti a tempo pieno» spiegò lui. «Mi dicono che il salario è piuttosto buono, ma che si tratta di un lavoro duro.» Salario piuttosto buono fu la frase che la colpì. Nora strinse la mano della sua bimba di due anni e sistemò Fay, di soli nove mesi, nello zaino porte-enfant. «Può indicarmi come arrivare al frutteto?» Lui aggrottò la fonte. «Nora, sono alcuni chilometri e tu non hai la macchina...» «Sì, ma io voglio andare fin là e scoprire com'è il salario e quali sono gli orari. Se il lavoro è abbastanza ben pagato forse posso permettermi di mandare Berry all'asilo» disse indicando la bimba che teneva per mano. «Non vede mai altri bambini, e ha bisogno di socializzare. È così timida... Camminare non mi spaventa, e posso sempre chiedere un passaggio. La gente di qui è gentile e generosa. E poi, che cosa sono due o tre chilometri? Un po' di movimento mi farà bene.» Noah Kincaid aggrottò ancora di più la fronte. «Raccogliere mele è un'attività pesante. Potrebbe essere dura tornare a 5


casa a piedi dopo un'intera giornata di lavoro...» «Anche essere al verde è pesante» sorrise lei. «E scommetto che Adie sarebbe felice di farmi da babysitter e di guadagnare qualcosa in più per far quadrare il suo bilancio. So che non nuota nell'oro... e con le bambine è meravigliosa.» Adie Clemens era vicina di casa e amica di Nora. Benché anziana se la cavava magnificamente con le bambine, perché Berry era molto tranquilla e beneducata e Fay aveva appena cominciato a gattonare per casa. Adie adorava prendersi cura di loro, anche se non poteva farlo a tempo pieno. «E come farai con il lavoro in ambulatorio?» continuò Noah. «Credo che Mel me lo abbia dato più per gentilezza che per vera necessità, ma naturalmente gliene parlerò. Lei sa che non ci sono molti lavori disponibili, devo prendere al volo ogni possibilità... Allora, mi dice come arrivo dai Cavanaugh?» «Ti ci accompagno io» rispose Noah. «Così possiamo vedere quanti chilometri sono esattamente e calcolare quanto ci vuole. Però continuo a pensare che non sia una buona idea...» «Da quanto tempo è in bacheca l'avviso?» domandò ancora Nora. «Tom Cavanaugh ce l'ha messo stamattina.» «Bene. Questo significa che non l'hanno ancora visto in molti.» «Però, Nora, pensa alle tue bambine... Non sarai troppo stanca per badare a loro quando rientri?» «Lei è molto gentile a preoccuparsi per me, Noah» sorrise lei. «Chiederò ad Adie se oggi non le dispiace tenermi le bimbe per un po', in modo che io possa andare al frutteto e candidarmi per il lavoro. Sono sicura che mi dirà di sì, perché va pazza per loro. Ci metterò poco – se è davvero sicuro di volermi accompagnare in macchina. Non vorrei approfittare...» Lui scrollò la testa con una risatina. «Sei proprio decisa, vedo. Mi ricordi qualcuno...» «Ah, davvero?» «Sì, una persona ostinata quanto te. Credo di essermi innamorato di lei anche per questo.» 6


«Vuol dire Ellie? La signora Kincaid?» «Proprio lei» confermò Noah con un'altra risata. «Non hai idea di quanto abbiate in comune... ma ne parleremo un'altra volta. Adesso vai a vedere se Adie è disponibile, così poi ti accompagno fin là.» «Grazie!» fece lei scoccandogli un gran sorriso. Poi uscì dalla chiesa e corse via. Non le sarebbe mai venuto in mente di aver qualcosa in comune con la moglie del pastore, pensava intanto. Ellie Kincaid era talmente bella e sicura di sé... oltre a essere la persona più gentile che lei avesse mai incontrato. Inoltre, dal modo in cui Noah guardava la moglie era chiaro che l'adorava. Era un po' strano pensare al pastore come a un uomo normale, che fissava la moglie con l'espressione intensa di chi non vedeva l'ora di restare da solo con lei. I Kincaid non erano soltanto una bella coppia, ma un uomo e una donna profondamente innamorati uno dell'altra. Nora andò direttamente da Adie. «Portami solo un po' di latte in polvere e qualche pannolino» disse Adie. «E buona fortuna!» «Se mi assumono e devo lavorare a tempo pieno, pensi di potermi aiutare un po' di più?» domandò Nora. «Farò del mio meglio. E tra me e Martha Hutchkins e le altre vicine, le bimbe saranno sempre con qualcuno.» «Non mi va di chiedere aiuto a tutto il vicinato, ma...» Ma che le piacesse o no, non aveva scelta. Era arrivata in paese con le bimbe in pieno inverno, e fino a qualche giorno prima di Natale non aveva quasi niente: un vecchio divano, un materasso appoggiato direttamente sul pavimento e gli abiti che portava indosso. Era stata Adie Clemens ad avvertire il pastore che Nora e le due bimbe erano in difficoltà, e il primo aiuto era arrivato sotto forma di un cesto natalizio pieno di cibarie. Poi, grazie alla generosità di tutto il paese, erano arrivati altri oggetti necessari. Un vecchio frigorifero, un tappeto per coprire il pavimento, lenzuola e asciugamani, abitini per le bimbe. La chiesa organizzava regolarmente delle vendite di abiti usati, ed Ellie Kincaid metteva da parte quelli che potevano 7


servire a Nora. La giovane donna che viveva tre porte più in là, Leslie, le offrì l'uso della sua lavatrice, e Martha fece altrettanto. Nora non avrebbe mai potuto ricambiare tante cortesie, ma almeno poteva lavorare per cavarsela da sola. Per esempio, raccogliere le mele. Come aveva detto a Noah, era pronta a fare qualsiasi lavoro. Il pastore aveva un pick-up scassato che probabilmente era più vecchio di Nora e non doveva mai aver avuto le sospensioni in ordine. Mentre sobbalzavano sulla statale trentasei, Nora pensò che andarci a piedi sarebbe stato meno penoso per la sua schiena. Ma a mano a mano che proseguivano notò che la distanza era assai maggiore di quanto avesse pensato, e si domandò quanto ci avrebbe messo ad arrivarci per conto proprio. Doveva chiedere a Noah la distanza esatta – sempre che il contachilometri di quel rottame funzionasse. Finalmente svoltarono dalla statale su una strada più stretta, poi attraversarono un cancello aperto e percorsero un viale fiancheggiato da alberi di mele. Nora si incantò a osservare la bellezza del luogo. C'era qualcosa di meravigliosamente puro nei filari ordinati di meli, con i rami carichi di frutti in varie fasi di maturazione: alcuni ancora piccoli e verdi, altri già sfumati di rosso. In fondo al lungo percorso attraverso i meli si vedeva una grande casa, una dimora da favola tutta bianca con persiane e porta dipinte di rosso e una veranda arredata con gruppi di sedie separate da tavolini. Nora non osava nemmeno immaginare il lusso di potersi riposare su quelle sedie alla fine di una lunga giornata. Di tanto in tanto, lungo il viale, c'erano dei grandi contenitori, probabilmente destinati alle mele. Tra un filare e l'altro era parcheggiato un carrello elevatore, e poco lontano un trattore. Mentre si avvicinavano, Nora vide che dietro la casa c'erano altri due edifici che sembravano granai, o grandi capannoni per gli attrezzi. La porta di uno degli edifici era aperta, e lei notò all'interno diversi macchinari agricoli. Ecco a che servivano, pensò. Sul fianco di un capannone c'era la scritta FRUTTETI CAVANAUGH. 8


Nora, cresciuta un piccolo appartamento di Berkeley, guardava la casa, il terreno e tutto il resto con ammirazione mista a invidia. Chiunque fosse cresciuto in un posto così doveva essere una persona molto fortunata. Vicino a uno degli edifici c'erano alcuni pick-up, e quattro uomini stavano in piedi davanti al portone. «Nora?» chiamò il reverendo. Lei si voltò. «Dovresti andare a parlare con Tom Cavanaugh» continuò lui. «Intanto io andrò a far visita a Maxie, che è quasi sempre in cucina o sulla veranda.» «Dove devo andare?» domandò lei, d'improvviso assai meno sicura di sé. Noah indicò il gruppetto di uomini. «Direi che il posto è quello.» «Sì, certo.» Nora saltò giù dal veicolo, ma prima di chiudere la portiera guardò verso di lui. «Reverendo... se avrò bisogno di una raccomandazione lei me la darà?» domandò. Lui aggrottò la fronte per l'ennesima volta, e Nora capì che si domandava come se la sarebbe cavata con un lavoro tanto pesante; poi la sua espressione si distese. «Ma certo che te la darò.» Si allontanò per parcheggiare accanto alla casa, e Nora si avvicinò agli uomini. «Siete qui per la raccolta della frutta?» Loro si voltarono, ma solo uno fece un cenno di assenso. Lei li esaminò tutti e quattro, sentendosi in competizione con loro. Uno era piuttosto vecchio, o almeno così pareva perché era quasi calvo e i pochi capelli rimasti erano sottili e grigi, ma si teneva molto dritto e aveva spalle ampie e robuste. Uno era un ragazzo sui sedici anni, attraente e un po' sfrontato. Il terzo era un messicano sui vent'anni, forte e ben piantato, e il quarto probabilmente era suo padre. «Sono nel posto giusto per le assunzioni?» domandò ancora lei. L'uomo anziano aggrottò la fronte, il ragazzo ridacchiò, il messicano più vecchio la squadrò come se giudicasse la sua forza dalla corporatura, che era minuta. Il figlio rispose: «Sì, il posto è questo. Ha mai fatto questo lavoro?». Lei scrollò la testa. 9


«Se vuole un consiglio, gli dica che lo ha già fatto.» «Perché? È difficile da imparare?» Gli uomini risero. «È difficile da fare» disse il ragazzo. «Se vieni assunta ti insegnerò i trucchi di base.» Poi la squadrò dalla testa ai piedi, ma il suo esame rivelava un interesse più personale. «Sicura di farcela?» Lei trasse un gran respiro. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per mantenere le sue bambine. Mel Sheridan e il reverendo Kincaid l'avevano aiutata a ottenere l'assistenza pubblica sotto forma di tagliandi per la spesa e cure mediche, ma questo non era sufficiente per viverci. Finora lei se l'era cavata con due lavori part-time, nell'ambulatorio e nel programma estivo della scuola, ma il tempo che poteva dedicare al lavoro era forzatamente limitato per via delle bambine ancora piccole. Adesso voleva guadagnare il suo denaro con un vero lavoro – solo che finora non aveva avuto molte occasioni. «Sono più forte di quanto sembri» replicò. «Davvero. Ma non posso mentire riguardo all'esperienza. Ho fatto...» Ho fatto un patto con Dio, continuò tra sé. Cercava con tutte le forze di rimediare agli errori commessi in passato, e non aveva intenzione di commetterne altri. «Quando prendo un impegno lo onoro fino in fondo» disse ad alta voce. «Però sono pronta ad accettare tutti i consigli possibili. Voi avete visto l'avviso nella bacheca della chiesa?» «Raccogliamo mele ogni anno» spiegò il ragazzo. «Io lo faccio fin dalle scuole medie, e Jerome più o meno da cent'anni» disse indicando l'uomo anziano. «Eduardo e Juan vivono nella valle, e la raccolta qui è pagata meglio che quella delle verdure. La moglie di Juan ha una sua piccola impresa, e ormai se la cavano piuttosto bene. Non è vero, Juan?» Il messicano più vecchio annuì orgogliosamente. «Di solito Tom lavora nel frutteto» continuò il ragazzo. «È la signora Cavanaugh che si occupa delle assunzioni, con il suo aiutante, Junior.» Il ragazzo tese la mano. «A proposito, io sono Buddy Holson.» Lei la strinse con un sorriso. «Nora. Lieta di conoscerti.» Finalmente nella porta chiusa si aprì uno spiraglio. Jerome 10


entrò per primo, e uscì quasi subito. Poi fu la volta di Eduardo e Juan, che anche loro rimasero dentro pochi minuti. «Tutti noi abbiamo già lavorato qui» spiegò il ragazzo prima di entrare, «perciò i nostri dati sono già registrati. Buona fortuna.» «Grazie. Spero che ci rivedremo.» «Oh, anch'io» sorrise lui. E Nora capì che la credeva molto più giovane di quanto fosse in realtà – e che non la immaginava madre di due bimbe. «Vivi da queste parti?» «A Virgin River» rispose lei. «Io sto a Clear River. Be', adesso è meglio che entri... Ci vediamo.» Sparì all'interno del capannone ma ne uscì subito dopo e si infilò in tasca un foglietto. Poi, con un tocco alla visiera del berretto e un gran sorriso, si avviò verso l'ultimo pick-up ancora parcheggiato nei pressi. Nora trasse un gran respiro e aprì la porta. L'uomo seduto dietro una scrivania la guardò, e lei si immobilizzò per un attimo. Chissà perché aveva immaginato una persona molto più anziana – magari il marito di quella signora Cavanaugh che di solito si occupava delle assunzioni. Ma quest'uomo era giovane, e così attraente da levare il fiato. Spalle ampie, volto abbronzato, capelli scuri e il tipo di occhi nocciola che si illuminavano con il sole. I tratti regolari non erano niente di speciale, ma messi insieme lo rendevano un gran fusto. Un fusto con quell'aria da bravo ragazzo che l'aveva già ingannata in passato... Nora si sentì arrossire, poi la sua faccia perse ogni colore. Gli uomini di quel genere le avevano sempre portato sfortuna, e non c'era ragione di sperare che la sua sfortuna fosse finita. «Posso esserle d'aiuto?» domandò l'uomo. «Sono qui per quel lavoro. Il raccolto delle mele.» «Ha esperienza in materia?» domandò lui. Nora fece segno di no. «Ma imparo in fretta e sono molto forte. Ho un sacco di energia. E ho bisogno di un lavoro come questo.» «Davvero? Che cosa in questo lavoro le sembra adatto a lei?» «Il reverendo Kincaid mi ha detto che è ben pagato e che è 11


temporaneo. Io sono una madre single e posso trovare chi bada alle mie bambine per un certo periodo, e ho due lavori parttime a Virgin River che riprenderò quando il raccolto sarà finito. Sembra un lavoro perfetto per qualcuno come me.» «Be', può durare più a lungo di quanto pensa. Dalla fine di agosto si arriva spesso fino a dicembre. Quindi penso che non vada bene per...» «Oh, credo di farcela. In paese hanno aperto un asilo nido, e forse con questo lavoro potrò permettermelo.» «Mi scusi, quanti anni ha?» domandò l'uomo. «Ventitré.» Lui scrollò la testa. «E alla sua età è già divorziata con dei bambini?» Nora lo guardò stupita per un brevissimo istante, poi si raddrizzò. «Ci sono delle domande che non può farmi» dichiarò. «Per legge. Se non sono attinenti al lavoro...» «Questo è irrilevante, perché temo di aver già assunto chi mi occorre. Tutte persone dotate di esperienza... mi dispiace.» Nora perse tutta la propria sicurezza e abbassò la testa per un momento, poi guardò l'uomo in faccia. «Non c'è speranza che venga fuori qualcos'altro? Perché sa, da queste parti non ci sono molte possibilità.» «Senta, come si chiama?» domandò lui alzandosi dalla scrivania ingombra di carte e rivelandosi molto più alto di quanto Nora immaginasse. «Nora Crane.» «Senta, Nora, questo è un lavoro che spacca la schiena... non si offenda, ma lei non mi sembra abbastanza forte per qualcosa del genere. Di solito assumiamo uomini o donne molto muscolosi, mai ragazzini o donne troppo sottili. Sarebbe frustrante per loro.» «Buddy Holson mi ha detto che lavora qui fin dalle medie...» «Buddy è un ragazzo grande e grosso. Spesso bisogna portare giù da una scala un carico di venticinque chili di mele. Il nostro è un lavoro massacrante.» «Posso farcela» insistette lei flettendo i muscoli di un brac12


cio. «Mi capita spesso di portare una bimba di nove mesi nello zaino e una di due anni in braccio... fare la madre non è un mestiere da mammolette. E non lo è nemmeno essere al verde. Posso fare questo lavoro. Voglio farlo.» L'uomo la guardò stupefatto per un momento. «Nove mesi e due anni?» domandò. «Berry ne compirà tre fra poco. Sono due bambine belle e intelligenti, ma hanno il brutto vizio di mangiare.» «Mi dispiace tanto, Nora, ma ho già tutta la mano d'opera che mi occorre. Vuole lasciarmi il suo numero nel caso venga fuori qualcosa?» «Usi il numero della chiesa presbiteriana di Virgin River» disse lei senza celare la delusione. «Può lasciare un messaggio a loro. Io ci passo ogni giorno, anche due volte al giorno.» Lui le fece un sorriso appena accennato. «Non le garantisco niente, ma posso avvisare la chiesa in caso arrivi qualcosa.» Annotò il nome di lei e il numero. «Grazie per essere venuta fin qui.» «Be', dovevo almeno provare. E se sente di qualche lavoro, da qualsiasi parte...» «Certo» disse lui. Ma Nora capì che non diceva sul serio. Non l'avrebbe aiutata a trovarsi un lavoro. Uscì dal capannone, andò ad aspettare Noah accanto al suo pick-up e si augurò che almeno avesse fatto una bella chiacchierata con la signora Cavanaugh, visto che lei lo aveva disturbato per niente. Checché le avesse detto Tom Cavanaugh, sapeva che l'aveva rifiutata perché non era abbastanza forte per raccogliere mele – né abbastanza affidabile. La vita non era sempre stata così dura per Nora. Sì, era stata difficile, ma non come adesso. Per cominciare non era nata povera. Non era mai stata quel che si definisce agiata, ma aveva sempre avuto abbastanza da mangiare, un tetto sulla testa e abiti decenti, anche se non di lusso. Per un certo periodo aveva frequentato il college, e intanto lavorava part-time come molti studenti. Ma la sua vita familiare non era stata delle più felici, perché era l'unica figlia di una madre divorziata e amareggiata. E forse per quello si era lasciata incantare da un gio13


catore di baseball attraente e sexy, senza sospettare che il bel ragazzo si sarebbe poi trasformato in un drogato perso che avrebbe abbandonato lei e le sue bambine senza un centesimo in un paesino di montagna – dopo aver venduto tutto quello che possedevano per finanziare il suo hobby. Tuttavia, anche se le cose andavano malissimo per quanto riguardava il denaro, per Nora era stata una fortuna finire a Virgin River, dove aveva trovato l'amicizia e il sostegno di persone come Mel Sheridan, Noah Kincaid, le sue vicine. Forse ci sarebbero voluti un po' più di tempo e di fortuna, ma alla fine era sicura che sarebbe riuscita a sistemarsi e a dare alle sue bambine una casa decente in cui vivere. Sentì una porta che si chiudeva, chiaramente una porta di legno a zanzariera, poi una risata. Alzò gli occhi e vide Noah con una bella signora dai folti capelli bianchi acconciati in un taglio corto e moderno. La donna aveva un seno generoso e i fianchi arrotondati, le guance abbronzate – o corrette dal blush – e le sopracciglia disegnate da un sapiente tratto di matita. Il sorriso, evidenziato dal rossetto, mostrava denti candidi e regolari. Sembrava la conduttrice di un programma televisivo di cucina. Nora non riusciva a definire la sua età. Cinquantotto? Sessantaquattro? La donna scoppiò in un'altra risata, appoggiandosi al braccio di Noah, e mentre i due le si avvicinavano lei sorrise timidamente, incerta per via della delusione appena subita. Noah fece le presentazioni. «La signora è Maxie Cavanaugh» spiegò. «Il frutteto e la distilleria di sidro sono suoi.» «È un piacere conoscerla» sorrise Maxie porgendo la mano. Nora notò che le dita erano un po' incurvate dall'artrite, ma le unghie erano curate e dipinte di rosso. «Allora raccoglierai le mele per noi?» domandò Maxie. «Veramente no, signora. Suo figlio mi ha detto che aveva già gli operai che gli servivano e non poteva assumermi.» «Figlio?» rise la donna. «Ragazza mia, Tom è mio nipote e sono io che l'ho allevato. È vero quel che mi dice il pastore Kincaid, che hai due bambine piccole e al momento lavori solo part-time?» 14


«Sì, ma credo che mi daranno più ore di lavoro in autunno, quando comincerà la scuola. Mi faranno anche uno sconto sulla retta dell'asilo nido. Il fatto è che la scuola è nuova e non ha ancora ottenuto tutti i certificati, perciò la contea non potrà dare i finanziamenti per un po'... e io avevo fatto conto su un lavoro che potesse farmi guadagnare bene per un certo periodo. Ma se avete già abbastanza gente...» «Oh, scommetto che c'è posto per una persona in più» sorrise Maxie. «Aspettami qui.» E si diresse a grandi passi verso il capannone e l'ufficio al suo interno. Nora si volse a guardare Noah. «È la nonna?» esclamò. «Quanti anni ha?» «Non ne ho idea. È piena di vita, vero? È una gran sostenitrice della chiesa, anche se non partecipa spesso alle funzioni. Maxie lavora sodo tutta la settimana, dice che la domenica per lei è il giorno più faticoso, e se per caso le avanza tempo preferisce dormire.» «E quello è suo nipote?» domandò ancora lei. «Già. Deve aver avuto il figlio da giovanissima... secondo Jack, Tom è sulla trentina.» «Che cosa pensa che gli dirà? Perché lui non vuole assumermi... mi ha dato un'occhiata e ha deciso che non ero abbastanza forte – il che è una stupidaggine... Ma d'altra parte neanche lei vuole che io faccia questo lavoro perché pensa che sia troppo pesante per me!» «Be', adesso la faccenda è tra Maxie e Tom» replicò Noah. «E può darsi che io mi sia sbagliato. Vediamo che succede.» Dopo che Nora si fu allontanata, Tom Cavanaugh rimase seduto alla scrivania qualche minuto, colpito e un po' deluso. Quando Nora era entrata lui l'aveva presa per un'adolescente e aveva subito pensato che Buddy le sarebbe andato dietro. Era talmente carina con quel faccino fresco, la coda di cavallo e il corpicino minuto... quando poi lei gli aveva detto di avere ventitré anni e due bambine, Tom non aveva potuto celare lo stupore. Ma quel che era peggio, si era reso conto che se gli avesse detto di avere ventitré anni ma di non avere figli, lui a15


vrebbe fatto delle avance che avrebbero sicuramente portato a un appuntamento. E non l'avrebbe assunta comunque, perché non poteva assumere una ragazza che gli scatenava una serie di scintille in tutto il corpo. Sarebbero finiti a far l'amore tra i filari di mele... una cosa strettamente proibita. Be', quasi. Tom aveva passato la vita nel frutteto e sapeva che certi dipendenti finivano con l'innamorarsi tra un cesto di mele e un albero in fiore... però Maxie lo aveva sempre messo in guardia contro quelle stupidaggini. Poteva essere un'avventura meravigliosa, diceva, finché qualcosa non andava storto e allora si rischiava di finire in mano agli avvocati. Ma nonostante tutte le prediche, Tom aveva avuto la prima esperienza sessuale proprio nel frutteto, in una calda notte d'estate, poco prima di partire per il college. Il ricordo lo faceva ancora sorridere con tenerezza. La tenerezza si tramutava in un'onda di calore se sostituiva mentalmente la faccia della ragazza di allora con quella di Nora Crane. Diavolo, quella ragazza era uno schianto. Gli occhi scintillanti, le labbra piene, la spruzzata di efelidi sul naso... proprio il suo tipo, se non fosse stata sposata, divorziata e madre di due bambine all'età di ventitré anni. Lui cercava un altro tipo di donna. Una come sua nonna, stabile, seria, con un rigido codice morale. Maxie si era sposata una sola volta, con suo nonno. Era rimasta vedova quando Tom era al college e non si era mai risposata, né aveva mai mostrato interesse per un altro uomo dopo la morte del marito. Non che ci fossero così tanti uomini disponibili a Virgin River... comunque Maxie si era dedicata esclusivamente al lavoro, alla comunità e ai suoi molti amici. E parlando del diavolo, la porta dell'ufficio si aprì e comparve proprio lei, sua nonna, che lui aveva sempre chiamato Maxie. Lei lo guardò con le labbra strette in una smorfia di disapprovazione. «Non hai assunto quella ragazza anche se ha un disperato bisogno di lavorare? Ha due bambine da mantenere.» «Ma peserà sì e no cinquanta chili!» 16


«Non abbiamo mai assunto nessuno in base al peso, e possiamo permetterci di fare un'opera buona. Le dirò che è assunta. Quando cominciamo il raccolto?» «Maxie...» «Quando?» «Non mi sembra il caso, Maxie. Potrebbe distrarre gli uomini... insomma, gli operai.» Maxie parve ridere con tutto il corpo, e Tom capì che sapeva esattamente che cosa lo preoccupava in realtà. «E va bene» fece lei senza ulteriori commenti, «le ridurremo la paga perché è troppo carina. Allora, quando?» «Direi il ventiquattro di agosto. Però, Maxie...» «Allora è deciso. È una brava ragazza, il reverendo Kincaid garantisce per lei e scommetto che lavora sodo. Le giovani madri sono piene di energia. E poi, Tom, che diavolo, io raccolgo ancora le mele a settantaquattro anni! Cerca di essere un po' generoso, no?» E se ne andò.

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Mele dolci a Virgin River di Robyn Carr Quando Tom Cavanaugh torna a Virgin River per occuparsi del frutteto di famiglia, ha le idee chiare sul tipo di donna con cui metterà su casa: dolce, perbene e magari un po' ingenua. Un tipo da sposare, insomma. Niente a che fare con Nora Crane, che ha iniziato a lavorare al frutteto, nonostante si tratti di un'attività faticosa e decisamente stancante. Ma farebbe qualsiasi cosa per le sue due bambine. È abituata ad andare avanti e a rimanere a galla nonostante tutto, senza mai darsi per vinta e senza perdere la concentrazione. Allora come mai ha iniziato a pensare sempre più spesso a quel fusto del suo capo?


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