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Piccole voglie 2


Titoli originali dell’edizione in lingua inglese: NAUGHTY BITS 2 © 2010 Spice Books Chance of a Lifetime © 2008 Portia da Costa The Priestess © 2008 Gregg Robinson Taken © 2008 Michelle Scheibe Favor Me © 2008 Jasmine Communications, LLC. This is what I want © 2007 Megan Hart Improper Pleasure © 2008 Charlotte Featherstone Caught in the Act © 2008 Saskia Walker Traduzione: Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2011 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 42 del 12/05/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l’Italia e per l’Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D’Aviano 2 - 20131 Milano


I SEGRETI DI MILORD

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7

NOTTE SUL NILO

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55

LA CITTÀ DEL PECCATO

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97

AMANTI E SOSPETTI

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QUELLO CHE DESIDERO

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LA DOPPIA VITA DI AMELIA

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TORBIDI PIACERI

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Romanzo

QUELLO CHE DESIDERO Megan Hart


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Ti dirò quello che desidero. Le tue mani mi circondano le caviglie, come se le legassero con una corda morbida, immobilizzandomi per un istante. Poi le tue dita si spostano verso il malleolo, per tastare l'osso sporgente, l'incavo accanto al tendine, e infine i muscoli. Risalgono sui polpacci e si fermano ad accarezzare la pelle tenera e sensibile dietro le ginocchia. Cercano tutti i punti che di solito non vengono mai toccati per indugiarvi, in cerca di anfratti in cui annidarsi, luoghi segreti da esplorare, nervi da portare alla luce. I tuoi pollici massaggiano la pelle delle cosce, calda di sole, e io le allargo, aprendole per te, noncurante della luce estiva, cruda e impudica. Come la brezza che agita lievemente le punte dei miei capelli, le tue dita sfiorano la mia pelle muovendosi verso l'alto. Ecco cosa voglio: che mi tocchi. Prendi tutto il tempo per seguire la sottile linea candida che segna la mia pelle, il ricordo del punto in cui un tempo la mia carne è stata squarciata dalla lama di un rasoio impugnato da una mano insicura e tremante. Non mi fai domande riguardo alla cicatrice. Non chiedi niente, non dici niente. Non hai voce, se non quando io ti concederò di parlare, e anche allora la userai solo per dire le cose che io voglio sentire. Ma non ora, è presto; non ti ho ancora dato il permesso di parlare. Ti inginocchi davanti a me; mi piace vederti così. In ginoc177


chio al mio cospetto è la posizione che preferisco per te. Sei perfettamente allineato con il mio corpo, che è pronto per ricevere le tue attenzioni adoranti. Le tue mani continuano a salire, carezzevoli. Ecco cosa voglio: il tuo respiro caldo sulla mia pelle, le tue dita che scostano le pieghe della mia carne con delicatezza, come se allargassero i petali di un fiore, la tua bocca che individua la piccola perla dolce del mio clitoride. Voglio la tua lingua proprio lì, la pressione delle tue labbra. Voglio che mi lecchi mentre sono in piedi sopra di te, come una statua, come una divinità. Voglio vederti in ginocchio venerare la tua dea. Voglio che mi adori, e che mi faccia godere. «Aspettate, tenete aperte le porte, per favore!» gridò Eve Grant attraversando di corsa l'atrio, pur sapendo che il suo richiamo era perfettamente inutile. L'ascensore era lentissimo, un vero pezzo da museo che funzionava per miracolo, e non tutti i giorni. Aveva la pessima abitudine di bloccarsi al piano e non dare segni di vita per ore, costringendo i dipendenti della Digiquest ad adoperare le scale. Nessuno aveva intenzione di rischiare di far fermare l'ascensore infilando una mano tra le porte che si stavano chiudendo. Impietosi, non si sarebbero mai curati del suo urlo concitato, pur sapendo che erano le nove meno cinque e che, se avesse dovuto aspettare l'ascensore o fare le scale a piedi, sarebbe arrivata in ritardo. Ma Eve era troppo pessimista. Quasi nessuno voleva correre il rischio di far bloccare l'ascensore. All'ultimo momento apparve una mano che si insinuò nella fessura tra le porte che si stavano chiudendo e che ballonzolarono di malavoglia per un paio di secondi prima di riaprirsi. Un vero miracolo. Allora c'erano ancora esseri umani su questo pianeta!, pensò Eve, slanciandosi, mentre teneva ben salda la borsa. La sua corsa non era aggraziata né dignitosa, 178


ma non si sarebbe fatta sfuggire quell'occasione più unica che rara. «Grazie» disse con il fiatone, balzando nell'ascensore un attimo prima che le porte si chiudessero di nuovo. «Molto gentile.» «Di niente.» Lane DeMarco, un metro e novanta di muscoli e fascino virile, le rivolse il suo sorriso smagliante. Eve ricambiò automaticamente il suo sorriso. Era difficile resistere quando Lane sorrideva, anche nei giorni in cui tutto andava storto. Eve e Lane erano stati assunti contemporaneamente dalla Digiquest, lei all'assistenza clienti e lui nel settore informatico. Avevano superato incolumi il campo di battaglia del periodo di formazione ed erano ancora indenni dopo due anni di cene sociali, feste di pensionamento e ubriacature collettive a Natale, ma, nonostante fossero due veterani di guerra, non erano altro che semplici conoscenti. Lane era un tipo galante che però non superava mai il limite del buon gusto, che aveva un sorriso per tutti, l'unico che avrebbe tenuto aperte le porte dell'ascensore per chiunque, non solo per lei. Il suo gesto gentile non la faceva sentire speciale. Lane aveva in mano un bicchiere di carta con il tappo di plastica. Lo sollevò e bevve un sorso di caffè, poi si leccò le labbra, provocando un brivido a Eve. «Che buon aroma...» mormorò, indicando il caffè con un cenno del mento, solo perché il silenzio in ascensore era più imbarazzante di dire sciocchezze. Dov'era tutta la sua loquacità quando ne aveva bisogno? Che fine aveva fatto il fiume di parole che si riversava dalla sua mente alla tastiera del computer quando doveva comunicare con degli estranei online? Sul suo blog riusciva a condividere con i suoi lettori i suoi segreti più intimi e inconfessabili, e invece quando si trovava a faccia a faccia con Lane non era in grado di infilare più di tre parole sciocche per fare un commento banale? 179


Lane fece roteare il liquido nel bicchiere. «È un cappuccino alla menta, si chiama Mocha Mint. L'ho preso alla caffetteria qui accanto. Lo hai mai provato?» «No.» Eve avvertì un brontolio sordo allo stomaco, perché era uscita di corsa di casa senza colazione per l'ennesima volta. Avrebbe dovuto anticipare l'ora della sveglia per poter continuare a scrivere il blog prima di andare in ufficio. «Comunque lo terrò in mente per la prossima volta.» L'ascensore saliva lentamente. Sarebbe stato più rapido prendere le scale, pensò Eve. Però, se fosse andata a piedi, non sarebbe salita con Lane, che era una goduria per gli occhi e una tortura per l'autocontrollo. L'ascensore emise un ping quando arrivò al piano. Le porte si aprirono e Lane si fece da parte per far passare prima Eve, privandola della possibilità di occhieggiare il suo notevole posteriore. Tuttavia, un brivido di emozione le percorse il corpo quando pensò che forse era Lane a guardarle il sedere... Si voltò per controllare, ma scoprì, con disappunto, che Lane aveva lo sguardo fisso davanti a sé. Era meglio o peggio? Peggio, decise Eve, però c'era da aspettarselo. Anche se Lane era il protagonista di buona parte delle fantasie erotiche che raccontava online, lei rappresentava per lui solo una collega che lo chiamava quando doveva fargli aggiustare il computer. Come se le avesse letto nel pensiero, appena lei si voltò a guardarlo, lui le chiese: «Hai ancora quel problema con le schermate che si bloccano quando sei in chat con i clienti?». «Eh, sì, purtroppo» sospirò Eve. Quando aveva riempito il modulo di richiesta assistenza da inoltrare ai tecnici, aveva sperato che fosse Lane a intervenire. Non era il solo nel reparto informatico, ovviamente, ma Eve sperava ardentemente che fosse lui l'incaricato di controllare il suo computer. «Più tardi passo a dare un'occhiata, va bene?» 180


«Grazie» annuì Eve. Gli fece un cenno di saluto e lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava. Che figo..., pensò. Entrata nel suo cubicolo, buttò la borsa sulla seconda sedia, accese il computer e si collegò un attimo prima che l'orologio passasse dalle nove alle nove e un minuto, il che l'avrebbe segnalata come ritardataria al sistema, seppure di poco. Digitò la password per entrare nella schermata dell'assistenza clienti e vide che aveva già cinque chiamate in attesa. Il cursore che lampeggiava impaziente le ricordava che era lì per lavorare e non per fantasticare su Lane DeMarco, per quanto fosse affascinante. Batté i tasti per entrare in chat con il primo cliente in attesa. Per fortuna aveva una sequenza prestabilita di istruzioni memorizzate prima di dover pensare a cosa rispondere. Il poveretto aveva dei problemi con il wireless, un inconveniente così comune che Eve non dovette impegnarsi affatto per risolverlo. Gli mandò un allegato contenente le istruzioni dettagliate per riconfigurare il modem e chiuse la finestra. Ne aprì subito un'altra e si dedicò alla richiesta successiva. Anche questo problema era semplice ed Eve lo risolse in fretta. Purtroppo, proprio prima di premere il tasto Invio per inviare la frase con cui chiedeva al cliente se aveva soddisfatto la sua richiesta, la schermata si bloccò. Provò tutte le combinazioni di tasti che conosceva per far ripartire il computer e alla fine riuscì a sbloccare la finestra, ma il cliente si era già scollegato senza rispondere che era soddisfatto del servizio. Accidenti, pensò. Un commento favorevole in meno per le sue statistiche di rendimento. Però non ebbe il tempo di preoccuparsi perché ricevette un'altra richiesta e si rimise al lavoro. Continuò a rispondere meccanicamente ai clienti per quattro ore, con lo stomaco che non smetteva di brontolare per la fame. Aveva un disperato bisogno di fare una pausa. Aveva solo avuto il tempo di dare un'occhiata veloce al suo blog. Aveva visto che era arrivata una valanga di commenti, ma 181


non aveva potuto rispondere, e questo la faceva fremere di impazienza. Si collegò di nuovo al blog, accontentandosi di scorrere rapidamente quello che scrivevano i suoi lettori, poi scostò la poltroncina girevole dalla scrivania e si stirò. Si alzò, fece un salto in bagno e poi andò nella saletta dove si riunivano i colleghi per fare una pausa e bere un caffè. La mattinata impegnativa le aveva impedito di riflettere su quello che avrebbe scritto quella sera, ma, con la vescica finalmente libera e un cappuccino e una merendina nello stomaco, Eve si sentiva già più rinfrancata e poteva pensare al blog. Per la maggior parte, i commenti che riceveva erano succinti, soprattutto laconici complimenti per il tenore dei suoi post. C'era chi apprezzava più di altri lo stile, o le storie che narrava, le fantasie e i desideri a cui aveva il coraggio di dar voce. Aveva anche i suoi ammiratori, che non avevano alcun pudore a confessarle di essere eccitati dai suoi post. Alcuni la lodavano con termini più crudi e altri scrivevano cose decisamente pesanti, solo per provocarla. Eve non si lasciava mai attirare in trappola, e cancellava senza rispondere i commenti volgari o quelli che contenevano insulti. A volte, però, avveniva un piccolo miracolo e trovava un altro blogger con gusti simili che le scriveva commenti articolati. Ne scaturiva un lungo dialogo online fatto di botta e risposta che la portava verso dimensioni inesplorate. Eve si lasciava trascinare dalla fantasia e dalla contentezza di aver trovato corrispondenza in qualcuno con lo stesso potenziale erotico e gli stessi interessi, uno spirito affine che per giunta sapeva scrivere bene. Ma quelli erano davvero momenti miracolosi, rarissimi... Altre volte, invece, un nuovo lettore le lasciava un commento e la invitava a chattare in privato, e da quello scambio di opinioni nasceva una solida amicizia online. Sorseggiando il terribile cappuccino del distributore automatico e sbocconcellando l'ultimo wafer del pacchettino, tor182


Piccole voglie 2 di AA.VV È sempre il momento di abbandonarsi al piacere... in compagnia di una storia stuzzicante. Pagina dopo pagina, questi racconti sensuali e travolgenti ti trasporteranno in una dimensione erotica dove il desiderio la fa da padrone. Scaturiti dalla fantasia travolgente di famose autrici sono una garanzia di brividi caldi! Un'antologia che vede come protagonista il piacere declinato in tutte le sue sfumature, dal nero di una guaina di pelle al rosso di una bocca che si schiude in un bacio, dall'oro dei faraoni al bianco di un merletto antico.

Il giardino dei piaceri di A. McIntyre, C. Featherstone, K. Astor La passione ha un profumo dirompente che non conosce tempo né età né stagioni, odora di vento, di giardini agitati dalle bufere d'inverno e dalle magie di una sera di maggio. È questo intrecciarsi di amore e tenacia, di erotismo e inganno, di mistero e sensualità che accomuna tre donne innamorate, tre coppie di amanti destinati a incontrarsi nel giardino del piacere, animati da un desiderio che nessun impedimento, nessuna rivalità, nessun contrasto del fato, nessuna maldicenza, potranno arrestare. Perché alla fine, nel giardino sempreverde del piacere, è l'amore a vincere su ogni antica maledizione. È così per Cara, la bella irlandese dai capelli di fuoco, la nobile Catherine caduta in miseria eppure destinata ad ancora più imprendibili felicità, e la dolce Emmaline.


ritorna a LUGLIO con 4 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 28 LUGLIO


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