Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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MICHEL BOUCQUILLON SPECIALE SALONE

VICTORIA 73 HOUSE

*ENGLISH TEXT TRIMESTRALE - ANNO 6 - APR/MAG/GIU 2012 - N. 50 Q U A RT E R LY - Y E A R 6 - A P R / M AY / J U N 2 0 1 2 - N . 5 0

The italian magazine of interior design delivered worldwide

CARRARA MARBLE WEEKS


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EDITORIALE

DI-DESIGN

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Nel corso degli anni mi è capitato di sentire ogni genere di definizione riguardo agli oggetti “di-design”, compresa l’affermazione che il design avesse a che fare con il semplice gesto di “disegnare”… inoltre, sembra tendenza diffusa pensare che più un oggetto risulta complesso nella sua costituzione, maggiore è il valore “di-design” che acquisisce. Ebbene, penso che non ci sia niente di più fuorviante. E’ innegabile che ultimamente si sia fatto un utilizzo dilatato (e improprio) di questo termine, più che altro riferendosi al lato puramente estetico di un oggetto, forse come conseguenza, a mio avviso, di un bisogno di distinzione elitaria del Made in Italy che, avendo perso il suo ruolo da “tronista” nella moda, ha pensato bene di ottenere una qualche forma di rivendicazione tramite lo sfruttamento del mondo del progetto. Così, se oggi un qualsiasi complemento esprime una forma estetica di minima attrattiva si parla di oggetto “di-design”, ignorando completamente quelle conditio sine qua non che rendono giustificabile e appropriata l’associazione con tale termine. D’altronde, è indicativo rendersi conto che la parola inglese “design” non è traducibile, né in italiano né in nessun’altra lingua del mondo, in quanto non si riferisce a un unico aspetto, ma al contrario esprime un insieme di caratteristiche inscindibili una dall’altra che devono coesistere con un certo “equilibrio” nello stesso oggetto. In realtà, è impensabile districare dal Design aspetti quali qualità, estetica e funzionalità, perché essi rappresentano i minimi comuni denominatori dello spessore progettuale che sottende la creazione di qualsiasi oggetto degno di questo termine. In altre parole, diviene lecito fare riferimento al Design nel momento (e solo in questo caso) in cui questi aspetti sono identificabili nello stesso oggetto e, soprattutto, quando la loro convivenza esprime un’armonia d’insieme. In tale caso si può parlare concretamente di Design. Altrimenti non faremo altro che continuare a riempirci la bocca con frasi di-design.


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DI BRUNO

OBIETTIVI SEMPRE NUOVI, ANCHE DIFFICILI, ESPLORARE TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA, SCOMMETTERE SU MATERIALI POCO CONOSCIUTI O NON MOLTO UTILIZZATI. E’ PARTENDO DA QUESTI PRESUPPOSTI CHE È NATA LA BRUNO FATTORINI & PARTNERS, STUDIO DI PROGETTAZIONE, MA ANCHE LABORATORIO DI RICERCA E LUOGO DI SPERIMENTAZIONE.

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ANTICIPAZIONI DEL SALONE DEL MOBILE “LE MIGLIORI PROPOSTE CHE POTRETE AMMIRARE IN OCCASIONE DELLA KERMESSE MILANESE” DI IVAN GRANOLLA

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B&B ITALIA B&B ITALIA NASCE NEL 1966 DALL’INTUITO DI PIERO AMBROGIO BUSNELLI, NOTO E CARISMATICO IMPRENDITORE. NONOSTANTE LA SUA PRODUZIONE FOSSE SPECIALIZZATA E LIMITATA ALL’AMBITO DEGLI IMBOTTITI, L’AZIENDA SI È IMMEDIATAMENTE GUADAGNATA UN POSTO SOTTO I RIFLETTORI NEL SETTORE DEL DESIGN NAZIONALE E INTERNAZIONALE. SOLO DOPO ESSERSI APERTA A NUOVE ESPERIENZE CREATIVE E AVER SVILUPPATO UNA SPICCATA COMPETENZA NEL SETTORE, L’AZIENDA HA INTRODOTTO NEL PROPRIO VENTAGLIO DI OFFERTE ANCHE PRODOTTI DELL’ARREDO DOMESTICO PER INTERNI, ESTERNI E SOLO DI RECENTE ANCHE PER LO SPAZIO CONTRACT. I PRODOTTI B&B RISPONDONO IN MANIERA EFFICACE ED ECLETTICA ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELL’ABITARE, COMBINANDO ALLA PREGIATA FATTURA MADE IN ITALY UNO SPIRITO CREATIVO, MODERNO E DI UN’ADATTABILITÀ TALE DA RENDERLI IMMORTALI, SENZA TEMPO. LA COLLABORAZIONE CON DESIGNERS INTERNAZIONALI HA INCENTIVATO LA PRODUZIONE DI ELEMENTI DI QUALITÀ RICONOSCIBILE, CHE SONO VALSI ALL’AZIENDA NUMEROSI RICONOSCIMENTI TRA CUI QUATTRO COMPASSI D’ORO, DI CUI UNO NEL 1989 “PER IL COSTANTE LAVORO DI INTEGRAZIONE SVOLTO AL FINE DI CONIUGARE I VALORI DELLA RICERCA TECNICO SCIENTIFICA CON QUELLI NECESSARI ALLA FUNZIONALITÀ ED ESPRESSIVITÀ DEI PRODOTTI”. B&B ITALIA È ATTUALMENTE MEMBRO DELLA FONDAZIONE ALTAGAMMA, CHE RIUNISCE TUTTE LE AZIENDE RIGOROSAMENTE ITALIANE E DI FAMA INTERNAZIONALE CHE PUNTANO AD ESSERE AVANGUARDISTI PER UN TARGET ELEVATO DEI PRODOTTI DEL DESIGN MADE IN ITALY.

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B&B ITALIA, www.bebitalia.it

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CASATREND 59

MICHEL

BOUCQUILLON DI ARIANNA MALAGOLI

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AGENDA MILANO DESIGN WEEK BY BIKE

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DESIGN ADDICTED di Rachele Morris

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PLACE GOD SAVE THE FOOD di Andrea Paracucchi

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NEWS SHARE di Ivan Granolla

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CAR DESIGN di Valerio Cometti

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INTERIORS VICTORIA 73 HOUSE di Paolo Ruggiero

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TREND EXPANDPOUF di Ivan Granolla

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FROM MILAN MILANO CENTRALE di Paolo Festa

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FOCUS OIO di Gabriele Gandolfi

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10+ ROSSANAdi Gabriele Gandolfi

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CARRARA MARBLE WEEKS di Arianna Malagoli

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SPECIALE SALONE DEL MOBILE di Ivan Granolla

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CHECK THIS OUT WATERPROOF ART PANELS di Alex Scacchetti

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EVENTI CRISTALPLANT di Rachele Morris

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CHIACCHIERE DI ARCHITETTURA di Paolo Armenise

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SPOT LIBERI IN CUCINAdi Gabriele Gandolfi

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NEW PROJECT LA MISE di Rachele Morris

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FOOD TREND di Lisa Casali

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FLASH SNOHETTA di Arianna Malagoli

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FROM ROME di Paolo Stella

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ENGLISH TEXT

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POINT OF VIEW ECCENTRICAdi Riccardo Diotallevi

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NEW MATERIALS DALLA SPERIMENTAZIONE DEI MATERIALI AL PROGETTO di Bruno Fattorini e Robin Rizzini

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CONTRIBUTORS

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PEOPLE MICHEL BOUCQUILLON di Arianna Malagoli

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NO PRODUCER CAMEL LIGHT di Gabriele Gandolfi

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INDIRIZZI

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n.50 - APR-MAG-GIU 2012

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SPECIALE

NEW MATERIALS

DI PAOLO RUGGIERO, FOTO DI SAOTA ARCHITECTS

VICTORIA 73 HOUSE

CONTENUTI

sommario


design emiliana martinelli

pistillo outdoor 5 CASATREND

w w w. m a r t i n e l l i l u c e . i t


MILANO

DESIGN WEEK BY BIKE IL FUORI SALONE QUEST’ANNO è I N B I C I C L E T TA

L E B I C I C L E T T E S I R I N N O VA E FESTEGGIA LA SETTIMANA DEL MOBILE C O N L A S E R ATA B O O K B I K E

AGENDA

Le Biciclette, storico cocktail bar e ristorante milanese, si presenta AD OGGI completamente rinnovato nel look - sempre dalla personale atmosfera old style - e nella gestione, affidata allo storico patron Ugo Fava e ad Andrea Meoni. In occasione del Fuori Salone 2012 Le Biciclette propone LA Serata Bookbike, in programma mercoledì 18 aprile alle ore 19.00 E in onore della presentazione dell’omonima ed esclusiva libreria porta-bici. Nata da un’idea dello stesso Ugo Fava in collaborazione con l’arch. Tommaso Rossi, Bookbike è già diventata oggetto di culto per gli amanti delle due ruote. Una data da segnare. per info: Le Biciclette – Via Torti 1, Milano – 02.8394177

TA G M I P R E S E N TA FIX YOUR BIKE tagmi, studio nato a Milano dall’incontro tra Danilo Leonardi, interior e industrial designer, e Valentina Antinori, graphic designer, al fuori salone presenta Fix Your Bike, progetto ideato per personalizzare la propria bicicletta. IL kit di customizzazione, COMPOSTO DA 7 pezzi, è REALIZZATO IN UN particolare film polimerico di lunga durata (fino a 5 anni) ED è COMPLETAMENTE PERSONALIZZABILE. L’EVENTO AVRà LUOGO IN viale Monte Nero 26, circuito di PortaRomana (MI), DA MARTEDì 17 A DOMENICA 22 aprile, DALLE ORE 10.30 ALLE ORE 19.30. INFO SU WWW.TAGMI.IT

Tre guide esperte del settore, le esposizioni più rappresentative della settimana milanese del design e i modelli di punta dello storico marchio di dueruote Rossignoli. L’iniziativa si ripeterà per tre giorni, dal 19 al 21 aprile, con tour guidati di dieci persone per ciascun giorno, dalle 9.00 alle 12.30. Info e biglietti online sul sito www.innerdesign.com 6 CASATREND


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SHARE DI IVAN GRANOLLA

L’idea di Share, la sedia condivisibile, nasce in Svezia dalla mente geniale di Thomas Bernstrand, designer rinomato a livello internazionale.

NEWS

Share è l’ennesima acuta trovata d’origine nordica che dà modo di pensare che, lassù, forse siano davvero nostro malgrado dieci passi avanti. L’idea di base è semplice e applicabile in tutti quei paesi dove, come in Svezia, la cittadinanza è profondamente votata al rispetto nei confronti dei beni pubblici. Share è infatti una leggerissima sedia metallica progettata per essere disponibile a tutti per qualunque evenienza. Disegnata per incastrarsi perfettamente con modelli dello stesso tipo, con Share si possono formare lunghe file di elementi connessi tra loro da sistemi di aggancio in tutto e per tutto simili a quelli dei più comuni carrelli di supermercati e aeroporti. Il meccanismo e il concetto sono esattamente gli stessi: si inserisce una moneta – che spinge i fruitori a restituire l’oggetto -, si utilizza la sedia e la si ripone con gran facilità aggiungendola alla fila già definita o fissandola direttamente alla colonnina portante inamovibile. Il design di Share è semplice e efficace, con colori accesi per rendere più allegri gli spazi aperti nei quali è inserita, che siano essi parchi pubblici, centri cittadini o centri commerciali. I pregi sono altrettanto stupefacenti, a partire dalla sua flessibilità che, a differenza delle panchine fisse, permette di scegliere dove posizionarla secondo le proprie esigenze, potendo stare così ora a godere sole, ora a riposare in una fresca zona ombrosa, ora ancora ad ammirare un panorama suggestivo. Le sedie Share sono leggere alla vista, facilmente ripulibili, resistenti alle intemperie e poco ingombranti. Share è una soluzione divertente e pratica per gli ambienti pubblici; basterebbe solo un po’ di voglia di Condivisione.

Thomas Bernstrand, www.bernstrand.com 8 CASATREND


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e x p a n d pouf DI IVAN GRANOLLA - IMMAGINI FOTOFIORE

Grazie alla realizzazione in Spandex Du Pont, una microfibra sintetica dalla spiccata elasticità e resistenza, Expandpouf si è guadagnato il titolo di prima seduta ‘attiva’ nel campo degli imbottiti di design. L’esperienza e lo studio materico alle spalle di questo prodotto gli hanno conferito l’incredibile possibilità di allungarsi in tutte le direzioni mantenendo una consistenza uniforme, in grado di adattarsi e seguire continuamente gli spostamenti del corpo di chi ne usufruisce. Da qui il significato di ‘sitting attivo’, definito dall’interattività ‘viva’ del prodotto. L’aspetto esteriore tiene fede all’alto livello di comfort offerto, presentando un design futuristico, originale e adattabile a ogni soluzione d’arredo, che sia indoor o outdoor, altamente decorativa o minimale. L’eliminazione della cerniera esterna lungo il profilo del pouf, sostituita da una struttura tubolare dello stesso materiale della restante seduta, gli conferisce un aspetto uniforme e compatto. La possibilità di avvolgere il morbido nucleo

TREND

in una cover esterna permette altresì di lasciarlo sempre pulito e di variare in maniera semplice ed

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efficace i pattern grafici del tessuto, a seconda delle esigenze e tendenze del momento. Presente nella versione standard ‘Sphere’, in quella allungata ‘Stone’ utilizzabile anche come chaiselongue, e nella versione per più persone ‘Expandpool’, il pouf è configurabile in cinque diverse dimensioni.

ExpandPouf, www.expandpouf.com



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DI GABRIELE GANDOLFI

ROSSANA APRE IL NUOVO SHOWROOM A MILANO Rossana è il monobrand italiano specializzato nella produzione e la distribuzione di cucine d’alto livello, indirizzate a un target dal gusto raffinato e pratico. Seppur il marchio sia inserito perfettamente nel panorama del design internazionale già da cinquant’anni, è dal 2009, con il rilevamento dell’azienda da parte di Emanuel Colombini, che Rossana ha raggiunto i vertici della distribuzione e del riconoscimento, espresso in termini concreti con la diretta collaborazione con pilastri del design e della comunicazione, come INTERNI e Elle Decor. Ad ulteriore conferma del riscontro ottenuto da parte del suo vasto pubblico, Rossana apre il nuovo showroom monomarca a Milano, capitale indiscussa del design made in Italy e fulcro del fermento creativo del settore. Lo spazio, curato dall’architetto Massimo Castagna – art director dell’azienda – si apre sulla centralissima Via Turati con tre importanti e artistiche vetrine su strada. L’interno si sviluppa su 300 mq e 50 mq di servizio nel piano interrato, presentando combinazioni cromatiche e materiche dall’aria calda, accogliente e suggestiva, grazie all’utilizzo della pietra fiammata e le rifiniture in cemento. Nel negozio hanno trovato spazio espositivo i sistemi più recenti e apprezzati, cavalli di battaglia dell’azienda: HD23, ETNA, HT50, TU23 e DC10, piccola rappresentanza di un ventaglio più ampio di scelte che spaziano dalla cucina tecnica a quella in legno e quella architettonica. In occasione dell’inaugurazione, avvenuta in data 20 marzo 2012, è stato organizzato un interessante show-cooking in collaborazione con chef estrosi che, in live, hanno dato vita alle cucine esponendo ai riflettori la loro personale arte. Il fine dell’evento era di sottolineare come le creazioni Rossana non siano semplicemente elementi di pura estetica fatti limitatamente per essere guardati, ma come siano piuttosto arredi comunicativi, da vivere e utilizzare con facilità. Showroom Rossana, via Turati 6 – 20100 Milano – Tel. 02 62695088 Rossana, www.rossana.it

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ASTA / Stainless steel AISI 316L Design Romano Adolini www.ceadesign.it

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WATERPROOF ART PANELS di ALEX SCACCHETTI, designer

CHECK THIS OUT

Da sempre è innata la volontà di lasciare un segno indelebile nel mio presente e nel futuro che verrà, cercando di dare un senso effettivo e concreto alla mia creatività e capacità artistiche.

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Capacità non solo manuali ma anche manageriali, con la forte ambizione di raggiungere un obiettivo ben definito nel mio orizzonte: la creazione di un brand unico nel suo genere che mixa e conquista nuove forme artistiche e fonde i diversi mondi e contaminazioni stilistiche che mi appartengono e mi formano. Questo sogno ho ben presto capito che non potevo realizzarlo puntando sui nostri tanto amati ON CANVAS ART PANELS, bensì cercando di mettere sul mercato internazionale un’idea che avevo nel cassetto da un pò. Nascono circa due anni fa i nostri WATERPROOF ART PANELS, art works realizzati su lastre di alluminio composito e lavorati tramite la tecnica solitamente usata per i nostri classici pannelli decorativi in tela. Portare l’arte dove non è mai arrivata, conquistando scene e luoghi non convenzionali per essa, vivendola ed indossandola come un vestito di alta moda, ma il corpo in questo caso sono le nostre abitazioni, i luoghi commerciali pubblici e privati che ci circondano, che mai appunto hanno visto abbinare in maniera così decisiva l’arte, al design, alla funzionalità. Questa è la mia mission! Trasportando le mie elaborazioni foto&grafiche su metallo, poi ridipinte a mano e impermeabilizzate da livelli di lucida resina UV, in cui includo svariati tipi di materiali, quali pigmenti metallici, glitters, minerali semipreziosi e sabbie. Le immagini che lavoro sono presentate in collezioni tematiche, che studio attentamente per accontentare più gusti, spaziando in ciò che mi piace maggiormente. Un mix di moda, fotografia, design, architettura, usanze ... in una parola: LIFESTYLE. Penso molto a quello che piace principalmente a me stesso, cercando di plasmare i miei gusti al linguaggio dell’interior design odierno; incrociando diversi stili e tradizioni, usanze anche culturalmente opposte ma unite dalla mia visione stilistica, amalgamate delle scale cromatiche che più preferisco. Ritengo che la mia arte sia un mix continuo di emozioni, un’onda irreversibile che cambia e si amalgama in base all’ambiente dove poi definitivamente si posa, frastagliandosi in simbologie, sensuali visi sino ad arrivare al concetto dell’acqua in tutte le sue forme. Sono attratto da come finalmente l’arte ha portato a cambiare le nostre usanze, i nostri stili di vita, la sua concezione ... appunto per questo il mio impegno è di farle vivere nuove sfide, farle conquistare nuove destinazioni.


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LIBERI IN CUCINA L’evoluzione arriva per tutti, nessuno escluso. Vi erano giorni in cui ‘mangiare in giardino con gli amici’ era sinonimo di griglia, carbonella e birra in compagnia, con l’unico scopo di deliziarsi con il piacevole profumo della carne - secondo solo al suo sapore - e di godersi l’ambiente campestre sempre gradevole e suggestivo. Oggi ci si muove lontani dal sentimentalismo, in favore di esperienze più pratiche e comfortevoli; ed è appunto per tutti gli amanti della ruralità ma che non riescono a rinunciare alla prati-

SPOT

DI GABRIELE GANDOLFI

cità della metropoli, che Alpes ha creato la collezione Liberi in Cucina, ricca di elementi kitchen per indoor e outdoor dal design essenziale e dall’inestimabile qualità materica e manifatturiera. Questo elemento su ruote è dotato di ben tre diverse fonti di cottura: piastra, bruciatore a gas a tripla corona e friggitrice, tutti corredati da coperchi in legno che li nascondono alla vista e li proteggono dagli agenti esterni. Composto da un unico blocco freestanding tutto in acciaio inox, il prodotto presenta nella parte sottostante due cassetti alti e due ripiani estraibili, con superficie disegnata a rilievo per impedire lo scivolamento degli oggetti. Le ruote sono fornite di un pratico sistema di bloccaggio che ne facilita gli spostamenti. Facilmente ripulibile, igienico, ben proporzionato e leggero alla vista nonostante le sue dimensioni ed il suo aspetto massiccio. Un must all’avanguardia al quale non si può rinunciare.

Alpes, www.alpesinox.com Liberi in cucina, www.liberiincucina.com

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SNØHETTA FIRMA IL NORVEGIAN WILD R E I N D E R C E N T R E PAV I L L I O N DI ARIANNA MALAGOLI

FLASH

SnØhetta, www.snoarc.no

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Su mandato della Norwegian Wild Reindeer Foundation lo studio SnØhetta ha progettato questo suggestivo padiglione d’osservazione a Hjerkinn, un villaggio nel Dovre in Norvegia, uno dei posti più secchi del paese. Lo scopo principale dell’edificio di 75mq è quello di fornire riparo per scolaresche e visitatori, così come per le guide alpine che tengono conferenze sulla fauna e la storia dell’altopiano. Infatti, Dovre è la patria di mandrie di renne selvatiche, buoi muschiati, volpi artiche e una varietà di specie botaniche endemiche. Una lunga storia piena di viaggiatori, tradizioni di caccia, attività estrattive e militari hanno lasciato la loro impronta su questa terra. Oggi, il turismo moderno e tempo libero continuano a modellare il paesaggio culturale di questo luogo. Così, paesaggi naturali e cultura costituiscono la base dell’idea architettonica, mentre la progettazione dell’edificio si basa su un contrasto tra un guscio esterno rigido e una forma organico morbida l’interno. Un nucleo in legno è posto all’interno di una cornice rettangolare di acciaio grezzo e vetro. Il nucleo è a forma di roccia o di ghiaccio, che viene erosa da forze naturali come vento e acqua corrente. La sua forma crea un luogo di ritrovo protetto e caldo, pur conservando l’accesso dei visitatori alla vista spettacolare. Un’enfasi particolare è posta infatti sulla qualità e durabilità dei materiali in modo che l’edificio sia in grado di sopportare il clima rigido.


OVUNQUE TI TROVI...

WWW

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casatrendmagazine.it


giulio iacchetti, designer

POINT OF VIEW

ECCENTRICA disegnare l’aria

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Testo di RICCARDO DIOTALLEVI Responsabile Marketing Elica

Dal tema dell’aspirazione in cucina parte l’idea, condivisa con Giulio Iacchetti, rivolta alla problematica della distanza che separa la cappa dal foro murario d’uscita dell’aria. Nasce così un progetto intorno ad un bisogno nel quale un elettrodomestico, relazionandosi con l’architettura, vuole assolvere al meglio il suo scopo primario: portare i fumi e i vapori della cottura al di fuori della cucina. La cappa aspirante vive e svolge bene il proprio ruolo nella buona relazione tra piano cottura e foro di evacuazione dell’aria (+fornitura elettrica), posizionati spesso in scenari preordinati, non sempre progettati a dovere. Eccentrica è il nome del sistema che intende risolvere il problema del “fuori asse” tra foro murario e i fuochi. Il sistema si articola tra la cappa posta sopra il piano cottura e il motore, posizionato invece nel foro murario, più una sottile tubazione che li collega. E’ possibile disegnare il percorso dell’aria attraversando la sagoma dei pensili o gli spigoli murari della cucina per arrivare al motore e al foro stesso. La scelta della via di collegamento verte su semplicità e linearità, regole di un gioco compositivo in cui l’elemento principale è l’aria. La cappa è un setaccio cilindrico che aspira fumi filtrando i grassi, da qui un tubo rettangolare allungabile può ruotare per allinearsi con il foro e collegarsi con un tamburino dove c’è il motore. Se invece il foro è più distante, posto su una parete o il soffitto adiacenti, è possibile inserire nella tubazione degli snodi per svoltare il percorso. Il gioco è fatto, il motore aspira a distanza, un vantaggio in termini di sicurezza e di riduzione sonora percepita dal cuoco. Anche la luce è un elemento studiato con Giulio per Eccentrica, infatti una fluorescenza circolare a basso consumo, posta nella cappa setaccio, illumina sia la preparazione dei cibi che l’ambiente sovrastante. Ruolo del design è rivolgersi al bisogno, alla proposizione di quei prodotti che possono alzare il livello qualitativo del vivere, come quello dell’aria e della luce. Eccentrica System porta un’innovazione funzionale e pone una riflessione pragmatica nella relazione tra industria e ambiente reale. Il mondo s’industria per produrre beni di servizio e non più di consumo. Un grazie a Giulio, grande umanista e a Elica, industria dell’aria.


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Elica, www.elica.com


MICHEL

BOUCQUILLON DI ARIANNA MALAGOLI

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Penso che se la casa di Donia e Michel Boucquillon fosse una canzone, molto probabilmente suonerebbe le note di “To build a home” dei Cinematic Orchestra & Patrick Watson. In certe case la poesia trasuda dai muri, ma in questo caso, l’avverti ancora prima di arrivare. Per giungere all’ingresso, devi percorrere una stradina stretta che sale il colle seguendo un muro di cinta che rievoca i paesaggi fiabeschi, fino su e poi ancora avanti attraversando il bosco fino allo sterrato che conduce alla casa di vetro e pietra, dove si è accolti dalla magia immacolata della vista dell’intera vallata, Lucca in sottofondo, che quasi non ti accorgi di aver trattenuto a lungo il fiato. Qui trovo Michel che mi viene incontro. Alle sue spalle, una struttura delimitata da vetrate a tutt’altezza che permettono allo sguardo di proseguire oltre. Dopo un caffè con Donia e una visita degli spazi interni, ci sediamo fuori, al sole. Chiedo a Michel come hanno trovato questo posto e perché proprio qui… Per me è iniziato tutto una volta finiti gli studi, nell’86, quando sono venuto a Firenze due anni per lavorare nello studio di Paola Liani. Sono stati due anni eccezionali, dove ho imparato tantissimo e ho provato il vero piacere di stare in Italia. Poi, mentre ero qui, ho partecipato a un concorso di architettura per il nuovo Parlamento Europeo e l’ho vinto, quindi nel giro di pochissimi giorni sono dovuto scappare a Bruxelles, senza salutare nessuno, per costituire una squadra che lavorasse a questo progetto che mi ha assorbito totalmente per sei anni. E’ stato un progetto enorme, un edificio di 86.000mq… avevo 26 anni e ho dovuto gestire l’intero progetto! E’

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stata una bellissima avventura, ma appena avevo un attimo di tempo libero pensavo all’Italia o venivo in Italia, perché qui avevo mantenuto degli amici molto cari, che ci sono anche oggi… ma il ricordo dell’Italia era sempre lì, una piccola fiamma, una scintilla che rimaneva accesa… poi quando ho incontrato Donia (che è per metà tunisina e metà belga) e la sua chiarezza a proposito dell’idea di non abitare tutta una vita in Belgio, unita al mio desiderio di ritrovare magari un giorno questo piccolo sogno italiano, si sono trovati. Quindi è stata una scelta emotiva? Totalmente. Sì, era una decisione che legava la voglia di Donia di tornare verso i paesi del sud e il mio desiderio di tornare in Italia per avvicinarmi al design, che è sempre stata una delle mie passioni. Poi, un anno eravamo a Genova in vacanza e degli amici ci hanno convinti a visitare Portofino… eravamo in macchina e io sentivo che il giorno era quello…le volevo chiedere di sposarmi, ma lungo la strada ero preoccupatissimo perché non sapevo come, quando, perché… ero concentratissimo e accanto a me c’era Donia che continuava a guardare fuori dal finestrino e esultare “guarda che bello qui”, “che bello lì”… tanto che, una volta arrivati a Santa Margherita, mi ha chiesto: “hai visto che bello?” e io mi ricordo solo che non avevo visto niente! Poi abbiamo fatto un giro, siamo andati a visitare la chiesa e all’uscita… le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto sì. Al ritorno ci siamo fermati a Santa Margherita e le ho detto che se voleva potevamo trasferirci a vivere lì… in quel momento si volava, non toccavamo terra… e così le


PEOPLE

ho fatto una promessa: entro tre anni ci saremmo trasferiti a vivere a Santa Margherita. Era l’estate ’97. L’estate del 2000 eravamo lì, sposati, con Uma che aveva un anno, due valigie e una casa in affitto. Abbiamo abitato lì cinque anni ed ero felice perché Santa Margherita era stata una scelta di Donia, mentre sentivo che se avessi proposto Firenze sarebbe stata un’imposizione e poi la Liguria mi permetteva di mantenere dei contatti stretti con Milano. E così abbiamo iniziato a vivere in questa cartolina. Poi, il sabato mattina si caricava la macchina e si faceva un’ora e mezza di viaggio per andare in spiaggia a Marina di Vecchiano… sembravamo dei pazzi, ogni volta che avevamo un momento libero venivamo in Toscana, inoltre io avevo ancora il mio studio di Bruxelles e quindi un paio di volte al mese andavo là prendendo l’aereo da Pisa… fino a quando abbiamo deciso di trovare un posto in Toscana che ci piacesse per viverci e siamo arrivati a Lucca, perché è una vera città, con uno spirito suo, animata ma non è caotica come la Versilia... pensa che da Santa Margherita siamo venuti solo due volte per trovare il posto che ci piaceva, perché in realtà avevamo le idee talmente chiare… ci piaceva la collina della parte sud, dove ci sono poche case e l’autostrada è vicina. Dopo Santa Margherita volevamo un posto con più spazio, dove poter respirare, un posto che ci assomiglia, dove poter creare… Questo posto l’ha trovato Donia, è bravissima in questo… era novembre, brutto, pioveva… l’agenzia ci aveva parlato di un rudere nel bosco, distrutto, totalmente da rifare… quando Donia e io siamo arrivati su e abbiamo visto il fienile ci siamo guardati e abbiamo capito che era il posto giusto. La casa era tutta avvolta dal bosco, la roccia non si vedeva… mi sono reso conto della vista solo quando sono salito dietro la casa e guardato giù tra due alberi. E poi è iniziata l’avventura, bella, complicata. Complicata perché volevo fare una casa che ci assomiglia, come siamo… Come siete? Siamo complessi. O meglio, semplici nella nostra complessità. Vedi, ci siamo innamorati talmente del posto

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che non potevamo fare altro che provare a trovare tutti i dettagli, i piccoli elementi che potevano arricchire il posto in sé, che già è un posto magico. In più, a questa bellezza volevamo portare qualcosa di nostro in totale armonia e ti devo dire ci fa piacere quando le persone, anche quelle che sanno un po’ di architettura, vengono qui e ci fanno i complimenti… ma quando un vecchietto di 85 anni viene qui tutti gli anni perché fa il suo pellegrinaggio da quando c’era la guerra, perché è un ebreo che è stato nascosto qui dalla famiglia, e ci dice “questo è sempre stato un posto magico però ne avete fatto una cosa straordinaria” che mi spacca il cuore, mi dà una tale soddisfazione che mi lascia senza parole, perché quando una persona così, che era attaccata a quello che c’era prima, a dei ricordi, si rende conto della nostra volontà di integrare la bellezza che c’è e poi di mettere qualcosa in più di nostro in totale rispetto, questo per me è un vero complimento, perché è emotivo ma non dal punto di vista estetico, ma perché ha capito. Quel’è la tua idea di energia? Io penso che l’energia venga dalla voglia, dall’amore, da quello che facciamo e dalle persone che abbiamo intorno a noi, dalla passione di ciò che si fa. Il mio motore è proprio la passione. Mi piace mettermi alla prova e sfidarmi, perché ho la fortuna di avere molta energia e provo a metterla in pratica per cercare di mettere avanti non solo me, ma se possibile anche la società, l’architettura o il design. E’ questo il tuo “valore aggiunto”? Penso che sia impossibile realizzare qualcosa di bello, interessante e d’innovativo se non hai il fuoco dentro di te, perché è vero che ci vuole molta energia ma quando hai la passione non ti sembra nemmeno di spenderla. Io lavoro molto, ma non faccio fatica perché sono supportato dalle mie ideologie. Questa casa, ad esempio, è stata concepita come un esperimento: ogni elemento è frutto di una grande riflessione per ottenere quello che avevamo in mente, come il pavimento, che è lo stesso per l’interno e l’esterno anche se l’effetto sembra diver-


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PEOPLE

so perché uno è levigato, ma si tratta sempre di una miscela di cemento e granito che abbiamo ottenuto dopo diverse prove… così come diverse soluzioni tecnologiche progettate apposta per l’oscuramento delle vetrate o per le ali del tetto che si aprono a “farfalla”… Quali sono le fonti energetiche della casa? Il concetto è quello di avere la capacità di essere totalmente autosufficienti. Adesso che abbiamo ottenuto i permessi metteremo dei pannelli fotovoltaici che dovrebbero bastare, oltre ai pannelli termici per l’acqua calda, per produrre una quantità di energia sufficiente. Inoltre, c’è un sistema di pompa di calore che permette di produrre non solo riscaldamento ma anche acqua

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calda. Quindi l’idea è di arrivare a costo zero energetico. Inoltre abbiamo cinque cisterne di acqua piovana per un totale di 20.000 litri, anche se è un anno che non piove! Però nel momento in cui si riempiono possiamo utilizzarla per i bagni e per irrigare il giardino. Infine, il camino della zona living è dotato di un sistema di recupero passivo attraverso canalizzazioni che diffondono il calore fino al piano superiore. Pensando al futuro v’immaginate in questa casa? Mi sentirei prigioniero se dicessi che vorrei stare qui tutta la vita, però mi piace così tanto starci che molto probabilmente ci starò lo stesso! Mi muoverò nel momento in cui dovessi trovare un posto più interessante.


Michel Bouquillon, www.michelboucquillon.com

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DI RACHELE MORRIS

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DESIGN ADDICTED

Si è da poco conclusa la 3° edizione del concorso a invito DESIGN A D D I C T E D , p r o m o ss o d a C A S A T R E N D i n c o l l a b o r a z i o n e c o n A L B E D , a z i e n d a i ta l i a n a l e a d e r n e l l a p r o d u z i o n e d i p o rt e e s i s t e m i d i v i s o r i . C o n l’ o b i e t t i v o d i d a r e u n ’ o p p o r t u n i t à a u n a s e l e z i o n e d i d e s i g n e r e m e r g e n t i d i e n t r a r e i n c o n tatt o c o n u n ’a z i e n d a d i s e tt o r e s v i l u p p a n d o u n p r o g e t t o s p e c i f i c o , l’ i n i z i a t i v a s i è c o n c l u s a c o n l a p r o c l a m a z i o n e d i B r i a n S i r o n i q u a l e v i n c i t o r e d e l l’ e d i z i o n e 2 0 1 2 CON IL PROGETTO P O L I .

Brian Sironi nasce in Brianza nel ‘77, nel cuore del lavoro artigianale e dopo un percorso di studi orientato al sistema-design ( L a u r e a i n D i s e g n o I n d u s t r i a l e a l Po l i t e c n i c o d i M i l a n o ) e u n a c o n seguente esperienza negli Stati Uniti, torna in Italia per fondare il suo studio con l’idea di “migliorare la vita quotidiana creando l ’ e s s e n z i a l e c o n u n p o ’ d i s o r p r e s a ”. N e l 2 0 1 0 è s e l e z i o n a t o p e r l’esposizione “The New Italian Design Reloaded” presso La Triennale di Milano e il Museo Santralistanbul di Istanbul. Il suo progetto più importante è la lampada Elica prodotta da Martinelli Luce, che si aggiudica numerosi riconoscimenti: il premio “Design dello Stupore” nell’ambito del concorso Young & Design (2009), il prestigioso Premio Internazionale IF Gold Award (2010), il Good Design Award (2011) e il Red Dot Design Award (2011). Ed è sempre grazie alla lampada Elica che, a soli 33 anni, nell’edizione del 2011, vince il Compasso d’Oro ADI.

Il progetto Poli sarà presentato in occasione del Salone del Mob i l e d i M i l a n o ( 1 7 - 2 2 a p r i l e ) a l l ’ i n t e r n o d e l l o s t a n d A L B E D ( Pa d . 16 Stand F32) ed è sviluppato come un sistema modulare a parete composto da elementi irregolari che hanno la peculiarità di poter essere affiancati gli uni agli altri per realizzare una composizione a piena parete con l’utilizzo di un unico “modulo a chiusura” fuori misura, “vestendo” così l’intera superficie.

Una foto di Brian Sironi ritratto da Matteo Felici.

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Il sistema è dotato di binari ai quali è possibile “agganciare” diversi elementi, quali s c a f f a l i , c o n t e n i t o r i e p i a n o - s c r i va n i a . A c i ò s i a g g i u n g e l ’ u l t e r i o r e p o s s i b i l i t à d i p e r s o nalizzare i pannelli boiserie tra un binario e l’altro con diverse finiture.

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VALERIO COMETTI designer 30 CASATREND

Car design In questa rivista che parla agli amanti del design, non posso astenermi dal porre un quesito: sapete al mondo quale sia il più importante settore industriale per il design? Il mondo dell’automobile è di gran lungo l’ambito caratterizzato dagli investimenti più ingenti e dai volumi produttivi più elevati, di tutto lo spettro del variegato mondo del design.

Sviluppare una nuova automobile oggi può richiede alcuni miliardi (m-i-l-i-a-r-d-i) di euro di investimenti, un tempo medio di quattro anni ed anche più di mille persone impiegate nella definizione del progetto. Ho detto definizione del progetto, non produzione! Per chiunque si occupi di design, queste sono grandezze sconvolgenti: nel mondo del furniture design che ci è così familiare direi che l’investimento massimo possa arrivare a poche centinaia di migliaia di euro nei casi più complessi di sedie monoscocca in polimero, qualche designer per la definizione delle matematiche ed un paio di ingegneri per progettare lo stampo. Fine.

I vincoli ai quali sono sottoposti i car designer sono infiniti: il pacchetto tecnologico, ovvero l’insieme degli organi meccanici (motore, cambio, sospensioni, serbatoio,…), quindi l’abitacolo ed i necessari requisiti di ergonomia, per non parlare delle leggi dell’aerodinamica, arrivando alle più terrene leggi e normative di sicurezza, protezione pedoni, etc. E questa è solo una sintesi, of course. Ogni richiesta sti-


listica ha ripercussioni enormi e dev’essere metabolizzata da decine e decine di ingegneri, analisti di costo e responsabili di omologazione. I designer devono conoscere e rispettare i processi manifatturieri, i limiti dei materiali impiegati ed essere consapevoli che “cambiare idea” può costare decine di milioni di euro.

Il solo fatto che l’automobile sia un oggetto in rapido movimento crea una serie di vincoli (o stimoli) che non si pongono ad un furniture designer e spesso nemmeno ad un product designer: una data inclinazione del lunotto posteriore, splendida e fortemente voluta dagli stilisti può generare un’inattesa rumorosità, un aumento dei consumi e via dicendo. Cosa facciamo? Non ce ne curiamo ed aspettiamo che il “Quattroruote” di turno ci metta in croce, oppure troviamo una nuova soluzione stilistica che anche migliori le prestazioni?

Il car design oggi ha perduto parte della forza innovatrice di cui ha goduto in decenni passati e sicuramente si registra una pericolosa omologazione nelle proposte. Rimane, però, una disciplina straordinaria, apice di competenze, talenti e tecnologie.

Ascoltatemi....domani quando salite nella vostra automobile, bella o brutta che sia, guardatela con un po’ più di rispetto, se lo merita... Follow Valerio on Twitter @vcometti

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DI PAOLO FESTA

FROM MILAN

La storia della stazione di Milano Centrale comincia sotto il regno di Vittorio Emanuele III nel 1902 e si sviluppa con non pochi travagli dovuti IN PRIMIS a incomprensioni con l’architetto a capo del progetto, Ulisse Stacchini, e IN SECUNDIS allo scoppio della prima guerra mondiale, CON la sua consequenziale crisi economica. Inaugurata nel 1931, comprende una facciata di 200 metri di larghezza ed una volta di 72 metri d’altezza. Eppure è aldilà della caratteristica facciata monumentale, misto di stile Liberty e Art Deco, che vi è il vero scheletro e spirito dell’edificio: la centina reticolare in acciaio, una parte che spesso sfugge all’occhio ma che, con spirito creativo, definisce trame e intrecci dal suggestivo gusto architettonico…

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CARRARA MARBLE WEEKS 34 CASATREND

DAL 23 MAGGIO A SETTEMBRE DI ARIANNA MALAGOLI

Dopo il grande successo della 1a edizione di carraramarble weeks, che nell’estate 2011 ha coinvolto il centro storico della città, la manifestazione organizzata da Carrara Fiere e pensata come naturale estensione di Marmotec, la Fiera internazionale di marmi, tecnologie e design, sarà riproposta quest’anno ancora più ricca di eventi e presenze. Innanzitutto, questa 2° edizione si arricchisce di una “s”, il plurale che si aggiunge a “weeks”, per sottolineare il prolungarsi della manifestazione fino a fine estate. Inoltre, l’iniziativa si concluderà con l’apertura di “Convivere”, il Festival annuale della Cultura e del Giornalismo previsto per i primi di settembre, permettendo così una dimensione molto più ampia all’iniziativa. carraramarble weeks comprenderà l’intera città di Carrara, partendo dal centro storico e diramandosi in suggestivi percorsi che comprenderanno luoghi nevralgici, quali il rinnovato Centro internazionale delle Arti Plastiche, l’ex-Ospedale di San Giacomo, Palazzo Binelli, l’Accademia di Belle Arti e corso Rosselli, che già nella prima edizione è stato l’epicentro del design, trasformandosi così in un grande teatro nel quale saranno rappresentate le eccellenze del lapideo, coinvolgendo le aziende che parteciperanno a Marmotec. La manifestazione si trasformerà quindi in un percorso che vuole dare visibilità a un patrimonio unico, fatto di storia, qualità ed eccellenza. Un patrimonio che consente alla città di Carrara di riappropriarsi di un ruolo, quello di Capitale mondiale del marmo, che non vuole essere solo un titolo, ma diviene testimonianza collettiva della capacità di stare sullo scenario nazionale e internazionale da protagonista.


carraramarble weeks sarà quindi il palcoscenico elitario di numerosi eventi, anticipati dal circuito INTERNI LEGACY durante la Design Week (17-22 aprile 2012 a Milano) con un progetto firmato dal prestigioso studio di architettura SOM (Skidmore, Owings & Merrill) che aprirà ufficialmente il percorso di Marmotec 2012. Il progetto, affidato allo studio SOM in collaborazione con Paolo Armenise e Silvia Nerbi, ha come titolo “One - Into the Void” ed è ispirato alle cave di marmo di Carrara, creando un dialogo fra le pareti di marmo monolitiche e il vuoto definito all’interno. La natura solida del progetto sta a significare stabilità e lascito, in contrasto con la natura implicitamente temporanea dell’installazione. L’anima scultorea del

padiglione rimanda al collegamento fisico fra la cava (solida) e ciò che è estratto (vuoto). Lo spazio interno mette quindi in risalto il verticale piuttosto che l’orizzontale, il negativo piuttosto che il positivo, dove un negativo diventa invece positivo nella panchina che segna lo spazio esterno. La forma finale è il risultato dell’alternarsi di una serie di complesse geometrie lineari, che hanno come riferimento la stratificazione artificiale generata dall’uomo nell’atto dell’estrazione del marmo. Il vuoto cattura la luce e da origine, durante il corso della giornata, a diverse chiavi lettura di un unico materiale, al variare dell’incidenza dell’angolo solare.

Il lancio della nuova edizione di Marmotec 2012 si concretizza nella partecipazione di importanti aziende del marmo quali UpGroup, Franchi Umberto Marmi, Gemeg, Il Fiorino, Italmarble Pocai, Marmi Carrara, MT&S, Sam, Savema e Sagevan, alle quali si aggiungono azienda extra-settore quali Martinelli Luce, Antoniolupi, Belle Forme, Sanpietro 1972 e Jove.

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CARRARA MARBLE WEEKS

MOSTRA COMPASSO D’ORO E PRESENTAZIONE NUOVO ADI DESIGN INDEX Il design avrà uno dei suoi epicentri nella galleria che collega via Roma con la piazza del Comune dove, in collaborazione con ADI, la prestigiosa Associazione per il Disegno Industriale, sarà allestita la mostra del Compasso d’Oro e presentata la nuova guida ADI Design Index.

PROMOSSA

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MEDIA PARTNER


In occasione di carraramarble weeks, dal 23 maggio a settembre, CASA TREND organizzerà la mostra “Marmo come Design”, ovvero un percorso espositivo realizzato attraverso oggetti e complementi che hanno segnato, nel corso della storia fino ai tempi nostri, il legame tra marmo e design. Articolata lungo un continuum – che comprende quindi pezzi storici così come oggetti appartenenti al lifestyle contemporaneo, la mostra avrà l’obiettivo di sottolineare l’evoluzione del linguaggio tra “progetto design” e marmo, coinvolgendo aziende, italiane e internazionali, rappresentative nella produzione di complementi realizzati interamente o parzialmente in pietra.

MOSTRA ORGANIZZATA DA

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EVENTI

DI RACHELE MORRIS

CRISTALPLANT® DESIGN CONTEST + POLIFORM

In occasione della kermesse milanese, in programma dal 17 al 22 aprile, Cristalplant® si presenta all’interno del contenitore creativo del Superstudio Più, di via Tortona 27, con l’istallazione White Air, realizzata dall’arch. Carlo Colombo per celebrare l’esito della 4° edizione del Cristalplant® Design Contest in collaborazione con Poliform. Il concorso, riservato a giovani creativi, si riconferma anche quest’anno fucina di progetti di grande valenza, sia dal punto di vista innovativo quanto qualitativo. All’interno del Temporary Museum for New Design si articola dunque un allestimento diviso in due aree; da un lato vengono esposti i prototipi dei prodotti vincitori, mentre la parte centrale è dedicata agli ologrammi interattivi dei prototipi che hanno vinto una menzione speciale.

Il Cristalplant® è un materiale riciclabile al 100%, composto da un’alta percentuale di cariche minerali naturali e una bassa percentuale di polimeri poliesteri ed acrilici di elevata purezza, che lo rendono quindi un materiale inerte, ipoallergenico e non tossico.

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Un’immagine dell’architetto Carlo Colombo 39 CASATREND


Giunto alla sua 4° edizione, il Cristalplant® Design Contest, che in passato ha avuto come partner Antoniolupi, MDF Italia e Zanotta, vede quest’anno la partecipazione di un’azienda tra le più rappresentative del panorama internazionale quale Poliform. Questa proficua partnership ha determinato l’invio di oltre 800 progetti, selezionati in base alle potenzialità d’innovazione nell’utilizzo

EVENTI

del Cristalplant®, ispirandosi allo stile progettuale di Poliform. Una volta raccolti i progetti, una giuria di esperti composta dai vertici dell’azienda e da Livia Peraldo (direttore Elle Decor), Arianna Malagoli (direttore Casa Trend e membro dell’Osservatorio Permanente del Design ADI) e dagli architetti Marco Piva, Riccardo Blumer e Kikko Bestetti hanno decretato i vincitori per le due categorie assegnate: tavoli/tavolini e complementi d’arredo. Per la categoria complementi d’arredo vince Charlie, progettato dal giovane designer nipponico Kensaku Oshiro. Per la categoria tavoli e tavolini si aggiudica il premio il tavolo Verve, progettato dal team Busatti, Garuti e Redaelli. Ricevono la menzione d’onore i progetti: Atom Heart Mother di Stefano Zeigner, Sheets di Francesco Arlotta e Luisa Pitrone, Trifoglio di Marco Eba Ghisalberti e Pax di Carlo Caranese.

CATEGORIA TAVOLI E TAVOLINI Il tavolo Verve, concepito dal team formato da Manuela Busetti, Andrea Garuti e Matteo Redaelli, è costituito da due gambe in Cristalplant® e un piano che può essere realizzato in diversi materiali come il legno, il marmo o lo stesso Cristalplant®. La forma ideata per la gamba nasce dalla volontà di sfruttare al meglio le proprietà e i processi produttivi del materiale Cristalplant®, senza tralasciare le problematiche legate al trasporto, ottenendo così un elemento monolitico dal profilo molto leggero che può essere trasportato smontato dal piano. Formalmente le gambe sono due piani che mediante “nervature” poste lungo l’asse verticale conferiscono al piano del tavolo il supporto necessario. L’aspetto che ne deriva è quello di due elementi molto sottili ed eleganti, diretta conseguenza di una necessità strutturale. Sul piano, grazie alla rastremazione del bordo, viene mantenuta la stessa leggerezza conferita dalle gambe.

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CATEGORIA COMPLEMENTI D’ARREDO

Charlie, del giovane designer giapponese Kensaku Oshiro, è nato da un pensiero e un gesto di assoluta semplicità: realizzare un tavolino “fatto di nervatura”, stampato in un unico pezzo. La sezione a “C” funge sia da piedistallo che da piano d’appoggio. Lo spessore, volutamente sottile, è dato da una scelta estetica/funzionale ed economica/ecologica. Un tavolino alla vista leggero come la carta, ma allo stesso tempo solido come la pietra.

CRISTALPLANT, www.cristalplant.it POLIFORM, www.poliform.it

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La Mise di Cassina

NEW PROJECT

DI RACHELE MORRIS

La Mise è una seduta elegante nata dalla fruttuo-

base, realizzata con tessuti già precedentemente

sa collaborazione tra Cassina, azienda leader nel

assemblati e cuciti tra loro. L’abbondanza di ma-

settore degli imbottiti di design, e Luca Nichetto,

teriale è dunque desiderata, al fine di conferire

designer italiano dalla spiccata capacità artistica.

all’elemento nella sua totalità una disarmonia per

La vasta gamma di tessuti che Cassina mette a disposi-

nulla sgradevole, ma che anzi punti a presentare

zione abbraccia la struttura del divano impreziosendo-

l’unicità della bellezza inimitabile dell’imperfet-

la e conferendole importanza, ecletticità e personalità.

to. Gli aspetti più grezzi di La Mise sono accostati

Questi fanno parte di un ampio ventaglio di opzioni,

intelligentemente a elementi dalle linee fluide, ele-

frutto di un grande investimento nella ricerca dei pat-

ganti, morbide, femminili e inconsuete. E’ presente

tern grafici e delle materie prime di pregiata fattura.

in versione divano a due o tre posti e in versione

Le macro cuciture decorative a zigzag, a vista, sono

poltrona, ed è un accogliente imbottito dalle forme

create con una complessa lavorazione tecnica e

abbondanti e ricche.

volutamente in netto contrasto con la struttura di

Alta sartoria per design di alto livello.

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CASSINA, www.cassina.com

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DI PAOLO STELLA Io amo abbracciare la gente. Mi fa proprio stare bene. A Roma è più facile farlo che in altri posti. La città già di per sé ti abbraccia con la sua bellezza, con le sue rotondità e la sua luce rosa. Partendo dall’abbraccio scrivo queste righe: la mia personalissima classifica dei tre posti dove mi piace abbracciare le persone. Perché un abbraccio in un posto che ti abbraccia è un abbraccio all’ennesima potenza.

FROM ROME

Il primo abbraccio te lo do sulla terrazza del Pincio. Te lo do di prima mattina, quando l’aria riempie il corpo di energia, quando i colori sono vivi e gli alberi ti sorridono frusciando. Mi piace arrivare al Pincio da Piazza di Spagna, dalla sua perfezione innaturale, dalla sua armonia di pietra. Mi piace passare dall’inanimato alla natura. E godere di entrambe le bellezze. Quando si decideranno a importare Starbucks anche in Italia potrò finalmente farmi tutta la scalinata di Trinità dei Monti col mio “frappuccino”, arrivare in cima e voltarmi di scatto quando sono esattamente al centro, per godere del punto di fuga di via dei Condotti che ti porta lontano.

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Mi incammino verso sinistra e, percorrendo una strada che propone una visione magica dei terrazzi segreti di Roma, arrivo in questo storico parco. In mezzo agli alberi è il modo perfetto per cominciare la giornata. Dai sottili bambù spuntano guardinghe statue di pietra cariche di storia, riverenti al cospetto di una natura secolare e prepotente. Vorrei potessero parlare, minimo hanno conosciuto Mazzini e Garibaldi. E poi la terrazza. Si apre fiera e maestosa una volta superata la coltre delle piante. Si espone sicura di sé, senza paura. E tu da lì ti puoi buttare sulla città, planare sulle mille cupole, arrivare ai colli che la racchiudono. Anche qui un grande abbraccio. La terra che custodisce l’uomo, lo protegge e gli permette di innalzarsi. La giornata inizia con un respiro che profuma di salvezza. Il secondo abbraccio te lo voglio dare al tramonto, raggiungendo un’altra terrazza. Quassù mi sento in cima al mondo. È una sensazione fisica che diventa emozione. Sono partito dalle fondamenta, buie, umide, spesse. La spirale mi ha affaticato il fiato, fino ad ansimare. Ogni tanto uno spiraglio, una ferita di luce. Poi la bellezza dell’uomo, dipinta su soffitti altissimi. Ancora buio, ancora scale, viscere. E infine arrivi. Ti si apre una quantità infinita di cielo caldo, un tramonto che affresca la città. Sono rimasto senza parole. Il cuore gonfio. Vorrei esprimere questo immenso, ma non ne sono capace. Forse non è nemmeno giusto farlo, l’esperienza va vissuta, non raccontata. 8 euro per toccare la felicità è un prezzo più che ragionevole.

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FROM ROME

Un’intelligenza superiore deve aver dato una mano all’uomo che ha progettato Castel Sant’Angelo. Me lo sono visto, quell’uomo. Gridava ordini perentori, passava per mille cunicoli, conosceva le viscere del suo bambino di pietra. Spero che si sia reso conto di essere stato un tramite. Perché se non te ne accorgi sei fregato. Credo che questo sia il fine dell’uomo. Essere libero, fluido e permettere alla bellezza di esprimersi. Credo che ogni genio, ogni inventore, ogni rivoluzionario non avesse il genio, l’invenzione, la rivoluzione dentro sé. Era solo libero di esprimerla. Credo che ci sia un’entità “bellezza”, da qualche parte, che cerca disperatamente un tramite per manifestarsi, come l’acqua ha bisogno della sua sorgente per fuoriuscire dalla pancia della terra e dare la vita.E quell’entità appartiene a tutti, è un bene comune. Solo quassù posso parlare di cose così grandi partendo dal nulla, dritto al punto, a gamba tesa. Quassù sei più a contatto con le idee. Sto scrivendo dalla terrazza che domina a 360° Roma, con il sole negli occhi. Turisti, gabbiani, pietra. Un angelo sulla mia testa. La salita è stata spirituale. Salendo sentivo la rivoluzione. E una volta arrivato qui ho avuto un sussulto. Tutto era più di quanto mi aspettassi, più di quanto la mia immaginazione poteva prevedere.

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Mi sono seduto sulla panchina di destra. Ce ne sono solo due, l’essenziale quassù diventa regola. Ho saziato i miei occhi con ognuno dei 360°. Ho cercato di immagazzinare i dettagli, gli odori, i profili, i riflessi e un piccolo cagnolino che riportava una palla al suo padrone diversi metri più sotto. Ho abbracciato il cielo. Tutto è così potente quassù. Gli ultimi incandescenti raggi di sole. Roma immensa. Tutto diventa rosa. È ora di scendere, fra quelle piccole macchine e quei passanti formica, fra parcheggi litigati. Il sole scompare, il rosa si tinge di azzurro. Alle mie spalle un angelo. Anzi due. Da quassù vedo le macchine piccole piccole, i passanti come formiche e mi sembra impossibile che si possa litigare per un parcheggio. E ora il gran finale. L’abbraccio che chiude la giornata. E se magari sei la persona giusta l’abbraccio lo finirei addirittura con un bel bacio. Un bacio appassionato in uno dei posti più suggestivi di Roma. Dietro piazza del Campidoglio, dove tutte le persone serie pensano al lavoro, c’è un posto magico per pensare all’amore. Se costeggi il porticato tenendoti sulla destra troverai una piccola discesa. Porta a un terrazzo che si affaccia sul retro dei fori romani, il lato opposto di quello che solitamente ammirano i turisti. Si rimane a bocca aperta nella contemplazione. Dopo la bellezza naturale del Pincio, quella artificiale di Castel Sant’Angelo, ecco la perfetta combinazione della mano dell’uomo e della potenza della natura. Una simbiotica ricerca armonica della bellezza, una reciproca esaltazione della perfezione. Sono qui abbracciato dal silenzio, da un venticello leggero che alleggerisce qualsiasi animo, dal luccichio lontano di stelle fedeli come gli amici più cari. Mi accorgo all’improvviso da un respiro più profondo del solito che sono felice. Che sono soddisfatto, che ho tutto quello che serve. Qui passa poca gente, e di notte, con le stelle, con la splendida illuminazione delle colonne bianche e dei marmi lavorati, con la magia dei viottoli di una Roma antica, con una bottiglia di champagne e due flûtes di cristallo potrete chiedere qualsiasi cosa. Perché quando la bellezza ti abbraccia, non puoi far altro che abbracciare la vita.

Paolo Stella, www.paolostella.wordpress.com

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D I B R U N O FAT T O R I N I E R O B I N R I Z Z I N I

NEW MATERIALS 48 CASATREND

DALLA SPERIMENTAZIONE D E I M AT E R I A L I AL PROGETTO Per immettere sul mercato prodotti competitivi siamo persuasi si debba percorrere la strada dell’innovazione; questo significa porsi obiettivi sempre nuovi, anche difficili, esplorare tecnologie d’avanguardia, scommettere su materiali poco conosciuti o non molto utilizzati. E’ partendo da questi presupposti che è nata la Bruno Fattorini & Partners, studio di progettazione, ma anche laboratorio di ricerca e luogo di sperimentazione.


Prima di raccontare nel dettaglio quali i materiali protagonisti del futuro più prossimo, teniamo a spiegare come essenziali per il nostro lavoro siano le relazioni con fornitori, terzisti, produttori di materiali: sono loro i nostri partner, coloro che insieme a noi si assumono il rischio del progetto. Il tempo che il nostro team investe nell’incontrare e conoscere professionisti appartenenti anche a settori merceologici diversi è indubbiamente redditizio, oltre che creativamente fertile. Ci è anche capitato di incontrare fornitori disposti ad auto-finanziare i prototipi, laddove fossero intraviste concrete possibilità di sviluppo di business. Non è sufficiente avere un’idea convincente, occorre trasformarla in realtà, il know-how tecnico è parte essenziale del processo creativo. Un esempio. Il tavolo “25” disegnato per l’azienda Desalto e che, in occasione di Imm Cologne 2012, ha ricevuto, dal German Design Council, l’Interior Innovation Award Best of Best 2012, rappresenta, ad esempio, con grande probabilità, e in questo risiede il contenuto innovativo, il più lungo tavolo mai realizzato, con processo industriale, in spessore 25 mm. Il nostro obiettivo era ottenere un tavolo “effimero”, lungo e sottile, dalle prestazioni, tuttavia, tipiche di un solido tavolo in legno massello. Abbiamo studiato, ricercato, sperimentato ed infine siamo giunti alla registrazione di

25, TAVOLO PRODOTTO DA DESALTO CHE, GRAZIE ALLA TECNOLOGIA CON LA QUALE è STATO CREATO, RIESCE A SOSTENERE CON LE SUE SOTTILI GAMBE TOP FINO A 3,5 METRI DI LUNGHEZZA.

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un brevetto, (patent pending No. MI2011A000262), grazie al quale siamo in grado di ottenere top dagli spessori minimi: un sandwich ben calibrato di alluminio, carbonio, poliuretano, acciaio e cellulosa resinata. Per il tavolo “Robin” disegnato per l’azienda MDF Italia, e recentemente presentato alla fiera di Colonia, abbiamo lavorato invece con un materiale piuttosto nuovo nel settore dell’arredamento domestico: il cemento. E’ interessante constatare come la casa si stia aprendo a materiali nuovi; inizialmente è stato il caso della resina, ora è quello del cemento. Siamo stati stimolati a prendere in considerazione questo materiale perché permette di ottenere finiture dal sofisticato valore estetico, materico, sobrio, sempre diverso. Sdoganati, per così dire, i requisiti estetici, ci siamo poi concentrati sulle caratteristiche tecnico-meccaniche - e di costo - che il materiale deve possedere perché abbia un futuro concreto. Grazie alla collaborazione con l’azienda MF Compositi, la cui attività distintiva è la lavorazione di materiali e prodotti innovativi per il settore del mobile di design, abbiamo potuto ottenere esattamente la finitura che volevamo, con le proprietà che volevamo. L’HD Light Cement è un trattamento di finitura superficiale da applicare a diverse tipologie di materiale (legno, alluminio, ac-

NEW MATERIALS

ciaio, vetro). Questo procedimento industriale avviene tramite “spatolatura”, sulla super-

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ROBIN, TAVOLO PRODOTTO DA MDF ITALIA DALL’ASPETTO MINIMALE ED ELEGANTE. PRIVO DI SPIGOLI E CON LA POSSIBILITà DI RIVESTIRE

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IL TOP E LE GAMBE DI UN SUGGESTIVO STRATO DI CEMENTO.


ficie d’interesse, di un composto di cemento puro al 100% e che si distingue quindi dalle altre miscele sul mercato e in cui il cemento è mixato con altre resine. La purezza del composto restituisce alle superfici trattate l’effetto opaco e compatto del cemento senza variazioni di spessore e di peso. Attualmente stiamo sperimentando, sempre con MF Compositi, altre tipologie di trattamenti di superfici, con paste speciali di pietra lavica e malta. Molto interessanti sono anche le sperimentazioni con tecniche di lavorazione diverse. E’ da un anno che stiamo lavorando a un progetto che prevede l’utilizzo della tecnica dell’idro-formatura (diffusa nell’industria sportiva, specialmente nel ciclismo e nel car-design): infatti, grazie a questo processo meccanico, si è in grado di ottenere tubi di acciaio o di alluminio che presentano cambi di diametro e di sezione impossibili da ottenere con le macchine tradizionali preposte alla lavorazione dei tubi. Il risvolto è molto interessante per la realizzazione, ad esempio, di strutture particolarmente leggere e performanti. Altra tecnica di lavorazione che abbiamo sperimentato è la pultrusione, procedimento produttivo che consente di creare dei profili a sezione costante partendo da filati di tessuto di vetro o carbonio. Con questa tecnica è stato realizzato un tavolo con panca per esterno disegnato per l’azienda belga Extremis. Bruno Fattorini & Partners, www.brunofattoriniandpartners.com

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DI GABRIELE GANDOLFI

CAMEL LIGHT

BY GROUPA STUDIO Eran Shimshovitz, Yiffa Levin e Chen Guiterman sono tre designers laureate alla Holon Institute of Technology e che, dopo aver vissuto esperienze personali in diversi studi, hanno deciso di fondare nel 2010 il Groupa Studio. Yiffa e Chen lo gestiscono offrendo una vasta gamma di servizi che interessano il ramo del product design e quello dell’interior e venue design per arredamento e illuminazione. Consce delle loro infinite potenzialità e del loro estro creativo, le rappresentanti del groupa studio hanno promosso un interessante progetto, ormai concluso, chiamato Piece per Week, con il difficile scopo di riuscire a pubblicare - tramite la loro pagina di facebook -, un prodotto differente ogni martedì per la durata complessiva di dieci settimane. La maratona ha riscontrato assenso da parte del pubblico

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al quale sono stati presentati i progetti: veri e propri esperimenti con nuovi materiali e forme innovative, sotto forma di schizzi, disegni più accurati e brevetti di prodotti dal design semplice e d’impatto. Qui presentiamo Camel Light, il decimo e ultimo progetto dello studio, che fonde in un unico elemento dall’aspetto stravagante un vano porta-riviste e una lampada con filo a vista. La struttura, interamente realizzata in legno compensato e arricchito da decorazioni in metallo verniciato, ricorda le fattezze dei camelidi ai quali è ispirato il nome del prodotto. Un elemento dalla grande personalità ottenuto con il minimo dispendio di materiali. Tutti i progetti sono esposti nella pagina facebook di Groupa design studio ed in vendita sul sito ufficiale.


Goupa design studio, www.groupastudio.com

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GOD SAVE THE FOOD ENGLISH TEXT AT PAGE 92

PLACE

DI ANDREA PARACUCCHI

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God Save the Food nasce in Zona Tortona, a Milano, con l’ambizione di restituire ai commensali la piacevolezza del pranzo come momento per gustare cibi genuini in un’atmosfera di benessere. Nato in una location che rievoca il suo passato industriale, questo vero e proprio Loft del gusto accoglie ogni cliente in una miscela di legno, ferro e acciaio, combinati magistralmente in uno spazio pieno di luce, dove il cibo e i suoi colori e sapori la fanno da padroni.


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I punti focali di questo progetto sono qualità, trasparenza e benessere e vengono rispecchiati sia nell’architettura degli spazi che nella scelta

PLACE

degli ingredienti e delle ricette. Lo studio dei volumi e la struttura open space della cucina, hanno l’ambizione di lasciare tutto volutamente “a vista”, per apprezzare la preparazione dei piatti, mostrando così che qualsiasi momento del giorno è adatto ad assaporare piatti e ricette creati con ingredienti di prima scelta, selezionati sia per il gusto che per il benessere quotidiano come stile di vita. Inoltre, tale benessere può anche essere consumato fuori dal ristorante, con la formula “take away”, da scegliere direttamente dalla dispensa a vista che propone piatti freschi prodotti in giornata e scontati a partire dalle 17:00. La sfida di questo progetto ambizioso, creato dallo chef Enrico Bartoli-

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ni in collaborazione con un esperto nutrizionista, è di creare i piatti più succulenti tornando alle origini della cucina, caratterizzata dai metodi tradizionali di preparazione e ricette creative che vengono riprese e portate alla bocca di coloro che sono obbligati a pranzare fuori casa. L’innovativo ristorante propone così piatti di varia origine, dal pollo “free-range” al pane a lievitazione naturale cotto a legna, senza trascurare mai il fatto che la parola d’ordine rimane qualità, indipendentemente dalla scelta del menu che contiene piatti che vanno dall’hamburger alla più tradizionale carne salada di origine trentina.

God Save the Food, via Tortona 34, Milano, tel. 02 8373604, www.godsavethefood.it

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DI PAOLO RUGGIERO, FOTO DI SAOTA ARCHITECTS

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VICTORIA 73 HOUSE

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“Così com’era, questa casa non sfruttava le caratteristiche straordinarie del luogo”, dice Philip Olmesdahl dello Studio Saota di Johannesburg. “I proprietari allora ci chiesero di ripensarla per poter godere della vista sul mare, aprendola alla luce e alle serate con gli amici”. Questa villa, singolarmente battezzata Victoria 73, si arrampica su un piccola altura a Bantry Bay, una “wind -free area” a Cape Town, in Sud Africa, angolo protetto dai venti che altrimenti sferzano costantemente le abitazioni nei dintorni. La pianta era limitata dal passaggio di una strada attigua, così la casa si è sviluppata in altezza, su sei piani. Lo Studio Saota ha organizzato gli ambienti privilegiando due grandi aree living al quinto e quarto piano: la prima con cucina e sala da pranzo, la seconda come un loft spalancato verso il mare, luogo epicureo di totale distensione, con area lounge, bar e braai (la versione locale del barbecue) e infinity pool a raso sull’orizzonte. “Questi due living comunicano in modo dinamico, attraverso un incastro scultoreo di volumi e livelli”, dice Stefan Antoni, uno dei fondatori di Saota. Ai piani inferiori trovano posto le stanze per gli ospiti, una biblioteca, l’ingresso e un garage per cinque auto.

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I livelli sono collegati attraverso un ascensore in vetro che scorre indolente sui propri binari, e irradiati da una quantità di luce esagerata: Città del Capo infatti riceve più ore di sole di qualsiasi città del Mediterraneo. Il design della villa è ispirato in parte alle “Case Study Houses” costruite in California tra gli anni ‘40 e ‘60 e al Barcelona Pavillon di Mies Van der Rohe, riferimento evidente nel solaio appoggiato come un foglio su un monolito di marmo Nero Marquina. L’enorme apertura è un convettore di luce e brezza marina, che incontra i pieni e i vuoti discreti di un interno modulato su differenti sfumature di legno, abitato da icone di design (un tavolo Platner, la Barcelona Couch, la lampada Arco di Castiglioni) e da oggetti e fotografie della collezione d’arte privata. C’è anche un caminetto rosso rubino, e angoli in cui la casa prende riverberi mediterranei, con mosaici, fioriere, deliziose oasi di verde. Nuovi chiaroscuri spiccano nell’ora del sonno, al termine di giornate infinite e abbaglianti: l’orizzonte marino riposa nel buio e la casa ritrova una propria intimità notturna, vegliata solo dalle sculture e dal movimento delle foglie. Saota - Stefan Antoni Olmesdahl Truen Architects, Cape Town, www.saota.com

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OiO

FOCUS

DI GABRIELE GANDOLFI

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L’abbandono degli standard classici, alla base di un design scolastico che viene spesso riproposto con piccole variazioni prive di personalità, implica un consequenziale allargamento del target verso un pubblico più fresco e giovane, in grado di apprezzare sì la qualità e la funzionalità degli elementi, ma anche le idee stravaganti e dall’aspetto scenografico che verrebbero altrimenti ignorate da utenze statiche e più rigorose. E’ questo il caso della linea di vasche e lavabi OiO proposta da Antoniolupi, azienda riconosciuta a livello internazionale nel settore dell’arredobagno, non che sinonimo di qualità, sicurezza e design dal gusto raffinato. I sanitari disegnati dal belga Michel Boucquillon vogliono così porsi come fulcro delle attenzioni di chi li incontra; sono nati per essere i protagonisti della scena, per creare atmosfera, coinvolgere e sconvolgere con il loro aspetto divertente ed altresì glamour. Come fossero appena passati sul red carpet, non temono gli sguardi di chi li prende in esame, sicuri del design innovativo e del carisma che li contraddistingue. Entrambi i lavabi e le vasche sono realizzati in polietilene con stampaggio rotazionale in un unico pezzo. Sono disponibili in versione traslucida o colorata, con illuminazione interna o senza, così da risultare estremamente diversificabili e versatili. Adatti per indoor e outdoor, questi elementi sono resistenti e leggeri, tanto da permettere di inserirli tra gli oggetti trasportabili durante un eventuale trasloco. Il materiale, riciclabile al 100%, ne fa delle creazioni conformi alla filosofia tendente al risparmio e al rispetto della natura, che Antoniolupi ha ormai adottato da anni.


Antoniolupi. www.antoniolupi.it

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SPECIALE

A N T I C I PA Z I O N I SALONE DEL MOBILE LE MIGLIORI PROPOSTE CHE POTRETE AMMIRARE IN OCCASIONE DELLA KERMESSE MILANESE DI IVAN GRANOLLA

B&B ITALIA B&B Italia nasce nel 1966 dall’intuito di Piero Ambrogio Busnelli, noto e carismatico imprenditore. Nonostante la sua produzione fosse specializzata e limitata all’ambito degli imbottiti, l’azienda si è immediatamente guadagnata un posto sotto i riflettori nel settore del design nazionale e internazionale. Solo dopo essersi aperta a nuove esperienze creative e aver sviluppato una spiccata competenza nel settore, l’azienda ha introdotto nel proprio ventaglio di offerte anche prodotti dell’arredo domestico per interni, esterni e solo di recente anche per lo spazio contract. I prodotti B&B rispondono in maniera efficace ed eclettica alla continua evoluzione dell’abitare, combinando alla pregiata fattura made in italy uno spirito creativo, moderno e di un’adattabilità tale da renderli immortali, senza tempo. La collaborazione con designers internazionali ha incentivato la produzione di elementi di qualità riconoscibile, che sono valsi all’azienda numerosi riconoscimenti tra cui quattro Compassi d’Oro, di cui uno nel 1989 “per il costante lavoro di integrazione svolto al fine di coniugare i valori della ricerca tecnico scientifica con quelli necessari alla funzionalità ed espressività dei prodotti”. B&B Italia è attualmente membro della fondazione Altagamma, che riunisce tutte le aziende rigorosamente italiane e di fama internazionale che puntano ad essere avanguardisti per un target elevato dei prodotti del design made in Italy. B&B ITALIA, www.bebitalia.it

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Athos, tavolo con profilo metallico a V cromato lucido, cromato nero o verniciato nickel bronzato. Presente nell’unica larghezza di 100 cm, nella versione fissa e in quella allungabile. Design Paolo Piva.

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SPECIALE SALONE

CAPPELLINI Nata nel 1946 come attività artigianale, Cappellini è passata nel corso degli anni attraverso radicali trasformazioni e riadattamenti che l’hanno portata a confrontarsi con i più disparati settori del mondo dell’arredamento di design. Il fatto che di Cappellini non si riesca a individuare uno stile identificativo è, secondo la filosofia dell’azienda, un esclusivo punto a favore, un riconoscimento nella non riconoscibilità: tutto è lasciato alla libera interpretazione e personalizzazione del fruitore, senza limiti espressivi in fatto di estetica. È così dunque che in questa forma l’utile assume la stessa importanza del bello, se realizzato con l’idea di doverlo sottoporre ad un utilizzo frequente nella quotidianità. La realtà di Cappellini è fatta prevalentemente di normalità e misura, di adattabilità ed essenzialità, ma senza tuttavia precludere l’opportunità di inserire all’interno delle collezioni oggetti in edizione limitata dalla spiccata personalità e che si scostino volentieri dalla tradizione. Nel suo genere la produzione Cappellini è funzionale ed eterogenea, e di recente ha affrontato una sfida che ha visto un ampliamento degli orizzonti in favore del settore contract, dedicato agli spazi pubblici. I prodotti Cappellini non sono mai assurdi né stereotipati: l’azienda ha riconosciuto il giusto equilibrio tra tutti gli elementi che un oggetto di design dovrebbe ottenere, facendo di questo moderato connubio di qualità, funzionalità ed estetica la sua carta vincente per continuare a confermare nel corso degli anni il suo già annunciato successo. CAPPELLINI, www.cappellini.it

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Candy Table, collezione di tavolini realizzati con barre di rinforzo in acciaio generalmente sfruttate nel settore dell’edilizia, qui riverniciate in maniera tale da creare suggestivi giochi di luce. Design Sylvain Willenz; Tate Color, sedia impilabile e sgabelli con basamento a quattro gambe. Presenti in otto finiture di colore che conferiscono un aspetto divertente e pieno di personalità . Design Jasper Morrison.

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SPECIALE SALONE

CASAMANIA Fin dal momento della sua fondazione, avvenuta nel 1984, Casamania si è posta come obiettivo quello di creare prodotti altamente innovativi e che potessero assolvere le esigenze dei fruitori per qualunque genere di richiesta. Casamania copre dunque la maggior parte dei settori dell’arredo, spaziando dai complementi all’illuminazione, dalle sedute ai sistemi. Fedele alla sua filosofia, più propensa a un’immagine allegra, fresca, giovanile e moderna del design, Casamania è riconosciuta a livello internazionale come promotrice di elementi dai colori vivaci e dalla forte personalità artistica, ricchi di valenze funzionali ed estetiche, idonei alle possibilità interpretative più varie. L’offerta di servizi a 360° nel campo della progettazione e della creazione di prodotti, unita alla maturazione di un’esperienza senza eguali, anche e soprattutto nel campo del complemento, ha fatto sì che Casamania sia stata riconosciuta come azienda camaleontica in grado di offrire prodotti e servizi sempre innovativi e dallo spirito fantasioso. Un esempio ideale è offerto daila versatilità dei sistemi modulari, in grado di adattarsi a ogni richiesta, ogni situazione e ogni ambiente, dall’abitazione, all’ufficio, allo studio o al negozio. Casamania fa parte dello stimato gruppo Doimo ed è una divisione di Frezza spa, produttrice qualificata di mobili e arredi per l’ufficio. CASAMANIA, www.casamania.it

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Lepel, (‘cucchiaio’ in afrikans) è presente nelle versioni sedia e poltroncina, con schienali avvolgenti, morbidi ed estremamente comodi. Creata in maniera tale da ottimizzare i costi di produzione. Design Luca Nichetto.

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SPECIALE SALONE

D R I A D E Driade è un’azienda piacentina nata negli anni settanta e cresciuta nel segno dell’aristocrazia, della poesia e dell’arte. L’eleganza atemporale dei suoi prodotti l’ha resa riconoscibile in tutto il mondo al punto da poter vantare collaborazioni con designer d’importanza globale come il giapponese Nendo. La filosofia di Driade traspare chiaramente e con lineare coerenza in tutta la sua produzione, che attualmente ricopre i più svariati campi dell’arredo di design, offrendo una vasta gamma di articoli dall’animo fantasioso e visivamente suggestivo. Gradevoli all’occhio e di qualità materica distinguibile, le selezioni di Driade comprendono mobili finiti, attrezzature, cucine e complementi d’arredo. Tutti gli elementi sono costantemente in bilico tra lo stato di oggetto della quotidianità e quello di opera d’arte, indossando i panni ora di tendenze più trasgressive e moderne, ora di idee ordinate e neoborghesi. Queste fondamentali caratteristiche hanno permesso all’azienda di mettere radice con semplicità nel mondo del design di target elevato, senza mai precludersi l’opportunità di accogliere nel suo catalogo le migliori e più varie articolazioni. Driade si declina in quattro differenti marchi, specializzati nell’assolvere nello specifico alle esigenze dei propri clienti: Driade, la filosofia dell’abitare, Driadechef, la cultura del cucinare, Driadestore, la casa leggera, e Driadekosmo, il mondo degli oggetti. DRIADE, www.driade.com

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Fenix, imbottito dall’aspetto minimale che non rinuncia al comfort e alla morbidezza. La struttura esile e metallica a base del divano contribuisce ad alleggerire il peso volumetrico dell’intera struttura. Design Ludovica+Roberto Palomba 56h, poltrona a dondolo con struttura in alluminio rivestita con intreccio in plastica, dalla forma anticonvenzionale, innovativa e fantastica. Design Fabio Novembre.

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SPECIALE SALONE

D E SA LTO Desalto si inserisce nel panorama del design negli anni ’50 stabilendo la sua sede in Brianza, terra attualmente ancora in brulicante fermento in quanto a idee di qualità e produttività imprenditoriale. Ciò che ha consentito a Desalto di essere ad oggi un marchio di portata mondiale è stata la caparbietà e la fondamentale decisione di investire la maggior parte delle proprie energie nella ricerca tecnico-scientifica. Desalto è di fatto una delle aziende più all’avanguardia sul territorio italiano in quanto a modernità dell’intero processo produttivo (che fa uso di tecniche come l’impianto di taglio al laser dei profilati, o la saldatura e verniciatura interamente robotizzate) e in quanto a materiali impiegati per la realizzazione dei prodotti. La fusione di queste due caratteristiche ha conferito la straordinaria capacità di riuscire a tratte il meglio da ogni struttura materica, che sia questa di metallo, vetro, legno, plastiche o derivati. Tutto ciò ha fatto sì che Desalto si guadagnasse diversi tra i più importanti riconoscimenti a livello globale, ultimo tra tutti l’Interior Innovation Award – best of best 2012, uno dei più prestigiosi premi nel settore dell’arredamento. Ad averlo vinto è stato 25, unico tavolo al mondo in grado di sostenere con uno spessore di appena 25mm un top di lunghezza fino a 3m, e testimonianza delle strabilianti capacità tecniche di questa azienda made in Italy. DESALTO, www.desalto.it

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Helsinki, sistema di tavoli con struttura smontabile ai quali è possibile aggiungere cassetti, ripiani e complementi hi-tech tra cui porta hi-fi e porta computer. Design Caronni e Bonanomi.

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FORNASARIG Da quando fu fondata dai fratelli Fornasarig, nel 1878, Fornasarig Sedie Friuli fu riconosciuta pubblicamente come prima azienda italiana in assoluto specializzata nella produzione e distribuzione delle sedie. L’idea in atto attualmente di dedicare la propria attività esclusivamente al settore dell’arredo contract è stata invece concepita negli anni ’80 e realizzata a partire dagli anni ’90, in parallelo a un riadattamento globale delle infrastrutture. Nonostante non sia stata esclusa l’eventualità di avvicinarsi anche ad altri settori del mercato, ad oggi Fornasarig è l’unica azienda italiana a far ruotare la sua intera catena produttiva attorno all’ambito dell’arredamento per spazi collettivi: i prodotti del marchio Fornasarig - non più solo sedute ma anche complementi - trovano infatti la loro ragione d’essere in alberghi, ristoranti, teatri, scuole, biblioteche, sale conferenze e navi. A costituire l’anima dei prodotti è il legno, materiale prediletto per la sua personalità connaturata e l’unicità sensoriale e spirituale che è in grado di concedere, preclusa invece ad ogni altro materiale industriale. L’utilizzo di questo elemento implica dunque la richiesta di una spiccata manualità, cura ed esperienza, tutte caratteristiche che l’azienda ha potuto assimilare solo in seguito ai numerosi anni di produttiva attività. Impegnata in una filosofia verde votata al rispetto per l’ambiente e le risorse, Fornasarig attinge solo da foreste di faggio di coltivazioni selezionate, e sottoposte a rigorosi e ripetuti controlli attui a ciclici rimboschimenti del territorio. FORNASARIG, www.fornasarig.it

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Wolfgang, lounge chair imbottita, coffee table, side table e tavolo da bar dall’aspetto caldo e minimale, realizzati in legno e ispirate alla filosofia del design scandinavo. Design Luca Nichetto.

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POLIFORM Tecnologia, Materiali e Affidabilità sono le key-word destinate a riassumere il profilo di Poliform, azienda nata in Brianza nel 1970 dall’evoluzione di un’impresa artigiana fondata nel 1942. La realtà familiare che identifica questa industria si configura in termini concreti in un’estrema passione per il prodotto, che viene dunque studiato, ideato, esaminato e controllato in ogni singola fase del suo processo produttivo. La selezione dei materiali è la fase nella quale è investita maggiore attenzione, e che è volta alla ricerca di sole materie prime di qualità, fondamentali per la realizzazione di prodotti che si debbano distinguere per la loro risaltante fattura. Il processo produttivo, in continua evoluzione, combina la proficuità dell’attività aziendale con l’accuratezza di quella artigianale. Si ha così che l’alto livello di ingegnerizzazione dei sistemi componibili prodotti affianchi, alla qualità dei materiali utilizzati, la sicurezza di una perfetta struttura testata più volte in ogni suo singolo meccanismo. La dedizione nella ricerca sociale fa invece sì che gli elementi creati rispecchino perfettamente quelle che sono le tendenze del momento, o che addirittura in alcuni casi le anticipino. Per Poliform infine, tutto ciò si è configurato in termini di successo con l’avvenuta collaborazione con i più importanti nomi del design internazionale e con la creazione di showroom su scala mondiale. POLIFORM, www.poliform.it

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Minerva, letto tessile dall’aspetto neutro ed elegante, rivestito e sfoderabile ad eccezione della testata, non sfoderabile ma impreziosita da un ricco ricamo a nido d’ape. Design Carlo Colombo.

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SPECIALE SALONE

MOROSO Dal 1952 Moroso progetta e realizza divani, poltrone e complementi d’arredo camaleontici, di diversi stili che vanno dal classico al moderno, dal minimale all’elaborato, e che aderiscono pienamente alle infinite richieste di un target elevato in continua crescita ed evoluzione. Specializzata nella creazione di imbottiti, Moroso ha ricercato per più di cinquant’anni il massimo della qualità, rendendola il tratto distintivo dell’azienda e il motore attorno al quale far ruotare l’intero processo produttivo. A riconoscimento di questa indiscutibile peculiarità il 24 giugno del 1994 Moroso ha ricevuto, in anticipo rispetto a tutte le altre aziende di imbottiti di Italia, la certificazione secondo le norme ISO per la conduzione aziendale, per la progettazione, produzione e assistenza al cliente. Nel 1999, Moroso ha ricevuto la certificazione anche per la gestione ambientale. Quest’ultimo tema, l’ecologia, è talmente a cuore all’azienda da aver influenzato tutti i singoli processi produttivi: è così avvenuta la loro trasformazione in visione di un andamento nella sua totalità più pulito e meno inquinante, facente utilizzo di materiali il più possibile riciclabili. Molti dei tessuti Moroso sono firmati dai designers più qualificati, come Ron Arad, Carlo Colombo, Enrico Franzolini, Marc Newson, Toshiyuki Kita e Patricia Urquiola. I prodotti trasudano passione e sentimento, vestendo gli ambienti living di colori e sensazioni avvolgenti, trasformandoli da semplici spazi a vere e proprie “stanze vive e da vivere”, adatte sì a chi è predisposto al relax e all’introspezione, ma anche a chi ci tiene all’ospitalità e all’incontro. MOROSO, www.moroso.it

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Byobu, tavolino e tavolo da pranzo dalla forma insolita ed equilibrata, con piano sostenuto da una struttura ispirata ai pravaneti giapponesi dai quali ha tratto il nome. Design Nendo M.a.s.s.a.s., divano che ha già tutto ciò che ci serve sapere nel suo nome: M per Moroso, A per asimmetrico, S per sofa, S per sistema, A per adorabile, S per stitched (ricamato, cucito). Design Patricia Urquiola.

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RACCONTO DI PAOLO ARMENISE

CHIACCHIERE DI ARCHITETTURA 84 CASATREND

Forse dopo tanti anni di attività sto iniziando a maturare un pensiero preciso riguardo all’architettura e al potere che questa ha di riflettere lo stato della società in cui viviamo. Dando per scontato che ritengo che nella vita ciò che conta è ciò che sei e non come ti piace apparire, questo per me vale anche per l’architettura e quindi ho sempre giustificato la stranezza di alcune forme esclusivamente nel momento in cui queste erano giustificabili a fronte di quello che ti riuscivano a trasmettere una volta che ti trovavi a viverle.


Il primo approccio con questo pensiero l’ho avuto quando, ancora studente, sono andato a vedere il Vitra Design Museum a Weil am Rhein. Da quel momento ho iniziato ad amare Frank Gehry e soprattutto ho cominciato ad ammirare la sua lucidità e il suo genio nel creare forme non convenzionali che non perdessero di vista il significato primo del loro esistere, ovvero la funzione. Ho proseguito negli anni seguendo Gehry e avendo spesso riprova di quanto questo rappresenti nel suo lavoro una costante. Non ho mai lontanamente pensato di essere in grado, nel mio fare architettura, di percorrere neanche con accettabile approssimazione quella strada e ho così coltivato l’idea della forma “sincera”, approfondendo la mia ricerca personale nell’ambito dei materiali e di tutto quello che a 85 CASATREND

parer mio, come la luce, genera valore nella percezione di uno spazio. Nel fare questo ho avuto due grandi maestri: da una parte alcuni architetti che ho avuto la fortuna di poter conoscere e dell’altra la mia passione per la natura. Tra quelli che io considero maestri il primo è sicuramente Ettore Sottsass. Casa Wolf in Colorado rimane per me un punto di riferimento costante. In seguito, l’esperienza con Michele de Lucchi agli esordi di Produzione Privata la considero invece la scoperta del piacere fisico che si prova usando e toccando i materiali, successivamente il mio cammino dentro l’architettura ha consumato molte scarpe e sarebbe tedioso raccontarne ogni passo. Mi piace però citare Ingo Maurer e quanto ho imparato da lui sulla luce arrivando a dare un immenso valore a una


CHIACCHIERE DI ARCHITETTURA

lampadina, sapendo poi quante lampadine sono presenti nel mio fare architettura. Attualmente, l’ultimo maestro da cui sto imparando molto è Peter Zumthor, perché quando penso alla sincerità dell’architettura guardo all’uso che lui fa dei materiali, a partire dalla pietra (le Therme di Vals ne sono un esempio), fin ad arrivare al legno come nello Steilneset Memorial sull’isola norvegese di Vardø, di cui mi piace ricordare anche che è un memoriale dedicato alle vittime della “caccia alle streghe”. Non posso, in ultimo, non pensare al lavoro di Tadao Ando e alla purezza del suo segno nell’utilizzo del cemento. Poi c’è il legame stretto con la natura. In particolare con il marmo, avendo spesso nelle scarpe la polvere di quei pas-

Due foto delle Therme di Vals, architettate da Peter Zumthor 86 CASATREND


si che ho fatto nella ricerca di un’idea progettuale riguardo a questo materiale; un’idea che mi ha portato al rispetto delle vene, dei disegni, del lento consumarsi nel tempo e che si è poi trasformato in un lavoro sulle texture naturali, scavate dal passare dell’acqua e identificando nei volumi che rispettano la natura di questo materiale le sole forme che mi posso concedere. Ho eliminato ogni possibile forzatura cercando di essere al limite del didascalico nel suo utilizzo. Ultimamente mi sono riavvicinato anche al legno, perseguendo nei limiti delle possibilità che mi sono concesse un cammino dove tento di unire la forma al materiale, attraverso un processo che mira alla ricerca di una sincerità etica.

Due foto dei lavori di Tadao Ando: in alto, Curch of Light; in basso, School of Sunday 87 CASATREND


FOOD TREND

DI LISA CASALI

ROMBO SU LETTO DI PORRI CON CREMA DI BACCELLI E GERMOGLI COTTO IN LAVASTOVIGLIE Provate questa semplice e gustosa ricetta che unisce l’utilizzo di parti verdi di porri e baccelli, normalmente considerati di scarto, con la cottura in lavastoviglie. In questo modo non solo si riducono gli sprechi alimentari in cucina ma si cuoce senza consumare acqua ed energia.

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Per questa ricetta può essere sufficiente un solo rombo, se grande (più di 1 kg), altrimenti acquistatene due. Se acquistate il rombo intero, lavatelo, evisceratelo, togliete la pelle e sfilettatelo. Inserite i filetti così ottenuti nel sacchetto per il sottovuoto, conditeli con un filo di olio extravergine delicato, un goccio di vino bianco, sale, pepe e timo. Chiudete i sacchetti, disponeteli in lavastoviglie e cuoceteli con il lavaggio Eco. Nel frattempo preparate la crema di baccelli. Lavate i baccelli e tagliate il picciolo. Cuocete a vapore i baccelli per 10 minuti (o per 5 minuti in pentola a pressione), quindi tagliateli a cubetti. Lavate e asciugate il porro e separate la parte bianca da quella verde. Tagliate la parte verde a fette sottilissime e riducete quella bianca a rondelle più spesse. In una padella fate sciogliere il burro con un cucchiaio di olio e fatevi appassire a fuoco basso per qualche minuto la parte verde del porro. Unite i baccelli, salate, pepate e fate saltare per 3 minuti circa. Passate il tutto al passaverdura, regolate di sale e conservate la crema ottenuta in frigorifero fino all’utilizzo. Nella stessa padella fate appassire anche la parte bianca del porro con un filo di olio, mezzo bicchiere di vino e 2 cucchiai di acqua; lasciate cuocere a fiamma bassa finché il liquido non sarà evaporato completamente. Al momento di portare in tavola unite i filetti di rombo ai porri, salate, pepate e fateli rosolare su entrambi i lati. Scaldate la crema di baccelli (al microonde o in un pentolino posto sul fuoco). Suddividete nei piatti i porri stufati e disponetevi sopra i filetti di rombo. Completate con una cucchiaiata di crema di porri e baccelli, qualche germoglio e un filo di olio. Servite subito.

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TRIMESTRAL E - ANNO 6 APR/MAG/GIU QUARTERLY 2012 - YEAR 6 - APR /MAY/JUN 2012 N. 50 - N. 50

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ENGLISH TEXT S N Ø H E T TA F O R T H E N O R W E G I A N W I L D R E I N D E R C E N T R E PAV I L L I O N PAG. 18

BY ARIANNA MALAGOLI By appointment of the Norwegian Wild Reindeer Foundation Snøhetta has designed a suggestive observation and information pavilion at Hjerkinn, a village in Dovre, Norway, one of the driest places in the country. The main purpose of the 75m2 building is to provide shelter for school groups and visitors as mountain guides lecture about the unique wildlife and history of the Dovre M0000000000000000ountain plateau. In fact, Dovrefjell is home to wild reindeer herds, musk oxen, arctic foxes and a variety of endemic botanical species. A long history filled with travellers, hunting traditions, mining and military activities have left their mark on this land. Today, modern tourism and recreation continue to shape the cultural landscape of this place. So, natural and cultural landscapes form the basis of the architectural idea. The building’s design is based on a contrast between a rigid outer shell and a soft organic-shaped inner core. A wooden core is placed within a rectangular frame of raw steel and glass. The core is shaped like rock or ice is eroded by natural forces like wind and running water. Its shape creates a protected and warm gathering place, while still preserving visitor’s access to spectacular views. Considerable emphasis is put on the quality and durability of materials so that the building can withstand the harsh climate. SnØhetta, www.snoarc.no

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GOD SAVE THE FOOD

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BY ANDREA PARACUCCHI God Save the Food is located in Milan’s Tortona area with the ambition of giving back to its customers the pleasure of lunch as a moment of enjoyment and wellbeing. Located in a space that brings back its industrial background, this authentic Loft of taste welcomes every client in a perfect mix of wood, iron and steel perfectly combined in a space full of natural light where food, with its colors and flavors is the real protagonist. This project pivots around quality, transparency and wellbeing, characteristics that are all well reflected both in the architecture of its spaces and in the choice of ingredients and recipes. The carefully organized rooms, and the open space kitchen have the ambition of not hiding anything, since God Save the Food is all about showing rather than hiding. As a matter of fact the goal is of showing that any moment of a given day is a good moment to taste dishes and recipes

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created with “first class” ingredients. These are all selected for its tastes as well as for people who enjoy everyday wellbeing as a lifestyle. This wellbeing can be enjoyed out of the restaurant premises as well, since the exposed larder displays only daily made fresh products that are sold at a discount after 5pm. The challenge of this ambitious project created by the chef Enrico Bartolini with the help of an experienced nutritionist is to create the most delicious dishes going back to the roots of cooking. Each dish is characterized by the most traditional methods applied to creative recipes that are brought to life in order to please the palate of anyone who is forced not to have lunch at home. From the “free-range” chicken to the wood baked naturally raising bread, the message is consistent. Quality is key, no matter the choice from a menu spanning from burgers to the most traditional “carne salada”. God Save the Food, 34 Via Tortona, Milano, tel. 02 8373604, www.godsavethefood.it

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VICTORIA 73 HOUSE

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BY PAOLO RUGGIERO “This house as it originally was did not take advantage of the extraordinary characteristics of its location”, says Johannesburg based Studio Saota’s Philip Olmesdahl. “The owners asked us to rethink it by opening it to daylight, nightlife with friends and to make it benefit from the sea view”. This house, peculiarly named Victoria 73, is crawled on a Bantry Bay hill, a “wind-free area” in Cape Town, South Africa, protected by the winds than usually lash constantly the nearby residences. The house developed vertically onto six floors because its plant was constrained by a nearby road. Studio Saota organized the spaces favoring two big living areas on the fourth and fifth floor. The first one includes a kitchen and dining room. The latter, an epicurean space for relaxation, with lounge area, bar, braii (the local version of the barbecue) and infinity pool facing the horizon. “Both living spaces dynamically communicate through its sculptural link of volumes and levels”, as Saota’s cofounder Stafan Antoni mentions. The lower levels host the guest rooms, a library, the entrance hall and a garage for up to five cars. Levels are connected through a glass elevator that slides silently on its rails, and are almost excessively irradiated by natural light. This is a result of Cape Town benefitting from more hours of sunlight that any Mediterranean town. Vistoria 73’s design is inspired by the California’s “Case Study Houses”, built in the 1940s to 1960s, and by Mies Van der Rohe’s Barcelona Pavillion. Its attic, posed as a sheet on a Nero Marquina marble monolith, is a clear reminder of this inspiration. The massive opening is a conveyor of sunlight and sea breeze that meet the full and empty spaces carved around different shades of wood inhabited by design icons (a Platner table, a Barcelona Couch and the Arco lamp by Castiglioni) and by objects and photographs part of a private collection. There is even a ruby red fireplace, and corners in which the house gets Mediterranean shades, with mosaics, plant racks and beautiful green oasis. New shades appear at night time, after endless bright days: the marine horizon rests in the darkness and the house finds a brand new night identity veiled only by sculptures and by the movement of the leaves. Saota - Stefan Antoni Olmesdahl Truen Architects, Cape Town, www.saota.com

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CONTRIBUTORS

LISA CASALI, food blogger Laureata in Scienze Ambientali, Lisa da sette anni dirige un blog di cucina privilegiando le cotture senza sprechi. Ha pubblicato libri di successo e attualmente collabora con costanza con stampa e televisione.

PAOLO STELLA, actor/writer Volto amato da cinema e televisione, ha recentemente creato un’autentica addiction tra i lettori del suo blog, tanto che la sua abilità di scrittore si è concretizzata in un progetto giornalistico e editoriale.

PAOLO ARMENISE, architect Professionista nel campo dell’achitettura e del design, vanta la direzione artistica di numerosi brand. E’ associato allo studio Bestetti e fondatore di Zoth.

PAOLO FESTA, architect/photographer Architetto eclettico con la passione del design, della grafica, della fotografia e dell’architettura, ama tutto ciò che può essere modellato e può prendere forma, da un semplice foglio bianco a un’immagine.

VALERIO COMETTI, engineer/designer Il suo animo da ingegnere, la passione per il design e una proprietà di linguaggio fuori del comune si concretizzano nella realizzazione di oggetti di grande spessore progettuale, oltre a testi di raro spirito critico.

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Direttore responsabile ARIANNA Malagoli Grafica YURI GUERRA Redazione IVAN GRANOLLA, RACHELE MORRIS Collaboratori PAOLO RUGGIERO, ANDREA PARACUCCHI, PAOLO ARMENISE, VALERIO COMETTI, GABRIELE GANDOLFI PAOLO STELLA, LISA CASALI, RICCARDO DIOTALLEVI, BRUNO FATTORINI & PARTNERS, ALEX SCACCHETTI Fotografi ANDREA BARBIROLI, PAOLO FESTA Redazione Via Olmetto 8/A, 20123 Milano ‭Tel. 02 87242024 info@casatrendmagazine.it www.casatrendmagazine.it Marketing e pubblicità ANDREA PARACUCCHI marketing@casatrendmagazine.it Stampa Errestampa Tribunale di Bologna n. 7713 del 28/11/2006. Iscrizione ROC n. 14780 E’ vietata la riproduzione anche parziale. Testi, disegni e materiale fotografico non saranno restituiti.

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la terza dimensione del mosaico: l’intuizione che sorprende


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