Fare Centro Marzo-Aprile 2015

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La riforma del Terzo settore

EXPO 2015

AGE Platform Italia

Rapporto CARITAS

FARE CENTRO Marzo-Aprile 2015

INFORMAZIONI, CULTURA, ARTE, ATTIVITA’ RICREATIVE, TURISMO

Notiziario di ANCeSCAO Lazio


MARZO-APRILE 2015

SOMMARIO

FARE CENTRO 3. La riforma del Terzo settore 4. Notizie utili 7. Roma e i centri anziani 13. Vita nel Centro socio culturale a Latina 14. L’inganno di EXPO 18. AGE Platform Italia 23. Tesseramento 2 | FARE CENTRO

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www.ancescaolazio.it info@ancescaolazio.it DIRETTORE Pasqualino Carconi VICEDIRETTORE Elio D’Orazio REDAZIONI PROVICIALI Viterbo: Arnaldo Picchetto, Gabriella Rasetti Rieti: Giuliano Liberati Frosinone:Ferdinando Matarese Latina: Aldo Pastore, Benina Mira EDITING E GRAFICA Luca D’Orazio SEDE REDAZIONE Via di Casal Bruciato, 15 00159 Roma Tel e Fax 0643599220


EDITORIALE

LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE di Elio D’Orazio - Membro dell’Osservatorio

Nazionale dell’Associazionismo di promozione sociale.

In questi giorni è in discussione al Parlamento la proposta di riforma del “Terzo Settore” avanzata dal Governo. C’è stata una consultazione aperta: anche noi non abbiamo fatto mancare le nostre proposte e le aspettative sono tante. La Commissione della Camera dei Deputati ha formulato la sua proposta sulla base di quella del Governo.

La legge Delega dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni: essa presenta novità significative, ma il Governo non va lasciato solo nella formulazione definitiva della riforma. La crisi generale ha avuto ricadute anche nel mondo della solidarietà: il volontariato segna il passo, l’associazionismo è nell’ombra, la cooperazione sociale è diventata vulnerabile ad usi distorti pubblici e privati, l’impresa sociale è un luogo impervio, le stesse rappresentanze del terzo settore hanno perso grinta, identità e unitarietà; all’interno degli osservatori

previsti dalle leggi nazionali comune, la seconda quello non c’è stata alcuna discussione dell’interesse dell’ente associasulla proposta del governo. tivo e dei suoi soci; la prima interviene per dare e sollecitare La sussidiarietà è diventata risposte pubbliche, la seconda sempre più il luogo della com- per sostituirsi impropriamente promissione a ribasso tra pub- al pubblico. blico e privato sociale a fini di riduzione della spesa a discapito Le norme di riforma che ci asdovrebbero provdella qualità dei servizi e della pettiamo tutela dei diritti dei lavoratori. vedere a sciogliere tuti questi nodi: il cosiddetto Terzo Settore Riconoscere e promuovere l’ rivendica il suo primato in un “economia della solidarietà” sistema nel quale la componon è la stessa cosa che pro- nente “solidaristica” non può muovere l’”economia sociale” essere sinonimo di marginalcon l’uso spesso improprio ità, bassa qualità dei servizi o del “non scopo di lucro”: la sfruttamento del lavoro, ma la prima ha come obiettivo il bene “cifra” che lo distingue.

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NOTIZIE UTILI N U OVO ISEE: IL LEGIT TIMO COM P U TAR E LE IN VALIDITA’ E L E INDENNITA’ DI ACCOM PAG NO

Il Tar del Lazio con la sentenza 2458/2015 è intervenuto sul nuovo ISEE introdotto dal decreto 159/2013, annullando l’art. 4 e dichiarandone l’illegittimità nella parte in cui include nel computo ISEE le provvidenze economiche erogate dallo Stato a sostegno della disabilità. Il problema era stato sollevato con un ricorso presentato da alcuni familiari dei disabili contro l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) entrato in vigore a inizio 2015, che ha introdotto un meccanismo di calcolo per l’accesso

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ad aiuti e a prestazioni sociali indennitario. agevolate per le persone con Nella fase di confronto con il Governo per la definizione disabilità gravi. del nuovo ISEE erano state La sentenza afferma che non già sollevate forti perplessità possono essere considerate sull’inserimento nel computo reddito gli emolumenti ricon- dei redditi delle provvidenze osciuti a titolo meramente com- economiche non sottoposte a pensativo e/o risarcitorio alle trattamento fiscale. persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico. La sentenza ripropone il problema e fa rinascere l’esigenza di Quindi invita l’Amministra- zi- una revisione del decreto. one a rimodulare tale nozione Per tale motivo è opportuna valutando attentamente la fun- una fase di confronto delle aszione sociale di ogni singolo sociazioni dei disabili con il trattamento assistenziale, prev- Ministero per rivedere quali idenziale e indennitario. butivi, possibili soluzioni potranno

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maggior equità le migliaia di persone non autosufficienti e disabili. Dal 1° gennaio 2016: la “speranza di vita” allunga di quattro mesi l’età pensionabile Sulla Gazzetta Ufficiale n. 301 del 30 dicembre 2014 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) recante “Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita”. Nella sostanza il decreto dispone che per andare in pensione dal 1° gennaio 2016 saranno necessari quattro mesi in più. Si tratta di un adeguamento, già previsto dalla riforma Fornero, e che tiene conto del miglioramento dell’aspettativa di vita, certificata in modo rigoroso dalla Ragioneria di Stato.

2013, quando vi fu un aumento di tre mesi. In particolare gli uomini potranno andare in pensione con 42 anni e dieci mesi di contributi e le donne con 41 anni e dieci mesi.

potranno andare in pensione a 66 anni e sette mesi (oggi 66 anni e tre mesi).

Per le dipendenti nel settore privato saranno necessari 65 anni e sette mesi (oggi 65 anni e Per le pensioni di vecchiaia è 3 mesi), mentre per le lavoratriprevista la distinzioni tra don- ci autonome 66 anni ed un ne nel settore privato e donne mese (fino al 31 dicembre 2015, nel pubblico impiego, che sono 65 anni e 9 mesi). equiparate agli uomini sia dipendenti pubblici che privati. Di pari passo si modificano i requisiti per le pensioni con il Così gli uomini lavoratori au- contributivo puro, arrivando a tonomi e dipendenti sia del set- 63 anni e sette mesi. tore pubblico che del privato e le donne del pubblico impiego

Ecco il dettaglio delle novità. Per le pensioni anticipate con il 2016 si avrà il secondo amento dei requisiti anagrafici e contributivi dopo quello avvenuto nel MARZO-APRILE 2015

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Indicatori demografici: uomini e a 84,9 anni per le donl’Italia invecchia ne. La differenza fra sopravsempre più vivenza maschile e femminile è

Per andare in pensione dal 1°

gennaio

2016 saranno necessari quattro

mesi

in più. Si tratta di un adeguamento già

previsto

dalla

riforma

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L’Istat ha pubblicato gli indicatori demografici del Paese per l’anno 2014, da cui estrapoliamo i dati che più ci interessano sia da un punto di vista generale, che come categoria. In via preliminare va detto che al 1° gennaio 2015 i residenti in Italia erano di 60 milioni 808 mila di cui 55,7 milioni di cittadinanza italiana e 5 milioni 73 mila di cittadinanza straniera, pari all’8,3% del totale dei residenti.. Sono 509 mila le nascite nel 2014, cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall’Unità d’Italia. I morti sono 597 mila unità, circa quattromila in meno dell’anno precedente. Calano le nascite da madri sia italiane sia straniere, con le prime che nel 2014 procreano 1,31 figli contro 1,97 delle seconde. Un significativo calo della mortalità ha determinato un ulteriore aumento della speranza di vita, giunta a 80,2 anni per gli

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scesa a 4,7 anni. Il saldo migratorio netto con l’estero è pari a +142 mila unità, corrispondente a un tasso del 2,3 per mille. Si tratta del valore minimo degli ultimi cinque anni. Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale, come sopra detto. Rispetto al 1° gennaio 2014 si riscontra un incremento di 151 mila unità. Regolarmente da un decennio si rileva una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti al 1° gennaio 2015. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti. Al 1° gennaio 2015 l’età media della popolazione ha raggiunto i 44,4 anni. La popolazione per grandi classi di età è così distribuita: 13,8% fino a 14 anni di età, 64,4% da 15 a 64 anni, 21,7% da 65 anni in su.


ROMA ATTUALITA’

E I CENTRI ANZIANI SI RIPARTE PER RISCRIVERE IL REGOLAMENTO?! Ierchè non ci ascolta? COMUNICATO STAMPA FRANCESCA DANESE

ANZIANI: NUOVO REGOLAMENTO E BILANCIO «Centri sociali anziani della Capitale verso un nuovo regolamento - sarà portato in aula Giulio Cesare entro marzo - per un rilancio del loro ruolo come luoghi trasparenti della partecipazione, della socialità, ‘luoghi di pensiero’ e di sperimentazione di nuova qualità della vita». Così, riferisce una nota dell’assessorato, Francesca Danese, assessore alla Casa e alle Politiche sociali di Roma Capitale, «nell’incontro di oggi pomeriggio in Sala Rosi con Erica Battaglia, presidente della Commissione Politiche sociali dell’Assemblea capitolina, i presidenti dei municipi, i coordinatori dei Csa che, in tutta Roma, coinvolgono 90mila cittadini. All’ordine del giorno i temi imMARZO-APRILE 2015

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portanti del nuovo regolamento, dell’uniformità di statuti e convenzioni, le questioni legate alla manutenzione delle strutture, ai rapporti con la Siae, all’assicurazione su locali e servizi forniti aprendosi ai territori». «I centri sociali anziani - ha ricordato Danese - sono un presidio territoriale, una risorsa fondamentale per la città, uno snodo importante per il Piano strategico dei diritti che l’assessorato sta scrivendo. Per questo hanno bisogno di strumenti adeguati, di sapersi ‘contaminare’ con le esperienze analoghe dell’Area metropolitana, di darsi regole condivise e di essere in grado di presentare un bilancio sociale da presentare alla città già alla fine del 2015».

ECCO

LE

NOSTRE

PROPOSTE

INVIATE

ALL’ASSESSORE

AI

SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE

DI

ROMA

FRANCESCA DANESE 8 | FARE CENTRO

Premesso che, sia a livello nazionale che regionale occorrerebbe una normativa di riconoscimento e sostegno dei Centri Anziani, al fine di promuovere una più alta qualità della vita delle persone anziane ed una più consapevole e responsabile partecipazione alla vita economica, sociale e culturale;

funzione di programmare, gestire, amministrare le attività associative, fermo restando il supporto strutturale e finanziario dell’amministrazione e che il Centro deve arricchirsi di un arco di iniziative, attività e servizi per e con le persone anziane he va oltre quanto finora previsto;

Premesso che i Centri Anziani di Roma sono un patrimonio da salvaguardare e sviluppare per il bene delle persone anziane della città, ma anche per il più ampio beneficio alla comunità cittadina, considerato che essi sono circa 150, anche se non tutti nelle medesime condizioni; premesso che la esperienza di rinnovamento funzionale e gestionale che sarebbe dovuto derivare dall’attuale regolamento comunale ha dato prova di inadeguatezza, di grande confusione e soprattutto non ha sciolti i nodi gestionali andando a creare sovrapposizioni, senza sviluppare reale autonomia;

Considerato che, laddove tra Ente Locale e Centro Anziani è stato attuato tale autonomia gestionale, la qualità e quantità delle attività è cresciuta ed il livello di partecipazione democratica ha conosciuto successi in termini di capacità gestionale e di responsabilità…….

Premesso inoltre i Centri anziani debbano sviluppare velocemente verso la completa autogestione, al fine di attuare quella sussidiarietà che consegna ai cittadini la primaria

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SI PROPONE CHE 1. si vada subito alla approvazione di un nuovo “regolamento” per i Centri Anziani nel quale sia previsto che: a. il Centro viene gestito nella sua totalità e direttamente dalla Associazione dei propri iscritti (tutti), che pagano la quota stabilita dalla assemblea, superando l’attuale illegittimo dualismo tra Comitato di ges-


tione e Associazione attual- one del Centro affinché le gesmente destinata a gestire le sole tisca direttamente, assieme attività complementari; alle risorse provenienti dalle attività complementari e b. l’Associazione si costi- ad altri proventi recepibili a tuisce a norma della Legge norma della legge 383/2000 quadro nazionale n. 383/2000, e sull’associazionismo sociale ed della Legge regionale del Lazio, il decreto fiscale 460/97; n. 22/1999 f. viene costituita c. tra il Comune, per l’Assemblea Permanente dei il tramite dei Municipi, e Presidenti dei Centri, (detto l’Associazione del Centro si Coordinamento Cittadino dei stipula una Convenzione nella Centri), con funzioni consulquale si definiscono ruoli e fun- tive, sia a livello Municipale zioni dei due soggetti (Centro che Comunale; Anziani e Comune), sulla base del Regolamento Comunale; g. l’Associazione che gestisce il Centro interagisce con d. l’Associazione che ges- l’istituzione comunale, provintisce il Centro, nel rispetto ciale e regionale, iscrivendosi ai della Convenzione, opera in piena autonomia e secondo le regole di una Associazione di Promozione Sociale (legge 383/2000); aderisce ad una Associazione Nazionale di Promozione Sociale riconosciuta dal Ministero dell’Interno, al fine di poter gestire le attività complementari in regime fiscale esente, come previsto nel Decreto 460/1997;

registri previsti dalle leggi, realizzando progetti di sviluppo finanziati da Regione, Comune, Provincia, Municipio nei diversi ambiti utili alle persone anziane: solidarietà, cultura, sport, attività motorie, educazione permanente, tutela, turismo sociale e vacanze, ecc. h. il Centro porta a conoscenza del Municipio territoriale il rapporto di attività ed il rendiconto preventivo e consuntivo annuale; 2. il finanziamento e sostegno dei Centri da parte del Comune deve corrispondere, oltre che alla spesa corrente concordata, anche alle mod-

e. le risorse assegnate al Centro, sulla base del riparto stabilito, vengano destinate direttamente alla AssociaziMARZO-APRILE 2015

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erne esigenze di programmazione e di attività, facendo in modo che le strutture rese disponibili siano adeguate alle attività:

pendice” dei servizi sociali comunali, la cui autonomia è solo formale (comitato di gestione), si evidenziano le seguenti precisazioni:

a. accessibilità e barriere 1. Superare la dualità tra architettoniche Comitato di gestione ed Associazione: quindi eliminare la b. decoro degli ambienti, sovrapposizione arredo, impianti (bar, cucina, ecc.) 2. Gli iscritti al centro non possono non essere tesserati c. collegamento telefonico alla associazione: non si dà in e internet natura, né nelle leggi che i soci non paghino una quota, sia per d. sale adeguate per ballo, il sostegno alle attività associaattività motorie, ecc. tive, che per il versamento della quota alla associazione nazioe. sala teatro e musica nale cui deve aderire f.

biblioteca del centro

3. Si deve fare obbligo di aderire ad associazione naziog. abbonamento riviste e nale riconosciuta dal Ministero giornali dell’Interno quanto meno per la esenzione dal trattamento fiscale relativo alla attività com3. le Associazioni nazion- plementari ( e cioè commerciaali cui aderiscono le associ- li). azioni che gestiscono i Centri Anziani siano riconosciute, ac- 4. Lo statuto della associcreditate e convenzionate con il azione in ogni caso non può Comune ed i Municipi, al fine configgere con quanto stabilito di poter svolgere una funzione dalla legge 383/2000 e dal Dedi rappresentanza, supporto, creto 460/97 sul trattamento consulenza, servizio, formazi- fiscale degli enti associativi one, informazione, ecc., con (scopo sociale, democraticità, adeguato sostegno finanziario autonomia, natura non lucrasu programmi e progetti ap- tiva, eventuale scioglimento e positamente predisposti e fi- liquidazione, ecc.) nanziati; tutto ciò al fine di facilitare i gravoso compito della 5. Le convenzioni con Coprogrammazione, gestione, operative, enti o società di cui amministrazione dei centri, che all’art 5 non possono essere oggi grava sui comitati di ges- vincolanti per i Centri, né tanttione non sempre adeguati a omeno debbono essere autoriztali compiti. zate ad operare dentro il centro trasformandolo in un luogo di attività commerciale.

SI PRECISA INOLTRE QUANTO SEGUE

Si fa notare che le associazioni nazionali cui i centri debbono aderire sono in grado di fornire Premesso che il Centro deve ai centri stessi i servizi elencati uscire dalla condizione di “ap- nella proposta.

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6. La eventuale bocciofila, nel caso di attività aperte ai non soci del Centro, deve costituirsi in autonoma associazione ad evitare problemi di gestione di polizze assicurative e di abusi: le bocciofile già esistenti troverebbero nella proposta di regolamento una atipica sistemazione. 7. Gli ospiti debbono comunque essere ricompresi nella assicurazione 8. Il Coordinamento cittadino, oltre ad avere potere consultivo, dovrebbe anche avere potere gestionale di attività di servizio per i centri, anche avvalendosi delle associazioni nazionali dei centri (es. formazione, informazione, consulenze, servizi fiscali agli associati,) e di convenzioni con agenzie turistiche, ecc.) 9. Il Comitato dei Garanti deve essere organo designato pariteticamente dal Comune e dal Coordinamento cittadino solo al fine di garantire il rispetto del Regolamento da ambo le parti.

INOLTRE SI FA NOTARE CHE:

1. I centri costituiti in associazione sono esenti dal pagamento del Canone Rai dal 2003 2. I diritti SIAE sono attualmente coperti dalla Convenzione Regione Lazio SIAE 3. Occorre distinguere meglio la capienza del centro dal numero dei soci che può essere anche superiore


VITA NEL CENTRO SOCIO-CULTURALE DI VIA V. VENETO A LATINA di Mira Benina

L’allungamento che sta avvenendo della vita media dell’individuo e la maggiore aspettativa di vita che ne deriva, porta alla elaborazione di un invecchiamento attivo, da vivere con impegno, consapevoli di coprire una funzione sociale diversa, con l’aiuto di tutta la comunità, non solo sotto il profilo organizzativo, ma anche quello della partecipazione attiva. Basta recarsi presso il Centro Socio Culturale Anziani di Via Veneto che ha una specifica funzione sociale per rendersi conto di cosa significhi invecchiamento attivo: è un punto di riferimento non solo per persone adulte, ma persone giovani e meno giovani. E’ un continuo proliferare di idee e iniziative da parte dei Volon-

tari , coordinati da una sapiente regia da parte del Presidente Aldo Pastore . Situato al Centro della Città, raggiungibile a piedi o con mezzi pubblici, all’intero di un rigoglioso giardino di pini e fiori, in una costruzione tipica del 1920, con ampi corridoi, e aule luminose e arieggiate. Per avvenimenti o ricorrenze particolari come convegni e conferenze supplisce un caratteristico gazebo, che completa il centro accoglienza. E proprio qui si svolgono i corsi culturali di lingue straniere, di scienze biologiche ,informatica dialoghi di arte varia, e quanto ancora al fine di informare e stimolare interesse. Non viene trascurata la salute per cui si tengono incontri con medici specialisti di cardiologia, oculistica e periodi clinici

di odontoiatria, questi ultimi ottenuti eccezionalmente per interessamento del nostro Comitato di gestione . Facilitate sono le occasioni per poter partecipare a convegni di area sanitaria, come ultimamente il Convegno di Rimini ( 21/23 Novembre) sul “diritto alla salute” con l’attuale sistema sanitario: analisi di criticità e soluzioni di particolare importanza per conoscere progetti futuri. A giudicare dalla frequenza degli iscritti , si deduce che la vita all’interno del nostro Centro è molto gradita, le attività armonizzate tra impegni fisici e mentali. La mente va nutrita d’emozioni, stimoli e pensieri: dialogare e passeggiare fa un gran bene al cervello. E quindi di gradimento e utilità sono le passeggiate specie quelle romane, con visite a mostre e siti storici. Indimenticabili sono le escursioni di primavera, quando dal Gianicolo e giù giù fino a Piazza di Spagna è tutta una tavolozza di colori, con il sole che illumina archi e statue e monumenti in tutta la loro grandezza e splendore. Non mancano celebrazioni di ricorrenze festive, giocose e conviviali: sono momenti di grande serenità e spensieratezza. Al momento sono in programmazione le prenotazioni per le località termali. L’attività del nostro Centro è ampia e diversificata, dove ognuno può trovare il proprio interesse e coinvolgimento sia nelle attività che nei divertimenti che trasmettono piacere e gratificazione. Pertanto, per le informazione on-line il Centro ha creato un efficiente sistema informatico da cui si estrinseca un validissimo sito www.centroanziani.it

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L’INGANNO DI EXPO 2015 SPIEGATO IN BREVE

sprechi, garantire a tutti il diritto a un cibo sano. Finora Expo Milano 2015 è stata piuttosto l’occasione per rispolverare antichi vizi italiani: ritardi organizzativi, conflitti di interessi, corruzione. Con il recente convegno Expo delle Idee per la prima volta si è tentato di andare al cuore della questione, ma di idee per la verità se ne sono sentite poche e l’incontro preparatorio è parso simile a un altro gigantesco spot.

Ci sono tante contraddizioni che minano la credibilità di Expo. Pur lasciando perdere ciò che è accaduto finora (cantieri fermi, mazzette, avvisi di garanzia), attorno all’evento persistono un’enormità di interessi famelici. Papa Francesco è intervenuto dicendo che per risolvere davvero E X P O MI L AN O: UNA LEZIONE P ER IL MON D O, i problemi occorre “rinunciare all’autonomia asA L I M EN TAZ I ON E E B UONA SA LUTE P ER TUT T I AN - soluta dei mercati e della speculazione finanziC H E I N ETÀ AVAN ZATA ? SI-NO-FO RSE !!!! aria e agire anzitutto sulle cause strutturali della iniquità”. Come è possibile non essere d’accordo? Peccato, però, che fin dal principio Expo 2015 è stata vissuta da chiunque come una ghiotta ocSulle reti Rai scorrono da settimane gli spot di casione di business. presentazione di Expo, l’esposizione universale che si inaugurerà a Milano il 1° maggio 2015. Per comprendere il clima che si è creato attorno Tema: il cibo. Slogan: nutrire il pianeta, energia alla manifestazione basta andare a vedere i tiper la vita. Le immagini, i suoni, le parole pro- toli delle centinaia, migliaia di convegni e semiposte anticipano un evento epocale. Le parole nari rivolti a imprese e professionisti che si sono d’ordine sono quelle usate da decenni dalle forze svolti negli ultimi anni. Basta chiacchierare con ecologiste di tutto il pianeta: preservare le risorse gli operatori per sapere quali sono state e sono naturali per le prossime generazioni, evitare gli tuttora le attese.

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tagruelico banchetto universale. I posti sono già stati assegnati e i commensali saranno i soliti. Difficilmente sentirete parlare dei pescatori del Senegal aggrediti dalla concorrenza spietata dei pescherecci provenienti da Cina, Corea, Russia e molti Paesi Ue. Oppure dei contadini cambogiani che in meno di dieci anni si sono visti strappare il 70 percento dei terreni coltivabili da investitori privati stranieri. Peggio, magari ne sentirete parlare, tra un apericena offerto dalla multinazionale della chimica DuPont e una convention dal titolo Acqua Bene Comune sponsorizzato da Nestlé. Perché Expo 2015 si presenta così, come una inconsistente propaganda del dire per non fare, un miscuglio surreale di sacro e profano. Non importa se per il proprio business si sfrutta la disinteressata opera di migliaia di volontari e per rafforzare la propria immagine si mina l’ingenuità di milioni di cittadini. Non importa se saranno presenti attori impreNon gliene frega niente a nessuno dei temi di sentabili, gli stessi che sfruttano il suolo e le riExpo. La kermesse finora ha rappresentato uni- sorse naturali, erodono culture ed economie camente un’altra chance per eternare proprio locali, spingono milioni di donne, uomini e quelle dinamiche che generano speculazioni e bambini a migrare. Non importa. L’importante è esserci, apparire, sorridere, mostrare al mondo ingiustizia. una realtà che non esiste. A mano a mano che l’inaugurazione si avvicina, cadono le maschere. Non ci saranno i posti Il malaffare e le speculazioni sull’area Rho-Pero di lavoro promessi, ma solo un esercito di “vol- si riveleranno solo briciole rispetto alle colossali unteer Expo”, ottimo viatico per una carriera contraddizioni che segneranno l’evento. Autodi disoccupati e precari. Non ci saranno i con- celebrazioni, muscoli, esibizionismo e vanità, tadini, i pescatori e gli allevatori che sono i veri ecco quali saranno i veri protagonisti di Expo custodi della terra (sempre il Pontefice ha detto 2015. Alla faccia degli umili e i poveri, delle “siate custodi e non padroni della terra), ma le disuguaglianze, degli sfruttati, della sobrietà e multinazionali dell’agroindustria che strozzano dell’ambiente. i piccoli produttori e sottraggono spazi vitali alle popolazioni dei paesi più poveri. Da qui a maggio gli spot saranno sempre più numerosi, lunghi e insistenti. Tutti i media partner di Expo cavalcheranno il fenomeno come in un crescendo rossiniano per convincerci che a Milano andrà in scena un evento di eccezionale potenza rivoluzionaria, dove l’ambiente, l’agricoltura e l’alimentazione saranno al centro dei pensieri e delle azioni. L’obiettivo finale si chiama Carta di Milano, un patto che la città lascerà al mondo per affrontare i nodi cruciali della sfida alimentare. Quello a cui assisteremo in realtà sarà un panMARZO-APRILE 2015

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RECENSIONI

NAOMI KLEIN, UNA RIVOLUZIONE CI SALVERÀ, PERCHÉ IL CAPITALISMO NON È SOSTENIBILE portando la Terra alla rovina: secondo Klein, infatti,“la crescita ad ogni costo sta uccidendo il pianeta. La rivoluzione non è più una questione ideologica. È una questione di sopravvivenza”. In questo scenario, solo “una fede incrollabile nell’uguaglianza dei diritti di ogni persona […] separeranno la civiltà dalla barbarie.” Agire concretamente, quindi, tagliando le emissione di gas,

E’ a Roma per presentare il suo nuovo libro “Una rivoluzione ci salverà- Perché il capitalismo non è sostenibile”. Naomi Klein, attivista, blogger, scrittrice canadese e voce del movimento No Global arriva in Italia per presentare la sua nuova, attesissima opera, dopo No Logo e Shock Economy. L’incontro verte su un punto fondamentale: osservare, in maniera critica, il sistema economico attuale e trovare nuovi spunti, nuove azioni di ribellione, nuovi percorsi da seguire da parte dei movimenti contro il sistema capitalista. Un sistema di crescita che sta

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partendo dal clima per ripensare ad un nuovo modello produttivo, meno invasivo e più ecologico. La presentazione di “Una rivoluzione ci salverà” (edito in Italia da Einaudi), rientra un uno scenario più vasto e si offre come spunto di riflessione per un’iniziativa mondiale: il vertice sul clima (la 21° Conferenza ONU) in programma a Parigi alla fine del 2015.


Lo scenario di riferimento è definito da una catena sequenziale fatta di crescita ad ogni costo, cambiamenti climatici, riscaldamento globale. Senza interventi urgenti, ci saranno conseguenze catastrofiche su milioni di persone, gran parte appartenenti alla popolazione più povera. Eppure, per quanto le immagini delle devastazioni attraversino il pianeta nella loro evidente drammaticità, “tutta la nostra cultura continua a fare quanto ha provocato la crisi”. Un caso di “dissonanza cognitiva”: “una crisi che abbiamo tentato in ogni modo di ignorare ci sta letteralmente schiaffeggiando e noi, nonostante tutto, portiamo avanti con raddoppiato impegno le pratiche che la originano”. Di pessimismo la scrittrice canadese non vuole sentire parlare, meglio dotarsi di uno spirito positivo. Segnali nuovi e diversi indicano una reazione diffusa da parte di popolazioni e non solo di piccole elite di ambientalisti arrabbiati. La People’s Climate March dello scorso anno ha portato oltre 400.000 persone sulle strade di New York. Una partecipazione straordinaria e senza precedenti che ha convinto lo Stato di New York a bloccare le estrazioni tramite il fracking (ovvero la tecnica di fatturazione idraulica del sottosuolo). Una decisione che ha sorpreso persino gli ambientalisti più duri e presa, non tanto per tutelare l’ambiente, quanto per

gli eccessivi rischi a carico della salute pubblica, in un’area con livelli di patologie gravi, 10 volte superiori alla media nazionale. Naomi Klein non sembra però molto convinta delle azioni dei governi, nonostante gli impegni assicurati davanti alle telecamere per ridurre le emissioni, perché si continua a estrarre petrolio, carbone e gas con tutti i sistemi. Il discorso cade inevitabilmente su Matteo Renzi che nel settembre scorso, a New York, aveva solennemente annunciato che “quella dei cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo, lo dice la scienza, non c’è tempo da perdere: la politica deve fare la sua parte”. Buone enunciazioni che, al suo ritorno in Italia, si sono però tradotte nello Sblocca Italia fatto di investimenti in grandi opere come le autostrade, hub europeo del gas, incenerimento dei rifiuti, trivellazioni. Provvedimenti accompagnati da una progressiva marginalizzazione dei governi locali nel controllo e nel rilascio delle autorizzazioni. Non si è salvato neanche Obama. “nel 2008 ci eravamo fidati di lui. E’ stato un errore”. Ma cosa ci salverà? Una rivoluzione che non avrà connotati ideologici ma sarà semplicemente una questione di sopravvivenza.

Secondo Naomi Klein, nonostante i risultati ottenuti non siano tutti positivi, è necessario raccontare al mondo una nuova possibilità: un’economia attenta alle esigenze delle persone, agli anziani, all’insegnamento, all’arte, ai trasporti pubblici. Serve affermare il diritto di rigenerare, riciclare insieme con la riprogettazione delle città. Ridurre i consumi è un fatto importante, ma senza utilizzare i paradigmi della decrescita e senza ritornare all’età delle caverne. “Bisogna coinvolgere i giovani – sottolinea Naomi Klein – ce ne sono troppo pochi qui e loro hanno perso meno di noi”. Si dovranno smascherare le attività estrattive condotte da aziende che con mezzi legali e illegali condizionano governi ormai dominati dall’austerity e dal pensiero neo-liberale, determinato a restringere lo spazio decisionale pubblico. Non sarà indolore passare a una fase nuova, ma occorrerà dire anche qualche sì e non solo no. E per avviare nuove infrastrutture all’insegna delle energie rinnovabili, non si potrà fare a meno delle energie fossili per un periodo non breve.

Dovrà essere sostenuta da un movimento di massa e diffuso che agisca su tutti i fronti, con mezzi tradizionali e con la rete. L’appuntamento decisivo di fine 2015 di Parigi dovrà vedere la presenza di una piattaforma informativa dei movimenti contro i cambiamenti climatici. MARZO-APRILE 2015

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REDISTRIBUIRE LA RICCHEZZA CON EQUITA’ E GIUSTIZIA; CREARE OPPORTUNITA’ PER TUTTI; GARANTIRE L’ACCESSO ALLA EDUCAZIONE CONTINUA, ALLA CULTURA; GARANTIRE VITA DIGNITOSA ED IN BUONA SALUTE A CHI NON PUO’ PROCURARSI I MEZZI E SERVIZI PER VIVERE A CAUSA DI DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZA; ASSICURARE UNA VECCHIAIA DIGNITOSA A TUTTI; La storia della umanità è segnata, in ogni epoca ed in modo diverso, dalla condizione di povertà e di miseria, accompagnata da indigenze, malattie, pestilenze, carestie sulle quali si costruivano sistemi di schiavitù, servi della gleba, sfruttamento del lavoro: il tutto rigidamente governato

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da appropriazioni indebite, accaparramento della ricchezza da parte dei più forti ed avvantaggiati. Tale caratterizzazione della storia umana ha fatto pensare che la povertà sia una condizione strutturale dalla quale non si possa uscire: le fasi di maggiore povertà e miseria trovavano soluzioni maltusiane nelle carneficine delle guerre o nei tragici eventi delle carestie e delle pesti. Nella migliore delle ipotesi ci si è affidati alla carità ispirata da sentimenti religiosi. Anche le moderne economie non sono state capaci di sradicare la povertà. La crisi attuale ha evidenziato il permanere delle condizioni strutturali che producono la povertà, sia essa quella definita come relativa che quella assoluta. Gli stessi sistemi di welfare stentano a reggere la sfida che da molti anni affrontano attraverso la gestione della solidarietà: sicurezza sociale, previdenza e pensioni, assistenza nelle diverse forme. Tutto ciò si accentua con i mutamenti demografici che evidenziano il crescente invecchiamento della popolazione ed una diminuzione drastica delle nuove generazioni. A tutto ciò si aggiunge la crescente disoccupazione dei giovani e la pressione di una crescente immigrazione di poveri priva di regole e clandestina: conseguenza della globalizzazione selvaggia del sistema economico e finanziario. Quello che non si è riuscito mai a fare è di intervenire con decisione sulle cause strutturali che producono la povertà: la redi-


La crisi attuale ha evidenziato il permanere delle condizioni strutturali che producono la povertà, sia essa quella definita come relativa che quella assoluta.

tribuzione equa e giusta della ricchezza, creando opportunità per tutti di procurarsi le condizioni di una vita dignitosa ed in buona salute; rendere disponibili beni e servizi per chi non è in grado di procurarseli a causa dei disabilità e non autosufficienza. Conosciamo i dati relativi a livello mondiale, europeo e nazionale: tutti gli istituti di ricerca confermano quello che è evidente a vista d’occhio, tutti gli enti assistenziali e di solidarietà sono testimoni quotidiani della crescita della povertà e della miseria che ormai aggredisce anche gli strati intermedi della popolazione. Da queste premesse intendiamo dedurre proposte coerenti e possibili: A. Dove prendere le risorse oltre quelle attese dall’ auspicabile ripresa della crescita del PIL 1. Interventi trasversali su tutti i sistemi, finalizzati alla

redistribuzione della ricchezza, sradicando l’accaparramento da parte di una minoranza della maggior parte della ricchezza prodotta: lotta senza quartiere alle evasioni fiscali; tassazione in percentuale progressiva sui guadagni e sui redditi, come anche sui grandi patrimoni finanziari o immobiliari specie se finalizzati a rendite parassitarie. Eliminazione e tagli ad ogni tipo di privilegio non sostenuta da effettiva contribuzione (vitalizi, liquidazioni spropositate, pensioni esagerate non sostenibili e non corrispondenti a contribuzione, ecc.). La solidarietà tra le generazioni è uno dei pilastri di riferimento: occorre la solidarietà generale tra ricchi e poveri, non intesa come carità, beneficienza, ma come diritto umano. 2. Razionalizzazione, riduzione e diversificazione della spesa pubblica: nel servizio sanitario nazionale, nell’assistenza, nelle spese militari, nella gestione del patrimonio immobili-

are pubblico, ecc. B. Come redistribuire la ricchezza ai fini di sradicare la povertà 1. Definizione di interventi per garantire il livello di reddito minimo vitale per condurre una vita dignitosa, facendo riferimento al 60% del reddito medio per area nazionale o territoriale e ad un paniere di beni (abitare, alimenti, comunicazione, mobilità, ecc.) e servizi (salute, assistenza sociale, ecc.) corrispondenti alle esigenze

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Chiediamo all’Europa di dotarsi di obiettivi più ambiziosi e di effettuare verifiche nei vari paesi mettendo in campo anche sanzioni

basilare dei singoli e delle famiglie. 2. Interventi ad integrazione per garantire il livello di reddito minimo in modo permanente o temporaneo nell’ambito di un possibile piano di reinserimento lavorativo ( assegno di disoccupazione, cassa integrazione, sostegno a esodati, disoccupati over 45, ecc.) basato sui fondi appositi derivanti della fiscalità generale e non dai tagli a pensioni e servizi. 3. Recupero automatico del potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni facendo riferimento ad indici e panieri corrispondenti alla effettiva ed utile domanda di beni e servizi 4. Deduzione nella dichiarazione del reddito di tutta la spesa per la badante nel caso di non autosufficiente con la positiva conseguenza della emersione di lavoro nero e del sostegno alle famiglia per evitarne l’impoverimento. C. La Piattaforma Europeo contro la povertà e l’emarginazione : Europa 2020 1. Il Piano di lotta alla povertà approvato a livello europeo impegna alla riduzione della povertà in Europa di 20 milioni di cittadini entro il 2020, a fronte di 122 milioni di

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poveri (24% della popolazione europea): si tratta quindi di un obiettivo pari a circa il 16% della popolazione povera europea e quindi assolutamente al di sotto della gravità della situazione. 2. Chiediamo all’Europa di dotarsi di obiettivi più ambiziosi e di effettuare verifiche nei vari paesi mettendo in campo anche sanzioni nel caso di non adempimento degli obblighi assunti. D. Il Piano italiano 2020 1. Il Piano del Governo Italiano è ancora in fase di preparazione: l’impegno è di presentarlo entro il prossimo mese di giugno. Le idee che allo stato attuale circolano sono tutte di carattere emergenziale e non si intravvede un piano di intervento strutturale per lo sradicamento della povertà. Le proposte presentate in Parlamento dal Movimento 5 stelle e da SEL sono occasione per accelerare le decisioni, pur nel prevederne la graduale applicazione. 2. Chiediamo al Governo di essere ascoltati permanentemente assieme a tutti gli altri soggetti coinvolti. Crediamo che vadano coinvolte le forze sociali, imprenditoriali, associative assistenziali, ecc.: la

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povertà non è un sotto capitolo di cui si occupano solo le anime buone. 3. Proponiamo la estensione su tutto il territorio nazionale del SIA (sostegno per l’inclusione attiva) finora sperimentato in sole 12 città, rendendo disponibile fondi in quantità adeguata e con il pieno coinvolgimento degli enti locali territoriali, delle imprese, delle organizzazioni sindacali ed associative. 4. Proponiamo un piano straordinario pluriennale di lotta alle povertà estreme ed assolute per fare fronte alla emergenza, valorizzando la grande risorsa del volontariato e delle associazioni. 5. Proponiamo altresì un piano straordinario per sviluppare e garantire l’accesso alla cultura ed l’educazione continua e l’ innovazione per un invecchiamento attivo ed in buona salute e per un ambiente accogliente e amico delle persone anziane (città, servizi, abitare, ecc. adatto a tutte le generazioni). Con questo breve documento intendiamo sollecitare decisioni non più rinviabili da parte del Governo italiano e della stessa Unione Europea .


FILM DEL MESE: SCUSATE SE ESISTO Ci sono almeno tre modi – e tre toni – per pronunciare la frase che dà il titolo al film. “Scusate se esito!” lo si può dire timidamente, come se si volesse disturbare giusto un po’. Oppure, alzando appena la voce, l’affermazione acquista il significato di una tenue polemica, di una lamentela per non essere stati presi in considerazione. Facendo infine sentire il punto esclamativo che la chiude, la protesta assume le sembianze di una rabbia ragionata, di una ribellione che è indice di idee chiare e desiderio profondo di rivendicare la propria dignità. Anche se la Serena Bruno del film di Riccardo Milani opta per la prima e seconda soluzione e mantiene a lungo inalterata la sua mitezza, quando Paola Cortellesi si è messa al lavoro sulla sua prima sceneggiatura, di certo pensava alla terza modalità di espressione, perché dietro la spontanea allegria del film e le esilaranti gag da commedia degli equivoci che la rendono scoppiettante, dietro Raoul Bova che si diverte a giocare con la sua immagine di superbello, c’è la vita vera dell’attrice, che quando ha cercato di percorrere la strada della scrittura, o semplicemente quando è entrata nel magico mondo dello showbitz, si è sentita trasparente di fronte a interlocutori maschi e ha subito quella discriminazione di cui ancora sono vittime le donne dal primo momento in cui si affacciano al mondo del lavoro. Senso d’inadeguatezza, orgoglio calpestato e indifferenza Scusate se esisto! le filtra spesso attraverso la goffa comicità della protagonista, che inciampa, fa brutte figure e si esprime in un pittoresco accento umbro. Altrove, però, in particolare con l’entrata in scena di Lunetta Sa-

vino – che interpreta una donna totalmente asservita al suo capo – ecco che arriva improvvisa l’amarezza, insieme a un piccolo groppo in gola che non passa subito, anzi dura per un po’, collegandosi idealmente al disagio appena percettibile che sprigiona dalle altre situazioni “difficili” che il film affronta. Da artista sensibile che considera l’esplorazione del nostro tempo e del nostro mondo un dovere morale, Riccardo Milani sta bene attento a non scivolare mai nella farsa, perfino quando Marco Bocci fa le mossette o una vecchia zia di Serena comincia a esprimersi in un idioma incomprensibile. Al contrario obbedisce all’imperativo categorico di scavare nell’io delle persone che sono bloccate, che nascondono un sentimento o un modo di essere o che, peggio ancora, annaspano per adeguarsi all’immagine di sé che gli altri percepiscono. Forte della verve della sua signora, il regista si permette di andare ancora oltre, dando una stoccata all’italica assenza di meritocrazia e ai pregiudizi di cui sono vittime gli omosessuali. Milani però non ce l’ha con il nostro paese, non è disfattista. Il suo invito è al singolo individuo, affinché prenda coraggio e impari a dire no. In Scusate se esisto! Paola Cortellesi ritrova Raoul Bova a quattro anni di distanza da Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno. La coppia funziona di nuovo, forse funziona meglio, e Bova supera brillantemente la prova dell’ “interpreto un gay anche se non lo sono”. E poi si diverte, oh come si diverte a scendere lentamente le scale mentre una voce (che poi è quella della Cortellesi) canta “I’m feeling good”. Anche noi ci siamo divertiti guardando il film. E commossi. E crediamo che questa volta valga veramente la pena di andare al cinema.

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ziali a causa dei tagli alla spesa sanitaria. Anche i tagli ai servizi hanno aggravato la situazione delle persone a rischio povertà “prive di risorse per compensare tali riduzioni di spesa”.

TERZO RAPPORTO CARITAS L’ITALIA A RISCHIO POVERTA’ di Gabriella Rasetti Il Rapporto descrive un Paese in cui le famiglie stanno scivolando sempre più nella povertà, dove non c’è più coesione sociale e la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica è sempre più evidente.

La povertà e le disuguaglianze sono state aggravate negli ultimi anni non solo dalla crisi economica, ma anche dalle politiche di austerity messe in atto da numerosi Paesi dell’Unione. Il documento analizza e confronta la situazione dei sette Paesi più deboli dell’Unione europea, quelli che hanno subito maggiormente l’impatto della crisi economica, divenuta poi crisi sociale: Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro. La situazione più grave è senz’altro quella della Grecia. L’Italia si posiziona su valori intermedi: “una persona su quattro è a rischio povertà”. Le persone più colpite sono quelle con bassi livelli di istruzione e i giovani. All’Italia il triste primato dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano. I tagli hanno avuto pesanti ripercussioni soprattutto nel mondo del lavoro, facendo aumentare la disoccupazione e la precarizzazione. Sempre più elevato il numero di persone che vive in famiglie totalmente prive di lavoro. Molti i cittadini che rinunciano alle cure mediche essen-

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Dal momento che la politica di austerità non funziona, “occorre ripensare la governance e sollecitare politiche alternative”. I leader europei devono riconoscere che l’attuale approccio sta fallendo e che urge una strategia per realizzare nuovi modelli sociali. In Italia dal 2010 ad oggi le Caritas diocesane hanno raddoppiato le iniziative contro la crisi: empori della solidarietà che distribuiscono cibo gratuitamente, sportelli di consulenza al lavoro, un fondo straordinario anticrisi, microcredito, contributi per l’acquisto di beni di prima necessità. Il Rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte ai governi nazionali ed alle autorità europee per evitare che le fasce più deboli finiscano “nel baratro della povertà assoluta”. Tra le raccomandazioni all’Europa: una maggiore trasparenza nel definire politiche anti-crisi; l’introduzione di un reddito minimo garantito; politiche che favoriscano l’inclusione nel mondo del lavoro soprattutto per i giovani. Ai governi nazionali: priorità agli investimenti nelle aree più svantaggiate dove la disoccupazione è più alta; una tassazione più equa; lotta all’evasione fiscale; il monitoraggio e la verifica di ogni misura legislativa per non aggravare le criticità esistenti. Un impegno a lungo termine per una società più inclusiva ed un’economia veramente sostenibile.


TESSERAMENTO ANCeSCAO LAZIO

Strumento indispensabile per la frequentazione è la tessera ANCeSCAO (Associazione nazionale centri sociali anziani e comitati orti). La tessera è annuale (anno solare). Importante ricordare anche che la tessera ha una copertura assicurativa che ha valore immediato al momento dell’iscrizione o del rinnovo annuale. A tale scopo ed anche per motivi organizzativi il rinnovo delle tessere inizia nel mese di Dicembre dell’anno precedente Tutti i Centri sociali sono soci dell’Associazione di conseguenza la tessera ha valore in tutto il territorio nazionale e da diritto a partecipare a tutte le iniziative promosse dai Centri.

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