Come rubare il cuore di un libertino

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Vivienne Lorret COME RUBARE IL CUORE DI UN LIBERTINO

A tutti i lettori che si ripromettono di leggere solo un altro capitolo e poi finiscono col leggere tutto il libro in una notte. Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per quelli che si affliggono, troppo breve per quelli che si rallegrano; ma per coloro che amano, il tempo non esiste.

Dedica

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C 'era anche l a possibilità di consentire al pastore del villaggio di presentarle un agricoltore due volte vedovo , che aveva bisogno di una moglie giovane e in salute, che sapesse cucinare e cucire per lui e i suoi quattordici figli. Grazie, no !

Prudence Thorogood si tirò su il cappuccio del ma ntello logoro e allungò un a mano verso il batacchio dorato a forma di testa di leone. Facend o un profondo respiro, batté forte.

Non c'era possibilità di ritorno . Non per lei. Dopotutto, le prospettive matrimoniali di una debu ttante squattrinata e rovinata erano tetre. Una do n na del genere poteva avere l ' opportunità di sposare l 'u omo che le aveva rubato l'innocenza. E forse solo se questi veniva costretto a farle una proposta mentre v eniva picchiato sulla testa con un manichino da sarta, finché cedeva con un agonizzante: D' accordo! La sp oserò! Ma lei avrebbe rifiutato con veemenza.

Naturalmente, se voleva comportarsi da egoista, poteva continuare ad accettare la generosità dei suoi amici e vivere sotto i loro tetti, osservando come la società voltava loro pian piano le spalle. Oppure... poteva prendere la situazione nelle proprie mani.

Un maggiordomo dall'aria solenne la accolse con una pacata richiesta di informazioni, come se fosse sua consuetudine veder comparire donne incappucciate sulla porta di casa nel cuore della notte. Un brivido di trepidazione le attraversò la schiena, ma lei lo scrollò via e si limitò a dire: «Lord Savage, per piacere».

8 Ma era una verità innegabile che qualsiasi futuro le si prospettasse avrebbe comportato vendere la sua anima in una forma o nell 'altra. Quindi il minimo che poteva fare per onorare un simile sacrificio era co mpiere la propria scelta. La porta laccata di nero si aprì.

Il domestico si fece da parte per lascia rla entrare nell 'atrio. «Controllo se Sua Signoria è in casa. Chi devo annu nciargli?» «Miss Thorogood? » rispose lei con tono interrog ativ o , come se il suo stesso nome le fosse poco familiare. E così lo ripeté con più sicurezza. Dopotutto, sap eva chi era e perché si era recata nella residenza di un famigerato libertino. Ora, se solo il suo cuore avesse smesso di battere quattro volte più veloce del pendolo d 'oro che oscillava nel ventre ricurvo dell 'orologio accanto a lei...

I passi del maggiordomo sui pavimenti di marmo risuonarono nitidi e rapidi come se fosse abituato ad accompagnar e ogni sera dozzine di visitatrici nel salotto color melanzana. Inoltre, p rima di andare via, sistemò una coppa di fine porcellana bianca con petali di rosa di un rosso brillante sul ripiano di marmo nero della console accanto alla porta.

Prudence fissò la ciotola. Forse che tutte le ospiti venivano scortate in quella stanza co n i propri petali di Supposerosa? che fosse possibile. Il Marchese di Savage era ben noto per i suoi eccessi. Ne erano dimostrazione il mobilio sontuoso che la circondava, le finestre coperte di pesante broccato, le comode poltrone color bronzo, il sofà con lo schienale a conchiglia, i tavoli

9 di mogano intarsiati d 'oro... e il dipinto a olio di una donna voluttuosa, appeso sopra la mensola del camino, nuda tranne che per una striminzita striscia di seta scarlatta drappeggiata sul corpo.

Senza dubbio, non li tenev a a po rtata di mano per ogni ospite, e di certo non per un 'ospite inaspettata come... lei.

Prue si affrettò a distogliere lo sguardo e cercò di non pensare a quali altri piaceri lui indulgesse. Non voleva scoraggiarsi, dopotutto. E aveva bisogno di ogni briciolo di ardimento in suo possesso per affro ntare quell 'uomo e comunicargli di preciso per quale motivo era lì. Sfiorò distrattamente con le dita i petali vellutati. Che strana offerta per un'ospite! Di norma ci si aspettava dei normali fiori recisi in vaso . Ma quelli?

Prue sollevò di scatto il viso. All 'improvviso le venne in mente che quei petali di rosa non fossero a ffatto destinati a un 'ospite a caso, ma a una in particolare, quella che lui stava intrattenendo in quel preci so momento. Fino a quando lei non lo aveva interrotto. Oh, cielo! Stringendosi al petto la ciotola, cominciò a camminare avanti e indietro nel vano tentativo di soffocare un 'ondata di sgomento.

Sollevando la ciotola, in spirò il delicato profumo dei fiori e sentì che le labbra si incurv avano in un so rriso. Erano così morbidi, così odorosi, così stravaganti da sembrare quasi sentimentali. E dopo il modo in cui era avvenuto il loro primo incontro, lei non avrebbe mai considerato lui una persona sentime n tale.

Perché non ci av eva pensato prima? Ma certo che era con un 'altra donna. Ed erano impegnati in attività che di solito si svolgevano nelle ore serali, come ... leggere un libro, contemplare le fiamme nel caminetto , riposare dopo una lunga giornata e... Oh, chi stava cercando di pren dere in giro?

Lui era un libertino. In quel momento era senza

Quando raggiunse la porta, la sua mano armeggiò

I petali piovvero da tutte le parti. E grazie alla forza di gravità la coppa rotante puntava dritta verso la sua testa.Prue strizzò gli occhi, preparandosi all'impatto . Fo rte e doloroso. Invece... niente. Quando li riaprì, vide il compassato maggiordo mo con la ciotola in pugno. A quanto pareva, era più agile di quanto sembras se.

La porta del salotto si aprì all 'improvviso.

Prue sobbalzò come un coniglio sorpreso in un giardino con mezzo cavolo nella zampa. E la ciotola prese il volo.

Il maggiordomo seguì la sua rapida ritirata verso l 'atrio. «Vorreste lasciare un biglietto o un messaggio?»«Penso di no.»

10 dubbio al piano di sopra, impegnato in qualcosa da cui non riusciva a staccarsi, qualcosa che coinvolgeva due persone, comportava respiri affannos i, sudorazione, gemiti... tantissimi g e miti... E adesso, con la sua inte rruzione, lui avrebbe dovuto indossare dei v estiti e...

«Sua Signoria vi sta aspettando, signora. Non c ' è bisogno che vi preoccupiate dei petali.» Con fare gentile ma deciso, lui la prese per un gomito per aiutarla ad al Imbarazzata,zarsi.

Poi, come se quel genere di cose accadesse in continuazione, si limitò a posarla sul tavolo e a dire: «Da questa parte, Miss Thorogood». «Ecco, in realtà, c 'è stato un errore.» Pru e scosse il capo mentre si accovacciava sul tappeto, raccogliendo in modo nervoso tutti i petali che riusciva ad agguantare. «Non sarei mai do vuta venire.»

Prue trasferì i petali dalla propria mano alla sua. «D'accordo. Bene. In questo caso, devo proprio andare prima di disturbare Sua Signoria da qualunque cosa io lo stia... disturbando.»

11 con fare nervoso con la maniglia. E un attimo prima di riuscire infine ad aprirla, ud ì dietro di sé una voce familiare, che strascicava indolente le sillabe. «Perché andate via così presto, Miss Thorogood? È questo il modo di salutare un vecchio amico?»

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Un mese prima Se la carrozza fosse andata più lenta, avrebbero viaggiato indietro nel tempo.

Leo Ramsgate, Marchese di Savage, borbottò un'imprecazione sottovoce e chiuse con uno scatto l'orologio da taschino prima di bussare sul tettuccio. «Qual è il problema,Ah.«Pecore,Rogers?»milord.»Eccolaspiegazione, pensò mentre scrutava fuori dal finestrino, punteggiato dalla pioggia, le dolci colline della verdeggiante campagna del Wiltshire. Si domandò, e non per la prima volta, perché avesse acconsentito ad accompagnare la sua ex amante a Bath. Di solito, quando una relazione si concludeva, era finita per sempre. Eppure, eccolo lì, ad aspettare le pecore. Quando si fermarono del tutto, un pesante sospiro risuonò nell'abitacolo. «Sarò così facile da dimenticare, Savage? No, non rispondere. Diresti solo qualcosa di insensibile per farmi sentire in colpa per la parte che ho avuto in questa nostra separazione prematura, mentre tu non biasimi in alcun modo per avermi spinta tra le braccia di un altro uomo.»

Fino a quel momento del loro viaggio, Lady Chastai-

«Sembra esserci...» Le sue parole furono soffocate dall'eccitato abbaiare di un cane, da belati agitati e dal sordo clangore di una campana di rame. Leo aprì la portiera nella pioggia e scrutò all'esterno, cercando di comprendere da solo la causa del trambusto. Ma dal suo punto di osservazione, riuscì a vedere solo un gregge di pecore inzaccherate.

lei con la petulanza di una gattina. Leo chiamò di nuovo Rogers. «Novità da riferire?»

«Inoltre, per esserlo, dovrei illudermi che tu possa provare dei sentimenti per qualunque donna tu scelga come amante. Ma sia tu sia io sappiamo che non è possibile.»«Siamo tornati a definirmi senza cuore?» chiese lui, scoccandosi un'occhiata distratta alle spalle.

«Ma, per tua informazione, non sarò gelosa della tua prossima amante» continuò Phoebe. «Sono troppo sicura di me per farlo.» «Sono lieto di saperlo.»

Lui ricambiò il suo sguardo con la blanda indifferenza che aveva perfezionato nel corso degli anni. «Sono così«Dispietato?»più»rispose

13 ne si era aggrappata a due argomenti di conversazione: il tempo e la loro incomprensione, come la chiamava lei. Se non si affliggeva perché la pioggia le arricciava l'acconciatura ramata e per l'atmosfera grigia e cupa che non donava al suo incarnato, allora negava ogni responsabilità per la sua tresca adulterina.

Un involontario fremito gli aleggiò sulle labbra. Gli sarebbe mancato lo spirito pungente di Phoebe, la cui arguzia poteva sferzare l'autostima di un uomo a cinquanta passi di distanza. La sua lingua era troppo litigiosa, ma anche espertissima in altre cose deliziose. No, non sarebbe stato facile dimenticarla. Ma se la sarebbe tolta dalla mente, come aveva sempre fatto con ciascuna delle amanti alla fine di ogni relazione. Il problema era

Lei socchiuse gli occhi, mettendo il broncio. «Abbiamo mai smesso?»

«Non che mi interessi, bada bene» aggiunse lei, le gonne che frusciavano sul sedile mentre si avvicinava per sbirciare da sopra la sua spalla. «Solo, non dirmi che sarà Millie Sutton.» Leo si tirò con fare distratto i polsini della giacca

Trattenne un grugnito d'impazienza mentre si rivolgeva di nuovo al cocchiere. «Cosa stavi dicendo, Rogers?»«Una

Leo non era mai stato a proprio agio nell'indugiare nella zona intermedia tra due luoghi, tra la fine di una cosa e l'inizio di un'altra. Avrebbe preferito di gran lunga proseguire per Londra e cercare una nuova amante che prendesse il suo posto. Invece, era intrappolato lì in quell'inferno bucolico.

14 sfuggire al tedio senza fine che nel frattempo si apriva davanti a lui.

Leo mormorò una risposta vaga che non era né un'ammissione né una negazione. Per il momento, non aveva ancora preso una decisione. Riceveva più di una dozzina di richieste spruzzate di profumo ogni settimana, alcune persino da donne che vivevano in altri continenti e lo conoscevano soltanto di fama. Ce n'erano molte altre che lo avvicinavano ai ricevimenti serali, sussurrandogli all'orecchio promesse scandalose mentre gli infilavano biglietti da visita nelle tasche. Era solo questione di sceglierne una con cui fare vita mondana e con cui condividere il letto.

donna, milord. A piedi. Il cane del pastore non vuole lasciarla passare. Oh, e adesso si è impossessato della sua borsa con i denti.» L'uomo ridacchiò, chiaramente divertito dallo spettacolo. «È un autentico tiro alla fune.»Be',accidenti, adesso Leo doveva uscire dalla carrozza e vedere da sé quell'assurdità. Se non altro, gli sarebbe servita come distrazione. «Allora, hai...» domandò Phoebe mentre lui scendeva giù, i suoi lucidi stivali assiani che sciaguattavano nel fango, «scelto un rimpiazzo per me?»

«Assolutamente«No?» no» sbottò lei. «Con quella sua risata pigolante? E crede di essere così brava a usare il ventaglio. Qualcuno dovrebbe avvertirla che sembra un parrocchetto ferito con tutto quell'agitare inconsulto. Come se non bastasse, si lamenta sempre perché il vecchio conte non le lascerà nulla nel testamento. Mi è persino giunta voce che ha già ordinato sette abiti nuovi perché prevede il tuo invito e ha detto alla sua sarta che tu li avresti pagati. Oh, quella donna prosciugherà le tue casse in un solo mese, se glielo permetterai.» «E io che credevo che non ti importasse.» La verità era che Leo aveva sempre saputo che le donne erano attratte da ciò che lui poteva offrire in superficie. A loro piacevano il suo aspetto, le sue prodezze a letto e soprattutto il suo denaro. Il che gli andava benissimo.Allafin fine non importava molto. Lui non manteneva mai un'amante oltre i quattro mesi. Dopodiché, gli sembrava troppo permanente. Troppo limitante. Prolungando una relazione si creavano solo aspettative come in una casa di carte, accrescendo la possibilità che poi tutto crollasse con delusioni e tradimenti. Come la sua attuale ex amante gli aveva così gentilmente fatto ricordare.Un grosso cane da pastore comparve sulla collinetta erbosa, distogliendolo dalle sue riflessioni. Il cane irsuto saltellava in un ondeggiare di lunghe corde di pelo bianco, sporco come il carbone alle estremità, e stringeva tra le fauci una valigia di pelle malridotta. Poi si fermò e si guardò alle spalle, con la coda che si agitava mentre una figura si avvicinava. E fu in quell'istante che Leo vide per la prima volta la donna.Lei entrò nel suo campo visivo con un lungo balzo, un mantello grigio e umido appiccicato alla sua figura flessuosa. Nel movimento, il cappuccio le scivolò sulle

15 verde e guardò verso le pecore sporche e il pastorello scalzo.

«Una campagnola selvaggia? Credo proprio di no.» «Oh, ma lei è una di noi» obiettò Phoebe, sorpren-

16 spalle, rivelando un intricato intreccio di capelli del colore del latticello fresco. Ciocche sciolte sfuggivano dalla presa dei pettini di tartaruga e aderivano bagnate alla curva della guancia. Ma lei non se ne curava. La sua attenzione era concentrata sul cane. Proprio quando l'aveva quasi raggiunto, l'animale scartò giocosamente dal lato opposto. Lei allora si fermò, le mani sottili sui fianchi, e guardò il ladro con rinnovata determinazione. Dopo un attimo di riflessione, si piegò e si diede dei colpetti sulle cosce. Poi corrugò un paio di perfette labbra rosa scuro e schioccò dei baci in aria per indurre l'animale ad avvicinarsi.Leofece un passo. Il movimento attirò l'attenzione della sconosciuta. Il suo capo si girò all'istante e un paio di occhi di un azzurro tempestoso si posarono su di lui. Incorniciati da ciglia del colore della sabbia scura, dominavano un viso a forma di cuore, ingioiellato da perle di rugiada, che brillavano come diamanti nella luce appannata dalla pioggia. Leo non riusciva a distogliere lo sguardo. Una legione di sottili peli fulvi si rizzò sulla sua nuca, la carne si contrasse sotto gli strati di fine batista e lana cucita su misura. E quando lei si rimise dritta, il suo sguardo di apprezzamento scivolò giù sulla forma snella, che la pioggia intelligente rivelava laddove il mantello scuro aderiva alle curve aggraziate. Quando con lo sguardo ritornò a suoi occhi, Leo notò un'evidente freddezza. Un avvertimento a mantenere le distanze. E dal momento che neanche riusciva a comprendere come mai si fosse mosso quando era l'ultimo uomo sulla faccia della terra che potesse accorrere in aiuto di una donzella in difficoltà, per quanto bella si limitò a piegare il capo di lato e a piantare gli stivali al suolo.«Persino lei sarebbe di gran lunga meglio di Millie Sutton» dichiarò Phoebe.

«Nulla come il caldo abbraccio di un padre dà a una persona un brillante inizio nel mondo» borbottò Leo sottovoce. Il suo umore acido com'era di solito all'improvviso peggiorò. Sapeva fin troppo bene cosa significasse avere genitori che puntavano ai propri obiettivi senza considerare le ripercussioni sugli altri. Comunque, cosa diavolo ci faceva la figlia di un Pari lì tutta sola? Non aveva altri membri della famiglia che si occupassero di lei? Studiò la sconosciuta ancora una volta mentre tentava di reclamare la sua proprietà. Leo intravide l'orlo sfilacciato di un abito azzurro sbiadito, che aveva visto giorni migliori. Tuttavia, persino con una mussolina malconcia addosso, c'era qualcosa di regale nel suo portamento. Lei manteneva il collo sottile eretto mentre schioccava le dita aggraziate e ordinava al cane di Sorprendentemente,accucciarsi. l'animale trotterellò verso di lei. Ma accucciarsi non era affatto ciò che il cane aveva in mente. Invece, si allungò, raggiungendo le sue spalle con le zampe anteriori, mentre la parte posteriore del suo corpo si agitava gioiosa. E poiché l'animale la superava in peso, lei cadde sul terreno fangoso con un sonoro Unotonfo.sbuffo di indignazione precedette i suoi tentativi

17 dendolo. «Conosco la sua matrigna, Lady Whitcombe. La viscontessa e io ci siamo ritrovate insieme ai tempi della scuola.» «È deliziosamente saffico, mia cara. Spero che vi siate entrambe divertite insieme.» Phoebe ignorò il commento malizioso. «Se si deve credere ai pettegolezzi e tu sai quanto siano deliziosi alcuni questa figliastra è stata scoperta in una situazione piuttosto compromettente a un ricevimento dello scorso anno. Non conosco i particolari, ma il gentiluomo coinvolto chiaramente ha scelto di non sposarla. Povera ragazza. Rovinata, naturalmente. Lord Whitcombe ha un seggio in parlamento e ha deciso di esiliarla in campagna in men che non si dica.»

18 di alzarsi col massimo decoro. Tuttavia, non appena la donna si fu rimessa in piedi ed ebbe scosso le gonne, il cane abbaiò felice e la buttò di nuovo giù. Era solo un gioco per quel cucciolo enorme e non era probabile che finisse presto, con il pastore impegnato a radunare le pecore erranti. E così Leo decise di intervenire. Infilandosi tra le labbra il pollice e il dito medio, produsse un fischio squillante. Subito il cane da pastore si girò, le orecchie dritte sotto il pelo arruffato. Quindi si precipitò balzelloni a Leo, si accovacciò sulle zampe posteriori e lasciò cadere la valigia a terra. Dietro di lui, un po' più inzaccherata di prima, la giovane si lisciò con gesti bruschi gli indumenti, come se indossasse una veste da incoronazione anziché un mantello logoro. Mentre si avvicinava, la udì borbottare: «Non potevate farlo prima?». Leo si accorse che una risata gli curvava l'angolo delle labbra mentre sollevava la borsa dal terreno. «Credo che questa sia...» Proprio in quel momento la cucitura di un lato della maniglia cedette. «... vostra.»

«Oh, Lady Chastaine, gentile da parte vostra ricordarvi di me» disse la giovane donna, il tono riservato e un po' brusco, come se fosse ansiosa di allontanarsi dalla loro compagnia. «Se volete perdonarmi, milady, non sono nelle migliori condizioni per una conversazione cortese e quindi vorrei andare via. Ho una commissione da sbrigare.»

Lei emise un debole gemito, a malapena udibile, mentre allungava la mano, assicurandosi in ogni modo di non sfiorarlo neanche con un dito. «Grazie per la vostra«Lietoassistenza.»diessere stato d'aiuto» le rispose e gli occhi tempestosi di lei si socchiusero ancora un po'. Dietro di lui, Phoebe gli strattonò un pochino la spalla per farlo spostare fuori dal suo campo visivo. «Miss Thorogood, che splendida sorpresa vedervi qui. È passato un secolo dall'ultima volta che ci siamo incontrate.»

L'incorreggibile mascalzone in Leo era quasi tentato di prenderle la mano e portarsela alle labbra, solo per

Quella sconosciuta non era un'ingenua, poco ma sicuro. E per qualche motivo particolare, assistere a quella fredda esibizione di carattere suscitò un guizzo di ammirazione in Leo. Proprio mentre lei si stava girando per andar via, Lady Chastaine si affrettò ad aggiungere: «Non ve la prendete, mia cara. Non intendevo offendervi». Sbuffò, ma Miss Thorogood doveva aver colto sufficiente contrizione nella sua voce da indugiare. «Restate per un attimo, per piacere. Prometto di trattenere le briglie alla mia curiosità. La vostra presenza sarebbe molto gradita, necessaria, in effetti, dal momento che Savage e io abbiamo esaurito i nostri tentativi di essere gentili. Naturalmente voi avete conosciuto il marchese, vero? No? Bene, potete farlo adesso.» «Lord Savage.» Miss Thorogood gli rivolse una dignitosa riverenza. Non arrossì, né sorrise in modo sciocco come faceva la maggior parte delle donne quando gli veniva presentata, ma incontrò dritta il suo sguardo, come una vecchia strega che aveva vissuto mille vite e doveva essere ancora impressionata da qualcosa.

19

«Non è sempre così, mia cara? Quando siamo vestite in modo elegante, incontriamo a malapena un'anima. Ma quando siamo al peggio, ci imbattiamo in chiunque conosciamo» constatò la sua compagna di viaggio con voce suadente. «Senza dubbio potrete perdere un minuto o due intanto che aspettiamo che il gregge prosegua. A meno che... il vostro orgoglio non venga infangato se vi accompagnate a una donna perduta e al suo ex protettore.»Miss

Thorogood raddrizzò le spalle, il suo perfetto arco di Cupido che si tendeva in una linea dritta. «Come potrete senza dubbio osservare dal mio attuale stato, è chiaro che non ho alcun orgoglio. Pertanto, deve essere la curiosità a sollecitare il vostro invito e, per questa ragione, lo rifiuterò. Grazie lo stesso, milady.»

«Ecco, adesso che tutti i convenevoli sono stati scambiati, insisto che ci consentiate di assistervi in qualunque modo possiamo» dichiarò Lady Chastaine con la tenacia che Leo aveva trovato affascinante un tempo. «Dopotutto, deve essere una missione tremendamente importante per affrontare un clima così terribile, e a piedi, per giunta. Dove dovete andare?»

«Anche se, per poter conquistare Londra, avrete bisogno di un gentiluomo influente al vostro fianco» la interruppe Phoebe. «E si dà il caso che io ne conosca uno che perderà presto la sua compagna. È ricco come Creso. Generoso, non solo con i suoi regali, ma anche con le sue doti naturali, se così vogliamo dire» aggiunse, sollevando le sopracciglia in modo impertinente all'indirizzo di Leo. «E non è neanche malvagio da guardare. A dire il vero, Savage ha un unico grande difetto.» «E sarebbe?» si intromise lui, impassibile. Come un attore sulla scena di una commedia che era stata replicata fin troppe volte a Haymarket, Leo conosceva bene sia le proprie battute sia quelle di Lady Chastaine. Come a un segnale prestabilito, un raggio di sole sbucò tra le nuvole per illuminare il broncio di Phoebe. «Non ha «Buoncuore.»perlui, direi» commentò Miss Thorogood a voce bassa, la pelle sul ponte del naso che si corrugava appena mentre gli scoccava un'occhiata. Purtroppo, nell'istante in cui i loro occhi si incontra-

20 vedere come avrebbe reagito. Ma poi represse l'impulso capriccioso e si limitò a inclinare il capo. «Piacere.»

«Mia cara, è davvero splendido! Sarete la beniamina del demi monde.» «A dire il vero, io...»

«Mi pare che le briglie vi siano già sfuggite di mano, milady» rispose Miss Thorogood, ma senza troppo biasimo. Invece, emise un pesante sospiro di rassegnazione quando il cane affannato le leccò all'improvviso la mano prima di accucciarsi di nuovo accanto a Leo. «Se volete saperlo, sto per prendere la diligenza per Londra.»

21 rono, lei distolse lo sguardo. Fu un peccato, perché lui avrebbe voluto capire cosa stesse pensando. E inoltre gli piaceva il suono della sua voce. Aveva una consistenza gradevole, in cui si mischiavano armoniosamente tonalità diverse, che si rivelavano per gradi durante l'ascolto.

«Non capisco, allora» si lamentò Phoebe. «Quale altra ragione potete avere per ritornare dopo uno scandalo cosìLarovinoso?»schienadi

Il cane abbaiò. E anche se non si trattava di un suo piano, Leo si ritrovò ad aspettare la risposta di Miss Thorogood mentre grattava l'animale irsuto dietro le orecchie. I rumori del gregge ribelle e del pastore svanirono e la sua attenzione si concentrò su di lei. Ma mentre i secondi scorrevano, gli parve di scorgere qualcosa sotto la superficie. Lo vide nell'abbassarsi delle sue ciglia, nel delicato movimento della gola al di sopra del fermaglio rovinato del suo mantello quando deglutiva. Qualcosa di vulnerabile e innocente. Stando alla sua esperienza, l'innocenza di solito si accompagnava alla fragilità, e lui aveva imparato a tenersi ben lontano dalle donne fragili. Ne preferiva un altro tipo: disincantata, cinica ed egocentrica. Dopotutto, l'ultima cosa che desiderava era essere invischiato in un'altra relazione complicata. Dunque fu lieto quando lei fece un passo indietro e dichiarò: «Non ho intenzione di prendere d'assalto Londra o altro».

Miss Thorogood si raddrizzò. La gio-

«Mia cara, un simile sentimento vi rende perfetta co me prossima protetta di Savage» commentò Phoebe, eccitata. «Non siete soltanto bella e lui adora le cose belle ma portereste un tocco di classe al demi monde, credo. No, in effetti ne sono sicura.» Sollevò un braccio attraverso la portiera aperta e le tese una mano. «Venite con noi. Ne parleremo ancora in carrozza. Savage mi accompagnerà a Bath prima, poi voi e lui viaggerete fino in città.»

Come seta, pensò, fredda al tocco all'inizio e che poi si scaldava pian piano mentre a contatto della pelle.

22 vane si aggrappò al manico strappato della valigia con tale forza che le nocche sbiancarono attraverso lo strato grigio di fango secco. Leo suppose che fosse troppo offesa per rispondere. Meglio così, pensò. Eppure... Leo era anche inspiegabilmente curioso. Cosa poteva sperare di ottenere quella creatura orgogliosa affrontando la dura prova che aspettava la figlia in disgrazia di un Pari all'interno del ton?

Quando Miss Thorogood girò sui tacchi, Leo pensò che non avrebbe mai conosciuto la risposta. Ma poi lei esitò. Con il mento sollevato, formulò una risposta di un'unica parola. «Furto.» Poi andò via, una regina che si preparava alla battaglia. Leo la fissò, un sorriso intrigato sulle labbra. Poi diede una grattatina al suo amico peloso e mormorò: «Bravo ragazzo».

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