Glasses & Fashion - Ottobre 2013

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I nostri occhiali sono funzionali, ma non paragonateci ad Apple!

Gualtiero Marchesi: gli occhiali? Per mettere a fuoco...

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Digital addicted, niente stress (almeno visivo)

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Cover story 06 I nostri occhiali sono funzionali, ma non paragonateci ad Apple!

1 / s omma r i o /

05 Editoriale

Costume

10 Gualtiero Marchesi: gli occhiali? Per mettere a fuoco...

Lindberg, modello 9806

Moda e tendenze 12 Tutti i colori dell’inverno 14 Light Metal 16 Il potere della stampa

Benessere visivo 18 Due parole d’ordine: protezione e sicurezza 22 Digital addicted, niente stress (almeno visivo) 28 Over 40, quando le lenti a contatto sono una soluzione 32 Dottore, mi dia un buon collirio! 34 Ingrandire e illuminare: così migliora la vista (e la vita) 36 Rossi: i medici di Milano e provincia sempre più vicini alla gente Shopping 39 Autunno inverno 2013 2014 40 La montagna in città 42 Passioni animali 44 Tartan tweed

In copertina: Lindberg, modello 6505

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Glasses & Fashion / novembre 2013 Editore FGE SRL FABIANO GRUPPO EDITORIALE / Reg. San Giovanni, 40 14053 Canelli (AT) - Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 f.fabiano@fgeditore.it Pubblicità Luciano Cristiano Direttore responsabile Angelo Magri - a.magri@b2vision.com

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Redazione Francesca Tirozzi – f.tirozzi@b2vision.com

Lucio Buratto Luisa Espanet Giancarlo Montani Gianmario Reverdy

Questo allegato è stato realizzato da FGE. Sette e Il Corriere della Sera non hanno partecipato in alcun modo alla sua realizzazione e non hanno responsabilità per il suo contenuto. È vietata la riproduzione, memorizzazione in un sistema che ne permetta il recupero o qualsiasi forma di trasmissione parziale o totale di questa pubblicazione senza la precedente autorizzazione dell’editore. Tribunale di Milano Registrazione n. 601 del 18/09/2000

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Grafica e impaginazione Meloria Design IED Centro Ricerche, Milano Stampa Rds Webprinting Srl / Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB)

Inserzionisti Carl Zeiss Vision - via Mazzucchelli 17, 21043 Castiglione Olona (VA) Tel. 800 258327 - marketing@vision.zeiss.com - www.vision.zeiss.it / Essilor Italia - via Noto 10, 20141 Milano - Tel. 02535791 - Fax 02 53579270 marketing@essilor.it - www.essilor.it / Germano Gambini - Faoflex - via della Centa 4, 31040 Segusino (TV) - Tel. 0423 979214 - Fax 0423 979048 www.faoflex.it / Hoya Lens Italia - via Zenale 27, 20024 Garbagnate Milanese (MI) - Tel. 02 990711 - Fax 02 9952981 - hoya@hoya.it - www.hoya.it / Lindberg Bjarkesvej 30 DK - 8230 Aabyhoj (Danimarca) - Tel. +45 8744 4000 Fax +45 8675 2950 - www.lindberg.com / Nau! - via Mazzucchelli 7, 21043 Castiglione Olona (VA) - Tel. 0331 861233 - Fax 0331 824435 - info@nau.it www.nau.it / Rodenstock Italia - Centro Direzionale Milanofiori strada 7 palazzo T3, 20089 Rozzano (MI) - Tel. 02 31041 - Fax 02 3104200 rodenstock.italia@rodenstock.com - www.rodenstock.com / Tag Heuer Logo Italia - via Cerioli, 23/C, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. 051 590911 - Fax 051 591224 / Transitions Optical - via Comasina 121 20161 Milano - www.transitions.com / VisionOttica - Vision Group via Ripamonti 44, 20141 Milano - Tel. 02 92885300 - Fax 02 92885348 info@vision-group.it - www.vision-group.it / Vuarnet - rue du Chateau des Rentiers 111 - 75013 Parigi (Francia) - Tel. +33 1 46 85 47 83 - Fax +33 6 66 08 42 22 - www.vuarnet.com

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Oltre 700 controlli della vista in quattro giornate di ottobre su due città, Milano e Padova. E molte altre centinaia che sicuramente saranno effettuati nelle prossime tappe, Bologna, Firenze, Genova, Parma, Roma, Torino, Venezia e Verona, da qui ai primi di marzo, quando il tour si concluderà ancora a Milano, in occasione di Mido, la più importante fiera al mondo dell’ottica. È, dunque, partita con grande slancio e altrettanto entusiasmo “Mesi della Vista”, la campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione visiva, promossa da Commissione Difesa Vista, organismo che fa capo all’industria, con la collaborazione di ottici e oculisti insieme. Ottobre, del resto, è il mese per tradizione dedicato alla cura e al benessere di quello che è l’organo più importante e delicato del nostro corpo. Il 10 ottobre, consacrato come Giornata Mondiale della Vista, sull’intero globo vengono celebrati eventi, organizzati convegni, studiate iniziative per ricordare a tutti che sono ancora troppe le persone in condizioni di cecità o di ipovisione, spesso per povertà o per difficile accesso alle cure. E che bastano un po’ di risorse, più informazione e un pizzico di buona volontà per ridurre questo impatto sociale, nonché economico, così negativo. E, ancora, che anche nell’Occidente benestante o nei paesi più ricchi la prevenzione e, nel caso, la cura non vanno mai trascurate: da quando si è bambini fino all’adolescenza, oggi esposta ai “rischi” dei numerosi dispositivi digitali utilizzati, per passare dall’età in cui si affaccia la presbiopia, cioè dai 40 anni in su, fino a una vecchiaia sempre più lunga fortunatamente, ma proprio per questo sempre più soggetta a patologie oculari gravi. La novità di questa campagna promossa da CDV è che la sensibilizzazione, nelle piazze del nostro paese, non si è conclusa con il mese di ottobre, bensì proseguirà per oltre quattro mesi. Così da infondere negli italiani quella cultura della prevenzione che migliorerà la loro qualità non solo della visione, ma anche della vita.

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/ I nostri occhiali sono funzionali, ma non paragonateci ad Apple! / di Francesca Tirozzi

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/ Ricerca e tecnologia. Sono le caratteristiche delle montature di Lindberg, l’azienda danese, tra le più apprezzate e interessanti nell’eyewear di design, che con le sue creazioni sfida addirittura l’eleganza e il lusso di gioielleria e orologeria /

Per le sue montature innovative la chiamano la “Apple degli occhiali”. «So che è inteso come complimento, ma Apple fornisce “soluzioni fast fashion” – ha spiegato, in un’intervista al Financial Times, Henrik Lindberg, proprietario dell’omonima società danese di eyewear fondata 28 anni fa - Noi offriamo un prodotto duraturo, in grado di distinguere i nostri clienti dalla massa». Funzionalità, dunque, ma anche eleganza e tecnologia nel dna di Lindberg. «Mio padre era un optometrista e negli anni Ottanta realizzò montature molto leggere che non richiedevano l’utilizzo di viti», ha raccontato ancora l’imprenditore al quotidiano economico del Regno Unito. Era il 1983. Poul-Jørn Lindberg, padre di Henrik, insieme all’architetto Hans Dissing, ideò gli Air Titanium, un paio di occhiali assolutamente unici per quel tempo: superleggeri senza viti o saldature con una struttura quasi invisibile che poteva essere regolata secondo le esigenze di chi la portava. «Entrai in azienda per aiutare mio padre a far crescere la società a livello internazionale – ha continuato Henrik Lindberg - Volevamo offrire un prodotto che conciliasse design e praticità: io lo immaginavo simile a un orologio di lusso». La sede di Aarhus, sulla costa orientale dello Jütland, diventa così un centro vibrante di attività, con una rete di piccole imprese raccolte tutte in un unico luogo, non diversamente da quanto accade in molti laboratori svizzeri di orologeria. Un occhiale di lusso a partire dall’utilizzo dei materiali. Il titanio prima, per poi passare a quelli più particolari, come il corno. Un’innovazione che è stata riconosciuta più volte a livello internazionale, conquistando Il modello 6508. nella pagina precedente il modello 9802

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Il modello 9560 della linea Precious con dieci diamanti

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8 ben 61 premi. Il più recente riguarda le montature da bambino e quelle con diamanti, che si sono distinte nel 2012 in occasione dei Red Dot Design Award e dei Good Design Award, tra i maggiori premi del design mondiale, che hanno lo scopo di onorare la qualità di progettisti e produttori. Riconoscimenti conquistati grazie all’attenzione minuziosa per i dettagli che fa parte della politica aziendale di Lindberg e investe tutta la creazione del prodotto, dalla progettazione alla produzione, fino alla distribuzione e alla vendita. Alla ricerca si unisce un innato senso per i dettagli e per il lusso estremo, fino ad arrivare al prezioso vero e proprio, con la montatura in oro a 18 carati, ultima novità della società danese. Si tratta di un pezzo della collezione Lindberg Precious, che offre anche zanne di mammut siberiani molto vecchie, oro groenlandese, platino, corno di bufalo d’acqua e diamanti, provenienti da una piccola miniera australiana. Con questa collezione Lindberg porta l’industria ottica a un livello completamente nuovo, che in passato è stato esclusiva di orologiai e gioiellieri. Oltre a vedere il mondo attraverso degli occhiali, i consumatori esigenti potranno ora esprimere con gli occhiali ciò che

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per decenni è stato possibile fare attraverso gioielli, orologi, scarpe e borse. L’esclusivo occhiale Precious conta già famosi intenditori: papa Benedetto XVI, Kylie Minogue, la regina Margareth II di Danimarca, Lars Von Trier, Bill Gates e David Bowie, solo per citarne alcuni. «Esiste un segmento di alta qualità nel mondo degli occhiali che non è mai stato sfruttato. E noi vorremmo essere i primi a conquistarlo», ha detto Peter Warrer, direttore commerciale dell’azienda danese, rivelando una storiella divertente che, appunto, narra come Lindberg sia sulla strada giusta. Si racconta, infatti, che l’azienda fu contattata da un rivenditore di Hong Kong, che richiedeva prodotti più stravaganti ed esclusivi, per la richiesta di un cliente, disposto a spendere fino a 250.000 euro per un paio di occhiali...

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Qui e nella pagina a fianco, Gualtiero Marchesi, fotografato da Luisa Valieri

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di Luisa Espanet

/ cos tu m e /

/ Gualtiero Marchesi: gli occhiali? Per mettere a fuoco... /

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/ Funzionale e comoda: è così l’inseparabile montatura da vista dello chef italiano più noto al mondo /

È stato il primo chef stellato italiano, con una cucina mix di tradizioni, creatività e innovazione. Tanto che ora Gualtiero Marchesi è la guida-testimonial di Feed for Good, piattaforma web per il proprio benessere, nata in sintonia con il tema “cibo” dell’Expo. E anche il suo avatar, ovviamente, indossa una montatura da vista. Da quando porta gli occhiali? Da circa quarantacinque anni. Mi accorsi, in cucina, che non mettevo a fuoco da vicino. Un ottico di Milano mi consigliò le lenti Varilux, che mi avrebbero permesso di vedere a distanze diverse. Li porta sempre? Sì, tranne quando vado a letto. Spesso, però, li dimentico, perché da lontano ci vedo bene. Gli occhiali per lei sono solo un oggetto funzionale o li considera un accessorio? Funzionale, anche se mi hanno regalato degli occhiali fatti con un legno fossile neozelandese che ha 48 mila anni. Mi sembra di averla vista con occhiali diversi, le piace cambiarli? Si sbaglia. Porto sempre gli stessi. È più comodo. Sperimentato è sinonimo di funzionale. Possiede modelli diversi per le diverse occasioni? No, come le dicevo, porto sempre gli stessi.

In un occhiale privilegia la leggerezza o guarda di più all’estetica? La portabilità è decisiva e questa dipende dalla fisionomia del volto e dalla leggerezza. Si è mai fatto realizzare degli occhiali su suo disegno? Le piacerebbe? Non mi è mai capitato. Potrebbe essere un’idea. Portare gli occhiali nel suo lavoro non è un handicap? Nelle cucine con il vapore si possono appannare le lenti. Occhiali appannati? Forse dipende dall’impianto di condizionamento. Dove acquista gli occhiali? Ha un fornitore di fiducia? Vado da un cugino che ha un negozio ad Alassio. Fa di cognome Ottobelli, come mia madre. Ha mai pensato alle lenti a contatto? No, ma mia nipote sì. Usa gli occhiali da sole? No, applico delle lenti sopra gli occhiali che alzo e tolgo del tutto, se non ne ho bisogno.

Lo chef italiano in versione Avatar per il progetto web Feed for Good, di cui è testimonial

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Moda e tendenze

/ Tutti i colori dell’inverno / di Luisa Espanet

/ Nella stagione fredda il nero continua a fare la parte del leone. Quest’anno, però, è spesso abbinato ad altre tonalità, anche negli occhiali. Qui a rubargli la scena sono le tinte scure, con l’eccezione di rosso e bluette /

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01 01. Germano Gambini / 02. Hally & Sons / 03. Porsche Design

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Michael Kors

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04. Vuarnet / 05. Tag Heuer / 06. Rodenstock

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Moda e tendenze

/ Light Metal /

/ I fili di metallo nei giubbotti o la pioggia di borchie sulle scarpe sono una tendenza che non si era mai vista prima. Non si può dire lo stesso degli occhiali metallici. Qui la novità sta nella varietà di proposte per i look più diversi /

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01 01. Germano Gambini / 02. Fred / 03. Emilio Pucci

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Philippe Plein

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04. Lindberg / 05. Contemporary Heroes / 06. Nau!

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Moda e tendenze

/ Il potere della stampa /

/ Le stampe, un tempo rare nella moda invernale, sono ora sempre più presenti, anche in patchwork sullo stesso capo. E gli occhiali seguono il trend: dall’effetto pizzo all’effetto rete, il panorama è vasto /

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01 01. Contemporary Heroes / 02. Germano Gambini / 03. Vanni

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Laura Biagiotti

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04. Missoni / 05. W-Eye / 06. Nau!

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/ Due parole d’ordine: protezione e sicurezza / di Gianmario Reverdy*

/ Oltre a farci vedere bene l’occhiale deve “difenderci” da tutto ciò che può nuocere alla nostra salute visiva presente, ma anche futura /

/ ben e s s e r e v i s i vo /

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*ottico, docente e consulente dell’Ottica Riga di Milano

Due sono le attenzioni da prestare nel fare un nuovo occhiale: • la sicurezza della lente e della montatura, in funzione soprattutto dell’uso dell’occhiale; • la protezione che le lenti forniscono alle “aggressioni” della luce, perchè non sempre la luce è solo buona. Le lenti: in vetro o in plastica? La sicurezza in una lente è data soprattutto dalla sua resistenza meccanica agli urti che ne può fare un prodotto praticamente infrangibile. Oggi i due principali materiali in commercio sono il vetro e alcune resine organiche che potremo semplicemente chiamare “plastiche”. Il vetro assorbe ormai una minima percentuale delle prescrizioni (mai oltre il 10% del totale), è molto trasparente, resistente in superficie, ma generalmente pesante e soprattutto fragile: come è noto si rompe, avendo una scarsa resistenza agli urti. Questa sua carenza determina anche la sua pericolosità in quanto se l’occhiale si rompe quando è indossato, per un colpo o una caduta o un incidente, le conseguenze per gli occhi e in generale per il volto possono essere molto gravi. Pertanto possiamo dire: mai utilizzare lenti in vetro per gli occhiali dei bambini, nelle attività sportive e, in genere, in tutti gli utilizzi dinamici della nostra vita. Il policarbonato è una materia plastica ancora molto utilizzata nelle lenti per occhiali. È molto resistente agli urti, ma assai delicato in superficie e dev’essere, quindi, sempre trattato con rivestimenti che induriscono la lente. Le lenti in policarbonato sono da consigliare in tutte le prescrizioni per bambini, adolescenti un po’ agitati e per tutti

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gli occhiali da usare nello sport o nelle attività dinamiche. Le buone maschere da sci o gli occhiali sole-vista per attività sportive devono usare lenti di sicurezza, in policarbonato o in resine infrangibili. L’Nxt è una resina plastica relativamente nuova con ottima resistenza agli urti e particolarmente leggera. Per la sua qualità ottica superiore è un’ottima alternativa al policarbonato. Questi ultimi due materiali consentono di costruire lenti praticamente infrangibili, adatte a tutti gli usi di particolare pericolosità o tutte le volte che voglio avere un occhiale assolutamente sicuro. Perciò oggi potremmo dire, contro il parere di qualche nostalgico, usate sempre per la vostra sicurezza lenti in “plastica”. Le montature: qualità, comfort e sicurezza Compito specifico di una montatura è tenere stabilmente e in modo confortevole nel tempo le lenti davanti agli occhi del portatore. Qualunque sia il tipo di materiale è opportuno che le montature siano leggere e anallergiche, abbiano resistenza meccanica e stabilità dimensionale. In funzione dell’uso ricerchiamo, quindi, nella montatura la sicurezza e non solo il contenuto moda. Le montature per i bambini devono essere costruite con materiali molto resistenti, senz’altro di tipo plastico, senza parti in metallo come le aste e assolutamente di tipo anallergico. Ci si deve orientare verso le resine gommose, i nylon o anche i policarbonati. Le montature per attività sportive sono generalmente costruite in nylon o in resine dello stesso tipo che presentano grande flessibilità ed elasticità, rendendole così più sicure a ogni urto o impatto accidentale. Tutte queste resine

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… e dai riflessi Le superfici di una lente oftalmica, pur trasparenti, presentano sempre una parte anche del fenomeno di riflessione. Questi riflessi creano un disturbo per la corretta percezione da parte del portatore di occhiali, determinando diverse situazioni di disagio che finiscono per influire sull’acutezza visiva, sulle prestazioni visive e sul comfort d’uso dell’occhiale stesso. I riflessi danno luogo a: • diminuzione del contrasto ed effetto “flou”: la luce riflessa finisce per diminuire il contrasto del campo visivo; • comparsa di immagini fantasma: la luce riflessa determina delle immagini, chiamate “fantasma o parassite”, il più delle volte rappresentate da bagliori o effetti luminosi che compaiono nel campo di visione; • maggiore difficoltà nella visione notturna: la comparsa di luci parassite, in campo scuro, crea maggiore disagio e le luci appaiono più abbaglianti, circondate da aloni e, quindi, di maggiore disturbo; • diminuzione della trasparenza: quanta più luce viene riflessa, tanto meno luminoso sarà l’oggetto osservato; • l’effetto “specchiato” per chi guarda: altrettanto fastidioso, soprattutto in alcune circostanze, denominato spesso “effetto vetrina”, viene a realizzarsi, quando si guarda una persona che porta occhiali: contribuisce a “confondere” volto e sguardo dell’individuo. Quando è consigliabile un trattamento antiriflesso Spesso il trattamento antiriflesso è stato visto come un semplice abbellimento delle lenti per occhiali. Invece dev’essere visto come una necessità, ad esempio, nelle lenti in materiale ad alta rifrazione, nelle lenti progressive per eliminare ulteriori elementi di stress, in un utilizzo serale o notturno dell’occhiale, soprattutto nei miopi, negli occhiali utilizzati per la lettura serale o in ufficio con illuminazione intensa, poco diffusa o quando c’è un’illuminazione forte dietro la persona. Si presume che le lenti con trattamento antiriflesso si sporchino più delle altre: in realtà non è così, le lenti non si sporcano di più, ma, essendo più trasparenti, ogni segno sulla lente diviene molto più visibile; pertanto è opportuno che queste lenti vengano pulite con maggiore frequenza e nei modi corretti. L’importanza delle lenti polarizzate Spesso i riflessi più fastidiosi sono quelli prodotti dalle superfici lucide, metalliche o speculari che rendono più difficile la visione. Soprattutto alla guida, la comparsa di luci riflesse o improvvisi bagliori crea un disagio notevo-

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sono anche particolarmente leggere; inoltre, poichè le montature sono ottenute per stampaggio, possono essere molto avvolgenti e confortevoli, proteggendo quindi gli occhi anche da polvere, vento o neve. Occorre fare molta attenzione agli occhiali da sole e per attività sportive che vengono commercializzati al di fuori dei negozi di ottica: spesso i materiali sia delle montature sia, soprattutto, delle lenti non presentano le qualità di resistenza e, quindi, di sicurezza di cui abbiamo parlato. Poi ci sono le montature in optyl: questa resina di tipo termoindurente è ancora molto utilizzata per la costruzione di montature, in quanto è molto leggera e presenta notevole stabilità dimensionale. Anche questo materiale ha una buona resistenza agli urti ed è praticamente indistruttibile se non trattato a freddo. Come proteggersi dalla luce… La prima protezione che le lenti sono chiamate a garantirci è quella dalla esagerata luminosità: l’importanza di proteggere i propri occhi da una radiazione di intensità fastidiosa e spesso considerata anche pericolosa è ormai un atteggiamento che interessa tutto l’arco dell’anno sia nella vita comune sia nelle attività all’aria aperta. L’occhiale da sole, infatti, sta un po’ perdendo la sua consolidata affermazione nel mondo esclusivo dell’estetica e la sua funzione principale diviene, invece, quella di agevolare la visione quando la luminosità ambientale è elevata. La protezione dalla luce è data dalla colorazione delle lenti. Da un punto di vista tecnico, quindi, la colorazione di una lente deve essere in grado di ridurre un’eccessiva luminosità e il cosiddetto riverbero, riflessi compresi, e non deve alterare una corretta visione dei colori, soprattutto se le lenti vanno utilizzate per la guida, oppure operare una selezione specifica atta a far risaltare alcuni colori per attività particolari (lenti per lo sport o per particolari patologie, ad esempio). La riduzione della luminosità dipende dall’intensità della colorazione ed è espressa in percentuale di assorbimento o di trasmissione. Una colorazione al 75% sarà in grado di trasmettere quasi il 25% della luce incidente provvedendo al blocco del restante 75%. Ovviamente quanto più è elevata la quantità di luce assorbita, tanto più intenso sarà il colore della lente. Oggi sono in commercio colorazioni che vanno da un assorbimento del 10-12% (una lievissima colorazione sovente denominata “riposa vista”) fino all’80-90%, che apparirà di tonalità particolarmente scura.

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le impedendo una corretta visione e diminuendo spesso l’acuità visiva. L’eliminazione completa di questi fastidi è garantita solo da lenti polarizzate, le uniche in grado di togliere, quasi completamente, tutte le luci riflesse che compaiono nel campo visivo. Una normale lente da sole, infatti, attenua i riflessi, ma non li elimina completamente. UV: radiazioni “non visibili”, ma molto pericolose Le radiazioni provenienti dal sole raggiungono i nostri occhi dopo processi di assorbimento, diffusione e riflessione nell’atmosfera che le modificano in termini di spettro, direzione e intensità. Parte di esse sono le radiazioni UV, radiazioni “non visibili” e, di conseguenza, ancora più pericolose in quanto prive di qualsiasi sintomo. Le radiazioni UV non si vedono e non si sentono, ma i danni da radiazione ultravioletta riguardano la cornea e il cristallino. Occorre proteggerci dai raggi ultravioletti soprattutto nei mesi estivi (maggio-settembre), nelle ore centrali della giornata, in alta montagna, dove la presenza dei raggi UV cresce, in situazioni di luce riflessa dalle superfici, quali acqua, neve, sabbia, ma anche asfalto o il semplice prato, e nelle zone più vicine alla fascia equatoriale: quindi, per la nostra nazione, le regioni dell’Italia meridionale. La più comune malattia oculare da luce solare è la cataratta, costosa sia in termini di danni alla salute sia in termini economici: si stima che nel 2020 il numero di persone colpite nel mondo da cataratta sarà di quasi 5 milioni. Rallentare l’invecchiamento minimizzando l’esposizione alle radiazioni UV e viola/blu visibili, può ritardare l’insorgenza di queste malattie oculari. La luce blu e i suoi effetti Le evidenze scientifiche di questi ultimi decenni hanno dato un ruolo sempre più importante alla cosiddetta “luce blu visibile o HEV” come concausa nello sviluppo di alterazioni retiniche gravi, quali le degenerazioni maculari. L’obiettivo dal punto di vista della protezione è, quindi, cercare di ridurre la quantità di luce “viola-blu” che raggiunge l’occhio e, in particolare, la retina. Luce blu e degenerazione maculare legata all’età (DMLE): è ormai abbastanza concorde il parere della comunità scientifica nell’attribuire alla radiazione visibile a corta lunghezza d’onda una sorta di corresponsabilità nell’insorgenza precoce di patologie maculari. L’esposizione a questa radiazione è solo una concausa, che, insieme ad altre ben più importanti, ad esempio la componente genetica, il fumo, l’alimentazione, l’ipertensione, le malattie cardio-vascolari, determina un quadro piuttosto preoccupante per il nostro futuro visivo. Luce blu e colori: una corretta distribuzione delle varie gamme di radiazioni della luce visibile serve a una giusta

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visione dei colori, per cui può essere attenuata, ma non eliminata, pena un’alterazione della percezione corretta dei colori. Luce blu e ciclo circadiano: la radiazione visibile a corta lunghezza d’onda è alla base, da parte del corpo umano, della produzione di un ormone, la melatonina, responsabile del corretto ciclo circadiano, cioè l’alternanza del ciclo veglia-sonno. Un’esagerata esposizione a tali radiazioni produce un’alterazione del corretto ciclo, sottoponendo l’individuo a un’eccessiva eccitazione con conseguenti disturbi del sonno: è, infatti, la melatonina l’ormone che dà al corpo il “segnale” per dormire. La luce artificiale, soprattutto se a forte componente di lunghezza d’onda corta, tende a far diminuire la produzione di melatonina che inibirebbe il bisogno di dormire, modificando così il normale alternarsi del ritmo sonno-veglia. L’illuminazione artificiale, gli strumenti digitali e il loro uso Lo spettro luminoso di alcuni sistemi di illuminazione moderni è profondamente diverso da quello della luce solare. Le lampade alogene, i led, soprattutto quelli a luce bianca, ma anche gli stessi neon presentano composizioni spettrali con forti dominanti nella cosiddetta luce blu, come pure gli schermi di computer, tablet, smartphone, iPhone e dispositivi Gps: questi sistemi sono utilizzati perchè presentano una resa luminosa molto elevata a fronte di un consumo energetico particolarmente basso, per cui sono molto interessanti per i sistemi di illuminazione degli strumenti portatili. L’utilizzo continuo e generalizzato di strumenti digitali anche per molte ore al giorno, magari anche di sera, comporta pertanto un’esposizione a radiazioni di corta lunghezza d’onda e la conseguente interferenza con una normalità di vita e dei suoi ritmi usuali: affaticamento agli occhi, irritazioni, secchezza oculare, mal di testa e insonnia possono essere, perciò, alcuni dei fastidi riscontrati dopo un utilizzo continuato di sistemi digitali. Difendersi da UV e luce blu con un occhiale da vista La miglior protezione dalle radiazioni ultraviolette è data dalle lenti costruite con materiale cosiddetto ad alta rifrazione (1,60, 1,67 o 1,74), dall’Nxt o similari e dai policarbonati. Esistono poi trattamenti superficiali, cioè degli antiriflesso che proteggono anche dalle radiazioni UV che si riflettono sulla superficie interna della lente. L’attenuazione delle radiazioni visibili della componente blu si può, a sua volta, ottenere con trattamenti antiriflesso, in tutte le lenti trasparenti, che vengono allo scopo predisposti. Esistono, inoltre, lenti colorate, normalmente di tonalità marrone, che contengono pigmenti di melanina sintetica e che consentono un ottimo effetto filtro di queste radiazioni: sono, però, lenti colorate e non bianche-trasparenti.

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Da mattina fino a sera tardi, per lavoro o per svago, si passa sempre più tempo davanti a dispositivi digitali come smartphone, tablet, pc. Secondo una recente ricerca, in media gli italiani trascorrono più di 4 ore al giorno davanti alla tv e a minischermi hi-tech, il 14% arriva a totalizzare dalle 10 alle 12 ore di utilizzo di dispositivi digitali, mentre il 30% resta connesso per almeno 6 ore. Le conseguenze? Eccessivo affaticamento degli occhi per lo sforzo nel vedere caratteri piccoli e immagini, minore lubrificazione dell’occhio, data da minore frequenza d’ammiccamento, una postura scorretta per evitare i fastidiosi riflessi sugli schermi o per metterne più a fuoco il contenuto; quindi, molto spesso, occhi rossi, irritati o stanchi, visione affaticata oppure offuscata, dolore alla schiena, al collo e alle spalle, insonnia e mal di testa. La maggior parte delle tecnologie digitali e le fonti d’illuminazione artificiale a

Led emettono, inoltre, un’elevata quantità della cosiddetta luce blu. «La sovraesposizione alla luce blu può, inoltre, favorire nel tempo importanti patologie oculari come la degenerazione maculare - spiega l’oftalmologo Luigi Marino - È, quindi, importante proteggere gli occhi con apposite lenti sia per avere un beneficio immediato, in termini di relax visivo e visione nitida, sia per prevenire possibili malattie oculari che potrebbero insorgere col tempo». Ecco perché Hoya, azienda giapponese, ha studiato un particolare tipo di lenti da vista. «Hoya BlueControl è la soluzione visiva trasparente alternativa ai filtri colorati, che può essere usata in ogni momento della giornata da persone di ogni età, indipendentemente dal difetto visivo», spiegano alla Hoya Italia. «Le lenti con trattamento Hoya BlueControl sono consigliate per chi lavora al computer, che davanti allo schermo potrà leggere meglio e con minor

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affaticamento visivo - afferma Rossella Fonte, docente al corso di laurea in Ottica e Optometria presso l’Università Bicocca di Milano - Risultano particolarmente adatte anche per i bambini, i cui occhi sono ancora delicati e vanno protetti maggiormente dalle radiazioni della luce blu, e per gli anziani, sempre più evoluti dal punto di vista informatico, ma anche più soggetti a patologie oculari». Non va, peraltro, dimenticato che il principale dispensatore di luce blu è il sole: essa, infatti, occupa una parte significativa e ad alta energia dello spettro della luce visibile. Inoltre una certa parte della luce blu, conosciuta come luce blu-turchese, rappresenta una tipologia naturale di terapia della luce: agisce come un regolatore naturale del corpo aiutando a bilanciare il nostro ciclo sonno-veglia, le performance cognitive e perfino l’umore. Tuttavia Essilor, azienda con casa madre francese, ricorda che un’importante ricerca scientifica da loro condotta, in collaborazione con l’Istitut de la Vision di Parigi, ha svelato che c’è una parte di luce blu che può essere potenzialmente nociva per la salute degli occhi: è la luce blu-viola, che ha una frequenza tra 415 e 455 nm dello spettro visibile e che presenta il più alto fattore di rischio per la degenerazione progressiva delle cellule della retina e che potrebbe condurre a importanti patologie oculari. «Per questo Essilor lancia la prima lente chiara preventiva quotidiana che offre una protezione selettiva contro tutta la luce nociva: blu-viola e raggi Uva-Uvb - dicono a Essilor Italia - La lente Crizal Prevencia, infatti, è intelligente e selettiva perché filtra, sia frontalmente sia dalla superficie interna della lente, solo la luce nociva per la salute degli occhi; consente, invece, il passaggio della luce visibile, inclusa la blu-turchese benefica

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Essilor, Crizal Prevencia

per il benessere dell’organismo. È una lente preventiva perché è la prima linea di difesa degli occhi contro i rischi da esposizione cumulata alla luce nociva. La degenerazione maculare legata all’età e la cataratta, infatti, interessano più di 350 milioni di persone in tutto il mondo, ma potrebbero raddoppiare il loro impatto nei prossimi trent’anni per effetto dell’invecchiamento della popolazione. Proteggere gli occhi dall’invecchiamento prematuro e prevenirne le conseguenze patologiche, oggi incurabili, è essenziale per tutta la popolazione: è ancora più importante per i bambini e gli adulti over 45, in quanto categorie fisiologicamente più vulnerabili agli effetti dannosi della luce nociva. Durante l’infanzia, infatti, il cristallino non ancora completamente sviluppato è molto trasparente e lascia che tutta la luce visibile (compresa la parte blu-viola nociva) e parte dei raggi Uva-Uvb penetrino nell’occhio fino alla retina; dopo i 45 anni, invece, il naturale sistema di difesa degli occhi è indebolito, svolgendo in modo meno efficace la propria naturale funzione protettiva». Ma non c’è solo la luce blu o blu-viola a tenere in ansia i “digital addicted”: anche una messa a fuoco non più ottimale, pur non ancora così conclamata, può mettere a dura prova gli occhi. Inoltre la compensazione ottica dei presbiti nelle attività che richiedono una visione particolarmente da vicino, sia con i comuni occhiali da lettura sia con le lenti progressive, potrebbe dimostrarsi poco pratica in alcune situazioni quotidiane. Così Rodenstock, azienda tedesca, prevede due

Rodenstock, Ergo

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Zeiss, Digital Lenses

diverse soluzioni: le lenti a profondità di campo e le lenti progressive per vicino e intermedio, dette anche indoor. «La prima tipologia consiste in una moderna alternativa alle lenti da lettura ed è disponibile in due diverse versioni: lenti per una distanza di visione di circa 80 cm, ideali quindi per un utilizzo alle distanze intermedie, ad esempio davanti al computer, per lavori alla scrivania o attività di bricolage, ma in grado comunque di garantire una visione nitida anche a distanza ravvicinata; e lenti per una distanza di visione di circa 40 cm, ideali per attività di lettura rilassate o prevalentemente circoscritte a distanze prossimali, senza tuttavia perdere di vista quanto c’è un poco più in là - spiegano a Rodenstock Italia - La seconda tipologia è, invece, rappresentata dalle lenti progressive indoor Ergo Rodenstock. Queste lenti, disponibili con i design Book (entro un metro), PC (ideale per l’utilizzo del computer o per la lettura di un libro) e Room (studiata per l’intero ambiente interno), possono rappresentare un’ottima alternativa sia alle lenti da lettura sia alle lenti a profondità di campo, nel caso in cui queste ultime non soddisfino del tutto le esigenze visive e posturali. Le Ergo, inoltre, possono anche rappresentare il secondo occhiale per chi già porta lenti progressive convenzionali». Un’altra azienda tedesca, Zeiss, propone un’innovativa categoria di lenti per rispondere ai bisogni di un ampio target di utilizzatori, che, fra i 30 e i 40 anni, inizia ad avvertire i primi sintomi di affaticamento visivo a causa del frequente utilizzo di dispositivi digitali. «Guar-

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dando in continuazione schermi digitali di dispositivi mobili, infatti, il numero di volte in un giorno in cui si passa dalla visione del vicino a quella del lontano aumenta considerevolmente - ricordano alla filiale italiana di Zeiss - Inoltre è riconosciuto che, per quanto la tecnologia confermi progressi a un ritmo quasi quotidiano, la leggibilità dei testi sui dispositivi mobili risulta a oggi meno nitida rispetto alla carta stampata e la distanza fra l’occhio e il dispositivo è tendenzialmente minore rispetto alla tradizionale “distanza di lettura”». Questa attività risulta particolarmente impegnativa per il muscolo ciliare, soprattutto per chi ha superato i 30 anni: il cristallino del nostro occhio perde, infatti, la sua naturale elasticità, il che induce un maggiore movimento del muscolo ciliare per compensare, con il concreto rischio di affaticamento visivo, mal di testa, visione offuscata nel vicino e nell’intermedio, secchezza oculare e dolori al collo e alle spalle. «Zeiss Digital Lenses si propone come risposta specifica all’esigenza di questo target, che sia già portatore di lenti monofocali o che per la prima volta sperimenti un diminuito comfort visivo - aggiungono - Zeiss Digital Lenses è stata progettata con una superficie ottica ottimizzata per ridurre tale stress visivo, aiutando l’occhio del trentenne o quarantenne a mettere a fuoco più facilmente: questa lente, disponibile in un’ampia gamma di materiali, anche per adattarsi alla montatura preferita, non solo rappresenta la prima risposta specifica a un’esigenza della vita moderna, ma risulta particolarmente confortevole per tutta la giornata».

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/ Over 40, quando le lenti a contatto sono una soluzione / di Giancarlo Montani*

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/ Per i presbiti oggi rappresentano un’alternativa agli occhiali: cosa bisogna sapere per la scelta più corretta / *ottico, optometrista e docente al corso di laurea in Ottica e Optometria presso l’Università del Salento a Lecce

La capacità dell’occhio di modificare il proprio potere per garantire visione nitida a tutte le distanze dipende da una lente presente al suo interno chiamata cristallino. Con il passare del tempo il cristallino diventa più denso perdendo l’abilità di modificare la propria forma e, di conseguenza, la capacità di modificare il potere dell’occhio che può portare a una progressiva difficoltà nella visione a distanza ravvicinata. Questa condizione del tutto normale dopo i 40 anni prende il nome di presbiopia e aumenta con il passare degli anni e si manifesta in tutte le persone. Sempre di più i soggetti presbiti hanno bisogno di un’efficace visione per vicino, soprattutto utilizzando sistemi digitali come computer, tablet o smartphone, e la necessità di poter disporre costantemente di una visione nitida per lontano, a distanza intermedia e per vicino è per loro un’esigenza fondamentale. La presbiopia oggi può essere corretta con successo non solo attraverso l’utilizzo di occhiali, ma anche con lenti a contatto. Negli ultimi anni questo tipologia di lenti ha avuto importanti innovazioni nelle geometrie, nei materiali e nei programmi di sostituzione (annuale, semestrale, trimestrale, mensile e giornaliera), consentendo a molti presbiti di usufruire dei benefici associati all’utilizzo di lenti a contatto, compresi quel-

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li che in passato possono non aver ottenuto risultati soddisfacenti. Questa soluzione può essere ideale per chi non vuole utilizzare occhiali o nei casi in cui le lenti da vista si appannino o non consentano un utilizzo agevole per l’attività svolta (ad esempio, un occhiale con lenti progressive utilizzato per vedere oggetti a distanza ravvicinata posti verso l’alto) o per quelli che praticano attività sportiva o all’aria aperta. Come per ogni altra applicazione di lenti a contatto, è necessario che il potenziale portatore si sottoponga a un esame oftalmologico, mirato a evidenziare non solo eventuali controindicazioni all’utilizzo di lenti a contatto, ma anche eventuali patologie che dopo i 40 anni possono presentarsi con maggior frequenza. Poiché sul mercato esistono lenti realizzate con geometrie, materiali e criteri di sostituzione differenti, il compito dell’applicatore sarà quello, una volta evidenziata la reale motivazione del soggetto a utilizzare lenti a contatto, di scegliere la miglior soluzione per l’utilizzatore in funzione delle caratteristiche della cornea, del liquido lacrimale e delle sue necessità visive. Un’opzione disponibile per i giovani presbiti che si trovano ad avere i primi problemi per la visione a distanza ravvicinata prende il nome di monovisione. Questa tecnica applicativa prevede l’applicazione di

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29 una zona centrale con il potere per vicino circondata da un anello in cui è presente il potere per lontano. Esistono, inoltre, geometrie multi concentriche in cui la zona centrale con potere per lontano è circondata da anelli concentrici che alternano il potere per vicino con quello per lontano. Un’altra geometria a visione simultanea è definita multifocale, poiché consente all’utilizzatore la possibilità di avere una visione soddisfacente a tutte le distanze (lontano, vicino e a distanze intermedie): generalmente queste lenti hanno delle superfici di tipo asferico, in cui il potere varia gradualmente dal potere per vicino posizionato al centro della lente verso quello per lontano posizionato in periferia. Le lenti a visione simultanea rispetto a quelle a visione alternata generalmente sono più grandi della cornea e più stabili e sono realizzate in materiali morbidi. Esistono anche lenti asferiche realizzate in materiali rigidi gas permeabili: in queste geometrie al centro della lente è presente il potere per lontano e sono realizzate in diametri più piccoli di quello corneale. L’applicazione delle lenti a visione simultanea può portare inizialmente alla percezione di aloni intorno agli oggetti o a una visione leggermente sfuocata, condizione che con il tempo diminuisce per effetto della capacità che il cervello ha di rielaborare nel modo migliore le informazioni che provengono dai due occhi: il tempo necessario per questa operazione dipende da soggetto a soggetto e può essere rapido oppure richiedere alcuni giorni. In conclusione è importante ricordare che con il passare del tempo le caratteristiche del film lacrimale si modificano e per migliorare la tollerabilità delle lenti a contatto può rendersi necessario l’utilizzo di sostituti lacrimali durante il loro utilizzo.

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lenti a contatto che normalmente vengono utilizzate in caso di miopia, ipermetropia e astigmatismo. Nella monovisione un occhio, generalmente il dominante, ovvero l’occhio che viene utilizzato per “prendere la mira”, viene corretto per garantire la migliore visione per lontano mentre l’altro occhio, non dominante, viene corretto in modo da garantire la visione a distanze intermedie e per vicino. A questa tecnica è associata un’elevata percentuale di successo specialmente per chi è già portatore di lenti a contatto o non ha mai utilizzato occhiali per lettura. Con la monovisione l’utilizzatore ha bisogno di un periodo di adattamento per fare in modo che il cervello impari a selezionare l’immagine di un occhio rispetto all’immagine sfuocata proveniente dall’altro occhio. A questa tecnica si associa una riduzione della percezione della profondità, rendendola non particolarmente adatta per chi deve guidare per molte ore soprattutto la sera. Un’ulteriore opzione prevede l’utilizzo di lenti a contatto bifocali, che si dividono in due categorie: a visione alternata e a visione simultanea. Le lenti a visione alternata si basano sul movimento della lente in alto e in basso davanti alla pupilla. Generalmente la parte della lente in cui è presente il potere per lontano è posizionata in alto, mentre quella in cui è posizionata il potere per vicino in basso: ad esempio, se l’utilizzatore vuole leggere il giornale ruotando gli occhi verso il basso, la parte inferiore della lente si sposta in alto coprendo la pupilla, garantendo così il potere necessario per la visione da vicino; nel momento in cui il soggetto alzerà lo sguardo, la parte inferiore della lente si sposterà verso il basso consentendo alla parte superiore con il potere per lontano di posizionarsi davanti alla pupilla. Per garantire questo effetto le lenti devono avere un diametro più piccolo della cornea ed essere realizzate in materiali rigidi gas permeabili (le lenti cosiddette semirigide). Le lenti a visione simultanea sono realizzate in modo tale da garantire contemporaneamente davanti alla pupilla il potere per lontano e per vicino. Questa tipologia di lenti può essere realizzata utilizzando geometrie concentriche in cui nella parte centrale della lente può essere presente una zona con il potere per lontano circondata da un anello in cui è presente il potere per vicino; o, viceversa, lenti in cui è presente

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/ Dottore, mi dia un buon collirio! / di Lucio Buratto*

/ Irritazioni, bruciori e congiuntiviti: sono le principali conseguenze dell’ambiente esterno sui nostri occhi. Ecco le risposte dello specialista alle domande più frequenti in questi casi /

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*oftalmologo, direttore del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano

L’occhio, per la sua posizione anatomica, è particolarmente esposto a ogni genere di aggressione ambientale: può, perciò, venire direttamente interessato da differenti eventi patologici, quali irritazione e bruciori, congiuntiviti, di varia natura e intensità. Inoltre altre manifestazioni irritative, anche di poco conto, sono dovute al fatto che gli occhi svolgono ogni giorno e continuamente un’attività funzionale che ci relaziona con l’ambiente circostante sia durante il lavoro sia nel tempo libero. Le persone che si rivolgono al farmacista per un consiglio pratico e immediato sono, quindi, sempre più numerose perché molte volte l’evento fastidioso avviene durante una passeggiata, una gita, un momento di relax o di sport e la farmacia è facilmente a portata di mano. Abbiamo di seguito riportato alcune delle più facili domande che il cliente occasionale, cioè in fondo ognuno di noi, può rivolgere al farmacista per avere un suggerimento terapeutico semplice e immediato, così da eliminare il fastidio improvviso. Quale collirio è bene tenere in casa? Come e quando devo usarlo? Un prodotto che è sempre bene avere disponibile sono le lacrime artificiali: oltre a inumidire l’occhio, lo proteggono da molti fattori irritanti. È bene applicarne, ad esempio, una goccia prima di truccarsi o struccarsi, prima di esporsi al sole o durante il lavoro al computer o prima di fare una passeggiata in una delle nostre città inquinate.

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Quando gli occhi si arrossano, bruciano o prudono, cosa significa? Cosa posso fare? Questi sintomi indicano che l’occhio ha qualche problema: nella maggior parte dei casi si tratta solo di un po’ di affaticamento dovuto a superlavoro visivo o d’irritazione dovuta a banali ma comuni agenti esterni, come polvere, smog, aria condizionata, sole, peli di animali domestici, ecc. È utile mettere una goccia di lacrima artificiale a base di acido ialuronico e un eventuale antisettico, se la sintomatologia è prevalentemente rappresentata dal rossore e bruciore, mentre si potrà adoperare un blando collirio antiallergico, ad esempio a base di feniramina o disodiocromoglicato, per eliminare la fastidiosa sintomatologia del prurito. Se la situazione non migliora nel giro di pochi giorni, è opportuno rivolgersi allo specialista per una visita completa e le cure adeguate. In generale, vanno preferiti i colliri, in confezioni monouso, poiché i flaconi multiuso, oltre ad avere conservanti, una volta aperti possono essere soggetti a contaminazioni involontarie. I prodotti in confezione monodose consentono di avere sempre un prodotto sterile e dotato delle sue caratteristiche terapeutiche ottimali. Perché mi sento gli occhi molto asciutti? L’occhio secco è un disturbo molto frequente, dovuto a scarsa produzione di lacrime (ipolacrimia): le ghiandole lacrimali non producono a sufficienza liquido e l’occhio diventa, quindi, secco, arrossandosi. I sintomi più

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Perché, quando guido l’auto con il finestrino aperto o con l’aria condizionata, gli occhi si irritano. L’abitudine è diffusissima, ma per gli occhi non è certo salutare. L’aria che entra a velocità elevata nell’abitacolo irrita l’occhio e provoca anche un’accentuata evaporazione delle lacrime; inoltre, l’aria contiene spesso polveri irritanti o piccoli corpi estranei e, comunque, infastidisce. Maggiormente esposti sono i portatori di lenti a contatto, soprattutto se usano le lenti morbide. Anche in questa situazione sono utili i colliri a base di acido ialuronico e carbossimetilcellulosa. Perché, dopo un po’ che uso il computer o che sto davanti alla televisione, ho disturbi agli occhi? Guardare a lungo la televisione o lo schermo di un computer si associa alla diminuzione della frequenza dell’ammiccamento, cioè di quel movimento involontario di apertura e chiusura delle palpebre che serve a proteggere, detergere e inumidire la superficie dell’occhio. La riduzione di questo riflesso può produrre rossore, fastidio, sensazione di corpo estraneo e di annebbiamento visivo. Ne deriva che, soprattutto per gli operatori ai videoterminali, la mancanza di condizioni ottimali del microclima nell’ambiente di lavoro (scarsa umidificazione dell’aria ambientale, aumento della temperatura per la presenza di sistemi di raffreddamento del pc, scarsi ricambi di aria, ecc), aggiunti allo stress posturale connesso, provocano alla lunga una modificazione e alterazione della lacrimazione, con un’aumentata evaporazione del film lacrimale. Oltre a brevi pause di riposo, sono quindi assolutamente da consigliare occhiali riposanti e instillazione di colliri umettanti contenenti una soluzione di cloruro di sodio o di acido ialuronico. Perché da un po’ di tempo, quando uso le lenti a contatto, gli occhi mi danno fastidio? Sicuramente i portatori di lenti a contatto devono evitare i locali molto fumosi o polverosi: sia la polvere sia il fumo, infatti, irritano molto facilmente gli occhi. E comunque è facile che chi usa per molte ore al giorno e da tanti anni le lenti a contatto abbia disturbi agli occhi. Producono gli stessi problemi anche gli ambienti in cui vi sia una temperatura eccessiva o un’umidità insufficiente o eccessiva, nonché quelli con vapori o polveri chimiche. Se si è frequentata una piscina e non sono stati indossati gli occhialini protettivi, certamente alla sera gli occhi saranno arrossati e magari anche dolenti per il contatto con l’acqua iperclorata. Un buon collirio protettivo con acido ialuronico o un’altra lacrima artificiale saranno sufficienti, nella gran parte dei casi, a riportare, per la mattina successiva, gli occhi alla loro normale funzionalità.

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comuni sono bruciore, sensazione di corpo estraneo, prurito, fastidio alla luce, difficoltà nell’apertura della palpebra al mattino e, nei casi più gravi, dolore e annebbiamento visivo. Questi disturbi aumentano in ambienti secchi, ventosi o dove sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento per la modificazione dell’umidità nell’ambiente. In tale situazione si pratica di solito una terapia sostitutiva o una terapia correttiva a base di colliri o gel (lacrime artificiali), formati da sostanze che possiedono l’azione detergente, lubrificante e umidificante simile alle lacrime naturali. Ho gli occhi sporchi e appiccicosi da 3-4 giorni: cosa può essere? Cosa posso fare? Si tratta quasi sempre di una congiuntivite. Spesso l’origine risale alla frequentazione di ambienti promiscui, come asili, scuole, piscine, palestre, dove bambini o anche adulti possono facilmente trasmettere l’infezione attraverso il contatto diretto o tramite asciugamani. Un collirio antibiotico è il più indicato e può, in molti casi, risolvere il problema: quelli ad ampio spettro, quali la levofloxacina, l’acido fusidico, la netilmicina, l’azitromicina o la tobramicina. sono tra i più indicati. Sono stato al sole senza occhiali e ho gli occhi irritati, cosa posso fare? Esporre gli occhi al sole senza protezione, al mare, in montagna o semplicemente anche in città, può creare fastidi e produrre sensazioni di discomfort visivo, in aggiunta a possibili altre manifestazioni patologiche. È importante, quindi, portare sempre occhiali protettivi, soprattutto al mare o in montagna, specialmente se c’è la neve, perché i raggi ultravioletti arrivano con maggior intensità che in città. È opportuno anche in questi casi disporre di colliri umettanti a base di acido ialuronico e idrossimetilcellulosa o ipromellosa per migliorare la qualità della superficie oculare. Perché, dopo essermi truccata o struccata, gli occhi mi danno fastidio? Succede perché una parte del prodotto può andare a contatto con i tessuti della parte anteriore dell’occhio e irritarli con comparsa di arrossamento e disturbi lacrimali. Occorre fare attenzione che nulla entri negli occhi, più precisamente dentro il sacco congiuntivale. È importante anche evitare che le varie creme per il viso vadano a contatto con l’occhio: possono essere molto irritanti perché la loro composizione è studiata per un assorbimento cutaneo. In questi casi può risultare molto utile e protettivo un collirio umettante solo a base di acido ialuronico o una soluzione lipidica che ristrutturi il film lacrimale, da utilizzare preferibilmente prima di truccarsi o struccarsi.

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/ Ingrandire e illuminare: così migliora la vista (e la vita) / di Angelo Magri

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/ Un’azienda di Genova, nata meno di due anni fa, ha lanciato un occhiale capace di rispondere ai bisogni degli ipovedenti, che in Italia sono un milione e mezzo di persone /

Oggi l’ipovisione, soltanto in Italia, affligge circa un milione e mezzo di persone. In Europa questa cifra si attesta intorno ai 25 milioni, mentre nel mondo sono dieci volte tanto. Per questi 250 milioni d’individui, oltre il 60% dei quali ha un’età superiore ai 50 anni, la principale causa dell’ipovisione è la degenerazione maculare, conosciuta anche come maculopatia. Quando si parla d’ipovisione si fa riferimento a persone che hanno una capacità visiva sotto i tre decimi. «Rischio di cadute due volte superiore alla media, di depressione tre volte superiore e addirittura di frattura da quattro a otto volte: sono alcuni dei più evidenti risultati dell’impatto individuale e sociale dell’ipovisione, cui si aggiunge una significativa riduzione dell’autonomia», spiega Michele Jurilli, oggi alla guida di Fonda, start-up genovese nata nel gennaio 2012 da Optics International, impresa del capoluogo ligure specializzata nella correzione di patologie invalidanti della vista, con l’utilizzo di strumenti ottici elettronici, e che lavora con atenei e centri di ricerca. Fonda prende il nome da Gerald Fonda, optometrista statunitense che fu tra i pionieri degli studi sugli ipovedenti, già una sessantina di anni fa, coniando il termine “low vision” e fondando una clinica specializzata per il problema, la Light House. Biagio Jurilli, padre di Michele, optometrista, è stato allievo di Fonda e oggi è a capo di Optics: una famiglia, dunque, che ha deciso di fare della lotta all’ipovisione una missione di vita e professionale. «Ingrandire e illuminare: sono queste due attività, tanto semplici quanto importanti, che possono mi-

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Nelle foto in queste pagine alcune funzioni d’uso del Leddles, prodotto dalla Fonda di Genova

gliorare la qualità della visione e, di conseguenza, della vita alle persone ipovedenti – dice Michele Jurilli – Ecco perché ci siamo subito lanciati in questa direzione, studiando il primo occhiale ingrandente e illuminante al mondo». Il suo nome è Leddles e integra lenti e sistemi ottici, anche di elevato potere ingrandente, a un circuito elettronico ingegnerizzato per produrre una luce di quantità e qualità costante. In questo modo aiuta le persone con vista fragile a svolgere le attività primarie del quotidiano: leggere il giornale, bollette e medicinali. Ma per leggere non sono sufficienti i classici occhiali ipercorrettivi? «L’occhiale prismatico ipercorrettivo, invenzione proprio di Gerald Fonda, è stata la prima rivoluzione nel campo dell’ipovisione negli anni ’50 – ricorda l’imprenditore genovese - Lo stesso Fonda raccomandava, però, un’illuminazione adeguata per utilizzare i suoi occhiali. Oggi la tecnologia ci ha permesso di fare un nuovo passo avanti: grazie alla luce integrata, la persona che indossa i Leddles ha il proprio campo visivo sempre illuminato, ovunque si trovi. Quindi non è più legato alla sua

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unica postazione in casa, ma può liberamente leggere qualsiasi informazione in qualsiasi luogo, ad esempio orari di mezzi pubblici, scontrini o date di scadenza su prodotti. E anche scrivere. Più in generale, la parola autonomia è la chiave di questo ausilio: autonomia nelle attività di tutti i giorni, negli hobby, come fare la maglia, il decoupage o il modellismo». Questo nuovo prodotto è oggi presente non solo in Italia, ma un po’ in tutta Europa, con Francia, Germania e Norvegia tra i paesi in cui il successo è stato finora maggiore. Tanto che il Leddles si addice certamente agli ipovedenti, ma anche a quelle categorie professionali che necessitano di una visione da vicino ingrandita e fortemente illuminata. «Per primi sono stati gli oculisti ad accorgersi dell’utilità di questo strumento, ad esempio per piccoli interventi chirurgici o per analisi delle vie lacrimali – rivela Jurilli - Grande entusiasmo si è poi manifestato in dermatologia, dove alcuni professionisti hanno avuto l’opportunità di utilizzare il Leddles, rilevando la possibilità di lavorare con maggiore precisione e velocità».

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/ Rossi: i medici di Milano e provincia sempre più vicini alla gente / di Angelo Magri

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/ La salute e il benessere, visivo e non solo, sono al centro dell’attività dell’associazione professionale, che con circa 24 mila iscritti è una delle più grandi in Italia. E che oggi punta su nuove partnership e aggiornamento costante per rispondere alle esigenze della popolazione /

«Molti sono i cittadini che, prima di recarsi da un professionista, chiamano i nostri uffici o consultano il nostro sito per conoscere qualche dato in più sul medico prescelto. Molti sono anche i cittadini che segnalano atteggiamenti di dubbia professionalità in capo agli iscritti, atteggiamenti vagliati e soppesati, poi, dalle Commissioni disciplinari che, l’una per i medici chirurghi, l’altra per gli odontoiatri, mandano assolti o puniti i propri iscritti sempre nel totale rispetto della deontologia medica». Così Roberto Carlo Rossi, 49 anni, il più giovane presidente nella storia dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, in carica dal gennaio 2012 fino al prossimo anno. Rossi tiene, peraltro, a sottolineare che l’Ordine da lui presieduto non è solo questo. «Se, da un lato, siamo chiamati a sorvegliare sulla deontologia, dall’altro ci dedichiamo con grande dedizione alla formazione e all’aggiornamento dei colleghi – dice - L’Ordine organizza, in media, un corso di formazione alla settimana, si dedica, unico in Italia, al perfezionamento dei medici e degli odontoiatri nel campo della deontologia e dell’etica del comportamento professionale, ha un particolare occhio di riguardo per i giovani colleghi che, entrati nel mondo del lavoro, trovano nei nostri uffici le risposte ai loro, tanti, quesiti e conquistano, grazie alle nostre “Serate giovani” appositamente organizzate con alcuni componenti del Consiglio, la

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fiducia e la forza per poter affrontare anche i problemi più pratici attinenti la professione». Sotto la nuova presidenza l’Ordine milanese si è anche “aperto” all’utenza finale. «Sembra strano non fosse mai stato fatto prima, ma da quest’anno organizziamo incontri con il pubblico su varie tematiche: “Internet e medicina”, “Sanità in prima pagina”, “Il corpo tra filosofia e medicina”, ad esempio – ricorda Rossi – Siamo, inoltre, sempre molto impegnati nel far conoscere ai più il pensiero del Consiglio, dove riteniamo giusto esprimerci a supporto o in contrasto con decisioni politiche riguardanti il mondo sanitario. Ancora in un’ottica formativa, manteniamo stretti contatti con l’Università degli Studi di Milano, per dare il nostro fattivo apporto nei tirocini che i laureati devono frequentare e per molte altre tematiche: è allo studio, ad esempio, un corso di perfezionamento sui maltrattamenti ai bimbi e in famiglia, che, speriamo, possa preparare i medici a riconoscere precocemente i segni di questa immonda piaga e a intervenire con competenza e decisione. Abbiamo, infine, costituito uno sportello cui il cittadino può rivolgersi per avere chiarimenti in merito alla prescrittibilità di farmaci, alla normativa riguardante la certificazione, in particolare quella dell’assenza dal lavoro per malattia, alla trascrivibilità di prestazioni consigliate dai medici specialisti da parte dei medici di famiglia, all’invalidi-

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Roberto Carlo Rossi, 49 anni, presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano

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tà civile e altro ancora». È proprio alla luce di tutti questi servizi offerti ai professionisti iscritti e alla comunità dei pazienti che l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano ha ritenuto «gravemente lesa» la figura del medico chirurgo dalla campagna pubblicitaria dell’azienda di occhiali Glassing, la cui storia è stata raccontata sul numero del 28 giugno scorso di questa stessa pubblicazione. «L’immagine di un medico chirurgo, bisturi in mano e stetoscopio al collo, in intonsa divisa verde e guanto di lattice, strideva con l’altra affiancata, del medesimo medico chirurgo in camice, ahimè, non più bianco ma lordato di schizzi di sangue stile Dexter, l’“accattivante” serial killer americano dell’omonima serie televisiva – afferma Roberto Carlo Rossi - L’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, che mi pregio di presiedere, è un ente di diritto pubblico che, quale fine primario, ha la tutela della collettività: nessuna corporazione, quindi, e nessuna lobby, ma un ente attento che vigila e verifica che i propri iscritti abbiano i giusti e richiesti titoli per esercitare la professione medica. E la determinazione con cui, anche in questo caso, abbiamo voluto difendere la figura del medico chirurgo è la stessa che ci contraddistingue in ogni nostra attività, sia essa difensiva o di supporto ai nostri iscritti».

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/Shopping Autunno inverno 2013 2014 di Luisa Espanet

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/È regina incontrastata della stagione fredda. La pelliccia veste numerosi accessori femminili, dalle scarpe alle borse fino alle aste degli occhiali. L’uomo predilige, invece, uno stile più sportivo, contaminato da dettagli tipici dell’abbigliamento da montagna. Infine, tweed e tartan, i tessuti più in voga in questo periodo /

ZEISS / Protezione totale contro raggi Uv, riflessi e agenti atmosferici, una struttura resistente e flessibile anche alle basse temperature per la maschera da sci della serie Multilayer dal design sobrio e pulito. Il modello può essere completato da un pratico inserto ottico con poteri graduati secondo le diverse necessità

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/ La montagna in città / / Chissà se in omaggio ai sessant’anni

della scalata dell’Everest o perché i ghiacci si ritirano e questo potrebbe essere l’ultimo secolo con l’ inverno. Dettagli dell’abbigliamento da alpinista entrano nel vestire dell’uomo metropolitano e si ritrovano sugli accessori, occhiali compresi /

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01. TRUSSARDI / Dal giaccone al polacchino fino all’occhiale, tutto è a prova di sottozero / 02. BERLUTI / Suola carrarmato, fibbia e lacci da alpinista per lo scarponcino in pelle / 03. VUARNET / Protezioni in pelle anti riflesso per gli occhiali Glacier con aste metalliche / 04. ORCIANI / Lo zaino in pelle, effetto invecchiato, sostituisce la cartella

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05. TAG HEUER / Profili arancioni per gli occhiali in acetato a prova di riverbero / 06. EMPORIO ARMANI / Cassa in acciaio inox e massima robustezza per l’orologio automatico / 07. TOD’S / Allacciatura tecnica da scalatore anche per la seria stringata da completo / 08. SALVATORE FERRAGAMO / Schermatura laterale in pelle per gli occhiali con inserto tartarugato

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/ Passioni animali / / Che sia ecologica, vera o stampa a effetto,

la pelliccia continua a essere tra i protagonisti più apprezzati dell’inverno. E non solo per mantelli, colli, cappelli, ma anche per scarpe, borse e addirittura occhiali /

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01. GUCCI / Dal colletto alla borsa, fino alle scarpe: Jennifer Lopez punta sull’animalier / 02. COLLECTION PRIVÉE / In visone il polacchino con tacco / 03. CONTEMPORARY HEROES / Dalla collezione Recycle, modello con lenti verdi e acetato stampa animalier / 04. BANANA REPUBLIC / Maglia tipo norvegese e pelliccia per il nuovo colbacco

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05. FURLA / In pelliccia anche la borsa a bauletto / 06. GERMANO GAMBINI / Linea “i Leggeri�, color tartaruga, lenti a specchio e materiale biodegradabile per il modello GG35 / 07. SANTINI / Cavallino stampa ghepardo per lo stivaletto anni Sessanta / 08. FENDI / Volpe color arancio sulle aste degli occhiali

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01. MOSCHINO / Il pi첫 conosciuto dei tartan per la giacca e la tracolla / 02. LINDBERG / Montatura sottile stampa tweed / 03. NAU! / Stampa tartan solo sulle aste / 04. BORSALINO / Creato per lui, ma perfetto per lei, il basco

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/ Tartan tweed / / Grande ritorno dello scozzese, sia quello storico legato ai clan sia di fantasia. A rubargli la scena sulle passerelle donna, sempre pi첫 agguerriti, il tweed e gli altri tessuti della tradizione maschile /

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