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LE “VENDITE ALIMENTARI”

Mostrano Un Calo Tendenziale In Quantit

a quelli, fra il +7,5% e il +7,7% emersi nel primo trimestre dell’anno. È vero, in proposito, che il calo in valore può essere interpretato come un segnale positivo, ovvero come una riduzione delle tensioni in atto dei prezzi alimentari. Ma è pur vero che esso viene largamente annacquato dalla permanenza di una elevata forbice, pari a 11,6 punti, fra i citati delta in valore e in quantità delle vendite alimentari. Si segnala anche che la “grande distribuzione” alimentare registra ad aprile un tendenziale del +7,9%, mentre le

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“piccole superfici” registrano un marginale +1,2%. I “discount” alimentari, infine, segnano ad aprile un aumento del +9,2%, in linea con quelli precedenti.

Il “non alimentare”

Ma se la pesantezza del mercato alimentare non è una novità, i dati peggiori vengono stavolta da quello “non alimentare”, a testimonianza dell’allargamento delle difficoltà di fondo del sistema. Questo grande perimetro, infatti, segna ad aprile un calo tendenziale in quantità del -4,4%, dopo essersi mosso tra il -0,9% e il -2,3% nel I trimestre dell’anno. Va aggiunto che a questo calo in quantità, il “non alimentare” affianca nel mese un tendenziale in valore del +0,4%. Che taglia nettamente, anch’esso, i trend del 1° trimestre, oscillanti tra il +4,1% e il +5,2%. Insomma, l’appesantimento di questa vastissima area di prodotti è vistoso e coin-

TABELLA 1 CONGIUNTURA ALIMENTARE 2019/2023L’EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI PARAMETRI volge entrambe le dinamiche, in quantità e valore.

La produzione industriale e il molitorio

Non è un caso, allora, se in questo quadro la produzione industriale del Paese di aprile ha accelerato la china discendente. La produzione alimentare del mese è calata infatti, in quantità, del -5,6% sull’aprile dell’anno precedente, mentre nel confronto tra il I quadrimestre 2023 e quello di un anno prima ha segnato un -1,9%. Il molitorio, ovvero la “lavorazione delle granaglie e i prodotti amidacei” secondo la definizione Istat, ha fatto peggio della media alimentare, con una variazione aprile 2023/22 del -13,9%, che ha portato il bilancio tendenziale della produzione di comparto sul I quadrimestre al -9,7%. La ragione si spiega guardando ai principali comparti di seconda trasformazione

N.B. L’inflazione riferita a periodi e non a singoli mesi, va intesa come “inflazione acquisita” Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat