prevede un ruolo attivo dei genitori. Inoltre, agli stessi viene fornito un programma rieducativo con la richiesta di una ulteriore visita dopo un anno. All’età di 5 anni, Gianni viene ricoverato al reparto di Neuropsichiatria Infantile presso il Prof. Michele Zappella. Nella sua anamnesi, si evidenzia che:“il bambino ha detto la sua prima parola (acqua) a 24 mesi, a 3 anni i genitori si preoccupano per un ritardo del linguaggio e fanno fare una visita al bambino, in seguito ad accertamenti, svolti anche nella direzione della sindrome di Sotos”, che però dà esito negativo e viene dimesso con la seguente diagnosi:“Ritardo mentale specifico grave.” Le indicazioni terapeutiche sono: “inserimento all’asilo e psicomotricità.” Per questo vengono organizzate delle sedute di psicomotricità con il bambino una volta a settimana e degli incontri con i genitori una volta al mese ma senza particolari indicazioni. Durante gli incontri il bambino sta prevalentemente per conto proprio; agita gli oggetti che si trova in mano (bacchette di legno o posate); il suo linguaggio è limitato a singole parole e solo se gli viene chiesto di nominare un oggetto; ha crisi di opposizione non forti e non presenta comportamenti di autolesionismo; enuresi notturne stagionale (in inverno), mentre durante il giorno viene accompagnato in bagno. I genitori mi riferiscono che da quando sono in terapia ci sono stati dei miglioramenti legati soprattutto alla maggiore attenzione e disponibilità al rapporto da parte del bambino, che si dimostra più affettuoso e inoltre riesce a ripetere per intero delle canzonette. Inoltre, Anna e Giovanni ricevono delle indicazioni dal Prof. Zappella: rapporto frontale con il bambino mezz’ora al giorno e mezz’ora di attività di gioco guidata (gioco con la palla, con la macchinina etc). Nel rapporto frontale si raccomandano stimolazioni tattili e richieste di collaborazione (toccare il naso, gli occhi, i capelli, baby talk). Stimolarlo inoltre con parole e suoni: quando il bambino non collabora e fa resistenza, guidarlo in un’attività motoria piacevole e poi riprendere l’attività sospesa. La prima visita ha evidenziato che il bambino ha corporatura e viso regolari, non presenta stereotipie, borbotta qualche parola in situazione adeguata (ad es. in braccio al padre); se ne sta tranquillo per conto suo, guarda intorno e alle persone in modo fuggevole; va incontro alla madre di sua spontanea volontà, si siede sulle sue ginocchia, l’abbraccia e si lascia abbracciare. Nella “stanza n°7”, seduto al tavolo con i genitori, edifica con attenzione una torre di 11 cubi (il max che può raggiungere in altezza), poi cautamente la butta giù, toglie e rimette a posto le figure geometriche. 71