Art's Creation Magazine n11 feb2017

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miscela d’autore

inserto speciale scopri il tuo stile artistico

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anno 3 - n.11 - febbraio 2017

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aRt’s Creation

sommario

n 11: art’s creation

art’s creation team

02

bianco e nero o colore?

04

l’arte della mia città

07

la leggenda del filo rosso

11

cuori in viaggio

12

modificare il cielo con photoshop

15

carnevale settecentesco a napoli

17

miscela d’autore

19

goodreads

21

top10 opere d’arte più famose

25

piperille e burrobirra #1

29

harry potter e la pietra filosofale compie vent’anni

30

dietro le quinte di “witch”

34

ll’ammore chi è?

37

scopri il tuo stile artistico

39

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CONTATTACI EMAIL: team@artlover.com WEBSITE: www.artscreation.altervista.org SOCIAL: facebook.com/teamartscreation


02

aRt's Creation t e am

rosa

adames

rachel

Fondatrice di aRt’s Creation, artista digitale ed eterna sognatrice.

Ciao, sono Alessia, ma il mio nome d’arte è Adames. Frequento l’Università di Psicologia a Genova, ma sogno di diventare una scrittrice. La mia passione? Il cosplay!

Rachel è il lato artistico di me che prende il sopravvento. È l’adrenalina; è la voglia di far uscire le idee dalla mia testa e di tramutarle in forme concrete e scritte; è la possibilità di esprimere concetti astratti trasformandoli in immagini e in parole.

Nei miei lavori potrai scoprire il lato più surreale e fantastico dell’arte e le emozioni e gli intrighi che si nascondono in essi.

thelma nicoletta Mi chiamo Nicoletta, ho 26 anni e adoro scrivere. Ho iniziato nel 2011 a scrivere fan fiction e man mano mi sono addentrata nel mondo della scrittura fino a comporre racconti di qualsiasi genere, tutti partoriti dalla mia testolina pazza.

n 11: art’s creation

Sono una studentessa di lingue e nel tempo libero organizzo eventi a tema nella mia città, oltre che pasticciare con Photoshop. Mi piace molto coniugare i miei studi con i miei lavori; molti sono infatti a tema storico o fantastico. Ho ancora tanto da imparare, ma sicuramente la fantasia non mi manca!

nicole Mi chiamo Nicole e ho 20 anni, vivo di qualunque forma d’arte. Da alcuni mesi frequento un corso triennale di Grafica e finalmente sto studiando quello che mi piace. Chissà cosa avrà in serbo per me il futuro.

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Bianco e Nero

o colore? Questo mese il dilemma che ho proposto al team di aRt’s Creation è vecchio quanto l’invenzione della pellicola a colori, Bianco e Nero o Colore? di Rosa Ingenito Il dualismo tra bianco e nero e colori ha da sempre costituito un tema molto dibattuto; storicamente la fotografia nasce in bianco e nero, i fotografi rappresentavano il mondo in bianco e nero, i pittori a colori. Questi sono stati i punti fissi per molto tempo. Con l’introduzione dei colori nella fotografia tutto questo è cambiato, il mondo poteva essere visto da un altro punto di vista, forse più reale, il colore infatti permette di riprodurre in maniera più veritiera una scena, almeno ad un occhio non esperto, non a caso attirava maggiormente il pubblico rispetto alle scelte monocromatiche di molti fotografi professionisti. Continuava però a rimanere questo dubbio di fondo, la fotografia per definizione è una descrizione precisa e minuziosa della realtà, eseguita catturando con la luce il visibile, ma allora perchè preferire il bianco e nero? A cosa serve? Devo raccontare la realtà così come la vedo, e il bianco e nero non è veritiero come i colori. Ma perchè allora ci piacciono le foto in bianco e nero? Proviamo a dare un senso a questo dubbio facendo qualche paragone. Il bianco e nero e i colori hanno caratteristiche molto diverse ma che ci affascinano in entrambi i casi. Il colore ci piace quando nella scena ci sono oggetti molto colorati o nei quali la componente cromatica è un elemento importante. Ad esempio nella foto di questo skyline i colori sono gli elementi principali che catturano la nostra attenzione, la stessa foto in bianco e nero non ci darebbe le stesse sensazioni; ma se la fotografia descrive ancora la città, questa volta non con la magia dei colori che la caratterizza di notte e nei riflessi, ma con la pienezza delle luci e delle ombre del giorno, il bianco e nero allora ci emoziona.

Foto di Liz West

Foto di Jane M.

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n 11: art’s creation

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05

Foto di YorkshirePhotoWalks

Foto di Martin Brigden

Continua dalla pagina precedente > Allo stesso modo rimanendo in tema di paesaggi, questa volta naturali, il colore racconta sensazioni diverse rispetto al bianco e nero; il contrasto prepotente del giallo e dell’azzurro ci cattura, esprime gioia, freschezza, vita. All’opposto una foto campestre in bianco e nero ferma un istante diverso, malinconico, ancora grandioso, ma che ci colpisce in modo diverso. Detta così sembrerebbe allora che il colore serve a raccontare momenti felici e il bianco e nero quelli tristi, ma neanche questo è del tutto vero. È vero che i colori hanno senso se usati quando ci sono aspetti cromatici da esaltare come quelli della natura, ma è altrettanto vero che togliere degli aspetti ad una foto, in questo caso i colori, ne esalta di nuovi. Il bianco e nero elimina tutti quegli elementi accessori che possono celare storie profonde, che possono spesso distrarre e racconta invece la totalità delle cose direttamente, senza tanti giri di parole. Questo perché eliminando i colori il nostro occhio va alla ricerca di qualcos’altro, di un messaggio, che a volte viene nascosto dall’emozione evocata dai colori. Per questo secondo me il bianco e nero è dell’uomo, è il “colore” che racconta storie, ad esempio in questa foto non ci interessa sapere il colore dei vestiti o della pelle dell’uomo, ma ci interessa la sua storia, e il significato che nasconde la fotografia.

n 11: art’s creation

Foto di ANGELOUX

In definitiva dunque, la scelta cromatica è tutta del messaggio che si vuole raccontare; al di là del soggetto o degli elementi forti di una foto, è il fine che guida nell’una o nell’altra direzione. Concludo riportando il punto di vista dei membri del team.

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rosa

rachel

nicoletta

Quando ho deciso la domanda del mese, ho scoperto che questa questione ha scombussolato un po’ tutti. E quando ho cominciato a pensare alla mia risposta, ho capito il perché, è una scelta difficilissima! Alla fine sono giunta alla conclusione che non ho una risposta ben definita. Se per gli scatti prediligo il bianco e nero, per i motivi descritti già nell’articolo, ovvero per l’eliminazione delle distrazioni cromatiche, per la forza che da alle forme, per l’esaltazione dei contorni, delle texture e per il modo di raccontare storie. Per l’arte digitale, mio campo d’azione, il discorso è diverso. Il mio linguaggio ha subito variazioni nel corso degli anni, e se agli inizi cercavo forza nei colori, oggi amo l’aspetto desaturato cercando di eliminare i colori disturbanti a favore di una scala quasi monocromatica che predilige pochi colori contigui, e spesso un unico colore che contrasta e dà forza al messaggio che voglio raccontare, ma mai in un totale bianco e nero. Quindi, per la natura stessa della mia arte, per i significati simbolici che nascondo in essa e per l’amore per il “Musicista del Colore” (Van Gogh per chi si chieda chi sia) la risposta sarà colori.

Il bianco e nero crea sfumature, luci e ombre che il colore confonde e nasconde. Il bianco e nero é forse la lente attraverso cui il mondo si vede per quello che é, senza artifici, senza maschere, senza decorazioni. Il bianco e nero mostra l’essenza delle cose, la loro concretezza, la loro verità.

La risposta che mi sorge spontanea è A COLORI! Perché? Perché sono una tipa solare, molto ironica ed esuberante. Se non avete di che parlare state sicuri che, dopo aver preso un po’ di confidenza, vi aprirò la strada per conversazioni di tutti i tipi. Il rosso, il giallo, il verde, il viola… colori caldi o freddi, li adoro brillanti, vivaci, che attirano l’attenzione. Che sia una foto, un disegno o un quadro, mi colpirà sempre l’estrosità di chi l’ha creato e come ha usato i colori per incantarmi. Sicuramente i lavori in bianco e il nero hanno il loro fascino – lo ammetto – ma viviamo già in un enorme yin e yang… abbiamo bisogno di colore!

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thelma Quando mi è stato chiesto di esprimere il mio parere sul preferire i colori o il bianco e nero, sono stata in crisi per un paio di giorni. Amando sia la fotomanipolazione che la fotografia, era un argomento spinoso, e ancora ora non sono del tutto certa della mia scelta. Per la fotomanipolazione, ovviamente, voto in toto i colori. Sono proprio i colori alle volte a rendere il lavoro maggiormente particolareggiato, ti permette di creare bei giochi di colori, rendendo il tutto – almeno nel mio caso – più vicino all’idea di ambientazione dark fantasy che tanto adoro. Per le fotografie invece, per quanto adori la componente colorata, voto il B/N. La motivazione in realtà è molto semplice: un semplice B/N qualora sia ben fatto, regala eleganza, mistero. È naturale che tutto dipende dal soggetto ritratto. Se la persona ritratta ha un bel vestito particolare, magari tradizionale o storico, rendere la foto in B/N farebbe perdere la bellezza dei tessuti e dei particolari. Ma se sto facendo un ritratto in cui desidero mettere in maggiore luce il viso e gli occhi di qualcuno, allora sceglierei il bianco e nero, perché renderei il soggetto ritratto maggiormente sensuale. È anche vero che la componente monocromatica rende lo scatto maggiormente “cupo”, se per esempio si tratta di una foto paesaggistica, che potrebbe anche trasmettere ansia in chi guarda la foto. Pensiamo per esempio alle foto scattate negli ex manicomi o in case abbandonate. I colori ci trasmettono istintivamente fiducia, mentre il bianco e nero risaltano la disperazione di chi vi viveva o l’abbandono di una casa al suo triste destino. In definitiva, oserei dire che tutto dipende da ciò che vogliamo rappresentare, e trasmettere a chi guarda i nostri lavori. Il che sembra anche banale, ma non lo è.

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, L arte della mia

città

di Thelma Aterno Sono nata a Palermo, città spesso associata a tutto, fuorché all’arte. Inutile io elenchi le motivazioni che hanno portato a considerare Palermo città della mafia, della malavita, degli omicidi, e così via. Inutile che io menta o tenti di indorare la pillola: Palermo e` stata una città violenta per molto tempo, dove si rischiava di venire feriti o uccisi per sbaglio durante le lotte tra le cosche mafiose. Ed è inutile che io tenti di cancellare le immagini dalla mia mente delle bombe e delle morti provocate, ma anche delle ferite che hanno lasciato dentro a molti palermitani perbene, da sempre in prima linea contro la mafia. Ma ciò che non tutti sanno, o ignorano, o danno per scontato e secondario, è l’arte della mia città. Palermo è nata fenicia, è stata araba, è diventata normanna, tanto da prendersi il titolo di Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caputi essendo la città in cui i re normanni venivano incoronati. È stata capitale del Regno delle due Sicilie, tanto da arrivare ad essere dichiarata nel 2015, Patrimonio dell’Unesco. Badate bene, non sarà il classico articolo in cui elenco con devoto amore tutte le meraviglie della mia città natale, bensì, uno sguardo di una palermitana turista nella sua stessa città. Partiamo dal principio, ovvero, dalla sua fondazione. Sin dalle scuole elementari ci è stato detto che la nostra città era stata fondata dai Fenici, antica popolazione che pare, sia

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stata occupata a viaggiare per tutto il Mediterraneo, le cui origini, secondo i Greci, sarebbero in quelle del moderno Libano. Pare che nella loro lingua Palermo si chiamasse Zyz, ovvero, Fiore. Sembra che, a causa della sua conformazione fisica e dei suoi due fiumi, i Fenici la vedessero come un fiore. Dopo i Fenici, vennero i Greci, lasciandoci in regalo Teatri e Templi, a testimonianza del loro passaggio in Sicilia. Palermo però non si chiamava nemmeno più Zyz, ma Panormos. In seguito, i Romani avanzarono sulla mia isola, strappandola ai Cartaginesi, per farla divenire parte dell’Impero Romano. Palermo cambiò nuovamente nome, venendo chiamata Panormus. Fino alla caduta dell’Impero Palermo fu romana, e venne distrutta dai Vandali, per essere ricostruita in seguito dai Bizantini. E la sua storia non è che cominciata! Dopo i Bizantini infatti, arrivarono gli Arabi. Rispetto alle altre civiltà, gli Arabi rimasero molto più a lungo, tanto da dare a Palermo un nuovo nome, ovvero Balarm. Balarm divenne la città più importante della Sicilia strappando il primato a Siracusa, e Palermo divenne a tutti gli effetti una città araba. Sorsero moschee, al posto delle precedenti chiese, moschee in piedi ancora oggi. Tuttavia le lotte interne, tra cristiani e musulmani, portò alla guerra, vinta dal primo conte Normanno, Ruggero

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d’Altavilla. I Normanni erano francesi, nelle cui vene scorreva però sangue Vichingo. I Vichinghi infatti arrivarono in Francia, e alcuni restarono lì in quella conosciuta oggi come Normandia (da qui la parola Normanni, da Nordmaenner ñ uomini del Nord). Non vi siete ancora confusi? Bene! Una volta giunti a Palermo, la cultura e l’arte normanna incontrò quella araba. Ancora oggi vi sono testimonianze del loro passaggio, visibili in tantissimi punti della città: Palazzo dei Normanni, Ponte dell’Ammiraglio, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, sono solo alcuni degli esempi che posso riportare. A quel tempo si dovette aspettare la licenza papale per far tornare la Sicilia nuovamente

cattolica. Con Ruggero II la città divenne un centro commerciale ricco, ma anche l’arte raggiunse livelli altissimi. La nascita della Cappella Palatina è un esempio tangibile di quanto dico. Tuttavia il periodo d’oro venne a finire con la morte di Federico II. Dopo i Normanni vennero gli Svevi e gli Angioni. Dopo di loro, giunsero gli Spagnoli. Ancora oggi a Palermo non è insolito trovare persone dal cognome spagnolo, arabo, francese, tutte reminiscenze delle civiltà che hanno vissuto nella nostra isola, regalandoci tanti monumenti in cambio. Gli Spagnoli costruirono i Quattro Canti, nel centro città. I Quattro Canti rappresentano infatti le quattro patrone di Palermo, di

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La cattedrale di Palermo vista dalla torre di San Nicolò

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cui oggi però sono state sostituite da un’unica santa, ovvero Santa Rosalia. Sarà solo nel 1734 che la Sicilia diventerà dei Borboni, e Palermo sarà la seconda città dopo Napoli, a livello amministrativo. Con l’arrivo di Garibaldi, arriva l’unità Italiana. E tra il 1892 e il 1893, Palermo, unica città europea si dota di due teatri a pochi metri di distanza: Il teatro Massimo, e il teatro Politeama. D u r a n t e il periodo conosciuto come Liberty, Palermo è stata visitata da principi, principesse, nobili europei e personaggi importanti Vista dal palazzo municipale dell’epoca. su Piazza Pretoria G o e t h e , amante di Palermo, descrisse il suo arrivo, asserendo che una volta visto il cielo di Palermo, è difficile dimenticarlo. Una volta che conosci tanta storia, non puoi non uscire munita di macchina fotografica e scattare foto della tua città. Una volta ho provato a contare quanti palazzi o ville nobiliari avessimo, ma ho rinunciato. Una volta che ho iniziato a dare vita ai Vista da una delle sale del comune di miei eventi, ho Palermo su San Giovanni degli Eremiti potuto davvero toccare con mano la storia della mia città. Ho fatto la guida per amici, curiosi e chiunque mi chiedesse informazioni su Palermo. Munita di macchina fotografica, mi sono persa per le vie della città, senza una

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Uno scorcio di Piazza Pretoria

Palazzo dei Normanni

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Palazzo Cinese meta precisa. Grazie ad alcune iniziative culturali, nella mia città ad ottobre è possibile visitare ogni monumento. Salire sui tetti della Cattedrale di Palermo, ammirare il panorama. Ammirare i dettagli della Cappella Palatina, o osservare la Chiesa di San Cataldo, di chiara influenza arabo-normanna, affacciandomi dalla sede del comune, Palazzo Pretorio sistemato in seguito con un aspetto più rinascimentale. Quando si cammina per Palermo, si può giungere lungo il mare, passando vicino la Chiesa di Santa Maria della Catena. Lì, a pochi metri alle sue spalle, vi è il mare, il porto, con le sue navi, un bel prato verde dove molti miei concittadini passano le belle giornate di sole. E come non nominare la Palazzina Cinese? Conosciuta anche come Cascina Inglese, è stata costruita all’interno di quello che era una volta il Parco Reale, La Favorita. All’esterno richiama chiaramente la Cina, così come il pian terreno. Il secondo piano è invece interamente Arabo, mentre l’ultima, richiama il mondo Greco e Romano. Alle spalle, i giardini. E non potrei nemmeno cominciare a parlare del numero infinito di teatri, porte, delle piazze,

Villa Malfitano

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dei palazzi, (alcuni visibili nel celebre film del Gattopardo) o del Castello Utvegio, visibile da molti punti della città essendo stato costruito proprio sul nostro promontorio, Monte Pellegrino. Ho capito di essere nata in una città bellissima e sfortunata quando me ne sono andata. Quando la gente mi chiedeva di parlarne. Quando mostravo le foto e dovevo ammettere che non avevo mai visto alcuni di quei posti, io, che ho viaggiato in quasi tutta l’Europa. E così quando posso, mi immergo nuovamente in questa cultura complessa, cercando di riportarne a galla il passato glorioso, sperando che nessuno dimentichi. E volendo mostrare al mondo che Palermo, non è solo mafia. Per quanto possa deluderci ogni giorno, per quanto molti di noi siano costretti ad andare via per lavoro, per quanto Palermo abbia milioni e milioni di problemi, certe volte, basta guardare la nostra cattedrale illuminata di notte, o il teatro Massimo addobbato per le feste natalizie, per stare un po’ meglio. Almeno per un po’.

Vista dalla Palazzina Cinese

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l e d a d n e g g La le filo rosso

di Nicoletta Froechlich

Come ben sapete, il 14 febbraio ricorre San Valentino, la festa degli innamorati. Personalmente, penso che gli innamorati debbano dimostrare il loro amore ogni giorno ma è pur sempre piacevole avere una “scusa” per passare una serata speciale insieme al partner. Questa volta non vi delizierò con nessuna ricetta, né con tutorial “amorosi” bensì voglio condividere con voi una leggenda che ho scoperto da poco: la leggenda del filo rosso. La conoscete? Si tratta di una credenza orientale che ha radici in un’antica storia cinese, diffusasi ulteriormente in Giappone. Secondo la tradizione, ognuno di noi porta – dalla nascita – un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega indissolubilmente alla propria anima gemella. E’ ovviamente un filo invisibile, ma la sua peculiarità sta nel fatto che è lunghissimo e indistruttibile, capace di far tenere unite le due persone destinate a stare insieme che – un giorno o l’altro – si incontreranno lungo il cammino della vita. Il filo rosso si potrà aggrovigliare e creare difficoltà ai due innamorati ma sarà sempre capace di districarsi e superare gli ostacoli pur di ricongiungere le due anime gemelle. Ma quali sono le radici di questa leggenda? C’era una volta Wei, un uomo rimasto orfano di entrambi i genitori quando era ancora in fasce. Giacché non aveva avuto una famiglia, il suo più grande desiderio era quello di sposarsi e crearsi un nucleo

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familiare numeroso e a cui poter badare, ma nonostante la sua volontà non riuscì a trovare una compagna che facesse al caso suo. Durante uno dei suoi viaggi, Wei incontrò un anziano signore che stava leggendo un libro seduto sulle scale di un tempio; il vecchio aveva la schiena poggiata ad un sacco. Quando il giovane uomo si imbatté in questo signore, quest’ultimo gli disse di essere il Dio dei Matrimoni e che il libro che stava consultando riguardava le unioni del destino. Fu così che Wei scoprì che la donna a lui destinata, quella legata a lui dal filo rosso, era ancora una bambina di tre anni e che avrebbe dovuto aspettare quattordici anni prima di poterla conoscere, e quindi sposare. Wei rimase perplesso dalla rivelazione e anche un po’ deluso; chiese al vecchio cosa contenesse il sacco ed egli rispose che vi era il filo rosso del destino che legava le anime gemelle destinate a stare insieme: gli spiegò che era un filo indistruttibile e indivisibile e che le due persone legate erano destinate ad incontrarsi prima o poi e a sposarsi, indipendentemente dai loro comportamenti, da quelli degli altri, dagli eventi vissuti o da qualsiasi altra influenza esterna. Wei, già sconsolato per la prima rivelazione, decise di voler sfidare il destino e volle sentirsi libero di scegliere da solo la donna da sposare, così fece ordinare l’uccisione di questa bambina di tre anni che, secondo il Dio dei Matrimoni, sarebbe stata la sua futura sposa. Il servo a cui toccò l’arduo compito però, mosso da

pietà nel vedere una cosa piccola creatura, non riuscì ad uccidere la bambina ma solo a ferirla. Quattordici anni trascorsero senza che Wei riuscisse a trovare moglie; ma un giorno, conobbe una ragazza di diciassette anni proveniente da una famiglia benestante e subito i due si innamorarono, fino a convolare a nozze. Da quando l’aveva conosciuta, la bellissima ragazza portava sempre una fascia sulla fronte, che non toglieva mai. Giunti in un momento di intimità, la giovane rifiuta di farsi togliere la fascia dal marito, il quale, si incuriosisce e le chiede il motivo. Non potendo più celare il suo segreto, la donna scoppiò in lacrime e confessò che portava sempre quella fascia perché copriva una cicatrice. Quella cicatrice le era stata inferta da un uomo che, quando aveva solo tre anni, aveva cercato di ucciderla e lei la nascondeva tutt’ora per vergogna. Fu in quel momento che Wei si ricordò delle parole del Dio dei Matrimoni e di ciò che aveva ordinato, quattordici anni prima, al suo servo. Anch’egli scoppiò in lacrime e confessò tutto alla sua amata. Una volta chiarito il malinteso e capendo che il loro legame era stato voluto dal fato, i due si amarono ancora di più e vissero felici e contenti. Cosa ne pensate? Io la trovo meravigliosa! In fondo, ogni leggenda ha un pizzico di verità… con qualcosa di magico, puro e così vero, non credete? ;)

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cuori in viaggio blog tour tapp a 7 f e b b r aio

di Rachel Sandman

Il 7 febbraio è stato il gran giorno: siamo arrivati alla mia tappa di questo fantastico e romanticissimo Blog Tour Cuori in viaggio. La scelta, devo confessarvi, non è stata per nulla semplice ma, alla fine, ho optato per un libro, un romance contemporaneo, appartenente ad una serie, uscito ormai un po’ di tempo fa, edito da Newton Compton e che, grazie ad una frase, ha fatto breccia nel mio cuore ben poco romantico ma sensibile a giorni alterni (in questo periodo, acido a livelli massimi, sensibile a livelli sotto lo zero, per la cronaca).

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Curiose? Allora… Rullo di tamburi… Il romanzo che ho scelto per la mia tappa è: È L’UOMO PER ME di Jessica Clare. Qui di seguito trovate tutte le infos e la mia recensione/spiegazione sul perché ho scelto questo libro e su cosa ne penso del romanzo di Jessica Clare.

TITOLO: È l’uomo per me (The wrong billionaire’s bed) AUTORE: Jessica Clare SERIE: The Billionaire Boys Club Series #3 USCITA: 12 Luglio 2016 PREZZO: € 2,99 (eBook) – € 8,42 (Cartaceo) Link d’acquisto: https://goo.gl/ WCXbp5 EDITORE: Newton Compton Editori

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13 RECENSIONE: Parto subito dicendovi che sono assolutamente consapevole che questa scelta può far storcere il naso ad alcuni e stupire altri ma… Lasciate che vi spieghi. La serie Billionaire Boys Club è fatta di tanti libri che raccontano storie diverse e mai banali (tranne, forse, gli ultimi episodi usciti in Italia, di cui vi ho già parlato qui e qui). So che, pensando ai romanzi della Clare, in un Blog Tour sui Cuori in Viaggio, molte di voi avrebbero preferito vedere inserita la coppia Hunter e Gretchen di Troppo bello per dire no però… Io ho scelto e, da buona pecora nera e persona sempre controcorrente, ho optato invece per Reese e Audrey. Perchè, vi starete chiedendo? Beh… Per la loro storia, per la loro coppia, per i loro battibecchi, per le loro dinamiche assolutamente fantastiche e, soprattutto, per questa frase:

Trama: Audrey Petty è sempre stata più responsabile e generosa della sua sorella gemella. Audrey è bella, affidabile e degna di fiducia: sarebbe stata la fidanzata perfetta per Cade Archer, di cui è innamorata fin da piccola… Se non fosse che Cade è miliardario, frequenta altri ambienti, e Audrey è sicura che non si ricordi neppure di lei. Ma poi l’impossibile accade: il destino e la sua incasinata gemella si mettono in combutta e Audrey scopre che dovrà trascorrere un mese in compagnia di Cade nel suo lussuoso chalet fra i boschi. A lei sembra un sogno che si avvera… fino a quando non si imbatte nel peggiore degli incubi: Reese Durham. Reese è un playboy ricchissimo e abituato a sedurre le donne per ottenere ciò che vuole: ci mette davvero poco a capire che Audrey è innamorata del suo amico Cade. È chiaro che questo segreto la rende

ricattabile e nella posizione di dover accettare qualsiasi cosa lui le proponga, anche furtivi baci al buio o appuntamenti segreti nel bosco. E i sentimenti di Audrey verranno messi davvero alla prova… Autore: È lo pseudonimo con cui l’autrice firma i suoi libri erotici. Scrive storie paranormali con il nome di Jessica Sims e come Jill Myles è autrice di romanzi di vario tipo, dagli urban fantasy alle storie di zombie. Vive in Texas. La Newton Compton ha pubblicato Scommessa indecente, Troppo bello per dire di no e È l’uomo per me, i tre volumi della serie dedicata ai membri del Billionaire Boys Club…

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“SONO QUI PER TE. SONO L’UNICA PERSONA CON CUI NON DEVI ESSERE FORTE. DEVI SOLO ESSERE TE STESSA, CON ME. NON TI CHIEDERÒ MAI DI ESSERE IN QUALCHE ALTRO MODO”. Cioè… Vi rendete conto anche voi, vero, della potenza e della meravigliosità (sì, sono consapevole di aver appena scritto una parola che in grammatica non è sempre ben accetta ma rende troppo bene l’idea)? In un BT in cui aleggia l’amore, il sentimento a cui tutti tendono e che pochi afferrano, sul serio, ho scelto il libro che, tra le mie letture, racconta una storia tra le più reali possibili. Reese e Audrey sono credibili: due personaggi dalle personalità chiare e distinte, due modi di vivere opposti, due stili di vita distanti anni luce. Ma tutto questo non conta niente quando a farla da padrone scatta, innanzitutto, l’attrazione e, di seguito, un sentimento nuovo per entrambi ma tanto potente da non poter essere messo a tacere o nascosto sotto un tappeto insieme alla polvere che si era abbandonata qua e là nella stanza. Audrey è una donna che, all’esterno, può sembrare fredda, distaccata, con i capelli raccolti perennemente in un’acconciatura rigida e stretta, con il corpo nascosto da abiti formali e austeri. Tutto nella sua vita

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è ordine, perfezione, pulizia. O almeno, lo è in apparenza. Reese è, neanche a dirlo, l’opposto: un playboy, un uomo che fa dell’istinto e del fascino le sue carte vincenti, caotico, disordinato e senza filtri. Ecco, so che all’apparenza potrebbe sembrare una storia già sentita ma, fidatevi, NON è così. Jessica Clare, con questi due, fa un lavoro davvero strepitoso e se, da un lato, accelera inevitabilmente alcune tappe del loro percorso, rende il tutto credibile e assolutamente, stupendamente perfetto. I battibecchi infiniti, i contrasti, gli avvicinamenti, tutto viene davvero dosato e ogni cosa arriva, a mio parere, sempre al momento giusto. Reese è colui la cui trasformazione è più palese ma, devo dire che Audrey, il piccolo firecracker (che viene tradotto, nella versione italiana, come fuoco d’artificio), è forse colei che più evolve in questo rapporto, senza tuttavia cambiare mai la sua essenza. Entrambi mantengono le loro caratteristiche peculiari ma si mostrano, sbagliano, si innamorano, maturano, si lasciano andare. In conclusione, penso che la storia tra Reese e Audrey di È l’uomo per me sia davvero una di quelle storie da leggere (e potete farlo anche se non siete fan della serie o se non avete ancora letto i precedenti due romanzi) e rileggere. Inoltre, il finale… Ragazzi! Questo è uno di quei libri con il finale assolutamente prezioso, dolce e sexy al tempo stesso, con un dettaglio che vi farà venire la pelle d’oca e vi farà amare ancora di più Reese e la coppia formata dal playboy e dalla Miss Perfettina. Buona lettura!

di Nicole Libanora


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Modificare il cielo con Photoshop di Rosa Ingenito Hai bisogno di modificare il cielo in una tua foto? In questo breve tutorial ti mostro come fare. Mai piĂš cieli noiosi! In soli quattro passaggi imparerai a sovrapporre un nuovo cielo alle tue foto.

prima

1

Inserisci le due foto nel documento, avrai due livelli separati (e lo sfondo se aggiungi entrambe le foto su un documento vuoto)

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Posiziona il cielo dove ti occorre, ridimensionalo se necessario, poi abbassa l’opacità e imposta su Moltiplica. Se vuoi un effetto ancora più forte, duplica il livello del cielo e impostalo su Sovrapponi.

3

Aggiungi una maschera di livello al cielo ed elimina le parti sovrapposte che non ti interessano. Se hai duplicato i livelli del cielo crea un gruppo con essi e applica la maschera al gruppo, in questo modo modificherai contemporaneamente tutte le immagini presenti nel gruppo.

4

Questo ultimo passaggio è opzionale. Se vuoi puoi aggiungere della luce di riflesso sulla modella semplicemente disegnando con un pennello arancione e impostando il livello su Sovrapponi, e infine usare lo strumento Scherma e Brucia per evidenziare luci e ombre.

Grazie a mjranum-stock per la foto della modella e a NellyGraceNG per la foto del cielo.

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Carnevale Settecentesco di Nicoletta Froechlich

Lo spirito del Carnevale aleggia in tutta Italia ma quest’anno ha un’atmosfera antica… o almeno a Napoli!

a napoli gli invitati indietro nel tempo, nella Napoli del 1700 con i suoi abiti, le sue musiche e le sue danze, il tutto incorniciato dalle sale nobiliari di

Palazzo San Teodoro. Ma come mai è stata scelta proprio questa location? Perché Palazzo San Teodoro – la

Infatti, la città partenopea sarà ospite di un rinomato ballo in costume ambientato nel ‘700. Il Carnevale Settecentesco Napoletano verrà celebrato il 25 febbraio 2017 all’interno di uno dei palazzi più antichi e meravigliosi che Napoli ha da offrire: Palazzo Caracciolo di San Teodoro. L’evento è stato organizzato da Travelers and the City e sarà riservato soltanto a cinquecento invitati che dovranno necessariamente vestire i costumi dell’epoca… Altrimenti che ballo a tema sarebbe? La festa in maschera catapulterà

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cui costruzione fu voluta dal duca di San Teodoro – era una delle principali residenze in cui, durante il regno dei Borbone, venivano organizzati grandi ricevimenti per il Carnevale. L’evento avrà inizio alle ore 20:00 con appuntamento a Piazza dei Martiri da cui partirà la sfilata che avrà termine a Palazzo san Teodoro. Una volta lì, gli ospiti saranno accolti dai maggiordomi che li scorteranno in salotto per il brindisi a base di Millesimato Valdobbiadene sulle note del quartetto d’archi femminle Zahir Quartet. Dopo il brindisi di benvenuto, si proseguirà nella seconda sala, in cui si potranno gustare le ostriche francesi dell’Oyster Bar Navicola e il sartù più grande mai realizzato da 300 anni, in versione vegetariana. Ma è nella terza stanza che

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avrà luogo il vero Ballo: tutti gli ospiti danzeranno insieme ai p e r f o r m e r accompagnati dal soprano Roberta Andalò e dalla musicista Mariarosaria Marchi al clavicembalo – lo strumento di Bach usato nella musica barocca e rococò. Per tutta la serata ci sarà la formula open bar fino a tarda notte e si potranno consumare illimitatamente drink alcolici/analcolici in qualunque postazione bar del Palazzo senza costi aggiuntivi. Per ulteriori informazioni sul ballo settecentesco, vi rimando

all’evento Facebook. Sembra proprio che a Napoli si prospetti una serata all’insegna del bon ton e del divertimento… chi non vorrebbe vivere, almeno per una sera, in un’epoca totalmente diversa dalla nostra?

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Miscela

d’autore Oggi vi presento il libro di un’autrice emergente: Nicoletta Froechlich, una dei membri del nostro Team. di Rosa Ingenito Miscela d’autore, il suo libro d’esordio, è stato pubblicato il 19 novembre 2015 e raccoglie una serie racconti di vario genere che Nicoletta ha scritto nel corso degli anni. Il libro è edito da Aletti Editore ed è disponibile sia in formato cartaceo che e-book. La copertina è stata ideata da me che mi sono beccata addirittura i ringraziamenti alla fine del libro. Prima di deliziarvi con la sinossi e l’intervista che Nicoletta ha rilasciato ad Aletti Editore, vi rimando al suo sito - nikilu.altervista.org per ulteriori informazioni sull’acquisto.

Immagine in copertina di Rosa Ingenito

Sinossi: “Mentirei se dicessi che con te non mi sento completa. Amarti mi riempie l’anima, e sai perché non il cuore? Un giorno quello smetterà di battere, invece la mia anima rimarrà intatta per sempre e aleggerà oltre i confini del mondo” Nicoletta Froechlich è nata ad Amandola (FM) il 28/07/1990; vive e lavora a Portici (NA) e Miscela d’autore è il suo libro d’esordio. Nel 2014 ha partecipato al concorso letterario Scrivere molto fa male, scrivere male fa peggio organizzato dalla Biblioteca Nazionale di Napoli in collaborazione con Homo Scrivens, classificandosi tra i finalisti. Un libro insolito quello di Nicoletta Froechlich che raccoglie poesie, miti, fiabe, racconti autobiografici e persino un giallo! E forse proprio per questo tocca il nostro cuore da vicino e si legge tutto d’un fiato.

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INTERVISTA D – Partiamo proprio dal titolo, come mai “Miscela d’autore”? NF – Il titolo è sempre stata la parte più difficile per me e stavolta non è stato da meno. L’indecisione era dettata dal fatto che volevo si capisse, in un certo senso, che il libro è costituito da più racconti che trattano di temi diversi… quindi, una sorta di “mix”, di “varietà”, di “assortimento”. Così, alla fine, soprattutto confrontandomi con uno dei miei più cari amici, è uscito fuori Miscela d’autore! D – Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume? NF – Come accennavo, il libro è intriso di temi diversi ma direi che quello ricorrente è l’amore. D – Quanto la realtà ha inciso nella scrittura? NF – Abbastanza. Alcuni racconti li ho scritti in periodi precisi della mia vita che hanno sicuramente influenzato le mie parole. D – La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro? NF – Non mi aspetto di diventare famosa né che il mio libro rimanga negli annali, ma un giorno voglio poter dire che un angolo del mio mondo è stato messo nero su bianco e condiviso con tutti. D – A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Miscela d’autore”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe? NF – Intensi e ricchi di creatività. D – Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale? NF – Inderogabilmente J.K. Rowling. È stato il primo autore che è riuscito ad incollarmi letteralmente alle pagine di un libro e, quindi, a farmi appassionare alla lettura. Posso dire che il suo modo di scrivere ha influenzato anche il mio; di certo non la imito ma quando mi “perdo” sfoglio uno dei suoi libri e cerco ispirazione.

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D – Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura? NF – No direi di no. D – Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige? NF – Adoro particolarmente il genere fantasy e ultimamente sto andando in fissa con i gialli. D – Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale? N – Preferisco di gran lunga il cartaceo per l’odore che emana e la sensazione sotto le dita sfogliando le pagine, ma soprattutto perché mi dà la sensazione di essere più a contatto con il libro e con l’autore. Ciò non toglie che ho usato, e uso, anche l’e-book reader che è sicuramente più comodo da portare in borsa e ti dà pieno accesso a più libri; spesso, se un libro che ho letto in formato e-book mi è piaciuto particolarmente lo acquisto cartaceo. Quindi, ci sono pro e contro sul libro digitale ma di sicuro preferisco il tradizionale. D – Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro. NF – I racconti presenti nel libro li ho scritti nel corso degli anni, quindi il rapporto con la scrittura è stato diverso per ognuno di loro. Quello che posso dire con certezza è che sono sbucati tutti fuori dal nulla, senza sapere da dove stavo partendo né dove volevo arrivare. Sono usciti dalla mia penna senza permesso, per così dire. D – Un motivo per cui lei comprerebbe “Miscela d’autore” se non lo avesse scritto. NF – Sono solita acquistare libri di autori emergenti per scoprire cosa hanno “da dire”. Se nessuno li legge come fanno gli autori emergenti a farsi conoscere? Come possono ricevere critiche o lodi? Ecco, lo acquisterei per questi motivi. D – Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione? NF – Nì. Le idee sono tante ma ancora confuse. Spero di potermi immergere in un romanzo la prossima volta, ma non mi do fretta.

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Ami leggere? Vorresti condividere con qualcuno quello che leggi? Commentare le ultime letture? Bhe allora credo che Goodreads, social network sui libri, possa fare a caso tuo! E in questo piccolo tutorial vi spiegherò di cosa si tratta, per chi non l’ho conosce, e alcune iniziative molto carine! Cosa aspettate allora? Iniziamo dal principio... Goodreads è un social network dedicato ai libri creato nel dicembre 2006 da un imprenditore americano che ha lo scopo di poter avere a portata di mano la nostra libreria personale. Cosi da poter selezionare i consigli degli amici, libri che vediamo in libreria e ci ispirano. Successivamente verrà acquistato da Amazon.it. Ma non è di questo che voglio parlare, se siete curiosi andate a leggerlo su wikipedia (come ho fatto io, prima di iniziare a scrivere questo articolo). Quello che mi sta più a cuore è quello di parlarvi del suo funzionamento, dei suoi pregi e difetti, ecc. (Si perché alcuni difetti c’è li ha) ADESSO SCOPRIAMOLO PASSO A PASSO... Ovviamente io vi parlerò di come appare al computer, ma esiste anche in formato App per lo smarthphone.

di Nicole Libanora

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Home

La prima cosa che vi apparirà appena entrati nel sito è sicuramente la barra “home”, dove troverete: My book (i vostri libri, che sono suddivisi in 3 scaffali: libri letti, da leggere e in lettura) Browse (dove nasconde tante altre funzioni del sito) Community Dopo la barra per la ricerca, troviamo la parte che si riferisce al nostro profilo (ci si può iscrivere con un proprio nick oppure attraverso il profilo facebook) con i soliti: profilo, notifiche, messaggi, gruppi a cui facciamo parte;

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In lettura

in questa parte troviamo i libri che stiamo leggendo in questo momento

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Updates

la classica home dove possiamo vedere i contenuti dei nostri “amici”

Reading Challenge

da alcuni anni GR propone la “Reading Challenge”, la nostra sfida per leggere più libri. Come funziona? Semplice, scegliamo una soglia di libri che vogliamo leggere e ogni volta che indicheremo la fine di un libro, si aggiornerà da sola

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Want to read scaffale dei libri che vogliamo leggere

Goodreads choice awards ogni volta alla fine dell’anno ci viene chiesto di votare il libro che ci è piaciuto di più durante l’anno, cosi da selezionare i libri che sono piaciuti di più.

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Come aggiungere un libro ad uno scaffale? Dopo aver cercato il libro che ci interessa, aggiungerlo ad uno scaffale è semplice. Basta cliccare la freccia sotto la copertina e selezioniamo lo scaffale interessato, come in foto. 1- Trama del libro; 2- Selezione dello scaffale; 3- Informazioni sul libro.

Non c’è molto sapere sulla sua funzionalità, con questo mini tutorial ho cercato di spiegarvi tutto ciò da sapere per usarla al meglio. Ma adesso cambiamo argomento, vi parlerò di alcune iniziative organizzate dal gruppo “Circolo della lettura”. n 11: art’s creation

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Reading Challenge 2017 sfida 60 libri. Come vi avevo spiegato in precedenza, GR propone ogni anno la sfida di lettura. Questa però non è come le altre. Si tratta di una sfida con 60 temi diversi per arrivare a leggere ben 60 libri. Scegli il tuo livello e inizia a leggere tutte le regole presente nel gruppo. (link: www.goodreads. com/group/show/122477-ilcircolo- della-lettura) Sei pronto a vincere questa sfida?

mappalibro Ogni libro ci porta sempre in posti diversi, ci fa viaggiare stando seduti, comodi sul divano. È forse questo il bello dei libri e il mappalibro ci aiuta a segnare tutti i posti che visitiamo. Consiste in questo il gioco, creare una mappa (virtuale su google maps oppure cartacea), cosi che a fine anno sapremo quanto abbiamo girato il mondo. Per le altre iniziative vi consiglio di iscriversi a questa fantastico gruppo! L’unico difetto che possiede, secondo il mio giudizio, è quello di aver molti contenuti scritti in inglese. Come per esempio i libri che GR ci consiglia, secondo i nostri gusti. E’ inutile dire che dopo averlo scoperto, mi si è aperto un mondo! Ho iniziato a farne un uso quasi quotidiano fin da subito, arricchendo in ogni istante i miei scaffali. Nel tempo libero non posso evitare di usarlo. Ogni volta controllo nuove letture da inserire nella mia lista, leggo tutte le recensioni su un determinato libro e da poco tempo mi piace anche esprimere il mio giudizio (oltre alla valutazione in stelle) descrivendo di cosa ho pensato, di ciò che ho amato e purtroppo alle volte accade anche di scrivere di ciò che mi ha deluso. Ma per fortuna dei tantissimi libri che ho letto, queste situazioni sono ancora rare. 

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Leggere da alcuni anni è diventata una cosa fondamentale per me, non posso evitare di uscire di casa senza avere con me un libro o il mio kindle (perché si, ho dovuto evoluirmi, se no rischiavo di dormire per strada da tutti i libri che possiedo!). Anche se preferisco di gran lunga i libri cartacei, il profumo della carta, il rumore dei fogli... Mi piace leggere ovunque, sul treno, in montagna, in riva al mare... e quando mi capita di rimanerne senza vado in crisi! Leggere è una cosa fondamentale e penso che dovrebbero farlo tutti, anche chi ha poco tempo. Cosi da poter ritagliare del tempo, se pur breve, per allontanarci dalla realtà e dai suoi numerosi problemi. Per me è tutto, buona lettura a tutti!

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Top 10

opere d’arte più famose di Rosa Ingenito

Inauguro in questo numero una piccola rubrica dedicata alle Top 10 che ultimamente vanno tanto di moda nel mondo dei vari fashion / style / food blogger e affini. La mia sarà dedicata al mondo dell’arte, ovviamente! La mia prima #Top10 riguarda la storia dell’arte, quella materia tanto odiata da tutti a scuola, che era invece la più bella di tutte per me. Ripercorreremo insieme 10 delle più famose opere d’arte di tutta la storia dell’arte, sono sicura che queste le conoscono anche i più ostinati nemici della materia. Siete d’accordo con questa Top10? Avreste inserito opere diverse? Commentate e scrivete la vostra personale Top10 www.artscreation. sul sito altervista.org o sulla nostra pagina facebook Art’s Creation.


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10 Nascita di Venere Sandro Botticelli dipinse la “Nascita di Venere” tra il 1482 e il 1485. Il dipinto rappresenta come da titolo, la nascita della dea Venere e racchiude inoltre temi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. L’opera è in mostra al Museo degli Uffizi di Firenze.

le ninfee

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Per “Le ninfee” si intende un ciclo di circa 250 dipinti, compiuto dal pittore impressionista francese Claude Monet. Le opere descrivono artisticamente il giardino dell’autore, situato a Giverny, e occuparono sostanzialmente gli ultimi trent’anni della produzione dell’artista, ovvero tra il 1897 e il 1926, anno della sua morte. In questa serie il punto focale è il giardino ma ancor più nello specifico sono le ninfee, i fiori preferiti da Monet.

08 girasoli Vincent Van Gogh rappresentò una serie di dipinti raffiguranti girasoli in vaso. Questa serie racchiude quattro dipinti chiamati “Girasoli”. Sebbene questi dipinti sono stati duplicati molte volte da diversi artisti, nessuno ha raggiunto la vivacità e l’intensità degli originali di Van Gogh.

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l’urlo “L’urlo” fu dipinto dall’artista norvegese Edvard Munch. Esistono quattro versioni di questo dipinto create tra il 1893 e il 1910 che raffigurano una figura tormentata che si staglia contro un cielo rosso sangue. Tre di queste quattro versioni sono in una collezione della National Gallery in Norvegia.

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Ragazza col turbante o Ragazza con l’orecchino di perla

Talvolta soprannominata la “Monna Lisa Olandese”, l’opera d’arte “Ragazza con l’orecchino di perla” fu dipinta da Johannes Vermeer nel 1665. Ci sono davvero poche notizie riguardo a questo dipinto, ma si suppone che il il dipinto rappresenti la figlia più grande di Vermeer. L’artista in quest’opera, una delle sue più note, catturò con viva immediatezza l’espressione sfuggente, carica di un’innocente languidezza.

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il bacio

“Il bacio” fu dipinto dall’artista austriaco Gustav Klimt tra il 1907 e il 1908. Al centro di un luogo etereo ed astratto due amanti si stringono e si abbandonano ad un bacio intenso. Il dipinto ad olio oggi è conservato nell’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna.

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creazione di Adamo

La “Creazione di Adamo” fu completata da Michelangelo Buonarroti nel 1511 sulla volta della Cappella Sistina. La decorazione della volta rappresenta nove scene tratte dal Libro della Genesi. La “Creazione di Adamo” è una delle opere più famose di tutti i tempi ed è stata spesso oggetto di innumerevoli riferimenti e parodie.

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03 ultima cena Il dipinto parietale di Leonardo da Vinci, ”Ultima cena” è una delle opere più conosciute del Rinascimento Italiano. La scena rappresenta la cena nella quale Gesù annuncia che uno dei suoi Dodici Apostoli lo tradirà. È databile al 1495-1498 e conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.

02 notte stellata “Notte Stellata” fu dipinta nel 1889 dall’artista olandese Vincent Van Gogh. Il dipinto rappresenta il dipinto raffigura un paesaggio notturno di SaintRémy-de-Provence, sotto un cielo vorticoso. “Notte Stellata” è uno dei dipinti più famosi di van Gogh ed è diventato una delle immagini più conosciute nella cultura moderna. Il dipinto è parte di una collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.

01 la gioconda Il dipinto di Leonardo da Vinci, ”La Gioconda” nota anche come “Monna Lisa”, è uno dei lavori più conosciuti nella storia dell’arte. L’opera rappresenta tradizionalmente Lisa del Giocondo, una delle opulenti famiglie fiorentine. Da Vinci ha iniziato a dipingerla nel 1503 e l’ha terminata poco prima della sua morte nel 1519. Opera iconica ed enigmatica, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia, nonché di una delle opere d’arte più note in assoluto. Oggi è conservata nel Museo del Louvre di Parigi.

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Piperille &

burrobirra “Dicono che si cucina sempre pensando a qualcuno… altrimenti stai solo preparando da mangiare” di Nicoletta Froechlich

La mia più grande passione è la scrittura, ma devo ammettere che cucinare – e soprattutto preparare dolci – è solo di un gradino più in basso. La mia nuova rubrica si chiama Piperille & Burrobirra perché sono una fan sfegata di Harry Potter e, per l’appunto, le due delizie in questione esistono solo nel mondo del maghetto. Non mi vanterò di essere la prossima Vissani, ma conosco delle ricette simpatiche e gustose da condividere con voi… Spero le apprezziate!. Forse ricorderete che sono napoletana ma non sapete che i miei nonni materni erano marchigiani. Anche se poco, mia madre mi ha tramandato qualcosina della tradizione delle regione Marche: ecco perché inauguro la mia rubrica con la ricetta delle CASTAGNOLE. Le castagnole sono dei dolcetti che vengono preparati nel periodo di Carnevale in varie regioni italiane, come Marche, Abruzzo e Liguria. La ricetta che vi propongo io è quella di Teresa, una signora che vive nel paesino marchigiano in cui trascorriamo a volte le vacanze estive. Ingredienti: 600 g di farina 150 gr di burro fuso o olio di oliva 150 gr di zucchero 4 uova 1 bicchierino di anice o rum o liquore a piacere Buccia di un limone Una bustina di lievito per dolci Procedimento: In una ciotola, sbattere le uova con lo zucchero e una parte della farina. Aggiungere il burro fuso (freddo), la buccia di limone e il resto della farina, e impastare. Unire, infine, il liquore e il lievito. Una volta che l’impasto sarà pronto, formare delle palline e friggerle in olio caldo a fuoco moderato. Quando le castagnole si saranno colorite, scolarle e asciugarle con carta assorbente. Bagnare i dolcetti con il liquore e cospargerli di zucchero.

Ecco quelle che ho preparato io :)

Personalmente, dato che non mi piace l’anice, utilizzo liquore all’arancia o limoncello. Ma ovviamente dovete seguire il vostro gusto personale, è indicato persino l’Alchermes. Spero di aver stuzzicato la vostra fantasia e di avervi dato un’idea per i dolci da fare a Carnevale 2017!


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Harry Potter

e la Pietra Filosofale

compie vent’anni di Nicoletta Froechlich

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Questo piccino diventerà famoso, non ci sarà bambino nel nostro mondo che non conoscerà il suo nome.


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Chi non conosce Harry Potter? Se proprio non avete letto i libri (male, molto male!) avrete almeno visto i film… o comunque, ne avrete sentito sicuramente parlare. Innanzitutto, dovete sapere che la sottoscritta – e anche altri membri del team – è appassionata di Harry Potter. Per non dire maniaca. Ecco perché, in questo numero vi parlerò di quanto io mi senta vecchia dato che quest’anno Harry Potter e la Pietra Filosofale (il primo dei sette

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romanzi di J.K. Rowling dedicati al maghetto) compie venti anni ! Da un’idea nata su un treno e buttata su carta in un bar di Edinburgo, il 27 giugno 1997 la casa editrice inglese Bloomsbury ha pubblicato Harry Potter e la Pietra Filosofale, senza sapere che sarebbe diventato un fenomeno letterario mondiale. In Italia è sbarcato nel 1998, e la sua popolarità è esplosa come per

magia! Sono state vendute più di 450 milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in 79 lingue; ha ispirato una grande saga cinematografica, una produzione teatrale e ha stregato lettori di tutte le età. Il giovane mago con la cicatrice ha fatto – e continua a fare – breccia nei cuori di tutti: molti lo hanno conosciuto anni e anni fa, altri ne carpiscono la bellezza solo da poco, ma non si può negare che domani mattina tutti noi

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32 Versione con copertina rigida

vorremmo trovare la nostra lettera per Hogwarts nella cassetta della posta (anche se abbiamo trent’anni suonati). In occasione del ventesimo anniversario dall’uscita del primo volume, Harry Potter e la Pietra Filosofale, la Bloomsbury ha deciso di pubblicare alcune edizioni speciali del libro: la Hogwarts House Edition conta otto nuove copertine (quattro per l’edizione

rigida e quattro per quella morbida), illustrate da Levi Pinfold, con lo stemma delle Case di Hogwarts. Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero… vent’anni fa, queste parole magiche e tante altre ancora, sono sgorgate dalla penna di una giovane scrittrice, un orfano di nome Harry Potter è stato liberato dal ripostiglio del sottoscala – e un fenomeno globale è iniziato. Queste edizioni straordinarie, avranno lo stemma sulla copertina

e i colori delle quattro case sui bordi. In ogni libro, saranno presenti appassionanti contenuti extra, profili dei personaggi e illustrazioni esclusive di Levi Pinfold della casa di appartenenza. Questa non sarà l’unica celebrazione della Bloomsbury, infatti insieme alla British Library ha organizzato il lancio di una nuova mostra sulla magia di Harry Potter, che aprirà il 20 ottobre 2017. Sarà

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la prima esposizione della British Library ispirata ai romanzi di J.K. Rowling: dalle descrizioni medievali di draghi e grifoni, alle origini della Pietra Filosofale, la mostra conterà tanti lettori che intraprenderanno un viaggio nel cuore di Harry Potter. L’esibizione metterà in vetrina la storia della magia attraverso il mondo, grazie a straordinari libri di stregoneria, manoscritti e oggetti, e affascinanti tesori della collezione appartenente alla British Library La Hogwarts House Edition sarà disponibile a partire dal mese di giugno e per un tempo limitato, quindi se siete davvero amanti di Harry Potter e volete avere almeno uno dei volumi – magari con quello della vostra casa preferita – dovrete aspettare ancora un po’. Nel frattempo, potete pre-ordinarli sul sito di Bloomsbury e iscriversi alla loro news letter per restare sempre aggiornati.

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Dietro le quinte di

witch

di Rosa Ingenito

Quest’immagine fa parte di una sorta di “viaggio estetico” tra culture magiche, folklore e wicca che ho deciso di intraprendere dopo le ricerche portate avanti per la raccolta “Myths and Legends“. L’intento è quello di approfondire i diversi punti di vista sulla magia nelle varie culture. Questo primo esperimento ha delle influenze slave, la strega rappresentata è ispirata infatti al misticismo legato a questa cultura. In questo “Dietro le quinte” vi mostrerò il processo creativo ed esecutivo di questo mio ultimo lavoro. Scopri di più su www.roses-creation.com/witch/

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Per prima cosa ho inserito la foto in un documento vuoto.

Ho aggiunto poi la luce della candela semplicemente con un pennello morbido creando due layer differenti di colori analoghi, giallo e arancio. Li ho impostati poi rispettivamente su Scolora e Sovrapponi.

Successivamente ho iniziato ad inserire man mano gli elementi principali che volevo aggiungere, il ramo, i fiori e la candela. E contemporaneamente ho aggiustato i valori tonali di ognuno di essi, schiarendo il ramo e cambiando tonalità ai fiori.

L’immagine duplicata è stata usata solamente per la parte del prato, infatti ho eliminato gli elementi che si ripetevano in maniera troppo evidente ai bordi e poi le montagne in lontananza e tutta la parte del cielo.

Ho aggiunto un nuovo cielo, fondendo due immagini diverse e bilanciando poi i colori dei due per renderli più tenui e infine ho aggiunto un po’ di nebbia.

Ho riempito poi il resto dello sfondo duplicando l’immagine di base; volevo infatti dare maggiore profondità.

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Ora un po’ di magia! Ho aggiunto il fuoco, inserendo delle foto isolate impostandole su Scolora, duplicando nei punti più chiari e aggiungendo colore e dettagli manualmente con un pennello morbido nei punti meno visibili e negli occhi.

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Ho diminuito un po’ la saturazione e disegnato poi ulteriori dettagli ai capelli, al viso e alle fiamme.

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Successivamente ho lavorato sui colori. Volevo dei toni caldi ma al contempo smorti, che potevano fondersi con il fuoco ma che contrastavano anche con l’azzurro del cielo. Ho cercato comunque si mantenere una tavolozza di colori molto limitata, lavorando con Miscelatore Canale, Riempimento Sfumatura, Correzione Colore Selettiva, Bilanciamento Colore e Esposizione.

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Ho usato in fine un filtro Nitidezza e usato gli strumenti Scherma e Brucia per rendere luci e ombre più evidenti.

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ll’ammore di Nicoletta Froechlich

chi è?

Chi è l’amore? Ve lo siete mai chiesto? Io una risposta bella, pronta ed efficace non ce l’ho, ma conosco una poesia napoletana che – secondo il mio modesto parere – potrebbe forse rispondere al quesito. La poesia che voglio farvi conoscere si intitola Ll’ ammore ed è stata scritta da Antonio de Curtis, detto Totò. Ovviamente vi propongo anche la traduzione dato che è interamente in lingua napoletana. Totò, pseudonimo di Antonio de Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), è stato un artista italiano. Fu attore simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata», e considerato – anche in virtù di alcuni ruoli drammatici – uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani. Si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando contributi come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante.

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L’ammore chi è?… E’ ‘nu signore travestuto ‘e gentilezze e poesia, vase, abbraccie e gelusia. Quante aspette p’o piglià! S’e presenta comme uno serio, onesto, cunsistente e te nganna a tanta ggente, quanta ggente po’ cadè! ‘Nchiude ll’uocchje e t’abbandune dinto ‘e braccia ‘e stu signore e lle daje aneme e core tutto chello ch’jsso vò. T’e lusinga? E tu nce cride. T’e fa chiagnere?… O perduono; e perduone tutte ‘e cose, pure ‘e spine ‘e chesti rrose si sti spine rose sò. T’e ribbielle? E comme faie? Oramai nun si cchiù nniente, chi cumanna e’ stu signore ca trasenno dinto ‘o core travestuto ‘e poesia t’ addurmuto. T’ a ncantato. S’a pigliato tutto chello ca vuluto ttutto chello ch’e lle dato: pace, suonno e giuventù. Spisso capíte ca’e vvote tu te cride ch’è sincero, chist’ ammore travestuto c’o vestito ‘e nu poeta, tutt’insieme s’è spugliato, stu poeta ‘e gentilezze s’è scurdato ‘a poesia t’ a rimasto n’ amarezza nfunno ‘a ll’anema ind’o ‘o core… …Che vuò fà, chisto è ll’ammore.

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38 Traduzione Chi è l’amore? E’ un signore travestito di gentilezza e poesia, baci, abbracci e gelosia. Quanti aspetti può avere! Si presenta come uno serio, onesto e composto e inganna tanta gente, quanta gente fa cedere! Chiudi gli occhi e ti abbandoni nelle braccia di questo signore e gli dai anima e cuore tutto quello che lui vuole. Ti lusinga? E tu ci credi. Ti fa piangere?… Lo perdoni; e perdoni tutto, anche le spine di queste rose, se queste spine sono di rose. Ti ribelli? E come fai? Ormai non sei più niente, a comandare è questo signore che entrando dentro il cuore travestito di poesia ti ha addormentato. Ti ha incantato. Si è preso tutto ciò che voleva tutto quello che gli hai dato: pace, sonno e gioventù. Spesso capita che, a volte tu credi sia sincero, questo amore travestito con l’abito di un poeta, si è spogliato tutto in un colpo questo poeta di gentilezze ha dimenticato la poesia ti ha lasciato l’amarezza in fondo all’anima nel cuore … Che vuoi fare, questo è l’amore! Ho trovato anche un video-audio su Youtube in cui Totò recita questa stupenda poesia. Vi consiglio di seguire il testo ascoltandolo, non ve ne pentirete.

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scopri il tuo stile artistico di Rosa Ingenito

Preferisci il soggiorno o la cucina?

Vivaci e Brillanti

SI

Rimani all’interno delle linee quando colori?

no Preferisci la fantasia o la realtà?

Quale di questi colori ti ispira di più?

Katy Perry o Lady Gaga?

Chiari e Delicati

Hai bisogno di avere tutto organizzato e al suo posto?

no si

Amante della natura o delle persone?

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Classicismo, Impressionismo, Surrealismo o Arte Moderna? Quale è il tuo stile? Per concludere vi propongo un piccolo test per scoprire il vostro stile artistico! È velocissimo da fare, basta rispondere ad un paio di domande e il gioco è fatto :) Commentate e fateci sapere quale è il vostro stile sul sito www.artscreation.altervista.org o sulla nostra pagina facebook Art’s Creation. Fonte: www.overstockart.com

soggiorno cucina

fantasia realtà

katy perry

arte moderna

lady gaga

surrealismo

natura

impressionismo classicismo

persone

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t’s

aR reation

C

ART’S CREATION Il nostro scopo è quello di incoraggiare e promuovere un ambiente positivo per lo sviluppo e la condivisione dell’arte. L’obiettivo è quello di creare una comunità che aiuti tutti a crescere come artisti e come persone.

CONTATTACI EMAIL: team@artlover.com WEBSITE: www.artscreation.altervista.org SOCIAL: facebook.com/teamartscreation

www.artscreation.altervista.org


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