Il cane da ricerca di persone disperse

Page 1

I CANI DELLA SOLIDARIETAʼ di Pietro Piccinini - info@ilmiolabrador.it

La ricerca di persone scomparse, sepolte dalla neve o dalle macerie viene svolte dalle Unità Cinofile dei vari Corpi appartenenti alla Protezione Civile (Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, ecc...). Questi nuclei sono inscindibili e operano all'interno di un'organizzazione strutturata su delle modalità specifiche di intervento. Il conduttore affianca il cane in ogni momento e quando riconosce in lui la segnalazione del disperso/sepolto interviene per il recupero ed il soccorso. Durante questa attività il cane riveste il ruolo indiscusso di protagonista, mettendo a disposizione dell’uomo - ancora una volta - le sue incredibili capacità. Naso di cane L’eccellente olfatto è sicuramente la prima delle qualità che l’immaginario collettivo attribuisce al cane: forte di oltre 200 milioni di cellule olfattive (contro 5 milioni nell’uomo), egli è infatti in grado di cogliere la presenza di piccolissime quantità di molecole odorose, con una sensibilità almeno mille volte maggiore della nostra. Stephen Budiansky nella sua opera “L’indole del cane” lo descrive così: “... i cani invece vivono in una realtà percettiva dove le cose possono essere capite e ricordate anche attraverso l’olfatto, non solo grazie alla vista; dove le mappe mentali si tracciano su strade e topografie odorose; dove ciò che non si può vedere è vivo e interessante, mentre il visibile è povero e spento...”. Alla luce di quanto sopra riportato è dunque facile intuire di quanto sia relativamente semplice, per un cane, seguire la traccia odorosa lasciata dal passaggio di una persona o percepirne il ‘cono odoroso’ da lei emanata nella zona circostante. La parte difficile consiste invece nel fargli seguire, trovare e segnalare (solitamente con l’abbaio) quella determinata fonte odorosa (del disperso) in mezzo a tante altre che potrebbero anche essere molto più interessanti per lui. Per il raggiungimento di questo difficile obbiettivo molteplici sono i fattori che possono influenzare il risultato finale: le metodiche di addestramento e le qualità genetiche del cane offrono senz’altro interessanti spunti di riflessione. Il condizionamento operante e lo shaping Secondo Burrhus Frederic Skinner (famoso psicologo e studioso del comportamentismo) ogni forma di apprendimento è legata alla sua relazione con le contingenze di rinforzo, cioè al numero di volte in cui, ad un determinato comportamento, ha fatto seguito una ricompensa. Questo schema comportamentale, definito del condizionamento operante, è alla base dell’apprendimento di ogni essere vivente. Se opportunamente adattato alle specifiche necessità esso permette di addestrare i cani ad esibire singoli comportamenti e ad eseguirli ad un preciso stimolo (comando). Alcuni comportamenti da noi richiesti però potrebbero non far parte della gamma compor-

Copyright © 2008 www.ilmiolabrador.it - All rights reserved.


tamentale del cane (si pensi ad esempio al cane che al comando ‘cerca’ deve rintracciare una pista odorosa, seguirla e al ritrovamento del disperso abbaiare per richiamare sul posto il conduttore). Qualora sia necessario riprodurre tali comportamenti complessi sarà possibile farlo utilizzando una tecnica di addestramento detta shaping o per approssimazioni successive. Questa tecnica consiste nel rinforzare (premiare) il cane quando compie quei comportamenti che si avvicinano, anche di poco, al comportamento desiderato. Successivamente, in un secondo tempo, verrà premiato il comportamento sempre più vicino a quello finale, ignorando invece l’approssimazione precedente (che andrà quindi in estinzione). Questo fino al raggiungimento del comportamento desiderato (tornando all’esempio di prima il cane verrà dapprima rinforzato nel momento in cui si mette alla ricerca di una traccia odorosa, successivamente al ritrovamento del disperso ed infine solamente al termine della corretta esecuzione di tutta la catena comportamentale, cioè alla segnalazione del ritrovamento con l’abbaio). Questa metodologia lascia al cane la massima libertà di azione che, a lungo termine, garantisce risultati più affidabili (il cane lavora libero da stress e/o paure) e massimizza, nel contempo, il rapporto di reciproca fiducia nel binomio cane-conduttore e quindi dell’Unità Cinofila. Rinforzo positivo quindi, gioco, cibo, attenzioni e quant’altro possa gratificare il cane rappresentano la chiave per il successo in una attività tanto difficile quanto utile e delicata. I metodi coercitivi o comunque basati sulle punizioni sono, oltre che moralmente inaccettabili e alquanto discutibili, da evitare in quanto inefficaci e sicuramente controproducenti. Quale razza? Quale potrebbero essere dunque le razze che meglio si prestano a questo tipo di addestramento e lavoro? In prima battuta si potrebbe rispondere tutte poichè più o meno tutti i cani (meticci compresi) hanno sopraffini qualità olfattive ed essendo il paradigma di apprendimento analizzato da Skinner, come già detto in precedenza, valido per tutte le specie viventi. Ad onor del vero però così non è: al cane da ricerca sarà richiesto un buon livello di obbedienza, capacità fisiche tali da poter superare ostacoli e coprire lunghe distanze in ambienti spesso difficili, dovrà avere un temperamento vivace e mai timoroso in modo poter affrontare (in maniera positiva) contesti e situazioni via via sempre diverse ed infine non dovrà assolutamente mai dimostrarsi aggressivo, né con le persone né con gli altri cani dovendo egli lavorare a contatto con entrambe le specie. L’esame operativo previsto dall’ENCI per il conseguimento dell’abilitazione dell’Unità Cinofila alla ricerca di persone (siano esse disperse, sepolte sotto macerie oppure neve) rappresenta il punto di partenza. Citando solo alcune tra le razze più popolari si ricordano: il Pastore Tedesco (considerato dai più il cane duttile per eccellenza), il Dobermann, il Rottweiler ed il Labrador Retriever. Quest’ultimo, seCopyright © 2008 www.ilmiolabrador.it - All rights reserved.


lezionato negli anni per il ritrovamento ed il riporto della selvaggina abbattuta, si è guadagnato la stima di molti esperti del settore che lo preferiscono nelle varie attività di ricerca (esplosivi, droga, persone disperse, ecc...). La sua indole particolarmente gioiosa e giocosa e la sua ‘avidità nella cerca’ gli permettono infatti di portare avanti la ricerca per ore senza mai demordere. Ma l’Unità Cinofila del soccorso non è semplicemente una entità formata da un conduttore ed un cane addestrato a svolgere un determinato lavoro. Essa è qualcosa che va ben oltre: è soprattutto l’immagine e l’essenza del forte legame che conduttore e cane hanno saputo costruire attraverso la condivisione di tante esperienze, vissute fianco a fianco, giorno dopo giorno e che ora sono pronti a mettere al servizio dl prossimo. Riferimenti & Bibliografia Stephen Budiasky “Lʼindole del cane” Raffaello Cortina editore Fogle Bruce “La mente del cane” Geo Edizioni Stanley Coren “Lʼintelligenza dei cani” Mondadori

Copyright © 2008 www.ilmiolabrador.it - All rights reserved.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.