B2Eyes Magazine 03-2011

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Marzo 2011 numero 3 www.b2eyes.com WWW.B2EYES.COM

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In copertina Tru Trussardi Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Danae de Stefano d.destefano@b2vision.com Valentina Grassini v.grassini@b2vision.com Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Pubblicità Luciano Cristiano cell. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Progetto grafico b-channel Art Director Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

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B2TRADE Editoriale Non ci resta che…innovare 5 Il punto Kentral, i perché di un addio 7 Strategie e mercato Vision Group: un passo verso il futuro o un ritorno al passato? 8 Mercato L’ottica prenda esempio da elettronica e telefonia 12 Attualità Gunnar, la soluzione allo stress da display 17 Vuarnet emigrerà… in città 21 Giorgio Armani, occhiali on the road 24 L’ottico, la nostra migliore pubblicità 29 "Amici per la Vista”, al via un tour in Italia 32 Amarcord Arnaldo la tradizione, Elda l’innovazione 35 Distribuzione Professionalità ed… emozioni 40 Nau!, febbre a 40… 43 B2STYLE Speciale Nuovo, anzi… nuovissimo 48 Designer Glossy eyes 52 Guardare al futuro con… nuovi Okki 59 B2EXPERT Formazione Formazione e profilo professionale: un nodo da sciogliere 63 Lab Orientamento alla scelta dei filtri solari e selettivi 67 Consulente Legge di stabilità 2011: opportunità e criticità 72 Natura e Visione Visione centrale e visione periferica: cause ed effetti 77 Meditazioni Valori aggiunti: il vero valore 80 B2TECH Speciale Lenti progressive a confronto 85 Lenti Oftalmiche Un marchio ancora più forte, con ancora più clienti 107 Zeiss, il progetto visibilità continua in vetrina 110 A supporto degli ottici arriva Hoya Center 113 Strumenti Optek diventa grande 116 B2JOB Vetrina offro/cerco 120

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

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VisionOttica entra nelle case di milioni di famiglie. Oltre 10 milioni di Italiani, spettatori di Striscia la Notizia, hanno visto la campagna VisionOttica sullo Stress Visivo: un successo proseguito con i pre-test sul web e con migliaia di Test effettuati nei Centri VisionOttica, a testimoniare l’impegno dell’Insegna nel diffondere la cultura del Benessere Visivo.

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EDITORIALE

NON CI RESTA CHE… INNOVARE

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inutile nascondersi dietro un dito: la crisi rimane, il sell out non è pari a un sell in appena più tonico, i centri ottici pagano ancora la forte contrazione dei consumi nel sole e uno scarso entusiasmo che coinvolge anche il vista. Che fare, allora, fasciarci la testa? Non ci resta che piangere? Assolutamente no, non ci resta che investire, sfidare, cambiare. In una parola, innovare. È questo il coraggioso grido di molti operatori del settore nei primi mesi del 2011: di loro si parla in maniera diffusa nelle pagine di questo numero della nostra rivista. Nella distribuzione, ad esempio, è stata realizzata un’operazione particolarmente significativa: la nascita di Vision Group da parte di Vision Service e Vision Is. Le fiere propongono nuove idee per espositori e buyer: lo ha confermato Opti di Monaco di Baviera a inizio gennaio, lo stesso ha deciso di fare Mido con l’edizione in programma all’inizio di marzo a Milano. Le aziende fornitrici hanno risposto a questi stimoli con rinnovato entusiasmo: il salone milanese vede il debutto di nuove licenze, nuove collezioni, nuovi marchi di montature; i produttori di lenti oftalmiche appaiono sempre più orientati al consumatore finale, senza però trascurare l’innovazione tecnologica e il fondamentale veicolo del centro ottico. Inoltre, Mido vede aziende importanti che hanno chiesto spazi maggiormente ampi per tornare in fiera o per presentare più brand rispetto all’ultima edizione. Fare informazione per il canale ottico significa seguire tutti questi mutamenti ed evoluzioni con scrupolosa serietà, ma anche con spirito critico,

avendo sempre presente l’obiettivo di fondo: dare al lettore, che nel nostro caso è prima di tutto l’ottico, gli strumenti necessari per svolgere al meglio il proprio mestiere e fornirgli nuove opportunità di business. B2Vision, la società che pubblica questo magazine, come anticipato nel numero scorso, lancia tre strumenti innovativi e originali per il mercato dell’ottica: • b2eyes today, pdf di facile e rapida consultazione, che diventerà il primo, vero quotidiano di un settore che oggi necessita di un'informazione professionale day by day, da marzo arriverà ogni giorno nelle mail di tutti gli oltre 9 mila utenti registrati a b2eyes.com; • b2eyes radio, la prima e unica radio in store del comparto, che si prefigge l'obiettivo d'informare e, al tempo stesso, intrattenere l'ottico con un linguaggio innovativo, che in gergo si chiama "infoteinment"; • video vetrine, un altro utilissimo strumento per il centro ottico, che permetterà di trasmettere contenuti e informazioni ad hoc nelle vetrine e all’interno dei migliori punti vendita italiani. Già diverse imprese del settore hanno deciso di sostenere questi progetti e di mandare, quindi, un chiaro messaggio ai loro clienti: è proprio in momenti come questo che non ci si può e non ci si deve fermare. Angelo Magri

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IL PUNTO

KENTRAL, I PERCHÉ DI UN ADDIO

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entral – la centrale di acquisto costituita nel 2007 fra Salmoiraghi & Viganò e Vision Service Group - in seguito a una decisione adottata di comune accordo, ha cessato di operare come filtro tra le due imprese socie e l’industria del settore ottico oftalmico dal 1° gennaio di quest’anno. Durante la cena di presentazione di Kentral all’industria, in una tavola in cui erano presenti esponenti dell’industria e dei due partner, ebbi ad affermare che la sua vita era legata a un’opzione, quella cioè rappresentata dalla capacità di consolidare, una volta conseguiti gli obiettivi di primo livello, la collaborazione attraverso le integrazioni delle funzioni a monte dei punti di vendita. Se tale opzione non si fosse verificata, dichiarai che la durata di Kentral era destinata a non superare il terzo anno di vita, come puntualmente è accaduto. Non si trattava della formulazione di una mia previsione, ma dell’applicazione di un principio verificato in tutte le aggregazioni conosciute come centrali o supercentrali fra imprese distributive in tutti i settori, la cui vita è legata a un flusso di relazioni con l’industria, in cui il primo anno la concentrazione viene riconosciuta e pagata, nel secondo vengono valutati i risultati ottenuti in termini costi/benefici, e nel terzo, constatato lo squilibrio fra i costi sostenuti dall’industria e i benefici ottenuti, la vicenda si chiude. Io non sono in grado di confermare che ciò sia successo anche all’interno di Kentral, ma certamente la congiuntura non era favorevole a una conciliazione tra riduzione delle risorse disponibili a seguito della contrazione dei ricavi, la difficoltà o impossibilità della distribuzione di garantire risultati in sviluppo rispetto al passato e la capacità di formulare piattaforme contrattuali innovative. Le due imprese riprenderanno il cammino da sole perseguendo obiettivi molto diversi - proprio questo probabilmente è alla base del mancato consolidamento di Kentral - ma sia pure in forme e aggregazioni diverse e con differenti consistenze societarie, dovranno entrambi percorrere la strada del contenimento dei costi, dell’aumento dell’efficacia della propria formula commerciale che erano, in buona sostanza, gli obiettivi di secondo momento di Kentral e - ma questo oggi non è più strategico - di rafforzamento nei rapporti con l’industria.

Danilo Fatelli

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STRATEGIE E MERCATO

VISION GROUP: UN PASSO VERSO IL FUTURO O UN RITORNO AL PASSATO? Nel prossimo futuro verrà chiarito se l’aggregazione fra Vision Service e Vision Is può rappresentare un svolta importante nel percorso di modernizzazione e concentrazione della distribuzione ottica o, viceversa, un’involuzione del sistema

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li effetti collaterali di questa ormai perdurante crisi, in cui i segnali di ripresa non autorizzano, comunque, a pensare al ritorno ai valori antecedenti, rimettono in gioco certezze acquisite e posizioni che apparivano consolidate. Una di queste è rappresentata dalla caduta delle barriere fra gruppi del commercio associato e gruppi succursalisti. Dal momento della nascita delle diverse forme di distribuzione moderna, la storia del sistema distributivo ha vissuto sul confronto tra il nuovo, rappresentato dalle aziende a succursale che utilizzavano, su scala industriale, le nuove strategie commerciali e le tipologie di punto di vendita che le consentivano, e il sistema tradizionale composto da commercianti indipendenti. Il confronto si trasformò in conflitto, anche sul piano legislativo, nel momento in cui il sistema tradizionale, facendo leva sui commercianti o sulla collaborazione fra loro e i grossisti, adottò strategie e comportamenti simili a quello dei concorrenti moderni, consentendo il travaso e quindi la sopravvivenza,

di Danilo Fatelli Qui e nelle pagine successive alcune insegne che caratterizzano il panorama distributivo italiano nell’ottica

di molti commercianti dal sistema tradizionale a quello moderno. Nel momento in cui gli equilibri fra i due sistemi si consolidarono - questo accadde alla fine degli anni ‘90 con il varo della legge di disciplina del commercio - anche le tensioni fra i due schieramenti si attenuarono e favorirono, in nome della santa alleanza nei confronti della più forte e moderna industria, forme di collaborazione nell’ambito delle centrali e supercentrali di acquisto in cui si mettevano a frutto la forza contrattuale delle insegne succursaliste con la copertura del territorio e la duttilità di quelle associate. In molti casi e paesi, questa collaborazione capovolse i rapporti di forza fra industria e distribuzione, naturalmente, a favore di quest’ultima. Ora tutto questo viene rimesso in discussione e l’esigenza di ripartire risorse ridotte rispetto al passato ha fatto prevalere l’egoi-

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smo di chi riteneva di poter ottenere da solo qualcosa di più. Si è conclusa così l’esperienza di molte centrali di acquisto del largo consumo in cui non si è stati in grado di trasformare un’alleanza tattica in un’integrazione strategica. Qualcosa del genere sta accadendo anche nella distribuzione ottica con la nascita di Vision Group Spa, forma di integrazione fra due gruppi del commercio associato ottico molto simili sul piano strutturale, ma con un diverso approccio nella gestione della relazione con gli associati che, contestualmente, pone fine alla collaborazione con Salmoiraghi & Viganò.

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STRATEGIE E MERCATO

GLI ASSET DISTRIBUTIVI DI VISION GROUP Le società Vision Group Spa: holding e centrale commerciale del network Vision Group Srl: gerente del master franchasing e della rete Vision Is Le insegne

Vision Group: come, cosa L’aggregazione tra Vision Service Spa e Vision Is Srl presenta alcuni elementi di novità nello scenario della distribuzione ottica nazionale sui quali può essere utile compiere qualche riflessione. La prima riguarda la fine della collaborazione fra organizzazioni appartenenti a due mondi imprenditoriali e associativi diversi, la seconda le modalità in cui si concretizza la collaborazione. Le due società invece di creare un’entità terza di pura collaborazione commerciale, hanno messo in moto

un processo di integrazione societaria, che partendo da Vision Group Spa, holding del sistema, e Vision Group Srl, detentrice del master franchising, si consoliderà in un tempo, stimato in circa tre anni, su Vision Group Spa. Quest’ultima assumerà tutte le funzioni societarie e funzionali necessarie per la gestione della sua rete di vendita associata e in franchising, prima detenute in modo indipendente dalle due società. Il network, costituito dalle quattro insegne che operano all’interno della nuova aggregazione, balza così ai

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vertici delle classifiche della distribuzione sia per quanto riguarda i punti vendita – più o meno 1.400 – sia per quanto riguarda il valore delle negoziazioni con l’industria che è nell’ordine dei 100 milioni di euro. Altra valenza di Vision Group è che, grazie all’integrazione delle due reti distributive che hanno localizzazioni fondamentalmente complementari, copre tutto il territorio nazionale, con diversi livelli di penetrazione regionale. Il processo di integrazione fra le due società non solo coinvolge le loro organizzazioni di cui è prevista

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STRATEGIE E MERCATO

di vendita e di territorio e può quindi agire in base a politiche di geo marketing e di canale molto focalizzate sui propri obiettivi. Tutto questo a livello potenziale, ma in prospettiva tutto dipenderà dalla condivisione degli ottici indipendenti aderenti, dei comportamenti e delle politiche che vengono loro proposte. Questo potenziale in altri paesi ha visto esiti diversi, ad esempio in Francia le aggregazioni fra ottici indipendenti hanno prevalso su quelle delle insegne succursaliste, nonostante siano spesso autrici di grandi performances di vendite. In Germania, viceversa, i grandi succursalisti hanno pressoché soffocato il commercio associato e si confrontano solo con ottici indipendenti ancorché molto agguerriti. In generale, però, tutte le insegne più forti del vecchio continente operano con reti di vendita integrate con gli ottici indipendenti con il meccanismo dell’associazione contrattualizzata, che li vede protagonisti, o tramite il franchising. Nella complessità della fase congiunturale che attraversa l’economia in generale e l’ottica in particolare, esaurito il mito delle griffe che tirano sempre le vendite, il sistema necessita di una più forte razionalizzazione del suo assetto che porti a contenere i costi, a dare servizi migliori mirati a consentire agli ottici di concentrarsi nella gestione del pdv e nell’esercizio della professione, ad aprire nuovi segmenti di punto di vendita e di prodotto per nuovi consumi. Vision Group, fra iniziative di marketing e di comunicazione dirette a valorizzare le insegne, a fidelizzare il consumatore e una contrattistica mirata a premiare comportamenti coerenti con gli impegni assunti dall’industria, potrebbe rappresentare il punto di riferimento per quegli ottici indipendenti - sono molti disposti a rinunciare a una parte della loro visione personale della gestione del punto vendita in cambio di strumenti competitivi che possano ridargli nuovo slancio. Il tempo ci dirà se ne sarà stata all’altezza.

la fusione completa, ma anche il ruolo degli amministratori. Moreno Sereni, presidente di Vision Is è presidente di Vision Group Srl - di cui Marco Procacciante è amministratore delegato - ed è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Vision Group. Vision Group e il contesto Ciò è quanto è dato sapere al momento in merito alla nuova realtà che ha preso corpo nel corso del mese di gennaio, sulla quale è lecito porsi domande sulle ricadute che potrà avere sull’intero sistema distributivo e sugli equilibri all’interno della filiera ottica. Come prima cosa si introduce un elemento di chiarezza e trasparenza nei rapporti con l’industria. Quelle che sono le contropartite che la distribuzione può offrire all’industria a fronte della messa a disposizione di risorse importanti sono collegate a una logica che mette sostanzialmente tutti alla pari. Nei sistemi di aggregazione dei commercianti indipendenti, a partire dal livello minimo di regole, tutti gli aderenti possono decidere di adottare comportamenti omogenei e coerenti con gli impegni che vengono assunti con l’industria, ricevendone compensi direttamente commisurati. Il successo di questo tipo di organizzazioni si misura proprio dal livello di consenso degli aderenti alle regole e alle iniziative promosse e dalla conseguente concentrazione del giro d’affari wholesale. Tanto più alto è il livello di adesione tanto maggiore è il loro potere contrattuale. È evidente la differenza che esiste con le imprese succursaliste in cui i rapporti economici con l’industria sono ancorati a schemi contrattuali rigidi che prevedono comunque il finanziamento delle attività concordate. In questi casi, viceversa, l’industria si trova a disposizione una massa di opportunità di iniziative commerciali flessibile all’insegna, alla tipologia di punto

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L’OTTICA PRENDA ESEMPIO DA ELETTRONICA E TELEFONIA Difficoltà nel creare identità attraverso il marketing, gestione delle vendite e degli stock poco informatizzati, poca sensibilità al monitoraggio dei risultati: sono alcuni dei punti deboli del settore per il numero uno di GfK

di Angelo Magri

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l Panel ottica è il primo Panel globale di GfK, tra le società leader nelle ricerche di mercato, che ha deciso di affidare all’Italia la responsabilità a livello mondiale del business dell’ottica. Silvestre Bertolini, oltre a essere l’amministratore delegato di GfK Retail and Technology, è anche il responsabile Worldwide della divisione Ottica del Gruppo. Com’è costruito e come funziona il Panel Ottica di GfK? Il Gruppo GfK si colloca ai primi posti fra le società che operano nel settore delle ricerche di mercato a livello mondiale. Siamo, inoltre, l’unica società al mondo in grado di coprire il mercato mondiale dei prodotti del settore ottica attraverso la metodologia del Retail Panel. La nostra azienda, attraverso un campione di negozi rappresentativo della realtà della distribuzione, rileva con frequenza mensile le preferenze dei consumatori per i principali prodotti: occhiali da sole, montature, lenti oftalmiche, lenti a contatto e liquidi. II canale rappresentato dal Panel GfK è quello degli specialisti: parliamo di un universo che comprende circa 46.000 punti vendita in Europa tra catene nazionali, gruppi d’acquisto, indipendenti e catene locali.

Silvestre Bertolini, amministratore delegato di GfK Retail and Technology e responsabile Worldwide della divisione Ottica del Gruppo

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Quanto conta l’Italia? L’Italia è storicamente il paese più importante per la produzione e l’esportazione di occhiali e vanta all’interno del Gruppo GfK una lunga tradizione di servizi per il settore. Grazie alla nostra competenza e conoscenza del mercato ci è stata affidata la responsabilità a livello mondiale del business dell’ottica. La cosa mi rende particolarmente orgoglioso, in quanto il Panel ottica è il primo Panel globale di GfK. Siamo, infatti, presenti non solo in Europa e Asia, ma anche negli Stati Uniti d’America, coprendo così il mercato mondiale del settore. Si tratta di un notevole investimento, in termini di risorse finanziarie e umane, che ci è stato riconosciuto dai nostri clienti e dall’intero mercato.

giunto all’informazione attraverso una precisa analisi dei fenomeni di marketing che caratterizzano l’andamento del mercato, sia in una visione tattica, cioè nel breve periodo, sia strategica. Qual è stato l’andamento del mercato dell’ottica in Europa nel 2010? Il fatturato del mercato dell’ottica in Europa, rilevato dal Panel GfK, sfiora nel 2010 i 21 miliardi di euro, in leggera crescita rispetto al 2009 (+0,8%) in funzione delle performance positive dei due mercati più importanti, Francia (+2%) e Germania (+3%), che trainano quelle dell’Europa. In ogni caso parliamo di un mercato europeo certamente non entusiasmante, frenato dal mercato spagnolo (-5% rispetto al 2009, a sua volta già fortemente negativo sul 2008) (tab. 1). Gli andamenti evidenziati dal Panel riflettono, dunque, le tendenze espresse sia dal Consumer Confidence Index Europeo (ottimismo in ripresa a partire da settembre 2010 da parte dei consumatori tedeschi, fino a ritornare ai livelli pre-crisi del 2008) sia dagli andamenti del Pil trainati da Germania e Francia, con Italia e Spagna come fanalini di coda.

Come v'interfacciate con i vostri clienti? Che cosa si aspettano da voi? Le aziende che utilizzano ricerche di mercato continuative su Panel in genere ricercano informazioni affidabili sull’evoluzione e tendenza dei mercati, sulla situazione competitiva, sull’andamento dei prezzi e utilizzano questo tipo d'informazioni per ridurre il rischio imprenditoriale nel processo decisionale imprenditoriale. Il nostro compito è fornire loro questo tipo d'informazioni, ma non solo. Il rapporto tra GfK e i suoi clienti è continuo nel tempo, direi quasi quotidiano. Non ci limitiamo a fornire dati di mercato, ma affianchiamo il cliente con esperti di mercato che danno valore ag-

C’è stata una categoria che si è distinta più delle altre, anche in negativo? La categoria che ha sofferto più delle altre è stata quella degli occhiali da sole. Le vendite a quantità hanno

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All’interno degli occhiali da sole, c’è un segmento in particolare che ha caratterizzato l’evoluzione del mercato? Sicuramente il segmento “donna”. Esso rappresenta un terzo del fatturato degli occhiali da sole in Europa. È, inoltre, un segmento tradizionalmente molto forte sulla fascia alta del mercato, quella con prezzo medio superiore ai 180 euro. Il 60% delle vendite appartenenti a questa fascia di prezzo è sviluppato dal target femminile. Appare significativo che nel 2010 il trend si sia invece invertito, premiando le vendite dei modelli donna con prezzo medio inferiore ai 99 euro, a dimostrazione di una domanda ancora molto sensibile al prezzo.

segnato un -4% rispetto al 2009. Il trend è ancora più negativo se pensiamo che si riferisce a un anno, il 2009, a sua volta già in calo rispetto all’anno precedente. Si tratta di un prodotto estremamente sensibile rispetto all’andamento dell’economia reale, legato a comportamenti d’acquisto d’impulso e fashion-driven. Per contro, qualche sorpresa positiva si è avuta dal mercato in UK (+20%) e Germania (+2%). Si tratta di mercati, per motivi sostanzialmente climatici, tradizionalmente poco sensibili agli occhiali da sole come capo di abbigliamento o status symbol, che invece risultano essere, forse per ragioni legate alla moda, gli unici mercati in crescita. Va comunque sottolineato che questi due paesi, in termini percentuali, pesano complessivamente poco meno del 15% delle vendite europee. Dall’altra parte, sono purtroppo in negativo i mercati mediterranei, con Italia e Spagna che sfiorano tassi negativi a 2 cifre e che insieme rappresentano più del 60% del fatturato europeo degli occhiali da sole (tab. 2).

Qual è stato l’andamento del mercato delle montature in Europa? Innanzitutto, vale la pena sottolineare che il mercato europeo delle montature vale 2 volte e mezzo quello degli occhiali da sole. Ed è sicuramente meno soggetto dall’andamento macroeconomico. Si tratta, infatti, di consumi legati a una necessità primaria e solo parzialmente influenzati da fenomeni di moda. È, perciò, evidente che in periodi di crisi l’aspetto puramente estetico tenda a passare in secondo piano. Il risultato sulle vendite è che i volumi rilevati dal Panel GfK per il 2010 sono praticamente ai livelli di quelli del 2009 (tab. 3). Inghilterra, Germania e Francia insieme sviluppano l’80% delle vendite a quantità. In questo scenario, i mercati francese e spagnolo sono sicuramente quelli che offrono gli spunti di riflessione più interessanti. Il primo, che cresce anche grazie al sostegno dei sussidi, è polarizzato sulla fascia alta, con prezzo medio sopra i 180 euro (che vale il 20% del mercato) e sulla fascia sotto i 99 euro. Questa è la fascia di

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mercato dove sono state osservate le promozioni 2x1, molto popolari nelle catene francesi. Il consumatore spagnolo dimostra, invece, un’elevata sensibilità al prezzo: la fascia con prezzo medio inferiore ai 99 sviluppa, infatti, il 60% del totale degli atti di acquisto. In questo caso il segmento uomo è quello che mostra l’andamento più positivo (+3% su base europea). E in Italia? Come sta cambiando il mercato dell’ottica? Guardando ai fatturati medi per punto vendita, al netto dell’inflazione sono rimasti pressoché immutati nel tempo, sembra che i nostri ottici non abbiano saputo sfruttare al meglio le opportunità offerte dai grandi investimenti in comunicazione fatti dall’industria. Il core business rimane la lente oftalmica, che vale circa il 50% del fatturato. Cresce, inoltre, seppure lentamente, il fatturato delle lenti a contatto. Appaiono, invece, in sofferenza i due mercati storici del made in Italy, le montature e gli occhiali da sole, che probabilmente avrebbero necessità di una maggiore attenzione, ora che sembra essersi quasi esaurito il fenomeno di self-selling, caratteristico del mercato degli anni passati (tab. 4).

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ancora distanti dal cogliere tutte le opportunità di un mercato potenzialmente enorme e dal seguire le mutate abitudini di acquisto dei consumatori. Ci sono ancora delle carenze da colmare, ad esempio le difficoltà con cui il marketing dei numerosi gruppi di acquisto fatica a creare identità, la mancanza dell’utilizzo massivo dei codici Ean, lo scarso utilizzo di software per la gestione delle vendite e degli stock, la scarsa abitudine nel monitorare e analizzare i risultati attraverso strumenti adeguati. Nonostante ciò, essendo positivo di natura mi piace pensare che questa non sia soltanto un’occasione mancata, bensì un’opportunità per tutti gli operatori che credono al valore dell’innovazione e del cambiamento, dove l’informazione di mercato occupa un ruolo fondamentale per la presa di decisioni importanti. E in questo senso gli operatori del mercato potranno contare su GfK, sempre disponibile al loro fianco.

Come vede il momento attuale e le sfide del mercato? Ho avuto la fortuna di guidare GfK negli anni delle grandi evoluzioni della distribuzione commerciale avvenute nei mercati dell’elettronica di consumo, della telefonia e dei beni durevoli in generale. Guardando alla struttura distributiva attuale del mercato dell’ottica in Italia, mi sembra di poter dire che questo tipo di evoluzione debba ancora accadere. Qualcosa inizia a muoversi, ma siamo

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ATTUALITÀ

GUNNAR, LA SOLUZIONE ALLO STRESS DA DISPLAY

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Al debutto in Italia gli occhiali che contrastano l’eccessiva permanenza davanti a qualsiasi tipo di schermo digitale di Valentina Grassini

confronti dello stress visivo: basti pensare alla campagna che VisionOttica ha lanciato a ottobre e ripetuto nel gennaio scorso, in una delle trasmissioni più seguite del prime time come Striscia la notizia. Proprio con la campagna televisiva, che ha avuto come protagonisti il Gabibbo e le Veline, hanno fatto il loro debutto in Italia gli occhiali Gunnar, distribuiti in esclusiva sul mercato italiano presso i centri VisionOttica. Si tratta di occhiali di elevata qualità, capaci di unire comodità, efficienza ed estetica, grazie alla tecnologia delle lenti i-Amp, di cui l’azienda è proprietaria. Aumento del contrasto e della risoluzione visiva, riduzione dell’effetto del riverbero e una visione più nitida: sono solo alcuni dei vantaggi che chi indossa

’affaticamento della vista rappresenta una problematica diffusa, spesso sottovalutata, che nell’odierna era digitale colpisce un numero sempre più elevato di persone. Il problema si chiama CSV, ovvero sindrome di visione al computer. È una condizione di stress ripetitivo riconosciuta, ad esempio, dall’Associazione americana di optometria e causata da un’eccessiva permanenza davanti al display di qualsiasi schermo digitale: computer digitali personali (Pda), telefoni cellulari, videogiochi e altri dispositivi elettronici portatili. Secondo le stime dell’associazione, circa 125 milioni di americani ne soffrirebbero. Anche in Italia sta crescendo la sensibilità nei

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ATTUALITÀ

PER TUTTI I VIDEO-ADDICTED… DONNE COMPRESE! «L’elevata qualità tecnica delle lenti e la resistenza dei materiali prima di tutto, ma anche il design: pur essendo degli occhiali con una funzione specifica, infatti, non rinunciano al lato estetico, che risulta gradevole e originale». Sono questi i punti forti dell’eyewear digitale ad alta prestazione firmato Gunnar, secondo Fredi Gjetja (nella foto), responsabile del centro VisionOttica di Rho, all’interno di un centro commerciale a pochi chilometri a nord-ovest di Milano, tra i primi ad aver creduto nel prodotto. Qual è il genere di clientela che maggiormente acquista questo tipo di prodotto? «L’impiegato che utilizza il computer in modo “selvaggio” e gli appassionati di videogiochi sono sicuramente le categorie più gettonate - spiega Gjetja - Stiamo parlando quindi di un target decisamente mediogiovane, che ha dimestichezza con il campo della tecnologia. Ma la cosa più interessante e, forse, sorprendente, è che riscontriamo una fetta non indifferente di clientela femminile». Quali consigli dispensate al cliente al momento dell’acquisto di un modello Gunnar? «Cerchiamo di consigliare un tipo di montatura più ampia e con un grado di curvatura maggiore a coloro che hanno dei problemi di secchezza agli occhi – aggiunge l’ottico - Questo, ad esempio, è un aspetto che si riscontra più frequentemente nelle donne. La forma più grande, infatti, permette di proteggere meglio l’occhio dall’eccessiva evaporazione del film lacrimale». Secondo il responsabile di VisionOttica nel Rho Center, i primi feedback sulle vendite sono molto positivi, anche se in Italia manca un po’ la cultura dell’occhiale con lenti colorate, che viene spesso visto con diffidenza. «C’è ancora bisogno di diffondere questa nuova tecnologia, che del resto è stata lanciata da poco, ma siamo sicuri che la qualità verrà premiata», afferma Gjetja.

Il modello Wing Crimsone e, nella pagina precedente, il visual della campagna Gunnar nei centri VisionOttica

gli occhiali dell’azienda, con casa madre in California, può sperimentare in breve tempo nella visione di uno schermo digitale, oltre a un aumento considerevole in termini di efficacia, produttività e prestazione. Inoltre le lenti utilizzate dai Gunnar sono in grado di intervenire sulle condizioni di luminosità, spesso le prime cause a determinare disagi agli occhi, quali bruciori, arrossamenti e lacrimazione. Gli specifici filtri da cui sono costituite le lenti della tecnologia i-Amp, infatti, neutralizzano le luci più forti e fastidiose, mentre il trattamento antiriflesso garantisce una riduzione del riverbero. Secondo le stime dell’Associazione Americana di Optometria, il 75% dei 140 milioni di statunitensi che usano il computer riceverebbe dei benefici nell’utilizzo da tali occhiali. In base a una ricerca dell’Università dell’Alabama, inoltre, anche chi non soffre di questa sindrome può godere dei vantaggi di occhiali digitali ad alta prestazione, in quanto sostare davanti a un computer, soprattutto se per un periodo prolungato e costante, non è salutare per la vista: gli emmetropi, infatti, potrebbero comunque accusare una perdita della concentrazione e una diminuzione della produttività.

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ATTUALITÀ

VUARNET EMIGRERÀ… IN CITTÀ Saverio Vecchia, amministratore delegato di Logo Italia e distributore degli occhiali ora di proprietà di Alain Mikli, descrive gli obiettivi di sviluppo del brand francese sul mercato italiano

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di Angelo Magri

In un unico modello, il classico comfort delle lenti Vuarnet e un design dal forte richiamo vintage rivisitato in chiave moderna

osa si aspettano gli ottici italiani dalla nuova proprietà? Un forte rilancio stilistico d ella collezione e il mantenimento dello storico della asset che ha fatto di Vuarnet uno dei brand più noti nel settore dell’eyewear: le lenti in cristallo. Ne è convinto Saverio Vecchia, amministratore delegato di Logo Italia.

diventato preponderante, ne ha causato in buona parte la banalizzazione, portando la vendita in altri canali distributivi. Vuarnet cerca di rispondere coniugando la qualità delle lenti e un design accattivante alla mission principale che si chiede a un occhiale da sole: protezione e comfort. Il tutto a un prezzo alla portata di una vasta clientela che comprando Vuarnet “investe” sulla qualità dell’oggetto.

Quali sono le potenzialità di Vuarnet con la nuova proprietà di Alain Mikli? E quali, in particolare, sul mercato italiano? Il prodotto negli anni - in particolare in Italia, perché in Francia era già considerato come l’occhiale da sole per tutti - aveva vissuto con soddisfazione il rapporto storico con la montagna. Sciatori, maestri, professionisti della neve erano i nostri clienti. Speriamo che la straordinaria sensibilità nell’anticipare i gusti del pubblico di Alain Mikli ci consenta di portare la qualità di questo marchio a un più ampio numero di quei consumatori che sono alla ricerca di un prodotto per un uso quotidiano di livello superiore alla media. Il mercato italiano del sole vive un momento di forte difficoltà dopo anni di crescita ininterrotta, ma poco attenta alle esigenze del cliente perché troppo sbilanciata sul fattore moda. Fattore che,

Quali sono le caratteristiche salienti del brand Vuarnet e della sua storia? La storia del marchio è legata alla figura leggendaria di Jean Vuarnet, campione olimpico di sci nel 1960 a

Modello tratto dalla collezione vintage, ispirato a modelli storici Vuarnet, anni ‘60 e ‘70

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Un altro modello sole dalla collezione vintage, disponibile in 5 colori differenti

net, grandi e protettivi con i colori di oggi. Il marchio in rilievo e le nostre lenti storiche, Squaw Valley con la rivoluzionaria tecnica di discesa “a tra le quali citerei la Skilynx conosciuta dagli ottici itauovo”. All’epoca un ottico francese, che aveva inventato liani come la più copiata: base marrone con una doppia un cristallo solare di eccezionale qualità per la montaspecchiatura argento a proteggere l’occhio dai riflessi. Il gna, pensò di chiedere all’atleta di associare il suo nome cambio straordinario e globale dello spostamento delle agli occhiali che stava producendo. popolazioni verso le città ci porta a Così nacque il marchio, che proprio presentare una nuova lente studia“LA STRAORDINARIA nello sport ha scritto la sua epopea: SENSIBILITÀ NELL’ANTICIPARE ta proprio per gli ambienti urbani: fornitore ufficiale delle Olimpiadi la Citylynx, base del cristallo verde I GUSTI DA PARTE DI MIKLI di Los Angeles 1984, partner della con una leggera specchiatura blu PORTERÀ VUARNET A QUEI Coppa America di vela nel 1995. superiore e argento inferiore oltre Noi stessi come distributori in Italia CONSUMATORI CHE CERCANO all’antiriflesso sulla superficie UN PRODOTTO QUOTIDIANO interna. Il massimo del comfort e siamo stati partner della prima sfiSUPERIORE ALLA MEDIA” da di Mascalzone Latino in Coppa della resa originale dei colori. America sponsorizzando, insieme Saverio Vecchia, amministratore delegato di Logo Italia all’abbigliamento sportivo, la spedizione. Nella nostra storia di distributori italiani ci pregiamo di ricordare anche la nostra collaborazione con l’Enea e la fornitura per vari anni delle nostre lenti più scure alla spedizione italiana in Antartide. Come si capisce le caratteristiche del marchio sono nella performance di alta qualità in contesti competitivi nei quali l’occhiale è un fattore decisivo. Naturalmente questa tecnologia di lenti può essere usata anche nell’occhiale di tutti i giorni, bello da vedere e comodo da indossare, per godere al meglio delle giornate all’aria aperta che sono alle porte. In termini di prodotto, quali sono le principali novità 2011 di Vuarnet? Il nuovo campionario Vuarnet, che mantiene comunque i best seller della collezione precedente, è formato da 22 nuovi modelli da adulto, 6 per i bimbi più sportivi e una piccola collezione di 7 modelli da vista vintage in acetato che riprendono forme della cinquantennale storia dell’azienda riviste con maestria da Alain Mikli. Chiaramente per noi la collezione fondamentale è quella sole dove troviamo stili differenti: vintage in grilamid, lo sportivo in nylon e il metallo per la città. Tutti i modelli con le nostre lenti in cristallo e anche polarizzanti in policarbonato per un pubblico diverso e decisamente più urbano. La collezione vintage rivede con il design attuale lo straordinario patrimonio di modelli della storia Vuar-

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GIORGIO ARMANI, OCCHIALI ON THE ROAD Dopo il lancio della campagna stampa e il progetto online interattivo, la linea eyewear dello stilista, prodotta e distribuita da Safilo, è ora la protagonista di una nuova iniziativa “itinerante” di Francesca Tirozzi

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A seguito della campagna stampa, che prende spunto da una visione personale e intimista, è nato Giorgioarmaniframesoflife.com, il progetto on line interattivo. Il sito permette di vivere una duplice esperienza sul web: l’utente può scegliere di “essere regista” o “essere fotografo” creando un video personalizzato o un esclusivo album fotografico. Entrambe le experience possono essere poi condivise sui social network.

o scorso novembre a Milano, Parigi, Londra e Berlino, quattro grandi fotografe e trendsetter hanno catturato sulle strade immagini di persone comuni che, per un momento, sono diventate protagoniste davanti alla macchina fotografica. Fabio Mancone, direttore comunicazione e licenze di Giorgio Armani, spiega i dettagli del progetto che ha portato la linea eyewear Giorgio Armani Frames of Life sulle strade di tutto il mondo con un’iniziativa molto particolare. A partire dallo scorso anno le montature Giorgio Armani sono state oggetto di un progetto molto ampio e originale: prima il lancio di una collezione che riprende le origini dello stile eyewear Giorgio Armani presentata con una raffinata campagna adv, poi un sito online interattivo Frames of Life e ora la nuova iniziativa itinerante veicolata tramite il canale web (Frames of Your Life). Perché la scelta di dedicare un piano di comunicazione così particolare proprio agli occhiali da vista? Gli occhiali, specialmente quelli da vista, fanno parte della quotidianità e sono un elemento che, anche nella loro semplicità, evidenzia la nostra personalità. Questo progetto ha catturato l'essenza dello stile Giorgio Armani. Non ci siamo limitati a una riedizione di modelli storici, ma traendo ispirazione dall'archivio storico della Maison e, riprendendo la forte componente di lavorazione artigianale tipica degli

anni passati, abbiamo voluto presentare occhiali dal design lineare, rivisto però con una interpretazione moderna che lo rende attualissimo. Gli occhiali da vista non sono soltanto accessori, ma condividono con noi ogni attimo, ogni “frame” delle nostre giornate. Compagni di vita, ci aiutano anche a esprimere noi stessi e questo è il messaggio che abbiamo voluto trasmettere con Frames of Life. Successivamente, con Frames of Your Life, abbiamo catturato momenti di vita, condivisa con i propri occhiali, di persone comuni, originali nel loro essere e nel loro apparire.

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Parigi, foto di Eleonore Bridge

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Quali sono le ragioni di una comunicazione così interattiva/innovativa? "Frames of Life" è un concetto che si basa su una visione personale e intimista e quindi abbiamo voluto associare a questa interpretazione soggettiva del proprio modo di essere un approccio nuovo di comunicazione per coinvolgere in modo più attivo il nostro pubblico. Il progetto di comunicazione si è così sviluppato attraverso i “frames” fotografici Lei/Lui, il sito web con il video che riprende il fil rouge della campagna, e ora l'iniziativa itinerante Frames of Your Life. I nuovi media e i

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nell’organizzare ogni singolo evento ha contagiato le tantissime persone che hanno partecipato agli shooting e agli eventi nelle diverse città.

Il progetto è ispirato alle collezioni eyewear Giorgio Armani degli anni ’80 in cui viene esaltato il valore della tradizione di “saper fare gli occhiali come una volta”. È anche una scelta strategica per la quale sono state riattivate le fondamentali linee di produzione, tipiche di quegli anni. Il risultato è una collezione di occhiali che conserva una forte identità manifatturiera.

social network rappresentano quindi la piattaforma ideale per una comunicazione interattiva di questo progetto innovativo. Frames of Your Life punta a coinvolgere un pubblico ampio e internazionale? Giorgio Armani è un marchio conosciuto e apprezzato in ogni paese. Abbiamo deciso dunque di realizzare, insieme a Safilo, un progetto in grado di abbracciare tutto il mondo. È un progetto complesso e ambizioso, che si spinge oltre la promozione di una collezione, e desidera comunicare un messaggio più profondo: essere se stessi significa avere uno stile unico cui gli occhiali da vista aggiungono un tocco importante. Siamo dunque partiti dall’Europa scegliendo quattro città-icona di stile e tendenze: Milano, Parigi, Londra e Berlino, per poi proseguire quest’anno in numerose città degli Stati Uniti e in Asia.

Gli scatti migliori realizzati nelle vie di Milano, Parigi, Londra e Berlino sono stati selezionati e inseriti su www.armani.com/framesofyourlife. Un vero e proprio libro digitale fotografico che raccoglie le immagini realizzate da grandi blogger e fotografe che hanno individuato e interpretato i look più eleganti e rappresentativi della filosofia di Giorgio Armani. È inoltre possibile votare lo scatto preferito e condividerlo su Facebook. L’iniziativa “Frames of Your Life”, partita in Europa, proseguirà nella prima metà del 2011 negli Stati Uniti e in Asia, sulle strade di New York, Los Angeles, Tokyo, Hong Kong, Pechino, Shanghai e di altre grandi città. Una selezione dei migliori scatti provenienti da tutto il mondo darà vita a una mostra.

Milano, foto di Micol Sabbadini

Come valutate i risultati di questo prima parte del progetto Frames of Your Life? Siamo molto soddisfatti del risultato di questi primi appuntamenti. L’entusiasmo che abbiamo condiviso

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Berlino, foto di Natalie Weiss

Come si è sviluppata la collaborazione con Safilo per l’intero progetto "Giorgio Armani-Frames of Life"? Quali saranno i prossimi impegni con Safilo? Com’è valutata la collaborazione con Safilo? Siamo molto soddisfatti di questo progetto, che ci sta dando buoni risultati, realizzato in partnership con Safilo, un'ulteriore conferma dell'ottima collaborazione che esiste tra i due Gruppi. La nuova linea stilistica degli occhiali Giorgio Armani e i progetti a essa legati stanno riscuotendo un crescente successo in tutto il mondo e le ultime iniziative itineranti "Frames of Your Life" sono un tassello aggiuntivo a questa importante attività, che ci vedrà impegnati insieme in nuovi progetti. Riteniamo che Safilo sia un ottimo partner con cui stiamo costruendo un rapporto solido e proficuo.

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L’OTTICO, LA NOSTRA MIGLIORE PUBBLICITÀ Charmant Italia ha deciso di puntare su una figura ad hoc per fare da tramite tra il punto vendita e il consumatore finale

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di Angelo Magri

Quali sono le sue prime sensazioni e valutazioni del settore ottico? La prima impressione è sicuramente positiva. Il settore ottico ha subìto un leggero rallentamento negli anni passati, ma tra la fine del 2010 e l’inizio di quest’anno si sta verificando una notevole ripresa. È un settore con grande potenziale e con regole di mercato molto diverse dagli altri comparti. Il 2011 per Charmant sarà un anno pieno di novità: verranno lanciate nuove colleziocollezio ni, nuovi materiali e nuove collaborazioni. Abbiamo deciso di sfruttare al meglio la ripresa del mercato per aumentare il nostro “market share”.

iovane ma con una buona esperienza professionale, semplice ma ricca di idee, gentile ma molto determinata negli obiettivi. Federica Valenti, dall’autunno scorso responsabile marketing della filiale italiana di Charmant, racconta progetti, speranze e prospettive personali, che s’intrecciano con quelle del gruppo giapponese di montature e, in qualche modo, anche con quelle di un intero settore. Quale valore aggiunto avranno i clienti di Charmant Italia da un responsabile marketing? Il prodotto Charmant è un prodotto d’eccellenza: ottima qualità nei materiali, design all’avanguardia e notevole attenzione al cliente finale. Il mio compito è quello di apportare quel valore aggiunto in più che faccia sì che i nostri clienti ci preferiscano alla concorrenza: si sentiranno così più coccolati e protetti grazie alle ottime politiche promozionali e alla fornitura di tutti i materiali necessari al supporto alle ven-dite. Organizzeremo incontri ad hoc con gli ottici al fine di migliorare la nostra visibilità e far conoscere le nostre collezioni e la nostra azienda.

Quali le principali differenze o affi affinità con il mondo della moda da cui proviene? La principale differenza sta nel fatto che il consumatonostro referente è l’ottico, non il consumato promoziore finale: tutti gli eventi, le attività promozio nali e i materiali che realizziamo sono rivolti a ottenere la sua fidelizzazione. Un ottico soddisfatto dei nostri prodotti e del nostro servizio sicuramente pubblicizzerà la nostra azienda finei confronti del consumatore fi nale. L’affinità è legata all’alta qualità del prodotto che offriaoffria all’acmo. Prodotto che grazie all’ac quisizione del marchio Trussardi si può ora definire di moda. Federica Valenti, responsabile marketing di Charmant Italia

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Su quali aree si è mossa a partire dall’inizio del suo incarico e quali sono i prossimi obiettivi? Mi sono occupata principalmente di marketing e di organizzazione di eventi. Importante è stata l’organizzazione a gennaio della partecipazione di alcuni tra i migliori ottici italiani alla sfilata di Trussardi a Firenze: evento unico nel suo genere, che ha rappresentato

l’inizio dei festeggiamenti del Centenario della famosa casa di moda. Gli obiettivi che ci siamo posti per il 2011 sono il raggiungimento di una maggiore brand awareness e di una maggiore visibilità dei nostri prodotti. Questo implica la creazione di materiali dedicati per il punto vendita, di vetrine promozionali, di brochure e flyer che diano agli ottici le informazioni necessarie per vendere al meglio il nostro prodotto.

TRUSSARDI: FESTA PER I 100 ANNI CON CHARMANT In anteprima rispetto alla nuova collezione in mostra a Mido, l’azienda giapponese di occhiali ha realizzato alcuni modelli (nelle foto sotto) all’interno della linea Trussardi 1911 per l’autunno inverno 2011-2012, disegnata da Milan Vukmirovic, che hanno sfilato il 12 gennaio scorso a Firenze, in occasione di Pitti Uomo. I modelli Trussardi 1911 by Charmant sono stati disegnati da Matteo Losoni, con la collaborazione di Francesco Busti. La sfilata, insieme alla mostra “8 ½”, dedicata alle migliori opere d’arte commissionate dalla fondazione Trussardi, ha rappresentato l’inizio delle celebrazioni per il centenario di attività della maison del levriero (nella foto a destra Beatrice Trussardi con Milan Vukmirovic): sono stati gli eventi clou dell’ultima edizione della rassegna fieristica dedicata alla moda uomo.

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I protagonisti del meeting casertano: da destra l'oftalmologo Duilio Siravo, Carlo Redaelli, responsabile area medica di Vision Group, l'oftalmologo Mario Bifani, Alessandro De Cesare e Massimiliano Signore, titolari di due centri VisionOttica, e l'oftalmologo Luigi Mele

AMICI PER LA VISTA”, AL VIA UN TOUR IN ITALIA

A Caserta si è tenuto il primo seminario tra oculisti e ottici, promosso dal programma “Amici per la Vista” per l'insegna VisionOttica

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di Angelo Magri

metà febbraio si è tenuto a Caserta il primo corso interdisciplinare sull’applicazione di lenti a contatto, all’interno di "Amici per la Vista", del programma di VisionOttica che coinvolge ottici e oculisti. Mario Bifani e Duilio Siravo (nella foto a destra), punti di riferimento dell’oftalmologia in Campania, sono stati i relatori, insieme all'ottico Massimiliano Signore, del meeting organizzato da “Amici per la Vista”, che ha coinvolto i centri VisionOttica della Campania: in tutto erano una ventina gli ottici presenti, insieme ad altrettanti oculisti della zona. Bifani e Siravo, tra l’altro, sono protagonisti di un servizio pubblicato su L’Espresso, in merito al lancio della lente a contatto bionica. Dopo l’appuntamento campano, il programma voluto da “Amici per la Vista”, per favorire il dialogo tra la classe medica e i professionisti della visione, diretto da Carlo Redaelli, punta a realizzare altre iniziative simili sul resto del territorio italiano.

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“Sapere, competenze e professionalità nel loro significato originale”

“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2011 - 2012” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici e optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

CORSO DI OTTICA

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIA

Il Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2011/2012 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

Il Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’ esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA

CORSO DI CONTATTOLOGIA

Il Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche. LUNEDÌ 24 GENNAIO 2011 IL CORSO VERRÀ AVVIATO A MOGLIANO VENETO (TV) E A TORINO.

Il Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 25 settembre al 1 ottobre 2011, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

dedicato a chi lavora

teorico-pratico

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Dall’anno formativo 2011/2012 per coloro che non posseggono un titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire la qualifica di operatore meccanico del settore ottico o l’abilitazione all’esercizio dell’arte sanitaria ausiliaria di ottico saranno attivati dei corsi intensivi per sostenere gli esami presso Istituti statali convenzionati. Per maggiori informazioni: Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna. Telefono 051 480994, Fax 051 481526, e.mail info@istitutozaccagnini.191.it - www.istitutozaccagnini.it

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La prima sede del negozio al numero 74 di Corso di Porta Romana a Milano

ARNALDO LA TRADIZIONE, ELDA L’INNOVAZIONE

Dopo il ricordo di Giuseppe Ricco, b2eyes prosegue nel rendere omaggio alle figure che hanno fatto la storia dell’ottica in Italia

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di Valentina Grassini

io padre era un grande tecnico, amava la sua professione, voleva sempre svolgerla al meglio, curava ogni dettaglio, soprattutto nelle lenti e nel modo di fornire l’occhiale». Elda Chierichetti ricorda così colui che non solo avviò un’impresa di ottica giunta a tre anni dal traguardo del secolo di vita; ma anche colui che ha fatto nascere le prime rappresentanze sindacali

di categoria, a Milano (con l’Acofis) e su scala nazionale (con Aio prima e Fencofis poi), oltre alla scuola di ottica di piazza Tito Lucrezio Caro, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. «Mio padre, tuttavia, non era un commerciante, amava così tanto la sua professione da continuare, già negli anni ‘20, a studiarla e approfondirla, legato all’associazione di Vasco Ronchi di Firenze. Negli anni ‘40 effettuava l’esame della vista iniziando già con la schiascopia. Era talmente genero-

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Alcuni momenti della vita di Arnaldo Chierichetti: 1 l’imprenditore milanese con la figlia Elda, davanti al negozio; 2 durante una gita sul Grignone negli anni ’40; 3 Arnaldo poco più che ventenne

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so da non concedere particolare evidenza agli aspetti economici», ricorda Elda, che invece nei suoi 66 anni di attività, tali da farne oggi l’imprenditrice ottica di più lungo servizio in Italia, è riuscita non solo a essere al passo con i tempi, ma addirittura a prevederne le evoluzioni e, quindi, a cavalcarne il successo. Così, accanto allo storico negozio di corso di Porta Romana, nel cuore di Milano, avviato da papà Arnaldo come fotografo e ottico insieme nel 1914, agli inizi del nuovo millennio ha aperto un nuovo punto vendita: Stravedo, a poche centinaia di metri dall’altro, ma completamente diverso nella formula e nell’offerta. Per cogliere a fondo il suo spirito d’iniziativa e d’innovazione, tuttavia, bisogna risalire ai primi anni ’60, quando ancora molta giovane, ma già molto curiosa e brillante, decise di acquistare la prima mola automatica per il centro

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AMARCORD Da sinistra i collaboratori Ezio Rossi e Antonio Segalini, la sorella Elena, Arnaldo, un altro collaboratore Gino Bonelli, ed Elda Chierichetti nel cortile interno del negozio Sotto: Elda Chierichetti davanti alla sua prima mola automatica nel 1967

ottico di famiglia, andando contro il parere di tutti, persino di suo padre. Oggi Elda Chierichetti vuole soprattutto una cosa. «Trasmettere ai giovani la forza del passato perché ne traggano insegnamento e guardino con fiducia e consapevolezza al futuro – dice – Proprio quello che mi ha insegnato mio padre Arnaldo, facendomi entrare in negozio nel 1944, a soli 16 anni, per iniziare una gavetta che si è rivelata fondamentale per la mia vita professionale». E come suo padre è convinta che lo studio continuo e l’aggiornamento professionale sia basilare per condurre al meglio una professione che definisce un servizio sociale ai cittadini. «L’ottico deve avere una preparazione scolastica e culturale tale da garantirgli la possibilità di fare esami della vista sempre più approfonditi e dettagliati, ma anche l’umiltà di porsi un freno nel momento in cui si dovessero riscontrare segnali di possibili patologie – spiega Elda – In tal caso il cliente va subito indirizzato all’oculista, l’unico in grado di fare diagnosi e di suggerire i rimedi più adatti». Il tutto nell’interesse delle persone. «Mai tradire il cliente: è quanto mi ha insegnato papà e quanto trasmetto da anni ai miei collaboratori. E questo è anche il segreto del successo dell’Ottica Arnaldo Chierichetti in questi quasi cento anni di vita, il cui nome ho sem-

IL NUMERO UNO DELL’OTTICA MILANESE NEL DOPOGUERRA Arnaldo Chierichetti nasce a Milano nel 1887. Ancora ragazzino entra nella ditta Brenta, in corso Vittorio Emanuele: tanta dura gavetta, ma anche i primi approcci a quegli apparecchi che ne faranno poi un fotografo e un ottico di livello. Passa poi alla Mürer Duroni in Piazza S.Carlo, dove rimane come direttore fino al 1914, quando apre il suo negozio, in corso di Porta Romana, non molto lontano dal Duomo. Scoppia però la Prima Guerra Mondiale, che lo porta al fronte: tornerà a occuparsi di foto e di ottica al termine del conflitto, nel 1918. Il 4 gennaio del ’46, insieme ad alcuni ottici milanesi, fonda l’Associazione Commercianti Ottica Fotografia e Istrumenti Scientifici, cioè l’Acofis, di cui rimane primo presidente sino al ’57: apre la strada alle concessioni mutualistiche per la categoria. In quegli anni, inoltre, in ambito nazionale contribuisce alla nascita dell’Aio e della Fencofis, che nel ’57 diventa Federottica. Scompare nel 1975 dopo aver ricevuto quattro medaglie d’oro dalla Camera di Commercio di Milano, l’onorificenza di cavaliere nel ‘63 e l’Ambrogino d’oro nel ’73.

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1. Il negozio dopo il restauro dell’agosto 1992 2. Da destra Marcello Fontanesi e Alessandro Borghesi, rispettivamente rettore e direttore dell’Università degli Studi Milano Bicocca, in cui è ospitata la collezione completa dell’ottica, donata da Elda Chierichetti all’Assopto Milano Acofis 3. Il sindaco Letizia Moratti consegna a Elda Chierichetti la targa per la bottega storica del comune di Milano

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pre voluto tenere alto e aggiornato all’evolversi dei tempi», continua. L’aspirazione alla perfezione nella qualità e nel servizio offerto ai clienti dell’insegna Chierichetti è un valore che l’imprenditrice ottica ha imparato dal padre e, a dimostrazione del carattere e dell’impegno con cui quest’ultimo ha condotto una lunga e fiorente carriera, Elda ha voluto regalare all’ Assopto Milano Acofis una collezione completa dell’ottica in quattro teche, che ora è ospitata all’Università della Bicocca di Milano. Per evocare i tempi passati e aiutare il visitatore, Elda Chierichetti ha pubblicato, inoltre, una guida in italiano e inglese con la storia di ogni esemplare esposto.

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E se ll’o U un cch n v a p D l’ott i a i a e r o od i c o le r g g g ic i è ia io ni do un vi att me nn a l sto ra se e, ei? da ver del ll 'a so l’a ltr il m nno am o . e tà n do de lc i el o de

DISTRIBUZIONE

PROFESSIONALITÀ ED… EMOZIONI Per Arianna Foscarini il proprio mestiere non è un semplice lavoro: dinamismo e curiosità contribuiscono a renderlo ancora più interessante, tingendolo di sensazioni. E anche di un ricordo del passato di Valentina Grassini

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i accoglie una figura esile con una voce dolce e delicata, che parte in sordina, tradendo una certa timidezza, per poi lasciarsi andare in una chiacchierata piacevole che concede spazio anche a nostalgici racconti legati a momenti del passato. Lei è Arianna Foscarini, proprietaria di un centro ottico a Thiene, nel Vicentino, dove lavora insieme al marito, ed è la terza protagonista della nostra rubrica dedicata all’occhialeria in rosa. Sin dalle prime battute emerge chiaramente la passione e la dedizione che Arianna manifesta nei confronti della sua attività, della quale, ci svela, ama soprattutto la possibilità di entrare in contatto con le persone, consigliarle e studiare, insieme a loro, un tipo di occhiale e le soluzioni che meglio si adattano al loro volto e al loro carattere. «È l’aspetto che maggiormente mi gratifica e che, giorno dopo giorno, continua a regalarmi grandi soddisfazioni - afferma l’ottica vicentina - Coltivare e “coccolare” i nostri clienti, instaurando con loro un rapporto basato sulla fiducia e la complicità». Ed è proprio questa la filosofia del centro ottico di Thiene, che, di proprietà Foscarini da ormai 25 anni, può vantare una clientela storica che ha permesso ad Arianna e al suo negozio di crescere e diventare negli anni una realtà affermata e consolidata. «Spesso - continua l’ottica - mi capita di passeggiare per strada e ricevere saluti da ragazzini che ho visto crescere e che quasi stento a riconoscere». Ma c’è un altro aspetto del mestiere di ottica che affascina la nostra intervistata: si tratta del dinamismo

Arianna Foscarini, titolare dell'omonimo centro ottico di Thiene, nel Vicentino

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L’interno del punto vendita vicentino

e della curiosità che questa professione richiede di continuo e che rappresenta il segreto per innamorarsi ogni giorno del proprio lavoro scongiurando il pericolo di una routine sbiadita e insipida. «È una sfida perenne quella dell’ottico - afferma - che non permette alcun momento di stasi, perché si è costantemente alla ricerca di novità e originalità sia in campo commerciale sia sul versante professionale. Le parole chiave cui dobbiamo ispirarci per ottenere buoni risultati sono evoluzione, innovazione e dinamismo». Ed è in quest’ottica che entrano in gioco le fiere del settore, un modo per ampliare i propri orizzonti e scoprire nuove mete da cui ripartire. «Sono un vero e proprio trampolino di lancio - afferma Foscarini – Siamo stati a Monaco a fine gennaio, ad esempio, e si è rivelato un appuntamento molto utile e interessante, come sempre del resto, in cui, grazie alla preview delle novità per la prossima stagione, abbiamo iniziato a orientarci su certi percorsi di stile piuttosto che su altri». Parlando di forme, colori e modelli, l’ottica vicentina manifesta un particolare interesse nei confronti degli occhiali

di design, ma ci tiene a sottolineare l’importanza che alcuni celebri marchi hanno rappresentato per la cultura del made in Italy nel settore dell’occhialeria. «Certo il più grande slancio di novità e creatività viene senza dubbio dal canale dell’eyewear di design, però non si può non riconoscere la grandezza di alcune griffe che hanno fatto la storia della moda italiana - continua - Ad esempio, il brand che prediligo è Pucci in quanto, a mio avviso, rappresenta la quintessenza della femminilità e dell’eleganza». L’elogio del marchio che ha fatto da sempre delle geometrie di colore la propria cifra caratteristica, viene accompagnato da un ricordo velato di nostalgia che riguarda l’infanzia dell’ottica vicentina e che è da sempre scolpito nel suo immaginario, quasi fosse il fotogramma più importante di un vecchio film del passato. «Ho sempre avuto un debole per gli occhiali grandi, dalle forme imponenti, esagerate, perché mi ricordano una cugina di mio padre che, all’inizio degli anni ’70, quando ero solo una bambina, veniva spesso a farci visita - racconta con entusiasmo - Portava quel tipo di monta-

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ture, un foulard e indossava sempre un cappello. E per me, quella donna, dal fascino innato e misterioso che suonava il violino, è diventata il simbolo di una femminilità sobria e determinata al tempo stesso, che ricordava le signore del Dopoguerra, dinamiche e pronte a scrivere da sole la propria libertà e il proprio futuro».

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DISTRIBUZIONE

NAU!, FEBBRE A 40… Tanti sono i punti vendita dell’insegna monomarca, che con l’apertura di Cannes ha messo piede per la prima volta fuori dai confini nazionali di Angelo Magri

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Lo staff di Nau!: da sinistra, Laura Zapparata, Carla Ariano, Fabrizio Brogi e Monica Salvestrin

opo Alessandria a gennaio, a febbraio Nau! ha inaugurato un nuovo centro ottico a Rescaldina, a metà strada tra Milano e Varese, a Bergamo e, ai primi di marzo, a Catania. Ha, inoltre, aperto il primo negozio al di fuori dei confini nazionali, a Cannes. Sono così 40 i punti vendita dell’insegna verde, nei colori e nella filosofia, che punta a crescere ancora, sul territorio nazionale e non solo. «Fin da subito il nostro obiettivo è stato innovare il settore dell’ottica tradizionale proponendo design e alta qualità a prezzi ragionevoli, con prodotti mo-

nomarca in esclusiva per i soli negozi della catena – spiega il presidente, Fabrizio Brogi - Il cliente è accolto da personale competente, in uno spazio luminoso e confortevole, arredato con accattivanti espositori brevettati, che attraggono anche il visitatore più distratto. Rinnovando le collezioni ogni 30 giorni, Nau! soddisfa le esigenze di ogni cliente e offre importanti opportunità ai propri affiliati». La catena, infatti, seguendo la logica del riassortimento solo sull’effettivo venduto, assicura all’affiliato un prodotto sempre fresco ed elimina i tanto temuti costi di magazzino, oltre a un’assistenza continuativa, dall’organizzazione al marketing, dal gestionale alla ricerca, selezione e formazione del persona-

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DISTRIBUZIONE

La vetrina del punto vendita Nau! nel cuore di Alessandria, che ha dato il via alle nuove aperture della catena nel 2011

le. «Il successo della formula Nau! è molto semplice: qualità e design a prezzi ragionevoli, moda e tendenza rinnovate ogni mese, ambienti di vendita accoglienti e studiati per il benessere del cliente, rinuncia ai fronzoli e ai costi inutili a favore del consumatore finale e della redditività del punto vendita – dice Brogi – Senza dimenticare l’attenzione all’ambiente, dall’utilizzo della plastica riciclata in numerosi modelli fino ai materiali eco-sostenibili utilizzati per il packaging: tutto questo ci permette di essere fornitori tecnici della Goletta Verde di Legambiente ormai da un lustro». E proprio l’attenzione all’ambiente ha permesso al brand di aggiudicarsi il “Planet Sierra Award Edizione 2010” per il punto vendita Nau! presso il centro commerciale “Freccia Rossa” di Brescia. «Ricevere questo riconoscimento è per noi altamente gratificante - sottolinea Brogi - Il suo significato rispecchia fedelmente il nostro modo di operare. “Verde” è sinonimo di Nau! che è, inoltre, socio fondatore di Low Impact, l’associazione nata per creare un punto d’incontro tra aziende, istituzioni e cittadini che agiscono responsabilmente rispettando l’ambiente. Crediamo che ognuno possa fare la propria parte e collaboriamo con Legambiente anche supportando progetti e campagne di sensibilizzazione ambientale».

PIPPO, PIPPO, PIPPO…

Anche quest’anno, come ogni primavera, Nau! propone un nuovo modello, destinato a diventare il best seller dei suoi negozi. La novità 2011 si chiama Pippo, ed è un occhiale da vista allegro, fresco e giocoso, dalla linea vintage rivisitata nei colori e nel materiale, in 13 varianti cromatiche.

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WEID HOPLÀ ECCELLENZA CREATIVA ITALIANA! Dopo i recenti successi la LUCASMAYER presenta ancora un’altra perla: WEID Hoplà

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l prodotto, che si fregia di due brevetti internazionali, è stato progettato per migliorare la praticità d’uso e per essere utilizzato impegnando una sola mano. «Siamo orgogliosi di presentare al mondo una novità e un'esclusività assoluta - dichiara Dino Marianello, General Manager dell’azienda viterbese - Il settore ottico ha fame di novità, ma nella storia recente non si è visto molto in questo senso. Il meccanismo Hoplà rappresenta, invece, una delle innovazioni più succolente degli ultimi anni. Le novità principali stanno nell’utilizzo di cerniere decentrate con flex annegate e magneti applicati sulle aste che consentono di bloccare le stesse e ne permettono l’apertura automatica con una semplice pressione sui terminali». Gli WEID Hoplà, sono i primi occhiali che si aprono da soli e sono stati progettati e realizzati interamente in Italia.

I magneti presenti sulle aste consentono, inoltre, di applicare stabilmente gli occhiali a qualsiasi superficie metallica permettendo l’apertura automatica appena vengono presi per essere indossati. In particolare, possono essere applicati in qualsiasi posto dove poter posizionare la placchetta metallica dotata di biadesivo removibile. Possono essere attaccati al cruscotto della macchina, alla scrivania, al computer e in qualsiasi altro punto o posto di lavoro per essere sempre a portata di mano. Non sarà più necessario cercarli in casa o in ufficio…gli WEID Hoplà saranno sempre al loro posto! In macchina non si dovranno più cercare a tentoni gli occhiali mentre si guida, con tutti i rischi per la sicurezza. Basterà applicare la placchetta metallica in modo visibile e saranno sempre presenti senza distrarsi e utilizzando una sola mano. Ogni qual volta dobbiamo usarli, basta afferarli e gli Hoplà sono pronti da indossare! Se si ha una mano occupata non c’è problema: sarà sufficiente tirarli con

Lucasmayer sas Sede operativa: S.S. Cassia Km 93,750 - 01027 Montefiascone (VT) Tel. +39 0761 831084 - Fax +39 0761 0331187 info@lucasmayer.it

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l’altra e saranno già aperti! Ad esempio, quante volte utilizziamo il telefonino e non riusciamo ad aprire gli occhiali? Con WEID Hoplà questo non sarà più un problema, basta un unico gesto per indossarli. «Questo è solo l’inizio - afferma ancora Marianello - Al momento proponiamo una collezione di occhiali da lettura, ma presto lanceremo ancora delle novità con questo brevetto, nella certezza che il mercato gradirà come sta dimostrando di fare. Inoltre, il semplice meccanismo di sgancio delle aste ci consentirà molte altre applicazioni che presto presenteremo». La tradizionale creatività italiana è sempre stata un punto di riferimento mondiale nel campo ottico, WEID Hoplà è un esempio tangibile dell’Italia vincente.

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eccellenza creativa italiana L’unico occhiale che si apre da solo

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è magnetico! E’ un prodotto

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Patent Pending


SPECIALE

NUOVO, ANZI… NUOVISSIMO Chi ritorna con un altro licenziatario, chi lancia un house brand e chi, invece, punta alla dimensione bambino. Ecco tutte le anteprime assolute del salone milanese

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di Francesca Tirozzi

di Marchon è la nuova collezione Kiss & Kill 3D, che coniuga design ed estetica all’ultima tecnologia. Sono, invece, numerosissime le aziende che si sono lanciate in linee dedicate ai più piccoli. Attesissimo, infatti, il debutto di Gucci bambino che presenta la sua prima collezione in formato mini, a partire dai 7 anni. Disegnata dal direttore creativo Frida Giannini, gli occhiali riflettono l’impegno della maison a unire qualità impeccabile con design contemporaneo. L’opera di Safilo nel mondo bimbo non finisce qui. Anche Tommy Hilfiger presenta gli occhiali da sole dedicati ai giovanissimi, dagli 8 ai 12 anni. La collezione eyewear propone modelli sole e vista dedicati ai giovanissimi: il celebre e internazionale stile Classic American Cool viene ora declinato in versione junior. Versione kid per Sweet Years, il marchio di Christian Vieri e Paolo Maldini: Ars Optical presenta una nuova collezione di modelli vista, dedicati ai giovanissimi che amano lo stile dei grandi, rivisitato da un nuovo punto di vista e per questo arricchito con glitter, cuoricini e colori brillanti. Infine, Moschino inaugura la nuova collezione occhiali Teen, dedicata alle piccole donne dai 9 ai 12 anni. Ma le novità non finiscono qui. Il “mai visto” di Mido continua con le nuove licenze per Enrico Coveri di Demenego e MCS by Sover. A Vega, infine, la distribuzione di Pantone Eyewear, riconosciuta in tutto il mondo per la definizione dei colori, da oltre 45 anni, e di Zeiss Ergoflexx Individual, un particolare occhiale, che si può costruire da soli.

ebutto per la collezione di occhiali da sole 2011 di Lacoste con il nuovo partner Marchon. Il marchio del coccodrillo, dopo cinque anni di partnership con Charmant, presenta, in collaborazione con la società americana, la nuova collezione sole dai toni estremamente brillanti, profili colorati, la classica texture piqué delle polo e l’immancabile logo a coccodrillo. Anche Exalt Cycle e Fiorucci vengono restituiti al mondo dell’occhialeria: il primo grazie ad Ars Optical che ne ha recentemente firmato la licenza in esclusiva per la distribuzione in Italia di montature uomo e donna, il secondo in partnership con Eyevit. Sbarca invece nel settore A-Style, il marchio di abbigliamento nato alla fine degli anni Novanta, dalle grafiche accattivanti, propone una linea sole, prodotta e distribuita da 20nuovi. Sul fronte “marchi di proprietà”, Silhouette lancia Silhouette Crystal Collection, in cui l’eleganza del design glasant, cavallo di battaglia dell’azienda austriaca, risalta ancor più con lo splendore dei cristalli. Numerose le società che, invece, debuttano con nuove collezioni nel segmento sole: Polaroid con Best Under The Sun che celebra lo stile, il glamour e l’heritage del brand. Si tratta, invece, di un ritorno nel sole per Lindberg che aveva già presentato un linea sunglasses diversi anni fa. L’azienda danese propone una collezione che si estende dall'eleganza esclusiva al lusso discreto, passando attraverso robustezza e ottima funzionalità. Un'altra anteprima

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SPECIALE

A-STYLE, GIOVANE E IRRIVERENTE

A-Style, il marchio che incarna uno spirito positivo, giovanile, divertente e cosmopolita lancia una collezione di occhiali frizzante, in licenza a 20nuovi. Sarà composta da 40 modelli, suddivisi in acetato, metallo e TR90, dedicati a un target unisex tra i 16 e i 35 anni. Ogni modello avrà un’ampia gamma colore, da quelli più classici con gusto retrò-marrone, nero e argento, da indossare in ogni occasione, a quelli di tendenza, come l’arancione, il viola e l’azzurro di forte impatto. Montature sofisticate che uniscono la tendenza moda al comfort.

KISS&KILL ORA VEDE IN 3D

Dopo la nascita di Marchon 3D lo scorso anno, l’azienda americana ha incrementato la produzione in questo settore. Lancia proprio a Mido la collezione del marchio di proprietà Kiss & Kill in tecnologia 3D. Caratteristica chiave dei modelli è la protezione dai raggi Uva e Uvb e, quindi, possono essere utilizzati abitualmente anche come occhiali da sole. Insieme agli attesissimi modelli in terza dimensione, Marchon presenta una linea dalla personalità eccentrica, in un mix di colori inaspettati, tracce di rossetto, impronte digitali e forme trendy.

LINDBERG RITORNA AL SOLE

Leggerezza, flessibilità e facilità di regolazione sono le parole chiave dei modelli del brand danese che rilancia la produzione nel sole, dopo essersi dedicata esclusivamente al vista. La lunghezza delle aste può essere ordinata singolarmente e sia le aste sia il ponte vengono regolati per adattarsi alla perfezione al portatore. La collezione Lindberg Sun monta lenti sole Zeiss Fashion, in cui la straordinarietà dei colori e dei toni si combina all'eccezionale qualità ottica, così da offrire la massima protezione.

LACOSTE, OPERAZIONE COLORE

È iniziata una nuova fase per Lacoste: dopo la fine dell’accordo con Charmant, è ora Marchon a gestire la progettazione, la produzione e la distribuzione della linea eyewear. I nuovi modelli sono stati presentati in anteprima a New York in occasione della sfilata primavera estate 2011 del marchio. La collezione propone toni estremamente brillanti, profili colorati, la classica texture piqué delle polo e l’immancabile logo a coccodrillo. Stile rigoroso e fluidità naturale vengono tradotti in occhiali da sole eleganti e grintosi, sinonimo del brand del coccodrillo.

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SPECIALE

TOMMY HILFIGER, DIMENSIONE “MINI” La collezione propone un assortimento di sei modelli, due da sole e quattro da vista, caratterizzati dai dettagli distintivi del brand, prodotto e distribuito da Safilo. Il logo e il dettaglio Flag personalizzano le aste, mentre gli accostamenti cromatici conquistano con vivaci e colorati abbinamenti colore. Completano la palette gli immancabili e iconici toni del bianco, rosso e blu.

GUCCI, ANCHE IL BIMBO È TREND SETTER

Ben presto anche i nostri piccoli diventano fashion victim con Safilo che lancia per loro la collezione eyewear Gucci. I modelli sono realizzati in acetati esclusivi three-layer. Le lenti sfumate completano entrambe le proposte, quella bimbo dalla forma aviator a goccia e quella bimba rotonda. Elemento distintivo della nuova collezione è un Teddy Bear che compare come discreta cifra stilistica all’interno dei terminali delle aste. La sagoma dell’orsetto dorato, inoltre, è riprodotta sull’astuccio bianco candido, che custodisce gli occhiali, personalizzato con la doppia G in rilievo.

MOSCHINO TEEN, TUTTO FIOCCHI E POIS Anche Moschino debutta nel mondo delle piccole dimensioni. Allison lancia, infatti, la collezione Teen per le bimbe, riprendendo i “leit motive” del brand: fiocchi, cuori, forme gatto e pois, realizzati nei colori del rosa, rosso, celeste, bianco e navy. I cinque modelli da vista sono caratterizzato dalla presenza del fiocco e sono realizzati sia in acetato che in metallo. Il fiocco è un dettaglio smaltato o tridimensionale che impreziosisce le aste o è la forma del frontale. Per la collezione sole, i tre modelli sono realizzati in acetato con frontali a forma di cuore, di gatto.

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MAUI JIM CEDE AL FASCINO AVIATOR

L’azienda hawaiana lancia una nuova collezione eyewear, Guardrails. Il marchio propone un’originale re-interpretazione della forma a goccia, arricchita dalle lenti Maui Jim Evolution estremamente leggere, resistenti ai graffi e agli urti e capaci di garantire un’ottica dalle alte prestazioni. Presentano, inoltre, nella montatura la novità “MauiFlex”: sono realizzati con un metallo flessibile esclusivo che mantiene la forma più a lungo delle tradizionali montature in metallo. Dotati dell’esclusiva tecnologia brevettata Polarized Plus 2 i nuovi modelli presentano una varietà di lenti pensate per tutte le differenti condizioni di luminosità.

SILHOUETTE, FORME E… MODELLE ELEGANTI

Silhouette punta ancora all’eleganza del design glasant. La società austriaca presenta, infatti, una collezione di modelli raffinati che ridefiniscono completamente il concetto di lusso grazie alla leggerezza, al design minimal e alla magia dei cristalli. Quattro le montature vista che verranno proposte accanto a tre modelli sole. A presentarla, in un evento esclusivo per Mido, ci saranno le due testimonial della nuova campagna internazionale: Helena Christensen, top model versatile quanto affascinante, per la prima volta davanti alla macchina fotografia per Silhouette, e Nadja Auermann, volto ormai indissolubilmente legato all’azienda, che le attribuisce una bellezza e una forza non comuni.

PANTONE, UN MONDO DI COLORI

Il mondo dei colori entra nell'occhialeria. Nella piena espressione dell'universo Pantone, le montature – distribuite in Italia da Vega - sono tutte dotate di aste colorate da cambiare, con un semplice e resistente sistema a fibbia, riproducendo la necessità di un mondo a colori variabili, per chi è affascinato dal mondo della grafica, dell'architettura, della moda. Tutto il packaging dell'occhiale riflette lo stile inconfondibile di Pantone, un mondo evocativo per chiunque ami il riferimento della celebre tabella colori, riferimento universale per i grafici di tutto il mondo. Titanio e TX%, un insieme di assoluta affidabilità, per garantire leggerezza, resistenza, un prezzo accattivante, anallergia, biocompatibilità e antimagnetismo.

ZEISS ERGOFLEXX INDIVIDUAL: UN SOLO OCCHIALE, 6180 COMBINAZIONI Il modello, distribuito da Vega, è realizzabile completamente su misura per ogni necessità, direttamente con il cliente in negozio. La scelta di una montatura ErgoFlexx Individual si basa, infatti, su un sistema di singoli elementi (frontali, aste, ponti) che possono essere combinati e assemblati fra di loro a seconda delle esigenze e della configurazione del viso del cliente. Questo sistema su misura permette ben 6180 combinazioni diverse e consente all’ottico di costruire la montatura più adatta. Con tre semplici passaggi, l’adattamento dell’occhiale è reso molto facile. Le varie componenti sono agganciabili con un facilissimo e pratico sistema a incastro, formando così la montatura definitiva, pronta all’uso e al montaggio delle lenti oftalmiche.

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GLOSSY EYES di Francesca Tirozzi

1. Italia Independent 2. Markus T 3. Eye'DC

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4. Oliver Peoples 5. Henry Jullien 6. Blackfin 7. Gotti

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1. Vanni 2. Ic!Berlin 3. Lafont

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4. W-Eye 5. L.A. Eyeworks 6. Moscot

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1. Alain Mikli 2. Mykita

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3. JF Rey 4. Theo 5. Augusto Valentini Design

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riviera romagnola

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GUARDARE AL FUTURO CON… NUOVI OKKI

Daniele Lavia con Claudia Pani, compagna nella vita e nel lavoro: per l'eyewear si occupa di comunicazione e marketing

Il brand italiano di occhiali di design è stato rilevato dalla Laviadesign: tra gli obiettivi di sviluppo anche un progetto di punti vendita monomarca

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di Angelo Magri

mente producono e distribuiscono gli occhiali con il marchio Okki. Ma tutto questo riguarda ormai il recente passato, con un’operazione che si è chiusa tra la fine del 2010 e gli inizi del nuovo anno. Il presente della società di Reggio Emilia passa dalla conferma dell'intero staff commerciale, con l’obiettivo di consolidare il mercato interno e sviluppare nuovi sbocchi esteri. E da una serie di importanti progetti legati al prodotto, all’immagine e al consolidamento della società. «Partiamo dalla collezione 2011 di OkkiFactory, che viene presentata in anteprima a Mido, anche se il debutto stagionale della nuova gestione del brand è avvenuto a fine gennaio all’Opti di Monaco – dice Lavia – Il marchio è da sem-

veva già avuto un’esperienza nell’eyewear di nicchia con Nico-design, dal ‘94 al ’97. «Ora ho deciso di tornare nel settore acquisendo un’impresa interessante, che vanta anche un importante passato: tanto che presto vogliamo farlo rivivere, raccogliendo gli occhiali storici in un vero e proprio museo aziendale». Così Daniele Lavia, titolare della Laviadesign di Torino, nonché nipote del celebre attore e regista teatrale, Gabriele Lavia, commenta l’iniziativa che lo ha portato a rilevare da Carmelo D’Oria l’intera quota societaria di Mu&Do e New Easy Company, le due aziende emiliane che rispettiva-

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In alto, una montatura dall'ultima collezione OkkiFactory. A sinistra un'occhiale da sole realizzato in soli 3 esemplari (di cui 2 prototipi), in acetato impreziosito con Swarovski, con cui Laviadesign introduce nella famiglia OkkiFactory il concetto dell'occhiale su misura fatto a mano, disegnato e prodotto in esclusiva per i clienti più esigenti

Le novità in casa Mu&Do e New Easy Company, tuttavia, non riguardano soltanto il prodotto, ma anche il mondo corporate. «Abbiamo in programma una ristrutturazione aziendale che prevede soprattutto due grandi progetti: l’inaugurazione di uno show-room per la clientela italiana nella nostra sede di Bibbiano, a pochi chilometri da Reggio Emilia, ma soprattutto la costruzione di un prototipo di punto vendita all’interno della stessa sede», afferma il titolare di Laviadesign, nelle cui intenzioni questo prototipo sarà funzionale allo svolgimento di attività interne all’impresa, ad esempio la formazione degli agenti, ma fungerà soprattutto da spazio aziendale dedicato alla vendita diretta ai consumatori finali. «Di fatto realizzeremo un vero e proprio negozio monomarca, che sarà molto utile per testare le vendite sui nostri modelli – sottolinea Lavia – I lavori partiranno la prossima estate, così da essere pronti per la distribuzione al pubblico subito dopo il Silmo. L’obiettivo è farne il primo di una lunga serie di negozi dedicati esclusivamente ai marchi del nostro gruppo, da avviare in tutta Italia».

pre fortemente caratterizzato dall’ampio utilizzo di acetato, ma nelle ultime stagioni sono state inserite, con sempre maggiore interesse da parte degli ottici, anche montature in metallo: la nuova collezione OkkiFactory punta con ulteriore convinzione su questo materiale, tanto che sono ben 20 i nuovi modelli, tra acetato e metallo, in mostra al salone di Milano». In termini di prodotto, poi, non sarà questa l’unica novità per la società di Reggio Emilia. «A Mido annunciamo il lancio di un nuovo brand, che verrà presentato ufficialmente e concretamente in settembre a Silmo – aggiunge Lavia – Si tratta di una collezione di occhiali con forme anche retrò e un accenno di vintage, ma reinterpretate in una chiave nuova, con l’ausilio di materiali quali l’alluminio, il metallo, il metallo abbinato alla gomma o l’alluminio insieme al carbonio. Se dovessi scegliere un marchio dell’abbigliamento cui ci siamo ispirati, direi senza dubbio Diesel». Le montature, vista e sole, saranno in vendita presso gli ottici a partire dai 120 euro dei modelli base fino ai 250 euro di quelli top al pubblico finale, ma la maggior parte della collezione sarà concentrata tra i 120 e i 150 euro.

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NEWS

Bagnabilità delle Lenti Silicone Hydrogel con una Selezione di Soluzioni per Lenti a Contatto: le Lenti Rimangono Umettate ma per Tempi Differenti Chris Snyder, OD, MS, FAAO, Director, Professional Relations, Bausch + Lomb Incorporated, Catherine Scheuer, MS, Senior Research Scientist, Bausch + Lomb Incorporated E’ ormai ben noto che la presenza di un buon film lacrimale sulla superficie di una lente a contatto è un fattore critico per la qualità della visione ed il comfort d’uso della lente. Le soluzioni disinfettanti per lenti a contatto normalmente contengono ingredienti umettanti per supportare e potenziare la bagnabilità della superficie della lente nelle sue interazioni con il film lacrimale e le superficie oculari. Gli ingredienti umettanti vengono chiamati anche ‘surfattanti’ (‘attivi sulla superficie’) per la loro azione mirata di riduzione della tensione superficiale. Al diminuire della tensione superficiale di una soluzione grazie all’aggiunta di un ingrediente surfattante, l’energia richiesta per consentire al liquido di disperdersi su una superficie viene a diminuire. La tensione superficiale si può misurare indirettamente verificando l’angolo di contatto (angolo di incontro tra un liquido ed una superficie solida).1,2 La maggior tendenza di un liquido a disperdersi su una superficie al diminuire dell’angolo di contatto suggerisce che un minor angolo di contatto può indicare una superficie più umettabile.2 L’angolo di contatto è stato usato per determinare in modo indiretto la bagnabilità di una superficie tramite la misura della tensione superficiale di una goccia di solvente alla sua interfaccia con una superficie.1 Il metodo della goccia sessile è una delle tecniche più usate per misurare l’angolo di contatto. E’ un metodo statico in cui le gocce di fluido vengono poste su una superficie fino a quando si diffondono per ottenere un plateau (‘advancing contact angle’).2 Il ‘receding contact angle’ viene misurato quando la goccia si ritira dalla superficie. Di norma c’è un livello elevato di variabilità sperimentale che può derivare dalla reidratazione del campione, dalla rugosità della superficie, l’eterogeneità chimica, l’evaporazione e/o il movimento molecolare.2. Un altro metodo di misura dell’angolo di contatto è quello della ‘captive bubble’. In questo metodo l’angolo di contatto viene misurato tra la bolla d’aria di un volume definito e la superficie del solido immersa in un bagno a temperatura controllata3,4 Questo metodo di solito è molto difficoltoso soprattutto perché il substrato deve essere consistente e non è semplice porre il vapore sotto il fluido ed il substrato5 Sia la misurazione della ‘sessile drop’ che della ‘captive bubble’ può risultare alterata anche da

piccole variazioni della metodologia d’esame; questo spiega la variabilità significativa in questo tipo di valutazioni. Un metodo alternativo per testare la bagnabilità delle lenti a contatto immerse in soluzioni disinfettanti per lenti nell’arco di tempo di un giorno completo di utilizzo è valutare la velocità di rilascio di sostanze umettanti (surfattanti). Questa analisi rappresenta una simulazione del trattamento notturno per lenti a contatto più vicino al mondo reale, e si ottiene immergendo le lenti per 8 ore in soluzioni disinfettanti per lenti, oppure in soluzione salina tamponata (Soluzione Salina Bilanciata di Hanks come controllo, detta anche HBSS), risciacquandole poi con HBSS oltre il normale tempo d’uso per simulare l’effetto che esercita su una lente il film lacrimale. Le soluzioni usate per il risciacquo venivano raccolte ogni due ore, e la tensione superficiale dei campioni di soluzioni raccolti veniva misurata con il metodo di Du Noüy e con il tensiometro per la misura diretta della bagnabilità6,7. Sono stati effettuati test statistici (t-Test sul confronto dei valori medi) per verificare le differenze tra la tensione superficiale delle lenti preimmerse nelle soluzioni test e quella delle lenti preimmerse nella HBSS (p<0.05). Bausch + Lomb ha usato questo sistema di test per un periodo di 20 ore. I risultati così ottenuti sulle lenti silicone hydrogel mostrano per quanto tempo gli ingredienti umettanti vengono

rilasciati dalle lenti nel corso di 20 ore (Figura). La presenza estesa di umettanti nelle soluzioni raccolte dalle lenti preimmerse in soluzioni uniche, come indicato dalla riduzione di tensione superficiale relativamente alle soluzioni raccolte dalle lenti preimmerse in HBSS, dimostra che i surfattanti sono trattenuti e rilasciati dalle lenti a contatto. Questa metodologia obiettiva permette una misura diretta degli effetti sulla bagnabilità superficiale di una soluzione e non risente dei limiti di tecniche come la misurazione con ‘captive bubble’ oppure con ‘sessile drop’. Questa metodologia della tensione superficiale ci permette di cominciare a vedere alcune differenze tra le varie soluzioni uniche, alcune delle quali affermano di avere proprietà umettanti per lunghi tempi di porto delle lenti (es. 14 ore). Il confronto tra i dati di questo studio in-vitro con quelli degli studi clinici possono aiutare a spiegare le differenze di performance tra soluzioni uniche per lenti silicone hydrogel o hydrogel particolarmente su comfort e sintomatologia di secchezza. Un test clinico recente con la soluzione unica Biotrue™ ha mostrato che 8 pazienti su 10 che utilizzano Biotrue™ con lenti hydrogel e silicone hydrogel hanno riconosciuto che Biotrue™ garantisce una sensazione di pulizia e comfort per tutto il giorno, suggerendo che le misure dirette della bagnabilità superficiale possono aiutare a descrivere le differenze di prestazione tra le soluzioni uniche.8

4. Encyclopedia of Surface and Colloid Science vol. 1, A.T.ìHubbard, ed., Marcel Dekker, New York, NY, 2002. 5. Neumann AW, Godd RJ. Techniques of measuring contact angles. In: Good RJ, Stromberg RR, editors. Surface and colloid science - Experimental methods, vol. 11. New York: Plenum Publishing; 1979. 6. Morrison, I.D. and Ross, S.; Colloidal Dispersions: Suspensions, Emulsions, and Foams; John Wiley & Sons Inc., New York, NY, 2002, p.202.

7. Thiessen, D.B. and Man K.F.; “Surface Tension Measurements” in The Measurement, Instrumentation, and Sensors Handbook; Webster, J.G., ed.; CRC Press, Boca Raton, FL, 1999, p. 31.5-9 8. Risultati di uno studio clinico in cui un totale di 291 soggetti erano stati arruolati da 15 sit di ricerca. Le valutazioni soggettive dei pazienti venivano misurate con una Scala di Likert a sei punti (1 = fortemente in disaccordo e 6 = fortemente d’accordo). I risultati rappresentano le valutazioni in percentuale (Fonte dei dati: Bausch + Lomb).

Bibliografia 1. Rosen, MJ. 1978. Surfactants and interfacial phenomena,Chapter 5. Reduction of surface and interfacial tension by surfactants. John Wiley & Sons, Inc. 2. Rosen, MJ. 1978. Surfactants and interfacial phenomena, Chapter 6. Wetting and its modification by surfactants. JohnWiley & Sons, Inc. 3. Birdi, K.S. Handbook of Surface and Colloid Chemistry, CRC Press, Boca Raton, FL, 2009

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FORMAZIONE

FORMAZIONE E PROFILO PROFESSIONALE: UN NODO DA SCIOGLIERE Sul tema si sono accavallate prese di posizione, tavole rotonde, la sospensione dell’obbligo dell’Ecm per l’ottico e il tentativo di modificarne per legge la figura professionale

di Giorgio Righetti direttore Istituto Benigno Zaccagnini e Zaccagnini Business School

Q

uando si affronta il tema del profilo professionale dell’ottico abilitato e quello dell’optometrista laureato non si può certo parlare di un tema o di un percorso nuovi. Su questo argomento, ormai ultra decennale, si sono accavallati negli ultimi dodici mesi una serie di eventi che sono andati in due direzioni contrastanti. Da un lato, ci sono stati più tentativi di aggregare il maggior consenso possibile su una soluzione binaria, ossia l'allineamento della figura dell’ottico abilitato, sia pure aggiornata nel piano di studi, con quella che riconosce piena dignità e liceità al profilo professionale dell’optometrista. Nella direzione contraria si è verificato più volte il tentativo di imporre una riforma, ope legis, che avrebbe dovuto abolire totalmente la figura dell’ottico

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FORMAZIONE

fu realizzata, con la partecipazione delle organizzazioni e delle associazioni di categoria rappresentative dell’intera filiera, inclusa Federottica, ottica e del sistema educativo, una riunione con l’intento di estendere il dibattito a tutti i soggetti attivi del settore e a proseguire il confronto iniziato il 6 febbraio per formulare una proposta sulla quale fosse possibile avviare un dibattito. In effetti, la maggioranza approvò una proposta in due varianti il cui fondamento era la coesistenza della figura dell’ottico con quella dell’optometrista, operanti in ambiti scientifico/professionali ben delineati e compatibili.

e tutto quello che vi ruota intorno in termini di istruzione, formazione, problemi gestionali e occupazionali. Il percorso virtuoso Si può dire però, che una nuova fase prese avvio il 6 Febbraio 2010 nel corso della XIV edizione del Congresso annuale interdisciplinare nel cui ambito si tenne una tavola rotonda sul tema: “L’educazione, le professionalità richieste e le prospettive nel settore dell’Ottica e dell’Optometria”. In quell’occasione il focus era centrato sul tema dell’occupazione nella distribuzione ottica, e sulla sua capacità di soddisfare le potenzialità di inserimento lavorativo che il settore esprime. Nel contesto economico attuale apparve utile alimentare un dibattito su questo argomento, con l’obiettivo di definire attese, necessità e ambizioni di chi nell’ottica svolge un ruolo attivo, vale a dire l’industria, la scuola e la distribuzione, sentito naturalmente il parere di chi svolge il ruolo ufficiale di normatore della formazione professionale. Il confronto, cui parteciparono esponenti nazionali e internazionali del mondo della cultura dell’industria e della distribuzione, finì con il concentrarsi su quale fosse la figura professionale più rispondente alle esigenze del settore. Si giunse così ad affermare, unanimemente, che non ci poteva essere una sola soluzione formativa, ma che in Italia, come in Europa, sono richiesti due diversi livelli professionali che dovrebbero seguire percorsi formativi differenziati e di grado diverso. Su questa conclusione si creò, tra le molteplici componenti presenti alla tavola rotonda, un’unanime volontà di proseguire il confronto con l’intento di centrare i punti nodali del problema e predisporre una soluzione che fosse largamente condivisibile. Come feedback della tavola rotonda il 3 giugno dello scorso anno a Milano

L’incidente Ecm Su questo percorso virtuoso si è abbattuta, a ciel sereno, la notizia dell’esclusione irrituale degli ottici dal programma nazionale Ecm, avvenuta con la determinazione riguardante gli odontotecnici della commissione nazionale per la formazione continua del 14 luglio 2010, adottata il 23 settembre 2010 e comunicata nella seconda metà di novembre. La gestione di questo provvedimento che, al di là dell’effetto diretto comporta l’esclusione dell’ottico dal sistema sanitario, ha impegnato il lavoro di tutti gli attori del settore in una serie di incontri con la partecipazione delle componenti del mondo dell’ottica. Dalla serie frenetica di riunioni è scaturita prima la richiesta, inascoltata, di un incontro con ministro della Salute, Ferruccio Fazio e successivamente il ricorso al Tar del Lazio. Il ricorso è stato depositato il 15 gennaio 2011. Il tentato blitz Mentre, in attesa di conoscere le decisioni del Tar, si stava riprendendo il filo delle convergenze sul progetto di una riforma fondata su due figure, è arrivata, in modo del tutto casuale, la notizia della presentazione di un progetto di istituzione del profilo dell’ottico optometrista, con l’abrogazione di quello dell’ottico, attraverso l’inserimento di un primo emendamento e successivamente di un secondo all’interno del Ddl 2518 “Conversione in legge del Dl 29 dicembre 2010, n. 225,

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FORMAZIONE

Fra i temi scottanti del 2010, l’esclusione degli ottici dall’obbligo degli Ecm

gnini, proprio sul tema delle abilità che richiederà il mercato all’ottico nei prossimi anni e sulle conseguenze della fine dell’Ecm sulla formazione post scolastica. Si dovrà ripartire proprio dallo sconcerto provocato dal maldestro tentativo di forzare la situazione per individuare in modo preciso chi ha voluto avviarlo e quale legittimità politico istituzionale ci sia dietro l’iniziativa di due senatori della maggioranza. Nello stesso tempo si dovranno avviare una serie di iniziative per la creazione di una tavola comune da cui possa scaturire una soluzione largamente condivisa e figure professionali realisticamente ancorate alle molteplici necessità del mondo dell’ottica.

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie“, conosciuto come “milleproroghe”. È noto e anche evidente dalla lettura del titolo del decreto che questo, rispetto al quale sono stati proposti migliaia di emendamenti, sia quanto di meno congruo e naturale per l'attuazione di una riforma alla quale si stava lavorando, per la prima volta, con una quasi unanimità di intenti e volontà di pervenire a una soluzione. Lo strumento, i tempi e la modalità di inserimento nell’ambito di una legge contenitore quale il “milleproroghe” rafforza l’idea che alla base di questa iniziativa ci sia la volontà di agire di sorpresa e di nascosto, per far trovare tutti di fronte a un dato di fatto. La maggior parte delle associazioni che rappresentano gli ottici e gli optometristi, insieme al mondo della scuola, hanno unitariamente denunciato il loro disaccordo al provvedimento dichiarando la loro netta opposizione non solo alla modalità adottata, ma, soprattutto, al suo contenuto e merito. Questo tentativo di colpo di mano e la sua successiva sconcertante giustificazione si è consumato mentre si svolgevano due tavole rotonde nell’ambito del XV Congresso Annuale Interdisciplinare dell’Istituto Benigno Zacca-

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ORIENTAMENTO ALLA SCELTA DEI FILTRI SOLARI E SELETTIVI Frequentemente si devono valutare correzioni di elevato potere in cui occorre considerare tutti i fattori per ottenere il migliore risultato Francesco Vargellini Optometrista docente Istituto B. Zaccagnini

C

L’influenza sulla visione dell’assorbimento selettivo della luce blu? La radiazione diretta del sole è sempre dispersa con la zona blu soggetta a una dispersione ancora più grande. La nostra percezione dei colori è influenzata da questo effetto, perché tutti i colori contengono una piccola porzione di blu. Questo è il motivo per cui, per esempio, noi vediamo il cielo blu. A causa della porzione blu, tutte le zone cromatiche sono slittate verso il blu. Più le coordinate tricromatiche sono vicine tra di loro, inferiore è la percezione del contrasto. Risultato: abbagliamento e contorni sfumati sono gli effetti particolarmente disturbanti in condizioni di illuminazione estrema (per es. il riflesso del sole sull’acqua o la luce diffusa durante una discesa di sci). L’attenuazione della porzione blu dello spettro, produce un sensibile aumento del contrasto; le zone cromatiche si allontanano dal blu e la distanza tra di loro aumenta (fig. 1).

ontinua la guida alla scelta delle lenti idonee alle esigenze funzionali e protettive dei propri clienti, per conoscerne le caratteristiche ottiche e le prestazioni funzionali. Ecco la seconda parte.

La causa del problema Una volta stabilito che la luce solare era concausa di molte patologie oculari, si è potuto individuare quali fossero le parti della luce solare nocive per l’organo della vista. La luce solare è composta da radiazione pura, energia radiante. In essa esiste una gamma, o spettro, di particelle aventi: • bassa energia negli infrarossi, maggiore energia (che cresce progressivamente in tutto lo spettro visibile) nel rosso, arancio, giallo e verde • alta energia nel blu e nel violetto • massima energia nel campo degli ultravioletti (invisibili). Le componenti nocive della luce solare sono tutte concentrate nella stessa area, in corrispondenza delle particelle ad alta energia, cioè nel campo delle radiazioni blu-viola e ultraviolette. È stato dimostrato che le radiazioni ultraviolette sono parte o causa principale di tutte le malattie oculari provocate da luce solare, fatta eccezione per la degenerazione maculare. Questo avviene perché la retina, sede della degenerazione maculare, non viene colpita dagli effetti deleteri delle radiazioni ultraviolette, in quanto gli UV sono assorbiti dalla parte anteriore dell'occhio, dove causano patologie differenti (questa è la ragione per cui l’uomo non ha sviluppato la possibilità di vedere gli UV perché normalmente non raggiungono la retina fotosensibile). La porzione ad alta energia della fascia di colorazione violetta e blu è quella che contiene le radiazioni dannose per la retina.

Fig. 1 A destra, il filtro per la luce blu incrementa il contrasto: le zone cromatiche si allontanano dal blu e ritornano alle loro sedi di origine; a sinistra, il blu si sovrappone e falsifica tutti gli altri colori: le zone cromatiche sono slittate verso il blu

C’è un’altra ragione del perché il maggiore assorbimento della regione blu dello spettro visibile aumenti il contrasto. A causa della miopia dell’occhio per le onde corte, la luce blu che si focalizza davanti alla retina, si sovrappone agli altri colori e la visione si sfuoca. I filtri solari selettivi per l’aumento del contrasto, riducono la “trasmittanza” per la luce blu a un valore tale che per il portatore ne deriva una visione più nitida e contrastata.

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L’occhio e il danno causato dalla luce solare L'occhio è continuamente esposto alla luce. I tessuti oculari assorbono in diverso modo le diverse componenti radianti, a seconda della loro lunghezza d'onda. Dall'analisi delle lesioni causate dalla luce visibile e dalle radiazioni ultraviolette si può affermare che: • la retina è sensibile al danno già nel range della “ luce blu” (400-500 nm) • il cristallino in quello dell'UV prossimo al “visibile”(300-400 nm) La cornea è particolarmente vulnerabile ai raggi UV-C mentre i fotoni visibili “violetti e blu” insieme con l’UV-A, tendono a non essere completamente assorbiti dalle strutture anteriori e possono essere nocivi per la retina. Le lenti solari possono essere considerate filtri attenuatori, la loro primaria funzione è di ridurre la quantità di energia solare senza alterare significativamente lo spettro visibile. Devono, però, essere considerate anche filtri protettivi quando hanno anche il compito di eliminare le radiazioni che hanno il massimo di probabilità di essere nocive per l’occhio.

difficoltà nel mantenere l’attenzione. Per i soggetti emmetropi non c’è una particolare preferenza cromatica da rispettare e si possono utilizzare filtri delle principali colorazioni filtranti, marrone, verde, grigio, tenendo presente che quest’ultimo ha la proprietà di attenuare in modo più uniforme la radiazioni luminose di tutte le lunghezze d’onda, alterando in questo modo in misura inferiore alle altre tipologie di filtri la percezione cromatica naturale dell’ambiente. Per questo motivo è un colore ben tollerato da tutti gli occhi. Il discorso cambia in presenza di ametropie rifrattive. Gli ipermetropi, soprattutto se il difetto visivo risulta necessitare di correzione rifrattiva, giova dall’uso di lenti di colorazione verde o grigio-verde. Questi enfatizzano la capacità degli ipermetropi a focalizzare meglio la luce di lunghezza d’onda più vicina a quella blu e UV. Per i miopi invece la lente di colore marrone, li porta ad aumentare la focalizzazione dello spettro visibile più vicino all’infrarosso, tra cui le componenti “rosse” a cui sono più sensibili a livello di discriminazione foveolare.

Caratteristiche necessarie per la scelta di un lente da sole Una buona lente solare deve assorbire tutti gli RUV (radiazioni ultraviolette) che, come sappiamo, non compongono lo stimolo visivo, ma sono dannosi per ogni parte dell’occhio che li assorbe. Inoltre, la radiazione RUV può addirittura infastidire la percezione visiva perché alcuni fotoni assorbiti dal cristallino generano fluorescenza, producendo abbagliamento. Le lenti dovrebbero assorbire la maggior parte dei fotoni visibili ad alta energia, cioè la radiazione “violetta–blu” (tra 400 e 500 nm), che sono considerati potenzialmente lesivi per la retina. In sintesi, perché un occhiale da sole sia realmente protettivo e confortevole deve essere in grado di assorbire completamente le radiazioni ultraviolette (UV), comprese fra i 300 e i 400 nm, e di assorbire in modo progressivo ed efficace le radiazioni visibili ad alta energia, comprese tra i 400 e 500 nm, denominate “luce blu”, lasciandone filtrare almeno il 4-5%, così da non alterare la percezione cromatica.

Fig. 2 Lo spettro del visibile filtrato da lenti selettive assai differenti: gialla, marrone, e grigia. Si può notare una differente capacità di filtraggio a seconda delle lunghezze d’onda. La lente gialla effettua un taglio deciso di tutte le componenti vicine al blu e nella zona più adiacente agli ultravioletti e il filtro che elimina maggiormente la componente più breve del blu. Il filtro marrone rispetto a quello grigio lascia passare una percentuale via via maggiore di radiazione, in modo crescente verso i colori “rossi”, esaltandoli rispetto a quelli più freddi del verde e del blu. Il filtro grigio mantiene una curva di assorbimento più piatta senza picchi di “selezione” di alcune frequenze, questo ne determina anche l’aspetto “neutro”, oltre che ovviamente una caratteristica curva di assorbimento bilanciata.

Filtrazione idonea a non recare pericolo in situazioni comuni di utilizzo A questo proposito sono previste specifiche ben precise per l'impiego durante la guida, che riguardano la riconoscibilità dei segnali stradali, la visibilità in condizioni di illuminazione artificiale e livello minimo di trasmissione.

La tonalità di colore delle lenti da sole La scelta della tonalità di colore è anche funzionale al difetto rifrattivo dell’occhio. Una scelta errata, può portare, in soggetti predisposti a una riduzione dell’acuità visiva “percepita”, mal di testa, giramento di testa,

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1. Riconoscibilità segnali luminosi stradali Sono definiti dei Fattori Relativi di trasmissione per i colori Rosso, Giallo, Verde e Blu. 2. Trasmissione in condizioni di illuminazione artificiale È definito un livello minimo di trasmissione spettrale nell'intervallo 500÷650nm poiché molte sorgenti luminose impiegate in campo automobilistico presentano una emissione concentrata in questo campo di lunghezze d'onda. 3. Trasmissione minima della luce visibile È definito un livello minimo di trasmissione al di sotto del quale non è consentito l'impiego durante la guida o in condizioni di traffico stradale. 4. I colori metamerici Il colore percepito dall'occhio umano dipende, oltre che dal colore effettivo dell' oggetto osservato dalla composizione della luce che lo illumina. Ad esempio, la luce del sole al crepuscolo o le luci artificiali modificano significativamente la percezione del colore. Per questa ragione la misura del colore viene effettuata con una luce bianca di riferimento che riproduce il più fedelmente possibile la luce solare. Il fenomeno chiamato "metamerismo" si ha quando colori che appaiono all'occhio identici sotto una certa luce mostrano tonalità differenti se illuminati con una luce diversa. Così, ad esempio, due filtri possono apparire uguali se osservati a mezzogiorno e diversi se osservati al tramonto, quando la luce del sole assume una diversa composizione. Questi colori che appaiono uguali in ben definite condizioni di luce, ma che posseggono spettri con forme diverse, vengono definiti "colori metamerici." Poiché le prestazioni di un filtro dipendono, oltre che dalla qualità dei materiali, anche dall'andamento delle curve spettrali che ne determinano il colore, filtri caratterizzati dallo stesso colore, ma con curve spettrali diverse possono essere caratterizzati da prestazioni completamente diverse. Nella realizzazione di un filtro solare, l'aspetto puramente estetico del colore è perciò subordinato alla definizione della sua curva spettrale che deve consentire l'assorbimento della luce nel modo più appropriato al fine di privilegiare le prestazioni richieste (massima protezione, aumento del contrasto, visione colori ecc). Il metamerismo è quindi una chiara dimostrazione di come non sia sufficiente replicare semplicemente un colore per ottenere le stesse prestazioni visive o protettive (fig. 3)

Fig. 3 Il fenomeno ha origine quando la curva spettrale che indica il grado di assorbimento della luce alle diverse lunghezze d'onda presenta una forma diversa in colori apparentemente uguali. In pratica il fenomeno si verifica quando le curve spettrali non si sovrappongono, ma si "incrociano" in uno o più punti

Patologie oculari causate dalla luce solare Le patologie oculari causate dalla luce solare comprendono la cataratta senile, la degenerazione maculare senile, lo pterigio, il cancro dell'epitelio pericolare e la fotocheratite. Attualmente, la cataratta e la degenerazione maculare sono le cause principali della perdita della vista e le cause primarie della cecità. La più diffusa è sicuramente la cataratta si è rivelata una malattia "costosa" sia in termini di danni alla salute (cecità) che in termini economici; in ambito chirurgico è il più probabile intervento al quale una persona si sottoporrà durante la sua vita, escludendo ovviamente le principali cure dentali. Ancora peggiore è la degenerazione maculare senile, questa malattia produce una degenerazione della retina fotosensibile, proprio nel punto peggiore e cioè nel centro del campo visivo. La conseguenza è che dovunque si guardi, c'è sempre un punto cieco che blocca l'immagine desiderata e rende impossibile leggere. Si tratta di una malattia che invalida la vita professionale e non esiste nessun rimedio per ristabilire una vista corretta. Il problema è veramente grave. Le malattie provocate dalla luce solare provocano sintomi diversi e colpiscono parti diverse dell'occhio.

Fig. 4 e 5 Esempi di alterazioni oculari indotte dai raggi ultravioletti. In alto un pterigio, in basso melanosi congiuntivale

Fig. 6 Negli ultimi venti anni, studi epidemiologici hanno identificato le radiazioni UV come responsabili di aggregati proteici, pigmentazione nucleare, alterazione della permeabilità, inibizione delle attività enzimatiche ed anche di alcuni tipi di cataratta senile

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Effetti dei raggi UV sui tessuti oculari L'occhio può anche soffrire gli effetti acuti e cronici dall'assorbimento di UVR. I vari componenti dell'occhio, quali la palpebra, il congiuntiva, la cornea, l'obiettivo e la retina (si veda figura 6) possono essere influenzati tramite esposizione di UVR.

L'assorbimento di UVR dai vari componenti dell'occhio dipende dalla lunghezza d'onda. Gli effetti retinici relativi a UVR, per esempio, possono derivare soltanto da radiazione di UV-A, dalla lunghezza d'onda più corta UV-B e la radiazione UV-C è assorbita da altri componenti dell'occhio. Palpebre Le palpebre sono suscettibili di carcinoma basale delle cellule (BCC), di carcinoma squamoso delle cellule (SCC) e del melanoma maligno. Il carcinoma basale delle cellule si sviluppa spesso intorno all'occhio, principalmente sulla palpebra più bassa. Il melanoma maligno è il cancro della zona oculare più comune. Occasionalmente è necessaria la rimozione chirurgica. Insieme al carcinoma basale delle cellule sulla palpebra, è associato all’esposizione al sole.

Fig. 7 Il segmento anteriore e la sezione del bulbo oculare con evidenziate le parti interessate da interazioni con le radiazioni solari

UV-A

UV-B

UV-C

Lunghezza d'onda: 315-400 nm Abbassare l'energia per il fotone

Lunghezza d'onda: 280-315 nm Energia intermedia per il fotone

Lunghezza d'onda: 100-280 nm Più alta energia per il fotone

Fonti: Sole (95% di UVR al livello del suolo) Lampade germicide Apparecchiatura della saldatura ad arco HIDL Lampade di terapeutica Dispositivi d'abbronzatura

Fonti: Sole (5% di UVR al livello, soltanto alle lunghezze d'onda del suolo > 297 nm) Lampade germicide Apparecchiatura della saldatura ad arco HIDL Lampade di terapeutica Laser medici ed industriali

Fonti: Sole (UV-C è assorbito da ossigeno, da ozono e da vapore acqueo molecolari nell'atmosfera superiore) Lampade germicide Apparecchiatura della saldatura ad arco Lampadine a luminescenza ad alta intensità (HIDL)

Penetrazione: Non assorbito da ozono Penetra più profondo nella pelle che qualunque altra forma di UVR

Penetrazione: Parzialmente assorbito da ozono nell'atmosfera superiore Penetra al derma

Penetrazione: I fotoni fra 100 a 200 nm sono assorbiti in aria Assorbito dalla cheratina nell'epidermide, non penetra al derma

Effetti: Causa l'abbronzatura immediata. Può rafforzare alcuni effetti cancerogeni di UVB Ustioni termiche Solarizzazione, immuno soppressione, danni, phototossicità, foto-invecchiamento, photokerato-congiuntivite, cataratta e pterygium, retinitis solare

Effetti: Responsabile di produzione della vitamina D3 e dell'abbronzatura in ritardo Il più efficace nel causare gli effetti nocivi acuti e cronici Solarizzazione, immuno-suppressione, danni cellulari, cancro della pelle, urticaria solare, invecchiamento della foto e, photokeratocongiuntivite, cataratta e pterigio

Effetti: Danni del DNA sulle cellule non protette: epitelio, cornea e batteri

Tabella 1 Fonti ed effetti di radiazione ultravioletta

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CONSULENTE

LEGGE DI STABILITÀ 2011: OPPORTUNITÀ E CRITICITÀ

di Tobia Chiesurin consulente aziendale

I

È un provvedimento costituito da un unico articolo e da una serie di tabelle, che introduce importanti novità soprattutto in ambito di diritto del lavoro e contenzioso fiscale

l 7 dicembre scorso è stata approvata la cosiddetta “legge di stabilità” per il 2011 (Legge 13 dicembre 2010, n. 220). Il documento ha sostituito la Legge Finanziaria e fa parte, insieme alla legge di bilancio, della manovra di finanza pubblica stabilita su base triennale.

ALIQUOTE CONTRIBUTIVE INPS 2011 E PREMI DI PRODUTTIVITÀ La legge di stabilità ha previsto l’abrogazione del comma 10 dell’articolo 1 della legge 247 del 2007 che prevedeva, a decorrere dal 2011, l’innalzamento di 0,09 punti percentuali delle aliquote contributive riguardanti i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive (ad esempio gestione separata Inps). Le aliquote Inps rimangono ferme quindi al dato 2010. Inoltre, per quanto riguarda i premi di produttività viene prorogato anche per tutto il 2011 il regime di detassazione dei contratti di produttività in base al quale

il lavoratore dipendente può optare per l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 10% in luogo dell’Irpef e relative addizionali, sui redditi percepiti in relazione a incrementi di produttività e lavoro straordinario. L’agevolazione per il periodo 1° gennaio 2011 - 31 dicembre 2011 prevede anche uno sgravio dei contributi dovuti dal lavoratore e dal datore di lavoro nei limiti delle risorse disponibili e si applica ai titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore, nell’anno 2010, a 40.000 euro. ACCERTAMENTO TRIBUTARIO E SANZIONI Modifiche riguardano anche l’istituto dell’accertamento parziale, rispettivamente in materia di imposte sui redditi e Iva. Viene, infatti, previsto che il contribuente possa essere sempre ulteriormente accertato per la stessa annualità d’imposta e per il medesimo reddito oggetto di un precedente accertamento. Ciò rappresenta un punto di rottura rispetto al passato, poiché prima d’ora questo era possibile solo nel caso in cui emergessero ulteriori elementi, non co-

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nosciuti o non conoscibili, che imponessero l’emissione da parte dell’ufficio di un nuovo avviso. Come secondo punto, all’Agenzia delle Entrate è attribuita la facoltà di effettuare accertamenti parziali non più soltanto a seguito di accessi, ispezioni, verifiche e segnalazioni qualificate ma anche in forza di: a) formulazione di un invito per la fornitura di dati e notizie, anche inerenti ai rapporti di natura finanziaria oggetto di analisi da parte dell’ufficio; b) formulazione di un invito per esibizione o trasmissione di atti e documenti rilevanti ai fini dell’accertamento; c) invio di questionari relativi a dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti e/o nei confronti di altri soggetti con i quali abbiano intrattenuto rapporti. In relazione al regime sanzionatorio, a decorrere dal primo febbraio 2011, viene stabilito un inasprimento dell’istituto del ravvedimento operoso: quando il mancato pagamento di un tributo viene regolarizzato nei 30 giorni successivi alla scadenza dello stesso, infatti, la riduzione della sanzione viene fissata a un decimo

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CONSULENTE

del minimo (passa quindi dal 2,75% al 3%). Se, invece, la regolarizzazione di un omesso versamento viene effettuata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione, la sanzione risulta ridotta a un ottavo del minimo (dal 3% al 3,75%). Sempre VIOLAZIONE

Entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale la violazione è stata commessa

Entro un anno dall’omissione/errore (in caso non sia prevista la dichiarazione periodica) Omessa presentazione della dichiarazione art. 13, comma 1, lett. c)

SANZIONE FINO AL 31.01.2011

TERMINE 30 giorni dalla scadenza

Omesso versamento art. 13, comma 1 lett. a) e b)

da febbraio 2011 l’omessa presentazione di una dichiarazione potrà essere regolarizzata nei 90 giorni successivi con una sanzione pari a un decimo del minimo (pari al 3%, anziché al 2,5%). Riepilogando:

Entro 90 giorni dalla data stabilita per la presentazione

SANZIONE DAL 01.02.2011

Sanzione ridotta a 1/12 del minimo (1/12 del 30%) e pari a 2,50%

Sanzione ridotta a 1/10 del minimo (1/10 del 30%) pari al 3%

Sanzione ridotta a 1/10 del minimo (1/10 del 30%) e pari a 3,00%

Sanzione ridotta a 1/8 del minimo (1/8 del 30%) pari al 3,75%

Sanzione ridotta a 1/12 del minimo

Sanzione ridotta a 1/10 del minimo

LEASING IMMOBILIARE Ulteriori novità riguardano il regime fiscale (imposte di registro, ipotecarie e catastali) dei contratti di leasing di beni immobili. Per prima cosa viene stabilito che l’utilizzatore del bene (ovvero colui che paga il canone alla società di leasing) è responsabile in solido per il pagamento dell’imposta di registro e delle imposte ipotecarie e catastali dovute dal locatore (vale a dire la società di leasing); ciò significa che se la società di leasing non versa le somme dovute, il Fisco potrà rivalersi sul soggetto che dispone del bene immobile.

Tali imposte dovranno essere interamente assolte al momento dell’avvio del contratto e non più in due tranche come attualmente avviene. Per i contratti in essere alla data del primo gennaio 2011 è previsto il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte ipo-catastali da effettuare entro il 31 marzo 2011: l’importo da versare sarà pari a quello originariamente dovuto in sede di riscatto (2% del costo dell’immobile dedotta l’imposta di registro sui canoni) con una riduzione (una sorta di attualizzazione) pari al 4% del tributo moltiplicato per il numero di anni residui di durata del contratto.

ULTIME DAL FISCO • Studi di settore: con riferimento alla situazione di crisi economica, anche per quest'anno, come già avvenuto nel 2010 per i redditi 2009, è prevista la facoltà per il ministero dell'Economia di rivedere, entro il 31 marzo 2011, il contenuto e gli importi degli studi di settore applicabili per il 2010. • Spesometro: dal 1° maggio 2011 tutti i soggetti passivi Iva dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute, per le quali i corrispettivi dovuti risultano di importo pari o superiore a 3.000 euro, al netto dell'Iva. Per le operazioni per le quali non ricorre l'obbligo di emissione della fattura (in quanto viene emesso lo scontrino o la ricevuta fiscale), il limite viene fissato a 3.600 euro, al lordo dell'Iva. Per l'anno solare 2010, il limite viene elevato a 25.000 euro e riguarda solo le operazioni soggette a obbligo di fattura. Le comunicazioni andranno inviate entro il 31 ottobre 2011.

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Sintomi Visivi: Quanto Sono Comuni? Jeff Walline, O.D., Ph.D. Quando i pazienti si siedono nella sala refrazione, la prima domanda che l’esaminatore fa di solito è “Ha qualche problema agli occhi?” Questa è generalmente la prima domanda, perché facilita lo svolgimento dell’esame, permette al paziente di evidenziare la sua necessità primaria ed è la parte più importante dell’esame. Determinare il problema principale del paziente permette all’operatore di garantirne efficacemente la sua soluzione ottimale. Il resto dell’esame consisterà nel determinare la causa del problema e il suo trattamento. Incidenza dei Sintomi Visivi Lo studio “Needs, Symptoms, Incidence, Global eye Health Trends” (NSIGHT)1, un’indagine globale online utilizzata per verificare i sintomi visivi dei pazienti, è stata realizzata su 3800 utilizzatori di prodotti per la visione, con un’età compresa fra 15 e 65 anni, e residenti in Asia (36,8%), Europa (36,8%) e Stati Uniti (26,4%). Di questi 3800 pazienti il 78,9% utilizzava soprattutto gli occhiali, mentre il 21,1% utilizzava le lenti a contatto. Oltre la metà del campione era costituito da donne (55,5%) di cui il 20,1% aveva un’età compresa fra 15 e 19 anni, il 25,4% fra 20 e 30 anni, il 26,9% fra 31 e 45 anni e il 27,6% superiore a 45 anni. Ai pazienti è stata presentata una lista di 14 sintomi visivi con la domanda “Quale di questi sintomi avvertite, anche se solo occasionalmente?”. Nove pazienti su cento hanno risposto di non avvertire sintomi, mentre un paziente su cento li presentava tutti. La percentuale di pazienti Europei che avvertiva tutti i sintomi è riportato in tabella 1. I tre sintomi più frequenti (ognuno riportato da più della metà del campione intervistato) erano: occhi affaticati, astenopia e abbagliamento. Le differenze maggiori tra i sintomi riportati dal campione europeo rispetto a quello globale si riscontravano nell’occhio secco (11,9% inferiore nel campione europeo) e nell’occhio sensibile (12,2% maggiore nel campione europeo). I sintomi di abbagliamento, aloni e visione sfuocata o appannata venivano segnalati da una percentuale di pazienti compresa tra il 25 e il 50% circa. Tra tutti i sintomi considerati l’abbagliamento era il secondo più frequente, mentre il primo era quello degli occhi affaticati (Tab. 1). Questi tre sintomi visivi rappresentano

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Tabella 1 Proporzione dei pazienti Europei che hanno riportato tutti i sintomi, anche se solo occasionalmente. Le celle evidenziate indicano i sintomi visivi.

Sintomo

Percentuale di pazienti con il sintomo

Occhi affaticati

71,6

Abbagliamento

52,7

Astenopia

50,2

Occhi sensibili

47,9

Visione sfuocata o appannata

33,7

Occhi irritati

32,8

Mal di testa dopo un lavoro da vicino

31,5

Occhi arrossati

29,0

Aloni

28,2

Sensazione di bruciore agli occhi

26,4

Occhi secchi

25,8

Lacrimazione

23,2

Occhi gonfi

21,0

Dolore all’interno degli occhi

19,5

il 35,3% del totale riportato dai pazienti europei, e sono anche quelli che compaiono più di frequente. Circa la metà dei soggetti ha riportato la comparsa di questi sintomi visivi con una frequenza di almeno tre o quattro volte a settimana (Fig. 1). Quando è stato chiesto quali erano i sintomi più disturbanti, il 75% ha risposto gli aloni, l’81% l’abbagliamento e l’88% la visione sfuocata o appannata (Fig. 2). Più della metà dei pazienti ha riportato di non avere ancora trovato la soluzione; l’interesse era soprattutto rivolto a risolvere l’abbagliamento (86,0%), gli aloni (83,3%), e la visione sfuocata o appannata (90,1%) (Fig. 3).

Importanza Clinica dei Sintomi Visivi Quasi tutti gli utilizzatori di prodotti per la visione presentano sintomi visivi almeno occasionalmente. Anche se occhiali e lenti a contatto correggono adeguatamente i vizi refrattivi e garantiscono una visione chiara,2-4 molti pazienti continuano ad avere sintomi visivi come aloni, abbagliamento e visione sfuocata o appannata5-7. Esistono diverse potenziali cause per questi sintomi visivi, anche se le cause più comuni sono la cataratta8,9 e le aberrazioni di alto ordine10. I sintomi indotti dalla cataratta possono essere ridotti solo chirurgicamente, mentre i sintomi dovuti alle aberrazioni di ordine elevato possono

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Figura 1. Proporzione dei pazienti europei che riportano la frequenza dei sintomi di abbagliamento come aloni, visione sfuocata o appannata, tutti i giorni o 3-4 volte per settimana.

Figura 2. Proporzione dei pazienti con sintomi visivi più disturbanti come abbagliamento, aloni e visione sfuocata o appannata .

Figura 3. Proporzione dei pazienti con motivazione specifica nel trovare una soluzione per ogni sintomo visivo.

essere ridotti attraverso l’utilizzo di lenti a contatto11-13. Si possono produrre lenti a contatto su misura in grado di correggere le aberrazioni ottiche di ogni singolo paziente,12-14 oppure si possono produrre lenti morbide di serie in grado di ridurre le aberrazioni presenti nella media della popolazione15,16. La qualità della visione è molto importante per i pazienti quando devono scegliere i prodotti per i loro occhi. Infatti, la qualità della visione è due volte più importante rispetto a comfort e praticità, e cinque volte più importante rispetto ad apparenza e performance personali1. Quando i

pazienti lamentano abbagliamento, aloni o visione sfuocata, anche con correzione adeguata tramite lente a contatto, il professionista dovrebbe prendere in considerazione le aberrazioni di alto ordine. Se non è possibile effettuare un esame con l’aberrometro, l’operatore può applicare lenti a contatto morbide a geometria anteriore asferica, con lo scopo di ridurre l’aberrazione sferica dell’occhio e garantire un potenziale miglioramento della qualità della visione del paziente.

il chiedere informazioni sulla qualità della visione e sui sintomi può essere un importante indicatore per pianificare il giusto trattamento. È importante ricordare che la maggior parte dei pazienti soffre di disturbi visivi, anche con una certa frequenza. L’utilizzo di lenti a contatto morbide che correggono le aberrazioni può migliorare notevolmente il trattamento dei pazienti, perché nonostante la varietà di occhiali e lenti a contatto oggi disponibili, quasi la metà di tutti i pazienti è ancora molto o estremamente interessata a trovare soluzioni per ridurre aloni, abbagliamento e sfuocamento visivi.

Conclusione Durante l’anamnesi iniziale del paziente

Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18.

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19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37.

keratectomy, soft contact lenses, and spectacles. J Cataract Refract Surg. Jun 1997;23(5):718-725. 8. Babizhayev MA, Minasyan H, Richer SP. Cataract halos: a driving hazard in aging populations. Implication of the Halometer DG test for assessment of intraocular light scatter. Appl Ergon. May 2009;40(3):545-553. 9. Lee JE, Fos PJ, Sung JH, Amy BW, Zuniga MA, Lee WJ, Kim JC. Relationship of cataract symptoms of preoperative patients and vision-related quality of life. Qual Life Res. Oct 2005;14(8):1845-1853. 10. Rae SM, Allen PM, Radhakrishnan H, Theagarayan B, Price HC, Sailaganathan A, Calver RI, O’Leary DJ. Increasing negative spherical aberration with soft contact lenses improves high and low contrast visual acuity in young adults. Ophthalmic Physiol Opt. Nov 2009;29(6):593-601. 11. Roberts B, Athappilly G, Tinio B, Naikoo H, Asbell P. Higher order aberrations induced by soft contact lenses in normal eyes with myopia. Eye Contact Lens. May 2006;32(3):138142.

38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54.

12. Dietze HH, Cox MJ. Correcting ocular spherical aberration with soft contact lenses. J Opt Soc Am A Opt Image Sci Vis. Apr 2004;21(4):473-485. 13. Hong X, Himebaugh N, Thibos LN. On-eye evaluation of optical performance of rigid and soft contact lenses. Optom Vis Sci. Dec 2001;78(12):872-880. 14. Parker KE, Marsack JD, Elswick JD, Brunstetter TJ, Applegate RA. Controlled induction of spherical aberration with custom soft contact lenses. Clin Exp Optom. May 2009;92(3):283-288. 15. McAlinden C, Moore JE, McGilligan VE, Moore TC. Spherical aberration and higher order aberrations with Balafilcon A (PureVision) and Comfilcon A (Biofinity). Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol. Aug 6 2010. 16. Lindskoog Pettersson A, Jarko C, Alvin A, Unsbo P, Brautaset R. Spherical aberration in contact lens wear. Cont Lens Anterior Eye. Aug 2008;31(4):189-193.

Jeffrey J. Walline, OD PhD è Professore Assistente alla Ohio State University, Istituto di Optometria. È Ricercatore Principale in diversi studi sulle lenti a contatto pediatriche, e su tematiche che vanno dalle lenti per il controllo miopico agli effetti dell’utilizzo delle lenti a contatto sulla percezione di se stessi da parte dei bambini. È docente di “Visione nei Bambini” agli studenti del terzo anno di Optometria ed è istruttore per la parte clinica nel Servizio di Visione Binoculare e Pediatria presso l’Istituto di Optometria.

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©2011 Intercast Europe S.r.l. Tutti i diritti riservati. NXT è un marchio registrato di Intercast Europe S.r.l. Trivex è un marchio registrato di PPG Industries Ohio, Inc.

Una correzione non può impedire ai pazienti di approfittare dell’incredibile esperienza visiva del mondo che li circonda. Questo non avviene con le lenti sole/vista NXT® Rx. L’esperienza visiva più completa è possibile attraverso la Tecnologia “Light Translation,” studiata appositamente per migliorare il Contrasto ed il Controllo Dinamico della Luminosità riducendo l’Abbagliamento. Questa tecnologia è incorporata nel materiale Trivex®: un materiale ultra-trasparente, ultra-resistente e ultra-leggero. Le lenti NXT Rx sono oggi disponibili presso le aziende ottiche leader. Chiedi al tuo fornitore di lenti o visita il sito www.nxt-vision.com per maggiori informazioni sulle differenze che le lenti NXT Rx potranno portare nella vita dei tuoi pazienti.

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NATURA E VISIONE

VISIONE CENTRALE E VISIONE PERIFERICA: CAUSE ED EFFETTI Possiamo vedere qualcosa direttamente, fino a percepirne i dettagli, oppure cogliendone solo l’insieme. Conoscere le differenze tra questi due diversi tipi di approcci risulta molto utile nella valutazione delle funzioni visive dei propri clienti

L

di Paolo Patuzzi ottico-optometrista e naturopata

La visione La visione, quindi, è la somma degli aspetti derivanti dalle caratteristiche neuroanatomiche dell’organo di ricezione e delle caratteristiche neurofunzionali del sistema nervoso centrale. Dico questo perché si possa concepire la funzione sensoriale come un processo contemporaneamente passivo e attivo. Facciamo un esempio: durante una retinoscopia dinamica è facile accorgersi di come l’interesse per il target proposto determini una variazione del colore retinico, il quale indica appunto una maggiore o minore attivazione del canale sensoriale in base all’interesse suscitato al soggetto esaminato dal target stesso. Oppure possiamo riscontrare anche in noi stessi come veniamo catturati da elementi della realtà più o meno interessanti per i nostri gusti… Le “signore” generalmente vengono stimolate da borse e scarpe, mentre i “signori” da automobili e orologi. Se potessimo osservare la risposta retinica alla vista di tali elementi, noteremmo facilmente quale articolo determina in noi emozioni di interesse o di indifferenza… quasi come una macchina della verità!

a percezione è inequivocabilmente un processo di apprendimento ove l’input sensoriale viene influenzato dal sistema di ricezione. In altre parole ciò che possiamo avvertire attivamente viene determinato dal bagaglio esperienziale del sistema cognitivo. Per chiarire ulteriormente, in ambito visivo possiamo solo vedere ciò che conosciamo o meglio ciò che il nostro cervello è in grado di ricostruire come significato dell’immagine sulla base delle esperienze fatte. Un esempio storico di questa dinamica si può recupera dalle testimonianze di Cristoforo Colombo il quale riferì di come gli indigeni delle isole, raggiunte con le caravelle spagnole, non si accorsero dell’arrivo delle imbarcazioni in quanto erano cognitivamente ciechi alla loro vista, non avendo nel loro repertorio esperienziale la conoscenza di tali mezzi di trasporto. Così anche ognuno di noi è inconsapevolmente cieco a moltissimi aspetti della realtà, proprio perché cognitivamente privo delle esperienze di apprendimento necessarie al riconoscimento degli elementi potenzialmente percepibili. Queste evidenze sensoriali possono essere ricondotte anche ad aspetti psicologici e comportamentali e, sono note le diatribe tra persone in cui si può cogliere una incomunicabilità di sensazioni o sentimenti per la cecità da parte dei soggetti di elementi esperienziali della controparte. Basti pensare ai luoghi comuni che rievocano la complessa comprensione tra il mondo femminile e quello maschile…

La visione centrale Sappiamo bene che l’anatomia retinica ci mette nelle condizioni di poter distinguere dettagli molto piccoli dell’immagine solo nella parte centrale, la fovea, dove l’alta concentrazione di recettori specifici per la visione fotopica e cromatica determina le condizioni per una

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NATURA E VISIONE risoluzione d’immagine adeguata. Quindi la visione dettagliata del particolare del campo visivo, può avvenire solo in quella piccola porzione di retina che, a sua volta, è collegata alla parte di corteccia visiva deputata alla discriminazione fine dell’immagine. Pensiamo a una persona che come aspetto della personalità predominante ha uno spiccato senso critico orientato alla precisione e alla pulizia. Quale sarà, se non la visione centrale foveale, ad assumere il dominio nel processo visivo? Infatti, il sistema sensoriale visivo di quella persona farà in modo di esaltare la visione centrale foveale per poter percepire nella realtà gli elementi di maggior interesse e, quindi, i dettagli fini dell’immagine. Analogamente un sistema visivo portato a centralizzare la percezione, indurrà una valutazione più di tipo qualitativo che quantitativo degli elementi percepiti. Come considerazione si può perciò dire che la funzione influenza la struttura e la struttura influenza la funzione.

un soggetto centrale verrà più facile rimanere fisso sul conseguimento di un obiettivo in quanto quasi cieco a nuovi stimoli periferici. Considerazioni conclusive Nella pratica optometrica trovo estremamente affascinante andare oltre l’aspetto funzionale visivo. Non solo affascinante, anche utile perché il nostro supporto possa suggerire oltre che soluzioni tecniche di tipo visivo, anche suggerimenti in ambito percettivo e comportamentale. Questo non per sconfinare in ambiti che non ci competono, ma per arricchire di elementi non trascurabili l’interpretazione delle caratteristiche visive dei soggetti esaminati. Ad esempio se un bambino presenta una miopia in fase evolutiva e dal comportamento e dagli atteggiamenti riscontriamo una caratteristica percettiva estremamente focalizzata sul particolare, potremo suggerire delle attività di svago o delle modalità comportamentali che riportino un maggior equilibrio tra visione centrale e periferica. Analogamente, se un soggetto con prevalente visione periferica presentasse una difficoltà a mantenere l’attenzione durante la lettura di un testo, potremmo suggerire delle attività che favoriscano la visione centrale e una maggior concentrazione sul lavoro da svolgere. A ogni modo, la vita insegna che l’equilibrio tra aspetti opposti di ogni individuo determina il raggiungimento di un maggior benessere, e quindi tanto più nel nostro lavoro di valutazione delle funzioni visive, cerchiamo di offrire rimedi volti a questo obiettivo, tanto più riusciremo a soddisfare le necessità dei nostri clienti. E per finire ricordo una frase di Groddeck: «La formazione dell’(oculista) ottico-optometrista deve essere indirizzata a servire l’uomo, oltre che gli occhi, altrimenti ogni progresso tecnico compiuto finora a favore della vista può essere pagato al prezzo di un aumento della cecità di fronte alla vita».

La visione periferica Per quanto riguarda la periferia del campo visivo, l’anatomia mostra come man mano che ci si allontana dalla porzione centrale della retina, i recettori si distribuiscono in modo più rarefatto e come cambino le caratteristiche funzionali. In particolare notiamo che diminuisce gradualmente la percezione cromatica fine e aumenta di contro la sensibilità alla luce. Diminuisce la discriminazione dei dettagli diminuendo il visus e aumenta la relazione tra immagine e reazioni motorie dell'’organismo, attraverso connessioni sottocorticali con i centro motori del collo e dell’abito tonico-posturale. Questi elementi anatomici ci portano a considerare la visione periferica come una percezione d’insieme dove, gli elementi in gioco dell’immagine, influenzano il movimento e di conseguenza reazioni di adattamento alla realtà percepita. Il dettaglio scompare rispetto alla globalità del significato d’insieme. Un soggetto con visione periferica sarà, quindi, più propenso a orientarsi in funzione degli stimoli esterni, piuttosto che imporre una posizione critica di giudizio sulla adeguatezza della realtà stessa, come invece può avvenire in un soggetto con prevalente visione centrale. Potremmo anche dire che la visione periferica continuerà a indurre degli stimoli di adattamento e quindi una più difficile concentrazione su un elemento specifico della realtà. Non a caso i soggetti periferici evidenziano delle difficoltà nel perseguire un obiettivo con determinazione in quanto continuamente influenzati da nuovi stimoli di adattamento, mentre per

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CLAMAR ITALIA: QUANDO CAMBIARE SIGNIFICA EVOLVERSI L’azienda specializzata, da oltre vent’anni, nella commercializzazione e distribuzione di prodotti per l’ottica dà prova, ancora una volta, di lungimiranza e flessibilità

Quando più di vent’anni fa ho fondato la Clamar Italia s.r.l., il mondo era molto diverso, il modo di fare business era ancora di tipo tradizionale e i cambiamenti molto meno repentini rispetto a oggi. Ho sempre pensato all’azienda come a un organismo vivente, soggetto, al pari di tutti gli altri organismi viventi, alle leggi delle teorie evoluzionistiche. Da qui deriva la mia convinzione che per poter far fronte ai cambiamenti del mondo esterno bisogna continuamente trasformarsi ed evolversi. Gestire un’azienda significa dover interpretare i cambiamenti di scenario, essere in grado di riorganizzare il proprio modo di lavorare, non aver paura di ridirezionare il proprio modo di pensare e di agire. Questo per assecondare un mercato in continua evoluzione. Questa è stata, in fondo, la sfida lanciata da INTERNET. Quando sulla scena mondiale si è affacciato il WORLD WIDE WEB, molti imprenditori come me hanno dovuto, infatti, rivedere le proprie strategie, il proprio know how, e soprattutto capire come il WWW potesse entrare in una realtà aziendale senza necessariamente doverne stravolgere la struttura. È quello che ho fatto in questi anni: comprendere le regole del web, valutarne i punti di forza e di debolezza, capire in che modo potesse costituire un plus per l’azienda e soprattutto un vantaggio per i miei clienti. Una volta intuito che il futuro è nella RETE, il mio impegno è stato rivolto soprattutto a rafforzare e ottimizzare la struttura web dell’azienda, al fine di garantire ai miei clienti reali vantaggi, primo fra tutti il risparmio economico. Detto in modo molto chiaro e trasparente, lavorare sul web, consente, infatti, una riduzione dei costi di gestione aziendale, riduzione che si traduce nella possibilità di offrire prezzi più convenienti. Oltre a un vantaggio di tipo prettamente economico, il commercio on line offre ai suoi fruitori diversi e interessanti vantaggi: • poter visionare liberamente, comodamente e senza fretta, 24 ore su 24 la gamma completa di prodotti, soffermandosi su quelli di maggior interesse;

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• da ciò deriva una migliore e più ponderata valutazione dei prodotti da acquistare; • poter effettuare ordini in qualsiasi momento della giornata, in base alla propria disponibilità; • non dover necessariamente aspettare i tempi dell’agente di zona per il quale doversi rendere disponibile e che per evidenti limiti logistici può dare una presentazione solo parziale dell’offerta; • semplicità e velocità delle modalità di acquisto. Per garantire tali vantaggi, gli interventi sull’area web dell’azienda hanno seguito tre principali direzioni: investimento in una nuova piattaforma per rendere più agevole la navigazione e più veloce la procedura d’ordine, riorganizzazione dei contenuti per offrire una maggiore fruibilità ai visitatori, e infine, restyling grafico per dare al sito un’immagine più giovane e fresca e perché, come si suol dire, “anche l’occhio vuole la sua parte”! Per concludere, posso dire che il mio tentativo non è stato di rivoluzionare l’intero apparato aziendale, ma di far convivere sinergicamente vecchio e nuovo, innovazione e tradizione, cercando sempre di ascoltare le esigenze dei miei clienti e non dimenticando che quello dell’ottica è un settore delicato, dotato di proprie specifiche peculiarità. Claudio Mariniello Amministratore Unico Clamar Italia s.r.l.

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MEDITAZIONI

VALORI AGGIUNTI: IL VERO VALORE Oggi è necessario anche avere il coraggio di distinguersi, proponendo prodotti e tecnologie dal contenuto innovativo, tecnologico, estetico di Luisa Redaelli direzione comunicazione Vega

P

ossiamo parlare di “valore” in molti modi. È un termine che ha un fascino, molta storia, poliedrici significati, vari gradi di importanza. Potremmo parlare di “valore” in termini generici, come il complesso riconosciuto delle doti e delle capacità, del pregio, dell'importanza e delle virtù, di qualcuno o di qualcosa. Valore può essere il coraggio, oppure può indicare efficacia e validità; può significare l'insieme degli elementi e delle qualità morali, intellettuali, come ideali, principi, tradizioni. Valore può essere ancora la caratteristica di un bene che indica il suo “rapporto quantitativo di scambio” con altri beni o l'utilità che esso rappresenta per chi lo possiede. Viene, inoltre, specificato con colori diversi: valore monetario, morale, energetico, efficace, assoluto, legale, aggiunto, ecc. È qualcosa con cui abbiamo continuamente a che fare: vogliamo fare qualcosa di valore, sì o no? Vogliamo dare valore al nostro lavoro? Chiediamo che la nostra attività abbia successo. Ai nostri sentimenti? Ci aspettiamo che siano compresi e accolti. Alle nostre scelte? Pretendiamo siano condivise. Più valore riusciamo a comunicare, più ci sentiremo riconosciuti, scelti e soddisfatti: ci verrà attribuito un “valore”. Il valore, per essere riconosciuto, deve far riferimento a parametri condivisibili nel

contesto di riferimento e, quindi, ha un’eco di connessioni internazionali, cosmopolite, affine alla ricerca dell'eccellenza. Chi multilinguistiche. Il ragionamento è semesprime valori si distingue e quando queplice: nella piccola pozzanghera l'acqua risti valori sono molti, sommati nelle diverse stagna; dove l'acqua scorre c'è freschezza, qualità, ecco che c'è qualcosa che emerge, aria pulita, ossigeno e nutrimento. Apriache si fa notare perché “diverso” in senso moci dunque ad ampiezze di valori più positivo, in modo stupefacente, con virtù attuali e dinamiche, in un mondo che vede mirabili, non banali, non ovvie, bensì l'ago della pesa dei valori in una posizione frutto di una ricerca e di un diversa, passando dal impegno più profondi. Si concreto (un tempo erano tratta dei “valori aggiunpresentati solo occhiali di ti” che sono le qualità poche aziende, metallo, generanti la distinzione. acetato, grande, piccolo, I valori aggiunti sono tali uomo, donna, punto), perché si esprimono sulla all'effimero (i più recenti base dei valori soliti, neanni delle “firme, vogliono cessari, basilari, e danno le firme...”). Oggi siamo qualcosa di importante in nel tempo dell'evocativo Il coraggio di osare. Coraggio: più. Per quanto riguarcolto: non più solo oggetto, parola derivata dal latino, significa da una persona, i valori mettere cuore in quello che facciamo non importa il riferimento dovranno essere l'onestà, “griffaiolo”, parlami di e più propriamente affrontare con la correttezza, la morale, il serenità le preoccupazioni, i rischi idee, di innovazione, di decoro: la persona che ha e anche il dolore. Se sei coraggioso materiali, di garanzie, di ti dicono bravo! in più la cultura, allegria, materiali… Per l'ottico che carisma, per esempio, sarà una persona vuole esprimere serietà professionale non con un valore aggiunto che la distingue. bastano più il camice bianco inamidato, Nella quotidianità delle nostre professioni l'aria assertiva e dottorale, il negozio nel settore dell'ottica, il valore aggiunto dei asettico come una clinica però tempestato nostri consulenti sarà quello di portare un e pieno di pubblicità banali, massificate, di punto di vista differente, con argomenti prodotti che l'utente finale trova dapperche raccontano altre esperienze, ragionatutto (stesse immagini, stesse pubblicità, menti coinvolgenti, come voce fuori dal sostessi prodotti). Per esprimere un elevato lito coro, per aiutarci a evolvere, ad aprire valore professionale bisogna anche avere prospettive più ampie, a esplorare campi il coraggio di essere coerenti in tutto, diversi. Valore aggiunto avrà chi ci aiuta a esponendo, facendo conoscere, propovedere oltre, chi ci trasporta in un mondo nendo prodotti e tecnologie dal contenuto

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MEDITAZIONI

C'E' NELLA TRISTEZZA

Mariangela Gualtieri

C’è nella tristezza un contagio Amore mio, e da questo si vede che abbiamo fatto comune cuore e siamo uno che pare due. Allora io insemino la gioia in questa cosa che non consiste però esiste e tiene entrambi appesi. La gioia ce la metto io. di Mariangela Gualtieri da “Bestia di gioia” Mariangela Gualtieri è nata a Cesena nel 1951. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro della Valdoca. Fra le sue raccolte di versi, Antenata (Crocetti, 1992), Fuoco Centrale e altre poesie per il teatro (Einaudi ,2003), Senza polvere e senza peso (Einaudi, 2006), Paesaggio con fratello rotto (Sossella, 2007), Bestia di gioia (Einaudi, 2010).

innovativo, tecnologico, estetico. È un po' trasporre il tutto in un'espressione sensibile, ridicol-riduttivo pensare di voler essere attenta, originale, in continua evoluzione. Il considerati dei “Soloni”1 dell'ottica se non valore aggiunto oggi è questo che esprime. mettiamo in vetrina anche Se mi voglio distinguere, se qualcosa di diverso. Tutti i voglio farmi riconoscere e grandi sono tali perché hanno scegliere, se voglio uscire ascolto, apertura, ricezione. La scienza, la il coraggio di distinguersi, dalla crisi, se voglio far capire storia e la filosofia, negli studi più recenti di esprimere il loro pensiero che sono un vero professiotendono a dimostrare che il successo e la “fuori dal coro”. Non si può nista, affidabile e preparato, capacità di sopravvivere hanno fondapensare di essere “grandi prodevo lasciarmi alle spalle la mento nei sentimenti e nelle passioni più fessionisti” se non si ha anche banalità di certe scelte, ormai che nell'intelletto e nella ragione, e questo Il coraggio di innovare questa capacità propositiva. anacronistiche, per catturare la dice lunga. Non si può scegliere solo e di essere diversi, Oggi non è più necessario illuminati da luce propria l'interesse di un'utenza sempre di testa, la “pancia” deve poter parlare, valutare i prodotti scelti solo in più colta, informata, prepaperché è questo istinto che comunica e ci fa termini di coefficiente di ricarico, di numeri rata, alla ricerca di nuovi valori. Vi sono emergere, mentre il ragionamento arriva d'acquisto e di vendita, in una variabile prodotti che sono importanti proprio nel a seguire. Per coinvolgere gli altri, i clienti, data di tempo (scusate ma mi piace usare loro “valore aggiunto” d'immagine, perché i collaboratori, ecc, occorre creare un parole italiane, non i soliti termini marsono in grado di comunicare mondi diversi, contesto emotivo, di fantasia, di creatività. keting-anglo-americani, che tanto fanno scelte interessanti, un mondo più cosmopo- Il solo calcolo razionale, la prudenza, oggi tanto “fine”, ma spesso restano nel vago lita, un accento di relazioni internazionali. generano lentezza, staticità, noiosità. Oggi limbo del poco chiaro). La consulenza di Vi sono prodotti che non debbono essere sono le papille gustative dell'intelligenza marketing, la valutazione dei magazzini, interpretati solo come costo-margine di che debbono essere stimolate e che inducola selezione degli acquisti, la strategia per ricarico-rapporto acquisto/vendita/tempo/ no a spendere. È l'intelligenza che conta e una comunicazione efficace, sono i temi magazzino. Vi sono prodotti importanti fa la differenza. A volte capita che che l'esperienza quotidiana dell'ottico cerper ciò che esprimono, per come questa qualità (l'intelligenza) sia ca più frequentemente, spesso delegando possono coinvolgere e interessare un “valore aggiunto”, inversamena quei signori d'ufficio e d'università che in un'aura diversa, più avvolgente, te proporzionale alla convinzione parlano così bene l'anglo-americano, che più importante, più professionale, di esserne dotati, non credete spesso stillano piani d'intervento, purtroporiginale, intelligente. La simpatia, anche voi? po spesso uguali e ripetitivi e poco sensibili l'empatia e l'altruismo sono oggi alle realtà singole, specifiche, uniche e alla base dell'etica professiona1. Solone, legislatore, giurista e poeta greco inimitabili che sono i nostri negozi. Bisogna le (e non solo), non più solo la Valore aggiunto, ateniese, del 600 circa a.c., attivo in molti continuamente studiare, aggiornarsi, razionalità. Alla base del successo non essere semplici campi, si espresse sempre con eccellenza. Nupedine della merosi sono gli aforismi a lui attribuiti, da cui approfondire, mai come al giorno d'oggi le non stanno l'egoismo e la comscacchiera, ma l’espressione “essere un Solone” per indicare fonti e l'esperienza sono praticabili. Leggepetitività rigida, bensì le qualità assurgere a un ruolo chi vuole essere eccellente e professorale nella propria attività. differente re, vedere il mondo, cogliere spunti e idee, naturali di reciprocità, ricerca,

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LENTI PROGRESSIVE A CONFRONTO L'ottico non sempre è in grado di valutare la qualità delle multifocali più avanzate, se non attraverso il gradimento dei propri clienti. Ecco perchè serve un'analisi comparativa delle varie caratteristiche: un primo approccio alla performance delle lenti, infatti, è possibile attraverso la conoscenza dei parametri costruttivi

di Gianmario Reverdy esperto in prodotti oftalmici, formatore S.Opti

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Introduzione Le lenti progressive moderne presentano caratteristiche sempre più complesse e tecnologicamente avanzate che è molto difficile riuscire a delineare, misurare e quindi utilizzare per fornire ai nostri clienti i prodotti più idonei alla soluzione dei loro problemi con soddisfazione e costi adeguati. La nostra possibilità di effettuare misure o controlli è molto aleatoria e in caso di insuccesso poche sono le caratteristiche intrinseche della lente che possiamo verificare per renderci conto degli eventuali problemi che si sono verificati. Infatti mentre le moderne lenti progressive si evolvono e divengono prodotti che nella loro filosofia dovrebbero avere un’accettabilità sempre più semplice e rapida, diminuiscono purtroppo le nostre possibilità di comprendere e differenziare i vari prodotti con precisa cognizione. Appare ormai quasi indispensabile, per fornire

apire fino in fondo il complesso mondo delle lenti progressive soprattutto delle ultime generazioni è oggi un’operazione molto ardua. Abbiamo pertanto chiesto ai principali gruppi e alle altre aziende fornitrici, così da coprire la totalità del mercato italiano, di indicarci con precisione le caratteristiche dei vari loro prodotti e ve le proponiamo a confronto. Il nostro scopo non è una valutazione sulla bontà dei vari prodotti, ma fornire un’analisi comparativa delle varie caratteristiche perché siamo sicuri che un primo approccio alle performance delle lenti sia possibile attraverso la conoscenza dei vari parametri costruttivi. Infatti, quanti più gradi di libertà presenta una determinata produzione tanto più si può pensare che possa realizzare una lente in grado di soddisfare al meglio le esigenze visive dei vari clienti.

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L'esclusiva tecnologia eyecode di Essilor offre un nuovo e unico livello di personalizzazione delle lenti oftalmiche per un design fino a cinque volte più preciso rispetto a lenti non eyecode. Grazie a Visioffice, il sistema di presa misure multifunzionale brevettato e a elevata precisione, si potrà effettuare la misurazione dinamica in 3D dell'occhio, dato indispensabile per la realizzazione di lenti con tecnologia eyecode, progressive Varilux e monofocali Essilor.

ai clienti un prodotto non solo di qualità, ma del quale siamo in grado di conoscere caratteristiche e funzionamento, utilizzare lenti di marca e affidarci a quanto viene dichiarato dalle aziende stesse. Il panorama delle lenti progressive sul mercato Come si può vedere da una prima analisi delle schede, tutte le aziende propongono oggi una vasta gamma di lenti progressive con modelli costruttivi e caratteristiche fra loro a volte anche molto diverse. Lo scopo è ovviamente quello di soddisfare tutte le esigenze d’uso e di spesa dei portatori. Le qualità e le caratteristiche infatti dei vari modelli di lenti progressive sono molto differenti e presentano, quanto più ovviamente si sale verso le lenti “top” di gamma, una serie di prerogative sempre più raffinate, tese ad aumentare la risposta positiva dei clienti

ESSILOR

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ZEISS, PERSONALIZZARE IL VICINO Le principali caratteristiche di Gradal Individual EyeFit sono la personalizzazione delle aree del vicino grazie a EyeFit Technology, l’integrazione del valore individuale relativo alla posizione del centro di rotazione dell'occhio con ottimizzazione C.O.R.E. Technology e nuovi metodi matematici di ottimizzazione per una lente progressiva Zeiss ancora più sottile.

anche in situazioni refrattive difficili. In tali lenti infatti una serie di caratteristiche di costruzione e di progetto sono studiate per rendere questi prodotti sempre più aderenti alle richieste dei clienti per una sempre più rapida accettazione e un comfort elevato nel tempo e in tutte le situazioni d’uso. Il confronto però di queste performance, soprattutto nelle lenti di più elevata qualità, è sovente poco agevole e non facile risulta per l’ottico l’operazione di sempre meglio comprendere le varie caratteristiche. Capire le lenti progressive Ritengo che alcuni dei motivi che spesso rendono difficile una precisa comprensione delle caratteristiche delle varie lenti siano: • un’obiettiva difficoltà di poter approcciare con ragionamenti semplici tecnologie complesse e sovente di non facile comprensione; • l’utilizzo di termini simili che però stanno a indicare per le varie aziende situazioni fra loro assai diverse (lo vedremo più avanti per quanto riguarda la lavorazione free form o l’inset variabile); • l’utilizzo di acronimi inglesi che dietro parole roboanti non fanno comprendere le reali qualità delle caratteristiche indicate. Quanto più le lenti, infatti, diventano tecnologicamente complesse tatnto più si avverte la necessità di chiarezza e di concetti comprensibili che permet-

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SOLA, VISIONE SENZA COMPROMESSI Con Sola Elan Hdv il sofisticato design ottenuto grazie ai nuovi software di calcolo offre importanti benefici al portatore nelle aree di visione che risultano estremamente chiare, ampie e confortevoli, assicurando un'eccellente qualità di visione senza compromessi sia che si privilegi attività dinamiche come la guida (quindi il lontano), sia che si cerchi il massimo comfort per attività a media distanza come l'utilizzo del computer o che si chieda alla propria lente progressiva un ampio e chiaro vicino per leggere un libro in un momento di relax o valutare un importante documento.

tano di conoscere e confrontare fra loro i prodotti delle varie aziende. Spesso infatti si assiste a generiche affermazioni di elevata qualità o di miglioramento delle prestazioni senza alcuna giustificazione basata su ragionamenti comprensibili da parte di chi quei prodotti deve poi consigliare ai vari utilizzatori. E allora sarebbe utile che le aziende parlassero in italiano e facessero pertanto comprendere il più possibile i vari aspetti tecnologici e costruttivi. Se vogliamo entrare un po’ più nello specifico dobbiamo allora passare in rassegna alcune delle qualità fondamentali che presentano le lenti progressive di oggi. Quale progressione di potere? Dal momento della loro “scoperta”, grazie a Essilor nel 1959, per oltre 30 anni le progressive vengono costruite con la progressione di potere sulla superficie esterna. Fino al 1998, quando Seiko immette sul mercato la prima lente progressiva nella quale la variazione di potere è realizzata sulla superficie concava. Da quella data le aziende hanno sempre più cercato soluzioni nuove fra queste due generali,

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HoyaiLog: progettato e brevettato da Hoya, è l’unico sistema di ordinazione e supporto alla vendita che garantisce un servizio efficiente e preciso per realizzare lenti a regola d’arte. • Facilità di utilizzo: intuitivo, si interfaccia con altri sistemi ed è sempre aggiornato perché online • Personalizzazione elevata: soddisfa le esigenze estetiche e di comfort, grazie alla miglior combinazione lentemontatura e al “Sistema Mets” che garantisce l’estrema sottigliezza • Precisione estrema: consente di realizzare con la sagomatura a distanza di altissima precisione, lenti già pronte per essere assemblate velocemente sulla montatura scelta • Soddisfazione garantita: assicura ottimi risultati sia sotto l’aspetto tecnico che estetico, anche nella lavorazione dei materiali più difficili

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tese a migliorare la qualità finale della lente. Sono nate pertanto lenti progressive che ripartiscono l’addizione richiesta sulle due superfici con percentuali variabili fra le varie soluzioni (design Definity di Jonhson e Johnson nel 2003, poi ceduto a Essilor). Successivamente Zeiss e Rodenstock hanno studiato e realizzato la personalizzazione delle progressive. Nel 2004 Hoya ha lanciato sul mercato una lente che abbiamo definito a progressione integrata, in quanto costruisce l’addizione richiesta con una variazione di potere verticale sulla superficie esterna e orizzontale riservata alla superficie concava. Nell’intento poi di standardizzare la produzione, qualche anno dopo questo design viene realizzato con una progressione fissa sul meridiano verticale della superficie esterna compensata con le componenti orizzontali e verticali sulla superficie concava. A tutt’oggi possiamo pertanto concludere che i design di lenti progressive presenti sul mercato italiano sono i cinque sotto descritti e cioè: 1. lenti progressive con progressione di potere sulla superficie convessa; 2. lenti progressive con progressione di potere sulla superficie concava;

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RODENSTOCK, RICALCOLO DEI POTERI DA VICINO Rodenstock presenta la tecnologia ILT che si è evoluta grazie a EyeModel, un nuovo modello che migliora le performance di una progressiva. L’azienda tedesca passa così da ILT a EyeLT introducendo variazioni cilindriche dal lontano al vicino su basi otticogeometriche, fisiologiche e anatomiche. Da tempo si pensava di riconsiderare il valore cilindrico del vicino delle lenti progressive rispetto al valore del lontano. Rodenstock, grazie a EyeLT, nella produzione delle lenti progressive individualizzate, prende in considerazione per la prima volta un nuovo ricalcolo dei poteri diottrici da vicino.

3. lenti progressive con addizione di potere ripartita su entrambe le superfici; 4. lenti progressive con progressione di potere sul meridiano verticale realizzata sulla superficie convessa e sul meridiano orizzontale sulla superficie concava 5. lenti progressive con progressione di potere fissa sul meridiano verticale della superficie convessa, compensata sui due meridiani della superficie concava. Come valutare i vari modelli? Questa è un’operazione di non facile approccio che esula da questo lavoro che vuole limitarsi a una lettura delle varie tipologie, facendo alcune riflessioni di tipo generale. Certo alcune valutazioni balzano all’occhio con evidenza e a queste ci limiteremo: • tutte le lenti di gamma più elevata sono oggi costruite con la progressione di potere sulla superficie interna. Galileo con Anateo ed Essilor con la serie Ipseo presentano invece una progressione ripartita sulle due superfici, mentre Hoya utilizza la tecnologia a progressione integrata per le sue lenti ID MyStyle e InStyle e la progressione fissa compensa-

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ta per ID LifeStyle; • le lenti che possiamo considerare “standard” sono invece sovente costruite con progressione esterna. Possiamo forse affermare che tali soluzioni derivano da una tecnologia ormai un po’ datata anche se in alcuni casi (come vedremo più avanti) si cerca con un’opportuna lavorazione della superficie concava una compensazione alle problematiche derivanti dalla prima superficie. Possiamo pensare che il poter lavorare entrambe le superfici, a partire dai dati di una ricetta, potendo ripartire poteri e caratteristiche sulla costruzione delle due facce, può rendere maggiormente possibile un adeguamento delle compensazioni e quindi un miglioramento della qualità finale rispetto a una tecnologia che prevede una superficie pre-lavorata.

Anateo Mio è la nuova lente progressiva di Galileo che consente di correggere la presbiopia senza difficoltà, mantenendo alto il livello di performance e comfort. Infatti, grazie ai disegni differenziati e al nuovo parametro di personalizzazione che riguarda la distanza di lettura, misurabile con uno strumento innovativo e semplice, assicura ottime prestazioni. Inoltre, la tecnologia in Digital Surfacing e la lavorazione su doppia superficie utilizzata, assicurano a AnateoMio il più alto grado di precisione ottica.

La lavorazione free form La prima qualità “misteriosa” di una lente progressiva (ma anche di una lente oftalmica qualsiasi) è il modello di lavorazione. Tutti oggi “sventolano” la costruzione free form come quella che meglio di ogni altra lavorazione tradizionale riesce a realizzare superfici idonee a massimizzare le qualità e il comfort della lente. Ap-

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Io vedo, io sono. Rodenstock: soluzioni individuali per la mia visione.


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DAI OPTICAL, LA SOLUZIONE SU MISURA Dai Optical presenta una progressiva che risolve le problematiche legate alla presbiopia per una visione confortevole a ogni distanza. Si tratta di Daitach Plus, progettata e realizzata su misura: è necessario rilevare tutte le “misure” tecniche individuali del singolo portatore che, combinate tra loro, massimizzano il comfort visivo. Si adatta perfettamente a ogni utente, perché prende in considerazione una serie infinita di variabili tra cui tutte le caratteristiche fisionomiche, la montatura scelta e, grazie alla misurazione della distanza di lavoro, anche l’utilizzo che l’individuo deve farne.

DAI OPTICAL Nome lente

pare evidente che l’ottico non ha alcuna possibilità di verificare se la lente è veramente costruita con questo metodo. Nata per rendere la superficie della lente sempre più adeguata alla funzione compensativa, minimizzando aberrazioni e scompensi, possiamo solo capire dai listini (e spesso non è comunque facile neppure da questi) se la lente ha entrambe le superfici costruite free form, oppure la superficie free form è solo quella progressiva o la superficie non multifocale. Senza entrare nel merito di una valutazione sulla bontà di queste scelte appare ovvio riflettere sul fatto che queste filosofie costruttive sono ovviamente fra loro diverse e con esse i prodotti che vengono realizzati. (Fig. 1) Come è noto tale costruzione consente di realizzare le superfici attraverso infiniti punti liberi ottenendo pertanto la possibilità di compensare aberrazioni e difetti fra le due superfici. È evidente che qui si apre un discorso ancora più complesso Fig. 1 : le coordinate di una lavorazione free form

LENTI PROGRESSIVE DAI OPTICAL Free Form

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Genius II HDP

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Progreslite Soft

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che riguarda i software di gestione delle macchine CNC che devono realizzare le superfici. Si possono infatti costruire superfici “free form” attraverso l’utilizzo di software standard, forniti in generale dalle aziende che producono le macchine di lavorazione oppure utilizzare software di gestione modificati che l’azienda continuamente aggiorna e che consentono effettivamente di introdurre miglioramenti nella qualità della superficie. Sempre di “free form” si parla.

“free form” della superficie non progressiva può contribuire in modo più limitato rispetto alle lenti di tipo (1) alla precisa correzione della lente complessiva. Di questo genere è ad esempio la lente Gradal Individual di Zeiss; 3. lenti costruite con la tecnologia “free form” su una sola superficie e con progressione di potere ripartita (Anateo di Galileo). In queste lenti una superficie è finita da semilavorato e l’altra è realizzata “free form” per quella parte di progressione di potere che compete alla superficie. Anche in questo caso la possibilità di intervento correttivo, pur con una lavorazione “free form”, su una sola superficie appare più modesta; 4. lenti costruite con una tecnologia “free form” solo sulla superficie che presenta progressione di potere; 5. lenti costruite con una tecnologia “free form” solo sulla superficie non progressiva. Queste lavorazioni consentono di modificare alcuni aspetti della superficie progressiva (che può essere la concava o la convessa), ma la struttura stessa della superficie progressiva rimane sostanzialmente invariata; 6. un gruppo di lenti progressive che chiameremo “standard”, che possono essere sia a progressione esterna (più classiche) che interna (più moderne), che non sono lavorate utilizzando la tecnologia “free form”.

Free form sul convesso, sul concavo e su entrambe? Possiamo anche a proposito di questa caratteristica definire un’ipotetica scala di teorica qualità delle lenti a partire dai suoi aspetti costruttivi. Abbiamo: 1. lenti costruite con la tecnologia “free form” su entrambe le superfici che realizzano perciò una progressione ripartita (Ipseo di Essilor) o integrata fra le due superfici (ID MyStyle e InStyle di Hoya). In queste lenti pensiamo sia possibile la migliore integrazione dei vari parametri fra le due superfici, sempre che i software di gestione siano realizzati per consentirlo; 2. lenti costruite con la tecnologia “free form” su entrambe le superfici, ma con la progressione di potere su una sola superficie. È chiaro che la lavorazione

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ITAL-LENTI, SOFTWARE PER IL RICALCOLO DEI POTERI Ital-lenti mette a punto un software per il calcolo del potere per vicino della lente. Infatti, nella visione per lontano, l’angolo di incidenza sulla lente individuato dalla linea dello sguardo è rappresentato dallo stesso valore sia per l’occhio sia per il frontifocometro. Al contrario, nella visione per vicino, i dati calcolati non coincidono a causa della maggior inclinazione della linea naturale dello sguardo rispetto a quella perpendicolare determinata dal frontifocometro. Il software di Ital-lenti ricalcola il potere di questa differenza. Questa costruzione, applicata alle lenti progressive Free Form Sky, determina una qualità di visione maggiore.

I vantaggi di una lavorazione free form Possiamo riflettere sul fatto che questa tecnologia di lavorazione presenta essenzialmente due ordini di vantaggi: • la possibilità di realizzare superfici strutturalmente migliori perché possono variare da punto a punto e quindi, in linea teorica, intervenire sulla correzione delle singole aree delle superfici; • la possibilità di realizzare lenti che rispondono sempre meglio ai requisiti richiesti di potere, centratura e utilizzo per la costruzione di una lente finale, veramente “su misura”. È evidente che il primo vantaggio lo si può utilizzare anche nella lavorazione degli stampi che servono per realizzare la superficie dei semifiniti, soprattutto per la superficie progressiva. In questo caso appare però un po’ inopportuno definire queste lenti “costruite con tecnologia free form”. Il secondo vantaggio presenta la sua espressione più interessante quando applico questa tecnologia o alla costruzione di entrambe le superfici o alla superficie progressiva. Appare abbastanza evidente infatti che se la superficie a raggio variabile è già realizzata in un semifinito, la possibilità di incidere su una serie di qualità e di caratteristiche finali

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della lente, sia pur lavorando “free form” l’altra superficie, è senz’altro limitata.

ficoltà di misurare alcuni parametri quali l’angolo pantoscopico della montatura indossata o la distanza lente-apice corneale con strumenti “di fortuna”. Pare necessario infatti che per una lente personalizzata sia quasi indispensabile una strumentazione computerizzata per il rilevamento dei dati richiesti. Poi, oltre alla strumentazione occorre la perizia dell’operatore e soprattutto il tempo per effettuare con pazienza e precisione le valutazioni richieste. Prendere le varie misure “in qualche modo” e poi costruire una lente personalizzata appare un’operazione non priva di un eventuale insuccesso; • anche attraverso una puntuale anamnesi, quanto sono attendibili gli orientamenti d’uso che ci sono stati indicati dal cliente e che sovente sono richiesti nell’ordine di una moderna lente personalizzata? (cioè quanto veramente usa la lente nelle varie attività che ci ha indicato?). Anche in questo caso l’esperienza dimostra che, tranne rari casi in cui l’esigenza è manifestata in modo preciso, sovente il cliente ci informa di un utilizzo complessivo che deve risolvere i problemi d’uso dell’intera vita quotidiana. Certamente se si è attenti e si fanno domande intelligenti e mirate è possibile ricavare una serie di informazioni sugli utilizzi prevalenti e

Le lenti personalizzate Un altro aspetto di difficile valutazione è quello relativo alla costruzione personalizzata della lente progressiva. Ci si deve sempre fidare delle aziende costruttrici e credere che i dati richiesti dell’utente (distanza interpupillare) e della montatura (angolo pantoscopico, avvolgimento e distanza lente-apice corneale) ed eventualmente la distanza di lavoro, siano veramente inseriti nel calcolo-progetto della lente stessa, producendo quindi una lente su misura. Anche su queste affermazioni però sarebbe interessante conoscere dalle aziende quali sono i reali vincoli costruttivi onde evitare di richiedere una lente con parametri oltre i limiti consentiti per quella costruzione. Da un punto di vista teorico possiamo affermare che maggiori sono i parametri di personalizzazione e più la lente potrà essere “un vestito su misura” per quel cliente. Ma a questo proposito si apre un altro interessante capitolo su: • con quale precisione siamo stati in grado di misurare i parametri richiesti dalla personalizzazione? Penso sia esperienza comune l’aver verificato la dif-

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quindi orientare la personalizzazione in una direzione abbastanza simile a quella del reale uso, ma non sempre l’operazione risulta di facile gestione. (Fig. 2) Non dimentichiamo però che spesso nel cliente, a fronte di una spesa considerevole, come quella per una lente top di gamma, Fig. 2: le attività prevalenti per la scelta della geometria della lente si stabiliscono delle attese notevoli e ogni piccolo disagio viene poi vissuto come un insuccesso.

lizzate da Essilor col sistema “head-eye mover” che consente di integrare i parametri di costruzione della lente con la predisposizione dell’individuo verso i movimenti del capo o degli occhi (Fig. 3A e 3B) e da

Fig. 3A e (a destra) Fig. 3B: il sistema “head mover” di Essilor

Essilor e Galileo con la determinazione del centro di rotazione dell’occhio quale parametro cardine di ogni movimento oculare. (Fig. 4A e 4B)

I modelli di personalizzazione Oggi quasi tutte le aziende presentano come prodotto di prestigio lenti di tipo personalizzato. Anche questa personalizzazione però si è un po’ evoluta nel tempo, costruendo lenti: • personalizzate sui parametri della montatura (angolo di avvolgimento, angolo pantoscopico, distanFig. 4A: il sistema “eyecode” di Essilor Fig. 4B: la variazione di campo visivo e Galileo col sistema “eyecode” za lente-apice corneale) e della distanza interpupillare dell’individuo; Anche a proposito della personalizzazione però • personalizzate sui parametri della montatura potremo pensare che se la costruzione prevede la (angolo di avvolgimento, angolo pantoscopico, lavorazione “free form” di entrambe le superfici sia distanza lente-apice corneale), della distanza inpiù reale la possibilità di introdurre un’attenzione a terpupillare dell’individuo, aggiungendo poi altre considerazioni come la dimensione della montatura, tutti i parametri inseriti. la lente usata in precedenza e un suo indice di graIl corridoio di progressione dimento, gli stili di vita prevalenti dell’utilizzatore. Occorre misurare i poteri per lontano e vicino nei Due interessanti personalizzazioni sono quelle reaLENTI PROGRESSIVE SEL OPTICAL

SEL OPTICAL Nome lente

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punti definiti. È comunque spesso difficile trovare su un frontifocometro, anche se digitale, l’esatto punto dove si trova il potere totale per la visione ravvicinata. Ci sono poi aziende che definiscono tale valore all’inizio del cerchio della marcatura per vicino e altre nel centro dello stesso e ciò può creare confusione nella definizione dell’esatta lunghezza del corridoio di progressione. Inoltre oggi molte lenti progressive vengono ricalcolate “in posizione d’uso” ed è quindi ancora più difficile effettuare precisi controlli sul rispetto della nostra prescrizione di partenza. Le lenti progressive moderne presentano corridoi di progressione abbastanza variabili, da un minimo di 10 mm. a un massimo standard di 18 mm. Quasi tutte le lenti di fascia media o alta presentano all’interno della stessa geometria diverse lunghezze del corridoio di progressione onde poter rispondere alle differenti richieste d’uso e d’abitudine dei portatori. Rodenstock nella sua lente “free sign” consente di richiedere lunghezze della progressione fino a 24 mm. spostando anche la posizione del centro per lontano. Come già detto occorre fare attenzione alla diversa indicazione sulla lunghezza della progressione verificando se essa è riferita all’inizio del cerchio o al suo centro. In realtà però quello che ci deve interessare è la reale posizione del potere richiesto per la

AVANT, CAMPO VISIVO PIÙ AMPIO DEL 25% La progressiva Seiko Superior soddisfa le esigenze individuali di ogni singolo portatore. È possibile scegliere fra tre differenti design: per il lontano, a design bilanciato e per il vicino. Alla base vi è una tecnologia ibrida che integra perfettamente l’addizione sulla superficie interna alla geometria asferica, con relativa ottimizzazione delle distorsioni su tutti i meridiani della lente. L’Advanced Aspheric Design, infatti, permette di sintetizzare i parametri dell’addizione, del canale di progressione e dell’asfericità, ottenendo una superficie interna complessa e tecnologicamente avanzata; consente, inoltre, di ampliare il campo visivo fino al 25%, specialmente con alte combinazioni astigmatiche.

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Fig. 5A: un corridoio di progressione misurato all’inizio del cerchio del vicino e valore di “A” = 2mm.

Fig. 5B: un corridoio di progressione misurato al centro del cerchio del vicino e valore di “A” = 4mm.

visione ravvicinata. (Fig. 5A e 5B) Altrettanto importante appare la valutazione dello spazio “A” esistente fra la croce di centratura del lontano e il cosiddetto asse di simmetria della lente (esso può essere 0, 2, 4, 6). Tale distanza sta a indicare un’area di lieve variazione del potere e pertanto può essere utilizzata per una centratura personalizzata sulle esigenze d’uso dell’individuo. Il prisma di bilanciamento Nato per equilibrare lo spessore della lente, particolarmente visibile nei suoi valori al bordo, ha subito in questi anni, come anche emerge dalle schede, ulteriori evoluzioni, costruendo prodotti sempre più attenti anche alle esigenze estetiche. Occorre ricordarsi che tale valore prismatico, in linea generale a base bassa, si misura nel punto centrale della lente e dipende normalmente dal valore dell’addizione. Riconosciamo per questa caratteristica quattro tipologie di lenti che ovviamente ne stabiliscono via via tecnologie di costruzione sempre più attente alla variazione dei vari parametri costruttivi: (Fig. 6) 1. il prisma introdotto è fisso con un valore standard di 0,66 x l’addizione o 0,50 x l’addizione e interessa o l’intera gamma delle lenti prodotte (Sola, Essilor, Zeiss, Sel Optical) o la gamma di lenti standard di ogni azienda (Galileo., Dai Optical, Ital-Lenti, Optovista). Tale prisma risulta essere sempre inserito di serie. Possiamo dire che fino a qualche anno addietro questa era la situazione della costruzione di tutte le lenti progressive;

2. il prisma introdotto è sempre di serie, ma di valore variabile, probabilmente in funzione del valore dell’addizione e /o dei poteri della lente (Optovision, Seiko e Optiswiss e Rodenstock); 3. il prisma di bilanciamento è calcolato sulla forma della lente già sagomata, ma con un valore fisso (Galileo, Ital-Lenti, Optovista); 4. il prisma di bilanciamento è calcolato sulla forma della lente già sagomata ed è realizzato con un valore variabile, in funzione dell’addizione e dei poteri della lente (Dai Optical, Hoya). Come si vede quattro filosofie diverse di costruzione che stabiliscono nella loro scala una graduatoria di prodotto sempre più personalizzato. A una costruzione standard che prevedeva un Fig. 6 : la visualizzazione del concetto prisma di bilanciamen- di prisma di bilanciamento to fisso, calcolato sulla lente base, si è oggi giunti a una lavorazione del prisma tenendo conto in modo variabile della forma della lente sagomata e dei parametri costruttivi della lente stessa. L’inset variabile Ultima caratteristica che merita la nostra attenzione è l’inset variabile. La reale posizione dell’area del vicino è anch’essa di difficile valutazione pur essendo un importante elemento per una migliore visione da vicino. Certo il calcolo dell’esatta posizione che dovrebbe assumere in funzione delle caratteristiche di potere, distanza interpupillare e distanza di lettura è possibile, ma la precisa individuazione sulla lente dell’area deputata a tale visione è senz’altro molto complessa. In linea generale ci si avvale per la sua

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localizzazione delle mappe per la ritracciatura della lente che però sono standardizzate e soprattutto per le lenti a inset variabile non consentono di determinare la reale posizione dell’area del vicino. In funzione di quali caratteristiche è determinata questa posizione? Anche per questa posizione di estrema importanza per ottenere il massimo comfort anche nella visione ravvicinata, si sono succedute nel tempo soluzioni sempre più raffinate. Vediamole in ordine di miglioramento: 1. lenti progressive a inset fisso, generalmente strut turato nel valore di 2,5 mm. (come si vede dalle schede interessa in linea generale gran parte delle lenti che possiamo considerare “base standard”); 2. lenti progressive a inset dipendente dal solo valore dell’addizione. In questo caso sarebbe interessante conoscere il tipo di variabilità di tale valore che non sempre è indicato; 3. lenti progressive a inset dipendente dal potere per vicino. In questo caso occorre però definire la quantità di possibilità realizzative che è data dal numero di superfici base dei semilavorati moltiplicato per il numero di addizioni che vengono realizzate. Tanto per intenderci meglio, potrei avere a disposizione solo un semilavorato di base 6 per la costruzione di tutte le lenti di potere per lontano fra 0,50 e 5 D. e una base 8 per i poteri fra 5,25 e 7 D. con le varie addizioni: è evidente che posso dire che costruisco lenti con inset variabile (perché diverso per i due semilavorati), ma la gamma di scelta è minima. Il grafico mostra la possibilità di utilizzare ben 8 basi diverse per 15 addizioni, l’inset come si vede può meglio seguire le esigenze di centratu-

ra dell’area del vicino, variando da 1,8 mm. a 5,2 mm. (Fig. 7) Dalle schede si può evincere che in questo ambito ci sono lenti che possono realizzare da 6 valori dell’inset (lenti Infinity e Opto Easy di Optovision) a 120 (lenti Summit Pro true form di Hoya). Nelle lenti di tipo 1, 2 e 3 sarebbe quindi interessante conoscere la reale variabilità dell’inset in quanto solo con la disponibilità di una vasta gamma di semilavorati diversi per base e addizione è possibile garantire una maggiore precisione nel posizionamento dell’area per vicino; 4. lenti progressive a inset variabile anche sulla distanza interpupillare dell’individuo. Con questo gruppo di lenti si entra in una sfera di personalizzazione che ritengo adeguata solo se si lavora “free form” la superficie progressiva. Infatti è possibile costruire lenti a inset variabile in funzione di tutti i parametri sovraesposti se lavoro free form solo la superficie non progressiva? Il posizionamento dell’area del vicino deriva dalla

Fig. 7: un esempio di schema basi-addizioni per l’inset variabile

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lavorazione della superficie progressiva dovendo prevedere che al variare delle caratteristiche della stessa venga inserita la corretta localizzazione dell’area per la visione ravvicinata, calcolata anche sulla distanza interpupillare di quell’individuo. Se la lente è ottenuta da un semilavorato con finita la superficie progressiva, non si capisce come si possa intervenire per la modifica del valore dell’inset lavorando “free form” l’altra superficie; 5. lenti progressive a inset variabile anche per la distanza ravvicinata di utilizzo. Qui entriamo nella fascia più alta delle lenti progressive personalizzate ottenendo in tal modo la posizione di reale uso dell’area del vicino. La convergenza degli assi visivi infatti dipende sia dalla distanza interpupillare dell’individuo che dalla posizione dell’impegno visivo prevalente per vicino. Le lenti con inset classificato di tipo 4 sono ovviamente quelle che meglio interpretano una reale personalizzazione per vicino. Laddove queste lenti sono costruite con la lavorazione “free form” di entrambe le superfici si può supporre che tale personalizzazione sia realizzata al miglior livello possibile. Un test interessante per verificare le reale adattabilità di queste lenti alle esigenze del portatore potrebbe essere quello di richiedere un inset particolare a fronte di una determinata prescrizione. L’eventuale manifestata impossibilità costruttiva da parte dell’azienda potrebbe insinuare qualche dubbio sulla reale variabilità dell’inset a fronte delle richieste di potere per vicino, distanza interpupillare e distanza di utilizzo. Come si è visto poche cose siamo in grado di valutare, parecchi altri parametri, oserei dire i più importanti, non possono essere controllati dall’ottico con la normale strumentazione a disposizione e non sempre le informazioni che ci vengono fornite sono utili a una reale conoscenza soprattutto per i prodotti a tecnologia più avanzata. Questo Speciale ha, quindi, un duplice obiettivo: da un lato delineare lo stato dell’arte delle progressive presenti sul mercato italiano, dall’altro

stimolare il dialogo e la collaborazione tra fornitori e ottici, così da offrire un servizio sempre più aggiornato all’utente finale.

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LEGENDA Sono considerate come Free form solo le superfici lavorate free form su prescrizione e non quelle già pronte in semilavorato anche se lo stampo è stato costruito free form. Costruzione Free Form: • Cx. se è costruita free form solo la superficie convessa • Cc. se è costruita free form solo la superficie concava • Cx-cc se sono costruite free form entrambe le superfici Progressione esterna: la progressione di potere è realizzata solo sulla superficie convessa Progressione Interna: la progressione di potere è realizzata solo sulla superficie concava Progressione integrata: la progressione di potere è verticale sulla superficie convessa e orizzontale sulla superficie concava Progressione ripartita: progressione di potere suddivisa fra la superficie convessa e quella concava Progressione fissa: progressione verticale fissa sulla superficie convessa compensata dalla superficie concava Costruzione Personalizzata: costruita utilizzando almeno i seguenti parametri: distanza interpupillare; angolo pantoscopico.; avvolgimento; distanza lente-apice corneale Inset variabile: • 1 se in funzione della sola addizione • 2 se in funzione del potere del vicino • 3 se in funzione del potere per vicino e della distanza interpupillare • 4 se in funzione anche della distanza di lavoro Indicare nei casi 1 e 2 il numero di semilavorati (basi x numero di addizioni) Prisma di Bilanciamento dello spessore: 1 se di serie 2 se solo a richiesta; 3 se calcolato sulla lente già sagomata Indicare il valore (es. 0,5 add. – V se variabile in funzione dei parametri della lente) Corridoio di progressione Fisso: se la lente è costruita con un'unica lunghezza di corridoio.

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UN MARCHIO ANCORA PIÙ FORTE, CON ANCORA PIÙ CLIENTI Creare brand awareness sui portatori di lenti e canalizzarne di nuovi verso ogni “Centro Specialista Varilux” è l’obiettivo della campagna consumer di Essilor di Angelo Magri

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arilux, marchio di punta di Essilor, sarà il protagonista dell'importante campagna integrata consumatore-trade della filiale italiana del numero uno al mondo di lenti oftalmiche. «La tipologia del messaggio è principalmente mirata a informare ed educare i consumatori sulle lenti progressive Varilux – spiega Massimo Barberis, direttore marketing Essilor Italia - Il brand Varilux contribuirà così a far crescere il mercato trasferendo ai portatori di lenti valori quali la qualità, la tecnologia e la semplicità d'uso, che sono leve fondamentali nella pratica quotidiana dell'ottico optometrista». Barberis, quali saranno i vantaggi per gli ottici italiani dall’investimento di Essilor sul consumatore finale? La grande novità del 2011 è che Essilor tornerà a fare comunicazione al consumatore finale. Come già intrapreso in altri paesi, la strategia di Essilor Italia s’inserisce in una solida politica di costruzione del brand che certamente si configurerà come progetto a medio-lungo termine e che siamo certi porterà indubbi vantaggi all’ottico optometrista. La mission di Essilor è quella di contribuire allo sviluppo del mercato stimolando nuove occasioni di business per l’ottico-optometrista, da sempre nostro referente privilegiato. La scelta di introdurre, accanto alla campagna trade, una comunicazione verso il consumatore finale deriva dal fatto che molti portatori di lenti correttive non sono a conoscenza

Massimo Barberis, direttore marketing di Essilor Italia

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delle molteplici possibilità offerte dal mercato delle lenti oftalmiche e dei loro benefici. Creare un mercato facendo cultura significa anche accrescere il valore aggiunto per l’ottico che quotidianamente propone questa tipologia di prodotto. Su cosa si concentrerà la campagna al cliente finale? Il focus della campagna di comunicazione sono le lenti progressive Varilux. L’Italia è forse il paese europeo con la più bassa penetrazione di lenti progressive, circa il 15%. La nostra volontà è quella di far crescere il mercato, generando nuove opportunità di business per i nostri ottici trasferendo ai portatori valori quali la qualità, la tecnologia e la semplicità d’uso. L’impegno di Essilor a far crescere l’intero mercato trova conferma nei costanti investimenti nel settore Ricerca & Sviluppo, per il quale ogni anno il Gruppo Essilor destina il 5% del proprio fatturato. Dunque la comunicazione al consumatore costituirà un elemento strategico con l’obiettivo di creare brand awareness sui portatori di lenti e conseguentemente canalizzare nuovi potenziali clienti verso i punti vendita “Centro Specialista Varilux”. Come verrà integrata la comunicazione al consumatore finale con quella trade, soprattutto in termini di materiali per il punto vendita? L’ottico verrà supportato a livello locale con una serie di strumenti e opportunità che gli consentiranno di dialogare in modo sempre più “diretto” e “semplificato” con i propri clienti. In particolare, per il punto vendita, sono previsti materiali Pop da banco, da vetrina ed elementi per realizzare apposite

campagne di comunicazione locale. Il tutto ovviamente con un visual Varilux, perfettamente integrato al concept della campagna pubblicitaria, che servirà a personalizzare il negozio di ottica. Sono in programma specifiche promozioni per gli ottici su iniziative o prodotti particolari? Il 1° febbraio è partita la promozione solare firmata Essilor, in programma fino al 30 aprile, per cui, a fronte dell’acquisto di una coppia di lenti monofocali Essilor o progressive Varilux con trattamento antiriflesso Crizal, tutti i partner Essilor che aderiranno potranno offrire ai propri clienti buoni omaggio speciali da utilizzare entro il 15 giugno 2011 per un successivo acquisto di una coppia di lenti monofocali Essilor o progressive Varilux colorate. Una lente da sole su due in omaggio, per chi acquista occhiali da vista correttivi specifici sia per presbiti sia per ametropi con una delle varianti Crizal, è la proposta con cui Essilor mira a creare nuove opportunità di business per i punti vendita in

ESSILOR ENTRA NELLE CASE DEGLI ITALIANI Il piano media 2011 di Essilor Italia combina la carta stampata settoriale e consumer a televisione, web e social network. La campagna parte a marzo ed è rivolta al consumatore finale, spaziando dai newsmagazine e quotidiani a riviste dedicate al mondo della tecnologia. Sempre da marzo vanno in onda su Sky, i nuovi spot infomercial di 70'' che, a ridosso delle principali partite del campionato di serie A, consentiranno ai telespettatori di entrare nella "Varilux Experience". Sempre più ricchi di contenuti sono il sito web dell'azienda (www.essilor.it), mirati a creare un flusso d’informazioni più dirette e friendly tra azienda produttrice, ottico e consumatore finale. A integrazione della campagna media, Essilor Italia sarà supportata da una capillare attività di ufficio stampa e pr, grazie alla nuova partnership con l’agenzia milanese Ad Mirabilia.

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previsione della stagione primaverile ed estiva, invogliando i consumatori a raddoppiare l’acquisto di occhiali, da vista e da vista colorati con lenti performanti e tecnologicamente avanzate.

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dal 28/02 al 06/03 dal 04/04 al 10/04 dal 02/05 al 07/05 dal 06/06 al 12/06 durante TG5 PRIMA PAGINA

dal 18/04 al 24/04

dal 21/03 al 27/03 dal 16/05 al 22/05


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ZEISS, IL PROGETTO VISIBILITÀ CONTINUA IN VETRINA La filiale italiana del colosso tedesco ha scelto la strategia di dare spazio alle lenti e non più solo alle montature nelle vetrine dei centri ottici partner

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di Mario De Paola

marzo scatta una nuova iniziativa di Carl Zeiss Vision Italia, che rende nuovamente protagonista la vetrina. L’iniziativa è rivolta ai centri ottici che vogliano dare visibilità alle lenti oftalmiche firmate Zeiss con del materiale progettato appositamente per l’allestimento della vetrina. Il materiale è corredato con il messaggio istituzionale di campagna attualmente proposto, così da iniziare il processo di comunicazione sulle lenti progressive sin dalla strada su sui si affaccia

il negozio di ottica. «Carl Zeiss Vision per prima ha scelto questo tipo di strategia dando spazio alle lenti, e non più solo alle montature, sin dalla vetrina – spiegano alla divisione marketing di Carl Zeiss Vision Italia – Si tratta, in sostanza, di un modo diverso di fare informazione al consumatore finale attraverso il centro ottico». Il tema del Progetto Vetrine coincide con quello della nuova campagna sulle lenti progressive, partita in store il 1° febbraio e in programma sino al 30 aprile. «Nell’ultimo anno è la quarta campagna che lanciamo presso i centri ottici partner in Italia – dicono al quartier genera-

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A SIENA APRE UN NUOVO ZEISS STORE Lo storico Ottica Ricci di Siena apre un nuovo centro firmato Zeiss in via Massetana Romana, alle porte della città toscana, diventando il quinto Zeiss Store in Italia, dopo quelli di Marsala, Mazara del Vallo, Milano e Udine. Inaugurato alla fine di febbraio, all’interno di un complesso commerciale di nuova edificazione, con accesso da strada, lo Zeiss Store Ottica Ricci si sviluppa su 120 metri quadrati e 5 vetrine. Dispone di una sala di refrazione all’avanguardia, dotata dei più innovativi strumenti di misurazione e persino di un’area dedicata ai bambini. «Si tratta del quinto centro ottico di un’insegna leader per Siena come Ottica Ricci, che ha sempre ritenuto il nostro un marchio premium e che per il nuovo punto vendita ha scelto tutta la nostra tecnologia di ultima generazione, tra cui l’i.Terminal e l’iProfiler per offrire una nuova dimensione di visione a tutti i suoi clienti», affermano alla Carl Zeiss Vision Italia.

le di Castiglione Olona, in provincia di Varese – Siamo partiti nel marzo 2010 con la campagna sulle lenti di precisione, abbiamo continuato in primavera ed estate con quella sulle lenti vista-sole, per poi proseguire con il lancio della nuova progressiva Gradal Individual Eye Fit, fino ad arrivare a questa campagna più istituzionale sulle lenti progressive, in store prima e ora anche nelle vetrine. Contiamo così di annoverare una lunga lista di centri ottici che decidono di utilizzare la vetrina come mezzo di comunicazione, di facile realizzazione, ma allo stesso tempo di importante impatto visivo».

Due scorci dello Zeiss Store Ottica Ricci a Siena. Nella pagina precedente, l'immagine del nuovo kit di allestimento vetrina

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A SUPPORTO DEGLI OTTICI ARRIVA HOYA CENTER

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Tra le novità 2011 del gruppo giapponese spicca un sistema di business a 360 gradi per spiegare al cliente finale tutti i vantaggi delle lenti su misura di Angelo Magri

del prodotto che gli reca benessere – ricorda Maurizio Veroli, presidente e amministratore delegato della filiale italiana del gruppo nipponico - Hoya Center è un sistema di business a 360° per supportare gli ottici partner a spiegare nel modo più efficace i vantaggi delle lenti su misura, offrire ai propri clienti una consulenza personalizzata, in tutte le fasi della vendita, fidelizzare e ampliare la clientela. Di fatto Hoya Center è la fusione di spazi, strumenti e supporti funzionali e innovativi

’obiettivo è creare valore dalla vendita di lenti oftalmiche, frutto di un’attenta analisi dell’evoluzione del mercato e delle sue esigenze in questi ultimi anni. Il metodo per raggiungerlo si chiama Hoya Center. «L’esperienza d’acquisto deve essere sempre più gratificante per il consumatore, che è più disposto a spendere se consapevole dei vantaggi offerti dai prodotti e chiede di essere guidato con professionalità e coinvolto nella definizione

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poi dimenticato che la sottigliezza e la leggerezza di una lente sono gli aspetti più importanti per chi porta occhiali da vista. Hoya propone, quindi, Eyvia 1,74, materiale ultra-sottile che assicura allo stesso tempo una visione naturale e un look elegante. «Risulta ideale per i clienti con prescrizioni elevate sia positive sia negative o, semplicementrente, per chi ricerca un prodotto tecnico ma tren dy. Eyvia 1,74 è il prodotto ottimale per occhiali manconfortevoli da indossare e lenti che man tengono a lungo la trasparenza – sottolisottoli nea Veroli - La parola “sottile” è spesso associata alla fragilità di una lente. Hoya ha, invece, dimostrato che Eyvia 1,74 presenta elevata resistenza alla trazione e una flessibilità estrema: per questo è anche facile da lavorare». Infine Hoya arricchisce l’offerta di lenti High Curve con l’evoluzione High Curve Plus, lenti avvolgenti con compencompen sazione ottica, sagosago matura e montaggio speciali per qualsiasi montatura sportiva e non. Arricchita da una nuova linea di colori dedicata a usi dall’abbispecifici e dall’abbi namento ai materiali esclusivi Eyas e Pnx.

che danno valore alla lente nel centro ottico e ne garantiscono il successo, valorizzando la professionalità dell’ottico optometrista riconosciuto come professionista qualificato, grazie al corretto utilizzo dell’esclusiva tecnologia HoyaiLog e dei sistemi che Hoya mette a sua disposizione». In termini di prodotto, poi, Hoya aggiunge alla famiglia di progressive free form Hoyalux iD le nuove Hoyalux Summit Pro, Cd e Amplitude TrueForm. «L’eccellenza visiva è garantita dalla iD FreeForm Design Technology, che consente una percezione stabile dell’immagine a tutte le distanze e in tutte le direzioni – spiega Veroli - Si tratta di una tecnologia a doppia superficie integrata, brevetto esclusivo di Hoya. Una straordinaria sinergia tra le due superfici assicura un’eccezionale interazione tra vicino e lontano, ampi campi visivi privi di distorsione, adattamento immediato sin dal primo momento e totale stabilità anche in movimento. L’ampia possibilità di personalizzazione inoltre tiene conto della forma della montatura, dei parametri di montaggio e personali del cliente. L’obiettivo è quello di fornire lenti personalizzate per ogni individuo garantendo il massimo comfort visivo». Grazie alla tecnologia TrueForm, Hoya applica il principio della iD FreeForm Design Technology sulla superficie interna del semifinito delle lenti progressive tradizionali, ottimizzando ogni singola prescrizione. Non va

Maurizio Veroli, presidente e amministratore delegato di Hoya Lens Italia. Nella pagina precedente un esempio di Hoya Center

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OPTEK DIVENTA GRANDE L’azienda di Parma, specializzata nella vendita e distribuzione di apparecchiature per laboratori ottici, lancia una nuova linea di strumenti che presenta a Mido di Valentina Grassini

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a società è importatrice esclusiva dal 2005 dei sistemi di molatura computerizzata della giapponese Tabukomatic e, grazie a una formula basata su qualità, prezzo contenuto e servizio efficiente, si è resa in breve tempo competitiva sul mercato. Grazie anche alla collaborazione con la società informatica Pegaso di Venezia, l’azienda ha reso più accessibile la tecnologia della

telemolatura alle imprese di piccole e medie dimensioni, una tecnologia dapprima appannaggio di poche multinazionali delle lenti. A seguito dei successi raggiunti in questi anni, la Optek ora scende in campo proponendo una nuova linea di strumentazione per diagnostica, destinata, cioè, al controllo e alla misurazione della vista. «Si può parlare di un’evoluzione - dice Salvatore Piazza, responsabile commerciale della società - Dopo i risultati positivi ottenuti con la linea dei macchinari della TabuTabu komatic, l’azienda si sente pronta per dedicarsi a una linea persoperso nale specializzata nel reparto della strumentazione che possa distinguersi grazie al binomio di qualità e costi vantaggiosi». Il progetto, che presenta indubindub biamente risvolti molto interesinteres santi per i singoli ottici, viene spiegato concretamente nelle parole di GiovanGiovan na Piccaia, proprietaria dell’azienda parmense. «Mentre in precedenza

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acquistavamo da chi importava, ora importiamo direttamente e questo permette di abbassare notevolmente i costi - afferma Piccaia - senza contare che, intervenendo in maniera diretta con la fonte originaria e tralasciando, così, ulteriori passaggi, avremo una maggiore supervisione dei prodotti, diventandone i diretti responsabili, e saremo in grado di garantire ai nostri clienti un’assistenza a 360». Il salto di qualità compiuto dall’azienda grazie al coinvolgimento diretto nel settore della strumentazione diagnostica, sarà già visibile a partire da Mido 2011, dove, infatti, la Optek illustra in anteprima i suoi prodotti. «Mentre gli altri anni esponevamo solo il macchinario destinato alla molatura delle lenti importato da Tabukomatic - spiega Giovanna Piccaia - in questa edizione della fiera milanese siamo presenti con i nuovi strumenti». Autorefrattometro, autokeratometro, ottotipo a proiezione e frontifocometro sono solo alcuni dei prodotti che l’azienda di Parma presenterà al più importante evento

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Lo staff di Optek: da sinistra il responsabile commerciale Salvatore Piazza, la titolare Giovanna Piccaia con il figlio Paolo Garulli, il collaboratore Egidio Lavezzari, il marito Flavio Garulli e l’altro figlio Andrea. In queste pagine, i nuovi strumenti proposti dall'azienda di Parma

fieristico italiano del settore. Ma quali sono i vantaggi effettivi che questa operazione porta al singolo ottico? «Economici, prima di tutto - continua la proprietaria della società - Siamo in grado di offrire una fornitura completa della strumentazione utile agli ottici optometristi, che risponda a elevati criteri di qualità e a costi decisamente contenuti. Inoltre, una notevole riduzione dei tempi di consegna e una disponibilità immediata dei prodotti. Avendo, infatti, a che fare con un interlocutore unico, e non dovendo invece rivolgersi a più fornitori, gli ottici potranno, così, fruire di una considerevole velocizzazione delle varie operazioni. Si abbrevia tutto, e, di conseguenza, si riducono i costi». Con queste modalità operative, l’ottico può usufruire inoltre di evidenti vantaggi dal punto di vista del servizio finanziario, stipulando un unico contratto per le operazioni di acquisto, leasing e noleggio, senza dover rivolgersi a più soggetti. «Un ottimo rapporto qualità-prezzo e un’assistenza diretta e immediata

sono, dunque, le parole chiave della politica aziendale della Optek che unisce, inoltre, professionalità e continuità, grazie a una trentennale esperienza nel settore da parte del suo personale - conclude Piazza - Una realtà imprenditoriale relativamente piccola, che ha saputo tradurre questo suo aspetto in un punto di forza, avviando un dialogo efficace con le piccole e medie imprese in termini di efficienza, servizio e qualità. La nuova operazione in cui si è lanciata la Optek rappresenta, quindi, un ambizioso progetto che permette all’azienda di crescere e consolidare la propria identità, divenendo sempre più delineata e competitiva sul mercato».

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