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La nuova generazione degli stoccaggi alimentari*

*Silos per lo stoccaggio di cereali, sfarinati e semilavorati destinati all’uso alimentare prodotti in base alle norme della Dichiarazione di Conformità per i M.O.C.A. (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti).

La MOCA è una certificazione che garantisce il rispetto di requisiti obbligatori in tema di igiene alimentare dove i prodotti vengono realizzati rispettando il Regolamento (CE) 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004.

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“clienti” del molitorio. La pasta, dopo il +3,0% portato a casa come consuntivo di produzione 2022, ha registrato una caduta a due cifre, pari al -19,2% nel confronto aprile 2023/22. E ha segnato un -5,0% nel confronto tendenziale di produzione dei quadrimestri 2023/22. A fianco, i “prodotti da forno e farinacei”, dopo la sostanziale stabilità produttiva del 2022, hanno registrato un calo tendenziale sull’aprile 2023/22 del -13,8%, che ha portato il confronto del I quadrimestre al -4,5%. In pratica, la spinta produttiva di questi due comparti di grande peso, in avvio 2023, è stata nettamente inferiore a quella media dell’industria alimentare del Paese. E questo ha inevitabilmente frenato a monte il passo del molitorio.

L’indebolimento dell’export nazionale

Insomma, i profili della situazione congiunturale non sono facili. E non lo sono anche perché va aggiunto un altro fattore negativo: il sostegno tradizionalmente rappresentato dall’export per il “food and drink” nazionale si sta anch’esso indebolendo, sull’onda del rallentamento dei mercati internazionali.

I dati più recenti cui ci si può appellare

Forte La Frenata Produttiva Del Settore Molitorio

sono quelli forniti dall’Istat riguardo le esportazioni extra Ue di aprile dei “beni di consumo non durevole”, di cui l’alimentare rappresenta la quota largamente maggioritaria. Ebbene, ne sono usciti un taglio dell’export in valore (malgrado la spinta dei prezzi) del -10,6% nel confronto aprile 2023/22, e un aumento (per la spinta accumulata precedentemente) del +15,9%, sempre in valore, nel confronto quadrimestrale 2023/22. Va sottolineato in proposito che i dati concernenti i “beni di largo consumo non durevole” sono sempre stati anticipatori e probanti delle dinamiche specifiche dell’alimentare sui mercati esteri. Per cui preoccupa, con tutta evidenza, il taglio di aprile dell’export prima citato. Esso potrebbe rappresentare, infatti, l’aperitivo di una involuzione non trascurabile delle esportazioni alimentari intra ed extra comunitarie nella seconda metà dell’anno.

Va aggiunto, per completare il quadro, che le esportazioni “complessive” del Paese di aprile nell’area extra Ue hanno registrato un -5,1% in valore nel confronto con lo stesso mese 2022 e un +8,9% nel confronto quadrimestrale. Ne esce insomma un rallentamento generale rispetto alle dinamiche dell’anno scorso.

I MERCATI INTERNAZIONALI RALLENTANO E QUINDI ANCHE L’EXPORT NAZIONALE

Conclusione. Al di là dei “trionfalismi” sul Pil citati all’inizio, i dati appena citati recano dubbi sul reale raggiungimento di un +1,2% del prodotto lordo a fine 2023. In ogni caso, ne esce che l’alimentare continua a soffrire sul mercato interno. E ne esce a fianco che il “non alimentare” ha smesso di galleggiare e anch’esso si è improvvisamente appesantito. Si tratta di segnali chiari e coerenti. E purtroppo essi convergono, assieme ai più recenti segnali dell’export, verso un appannamento non trascurabile e complessivo della situazione congiunturale del Paese nella seconda metà dell’anno.

Luigi Pelliccia