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• Mantova

gioiosa entra nelle case

SOMMARIO La voce della luna Morte di un principe La luce della notte, all’alba Mal lunatico Luna rossa Zodiaco Mantova, una lunula Vino lunare Desiderio di luna Luna e farfalla Offerings to Luna Beatrice Pastorio, Luna di seta

LUNA

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Associazione di Promozione Sociale iscritta al Registro dell’Associazione della Provincia di Mantova negli ambiti: civile-sociale, culturale e attività sociale. Decreto n. 17/2007

settembre

Curato da Associazione Cultural e Ca’ Gioiosa • Via Trieste, 44


La voce della luna Cos'è più utile, il sole o la luna? La luna, naturalmente; essa risplende quando è buio, mentre il sole splende solo quando c'è luce. Georg Lichtenberg

Foto Giuseppe Tripodo

È fortemente legata al femminile. Alle maree, al mestruo, alle dee e alle dive (più o meno caste). Inevitabile allora che questo numero di “Ca'rte”, alla Luna dedicato, ospiti interventi di sole donne. Il tema ha inoltre comportato il prevalere di ambiti d'interesse che vanno dalla simbologia all'antropologia, meno alle arti e alle lettere, quasi che la volontà di interpretare e suggerire abbia prevalso su quella di descrivere, rappresentare o raccontare. Gli influssi della luna, sulle persone come sugli elementi naturali, portano del resto con sé un'idea di mistero, di fascinazione, di magia. Anche per questo, io che sto scrivendo, mi ritraggo subito con la mia mascolinità per lasciar posto alle voci del femminino, concrete e insieme ideali, che cercano nel satellite terrestre contrasti e sfumature, corrispondenze e suggestioni. Buona lettura – lunare o lunatica che sia. (c.f.)

Morte di un principe mostrare la spiga di grano (corrispondente alla stella Spiga), per richiamarsi ai misteri eleusini salvifici della nutrice Demetra/Cerere: nella tradizione classica la spiga è suo attributo e nella simbologia funeraria si lega alla promessa di ritorno alla vita che nasce dalla Terra per tornare ad essa, rappresentando la speranza di rigenerazione post mortem. Anche nell’iconografia cristiana la spiga di grano è simbolo eucaristico. Così il Duca Guglielmo, committente dell’opera, volle rivolgere al fratello, a cui successe inaspettatamente nel governo della città di Mantova, un augurio di immortalità: d’altra parte, quel giovane Principe non poteva dirsi nato sotto una buona stella, così Guglielmo trovò modo di commemorarlo astrologicamente senza effigiare per esteso la sua carta del cielo, come era invece accaduto per Federico II, il cui completo oroscopo decora il soffitto della sala al secondo piano del castello.

Lorenzo Costa il Giovane (attr.), Mappamondo celeste (particolare del centro soffitto), 1579 circa, primo piano di Palazzo Ducale, Mantova. Autorizzazione Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le provincie di Mantova, Brescia e Cremona, n. 0003112 del 06/07/2011.

Gianna Pinotti

Ambrogio Lorenzetti, Gli effetti del Buono e del Cattivo Governo, Palazzo Pubblico (Siena)

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dopo essere caduto nel lago che circondava il castello di S. Giorgio, fu vittima di una morte sventurata causata dall’elemento acquatico a cui la Luna presiede; Gaurico enfatizza l’evento funesto della sua vita e del suo breve governo: “più bello di Ganimede (…) lo sventurato adolescente il 16 o il 17 febbraio del 1550 fiaccato nel corpo sopraffatto trovò la morte nel lago di Mantova. Furono le Ninfe delle acque a rapirlo”. Infatti nella posizione “lunare” di nascita viene commemorata l’infausta morte: il sincretismo è corroborato dalla presenza dei pipistrelli che volano in modo sinistro attorno al carro della Luna; sono i soli che esulano dal contesto astrologico (non ne esiste la costellazione) per parlarci dell’evento: assimilati alla Notte, portatori di sventura, animali ibridi (uccelli e mammiferi) simboleggiano la donna feconda e la dea Artemide/Diana, protettrice dei pàrti, ma anche datrice di morte inaspettata (miti di Atteone e Callisto). Inoltre la Vergine abbraccia la Luna in modo antiestetico e mirato, così da

Foto Gianna Pinotti

Nel cuore di Palazzo Ducale a Mantova il soffitto della sala dello Zodiaco mostra un mappamondo celeste con costellazioni figurate zodiacali e non, appartenenti a una circoscritta zona del cielo. L’affresco, ultimato nel 1579 circa durante il governo di Guglielmo Gonzaga (15381587) è attribuibile al pittore Lorenzo Costa il Giovane (1537-1583). Al centro Luna/Diana (nella tradizione classica Luna astrologica e Diana cacciatrice sono una sola cosa), percorrendo la linea in oro corrispondente a una sezione di eclittica o Zodiaco, si ferma con la sua biga nell’esteso segno della Vergine e si mostra visibilmente incinta, poiché, a nostro parere, riferita a un Gonzaga che nel suo oroscopo (carta del cielo alla nascita) aveva la Luna nel segno della Vergine. Consultando il Trattato astrologico di corte (1552) stilato da Luca Gaurico, notiamo che solo Francesco III secondo Duca (era primogenito di Federico II) aveva la Luna in Vergine: nato il 10 marzo 1533 (Pesci), lunedì (giorno governato dalla Luna), morto a diciassette anni


La luce della notte, all’alba Conversazione con l'artista Beatrice Pastorio

È una donna minuta quella che mi viene incontro premurosa e mi accoglie nella sua casa. Entro in una stanza luminosa ed elegante nella sua semplicità: un’impressione d’oriente, qualcosa di zen. Di cosa ti occupi in questo periodo? Spesso ho utilizzato dei supporti particolari: ti mostro i miei ultimi lavori su una carta velina speciale, un tempo usata in sartoria. È una carta molto difficile da trattare con il colore, ci vuole molta esperienza per non rovinarla, poiché la velina è fragile e può rompersi facilmente. Questi lavori sono stati realizzati con la tecnica per immersione utilizzata dai tintori antichi soprattutto per la seta. Devi conoscere bene i tempi e le caratteristiche del supporto. Ma faccio anche uso di spruzzini che rendono libero il mio gesto e poi la gomma mi permette sempre di ottenere effetti di chiaroscuro tridimensionali. Un effetto che ottieni anche con la sospensione. Sì, mi piace appendere i miei dipinti come fossero antichi arazzi, mi piace che si muovano per uno spostamento d’aria che provochi riflessi di luce: è un modo per dare vitalità all’opera, per sfogliarla anche. Ho avuto problemi di respirazione, per questo rappresento spesso l’aria, sento più vitale un lavoro che esprime movimento.

Tu sei una figlia d’arte. Mio padre era uno straordinario calligrafo, fu lui a trasmettermi la passione per la china, l’inchiostro. Artisticamente sono nata come grafica e quindi si spiega il grande valore che attribuisco al segno e la preferenza per la carta come supporto. Anche la pergamena mi affascina per la sua trasparenza. Quanto ha influito il tuo esordio da scenografa? Per tutta risposta Beatrice va a prendere un’opera che sta preparando per una mostra sul teatro: sono otto strati di tulle sovrapposti e tinti in diverse intensità di colore. L’effetto teatrale c’è sempre nella mia ricerca espressiva. Avrei voluto scegliere pittura come indirizzo accademico, invece mi consigliarono scenografia e ciò ha condizionato i miei esordi. Ho lavorato alla creazione dei costumi e, se all’inizio l’ho sentita come una scelta obbligata, oggi valuto quell’esperienza positivamente, una palestra molto utile poiché in teatro devi saper padroneggiare tutti i supporti creativi. Nella scenografia sono emersa come artista perché a quella scuola ti obbligano ad essere te stesso, ad avere un tuo stile.

Spiegami l’uso ricorrente alle didascalie. Le mie realizzazioni artistiche sono sempre accompagnate da versi poiché a ispirarmi sono molto spesso proprio le parole dei poeti che leggo avidamente. Tagore è il mio preferito poiché mi trasmette un senso di leggerezza e di profondità allo stesso tempo. Qual è il tuo rapporto col colore in questo momento? Per un lungo periodo ho prediletto una tavolozza dai toni caldi, poi ho sentito il bisogno di “riposare” con i colori freddi. Obbedivo in questo modo all’esigenza di togliere, di fare pulizia. Togliere non significa impoverire, ma dare maggior valore ai sensi e all’espressione della mia creatività essenziale. In questo momento sento particolarmente l’esigenza del bianco. Questa ricerca per me ha significato un profondo bisogno di luce in un momento difficile della mia vita. Utilizzando il colore anche nelle sue sfumature più accese, come ho fatto per molti anni, potevo in apparenza essere facilitata nell’espressione di una vasta gamma di sentimenti diversi. Vi sono stati periodi più energetici: ora, scegliendo il tema della luna, mi rivolgo al mio femminile più profondo. Il bianco lunare si scalda con la luminosità, la sua luce non è fredda. La luna piena è una goccia di latte color avorio che risalta nel blu del cielo notturno. Ma ciò che più mi affascina è che la luna è l’ultima cosa a scomparire prima del sole e finisce il suo percorso nel rosa dell’alba. Ombra e luce. Lei splende per contrasto col buio della notte, ma è delicata nell’alba. Proprio come una donna di carattere, ma con garbo, femminilità.

Foto Mara Pasetti

Ho apprezzato gli splendidi video realizzati alle tue mostre. Amo molto esporre in chiese sconsacrate, a volte chiesette di campagna, poiché l’idea di unire spazi spirituali a momenti creativi mi affascina. Sono luoghi che si prestano a rievocare l’antica usanza di esporre gli arazzi. Anche abbinare la nuda pietra alla seta o all’organza è estremamente suggestivo nel contrasto tra antico e moderno.

Parlami delle tue recenti esperienze espositive. Nel 2004 ho iniziato a sperimentare la seta, un nuovo stile. Tutto ebbe inizio con la preparazione di una mostra a Gazoldo degli Ippoliti e le difficoltà incontrate mi spronarono a continuare la sperimentazione su supporti trasparenti. In particolare uso l’organza di seta che lascia trasparire la luce con un bellissimo effetto. Poi sono passata al tulle teatrale, più rigido e simile alla garza, molto difficile da reperire. Senza mai abbandonare l’uso della grafite, la mia firma stilistica.

“Maria, dove l’ombra insegue la luce” era il titolo della mostra sulla vita della Vergine nella Chiesa dei Disciplini Bianchi di Asola. Vedi, non amo l’iperrealismo, tuttavia non ho abbandonato mai del tutto la figura. Ne è un esempio proprio il lavoro su Maria che risale al 200506. Mi sembra bello offrire ciò che amo e per me la figura della Madonna ha un significato importante: sentivo di doverle questo omaggio. L’ho realizzata pensando a lei come a una giovane e bellissima donna mediorientale, puntando soprattutto all’esaltazione della sua femminilità. Nell’episodio dell’Annunciazione ho esaltato l’espressività dello sguardo in lei e della bocca nell’angelo per rappresentare il Verbo. E ho rivolto un omaggio a mia madre inserendo gli iris (invece dei gigli) alludendo al suo nome, senza allontanarmi comunque dalla simbologia che associa questo fiore all’Immacolata Concezione. Dalla pittura figurativa all’astrazione. Il mio ultimo lavoro è più intimista, anche se non mi metto mai all’opera se mi sento cupa: metterei troppe ombre, troppo scuro. C’è in me questo bisogno di luce: se non posso trovarla all’esterno, la cerco dentro di me e la ricreo. Per farlo mi stacco da tutto e mi ricarico. Si percepisce in tutte le tue opere una grande ricerca estetica. Cerco sempre la perfezione nei dettagli, fare una cosa brutta mi riuscirebbe intollerabile. Se noto un’imperfezione vado in crisi e preferisco distruggere l’opera. La prima impressione di fragilità è del tutto rimossa. Quella che saluto con calore e simpatia è una donna di carattere: che sa imporsi per la sua grazia. Come una luna all’alba. Mara Pasetti

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Mal lunatico Perché da secoli associamo casi inquietanti (pazzia, malinconia, omicidio e licantropia) agli influssi lunari? Nel ‘500 Paracelso, classificando le malattie mentali, definisce mal lunatico il disturbo intermittente causato dalle fasi lunari. Fin dall’antichità si stabiliscono rapporti causa-effetto tra luna piena e maree, parto, agricoltura. Da qui, a catena, teorie popolari che accusano il pallido satellite di qualsiasi nefandezza. È come se l’uomo volesse rassicurarsi della naturalità di fatti irrazionali, fonti d’angoscia e disordine collettivo: si traccia un parallelismo forzato e parascientifico tra eventi ciclici naturali (giorno/notte, bassa/alta marea) ed eventi sociali non ciclici, non prevedibili, che, se assimilati ai primi, spaventano meno. Incolpare la luna è più sedativo che ammettere che l’individuo possa passare dalla normalità alla non-normalità, alla follia, o che una distinzione netta tra i due stati non esista. Sentite questa poliziotta nel romanzo noir Il treno della notte di Martin Amis: «Nemmeno i poliziotti italiani trovano romantica la luna piena. Stiamo parlando di un aumento del carico di lavoro che va dal 25 al 35%. Luna piena il venerdì sera significa 2 ore di rincalzo al pronto soccorso e code che non finiscono più in traumatologia». Chiudiamo con una nota lieve: in Rinascimento privato di Maria Bellonci, Ludovico Ariosto autore del poema L’Orlando furioso descrive la luna come cura, e non come causa di follia: «Il mio Orlando quando scopre il tradimento di Angelica è sospinto nella nera follia, e il suo compagno d’armi, Astolfo paladino, volando sull’ippogrifo varca il cerchio di fuoco intorno alla terra e approda sulla luna a cercare il senno dell’amico... Un’enorme pianura glaciale, abbacinante, d’acciaio. E lì Astolfo troverà tutto ciò che gli uomini hanno scritto e dimenticato, le lacrime e i sospiri degli amanti, l’inutile tempo che si spreca al gioco, l’inutile ozio degli ignoranti, i vani disegni, i vani aneliti, le speranze sconfitte». Simona Moschini

“Dalla ciclicità del ‘sangue della vita’ e dal cambiamento ciclico della luna la vita umana ha tratto stimolo al processo di sviluppo della coscienza ed alla scoperta di una lingua costituita da sillabe primordiali".

L’essenza ciclica del cosmo viene percepita dall’uomo attraverso la conoscenza del ciclo fisico uterino: si forma l’idea di un universo la cui essenza è l’eterna rigenerazione ciclica. Da qui il culto reso alla mestruazione ai primordi della vita umana, stimolo al processo di sviluppo della coscienza, soprattutto nel periodo del matriarcato. Sviluppo che originò la scoperta di una lingua costituita inizialmente da sillabe primordiali. Il significato letterale della parola “mestruazione” è “cambiamento di luna”. MENS, MENSIS è la misura, la luna e il mese. Da questa misura del tempo collegata alla luna e al sangue derivano: misurazione, misura, dimensione, metro, incommensurabilità. Dalla radice latina MENS e dal greco MENOS derivano tutti i termini che indicano la ragione (in inglese mind), associati ai termini “luna” e “mese”. La parola greca per “luna” è MENE, collegata al MINOtauro che deve far scorrere il suo sangue nel centro del labirinto-utero. L’ebraico MENEtekel potrebbe essere un oracolo lunare e NOUMEnon indica la festa della luna nuova. Dal greco, il termine per indicare l’utero è METRA e il ciclo dell’utero era il METRO della donna. Questa parola veniva utilizzata sia per il ciclo lunare sia per la misura temporale del sangue della donna. Nella sillaba ME è incisa l’esperienza basilare della potenza femminile e così vengono create le diverse dee: Medea, Medusa, AlcMENA, MEta, DeMETRA. Metro diventa “madre” (Mutter in tedesco). In sanscrito le parole MEN (luna) e MENSIS (mese) appartengono alla sillaba primordiale MA: significa “misurare”, “trovare spazio”, “entrare”. L’architettura matriarcale è nata dall’esperienza del ME. I significati linguistici del ME si riferiscono principalmente alla capacità di trasformazione e alla capacità artistica. MAnas è la radice per “spirito”, da cui deriva MAna, termine polinesiano. MAna è la forza elementare immanente all’universo, energia sacrale che nella luna nuova è propria della donna che sanguina. Ella, in questo stato particolare, grazie alla più profonda sensibilità spirituale può annunciare l’oracolo. La sillaba MEI, che viene tradotta con “diminuire”, “cambiare”, “ingannare”, si riferisce al cambiamento ciclico della luna. Nel significato di “legare”, “allacciare” si ricordano il “filo rosso” o la “corda rossa”. Da qui il ricco simbolismo collegato al flusso di sangue: basti pensare al filo rosso di Arianna. I miti indiani chiamano il sacro flutto Soma per designare l’oceano di sangue della dea Kali. La fonte del SOMA fu la luna e dal SOMA nacquero tutti gli dei. SOMA era il nome segreto della Dea Madre, e veniva inteso come la parte attiva dell'“anima del mondo”. SOMVARA è

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Foto Claudio Compagni

Luna rossa

il nome che indica il lunedì, giorno della luna. Gli indiani del Sudamerica sostengono che l’intera umanità fu creata all’inizio dal “sangue della luna”. Anche Adamo, il primo uomo biblico, fu fatto di ADAMA, ossia di argilla mescolata a sangue. Nell’Antico Testamento la mestruazione è chiamata “fiore” (III Libro di Mosè, 15:24): è il “fiore di luna” che precede il frutto. Nel Medioevo i re, oltre a portare un mantello rosso, bevevano il Claret, un vino rosso. Claret era sinonimo di “sangue” (con la rossa forza spirituale della mestruazione) e significa “illuminazione”. Legato alla nozione che il vino rappresenta il sangue della luna era il detto: “L’uomo nella luna beve il Claret”. Stefania Viapiana


Zodiaco

Foto Andrea Giona

La Luna, che astronomicamente è il satellite naturale del nostro Pianeta, è da secoli considerata simbolo della femminilità, nonché della fertilità. La sua luce pallida, eterea, in contrapposizione a quella intensa e ‘virile’ del Sole, suo simbolico sposo, ha sempre ispirato cantori e poeti per la sua delicata ineffabilità. La rapida ciclicità della Luna, nella sua rotazione attorno alla Terra, coincide per durata al ciclo mensile femminile ed è questo uno dei motivi per i quali è sempre stata associata alla donna, in quanto simbolo di trasformazione e di crescita. Inoltre controlla tutti i piani cosmici retti dalla legge del divenire ciclico: le acque, la pioggia, la vegetazione e la fertilità in generale. La Luna, nel suo rapporto di dipendenza tra Terra e Sole, è dunque un simbolo di conoscenza indiretta, di passività feconda e di ricettività: è l’acqua rispetto al fuoco solare, yin rispetto allo yang, femminile in rapporto al maschile. Proprio per questa misteriosa e affascinante prossimità al mondo biologico e umano, con l’espansione dell’immaginario simbolico collettivo che ispirandosi ad essa ha originato le più diverse metafore e allegorie, la Luna ha assunto un ruolo di primo piano sul proscenio astrologico. Anche se metaforicamente collegata alla parte più primitiva dentro di noi, essa è portatrice di una sensibilità che sa rivelare visioni nascoste e facoltà originali, altrimenti precluse a chi non si familiarizza con il mondo umido e freddo del buio della notte. La Luna nel tema natale rappresenta l’archetipo della madre e, per estensione, la propria infanzia e le emozioni primigenie archiviate nella memoria. In ragione di tale collegamento con la memoria in senso lato, in alcune culture orientali e in certi filoni di studi esoterici, la Luna è anche considerata, per il segno astrologico in cui è collocata e per gli aspetti angolari con altri pianeti nel tema natale, il pianeta karmico per eccellenza, ovvero l’indicatore più accreditato di esperienze di vite precedenti e del retaggio emotivo che le esperienze del passato hanno lasciato in eredità alla persona. Luna, anche come governatrice del mondo dei sogni, in quanto collegamento tra l’uomo e i processi vitali e universali di cui si ha memoria già in fase pre-natale. Si tratta dunque di un simbolo astrologico niente affatto banale, anche se apparentemente così famigliare e strettamente collegato alla capacità di intelligere.

La rapidità ciclica della Luna attorno al cerchio zodiacale è tale che la sua presenza in congiunzione agli altri pianeti fa sì che questi si rivitalizzino, che attivino maggiormente la loro funzione, grazie all’intensità percettiva che le è associata e che permette una lettura più chiara di una dinamica astrale in corso. La simbologia di intuizione legata alla Luna, in astrologia, dipende infatti dalla sua capacità di afferrare in tempi molto brevi tutto ciò che si offre alla sua percezione. La Luna è il complemento del Sole e non già il suo opposto; ciò significa che nella simbologia zodiacale sono entrambi strutture portanti dell’Io, sia pure con funzioni diverse. Se il Sole rappresenta l’energia attiva e positiva, la Luna regola le facoltà mentali agendo da filtro per indirizzare in senso positivo o negativo le percezioni, in funzione dell’attivismo solare. Perciò anche un Sole collocato in modo splendido in una Carta del Cielo sarà comunque zoppicante se la Luna risulta ‘lesa’ da aspetti troppo dinamici con gli altri pianeti o con il Sole stesso. In termini esoterici , la Luna rappresenta anche l’inizio, o la prima tappa fondamentale del cammino iniziatico della conoscenza che si compie percorrendo simbolicamente la Ruota dello Zodiaco. Oltrepassata la sua sfera, la visione cessa d’essere geocentrica per divenire virtualmente eliocentrica. Superati i confini istintuali e spontanei dell’ego e dei suoi specifici condizionamenti biologici e ambientali rappresentati dalla Luna, si inizia il vero e proprio percorso planetario per divenire più che sé stessi, in un completo ri-orientamento delle proprie energie verso l’autoconsapevolezza, rappresentata simbolicamente dal centro del Sole o ‘Cuore del Sole’. Ma nulla avrebbe inizio se non ci fosse lei, la Luna-nutrice di ogni ciclo vitale. Manuela Reni

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Nel Museo Archeologico Nazionale di Mantova è esposto un curioso oggetto. Si tratta di un monile in oro ritrovato nel sermidese: un pendente a forma di piccola luna, una lunula, con al centro i genitali maschili. L’oggetto datato, al I-II secolo d.C., è di piccole dimensioni, lungo cm. 1,9 e alto cm. 2,2. I crescenti lunari sono ben diffusi nel mondo antico, fin dalla più remota antichità, tanto che se ne ha notizia in Mesopotamia fin dal secondo millennio a.C., e poi in Asia Minore, in Siria e Palestina, in Grecia e Magna Grecia, nel mondo romano, fin nelle lontane province poste oltre le Alpi, fino in Gran Bretagna. Erano un importante oggetto apotropaico, destinato ad allontanare il malocchio e favorire la buona sorte; legati al mondo femminile, erano ornamenti di collane e bracciali per donne e bambini. Dall’opera di Plauto, il famoso commediografo romano, si sa che vi era l’uso fra i suoi contemporanei di regalarle come dono di compleanno. Ancora nel III secolo d.C. erano così diffuse che Tertulliano e Cipriano le citavano negativamente in relazione ai costumi dei loro contemporanei. La sua durata nel tempo deve essere stata originata proprio da questo valore di amuleto legato al mondo femminile. Ma un elemento colpisce nella lunula del museo mantovano: la compresenza di un amuleto decisamente femminile con uno chiaramente maschile. Come un voler far convergere in un unico oggetto le forze positive femminili e maschili. E la luna ritorna ancora nelle vetrine del museo, perché essa era collegata alla dea Diana. È vero che la Diana ritrovata a Corte Cherubine di Mantova è nella versione della Diana cacciatrice, con veste corta, stivali, il chitone (l’abito) raccolto alla cintura, il mantello gettato sulla spalla, l’arco e la faretra, ma non ci si può dimenticare che la sorella di Apollo, dio sole, era connessa con la luna. Questa, nella forma di crescente (eccolo che ritorna ancora!), brillava sulla sua fronte. Possiamo quindi dire che la luna, che regolava la vita dei primi agricoltori delle nostre terre, ha sempre continuato a splendere e ad augurare buona fortuna alle antiche genti di Mantova.

Pendente a forma di lunula da Sermide (MN), sporadica – St. 124766

Mantova, una lunula

Elena Maria Menotti Laminetta in bronzo raffigurante Diana cacciatrice – da Mantova, corte Cherubine – St. 124765

Vino lunare I pianeti influenzano i comportamenti degli esseri viventi? Il medico filosofo Rudolf Steiner ne era talmente convinto da costruire intorno al moto degli astri la sua visione filosofica. Secondo le teorie steineriane anche la fertilità del suolo e l'agricoltura sarebbero governate da forze cosmiche e da energie astrali. L'agricoltura biodinamica che a quelle teorie si ispira tiene in massimo conto le fasi lunari e la posizione dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco. Sono molti oggi i vignaioli in Italia e nel mondo a produrre vini biodinamici seguendo pratiche estreme che sconfinano a volte nell'esoterismo. Pratiche che si associano del resto a un sapere antichissimo. Già gli antichi avevano notato l'influenza lunare su fermentazioni, vinificazione, travasi, chiarificazioni che dovevano avvenire secondo un preciso calendario lunare. Esoterismo o meno, sono importanti i risultati e nel caso di alcuni vini biodinamici – forse perché si tratta di pratiche estremamente rispettose della natura – i risultati sono a volte impareggiabili. Come nei vini mito di Lalou Bize Leroy, per tutti “Madame”, leggenda vivente dell'enologia francese (“Il vino è l'ispirazione cosmica, ha il gusto della materia del mondo”). I suoi vigneti nella Cote d'Or in Borgogna sono biodinamici dal 1989 e, nei suoi Domaine d'Auvenay e Domaine Leroy, Madame produce 9 Grands Crus e 8 Premiers Crus. Ecco cosa scrive di lei uno dei più importanti critici internazionali, Michel Bettane: “All’età di quattro volte vent’anni, più vispa che mai, continua a fare solo secondo il suo cuore e la sua coscienza, tentando l’impossibile, cioè obbligando la vigna ad arrivare fino al vertice del suo genio e di quello della sua terra. […] Ogni cru (vino particolarmente pregiato) diviene l’ideale di ciò che dovrebbe essere, tanto trasparente da risultare quasi naturale e amichevole. Finito il tempo di ‘madame trop cher’, nel suo universo il tempo e il denaro sono aboliti, e si può sempre rompere il proprio salvadanaio per una bottiglia sola, ma una bottiglia che cambierà la vostra vita.” Raffaella Prandi

Desiderio di Luna Matarazzi del cielo, oscure nubi, Ch'or tenete celata La celeste frittata: Scopritela, vi prego, agli occhi miei; Perch'al lume di lei Io scriver possa alcune rime sdrucciole: Non ho più gatta e non si trovan lucciole.

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Foto Giuseppe Tripodo

di Tommaso Stigliani, poeta del Seicento


Luna e farfalla

Offerings to Luna (2000) di Julia “Butterfly” Hill A tree a life so many years gone by history bound in each new ring and every scar i lay nestled in Her arms i listen to all She has to say She speaks to me through my bare feet... my hands She speaks to me on the wind... and in the rain telling me stories born long before my time Wisdom as only Ancient Elders know Truths passed to me through Nature's perfect lips She cries Her overwhelming grief sap that clings to me... to my soul i wrap my arms around her offering the only solace that i know giving myself as the only gift i have to give a pitiful offering to a Goddess such as this but of myself it is all that i have to give

Offerte a Luna [traduz. di M. Fraccari]

Un albero, una vita di molti anni, storia racchiusa in ogni nuovo anello e ogni ferita Mi accoccolo nelle Sue braccia ascolto tutto ciò che ha da dire Lei mi parla attraverso i miei piedi nudi ... le mie mani Lei mi parla nel vento ... e nella pioggia mi racconta storie nate molto prima di me Saggezza che solo i più anziani conoscono Verità passatemi attraverso le labbra perfette della Natura Piange il suo immenso dolore linfa che si aggrappa a me ... alla mia anima Cingo le mie braccia intorno a lei offrendo l’unico conforto che conosco offrendo me stessa come il solo dono che ho da offrire un’offerta piccola per una tale Dea ma di me stessa è tutto ciò che ho da dare

Foto Tiziana Giacometti

«Venti furiosi divelsero grandi rami della sequoia millenaria, mandandoli a schiantarsi al suolo sessanta metri più sotto. La piattaforma superiore, dove vivevo, era collocata tra i rami a circa cinquantaquattro metri da terra, sei metri al di sotto della cima dell’albero, ed era completamente esposta alla tempesta. Non c’erano tegole a ripararla e nessun albero a proteggerla. Non c’era niente. Mentre sferzavano tutt’attorno, i rami scuotevano l’incerata che mi serviva come riparo. Nevischio e grandine entravano tra i pezzi malconci che fungevano da tetto e da pareti. Ogni nuova folata scuoteva la piattaforma, minacciando di scaraventarmi oltre il bordo. Ero atterrita. Lo ricordo ancora. Terrorizzata. (…) Lo spaventoso potere di Madre Natura mi aveva ridotto ad un’imbecille prostrata che combatteva la paura con una forchetta di carta. Rigida per il terrore, non potevo immaginare come lo stare avvinghiata senza fiato ad una fragile piattaforma di legno fosse probabilmente la risposta alla preghiera che avevo mandato alla Creazione quel giorno sulla Lost Coast. Avevo chiesto un consiglio su cosa fare della mia vita. Avevo chiesto uno scopo. Avevo chiesto di essere di aiuto. Ma certamente non avrei mai immaginato che la rivelazione che cercavo avrebbe contemplato l’andare a stare su un albero che rischiava di essere spezzato dalla furia della natura. Tuttavia, abbastanza stranamente, la piega che prese la mia vita fu quella. Mentre sto scrivendo, all’età di venticinque anni, vivo da più di due anni su un’antica sequoia alta sessanta metri, collocata sulla proprietà della Pacific Lumber. Sono sopravvissuta a tempeste, minacce, solitudine e dubbi. Ho conosciuto la magnificenza e la devastazione di una foresta tra le più antiche della Terra. Vivo su un albero che si chiama Luna. Sto cercando di salvare la sua vita. Credetemi, non era proprio quello che intendevo fare della mia vita». Inizia così il racconto di uno dei più straordinari atti di disobbedienza civile compiuto tra il 1997 e il 1999 da Julia “Butterfly” Hill in difesa di Luna. Luna è una sequoia di oltre 1000 anni che vive nella Contea di Humboldt, nella California settentrionale. Luna è un albero imponente e maestoso, alto quasi sessanta metri, visibile a miglia di distanza; sorge vicino al crinale di una collina pesantemente percorsa dai disboscamenti massicci operati della Pacific Lumber, la principale compagnia forestale della California, ed era lei stessa – segnata dalla vernice blu – destinata ad essere abbattuta. Quando

Julia arrivò per la prima volta tra le antichissime foreste della Lost Coast, Luna era già un albero “occupato”: alcuni attivisti, sfruttando il chiarore della luna piena, avevano costruito una piattaforma di un metro e mezzo per due e mezzo a sessanta metri di altezza, utilizzata come estremo avamposto della lotta per salvare le sequoie giganti della California. Turni di pochi giorni ciascuno, perché le condizioni meteorologiche in quella zona sono estremamente proibitive, specie d’inverno. Poi un giorno arrivò “una farfalla”. A metà dicembre del 1997 una ragazza, in cerca di se stessa e di un senso da dare alla propria vita, fu colpita profondamente da questi antichi e sapienti antenati e decise di unirsi ai tentativi di salvare la vita di Luna. Salì il 10 dicembre 1997 e scese 738 giorni più tardi, solo dopo aver raggiunto l’accordo che protegge tutt’oggi Luna e una vasta area intorno ad essa. 738 giorni di paura, insicurezza, forza, disperazione, coraggio, sofferenza, gioia e la promessa di una giovane ad un antico albero di difenderlo con ogni goccia di se stessa. Una simbiosi totale tra uomo e natura, in cui la Natura diventa modello e maestro. Entrare in una foresta di sequoie ha in sé qualcosa di profondo, mistico, potente. Qualcuno le definisce Santuari della Natura: al cospetto della maestosità di Luna, al suo potere antico, si percepisce chiaramente la fragilità della condizione umana e la vibrazione del potere superiore della Natura. Un incontro tra terra e cielo, tra umano e divino, tra materia e spirito.

Milena Fraccari

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Curato da Associazione Culturale

Ca’ Gioiosa • Via Trieste, 44

• Mantova

settembre

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CALENDARIO EVENTI

CA’ GIOIOSA

gioiosa entra nelle case 2 settembre 2011 / Anno II Copia omaggio supplemento straordinario a La Cittadella Editrice Ca’ Gioiosa-Mantova Fotolito e stampa: Publi Paolini

Prende l’avvio dall’autunno un nuovo corso per Ca’ Gioiosa: si fa ritorno all’idea originale da cui nacque dieci anni fa l’associazione, ovvero quello di fare didattica orientata a un apprendimento. Ca’ Gioiosa non ha mai tradito questo spirito, ma dopo tanta gavetta e tanto seminare, ora siamo pronti a proporre una Scuola che, di anno in anno, proponga a chi vuole prendervi parte un percorso strutturato con coerenza per raggiungere alcune mirate competenze. Il 2011-12 è dedicato alla comunicazione con una serie di corsi dal titolo “La Seduzione della Parola“. Il testimone della prima staffetta è affidato al Museo diocesano Francesco Gonzaga con un ciclo di quattro incontri (a ingresso libero) proposti da personalità della cultura mantovana che parleranno, a vario titolo, di poesia dai giorni nostri all’antichità classica passando per la seduzione della Parola biblica (si veda box sotto). Da ottobre ad aprile poi si susseguiranno otto corsi di più incontri ognuno, sui temi della comunicazione efficace, psicologia della comunicazione, scrittura creativa, laboratori artistici della carta e ceramica, studio della grafia, segno grafico su tessuto, simbologia nel linguaggio femminile, comunicazione fotografica affidata alla luce nel cinema. Ogni proposta è autonoma, anche se il percorso è studiato per forze sinergiche e per rimandi tematici. Chi volesse entrare in questo sfaccettato, seducente universo di conoscenze e condivisione col gruppo può richiedere liberamente il depliant all’associazione: vi troverà dettagli, tempi e costi. Dopo le splendide giornate di sole estivo, confidiamo per l’inverno nella luce “seduttiva” della conoscenza! Mara Pasetti

Responsabile redazionale Claudio Fraccari Coordinamento artistico Raffaello Repossi Coordinamento editoriale Mara Pasetti Redazione Valeria Borini Claudio Compagni Giovanni Fortunati Claudio Fraccari Carla Guerra Nicoletta Marastoni Laura Pasetti Mara Pasetti Raffaello Repossi Giada Salvarani Giuseppe Tripodo Nicola Zanella Testi e poesie di Claudio Fraccari Milena Fraccari Julia “Butterfly” Hill Elena Maria Menotti Simona Moschini Mara Pasetti Gianna Pinotti Raffaella Prandi Manuela Reni Tommaso Stigliani Stefania Viapiana

Domenica 25 settembre ore 10.30 Museo diocesano “F. Gonzaga” Ciclo di 4 incontri dal titolo “La Seduzione della Parola” 25/9 U. Bresciani e A. Pecchini 9/10 R. Signorini e Gamma Chorus diretto da Luca Buzzavi 23/10 G. Pasetti e R. Brunelli 6/11 G. Bernardi Perini Ingresso libero

Fotografie di Claudio Compagni Tiziana Giacometti Andrea Giona Mara Pasetti Gianna Pinotti Giuseppe Tripodo

Mantova

entra nelle case

Museo diocesano “Francesco Gonzaga” Piazza Virgiliana, 55 Mantova Domenica ore 10.30 25 settembre 9 ottobre 23 ottobre 6 novembre

I COLORI DELLA FEDE di Claudio Compagni

Sabato 10 dicembre ore 17.00 Museo diocesano “F. Gonzaga” Proiezione del video “I colori della fede” di Claudio Compagni Ed. Ca’ Gioiosa Ingresso libero

SOMMARIO La voce della luna Morte di un principe La luce della notte, all’alba Mal lunatico Luna rossa Zodiaco Mantova, una lunula Vino lunare Desiderio di luna Luna e farfalla Offerings to Luna

Info e iscrizioni agli eventi: – Via Calvi 51 Mantova, il martedì 10-12 tel. 0376 222583 - 3395836540 – via Trieste 44 Mantova tel. 0376 224150

cagioiosa@libero.it • www.cagioiosa.too.it

e con il patrocinio

L’associazione Ca’ Gioiosa è a disposizione degli eventuali aventi diritto per le fonti non individuate. Scriveteci i vostri commenti e visitate il nostro sito per conoscere l’elenco delle edicole che distribuiscono Ca’rte.

Beatrice Pastorio, Luna di seta

LUNA

03 11

Ca’ Gioiosa • Via Trieste, 44 •

gioiosa

Lunedì 14/11 Lunedì 28/11 ore 20.30 Casa Pasetti, via Calvi 51, Mn “La simbologia nell’arte” presentazione a cura di Mara Pasetti Solo su prenotazione

LA SEDUZIONE DELLA PAROLA

Martedì 27/09 Martedì 11/10 Martedì 22/11 ore 20.30 Casa Pasetti, via Calvi 51, Mn “In-contro” amici che si incontrano convivialmente Solo su prenotazione

Associazione di Promozione Sociale iscritta al Registro dell’Associazione della Provin negli ambiti: civile-sociale, culturale e attività sociale. Dec

settembre

Curato da Associazione Culturale

Giovedì 27 ottobre ore 20.30 Casa Pasetti, via Calvi 51, Mn “Gli anni folli, la Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì 1918-1933” presentazione a cura di Mara Pasetti Solo su prenotazione

Domenica 11 settembre ore 11.00 Sala Impastato Centro Baratta Presentazione libro-fotografico “Ivanoe Bonomi, una vita per la democrazia” di Mara Pasetti e Giada Salvarani ed. Ca’ Gioiosa Ingresso libero

Ca’ Gioiosa ringrazia per la sensibilità che sempre dimostrano a sostegno delle sue iniziative la Provincia di Mantova, il Comune di Mantova, Levoni spa, Banca Intesa San Paolo, Cleca S. Martino, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Pavimantova snc, Cantine Virgili, Gustus, Valle dei Fiori

Sportello Sportello di di Promozione Sociale

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ACCADEMIA NAZIONALE VIRGILIANA

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Per informazioni ci si può rivolgere direttamente allo Sportello di Promozione Sociale in via Tassoni 12 a Mantova. L’ufficio è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12, telefono: 347/6728025, email: sportellodipromozionesociale@domino.comune.mantova.it. Anche il sito è gestito dai volontari con tutte le informazioni preventive circa il servizio: http://sportellodipromozionesociale.comune.mantova.it.

Informazioni dal Bollettino n. 8/2010 CONTRIBUTO STRAORDINARIO ALLA LOCAZIONE ESENZIONE TICKET MODIFICHE DI SERVIZIO E TARIFFE APAM E NUOVE AGEVOLAZIONI GRATUITO PATROCINIO

RIMBORSO IVA SULLE BOLLETTE DEL GAS BONUS ENERGIA ELETTRICA BONUS GAS NATURALE DOTE SCUOLA A.S. 2011/12 RIDUZIONE ABBONAMENTO TELECOM | ALTRE AGEVOLAZIONI TELECOM FONDO DI CREDITO PER I NUOVI NATI

AGEVOLAZIONI SULLA TARIFFA DEL SERVIZIO RIFIUTI ESENZIONE PAGAMENTO CANONE RAI SOCIAL CARD DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA ISEE ELENCO CENTRI AUTORIZZATI DI ASSISTENZA FISCALE (CAAF) DI MANTOVA

L'Accademia Nazionale Virgiliana, fondata nel 1768 da Maria Teresa d'Asburgo Imperatrice d'Austria, è la più prestigiosa istituzione culturale di Mantova. Precedentemente denominata "Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere", l'istituzione era strutturata alla stregua di una scuola universitaria, articolata in differenti discipline e classi, e traeva origine dal secolare filone di sodalizi culturali risalenti alla signoria Gonzaga (come nel caso della Accademia dei Timidi poi detta degli Invaghiti). Napoleone Bonaparte decise di chiamarla Virgiliana, in onore di Publio Virgilio Marone. Nel 1983 l'Accademia ha assunto la qualifica di Nazionale. Palazzo dell'Accademia. L'Accademia è ospitata nel palazzo di fondazione quattrocentesca, restaurato dall'architetto neoclassico Paolo Pozzo. Al suo interno è possibile ammirare il teatro di Antonio Bibiena, inaugurato nel 1769 e dove Mozart suonò tredicenne il 16 gennaio 1770. L'Accademia, composta di 120 membri, tra accademici e soci, è articolata in tre classi: Lettere e Arti, Scienze matematiche fisiche e naturali e Scienze morali. Oltre alla rassegna annuale Atti e Memorie, l'Accademia cura la pubblicazione di varie collane, edite dalla casa editrice Leo S. Olschki di Firenze.

Via dell’Accademia 47 – 46100 Mantova Tel. 0376. 320314 – Fax 0376. 222774 e-mail: mantua@accademiavirgiliana.191.it

Questa pagina ospita sempre lo Sportello di Promozione Sociale e associazioni di volontariato e promozione sociale mantovane


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