b2eyes magazine 5/2014

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80 YEARS OF INNOVATION

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Maggio 2014 numero 5 www.b2eyes.com In copertina Safilens

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Editore Fge Srl Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14040 Moasca (AT) Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Grafica e impaginazione Meloria Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

B2TRADE Editoriale Innovazione o illusione? 3 Attualità Vision Group: vendere la professionalità, il servizio e il prodotto 4 Nuovi metodi didattici per una scuola che cambia 6 Il nuovo concept Nau!: coerente con il brand 10 Optometria, dalla rigidità dei 21 punti alla flessibilità di Crossman 14 Congresso Prisma, l’interdisciplinarietà nell’ipovisione 16 Amarcord Il mondo con gli occhi(ali) dei campioni 24

B2STYLE Moda Sole mondiale 23 B2EXPERT Meditazioni L’intelligenza delle mani 28 B2TECH Speciale Lac 35 La scelta della toricità in caso di cheratocono 36 Meglio una valutazione virtuale o un pattern reale? 40 Come aumentare il comfort con la nuova geometria B-spline 44 Disposable, “piccole” giornaliere crescono 46 Safilens, più forti grazie alla Gran Bretagna 48 Mark’ennovy: il materiale prima di tutto 50 Il decalogo del contattologo moderno 56

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Editoriale

INNOVAZIONE O ILLUSIONE? di Angelo Magri

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l 2014 è partito all’insegna dell’innovazione, da parte delle aziende dell’oftalmico, ma non solo. I produttori di lenti e sistemi per il centro ottico hanno puntato, infatti, l’attenzione sulle potenzialità innovative e, quindi, di supporto al business di progressive, trattamenti, con particolare enfasi sul fotocromatico, e servizi al punto vendita, lasciando sempre maggiore spazio a quelli multimediali, utili all’ottico per argomentare vendite a più alto valore aggiunto. Dati di mercato alla mano, sono tutte convinte che questi nuovi lanci, insieme a quanto è già stato proposto nell’ultimo biennio, rivitalizzeranno un mercato, quello delle lenti oftalmiche, che ancora tiene, ma che da almeno un lustro fa segnare al massimo una stabilità piuttosto che una costante crescita. L’innovazione, tuttavia, la si può scorgere anche nelle montature. Soprattutto nelle idee nate per proporle in maniera più originale e coinvolgendo il consumatore finale. È il caso di Anfao, che al successo della seconda edizione di Out of Mido, in aprile, ora fa seguire Pop-Eye, collettiva di una decina di marchi di nicchia all’interno dei padiglioni di Pitti Uomo a giugno. Ed è il caso di Design Your, l’evento nato da tre ottici pugliesi che, dopo le due interessanti, ma embrionali edizioni ad Altamura, a metà ottobre si proporrà sul palcoscenico di Bari, con la stessa formula all’insegna della cultura del prodotto e della comunicazione di valori, ma con proposte nuove, tra cui il coinvolgimento del pubblico e la collaborazione con Eataly. Negli stessi giorni in cui venivano delineate le caratteristiche di queste due iniziative, ecco che appariva all’orizzonte una kermesse in programma alla fiera di Catania, sempre in ottobre, ampiamente enfatizzata sui social network, ma, allo stato dei fatti e delle conoscenze, ancora tutta da costruire. Nella distribuzione, a fronte degli sforzi di gruppi, catene o insegne, che cercano di trovare nuove soluzioni alle difficoltà di sell out, tentano di accreditarsi fantomatici consorzi, nati addirittura dall’esperienza con i fisioterapisti, con l'intento di organizzare online attività che strutture consolidate e riconosciute dagli operatori e dal consumatore finale attuano già da anni con professionalità. Persino nella formazione non mancano iniziative innovative, come la partnership tra l’Istituto Zaccagnini con uno dei migliori soggetti nel panorama formativo, l'Aston University di Birmingham, frutto di un progetto lungo e articolato, per di più nella culla europea dell’optometria: dopo gli annunci iniziali, stanno emergendo con chiarezza tratti, contenuti e modalità organizzative. Al contempo ha ripreso voce la proposta accademica di Riga, in Lettonia, che a molti professionisti richiama più ombre che luci di un’idea partita dall’Italia una ventina d’anni fa e che oggi ha suscitato più stupore che consensi, pur trovando ancora adepti e sostenitori. Chi innova davvero e chi s’illude di farlo? Sarà il mercato a stabilirlo, saranno i riscontri professionali ed economici di chi vi è coinvolto, sarà il giudizio dell’utente finale a rendere onore al vero merito. Le bugie hanno ancora le gambe corte, soprattutto in un settore che fa del benessere visivo il proprio punto di forza.

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Attualità

VISION GROUP: VENDERE LA PROFESSIONALITÀ, IL SERVIZIO E IL PRODOTTO Ha preso il via con il seminario di Amantea, in provincia di Cosenza, che si è tenuto il 18 maggio, il ciclo formativo “La corretta proposizione tecnica delle lenti progressive e degressive a focale variabile e il correlato sviluppo delle vendite”, organizzato dal più grande network di centri ottici italiani a cura della redazione

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dei collaboratori ad aiutarlo. Il laboratorio, con gli impegni relativi agli ordini, ai montaggi, agli assemblaggi, ai controlli, alle certificazioni e alle consegne, lo studio con l‘agenda di appuntamenti per l’applicazione di lenti a contatto o per la consulenza visiva, l'aggiornamento professionale, la gestione delle scorte e della contabilità sono solo una parte della lista delle incombenze».

'ottico nella sua quotidianità si trova spesso in balìa di innumerevoli impegni legati alla gestione operativa della propria professione – spiega Maurizio Bianchi, responsabile Qualità e Formazione di Vision Group – I diversi ruoli che ricopre gli richiedono di gestire al meglio la propria attenzione e il proprio tempo sia che abbia o meno

Valter Veratti (qui e nella pagina successiva) durante alcune prove pratiche

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Attualità

Prova da seduto: confronto tra lenti

La procedura di proposta per le lenti occupazionali (in una posizione che ricrea le condizioni visive quotidiane)

Con lente monofocale: percezione della limitazione della visione naturale

gere chi, dopo la visita optometrica, partecipa attivamente a proporre le soluzioni ottiche migliori per i clienti. Per lo sviluppo del percorso è stato coinvolto Valter Veratti, ottico optometrista ed esperto del mondo delle lenti progressive e degressive. La didattica prevede il coinvolgimento dei partecipanti in simulazioni e propone un modello di valutazione dei risultati di incremento nelle vendite per fare tesoro dell’esperienza.

Per fornire un supporto pratico in termini di qualità e di ottimizzazione delle performance, Vision Group ha messo a punto un ciclo formativo, il cui calendario è in via di definizione, su una tematica di particolare interesse professionale e commerciale: “La corretta proposizione tecnica delle lenti progressive e degressive a focale variabile e il correlato sviluppo delle vendite”. La serie di incontri è rivolta sia agli ottici sia ai loro collaboratori nella vendita proprio per coinvol-

I TEMI SVILUPPATI DURANTE GLI INCONTRI • Fiducia in ciò che proponiamo • Atteggiamento che ci anima verso la proposta • Capacità di automotivarci • Percezione dell'interesse del presbite • La proposta e la promozione della lente a focale variabile • Il valore strategico della prova • L’indagine visiva: atmosfera/metodo/tecnologia • Procedura dimostrativa dei benefici offerti dalle lenti progressive per porto abituale e dalle

lenti occupazionali degressive a profondità di campo e progressive per vicino e intermedio (aspetti tecnici ed ergonomici) • La scelta della montatura e il gioco di squadra • La consegna degli occhiali e il feedback del cliente dopo l’acquisto • Una carta vincente con il medico oculista

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Attualità

NUOVI METODI DIDATTICI PER UNA SCUOLA CHE CAMBIA Il corpo docente del futuro corso di laurea in Optometria, che Aston University avvierà in collaborazione con l’Istituto Zaccagnini, dal dicembre scorso è impegnato in un programma formativo che si concluderà a luglio a cura della redazione

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laurea un’istituzione scolastica, per l’appunto l’Istituto Zaccagnini, diventa protagonista dell’introduzione di questa innovazione, in cui l’uso corrente della lingua inglese appare come una dei fattori più importanti. L’adozione dell’inglese, del resto, è vissuta come esigenza primaria dalla parte più evoluta del sistema universitario italiano: ad esempio il Politecnico di Milano, per assumere un profilo sempre più internazionale e offrire maggiori chance occupazionali ai propri studenti, dal prossimo anno scolastico svolgerà la maggior parte dei corsi in lingua inglese». Il sistema didattico dell’Aston University si basa su alcuni principi, tra i quali la flessibilità dell’insegnamento, l’abolizione dei testi cartacei con un sistema informativo interattivo dal quale gli studenti attingono tutte le informazioni di cui necessitano, l’integrazione dell’apprendimento tradizionale basato su lezioni

l 6 ottobre, data d’inaugurazione del corso di laurea in Optometria, con il quale l’Istituto B. Zaccagnini di Bologna propone in Italia il corso di laurea inglese “BSc in Optometry and Clinical Practice – with Honours” dell’Aston University di Birmingham, si sta avvicinando e costituirà il momento conclusivo di un iter durato tre anni. «Uno dei passaggi più importanti e significativi di questo lungo lavoro, compiuto per porre le strutture organizzative e didattiche dell’Istituto in grado di ottenere l’approvazione della prestigiosa università di Birmingham, uno dei quattro atenei inglesi di riferimento per l’optometria a livello planetario, è quello che investe l’adozione dei suoi metodi didattici e dei processi d’insegnamento – spiega il direttore dello Zaccagnini, Giorgio Righetti – È noto come l’approccio all’insegnamento anglosassone sia profondamente diverso dal nostro: con questo corso di

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Attualità

La reception all’ingresso dell’Aston University di Birmingham

Senato accademico di Aston, che presiede alle cooperazioni internazionali dell’università, ha dato il via libera all’iniziativa». Il programma si sta svolgendo sotto la regia di Shehzad Naroo, che è anche il responsabile di Aston per il corso, e di Fabrizio Zeri, che ha intrapreso a Birmingham un’attività di ricerca come collaboratore residente. Da allora si sono avvicendati tre stage, a dicembre 2013, gennaio e febbraio di quest’anno, sempre coordinati da Naroo, e il programma si concluderà la prima settimana di luglio, quando Julian Lamb e Sarah Hayes, esponenti del “Centre for Learning Innovation and Professional Practice”, ne tireranno le fila e trasferiranno all’Istituto Zaccagnini «tutto il materiale didattico originale che sarà l’unica fonte del sapere optometrico da cui attingeranno gli studenti, oltre ai corsi integrativi d’inglese e di pratica svolti per aiutare gli studenti», conclude Righetti.

frontali con quello virtuale (VLE My Aston) e la pratica professionale svolta a diretto contatto con il pubblico. «Il tutto animato dalla finalità di semplificare l’apprendimento, trasferire agli studenti, oltre alla conoscenza delle discipline scientifiche, il maggior numero possibile di attività pratiche e con la valutazione nel continuo dei progressi compiuti, per giungere quindi agli esami finali come conclusione naturale di un percorso di crescita sostenuto da un continuo tutoraggio – sottolinea Righetti – Queste innovazioni, tuttavia, per essere applicate vanno metabolizzate e assunte da tutto il corpo docente e non docente del corso di laurea: così l’IBZaccagnini Vision Sciences Department, la divisione che concretamente lo realizzerà, ha promosso con la School of Health & Life Sciences dell’ateneo inglese un programma di addestramento dei futuri insegnanti, che ha preso le mosse nel momento in cui la commissione del

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Attualità

IL NUOVO CONCEPT NAU!: COERENTE CON IL BRAND

Free wi-fi, area bimbi e dog service sono alcuni dei servizi offerti dal marchio italiano di occhiali già in un terzo dei suoi punti vendita sul territorio nazionale di Angelo Magri

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risi, dog service e soprattutto tanti occhiali, giovani, di design, di tendenza, colorati e sempre in edizione limitata. «Vogliamo estendere il nuovo concept, con gradualità, a tutti i nostri negozi – afferma Fabrizio Brogi, presidente del primo brand italiano di occhiali con negozi sul territorio nazionale, che oggi hanno superato quota sessantacinque – Sono già una ventina i punti vendita che l’hanno adottato, tra quelli aperti negli ultimi mesi e lo store storico di corso Buenos Aires a Milano».

on il nuovo concept, realizzato insieme allo studio di architettura Colombo e Vantusso di Milano, Nau! punta a esaltare gli spazi, la responsabilità ambientale, il design essenziale, la semplicità delle linee e dei percorsi che accompagnano il cliente lungo le ricche gamme di occhiali e verso le postazioni di vendita, l’assistenza tecnica e il controllo della vista. L’obiettivo è una shopping experience di successo: design, colore, green responsibility, gentilezza, sor-

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Attualità

Qui e nella pagina precedente alcuni flash del nuovo concept firmato Nau!

pa il singolo negozio. «L’importante è il messaggio veicolato con questa rivisitazione del concept: voler aumentare le relazioni con la nostra clientela e con le loro famiglie – sottolinea Brogi – Abbiamo deciso di farlo ora perché Nau! è cresciuto, è ormai un fashion brand di occhiali riconosciuto dal consumatore finale, per cui anche il concept dei suoi negozi dev’essere in linea con le caratteristiche e, soprattutto, con i valori del brand stesso».

I materiali degli interni sono ricercati e naturali: la dominante del legno è arricchita con texture discrete e finiture curate. I toni e le sfumature si mettono al servizio del prodotto,valorizzandone la varietà di forme e colori. Gli elementi focus incorniciano di luce gli occhiali, permettendo così di esaltare i dettagli dei must del momento. Grande attenzione viene posta alla fruibilità dei servizi: il punto di assistenza tecnica offre una postazione di pronto intervento gratuito sull’occhiale, il free wi-fi, così come l’area scambia libro, corredata da comode sedute, regala un momento di relax ai clienti e a chi li accompagna nello shopping. Nei negozi più grandi si concretizza l’attenzione verso i più piccoli, con aree dedicate ai bambini, perché possano giocare e disegnare in sicurezza. E anche gli amici a quattro zampe trovano qui il loro spazio, grazie ad aree attrezzate con ciotole per dissetarsi. La gamma dei servizi è direttamente proporzionale ai metri quadrati su cui si svilup-

Il punto vendita di Forlì, aperto in aprile, già con le nuove caratteristiche e i nuovi servizi

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Attualità

OPTOMETRIA, DALLA RIGIDITÀ DEI 21 PUNTI ALLA FLESSIBILITÀ DI CROSSMAN A marzo si è tenuto all’Irsoo un corso sull’analisi e sulle misure funzionali delle performance visive in visione prossima a cura della redazione

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metry (NSUCO), tenne corsi di anomalie della visione binoculare, sviluppo della visione, disturbi di apprendimento e optometria pediatrica, contribuendo anche alla creazione di una clinica specializzata nella visione binoculare. Al corso dell’Irsoo le idee e le procedure messe a punto da Crossman sono state presentate a 22 optometristi, giunti un po’ da tutta Italia, da Anto Rossetti e da altri quattro insegnanti dell’Istituto toscano, Fabio Casalboni, Giampaolo Lucarini, Giuseppe Migliori e Paolo Sostegni, coadiuvati da Alessandro Fossetti, direttore dell'Irsoo. «Durante i due giorni e mezzo di formazione si è trattato della risposta-stress e dei suoi potenziali effetti negativi sulla funzionalità visuomotoria e sull’elaborazione delle informazioni visive – spiega Fossetti – Sono stati, inoltre, analizzati i quadri sintomatici legati ai disturbi di accomodazione e convergenza, i più frequenti nella pratica optometrica di tutti i giorni. In relazione a tali quadri sono stati trattati i criteri di scelta delle lenti positive di basso potere in soggetti non presbiti, con i possibili benefici per i portatori, in termini di miglioramento delle performance visive e del comfort in generale. I vari test della sequenza optometrica per vicino, dinamici, eseguiti in campo aperto, con strumenti poco invasivi sullo spazio percepito, sono stati confrontati con l’approccio comportamentale, che prevede l’uso del forottero, per un esa-

al 16 al 18 marzo, presso l’Irsoo di Vinci si è tenuta la seconda edizione del corso dedicato all’esame della visione da vicino mediante le procedure messe a punto da Stanley Crossman, optometrista statunitense che ha dedicato la propria vita all’insegnamento delle tecniche comportamentali e funzionali di esame della visione binoculare, nel tempo alleggerendole, affinandole e potenziandole, in un quadro che non prevede l’uso del forottero, ma l’esecuzione di test in ambiente abituale e in forma funzionale dinamica. Crossman era conosciuto da molti optometristi italiani, per aver prima insegnato a Verona, nel corso di Optometria dell’Università InterAmericana di Portorico, e per aver poi presentato le proprie tecniche d’indagine in numerose occasioni, l’ultima organizzata dalla Sopti, insieme all’Università di Padova, nel novembre 2010, un anno prima della sua scomparsa, avvenuta all’età di 84 anni. Laureato al College di Medicina Osteopatica di Filadelfia, Crossman s’indirizzò all’optometria funzionale dopo aver frequentato un corso sullo sviluppo della visione nei bambini in età scolare, tenuto al Gesell Institute of Child Development. Da allora dedicò tutta l’attività alla messa a punto di tecniche d’indagine optometrica e di training visivo, oltre che all’insegnamento. Membro di facoltà alla Nova Southeastern University College of Opto-

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Attualità me statico e con il massimo d’invasività, soprattutto Il direttore dell’Istituto di Vinci ricorda, infine, che la per l’esame in visione prossima. Grazie all’approccio performance di lettura è stata valutata mediante il test pratico del corso, tutti i partecipanti hanno avuto la di Radner, ormai multilingue, la cui versione italiana possibilità di provare le diverse tecniche, utilizzando è stata messa a punto proprio all’Irsoo. «La valutaziol’ampia gamma di strumenti disponibile nei labora- ne della visione da vicino viene spesso eseguita misurando soltanto l’acuità visiva – precisa Fossetti - Una tori di Vinci». Il direttore dell’Irsoo sottolinea come le parti che han- tale misura non è indicativa della qualità della visione no riscosso più interesse sono state proprio quelle prossima quando essa sia impegnata in compiti che pratiche, in questo corso dedicate sia all’esercizio del- richiedono la lettura e la comprensione dei testi per le tecniche d’esame presentate sia alla valutazione periodi più o meno prolungati. Il test di Radner confunzionale delle correzioni da vicino. «Queste eserci- sente di misurare, oltre l’acuità visiva massima, anche la velocità di lettura e tazioni sono rese possile dimensioni critiche bili grazie all’impiego dei caratteri di stampa contemporaneo di più che permettono di leginsegnanti, tutti comgere in modo fluente e petenti, che consente confortevole. Con quedi distribuire i partecisto tipo di test si riesce panti in gruppi più picanche a valutare l’imcoli all’interno dei quali patto d’interventi come l’esperienza personale l’occhiale correttivo o diventa più significail training visivo, bativa - dice Fossetti - Di sandosi non sulla sola grande interesse sono acuità da vicino o su state le prove di vasemplici sensazioni di lutazione funzionale Una delle attività pratiche svolte durante la seconda edizione del corso dell’Irsoo sulle procedure di Stanley Crossman “leggo peggio” o “leggo delle correzioni da vicino, basate sulle misure della percezione periferica, meglio”, ma avendo a disposizione delle misure, ovdella sensibilità al contrasto e della lettura. La qua- vero dei valori numerici che indicano il livello di perlità della percezione periferica viene considerata un formance, che ci possono quindi guidare nelle scelte aspetto essenziale della risposta stress, per lo sviluppo e nel giudizio di qualità del servizio reso». del sistema visivo e per la valutazione dell’efficacia Al termine del corso Rossetti e Fossetti hanno condotd’interventi a sostegno della funzionalità e del comfort to in aula un confronto sui risultati delle attività svoldella visione. Nel corso è stata quantificata, in termi- te e sulle implicazioni e possibili ricadute nell’attività ni angolari, mediante uno strumento messo a punto clinica giornaliera e per quella di training visivo in all’Istituto e poi comparata con i risultati di altre tec- un centro optometrico. «Proprio su questo ultimo arniche che basano la propria valutazione sulla “sen- gomento molti dei partecipanti, come i loro colleghi sazione” del soggetto esaminato, come ad esempio la che avevano preso parte alla prima edizione, hanno Mc Donald Card. La sensibilità al contrasto è un’altra richiesto un proseguimento del progetto formativo con di quelle funzioni visive la cui importanza nell’esame un evento dedicato al training visivo, per affrontare optometrico viene troppo spesso sottovalutata dai no- quelle problematiche in visione da vicino che non stri professionisti: nel corso è stata misurata median- possono essere risolte con un semplice occhiale posite test differenti, dal classico Vistech al REX, messo a tivo – afferma il direttore dell’Irsoo - L’argomento rienpunto dalla clinica oculistica di Firenze per l’esame tra nel programma di formazione continua del nostro degli ipovedenti, al test di Rossetti, a un Pelli Robson Istituto: il corso sul training visivo, infatti, è già in fase avanzata di progettazione e si terrà a novembre». adattato per la visione prossima».

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Attualità

CONGRESSO PRISMA, L’INTERDISCIPLINARIETÀ NELL’IPOVISIONE La terza edizione dell’evento si è tenuta a Firenze a fine marzo: oculisti, ortottisti, ottici, optometristi e psicologi si sono confrontati sul tema “Evoluzioni recenti e controversie in ipovisione e riabilitazione visiva” a cura della redazione

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ella logica di una collaborazione tra figure professionali che, nell’interesse del cittadino, non è più rinviabile, crediamo che il terzo Congresso della Società Italiana Prisma Onlus rappresenti un esempio d’integrazione verso una soluzione che, da molti, è ricercata da oltre trent’anni». Il segretario, Silvano Abati, e il presidente di Prisma, Giovanni Sato, commentano così il Congresso, che si è tenuto a Firenze, presso il Grand Hotel Baglioni, il 30 e 31 marzo, sul tema “Evoluzioni recenti e controversie in ipovisione e riabilitazione visiva”. L'evento si rivolgeva a oculisti, ortottisti, ottici, optometristi, psicologi e, in generale, a tutte le figure professionali che s'interfacciano con l'ipovisione. «Oltre 160 persone hanno partecipato fianco a fianco ai lavori per due intense giornate di studio e di dibattito su quelli che sono i problemi degli ipovedenti che, inevitabilmente, hanno necessità di un servizio completo da parte di varie figure professionali – affermano Abati e Sato – Al Congresso sono

L’intervento di Ugo Menchini, docente di Malattie dell'Apparato Visivo in Medicina e Chirurgia e direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell'Università degli Studi di Firenze

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Una fase dei lavori della terza edizione del Congresso Prisma

razione dell’acuità visiva per lontano e vicino, la presentazione di nuovi filtri foto selettivi, la scelta e prescrizione di un ausilio, la sua realizzazione e personalizzazione, fino all'adattamento nell'ambito di un percorso riabilitativo o gli aspetti ottici ed economici sulla costruzione di un ipercorrettivo prismatico personalizzato a partire da una ricetta medica. Il Congresso ha avuto il patrocinio della Iapb Italia Onlus, dell'Aimo, della Low Vision Academy e ha visto la presenza del presidente Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Firenze, Antonio Quatraro. «Riteniamo che queste manifestazioni debbano rappresentare un segno tangibile di una collaborazione in atto e che Prisma persegue fin dalla sua costituzione, nel luglio 2009», sottolineano ancora Abati e Sato.

intervenuti docenti e professionisti esperti di ipovisione e in riabilitazione visiva da tutta Italia, per mettere a fuoco le novità in campo medico, riabilitativo e tecnico riguardanti la cura e la riabilitazione visiva». Interventi che hanno visto alternarsi professionisti nei settori di competenza: le due lezioni magistrali, "Il danno visivo da edema maculare diabetico: impatto delle nuove terapie" di Ugo Menchini e "L'occhio bionico: il chirurgo e la sua equipe" di Stanislao Rizzo, oltre a una serie di relazioni di medici oculisti, ortottisti, ottici optometristi e psicologi. I campi di interesse sono stati molteplici: tra questi, la riabilitazione visiva in pazienti con emianopsia o con restringimento diffuso del campo visivo, la descrizione dei test vecchi e nuovi per la misu-

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FORMAT, DIMENSIONE ORGANIZZATIVA, NUOVI CONCEPT DIDATTICI E INTERAZIONE CON I PROTAGONISTI DELLA FILIERA: I PUNTI DI FORZA DELL’ISTITUTO ZACCAGNINI L’Istituto bolognese ha compiuto un lungo percorso organizzativo e una vera rivoluzione culturale per attualizzare le proposte formative

Un paio di momenti dell’ultimo open day dell’Istituto Zaccagnini, svoltosi a metà maggio nella sede di Bologna

I

l ciclo economico recessivo, che ha iniziato a manifestarsi nei primissimi anni del secolo per poi evidenziarsi in tutta la sua gravità nel 2008, pone come condizione fondamentale per uscirne quella di recuperare il grave ritardo accumulato nell’innovazione del sistema paese. Fra le componenti del sistema che possono svolgere un ruolo determinante di un’auspicabile ripresa non c’è dubbio che la scuola abbia un ruolo primario. Una delle inadempienze che vengono attribuite alla scuola è quello della mancata, o incompiuta, integrazione con il sistema produttivo e distributivo, non riuscendo sovente a fornire collaboratori in grado d’inserirsi rapidamente e proficuamente nei cicli produttivi. Per risolvere questo ritardo sono necessarie strutture scolastiche articolate e flessibili alle esigenze di sviluppo, ma soprattutto culturalmente in grado d’interpretare le tendenze di trasformazione della società e di adeguarvi i propri asset didattici e il proprio approccio culturale: è il percorso compiuto in questo primo scorcio di secolo dall’Istituto B. Zaccagnini di Bologna. Nato come scuola professionale nel 1977, ha svolto la propria funzione didattica, soprattutto nell’ottica, in modo conforme a quello di tutta la scuola nazionale sino alla fine degli anni Novanta, quando comprese l’esigenza di rinnovarsi in sintonia con i grandi cambiamenti che stavano intervenendo. Fu così che la sua direzione decise di affiancare all’insegnamento delle discipline ottiche l’optometria e, preso atto che una componente determinante degli studenti di ottica era destinata a svolgere funzioni imprenditoriali o manageriali nella distribuzione, di inserire nel corso biennale di ottica, come

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materia di insegnamento, il marketing della distribuzione e l’organizzazione aziendale. Da allora l’Istituto ha compiuto un percorso evolutivo che ha visto il moltiplicarsi delle sue divisioni operative (lo ZBS Zaccagnini Business School, il Congresso Interdisciplinare, i programmi annuali di aggiornamento professionale e i master di Optometria) fino alla creazione del corso di laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica, frutto di una prolungata collaborazione con l'Aston University di Birmingham e con il mondo accademico anglosassone. Proprio il confronto fra gli approcci didattici e culturali anglosassoni, la rivoluzione delle professioni indotta dall’Unione Europea e le richieste dell’industria e della distribuzione del settore ha indotto la scuola di ottica di Bologna, che è anche la più grande d’Italia, a potenziare in quantità, qualità e attualità tutti gli strumenti didattici (laboratori, ambulatori, strumenti ottico-oftalmici, biblioteche, ecc.) necessari per integrare le conoscenze delle materie di studio con l’attività di pratica professionale, con la finalità di consegnare al mercato del lavoro professionisti pronti all’inserimento in azienda. Nell’ambito di questa finalità si collocano le visite all’industria, ai centri ottici e a occasioni di formazione extra scolastiche, come seminari, congressi, fiere e quant’altro. Dal prossimo anno partirà anche un corso di lingua inglese (glossario di ottica e optometria e relazioni con gli ametropi, le sezioni più stimolanti), che permetterà a chi lo desidera di affacciarsi al mercato del lavoro all’estero con alcune chance di successo in più.

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IL MONDO CON GLI OCCHI(ALI) DEI CAMPIONI I goccia di Bearzot, il ponte di Sacchi, il vista di Lippi: immagini indimenticabili per tutti gli italiani che hanno gioito e sofferto nei tre Mondiali più appassionanti dell’ultimo trentennio Enzo Bearzot

di Angelo Magri

1986 Soltanto l’arbitro

1982 Gli aviator di Bearzot

non vede la “mano de Dios”

battono Argentina, Brasile, Polonia e Germania

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Amarcord

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ui non si parla di moda né di testimonial e nemmeno di business. Qui si fa largo ai ricordi, quelli dei Mondiali dell’ultimo trentennio che hanno fatto salire più in alto la Nazionale italiana di calcio: prima nel 1982 e nel 2006, seconda nel 1994. Certo, altrettanto indimenticabili sono le “notti magiche” di Italia ’90, ma quella immeritata sconfitta con l’Argentina in semifinale brucia ancora e costringe a relegarli un gradino sotto. I Mondiali di calcio non sono come le Olimpiadi, estive o invernali, come il Giro d’Italia o il Tour de France, come l’America’s Cup: tutte competizioni dove l’occhiale, nelle sue forme tradizionali o nelle sue declinazioni (maschera, casco, occhalino da nuoto, ecc), svolge un ruolo di primo piano, con contenuti tecnici e di protezione che possono anche incidere sul risultato finale. Alla Coppa del Mondo del pallone difficilmente si vedono calciatori con un paio di occhiali

1990 Negli occhi di Schillaci tutto lo stupore e la delusione di un popolo

Arrigo Sacchi

1994 Per Sacchi

gli occhiali da sole sono... di rigore

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1998 I galletti guardano per la prima volta il mondo dall’alto in basso

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Amarcord da sole, se non quando arrivano allo stadio prima della partita o durante i momenti di relax; meno ancora li si vedranno con una montatura da vista. Nell’immaginario collettivo, quindi, l’occhiale al Mondiale è legato alla figura dell'allenatore, quello che sotto le pesanti canicole delle partite diurne lo indossa per proteggersi dal sole, per completare il proprio look o, ancora, per incutere timore agli avversari e alimentare il rispetto dei propri uomini in campo. Ecco a cosa sono serviti a Enzo Bearzot, nella cavalcata vincente di Spagna ’82, o ad Arrigo Sacchi, negli infuocati pomeriggi di Usa ’94, che rispetto al collega si è fermato a un passo dalla Coppa. Marcello Lippi, invece, li portava anche nella favolosa notte di Berlino, quando il 9 luglio 2006 regalò all’Italia il quarto trofeo planetario: i suoi occhiali non erano né protettivi né di tendenza, erano soprattutto necessari per correggere un difetto visivo a un commissario tecnico… senza difetti, in quei Mondiali di Germania.

2002 “Arbitro, ci vedi?”. Ma Moreno era davvero un arbitro…?

Marcello Lippi

2006 Quella notte tutti

hanno visto che il cielo era azzurro sopra Berlino

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2010 Sguardi d’amore

per il gioco della Spagna campione

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2014 In Brasile occhi

puntati su Cristiano Ronaldo, ma non solo‌

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Meditazioni

L’INTELLIGENZA DELLE MANI Esiste ancora qualcuno che sa pensare e costruire gli occhiali con la maestria degli artigiani, evoluti nei tempi moderni. È importante sviluppare la sensibilità culturale per riconoscere le qualità progettuali e materiali

di Luisa Redaelli Architetto della comunicazione

S

iamo costruendo il nostro tavolo. Avremmo potuto cercarlo, sceglierlo e acquistarlo fra le tante belle proposte di design e di qualità che il mercato offre. Abbiamo deciso di farlo noi, con le nostre mani, con le nostre idee, con il nostro tempo. Vecchie assi di castagno, recuperate da una fascinosa casa antica, quelle case che sono attempate dame, sempre raffinate e pazienti nel tempo. È un legno sul quale leggiamo la storia, vediamo i segni di chi lo ha lavorato, chissà mai quanti decenni e decenni fa, sentiamo sprigionare sottile l’odore del fumo dei camini, avvertiamo

vibrare una materia che si è resa compatta, resistente, tanto vitale. L’Homo Faber ha quest’arte nelle sue mani, che sentono il legno, la venatura, la consistenza, forse gli antichi retaggi di una cultura artigiana depositata nei cromosomi. Io vedo l’idea, materializzo il progetto, formo l’immagine dalla teoria, la mia è un’eredità di intellettuali, di pensatori, di teorici. Io sento il pensiero e vedo formarsi l’idea ma ho bisogno di qualcuno che realizzi, lui sente anche con le mani, conosce gli strumenti e può agire sulla realizzazione. Bisogna saper fare gli oggetti per poterne riconoscere la qualità? Non è det-

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to completamente, ma certo aiuta aver provato, aver visto come si fa. Questo è un mondo dove la materia lavorata è spesso sconosciuta e si perde la concezione del valore reale degli oggetti che sono nelle nostre vite. Paghiamo l’etere delle onde elettromagnetiche, il flusso invisibile dei dati; paghiamo il circolo delle informazioni sui prodotti più dei prodotti stessi: i dati economici riportano che il valore del flusso delle informazioni ha superato il valore del flusso delle merci. La parola sul prodotto vale più del prodotto: è inquietante, a mio parere. Torno sull’importanza di sentire e di riconoscere il prodotto, invece,

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Meditazioni per essere concreti, per rispettare il valore di chi è capace, di chi possiede l’esperienza e la sensibilità del “saper fare”. La tradizione “artigiana” ha un significato di cultura profondo, che riguarda la capacità di pensare un prodotto, un occhiale, per esempio, e di saperlo realizzare. Si tratta di una sensibilità al dettaglio, alla materia, alla lavorazione; una sensibilità educata, esercitata, un’attenzione costante, preziosa come l’ascolto in una relazione. Ecco dove si uniscono le mie due anime, una dedicata alla comunicazione e alla psicologia e l’altra alla cultura materiale e al design. Il luogo è l’importanza dell’ascolto, da una parte delle persone, dall’altra della materia, degli oggetti per le persone stesse. Un prodotto realizzato con passione comunica energia tanto quanto una persona che ci parla con dedizione. Un progetto costruito nell’anonimato della serialità

è come una conversazione vuota e distratta. Gli oggetti ci parlano, comunicano con noi, fanno parte della nostra vita, hanno un’anima. L’artigiano che tocca l’oggetto, lo ha prima cullato e accarezzato in ogni minimo dettaglio nella sua mente, lo ha pensato e ripensato, lo ha già realizzato mille volte nella fantasia. Quando mette mano, quando comincia a lavorare i materiali e lo realizza fa confluire tutta questa intensità pura e l’oggetto se ne impregna. Esiste ancora la capacità di fare occhiali bene, con tutti gli strumenti che le moderne tecnologie mettono a disposizione. Esiste ancora qualcuno che sa pensare e costruire gli occhiali con la maestria degli artigiani, evoluti nei tempi moderni. Spesso manca nel mondo dell’ottica la sensibilità culturale di saper riconoscere. Schiacciati da un quotidiano di mercato che sembrerebbe imporre regole di consumo veloci e condi-

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zionate, trovo molti professionisti che non sanno più riconoscere un buon occhiale da un prodotto scadente. Il prezzo non è l’elemento discriminante: occorre avere gli strumenti di conoscenza per capire e riconoscere la qualità. Il pensiero, il progetto, il design hanno un valore: l’occhiale ha una funzione d’uso ben definita, deve reggere le lenti ed essere lo strumento per il benessere visivo. I materiali utilizzati devono rispettare l’ambiente, dare comodità e affidabilità alle persone. La comodità e l’affidabilità sono date dallo studio delle proporzioni del viso umano, ad esempio, dall’utilizzo di dettagli accurati, le cerniere, i naselli, i terminali. L’occhiale deve essere bello da vedere (e per vedere) e deve essere bello anche da toccare, per lasciare la sensazione completa di un oggetto armonico, costruito con sapienza, con amore, con passione. Il mercato presenta oggi tanti prodotti mol-

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Meditazioni to banali, tanti venditori di fumo, ai quali diamo il beneficio della buona fede, pensando che loro stessi non sappiano più conoscere la qualità vera. È importante saper distinguere la qualità reale di un occhiale, per una serietà di professione, per rispetto dei clienti-utenti, per un piacere culturale personale. In questa società tutto si trova delocalizzato, si può acquistare ovunque, perché su certi prodotti di produzione industriale standard cambia solo il prezzo, quindi si va a cercare l’offerta più conveniente. Se vogliamo distinguerci, dobbiamo puntare sulla personalizzazione, sulla capacità di offrire ciò che non sarà possibile trovare altrove. Il nostro prossimo futuro sarà nel rapporto con piccole produzioni capaci di sposare alta tecnologia e artigianato, per fornire prodotti innovativi, altamente personalizzati, a scala limitata. Fornitori che sappiano dialogare con il cliente, in modo da porgere un prodotto personalizzato e un servizio pensato su misura, quindi capaci di modellarsi alle esigenze dei clienti stessi. La competenza artigianale, l’intelligenza delle mani è ciò che rende un prodotto qualcosa di unico. Il pensiero applicato e la mano che sa eseguire definiscono un processo di qualità che anima il prodotto di uno spirito importante. La cultura materiale dell’occhiale ancora esiste, ha un fiato sottile che cerca di sopravvivere e di emergere. Trovo che spesso le poche aziende che hanno scelto di lavorare con questa impostazione hanno belle capacità operative, gli imprenditori artigiani sono mossi da tanto entusiasmo e

competenza, ma non sanno affatto comunicare questi valori aggiunti. Realizzare un occhiale “fatto bene” richiede competenza, esperienza, capacità: è un artigianato d’alto livello. Bisogna che questi valori di differenza tornino a essere conosciuti, divulgati, ricercati e proposti, con l’adeguata cognizione di causa. Un valore professionale importante per l’ottica, che esprime il proprio valore anche nella proposta dell’occhiale, della montatura, non solo delle lenti. Così come è un atto d’artigianato di livello il montaggio degli occhiali, il laboratorio: la conoscenza dei materiali delle lenti e delle montature, l’abilità del taglio e della molatura delle lenti, la sensibilità di dare l’assetto adeguato al viso, ad esempio. Mettere la “vitarella”, un’operazione che vedo compiere gratuitamente infinite volte, è un gesto d’artigiani, perché se scappa il cacciavite e si riga la lente, sono guai; modellare le astine per non far scivolare l’occhiale dal naso non è così semplice, la montatura potrebbe rompersi se è di materiale scadente, si potrebbe causare dolore alla testa della persona se non si fa ben calzare, ecc. Sono tutti gesti che l’ottico compie nel “banale quotidiano”, ma dove la mano deve essere intelligente e avere buona consapevolezza di ciò che sta compiendo. Ecco perché ci costruiamo il nostro tavolo, vogliamo che la nostra sensibilità si esprima con le mani, per ascoltare la materia e farle esprimere la sua armonia, che i nostri desideri si fondano con il vecchio legno di quella vecchia casa e prendano un loro viaggio, ben oltre noi stessi.

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DICE È LUI, QUI, SEMPRE Dice è lui, qui, sempre. Non ha rinunciato a nulla, né rinuncerà, col proprio corpo misura il peso delle parole e comunque così lieve, è così lieve ciò che continua così lieve che neanche il vento può afferrarlo, neppure un sospiro, una voce, le fugaci tenaglie della luce così lieve e così greve rende ciò che misura con se stesso o con l’altro, scelto che i piedi affondano nel nucleo pietroso, gli occhi nel nucleo penoso e l’eternità, l’unicità in eterno nei suoi buchi oscuri come se aspettasse, fosse, avesse voglia, volesse. Tomi Kontio, poeta finlandese nato nel 1966, lavora la poesia come un artigiano, le parole come una materia da modellare (da Vaaksan päästä taivaasta, TEOS, Helsinki, 2004 – Traduzione di Antonio Parente)

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36 LA LA SCELTA SCELTA DELLA DELLA TORICITÀ TORICITÀ IN IN CASO CASO DI DI CHERATOCONO CHERATOCONO

40 MEGLIO MEGLIO UNA UNA VALUTAZIONE VALUTAZIONE VIRTUALE VIRTUALE O O UN UN PATTERN PATTERN REALE? REALE?

44 COME COME AUMENTARE AUMENTARE IL IL COMFORT COMFORT

CON CON LA LA NUOVA NUOVA GEOMETRIA GEOMETRIA B-SPLINE B-SPLINE

46 DISPOSABLE, DISPOSABLE, “PICCOLE” “PICCOLE” GIORNALIERE GIORNALIERE CRESCONO CRESCONO

48 SAFILENS, SAFILENS, PIÙ PIÙ FORTI FORTI GRAZIE GRAZIE ALLA ALLA GRAN GRAN BRETAGNA BRETAGNA

50 MARK’ENNOVY: MARK’ENNOVY: IL IL MATERIALE MATERIALE PRIMA PRIMA DI DI TUTTO TUTTO

56 IL IL DECALOGO DECALOGO DEL DEL CONTATTOLOGO CONTATTOLOGO MODERNO MODERNO

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LA SCELTA DELLA TORICITÀ IN CASO DI CHERATOCONO Questa patologia consiste in una distrofia corneale che nella maggior parte dei casi evolve progressivamente, accentuando la protrusione dell’ectasia verso l’esterno e contemporaneamente riducendosi lo spessore della struttura nella zona interessata: questa condizione non è infiammatoria e per tale ragione la correzione ottica raggiunge il risultato più efficace quando è realizzata con lenti a contatto

di Francesco Sala*

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uando la distrofia determinata dal cheratocono si trova nella fase iniziale, la correzione del difetto rifrattivo viene eseguita anche con lenti oftalmiche o lenti a contatto (LaC) morbide senza necessariamente ricorrere a soluzioni specifiche1, raggiungendo risultati ancora soddisfacenti per le aspettative del paziente; diversamente, quando l’evoluzione introdu-

ce nel sistema oculare aberrazioni difficili da compensare con i sistemi tradizionali è indispensabile adottare lenti a contatto appositamente progettate per il cheratocono. Generalmente riconoscere la presenza della distrofia nelle fasi iniziali è più complesso2 rispetto agli stadi più avanzati: tuttavia oggi con la strumentazione adeguata diventa possibile effettuare un esame sempre più efficace e individuare

*Docente di Optometria e Contattologia all’Istituto Zaccagnini, Optometrista S.Opt.I., Iscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale, Clinical Instructor nel BSc in Optometry and Clinical Practice (with Honours), Aston University, IBZ

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l’insorgenza del cheratocono fin dai primi segni. Infatti, mediante gli strumenti in grado di eseguire la tomografia della cornea diventa possibile realizzare un’analisi tridimensionale della struttura ed elaborare le informazioni ottenute sia della superficie anteriore sia di quella posteriore, raggiungendo un grado elevato di conoscenza delle caratteristiche corneali. La raccolta dei dati attraverso la tomografia o con la topografia corneale diventa per il professionista un sistema efficace, poiché permette di gestire e

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Speciale Lac trattare la correzione ottica tramite le lenti a contatto con grande affidabilità. Mediante l’indagine strumentale vengono acquisite le informazioni di altimetria, della morfologia con la possibilità di approfondire la conoscenza del tipo di ectasia e le informazioni ottenute aiutano il professionista a individuare la prima lente di prova. Il cheratocono viene classificato anche in funzione della forma3: le più comunemente rappresentate sono l’ellissoidale, la rotonda, la clessidra e il cheratoglobo. Quest’aspetto influenza sensibilmente le proprietà finali della lente a contatto: di seguito viene riportato un case report di un cheratocono a forma di clessidra (vedi figura 1). L’obiettivo principale è quello di raggiungere una prestazione visiva soddisfacente per lo svolgimento delle attività quotidiane del paziente mediante la correzione delle aberrazioni indotte dalla distrofia. In contattologia l’orientamento clinico nel trattamento del cheratocono individua come prima scelta la LaC corneale gaspermeabile (GP): vengono qui presi in esame i passaggi salienti dell’applicazione di una LaC GP in un caso di cheratocono a clessidra.

Figura 1. Elaborazione tangenziale della superficie corneale anteriore del caso preso in esame

Il professionista durante la scelta delle proprietà della lente deve raggiungere una relazione con

l’apice dell’ectasia in grado di preservarlo e questo rimane un aspetto particolarmente delicato4. Quando la relazione della lente a contatto con la superficie corneale determiFigura 2. Analisi delle caratteristiche del cheratocono preso na la formazione di un in esame mediante la tomografia leucoma, la collocazione è a livello riscontro è presente nell’analisi efdello stroma anteriore; diversamen- fettuata dal software dello strumente, quando viene localizzato in pro- to riportata in figura 2: quest’aspetto fondità, rimane un probabile segno e, in particolare, la toricità che solidell’evoluzione della distrofia: in tamente accompagna in questi casi caso di appoggio eccessivo sull’api- la morfologia influenzano sensibilce il primo segno è l’abrasione ed è mente la scelta dei parametri finali determinato dalla rottura dell’epite- della lente. lio con una conseguente influenza Infatti la toricità presente nella porsulla tollerabilità della LaC. Qualo- zione centrale, considerando il diara gli aspetti dell’applicazione che metro di 3.00 millimetri (vedi figura determinano l’abrasione non ven- 1) è poco più di 1.00mm: proseguengano risolti, è possibile lo sviluppo do nella sezione periferica, questo di una cicatrice che si colloca a li- valore tende a ridursi per diventare vello dello stroma anteriore e i fatto- di circa 0.75mm e il diametro conri che influenzano il risultato finale siderato nell’elaborazione dei dati sono differenti. Tra questi troviamo raggiunge il valore di 7.00mm. La le capacità dell’epitelio corneale di scelta della prima lente di prova resistere all’azione meccanica della vedi (figura 3) è costituita da una soLaC e la qualità del rinnovamen- luzione studiata appositamente per to cellulare; la consistenza dello il cheratocono di tipo sferica coas“schiacciamento” della lente asso- siale tetracurva simmetrica, avente ciato al fenomeno di sfregamento come raggio base e diametro della sulla zona apicale e il tempo d’uso zona ottica posteriore rispettivarappresentano quelli più importan- mente 7.25mm e 6.80mm, mentre il ti. Durante la fase di adattamento diametro totale risulta di 9.20mm. delle lenti a contatto5 è necessario In quest’ambito è fondamentale valutare accuratamente il solleva- che l’applicatore possa avvalersi di mento apicale evitando la condi- geometrie differenti e specifiche: inzione di “sfregamento”: questo ac- fatti le proprietà più importanti sono corgimento è necessario per evitare un’ampia disponibilità di valori per nel lungo periodo la formazioni di la curva base, design sferici e asfeleucomi. Considerando l’elabora- rici, la zona ottica variabile in funzione dei dati (vedi figura 1) è pos- zione del raggio base e avvalersi di sibile evidenziare la forma a cles- un costruttore affidabile che offra la sidra della distrofia e un ulteriore possibilità di realizzare la geome-

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Speciale Lac preliminarmente durante la fase di simulazione. In questo caso è stata studiata una LaC GP sferica coassiale tetracurva simmetrica (vedi figura 4) avente una zona ottica posteriore torica con le seguenti curvature: Rb 7.40mm (raggio base) e Rti 7.00mm (raggio del toro interno), tenendo invariata la sua dimensione (6.80mm) e il valore del diametro totale (9.20mm). Tra le proprietà peculiari della lente troviamo una toricità costante nelle curve periferiche di 0.95mm che hanno il compito di uniformare il quadro fluoroscopio: il risultato ottenuto dopo la realizzazione della LaC viene riportato in figura 5. L’osservazione in lampada a fessura individua una relazione più equilibrata della lente con la superficie corneale, raggiungendo un sollevamento dall’apice sufficiente e un adeguato rapporto periferico. La scelta dei parametri della LaC GP in caso di cheratocono viene in-

tria inversa, la lavorazione asimmetrica e diversi diametri totali. Il quadro fluoroscopico (vedi figura 3) ottenuto con la lente di prova individua una relazione con la zona dell’ectasia non adeguata, tanto da influenzare sensibilmente la posizione finale della LaC che, decentrandosi verso il basso, compromette il rapporto periferico con la superficie corneale: nel complesso si evince che l’ammontare della toricità e la sua distribuzione diventano un aspetto significativo in grado di condizionare il risultato finale dell’applicazione. La scelta dei parametri della lente di prova successiva vengono individuati mediante la simulazione del quadro fluoroscopio, impiegando una funzione specifica del software dello strumento in modo tale da progettare ogni singola parte della LaC e raggiungere una soluzione più conforme: è importante ricordare che questo processo termina sempre con la valutazione del quadro fluoroscopico mediante la lampada a fessura della lente costruita. Soltanto osservando realmente la LaC sulla superficie corneale il professionista è in grado giudicare nel suo complesso l’applicazione, che può risentire di variabili non prevedibili

Immagine A

Figura 3. Lente a contatto GP sferica coassiale tetracurva simmetrica applicata nel caso preso in esame

Immagine B Figura 4. LaC GP simulata mediante il software dello strumento dove l’immagine A mostra il grafico della clearance nella direzione verticale, mentre l’immagine B in quella orizzontale

Lente a contatto GP sferica coassiale tetracurva simmetrica con toricità nella superficie posteriore applicata nel caso preso in esame BIBLIOGRAFIA

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fluenzata da diversi fattori: tra quelli più significativi troviamo la morfologia, la grandezza, la posizione e la variazione altimetrica dell’ectasia. In questo caso la toricità rappresenta un aspetto di sicuro rilievo che orienta la selezione del design verso una soluzione torica con la finalità di raggiungere il migliore risultato. È importante ricordare che questa scelta, durante le fasi di adattamento, richiede di prestare attenzione a eventuali fenomeni di rotazione della lente e alla necessità di costruire una zona ottica esterna torica per correggere un eventuale valore di astigmatismo risultante dopo l’applicazione.

1. Woodward, E. G. (1981) Keratoconus the disease and its progressions. Doctoral Thesis. The City University, London. 2. de Cunha, D. and Woodward, E. G. (1993) Measurement of corneal topography in keratoconus. Ophthalmic Physiol. Opt., 13 (4),369-363. 3. Caroline PJ, McGuire JR, Dougman DJ: Preliminary report on a new contact lens design for keratoconus, Cont IOL Meds 4:69-73,1978. 4. Korb DR, Finnemore VM, Herman JP. 1982. Apical changes and scarring in keratoconus as related to contact lens fitting techniques. J Am Optom Assoc 53:199-205. 5. Edrington TB, Zadnik K, Barr JT, Gordon MO. Scarring and contact lens fit in keratoconus: Results from the CLEK (Contact lens evaluation in keratoconus) screening study. Invest Ophthalmol Vis Sci 1991; 32 (suppl): 738.

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MEGLIO UNA VALUTAZIONE VIRTUALE O UN PATTERN REALE? Il contributo del topografo nel determinare le quote fondamentali per la conoscenza del profilo corneale e poterne preventivare una proporzionale associazione con le aree di appoggio di una lente a contatto RGP è molto importante, ma da solo non basta

di Marco Tovaglia Contattologo

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di “shape” opportuna, disegnare un profilo, affinché questo possa rappresentare una chiave di successo per un’applicazione di RGP, non è impresa impossibile: anzi, di sicuro è intrigante. Pur restando uno strumento ancora poco utilizzato in alcuni paesi europei – la Gran Bretagna, ad esempio, ha cominciato solo da pochi anni a farne uso e a considerarne il grande apporto tecnico per l’associazione cornea-lente a contatto - il topografo per i professionisti esperti non può che rappresentare un indispensabile strumento d’indagine pre e post applicativa: pre-applicativa, nel senso che descrive in modo articolato e completo la serie d’informazioni necessarie a comprendere forma e qualità ottica della principale lente dell’occhio;

ll Recentemente, durante un corso di topografia che ho tenuto per conto di un’academy aziendale, mi è stata rivolta una domanda interessante: “che tipo di relazione può esserci tra un’elaborazione virtuale di una lente a contatto su base topografica rispetto al pattern fluoroscopico reale?”. La risposta è stata di assoluta conferma di una perfetta reciprocità tra l’interpretazione di un disegno fluoresceinico simulato rispetto a ciò che verrà poi verificato direttamente in vivo. Fatto salvo che l’attendibilità del contesto topografico, attuato con tutti i crismi necessari alla convalida di una mappa corneale, sia fondamentale alla creazione di un valido riferimento di forma cui associare una lente a contatto

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Speciale Lac tale regola, estendendoci con diametri di lente molto grandi, anche di solo 1-1,5 mm in meno del diametro visibile dell’iride in orizzontale. Tutto dipende, in scelte di questo tipo, dalla capacità di assecondare in modo perfetto e “mimetico” il profilo della cornea tra centro e periferia con superfici scarsamente invasive e non impattanti per l’epitelio corneale. La risposta tattile della superficie anteriore della cornea è tanto meno sensibile quanto più ci si estende verso la sua porzione più periferica, per poi ritornare a esserlo in prossimità del limbus: la capacità tecnica del contattologo sta nel coniugare un aspetto geometrico con interferenze meccaniche con elementi di elevata sensibilità, come cornea centrale, periferica estrema e margini palpebrali. La scelta del valore di curvatura della lente, per anni effettuata con nomogrammi applicativi dettati dalle aziende produttrici di lenti a contatto, viene stravolta nel momento in cui, attraverso la conoscenza dettagliata dell’andamento del profilo corneale, l’indicazione per il profilo interno di una RGP diventa l’eccentricità della superficie oculare anteriore. Young nel 1998 ha definito un parametro interessante: il PCA (Percentage Corneal Alignment), ovvero la percentuale di allineamento alla superficie oculare di una lente a contatto RGP, quando questa tende ad avvicinarsi il più possibile, in termini di asfericità, al parametro relativo al fattore di forma della cornea stessa.

post-applicativa, perché consente una serie di controlli utili a poter comprendere se l’atto applicativo possa essere stato “invasivo” nei confronti della superficie corneale. Le informazioni fornite dallo strumento, quale che possa essere il principio su cui si fondi il sistema di proiezione corneale (Placido a parabola grande o cono piccolo), sono fondamentali ed esaustive per definire, con ottima approssimazione matematica, la forma centrale e pseudo-periferica dello specchio convesso anteriore dell’occhio umano. Proprio così: il film lacrimale pre-corneale, come elemento dalla densità maggiore dell’aria, agisce come superficie dall’elevata specularità e, in virtù di come mima la forma della cornea sottostante, diviene strumento di conoscenza della morfologia della lente più importante dell’occhio. Attraverso la misurazione di una nutrita serie di coefficienti descrittori di forma e qualità ottica corneali, è possibile approdare all’associazione tra una lente a contatto RGP e la superficie sulla quale dovrà operare per ripristinare la capacità visiva del portatore in modo mirato e assolutamente prevedibile. Le uniche incognite, ovviamente trattandosi di strumenti di simulazione virtuale, sono legate a effetti difficilmente preventivabili e quantificabili, ad esempio la tensione palpebrale, la densità del film lacrimale e la dinamica in caduta gravitazionale della lente a contatto. Questi elementi, in ogni caso, rappresentano l’aspetto clinico alla base di un’applicazione e non possono essere trascurati a causa di un eccesso di convinzione legata alle performance dello strumento che consente una virtualizzazione dell’appoggio. Relativamente alle fasi progettuali di una lente a contatto RGP su base topografica sono rimasto piacevolmente colpito da un recente articolo di Randy Kojima, ricercatore e professore al Pacific University College of Optometry in Ontario, in cui detta le regole di una buona ricettazione per una lente “semi-rigida”. L’aspetto da cui partire è la determinazione del diametro totale della lente a contatto attuata sulla base della stima dell’HVID (Horizontal Visible Iris Diameter), ponendo come paradigma la sottrazione, rispetto alla quota misurata, di 2,00 mm. In realtà si tratta di una procedura accademica non del tutto scontata, poiché fortemente dipendente dalla geometria interna della lente scelta: con i più recenti profili multi-asferici è possibile infrangere

Due immagini a confronto: profilo di lente RGP ottenuto su progettazione virtuale topografica e profilo di una lente multicurve sferica applicata con metodo empirico

In un project design l’obiettivo è uniformare due superfici, la cornea e la lente a contatto, in modo da poter ottenere un’equa distribuzione del film lacrimale post-lente sia in zona ottica sia in periferia. L’assenza o, comunque, la minimizzazione dell’impatto tra le cuspidi di raccordo delle curve periferiche di svincolo permette l’ottenimento di un’integrazione maggiore tra le due forme, che, geometricamente, possono essere

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Speciale Lac sono l’omogeneità di distribuzione degli anelli di Placido riflessi, evitando così il “Ring Jam”, e la perfetta concentricità tra l’immagine proiettata degli stessi con il diametro della cornea. Un decentramento laterale dei cerchi concentrici di Placido finirà con il fornire indicazioni erronee, pregiudicando il risultato della simulazione preapplicativa.

accoppiate. Il diagramma della clearance, strumento di quantificazione della disposizione del film lacrimale tra centro e periferia al di sotto della lente, diviene elemento fondamentale per la simulazione del pattern fluoroscopico virtuale. I canoni cui riferirsi, per decretare un corretto allineamento, prevedono un TLT (Tear Layer Thickness) centrale nell’ordine di circa 15-20 micron, mentre in periferia un AEL (Axial Edge Lift) di 80100 micron.

Mappa Eccentrica

Per evitare un potenziale disallineamento della superficie corneale rispetto alla parabola riflettente del topografo, può essere utile invitare il soggetto a fissare il primo o secondo anello centrale nella direzione opposta al decentramento accusato. In considerazione del fatto che il nostro desiderio è realizzare una lente a contatto allineata geometricamente rispetto al centro della cornea, è logico che questo punto trovi coincidenza con l’asse di simmetria del topografo. Inoltre potremmo assumere che, nonostante i topografi siano tutti strumenti di elevata precisione diagnostica, può essere necessario “tararsi” su un lieve gap di associazione tra virtuale e reale. Se, nonostante le valutazioni pre-applicative, ci si dovesse accorgere di aver ottenuto lenti dal profilo reale più piatto o più stretto, rispetto al preventivato, di 0,05 mm, tale quota rappresenterà un fattore di compensazione per le successive simulazioni. Il contributo fornito dal topografo nel determinare le quote fondamentali per la conoscenza del profilo corneale e poterne preventivare una proporzionale associazione con le aree di appoggio di una lente a contatto RGP è, dunque, importantissimo. Come in ogni pratica, però, ciò che rende le nostre performance di sicuro successo sono la serietà e la precisione con le quali le conduciamo. Ricordando una famosa frase di Aristotele, “il piacere nello svolgimento della propria attività dà perfezione all’opera”.

Diagramma della Clearance

Il meridiano più piatto della cornea rappresenta la quota con la minor profondità sagittale e costituisce l’area “portante” di una lente a contatto RGP, fungendo da fulcro per garantire la stabilità della stessa alla superficie corneale. La porzione opposta al meridiano più piatto rappresenta elemento di clearance di maggior spessore e, pur contribuendo a un incentivo al pompaggio lacrimale, rischia di divenire, se non ben equilibrata, oggetto d’instabilità, discomfort e scarsa performance visiva in una lente a contatto RGP. Anche in questo caso preventivare il rapporto di allineamento della lente con la superficie corneale, in entrambe le sezioni, diventa importante per integrare entrambi i profili in modo ideale. Ogni riferimento geometrico al profilo topografico presuppone una completa e accurata cattura del disco di Placido riflesso dalla cornea, poiché, se carente d’informazioni, la simulazione virtuale, nonché la traduzione della stessa in reale possono differire tra loro enormemente e vanificare la buona integrazione del portatore con l’ausilio a contatto. Fondamentali per considerare Ring Jam una corretta acquisizione

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COME AUMENTARE IL COMFORT CON LA NUOVA GEOMETRIA B-SPLINE L’introduzione dei torni freeform ha incrementato la possibilità di progettare le più svariate geometrie per la correzione dei difetti visivi. Anche nelle lenti a contatto

di Stefano Giovanzana*

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el campo delle lenti a contatto le nuove geometrie ci permettono di migliorare la qualità della visione anche per soggetti critici, come quelli affetti da cheratocono. Per questi soggetti il punto cruciale nell’applicazione della lente a contatto risulta essere un compromesso tra l’impatto minimo sulla fisiologia della cornea e la più alta possibile qualità di visione. Figura 1. Tornio OptiTech A2

*Collaboratore del Centro produzione e applicazione lenti a contatto di Mario Giovanzana, nel 2007 ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria fisica presso il Politecnico di Milano, nel 2011 il dottorato in Ingegneria Industriale presso l’Università di Padova e nel 2013 la laurea in Ottica e Optometria a Milano-Bicocca

Grazie alla tecnologia sviluppata presso il nostro laboratorio di Milano i torni della linea OptiTech A2 (vedi figura 1), progettati da Mario Giovanzana e costruiti in collaborazione con la

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Speciale Lac scomfort nel portatore. Un bordo troppo sottile, invece, potrebbe rendere la lente più fragile durante la quotidiana manutenzione. A differenza degli al- (a) tri parametri che identificano la lente, come raggio e diametro, per i quali esistono norme specifiche per il rispetto delle loro tolleranze, il design del bordo viene lasciato libero e non è soggetto ad alcuna nor- (b) mativa. È presto detto il perché di questa scelta: il bordo, infatti, risulta di difficile riproducibilità, per le lenti tornite e ancor più per quelle stampate. Grazie alla tecnologia sviluppata presso (c) il nostro laboratorio siamo in grado di fornire un’alta riproducibilità del bordo della lente. I nostri torni, infatti, lavorano il bordo già in fase di tornitura senza necessità di crearlo e arrotonFigura 3. Diverse dimensioni darlo successivamente del bordo: (a) 0.02, (b) 0.04, (c) 0.06 In dettaglio possiamo vedere nella figura 3 diverse schermate del CNC del tornio in fase di lavorazione che evidenziano il bordo interno della lente con diversi raggi di raccordo: 0.02, 0.04 e 0.06 mm. Le geometrie B-spline e l’alta riproducibilità dei bordi, possono essere applicate sia a lenti a contatto rigide gas-permeabili sia a lenti a contatto morbide: in entrambi i casi il comfort della lente risulta sensibilmente migliorato. Ovviamente i benefici ottenuti con queste tecnologie innovative, non sono solo a vantaggio dei casi qui elencati, ma permettono a tutti gli ametropi che si approcciano alle lenti a contatto un comfort maggiore.

MechTech di Mercenasco (Torino), ci permettono di utilizzare la tecnologia freeform per la costruzione di lenti a contatto con geometria B-spline. La geometria B-spline consente di avere superfici interne della lente con una curva graduale che meglio si adatta alla superficie della cornea. Nell’esempio in figura 2 viene presentata la schermata del tornio durante la fase di lavorazione della superficie interna della lente con geometria B-spline.

Figura 2. Superficie interna della lente

Questa geometria permette un ottimo allineamento della lente senza interessare il cono anche per lenti corneali, consentendo un aumento del visus senza alterare la fisiologia e mantenendo i benefici di ricambio lacrimale e ossigenazione tipici di una lente corneale. Un’altra zona importante della lente a contatto per la riuscita di un’applicazione risulta essere il bordo. Le geometrie del bordo possono essere le più disparate, ma sicuramente due sono le zone importanti: la parte interna per l’interazione lente-cornea; la parte esterna per l’interazione lente congiuntiva tarsale. Bordi eccessivamente netti nella parte interna potrebbero portare a un eccessivo stress della cornea, mentre bordi eccessivamente netti nella parte esterna provocano generalmente di-

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DISPOSABLE, “PICCOLE” GIORNALIERE CRESCONO Secondo i dati GfK toriche e multifocali si confermano il driver principale nelle lenti a contatto a ricambio frequente, con un incremento anche nei primi mesi del 2014 di Nicoletta Tobia

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que, un buon andamento, segno che o si vendono più lenti o aumentano le vendite dei prodotti dal costo più elevato». «Focalizzandoci sulle giornaliere, è interessante vedere come ci sia sempre più una tendenza positiva in segmenti che sembravano non essere significativi e che erano visti con sospetto per la complessità di vendita, a fronte dell’elevato livello di performance richiesto: sia le toriche (+ 7% e +5% rispettivamente sull’anno e sul trimestre) sia le multifocali (+26 e +27%) mostrano, invece, un trend di crescita superiore a quella media del mercato – confermano in GfK - Segmenti con prodotti sensibili all’innovazione tecnologica, ma ancora con piccole quote di mercato, sono, quindi, il driver di tale comparto e sembra che l’industria stia sfruttando il fenomeno: i lanci di nuovi prodotti negli scorsi mesi riguardano, infatti, proprio queste tipologie di lenti a contatto».

l settore delle lenti a contatto con utilizzo frequente, cioè giornaliere, settimanali o mensili, conferma di godere di buona salute in Italia, mettendo a segno +1% d’incremento di sell out nel 2013 rispetto al 2012. E anche il primo trimestre del 2014 fa registrare un trend positivo (+3%), a conferma della tendenza registrata già lo scorso anno. È quanto emerge dai dati GfK, società specializzata in ricerche di mercato. «A trainare l’incremento - spiegano in GfK - è principalmente il segmento delle lac giornaliere, che nei primi tre mesi dell’anno inanellano un +5% rispetto al periodo omologo del 2013. Quello delle settimanali e mensili, in flessione del 2% l’anno scorso rispetto al 2012, quest’anno finalmente cambia passo, crescendo a valore nel primo trimestre, con un incremento pari all’1% rispetto a gennaiomarzo 2013. Entrambi i comparti mettono in luce, dun-

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OPEN DAY MAGGIO, Sabato 17 e Domenica 18 SETTEMBRE, Sabato 6 e Domenica 7

SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALL’ANNO SCOLASTICO 2014 / 2015 CORSO ABILITANTE BIENNALE PER OTTICO

Il Corso abilitante alla professione di Ottico, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2014/2015 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIA

Il Corso Annuale di Optometria costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, promuove l’Ottico in Optometrista e, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche, fa diventare la sua professionalità fattore competitivo. La frequenza è settimanale.

CORSO CLINICO DI CONTATTOLOGIA

Il Corso clinico di Contattologia, che si svolgerà dal 15 al 21 settembre 2014, affronta l’insieme dei temi della contattologia clinica sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

CORSO DI LAUREA IN OPTOMETRIA BSc in Optometry e Clinical Practice (with Honours)

La laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica è conferita dalla Aston University di Birmingham ed è proposta in Italia, in collaborazione con IBZaccagnini Vision Sciences Department di Bologna. Aston è un’Università di vertice del Regno Unito con un primato universalmente riconosciuto nell’insegnamento e nella ricerca in Optometria. Il piano di studi conferisce le conoscenze e le competenze optometriche al più alto livello europeo. La Laurea rilasciata dall’Aston – cod. UCAS B510 - vale 360 crediti universitari equivalenti a 180 crediti ECTS.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA dedicato a chi lavora

Il Corso Biennale di optometria si rivolge a tutti gli Ottici abilitati attivi nella distribuzione ottica che vogliono evolvere da Ottico in Optometrista ed avere nuovi spazi professionali e una qualificazione superiore. Le modalità di frequenza e le metodologie didattiche sono state concepite tenendo conto delle esigenze di chi lavora. Il corso sarà attivato in autunno a Bologna, Torino e Venezia.

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Il Corso Superiore di Visione e Postura intende offrire ai corsisti sia le conoscenze generali riferite ad ogni ambito recettoriale sia le competenze di clinica optometrica specifiche per l’esperienza visuo-ambientale per individuare la compensazione e il relativo dispositivo ottico che permetta di mantenere la persona in un buon equilibrio e per cooperare con i vari professionisti che si occupano di problematiche posturali. La frequenza è articolata in cinque incontri a cadenza mensile per complessive 10 giornate da novembre 2014 ad Aprile 2015.

Per maggiori informazioni: Istituto Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna - Tel 051 480994 - Fax 051 481526 segreteria@istitutozaccagnini.it - www.istitutozaccagnini.it

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SAFILENS, PIÙ FORTI GRAZIE ALLA GRAN BRETAGNA L’azienda di lenti a contatto fa un bilancio a circa due anni dall’acquisizione da parte di Bruno Farmaceutici e ora punta all’internazionalizzazione e al lancio di un nuovo prodotto, attualmente allo studio di Francesca Tirozzi

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Gli obiettivi di Safilens nel 2014? Safilens prevede di crescere a doppia cifra a fine 2014, con un significativo impatto e contributo derivante dalle vendite realizzate in Gran Bretagna. Sul fronte della ricerca quali le novità e i progetti futuri? Stiamo lavorando a un nuovo e rivoluzionario agente umettante ad alta attività di riepitelizzazione. Si tratta di un principio attivo tutto italiano, sviluppato da Bruno Farmaceutici e Safilens in cooperazione con una prestigiosa azienda farmaceutica italiana. A livello di puro potenziale tecnico-scientifico, sarà un prodotto di altissimo livello, unico nel suo genere. Safilens ha già pronta una linea di nuove lenti a contatto basate su questo nuovo principio attivo.

quasi due anni dall’acquisizione da parte di Bruno Farmaceutici, azienda specializzata nel mercato dei cortisonici e degli antidiabetici, Safilens è proiettata all’internazionalizzazione. Lo conferma Vincenzo Bruno, managing director della società. Quali sono stati gli sviluppi di Safilens in seguito all'acquisizione da parte di Bruno Farmaceutici? Safilens, con l’aiuto di Bruno Farmaceutici, sta cercando di ampliare il proprio portfolio prodotti, potenziando la proposta in ambito di lenti toriche e sviluppando un’intera gamma di lenti in silicone. Inoltre, Safilens sta provando a internazionalizzare il proprio business e a imporre il proprio concept di lenti a rilascio endogeno di agenti umettanti in vari paesi europei. Quali sono, invece, gli orizzonti a livello internazionale? A oggi Safilens ha creato due dirette sussidiarie in Germania e in Gran Bretagna. I nomi scelti per le aziende controllate sono OpenVista GmbH e Safelens UK. I primi segnali di accettazione, derivanti in particolar modo dal mercato del Regno Unito, sono molto confortanti. La maggiore catena inglese ha già deciso di adottare le nostre lenti, che sono in vendita presso i suoi negozi dallo scorso aprile.

Vincenzo Bruno, managing director di Safilens

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MARK’ENNOVY: IL MATERIALE PRIMA DI TUTTO Giacomo Grassi, oggi alla guida del mercato europeo, illustra i risultati ottenuti e le nuove frontiere, in fatto di prodotti e tecnologia, della società inglese, con unità produttiva in Spagna di Angelo Magri

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iacomo Grassi, attivo nella contat- Mark’ennovy è specializzata nella tologia da circa 30 anni, tra Cooper- costruzione di lenti a contatto toriche Vision, Barnes Hind e Aspect Vision, e multifocali su misura in un’ampia gamma di parametri e con dal novembre 2012 materiali innovativi: quali ha avviato la filiale italiana delsono i prodotti che hanno la società creata da George N. ottenuto finora il miglior Sarrouf, già presente in Spagna, riscontro sul mercato Regno Unito, Francia e Germainterno? nia, e ora è alla guida delle venSicuramente la Saphir Rx, la pridite e del marketing per l’intero ma lente al Silicone Hydrogel a ricontinente. Dall’estate scorsa cambio mensile disponibile in tutla responsabilità dell’area mete le geometrie, con un illimitato diterranea europea, Italia comnumero di parametri. Oggi stiamo presa, è in mano a Fabrizio lanciando una nuova lente mensiLambertini, quasi vent’anni di le Rx costruita con un innovativo contattologia alle spalle, prima materiale, che abbiamo chiamato di una lunga parentesi nell’oGiacomo Grassi, vice president “Origen-Technology”: Gentle 80. dontoiatrico. Sales & Marketing di Mark’ennovy

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“L'assistenza post vendita si basa su consulenti tecnici di livello e su Fit Program, un sistema che aiuta l’ottico a fidelizzare il cliente finale, con vantaggi economici per entrambi”

Questo materiale garantisce una permeabili- avere un ricambio mensile, che ancora oggi è tà all’ossigeno allineata a quella del Silicone adottato dal 50% degli utilizzatori. Infine l’apHydrogel, senza avere, tuttavia, i potenziali plicatore può aumentare i suoi utili, sia direteffetti collaterali di quest’ultimo, ad esempio tamente con una lente premium price sia indila formazione di depositi, che rende la lente rettamente, non perdendo vendite a causa di fastidiosa dopo un periodo di porto prolun- canali alternativi: di fatto si distingue, aumengato nella giornata. La Gentle 80, infatti, di- ta il proprio profilo professionale e protegge il spone di un modulo di elasticità molto bas- proprio business. so: 0.16. Inoltre ha un indice di disidratazione Quale servizio offre Mark’ennovy in veramente sorprendente, tanto che il comfort termini di post vendita? anche dopo molte ore d’uso, rimane pratica- Assistenza grazie a consulenti tecnici di primente lo stesso dell’inizio della giornata. I missimo ordine e un sistema, chiamato “Fit Program”, che aiuta l’ottico a primi risultati dopo il lancio sono fidelizzare il cliente finale, con molto incoraggianti. vantaggi economici per entramQual è il valore aggiunto che bi: avvisiamo, infatti, l’applicatopuò avere un applicatore re quando la lente ordinata è coitaliano utilizzando le lenti struita e pronta per la spedizione, a contatto Mark’ennovy? lo avvisiamo anche quando manSono molti: prima di tutto l’applicano 15 giorni al ricambio delcatore può contare su una gamla lente per ogni suo cliente, in ma illimitata di parametri, aspetmodo che possa sia predisporre to di estrema importanza quando l’acquisto sia informare il cliensi deve correggere un’ametropia te stesso. A breve organizzeremo complessa, ad esempio una cordiversi web seminar sui molti arrezione multifocale-astigmatica. gomenti per aiutare l’ottico a geInoltre con le nostre lenti si dà la Fabrizio Lambertini (a destra) con Panzieri, applicatore romano stire e ad applicare al meglio le possibilità di offrire anche ai casi eMaurizio consulente scientifico di Mark'ennovy, nell'unità produttiva in Spagna lenti a contatto. fuori standard la possibilità di

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WET e WET Therapy ®

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Sostituti lacrimali monodose a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare per il trattamento della sindrome dell’occhio secco Il portatore di lenti a contatto conosce bene la sensazione di secchezza oculare che si prova ogniqualvolta s’indossano le lenti per più ore del dovuto o se ci si trova in ambienti poco umidi, fumosi, climatizzati, polverosi, ventosi o si trascorrono troppe ore davanti a un video terminale. Queste situazioni si traducono in un’alterazione del film lacrimale e del suo naturale equilibrio che hanno come conseguenza un elevato discomfort oculare. Ognuno di questi elementi, singolarmente o combinati, può innescare lo sviluppo di una sintomatologia da occhio secco. QUALI I RISCHI PER IL PORTATORE DI LAC Sicuramente un uso prolungato delle lenti a contatto espone chi le indossa a rischi importanti per la salute del suo occhio, in quanto un’eccessiva evaporazione della componente acquosa, fondamentale nel film lacrimale, ha come conseguenza un aumento delle forze di attrito tra cornea e LAC che, se costanti, espongono l’epitelio a possibili danni: questo, infatti, privato della sua naturale protezione (le lacrime), è più soggetto a sfregamento, quindi a lesioni e a possibili infiammazioni e/o infezioni. Come è evidente, un occhio privato del suo normale equilibrio è un occhio esposto a congestione e aumentata

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permeabilità agli agenti esterni. A un’alterazione del film lacrimale consegue, inoltre, una modifica dei parametri della lente e, quindi, un peggioramento della qualità del visus. Il trattamento con sostituti lacrimali è sicuramente uno dei metodi di elezione per la riduzione dei sintomi e dei segni dovuti al discomfort oculare. L’ACIDO IALURONICO NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME DELL’OCCHIO SECCO I sostituti lacrimali a base di acido ialuronico, un polimero naturale in grado di trattenere acqua fino a mille volte il suo peso, sono sicuramente tra i più indicati per il trattamento dei sintomi legati alla sindrome dell’occhio secco. Un uso adeguato di questi fa si che nell’occhio venga ristabilita, all’occorrenza, la necessaria idratazione e conseguente lubrificazione necessaria per proteggerlo da tutti quei problemi legati all’aumentata frizione che si viene a creare tra la cornea e la LAC.

Tabella 1. Principali caratteristiche dell’acido ialuronico

WET ® E WET ® THERAPY: SOSTITUTI LACRIMALI CON ACIDO IALURONICO AD ALTO PESO MOLECOLARE Due prodotti a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare, WET® e WET® Therapy, permettono agli utilizzatori di lenti a contatto di arginare i problemi legati al loro utilizzo. Il dispositivo medico WET® è una soluzione sterile, isotonica e tamponata, senza conservanti, contenente acido ialuronico ad alto peso molecolare allo 0,10%. Chi indossa lenti a contatto può ricavare dall’utilizzo di questo prodotto notevoli vantaggi in quanto, proprio in seguito a un uso prolungato o all’esposizione in ambienti poco confortevoli, può rendersi necessaria una visco-supplementazione con un agente lacrimale che permetta di ridurre al minimo il discomfort che normalmente si viene a creare quando il fisiologico film lacrimale si rompe. La presenza dell’acido ialuronico, agente viscosante naturale, fa sì che la

Tabella 2. Principali attività dell’acido ialuronico

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permettendo in questo modo di prolungare la sensazione di comfort per il portatore e di garantire un tempo d’idratazione maggiore tra un’applicazione e l’altra, consentendo altresì un’ulteriore riduzione dei tempi di stress cui un occhio con indosso una LAC può essere sottoposto.

Tabella 3. Composizione e proprietà dei prodotti Wet® e Wet® Therapy

soluzione venga a distribuirsi uniformemente sulla cornea, creando una zona cuscinetto molto idratata che riduce notevolmente la sintomatologia legata alla secchezza oculare, ricreando un ambiente più equilibrato e protetto simile a quello del film lacrimale naturale. Anche il dispositivo medico Wet® Therapy è una soluzione sterile, isotonica e tamponata, senza conservanti, contenente acido ialuronico ad alto peso molecolare a una percentuale maggiore, pari allo 0,15%. Oltre alle proprietà già descritte per il Wet®, Wet® Therapy annovera tra i suoi componenti anche il polietilenglicole e diversi sali minerali. È un prodotto particolarmente indicato per i portatori di lenti a contatto che abbiano già manifestato problemi di microabrasioni, in quanto fornisce una maggiore azione viscoelastica e un valido supporto minerale per favorire una più rapida evoluzione dei tempi di remissione della cornea. La maggiore concentrazione di acido ialuronico stimola, inoltre, la cicatrizzazione corneale come induttore di fibronectina. La

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presenza del polietilenglicole (PEG) come agente lubrificante svolge un’attività complementare a quella dell’acido ialuronico, potenziandone gli effetti. Entrambi i sostituti lacrimali inoltre: • non alterano la qualità visiva del portatore; • non lasciano residui; • non irritano. IL VANTAGGIO OFFERTO DA UN ACIDO IALURONICO AD ALTO PESO MOLECOLARE Il vantaggio che offre un acido ialuronico ad alto peso molecolare (a parità di concentrazione) rispetto a un basso o medio peso molecolare è quello di aumentare il tempo di permanenza della soluzione oftalmica nell’occhio,

PREVENZIONE “NATURALE” COME ARMA DI DIFESA L’utilizzo delle lenti a contatto ha fatto si che ci sia una qualità di vita migliore per chi è costretto, per correggere un’alterazione dell’apparato visivo, a frapporre una lente fra sé e il mondo. Un utilizzo prolungato e ambienti poco favorevoli al mantenimento della giusta idratazione all’interfaccia cornea/lente possono condurre a una serie di problematiche, con rischi non trascurabili per la salute del delicato sistema oculare. Un occhio più sano è un occhio che mostra uno status più prossimo alle condizioni fisiologiche ed è in questo scenario che s’inseriscono i sostituti lacrimali monodose Wet ® e Wet® Therapy come fonte di mantenimento di un giusto equilibrio, d’integrazione dei componenti lacrimali, ma soprattutto di prevenzione per possibili futuri danneggiamenti.

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IL DECALOGO DEL CONTATTOLOGO MODERNO Lo illustra Antonio Genovesi, esperto in comunicazione e formazione manageriale, sulla scia del suo intervento all’ultimo Convegno Assottica e dei dati della campagna su circa 2.500 consumatori realizzata lo scorso anno presso i centri ottici italiani a cura della redazione

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pa nella relazione con il contattologo e che risente dell’influenza di convinzioni, reali o presunte, relative ai benefici e alle barriere che le lenti a contatto possono rappresentare», spiega Genovesi, il cui intervento, al 10° Convegno Assottica, s’intitolava “Lenti a contatto: qui si… risponde”. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, Marketing e d’Impresa Genovesi si è dedicato alla formazione esperienziale, con significative collaborazioni nella contattologia e nell’ottica in generale. Come può il contattologo comunicare al meglio i benefici delle lenti a contatto ai potenziali portatori? Dobbiamo partire dalla considerazione logica del legame tra lenti a contatto e soddisfazione del cliente. Le convinzioni di un possibile portatore di lenti a contatto possiamo riassumerle negli otto maggiori parametri decisionali: il loro comfort, l’efficacia come strumento di correzione visiva, la sicurezza, la soddisfazione personale dei propri bisogni, l’estetica, l’innovazione, il contesto sociale in cui vive, il costo. Bisogna prestare attenzione alle esigenze dell’ametrope, senza fermarsi ai primi riscontri, senza dare nulla per scontato. Non si devono perdere delle opportunità, non si deve lasciar “morire”

ll’ultimo Convegno Assottica, nel novembre scorso a Roma, sono stati presentati i dati della campagna educazionale "Lenti a contatto: qui si… informa", a cura di Fabrizio Zeri (docente al corso di laurea in Ottica e Optometria dell'Università Roma TRE) e Stefano Livi (ricercatore presso il dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione de La Sapienza di Roma): oltre 2.500 risposte da parte dei consumatori italiani, che hanno evidenziato la fiducia negli applicatori di lenti a contatto e il fatto che spesso non viene preso in considerazione questo mezzo di compensazione per mancanza d’informazioni sufficienti o per situazioni particolari legate, ad esempio all'età dell'utente finale o a specifiche attività svolte. Dall'analisi dei dati dell'indagine emerge la necessità di avviare strategie per una comunicazione efficace con il potenziale portatore, come ha proposto Antonio Genovesi, esperto in comunicazione e formazione manageriale, in un intervento che ha particolarmente coinvolto la platea degli oltre 650 professionisti presenti all'evento. «Per una persona con un difetto di vista decidere di indossare lenti a contatto è il passo finale di un processo che si svilup-

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Speciale Lac A questo punto quali consigli possiamo dare per una relazione di successo? Lavorando con i contattologi, ho spesso riscontrato come sia importante abbandonare lo schema consueto di comunicazione, “scendere dal piedistallo”, per così dire, e indossare le vesti di “utente”, per rapportarsi a pari livello con l’ametrope. Durante il Convegno Assottica, nel corso di approfondimento che ho tenuto con Fabrizio Zeri, abbiamo proposto l’esercizio del “morphing”, che prevede appunto di adeguare la proposta di lenti a contatto alle esigenze dell’ametrope, ai suoi bisogni, a colui che ci è di fronte. Possiamo riassumere l’approccio ricordando i dieci punti cui prestare attenzione: la Modestia, con riferimento all’analisi transazionale e al rapporto adultoadulto; l’Assertività, che è direttamente collegata con la modestia, assertività come equilibrio tra rinuncia e aggressività; la Voglia di Avventura, abbandono di tutti i soliti cliché cui il cliente è abituato; la Generosità, dedicare tempo a comprendere il cliente; la Definizione di un Percorso, per presentare le diverse tappe al cliente; la Perseveranza, non persuadere e non mollare; l’Avere Coraggio, per trasmettere fiducia; il Sorprendere, per creare qualcosa d’indimenticabile; l’Essere Originali, e far emergere la propria unicità; infine l’Avere Cura del proprio cliente.

la relazione con il portatore. La parola d’ordine è: parlare con il cliente, colloquiare con lui, uscire dalla gabbia di una comunicazione standardizzata. Su cosa deve puntare, quindi, il con– tattologo all’inizio della relazione con l’ametrope? Il contattologo deve lavorare sul potenziale portatore raccogliendo quante più informazioni possibili sul suo vissuto, sulle sue credenze, sulle sue aspettative e, nello stesso tempo, deve lavorare su se stesso per superare le proprie inibizioni nel porre domande prima ancora di avanzare una proposta proattiva. Quali sono le difficoltà che il contattologo potrà incontrare in questo percorso? Il primo ostacolo che il contattologo dovrà affrontare è senz’altro la mancanza di collaborazione da parte dell’ametrope. Date anche alcune premesse psicologiche, non sempre dall’altra parte ci sarà la disponibilità ad aprirsi con lo specialista. Questa mancanza di apertura deve ricordare che la strada per una relazione di successo è spesso lunga e difficoltosa. L’ametrope attiva diverse modalità, spesso non consapevolmente, per ostacolare il contattologo nel suo lavoro sia d’indagine sia di proposta: modalità che solitamente corrispondono a caratteri più o meno definiti. Per esprimere questo concetto, durante il suo intervento al Convegno Assottica di Roma lei ha utilizzato, come metafora, il gioco di società del Cluedo. Come funziona? Ho individuato sei personaggi ben definiti: l’Arrabbiato, che utilizza il “no categorico” a prescindere; l’Ansioso, l’indeciso del “ci devo pensare”; il Traditore, che non mostra gratitudine; l’Appagato, che utilizza la relazione personale per sviare l’approccio; l’Indifferente, utilizzatore di locuzioni dirette e al limite della scortesia; l’Entusiasta, che si accende per brevi periodi e poi si spegne e scompare. Una volta che si riscontrano quali sono gli aspetti da individuare per analizzare i bisogni e poter, quindi, fare proposte proattive e che si è compreso quali sono i segnali inibitori cui siamo sottoposti e da dove derivano, è il momento di vedere qual è lo scudo per arginarli, per non cadere nella trappola di una comunicazione fallimentare.

Antonio Genovesi al 10° Convegno Assottica

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ZEISS e la protezione solare I primi raggi di sole e le belle giornate riportano l’attenzione sul tema protezione solare. ZEISS, dalla fine di maggio, si fa portavoce di una NUOVA INIZIATIVA DEDICATA AI CENTRI OTTICI partner per supportare la loro proposta di vendita e creare traffico in negozio. Nonostante la consapevolezza dei danni che i raggi UV comportano, complici la crisi economica da un lato e le mode incalzanti dall’altro, spesso la scelta dell’occhiale da sole per molti è un acquisto d’impulso, talvolta fatto su bancarelle o in centri non specializzati. L’attenzione alla qualità scende in secondo piano e con essa anche la protezione UV che viene garantita dalle lenti stesse. Questo comporta un effetto negativo immediato, riscontrabile in una ridotta performance visiva e, a lungo andare, in possibili danni agli occhi.

dover porre limiti alle proprie scelte?

base all’esigenza d’uso. Per gli amanti dello sport all’aria aperta o sull’acqua, La nuova campagna per chi alla moda proprio ZEISS intende rivolgersi non vuole rinunciare, per a un target molto ampio, chi adora le vacanze on sottolineando l’importhe road o per chi mette tanza della protezione al primo posto il comfort visiva in ogni condizione nella vita di tutti i giorni, di luce, senza dover rinun- ZEISS offre soluzioni oftalciare a estetica o performiche specifiche. Obietmance, anzi esaltando que- tivo: una migliore visione sti due aspetti, scegliendo sempre grazie a prodotti il prodotto più adatto in certificati, frutto di un’in-

Per ZEISS il ruolo di informatore e consulente dell’ottico optometrista rimane centrale, ma come indurre il cliente a visitare il centro ottico per saperne di più, senza il timore di

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tensa attività di ricerca e sviluppo che ne garantisce la qualità, l’estetica e l’adeguata protezione necessaria per una proposta di vendita sicura. La campagna verrà diffusa facendo uso dei canali tradizionali di comunicazione, a partire dai Centri Ottici Partner stessi, con un ricco allestimento vetrina, per continuare con un’intensa azione di PR con i giornalisti delle principali testate consumer e attraverso la pagina facebook ZEISS Migliore Visione. In un’epoca dove tutto è a portata di mano o meglio di click, protagonista della campagna sarà anche una nuova App che ZEISS lancia con l’obiettivo di rendere ancora più facile e immediato il reperimento delle informazioni relative all’indice UV presente nel luogo in cui ci si trova e ci si troverà e delle possibili soluzioni per la migliore protezione.

a una stazione meteo, e suggerisce come ottenere la migliore performance visiva, evidenziando che non esiste un’unica lente ideale, ma proponendo le diverse alternative che ZEISS può offrire e indirizzando verso il Centro Ottico ZEISS più vicino per saperne di più.

A disposizione per tutti i Centri Ottici Partner, attraverso il portale:

visionmarketingservices.it sarà possibile amplificare l’efficacia della campagna attraverso azioni locali mirate di comunicazione: banner facebook, DEM (direct email), affissioni, eventi, mailing cartacei. Gli esperti ZEISS sono a disposizione per studiare la soluzione migliore in base ai risultati che si intendono raggiungere. Già in molti hanno messo in campo azioni congiunte Centro Ottico-ZEISS, talvolta unendosi anche in piccoli gruppi per raggiungere una massa critica maggiore e aumentare così la visibilità sul territorio. In tutti i casi la soddisfazione è stata alta, così come la voglia di ripetere l’iniziativa con nuovi argomenti e nuove modalità.

Disponibile dai primi di giugno sia per i sistemi IOS sia Google+, ZEISS UV Detector, in pochi semplici passaggi, fornisce l’informazione sull’indice UV, collegandosi direttamente

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LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA ARRIVA DAI MICRO-ELEMENTI Dopo Varilux S, VARILUX E SERIES aggiunge una nuova dimensione alle soluzioni più evolute dedicate al presbite Essilor è stata la prima azienda a creare un nuovo modo di concepire la correzione della presbiopia introducendo sul mercato una soluzione visiva senza precedenti. Un approccio unico, rivoluzionario nella progettualità delle lenti multifocali, in grado di superare i limiti imposti dalle lenti progressive tradizionali. Perché l’approccio dei micro-elementi è rivoluzionario. L’approccio dei microelementi è un vero passo evolutivo nel mondo delle multifocali che ha permesso di superare il compromesso tra ampiezza del campo visivo e riduzione nella distorsione delle immagini (“effetto onda”). Tecnicamente parlando, nelle lenti progressive tradizionali all’aumentare del valore dell’addizione aumenta la curvatura della lente. In maniera proporzionale aumentano le distorsioni e la conseguente esposizione del portatore all’effetto ondeggiamento.

MICRO-ELEMENTI, UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO

Senza micro-elementi

Ottobre 2012: VARILUX S e la rivoluzione tecnologica dei microelementi. Essilor lancia Varilux S: immagini definite, ampie e stabili in ogni condizione. Sono gli stessi portatori che le hanno provate a raccontare i benefici delle lenti Varilux S: «Sono sorpresa dalla nitidezza di immagine nel guardare da lontano, ma anche dal dettaglio nel vicino»; «Finalmente salgo e scendo le scale con sicurezza»; «Sono soddisfatto, non devo più concentrarmi per vedere bene». Tutto questo è stato reso possibile grazie alla tecnologia Nanoptix™ che Con micro-elementi riprogetta l’intera struttura della lente, scomponendola in migliaia di microlenti per offrire immagini sempre stabili e precise. Per i portatori Il risultato è straordinario: fino al 90%1 di riduzione dell’effetto onda e un netto miglioramento della sensazione di equilibrio in movimento. Le lenti Varilux S sono innovative anche grazie alla tecnologia Syncroneyes™ che, per la prima volta, sincronizza le immagini retiniche dei due occhi. Il risultato? Tecnicamente si definisce “una visione binoculare ottimizzata” che permette di ottenere un campo visivo fino al 50%2 più ampio e un’alta qualità delle immagini per ogni direzione di sguardo, anche laterale. Test di laboratorio R&S, 2011. 1). Basato sull’analisi della deviazione del raggio. 90% = miglioramento massimo del valore se parametrato alle lenti analizzate. 2). 50% = miglioramento massimo del valore se parametrato a tutte le lenti analizzate.

Marzo 2014: VARILUX E, micro-elementi e visione immediata. Le nuove VARILUX E Series nascono con l’obiettivo di ampliare il mercato delle lenti progressive conquistando nuovi profili di consumatori grazie a una risposta tecnologica dalla funzionalità istintiva in grado di minimizzare le necessità di adattamento. Varilux E capitalizza l’esperienza di calcolo multi brevettata basata sui microelementi Nanoptix™ alla base delle lenti Varilux S. Grazie alla nuova tecnologia brevettata SWIM CONTROL™, i microelementi si rivelano particolarmente efficaci nel minimizzare l’effetto ondeggiamento e le distorsioni laterali nelle aree in cui si evidenzia la criticità delle lenti multifocali. La tecnologia SWIM CONTROL™ gestisce in modo innovativo proprio quest’area di visione. Riprogetta la struttura della lente e gestisce il posizionamento dei microelementi in modo differenziato tra le zone periferiche della lente stessa e le altre aree visive: l’obiettivo è mantenere un alto livello di sofisticatezza nelle zone di visione periferica.

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Il risultato? Una riduzione dell’effetto ondeggiamento fino al 50% e una visione immediata ed estremamente “facile”.

RIDUZIONE DELL’EFFETTO ONDA EFFETTO RIDUZIONE "ONDA"

90%

Benefici per i portatori Con Varilux E Series il portatore potrà beneficiare di una visione immediata e istintiva, di un elevato comfort in uso e un adattamento semplificato, grazie a una tecnologia rivoluzionaria brevettata Essilor.

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Nanoptix™ riduce l’EFFETTO ONDA fino al 90% Swim Control™ riduce l’EFFETTO ONDA fino al 50%

Con Varilux S e Varilux E, Essilor sposta in confini delle soluzioni visive per i presbiti. Risposte tecnologiche in grado di seguire l’evoluzione della società, degli stili di vita e di vista: ancora più in considerazione di quanto la problematica dell'invecchiamento della vista sia cruciale perché direttamente legata alla qualità della vita. Per effetto dell’evoluzione della società, gli over 45 oggi sono sempre più attivi e “smart”. Solo per citare alcuni esempi, oltre il 72% dei presbiti utilizza il computer, oltre l'85% la posta elettronica; il 40% legge riviste e quotidiani direttamente dal cellulare o dal tablet. Oltre il 46%, inoltre, utilizza uno smartphone e il 54% invia SMS3. Per tutti i presbiti oggi la vista è strategica: le loro esigenze visive cambiano rapidamente e profondamente per consentire loro di mantenere uno stile di vita al passo con i tempi. La vista è sollecitata continuamente - in particolare nel passaggio dalla visione da vicino, a quella intermedia, a quella da lontano - e ha, quindi, bisogno di soluzioni all’avanguardia

VARILUX E SERIES L’INDAGINE MADE IN ITALY SUI PORTATORI 55 portatori su tutto il territorio italiano hanno provato in anteprima per una settimana le performance delle lenti Varilux E. Già portatori di lenti progressive Essilor (Varilux Physio 2.0 e Varilux Comfort NE) e di età compresa tra i 45 e 74 anni, i 55 portatori hanno dichiarato il loro parere sulla facilità d’uso, sul comfort e sulla percezione delle immagini. I risultati sono estremamente positivi. FACILITÀ D’USO - % DI PORTATORI SODDISFATTI COMFORT NELL’USO 95% IMMEDIATEZZA E ISTINTIVITÀ NELL’USO 96% ADATTAMENTO IN MENO DI 1 GIORNO 81% PERCEZIONE DELLE IMMAGINI - % DI PORTATORI SODDISFATTI SODDISFAZIONE TOTALE 98% IMMAGINI IN MOVIMENTO 98% STABILITÀ E PRECISIONE 96% NITIDEZZA-PERCEZIONE DEI COLORI 96% IL 98% LE CONSIGLIEREBBE A UN FAMILIARE O A UN AMICO Test effettuato su 55 portatori, 1 settimana di utilizzo, % di risposte positive: buono, molto buono o eccellente.

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HOYA presenta Sensity, l’ultima innovazione nella tecnologia fotocromatica

HOYA è orgogliosa di annunciare il lancio di Sensity, le nuove lenti sensibili alla luce che garantiscono benefici senza paragoni e comfort unico, sempre. HOYA, attiva nel campo delle lenti fotocromatiche dal 1969 presenta Sensity, le nuove lenti sensibili alla luce. Frutto della miglior tecnologia, Sensity: • assicura rapido scurimento e veloce schiarimento garantendo contrasto elevato ed efficace riduzione dell’abbagliamento, con nuovi colori intensi e naturali • offre prestazioni costanti in tutte le stagioni e in tutte le condizioni climatiche grazie all’esclusiva Stabilight TechnologyR • garantisce ottima qualità visiva e lunga durata grazie alla Photochromic Precision Technology

l’intensità della luce nell’ambiente lo permette, fino al 23% più chiare dopo un minuto. Sensity è disponibile in 2 colorazioni intense e naturali, sviluppate dagli specialisti del colore, in linea con le ultime tendenze per un look moderno: Marrone Bronze e Grigio Silver. Le tonalità di colore sono il 35% più intense.

Prestazioni senza precedenti Le lenti Sensity riducono l’abbagliamento esaltando il contrasto e la percezione dei colori. Si scuriscono come una lente da sole di categoria 3 in 30” e sono più veloci che mai: fino al 45% più scure dopo 90 secondi; ritornano completamente chiare appena

Costanti in ogni stagione Le lenti HOYA Sensity, grazie all’esclusiva Stabilight TechnologyR, costituiscono la vera innovazione nelle lenti fotocromatiche. Le prestazioni eccezionali sono garantite in tutte le stagioni e in qualsiasi condizione climatica dalla Stabilight TechnologyR. La

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protezione 100% UV è sempre attiva. Il risultato: Sensity fornisce al portatore comodità assoluta e protezione totale. Per un’ottima qualità e lunga durata Le lenti Sensity sensibili alla luce sono costruite con la Photochromic Precision Technology di HOYA. Un accuratissimo processo di applicazione per centrifuga assicura una distribuzione uniforme delle molecole sull’intera superficie della lente garantendo una maggiore adesione per la massima qualità ottica, utilizzo più efficace dell’intera area della lente e prestazioni uguali e costanti nel tempo su tutti i materiali. Le lenti Hoya Sensity sono disponibili nella più ampia gamma per soddisfare tutte le esigenze. Studiate appositamente per lenti evolute freeform, sono proposte in tutte le geometrie con tutti i trattamenti top HOYA, inclusa la prestigiosa gamma Hoyalux iD.

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