B2eyes Magazine 7/2014

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N72014 Vieni a scoprire perchĂŠ 1500 centri ottici si sono affidati a noi. www.vision-group.it

Entra a far parte di Vision Group: potrai conoscere il nostro modo di lavorare, scoprire le peculiaritĂ dei diversi livelli di affiliazione e gli strumenti ideali per il tuo business. Da oggi anche sul web con un nuovo sito, navigabile d a qualunque dispositivo.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Luglio/Agosto 2014 numero 7 www.b2eyes.com In copertina Vision Group

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n72014 Vieni a scoprire perché 1500 centri ottici si sono affidati a noi. www.vision-group.it

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Editore Fge Srl Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14040 Moasca (AT) Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Grafica e impaginazione Meloria Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

B2TRADE Editoriale Lenti a contatto: cosa c’è oltre i botti? 3 Attualità Lac, la scommessa è sulle giornaliere 4 A opti anche un personal coach per gli espositori 6 Abati: una scuola che… fila come un treno 10 Amici per la Vista, premiati dieci centri VisionOttica 14 Zaccagnini-Aston University, stage per il corpo docente 16 Ipovisione: il contributo dell’analisi e anamnesi pato-visiva 22 L'importanza di “big data” per il centro ottico 24 Amarcord Anche il Doge, senza saperlo, usava occhiali contro gli UV 30

B2STYLE Moda Lo famo strano? 36 Questo occhiale ha stoffa! 38 B2EXPERT Meditazioni Comunicare è bello 40 Spilli Quando il diavolo… fa anche i coperchi 44 B2TECH Lenti oftalmiche Filab: quando le lenti hanno anche un cuore italiano 46 Perché le Sensity di Hoya “rispettano” il colore 48 Zeiss Academy, con la formazione si cresce a doppia cifra 50

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Editoriale

LENTI A CONTATTO: COSA C’È OLTRE I BOTTI? di Angelo Magri

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’anno sociale si chiude con due botti nell’unica merceologia dell’ottica che sta registrando performance positive. Con un incremento nel sell out del 2% a maggio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le lenti a contatto disposable, trainate ancora una volta dalle giornaliere (+4%), si confermano una panacea per gli ottici italiani, che avranno accolto con interesse la notizia dell’acquisizione di Sauflon, a fine giugno, da parte di CooperVision: un po’ come se Chelsea e Atletico Madrid si fossero uniti per contrastare la concorrenza di Real Madrid (fuor di metafora, Johnson & Jonhson) e Barcellona (idem, Alcon) e puntare, più forti e strutturati, a vincere la Champions League (che nel nostro caso sarebbe la supremazia nel segmento di mercato delle daily). Pochi giorni dopo questa notizia, eccone un’altra che ha riempito le pagine di siti web e giornali anche non specializzati: Novartis, il colosso farmaceutico che circa quattro anni fa ha rilevato Alcon, sigla un accordo con Google per realizzare lenti a contatto ipertecnologiche, con finalità terapeutiche e correttive. Dopo i Google Glass, quindi, avremo anche la smart lens. Felici di leggere queste informazioni, certi che il settore delle disposable si consoliderà a livello planetario e speranzosi quindi che darà loro, di riflesso, ulteriori soddisfazioni, gli ottici italiani vorrebbero anche sapere cosa succederà, in virtù di queste operazioni, nel piccolo mondo antico che è il nostro paese. I vertici nazionali di Cooper e di Sauflon, seppur incalzati dalla nostra testata, tacciono o, nella migliore delle ipotesi, nicchiano e rimandano dichiarazioni. Assottica, l’associazione confindustriale che rappresenta i sei big delle disposable in Italia, due dei quali sono proprio i gruppi coinvolti nell’operazione, rinuncia a prendere posizione (ma, nel frattempo, diffonde presso le testate specializzate il decalogo del buon utente finale per la manutenzione delle lenti a contatto in estate…). A che servono i botti di fine anno, se poi, tornati alla quotidianità, tutto resta uguale a prima, solo con un po' più di frastuono nelle orecchie? Risposte, serie, concrete e sincere: di questo hanno bisogno i professionisti italiani, quelli che ancora credono nella contattologia e, proprio per tale motivo, l’approfondiscono con corsi, convegni, eventi, in Italia e all’estero. Risposte sul mercato, su come cambierà la distribuzione, sulle opportunità delle tanto sbandierate sinergie annunciate nei comunicati aziendali, su che tipo di offerta professionale le nuove squadre in campo saranno in grado di dare. Con la speranza di non trasformarsi in spettatori delusi sugli spalti…

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Attualità

LAC, LA SCOMMESSA È SULLE GIORNALIERE Non solo sferiche, ma anche toriche e multifocali: questo segmento ha mostrato una crescita del 4% nel maggio scorso rispetto all’anno precedente. E i colossi dell’industria si muovono in tale direzione di Angelo Magri

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ianni Cossar, Global Director sion-Sauflon consolida ulteriormente il quadro Eyewear and Optics di GfK Retail di queste macro variabili industriali». and Technology, ricorda che, par- Cosa cambierà con questa operazione sul merlando a livello macro industriale, il cato italiano delle lenti a contatto disposable, mercato delle lenti a contatto si trova nella fase in particolare quelle giornaliere? «Questa opedi shake-out, la fase collocata razione va sicuramente vista tra growth e maturity e carata medio-lungo termine, è coterizzata da un forte fermento. munque verosimile immagi«Il mercato rimane normalnare che la posizione strategimente in leggera crescita, la ca di Cooper si rinforzerà, sia penetrazione della categoria in Italia sia nel resto del monaumenta o si consolida, il budo - dice Cossar - Bisognerà siness tende a concentrarsi anche vedere come Cooper sempre di più nelle mani di deciderà di integrare o gepochi player davvero globali, stire operativamente Sauflon le private label assumono una a livello globale, questi sono rilevanza sempre maggiore processi che richiedono tem– afferma il manager della po. Nello specifico il mercato società di ricerche di mercaItaliano si è sempre dimostraGianni Cossar, Global Director Eyewear and Optics di GfK Retail and Technology to - L'acquisizione CooperVito sensibile alle innovazioni

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Attualità

di prodotto, per cui ci si può sicuramente attendere un leverage tecnologico importante. Dopo il lancio di Total1 da parte di Alcon e di MyDay da parte della stessa CooperVision, ecco che il panorama competitivo trova ulteriore slancio. Sauflon, sebbene con penetrazioni contenute, si è sempre distinto in questo contesto per aver puntato da subito sull'innovazione tecnologica. Da questo punto di vista è ipotizzabile che Cooper rafforzi il proprio posizionamento sul mercato, facendo potenzialmente leva appunto su questi prodotti». Dal punto di vista del portafoglio prodotto che lettura si può dare di questa operazione? «Il mercato delle lenti giornaliere gode di particolare buona salute: in tutto il mondo stiamo registrando un progressivo sviluppo di questo segmento, nel quale le sferiche giocano un ruolo di primo piano e che mostra maggiore vivacità con importanti novità di prodotto, soprattutto legate ai materiali più innovativi – sottolinea il manager di GfK – Cooper è uno dei player globali che hanno intercettato questo trend con importanti investimenti, ma il mercato delle giornaliere vede anche interessanti performance delle toriche e persino delle multifocali. L'acquisizione di Sauflon appare, pertanto, perfettamente sinergica per Cooper dal punto di vista prodotto». Dopo il buon primo trimestre 2014 (vedi b2eyes magazine n. 5) continua, infatti, il trend positivo del sell out di lenti a contatto in Italia, che a maggio ha fatto segnare, secondo i dati GfK, un incremento in valore superiore al 2% rispetto a maggio 2013. «Il traino, anche in questo caso,

è rappresentato dalle lenti giornaliere, che registrano un aumento del 4% rispetto al maggio di un anno fa – spiega Cossar – L’innovazione tecnologica, legata soprattutto al silicone hydrogel, e il lancio di nuovi prodotti hanno dato un contributo fondamentale alle buone performance del comparto. Ai trend positivi delle giornaliere sferiche, dove la penetrazione del silicone inizia a essere interessante visto l’incremento di importanza dei prodotti recentemente lanciati, si sommano le performance ancora più positive dei comparti ancora in sviluppo, cioè toriche e multifocali, che sono tornati a essere trampolino di lancio di nuovi prodotti da parte dell’industria».

PERCHÉ COOPERVISION HA RILEVATO SAUFLON Alla fine di giugno The Cooper Companies Inc e la Sauflon Pharmaceuticals Ltd hanno firmato «un accordo definitivo per l’acquisto da parte di Cooper Companies Inc dell’intero capitale azionario della Sauflon Pharmaceuticals – si legge in un comunicato sul sito di Sauflon Italia - L’operazione è preposta all’approvazione da parte delle autorità competenti e verrà completata entro la fine dell’anno fiscale 2014. È Il momento giusto perché il segmento delle giornaliere è quello che sta crescendo maggiormente a livello globale e questa acquisizione darà la possibilità alla CooperVision di essere il primo produttore globale di lenti a contatto, in grado di offrire la gamma più completa di lenti giornaliere in materiale hydrogel e silicone hydrogel, insieme a un'altrettanto completa gamma di soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto».

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Attualità

Uno scatto da opti 2014: il prossimo appuntamento con il salone bavarese sarà dal 9 all'11 gennaio 2015

A OPTI ANCHE UN PERSONAL COACH PER GLI ESPOSITORI È una delle novità proposte dalla fiera tedesca per la prossima edizione, insieme all’ampliamento e all’internazionalizzazione dei servizi per i visitatori di Angelo Magri

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on opti, attraverso le parole di Dieter Dohr, presidente di GHM, la società organizzatrice, iniziamo un percorso per spiegare agli ottici italiani caratteristiche e opportunità delle principali fiere di settore. Che cosa offrirà l'edizione di gennaio 2015 di opti ai suoi visitatori? La rassegna opti è la prima fiera dell’anno e

anche un perfetto inizio per gli ottici e optometristi europei. Le aziende puntano sulla fiera di Monaco di Baviera e la utilizzano per presentare nuovi modelli e tecnologie. Per il 2015 abbiamo in serbo nuove offerte per i visitatori, per renderli pronti per il futuro. In questo senso renderemo i passaggi tra i diversi padiglioni delle vere e proprie piattaforme per il trasferimento di conoscenze. Punti forti già esistenti,

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“La logica ti porta da A a B. L'immaginazione ti porta ovunque.� Albert Einstein

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Attualità come l’opti-Forum, verranno de: l’obiettivo è preparale per ottimizzati dal punto di vista una perfetta partecipazione della specializzazione tecnica. alla fiera. L’anno prossimo ci saranno Perché un ottico o un oppiù esperti internazionali, ad tometrista italiano doesempio nel marketing o nello vrebbe visitare opti? shop-design, che terranno inGli ottici e gli optometristi itaterventi in occasione della fieliani apprezzano il gusto di ra. Tutte le relazioni, le analisi questa fiera e puntano sui nue gli studi presentati saranmerosi vantaggi che propone: no tradotti in lingua inglese. una panoramica delle novità I visitatori potranno ottenere all’inizio dell’anno, presentamaggiori informazioni a partizioni stimolanti e altamente re da ottobre, visitando il sito qualitative delle nuove colleinternet della fiera. zioni e tecnologie, una perfetE cosa proporrà, invece, ta organizzazione all’interno agli espositori? dei quattro padiglioni, elevaQuesta fiera si è guadagnata qualità delle aziende, chiata una reputazione eccellente re indicazioni nei padiglioni proprio nell’ambito dei servizi ed eccellenti, rapidi e sempliDieter Dohr, presidente di GHM e dell’organizzazione. Il nostro ci collegamenti del polo fieriobiettivo è garantire l’elevata soddisfazione stico con il centro città e con l’aeroporto, che anche negli anni a venire dei nostri espositori, offre frequenti voli verso e dalle maggiori città che supportiamo con un’offerta ancora più am- italiane. Ne consegue un’esperienza fieristica pia. Una novità è, ad esempio, “optiCONSUL- ampia, innovatrice nel suo settore e creatrice TING”, il programma di tendenze, dalle lendi workshop gratuiti ti oftalmiche alle lenti LA SVOLTA 10 ANNI per tutti gli espositori a contatto, passando DOPO LA SUA NASCITA registrati, in cui una per apparecchiature La rassegna opti si svolge con frequenza annuaserie di esperti sarantecniche, shop-design le all’inizio della stagione nel centro fieristico di no a disposizione per e low vision, fino a Monaco di Baviera. «Come appuntamento interrispondere a quesiti nuovi marchi, design nazionale per il mondo dell'ottica e dell'occhialeria, importanti sulla pree materiali. Le magil salone propone a un pubblico specializzato una gamma completa di montature, lenti oftalmiche , parazione della fiegiori realtà aziendali, lenti a contatto, sistemi per ipovedenti, arredi per ra e le operazioni di provenienti da tutti i negozi e apparecchiature tecniche, occupando follow-up, il bilancio settori, parteciperanquattro padiglioni del quartiere fieristico – spiegae la pianificazione deno a opti, così come no gli organizzatori – Così opti è la vetrina ideale gli stand. Offriamo, entusiasmanti nuove per la presentazione di anteprime e nuove linee di inoltre, un servizio di entrate. Oltre che alla prodotti, sia per i grandi marchi sia per le start up». personal coaching e fiera, almeno una giorDal 2008 il salone bavarese viene organizzato dalla speciali corsi di fornata dovrebbe inoltre società GHM Gesellschaft für Handwerksmessen, mazione in-house per essere dedicata a visicon una crescita costante di espositori e visitatori espositori, pensati su tare una delle città più e un evidente salto di qualità rispetto alla gestione misura per le esigenbelle al mondo, Monaprecedente, la cui prima edizione si svolse nel 1998. ze delle diverse azienco di Baviera.

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Attualità

ABATI: UNA SCUOLA CHE… FILA COME UN TRENO Quasi 70 iscritti al primo anno scolastico, già oltre 150 a due mesi dall’avvio del secondo: i numeri sono dalla parte della Scuola Internazionale di Ottica-Optometria, avviata nell’ottobre 2013 sul primo binario della stazione di Firenze di Angelo Magri

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n anno fa, quando se ne cominciava a parlare, erano in pochi quelli che ci avrebbero scommesso qualcosa: una nuova scuola professionale di ottica e optometria, per di più in una regione, la Toscana, che vedeva già una realtà formativa storica e autorevole come l’IRSOO. Tra i pochi a scommetterci c’era Silvano Abati, oltre 30 anni di direzione nello stesso istituto di Vinci e subito dopo al Fermi di Perugia. È lui stesso, in qualità di direttore, che sintetizza un anno di attività della Scuola Internazionale di Ottica e Optometria, voluta dalla Confcommercio Toscana e situata al binario 1/A della stazione di Santa Maria Novella a Firenze.

Il direttore della nuova scuola fiorentina, Silvano Abati

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Come valuta questo primo anno di attività? La S.I.O.O. nasce dalla volontà congiunta della Confcommercio Toscana e di altri operatori del settore per rispondere a esigenze concrete che si fanno sempre più pressanti nel settore dell’ottica. L’obiettivo primario della scuola è, infatti, quello di dar vita a una realtà in grado di formare operatori altamente qualificati e tali da soddisfare le necessità di una popolazione che sta sempre più invecchiando, oltre a sapersi rapportare con professionalità e competenza con la classe medica. Fare una valutazione su un primo anno di attività di una realtà così complessa, come la gestione di una scuola di

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Attualità Ottica e Optometria, non è cosa semplice: sicuramente i risultati, che valutiamo decisamente positivi, devono ricollegarsi all’aver potuto disporre di un team di docenti che da anni collaborano tra loro nel portare avanti realtà formative importanti. Diamo qualche numero: studenti iscritti, docenti, aule, strumentazione, ecc. Le autovalutazioni positive sono per noi evidenti: nonostante la mancanza di una campagna pubblicitaria e con locali consegnati a metà settembre 2013, il 6 ottobre abbiamo dato avvio ai corsi in una struttura che era già in grado di avere uno standard qualitativo di tutto rispetto. I numeri parlano da soli: dispo-

Quali attività collaterali ha organizzate la scuola? E quali gli obiettivi per il prossimo anno scolastico? In questi primi 8 mesi di attività abbiamo anche iniziato a fare corsi di aggiornamento per gli operatori del settore che hanno visto le prime 115 presenze. Un settore che sicuramente ci ha premiato se, a oggi, abbiamo già oltre 150 iscrizioni per il prossimo anno scolastico e stiamo operando per raddoppiare i locali e per attivare un convitto per gli studenti provenienti da fuori sede. Da ottobre saranno, inoltre, attivi servizi dedicati per studenti, come il tutoraggio ad personam e lo studio guidato in biblioteca su materie da approfondire a richiesta dell’interessato. Insomma, il motto che accompagna sin dalla sua nascita la S.I.O.O. “Crea il tuo futuro e aggiorna il tuo presente” credo rispecchi appieno la volontà della Confcommercio Toscana, unita alla passione e all’impegno di tutti coloro che operano all’interno della scuola.

nibilità di tre aule di oltre 30 metri quadrati ciascuna, di tre locali strutturati con le più moderne attrezzature per la pratica di Optometria, un locale per la Contattologia, un locale per il laboratorio di Ottica, una sala per i docenti, una segreteria, un front office e altri tipi di servizi ancora. Il tutto per la gestione di 42 studenti di Ottica con accreditamento Mentore, il Centro assistenza tecnica e formazione professionale di Confcommercio Toscana, e 24 studenti di Optometria: per lo standard di qualità che ci siamo imposti le classi di ottica sono state tre e quelle di Optometria due.

Una delle aule e, sopra, parte delle attrezzature optometriche presenti alla S.I.O.O. di Firenze

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Attualità

AMICI PER LA VISTA, PREMIATI DIECI CENTRI VISIONOTTICA Sono quelli maggiormente distintisi quest’anno per l’impegno nel favorire il dialogo tra classe medica e area tecnica di Angelo Magri

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ai come in questo momento è stato forte lo spirito di collaborazione tra l’area medica e l’area tecnica. Ne è assolutamente convinto Carlo Redaelli, che dei rapporti tra le due categorie è responsabile all’interno di Vision Group con il programma “Amici per la Vista”. «La crisi economica ha svolto un ruolo significativo anche nella dinamica tra oftalmologi e ottici – spiega Redaelli – Oggi gli oculisti riconoscono ancora di più che avere un interlocutore valido e professionale è di grande importanza per entrambe le figure, con ricadute positive anche sui ricavi che derivano dalle rispettive attività». L’ultimo appuntamento pubblico di “Amici per la Vista” è stato il congresso internazionale della Società Oftalmologica Italiana, che si è tenuto alla fine di maggio a Milano: agli eventi della SOI, del resto, il programma di Vision Group è da anni una presenza fissa. «Abbiamo presentato alla classe medica le montature Contemporary Heroes, l’housebrand di Vision Group, in abbinata alle lenti oftalmiche Nakyma, l’altro marchio di proprietà del nostro gruppo – racconta Redaelli – E non solo: cinquanta oftalmologi che hanno visitato il nostro stand e hanno seguito la presentazione sono stati sorteggiati e hanno ricevuto in omaggio un occhiale completo». Pochi giorni dopo la chiusura del Congresso SOI si è svolta la convention di VisionOttica, il premium brand di Vision Group, ai primi di giugno a Malta. «In quest’occasione, durante la serata di gala che si è svolta nella suggestiva am-

bientazione dell’Antica Infermeria dei Cavalieri di Malta, a La Valletta, abbiamo voluto premiare i colleghi che in quest’ultimo anno si sono particolarmente impegnati nel favorire o valorizzare il rapporto con l’area medica», sottolinea Redaelli, che ha personalmente consegnato i premi. Lungo e prestigioso l’elenco dei centri ottici e dei professionisti che hanno ricevuto questo riconoscimento: VisionOttica Cesana nella persona di Gianni Cesana, VisionOttica Centrale con Franco Lotto, VisionOttica Cieffe con Fabio Concone, VisionOttica De Angeli con Michela Pogliani, VisionOttica DueEmme con Davide Michielan, VisionOttica Longoni con Jeff Longoni, VisionOttica Lucas con Luca Pizzitola, VisionOttica Moretti con Massimo Moretti, VisionOttica Ramundo con Jessica Ramundo e VisionOttica Stelvio con Paolo Bianchi.

Carlo Redaelli, a destra, premia i dieci centri VisionOttica alla convention dell’insegna, che si è svolta dall’1 al 3 giugno a Malta

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Attualità

Al centro, Hayes e Lamb, affiancati dai tutor e docenti del corso: da sinistra: Anto Rossetti, Fabrizio Zeri, Luigi Lupelli, Mauro Zuppardo, Marialuisa Martelli e Pietro Gheller; in prima fila, da sinistra, Danilo Fatelli e Giorgio Righetti, direzione e membri dello staff tecnico I.B.Zaccagnini nel progetto di collaborazione con Aston University

ZACCAGNINI-ASTON UNIVERSITY, STAGE PER IL CORPO DOCENTE Con due seminari a inizio luglio si è concluso l'iter, avviato a gennaio, di aggiornamento dei docenti del corso di laurea "BSc in Optometry and Clinical Practice (with Honours)" alle metodologie didattiche dell’università di Birmingham a cura della redazione

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l 2 e 3 luglio, nell’aula “ZBS Convegni” dell’Istituto Zaccagnini di Bologna, si sono tenuti due stage cui hanno partecipato gli insegnanti del corso di laurea, la direzione e lo staff tecnico-didattico che ha concluso l’accordo di collaborazione con Aston University e ne sta seguendo la realizzazione in Italia: con quest’ultima tap-

pa prende, di fatto, il via l’anno accademico 2014-2015. Uno stage era focalizzato sui «principi sociali e giuridici ai quali sono ispirati i rapporti fra istituzione scolastica, docenti e studenti dell’università di Birmingham – spiegano allo Zaccagnini – Questi principi, che traggono origine dall’“Equality Act”, il quale ispira la legislazione inglese in materia di

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Attualità

Uno scorcio del campus all’interno dell’ateneo di Birmingham

uguaglianza dei diritti civili e di contrasto alla discriminazione di ogni tipo, sono stati recepiti come una delle condizioni per la definizione dell’accordo di collaborazione». L’altro stage, invece, ha riguardato «l’adozione dei contenuti e dei metodi didattici residenziali, di gruppo, pratici e clinici in uso all’Aston University – dicono all’Istituto bolognese – Lo stage ha rappresentato il momento conclusivo dell’iter di formazione all’uso dei metodi didattici dell’Aston University, avviato con la prima riunione del gennaio scorso». La didattica dell’ateneo britannico si basa su due strumenti base. «Quello dei moduli per il design della didattica, ispirato alla ciclicità del metodo Kolb e sull’impiego del V.L.E., cioè dell’ambiente didattico virtuale, che si avvale di un mega database, denominato Blackboard: questo costituisce il tessuto connettivo di tutta la didattica accogliendo al suo interno, infatti, la descrizione dei contenuti dei singoli

moduli e tutta la documentazione scientificodidattica predisposta per il loro approfondimento e studio – sottolineano ancora allo Zaccagnini – Al Blackboard hanno accesso i docenti, ma anche gli studenti che sullo stesso sistema informatico possono dialogare fra loro e trovano anche tutta la documentazione utile ad accompagnarli a un positivo incontro con gli esami». I due stage sono stati condotti in lingua inglese da Julian Lamb, che vanta, tra i vari titoli, una laurea in Economia e un dottorato di ricerca in Ingegneria civile, responsabile in Aston University della divisione Innovazioni didattiche e delle attività accademiche, e da Sarah Hayes, responsabile della divisione Lingue e Scienze Sociali e docente di Ottimizzazione tecnologica e insegnamento flessibile, «che hanno utilizzato tecniche innovative di presentazione e coinvolgimento dei docenti partecipanti», ricordano all’Istituto di Bologna.

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OPEN DAY MAGGIO, Sabato 17 e Domenica 18 SETTEMBRE, Sabato 6 e Domenica 7

SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALL’ANNO SCOLASTICO 2014 / 2015 CORSO ABILITANTE BIENNALE PER OTTICO

Il Corso abilitante alla professione di Ottico, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2014/2015 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIA

Il Corso Annuale di Optometria costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, promuove l’Ottico in Optometrista e, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche, fa diventare la sua professionalità fattore competitivo. La frequenza è settimanale.

CORSO CLINICO DI CONTATTOLOGIA

Il Corso clinico di Contattologia, che si svolgerà dal 15 al 21 settembre 2014, affronta l’insieme dei temi della contattologia clinica sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

CORSO DI LAUREA IN OPTOMETRIA BSc in Optometry e Clinical Practice (with Honours)

La laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica è conferita dalla Aston University di Birmingham ed è proposta in Italia, in collaborazione con IBZaccagnini Vision Sciences Department di Bologna. Aston è un’Università di vertice del Regno Unito con un primato universalmente riconosciuto nell’insegnamento e nella ricerca in Optometria. Il piano di studi conferisce le conoscenze e le competenze optometriche al più alto livello europeo. La Laurea rilasciata dall’Aston – cod. UCAS B510 - vale 360 crediti universitari equivalenti a 180 crediti ECTS.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA dedicato a chi lavora

Il Corso Biennale di optometria si rivolge a tutti gli Ottici abilitati attivi nella distribuzione ottica che vogliono evolvere da Ottico in Optometrista ed avere nuovi spazi professionali e una qualificazione superiore. Le modalità di frequenza e le metodologie didattiche sono state concepite tenendo conto delle esigenze di chi lavora. Il corso sarà attivato in autunno a Bologna, Torino e Venezia.

CORSO SUPERIORE DI VISIONE E POSTURA

Il Corso Superiore di Visione e Postura intende offrire ai corsisti sia le conoscenze generali riferite ad ogni ambito recettoriale sia le competenze di clinica optometrica specifiche per l’esperienza visuo-ambientale per individuare la compensazione e il relativo dispositivo ottico che permetta di mantenere la persona in un buon equilibrio e per cooperare con i vari professionisti che si occupano di problematiche posturali. La frequenza è articolata in cinque incontri a cadenza mensile per complessive 10 giornate da novembre 2014 ad Aprile 2015.

Per maggiori informazioni: Istituto Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna - Tel 051 480994 - Fax 051 481526 segreteria@istitutozaccagnini.it - www.istitutozaccagnini.it

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XV CONGRESSO NAZIONALE DI IPOVISIONE

LOW VISION ACADEMY Società Scientifica fondata nel 1998 da Federico Bartolomei, Andrea Garagnani, Luigi Lupelli, Antonio Madesani, Lorenzo Mannucci, Renato Meduri, Nicola Pescosolido, Giorgio Righetti, Adriano Romani, Sergio Z. Scalinci, Lucia Scorolli, Luigi Scorolli

ITALY

Comitato scientifico Federico Bartolomei (Bologna) Mario Bifani (Napoli) Paolo Carelli (Napoli) Rocco Di Lorenzo (Palermo) Roberto Iazzolino (Milano) Paolo G. Limoli (Milano) Sergio Z. Scalinci (Bologna) Duilio Siravo (Pisa) Enzo M. Vingolo (Roma)

Atrofie retiniche, Nistagmo, Cataratta congenita e Ipovisione: quando si può, si deve ottenere di più Milano, 3-4 ottobre 2014 ATAHOTEL EXECUTIVE Via Don Luigi Sturzo, 45

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Prof. Luciano Cerulli Prof. Renato Meduri Prof. Nicola Pescosolido

08:30-09.00 Registrazione 09.00-09.15 Paolo Limoli - Presentazione del congresso (Presidenza, Consiglio direttivo, Autorità), del Low Vision Journal, della Low Vision Chart

Presidente: Duilio Siravo Vicepresidente: Mario Bifani Vicepresidente con delega alla ricerca: Sergio Z. Scalinci Segretario scientifico: Paolo G. Limoli

Presidenti Congresso

VENERDÌ 3 ottobre 2014

09.15-10.30 Sessione Short Communication - 1a parte IPOVISIONE E RIABILITAZIONE OTTICO-BIOLOGICA Conducono L. Mele (Napoli), F. Bartolomei (Bologna), S. Fragiotta (Latina) Topics: Diagnostica avanzata, ricerca, riabilitazione visiva, case report, terapia. Presentazioni di 3 minuti ciascuna inserite nell’ordine in cui sono pervenute. Ogni primo autore può presentare una comunicazione e deve essere iscritto alla Low Vision Academy 10.30-11.00 Pausa 11:00-13:00 Corsi monotematici base

Corso 1: SEMEIOTICA DELL’IPOVISIONE PRIMA PARTE 11.00 - 12.00 Conducono R. Iazzolino (Peschiera Borromeo) e G. Villani (Verona) Determinazione e valutazione dell’Acuità Visiva per Lontano e Vicino Sembra scontato ma ancora oggi i maculopatici, che rappresentano oltre l’80% dei pazienti ipovedenti, vengono valutati solo in decimi. Cerchiamo di orientarci nella varietà di metodiche per scegliere quella a noi più congeniale: chiediamocene il perché, però!

SECONDA PARTE 12.00 - 13.00

Corso 2: AUSILI PRIMA PARTE 11.00 - 12.00 Conducono R. Solari (Milano) e F. Pietroni (Roma)

PARTECIPAZIONE GRATUITA

per Medici Oculisti - Ortottisti - Ottici-Optometristi Segreteria scientifica Paolo G. Limoli (Milano) paololimoli@libero.it Sponsor Management Chiara Antonello c.antonello@fgeditore.it

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Segreteria organizzativa e Provider ECM Reg. Rivelle, 7/F 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1768477 Fax 0141 033112 p.daniele@fgeditore.it

Dall’Acuità Visiva alla scelta dell’ausilio per lontano e per vicino La scelta corretta dell’ausilio per una data situazione clinica rappresenta un cambiamento radicale della qualità della vita di un paziente ipovedente. Negli USA il mancato riconoscimento delle piene possibilità visive ottenibili con l’ausilio corretto è stato oggetto di contenziosi medico legali: meditate gente!

SECONDA PARTE 12.00 - 13.00 Conducono P. Carelli (Napoli) e F. De Rossi (Roma) Ausili ingrandenti e prismatici Gli ausili restano centrali nella progettazione della riabilitazione visiva: tutto ciò che si deve sapere sugli ausili di uso comune.

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Analisi morfofunzionale dell’ipovedente (cosa conoscere) Ormai è riconosciuta l’importanza che lo studio della forma e della funzione del sistema visivo hanno nell’ambito di un centro di riabilitazione visiva, dove sempre è presente un fluorangiografo o un OCT da un lato, un perimetro o meglio un microperimetro, meglio se associato alla diagnostica virtuale: ascoltiamo quali sono gli aspetti considerati imprescindibili nel bagaglio di un operatore della riabilitazione.

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Conducono P. Limoli (Milano) e M. Morales (Nottingham - UK)

9 CREDITI per Medici Oculisti e Ortottisti


CORSO 3: RIABILITAZIONE E TRAINING PRIMA PARTE 11.00 - 12.00 Conducono F. Mazzolani (Milano) e E. Tedeschi (Roma) Tecniche di fotostimolazione Tecniche riabilitative oggi imprescindibili da associare sempre alla riabilitazione con ausilio. Ogni tecnica presenta delle prerogative che oggi è impensabile ignorare.

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Programma

Conducono E. Gallo (Catania) e P. Menduno (Perugia) La riabilitazione del paziente ipovedente. Il più classico degli approcci al paziente ipovedente, la riabilitazione con ausilio, va impostata attraverso l’uso di opportuni esercizi di assimilazione. Non utilizzarli significa veder crollare le prospettive e le abilità potenziali che il paziente potrebbe ottenere.

09.00-10.00 Corsi monotematici avanzati

CORSO 1: IPOVISIONE CLINICA 1

Conducono R. Crouzet Barbati (Roma) e M. Rosso (Cuneo) Ipovisione borderline e Ipovisione estrema Ci sono condizioni dove l’ipovisione c’è e non c’è, che possono essere affrontate opportunamente per migliorare la visione comunque compromessa e per evitare veloci compromissioni funzionali. Ci sono invece condizioni dove l’ipovisione si associa ad altre disabilità: è ancora valida la classica riabilitazione visiva?

CORSO 4: LUCE E FILTRI PRIMA PARTE 11.00 - 12.00 Conducono A. Farini (Firenze) e S. Abati (Firenze) Abbagliamento e filtri fotoselettivi Importante oggi è l’uso delle tavole di contrasto e non la prova empirica per far scegliere il filtro sulla base dell’indice di gradimento del paziente.

CORSO 2: IPOVISIONE RESEARCH 1

Conducono P. Giorno (Roma) e P. Limoli (Milano) Ipovisione e rigenerazione retinica La maggior parte delle maculopatie ha un’evoluzione atrofica: ma è proprio vero che non possiamo fare nulla per ottimizzare nel tempo il residuo visivo di tali pazienti?

SECONDA PARTE 12.00 - 13.00 Conducono R. Di Corato (Milano) e L. Martinelli (Milano) Incremento dell’AV per vicino con l’utilizzo di sorgenti luminose specifiche La luce può dare molto fastidio alla qualità di visione del paziente ipovedente: glare, aberrazioni, abbagliamento. Tuttavia la gestione sapiente delle possibilità di impianto attuali ci consente di capovolgere il problema potenziando addirittura l’acuità visiva.

14.15-17.45 Tavole Rotonde delle Associazioni CECITÀ E IPOVISIONE: NOVITÀ SULLA RICERCA SCIENTIFICA E ASPETTI MEDICO LEGALI Organizzata in collaborazione con: IAPB, A.P.R.I., A.R.I.S., RP Emilia Romagna, RP Liguria, RP Sardegna 14.15-15.30 1a SESSIONE Attualità scientifiche e risultanze del Congresso Low Vision Academy Introduce e modera: S.Z. Scalinci (Bologna) Intervengono: P. Limoli (Milano), E.M. Vingolo (Roma), D. Siravo (Pisa) 15.00-15.30 Domande dal pubblico 15.30-14.45 Pausa 15.45-17.45 2a SESSIONE Aspetti medico-legali e applicazioni in Italia sulla legge 138/2001 Introduce e modera: F. Lepore (Giornalista Gruppo Editoriale L’Espresso - La Repubblica) 17.25-17.45 Domande dal pubblico e conclusioni

Conducono L. Cinelli (Pisa) e G. Sato (Padova) Cecità, Ultraipovisione e visione artificiale La gestione del paziente ormai cieco, alla luce delle possibilità offerte dai nuovi supporti elettronici, dai chipp retinici ai dispositivi transensoriali.

CORSO 4: IPOVISIONE CLINICA 2

Corso 1 Ausili elettronici avanzati: cosa sono, come funzionano, come l’ipovedente apprende ad usarli M. Gregnanin (I-TEX)

Conducono S.Z. Scalinci (Bologna) e M. Serafi erafinnoo (M (Mila (Milano) ilano) n

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Ipovisione in età pediatrica Le caratteristiche dell’ipovisione in età tàà pediatrica peddiat iatricca sono profondamente differenti rispetto alle forme acquisite. acquis acq u ite. Il bambino spesso non ha ancora ricevuto stimoli im moli o visivi adeguati e dunque la riabilitazione visiva va studiata in tal al senso. se so. sen

14.30-15.30 Sessione Short Communication - 2a parte IPOVISIONE E RIABILITAZIONE OTTICO-BIOLOGICA Conducono L. Mele (Napoli), S. Fragiotta (Latina), R. Iazzolino (Peschiera Borromeo)

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15.30-16.30 Sessione Relazioni Magistrali Conducono M. Bifani (Napoli), C. Cagini (Perugia)

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14.00-14.30 Pausa ECM ECM ECM

13.30-14.00 Compilazione verifica ECM Consegna attestati di partecipazione

CORSO 3: IPOVISIONE RESEARCH 2

13.00-14.00 Lunch with a Company: corsi sponsorizzati con Lunch in aula

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BASSA VISIONE, POSSIAMO EVITARLA? PREVENZIONE, DIAGNOSTICA PRECOCE E NUOVE TERAPIE

SABATO 4 ottobre 2014

SECONDA PARTE 12.00 - 13.00

16.30-17.30 Tavola Rotonda IPOVISIONE DA MACULOPATIA ATROFICA E CATARATTA: OPERARE, QUANDO E CON QUALI IOL Conduttori: P.E. Gallenga (Chieti), P. Limoli (Milano) Moderatore: A. Mocellin (Lecce)

17.45-18.45 Sessione Prevenzione Conducono: D. Domanico (Latina), E. Gallo (Catania), L. Scorolli (Bologna)

10.00-11.00 Sessione Relazioni Magistrali strali Conducono P. Carelli (Napoli),, M. Fortunato (Roma), D. Siravo vo (Pisa) (Pisa (P sa)) 11.00-11.30 Pausa 11.30-12.30 Tavola Rotonda NISTAGMO, IPOVISIONE E R RIABILITAZIONE IAB BILI LITAZ LI TTA AZZION ONE VISIVA Conduttori: E. Gilardi (Milano),), S.Z. Scalinci (Bologna) 12.30-13.30 Tavola Rotonda CATARATTA CONGENITA, IPOVISIONE POVIS ISION NE E RIABILITAZIONE VISIVA Conduttori: F. Bartolomei (Bologna), loogna gna),, M. Fortunato (Roma), E.M. Vingolo ngolo (Roma) (RRoma ma) a)

17.30-17.45 Pausa

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Attualità

IPOVISIONE: IL CONTRIBUTO DELL’ANALISI E ANAMNESI PATO-VISIVA Questa disciplina permette di valutare, evidenziare e rilevare informazioni per la ricerca dell'ausilio più confortevole, insieme a una soggettiva e oggettiva analisi optometrica di Marco De Bona ottico e optometrista di Milano, specializzato in ipovisione e protesi

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uesto libro, pubblicato nel giugno scorso, oftalmologia e della tecnologia medica hanno certaè il seguito di un progetto che riunisce un mente indirizzato a nuove evoluzioni e nuove terminogruppo di argomenti che forniscono in- logie, come l'ipovisione, che nacque alla metà del Noformazioni e nello stesso tempo ne certi- vecento, aprendo nuovi indirizzi, quali l'educazione e ficano il valore e una garanzia di appartenenza a un la riabilitazione visiva, inserendo tutta una serie di ruoli mondo optometrico che abbraccia un concetto più este- importanti che possono oggi migliorare di molto la vita so di qualità informativa. All’interno di questo mondo a soggetti con problemi ipovisivi. Questo tipo di analisi ogni argomento mantiene una sua identità, vengono non può essere solo una disciplina puramente oftalmievidenziate e poi estrapolate le parti che possono met- ca o fisica, ma rappresenta un insieme di discipline che tersi in comunicazione tra loro miscelandosi con i pro- analizzano in maniera più approfondita le problematiblemi che provocano malessere a livello visivo. Unendo che di un soggetto che lamenta un disordine al livello tutti gli argomenti e inserendoli con nozioni optometri- visivo e non solo. Infatti, esse sono necessarie per deterche, è stata creata una scheda di analisi e di anamnesi minare le energie fisiche che agiscono sui nostri organi pato-visiva che fornisce e unisce alcune informazioni di senso, mentre i fattori anatomici e fisiologici pongono base, per conoscere meglio la persona, limiti di ciò che può giungere agli organi fornendo elementi di base necessari per di senso. Ho voluto affrontare l’argomento comprendere meglio il problema visivo e dell'ipovisione generico attraverso l'optole difficoltà, comunicando anche con altri metria collocando poi l’intuizione, il metospecialisti che possono seguire il probledo, la potenzialità e tutte le problematiche. ma alla fonte: si migliora così la qualità di Nel libro affronto un insieme di competenvita, cercando tuttavia di mantenere dize e conoscenze che riferiscono anche stinte le professioni che intervengono nel all'educazione, alla riabilitazione, alla “company profile” della persona. modalità autonoma che in modi diversi L'aumento dell'età nella popolazione anhanno le persone che incontrano l’ipoviMarco De Bona ziana e il miglioramento delle terapie in sione. È anche per questo motivo che ho

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Attualità introdotto, oltre alla psicologia percettiva e alla psico- comunicazione non verbale dell’organismo; quindi la logia tiflologica, anche la psicologia psicosomatica che posturologia è la sinergia di varie specialità, rappresenritengo le fondamenta per il sostegno dell'educazione tando una branca che può trattare disturbi di vario tipo. e per la riabilitazione visiva. È importante seguire e ri- L’uomo vive in un ambiente dove è presente la forza spettare le potenzialità delle persone, sforzarsi di com- di gravità e per effetto solo di questo sarebbe possibile prenderle cercando nel loro profondo essere, sopratutto assumere la posizione in piedi; tuttavia le informazioni quando incontriamo fattori ostacolanti come disagio, che captiamo nell’ambiente circostante attraverso tre malattia e traumi. L'analisi e anamnesi pato-visiva per- strutture recettoriali, come l’occhio, l’orecchio e il piede, mette di valutare, evidenziare e rilevare informazioni ci permettono di vivere la vita di tutti giorni. Inoltre la per la ricerca dell'ausilio più confortevole, insieme a una psiche dell’individuo può essere in grado di influenzasoggettiva e oggettiva analisi visiva optometrica. E lo fa re questi meccanismi, possono esserci delle interferenevidenziando e rilevando i problemi e i disturbi visivi di ze capaci di modificare la fisiologica interazione delle una persona che tendono a penalizzarla o a portarla a informazioni captate, come le disfunzioni somatiche, rinunciare a una propria autostima e a una propria au- i blocchi articolari o la maloclusione dentale. Ogni tonomia. Gli obiettivi sono gli stessi nell'analisi e anam- espressione del nostro corpo, pensieri, sogni, desideri, nesi visiva sia per un adulto sia per un anziano o un emozioni, è funzione del sistema nervoso, un mezzo che bambino, ma non bisogna sottovalutare la situazione ci permette di interagire con l'ambiente, analizza i dati e che ci troviamo di fronte. poi distribuisce le informazioni alle parti interessate del Diamo anche ad altri argomenti che accompagnano nostro corpo, quindi è la sede dell’assunzione, elaboraquesto profilo una definizione, ad esempio la gnato- zione e trasmissione. logia, che fa parte dell’odontoiatria: nell’uomo studia Nel 1956 Denham Harman fu il primo ad avanzare la la fisiologia, la patologia, le funzioni della mandibola teoria dei radicali liberi, scoprendo che con il passare (masticazione, deglutizione, fonatoria, posturale), quin- degli anni nel corpo umano i radicali liberi si accumudi studia i vari rapporti tra mascella, denti, articola- lerebbero svolgendo nel tempo un'azione ossidante, zioni temporo-mandibolari, muscoli che muovono la risultando quindi un'azione dannosa per l'intero ormascella e il sistema nervoso che comanda quel tipo ganismo. Un organismo sotto stress, ad esempio, non di muscolo, compresa la lingua e l’occhio. A sua volta riesce a neutralizzare i radicali liberi endogeni, per l'osteopatia comprende una serie di tecniche manipo- cui tenderà a intossicarsi da sostanze che andranno a lative molto precise, utilizzate per trattare i processi bio- causare con il tempo un grave danno in diversi settori meccanici del corpo e le disfunzioni che impediscono del nostro corpo; perciò queste sostanze, una volta dialle varie parti del corpo di compiere le ventate padroni, tenderanno a dominaproprie funzioni naturali. Il sistema mure, attaccare e danneggiare in maniera scolo-scheletrico forma la struttura che irreversibile le nostre cellule, facendo porta la rete del sistema nervoso, circo"impazzire" il nostro orologio biologico. latorio e linfatico e supporta fisicamente Ma è anche giusto dare spazio a una gli organi interni: lo scopo è ristabilire continua informazione attraverso arla mobilità dei differenti sistemi, tale da gomenti come embriologia, anatomia migliorare la loro interazione e regoladell’occhio, istologia, iridologia, crozione, di ripristinare l'integrità strutturamoterapia e le costituzioni umane, che le e la continuità dei fluidi. permettono di aprire un nuovo mondo La posturologia, invece, è una disciplina di osservazione per identificare meglio che studia i meccanismi che presiedola persona. L’occhio e il corpo umano il nostro corpo, permettendo di asno, quindi, si possono definire un libro La copertina del libro di De Bona, sumere o cambiare la posizione e rapaperto, che solo chi ha voglia ed è capapubblicato da Aracne Editrice: la presenta anche la principale forma di prefazione è curata da Sergio Cappa ce di leggere riesce a capire.

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Attualità

L'IMPORTANZA DI “BIG DATA” PER IL CENTRO OTTICO Dopo il budget previsionale, il reporting dei dati mensili, l’analisi degli scostamenti e dei costi e la lettura della rotazione del magazzino, ora tocca all'uso delle informazioni nella gestione di un negozio di ottica

di Anna Gatti*

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oglio condividere con voi una bellissima esperienza che ho appena vissuto. Alla fine dell’anno scorso ho preso il coraggio a quattro mani, sforzandomi di conciliare famiglia, lavoro e studio, e ho deciso di partecipare a uno short master organizzato dal Gruppo 24 Ore – Formazione ed Eventi sul “Retail Management” e, nello specifico: • i trend evolutivi nel retail: la multicanalità • l'innovazione nel retailing marketing mix • le nuove strategie di prezzo e di buying • l'innovazione tecnologica in-store • analisi di big data.

Gli argomenti sono stati trattati in modo approfondito e serio e mi hanno fornito nuovi strumenti per “misurare” ogni decisione che viene esaminata e adottata in un centro ottico. Questa esperienza professionale mi ha confermato che anche in un negozio di ottica tutto è “misurabile” e, quindi, può e deve essere programmato. E che non si può gestire ciò che non si misura. Io che da sempre utilizzo i numeri (analisi dei costi) per valutare un'azienda e consigliare l’imprenditore sulle decisioni da prendere, avevo proprio bisogno di conferme di docenti e professionisti di specifica competenza. Sono di una generazione, e vengo da una famiglia, che

*Consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi

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Attualità

dei costi e dell'attenta lettura del principale KPI, ovvero indicatore di prestazione, di un negozio di ottica, cioè la rotazione del magazzino, punto di partenza per misurare la marginalità di ogni prodotto o del servizio offerto nel centro ottico. Nei prossimi numeri continuerò parlando del “cruscotto” del vostro negozio e di altri indicatori di prestazione o KPI molto utili e molto funzionali, illustrerò come misurarli e come utilizzarli per migliorare la redditività del punto di vendita. Descriverò, inoltre, quali strumenti utilizzare nel vostro centro ottico per conoscere meglio i clienti e le loro abitudini e rendere così sempre più “misurabile”, tutto ciò che avviene nel vostro negozio. Parlerò anche di C.R.M., ovvero Customer Relationship Management, termine che ha molti significati: va dalla conoscenza dei propri clienti attraverso l’interpretazione delle loro abitudini d’acquisto alla loyalty e fidelity. Vedremo poi di capire insieme a cosa servono e come si possono utilizzare per migliorare il vostro business. Tratterò, infine, di tecniche assortimentali, creando correlazione fra assortimenti e pricing.

è stata innovatrice e all’avanguardia per tanti aspetti, ma di programmazione una volta ce n’era davvero poca. Ma ora nessuno se lo può più permettere. Un interessantissimo studio fatto ad Harvard, che ci è stato illustrato durante una delle lezioni dedicate a big data, ci ha spiegato che l’uso delle informazioni sarà il futuro dell’imprenditoria a tutti i livelli e porterà a una rivoluzione nella gestione. Le decisioni determinate dai dati sono decisioni migliori: è un concetto semplice, ma assolutamente vero. La conoscenza e l’analisi dei dati consentono di effettuare previsioni più esatte e fondate e portano così a decisioni migliori. Penso ai miei clienti e alle domande poste loro dai fornitori in questi mesi. Pensateci un attimo, non stanno forse chiedendo anche a voi: conosci i tuoi clienti e i loro consumi? Pianifica i loro acquisti, così potrai programmare i tuoi assortimenti. Sui numeri precedenti di questa rivista ho parlato di budget previsionale del centro ottico e dell'importanza del reporting dei dati mensili e dell’analisi degli scostamenti, nonché di analisi

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Amarcord

ANCHE IL DOGE, SENZA SAPERLO, USAVA OCCHIALI CONTRO GLI UV Gli ottici veneziani avevano intuito che alcuni vetri proteggevano dalla radiazione ultravioletta 120 anni prima rispetto al resto del mondo. Queste lenti sono state tra i protagonisti di una mostra nel capoluogo veneto, curata da Roberto Vascellari, successivamente allestita anche al Museo di Pieve di Cadore, sino alla fine di settembre di Nicoletta Tobia

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Primo esempio di occhiale con asta tempiale veneziana, ritratto in un dipinto di proprietà della Banca Popolare di Vicenza. Il titolo attribuito all’opera è “L’ingeniere”, perché la pergamena davanti al soggetto raffigura lettere greche e numeri. Ma la presenza di un pennino potrebbe far pensare al ritratto di uno scrittore, nella fattispecie a Carlo Goldoni

urante la mostra "Occhiali da Doge. Gli occhiali da sole nella Venezia del Settecento", in scena nel capoluogo veneto tra giugno e luglio, i visitatori hanno potuto ammirare quaranta pezzi unici e rari: modelli del '700 e vetri da gondola, provenienti da alcune collezioni private italiane ed europee, e un occhiale che si reputa sia stato di proprietà del Doge Alvise IV Giovanni Mocenigo. I pezzi sono stati integrati da altri esemplari del Museo Correr, del Museo dell'Occhiale di Pieve di Cadore e

da un quadro della Banca Popolare di Vicenza in cui, sul tavolino di fronte a un personaggio rappresentato, che si pensa possa essere lo scrittore Carlo Goldoni, è poggiato un occhiale con asta ad asola, tipica veneziana: una tipologia di montatura che viene definita appunto Occhiale di Goldoni. Una chicca all’interno dell’esposizione è rappresentata da occhiali con

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Amarcord Occhiali che si dice siano appartenuti al Doge Alvise IV Giovanni Mocenigo. La convinzione deriva dalla presenza dello stemma araldico della famiglia patrizia Mocenigo sormontato dal Corno, il cappello dogale, riprodotto sui terminali delle aste e dell’astuccio che lo contiene. La datazione dell’occhiale coincide con il periodo del dogado di Alvise IV Mocenigo, 1763/1778 (foto realizzata dall'agenzia Bazzmann)

lenti poliedriche del tardo Seicento, sulle cui superfici sono state trasferite particolari geometrie e che fanno vedere moltiplicato ogni oggetto osservato. Obiettivo della mostra è stata la divulgazione della storia dell'occhiale, soprattutto nel capoluogo veneto, dove le vetrerie di Murano hanno dato i natali alle prime lenti, tutte di colore verde, in grado di riparare gli occhi dal sole. Perché se è vero che la produzione delle lenti correttive non è indissolubilmente legata alla corporazione dei vetrai di Venezia, è invece vero che fu proprio questa a produrre il vetro protettivo in grado di tagliare completamente i raggi UV, molto prima che questi venissero scoperti all’inizio dell’800. «Spesso si pensa che a Venezia la fabbricazione delle lenti da vista sia nata presso le celebri vetrerie, ma è una convinzione errata perché la loro produzione è legata originariamente all’arte dei

“cristalleri”, artigiani che lavoravano il cristallo di rocca», racconta Roberto Vascellari, ottico e optometrista veneziano, nonché referente scientifico del Museo di Pieve di Cadore e appassionato collezionista che negli anni ha raccolto, in giro per il mondo, una preziosa serie di occhiali d'epoca. «Anzi – prosegue l’esperto – che gli occhiali inizialmente non potessero essere di vetro, pena sanzioni e requisizione dei manufatti, è testimoniato già da quanto riportato nel Capitolare delle arti veneziane del 1300, in cui si proibiva ai cristalleri di vendere per cristallo il vetro. Tra gli oggetti indicati c’erano appunto le lenti, che spes-

Vetro da gondola in corno e astuccio di cuoio impresso a caldo con foglia d'oro della collezione Luca Moioli, in Francia

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Amarcord Vetro da gondola in legno e lacca veneziana decorato a decoupage della collezione Werner Weismueller, in Germania

so i cristalleri fabbricavano invece molando proprio il vetro, più economico, che gli abili vetrai veneziani erano riusciti a decolorare, liberandolo dalle impurità e rendendolo completamente trasparente. In quello stesso documento si faceva la distinzione tra lapides ad legendum, le lenti di ingrandimento e roidi da ogli (cerchi da occhi) riferito alle lenti per gli occhiali». Già però nell'anno 1317 venne liberalizzata la fabbricazione delle lenti di vetro per la lettura. «Le prime lenti – spiega ancora Vascellari – venivano realizzate da vetro soffiato, da cui venivano tagliati direttamente dei dischetti. Palle di vetro soffiato di varia grandezza hanno già la loro curvatura: i veneziani mantenevano quella esterna, di modo che più grande era la palla minore era il potere della len-

te, e viceversa. Poi prendevano la superficie interna del vetro soffiato e la spianavano: da lì nacquero le prime lenti piano-convesse». La produzione delle lenti riguardò all’inizio dunque quelle che oggi noi definiamo lenti correttive mentre la nascita delle lenti protettive avvenne solo in una fase successiva. Come testimonia oggi il discreto numero di occhiali seicenteschi dotati di lenti da sole presenti nei musei e nelle collezioni private, è possibile affermare che la produzione di vetri colorati a scopo protettivo fosse largamente

Occhiale ad arco a 5 lame con astuccio in bosso, probabilmente prodotto dall’ottico Biagio Burlini (Venezia, 1700/1760), proveniente dalla collezione Luca Moioli

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Amarcord

Occhiale a forbice detto "cassa doppia da Paregin", collezione Maurizio e Nicoletta Pallone, in Italia

diffusa nella seconda metà del Seicento. A Venezia tale produzione si avvalse delle grandi competenze degli appartenenti all’arte, che conoscevano molto bene gli ossidi in grado di conferire colorazioni diverse al vetro. «Vi sono numerose testimonianze scritte che attestano l’utilizzo delle lenti colorate con lo scopo di proteggere gli occhi, quella più antica è fiorentina – ricorda Vascellari – Si tratta della fattura, rilasciata nel 1495 a un portoghese, per la vendita di un paio di occhiali “per cavalcar la neve”, il che presuppone che avesse le lenti scure per proteggere dal riflesso. Il termine “cavalcar” in realtà non si riferisce verosimilmente all’andare a cavallo, ma al fatto che gli occhiali erano a rivetto, co- stituiti da due lenti con un perno al centro da stringere, e dunque andavano messi a cavallo del naso. Il primo documento in cui si consiglia l’uso di lenti specificata-

mente verdi è invece riferito a un ottico inglese del 1575, mentre il secondo è rappresentato dal libro “Uso de los antojos” di Daça De Valdes, che è il primo trattato optometrico al mondo. Nel testo del 1623, il sacerdote dell'Inquisizione spagnola scrive anche di occhiali di tipo conservativo, con cui si intende lenti piane, cioè neutre, lievemente colorate che rilassano gli occhi durante la lettura delle pagine di un libro, e di lenti che proteggano dalla luce del sole – prosegue il professionista veneziano – Queste, spiega l’ecclesiastico nel suo scritto, era meglio avessero colori più intensi, tra cui “il verde che ci circonda dell’erba del creato e l’azzurro del cielo”. Perché poi noi veneziani andremo a utilizzare prevalentemente proprio il vetro verde, seppure ne producessimo anche in altri colori? Questo non è

Occhiale di Goldoni o cassa da tempie coi branchi, collezione del Museo dell'Occhiale di Pieve di Cadore

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Amarcord

dato di saperlo con certezza. Magari il verde è stato usato grazie al fatto che la laguna era tendenzialmente di quella tonalità, o che avevamo spazi più aperti, una luce più calda rispetto al Nord Europa che usava in prevalenza vetri blu e azzurri. Le dame del Settecento usavano grandi specchi trasparenti, chiamati Vetri da Gondola, per schermare il volto e mantenere la pelle candida perché la nobiltà veneziana doveva essere perfettamente pallida. Si può ipotizzare che si fosse capito che il verde proteggeva meglio grazie all’esperienza: non è storicamente documentato alcuno studio scientifico dell’epoca a riguardo. In giro per il mondo venivano impiegati i blu, i grigi, i viola e ci venivano mosse critiche fino quasi agli inizi del '900 per l’uso del verde, perché non rilassava gli occhi. In realtà, ma lo sappiamo oggi, dopo che l’ho scoperto casualmente nel creare questo catalogo e a seguito di studi approfonditi condotti dalla Stazione Sperimentale

del Vetro di Murano, il vetro verde è l’unico in grado di tagliare completamente gli ultravioletti, e questo grazie alla presenza dell’ossido di ferro e dell’ossido di rame». Tutte le altre lenti non li contengono, quindi, non proteggono allo stesso modo. Le conoscenze della composizione della luce e della sua propagazione erano all’epoca però ancora agli albori. Fu Isaac Newton, sul finire del XVII secolo, a dimostrare che la luce bianca era data dalla somma di tutti gli altri colori, mentre la scoperta dei raggi ultravioletti avverrà nel 1801, laddove la loro pericolosità sarà riconosciuta solo nel 1870. «A Venezia ci eravamo inventati le lenti da sole in grado di proteggere totalmente dai danni della radiazione luminosa 120 anni prima che fossero scoperti gli UV» conclude Vascellari. Le foto pubblicate in queste pagine, gentilmente fornite da Roberto Vascellari, sono contenute nel libro-catalogo "Occhiali da Doge", edito da Supernova.

Monocolo con lente poliedrica verde detta "Lente da avidi", collezione Weismueller . Il nome deriva dal fatto che attraverso questo tipo di lente era possibile vedere più volte raddoppiate le monete poste su un piano

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F O D L E I F R U O Y D N A P X E

EDUCATION: WEDNESDAY, SEPTEMBER 17– SATURDAY, SEPTEMBER 20, 2014 EXHIBITION: THURSDAY, SEPTEMBER 18– SATURDAY, SEPTEMBER 20, 2014 Las Vegas, NV | Sands Expo & Convention Center

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Moda

LO FAMO STRANO? Una volta le novità erano il titanio, il carbonio, il legno. Questi materiali sono ora entrati di diritto nel più ampio panorama dell’occhialeria. Il settore non ha però smesso di sperimentare: hanno recentemente debuttato, ad esempio gli occhiali in marmo di Budri, il modello da sole di Dolce & Gabbana con tasselli di mosaico, la montatura in pietra di Rolf, quella in carta di Papp Up e l’eyewear di Karün in legno con paraocchi in cuoio ricavato dalla pelle del salmone

Karün

Dolce & Gabbana

pagine a cura di Francesca Tirozzi

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Moda

Papp Up

Rolf

Budri

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Moda

QUESTO OCCHIALE HA STOFFA!

Ogi Eyewear

Jeans, velluto, cotone: gli occhiali prendono in prestito dalla moda materiali e idee. Non si tratta però di una novità assoluta: la tendenza ha avuto origine qualche anno fa nelle aziende di nicchia, per poi svilupparsi e coinvolgere anche note griffe. Come Italia Independent e Ogi che hanno creato con il velluto i propri modelli di punta o Ray-Ban e Diesel che hanno, invece, scelto il jeans per le ultime collezioni. Mentre la giovane Hapter ha puntato ai tessuti del Lanificio Cerrutti

Hapter

Italia Independent

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Moda

Mad in Italy

Diesel

Ray-Ban

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Meditazioni

COMUNICARE È BELLO Il bisogno di un occhiale, la necessità di vedere meglio sono opportunità per creare relazioni umane: non buttiamole via nell’abitudine, nella consuetudine della routine quotidiana. Comunicare è sensibilità, quando lo sappiamo fare con la consapevolezza della meraviglia a ogni incontro, entriamo in contatto con le persone nella loro bellezza

di Luisa Redaelli Architetto della comunicazione

C

erto, direte voi, è ovvio, tutti noi siamo perennemente coinvolti nell’atto della comunicazione, in ogni istante della nostra vita comunichiamo qualcosa, con qualcuno, con noi stessi, con l’ambiente. Il fatto è che, proprio per quest’attitudine costante, molto spesso non siamo consapevoli e non ci rendiamo conto di che cosa e di come stiamo comunicando, a volte nemmeno con noi stessi. Quando sento parlare di comunica-

zione come strategia mi vengono sfoghi allergici, non mi piace davvero. La mia formazione, la mia impostazione, i miei approfondimenti mi rendono convinta sempre più che la comunicazione è un atto di sensibilità. Forse, sottolineo forse, le tecniche e le strategie possono anche essere studiate e applicate, ma, se alla base non c’è la sensibilità di ascoltare e comprendere, a nulla valgono. Questo è un mondo dove sembra sufficiente pronunciare la parola per darle esisten-

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za, dove sembrerebbe possibile dire tutto e il contrario di tutto: ogni giorno ci capita d’ascoltare persone che mentono con una tal evidenza da farmi dubitare della loro consapevolezza, oltre che della buona fede. Parlar male o bene di qualcuno, inventare storie utili a propri fini strumentali, raccontare verità parziali e manipolare: accade così spesso e il flusso delle informazioni corre così veloce che tutto sembra passare impunito. Per me non è così, non può, non

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Meditazioni “L’immagine è quella della pallina del flipper, lanciata nel campo di gioco, che comincia a rimbalzare da tutte le parti: spesso comunichiamo così, senza essere consapevoli di ciò che stiamo lanciando verso l’altra persona” deve essere così. Per me le parole hanno un valore importante, prezioso e cerco di stare molto attenta a quelle che lascio uscire, affinché corrispondano a rispetto e onestà. Il comico genovese (non quello stellato, quell’altro che fa davvero sorridere) che imita il senatore svizzero-abruzzese, gli fa dire la battuta: “Bella l’Europa, però non ci vivrei” e mi fa pensare al fatto che molti parlano di comunicazione, “bella la comunicazione”, però pochi la vivono con la necessaria coscienza, molti “sparano” a caso, i più preparati facendo leva sulle tecniche e sulle strategie. La comunicazione parte dalla sensibilità dell’ascolto. Prima di tutto di noi stessi, delle nostre emozioni, che generano reazioni e innescano meccanismi di comportamento dei quali dobbiamo essere consapevoli. La stessa parola assume significati molto diversi per ciascuno di noi, poiché tutti portiamo dentro storie, esperienze, vissuti e speranze e con tutto questo mondo ogni singolo gesto di comunicazione viene a confrontarsi per assumere significato. Rosso? Amore, sangue, passione, fiore, rabbia,

allegria... per ciascuno una sfumatura, importante, che scatena emozioni, che determina la comprensione, che influenza la comunicazione. Non possiamo pensare di parlare a tutti nello stesso modo, non possiamo ripetere sempre lo stesso discorso, uguale per tutti. Per ciascun interlocutore dobbiamo avere

la sensibilità di offrire il suo linguaggio di comunicazione, adeguato a cogliere la reazione che desideriamo risvegliare. Questa è la sensibilità: in altre parole, cercare di comprendere chi è il mio interlocutore, la mia platea e, in modo creativo, sviluppare le modalità di comunicazione migliori per costruire la relazione più vera, più fertile, più

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fiduciosa. Mi viene male quando sento ripetere lo stesso saluto, poi le stesse domande, poi le stesse spiegazioni, la “tiritera” sulle lenti progressive, sui trattamenti di superficie, la filastrocca sulla montatura. Mi viene il mal caduto perché penso al peccato di occasioni sprecate, d’incontri che restano fragili, di prestazioni professionali non evolute, asettiche. Quanto è più soddisfacente riuscire a interpretare chi ci sta di fronte: le persone ci dicono tutto di se stesse, se sappiamo osservare con attenzione, con amorevolezza, con concentrazione. Ben oltre le parole, i gesti, le espressioni, i micromovimenti: un piccolo spostamento dell’occhio, un dito che si alza, un leggero movimento del capo, il respiro. Leggo il pensiero, a volte mi dicono. Non è così, ma forse anche. Osservo, guardo, accolgo, ascolto: sono completamente presente e concentrata verso l’altra persona e anche verso le emozioni che si attivano in me, siccome anch’io ho storie e vissuti con le quali mi accordo. L’immagine che mi viene è quella della pallina del flipper - la mia generazione ricorda bene le partite a flipper - lanciata nel

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Meditazioni

campo di gioco, che comincia a rimbalzare da tutte le parti. Se sono stata consapevole del lancio e saprò controllare bene la pallina, la farò rimbalzare dove guadagna punteggio. Se invece lancio a caso, la pallina produrrà un gran baccano, ma scivolerà inesorabilmente verso il nulla. Ecco spesso comunichiamo così, senza essere consapevoli di ciò che stiamo lanciando verso l’altra persona. Senza accorgerci se ciò che stiamo comunicando e come lo stiamo comunicando genera l’effetto che desideriamo. Inutile addentrarsi in dettagli di tecnologia con una persona che ama il romanticismo, inefficace fare sfoggio di vantaggi pratici se la persona vuole sognare, tempo perso descrivere l’offerta commerciale se la persona cerca la fiducia professionale, e così via. Attenzione quando le persone ci chiedono qualcosa, non sempre è di quello che hanno bisogno, così come quando lamentano un problema, non è sempre quella dichiarata, la difficoltà interiore. Sono sufficienti pochi istanti di attenzione e di concentrazione, di dedizione e di volontà, non occorrono grandi studi di psicologia applicata e non occorre la dote telepatica. Il salto di qualità per ottenere una comunicazione

capace di generare relazioni di valore si consegue con la sensibilità dedicata, concentrata, attenta. Il passaggio primario è quello di renderci conto di come funzioniamo noi stessi, per uscire fuori dai nostri pregiudizi ed essere pronti ad accogliere l’altra persona, che non è simpatica, antipatica, musona o superba, ma semplicemente porta in sé universi di esperienze ed emozioni, esattamente come noi, che la mascherano su un certo atteggiamento, esattamente come anche noi facciamo. Importante è rendersene umilmente conto. Ci vuole clemenza: la comprensione e l’amorevolezza generano il garbo che fa accogliere, ascoltare, vedere e aiutare le persone. Il bisogno di un occhiale, la necessità di vedere meglio sono opportunità per creare relazioni umane, fra persone. Non buttiamole via nell’abitudine, nella consuetudine della routine quotidiana. Comunicare è sensibilità, perché quando lo sappiamo fare con la consapevolezza della meraviglia a ogni incontro, ci fa conoscere mondi sorprendentemente interessanti e ricchi di colori e sfumature, ci fa entrare in contatto con le persone nella loro bellezza, che è leggerezza e semplicità. Com’è bello comunicare!

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CIAO Tu, che giungi camminando dal fondo della mia vita; che porti come una bandiera la musica delle tue risa; tu che negli occhi nascondi ciò di cui la mia anima ha bisogno; tu, che nel mio petto hai vissuto per anni addormentata e oggi mi risvegli di colpo tanto che non ha spazio il mio piccolo cuore per questa esplosione di felicità. Sei il fiume dove volli un giorno porre delle dighe. Oggi che si è levata la tua corrente non ci sono dighe che le resistano. Nella casa del mio petto, nel sonno e nella veglia, nelle strade delle mie mani, nelle città dei miei giorni, nella patria dei miei passi e nel paese della mia vita vieni, entra e governa: è il tuo regno, la tua vittoria, la tua conquista. Manuel José Arce (1935-1985), poeta del Guatemala, uno dei maggiori artisti latinoamericani, visse a lungo in esilio in Francia, per sfuggire alla dittatura del suo paese, scrivendo molto anche per il teatro

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SILMO

SEI

TU!

SETTEMBRE

production

NOY, Visitatore SILMO 2013

effetto IL SALONE INTERNAZIONALE DELLA FILIERA OTTICA-OCCHIALERIA PA R I S 2 0 1 4

W W W. S I L M O PA R I S . C O M

photographer pierre-anthony allard

IL

#S I L M O PA R I S


Spilli

QUANDO IL DIAVOLO… FA ANCHE I COPERCHI Questa nuova rubrica sui temi del design delle montature vuole sgonfiare luoghi comuni, pungere sul vivo il “nervo” dell’argomento e pungolare i lettori per stimolarli a imparare a riconoscere, nell’occhiale, la qualità in tutte le sue declinazioni

di Laura Rattaro*

C

os’è? Chi sa tracciare i confini del concetto di design? Come deve essere un occhiale per rientrare in questa categoria? Deve essere strano, in controtendenza, appariscente, costoso, di nicchia? E qual è, allora, il suo contrario? La forma banale, il colore spento, il prezzo basso, la distribuzione di massa? No, c’è qualcosa che non torna. Troppo semplice… Premetto che codificare, catalogare, inserire le cose in caselle non mi è mai piaciuto: vediamo, comunque, di fare un po’ di ordine e partiamo dall’inizio.

Ogni occhiale, bello, brutto, ben fatto o fatto male, inventato (e persino copiato) deve essere disegnato. Così come qualsiasi oggetto prodotto da un’industria. Qualunque cosa viene disegnata, progettata, prototipata… poi si produce. Ma bisogna fare ancora un passo indietro. Prima del progetto, del disegno, della realizzazione, ci sono il pensiero, l’idea e un obiettivo da raggiungere che è, nella logica del mercato, vendere il prodotto. Lo scenario che si presenta al designer prima di “mettere il cervello a cuocere” è quello di raccogliere un bel numero di dati per avere ben chiaro in quale direzione andare. Ha a che fare con il committente, l’azienda che decide il progetto, gli obiettivi di vendita, il posizionamento sul mercato, il target di riferimento e poi il prezzo, le quantità da produrre, la comunicazione, la distribuzione, l’assistenza, ecc; e con il produttore, che produce, appun-

* Nasce a Genova, si diploma in ottica e trascorre i primi anni nel centro ottico del padre Armando. A Parigi impara a progettare montature per occhiali e a realizzarne i prototipi, avvia l’attività di progettista di occhiali prima per piccole aziende italiane, poi per medie e grandi imprese tedesche. Oggi collabora dall’Italia come freelance con medio-piccole aziende di nicchia

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Spilli to, risolve le criticità del progetto adattandolo alla realizzazione in serie, che concorre alla razionalizzazione delle fasi produttive e collabora con il designer e il committente per raggiungere gli obiettivi in modo ottimale, insieme. Normalmente il produttore viene individuato prima o durante la progettazione, soprattutto se questa comporta soluzioni complesse o l’utilizzo di materiali particolari. Talvolta i produttori sono più di uno, quando, ad esempio, l’occhiale è composto da più materiali. Senza la definizione di tutti questi elementi il designer non può lavorare. Il lavoro consiste in una sintesi di tutti i dati aggiungendo due ingredienti fondamentali (se no, il designer a cosa serve?): la sua fantasia-genialità-sensibilità (chiamiamola talento) e la sua abilità-conoscenza-esperienza (chiamiamola competenza). Il designer non è un artista. È un interprete. Quanto più è competente e talentuoso tanto più il suo lavoro sarà valido. Il suo stile, il suo concetto di bellezza e la sua sensibilità per i colori saranno la sua firma, più o meno riconoscibile. Fatte queste premesse può sembrare semplice definire un occhiale di design. Secondo il comune senso del termine possono rientrare nella categoria linee di occhiali con un concetto di “carattere”, con un disegno “insolito” o con uno “stile” riconducibile alla filosofia dell’azienda che li propone. Normalmente non seguono le tendenze moda di massa oppure contengono qualche “diavoleria” tecnica che ne migliora (non sempre, peraltro…) la portabilità o l’elasticità e così via. Altro connotato che in genere si considera è il prezzo: se è caro, allora è di design. Commercialmente deve anche essere made da qualche parte, se in Italy meglio. Tutto qui? Fra i tanti occhiali che osservo, alcuni sono bellissimi (ma questo è soggettivo), carissimi, poco diffusi, tuttavia fatti male (con una calzata sbagliata o le aste non confortevoli, ad esempio). Altri sono pazzi, a buon mercato, diffusissimi, hanno una calzata perfetta, ma

anche una qualità del materiale o una finitura non all’altezza. Vado avanti: brutti, cari, materiali eccezionali e vendutissimi, ma scomodissimi. E, ancora: poco venduti, ma molto pubblicizzati, materiali economici, lavorazioni appena passabili e un disegno stupendo. Che confusione, insomma. La mia idea di design è quello che contiene anche la “bontà”, nel senso di buon design, in linea con la piacevolezza dell’insieme. Compro un occhiale che mi piace, il cui colore si armonizza con me, la cui calzata non è uno schiaffo e i cui materiali sono rispettati per quali sono. Compro un occhiale che mi faccia sentire bene, che mi faccia vedere bene, che mi rappresenti o che dica agli altri chi sono (o cosa voglio sembrare), che abbia un prezzo onesto. Questo, per me, è buon design. Perché lo riconosco, perché mi fa pensare che dietro quel prodotto ci sono teste che lo hanno pensato e mani che lo hanno costruito. Quando non percepisco questo e ho tra le mani un prodotto che avrebbe potuto fare chiunque, senza un’anima, senza un perché, quello non è un occhiale di design. Ci vogliono esperienza e sensibilità e bisogna conoscere un minimo i processi produttivi per saper riconoscere un buon design da uno cattivo (sì, cattivo!) e poi parlarne, capire, confrontare, riflettere, osservare, toccare il prodotto. Proporlo ai clienti per i suoi contenuti significa conoscerli e per conoscerli bisogna discuterne con le aziende, chiedere, essere curiosi. Solo così si prende coscienza di ciò che viene proposto e si è più liberi (e mirati) nell’acquisto. Il buon progetto si può riconoscere. La qualità superiore si può capire, non essendo altro che la somma di competenze e di talenti dei designer e degli artigiani della produzione: è il risultato della visione dei committenti, della bravura dei comunicatori, della conoscenza dei venditori, della gentilezza degli addetti all’assistenza. Il buon design è un insieme fatto di cultura, valori, etica. È vendere cose buone. Oltre il prezzo e oltre il nome.

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Lenti oftalmiche In queste pagine, alcune fasi di lavorazione all’interno della Filab, a Lucca, e la relativa strumentazione: qui, il bloccaggio della lente

FILAB: QUANDO LE LENTI HANNO ANCHE UN CUORE ITALIANO Le fotoselettive Floox sono l’ultimo nato tra i marchi di proprietà dell’azienda di Lucca, che ha nella produzione made in Italy il principale punto di forza e di orgoglio

I

di Angelo Magri

n un settore come quello oftalmico, dove i maggiori attori che detengono la più ampia fetta di mercato, non solo in Italia, ma su scala globale, rimangono le multinazionali con case madri in Europa, Asia o America, un ruolo ancora importante lo giocano realtà totalmente made in Italy. Una di queste è la Filab di Lucca, nata poco

meno di vent’anni fa su iniziativa di un imprenditore locale, Andrea Bernardini, e oggi partecipata al 40% dalla Divel Italia, società con sede a Bologna che distribuisce sul mercato interno filtri solari e lenti oftalmiche. «Filab dà occupazione a una quarantina di persone che lavorano su macchinari all’avanguardia nello stabilimento alle porte di Luc-

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Lenti oftalmiche ca – dice Bernardini – Parte della nostra clientela sono importanti realtà della distribuzione ottica in Italia, per le quali realizziamo una produzione di private label, mentre la restante parte riguarda lenti oftalmiche commercializzate con marchi di nostra proprietà». Sono sei gli housebrand che Filab ha finora immesso sul mercato, tutti con un marcato accento sulla personalizzazione, che riguarda monofocali, vicino-intermedio e progressive. Particolare attenzione viene posta sui trattamenti, che vanno dall’idro e oleofobico all’antimbrattamento, dall’antistatico Il reparto antiriflesso

nel loro segmento di riferimento, grazie anche all’esclusiva Filab nei colori Fashion e Transitions e alla possibilità di renderle idonee alla guida attraverso la polarizzazione – spiega Bernardini – Il nostro reparto di Ricerca e Sviluppo è costantemente al lavoro per trovare soluzioni a ogni singolo difetto visivo sottolineato dal cliente finale, per migliorare la qualità della nostra gamma di prodotti e per ricercarne di nuovi in linea con le più recenti tendenze di mercato». Ma quello cui più tiene il titolare della Filab è l’accento sul made in Italy. «Ci piace evi-

Il controllo qualità

fino all’antiriflesso, nonché sulla polarizzazione variabile nelle lenti fotocromatiche e, naturalmente, sulla protezione. In quest’ultimo ambito, accanto ai filtri solari con protezione UV400 Filab ha recentemente lanciato Floox, marchio di lenti fotoselettive per prevenzione e per patologie oculari. «Le Floox, che sono in fase di distribuzione ai centri ottici italiani, rappresentano un prodotto all’avanguardia

Il trattamento antigraffio

denziare che l’intera produzione di Filab, a partire dalla costruzione fino agli ultimi trattamenti a maggior valore aggiunto, viene eseguita rigorosamente ed esclusivamente nei reparti della nostra sede di Lucca – sottolinea l’imprenditore toscano – Da qui è nato il nostro motto “Mani, Mente e Cuore Italiani”, con il quale siamo fieri di presentare l'azienda sui mercati nazionale e internazionale, accompagnato dai colori della nostra bandiera».

La tecnologia Free Form

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Lenti oftalmiche

PERCHÉ LE SENSITY DI HOYA “RISPETTANO” IL COLORE In base ai primi riscontri presso centri ottici e consumatori finali, le tonalità naturali e le performance costanti anche in presenza di temperature elevate rappresentano i principali plus delle nuove fotocromatiche del gruppo giapponese a cura della redazione

In queste pagine la riproduzione iconografica di alcune delle principali performance di Hoya Sensity

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edeltà ai colori naturali e performance costanti anche in presenza di temperature elevate. Sono le due ultime frontiere nel fotocromatico, dopo che la velocità di scurimento è stata generalmente migliorata dalle ultime generazioni. Nelle nuove Sensity di Hoya, sulla base dei primi riscontri da parte degli ottici che le hanno acquistate e dei consumatori finali che le hanno testate, questi due elementi escono rafforzati. «La ricerca Hoya ha lavorato per migliorare le prestazioni del fo-

tocromatismo, proprio dove gli utilizzatori manifestano le maggiori necessità: i colori, i tempi di reazione, l'assorbimento allo stato scuro e la costanza di prestazioni, in qualsiasi condizione climatica e di temperatura – dicono in Hoya Lens Italia – A circa un mese dal lancio, sono già tanti e positivi gli apprezzamenti degli ottici optometristi che lo hanno provato e proposto ai propri clienti e riguardano soprattutto i colori naturali, le tonalità intense e le performance costanti anche alle alte temperature. Infatti, le due

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Lenti oftalmiche colorazioni propotecnologia studiata ste dalle nuove lenti e realizzata nei laSensity, cioè Marrone boratori di ricerca e Bronze e Grigio Silsviluppo di Hoya. «Le ver, riscuotono granlenti Hoya Sensity, de ammirazione». grazie all'esclusiva «Il commento più riStabilight Technocorrente da parte logy, costituiscono dei nostri clienti è: la vera innovazione sono davvero belle nelle lenti fotocroma– affermano in Hoya tiche – hanno ricorLens Italia – Studiate dato in Hoya – Le preda professionisti del stazioni eccezionali colore, rimangono, sono garantite in tutte infatti, stabili al cambiare dell'intensità, senza le stagioni e in qualsiasi condizione climatica "virare" verso rosso o blu-viola. Sensity, inoltre, dalla Stabilight Technology. La protezione 100% reagisce velocemente e intensamente anche a UV è sempre attiva, così da fornire al portatore temperature elevate, incontrando da subito le comodità assoluta e protezione totale. Le lenaspettative di chi le indossa al variare dell'in- ti Sensity sensibili alla luce sono costruite con tensità della luce». la Photochromic Precision Technology di Hoya. Al momento del lancio, in occasione delle due Un accuratissimo processo di applicazione per convention di Milano e Roma, organizzate tra centrifuga assicura una distribuzione uniforme la fine di maggio e l’inizio di giugno, i vertici di delle molecole sull'intera superficie della lenHoya Lens Italia avete, garantendo una vano spiegato come maggiore adesione le lenti Sensity «riduper la massima quacono l'abbagliamenlità ottica, un utilizzo to esaltando il conpiù efficace dell'intrasto e la percezione tera area della lente dei colori. Si scurie prestazioni uguali scono come una lente e costanti nel tempo da sole di categoria 3 su tutti i materiali». in 30 secondi e sono Le lenti Hoya Senpiù veloci che mai: sity sono disponibili fino al 45% più scuin un'ampia gamre dopo 90 secondi. ma, studiate appoE ritornano complesitamente per lenti tamente chiare apevolute free form, e pena l'intensità della vengono proposte luce nell'ambiente lo nel catalogo 2014 permette, fino al 23% in tutte le geomepiù chiare dopo un trie con tutti i tratminuto». La fedeltà e tamenti top Hoya, l’intensità dei colori inclusa la gamma dipende dalla nuova Hoyalux iD. Un'immagine di campagna di Hoya Sensity

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Lenti oftalmiche

ZEISS ACADEMY, CON LA FORMAZIONE SI CRESCE A DOPPIA CIFRA Ventotto giornate di corso su tutto il territorio italiano, più di 870 presenze di professionisti in aula, 10 tra docenti esterni e trainer Zeiss: sono i principali numeri della terza edizione del programma di aggiornamento dell’azienda di Castiglione Olona a cura della redazione

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na crescita a doppia cifra: è il dato medio registrato negli ultimi mesi, in termini di lenti oftalmiche vendute, dai centri ottici che hanno partecipato ai corsi di aggiornamento organizzati in tutta Italia, secondo quanto riferisce l’azienda di Castiglione

Olona. «Ventotto giornate di corso distribuite in modo capillare su tutto il territorio italiano con oltre 870 presenze di ottici optometristi coinvolti e attivi, 10 tra docenti esterni e trainer Zeiss, 8,5 il punteggio medio raccolto dai feedback ricevuti: sono i numeri che hanno caratterizzato la terza

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edizione di Zeiss Academy, il percorso formativo che si è recentemente chiuso in Calabria», dicono in Carl Zeiss Vision Italia. Quattro i corsi previsti, tenuti come di consueto da Andrea Ianese e Giancarlo Montani, alcuni incentrati sulla parte refrattiva, altri invece su quella optometrica, ma con l’obiettivo di offrire un aggiornamento professionale a tutto tondo. «I corsi dell’ultima edizione di Zeiss Academy sono stati costruiti mettendo al centro il cuore della filosofia Zeiss che prevede un approccio integrato nel percorso di vendita, all’interno del quale Zeiss è il collante principale, poi sviluppando una tematica principale scelta fra un approfondimento sulla verifica refrattiva e le implicazio-

ni sulla scelta della migliore correzione visiva (i.Optics), il metodo MKH con la visione binoculare e la sensibilità al contrasto (i.Vision2), la tecnologia a fronte d’onda usata per i.Profiler e i benefici di i.Scription (i.Pro_Lens), per concludere con una panoramica completa sul percorso di analisi Zeiss e i principali strumenti e le tecniche utilizzabili per comunicare il valore del marchio e della propria offerta a ogni cliente (i.Tech)», spiegano alla sede di Castiglione Olona. Oltre ai corsi residenziali, sotto il cappello della Zeiss Academy, quest’anno l’azienda ha dato vita al programma Innovation Tour che, da marzo a giugno, ha aperto le porte degli stabilimenti tedeschi di Oberckochen e di Aalen a cir-

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Lenti oftalmiche ca cento clienti partner. Ed è già al futuro che l’azienda di Castiglione Olona sta guardando: considerati, infatti, i positivi risultati ottenuti nelle prime tre edizioni, è già in cantiere il prossimo ciclo di corsi, che avranno inizio in autunno. «Per la prossima edizione di Zeiss Academy sono in programma ulteriori piani formativi che verranno proposti a partire da ottobre con nuovi argomenti che andranno a coprire sia l’ambito tecnico sia l’ambito di proposta di vendita e che verranno presentati nelle principali città italiane per facilitare la presenza attiva degli ottici partner», rivelano in Carl Zeiss Vision Italia.

In queste pagine, alcuni momenti della terza edizione del programma di Zeiss Academy

FONDAZIONE CARL ZEISS, 125 ANNI AL SERVIZIO DELLA GERMANIA È il traguardo raggiunto dall'istituto, nato per volere del fisico e imprenditore tedesco Ernst Abbe, che decise di utilizzare i profitti dell’azienda e di un’altra società, la Schott, operanti nell’ottica e nel vetro, con l’obiettivo di promuove le scienze: dal 2007 a oggi 80 milioni di euro sono stati destinati alle attività scientifiche delle università. «La Fondazione Carl Zeiss è una realtà di vitale importanza per la promozione delle scienze in Germania e con risvolti molto positivi in tutti gli ambiti di applicazione di Zeiss nel mondo – spiegano alla Zeiss - Il suo statuto, pur risalendo al 1896, è ancora attuale perché descrive il modello ideale di imprenditorialità responsabile». Un modello industriale che secondo Angela Merkel, che ha dato il via alle celebrazioni per il 125° anniversario, può essere considerato «un documento eccezionale di storia economica e sociale tedesca – sostengono in Zeiss – La Cancelliera ha elogiato anche le società Zeiss e Schott che sono conosciute in tutto il mondo per la loro tecnologia e sono ritenute fiori all'occhiello dell’economia tedesca». L’originalità della Fondazione si manifesta già nel suo Statuto che «nel 1896, ha previsto la concessione di diritti sociali ai dipendenti: una novità per l’epoca che entrerà a fa parte del diritto del lavoro tedesco solo decenni più tardi. La Fondazione è riuscita a sopravvivere a tutte le crisi come le due Guerre Mondiali e la divisione del paese in Est e Ovest – sottolineano dall’azienda tedesca - L’innovazione e la collaborazione con le università più prestigiose sono la chiave del successo del Gruppo Carl Zeiss, confermato dai dati del periodo 2012-2013: 421 richieste di brevetto, 411 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo (il 10% del fatturato), l’11% del totale dei collaboratori impegnati in ricerca e sviluppo in tutto il mondo». Tra i brevetti della divisione Vision Care, Zeiss ricorda «la tecnologia Free Form, che ha permesso la lavorazione della superficie interna prima delle lenti progressive; i.Scription che descrive il calcolo matematico del potere delle lenti sulla base dei dati forniti dal dispositivo di misurazione del fronte d'onda i.Profiler e i requisiti soggettivi per le lenti determinati dall'ottico; PhotoFusion che ha reso disponibili lenti a La sede Carl Zeiss Vision di Aalen scurimento automatico ad alte prestazioni».

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EYES&SUN: DA ESSILOR UNA NUOVA VISUAL SUN EXPERIENCE PER I PORTATORI E UNA RICCA OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER IL CENTRO OTTICO Secondo una recente ricerca, il 65% dei portatori di occhiali con correzione visiva non utilizza occhiali da sole e il 50% dei portatori di occhiali da vista-sole sono vincolati nella scelta (fonte: Estin&Co Data Analysis – dic. 2013). Dal costante impegno di Essilor nell’individuare soluzioni diversificate rivolte al consumatore finale nasce EYES&SUN, un ampio ventaglio di soluzioni vista-sole di altissima qualità che coniuga elevate performance tecnologiche e visive con protezione, moda e tendenza. Un’offerta completa che fornisce uno strumento al Centro Ottico per trasformare la proposta vista-sole in una nuova opportunità di business. L’offerta EYES&SUN comprende le novità SUNMAX, E-MIRROR e XPERIO nonché ESSICOLOR, la più ampia gamma di lenti colorate nate per restituire ai portatori una percezione estremamente naturale dei colori.

NOVITÀ: SUNMAX

SunMax è il nuovo servizio offerto in esclusiva da Essilor ai Centri Ottici partner, un’innovazione interessante nel campo vista-sole grazie alla sinergia di 3 elementi: due nuove lenti dedicate, un servizio di ordine guidato tramite OpsysWeb e un importante studio industriale sull’adattabilità delle lenti alle montature sole più diffuse del mercato (specialmente quelle particolarmente grandi, extra-grandi, curve ed extra-curve).

rispetto delle distanze interpupillari e prismi di compensazione volti a ridurre le aberrazioni. La combinazione tra tecnologia brevettata W.A.V.E.™ (già disponibile nel vista sulle lenti Varilux S e Varilux Physio), basi specializzate e sofisticate geometrie asferico-atorico permette alle lenti SunMax di integrarsi con qualsiasi tipologia di montatura da sole, anche la più curva. Inoltre, grazie alla tecnologia produttiva Advanced Digital Surfacing, sono stati raggiunti importanti risultati per contenere le aberrazioni e ridefinire le zone visive funzionali. Benefici per i portatori: • Visione nitida e ad alta risoluzione • Riduzione delle distorsioni laterali • Estetica ottimizzata grazie a basi specializzate, adatte a qualsiasi tipologia di montatura da sole. 2) SunMax è… ordine facilitato con OpsysWeb Il secondo imprescindibile elemento è rappresentato da OpsysWeb, il sistema di invio ordine online, fiore all’occhiello della Divisione E-Business di Essilor: grazie alla speciale sezione SunMax – con l’ampia libreria di montature sole - i parametri guidati e i biselli ad hoc, l’invio dell’ordine diventa facile e veloce... come un click! Per tutti i clienti che non adottano OpsysWeb è comunque possibile inviare ordine e montatura ai Laboratori Essilor sul territorio.

1) SunMax è… lenti dedicate Essilor SunMax e Varilux SunMax – ispettivamente monofocale e multifocale – sono le due nuove lenti vista-sole che coniugano estetica e comfort visivo: grazie all’elevata qualità ottica e ai parametri di compensazione, permettono una visione senza distorsioni. Molte le caratteristiche che rendono le lenti SunMax decisamente funzionali: una gamma di poteri ampia, diametri fino a 95 mm, basi fino a 8, Precal di serie,

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adv 3) SunMax è… una libreria di montature sole già industrializzate Essilor ha condotto uno studio industriale senza precedenti: oltre 1400 montature da sole del mercato sono state analizzate per generare lenti in grado di adattarsi perfettamente a esse per forma, colore, compatibilità della gamma dei poteri e curvatura. I risultati? L’ampia libreria di montature di OpsysWeb che facilita l’ordine pre-suggerendo alcuni importanti parametri (calibro, ponte, altezza dima) e la possibilità di ricevere lenti correttive dal colore perfettamente aderente a quello originale, senza dimenticare i biselli ad hoc che facilitano il montaggio.

UVB. Le specchiature e-mirror offrono un doppio strato antimbrattamento su entrambe le superfici.

DEGRADANTI CATEGORIA 3

MARRONE

GRIGIO

GRIGIO/VERDE

VIOLA

BLU CIELO

DEGRADANTI CATEGORIA 3

BLU/VIOLA

NOVITÀ: XPERIO ROSSO/VIOLA

ARANCIO/GIALLO

ARGENTO INTENSO

BLU/VIOLA

VERDE/BLU

BLU ELECTRIC

NOVITÀ: E-MIRROR

Le 6 nuove specchiature coloratissime e cangianti della linea e-mirror, disponibili sia in versione neutra (filtro) sia monofocale e progressiva, sono dedicate a quei portatori che amano uno stile deciso, di tendenza anche nel vista-sole. Tecnologicamente avanzate, sono equipaggiate di serie con Crizal Sun UV, lo specifico trattamento antiriflesso posto sulla superficie interna della lente in grado di ridurre la riflessione dei nocivi raggi UVA-

Le lenti polarizzanti Xperio sono oggi disponibili anche in 6 nuovi colori degradanti. Ai tre colori classici – marrone, grigio, grigio-verde – si aggiunge la corrispondente versione degradé e si affiancano 3 nuovi colori moda: bluviola, viola, blu-cielo. Belli e di tendenza, creati per catturare i clienti attenti allo stile: sono, quindi, perfetti per il mercato italiano, da proporre senza indugio per far scoprire un’esperienza visiva irrinunciabile. Le lenti Xperio bloccano la luce riflessa, eliminano l’abbagliamento da riverbero e migliorano nettamente la percezione dei contrasti e dei colori, proteggendo al 100% dai raggi UVA-UVB.

ESSICOLOR

Le novità EYES & SUN 2014 si affiancano a ESSICOLOR, la più ampia gamma di lenti colorate per una percezione naturale dei colori per le diverse necessità d’uso: moda, sport, protezione.

Sotto il sole? Massima protezione UVA-UVB

La filosofia alla base di EYES&SUN mette in primo piano l’integrazione della proposta vista-sole con il concetto di protezione UV. Questa la via per educare e fidelizzare i consumatori sulla necessità di proteggere il futuro dei propri occhi, in particolar modo sotto il sole.

CRIZAL SUN UV

La protezione Crizal Sun UV riduce di 4 volte la luce UVA-UVB che colpisce la superficie interna delle lenti e offre ineguagliabile resistenza alle impurità su entrambe le superfici.

OPTIFOG SUN UV

È la soluzione oftalmica ideale da proporre ai portatori che desiderano beneficiare di una visione libera dall’appannamento in ogni condizione e situazione.

E-SPF

Eye-Sun Protection Factor è l’indice che certifica il valore globale di protezione UV offerta dalle lenti. Più alto è il valore E-SPF, maggiore è il livello di protezione contro i dannosi raggi UVA e UVB. Ad esempio, per le lenti colorate o polarizzate equipaggiate con Crizal Sun UV o Optifog Sun UV, il fattore di protezione E-SPF è pari a 50+.

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