Il branco-famiglia

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IL BRANCO-FAMIGLIA di Pietro Piccinini - info@ilmiolabrador.it

Il cane è un mammifero sociale che, al pari dell’uomo, per poter sopravvivere ha la necessità di far parte di un gruppo organizzato (branco). La struttura di tale organizzazione è di tipo gerarchico ed è quindi fondata su un ordinamento sociale ben definito anche se in continua evoluzione. I rituali di comunicazione tra i vari membri rendono possibile la vita del branco stesso regolando le posizioni gerarchiche e riducendo al minimo il pericolo di combattimenti. Nel corso del proprio percorso evolutivo l’uomo ha sviluppato grandi capacità di comunicazione attraverso il linguaggio mentre il cane ha conservato il linguaggio non verbale del corpo (oltre a quello olfattivo). Questa profonda diversità, che è alla base del rapporto uomo-cane, è spesso causa di malintesi nella comunicazione reciproca, malintesi che possono portare a problemi talvolta molto gravi (aggressioni). Il branco canino (selvatico) è solitamente costituito da uno o più maschi, alcune femmine e dei membri giovani. A capo di questo gruppo vi è il soggetto detto “alfa” (per la maggior parte delle volte si tratta di un esemplare maschio) il quale può ottenere determinati privilegi che costituiscono quindi le prerogative del dominante. Le più importanti sono: • prerogative alimentari (avere la precedenza sul cibo rispetto agli altri membri del branco); • controllo dello spazio (avere la libertà di scegliere i posti, solitamente quelli più elevati rispetto a resto del branco, in cui dormire e/o sostare e regolarne altresì l’accesso ai subordinati); • iniziativa di contatto (decidere se e quando concedere il contatto con gli altri membri del branco); • espressione sessuale (libertà di scelta del partner e di espressione sessuale, che può manifestarsi anche con “cavalcamenti” dei subordinati, maschi e femmine, come manifestazione di dominanza). Il branco-famiglia è invece un gruppo eterogeneo, formato da soggetti umani e canini all’interno del quale ognuno riveste un ruolo preciso (occupa una specifica posizione gerarchica) e ha interazioni sociali. Per la sua stessa stabilità e sicurezza questo gruppo deve necessariamente condividere seCopyright © 2008 www.ilmiolabrador.it - All rights reserved.


gnali e codici di comunicazione, i quali permettono una coabitazione armoniosa e priva di rischi. A tal fine è opportuno che, non potendo il cane arrivare ad interpretare correttamente tutte le sottigliezze della comunicazione umana, siano gli esseri umani a prestare attenzione alla coerenza del proprio comportamento gestuale e alla proiezione delle azioni nel contesto del mondo canino. La natura interspecifica del branco-famiglia, all’interno del quale il cane domestico cresce e vive, rende la comunicazione più difficile e più complicato lo stabilirsi di una gerarchia rassicurante. L’animale infatti, in genere, non vive in un branco vero e proprio ma non è nemmeno a tutti gli effetti un membro della famiglia. Proprio a causa di questa atipicità, in un branco-famiglia è praticamente impossibile trovare un cane dominante nel senso stretto del termine. In realtà l’animale potrà considerarsi tale, e godere di parte delle prerogative tipiche del capo-branco, ma sarà costretto comunque sia a subire anche un certo numero di frustrazioni dovute al fatto che ci saranno decisioni sulle quali non potrà intervenire (allontanamento del padrone, scelta del partner sessuale, ecc…). Questa situazione gerarchica ambigua, che è anche all’origine dei problemi della gerarchia stessa, può portare il cane a vivere uno stato d’ansia e di stress tale da portarlo a reagire manifestando tutti quei comportamenti indesiderati quali la distruzione di oggetti, la possessività nei confronti di persone, di cose ed infine l’aggressione. Quale strategia comportamentale adottare quindi per non incorrere in questo genere di problemi? Sostanzialmente il padrone, ma anche tutti gli altri membri del branco-famiglia, dovrebbero appropriarsi dell’intero bagaglio di comportamenti tipici del dominante come ad esempio: • non lasciare il cibo a disposizione del cane ma somministrarlo per un periodo limitato (10/20 minuti) dopo che tutti i membri del branco-famiglia hanno già consumato il proprio pasto (naturalmente qualora questo venga fatto in presenza del cane); • non lasciare al cane la scelta degli spazi dove dormire e/o sostare (in particolar modo le posizioni sopraelevate quali divano e letto per esempio); • non cedere alle richieste di attenzione (carezze, coccole, ecc…) ma dispensarle a propria discrezione, ancora meglio se utilizzate come premio a rinforzo di un comportamento gradito (un comando ben eseguito); • non lasciare al cane la possibilità di prendere iniziative, le quali devono essere sempre prerogativa del padrone; • mantenere un comportamento sempre coerente (da parte di ognuno dei membri del branco-famiglia); • non cercare di conquistare e/o mantenere la posizione di dominante con l’uso della forza o dispensando dure punizioni; queste verrebbero, per la maggior parte delle volte, male interpretate dal cane e ciò contribuirebbe a creare in lui ulteriore confusione circa il suo ruolo all’interno del branco-famiglia.

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Si potrebbe, in ultima analisi, erroneamente pensare che un cane sottomesso sia un cane fifone oppure un cane al quale quotidianamente venga repressa la propria personalità al fine di ottenere da lui totale obbedienza: non è assolutamente così. Al contrario, la consapevolezza di occupare una precisa posizione gerarchica all’interno del branco-famiglia gli permetterà di affrontare in tutta serenità quelle situazioni tipiche della vita sociale del branco (obbedienza, accesso al cibo, gioco, interazione sociale, ecc…).

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