B2Eyes Magazine 05-2010

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Maggio 2010 numero 5 www.b2eyes.com

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In copertina Garmin Transitions pro cycling team Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Danae de Stefano d.destefano@b2vision.com Alessandra Iannello a.iannello@b2vision.com Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Pubblicità Luciano Cristiano cell. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Progetto grafico b-channel Art Director Tatiana Foroni Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

B2TRADE Editoriale "Designed" o "Made" in Italy: chi la spunterà? 3 Attualità Montature, la ripresa è finalmente partita 5 Distribuzione Vision Service Group, tutti i servizi in un click 12 Marketing L'equilibrio dell'impresa dell'ottico: verso un nuovo modello? 15 B2STYLE Moda Sailing Style 18 On the green 20 Two wheels 22 Designer Coast to coast tra i creativi americani 25 B2EXPERT Lab Contenere lo spessore in una lente: variare indice di rifrazione e diametro 31 Consulente L'accensione di un mutuo: procedure e soluzioni 37 Natura e Visione La miopia: considerazione eziologiche e proposte di intervento 42 Meditazioni Nessun uomo è un'isola 47 B2TECH Lenti oftalmiche Sempre più presenti sul territorio 51 Lenti a contatto I mille colori degli occhi 55 B2JOB Vetrina offro/cerco 63

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653

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EDITORIALE

“DESIGNED” O “MADE” IN ITALY: CHI LA SPUNTERÀ?

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econdo gli ultimi orientamenti politici sembra che il “made in” sia l’aspetto più importante da difendere. Addirittura punti di vista discordanti su questo argomento avrebbero portato a una rivoluzione al vertice di Sipao, la sezione dell’occhialeria all’interno di Confindustria Belluno, in pratica la rappresentanza degli imprenditori del Cadore. Gli occhiali, però, non sono contemplati nella nuova normativa nazionale sul made in Italy, il confine tra creazione, produzione e assemblaggio delle varie parti è sempre più confuso, mentre il consumatore appare sempre meno educato alla qualità del prodotto finale. Tant’è che questo scenario rischia di trasformarsi in uno stucchevole teatrino tra politici, funzionari associativi e burocrati. I grandi gruppi, i brand di riferimento e le griffe più affermate non hanno particolarmente bisogno del valore aggiunto dell’etichetta d’origine per vendere: è molto raro, per fare un esempio, che un giovane entri in un negozio di ottica ad acquistare il modello sole più trendy e per prima cosa controlli se sull’astina si trova la scritta di provenienza dell’occhiale in questione... Contano molto di più, invece,

la capacità evocativa del marchio, la comunicazione che ci sta dietro, l’immagine, il prezzo e, non ultimo, il design. Proprio nelle scorse settimane si è svolto a Milano il Salone del Mobile, che da mera manifestazione fieristica specializzata nell’arredamento, in meno di un lustro, ha vissuto un’evoluzione tale da farne un vero e proprio fenomeno di costume, trasversale ai vari settori merceologici, occhialeria compresa, e alle diverse tipologie dei consumatori. Sarà una coincidenza, ma a meno di una settimana dalla sua chiusura ha debuttato il primo consorzio italiano dei produttori di occhiali di design. Quanti, dunque, si chiederanno se un mobile, un oggetto di arredo, un’installazione luminosa e così via fino all’occhiale siano stati davvero e totalmente prodotti in Italia? Tutti invece dovrebbero chiedersi e, soprattutto, essere informati sulla cosiddetta tracciabilità di ogni singolo prodotto. Forse è proprio questa la chiave di lettura di uno scontro tra due scuole di pensiero: meglio il “made in” o il “designed in” Italy? Lo deciderà soltanto il consumatore finale, purché correttamente informato sulla provenienza dell’oggetto che acquista, in toto e nei suoi singoli componenti.

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MONTATURE, LA RIPRESA È FINALMENTE PARTITA I big player dell’occhialeria dichiarano dati positivi per il primo trimestre del 2010 e riscontrano segnali incoraggianti dal mercato italiano: parlano i top manager di Alessandra Iannello e Angelo Magri

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el primo trimestre 2010 Allison ha ottenuto una crescita di fatturato intorno al 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «E questo grazie soprattutto al mercato italiano, che ha fatto registrare un balzo del 20% - dice Antonio Bortuzzo, amministratore delegato di Allison – Sono andate molto bene anche le vendite in Francia, dove operiamo sia tramite un distributore sia direttamente su alcuni brand in portafoglio. Il Far East, poi, è cresciuto addirittura del 22%». Non sono mancati, tuttavia, mercati in sofferenza, «come la Grecia e

Antonio Bortuzzo di Allison

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Michele Aracri di De Rigo

il Portogallo, soprattutto per la crisi economica interna, e come il Nord America, dove dobbiamo prima di tutto ristrutturare la nostra organizzazione commerciale». Quali sono i marchi che hanno fatto segnare le performance migliori da gennaio a marzo? «In Italia sono state ottime quelle di Zerorh+, grazie a una maggiore attenzione al prodotto e al fattore estetico, al livello delle lenti utilizzate e, non ultimo, al rapporto qualità-prezzo – sottolinea Bortuzzo – Bene anche Try, che continua a offrire all’ottico e al consumatore finale un prodotto giusto al prezzo giusto. Si mantengono su livelli importanti le collezioni Gianfranco Ferrè e Moschino, mentre Bikkembergs sta crescendo». E all’estero? «La sorpresa positiva è stata la collezione eyewear di Benetton, soprattutto in Cina e su altri mercati asiatici», spiega il manager veneto. A dicembre 2010 scadrà il contratto di licenza tra Allison e Frankie Morello, che non verrà rinnovato. Prosegue, dunque, la “cura dimagrante” sui marchi in portafoglio all’azienda padovana, che ha chiuso il 2009 con 70 milioni di euro di ricavi di gruppo. «Saranno 14 le

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LUXOTTICA PRONTA A UN NUOVA CRESCITA

licenze che ci porteremo nel 2011, una decina in meno rispetto a un paio d’anni fa, senza che nessun altra nuova partnership venga siglata quest’anno – ricorda Bortuzzo – Per il secondo trimestre dell’anno prevediamo di consolidare la crescita in generale, con particolare attenzione ancora al mercato interno, dove abbiamo avviato nuove e interessanti collaborazioni con Avanzi e Angiolucci Occhiali, tra le catene, che vanno ad aggiungersi al lavoro già in corso con gruppi d’acquisto e centri ottici indipendenti». De Rigo ha deciso di investire in maniera massiccia soprattutto sui propri house brand nel 2010. «Il 30% in più rispetto all’anno scorso su Police, Sting e Lozza soltanto in marketing e comunicazione – afferma Michele Aracri, amministratore delegato del gruppo di Longarone – Del resto il budget che abbiamo presentato per l’anno in corso è ritornato positivo, soprattutto su brand e linee di fascia media di prezzo, dopo un anno di leggera contrazione». Tra le varie operazioni spicca il nuovo testimonial di Lozza, il cantante Marco Mengoni, con l'obiettivo di avvicinare l'house brand al mondo dei giovani e dello spettacolo.

Per Luxottica il 2010 è stato definito l’anno del ritorno alla normalità. Infatti la chiusura del 2009 ha dato una spinta al fatturato che nei soli mesi di novembre e dicembre, a parità di cambi, è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Complessivamente, il fatturato del quarto trimestre, dopo un graduale e continuo miglioramento lungo tutto il 2009, si è attestato a oltre 1,1 miliardi di euro, in progresso del 2,1% a parità di cambi. «Il 2009 è stato un anno particolarmente impegnativo e per molti versi “unico” nella storia del nostro gruppo - ha commentato Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica (nella foto) - Il mondo ha vissuto, soprattutto nella prima parte dell’anno, un grande riadattamento strutturale, al quale è seguita, negli ultimi due trimestri, una stabilizzazione con segnali di ripresa: in questo scenario, Luxottica ha ottenuto solidi risultati, con un fatturato ampiamente al di sopra dei 5 miliardi di euro e sostanzialmente in linea con il dato del 2008. Questi risultati, cui hanno contribuito in maniera significativa Ray-Ban e Oakley con una crescita a doppia cifra, confermano la validità del modello di business del nostro gruppo. Il contesto sembra oggi essersi stabilizzato: le azioni intraprese nel 2009 potranno quindi dispiegare appieno i loro effetti nel 2010, anno durante il quale ci aspettiamo di tornare alla crescita».

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Massimo Saracchi di Marcolin

amministratore delegato e direttore generale di Marcolin – È importante sottolineare che la crescita della posizione finanziaria netta significa che l’azienda sta migliorando lo stato del proprio indebitamento». Per il gruppo di Longarone, vento in poppa per le licenze. «In particolare John Galliano ha avuto un lancio promettente – continua il manager - mentre è stato rinnovato, fino al 31 dicembre 2015, l’accordo di licenza con Tom Ford e nei primi giorni di marzo è stato rinnovato anticipatamente e fino al 2014 l’accordo di licenza per la produzione e la distribuzione di montature da vista e occhiali da sole Kenneth Cole New York e Kenneth Cole Reaction. Buono l’esordio a Mido anche dei nuovi marchi in licenza Tod’s, Hogan, nonché di DSquared2 che, insieme a quelli storici, hanno fatto segnare un +70% delle vendite rispetto alla manifestazione dello scorso anno. Per il futuro ci aspettiamo grandi soddisfazioni da condividere con gli azionisti». Il 2009 è stato un anno difficile per una crisi generalizzata dei consumi, ma Marchon Eyewear è riuscita a

Anche alla luce dei buoni risultati riscontrati all’ultimo Mido De Rigo prevede un 2010 di sviluppo sul mercato interno, in particolare per i tre marchi di proprietà, oltre che per Guess. «Grazie a una strategia di brand realizzata per i diversi paesi, comunque, anche a livello internazionale abbiamo messo in preventivo una crescita», dice Aracri. In un anno ha venduto 5 milioni di occhiali declinati in oltre 600 modelli. Marcolin, con questi numeri, si conferma tra i primi player dell’occhialeria italiana. Inoltre, alla già nutrita schiera di marchi lusso che vanta nel proprio portafoglio si aggiungono oggi John Galliano, Tod’s, Hogan e, dall’anno scorso, DSquared2. I dati finanziari relativi al 2009 disegnano uno scenario positivo. L’utile netto del gruppo controllato dalla famiglia Della Valle è risultato in aumento del 16%, la posizione finanziaria netta è cresciuta del 27%. Il fatturato ha contenuto il calo al 3,5% e si è attestato a 180,3 milioni di euro. «Siamo molto soddisfatti di questi risultati, in particolare considerando la situazione generale del mercato - dice Massimo Saracchi,

Giancarla Agnoli di Marchon Italia

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superare queste difficoltà chiudendo positivamente l’esercizio a 600 milioni di dollari a livello mondiale. «All’interno del gruppo l’Italia gioca un ruolo importante sia per business sia per know-how – commenta Giancarla Agnoli, amministratore delegato di Marchon Italia - È il primo mercato europeo a livello di vendite, secondo solo agli Stati Uniti, e il centro stile e la ricerca sono da sempre elementi propulsivi che hanno guidato la costante crescita aziendale degli ultimi anni grazie al fatto che l'Italia, oltre ad avere una cultura dell'artigianalità, è indiscutibilmente il paese della moda e del design. Anche nel primo trimestre 2010, le stime indicano un incremento del 10% delle vendite sul mercato italiano e, quindi, siamo cautamente ottimisti per il prosieguo dell’anno». Alla luce della dinamica congiunturale, accanto alle collezioni delle fashion house più prestigiose Marchon sta anche puntando su brand di fascia media, molto forti e apprezzati, ma con un significativo potenziale ancora da sfruttare in termini di mercati. «Un esempio in questa direzione è lo sviluppo della collezione Nike Vintage Vision, meno tecnica rispetto alle consuete proposte, connubio tra stile sportivo ma dal gusto retrò e innovazione delle lenti che caratterizzano il dna della label: modelli leggeri e fasce di prezzo interessanti, offriranno la possibilità di attrarre ulteriori clienti - sottolinea ancora Agnoli - Inoltre il “made in Italy”

IL NUOVO CORSO DI SAFILO «Vogliamo concentrarci sulle vendite agli ottici, sulla razionalizzazione del portafoglio marchi e intendiamo investire sugli house brand», ha recentemente dichiarato Roberto Vedovotto (nella foto), amministratore delegato del gruppo padovano. Il manager veneto ha ricordato le altre priorità di Safilo alla luce del nuovo assetto societario. «Hal rappresenta il nostro principale azionista di minoranza, ma è importante sottolineare che Safilo e Hal sono due società indipendenti. Hal controlla 4.300 negozi in tutta Europa – ha evidenziato Vedovotto – ed è dunque il nostro principale cliente, così come lo è per gli altri player del settore. Uno dei nostri obiettivi è concentrarci su tutto il canale wholesale, che include anche questo network di centri ottici, spingendo sia le licenze sia gli house brand, in particolare Carrera, raddoppiando, con impegno, nel tempo, le vendite. Manterremo le nostre filiali dirette, che attualmente sono 32 in tutto il mondo, e dedicheremo un’elevata attenzione al sell out».

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ha un appeal internazionale e la domanda proveniente dai Paesi emergenti, quali Cina e Medio Oriente, è in crescita grazie all’elevato impatto strategico dei marchi in portafoglio». Le licenze come volàno di crescita è un concetto alla base delle strategie aziendali di diversi gruppi. In quest’ottica il lancio di nuovi brand non di proprietà può servire a dare un frizzo ulteriore anche ad aziende che hanno un già buon andamento di mercato. Un esempio è Charmant, che a Mido ha annunciato un accordo strategico con un marchio storico della moda quale Trussardi: andrà ad affiancarsi alle licenze già in portafoglio (Esprit, Elle, Puma e Lacoste) e agli house brand (Charmant Titanium Perfection, Charmant Z e Line Art). Infatti il gruppo giapponese che opera oggi in oltre 100 paesi ha segnato un aumento del fatturato 2009 del 6% rispetto all’anno precedente, quando la società aveva distribuito più di 8,8 milioni di montature e occhiali da sole. «Siamo ottimisti per il 2010 – afferma Alessandro Chitotti, responsabile Charmant Italia - Grazie all'acquisizione della licenza Trussardi e a collezioni veramente innovative e di altissima qualità quali Line Art, l'housebrand prodotto con l'ultimo ritrovato nella tecnologia della lavorazione del Titanio, puntiamo ad un aumento del 5% sul 2009 consolidando le nostre posizioni. Esprit, Elle, Lacoste e l'house brand Charmant ZTitanium si stanno confermando come trainanti nelle vendite e questo ci lascia ben sperare per il prosieguo dell'anno».

Alessandro Chinotti di Charmant Italia

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di fidelizzazione. È presente anche una sezione e-business, ancora più razionalizzata e più fruibile perché suddivisa in accordi commerciali e prodotti a marchio. Non manca, naturalmente, la formazione a distanza, fattore di grande importanza nella dinamica competitiva richiesta oggi dal mercato, con una serie di documenti proposti da Vision Service Group per aggiornarsi relativamente alle principali tematiche di interesse dell’otticooptometrista e sulle ultime nozioni di marketing. Il Channel dà, inoltre, l’opportunità di interagire con il quartier generale del gruppo sui temi di interesse comune: mercato, aggiornamento professionale, marketing, comunicazione e altro ancora. È, quindi, uno

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MARKETING

L’EQUILIBRIO DELL’IMPRESA DELL’OTTICO: VERSO UN NUOVO MODELLO? Un percorso “virtuoso” del fare azienda attraverso l’analisi storica degli ultimi quarant'anni in Italia

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e il fatturato è il parametro numero uno dell’andamento economico dell’impresa dell’ottico, il guadagno reale, quello ottenuto dalla differenza tra ricavi totali e costi totali dell’impresa, è il nuovo paradigma che deve guidare le scelte imprenditoriali dello stesso. Concetto che potrebbe essere scontato, ma che invece trova una sua giustificata rivalutazione in un contesto in cui molte certezze vengono messe in discussione. Da anni discutiamo di crisi (quella del 2001 post “torri gemelle” e non ultima quella di natura finanziaria che ha investito il mondo) e di come a più livelli i consumatori cambino frequentemente le proprie esigenze. Come deve rapportarsi il negozio di ottica, o meglio, quale modello adottare come guida dell’agire quotidiano del moderno negozio di ottica? I nostri ultimi quarant’anni Parafrasando un celebre film (I miei primi quarant’anni) possiamo analizzare il recente passato in Italia, cercando di cogliere per ogni decade i principali elementi economici: • Gli anni Settanta – primi anni Ottanta. L’ottico è padrone nella vendita, ha un ruolo importante come professionista e come commerciante. In alcune zone d’Italia chi ci racconta quegli anni ricorda come il negozio di ottica fosse paragonabile a una oreficeria, in termini di redditività. Complice di questo la presenza di poche e affermate griffe

di Paolo Valentini esperto di marketing

L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, a ogni istante. Cesare Pavese

(con meno varianti di colore e forme) e una indiscussa leadership commerciale dell’ottico nei confronti del consumatore finale. I margini elevati garantiscono nel periodo in questione un approccio di management del negozio di ottica tutto sommato semplice, legato all’immagine del negozio e alla reputazione personale. • Gli ultimi anni Ottanta - anni Novanta. La griffe entra di prepotenza nell’occhialeria. L’occhiale diventa un accessorio moda e, poco a poco, cambia il volto del negozio di ottica. L’Italia si conferma

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regina dell’occhiale in tutto il mondo e si diffonde nel vissuto dei consumatori il bisogno di avere un occhiale griffato. I negozi sono molto più attenti all’aspetto moda, hanno una gamma molto più ampia di modelli e di varianti, e le forme di arredo sono orientate alla scelta libera (il free service) dell’occhiale. È un’ottica che va a gonfie vele, grazie a margini interessanti sui prodotti e a un magazzino in costante rotazione. • I primi dieci anni del 2000. Gli anni della crisi: prima il terrorismo internazionale, poi la grande crisi finanziaria. L’avvento del colosso cinese e la definitiva consapevolezza che quei famosi anni d’oro forse sono per sempre finiti e bisogna cambiare registro. Gli anni del vintage nella moda (concetto che ancora oggi ispira i designer) ma anche del minimalismo formale. Arredi più sobri e minimal si accompagnano a superfici espositive in crescita e tutto va verso una direzione di maggiore attenzione al valore percepito dal consumatore finale. Sono gli anni dei controsensi. Se da un lato il consumatore è più adulto e maturo (uno su due in Italia ha più di 45 anni di età) e quindi pronto a comprendere a pieno i vantaggi del progressivo, dall’altro lato la distribuzione organizzata, negli anni cresciuta di numero e di qualità, inizia a proporre l’occhiale progressivo a meno di 200 euro. In parallelo la diffusione dell’occhiale importato ha di contro favorito il riemergere del concetto di occhiale fatto e concepito in Italia (fenomeno che interessa anche l’abbigliamento e le calzature). In questi anni l’ottico diventa consapevole del proprio ruolo imprenditoriale. Margini più bassi, rotazione di

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MARKETING magazzino più lenta, target di consumatori in continua evoluzione diventano i nuovi temi di discussione a cui trovare soluzioni utili e manageriali. Verso una visione imprenditoriale del negozio di ottica L’analisi del recente passato mette in evidenza alcuni elementi di cambiamento, utili per definire, a mio avviso, quali sono e quali saranno nei prossimi mesi/ anni (ragioniamo in termini di breve medio periodo) i fattori che andranno a legittimare l’importanza del parametro citato in apertura, ovvero il guadagno come parametro fondamentale e vera guida delle scelte imprenditoriali. Il consumatore in primo piano Le sue esigenze plasmano la scelta e il posizionamento di prezzo. Gli studi sociali sui consumi evidenziano come il consumatore sia sempre più informato e sempre più alla ricerca di un ottimale rapporto qualità/prezzo. L’informazione (internet ha un ruolo sempre più importante in questo) genera maggiore consapevolezza, economica e di aspettative sulle performance del prodotto. In questo senso tre elementi diventano centrali nella gestione del rapporto con il consumatore: 1. motivare bene il costo dei prodotti (in particolare per le lenti) in funzione dei benefici attesi dal consumatore (centrale per il progressivo, come anche per gli alti indici e per i trattamenti delle lenti) 2. offrire un servizio adeguato in negozio (consulenza) e nel post-vendita (dai richiami periodici alla corretta gestione delle informazioni personali) 3. motivare il personale di vendita (quello a contatto con il consumatore) a essere sempre allineati su elevati standard di preparazione professionale Categorie di prodotti e pianificazione degli acquisti. Sono le due parole chiave della moderna impresa dell’ottico. La grande distribuzione, complice anche l’euro, ha diffuso oggi un concetto di valore dei beni molto centrato su fasce di spesa. Il successo di modelli Ray Ban e Carrera delle ultime tre stagioni

sta in un posizionamento molto chiaro di prezzo: poco più di 100 euro (che di fatto con il gioco dello sconto in molti casi sono 100 euro effettivi). Concetto, va ribadito, vero soprattutto per le montature, ancora oggi l’oggetto di scelta da parte del consumatore (la lente di solito non si sceglie, viene consigliata dall’ottico). La pianificazione degli acquisti dunque deve seguire due elementi importanti: • la giacenza di magazzino (nel vista soprattutto la rotazione dei modelli risente meno dell’effetto moda) diventa il vero punto di partenza di ogni scelta di approvvigionamento • la soglia di prezzo psicologica percepita dalla propria base di consumatori (diventa fondamentale conoscerla anche grazie a ricerche di mercato ad hoc) Il margine del prodotto: vera fonte del guadagno dell’impresa Ovvero, quanto guadagniamo da ogni singola vendita e quante vendite sono necessarie per coprire adeguatamente i costi fissi? Potremmo riscontrare un fatturato uguale a quello dell’anno precedente, ma avere guadagnato realmente meno o di più. Cosa preferireste per la vostra azienda: lavorare tanto guadagnando meno o lavorare meno e guadagnare di più? (è un’evidente provocazione). La scelta del prodotto deve essere ponderata con il margine che esso è in grado di dare. Tecnologia e Informatica: alleati insostituibili. Nella gestione del rapporto con il consumatore e con il cliente, l’informatica oggi è insostituibile. I gestionali in uso sono tutti in grado di ottimizzare le informazioni sui clienti e sullo storico di vendita, e gestiscono la relazione nel tempo con i clienti, utile affinché i consumatori ricevano le informazioni adeguate (richiami, controlli, verifica dell’occhiale, novità di mercato importanti e utili). Comunicazione e Promozione: non esiste impresa senza comunicazione. E, aggiungo, fare comunicazione in questo mercato oggi significa sempre più fare promozione. Non pensiamo al 3 x 2 o al solo progressivo a meno di euro

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200, ma ragioniamo sul binomio ormai imprescindibile tra politica commerciale del negozio (dichiarata o meno) e comunicazione promozionale. Ovvero, come tenere sempre desta l’attenzione del consumatore verso proposte di prodotto/ servizio in linea con le sue esigenze! Ma dirò di più. La comunicazione e la promozione oggi devono emozionare il consumatore, anche laddove parliamo di lenti progressive. Personalità dell’ottico - immagine dell’impresa: valori, mission, etica, layout espositivo. Tutto deve essere coordinato e espresso in maniera coerente con l’obiettivo imprenditoriale. L’immagine certifica quello che siamo e i prodotti/servizi che proponiamo. In Italia la figura dell’ottico è ancora importante (rispetto agli altri paesi europei) e l’immagine dell’impresa ottica deve riflettere personalità. Mentre la catena e le forme della grande distribuzione organizzata hanno bisogno che il layout e la grafica parlino dei valori dell’impresa, il negozio tradizionale può giocarsi anche (ma non solo) la chance della personalità. Quale parametro sintetizza tutti questi elementi e li coordina in maniera vincente? Solo il guadagno dell’impresa può guidare verso questa soluzione. Ogni scelta imprenditoriale è valida, se porta ad un risultato profittevole. Sembra banale, ma è così. Molti di voi mi avvicinano ai corsi di formazione e mi chiedono : «Ha più senso aprire uno store di grandi dimensioni o è meglio aprire un negozio tradizionale?». La risposta è quasi sempre «dipende», ma in assoluto è: «scegliete la formula che oggi vi può ancora garantire una buona redditività». Di sicuro, la redditività non può prescindere da tutti gli elementi di cui abbiamo parlato poc’anzi, ovvero, la gestione del negozio di ottica non può essere alla giornata, ma oggi più che mai richiede una chiara visione imprenditoriale. Libro consigliato per approfondire il tema: “La fine del mito della quota di mercato” - Hermann Simon, Frank F. Bilstein e Frank Luby – Baldini Castoldi Dalai Editore.

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Reebook Per le attività legate al circuito cardiofirness e per il training, Reebok presenta Mobile Speed, realizzate in tessuto traspirante Open Mesh con tecnologia Smoothfit incorporata che, eliminando tutte le cuciture interne ed esterne, garantisce massimo comfort ed elimina ogni possibile irritazione del piede dovuta allo sfregamento

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Oakley Borsa porta mazze da golf in tessuto tecnico bianco e verde. Resistente ma leggera, presenta fondo rinforzato, divisori interni, accessi frontali con doppie zip, una comoda strap da spalla imbottita e staccabile, maniglia frontale, tasche laterali multiple e interno foderato

Puma Occhiali avvolgenti dal look decisamente sportivo; sulle tempie, l’inserto del logo con la pantera, ispirato a una pallina da golf

Maui Jim I nuovi occhiali da sole utilizzano il materiale Mj Evolution capace di fondere le migliori qualitĂ delle lenti in vetro ultrasottile e in policarbonato, offrendo ottica superiore, resistenza ai graffi e sorprendente leggerenza

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MODA

TWO WHEELS Proteggersi dal sole e ripararsi dal vento sono i due piccoli comandamenti da seguire per chi desidera andare in bicicletta per la bella stagione

New Balance La 991, apprezzata e immortalata ai piedi dei personaggi piĂš in voga, rappresenta un vero e proprio status symbol. Confortevole e ricercata nei materiali senza rinunciare a uno stile consolidato

Piquadro Zephyr, giubbotto antivento reversibile bicolore grigio-azzurro dal tessuto impermeabile e dal cappuccio staccabile

Salomon Occhiali dal gusto sportivo ma dalla linea sobria ed ergonomica. Forma aerodinamica e astine antiscivolo, è stato creato in 3 versioni: uomo, donna e unisex

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MODA

Uvex Sphere è un occhiale estremamente sportivo. Si adatta rapidamente a ogni condizione di luce grazie alla Variomatic Lens Technology

Briko Realizzato con la tecnologia InMoulding che prevede la fusione di una calotta in policarbonato e una in polistirene espanso sinterizzato, il casco Quarter è apprezzato per comfort e leggerezza

Transitions Ideali per il passaggio dalle zone in ombra a quelle assolate, queste lenti sono state scelte anche da Tyler Ferrar che le indossa nello spot televisivo dell'azienda americana

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DESIGNER

COAST TO COAST TRA I CREATIVI AMERICANI di Martina Fusetti

Ogni città, come ogni persona, possiede diverse anime. E quale paese meglio degli Stati Uniti può rappresentare questa convivenza e perfetta mescolanza di caratteristiche? Così, ogni montatura di design e ogni marchio ricercato celebrano la loro città d’origine, portando un pezzetto del proprio territorio negli occhiali che propongono

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L. A. Eyeworks – Sunset boulevard, Los Angeles

l colore shocking di questa montatura rinnova e reinterpreta il modello vagamente anni Cinquanta del brand di L.A. La forma richiama lo stile Dolce Vita e non può non far pensare alla luogo cult della cittadina californiana per il cinema: Sunset Blvd. Un chiaro riferimento al Viale del Tramonto di Billy Wilder

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DESIGNER Oliver Peoples – Robertson boulevard, West Hollywood

inamico, griffato, deciso e dalle forme Eighties. L’occhiale di O.P. è grintoso, declina il modello tradizionale dei telefilm anni Ottanta e Novanta e fa pensare immediatamente ai viali sconfinati della città della vita notturna, delle celebs americane e della varietà di etnie

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Sama – Santa Monica boulevard, West Hollywood

uasi un cammeo a Santa Monica Blvd e ai celebri studios che il viale accoglie. Il carattere di questo occhiale è decisamente eccentrico. Ama osare, sorprendere e farsi notare. Per nulla sobria, né lineare, questa proposta è adatta solo a chi non disdegna di apparire. Con stile, s’intende

D

Chrome Hearts – Olvera street, Los Angeles

i ispirazione quasi retró e riletto in chiave moderna, l’occhiale Sama sembra un omaggio ai monumenti di Olvera st. Il design è essenziale, mentre colori e det-tagli sono senza dubbio ricercati e unici, quasi barocchi e decisamente d’impatto nella generale linearità delle forme

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DESIGNER Kata – Times Square, New York City

Ispirati dalla piazza new-yorchese per antonomasia, questi occhiali sono rigorosi, molto glam e dalle forme allungate. Essenziali, richiamano il design della caotica Times Square, brulicante di vita eppure così lineare e geometrica nelle linee pulite dei suoi palazzi

A

Moscot– Harlem, New York City

nni Ottanta senza compromesso. Il look di Moscot declina il black mood della città più glam degli Stati Uniti e ripropone un accostamento di colori forte, tipico dei gloriosi Eighties. Un occhiale ormai icona del quartiere di New York

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Modo – Manhattan, New York City

hic, elegante, senza tempo. Il modello da diva, l’accostamento con lo skyline più celebre d’America e un legame indissolubile con la città extraeuropea più fashion che ci sia. Persino i colori degradé delle lenti citano esplicitamente l’atmosfera idilliaca che si respira nei rari attimi di tranquillità spesi a osservare i frenetici quartieri newyorchesi nell’ora del tramonto

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Intervista a Giancarlo Montani Giancarlo Montani, Optometrista FIACLE, è Professore a Contratto all’Università del Salento di Lecce. È stato responsabile della Divisione di Contattologia della Clinica Universitaria S. Chiara di Pisa e si occupa attivamente di ricerca nel campo delle lenti a contatto. Svolge attività privata ed è relatore ai Congressi di Optometria nazionali e internazionali e autore di numerosi lavori scientifici Qual è la caratteristica più importante da cercare in una lente a contatto morbida torica? Deve orientarsi in maniera stabile subito dopo l’inserimento, e rimanere in posizione anche se chi la utilizza ha uno stile di vita dinamico (Figura 1).

cose contemporaneamente, guida l’auto e invia SMS, magari dando anche un’occhiata al navigatore e al prossimo brano sull’iPod. Inoltre si pensi anche a chi utilizza le lenti a contatto per fare sport, magari estremi… il fatto è che oggi siamo nel mondo delle immagini, e gli occhi sono sempre in movimento, anche se si resta davanti al computer per ore… Gli occhi si muovono velocemente, e le lenti toriche spesso sono in ritardo nel riprendere la propria posizione… in questo modo la visione risulta instabile e fluttuante.

Come descrivono i pazienti esattamente questa sensazione di fastidio? Fig. 1

Una lente con queste caratteristiche è in grado di garantire al portatore una buona qualità della visione dopo l’ammiccamento ed in tutte le direzioni di sguardo.

Tutte le lenti morbide si muovono con l’ammiccamento, anche le toriche non fanno eccezione. Come si concilia questo con la “stabilità rotazionale” delle toriche di cui si fa un gran parlare oggi? Innanzitutto bisogna chiarire che cosa si intende per “stabilità rotazionale”: è vero che anche le lenti toriche si devono muovere con l’ammiccamento, questo è naturale ed è anzi una caratteristica necessaria della lente a contatto applicata . L’importante però è che se la lente torica subisce una rotazione ritorni rapidamente nella sua posizione iniziale, che è quella che la lente assume una volta stabilizzatasi dopo l’applicazione con l’occhio in direzione primaria di sguardo.

È vero che secondo una recente ricerca l’84% dei pazienti corretti con lenti toriche lamenta una visione fluttuante? È una cosa che capita così spesso? Gli stili di vita ormai diventano sempre più frenetici: chi utilizza lenti a contatto oggi fa più

Con l’ammiccamento o la rotazione degli occhi la visione si appanna, e tarda a tornare nitida… Immaginatevi come questa situazione possa diventare pericolosa durante la guida o possa ridurre la concentrazione di chi lavora ai videoterminali.

Non c’è un modo per capire prima chi potrebbe andare incontro a questo tipo di problema? Beh, certo che non è semplice… può comunque essere utile prima dell’applicazione effettuare un’anamnesi accurata al fine di evidenziare lo stile di vita e le esigenze del portatore, oltre che un approfondito esame del segmento anteriore e del film lacrimale.

Si possono scegliere lenti toriche che almeno riescono a minimizzare se non proprio eliminare questo fenomeno? In effetti esistono vari tipi di lenti toriche costruite con geometrie che sfruttano diversi sistemi per stabilizzare la lente: prismi di bilanciamento, periballast, doppio assottigliamento, sistemi dinamici… tutti i costruttori cercano di fare in modo che le loro lenti a contatto toriche si “orientino” correttamente. Ma come abbiamo visto non è importante solo questo requisito: infatti per evitare le fluttuazioni visive il costruttore deve progettare le proprie lenti facendo in modo che in caso di rotazione possano ritornare rapidamente in posizione. Generalmente questo risultato si

ottiene utilizzando un mix di più sistemi di stabilizzazione (Figura 2).

Fig. 2

Il Lo-Torque design Bausch+Lomb è uno di questi sistemi costruttivi? Sì, tra l’altro con questa tecnologia si possono produrre le stesse lenti toriche con polimeri differenti: così diventa possibile non solo scegliere il programma di utilizzo legato alle esigenze e allo stile di vita del portatore (hydrogel oppure siliconehydrogel), ma anche determinare il polimero più adatto alle caratteristiche del film lacrimale.

Possiamo dire quindi che ci sono tecnologie produttive superiori ad altre? Certamente, infatti oggi si trovano in letteratura lavori scientifici che dimostrano come alcuni sistemi produttivi complessi come il Lo-Torque design B+L risultano efficaci rispetto ad altri in fatto di rapidità nel garantire il riposizionamento delle lenti toriche dopo l’ammiccamento. È infatti la “stabilità rotazionale” la chiave del successo applicativo in una lente morbida torica, ed è per questo motivo che il sistema produttivo riveste un ruolo fondamentale.

Secondo lei queste recenti scoperte modificheranno la sua pratica clinica e quella dei colleghi? Secondo il mio parere il mercato delle lenti a contatto morbide toriche non ha ottenuto ancora lo spazio che gli compete a causa della diffidenza che gli applicatori hanno nei confronti di questa tipologia di lente sulla base di esperienze negative associate all’utilizzo di lenti di “prima generazione”. Per questo determinare in maniera rapida e semplice le caratteristiche della lente a contatto morbida torica e garantire un buon risultato visivo può aiutare a fidelizzare moltissimo i pazienti, e rende gli applicatori più confidenti e sicuri nell’applicare questo tipo di lenti. Un sistema di stabilizzazione come il Lo-Torque design B+L è in grado di garantire questo.

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CONTENERE LO SPESSORE IN UNA LENTE: VARIARE INDICE DI RIFRAZIONE E DIAMETRO Da sempre, prima ancora della qualità ottica, le richieste degli utenti si orientano, molto spesso, verso lenti confortevoli, il cui spessore e peso sia il più possibile contenuto, consentendo un porto prolungato dell’occhiale con il minor disagio possibile di Gianmario Reverdy esperto in prodotti oftalmici, formatore S.Opti e docente in corsi Ecm

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Fig. 1: lo spessore della superficie concava di una lente negativa

ertanto, davanti ad una determinata prescrizione, soprattutto se di elevato potere, appare importante per l’ottico conoscere con precisione le molteplici soluzioni che le varie aziende propongono per quel determinato prodotto. Sovente, con poche conoscenze si può essere in grado di meglio consigliare il cliente venendo incontro alle sue esigenze, fornendogli un occhiale che può produrre interesse e prestigio per l’ottico che lo ha realizzato.

Il valore dei primi due spessori dipenderà dalla curvatura delle due superfici e dal diametro della lente stessa. Tali spessori che potremmo anche abbastanza facilmente calcolare per la lente non sagomata, influiranno poi anche sui vari spessori al bordo della lente finale. Essi si potranno evidenziare però solo con l’aiuto di un programma di grafica e calcolo relativo alla scelta della lente. Lo spessore arbitrario Lo spessore che abbiamo chiamato “arbitrario” è quello che posso variare, entro certi limiti, in funzione del materiale della lente. Esso deve rispondere ad esigenze di tipo costruttivo e di sicurezza in modo tale che la lente non risulti troppo debole durante i vari cicli di lavorazione e garantisca la resistenza richiesta dalle normative in vigore. In funzione del materiale usato tale spessore potrà variare fra 0,9 e 2 mm. circa. Occorre poi sempre avere ben presente il tipo di montaggio che si deve realizzare; infatti in funzione di esso

Lo spessore di una lente Lo spessore finale di una lente di forma menisco è determinato dai tre seguenti elementi e cioè: • lo “spessore” della 1^ superficie cx • lo “spessore” della 2^ superficie cc. • il cosiddetto spessore arbitrario, cioè quello al bordo di una lente positiva e al centro di una negativa. (fig. 1)

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CREDIAMO NELL’INTELLIGENZA DEI NOSTRI OCCHIALI E DI CHI LI ACQUISTA RISPARMIANDO.

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grande calibro o di lenti usate con notevole decentramento. 3. tenendo D costante lo spessore di una superficie cresce al diminuire del raggio di curvatura. È questa la situazione che si realizza nella costruzione di lenti di forte potenza

ogni materiale deve avere spessore tale da garantire la resistenza all’occhiale finito soprattutto nei punti dove vengono realizzati fori, cave o il canale nylor. A titolo di esempio si veda la tabella sottoriportata, fornita da un’azienda:

Come contenere lo spessore di una lente ? Come detto in precedenza costruire lenti sottili è una delle richieste pressanti del mercato e pertanto occorre avere sempre ben presenti tutti gli elementi che concorrono a diminuire lo spessore di una lente. Proseguendo questa analisi vediamo che lo spessore della lente finale diminuirà se:

In alcuni casi, su esplicita richiesta dell’ottico, si potrebbero costruire anche lenti positive, con la cosiddetta lavorazione “bordo taglio”, cioè con lo spessore al bordo quasi a zero. Sono richieste da sconsigliare anche perchè tali lenti non rispondono ai criteri di sicurezza richiesti dalle normative europee e pertanto la responsabilità di ogni eventuale incidente o rottura ricade solo sull’ottico che ha messo in commercio il prodotto.

1. scelgo materiali ad alto indice di rifrazione. Infatti aumentando la capacità rifrattiva del materiale posso allungare i raggi di curvatura e quindi costruire lenti più piatte. Leggerezza, sottigliezza, infrangibilità, resistenza superficiale, stabilità nel tempo, selettività e protezione all'ultravioletto, sono solo alcuni dei parametri che devono formare il "capitolato" generale di una prescrizione ben considerata. Il problema quindi di definire se è meglio una correzione con lenti in resina organica o in vetro minerale diviene quello di decidere a quale dei parametri sopraesposti si pensa di dover dare la maggiore attenzione. Per quanto riguarda l’elemento rifrazione che qui stiamo analizzando occorre ricordare che solo nei vetri minerali si raggiunge l’indice di rifrazione più elevato attualmente in uso, cioè 1,90 e pertanto le curvature più piatte si potranno ottenere solo con questi materiali. Come è noto nei materiali organici a tutt’oggi si raggiunge solo il valore di n = 1,74. Di riscontro ricordando che il peso di una lente è determinato dal peso specifico del materiale e dal volume della lente e che tale volume a sua volta dipende ancora dalle curvature delle superfici e quindi dallo spessore della lente finita, pur in presenza di lenti di spessore ridotto l’influenza del peso specifico può dar luogo comunque a lenti finite di peso maggiore (vetri minerali). Si veda in proposito la

Lo spessore di una superficie Lo spessore finale della lente dipenderà dagli “spessori” delle due superfici convessa e concava, ciascuno dei quali sarà legato all’indice di rifrazione scelto, al diametro della lente ed al tipo di geometria della superficie. In questo articolo ci dedicheremo ai primi due elementi. Le formule di riferimento saranno: (1)

n-1 R = -------ϕ

(2)

(D/2) 2 S = -------2R

e

(dove R è il raggio della superficie, D il diametro della lente, S lo spessore della superficie) Dall’analisi delle due formule (1) e (2) appaiono evidenti le tre seguenti affermazioni: 1. per realizzare il potere della superficie richiesto posso utilizzare indici di rifrazione sempre più elevati ottenendo un allungamento dei raggi di curvatura 2. tenendo R costante lo spessore della superficie cresce al crescere del diametro D. È questa la situazione che si realizza nell’utilizzo di lenti con forti diametri per montature di

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di montaggio: se nylor o glasant o air …: il materiale deve avere resistenza • se la lente è di serie è sempre di più rapida consegna. Inoltre anche la qualità della lavorazione è generalmente migliore perché costruita e trattata nell’azienda base • se si vuole una lente a protezione UV scegliere i materiali idonei • ci si ricordi però che scegliendo lenti in materiale ad alto indice di rifrazione, esse risulteranno più piatte e questo a volte potrebbe essere un problema per il montaggio se la curvatura anteriore risulta poco compatibile con l’avvolgimento della montatura. • l’incidenza del fattore decentramento e quindi diametro finale può essere notevole: esso dipende infatti dal calibro della montatura a cui devo sommare il doppio del decentramento necessario per il rispetto della centratura (si vedano le fig. 2 e 3)

tabella indicata che si riferisce a tre materiali organici. 2. scelgo, compatibilmente con il volto dell’individuo, montature di calibro minore possibile. Lo scartamento deve essere quasi uguale alla distanza interpupillare del portatore. Infatti più si diminuisce il diametro della lente e più si contiene lo spessore e inoltre le lenti risulteranno più centrate nella montatura e gli spessori più contenuti e più equilibrati. Infatti se lo scartamento della montatura scelta è quasi uguale alla distanza interpupillare dell’individuo le lenti si dovranno montare poco decentrate con un beneficio sia sullo spessore finale della lente (in quanto occorrerà un diametro minore) che sull’estetica (in quanto la lente presenterà uguale spessore su tutto il bordo). (fig. 2 e 3) Ecco allora una serie di considerazioni da tenere presente nella scelta del materiale e del diametro della lente. Li mettiamo in ordine casuale in quanto la loro importanza dipende dai parametri che si ritengono importanti per l’occhiale che si sta realizzando: • se la distanza interpupillare dell’individuo è circa uguale allo scartamento della montatura il diametro richiesto alla lente sarà il minore possibile e gli spessori al bordo della lente sagomata saranno migliori e più equilibrati

Fig. 3: un caso di scartamento diverso dalla distanza interpupillare

• non utilizzare mai lenti positive di diametro molto maggiore del richiesto: gli spessori saranno molto più elevati del dovuto • nello scegliere materiali ad alto indice ricordarsi che il numero di Abbe diminuisce e ciò potrebbe dare luogo a problemi se la lente deve avere anche un effetto prismatico Un’ultima valutazione. Può sembrare che si vada a caso nella ricerca della soluzione migliore, ovviamente non è così, se si conoscono i problemi come quelli appena delineati si sa bene dove andare a parare perché la conoscenza dell’ottica permette di muoversi con disinvoltura all’interno delle varie soluzioni.

Fig. 2: un caso di scartamento quasi uguale alla distanza interpupillare

• usando materiali ad alto indice anche il peso specifico aumenta: poco nei materiali organici (da 1,11 a 1,47 gr./ cm.3); in modo più consistente nei vetri minerali (da 2,5 a 4,0 gr./cm.3) • nella scelta del materiale tenere presente sempre il tipo

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Tecnologia giapponese per una vista migliore


IL FRONTIFOCOMETRO DI SKY.

I VOSTRI OCCHI

IL RICALCOLO DEL POTERE Un nuovo passo avanti nella personalizzazione della lente Nella visione per vicino, l’angolo di incidenza sulla lente della linea dello sguardo non è perpendicolare come O VICIN l’”occhio” del frontifocometro. Il R E P NE VISIO software di Ital-lenti ricalcola quindi il potere in funzione di questa differenza, dando origine ad un doppio design totalmente asferico, con una curva per lontano ed una per vicino fuse in un nuovo canale di progressione più ampio. Il potere per vicino così ricalcolato viene indicato sulla busta di lavorazione, per il controllo dei poteri da parte dell’ottico. Questo esclusivo sviluppo di costruzione della lente porta anche ad un ulteriore miglioramento sul piano estetico.

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CONSULENTE

L’ACCENSIONE DI UN MUTUO: PROCEDURE E SOLUZIONI

di Tobia Chiesurin consulente aziendale

È un’operazione molto frequente quando si vuole acquisire un negozio o uno spazio commerciale. È perciò necessario conoscere quali sono i documenti richiesti per l’avvio della pratica, le implicazioni fiscali e le agevolazioni presenti oggi sul mercato per i soggetti che ne fanno uso

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La banca a sua discrezione potrà comunque richiedere ulteriore documentazione per una migliore analisi del caso. Aspetti finanziari La scelta del mutuo è principalmente

correlata alla valutazione della relativa durata e del tasso di interesse da applicare. Sul mercato sono presenti diverse possibilità in relazione al tasso di interesse, il quale può essere della stessa misura

DOCUMENTI ANAGRAFICI

DOCUMENTI REDDITUALI

DOCUMENTI RELATIVI ALL’IMMOBILE

carta d'identità e codice fiscale

copia delle ultime due buste paga o cedolini pensione

copia dell’atto preliminare di compravendita

certificato di residenza e di stato di famiglia

copia delle ultime due dichiarazioni dei redditi (per lavoratori autonomi)

copia dell’atto di provenienza dell’immobile(rogito venditore)

permesso di soggiorno (per i cittadini extracomunitari)

ultimo estratto conto corrente

planimetria catastale

documenti richiesti dagli istituti bancari per l’accensione di un mutuo sono di vario genere: anagrafici, reddituali e relativi all’immobile da acquistare. Tale documentazione può essere così riassunta:

eventuale omologa di separazione o sentenza di divorzio

concessione edilizia (solo per immobili di nuova costruzione)

estratto aggiornato dell'atto di matrimonio

copia del certificato di abitabilità (se per acquisto o ristrutturazione di immobile)

certificato di iscrizione all’albo (per i liberi professionisti)

dettaglio delle spese di ristrutturazione

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CONSULENTE

per tutto la durata del contratto (tasso fisso) oppure può variare nel corso del tempo (tasso variabile). Un’alternativa è rappresentata dal tasso misto, soluzione che garantisce una certa flessibilità e secondo cui il tasso può essere modificato dal mutuatario da fisso a variabile o viceversa, una o più volte nel corso del contratto e a scadenze prestabilite, a seconda quindi dell’andamento del mercato e della propria convenienza. Si può inoltre prevedere il cosiddetto mutuo con cap, cioè un mutuo a tasso variabile con un limite massimo predeterminato, oltre il quale il tasso d'interesse non potrà mai salire anche nel qual caso i tassi di mercato dovessero superarlo. È particolarmente apprezzato nelle fasi, come quella attuale, in cui i tassi di interesse sono ai minimi storici e sono destinati inevitabilmente a salire. Si parla invece di tasso flessibile, quando il tasso è fisso per un periodo iniziale poi, in periodi successivi, varia a scelta del cliente in fisso o variabile. Esistono infine i mutui a tasso variabile ma con rata fissa, in cui gli eventuali aumenti o le diminuzioni del parametro di riferimento si riflettono sulla durata del contratto allungandola o abbreviandola. Nel caso in cui, le scadenze dei pagamenti non vengano rispettate, verrà applicato il cosiddetto interesse di mora: per il semestre che va dal 1° gennaio 2010 al 30 giugno 2010 è rimasto invariato (rispetto a quello del precedente semestre) ed è pari all’1,00%. Si ricorda che, se i ritardi nei pagamenti dovessero essere ripetuti, si può

incorrere nella decadenza dei termini di rateizzazione o nella risoluzione del contratto per inadempimento: la banca può richiedere l'immediata restituzione del capitale e di tutti gli oneri accessori spettanti, in caso di mancanza di contante si passerebbe al recupero coattivo del credito (facendo valere l'ipoteca sull'immobile) mediante un procedimento giudiziale esecutivo di vendita forzata del bene. Aspetti fiscali La legge prevede, per le persone fisiche, la detraibilità fiscale del 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori (spese notarili, spese di istruttoria, perizia) pagati per mutui ipotecari contratti per l’acquisto di immobili, ma solo nel caso questi siano adibiti a abitazione principale. La percentuale si applica su un massimo di Euro 4.000. La detraibilità fiscale in oggetto riguarda anche gli interessi relativi ai mutui contratti per la costruzione, e per alcuni casi per la ristrutturazione edilizia particolarmente rilevante, dell’abitazione principale. In questo caso, il tetto massimo su cui calcolare il 19% passa da 4.000 a 2.582 Euro. I lavoratori autonomi indicheranno la quota detraibile nel “Modello Unico”, riducendo così il versamento dell’imposta sul reddito dovuta al Fisco. Se invece l’immobile viene acquistato nell’ambito dell’attività d’impresa, gli interessi passivi di finanziamento contratti per la costruzione o l’acquisto di immobili-patrimonio (quindi non strumentali all’attività) sono deducibili per i soggetti Ires fino a concorrenza degli interessi attivi e dei proventi

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assimilati. L’eccedenza sarà deducibile per ciascun periodo d’imposta nel limite del 30% del risultato lordo della gestione caratteristica. Focus: la moratoria dei debiti L’Associazione Bancaria italiana (ABI) ha siglato un accordo con i diversi istituti bancari, che prevede la possibilità di sospendere il pagamento delle quote capitali di mutui e leasing, sia per le piccole e medie imprese, che per i lavoratori dipendenti. I lavoratori autonomi con partita iva sono attualmente esclusi da questa possibilità. La sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui vale 12 mesi, può essere fatta valere fino al 30 giugno 2010 e solo dalle imprese con non più di 250 dipendenti, con un fatturato annuo minore di 50 milioni di Euro o un totale di attivo di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di Euro, che alla data del 30 settembre 2008 fossero classificate “in bonis” e che al momento della presentazione della domanda di attivazione non avessero posizioni classificate come strutturate, in sofferenza o procedure esecutive in corso. La sospensione riguarda tutte le operazioni di mutuo ipotecario, purché non si riferiscano a finanziamenti che in origine erano a breve termine, intendendo per breve termine le operazioni di durata non superiore ai 18 mesi. Per godere della sospensione, inoltre, il prestito deve essere stipulato nell'esercizio dell'attività di impresa e per la gestione aziendale e, dunque, sono esclusi i prestiti cambiari e quelli personali all'imprenditore.

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Oggi la misurazione dinamica dell’occhio in 3D, effettuata con Visioffice, fornisce una misurazione assolutamente unica. I dati eyecode raccolti si basano sulla localizzazione del Centro di Rotazione Oculare. La lente risulta 5 volte più precisa* e offre una visione istantanea senza sforzo. Esclusiva Essilor: Varilux® e monofocali Essilor.

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L’Impatto delle Soluzioni Uniche sulle Proteine Lacrimali allo Stato Naturale Dr Susan E Burke. Principal Scientist, Global Vision Care Research Development, Bausch & Lomb, Rochester NY. Effetto protettivo delle proteine Gli effetti delle proteine del film lacrimale che si attaccano alla superficie e anche alla struttura interna delle lenti a contatto sono stati studiati per decenni. Le proteine del film lacrimale possono depositarsi su una lente a contatto morbida entro poche ore1. L’impatto clinico di questo consiste in una riduzione dell’acutezza visiva2, del comfort3,4, della bagnabilità5, si ha anche un aumento delle complicanze infiammatorie, come congiuntivite papillare6,7 e occhio rosso acuto8. Dato che il ruolo delle proteine lacrimali consiste anche nella difesa dell’occhio contro i batteri (es. Streptococco e Stafilococco) e nel controllo della bagnabilità della superficie oculare, gli scienziati stanno cercando come mantenere le proteine dell’ambiente oculare nel loro stato naturale, eliminando solo le proteine “modificate” o “denaturate” depositate sulla lente a contatto.

Più di 400 proteine nelle lacrime Ad oggi sono state identificate più di 400 proteine nelle lacrime umane. Tra queste ci sono quattro proteine chiave in concentrazioni significative: • Lisozima • Lipocalina • Lattoferrina • IgA secretoria Tutte queste proteine sono prodotte nella ghiandola lacrimale9 e riversate nel film lacrimale. La ricerca ha dimostrato che i batteri si legano in modo differente alle lenti, a seconda se

siano già state usate oppure no, con le lenti usate che riducono il numero di batteri vitali 10. Grazie alle caratteristiche antimicrobiche delle proteine allo stato naturale del film lacrimale, si potrebbe ritenere addirittura favorevole la loro presenza sopra o all’interno di una lente a contatto.

Le proteine principali Lisozima Il lisozima attacca chimicamente le strutture esterne delle cellule batteriche causandone la morte. Il lisozima è una proteina relativamente piccola che ha una forte carica positiva, e questo è il motivo per cui si deposita più facilmente su certi polimeri di lenti a contatto che hanno una carica negativa (si tratta di lenti ioniche il cui materiale contiene acido metacrilico, conosciute anche come polimeri del Gruppo IV). Lipocalina La lipocalina accresce la performance del lisozima e regola la la tensione superficiale del liquido lacrimale11. Le lacrime contengono acidi grassi che possono inattivare il lisozima, e la lipocalina si lega prontamente agli acidi grassi, aiutando così a mantenere l’attività antimicrobica del Lisozima12. Lattoferrina Ai batteri occorre il ferro per potersi riprodurre, e la lattoferrina si lega al ferro libero nel film lacrimale riducendone la disponibilità per i batteri, e quindi ne impedisce la crescita. Da sola la lattoferrina si lega alle membrane cellulari di alcuni tipi di batteri, es. Streptococco, Stafilococco e Pseudomonas, impedendone quindi la crescita. Insieme al lisozima, la

lattoferrina ha dimostrato avere una certa attività contro lo Stafilococco Epidermidis13 indicando una sinergia tra queste due proteine. IgA secretorie Mentre la produzione di lisozima, lipocalina e lattoferrina è legata alla produzione di acqua da parte della ghiandola lacrimale, il meccanismo di secrezione dell’IgA secretoria è diverso. Il componente acquoso del volume lacrimale si riduce durante la notte: mentre le altre proteine diminuiscono in concentrazione, l’IgA secretoria continua ad essere prodotta. L’IgA secretoria protegge l’occhio evitando che i microrganismi si attacchino alla superficie oculare, inoltre riveste i batteri nocivi con molecole che attraggono i globuli bianchi ematici (polimorfonucleati dal film lacrimale che poi li distruggono).

Le proteine sono tridimensionali Le proteine sono lunghe catene di molecole di aminoacidi — composte da atomi di carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno e zolfo. La loro peculiarità è dettata non solo dall’ordine delle molecole in sequenza, ma anche da come queste catene sono legate tra loro e organizzate in una struttura tridimensionale. La struttura tridimensionale dipende dall’ambiente in cui la proteina si viene a trovare. Nell’acqua la porzione idrofobica della proteina si gira verso l’interno mentre la porzione idrofila si affaccia verso l’esterno della struttura tridimensionale. Quando le proteine si legano alla superficie idrofobica di una lente a contatto l’organizzazione delle proteine

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inizia a cambiare, e si denatura. Anche altri fattori influenzano il loro stato naturale, come il pH, il calore e la presenza di sali.

A: Nuova soluzione B+L* (borato / poloxamina)

Mantenere “naturali” le lacrime La biologia naturale delle proteine tridimensionali del film lacrimale come il lisozima serve a proteggere l’occhio contro i microorganismi. È stato dimostrato che la denaturazione del lisozima ne altera la struttura tridimensionale, riducendone così l’azione batteriologica14. Dato che il lisozima rappresenta circa il 20% - 40% delle proteine totali che si trovano nelle lacrime, limitarne il processo di denaturazione ne favorisce la funzione protettrice. La complessa struttura molecolare delle proteine deve essere sostenuta per poter continuare a mantenerne la loro ottimale attività antibatterica. È importante conoscere le interazioni degli ingredienti delle soluzioni uniche per la manutenzione delle lenti con le componenti del film lacrimale perché questi ingredienti vengono a contatto con l’occhio durante l’applicazione delle lenti che sono state pulite, disinfettate e conservate nelle soluzioni. Le soluzioni uniche possono interagire con le componenti del film lacrimale facilitando il processo di denaturazione delle proteine e la loro conseguente deposizione sulle lenti a contatto. In un recente studio invitro è stata studiata la capacità di una nuova soluzione unica rispetto a quattro soluzioni esistenti sul mercato nella protezione di una proteina (lisozima) dalla denaturazione15. I risultati mostrano che ci sono significative differenze nella capacità delle soluzioni uniche a mantenere il lisozima lacrimale nel suo stato naturale. È evidente che la composizione e le proprietà fisiche delle soluzioni uniche possono influenzare la loro interazione con il lisozima.

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Soluzioni Testate: Cinque soluzioni uniche (una nuova, e quattro già presenti sul mercato)

B: borato / citrato / poloxamina C: borato / citrato / poloxamina E: fosfato / poloxamer

% di Lisozima Stabilizzato

dalle Soluzioni Uniche

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B

contatto.

Referenze:

Percentuale di Lisozima Stabilizzato

PBS PL

“sensazione di lente fresca” nel tempo. Riflettere sull’ambiente naturale dell’occhio sta ispirando nuovi metodi per la manutenzione in vivo delle lenti a

C

D

E

PBS – controllo negativo PL (0.56% Coco Phosphatidyl PG-Dimonium CI in PBS) controllo positivo

Come vengono eliminate le proteine? Una volta che le proteine si sono denaturate sulla superficie di una lente, i loro effetti deleteri sulla visione e sul confort ne consigliano la rimozione. Comunque si stanno attualmente considerando tutti i modi per poterne mantenere il loro naturale stato antibatterico. Sono stati selezionati ingredienti tali che possano rimuovere le proteine denaturate e aiutare a mantenere l’equilibrio delle proteine naturali sulla lente. Questa rimozione chimica delle proteine utilizza le cariche ioniche delle molecole e le forze di Van der Waals per attirare le proteine denaturate debolmente legate come una calamita delicata.

Impatto sul comfort e soddisfazione dei pazienti Il comfort è un obiettivo significativo nell’uso delle lenti, ed è uno dei fattori principali riguardo il successo a lungo termine di un’applicazione. Le lenti riutilizzabili vengono curate per prolungarne durata e comfort per tutta la loro durata consigliata, e i prodotti per la cura delle lenti a contatto cercano di mantenere una

1 Jones, L. et al. An in vivo comparison of the kinetics of protein and lipid deposition on group II and group IV frequent-replacement contact lenses. Optometry and vision science : official publication of the American Academy of Optometry 2000; 77: 503-510. 2 Gellatly KW, Brennan NA, Efron N. Viswual decrement with deposit accumulation of HEMA contact lenses. Am J Optom Physiol Opt 1988;65:937–41. 3 Nilsson SE, Andersson L. Contact lens wear in dry environments. Acta Ophthalmol (Copenh) 1986;64:221–5. 4 Pritchard N, Fonn D, Weed K. Ocular and subjective responses to frequent replacement of daily wear soft contact lenses. CLAO J 1996; 22:53–9. 5 Bleshoy H, Guillon M, Shah D. Influence of contact lens material surface characteristics on replacement frequency. ICLC 1994;21: 82–93. 6 Grant T, Holden BA, Rechneberger J, Chong MS. Contact lens related papillary conjunctivitis (CLPC): influence of protein accumulation and replacement frequency. Invest Ophthalmol Vis Sci 1989; 30(suppl.):166. 7 Porazinski AD, Donshik PC. Giant papillary conjunctivitis in frequent replacement contact lens wearers: a retrospective study. CLAO J 1999;25:142–7. 8 Kotow M, Holden BA, Grant T. The value of regular replacement of low water content contact lenses for extended wear. J Am Optom Assoc 1987;58:461–4. 9 Tiffany, J. The normal tear film. Developments in Ophthalmology 2008; 41: 1-20. 10 Williams, T. J., Schneider, R. P. & Willcox, M. D. P. The effect of protein-coated contact lenses on the adhesion and viability of gram negative bacteria. Curr Eye Res 2003; 27: 227-235. 11 Nagyova,B., Tiffany,J.M,, Components responsible for the surface tension of human tears. Current Eye Research 1999, Vol. 19, No. 1, Pages 4-11 12 Gasymov, O. K., Abduragimov, A. R., Yusifov, T. N. & Glasgow, B. J. Interaction of tear lipocalin with lisozima and lattoferrina. Biochemical and Biophysical Research Communications 1999; 265: 322-325. 13 Flanagan, J. L. & Willcox, M. D. P. Role of lattoferrina in the tear film. Biochimie 2009; 91: 35-43. 14 Masschalck, B., Van Houdt, R., Van Haver, E. G. & Michiels, C. W. Inactivation of gram-negative bacteria by lisozima, denatured lisozima, and lisozima-derived peptides under high hydrostatic pressure. Appl Environ Microbiol 2001; 67: 339-344. 15 Barniak,V.,Burke,S.,Venkatesh,S., Presented at ;Annual Meeting of the American Academy of Optometry , November 11-14, 2009:Orlando,FL

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NATURA E VISIONE

LA MIOPIA: CONSIDERAZIONI EZIOLOGICHE E PROPOSTE DI INTERVENTO Cerchiamo di fare maggior chiarezza sui meccanismi di insorgenza di questa disfunzione visiva

Q

di Paolo Patuzzi ottico-optometrista e naturopata

uante volte siamo stati interpellati dai nostri clienti sulle cause della miopia e sul suo sviluppo, per rispondere gli esponiamo quali possono essere le più probabili cause conosciute: prolungata visione da vicino, fattori ereditari, difficoltà accomodative da vicino, stress visivo da insufficienza delle ampiezze fusionali, una non corretta igiene visiva, e così via. Meno chiaro rimane il meccanismo profondo attraverso cui l’occhio tende a modificare le sue caratteristiche morfo-funzionali. In effetti spesso le obiezioni o perplessità riguardo le nostre spiegazioni risultano legittime visto che non tutti i comportamenti visivi a rischio, o i deficit funzionali, portano sistematicamente allo sviluppo di miopia.

suddivisione in tre categorie: • Miopie prevalentemente degenerative da alterazione del collagene • Miopie prevalentemente evolutive da compressione meccanica • Miopie miste Durante l'analisi visiva si valuterà quale elemento risulti predominante tra quello strutturale e quello muscolare. Metodo di classificazione All'inizio dell'analisi visiva la parte anamnestica riveste notevole importanza. Innanzitutto la conoscenza della storia famigliare ci indicherà eventuali predisposizioni genetiche e l'età di insorgenza della miopia ci dirà quanto abbia inciso l'impegno visivo prossimale. L'osservazione del segmento anteriore in lampada a fessura riveste importanza notevole in quanto si possono valutare gli aspetti morfostrutturali dell'iride e le dinamiche funzionali della pupilla. Osservando la trama iridea, infatti, si può notare la compattezza delle fibre, la loro distribuzione con eventuali segni di contrazione anulari o radiali. Osservando la figura 1 si può notare la trama compatta e ben strutturata di un soggetto con miopia di tipo prevalentemente tensivo, mentre in figura 2 si notano le

Osservazioni L'occhio miope è sviluppato eccessivamente in lunghezza. Tale evoluzione morfologica si può ricondurre a cause di tipo strutturale, cioè mancata interruzione del processo di emmetropizzazione, degenerazione del collagene sclerale e cause di tipo meccanico da parte della muscolatura estrinseca e intrinseca dell'occhio. È per altro molto probabile la presenza di entrambe le dinamiche eziologiche nelle miopie, con differenti percentuali di responsabilità tra quelle strutturali e meccaniche. Tipologie di miopia Anche se le classificazioni non permettono di personalizzare adeguatamente le scelte correttive per l'ametrope, è per noi un metodo facilitante per stabilire l’intervento più opportuno. Personalmente trovo efficace la

fig. 1 e 2

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NATURA E VISIONE

Meccanismi evolutivi Fin dalla comparsa della vita sulla terra, le modificazioni delle strutture viventi sono avvenute per la legge di selezione che tiene conto dell’adeguatezza delle strategie di sopravvivenza ed adattamento nell’ambiente in cui vivono. Da questa legge si deve partire per osservare come il nostro sistema biologico cerchi di trovare le strategie più adeguate alle condizioni in cui si trova. La differenza tra le varie forme di vita, dalle più antiche alle più recenti, si ritrova nella complessità ed efficienza dei sistemi di interpretazione delle condizioni ambientali, insieme alla elaborazione di risposte comportamentali e funzionali adeguate e vincenti rispetto alle condizioni stesse. Il nostro sistema nervoso è in grado di leggere l’ambiente attraverso i cinque sensi e attraverso il sistema ormonale e immunitario. I sensi si occupano dell’ interpretazione dei segnali fisici (luce, suoni, odori, sensazioni tattili, aromi), mentre il sistema endocrino dei segnali chimici di tipo ormonale, in particolare riproduttivi e di combattimento, il sistema immunitario delle aggressioni al nostro organismo da parte di agenti patogeni come batteri, virus, sostanze tossiche o allergeni. I mammiferi hanno sviluppato il sistema di interpretazione ambientale più evoluto, esso va di pari passo con lo sviluppo psichico come decodificatore dei segnali esterni e come simulatore di eventuali nuove condizioni ambientali. Con questo meccanismo la vita ci ha messo nelle condizioni di poter sopravvivere adeguatamente nell’ambiente in cui ci troviamo. Il sistema visivo, come tutto l’organismo, subisce continuamente stimoli ambientali che vengono tradotti in modificazioni funzionali e strutturali secondo questo principio evolutivo.

fibre molto diradate e frastagliate segno di una minor compattezza della struttura e quindi debolezza meccanica cui imputare la principale causa di evoluzione della miopia. La variazione repentina dell'apertura del fascio luminoso, ci permette di osservare la dinamica pupillare per cominciare a delineare una predominanza ortosimpatica o parasimpatica del sistema nervoso autonomo. Variando la quantità di luce della lampada si può stimare la velocità di chiusura del diametro pupillare rispetto alla velocità di apertura dello stesso chiudendo la fessura. La comparazione dei due meccanismi e nondimeno il diametro medio osservato, ci indicano la maggior funzione orto o parasimpatica e di conseguenza la probabile iper o ipo funzione accomodativa. Studi effettuati Molti degli studi effettuati su animali hanno messo in evidenza che uno degli elementi più importanti tra le cause di sviluppo di miopia, è la deprivazione della forma a livello retinico. Questa deprivazione si ottiene opacizzando la cornea così da impedire una focalizzazione ottimale sul piano retinico. Nei test veniva opacizzato un occhio mentre l’altro fungeva da controllo. Tutti gli occhi opacizzati presentavano un aumento della lunghezza assiale con conseguente sviluppo di miopia. In molti studi su studenti è stato osservato che la correzione con lac di qualsiasi tipo riduce l’aumento di miopia rispetto a correzione con gli occhiali. Questo dato ci porta a pensare che una non efficace focalizzazione su tutta la superficie retinica, induca un segnale biochimico per un aumento della dimensione oculare, come negli esperimenti effettuati con animali cui è stata opacizzata la cornea. Un ulteriore dato riguardo la stimolazione retinica, lo si può dedurre dal fatto che le popolazioni esquimesi non presentano miopia, e questo non solo per una scarsa scolarizzazione, ma più probabilmente per la loro costante esposizione alla luce solare amplificata dal riverbero delle nevi e non di meno dalla alimentazione ricchissima di omega3, fattore fondamentale nel trofismo della retina. Altri studi su bambini hanno evidenziato una riduzione significativa dello sviluppo miopico con l’impiego di atropina. Probabilmente questo risultato è dovuto ad una riduzione notevole della trazione muscolare del meccanismo accomodativo, ma anche a fattori extra recettoriali non ancora noti, che influenzano il feedback biochimico relativo al processo di sviluppo della struttura sclerale.

Genotipo e fenotipo Le strategie più adeguate alla sopravvivenza vengono registrate nel codice genetico dei discendenti che continuano a loro volta a interagire con l’ambiente, apportando ulteriori e continue modifiche alle strategie stesse. Un esempio simile a ciò che avviene nel codice genetico lo si può notare nelle modificazioni di costumi e usanze delle varie epoche vissute dall’uomo. L’uomo modifica gradatamente le sue abitudini per adeguarsi man mano alle convenienze dettate dall’ambiente sociale. Per quanto riguarda gli archivi genetici le cose funzionano a grandi linee in questo modo. Partiamo con un informazione genetica frutto delle esperienze dei nostri predecessori, successivamente arricchiamo il patrimonio genetico con apprendimenti frutto delle nostre esperienze vissute, lasciando poi ai successori i nostri apprendimenti.

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NATURA E VISIONE

Queste differenti “banche dati” vengono chiamate rispettivamente “Genotipo” quella ereditata, e “Fenotipo” la somma del genotipo con le modificazioni indotte dalla reazione all’ambiente in cui si vive (figura 3).

fig.4 Fibrille collagene della sclera normale. Tutte le fibrille hanno diametro superiore a 1000 Å e la sostanza cementante ad esse aderente è molto poca.

fig. 3

fig.5 Fibrille collagene della sclera miopica. La maggior parte delle fibrelle ha diametro inferiore a quello della sclera normale ed esse sono circondate da norevole quantità di sostanza cementante.

Strategie di intervento Alla luce di quanto accennato fin ora, possiamo delineare delle aree di intervento: Area della riduzione di tensione muscolare Visual training optometrico, corretta igiene visiva, magnesio orotato (eccellente miorilassante e modulatore della risposta neuromuscolare), tecniche di rilassamento visivo (Beates). Area della preservazione del collagene sclerale Antiossidanti specifici come gli antocianosidi e le proantocianidine oligomeriche (presenti nelle formulazioni di integratori per la vista), aromaterapia con oli essenziali rilassanti durante lo studio (per la riduzione dell’attivazione simpatica del sistema nervoso autonomo e la relativa reazione allo stress con produzione di cortisolo). Area della funzionalità retinica ottimale Correzione ottica con lenti a contatto (eventualmente multifocali), utilizzo di integratori a base di DHA (omega3, costituente fondamentale delle membrane cellulari dei neuroni retinici), antocianosidi (per la formazione dell’enzima lattato deidrogenasi, fondamentale nella velocizzazione della ricaptazione della rodopsina e quindi delle comunicazioni neurologiche retiniche), esercizi specifici per l’aumento dello spazio percettivo periferico per un maggior consumo di neurotrasmettitori retinici periferici (probabili fattori di feedback biochimico nel processo di emmetropizzazione).

La biologia dello sviluppo studia proprio come avvenga questo meccanismo e come l’ambiente sia in grado di incidere sulle informazioni operative ricevute dagli organi cellulari per la produzione di sostanze specifiche del tessuto cellulare. A livello oculare le informazioni che giungono alla cellula sono di tipo biochimico e, in particolare, sono costituite da sostanze quali neurotrasmettitori, ormoni, citochine e molecole di nutrimento. Le cellule, in base alle loro caratteristiche, utilizzano tali segnali per organizzare una risposta operativa. Alcune sostanze, come ad esempio il cortisolo, arrivano addirittura a modificare l’informazione originale del dna interferendo così nella produzione delle sostanze del tessuto cui appartiene la cellula stessa. Il fenomeno comporta nel tempo una variazione della struttura tissutale specifica che per quanto riguarda la sclera, è visibile nelle immagini di figura 4 e 5. Da questo fatto si può capire come vada riconsiderata l’idea di ereditarietà della miopia in quanto i fattori ambientali possono amplificare o inibire il dato genetico di base.

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MEDITAZIONI

NESSUN UOMO È UN'ISOLA Rispetto e considerazione per i bisogni dell'interlocutore rendono i rapporti con il cliente e la collaborazione con le aziende più proficui per tutti di Luisa Redaelli direzione comunicazione Vega

N

essun uomo è un'isola, secondo il poeta metafisico John Donne, che voleva così affermare come ciascuno di noi viva immerso in una rete di relazioni, interconnessioni, scambi, contatti. Però ognuno di noi porta anche un'isola dentro di sé, dentro la propria anima, nella propria fantasia quotidiana. L'isola è una delle figure principali del patrimonio immaginario, suggerisce lontananze, mete di pace da raggiungere, erranza, esilio, ricerca. È lontana dalla terra ferma ma offre rifugio sicuro all'incessante movimento delle onde, all'eterna instabilità del mare aperto. L'arte e la poesia sono ricche di isole, cercate, trovate, misteriose, deserte o abitate. Vogliamo provare a pensare noi stessi e l'attività che svolgiamo secondo questa metafora? Che tipo di isola siamo? Quali ponti abbiamo creato? Come viviamo il grande oceano intorno a noi? I naufraghi ametropi che approdano alle nostre spiagge, che accoglienza hanno? Nei miei tanti anni di viaggio visitando gli ottici, ho più volte pensato di compilare una sorta di “guida Michelin”, trovando parametri di classificazione dei negozi. Ho viste tante realtà, da nord a sud, da Bolzano a Trapani, da est a ovest, da Sanremo a Bari, dalle città, Roma, Milano, Torino,

ecc. ai piccoli centri, ai paesi della provincia. In tutta onestà, debbo dire che molto spesso ho trovato più vitalità, professionalità, gusto e cultura nei cosiddetti “piccoli centri” di provincia, che non nelle grandi città. Forse si tratta di una coincidenza tutta italiana, dove la città, nella generalità, a volte rende tutto più anonimo, concorrenziale verso il basso banale, frettoloso, mentre nel borgo è viva la ricerca di un'identità riconoscibile, identificabile, diversificante. Una ricerca d'identità che passa attraverso la selezione di prodotti diversi, di negozi ben curati e accoglienti, di rapporti personali più affettuosi. Non è una regola, certo, è solo una constatazione di massima, ben salvando le relative e varie eccezioni, ovviamente. Mi piacerebbe che la mia “guida di viaggio nell'ottica” fosse uno strumento di distinzione, che potesse adottare un metodo molto contemporaneo, modesto, sincero e utile di valutazione. Sono una convinta assertrice della necessità di comprendere e accogliere il presente, con i molteplici cambiamenti che propone: la gente oggi utilizza nuovi linguaggi di comunicazione, presenta nuovi gusti, compie nuove scelte, vuole soddisfare nuove necessità, segue nuovi canali di aggregazione. Non è più l'orologio di storica marca famosa a qualificare lo status benestante, ma è anche la nuova tecnologia, l'oggetto che racconta una nuova storia, di materiali, di ricerca, magari di solidarietà, di design (estetica e funzione in armonica fusione); non è più il gigantesco Suv a dichiarare il

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“potere” del possessore, oggi è stimabile e interessante chi scegli l'auto ibrida, la tecnologia dei bassi consumi, del rispetto ambientale. Non è più il tempo dell'arroganza e dell'ostentazione, facciamo in modo che si confermi e affermi il tempo del garbo e dell'argomento intelligente. Ecco quindi che terrei molto in considerazione questi valori, nel compilare il mio taccuino, il mio libro di Chatwin (Bruce Chatwin, il grande viaggiatore), esploran«Oggi più che mai gli uomini dovrebbero imparare a vivere senza gli oggetti. Gli oggetti riempiono l'uomo di timore: più oggetti si hanno più si ha da temere» Bruce Chatwin

do le isole che offrono servizi di ottica. Per quanto mi riguarda, il primo valore in assoluto sarebbe quello dell'accoglienza, ovvero l'atmosfera percepita approdando alla spiaggia, entrando nel negozio. Non si tratta certo dell'imponenza dell'arredo o della magnificenza delle luci rilucenti, quanto piuttosto di quell'alchemica armonia di sorrisi, voci, profumi, movimento attivo e coordinato, luci calde (e temperature adeguate, senza frigidaire estivi e phon invernali), gentilezza spontanea, naturale, così come è, caratteristicamente diversa per ogni carattere regionale: contenuta e misurata in Piemonte, più altera in Lombardia, piacevolissimamente chiacchierona a Roma, colorata e affettuosa a Napoli, elegante e creativa in Sicilia, e così via,

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MEDITAZIONI dove esiste una sfaccettata e riconoscibile ricchezza di contributo in natura, carattere, bellezza, identità, personalità singola e sociale. (chiedo scusa per la sintesi degli aggettivi, riduttivi e banali rispetto alla stima di cui godono le personalità italiane, nella loro singolare unicità, che riconosco). È bello perché si parla, ci si confida, si scambia: quante volte si osserva che i clienti passano dal negozio con dei pretesti, così, per il piacere che provano grazie all'atmosfera, si fermano, due chiacchiere, una confidenza, una vite da stringere, un nasello da assestare, un'oasi di pace nell'arco della giornata. Così come per i rappresentanti, alcuni dei quali sono un raggio di simpatia che fa gioia incontrare, anche per il patrimonio d'esperienza che portano, grazie alle varie realtà diverse che toccano. Così come può essere un piacere chiamare un'azienda per un'assistenza, quando so che mi rispondono subito (senza attendere quarti d'ora con nell'orecchio le “quattro stagioni” di Vivaldi) e con cordialità. E non sono forse anche questi valori importanti da trasmettere per l'attività che svolgiamo? Secondo me sì, ben più della busta “pesante” del progressivo importante o l'ordine strappato calcando la mano! Quando iniziamo la giornata lavorativa, ogni mattina, che sia in negozio, titolare o collaboratore, che sia in azienda, all'assistenza piuttosto che in magazzino o alla comunicazione, che sia il rappresentante che prende macchina e valigie, quanto bello è pensare ai rapporti umani che intrecceremo, quanto piacevole è pensare ottimisticamente in termini di gentilezza e garbo, di altruismo e apertura, piuttosto che di “conquista, battaglia, guerra”. Anche le più recenti teorie di marketing e comunicazione non usano più questi termini e si esprimono secondo altri concetti, più sensibili a modi di comunicare non aggressivi ma accoglienti, comprensivi, divertenti. Una risata salverà il mondo, ne sono convinta! Che bello è non prendersi troppo sul serio, sdrammatizzare, mettersi a disposizione e non sul piedistallo. Che bello è quando riusciamo a far sorridere, ancor più a ridere un'altra persona (e parlo, ovviamente della risata intelligente, liberatoria, che scioglie i muscoli irrigiditi

delle maschere facciali spesso indossate per tensione, frustrazione e rabbia non sfogate). Quanto bello è pensare in termini di “collaborazione” e non di “soggiogare”. Son finiti i tempi dell'approssimazione, oggi tutti siamo informati o abbiamo la possibilità di farlo facilmente. Una normale capacità di informazione consente a tutti noi di essere adeguatamente coscienti: quando forniamo un occhiale sappiamo di parlare a persone che potenzialmente andranno a verificare ciò che diciamo, quindi cerchiamo di essere seri, professionali, ottici veri nel senso dell'arte ottica, del benessere della visione, non solo commerciali; quando presentiamo una collezione all'ottico, quando vogliamo indurlo a comprare montature, lenti, strumenti, cerchiamo di essere coerenti nell'informazione, di adeguare la proposta di vendita alle sue reali necessità. Son finiti i tempi delle “forzature”, oggi è importante capire che una delle maggiori preoccupazioni è il magazzino, e qui si apre un altro grande capitolo, soprattutto per i negozi con la vita più lunga. Ma chi vende non può ignorare questo punto e occorre riflettere, aver riguardo. Non son più i tempi delle “forniture di merce”, oggi gli acquisti sono necessari non per la materia ma per lo spirito. Un normale negozio che si rispetti (come storia di vita e come volume-qualità di lavoro) ha a disposizione un magazzino che consentirebbe di campare senza acquisti per qualche anno, in termini numerici, di pura fisica quantità. Però, siccome “siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti sogni” (dice il mago Prospero, nella “Tempesta” di Shakespeare) il nostro animo, il nostro LA TEMPESTA di William Shakespeare, Prospero e Ariele, edizione teatrale con la regia di Giorgio Streheler

spirito ha bisogno di novità, di curiosità, di allegria, non solo di raziocinio. E come noi, anche e soprattutto i nostri clienti e i nostri collaboratori. L'entusiasmo, come i

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I PONTI di Ivo Andric (1892 – 1975) scrittore croato, premio Nobel per la letteratura nel 1961 “Di tutto ciò che l'uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio. Diventano tutti uno solo e tutti degni della nostra attenzione, perché indicano il posto in cui l'uomo ha incontrato l'ostacolo e non si è arrestato, lo ha superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo le sue concezioni, il suo gusto e le condizioni circostanti. Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi” sentimenti, deve essere nutrito, ecco perché è necessario far finta di nulla e accettare di gettare il vecchio, per far spazio sempre al nuovo. Liberarsi della merce che tanto non venderemo più (mandandola ai paesi che ne hanno necessità per esempio, e sono numerose le iniziative attive), accettare di comprare qualcosa, diversamente da prima, in modo misurato, selezionando attentamente le persone e le aziende con cui si può e vuole collaborare, che mi assicurino un contatto gradevole, efficiente, preparato, che mi aiutino a fare formazione (per me e per i miei collaboratori, se necessario), che mi offrano prodotti garantiti, di qualità, diversi, non presenti nei vari centri di scarsa professionalità e tanto sconto, che lavorino al mio fianco, con me, in una relazione professionale di reciproco rispetto, di mutua simpatia, di corrisposta fiducia.

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SEMPRE PIÙ PRESENTI SUL TERRITORIO Oltre alla forza vendita Ital-Lenti punta su una capillare struttura di filiali e su una nuova gamma di prodotti, che le hanno consentito di chiudere positivamente un anno difficile come il 2009 di Angelo Magri

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n’azienda che è cresciuta nell’anno più difficile di una delle più gravi crisi dal Dopoguerra a oggi è un’azienda da tenere in considerazione. «Lo abbiamo fatto soprattutto sul mercato italiano, che per noi rappresenta l’85% circa del nostro volume d’affari, costituito soprattutto da grossisti e da centri ottici», spiega Paolo Polzotto, vicepresidente di Ital-Lenti, società di Puos d’Alpago, a pochi chilometri da Belluno. La storia di Ital-Lenti parte più di mezzo secolo fa, ma la svolta risale al decennio scorso. La società, infatti, nasce nel 1955 e subito si attesta in posizione di leader nella produzione di sbozzi minerali. Nel ’95 Ital-Lenti è tra le prime aziende italiane a investire in sistemi all’avanguardia per la produzione di lenti di prescrizione. Dieci anni dopo, nel 2005, inizia a produrre le moderne

Paolo Polzotto, vicepresidente di Ital-Lenti e sotto un particolare della macchina per il trattamento antiriflesso delle lenti

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LENTI OFTALMICHE

Alcune fasi di lavorazione nella sede centrale di Puos d'Alpago (Belluno)

lenti a progressione interna con tecnologia free form, grazie all’utilizzo di nuovi tecnologie e di un proprio software per il calcolo della geometria. «I risultati positivi dell’ultimo anno e le buone prospettive per il 2010 sono legate soprattutto alle performance delle nostre lenti progressive – afferma Polzotto - La punta di diamante è la progressiva Sky Vario, che presenta un altissimo livello di personalizzazione grazie all’inset variabile. Una ulteriore novità che caratterizza tutta la gamma di progressive Sky è il ricalcolo del potere per vicino, che considera l’angolo di incidenza nella visione per vicino, normalmente calcolato dal frontifocometro come perpendicolare alla lente. Non va, inoltre, sottovalutato il fatto che partendo dalla tecnologia free form abbiamo sviluppato anche una famiglia di monofocali di nuova generazione, tra cui spicca Relax, lente anti-affaticamento». Oggi sono un migliaio i centri ottici del nostro paese che acquistano i prodotti Ital-Lenti: l’obiettivo dell’azienda veneta è di incrementarli del 20% nel 2010. «Per raggiungerlo continuiamo a puntare su quelli che sono stati in questi anni i nostri punti di forza: consegne ultrarapide, ampia garanzia sui trattamenti delle lenti e sulle progressive, attenzione particolare alle esigenze del cliente, con un servizio di customer care molto curato e una notevole presenza sul territorio, sia grazie alla forza vendita sia con le filiali di Padova, Parma e Lissone, in provincia di Milano, che fungono da centri servizio, con le attività di call center, montaggio e consegna di lenti di serie – sottolinea il giovane imprenditore veneto - A queste si è aggiunta alla fine dello scorso anno la filiale di

San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, nata dall’acquisizione del Laboratorio Oftalmico Lomes, con il quale Ital-Lenti ha costruito negli anni un rapporto di reciproca collaborazione». L’azienda bellunese, tuttavia, non vuole fermarsi qui. «Sono al vaglio ulteriori acquisizioni in Italia, sia di natura produttiva sia commerciale», annuncia Polzotto.

Quest’anno si salpa! Dopo la Fiat 500 Abarth messa in palio lo scorso anno, in mostra allo stand di Mido 2009, anche per il 2010 ItalLenti ha deciso di premiare i suoi migliori clienti italiani. Per ogni 10 paia di lenti progressive acquistate, infatti, si ha diritto a partecipare a un concorso (sotto) che prevede tre crociere per due persone, nelle isole greche, negli Emirati Arabi e ai Caraibi. «Con questo tipo di iniziative vogliamo rendere gli ottici italiani partecipi della “famiglia” Ital-Lenti», spiega Paolo Polzotto.

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LENTI A CONTATTO

I MILLE COLORI DEGLI OCCHI Correttive o per chi non presenta alcun difetto visivo, le lenti a contatto cosmetiche offrono oggi al centro ottico un’ampia gamma di prodotti e un elevato livello tecnologico di Alessandra Iannello

Q

ual è la caratteristica che ha reso unica la bellezza di Liz Taylor? Certamente i suoi occhi viola. E di Paul Newman? I suoi languidi occhi azzurri. Insomma il colore degli occhi è un tratto distintivo importantissimo dell’aspetto di ognuno di noi. Ma, come accade per i capelli, ogni tanto a tutti piace giocare e “osare” qualcosa di diverso. Le aziende, consapevoli di questa necessità, hanno portato avanti diverse ricerche tecniche sul colore per poter ottenere un effetto il più possibile naturale. Ciba Vision ha strutturato la propria Fresh Look di Ciba Vision

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LENTI A CONTATTO

Cambia espressione e vedi il mondo con nuovi colori. offerta proprio come si farebbe per una collezione di moda, ovvero suddivisa per linee. L’azienda propone, infatti, Freshlook Colorblends, Freshlook Colors e Freshlook Dimensions per ottenere effetti diversi. Con Freshlook ColorBlends si ottiene un cambiamento intenso e naturale grazie alla particolare matrice 3-in-1 che mescola tre colori in uno. Le lenti di questa linea sono disponibili nelle colorazioni blu, blu zaffiro, verde, grigio, turchese, miele, ametista, marrone e nocciola. Inoltre l’azzurro, il verde e il grigio (le tonalità più alla moda) sono stati resi ancora più intensi e brillanti nelle tre novità cromatiche Vibrant: Gemstone Green, Brilliant Blue e Sterling Gray. Le lenti a contatto correttive colorate Freshlook Colors, nelle varianti blu, blu zaffiro, verde, grigio e nocciola, donano un cambiamento di colore deciso e profondo allo sguardo. La matrice colorata di un’unica tonalità

Expressions colors di CooperVision di queste lenti, infatti, modifica il colore naturale in maniera intensa, evidente anche su occhi molto scuri. Le Freshlook Dimensions si adattano, in particolare, agli occhi azzurri, verdi e castano chiari esaltando il colore dell’iride e aggiungendo definizione allo sguardo. Le lenti colorate Bausch+Lomb Soflens Natural Colors garantiscono un effetto assolutamente naturale perché sono progettate con una speciale colorazione, più intensa nella parte periferica, e perché il loro colore non copre completamente quello originale, evitando così l’effetto artificiale che rende gli sguardi finti. Sono lenti mensili per uso giornaliero realizzate in nove diverse nuance

SoftLens Natural Colors di Baush+Lomb

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LENTI A CONTATTO

di colore e sono disponibili sia per chi non ha alcun difetto visivo, sia per chi ha una miopia da correggere. Per chi invece vuole proprio stupire ci sono le Crazy Lenses che riescono a trasformare lo sguardo in modo del tutto naturale ma stupefacente: basta citare i nomi delle lenti che vanno da Cat Eye a Devil, da Fire a Black Wolf, da Spiral a White…Insomma sei modelli per ottenere sguardi veramente fuori dal comune. Nate dall’esperienza CooperVision, le Crazy Lenses assicurano lo stesso grado di comfort delle lenti colorate

tradizionali proposte dall’azienda. Un esempio sono le Expressions Colors che donano agli occhi un effetto naturale grazie a un equilibrio di toni e di sfumature realizzato sulla lente con tre diversi strati di colore. Grazie alle sei diverse colorazioni (dark blue, aqua, green, gray, hazel e dark brown) è possibile mutare l’espressività dello sguardo a seconda dell’umore; inoltre l’iride viene coperto in modo da ottenere un effetto molto realistico. Adore è il marchio di lenti cosmetiche di Eyemed studiate per donare uno sguardo affascinante, enigmatico e

intenso, proposte in ventuno nuance suddivise in tre linee. La linea Tritone cambia radicalmente lo sguardo poiché distribuisce in modo omogeneo tre diverse tonalità sull’iride. Bi-tone, invece, evidenzia il colore degli occhi accentuando il contorno dell’iride, creando un contrasto cromatico di grande fascino e impatto. Per ottenere uno sguardo ammaliante e seducente, poi, basta indossare le lenti Dare disponibili in sette tonalità che assicurano la massima definizione del contorno dell’iride, esaltando così il naturale contrasto con il candore della cornea.

Adore di Eyemed

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Un confronto tra le Proprietà Fisiche delle Soluzioni Uniche per la cura delle Lenti a Contatto Susan E Burke, Ph.D. Principal Scientist. Global Vision Care Research & Development, Bausch & Lomb, Rochester, NY. Lacrime sane l film lacrimale è la prima superficie ottica che la luce incontra quando entra nell’occhio. Un film lacrimale sano e in buon equilibrio è necessario per “levigare” le imperfezioni microscopiche dell’epitelio corneale: questo migliora la qualità dell’immagine retinica. Il liquido lacrimale dà nutrimento allo strato esterno della cornea, la lubrifica e la protegge1: per l’occhio è un po’ come il liquido lavavetro che spazza via i residui e quindi protegge la superficie dell’occhio dall’attacco di potenziali patogeni.

Composizione Nel film lacrimale si identificano principalmente tre strati: lo strato lipidico esterno, uno strato acquoso centrale (contiene molti sali essenziali, proteine, biopolimeri, minerali e altre sostanze osmotiche), e uno strato interno mucoso contenente mucine2. Vari fattori biologici hanno effetto sulla composizione del liquido lacrimale, come il pH che a sua volta influisce sulla performance di questo strato difensivo. Qualsiasi alterazione nell’equilibrio del film lacrimale scatena una reazione da parte dell’occhio che tenta di ripristinare l’equilibrio naturale.3,4

Soluzioni di manutenzione e film lacrimale naturale Le funzioni principali delle soluzioni uniche per la cura delle lenti sono pulire e disinfettare le lenti a contatto. Queste soluzioni devono essere assolutamente compatibili con l’occhio per garantire la minima interazione possibile con la superficie oculare quando la lente viene applicata dopo esservi rimasta immersa tutta la notte. Le formulazioni delle soluzioni hanno proprio lo scopo di garantirne la compatibilità e il minimo impatto fisiologico su film lacrimale e tessuti oculari. Tra i fattori che influenzano la biocompatibilità delle soluzioni uniche ci sono le loro proprietà fisiche5,6. Caratteristiche specifiche delle soluzioni uniche che possono essere misurate riguardo la loro biocompatibilità con le lacrime umane sono pH, osmolalità, viscosità e tensione superficiale. a. pH Il pH delle lacrime umane varia a seconda delle fisiologia oculare dell’individuo e può variare da pH 7.30 a pH 7.703 b. osmolalità Misura il peso della concentrazione delle componenti disciolte nelle lacrime c. viscosità Misura la facilità con cui il film lacrimale si muove in termini di “flusso” – fattore

che è influenzato dal suo “spessore” d. tensione superficiale Misura come il liquido lacrimale interagisce con l’aria e con la superficie del liquido che si comporta come un foglio elastico molto sottile. Recentemente è stato realizzato uno studio per valutare queste 4 caratteristiche fisiche, studiando 7 diverse soluzioni uniche7: A: B+L (borato / poloxamina) B: borato / citrato / poloxamina C: borato / citrato / poloxamina D: trometamina / fosfato / poloxamer E: borato / poloxamina F: borato / poloxamina G: fosfato / poloxamer La tabella sotto riportata mostra i valori delle proprietà fisiche delle soluzioni testate. Solo 3 soluzioni su 7, (A, E ed F) hanno tutte e quattro le caratteristiche fisiche all’interno del range riportato per le lacrime umane. Ogni squilibrio della composizione del film lacrimale costringe l’occhio a lavorare per ripristinare l’equilibrio

ideale, e ci vorranno ulteriori studi clinici per poter quantificare la rilevanza clinica di queste misure. Forse i prodotti per la cura delle lenti che sono più in linea con le caratteristiche del film lacrimale sembrano ottimizzare l’interazione tra lacrime, lenti a contato e soluzioni di manutenzione.

Referenze:

1 Tutt R, Bradley A, Begley C, Thibos LN. Optical and visual impact of tear break-up in human eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci 2000; 41: 4117-4123. 2 The Tear Film-structure, function and clinical Examination,Korb,D.R.,Craig,J.,Doughty,M.,G uillon,J.-P.,Smith,G.Tomlinson,A.; ButterworthHeinemann:London, 2002. 3 Adler’s Physiology of the Eye, 7th Edition.R.A.Moses and W.M.Hart eds.Mosby:St Louis, 1987,pp15-35 4 Carney,L.G,;Hill,R.M.J.Am.Optom. Assoc.1979,(50),351. 5 Dalton,K.;Subbaraman,L.N.;Rogers,R.;Jones, L.Optom.Vis.Sc.2008,(85),122. 6 Tang,I.;Wong,D.M.;Bliss,G.Current Eye Res.1989(8)507 7 Physical properties of a multipurpose contact lens care solution. Burke,S.,Fridman,K,.Scheuer,M.S,. Barniak,B,B,. Poster at Americam Academy of Optometry Florida Nov.2009.

Figura 2; Caratteristiche di soluzioni uniche confrontate con quelle di lacrime sane

Soluzione testata

pH ± SD

Osmolalità, mOsm / kg ±SD

Viscosità, cP ± SD

Tensione superficiale, Mn/m ±SD

Lacrime sane

7.30-7.70a

244-344b

1-10c

42-46d

A

7.50±0.02

285±1

1.15±0.02

44.4±0.2

B

7.82±0.02

220±1

1.13±0.03

39.9±0.6

C

7.83±0.01

272±2

1.29±0.01

39.2±0.2

D

7.21±0.01

310±1

1.50±0.01

45.5±0.5

E

7.30±0.01

281±1

1.56±0.02

45.8±0.1

F

7.30±0.02

283±1

1.23±0.01

45.3±0.2

G

7.19±0.01

292±1

1.20±0.02

49.8±0.3

c P=centipoise; mN=millinewton; mOsm=milliosmole; SD=standard deviation. a Moses RA, Hart WMJ. Adler’s Physiology of the Eye, Clinical Application. St. Louis, MO: The C.V. Mosby Company; 1981. b Benjamin WJ, Hill RM. Br J Ophthalmol. 1989;73(8):624-627. c Tiffany JM. Eye. 2003;17(8):923-926. d Nagyova B, Tiffany JM. Curr Eye Res. 1999;19(1):4-11. Burke SE et al. Presented at: Annual Meeting of the American Academy of Optometry; November 11-14, 2009; Orlando, FL.

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