Terra mantovana n7 2016

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Periodico di Coldiretti Mantova

Anno 68 | n. 7 - 2016

Grano amaro Coldiretti Mantova a Roma per difendere i cereali italiani

Boom delle imprese giovani: Mantova sul podio regionale QualitĂ e ďŹ liera corta: a Levata un nuovo mercato Campagna Amica Fiera Millenaria: l'agricoltura è qui


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contenuti l u g l i o 2 0 1 6

Grano amaro

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Task force mantovana a Roma per la difesa del grano italiano

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Agli Oscar dell’agricoltura lombarda vince la scelta "green" di Vanessa

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Boom delle imprese giovani: Mantova sul podio regionale

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Il rilancio della suinicoltura italiana: le proposte di Coldiretti

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Qualità e filiera corta: a Levata un nuovo mercato Campagna Amica

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Il “vivaio” esce dall’aula: lezione sul campo nell'azienda Allegretti

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In fiera debutta l’Agridispensa di Campagna Amica

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Fiera Millenaria: l'agricoltura è qui

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Il programma della Millenaria

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Musica, cabaret e super-chef, che spettacolo alla Millenaria

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agridee Ibisco, l’agriturismo sbocciato sull’argine del Po

Qui da noi direttamente da voi: il made in Mantua è “on the road”

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Approvato il Collegato Agricolo, ecco le novità per le imprese

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Inail, attesa per il bando agricoltura

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Psr, al vie le domande del secondo bando. Sul piatto 80 milioni

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spazioai

lettori notiziein breve 4

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grano amaro Cari soci, questo mese abbiamo scelto di dedicare la copertina e le prime pagine del nostre giornale alla crisi che sta coinvolgendo i produttori di grano lungo tutta le penisola. Una crisi che riguarda anche noi, e ci riguarda molto da vicino. Anche per questo, e non soltanto per lo spirito di solidarietà che anima da sempre le battaglie di Coldiretti, ho deciso di partecipare alla manifestazione del 20 luglio promossa dalla nostra organizzazione a Roma. Le nostre campagne, da sole, producono il 70% del grano duro e il 35% del grano tenero della Lombardia. Il tenero prodotto in provincia di Mantova ha come sbocco, per circa il 90%, la filiera del pane, mentre il grano duro viene impiegato, nel 90% dei casi, nella filiera della pasta. Ma il calo dei prezzi, non più sufficienti a coprire i costi di produzione, sta facendo diventare le cerealicoltura, che nel Mantovano stava crescendo a un buon ritmo, sempre meno remunerativa. I prezzi sono crollati del 42% a luglio rispetto allo scorso anno e il calo è dovuto a speculazioni pericolose che stanno provocando la chiusura di centinaia di migliaia di aziende in tutta Italia, mettendo anche in pericolo la pasta e il pane Made in Italy. Per questo Coldiretti si sta battendo, e continuerà a farlo fino a quando sarà ridata dignità ai nostri produttori cerealicoli. Tra di loro ci sono anche tanti giovani, che stanno scommettendo sull’agricoltura, credendo, come credo io, che la terra possa ancora dare tanto per lo sviluppo del nostro territorio e del Paese. E anche di giovani si parla nel nostro giornale, di ragazzi che coltivano cereali, vigneti, frutteti, ortaggi, di altri che fanno gli allevatori. Alcuni si sono inventati modi nuovi di produrre o di vendere, o sistemi per rendere la loro attività più attenta all’ambiente: i più innovativi e originali sono stati premiati con l’Oscar Green, come leggerete nelle prossime pagine. Anche per loro Coldiretti continuerà a battersi: per aiutarli a vincere questa scommessa.

Paolo Carra Presidente Coldiretti Mantova

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Task force

mantovana a Roma per la difesa del grano italiano C’era anche una delegazione mantovana alla manifestazione del 20 luglio promossa dalla Coldiretti a Roma per difendere il grano italiano. Dopo il crollo dei prezzi del 42% a luglio rispetto allo scorso anno, migliaia di agricoltori giunti dalle diverse regioni d’Italia si sono riversati nella capitale per dire basta alle speculazioni che colpiscono la coltivazione più diffusa sul territorio nazionale. Speculazioni che causano la strage di centinaia di migliaia di aziende, la desertificazione di milioni di ettari di terreno e la messa in pericolo per il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy come la pasta e il pane. Le campagne mantovane, da sole, producono il 70% del grano duro (su 4.800 ettari) e il 35% del grano tenero (19.000 ettari) della Lombardia. Il tenero prodotto in provincia di

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Mantova ha come sbocco, per circa il 90%, la filiera del pane, mentre il grano duro viene impiegato, nel 90% dei casi, nella filiera della pasta. Il calo dei prezzi, non più sufficienti a coprire i costi di produzione, sta facendo diventare le cerealicoltura sempre meno remunerativa. “Anche noi mantovani siamo a Roma per ribadire la necessità di difendere il grano italiano – spiega il Presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra –. Purtroppo con questi prezzi le aziende cerealicole non riescono più a coprire i costi di produzione. Il problema è che si tratta di valori legati ad andamenti e quotazioni internazionali, in un mercato che considera anche i frutti della terra delle commodities come tutte le altre, dimenticando il valore reale che rivestono e dimenticando la qualità”.


Il prezzo del grano duro nella seconda settimana di luglio in piena trebbiatura è sceso del 42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea che evidenziano una situazione insostenibile nelle campagne e che ha fatto scoppiare #laguerradelgrano. Alcune delegazioni hanno viaggiato la notte per giungere davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX dove è stato convocato dal Ministro Maurizio Martina il tavolo nazionale della filiera, dai campi all’industria fino alla distribuzione commerciale. Per la “guerra del grano” è stata portata in piazza anche una curiosa bilancia con 15 chili di grano e uno di pane; così tanto grano infatti deve essere venduto dagli agricoltori per comprarsi un chilo di pane. Al termine della manifestazione è arrivato l’annuncio dell’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria dei mu-

tui, lo studio di un’assicurazione sul reddito, una contrattualistica più trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate alle imprese che usano esclusivamente grano italiano. Un primo passo avanti, ma occorre anche frenare la concorrenza sleale da parte del grano straniero: “Serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario – commenta il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo - estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari, dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia e in Europa, e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.

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Agli Oscar dell’agricoltura lombarda vince la scelta

"green" di Vanessa C’è la mantovana Vanessa Gandolfi, titolare dell’azienda agricola Verdure sott’Oglio di San Martino Dall’Argine, tra i vincitori dell’edizione 2016 di Oscar Green, il premio Oscar dell’agricoltura che guarda al futuro. Dal banano di montagna alla “stalla tascabile” a misura di smartphone, dal menù “parlante” all’orto delle stagioni a scuola: sono queste alcune delle innovazioni premiate quest’anno durante il convegno “Il cuore e la terra: percorsi di cibo, cultura e innovazione” presso la sede di Regione Lombardia a Milano. “In un territorio che conta circa 48mila imprese, che produce oltre il 40% del latte italiano, che è la culla del pomodoro da salsa Made in Italy e che vanta un’agricoltura capace di rinnovarsi ogni anno – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - Le capacità creative dei giovani, il loro entusiasmo e il loro impegno sono elementi strategici di crescita e sviluppo dai quali non si può prescindere e che vanno riconosciuti e premiati”.

Londra addio, meglio l’orto in Italy “Coltivo un ettaro di orto nel parco del fiume Oglio,

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con verdure di stagione, fiori commestibili, zafferano, erbe aromatiche e selvatiche – racconta Vanessa Gandolfi -. Non uso diserbi né fertilizzanti chimici, faccio tutto a mano e vendo i miei prodotti nel punto vendita aziendale totalmente eco e a km zero, senza luce, gas e acqua. Ho studiato come corrispondente in lingue estere e ho fatto anche un’esperienza a Londra, poi sono rientrata in Italia ho deciso di aprire questa azienda agricola. Garantire ai clienti prodotti sani e genuini, coltivati in un orto d'altri tempi che accoglie tutto quello che le stagioni suggeriscono è una scelta di vita”.

Le altre nomination mantovane

Azienda agricola “Arginago” di Daniele Roffia L’azienda Arginago Società Agricola produce meloni e angurie in serra (6 ettari) e pieno campo (19 ettari) ed è conferente presso le cooperative Ortomercato Bruno Srl e ortofrutta Castello Srl che vendono i prodotti nei mercati europei. Circa 3 ettari sono destinati a prove sperimentali di campo con le ditte sementiere. Il vivaio di 6.000 metri qua-


drati produce piantine di alta qualità controllate e tracciate per gli orticoltori professionali mantovani e non solo, pronte al trapianto, di anguria, melone, cetriolo, melanzana, peperone, pomodoro, zucca, peperoncino e zucchino. Bonesi azienda agricola di Davide Bonesi Annualmente l’azienda produce circa 60.000 metri quadrati di tappeto erboso in rotoli, con varietà di prato indicate per giardini e campi sportivi. “I nostri clienti abituali sono giardinieri, grossisti, privati ed enti pubblici, principalmente delle regioni del nord Italia – spiega Davide - . Il tappeto erboso è un’alternativa alla semina tradizionale perché è subito pronto e richiede meno cure soprattutto nelle fasi iniziali. In questi ultimi anni c’è stato un aumento di richiesta del prodotto e prevediamo un ulteriore incremento”. Il prato naturale a rotoli ovunque lo desideri! Azienda agricola di Matteo Paganini L'azienda utilizza concimi organici e un sistema satellitare per la massima precisione nella distribuzione del concime, nella semina e distribuzione dei fitofarmaci, oltre a un irroratore semovente con manica d'aria per aumentare l'efficienza dei prodotti e ridurre gli sprechi. “Per il pomodoro – racconta Matteo - applichiamo la micro irrigazione con fertirrigazione su pomodoro. Essendo socio di un'op (ASIPO) dell'Emilia Romagna rispettiamo il loro disciplinare per la lotta integrata”. Azienda agricola “Le vie della canapa” di Lorenzo Bottani

L’azienda è indirizzata alla coltivazione e valorizzazione della canapa ad uso industriale. “Ritrovando su una rivista agricola degli anni ‘30 un articolo che parlava in modo esaltante delle coltivazioni di canapa su 100.000 ettari in tutta Italia, nelle annate agrarie 2013 e 2014 ho sperimentato su pochi ettari alcune varietà che nel 2015 ho coltivato con successo – spiega Lorenzo -. Per l'annata agraria 2016, ho coinvolto altri agricoltori per un totale di 20 ettari capeggiati da un contoterzista con il quale daremo vita ad un'efficiente micro filiera per la raccolta e la lavorazione di seme e fibra”. Azienda agricola di Simone Agosta “L'azienda agricola Agosta Simone è stata creata dalla mia passione per la terra fin da quando ero bambino – racconta Simone -. Produciamo ortaggi e, anche se su piccole estensioni, puntiamo a consegnare al cliente finale un prodotto sano e genuino cercando di rispettare sia l'ambiente che il consumatore, cercando di migliorare ogni anno le tecniche agronomiche. La maggior soddisfazione per noi è quando il consumatore resta soddisfatto”. Azienda agricola “Alberella” di Luca Marchini L’azienda produce e vende fiori, che vende direttamente nello spaccio aziendale. “Vendiamo direttamente i nostri fiori qui in azienda – racconta Luca -. Tra le innovazioni che abbiamo introdotto per migliorare la qualità e la bellezza dei nostri fiori ci sono le serre automatiche con sensori di agenti atmosferici”.

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Boom delle

imprese giovani:

Mantova sul podio regionale

Volano le imprese giovani in Lombardia. Secondo un’elaborazione della Coldiretti regionale e della Camera di Commercio di Milano, nell’ultimo anno (fra il primo trimestre 2015 lo stesso periodo del 2016) in media ne è nata una ogni tre giorni, con un incremento di quasi il 78%, passando dalle 148 iscrizioni dell’anno scorso alle 263 attuali. In totale – continua l’analisi di Coldiretti e Camera di Commercio di Milano presentata in occasione della consegna degli Oscar Green - le imprese agricole con un titolare giovane sono oltre tremila, con un 22% rappresentato dalle ragazze. Stabili le cessazioni, ferme a quota 56. Le province che hanno fatto registrare i maggiori incrementi sono Bergamo, Brescia, Mantova, Pavia e Sondrio. Il record in Valtellina con + 35

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nuove aziende giovani fra il 2015 e il 2016. Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè il 57% dei giovani preferisce la gestione di un agriturismo rispetto al lavoro in una multinazionale o all’impiego in banca. E questo anche perché il 78% di chi ha iniziato un’attività agricola è più contento di prima. In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – oltre 700 giovani imprenditori lavorano nella coltivazione dei cereali e del riso, quasi 250 nella viticoltura, più di mille nel settore dell’allevamento (da bovini ai suini, dagli avicoli agli ovicaprini) e delle coltivazioni legate alla zootecnia, 200 nel florovivaismo, quasi 170 si occupano di ortofrutta, ma anche di spezie e piante aromatiche, 119 sono impegnati nella silvicoltura e 12 si occupano di pesca in acqua dolce e di allevamento ittico.


LA NASCITA DELLE AZIENDE GIOVANI IN LOMBARDIA PROVINCIA BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA

2015 19 25 10 7 4 4 13

2016 39 40 15 14 8 3 31

DIFFERENZA + 20 + 15 +5 +7 +4 -1 + 18

PROVINCIA MILANO MONZA BRIANZA PAVIA SONDRIO VARESE

2015 11 6 29 11 9

2016 10 1 41 46 15

DIFFERENZA -1 -5 + 12 + 35 +6

LOMBARDIA

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263

+ 115

Fonte: Elaborazione Coldiretti Lombardia/Camera di Commercio di Milano Dati primo trimestre 2015 con dati primo trimestre 2016

Oggi le aziende agricole sono in mano a ragazzi sempre più preparati: la maggior parte di loro ha conseguito titoli specifici (perito agrario, agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), ma non mancano meccanici, geometri, esperti di pubbliche relazioni e ingegneri elettronici che nonostante studi non agricoli hanno scelto il “ritorno alla terra”. È il caso di Vittorio Giovannini, 38 anni, di Pegognaga, che dopo aver lavorato per 5 anni come dipendente in un caseificio, a dicembre ha aperto un’azienda agricola, per tornare a lavorare i terreni del nonno: “Avevo questa terra di proprietà della mia famiglia e da piccolo ero sempre in campagna. Ho deciso di impiantare dei vigneti per produrre il lambrusco. Per ora sono circa 2 ettari, ma l’obiettivo è di aumentare la superficie nel giro di due o tre anni.

Inizialmente conferirò l’uva a una cantina, ma non escludo di avviare, in futuro, una mia produzione di vino”. Non ha ancora compiuto un anno l’azienda di Leonardo Scaglioni, 22enne di Ceresara: “Ho cominciato a ottobre dell’anno scorso seminando mais, frumento e soia biologici su 17 ettari di terreno e l’anno prossimo produrrò anche pomodori”, spiega Leonardo, che dopo aver studiato per diventare geometra ha deciso di seguire la propria passione: “Sono nato sui trattori, fare questo lavoro mi piace molto. E d’accordo con mio padre, che gestisce un’altra azienda, ho deciso di fare questo passo”. Alice Perini, 30 anni, neomamma, è titolare dallo scorso marzo dell’azienda agricola di famiglia. Laureata in comunicazione sociale, ha lavorato come impiegata e bibliotecaria, e ora, con l’aiuto della madre coltiva circa 4 ettari di terra a Villimpenta: 3500 metri quadrati tra lavanda e issopo, una pianta aromatica dal profumo intenso, e la parte restante a girasole. “Produciamo olio essenziale e acqua di lavanda e stiamo sperimentando i biscotti e le confetture di lavanda – racconta Alice – . Abbiamo anche le api, con le quali stiamo cominciando a produrre il miele”. I progetti non finiscono qui: “I girasoli saranno sostituiti dai piccoli frutti e in autunno farò un corso per la terapia con gli asini. Il mio sogno è che l’azienda diventi presto una fattoria sociale, per lavorare con i bambini che hanno difficoltà”.

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Il rilancio della suinicoltura italiana:

le proposte di coldiretti La suinicoltura italiana dopo la fase espansiva degli anni novanta, sorretta dall'avvio della certificazione per i prosciutti DOP, ha dovuto fronteggiare congiunture difficili causate da ricorrenti impennate dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione e da un prolungato debole andamento del prezzo dei suini. Questa serie di circostanze ha imposto una dolorosa ristrutturazione del settore. Coldiretti ha assunto, in questi anni, numerose iniziative, e altre sono in cantiere. Il filo conduttore dell'azione Coldiretti è la tutela e il rafforzamento degli elementi di distinzione della produzione italiana. Con la convinzione che senza una chiara distinzione qualitativa delle carni dei suini nati e allevati in Italia (soltanto in provincia di Mantova i suini allevati sono più di un milione) la nostra suinicoltura corre il rischio di soccombere sotto la pressione “dei prezzi bassi” delle altre realtà produttive, favorite sia da concorrenza sleale che da diverse condizioni ambientali ed economiche. La strada di perseguire i compromessi al ribasso nel tentativo di ridurre solo i costi ci porterà a produrre soltanto materia prima indifferenziata, con un costante schiacciamento verso il basso dei prezzi e la definitiva marginalizzazione dell'allevatore. I punti qualificanti sui quali è concentrata l’azione Coldiretti sono, quindi, nell'ordine: 1. Estendere gli aiuti accoppiati del 1° pilastro della PAC anche al settore suinicolo. I beneficiari dovrebbero essere gli allevamenti con scrofe. 2. Indicazione di origine per i prodotti trasformati. 3. Nuove condizioni affinché tutte le produzioni salumiere italiane a Indicazione geografica protetta (IGP) utilizzino carni di suini italiani.

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4. Promozione dei progetti di valorizzazione delle carni al 100% italiane da suini nati e allevati in Italia. 5. Sostegno finanziario agli allevatori che hanno contratto mutui e prestiti bancari per realizzare investimenti. 6. Confermare e rafforzare la politica nazionale per la differenziazione qualitativa della produzione italiana dei suini destinati alle produzioni tradizionali (DOP, IGP). 7. Trasparenza e informazione su suini e carni importate. 8. Informazione al consumatore sulle caratteristiche dietetiche delle carni suine e le implicazioni salutistiche legate al loro consumo. 9. Carni italiane nelle mense pubbliche. 10. Revoca in tempi brevi del bando russo all’importazione di carni suine. Coldiretti ribadisce, inoltre, la propria contrarietà al Sistema di Qualità nazionale (SQN), in quanto questo sistema non può prevedere delimitazioni territoriali e quindi non può richiamare l'italianità del prodotto. La sua applicazione può costituire un cavallo di Troia per la valorizzazione di carni di suini nati all'estero e quindi minerebbe ulteriormente la tenuta degli allevamenti italiani con scrofe che sono i veri custodi della “italianità” della nostra produzione.

È necessario quindi pensare a uno strumento diverso e sinergico al sistema delle DOP. Questo obiettivo è alla nostra portata. È in via di definizione, infatti, un progetto di Coldiretti e Consorzio di San Daniele, che coinvolgerà i macelli e la grande distribuzione, per valorizzare con un piano di marketing e la certificazione le carni fresche confezionate del suino pesante italiano. Occorre che le carcasse siano classificate sulla reale composizione e non su criteri arbitrari. Il nuovo sistema che si basa su nuove equazioni per la valutazione delle carcasse tende a spostare troppo i valori verso una classificazione di eccessiva magrezza, poco adatta alla lavorazione delle carni DOP. Stesso discorso riguarda il calcolo della resa e dei parametri da applicare per un calcolo realmente oggettivo. Le battaglie a favore del Made in Italy portate avanti in questi anni, unite al grande lavoro sulla qualità effettuato nei nostri allevamenti anche a costo di notevoli sacrifici economici, ci hanno permesso di conquistare un’alta reputazione presso i consumatori italiani e non solo. Lo sforzo è ora di valorizzare in termini economici la filiera nazionale suinicola, mettendola finalmente in trasparenza per garantire così una maggior redditività degli allevamenti italiani di suini che sono l’unico grande e inestimabile patrimonio dell’agroalimentare marcato “Made in Italy”.

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qualità e filiera corta: a Levata un nuovo mercato Campagna Amica

Frutta e verdura, succhi e confetture, pasta fresca, formaggi, yoghurt, gelati, salumi e carni: un carrello della spesa completo, ma con prodotti acquistati direttamente da chi li produce. La rete dei farmers’ market di Campagna Amica Mantova si arricchisce di un nuovo mercato: inaugurato lo scorso 8 luglio a Levata, in via Caduti del lavoro, rimarrà aperto ogni venerdì dalle 15 alle 19. Il mercato di Levata è un risultato al quale la sezione Coldiretti di Levata sta lavorando da tempo e rappresenta uno dei primi segnali di attuazione del documento di “Buon governo del territorio” che Coldiretti Mantova ha condiviso con le amministrazioni della provincia alla vigilia delle scorse am-

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ministrative: “Ringrazio l’amministrazione comunale di Curtatone per questa opportunità che sta dando ai nostri produttori e ai consumatori – commenta Antonio Scapinello –, un’occasione preziosa soprattutto ora che l’origine del cibo è sempre più incerta. Mi auguro che il pubblico risponda in modo positivo a questa iniziativa, che ha tra i suoi obiettivi anche quello di rinsaldare i rapporti tra chi produce e chi porta in tavola gli alimenti. Levata, tra l’altro, è una zona strategica perché pur trovandosi in campagna è molto vicina

alla città e con possibilità di parcheggi comodi”. “Siamo molto soddisfatti di questa iniziativa che andrà sicuramente a vantaggio di tutta la cittadinanza – replica il sindaco Bottani –. Si tratta di un progetto sperimentale, al via ogni venerdì pomeriggio da Levata, con l'obiettivo di accrescere le specificità locali, il tessuto agricolo di Curtatone e le realtà produttive del nostro territorio, nell'ottica soprattutto di offrire alla gente prodotti di qualità a filiera corta”.

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Il “vivaio” esce dall’aula: lezione sul campo nell'azienda

allegretti Quando l’azienda è nata, su questo fondo di Riva di Suzzara a qualche metro dal fiume Po, l’attività prevalente era un piccolo allevamento di vacche da latte. Era il 1952 e il nonno di Stefano Allegretti aveva cominciato prendendo i terreni in affitto, per poi comprarli nel 1970, con grandi sacrifici. Creando però le fondamenta dell’Azienda agricola Allegretti, rinomata per il suo vino, che i giovani del Vivaio delle professionalità hanno visitato venerdì 22 luglio, a chiusura del primo ciclo di appuntamenti formativi che li coinvolgono ormai da mesi. “Sono certa che questo momento vi lascerà molto più di una semplice lezione teorica – ha spiegato Erminia Comencini, responsabile del progetto, introducendo la visita - Perché dietro ogni azienda c’è una storia, ci sono persone che scelgono, che corrono dei rischi d’impresa, ci sono imprenditori capaci che hanno il coraggio di cambiare o di continuare sulla strada intrapresa da

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chi li ha preceduti, ci sono paure, preoccupazioni, aspettative, c’è tanta professionalità e tanto, tanto sacrificio, ma soprattutto c’è la famiglia, che da sempre è il cuore delle nostre imprese agricole e che ci auguriamo possa sempre continuare ad essere protagonista dello sviluppo economico del mondo rurale”. La passione per la terra, in effetti, il nonno di Stefano Allegretti l’aveva ereditata da suo padre, che coltivava e vendeva ortaggi tra Bondeno di Gonzaga e Moglia. E la stessa passione la si trova oggi nelle parole di Stefano, che con il padre ha deciso di dare una svolta all’attività di famiglia, cambiando tipo di produzione per poter continuare a vivere di agricoltura. “Nel 1978 abbiamo costruito una stalla nuova – ha raccontato – , avevamo 45 capi, dei quali una trentina in lattazione. Producevamo mediamente 2000 quintali di latte l’anno, e con quella quantità viveva una famiglia di cinque persone,


potevamo pagare un mungitore e riuscivamo persino a risparmiare. Oggi con la stessa quantità di latte vivrebbe a malapena una persona. Abbiamo tenuto l’allevamento fino al 2004, poi la crisi del mercato lattiero caseario ci ha costretto a fare le prime valutazioni. Per continuare avremmo dovuto produrre di più e allargare la struttura. A quel punto abbiamo desistito, decidendo di investire nel vigneto”. In azienda qualche vigna l’hanno sempre avuta: fino al 1977 l’uva veniva conferita alle Cantine Riunite, in seguito serviva più che altro per il consumo dei famigliari e di qualche amico. Fino al 2008: “Otto anni fa abbiamo acquistato le quote e cominciato i primi impianti. Siamo partiti con una piccola cantina recuperando la vecchia stalla e ora vendiamo circa 15 mila bottiglie l’anno. Dei 12 ettari di nostra proprietà, più di 4 sono coltivati a vigneto, con le varietà Ancellotta, Lambrusco Salamino,

Lambrusco Viadanese e piccole quantità di Malvasia bianca e Trebbiano. Vinifichiamo il 60% dell’uva prodotta, vendiamo il vino direttamente, anche grazie al nostro spaccio aziendale, e tutte le lavorazioni sono interne, a esclusione dell’imbottigliamento” “Abbiamo scelto questa azienda anche per questo – ha spiegato il segretario di zona Fabio Trentini – perché incarna alla perfezione il pensiero di Coldiretti: dalla campagna al consumatore. E poi rappresenta un esempio di sobrietà negli investimenti e di scelte ponderate”. Soltanto aspetti positivi? “Purtroppo no, e tra i lati negativi della gestione c’è sicuramente la troppa burocrazia”. Lo ha confermato, durante il proprio intervento, il responsabile vitivinicolo di Coldiretti Mantova Gianni Rondelli, che ha spiegato ai ragazzi del “vivaio”, tra l’altro, anche una delle novità in arrivo, il registro di cantina telematico in vigore dal 1° gennaio 2017.

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In fiera debutta l’Agridispensa di

campagna amica L’Agridispensa di Campagna Amica, un convegno e un “cooking show”: Coldiretti Mantova sarà anche quest’anno tra i protagonisti della Fiera Millenaria. Si comincia sabato 3 settembre con l’inaugurazione del “supermercato” dei produttori agricoli, che grazie alla collaborazione con il Consorzio Latterie Virgilio porteranno in fiera il meglio dell’agroalimentare mantovano: corsie, cestini, una vasta scelta di prodotti e una cassa unica, per fare la spesa velocemente come al super ma con prodotti freschi, genuini e a chilometro zero. Tra gli stand ci saranno, poi, uno spazio di educazione alla Campagna Amica con il gioco delle stagionalità per i bambini e un angolo dedicato al Tour degli esperti di Coldiretti, in cui i tecnici dell’associazione si metteranno a disposizione per quesiti e curiosità. Si prosegue domenica 4 settembre, alle 20, con il cooking show “La salute nel piatto”, attraverso il quale Elisabetta Arcari della scuola di cucina Peccati di Gola aiuterà i partecipanti a sfatare il pregiudizio che i cibi sani non sono gustosi. Durante l’evento proporrà piatti basati sui prodotti tipici mantovani rivisitati in chiave salutistica, svelando gli ingredienti, le preparazioni e le tecniche di cucina più attente alla salute. Segreti di benessere che le imprenditrici di Coldiretti Donne Impresa, promotrici dell’evento, hanno fatto propri grazie al corso “La salute nel Piatto”, tenuto da gennaio a giugno da Elisabetta Arcari e dalla nutrizionista Maria Chiara Bassi. Giovedì 8 settembre, alle 21, si terrà, invece, il convegno “Cibo: lo spreco e l’equilibrio che non c’è”, durante il quale i relatori si confronteranno sul divario esistente tra nord e sud del mondo, tra chi di troppo cibo si ammala e chi, invece, non ne ha a sufficienza per sfamarsi. Nel corso dell’incontro saranno presentate le “agribag” antispreco firmate Coldiretti, Terranostra e Campagna Amica.

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speciale Fiera Millenaria

Dal 3 all'11 settembre torna l'atteso appuntamento con la storica manifestazione. Tante le novità.

fi e ra mi l lenari a : l'agricoltura è qui Sarà una Fiera Millenaria ricca di novità quella che attende il pubblico, a Gonzaga, da sabato 3 a domenica 11 settembre. L'agricoltura è, come sempre al centro, di una manifestazione che ha saputo coniugare il dibattito economico sul settore con le caratteristiche di una vera e propria festa per tutti, avvicinando così il pubblico comune al comparto agricolo, ai suoi protagonisti e alle sue eccellenze. Dopo il successo delle precedenti due edizioni, si allarga lo spazio dedicato ai prodotti tipici di alta qualità del territorio. L'intero padiglione d'ingresso – 2.000 metri quadrati – sarà dedicato esclusivamente al panorama enogastronomico mantovano. Show cooking, incontri, stand dove acquistare i migliori prodotti e persino degustazioni guidate per conoscere da vicino salumi, formaggi, vini e gli altri grandi protagonisti dell'agroalimentare di casa nostra. Si continua a parlare di agricoltura nei convegni e negli altri appuntamenti, organizzati in collaborazione con le associazioni di categoria, per approfondire tutti i temi caldi del momento. C'è poi il consueto appuntamento con la Mostra Bovina che presenta una selezione dei migliori capi da latte provenienti da tutta Italia. In scena anche i cavalli con i grandi spettacoli equestri al maneggio della Millenaria. Lo show prosegue tutte le sere con gli spettacoli gratuiti sul palco di Piazza Grande. Quest'anno la Millenaria si visita anche seguendo i percorsi delle “Mille Vie del Gusto”. L'altra novità assoluta, infatti, sono le mappe tematiche con cui dirigersi alla scoperta di eccellenze, curiosità ed esperienze su e giù per i 120.000 metri quadrati della fiera. E ancora, approda a Gonzaga l'agricoltura sociale, fenomeno in espansione che “sforna” tanti prodotti d'eccellenza, e si consolidano le proposte per i più piccoli. Per i baby visitatori della Millenaria, infatti, ci sono laboratori didattici su terra e cibo nel padiglione Bimbinaria, i percorsi dedicati, la Fattoria di Italialleva per conoscere da vicino gli animali e molto altro. Non mancano l'esposizione delle macchine agricole le bettole storiche, la via dello street food, il luna park, il villaggio delle auto e, naturalmente, la grande esposizione campionaria della Millenaria con 500 espositori.

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www.coldiretti.it


speciale Fiera Millenaria

Musica, cabaret e super-chef, che spettacolo alla millenaria! Le ricette di Simone Rugiati, la musica di Giusy Ferreri, la comicità di Pucci e di Flavio Oreglio. Quest'anno la “lista” degli ospiti alla Fiera Millenaria è ancora più prestigiosa. L'edizione 2016 avrà un testimonial d'eccezione: è lo chef Simone Rugiati, conduttore di tanti programmi di successo sul piccolo schermo e “grande creativo dei fornelli”. Sarà protagonista di uno speciale show-cooking per la Millenaria martedì 6 settembre (dalle 18.30 alle 23.30, padiglione dell'agroalimentare mantovano). Sul palco all'aperto di Piazza Grande, tutte le sere alle 21.30, uno show gratuito. Venerdì 9 va in scena una protagonista della canzone italiana dalla voce ammaliante: Giusy Ferreri con i suoi successi. Ancora grande musica domenica 4 con Nada, accompagnata dal chitarrista

degli Avion Travel Fausto Mesolella. Spazio alla risata in compagnia dei comici Pucci (mercoledì 7) e Flavio Oreglio, accompagnato dalla Scraps Orchestra (giovedì 8). Completano il cartellone i Calaluna con un concerto omaggio a De Andrè (sabato 3), dimostrazioni di mini tennis (lunedì 5), le sigle dei cartoon interpretate da Giorgio Vanni (martedì 6) e la finalissima del concorso canoro Avis “Una voce che si nota” (sabato 10). Gran finale, la domenica, con danza, banda e fuochi piromusicali. Tutti gli eventi sono gratuiti.

INFO E BIGLIETTERIA La Fiera Millenaria di Gonzaga si svolge da sabato 3 a domenica 11 settembre. Tra le novità di quest'anno c'è il biglietto scontato nei giorni infrasettimanali. Da lunedì a giovedì, infatti, si entra a 6 euro. Venerdì, sabato e domenica l'ingresso è 8 euro. Tutti gli spettacoli sono compresi nel biglietto. I bambini fino a 12 anni, invece, entrano sempre gratis. In più, c'è la convenienza dell'abbonamento personale: 10 ingressi al costo di 20 euro. Altra importante novità è la possibilità di acquistare il proprio biglietto in prevendita ed essere, così, sicuri di saltare la coda alle casse. Le prevendite sono aperte su vivaticket.it. Dalla metà di agosto sarà possibile acquistare in prevendita

(direttamente sul sito fieramillenaria.it) anche le degustazioni guidate con vini, salumi e formaggi. Per il programma aggiornato ci sono il sito fieramillenaria.it e la pagina Facebook Fiera Millenaria di Gonzaga. Orari: Sabato 3 settembre dalle 17,00 alle 23,30 Domenica 4, Sabato 10 e Domenica 11 dalle 9,30 alle 23,30 Lunedì 5, Martedì 6, Giovedì 8, Venerdì 9 dalle 17,00 alle 23,30 Mercoledì 7 dalle 9,30 alle 12,30 (ingresso gratuito con accesso alle sole aree esterne) e dalle 17,00 alle 23,30

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agriturismo DUEMILASEDICI

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Qui da noi direttamente da voi: il made in Mantua è“on the road” Il 2016, per il Consorzio Virgilio, si conferma essere un anno ricco di novità. In occasione del suo cinquantesimo, le iniziative intraprese allo scopo di consolidare la propria immagine e di avvicinarsi sempre più ai propri consumatori, sono state numerose e diversificate con una risposta molto positiva in termini di visibilità e posizionamento sul mercato. “Qui da noi”, il cuore della campagna di comunicazione per il 2016, assumerà una significato ancora più forte, grazie alla scelta di intraprendere un nuovo percorso distributivo di vendita diretta, dal Consorzio direttamente al punto vendita: Qui da noi direttamente da voi. Lo scopo è quello di far conoscere sempre più i prodotti Virgilio e la qualità dei propri produttori nonché soci, inoltre sancire il forte legame che unisce Virgilio al suo territorio. Il servizio di vendita diretta sarà la risposta tangibile alle richieste che provengono dal mercato della vendita al dettaglio e della ristorazione e fornirà un servizio di distribuzione

veloce ed efficiente, garantendo con il marchio Virgilio, da 50 anni sulle nostre tavole, prodotti di alta qualità 100% italiani. Da questa settimana, due furgoncini, interamente brandizzati, copriranno inizialmente Mantova e le zone limitrofe.In vendita tutta la gamma del Consorzio Virgilio, dalla cremeria alle due D.o.p. Grana Padano e Parmigiano Reggiano, e una accurata selezione di alcuni prodotti d’eccellenza del territorio mantovano. Questo progetto è un’interessante opportunità per gli agriturismi di Terranostra - Campagna Amica, cioè quegli agriturismi promossi da Terranostra che somministrano nei propri ristoranti solo prodotti agricoli e italiani, di origine garantita e controllata. Ma soprattutto vuole essere uno strumento utile ed efficace per facilitare a rispettare le percentuali d’acquisto, indicate da Regione Lombardia, per quello che concerne l’acquisto di prodotti locali.

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idee

agr

IbIsco, l’agrIturIsmo sboccIato sull’argIne del Po L’azienda agricola dell’Ibisco nasce più di 30 anni fa con l’allevamento di cani di razza Rottweiler. Successivamente, l’azienda si è ampliata con la coltivazione delle terre circostanti, che hanno fatto “sbocciare” l’agriturismo a conduzione famigliare dell’Ibisco, immerso nella riserva naturale del Parco del Mincio, sull'argine del fiume Po. “Il nostro agriturismo nasce dalla passione per la campagna e per la terra, ma soprattutto per ritrovare i sapori di una volta e per il piacere di produrre ciò che ci serve in tavola”, racconta Vanni Tassini. L’Ibisco ha un grande vigneto con il quale produce il Lambrusco "Cal bun" bevuto in tavola e utilizzato per diversi piatti, dagli antipasti al dolce. Poi c’è un grande frutteto misto: la frutta fresca è utilizzata al naturale e per mostarde e marmellate, così come il fragoleto. Mais e frumento, macinati con il mulino a pietra, servono per crescere le galline ovaiole, ma anche per la pasta fresca, il pane casalingo, i dolci e la polenta. Nelle serre funzionanti tutto l'anno, si coltivano verdure di tutti i tipi che vengono trasformate in cucina, e in primavera l’asparagiaia fornisce asparagi gustosissimi, utilizzati dagli antipasti ai primi, fino alle carni. E in estate la terra viene coltivata anche con angurie, meloni, patate, zucche. Seguendo l’argine del fiume Po si ha la possibilità di fare passeggiate a piedi o in

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di Martina Fusari

Azienda Agricola Ibisco

bicicletta, godendo della vista della flora e della fauna che caratterizzano questi luoghi, accompagnati anche dagli amici a quattro zampe, accettati in agriturismo.

giunge Tassini -. Il loro peso è di circa 53 kg per i maschi e 48 kg per le femmine, con altezza al garrese di circa 66/68 centimetri per i maschi e 62/63 centimetri per le femmine”.

l’allevamento di rottweiler

l’allevamento dell’akita americano

All'ombra di un grande ibisco, sonnecchiano 25 esemplari di Rottweiler. Sono i molossi tedeschi di Vanni Tassini che, con l'affisso "Dell'Ibisco" , alleva da più di 30 anni una razza molto amata, “a volte - spiega Tassini - vittima di pregiudizi, ma che mai può lasciarci indifferenti. Selezioniamo cani da compagnia, guardia e utilità, traboccanti di energia, neri focato con pelo corto. Il loro aspetto tarchiato e vigoroso lascia indovinare forza, elasticità e resistenza”. D'umore amabile e calmi, questi cani amano i bambini, si affezionano alla famiglia, sono obbedienti, docili e lavorano con piacere. “I Rottweiler dell'Ibisco godono di un equilibrio caratteriale perfetto – ag-

Non solo Rottweiler: all'allevamento dell'Ibisco quindici anni fa si sono innamorati dell’Akita Americano razza 15 anni fa, quando videro per la prima volta in foto un cane riconosciuto allora in Italia con il nome di Grande Cane Giapponese. Dopo un’iniziale raccolta di informazioni, caratteristiche, carattere e standard, Tassini ha importato dall'America il suo primo esemplare femmina nero/bianca, e fu amore a prima vista. “Da allora – racconta – alleviamo con passione questi cani, eccellenti nello standard e garantiti caratterialmente. Sono affettuosissimi, attaccati alla famiglia e ai bambini e al tempo stesso anche ottimi guardiani”.

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Approvato il

Collegato Agricolo, ecco le novità per le imprese

“Un obiettivo raggiunto dopo quasi tre anni di iter parlamentare per sostenere la competitività delle imprese agricole all’interno della filiera, con la previsione per la prima volta di un innovativo ruolo di rappresentanza delle organizzazioni agricole nei confronti delle industrie che non rispettano le leggi o i contratti”. È il commento del Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato del Collegato Agricoltura, dopo l’ok giunto dalla Camera. “Una misura importante in una situazione difficile di mercato con i prezzi riconosciuti a coltivatori ed allevatori scesi al di sotto dei costi di produzione anche per le scelte irresponsabili di una certa parte di industria - sottolinea Moncalvo -. Semplificazione, innovazione e ricambio generazionale rappresentano peraltro importanti obiettivi fissati dal provvedimento che prevede anche interventi settoriali di particolare rilievo”. Vediamo quali sono le principali novità. Le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale del settore lattiero sono legittimate ad agire in giudizio per la tutela contrattuale degli allevatori che vendono latte crudo al fine di garantire nei contratti di cessione del latte il rispetto delle corrette relazioni commerciali, in particolar modo assicurando agli allevatori una remunerazione che non sia inferiore ai costi medi di produzione. Vengono ridotti da 180 a 60 giorni i termini per la formazione del silenzio assenso nei procedimenti amministrativi di interesse agricolo per i quali le imprese si avvalgano dell’attività dei Caa e si prevede l’obbligo a carico dello Sportello unico per le attività produttive (Suap) di applicare ai procedimenti amministrativi di interesse agricolo le disposizioni regionali di maggiore semplificazione per le imprese agricole rispetto alle disposizioni generali relative all’attività di competenza del Suap. I produttori di oli vergini, extravergini e lampanti destinati ad autoconsumo sono esentati dall’obbligo di tenuta del fascicolo aziendale, sempreché tale produzione sia inferiore a 350 Kg annui. Gli imprenditori agricoli che utilizzano depositi di olio di oliva di capienza non superiore a 6 metri cubi sono esentati dagli adempimenti previsti dalla normativa in materia di prevenzione incendi. È ridotto dal 50 al 40 per cento il numero di imprese agricole partecipanti a un contratto di rete affinché sia possibile l’utilizzo da parte di tali imprese dell’assun-

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giorni contati per il giardiniere fai da te All’interno del Collegato agricolo è stata approvata anche la norma che riconosce per la prima volta in Italia la professione del costruttore e del manutentore del verde. Una svolta storica per sconfiggere il lavoro nero e la concorrenza sleale in un settore dove la crescita della domanda ha favorito spesso le improvvisazioni con danni irreparabili alle piante e ai giardini. Ora per fare il giardiniere sarà necessaria una preparazione riconosciuta legalmente secondo le indicazioni che saranno fissate a livello regionale. Non si tratta solo di un atto legislativo profondamente necessario per la trasparenza ma anche un mezzo a disposizione del comune cittadino per capire chi si trova davanti, se sta affidando il suo spazio verde ad una persona preparata o se sta rischiando con qualcuno che non possiede una competenza adeguata. Un riferimento per il numero crescente di italiani attenti alla cura del verde ma anche per le pubbliche amministrazioni. Il legislatore sta lavorando, inoltre, con l’obiettivo di promuovere un sistema incentivazione, in forma di detrazioni fiscali, per la realizzazione di interventi di manutenzione sulle sistemazioni a verde di pertinenza di unità immobiliari private.

zione congiunta di lavoratori dipendenti per lo svolgimento di prestazioni lavorative presso le relative aziende. È riconosciuto alle Organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, per il tramite delle proprie articolazioni provinciali, il diritto di ottenere dagli Uffici territoriali dell’Amministrazione finanziaria l’elenco delle indennità espropriative giacenti, ossia delle somme dovute a seguito di procedimenti di espropriazione per pubblica utilità di terreni agricoli che risultino non riscosse da oltre dieci anni, al fine di assistere i relativi aventi diritto per l’effettiva corresponsione di tali somme. Viene riconosciuto il diritto di prelazione agraria anche agli imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti alla previdenza agricola che siano proprietari di terreni agricoli confinanti con altri terreni oggetto di compravendita, sempreché su questi ultimi non siano presenti affittuari, compartecipanti o enfiteuti coltivatori diretti. Si amplia il novero delle attività per le quali le imprese agricole possono beneficiare della misura dei Psr relativa alla consulenza aziendale, comprendendovi anche l’innovazione tecnologica ed informatica, l’agricoltura di precisione ed il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario. I Consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi) iscritti nell’albo degli intermediari finanziari e vigilati dalla Banca d’Italia – come nel caso di Creditagri Italia – possono costituire cauzione a favore dello Sato, o altro Ente pubblico, a garanzia di obbligazioni contratte dalle imprese nei confronti di detti Enti. Si definiscono i prodotti derivati dal pomodoro, con la specifica previsione che tali prodotti sono soltanto quelli ottenuti a partire da pomodoro fresco, e se ne disciplina l’etichettatura ed il confezionamento, inasprendo le sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni in tema di prodotti derivati dal pomodoro, ivi compresa la passata di pomodoro. Si introduce la definizione di birra artigianale e di piccolo birrificio indipendente, con contestuale previsione di norme a sostegno della filiera del luppolo. Gli apicoltori che abbiano dovuto distruggere la totalità dei propri alveari in quanto colpiti dal “coleottero degli alveari” possono reintrodurre immediatamente nella zona di protezione lo stesso numero di alveari perduti purché gli stessi siano dichiarati indenni dal suddetto parassita.

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di Elena Poltronieri

Inail, attesa per il bando

agricoltura

Le ditte interessate possono già rivolgersi agli uffici di Coldiretti Mantova

le ditte interessate possono rivolgersi a: elena Poltronieri e alice manfredini tel. 0376/375382-1

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Il Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inail ha approvato le “linee di indirizzo Isi Agricoltura 2016” per l’erogazione a sportello di un finanziamento per il sostegno al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nelle micro e piccole imprese. Questo bando parte dalla necessità di porre maggiore attenzione alle microimprese e imprese del settore agricolo. Per questo settore il precedente bando Fipit (adeguamento di un trattore ai requisiti di sicurezza) ha evidenziato diverse criticità legate essenzialmente al vincolo del regime deminimis oltre al fatto che il bando prevedeva la sistemazione di una sola macchina. Dal momento che nel settore agricolo si è in presenza di un fenomeno infortunistico particolarmente rilevante, Inail ha promosso un’iniziativa parlamentare che ha portato alla istituzione di un Fondo che prevede, per il 2016, 45 milioni di euro e di 35 milioni a decorrere dal 2017 per finanziare investimenti “… caratterizzati da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni di inquinanti, la riduzione del rischio rumore, il miglioramento del rendimento e la sostenibilità globali delle aziende agricole…” L’impegno di Inail, quindi, è quello di pubblicare tempestivamente il bando e, conseguentemente, fissare la data del click day, in modo da rendere possibile la conclusione dell’iter entro l’anno. Il bando avrà le seguenti caratteristiche: - Importo massimo erogabile pari a 60.000 euro, importo minimo pari a1.000 euro. - Sarà estraneo all’applicazione dei limiti di cui al Regolamento (UE) n. 1408-2013 sugli aiuti de-minimis del settore agricolo. - Prevederà l’assegnazione del contributo “a sportello” mediante bandi regionali: quindi sarà analogo come procedura al Bando Isi, ma si differenzierà per il fatto che è specifico per il solo settore agricolo. - Finanzierà l’acquisto di trattori agricoli o forestali o macchine agricole e forestali caratterizzate da soluzioni innovative (abbattimento emissioni inquinanti, riduzione rumore, miglioramento rendimento e sostenibilità globali delle aziende agricole) Per quanto detto questo bando rappresenta per l’impresa un’opportunità “unica” nel panorama delle misure di sostegno alle imprese.


attenzione al gran caldo Ats della Val Padana, allo scopo di fornire informazioni utili per lavoratori e datori di lavoro, ha predisposto, unitamente al Comitato Paritetico provinciale di Mantova, l’opuscolo in quattro lingue “Attenzione al gran caldo” scaricabile dai siti aziendali (www.aslmn.it e www.aslcremona.it) nella sezione Estate sicura e stampabile in formato libretto.

ricordiamo brevemente: Quali sono i segnali di allarme? - Cute calda e arrossata - Sete intensa - Sensazione di debolezza - Crampi muscolari - Nausea e vomito - Vertigini, convulsioni - Stato confusionale - Perdita di coscienza È importante imparare a riconoscere i primi segnali del colpo di calore intervenendo subito con la terapia appropriata: - Chiamare il 118 - Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso - Posizionare il lavoratore all’ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea - Slacciare o togliere gli abiti - Fare spugnature con acqua fresca su fronte, nuca ed estremità - Ventilare il lavoratore - Solo se la persona è cosciente far bere acqua, ancor meglio se una soluzione salina, ogni 15 minuti a piccole quantità - Mantenere la persona in assoluto riposo

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di Alberto Lombardi

Psr, al vie le domande del secondo bando Sul piatto80 milioni Gli uffici di Coldiretti Mantova

pronti a ricevere le richieste di contributo

È stato pubblicato sul BURL il secondo bando per presentare le domande dell’Operazione 4.1.01, relativa alla Misura 4 denominata “Incentivi per investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole”. Il bando è operativo da ieri e sarà possibile presentare le domande fino alle ore 12 del 23 settembre 2016. Rispetto al bando precedente, è stata aumentata la dotazione finanziaria per le aziende non di montagna (da 40 milioni è stata portata a 60 milioni di euro), è stata aumentata la soglia minima di investimento (da 40 mila a 50 mila euro), sono state riviste le tabelle per l’attribuzione del punteggio relativamente alla sostenibilità economica dell’intervento (previste 16 casistiche contro le 8 precedenti) e sono stati esclusi gli interventi di sola rimozione

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dell’amianto. La rimozione e la sostituzione dell’amianto sono ammissibili solo se effettuate nell’ambito di interventi di ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo di fabbricati rurali, ma non sono ammessi i costi relativi allo smaltimento; la rimozione dell’amianto e la conservazione dello stesso in azienda, anche se incapsulato, non è ammissibile. Il materiale deve essere obbligatoriamente smaltito nei siti autorizzati, senza beneficiare di nessun contributo.

In sIntesI – dotazione finanziaria: 80 milioni di euro (20 milioni destinati alle aziende di montagna e 60 milioni per le aziende non di montagna). È prevista la possibilità, qualora si registrassero


delle economie relative al finanziamento delle domande connesse ad una delle due graduatorie, di metterle a disposizione per il finanziamento delle domande dell’altra graduatoria. – termine di presentazione della domanda: dal 13 luglio alle ore 12.00 del 23 settembre 2016. – condizioni per presentare la domanda: essere in possesso dell’attestato di qualifica di Imprenditore agricolo professionale (anche sotto condizione) e del titolo abilitativo agli interventi edilizi (permesso di costruire o ristrutturare) – Principali interventi ammessi: nuova costruzione, ristrutturazione e restauro fabbricati rurali (escluse abitazioni, uffici e strutture agrituristiche, scuderie, maneggi e interventi non determinabili separatamente relativi a fabbricati utilizzati per l’attività agricola in combinazione con altre attività non agricole); costruzione di nuove serre o tunnel; impianto di colture arboree specializzate pluriennali (frutteti) con contestuale realizzazione di impianti antigrandine (esclusi vigneti e interventi realizzabili con il sostegno delle OCM); adeguamento impiantistico di livello superiore a quello definito dalle norme vigenti; acquisto/realizzazione di impianti e dotazioni fisse installate in modo permanente; acquisto di nuove macchine e

attrezzature che consentano un significativo impatto positivo sull’ambiente che consentano una riduzione di quantità di fertilizzanti e/o prodotti fitosanitari applicati e delle emissioni connesse all’ utilizzo di questi prodotti; diffusione e miglioramento delle tecniche colturali di minima lavorazione e di semina su sodo; gestione dell’azoto presente negli effluenti di allevamento; realizzazione di strutture per la protezione delle colture dai parassiti; acquisto di capannine agrometeorologiche per la realizzazione della gestione agronomica e fitosanitaria delle colture; acquisto di strumenti per la riduzione degli inquinanti puntiformi da prodotti sanitari (biobed); acquisto di apparecchiature e strumentazioni informatiche relativi agli investimenti sopra citati e spese di certificazione dei sistemi di qualità ISO14001, EMAS E GlobalGap. – Importo di spesa minimo per le aziende: 50 mila euro. Il massimale di spesa ammissibile a contributo per ogni beneficiario è di 3 milioni di euro per domanda, di cui non oltre 1 milione per investimenti relativi alla trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti aziendali e 6 milioni per l’intero periodo 2014/2020. – Percentuale del contributo a fondo perduto: 35% del-

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1)

2) 3) –

la spesa ammessa (elevato a 45% per aziende condotte da giovani agricoltori beneficiari del sostegno dell’Operazione 6.1.01). Per gli investimenti relativi alla trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti aziendali, il contributo sarà per tutti il 35%. criteri di valutazione: le domande verranno ordinate in due graduatorie a livello regionale, una per le “aziende di montagna” e una per le “aziende non di montagna”. L’attribuzione del punteggio avverrà valutando nell’ ordine: Requisiti qualitativi degli interventi richiesti e illustrati nella relazione tecnica (piano aziendale): sarà necessario raggiungere almeno 30 punti. Comparto produttivo Caratteristiche del richiedente e dell’azienda. termine per la realizzazione degli interventi: 24 mesi dalla data di pubblicazione sul BURL dell’atto con cui la Regione Lombardia ripartisce i fondi, prevista entro il 10 febbraio 2017. La Direzione Generale Agricoltura, comunicherà tramite PEC, direttamente all’azienda agricola la concessione del finanziamento.

documentaZIone da allegare alla domanda: Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti in formato compresso e non modificabile (ad es. tipo PDF o JPEG): 1) Piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola, dove verranno indicati: il mercato e la strategia commerciale attuale, il processo produttivo aziendale, il programma degli investimenti, il processo produttivo post investimenti, l’organizzazione aziendale prevista dopo l’intervento, descrizione dei mercati in cui si intende operare, eventuali interventi di assistenza tecnica, il conto economico riclassificato prima e dopo l’investimento; 2) Progetto delle opere e degli impianti firmato dal tecnico progettista iscritto all’albo professionale, corredato da disegni

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delle opere e layout degli impianti; 3) computo metrico analitico estimativo delle opere, redatto dal tecnico progettista, utilizzando il prezzario della C.c.i.a.a. della provincia, abbattendo le tariffe del 20%; 4) copia del titolo abilitativo agli interventi edilizi (permesso di costruire o ristrutturare); 5) tre preventivi di spesa, nel caso di acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e attrezzature edili non compresi nel prezzario della Camera di commercio. I preventivi devono essere indirizzati al richiedente, redatti su carta intestata dei fornitori, timbrati e firmati, datati, riportare il periodo di validità dell’ offerta (che deve essere successiva alla data di presentazione della domanda) e riportare la descrizione analitica della fornitura. Dovranno essere tre fornitori diversi, prodotti comparabili, ed i prezzi effettivi praticati, non i prezzi di listino. Nel caso di beni altamente specializzati, per i quali non sia possibile reperire più preventivi, un tecnico qualificato dovrà predisporre una dichiarazione apposita che attesti l’impossibilità di individuare ditte concorrenti, allegando una relazione tecnica giustificativa. 6) dichiarazione sostitutiva di atto notorio, relativa all’autorizzazione del proprietario ad effettuare gli interventi, qualora il richiedente sia un soggetto diverso (ad es. l’affittuario); 7) dichiarazione sostitutiva di atto notorio, di non avere richiesto, per gli interventi oggetto di contributo della presente operazione, il finanziamento anche con altre fonti di aiuto. 8) Valutazione di incidenza per investimenti interessanti siti di rete natura 2000. Per informazioni e per la predisposizione delle domande di contributo contattare gli uffici di coldiretti mantova. alberto lombardi, tel. 0376 375420 e alessandra beltramini, tel. 0376 375383.


di Erika Mazza

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notiziein

breve consumI, la sPesa alImentare cresce 3 Volte la medIa

La spesa alimentare delle famiglie aumenta con un tasso dell’1,2%, pari a tre volte la media. E l’aumento più consistente riguarda gli acquisti di frutta, che crescono addirittura del 4,5%. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla spesa per consumi delle famiglie, che complessivamente secondo l’Istat nel 2015 cresce dello 0,4%. La frutta e la verdura si classificano

come principale voce di spesa degli italiani, davanti alla carne che dopo anni fa segnare un’inversione di tendenza con un leggero aumento dell’1 %. La spesa alimentare è la principale componente del budget delle famiglie dopo l’abitazione, con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un importante indicatore dello stato dell’economia. Il cambiamento deve ora trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti, che in molti casi si trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione. (fonte: www.ilpuntocoldiretti.it).

gIÙ l'IVa su tartuFo, PIante e orIgano, scongIurato Il raddoPPIo sul basIlIco Si riduce l’Iva sulle piante di basilico, rosmarino e salvia, per l’origano a rametti e sul tartufo mentre viene scongiurato il raddoppio dell’imposta su basilico, rosmarino e salvia freschi. Si è risolto positivamente il caso delle aliquote sulle aromatiche che per diversi mesi hanno tenuto con il fiato sospeso i produttori, dopo l’avvio di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. L’Ue, in sostanza, aveva chiesto all’Italia di alzare l’Iva al 10 per cento su basilico, rosmarino e salvia destinati alla vendita. Un rischio contro il quale Coldiretti è intervenuta con una serie di proposte che sono state recepite dalla Legge Europea appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale. L’art. 21 modifica le aliquote Iva applicabili al basilico, al rosmarino, alla salvia freschi destinati all’alimentazione, ma anche quelle relative alle piante allo stato vegetativo della stessa specie. In particolare, la norma scongiura il

passaggio dell’aliquota Iva al 10% per basilico, rosmarino e salvia freschi destinati all’alimentazione e la fissa nella misura del 5%. L’Iva sulle piante di basilico, rosmarino e salvia scende dal 10% al 5 %, mentre quella sull’origano a rametti o sgranato passa addirittura dal 22% al 5%. Ma la nuova Legge Europea prevede importanti novità anche per quanto riguarda i tartufi, la cui aliquota viene abbassata dal 22% al 10%, viene eliminato il meccanismo dell’autofatturazione con Iva indetraibile per gli acquisti dai raccoglitori occasionali; per questi ultimi viene introdotto un nuovo sistema di tassazione.

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Giu anno n.6 2016


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Lug anno n.7 2016



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