B2eyes magazine 03-2013

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CRIZAL UV, LE LEnTI CHIARE COn IL PIù ALTO fATTORE dI PROTEZIOnE* dAI RAGGI UVA E UVB

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*E-SPf è un nuovo indice sviluppato da Essilor e certificato da un Ente indipendente che definisce la protezione globale UV di una lente. E-SPf=25 per lenti chiare con Crizal forte UV o Optifog con Crizal UV, eccetto Orma E-SPf=10. 50+ per tutte le lenti solari con Crizal Sun UV o Optifog Sun con Crizal UV, eccetto Orma E-SPf=25. Prestazioni delle sole lenti: E-SPf esclude l’esposizione diretta dell’occhio che dipenda da fattori esterni (morfologia del soggetto, forma della montatura, posizione di indosso...). Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor International. Photo: © Elie Bernager/Onoky/Corbis. MC O CZUV REV.0 03-2013

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PROTEGGI I TUOI OCCHI COME PROTEGGI LA TUA PELLE

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Marzo 2013 numero 3 www.b2eyes.com In copertina Essilor

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25 CRIZAL UV, LE LEnTI CHIARE COn IL PIù ALTO fATTORE dI PROTEZIOnE* dAI RAGGI UVA E UVB

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*E-SPf è un nuovo indice sviluppato da Essilor e certificato da un Ente indipendente che definisce la protezione globale UV di una lente. E-SPf=25 per lenti chiare con Crizal forte UV o Optifog con Crizal UV, eccetto Orma E-SPf=10. 50+ per tutte le lenti solari con Crizal Sun UV o Optifog Sun con Crizal UV, eccetto Orma E-SPf=25. Prestazioni delle sole lenti: E-SPf esclude l’esposizione diretta dell’occhio che dipenda da fattori esterni (morfologia del soggetto, forma della montatura, posizione di indosso...). Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor International. Photo: © Elie Bernager/Onoky/Corbis. MC O CZUV REV.0 03-2013

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Editore B2VISION SRL UNIPERSONALE Via Ripamonti, 44 - 20141 Milano Tel. 02 3668601 - Fax 02 3668600 info@b2vision.com Amministratore Delegato Luciano Cristiano l.cristiano@b2vision.com Cell. 334 6970786 Direttore Responsabile Angelo Magri a.magri@b2vision.com Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Nicoletta Tobia n.tobia@b2vision.com Pubblicità e Media Planning Raffaele De Lucia r.delucia@b2vision.com Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

B2TRADE Editoriale Cuore del Sud 3 Il punto A ognuno il suo 5 Strategie e mercato Un Mido di transizione? 6 Nell’era della crisi le vendite si cercano anche fuori perimetro 8 Attualità VisionOttica: al via la Campagna Guida 2013 12 Fare e vendere gli occhiali con… idee, etica e cuore 15 L’occhiale protagonista del design (e viceversa) 18 Procacciante: un investimento a sostegno dell’imprenditoria ottica italiana 20 Europa: con oltre 15 miliardi di euro, il mercato è stabile 22 Amarcord Quando gli occhiali sono una bandiera di identificazione 26 B2STYLE Moda Forme in libertà 32 B2EXPERT Consulente Il “nuovo” redditometro non ha valenza retroattiva 36 Meditazioni Dalla dissonanza all’armonia 38 Formazione Congresso interdisciplinare “Le età del vedere”: focus sui bambini 42 Lab I filtri medicali 44 B2TECH Lenti oftalmiche Crizal UV: come sviluppare una nuova categoria di prodotto 50 Zeiss Innovation Tour, tutto il fascino dell’origine 54 Il Sistema Better Vision: tecnologia e coinvolgimento dietro l’occhiale perfetto 56 Hoya: la luce blu sotto gli occhi… degli ottici 59

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

stiano diventando sempre più importanti gli aspetti imprenditoriali:

marketing, comunicazione, acquisti e offerte commerciali.

Per questo ho scelto di fare parte di una grande insegna glocal, per

poter accedere a servizi di alto livello

senza fare il passo più lungo

e senza correre il rischio

di essere assorbito da una

catena, sapendo di restare

fedele a me stesso

e nello stesso tempo

diventare più

GRANDE. www.visionottica.it • info@visionottica.it


EDITORIALE

CUORE DEL SUD

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er quelli della mia generazione, per più di una generazione, Pietro Mennea era qualcuno, anzi “qualcosa”, che andava oltre l’atleta e i suoi risultati: la rivincita dell’impegno e della determinazione sulle doti naturali, la capacità di arrivare primi anche quando, all’ultima curva, il traguardo sembra così lontano e gli avversari insuperabili… Ma Mennea è stato anche altro: l’affermazione di un uomo del Sud, che da una famiglia semplice, da una cittadina di provincia, dalle piste rabberciate dei primi allenamenti è riuscito a diventare un simbolo di valori e gloria per il nostro paese in tutto il mondo. Oggi il Sud, pur con tutte le sue irrisolte contraddizioni, sta palesando nuova vitalità in diversi campi. Nella politica, innanzitutto, come dimostra l’esperienza di governo della Regione Sicilia sotto la presidenza di Rosario Crocetta: lì si stanno concretizzando i primi significativi risultati della collaborazione tra la nuova giunta e il Movimento 5 Stelle, di cui l’abolizione delle Province è solo la punta dell’iceberg. Anche nell’ottica il Sud sta mostrando una ritrovata vitalità. Cresce la domanda di formazione,

storicamente lacunosa per via della mancanza di strutture pubbliche e private all’altezza, che da decenni costringe i professionisti meridionali a oltrepassare addirittura l’Arno e anche più su, per trovare risposte alla loro “fame” formativa. Migliora l’offerta commerciale dei centri ottici, con insegne o formule innovative “esportate” in Puglia o in Sicilia, ma anche con una certa movimentazione nel panorama della distribuzione organizzata. Poi, tra un mese, verrà replicato un evento che ha debuttato nel settembre 2012 e che ha subito attirato l’attenzione di gran parte degli operatori e delle istituzioni del settore: il 12 e 13 maggio, presso l’Anteprima Concept Store, un bellissimo spazio dedicato allo shopping di alto livello, si terrà, infatti, la seconda edizione di Design Your. Che quest’anno vuole lanciare un messaggio impegnativo e rivoluzionario: idee, etica e cuore. Lo stesso cuore del Sud che in tante occasioni ha guidato alla conquista di traguardi insperati. Proprio come Angelo Magri sapeva fare solo Mennea.

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IL PUNTO

A OGNUNO IL SUO

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n lettore mi ha scritto invitandomi a un confronto sul tema dell’ottico optometrista e sul valore del relativo titolo di laurea, dopo aver letto un mio commento in materia su questa rubrica. Nonostante le pressioni della redazione affinché io accettassi il confronto e rispondessi, non l’ho fatto per una serie di motivi che espongo per portare il mio ultimo contributo alla querelle dell’ottico/optometrista che non ha più ragione di essere dibattuta. Il mestiere che faccio su B2Eyes (e da molti più anni su altre testate professionali presenti in ambiti editoriali ed economici diversi), scrivendo questa rubrica, viene definito dell’“opinionista” e consiste nel rilasciare opinioni – dietro compenso - da sottoporre al gradimento dei lettori e, di conseguenza, dell’editore. Cosa diversa dalla mitica rubrica “Donna Letizia” di posta dei lettori. Sovente gli opinionisti non sono giornalisti professionisti, perché ciò che abilita a dichiararsi tali è la storia professionale e il bagaglio culturale specifico e generico che debbono possedere. Ebbene, nell’oltre mezzo secolo in cui sono attivo nel mondo del lavoro e dell’editoria, ho svolto mansioni manageriali ad alto livello, ho fatto insegnamento e formazione post-universitaria con molte istituzioni del settore ad alta qualificazione; inoltre, come titolare del mio studio ho collaborato con alcuni dei più importanti gruppi europei di distribuzione e molti gruppi e aziende dell‘ottica italiana e francese, per cui credo di poter dire di essere abilitato a fare l’opinionista. Ciò premesso, esistono almeno due ulteriori motivi del mio non rispondere. Prima di parlare di professioni nell’ottica ho compiuto analisi tecniche delle mansioni, ho studiato la legislazione in materia in Italia, Francia e Regno Unito, mi sono confrontato con gli insegnanti universitari di quei paesi e in Italia e infine, ma non da ultimo, ho dato vita a un’iniziativa che ha anticipato nei contenuti la riforma delle professioni. Mi è parso, quindi, che non esistesse una simmetria informativa (per restare nel tema) fra me e il lettore che giustificasse un confronto. Inoltre il gradiente di rischio che io avrei corso – in termini di immagine ed economico - qualora il confronto si fosse concluso a mio danno e quello che avrebbe corso il lettore, è molto alto e totalmente a mio sfavore. Vale, come sempre, la regola per cui non è bene accettare confronti fra chi può perderci qualcosa e chi non rischia nulla. Infine, ma non da ultimo, l’approvazione della riforma delle professioni e le sue ricadute - positive per quella dell’ottico e problematiche per quelle dell’optometrista confermano quanto sostengo da anni e mi risparmiano di rispondere anche a chi ha commentato in modo sgradeDanilo Fatelli vole i miei scritti recenti sul tema delle professioni.

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STRATEGIE E MERCATO

Qui e nella pagina a fianco, alcuni momenti dell’edizione 2013 di Mido, svoltasi a Fieramilano Rho dal 2 al 4 marzo

UN MIDO DI TRANSIZIONE?

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L’edizione 2013 si è celebrata nel pieno di una crisi che, all’interno dei padiglioni ospitanti la fiera, era poco percepibile

n alternativa al rituale avvio di conversazione con domande e considerazioni sul tempo, la domanda prevalente degli incontri casuali con gli ottici che avvenivano durante il Mido è stata “non ti pare che quest’anno ci sia meno gente dello scorso anno?” Per la verità questa domanda è ricorsa in tutte le edizioni della fiera milanese alle quali ho partecipato (almeno 13 o14), ragion per cui avrebbe dovuto chiudere i battenti da un pezzo. Forse, questo

di Danilo Fatelli

atteggiamento nichilista deriva dallo scollamento evidente fra le vicende della distribuzione ottica nazionale che sono in difficoltà e quelle dei grandi gruppi multinazionali della occhialeria che hanno i propri headquarters in Italia; e che, grazie al dinamismo delle imprese leader, pescano risultati di vendita dai paesi in via di sviluppo, come fanno tutti i settori e le imprese che non hanno risentito di una crisi che è europea, ma soprattutto mediterranea. Va sottolineato come in paesi come la

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Francia e l’Inghilterra le vendite della rete al dettaglio seguitino a crescere e di conseguenza cresce verso di loro anche il nostro export. Nel panorama della distribuzione ottica europea meritano un cenno le vendite dell’ottica francese, ormai arrivate al raddoppio di quelle italiane, pur disponendo di un numero simile di centri ottici e di abitanti. La differenza di dimensione e di tendenza fra le vendite dei prodotti ottici nei due paesi è così grande che non può essere attribuita al contributo del servizio sanitario

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STRATEGIE E MERCATO francese, di cui si parla in altra parte di questo numero di B2Eyes, ma alla struttura della distribuzione francese che dispone di strumenti distributivi più efficaci. Il mondo della distribuzione ottica, apparentemente indifferente a quanto accade al suo interno, si dedica all’osservazione critica dell’occhialeria nazionale, ai tecnicismi delle lenti progressive e, nonostante tutto, al tormentone della professione e non registra il buon esito di questa edizione del Mido che, oltre al clima di crisi, deve fronteggiare anche un fenomeno interno al suo stesso sistema industriale. Una sorta di cupio dissolvi sembrerebbe aver colpito, infatti, il contesto industriale che opera in Italia a vario titolo e modo: cioè sembra non aver percepito che un mondo così poco articolato come l’ottica, che propone al pubblico, sostanzialmente, solo

quattro merceologie, non ha nessun interesse a mancare l’occasione di offrire un panorama completo della propria produzione a una popolazione di visitatori sempre più internazionale, attratta essenzialmente dal core business della fiera sull’occhialeria made in Italy. Si sono, infatti, moltiplicate le assenze di settori come quello della contattologia, che da sola non è in grado di sostenere una decente presentazione nazionale, ma anche quella di aziende comunque collegate con il mondo Anfao, patron del Mido. Se il Mido cessasse di esercitare un’attrazione internazionale, chi andrebbe a frequentare le iniziative fuori salone? È così sicuro che con queste si contattano più ottici che durante una presenza in fiera? Per il resto le cifre e i suoi contenuti sono oggetto di molti interventi della stampa e dei siti, per cui ci rispar-

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miamo di ripeterli, ma due notazioni debbono essere comunque fatte. La prima riguarda le manifestazioni fuori salone che coinvolgono la città di Milano e i suoi eventi. È una modalità che credo sia stata inventata dalla moda, ma che il Salone del Mobile ha saputo trasformare in una moltiplicazione virtuosa della sua presenza ed è fra i motivi del suo straordinario successo. Ben venga il Fuori Salone anche per il Mido, tenendo conto però dei limiti rappresentati dalla diversa natura dei prodotti, dei due contesti e dalla numerosità delle partecipazioni. L’altra notazione riguarda il Frecciarossa che ha portato al Mido circa 600 ottici da Roma e dalle altre città dove il treno ferma: si tratta di una novità interessante che potrebbe far riflettere sulla data della fiera, sulla sua durata e, anche, sulla possibilità di replica di edizioni speciali.

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NELL’ERA DELLA CRISI LE VENDITE SI CERCANO ANCHE FUORI PERIMETRO Tutti i canali distributivi puntano ad ampliare il proprio orizzonte merceologico alla conquista di nuove opportunità di vendita

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a rivoluzione distributiva, partita nei primi anni ‘60 nel nostro paese con qualche ritardo, creò due schieramenti: quello dei negozi preesistenti, definiti poi tradizionali, e quello della distribuzione moderna, costituito inizialmente dai soli supermercati. Su cosa si basava la contrapposizione fra i due schieramenti? Sostanzialmente su due elementi: la grandezza dei punti di vendita e delle organizzazioni alle quali appartenevano, da cui la definizione “Grande Distribuzione” o “Distribuzione Organizzata”, o, in opposizione, la dimensione medio-piccola dei punti di vendita e la dimensione prevalentemente individuale delle imprese che gestivano il canale tradizionale. A un commercio fatto di negozi con un’offerta limitata alla propria specializzazione, si proponeva, in alternativa, il supermercato o “grande despecializzato”, che vendeva molte merceologie, oltre a tutte quelle alimentari. Il passaggio fra vecchio e nuovo avvenne attraverso battaglie politiche e contrapposizioni durate un trentennio, che si conclusero con l’abolizione delle licenze di commercio e la progressiva liberalizzazione del commercio al dettaglio fino al tutti aperti sempre e tutti vendono tutto di oggi.

di Ario Terzi

La conflittualità - dovuta a ragioni elettorali in cui si giocavano i voti del mondo che ruotava intorno a un milione di negozi - su un tema di sviluppo essenziale per il paese, costò un differenziale di due o tre punti d’inflazione rispetto agli altri paesi evoluti d’Europa, nonché l’assenza delle nostre insegne dal mercato europeo e, viceversa, la presenza massiccia di quelle straniere in Italia. La trasformazione del sistema distributivo, che aveva preso l’avvio dal settore alimentare e si propagò a tutti i settori, al supermercato aggiunse il suo fratello più grande, l’ipermer-

Il cross canal e l’ottica Tutti i canali distributivi si sono lanciati in questa strategia che va dagli eccessi merceologici compiuti

Un esempio di cross canal in una farmacia inglese

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cato, mentre anche il tradizionale si ammodernava e nascevano le grandi superfici specializzate. Si è arrivati fino ai category killer, con le Ikea e gli altri specialisti di mondi di consumo che propongono offerte che coprono un numero sempre maggiore di merceologie e di servizi al consumatore, in attuazione di una strategia che va di moda definire “cross canal”.

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Fonte (qui e in basso): Elaborazione Consulter su dati ECR indicod

dalle farmacie (tranne i freschi cosa non vendono? Ma all’estero è anche peggio) alle edicole, ai panifici che hanno aggiunto la caffetteria, fino alle medie e grandi superfici dei giocattoli che vendono anche le uova di Pasqua e gli snack. La crisi, rimpiccolendo il borsellino dei consumatori, ha spinto ancora di più sulla dimensione e modernizzazione degli specialisti e sulla loro multicanalità nel tentativo di non rinunciare a nessuna opportunità di vendere. Uno dei fenomeni di maggior successo mediatico degli ultimi anni è Eataly, che assomma un grande negozio alimentare specializzato al ristorante, ma tutti spingono per integrare la propria specializzazione con altri prodotti. Tutto questo come si è riflesso nella distribuzione specializzata ottica? Si potrebbe rispondere: in nessun modo, la rete dei centri ottici negli ultimi dieci/quindici anni è rimasta, per numero e dimensione della superficie, invariata, le organizzazioni e

le aggregazioni sono rimaste, salvo eccezioni, nelle stesse dimensioni e configurazioni organizzative, la composizione dell’offerta ha subito solo una piccola modifica per effetto dei nuovi prodotti di contattologia.

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Tutto quello che la modernizzazione del sistema distributivo ha portato, discount, prodotti a marchio, piani promozionali che coprono tutto l’arco dell’anno, comunicazione del e nel punto di vendita, è restato embrionale e, naturalmente, le integrazioni in chiave cross canal sono relegate alla sola sperimentazione. Il calo dei consumi di prodotti otticooftalmici non è, quindi, stato contrastato né con una azione di contenimento dei prezzi né con piani di promozione e diffusione dell’occhiale o degli altri strumenti di correzione della visione. Così dal 2008 a oggi le vendite hanno seguitato a diminuire in una tendenza oscillante di cui è

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contare sugli incentivi statali come accade in Francia e in Inghilterra. Le vecchie regole del gioco non funzionano più e il rilancio delle vendite è affidato a innovazioni distributive e di prodotto che sembra debbano ancora tardare.

difficile cogliere le motivazioni interne al canale. Il peggioramento del valore medio del mix dei prezzi è proseguito, benché non utilizzato a fini promozionali, anche perché l’Italia è l’unico grande paese d’Europa in cui il consumo di lenti progressive è diminuito e non può

Un reparto cancelleria inserito in un negozio di giocattoli

CHI RIMBORSA LE SPESE PER GLI OCCHIALI E COME In Francia la SECU (Sicurezza sociale, corrispondente al nostro servizio sanitario nazionale) eroga le proprie prestazioni tramite istituti di assicurazione e previdenza sociale che intervengono sui propri assistiti in modi diversi a seconda degli istituti (mutuelles) e delle loro preferenze in termini di cure. Gli occhiali si debbono acquistare o nei negozi di ottica delle mutue (circa 700, coprono il 10% del mercato) o presso gli ottici convenzionati. I rimborsi hanno importi diversi, il loro valore medio sfiora il 10% del prezzo di vendita, ma può arrivare secondo i casi fino a 300 euro per occhiale. In Inghilterra il National Health System (Servizio Sanitario Nazionale) interviene con il pagamento degli esami della vista o con un assegno a rimborso delle spese effettuate per l’acquisto di occhiali o lenti a contatto di cui beneficiano particolari categorie di persone individuate dall’età (minori e anziani), dalla gravità delle patologie dell’occhio, dal disporre di un contributo pensionistico extra e aver superato l’età pensionabile, dall’essere già soggetto assistito dallo

Stato per motivi diversi: il diritto al rimborso viene attestato dall’ottico. I punti di vendita di alcune catene di ottica (Specsavers, Boots, Vision Express, ecc) sono dispensari del National Health System.

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VISIONOTTICA: AL VIA LA CAMPAGNA GUIDA 2013 A sostegno dell’iniziativa, l’insegna ha ideato un articolato piano di comunicazione a 360 gradi, studiato per coinvolgere il consumatore finale, parlandogli in maniera diretta ed emozionale. Anche attraverso Facebook

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a preso il via la Campagna Guida 2013 di VisionOttica, dedicata a tutti coloro che, per svago, per lavoro o semplicemente per necessità, trascorrono parte del loro tempo alla guida di un veicolo.

di Nicoletta Tobia Filo conduttore dell’intera comunicazione è il piacere che si può trarre dalla guida grazie a una visione ottimale e all’utilizzo di soluzioni ottiche appropriate, sintetizzata dal claim “E tu, ti godi la guida?”. Si tratta di una campagna molto importante, veicolata attraverso diversi canali. Si va infatti dal materiale Pop per il punto vendita ad

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azioni di direct marketing con invio di sms, azioni promozionali, realizzazione di gadget a tema, attività social e comunicati stampa. Il tutto per una attività di comunicazione a 360 gradi a totale supporto dei centri VisionOttica, che avranno così a disposizione un’ampia varietà di strumenti con cui generare traffico nel punto vendita, spingere sulle

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Alcuni dei post con cui viene aggiornata la pagina Facebook ufficiale VisionOttica

vendite o favorire il riacquisto. E che potranno contare su una consulenza costante e completa da parte della sede per utilizzarli al meglio. L’aspetto fondamentale è che l’intera comunicazione è studiata per coinvolgere il consumatore finale, parlandogli in maniera diretta ed emozionale con l’obiettivo di sensibilizzarlo sul fatto che esistono

specifiche soluzioni ottiche studiate per il benessere visivo alla guida e stimolarlo quindi a rivolgersi al proprio centro VisionOttica di riferimento per avere maggiori informazioni. Particolarmente originale è il piano editoriale studiato ad hoc per la Pagina Ufficiale VisionOttica su Facebook, mirato a costruire un

La vetrina di un centro ottico affiliato allestita con i materiali di comunicazione relativi alla Campagna Guida 2013

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dialogo costante con i clienti acquisiti e potenziali. La fanpage infatti verrà aggiornata quotidianamente e parlerà agli utenti attraverso link sponsorizzati e argomenti sempre diversi, che collegano il tema del benessere visivo e la guida, senza tralasciare post più "leggeri" particolarmente social. Animata ogni giorno da contenuti sempre nuovi, ideati per creare curiosità e coinvolgimento, proporrà quiz per indovinare le più celebri scene di film girate a bordo di un'automobile, sondaggi per creare la colonna sonora preferita per i viaggi in macchina; suggerimenti per ridurre al minimo il rischio di incidentalità, consigli per avere una visione ottimale mentre si guida e anche interpretazioni giocose dei segnali stradali. Tutti i post potranno essere condivisi dagli affiliati VisionOttica per arricchire le loro singole pagine Facebook di contenuti sempre nuovi, tali da suscitare l’interesse dei loro contatti e portarli a rivolgersi a loro, in quanto esperti del benessere alla guida, per consigli e approfondimenti.

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Due immagini dell’interno di Anteprima Concept Store, lo spazio che anche quest’anno ospiterà Design Your

FARE E VENDERE GLI OCCHIALI CON… IDEE, ETICA E CUORE Lo auspicano, anzi ne sono convinti i tre ottici pugliesi che a maggio daranno vita alla seconda edizione di Design Your ad Altamura

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di Angelo Magri al centro della nuova edizione del progetto ci affascinano, ma non neghiamo che soprattutto il secondo, quello di etica, sta sempre più entrando nella mente, nelle intenzioni e nei propositi di chi, come noi, aspira a una determinata concezione dei prodotti e del lavoro – racconta Bux – Non è un caso, quindi, che per il secondo anno consecutivo sarà Luisa Redaelli ad aiutarci nella comunicazione dell’evento e a tenere il seminario d’introduzione a ottici e imprese: la sua “crociata” per il cosiddetto “made con etica” la sposiamo in pieno».

dee, etica e cuore. Nella campagna dell’edizione 2013 di Design Your troneggiano queste tre parole. Anzi, questi tre concetti, tanto onirici quanto impegnativi. Non se lo nascondono Sabino Bux da Altamura, Michele Cassano da Molfetta e Costantino Gesualdo da Gravina in Puglia: insieme hanno deciso di dare continuità a un evento che poco più di sei mesi fa divise il settore, tra fautori e critici. Ma che, di certo, non lasciò indifferenti. «Tutti e tre i concetti che abbiamo voluto

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Un bel salto di qualità, dunque, rispetto al settembre 2012, quando il leit motiv era la nicchia. «Personalmente il termine nicchia non mi è mai piaciuto, perché presuppone un’idea di chiusura che non mi appartiene – sottolinea Bux - Con Design Your 2013 Cassano, Gesualdo e io vogliamo ribadire l’interesse nei confronti dell’occhiale fatto bene, che oggi, sul mercato italiano, è sinonimo di alternativa: alternativa all’omologazione, alternativa a tutte le montature che non rispettano un equo rapporto tra la qualità espressa e il prezzo proposto e che, purtroppo, sono ancora la maggior parte di quelle presenti nelle vetrine dei negozi di ottica». Per dare lustro ai prodotti “alternativi” i tre ottici pugliesi, oltre ad aver continuato a credere in un’iniziativa come quella di Altamura, sono convinti che si debba avviare una sorta di rivoluzione culturale. O, più semplicemente, pensare a un ritorno. «La prima edizione di Design Your è piaciuta praticamente a tutti coloro che vi hanno partecipato ed è piaciuta a noi, che ci appassioniamo sempre più agli occhiali di design – spiega Bux – L’obiettivo ultimo di un evento come questo è tornare, appunto, a far conoscere e apprezzare, prima all’ottico e poi al consumatore finale, la cultura del produrre occhiali in Italia, quella che ha fatto la fortuna di un distretto di eccellenza come il Cadore». Ma non solo. «Nel nostro paese, un po’ alla volta e sempre più diffusamente anche tra le nuove generazioni, sta venendo a mancare pure la cultura dell’ottico: un’inversione di rotta, quindi, è assolutamente necessaria e il nostro contributo vuole andare proprio in questa direzione», afferma il professionista pugliese.

Da sinistra: Michele Cassano, Luisa Redaelli, Costantino Gesualdo e Sabino Bux, i promotori dell’evento

UN EVENTO ANCORA PIÙ “INDIPENDENTE” Dopo i positivi risultati del debutto “Design Your” si ripresenta il 12 e 13 maggio nella stessa sede. «Da ottici indipendenti ci rivolgiamo a tutti gli ottici indipendenti italiani», dicono gli organizzatori. Se la location, l’Anteprima Concept Store di Altamura, è confermata, perché ritenuta al tempo stessa prestigiosa e funzionale all’evento, saranno molteplici le novità rispetto al settembre scorso. Tra queste, le date. «Allora eravamo troppo vicino a Silmo, mentre maggio rimane uno dei pochi mesi utili per organizzare un evento – spiegano – Inoltre era la vecchia data del Mido, che molti operatori del nostro settore ancora

rimpiangono». A settembre 2012 furono circa 200 gli ottici giunti non solo dalla Puglia, ma da quasi tutte le regioni del centro sud, isole comprese: l’obiettivo era vedere 50 nuove collezioni di montature di design proposte da 20 aziende. «Quest’anno Design Your non avrà il “cappello” di Federottica Bari - ricordano - Non ci prefiggiamo un numero, ma puntiamo a coinvolgere ottici da tutta Italia, migliorando l’organizzazione e la comunicazione della nostra iniziativa, che già conta tra gli espositori una ventina di società internazionali». Inoltre B2Vision con le sue testate, B2Eyes e Glasses & Fashion, sarà media partner dell’evento.

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L’OCCHIALE PROTAGONISTA DEL DESIGN (E VICEVERSA) A Mido è stato presentato il primo volume che dà voce alle menti e alle mani che nel corso dei decenni hanno fatto diventare l’eyewear italiano un punto di forza dell’industria e della distribuzione su scala mondiale

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di Angelo Magri

incredibile che nessuno si sia ancora dedicato a evidenziare i vari aspetti della creatività e delle avanzate tecnologie che fanno dell’occhiale uno degli oggetti più emblematici del made in Italy e, ancor più in generale, di una visione italiana della progettualità per la vista», sottolineano gli autori.

iffondere, con finalità anche didattiche, il grande patrimonio di conoscenze e di saperi maturato e capitalizzato negli occhiali ed evidenziare la dimensione culturale e umana che costituisce l’antefatto essenziale di una realtà industriale e commerciale così significativa: è l’obiettivo del libro “L’occhiale da necessità a virtù”, curato da Benedetta Terenzi, sotto la direzione scientifica di Alessandro Ubertazzi, e pubblicato dalla Fabiano Gruppo Editoriale, che intende accreditare il progetto per l’occhiale nel contesto ufficiale del design italiano. Il volume, infatti, racconta l’occhiale come strumento ottico tra design e moda nell’incontro con i protagonisti, sottolineando il ruolo svolto dai più importanti designer italiani con la loro storica esperienza: il lavoro, presentato all’ultimo Mido, costituisce la conclusione di un’attività di ricerca scientifica svolta presso il Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design dell’Università degli Studi di Firenze. «Nel corredo di oggetti e dispositivi che appartengono al nostro paesaggio materiale, oggi quasi tutto è stato concepito o rivisitato secondo le logiche del design e, cioè, secondo il più aggiornato strumento progettuale conosciuto – spiegano gli autori - Mentre, nel nostro paese, dal tagliacarte all’accendisigaro, dal telefonino alla sedia, tutto risulta essere il frutto dell’incessante opera dei designer, l’occhiale, che pure costituisce uno dei fenomeni più significativi e rappresentativi dell’industria italiana nel mondo, sembra non farne parte in modo esplicito e si trova, così, in una sorta di limbo: in realtà, l’occhiale non è stato fino a ora accreditato nel “paradiso del design”, come tangibile espressione dell’italian style». Mancava, dunque, un testo finalizzato a riferire l’immenso lavoro progettuale che sta alla radice di uno dei più evidenti successi del nostro paese. «Sembra

La copertina del libro "L'occhiale da necessità a virtù"

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PROCACCIANTE: UN INVESTIMENTO PER SUPPORTARE L’IMPRENDITORIA OTTICA ITALIANA Vision Group, leader Italiano nella distribuzione ottica specializzata, ha recentemente incaricato Cross Border, storico advisor indipendente nel middle-market nazionale, per la ricerca di un partner finanziario interessato ad accelerare la crescita del Gruppo

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a nostra missione è modernizzare la filiera del settore, per offrire ai consumatori il meglio della moda e della tecnologia che l’industria mette a disposizione, con centri ottici moderni in grado di garantire alti standard tecnici e professionali – spiega Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group, che, su mandato del Consiglio di amministrazione, intende valutare una possibile accelerazione del piano di sviluppo - È nostra intenzione rafforzare le posizioni di mercato, aumentare l’integrazione della rete e potenziare i servizi del gruppo. In Italia abbiamo ottimi imprenditori e professionisti competenti: vogliamo investire su di loro per attivare un circuito virtuoso di modernizzazione e crescita. A volte i servizi tradizionali non sono sufficienti, è necessario investire risorse finanziarie e noi vogliamo metterci in gioco insieme ai nostri affiliati». Vision Group sta, quindi, valutando l’opportunità di aprire il proprio capitale a un fondo di Private Equity, interessato ad acquisire una quota di minoranza qualificata attraverso un aumento di capitale riservato per sostenere il piano di sviluppo. «Queste nuove risorse andranno a supporto dei progetti di ampliamento e ristrutturazione dei centri ottici affiliati, per essere più in linea con la trasformazione distributiva in atto, interagire in modo più efficace con i partner dell’industria e far crescere il mercato

Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group

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L’immagine di uno dei centri affiliati VisionOttica, il premium brand di Vision Group

un naturale percorso di modernizzazione e concentrazione che si è già realizzato con successo in altri paesi europei: in Italia resta molta strada da fare, la distribuzione è ancora caratterizzata da un alto grado di frammentazione. Vision Group ha già realizzato quattro operazioni d’integrazione con competitor, negli ultimi 7 anni, ha lanciato l’insegna VisionOttica, caratterizzata da un concept di moderna prossimità e ampliato la gamma di servizi a maggior valore aggiunto per la propria rete affiliata, dalla logistica alla pianificazione degli assortimenti, dalle private label alle campagne di marketing locali e nazionali. Oggi il nostro network consta di oltre 1.500 centri ottici, diffusi sull’intero territorio nazionale, che rappresentano già oltre il 15% del mercato retail italiano».

– afferma il manager milanese - Vision Group, del resto, è un naturale polo di aggregazione per gli indipendenti, che mantengono l’autonomia imprenditoriale beneficiando di una significativa sinergia operativa e dimensionale». Entro l’estate verrà effettuata la scelta del nuovo partner finanziario, così da partire in autunno con i primi investimenti. Perché una scelta così radicale proprio oggi? «Il consumo dei prodotti oftalmici, occhiali e lenti a contatto, si può annoverare fra quelli che vengono definiti consumi obbligati e la fase di recessione economica degli ultimi anni ha comportato una flessione moderata dei fatturati rispetto a quella di altri settori – ricorda Procacciante - La rete distributiva italiana sta, tuttavia, soffrendo per un processo di profondo cambiamento, orientato da

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ATTUALITÀ

EUROPA: CON OLTRE 15 MILIARDI DI EURO, IL MERCATO È STABILE Secondo i dati presentati da GfK all’ultimo Mido, nel 2012 il calo di Italia e Spagna è stato compensato dall’andamento di Germania e Francia

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l mercato dell’ottica, nei principali paesi europei, cioè Italia, Spagna, Germania, Francia, ha chiuso il 2012 con un volume d’affari di oltre 15 miliardi di euro e si conferma stabile (-0,2%) rispetto all’anno precedente. È quanto emerso dai dati del panel ottici, illustrati da GfK, società specializzata in ricerche di mercato, durante la conferenza stampa di presentazione di Mido e in un appuntamento pubblico organizzato presso l’OttiClub il 3 marzo, tenuto da Dario Lorizzo, International Account Eyewear e Francesco Foffa, International

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Key Account Optics. Il mercato, tuttavia, presenta andamenti differenti: da una parte Italia (-4,3%) e Spagna (-4,4%), che hanno chiuso lo scorso anno in

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negativo; dall’altra Francia e Germania, che hanno invece registrato trend positivi a valore: rispettivamente +1.2% e +2.6% in confronto al 2011. Secondo l’analisi di GfK, i prodotti vista (lenti a contatto, liquidi per lenti e lenti oftalmiche) sono cresciuti lievemente. In particolare, il segmento delle lenti a contatto e dei liquidi ha fatto segnare +1,1% a valore, confermando così il trend positivo del 2011 e registrando la migliore performance in assoluto. Resta positivo anche il bilancio 2012 del segmento delle lenti oftalmiche (+0,5%), benché emerga per il secondo anno consecutivo un rallentamento in termini di crescita a valore (nel 2011 l’incremento era stato dell’1,3% e nel 2010 del +2,8%),

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«In evidenza le lenti a contatto e i liquidi, a macchia di leopardo le oftalmiche, stazionarie le montature da vista, brusca frenata per il sole»

dovuto anche all’andamento negativo del fatturato italiano per questo segmento, in calo del 6% sull’anno precedente. Gli occhiali da sole hanno, invece, chiuso l’anno a -5,2% a valore, in netto contrasto con il trend del 2011 (+5,3%), al quale avevano contribuito situazioni meteorologiche particolarmente favorevoli. Le montature da vista, infine, si sono mantenute stabili, mentre nel 2011 avevano chiuso a +1,9% in valore. «Nel 2012, per la prima volta nel mercato dell’ottica, si sono intravisti gli effetti negativi dell’attuale congiuntura economica – ha detto Gianni Cossar, Global Director della divisione ottica del Gruppo GfK Retail and Technology, presentando i dati alla conferenza stampa pre-Mido – L’anno precedente, infatti, era stato fra i pochi comparti, nel mondo dei beni durevoli, a registrare un saldo di fine anno confortante. Il segmento delle lenti oftalmiche è sicuramente quello che ha sofferto di più e sul quale ha inciso l’andamento negativo dell’Italia, specie per particolari prodotti, come le lenti progressive, che faticano a penetrare nel nostro paese e che, invece, fanno da traino sugli altri mercati». Inoltre, secondo Cossar, nel mercato delle montature da vista e

degli occhiali da sole i prodotti griffati non hanno aiutato la domanda, che invece si è orientata verso modelli di brand specialistiche e retail. «Fenomeno questo che dimostra lo spostamento dei driver di acquisto verso concetti diversi, magari più tradizionali, di “value for money” – ha sottolineato il manager italiano

Dario Lorizzo, International Account Eyewear, e Francesco Foffa, International Key Account Optics, durante il seminario “Il mercato dell’ottica: andamenti, tendenze e opportunità”, tenutosi al Mido presso l’Otticlub

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- In questa situazione di debolezza dei mercati si tratta, comunque, di saper vedere e cogliere le opportunità. Ad esempio, in Italia sono cresciute nel 2012 le vendite di montature da vista con prezzi finali al pubblico sopra i 200 euro, sintomo che il prodotto di qualità, differenziante, è sempre apprezzato».

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QUANDO GLI OCCHIALI SONO UNA BANDIERA DI IDENTIFICAZIONE Sono passati trent’anni da quel cartello vetrina, fatto in casa, con il fotomontaggio del Ponte di Brooklyn. Ma lo spirito di Police è rimasto lo stesso, sempre pronto a cogliere e interpretare i trend emergenti di Luisa Espanet

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ontinua a rappresentare l’avanguardia nel settore, eppure Police ha già raggiunto i suoi trent’anni di vita, festeggiati con evento, libro fotografico a firma Giovanni Gastel e special edition (parte dei proventi delle vendite del libro e degli occhiali “Look Beyond” andrà a Medici Senza Frontiere a sostegno della campagna “Crisi dimenticate”). Quella di Police è una lunga storia. Ce la racconta Bruno Palmegiani, più che art director, anima del marchio che fa capo a De Rigo. Considerato il suo passato (chitarrista con band e repertorio rock americano e inglese, ha creato ben tre locali di ballo in tre anni, a Popoli, la sua città, in Abruzzo) con facile associazione di idee, si potrebbe pensare che il nome si ispiri al gruppo musicale di cui faceva parte Sting. Non è così. Dietro la scelta c’è un discorso più ampio, che mette in evidenza l’idea di base vincente. «Volevamo un nome che rispecchiasse la connotazione americana o meglio anglosassone del prodotto. Venimmo a sapere che un grosso produttore di

Il primo cartello vetrina di Police, nell'83, con il fotomontaggio del ponte di Brooklyn

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Modelli Police del 1985 e, sotto, del 1988: nella prima settimana di vita la nuova linea fu acquistata da almeno 400 ottici italiani, alla media di 7 pezzi ciascuno e, nel giro di un mese e mezzo, invase i punti vendita di Roma e Napoli

occhiali negli Stati Uniti aveva regalato alla polizia di New York una grande quantità di un modello, ritenuto fuori mercato. E Tina Aracri moglie di Michele, amministratore delegato di De Rigo, allora attivissima export manager, colse al balzo il messaggio». La prima collezione, che ora si sarebbe definita capsule collection, è nata appunto nell’83. «Ero approdato a De Rigo per occuparmi delle vendite, dopo aver lavorato alla Silor Italia, diventata poi Essilor. Qui avevo accumulato una certa esperienza e avevo preso contatti con diverse persone del settore. E proprio attraverso una di queste ero arrivato a De Rigo. La loro linea di punta in quel momento si chiamava Vogart ed era rivolta soprattutto a un pubblico femminile». Nei suoi viaggi da rappresentante

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La donna Police nel 1990: con l’ultimo decennio del ventesimo secolo nascono i modelli con l’oro, il logo con l’aquila diventa più visibile, si adottano lenti curve e coprenti

Palmegiani si rende conto dell’importanza del mercato dei giovani. E come questi fossero alla ricerca di qualcosa che li identificasse, li rendesse visibili come gruppo, proprio come i jeans, piuttosto che un certo giubbotto. Nasce così una collezione di pochissimi pezzi, prevalentemente maschili, riecheggianti gli anni Sessanta, quindi con

un anticipo di quel vintage destinato a furoreggiare dieci anni dopo. Da lanciare sul mercato in fretta, per coprire uno spazio in quel momento libero. Messi a punto quindi velocemente i prototipi, bisognava diffonderli. Da lì l’idea di un cartello vetrina molto caratterizzato, che diventasse una specie di bandiera, il simbolo di un sogno realizzabile. «Organizzai uno shooting con una ragazza e un ragazzo di Belluno e una Cadillac nera alle spalle. La sera stessa inserimmo con un fotomontaggio sullo sfondo il Ponte di Brooklyn. L’America per anni è stato il punto di riferimento per trasmettere l’idea di successo». In una settimana di telefonate, sfruttando la buona relazione con gli ottici, Palmegiani riesce a distribuire a 400 negozi almeno 7 pezzi ciascuno. Nel giro di un mese e mezzo gli occhiali sono in tutti i punti vendita di Roma e Napoli con il mitico cartello vetrina. «Un risultato senza precedenti». Basta poco tempo perché l’effetto si ripeta al nord e Police sfondi anche all’estero. I giovani comprano perché si riconoscono o si vogliono riconoscere in quei ragazzi di New York. Per

Gli occhiali specchiati blu dei primi anni '90

evitare la pericolosa identificazione del marchio con un unico modello, poco tempo dopo ne vengono creati altri. Si arriva così agli anni '90, e agli occhiali dalle lenti specchiate blu, che Palmegiani riesce a far produrre avvalendosi della forte esperienza maturata in Silor. Dietro le lenti blu c’è un’idea precisa su cui giocare. «Il blu rappresenta il colore del mare, del cielo, dei grandi spazi, della libertà».

Il designer Bruno Palmegiani nel backstage delle due campagne che hanno visto come testimonial il calciatore David Beckham (a sinistra) e l’attore Antonio Banderas, rispettivamente dal 2004 al 2006 e dal 2007 al 2008: l’encantador spagnolo è stato l’ultimo "ambasciatore" del brand

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Il “papà” di Police al lavoro e (sotto) durante la festa per i 30 anni del marchio, che si è tenuta a Milano il 28 febbraio scorso

Anche questa volta il successo è portentoso. «Nel giro di due, tre anni abbiamo venduto decine di migliaia di pezzi». Per aiutare le vendite, tra i primi, Police decide di realizzare dei video clip di 3-4 minuti. Fondamentali per rafforzare il concetto di “stile di vita". È il momento delle sponsorizzazioni televisive. «Gli occhiali apparivano a Super Classifica Show, diretta da Maurizio Seymandi, la domenica e il lunedì si registrava un’impennata nelle vendite. C’era un’atmosfera particolare. I nostri venditori erano animati da una “fede”, sembrava andassero in giro per raccogliere proseliti, più che per vendere». Tutto questo però poteva continuare solo mantenendo viva l’immagine, cioè rinnovandola. E Palmegiani prosegue la sua ricerca nei luoghi delle aggregazioni giovanili, per studiarne i comportamenti, i look, capirne gli interessi, gli obiettivi, individuarne le aspirazioni, i totem. Negli anni '90 finalmente l’occhiale da sole era diventato un accessorio, capito da tutti. «In Cadore abbiamo portato lavoro a moltissime piccole aziende del distretto». Nascono i modelli con l’oro, il logo con l’aquila diventa più visibile. «Per rinnovarsi, è fondamentale rivedere il vecchio. E tenere presente la velocità e i nuovi ritmi di vita del mondo». Police guarda all’attrezzatura da sport. Adotta lenti curve e coprenti. E per eliminare l’orribile effetto “occhio di bue” del bombato, si avvale della collaborazione di produttori di filtri solari. «Come agli inizi siamo stati i primi a proporre un occhiale unisex di connotazione maschile, negli anni Duemila inquiniamo i prodotti maschili con elementi femminili». Ed ecco nel 2004 la collezione che ha come testimonial David Beckham. Sulle aste luccicano addirittura brillantini, sotto forma di una P gotica che sostituisce l’aquila. Il calciatore inglese non è il primo vip a far da modello.

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Orologi per sedurre: la campagna Timepieces del 2005

Ci sono già stati Bruce Willis dal 1999 al 2001. Seguito da George Clooney dal 2002 al 2003. Dal 2007 al 2008 ci sarà Antonio Banderas, encantador dal fascino mediterraneo. Police è più che mai diventato uno stile di vita e si è anche deciso di allargare la produzione. Curiosamente con un processo inverso rispetto alle firme della moda. Per prima nasce l’eau de toilette. «L’idea ce la suggeriscono i clienti arabi, per i quali il profumo è un prodotto rilevante. Affidiamo la sua realizzazione a un gruppo di forte esperienza nel settore. È di questi giorni, tra l’altro, il successo del prodotto, dovuto anche alla forma del flacone di colore blu». Poi arrivano gli orologi e i gioielli ed è Massimo De Rigo, figlio di Ennio, il presidente, a occuparsene. Quindi è la volta della pelletteria, borse, cinture, eccetera. Dopo vari test si parte con l’abbigliamento. L’esportazione costituisce ora il 90% circa. Tra i migliori mercati il Medio Oriente e il Far East, dove sono stati aperti i primi concept store. In Europa ci sono in Croazia e in Slovenia. «Dove la popolazione è molto

Nello stesso cartello vetrina, occhiali bombati ed eau de toilette Wings per lui e per lei

giovane». È nei progetti futuri creare dei concept store in tutto il mondo. «La nostra comunicazione punta sulla sensualità. Siamo partiti con un prodotto “trucido” e l’abbiamo fatto diventare “finemente trucido”. Non potevamo d’altra parte, dato che eravamo nati

La galleria di ritratti celebri, realizzati dal fotografo Giovanni Gastel per il progetto “Look Beyond”, voluto da De Rigo per consacrare il trentennale di Police: parte dei proventi del libro iconografico e della special edition di montature sarà devoluta a Medici Senza Frontiere

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“visibili”, diventare minimalisti. La ricerca continua a essere fatta tra i giovani. Gli autori del cambiamento sono loro. La vita è una vacanza in un villaggio turistico, dove si provano varie attività sempre in compagnia di altri» conclude sorridendo Palmegiani.

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FORME IN LIBERTÀ È tornato di gran moda l’occhiale rotondo. Ma la fantasia e la creatività dei designer continuano a dar vita a montature, nel vista come nel sole, dalle fogge più svariate, elaborate, curiose, glamour. E per nulla low profile di Nicoletta Tobia

Dolce & Gabbana Stripes Montatura oversize in acetato, con aste dal movimento morbido che si incontrano sinuosamente con un frontale dal design inedito

Bocca by Face à Face A forma di bocca, sono ispirati al mitico divano “Mae West” di Dalì. Le aste sono trasformate in gambe sinuose complete di calzature femminili glamour

Fendi Runway Modello in acetato. Color block trendy sugli ampi frontali della montatura geometrica, collegati a spesse aste

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Prada Modello maschile squadrato oversize, irregolare ma geometrico, in nylon iniettato. I contorni netti dei cerchi in metallo piombo lucido o opaco tracciano una linea pulita che separa le lenti dai toni della montatura

ByWP In titanio e acetato. Design tedesco e fabbricazione made in Japan per una montatura flessibile e resistente

Blackfin White Rock Shape ampia e morbida in contrasto con lenti dalle linee tese. Alette del naso in pvc derivato da fonti rinnovabili, ampi ciliari che garantiscono protezione dal sole

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MODA

Titan Minimal Art – The Icon Lenti a forma di cuore, ideate e disegnate su misura dalla cantante Brix Start-Smith per il progetto “My Silhouette”, che consente di personalizzare ogni montatura con lenti su misura

Marc Jacobs Forma geometrica e oversize arricchita da dots neri che punteggiano la montatura rossa traslucida. Sull’astina, una farfalla in acetato racchiude al centro una perla bianca

Miu Miu Rasoir Spessori importanti e aste alte in acetato. È caratterizzato dal "taglio" del frontale dalla forma allungata

Dior Demoiselle Forma a farfalla, scolpita con un design che mette in risalto la linea asimmetrica del frontale. Il metallo dipinto a mano si fonde con le aste color cristallo

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CONSULENTE

IL “NUOVO” REDDITOMETRO NON HA VALENZA RETROATTIVA L’impossibilità di utilizzarlo per difendersi dagli accertamenti precedenti al 2009 va contro la prassi consolidata del diritto tributario in materia di difesa del contribuente

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di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

l nuovo redditometro utilizzabile solo per gli accertamenti dal 2009 in poi, l’invalidità dei risultati del redditest, i termini per l’impugnativa dell’accertamento per adesione: sono alcuni dei temi discussi dall’Agenzia delle Entrate in occasione di “Telefisco”, l’incontro annuale con la stampa specializzata.

versione dello stesso finora utilizzata, basandosi sulle spese sostenute dal contribuente che il Fisco estrapola dagli archivi a propria disposizione (attraverso, ad esempio, lo spesometro) o, in mancanza di tali, considera la media Istat relativa alla categoria di spesa analizzata. Il “vecchio” redditometro, invece, era fondato sull’applicazione di coefficienti; ciò comportava l’impiego di un numero estremamente limitato di “oneri certi” e l’uso prevalente di oneri determinati presuntivamente. Inoltre ai fini della determinazione sintetica del reddito non assumevano rilevanza né la composizione del nucleo familiare né il profilo della territorialità, cosa di cui ora si tiene invece conto. L’Agenzia delle Entrate, specificando espressamente che il nuovo redditometro non ha valenza retroattiva, va contro la prassi consolidata del diritto tributario in materia di difesa del contribuente. Ma tale impostazione non cancella in alcun modo la possibilità che in sede di contenzioso si possano utilizzare i nuovi risultati, lasciando al giudice la decisione se la posizione dell’Amministrazione Finanziaria sia o meno corretta e tenendo comunque presente che proprio il Fisco continua a esprimere la bontà e la validità del nuovo strumento di accertamento, a confronto con la sua versione superata.

Redditest, redditometro e accertamento L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il cosiddetto redditest, software scaricabile da ogni contribuente dal sito dell’Agenzia, di cui si è a lungo dibattuto nei mesi scorsi a partire dalla sua comparsa nel web, è esclusivamente uno strumento di autodiagnosi e orientamento per il contribuente, nel quale lo stesso inserisce tutti i dati relativi alle spese sostenute dalla propria famiglia al fine di orientarsi circa la coerenza del reddito familiare rispetto alle spese sostenute, nulla valendo in sede di controlli. Il Fisco specifica, infatti, che in sede di accertamento il risultato del test non potrà essere utilizzato come difesa dal soggetto accertato. Per quanto riguarda il nuovo redditometro, invece, presentato nella sua veste definitiva il 20 novembre scorso, l’Amministrazione Finanziaria specifica che esso non avrà valenza retroattiva, ovvero potrà essere utilizzato solo per gli accertamenti dal 2009 in poi e non per le annualità precedenti: eventuali risultati più favorevoli al contribuente, pertanto, non avranno nessun valore. Il nuovo redditometro, infatti, utilizza un meccanismo di calcolo molto diverso dalla precedente

Schede carburante: dal cartaceo alla certificazione elettronica Il D.L. n. 70 /2011 ha previsto l’esonero dall’obbligo della scheda, ai fini della detrazione Iva e della deduzione

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CONSULENTE del costo di acquisto del carburante, solo per coloro che effettuano gli acquisti di carburante esclusivamente mediante carte di credito, carte di debito o carte prepagate. Ora i tecnici dell’Agenzia hanno precisato che chi sceglie di passare dal sistema cartaceo a quello di certificazione elettronica, mediante pagamenti con carte elettroniche di pagamento, può farlo anche in corso d’anno, purché a partire da tale momento le operazioni di acquisto carburante vengano documentate esclusivamente mediante carte di debito, di credito o prepagate; e purché la transizione avvenga in concomitanza con la chiusura di uno dei periodi infrannuali di liquidazione. Accertamento con adesione Ai tecnici dell’Agenzia delle Entrate è stato chiesto di precisare le conseguenze sulla decorrenza dei termini per l’impugnazione dell’atto nel caso in cui un contribuente, dopo aver sottoscritto l’accordo col Fisco, non provveda al pagamento della prima rata o dell’intero importo nei 20 giorni successivi. Secondo l’Amministrazione Finanziaria è possibile impugnare l’atto impositivo anche nel caso in cui il procedimento di adesione non sia perfezionato per il mancato pagamento di quanto stabilito nei 20 giorni successivi, a condizione che ciò avvenga entro il termine di 150 giorni calcolati

IVA 2012, IL CALCOLO DEGLI INTERESSI PER I RITARDATARI Il 16 marzo (posticipato al 18 marzo, essendo il 16 un sabato), è scaduto il termine per il pagamento dell’Iva annuale, che corrisponde all’Iva dell’ultimo trimestre 2012 per i contribuenti trimestrali. Per coloro che hanno deciso di posticipare il pagamento in sede di dichiarazione dei redditi il versamento sarà maggiorato dello 0,40% di interessi (senza sanzioni) per ogni mese di proroga: normalmente il pagamento con il Modello Unico avviene a luglio, pertanto la maggiorazione sarà pari all’1,6%, ovvero 0,4% per 4 mesi. a partire dalla data di notifica dell’avviso di accertamento: al termine ordinario di 60 giorni per proporre ricorso, infatti, si somma la sospensione di diritto di 90 giorni, arrivando così a 150 giorni, salvo cumulo con sospensione feriale dei termini. Il mancato perfezionamento dell’adesione non incide, quindi, in alcun modo sul decorso del termine di sospensione; più in generale, l’Agenzia ha escluso che un eventuale esito negativo del procedimento di adesione possa riverberare effetti sulla sospensione dei termini per ricorrere.

LA Spa, proprietaria e distributrice del marchio Italia Independent, in persona del proprio amministratore delegato dott. Andrea Tessitore, e Visard srl, proprietaria e distributrice del marchio Exess, in persona del proprio amministratore delegato sig. Erminio Lanzi, congiuntamente dichiarano di essere pervenuti a una soluzione conciliativa della controversia relativa ai diritti su alcune montature e, conseguentemente, Visard riconosce la priorità dei seguenti modelli: - Italia Independent 560 - Italia Independent 561 - Italia Independent 563 - Italia Independent 564 - Italia Independent 565 - Italia Independent 566 Torino/Venezia, 23 ottobre 2012 LA spa - Visard srl

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MEDITAZIONI

DALLA DISSONANZA ALL’ARMONIA Stiamo cercando di comprendere questo mondo che cambia così velocemente intorno a noi. Il cambiamento è naturalmente in atto anche dentro di noi e questo è importante

di Luisa Redaelli Communication consultant

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er trovare significati nuovi, siamo abituati a far riferimento a ciò che conosciamo già, cerchiamo conferme di analogicità. Se riconosciamo uno schema sperimentato in passato, siamo tranquilli. Se riscontriamo incoerenze ci agitiamo, ci straniamo. Ogni diversità percepita tra i vari aspetti della conoscenza, dei sentimenti e del comportamento genera uno stato interiore di disagio, che cerchiamo di ridurre quanto più possibile al minimo. Questo stato è chiamato “dissonanza cognitiva”.. Quando i pensieri, le emozioni o il comportamento sono in conflitto tra loro, noi ci troviamo a provare disagio e tendiamo a eliminare gli elementi che avvertiamo in contraddizione. Quando la realtà presenta elementi che non riusciamo a riportare dentro un modulo riconoscibile, si crea una dissonanza cognitiva. Quando comunichiamo un concetto ma il nostro agire non è coerente, pro-

vochiamo una dissonanza cognitiva. Quando si elaborano idee e comportamenti tra loro coerenti ci si trova in una situazione emotiva soddisfacente, detta "consonanza cognitiva". Secondo lo psicologo Festinger1: "modificando il comportamento verso la realtà, anche i pensieri cambieranno per minimizzare la dissonanza". La dissonanza cognitiva può essere risolta in tre modi diversi: 1) cambiando l'ambiente in cui si vive; 2) modificando il comportamento; 3) variando il proprio mondo cognitivo. In presenza di stimoli esterni trasformati, abbiamo come possibilità di uscita quelle di cambiare ambiente, cambiare comportamento o cambiare addirittura noi stessi e le nostre convinzioni. La variazione dell'ambiente implica anche il cambiamento dell'individuo. Vale anche il principio inverso, ovvero che un cambiamento delle emozioni e dei sentimenti in noi stessi, può generare un cambiamento dell’ambiente e nelle relazioni in cui siamo immersi. Dal mio privilegiato

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osservatorio mi accorgo che, quanto mai oggi, si verificano profondi stati di dissonanza cognitiva, di disagio esistenziale e professionale. Il mondo, il mercato, la società, il contesto sociale, l’economia, sono cambiati, è innegabile. Le persone non si trovano più con i vecchi schemi di riferimento. Nuovi occhi sono necessari per vedere, nuovi concetti sono necessari per comprendere, nuovi pensieri sono necessari per progettare, nuove frasi sono necessarie per comunicare. I vecchi schemi di riferimento oggi sono elementi paralizzanti, mummificanti, sclerotizzanti. I vecchi occhi fanno vedere tutto negativo, lasciano un fumo cupo sulla situazione e continuano a chiamarla solo “crisi”, difficoltà, problema. I vecchi concetti sono noiosi e statici, non possiamo più permetterci di presentarli perché non saremo più ascoltati, non saremo più credibili. I vecchi pensieri portano a disegnare soluzioni progettuali desuete, non calzanti la realtà, lontane dalla chiarezza del tempo attuale. Le

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MEDITAZIONI

vecchie frasi non comunicano più, non trovano più orecchie per ascoltare, hanno perso efficacia. Occorrono un nuovo radicamento ai tempi, uno sforzo veloce di aggiornamento. Sento molte persone dire che “vorrebbero, vogliono cambiare” ma non sanno come fare. Ci vuole la volontà di attraversare la “dissonanza cognitiva”, uscire dagli schemi abituali, costruire nuovi pensieri, sperimentare nuovi ordini di riferimento, cantare parole nuove. Cantare, sì, perché è cambiata la musica e siamo sensibili a nuove vibrazioni, nell’aria, sono armonie diverse che ci avvolgono. L’armonia è la regola del mondo; la musica delle sfere che muove gli universi, è armonia. La dissonanza è un’inevitabile conseguenza delle decisioni che prendiamo quando si attuano la comprensione di una situazione di mutamento e la decisione di trasformazione. L'insorgenza della dissonanza è sempre legata ad un coinvolgimento personale molto stretto, come può essere quello che riguarda l’ambito professionale, per esempio, nel caso che ci interessa. Ribadisco che, in linea di massima, che la riduzione della

dissonanza possa passare da queste tre vie: 1) la definizione di un cambiamento nell’ambiente; 2) la scelta di cambiare il nostro comportamento; 3) il coraggio di cambiare il nostro mondo cognitivo. Cambiare il nostro mondo cognitivo significa avere la voglia di uscire dall’abitudine delle solite opinioni, sulle persone, sui prodotti, sulle aziende. I tempi evolvono e anche gli elementi della realtà si modificano: occorre fare un

nuovo sforzo d’interpretazione. Bisogna assecondare la necessità di modificare gli atteggiamenti usuali, provando nuove strade di collaborazione, aprendo il cuore a nuove esperienze, sperimentando parole e concetti diversi, presentando argomenti e racconti più freschi, con colori ravvivati. È indispensabile aggiungere nuove informazioni, crescere culturalmente, arricchire la formazio-

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ne, selezionare con infinita attenzione e prudenza le nozioni che apprendiamo, i consulenti che ci affianchiamo, i nuovi elementi che introduciamo. Uno dei fattori che maggiormente influisce sulla nostra condotta quotidiana è costituito dalle aspettative che ci costruiamo, tanto sul nostro comportamento, quanto sugli eventi che sembrano dover accadere nel mondo che ci riguarda. Scegliere, decidere, assorbire novità, acquisire nuovi schemi: è un percorso a tranelli, non facile, spesso anche tormentato. Ecco perché avere il sostegno di un accompagnamento, con la scelta di collaborazione affidabile, con la consulenza di professionisti che tranquillizzino e rassicurino, portandoci a comprendere e sciogliere i nodi, oggi più che mai ha un senso di conforto, di appoggio, di forza. Ciò che mi sembra utile nei nostri giorni è davvero un’armonia di comunicazione, il ritrovamento dell’assonanza, con il mercato, con i clienti, con la realtà. La scelta della formazione, la volontà di essere aggiornati, il desiderio di parlare, dialogare, confrontarsi con operatori del settore che possano dare un contributo

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MEDITAZIONI

pro-attivo, sono tutti elementi indispensabili alla sopravvivenza. Non occorre ragionare su numeri e cifre, su scontrini alti e bassi, su “strategie” e metodiche. Occorre lavorare sulle nostre risorse peculiari, personali, profonde, dalle quali possono partire tutte le soluzioni possibili e favorevoli. Sarà un mondo sempre più impietoso e sopravvivere significa trovare nuovi modi per vivere in armonia, scegliere di coltivare le risorse adeguate e di approfondire i rapporti utili. Non possiamo più immaginare di rimanere chiusi in ufficio a teorizzare di “marketing”, di restare al buio della sala refrazione a pensare solo alla “scienza ottica”, con il capo chino nei cassetti pieni di montature inadeguate “che non vanno”. Per l’ottico che vuole esprimersi attraverso la qualità professionale, per tutte le persone che credono nella propria professione seriamente, oggi ci vuole l’apertura a un mondo di relazioni, di contatti, e accoglienza. Con l’attenzione a una selezione di elementi in armonia fra loro, dove speculazione, disonestà, false promesse e fallaci illusioni sono bandite, estromesse, rifiutate. Il mondo armonico di oggi prevede che ci siano elementi quali la conoscenza, la cultura, un buon gusto raffinato, l’onestà e l’etica, verso chi collabora, per la validità dei servizi offerti e per i prodotti, i quali abbiano un valore adeguato, un equilibrio leggibile fra la qualità e il prezzo, per esempio. Comunicare armonie è ciò che desideriamo fare. Comunicare armonie è il passo che ci farà risolvere la dissonanza cognitiva che attanaglia questa fase di complessa mutazione storica. Il cambiamento in atto sarà radicale,

chi non comprende quanto importante è stare al passo, aprire occhi, mente e cuore per conoscere e per trovare nuove forme di comunicazione, son certa che perderà un’opportunità di vita. La vita scorre, dove c’è armonia. Il giardino che abbiamo costruito con l’Homo faber, fatto di piante rigogliose, di fiori colorati, di profumi e di canti della primavera, offre percorsi armonici per dilatare uno spazio di bellezza che nutre l’anima. Ogni volta che lo pensiamo e quando ci sediamo sotto il nostro pergolato storico, con la vite che orienta i suoi tralci in nuove direzioni, sappiamo che insieme siamo attivi, presenti nella nostra nuova vita con un’intensità e una gioia tanto creative. Abbiamo studiato a fondo argomenti a noi sconosciuti per realizzarlo e cercato insieme prospettive diverse, lavorando duramente. Abbiamo tolto gli elementi di riferimento dei vecchi schemi e abbiamo aperto nuovi punti visuali. Adesso vediamo la meraviglia della natura, le luci che ci abbracciano e ce ne sentiamo partecipi. Questo è, in semplicità, con impegno, la voglia di comunicare armonie, attraversando con coraggio il ponte del cambiamento, per dare vigore ai fiori che portano i più bei colori al nostro quotidiano.

...Intricato e fitto è il ricamo delle circostanze. Il punto della formica nell’erba. L’erba cucita alla terra. Il disegno dell’onda in cui s’infila un fuscello. Si dà il caso che io sia qui e guardi. Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell’aria ali che sono soltanto sue e sulle mani mi vola un’ombra, non un‘altra, non d’un altro, ma solo sua. A tale vista mi abbandona sempre la certezza che ciò che è importante sia più importante di ciò che non lo è. (da La fine e l’inizio, 1993 Traduzione di Pietro Marchesani) WISŁAWA SZYMBORSKA (1923 – 2012), poetessa e saggista polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996

1. Leon Festinger, 1919 – 1989, psicologo e sociologo statunitense, conosciuto per i suoi importanti studi sulla "coesione dei gruppi" e la "tendenza all'uniformità". Ha svolto interessanti indagini di psicofisiologia della visione. Ha introdotto nel 1957 il fondamentale concetto di dissonanza cognitiva, che è alla base dello sviluppo del paradigma di ricerca della social cognition nell'ambito della psicologia sociale.

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NON OCCORRE TITOLO

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Insieme per vocazione


FORMAZIONE

CONGRESSO INTERDISCIPLINARE “LE ETÀ DEL VEDERE”: FOCUS SUI BAMBINI

La stampa nazionale ha dato grande risalto alle sessioni dedicate ai problemi della visione dei più piccoli, che si sono tenute in febbraio a Bologna, in occasione dell’appuntamento congressuale organizzato dall’Istituto Zaccagnini

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a cura della redazione

’ultimo congresso interdisciplinare, organizzato dall’Istituto Zaccagnini il 10 e 11 febbraio a Bologna, aveva un tema, "Le età del vedere”, che ha consentito una sorta di “ripasso generale” di tutte le problematiche connesse con la visione e delle tendenze emerse negli ultimi tempi in termini di ricerca e terapia. Oltre al successo di partecipazione, inusitato per questi tempi di difficoltà, l’evento ha avuto un notevole riscontro stampa: i principali quotidiani nazionali, infatti, hanno dato molto spazio alle due giornate congressuali, focalizzando gli interventi sui temi, finora non molto trattati, connessi ai problemi della visione dei bambini. Dalle oltre cinque sessioni plenarie e dalle oltre cinquanta relazioni presentate riportiamo tre flash su altrettante relazioni, tra le più gettonate dai media.

terapeutico, mentre negli adolescenti sono impiegate per assecondare il processo della crescita in vari aspetti comportamentali (contribuendo all’acquisizione della coscienza di sé), curativi ed estetici. Lo sviluppo di nuovi materiali ha reso più accessibile ai minori l’uso delle lenti a contatto, ma resta fondamentale un approccio consapevole e preparato da parte del professionista che ne cura la loro applicazione. Visione e bambini: la diagnosi precoce, nuove tecniche Il sistema visivo dei bambini è immaturo, per questo ha un grande potenziale di plasticità che ne consente la sua riorganizzazione in presenza di sviluppi incompleti o carenti. La percezione del movimento visivo è una proprietà che si sviluppa rapidamente nei primissimi mesi di vita, anche se resta esposta al rischio di alterazioni visive che si manifesteranno solo più tardi. È proprio in questa fase che la diagnosi precoce dei problemi della visione presenti, ma sopratutto di quelli che si appaleseranno solo più tardi, è fondamentale per prevenirli o correggerli. Per far questo, sono disponibili numerosi test finalizzati all’individuazione di singole anomalie visive: il test dell’occhio rosso, ad esempio, basato sulle asimmetrie dell’occhio rosso che compaiono nelle fotografie (due “occhi rossi diversi” segnalano una patologia); o le tecniche di imaging utilizzate per l’individuazione della sindrome di Blindsigth, la quale si associa frequentemente a lesioni perinatali, che raramente

Le lenti a contatto come strumento terapeutico e correttivo per i bambini anche nella prima infanzia Che le lenti a contatto non debbano essere adattate anche ai bambini è un tabù consolidato che le relazioni su questo tema, in particolare quella di Stefano Lorè, hanno infranto. Le lenti a contatto, nel tempo, sono venute sempre più assumendo anche un ruolo terapeutico per fronteggiare alcune alterazioni della funzione visiva. Per quanto riguarda i bambini, specialmente nel primo anno di vita, le lenti a contatti rappresentano, il più delle volte, un vero strumento

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FORMAZIONE Il panel della sessione plenaria “L’età infantile: lo sviluppo del bambino e del suo sistema visivo”

La folta platea dei delegati che ha seguito i lavori congressuali organizzati dall’Istituto Zaccagnini, nel febbraio scorso all’Hotel Savoia Regency di Bologna

XVI Congresso Interdisciplinare, Bologna 10, 11 febbraio 2013 “L’età infantile: lo sviluppo del bambino e del suo sintema visivo”

si acquisiscono nell’età adulta. Infine, un tema che la diffusione di strumenti di comunicazione e giochi elettronici sta rapidamente portando alla ribalta.

Moderatori: Prof. Paolo Nucci, Oftalmologo, Docente di malattie dell’apparato visivo, Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Paolo, Milano e Prof. Fabrizio Zeri, Optometrista, Ph.d. in psicologia IRCCS Santa Lucia, Roma, Docente a contratto Università di Roma Tre, Roma e Istituto Zaccagnini, Bologna

La visione tridimensionale dei bambini: rischi e prevenzione L’evoluzione delle tecnologie digitali ha consentito una forte diffusione di riproduzione d’immagini stereoscopiche su tutti gli strumenti dotati di schermi che coinvolgono il meccanismo di “punta” della visione binoculare umana: la stereopsi. In questi ultimi anni si è assistito a una rapidissima diffusione di tecnologie per produrre l’esperienza visiva stereoscopica più evoluta, la stereopsi, a partire da immagini bidimensionali generate su schermi televisivi, cinematografici, per pc o videogiochi. Il tipo di strumenti che adottano schermi con immagini tridimensionali è, a esclusione della televisione, utilizzato prevalentemente da giovani e da giovanissimi, ai quali la stereopsi indotta artificialmente può produrre situazioni di stress o di riduzione del comfort visivo che potrebbero generare danni (soprattutto a carico degli “spettatori” più giovani), derivanti dalla dissociazione dell’elaborazione delle informazioni recepite dagli occhi. Sul tema si sta concentrando l’attenzione delle autorità sanitarie per accertare l’entità e la consistenza di un fenomeno, allo stato ancora embrionale. In un paese come il nostro, in cui non è istituzionalizzato lo screening visivo sin dalla prima infanzia, l’attenzione dedicata a questo tema ne testimonia la grande attualità e interesse.

Lectio Magistralis Lo sviluppo del sistema visivo

Dott. Massimiliano Serafino Valutazione e diagnosi Clinica Oculistica medica in età infantile Universitaria dell’Ospedale San Paolo, Milano

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Prof.ssa Maria Concetta Morrone Professore ordinario di Fisiologia, CNR Università di Pisa; Direttore PisaVisionLab

Le lenti a contatto nell’infanzia

Dott. Stefano Lorè Roma

Complicanze e lenti a contatto in età pediatrica

Dott. Demetrio Spinelli Presidente della Società di Oftalmologia Legale, Milano

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I FILTRI MEDICALI La comunità scientifica internazionale è da molti anni concorde sulla necessità di prescrivere l’uso di lenti filtranti medicali in presenza di patologie retiniche

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di Francesco Vargellini docente di Optometria e Contattologia Istituto B. Zaccagnini iscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

• assorbimento della luce contro l’abbagliamento; • aumento dell’acuità visiva e del contrasto; • riduzione dei tempi di adattamento alle diverse condizioni

e lenti filtranti medicali si distinguono in quanto possiedono curve di trasmittanza ottimizzate per assorbire, oltre alla radiazione ultravioletta (RUV), anche una parte dello spettro visibile a bassa lunghezza d’onda, cioè la luce che compone lo spettro del “blu”. I fotorecettori sensibili a questa zona spettrale vengono deliberatamente “sottoesposti”. Di contro il contrasto tra i fotorecettori più esposti e quelli meno esposti viene volontariamente incrementato. L’utilizzo dei filtri medicali non è compatibile con la guida (sia diurna sia notturna) e la loro fornitura avviene solo su prescrizione medica. I filtri sono realizzati in materiale organico indice 1.50D e possiedono potere diottrico adeguato alle caratteristiche visive del soggetto. In alcuni casi possono essere dotati di trattamento antiriflesso e, se l’utilizzatore lo richiede, forniti nella versione clip-on da applicare associati all’occhiale correttivo in uso. Il trattamento filtrante viene realizzato immergendo la lente in uno speciale bagno di colore fino a quando questa non ha raggiunto la colorazione richiesta, procedimento definito “colorazione in pasta”. Tecnicamente non è possibile variare la colorazione filtrante. Sovente si evita di applicare ai filtri trattamenti indurenti per non rischiare di modificare anche minimamente la tonalità cromatica e la relativa curva spettrofotometrica del filtro. Le colorazioni filtranti medicali sono prescrivibili in forma di: • filtro neutro (senza correzione); • lente monolocale; • lente multifocale; • filtro o lente trattamento antiriflesso; • filtro o lente clip-on aggiuntivo. Ecco, invece, le finalità cliniche e visive dei filtranti medicali: • massima protezione dei fotorecettori grazie all’indebolimento della componente spettrale blu;

luminose;

• aumento generale del comfort.

Un esempio di come la degenerazione maculare può alterare la percezione visiva centrale. La perdita dell'efficienza retinica diventa progressivamente più profonda, fino alla perdita totale della visione centrale

Gli ambiti di utilizzo L’utilizzo terapeutico dei filtri medicali oggi non si limita solo a casi di fotosensibilità, ma si sta diffondendo a varie condizioni patologiche nelle quali la percezione visiva del soggetto trae beneficio dall’utilizzo di specifici filtri selettivi quali: • afachia e pseudofachia; • degenerazione maculare senile; • retinopatia diabetica; • retinite pigmentosa; • glaucoma; • anidridi; • albinismo; • atrofia nervo ottico; • distrofia corneale; • cataratta; • acromatopsia;

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• monocromatismo dei bastoncelli; • monocromatismo dei coni.

La tabella riassume i principali campi di utilizzo dei trattamenti filtranti e la loro colorazione

Quando la luce blu viene filtrata, le diverse zone cromatiche si allontanano dal blu e il contrasto tra i diversi colori aumenta rendendoli più riconoscibili tra loro. A sinistra, il blu si sovrappone e falsifica tutti gli altri colori: le zone cromatiche sono slittate verso il blu

La causa Una volta stabilito che la luce solare era la fonte di queste patologie oculari, gli studiosi si sono impegnati a individuare quali fossero le parti della luce solare nocive per la vista. La luce solare è composta di radiazione pura, energia radiante, tra cui una gamma, o spettro, di particelle che hanno le seguenti caratteristiche: • bassa energia negli infrarossi, maggiore energia (che cresce progressivamente in tutto lo spettro visibile) nel rosso, arancio, giallo e verde; • alta energia nel blu e nel violetto; • massima energia nel campo degli ultravioletti (invisibili). Le componenti nocive della luce solare sono tutte concentrate nella stessa area in corrispondenza delle particelle ad alta energia, cioè nel campo delle radiazioni blu-viola e ultraviolette. Le radiazioni ultraviolette sono causa di molte patologie oculari provocate da luce solare, fatta eccezione per la degenerazione maculare.

C’è poi un’altra ragione del perché il maggiore assorbimento della regione blu dello spettro aumenta il contrasto. A causa della miopia dell’occhio per le onde corte, la luce blu che si focalizza davanti alla retina si sovrappone agli altri colori e la visione si sfuoca. I filtri solari selettivi per l’aumento del contrasto riducono la trasmittanza per la luce blu a un valore tale da portare a chi li usa una visione più nitida e contrastata. Il taglio della luce blu garantisce diversi vantaggi soggettivi e oggettivi alla visione: • aumento del contrasto; • aumento della percezione spaziale e della profondità; • aumento dell’acuità visiva soggettiva; • diminuzione dell’abbagliamento; • riduzione della fotofobia. I filtri solari devono assorbire tutti i RUV che, come sappiamo, non compongono lo stimolo visivo, ma sono dannosi per ogni parte dell’occhio che li assorbe. Inoltre, la radiazione RUV può addirittura infastidire la percezione visiva, perché alcuni fotoni assorbiti dal cristallino generano fluorescenza producendo abbagliamento. I filtri dovrebbero assorbire la maggior parte dei fotoni visibili ad alta energia, cioè la radiazione “violetta–blu” (tra 400 e 500 nm), considerati potenzialmente lesivi per la retina. Anche l’attenuazione delle radiazioni (IR) può essere utile, perché producono calore facilitando l’effetto fotochimico. In sintesi, dev’essere presente un completo assorbimento delle radiazioni ultraviolette (UV), comprese fra i 300 e i 400 nm, e un assorbimento progressivo ed efficace delle radiazioni visibili ad alta energia, comprese tra i 400 e 500 nm, denominate “luce blu”, lasciandone filtrare fino a un massimo del 5%, così da non alterare le percezioni cromatiche. Nei filtri medicali la luce blu può essere completamente assorbita inducendo un’alterazione della percezione cromatica: per questo motivo quasi tutti i filtri medicali non sono adatti alla guida, dove la percezione cromatica è richiesta per il riconoscimento delle principali indicazioni stradali e, in generale, della sede stradale.

Gli effetti della luce blu La componente cromatica blu della luce possiede un valore energetico molto elevato rispetto a quello delle altre componenti cromatiche. La diffusione del blu all’interno dell’occhio aumenta nel caso di soggetti anziani o, in genere, in soggetti con una diminuzione della trasparenza dei mezzi rifrattivi, cristallino anzi tutto. La radiazione diretta del sole è sempre dispersa, con la zona blu soggetta a una dispersione ancora più grande. La nostra percezione dei colori è influenzata da questo effetto, perché tutti i colori contengono una piccola porzione di blu: questo è il motivo per cui noi vediamo il cielo blu. A causa della porzione blu, tutte le zone cromatiche sono slittate verso il blu. Quanto più le coordinate tricromatiche sono vicine tra di loro, tanto inferiore è la percezione del contrasto. Il risultato? Abbagliamento e visione dai contorni sfumati, effetti particolarmente disturbanti in condizioni d'illuminazione estrema (ad esempio: il riverbero del sole sull’acqua o la luce diffusa durante una discesa di sci). L’attenuazione della porzione blu dello spettro produce un sensibile aumento del contrasto: le zone cromatiche si allontanano dal blu e la distanza tra di loro aumenta.

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LAB Il monocromatismo dei coni Il monocromatismo blu dei coni è un’alterazione retinica rara. La funzione retinica rimane inalterata per i bastoncelli e dei soli coni blu. I filtri selettivi blu possono essere utili nel creare un buon aumento dell’acuità visiva, della sensibilità al contrasto e dell’acuità visiva in condizioni d’illuminazione scarsa (condizioni mesopiche). L’acromatopsia L’acromatopsia è un tipo di cecità ai colori nella quale la funzione dei coni retinici è completamente compromessa. Il paziente è completamente privo del senso cromatico e distingue soltanto la variazione di luminosità delle diverse componenti ambientali. Spesso è associata a nistagmo. Venendo a mancare la naturale specializzazione della fovea, il paziente perde la fissazione e utilizza una vasta zona retinica per la fissazione, creando la tipica oscillazione pendolare dello sguardo. La riduzione della’acuità visiva può diventare importante. La conseguenza principale di questa alterazione è la sovraesposizione dei bastoncelli. L’abbagliamento diventa, quindi, molto fastidioso e solo con speciali filtri selettivi si può ridurre lo stress fotoretinico.

di compensazione. I filtri specifici riducono i diversi sintomi e filtrano la radiazione solare in modo specifico per aumentare il comfort visivo di queste retine.

Le curve spettrofotometriche dei filtri medicali sono facilmente riconoscibili rispetto a quelle standard. Sopra, l’aspetto estetico dei filtri usati in caso di retinopatia degenerativa

La radiazione UV Questa porzione non visibile della radiazione solare è caratterizzata da una lunghezza d’onda minore di quella dalla luce visibile e da alto valore energetico. Tali caratteristiche le attribuiscono un forte potere ossidativo. Le conseguenza sono: • aumento dell’incidenza della cataratta corticale; • congiuntivi e cheratiti da esposizione; • peggioramento delle patologie retiniche. I tessuti oculari assorbono le radiazioni luminose in modo differente, in funzione della loro lunghezza d'onda. Dall'analisi delle lesioni causate dalla luce visibile e dalle radiazioni ultraviolette si può affermare che la retina subisce danni nel range della luce blu (400-500 nm), il cristallino in quello dell'UV prossimo (300-400 nm), la cornea è particolarmente vulnerabile ai raggi UV-C, mentre i fotoni visibili “violetti e blu” insieme con l’UV-A tendono a non essere completamente assorbiti dalle strutture

Le curve spettrofotometriche di filtri specifici per monocromatismo dei coni blu, e il loro aspetto estetico

La retinite pigmentosa La retinite pigmentosa, o più correttamente la retinopatia pigmentosa, è una patologia progressiva di carattere ereditario, un malfunzionamento di entrambi i fotorecettori coni e bastoncelli, che, non essendo sufficientemente supportati dal flusso sanguigno, vanno incontro a una progressiva degenerazione. Esistono molte forme diverse di retinopatia pigmentosa e i sintomi associati spesso sono molto differenti. La funzione dei bastoncelli viene progressivamente alterata. I sintomi cominciano con fotofobia in condizioni di luce mesopica, in particolare al tramonto. Anche la visione notturna viene progressivamente intaccata, diventando poi una vera e propria cecità notturna. Il campo visivo viene progressivamente a essere compromesso. La prima zona a patirne i sintomi è la retina periferica. La retina perde funzionalità in modo progressivo fino a conservare la visione esclusivamente centrale, simile a quella ottenibile osservando attraverso un piccolo tubo circolare. A questo livello di deterioramento, diventa difficile per il soggetto persino orientarsi nell’ambiente. Un ulteriore sintomo della retinopatia pigmentosa riguarda i fotorecettori centrali. La perdita di funzionalità visiva riguarda sia la perdita di acuità visiva sia la perdita di sensibilità cromatica e di contrasto. La conseguenza ultima sarà un grave livello di abbagliamento, senza la naturale capacità

Esempio di selezione del filtro medicale. La tabella riporta il modello di filtro da utilizzare in presenza di esigenze visive o patologie diverse. La selezione del filtro deve essere fatta tenendo conto di questo tipo di selezione, ma non deve mai mancare una prova soggettiva in ambiente. Per poter essere ben tollerate si dovrebbe provare in ambiente il filtro con diverse condizioni di illuminazione, per esempio con luce solare e in interno. In questo modo il soggetto potrà provare se il filtro proposto sia efficace in più condizioni di luce perciò maggiormente utile e versatile

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LAB anteriori e possono risultare nocivi per la retina. Le lenti solari possono essere considerate filtri attenuatori, dato che spesso la loro primaria funzione è di ridurre la quantità di energia solare senza alterare significativamente lo spettro.

sono sensibili al colore e, quindi, mettendo un colore davanti all’occhio, il modello di eccitazione può essere cambiato. In altre parole, il colore contribuirà alla riduzione dello Stress Visivo. Il colore necessario per ridurre l’ipereccitabilità è molto preciso e specifico per ogni paziente. Le Reading Lenses sono disponibili sia come filtri neutri sia come lenti graduate o a contatto. È giusto ricordare che la colorazione scelta dal soggetto come quella che induce la migliore condizione di rilassamento visivo può differire anche in modo notevole dal colore scelto per le lenti filtranti dell’occhiale o delle lenti a contatto. Non esiste, quindi, un unico colore per ciascun soggetto, ma colori diversi a seconda del dispositivo visivo che si desidera utilizzare.

Le Reading Lenses, lenti filtranti medicali per lettura Molti bambini e adulti lamentano disturbi visivi durante la lettura: ciò può influire sulla velocità di lettura, sulla concentrazione e sulla comprensione e può causare un rapido affaticamento. Questo Visual Stress può causare diversi sintomi, tra i quali citiamo il movimento della stampa, mal di testa o agli occhi. Il Visual Stress è presente in molte condizioni, tra le quali: • dislessia; • disprassia fotosensibile; • emicrania; • epilessia fotosensibile; • autismo; • ADHD; • sclerosi multipla. Per molti anni i colori sono stati utilizzati per alleviare i sintomi causati dal Visual Stress, come confermato anche dalle ricerche finanziate dal Governo del Regno Unito effettuate dallo psicologo clinico Arnold J. Wilkins (relatore al XII Congresso Interdisciplinare dell’Istituto B. Zaccagnini) per il Medical Council. Al fine di effettuare tale ricerca, Wilkins ha sviluppato dei fogli di acetato con colori ben specifici da sovrapporre al testo e un interessante sistema automatizzato, il colorimetro intuitivo, con lo scopo di prescrivere con precisione le lenti medicali. Il sistema è convalidato da parte della Dislexia British Association e il Collegio degli Optometristi nel Regno Unito, così come dalla Federal Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti.

I risultati delle ricerche sull’uso di lenti filtranti blu, La tabella sintetizza i risultati sull’utilizzo delle lenti filtranti blu delle ricerche prodotte a distanza di molti anni l’una dall’altra, confermano in sostanza una stabilità dei risultati ottenuti dalla normalizzazione del tracciato EEG dei pazienti epilettici

Il trattamento della fotosensibilità Questa specifica caratteristica filtrante medicale prevede una trattazione separata, in quanto il suo scopo non è quello di offrire una migliore performance visiva, bensì di ridurre o, se possibile, bloccare la comparsa dei fenomeni convulsivi, tipici in soggetti affetti da fotosensibilità. Per fotosensibilità s’intende l’insieme degli effetti indotti dalla stimolazione luminosa intermittente che può originare crisi convulsive riflesse o una sensazione di malessere soggettivo: è una condizione solitamente determinata, presente in circa il 5% dei soggetti affetti da epilessia e con maggiore frequenza in età adolescenziale. Un esempio di lente filtrante per il controllo degli scompensi fotoretinici viene dalla Clarlet F 133 di Zeiss: si tratta di una lente speciale filtrante medicale di colore blu 90% circa, che nasce dalla collaborazione tra Giuseppe Capovilla, primario dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e Direttore del Centro Regionale di Epilettologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, e il team tecnico Carl Zeiss Vision e rappresenta il più specifico e documentato ausilio nel controllo della fotosensibilità. Sia nella prima ricerca (“Utilizzo di lenti sperimentali blu nel controllo della fotosensibilità”, pubblicata sul Bollettino n. 98 Lega Italiana contro l’Epilessia, nel 1997) sia nell’ultima (“Suppressive Efficacy by a Commercially Available Blue Lens on PPR in 610 Photosensitive Epilepsy Patiens”, pubblicata su Epilepsia, nel 2006), una volta selezionati i pazienti, questi venivano sottoposti alla presentazione di stimoli intermittenti tali da produrre una variazione del tracciato elettroencefalografico (EEG). Successivamente, indossati degli occhiali equipaggiati con lenti trattate F 133, si osservavano gli eventuali cambiamenti dell’EEG. In sintesi, i risultati delle ricerche portano a una buona normalizzazione, efficace nel 75% dei casi analizzati.

Arnold J. Wilkins mostra il funzionamento del suo “colorimetro” durante il workshop da lui tenuto al XII Congresso Interdisciplinare dell’Istituto B. Zaccagnini, Bologna 30, 31 marzo 2008

Perché i colori riducono la stress Le pagine di testo rappresentano un modello di stress visivo. La modalità stampa può essere molto “fitta” e molte persone potrebbero trovarsi a disagio nel guardarla; stessa condizione che potrebbe accadere guardando la trama a righe di una camicia per un tempo prolungato. Si ritiene che questo disagio e, di conseguenza, i sintomi di Visual Stress siano causa di un ipereccitabilità dei neuroni della corteccia visiva. Ciò significa che alcune delle cellule preposte al trattamento delle informazioni visive lavorano troppo velocemente e non rispondono nel modo in cui dovrebbero. Sappiamo che alcune cellule nella corteccia visiva

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LENTI OFTALMICHE

CRIZAL UV: COME SVILUPPARE UNA NUOVA CATEGORIA DI PRODOTTO Un’operazione di co-marketing tra Essilor e il brand top di gamma di Giuliani Farmaceutici aiuterà gli ottici a supportare le vendite e sensibilizzare il consumatore sull’importanza della protezione degli occhi dai raggi UVA e UVB

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a cura della redazione divulgazione di tematiche legate alla prevenzione e alla protezione di occhi e pelle dai raggi UVA e UVB nasce, infatti, una speciale operazione di co-marketing che si pone l’obiettivo di informare ed educare i consumatori sull’importanza di proteggere dai dannosi raggi UVA e UVB non solo la pelle ma anche gli occhi. «Con l’introduzione di Crizal UV e del fattore E-Spf, Essilor ha creato una nuova categoria di prodotto,

na mission condivisa centrata sulla Ricerca & Sviluppo per la protezione dai raggi UVA e UVB, quella tra Essilor Italia e Lichtena, brand della storica Azienda Giuliani presente nel canale farmacia nei settori della dermatologia e del benessere. Dall’impegno profuso dalle due aziende nella

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Crizal UV è infatti l’unica lente chiara che garantisce il più avanzato livello di protezione dai danni causati dai raggi UVA e UVB - afferma Massimo Barberis, Direttore Marketing e Vendite di Essilor Italia - Una lente, esclusiva, che impedisce ai raggi UV di raggiungere gli occhi sia attraverso la parte frontale della lente che per riflesso, sulla superficie interna, pur garantendo una ineguagliabile chiarezza di visione. Il co-marketing con Giuliani Farmaceutici è un ulteriore tassello che completa, l’articolato programma a sostegno del mercato, iniziato nel 2012». L’iniziativa è costruita su tre direttrici fondamentali: “Creazione del traffico” nei punti vendita, “Attirare” i consumatori attraverso un servizio vetrine dedicato e una iniziativa promozionale volta ad aiutare gli ottici ad “Argomentare”, al meglio, il concetto di protezione e prevenzione. Naturale la scelta di avviare una collaborazione sinergica con Lichtena, un brand top di gamma distribuito in farmacia, che ben si sposa, per qualità , filosofia e innovazione, alle lenti Crizal UV di Essilor.

Creazione del traffico Per creare traffico nei punti vendita, l’attività in partnership con Lichtena è sostenuta da un’importante campagna pubblicitaria rivolta al grande pubblico che Essilor ha pianificato su Skt tg24. La campagna, on air dal 25 febbraio per 5 settimane, prevede un’intensa programmazione pubblicitaria nelle fasce orarie di maggiore ascolto con ampia visibilità anche nelle principali aree aeroportuali, stazioni e hotel in grado di raggiungere oltre 10milioni di contatti.

Le caratteristiche della pianificazione pubblicitaria su Sky tg 24

Attirare A supporto dell’attività di co-marketing e per dare continuità alla campagna tv, Essilor mette a disposizione dei propri clienti un esclusivo servizio di allestimento vetrina con specifici materiali di comunicazione. L’allestimento è stato affidato a VETRINE&vetrine, il nuovo partner di Essilor che vanta una lunga esperienza nella progettazione di vetrine nel settore ottico, e garantirà un servizio “chiavi in

Le tre direttrici su cui è costruita l’iniziativa di co-marketing

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Argomentare Per aiutare chi quotidianamente si relaziona con i consumatori finali è stata formulata una speciale iniziativa promozionale. Dal 15 marzo al 30 Giugno, Crizal UV e Lichtena comunicheranno: “Proteggi i tuoi occhi come proteggi la tua pelle”. I consumatori riceveranno in omaggio una crema Lichtena sole da 50ml dello stesso fattore di protezione delle lenti acquistate (Spf 30 per lenti chiare e Spf 50 per lenti solari). Sono stati realizzati, inoltre, materiali esclusivi che contribuiranno al processo educativo dei consumatori. Essilor e Giuliani hanno infatti collaborato nella creazione di due supporti informativi: uno dedicato al mondo della cosmesi e della salute della pelle, l’altro incentrato sulle malattie oculari derivanti dall’esposizione alle radiazioni UVA e UVB. L’impegno di Essilor è sempre più orientato alla sensibilizzazione del consumatore finale: renderlo più consapevole, infatti, servirà ad orientarlo nella scelta della lente oftalmica più idonea al suo stile di vita e che gli garantisca la massima protezione dai raggi UVA e UVB.

mano” ed una consulenza fidata da parte di allestitori professionisti e ‘maestri’ di immagine che, con la propria esperienza, sapranno attirare il pubblico finale nei punti vendita. Tutti gli ottici che aderiscono all’iniziativa potranno partecipare all’estrazione di 1 viaggio, per 2 persone, a San Pietroburgo in programma per il prossimo ottobre.

Il rendering della vetrina allestita con specifici materiali di comunicazione a supporto dell’iniziativa

Il pack delle creme Lichtena vendute in abbinamento con le lenti Crizal UV

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Disponibile su


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ZEISS INNOVATION TOUR, TUTTO IL FASCINO DELL’ORIGINE Dove nasce un prodotto e quali sono le sue fasi produttive? In che modo contribuisce all’innovazione la divisione Ricerca e Sviluppo? L’azienda di lenti oftalmiche completa la propria offerta formativa con un viaggio in Germania per gli ottici a cura della redazione

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a positiva esperienza di Zeiss Academy cominciata nel 2012 ha continuato a dare buoni riscontri anche nei primi mesi del 2013, tanto che l’azienda sta preparando, per tutti i clienti partner, un emozionante viaggio alla scoperta delle sei divisioni del gruppo e delle competenze di 165 anni di storia nel settore ottico e oftalmico. «L’evento sarà organizzato dal 5 al 9 maggio in Germania

per scoprire tutti i volti di Zeiss: partendo dalla divisione Vision Care, con la sede produttiva di Aalen, gli ospiti potranno conoscere quanto d'innovativo c'è anche nelle altre divisioni, dai semiconduttori alla microscopia, per terminare il viaggio a Stoccarda, con la visita della città e dello straordinario Museo Mercedes, come testimonianza della qualità Zeiss applicata ad ambiti diversi da quelli che usualmente si è portati a conoscere in ottica - spiegano dall’azienda - Tutti coloro che hanno già avuto modo in passato di cono-

scere più da vicino Zeiss ne sono rimasti entusiasti. Vedere, capire e apprezzare quanto sta alle spalle di un prodotto consente di raccogliere elementi utili per aggiungere valore alla proposta di vendita. Da sempre Zeiss è attenta a sostenere i propri clienti e ad accrescere la loro immagine di professionisti della visione: questo viaggio può sicuramente fornire spunti interessanti per il loro business, oltre che, naturalmente, farli divertire alla scoperta di un paese dal fascino antico e moderno insieme».

PHOTOFUSION: UN’INDAGINE DI MERCATO NE CONFERMA IL SUCCESSO Nove portatori su dieci valutano la qualità di PhotoFusion come molto buona o buona; quattro su cinque si dimostrano molto soddisfatti o soddisfatti dall’utilizzo di PhotoFusion. Inoltre, l’83% di loro consiglierebbe lenti per occhiali con PhotoFusion di Zeiss ai propri amici e colleghi: è quanto emerge da una ricerca condotta dall’azienda tedesca nel novembre scorso, su un campione di portatori che hanno utilizzato PhotoFusion. Questi dati confermano un successo che ha portato finora l’azienda a produrre oltre 2 milioni di lenti con questa tecnologia a scurimento automatico. «Queste lenti sono adatte per ogni momento della giornata, per una visione nitida in ogni condizione di luce, e offrono una protezione ottimale contro i raggi UVA e UVB, sia per adulti sia per bambini», affermano alla Zeiss.

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IL SISTEMA BETTER VISION: TECNOLOGIA E COINVOLGIMENTO DIETRO L’OCCHIALE PERFETTO Con un evento a margine di Mido presso le Fab di Bollate, il 2 e 3 marzo Rodenstock ha presentato a clienti e professionisti del settore il proprio metodo integrato per fornire al consumatore la migliore soluzione visiva possibile all'interno dei See Better Center

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odenstock ha scelto la formula del Fuori Salone e la cornice suggestiva di le Fab di Bollate, ex opificio tessile della fine dell’800 oggi utilizzato come spazio polifunzionale che ospita eventi e manifestazioni artistiche, per organizzare il suo Rodexpò: una due giorni completamente dedicata a clienti, stampa specializzata e professionisti del settore provenienti da tutta Italia, concepita allo scopo di comunicare la nuova strategia commerciale e di posizionamento e

di Nicoletta Tobia

Nelle foto, due delle tappe in cui è articolato il Sistema Better Vision

di spiegare il Sistema Better Vision e le caratteristiche dei See Better Center. Attraverso un percorso esperienziale articolato in otto tappe, gli esperti dell’azienda tedesca hanno illustrato nel dettaglio le varie fasi del sistema integrato che conduce alla creazione dell’occhiale perfetto. E hanno spiegato il funzionamento delle strumentazioni all’avanguardia utilizzate, frutto dei costanti investimenti che l’azienda fa nell’ambito della ricerca e sviluppo, chiarendo il significato e la valenza di ogni singolo passaggio di un metodo

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LENTI OFTALMICHE che punta alla valorizzazione della professionalità dell’ottico, per garantire la massima soddisfazione del cliente finale. I visitatori hanno così potuto vivere l’esperienza Rodenstock a 360 gradi all’interno di un See Better Center virtuale – proprio come la vivrebbero il consumatore e l’ottico nel punto vendita – dove sono venuti a contatto con la nuova modalità espositiva e il nuovo metodo attraverso un approccio interattivo e dinamico. Il Sistema See Better Vision parte dalla strategia digital e social ideata da Rodenstock, che prevede la creazione di una piattaforma multimediale, l’utilizzo di Facebook, blog e newsletter e lo sviluppo di App dedicate. «Questo risponde all’esigenza di creare un contatto diretto con il consumatore proprio là dove questi cerca l’informazione per arrivare più preparato alla ricerca dell’occhiale – spiega Grazia Livia New media Manager Rodenstock Italia – Si tratta del primo e ultimo step di un circolo virtuoso che porta il cliente a esprimere e “condividere” la propria soddisfazione generando un positivo passaparola». Dal contatto in ambiente web il

portatore di occhiali è indirizzato poi nei See Better Center, dove l’ottico, avvalendosi del metodo, lo sottoporrà a una serie di esami oggettivi e soggettivi utilizzando gli strumenti tecnologicamente all’avanguardia e i software Rodenstock, lo affiancherà nella scelta della lente e della montatura per arrivare alla consegna del nuovo occhiale nell’elegante Presentation box. Nel dettaglio, il metodo comprende: Refrazione oggettiva (DNEye Scanner); Refrazione soggettiva binoculare da lontano (Polar Advanced Refraction Unit); Refrazione soggettiva binoculare da vicino (Polar Near Vision); Scelta della montatura; Videocentratura e determinazione dei parametri individuali (ImpressionIST 3); Consulenza sulle lenti oftalmiche (Rodenstock Consulting); Consultazione e ordinazioni (WinFit Reference); Consegna “dell’occhiale perfetto” (Presentation box, Fog Free Demonstrator e Rodenstock Plus Card). «Grazie al Sistema Better Vision – ha spiegato ai presenti Mauro

Nocera, product manager Lenses & Instruments dell'azienda – l’ottico esce da dietro il bancone e ha un contatto diretto con il cliente, spiegandogli in ogni fase ciò che sta facendo: un modo di procedere che ha un’alta valenza emozionale, di coinvolgimento e professionalità». Alla logica di creare l’occhiale perfetto per il cliente, da un punto di vista tecnico ed economico, risponde anche la categorizzazione delle lenti in tre “gruppi” che non indicano tre diverse tipologie di prodotto ma altrettanti percorsi di vendita: Superior, Excellence e Perfection. L’ottico ha così la possibilità di proporre all’acquirente diverse soluzioni da abbinare a una delle tante montature Rodenstock, rimanendo in un range di prezzo consono per quella che è la sua volontà di spesa. Il See Better Center completo, che al massimo livello di partnership integra tutta la strumentazione prevista dal Metodo Better Vision, prevede inoltre la possibilità di creare aree di personalizzazione del punto vendita, che vanno da corner allestiti ad aree più ampie come gli shop in shop.

Un momento del Rodexpò, che si è svolto il 2 e 3 marzo presso le Fab di Bollate in provincia di Milano

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HOYA: LA LUCE BLU SOTTO GLI OCCHI... DEGLI OTTICI In occasione del FuoriSalone, organizzato il 3 e 4 marzo scorso nell’unità produttiva di Garbagnate Milanese, l’azienda ha fatto sperimentare direttamente ai professionisti giunti da tutta Italia i benefici del nuovo trattamento BlueControl

di Mario De Paola

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l FuoriSalone del 3 e 4 marzo, in due speciali experience room Hoya ha ricreato, all’interno della sua unità produttiva, una situazione molto comune: l’utilizzo di dispositivi digitali tablet in condizioni di scarsa illuminazione, lasciando che fossero gli occhi a parlare e a vivere i benefici immediati del nuovo trattamento. Gli ospiti sono rimasti sorpresi dagli immediati effetti rilassanti che BlueControl ha sugli occhi, grazie a un aumento del contrasto, alla riduzione dell’abbagliamento, garantendo la percezione più naturale dei colori. Lo conferma

Anna Maria Nicolini, marketing manager di Hoya Lens Italia

Anna Maria Nicolini, marketing manager di Hoya Lens Italia. «Da anni organizziamo una giornata di “porte aperte” in azienda, un evento che ha sempre riscosso grande interesse – spiega Nicolini - Quest’anno abbiamo deciso di organizzare un FuoriSalone in grande stile: 2 giorni di apertura, oltre 20 visite guidate della durata di almeno un’ora e mezza, più di 300 ottici optometristi venuti appositamente per conoscere la tecnologia di produzione delle lenti e dei famosi trattamenti Hoya, più altri interessati a scoprire le nostre novità. Infatti abbiamo realizzato una grande area espositiva dedicata, dove abbiamo presentato BlueControl e Hoya Vision Consultant, in un’atmosfera accogliente e familiare. La più grande soddisfazione per noi è stata ricevere gli apprezzamenti e riscontrare la curiosità dei clienti.

Anche la forza vendita Hoya ha sperimentato i benefici di BlueControl

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Abbiamo riscontrato notevole interesse per BlueControl, un prodotto che aprirà senz’altro una nuova categoria di lenti ideali nel mondo digitale». Che tipologia di professionisti della visione ha apprezzato maggiormente BlueControl e Vision Consultant? «Tutti i clienti sono rimasti affascinati da BlueControl, soprattutto perché hanno avuto la possibilità di provarlo sui propri occhi nella experience room allestita appositamente per la prova – dice la manager - È una lente i cui vantaggi sono immediati e apprezzabili da un ampio pubblico, anche da chi non ha particolari difetti visivi. Il punto di forza delle lenti BlueControl è che aumenta il benessere visivo, un tema su cui tutti noi poniamo attenzione, dato che passiamo e passeremo sempre più tempo utilizzando le moderne tecnologie, sia per lavoro sia nel tempo libero: è, infatti, un’ argomentazione efficace di vendita, perché risolve un bisogno cui i consumatori sono

sensibili. A sua volta Hoya Vision Consultant è stato apprezzato soprattutto da ottici optometristi con numerosi dipendenti, trattandosi di un sistema utile per fare acquisire un processo di vendita comune all’interno del centro ottico e favorire senz’altro uno scambio d’informazioni costruttivo tra la sala refrazione e il banco di vendita».

Alcune immagini esplicative del trattamento BlueControl di Hoya

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Quali saranno i prossimi step di Hoya per presentare al mercato le sue novità? «Ad aprile partiamo con un programma d’informazione massiccio che avrà come oggetto BlueControl – sottolinea ancora Nicolini Diverse e di grande impatto sono, inoltre, le iniziative in corso che vedranno la luce nei prossimi mesi: non solo le ricerche di mercato sulle abitudini dei consumatori moderni e i dati clinici sulla luce blu e i suoi effetti sulla visione, che abbiamo svolto prima del lancio, ma anche l’interesse degli ottici e i primi dati di vendita sono, infatti, molto promettenti. Del resto gli ottici optometristi partner sono molto sensibili sul tema del benessere visivo e delle lenti di qualità. A maggio, poi, partiremo alla volta di New York, per il grande evento dell’anno, in cui proporremo, tra l’altro, nuovi prodotti e interessanti risultati di ricerche sul coinvolgimento dei clienti nell’esperienza d’acquisto».

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