B2Eyes Magazine 04-2011

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Anche a primavera la TV si accende con VisionOttica. L’insegna VisionOttica continua a crescere: sempre vicina al benessere visivo degli Italiani, forte di oltre 210 Centri Ottici in tutto il territorio, ribadisce la sua leadership in TV. La rivedremo infatti a “Il Senso della Vita”, nelle puntate del 24 aprile, 1 e 8 maggio, su Canale 5.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Aprile 2011 numero 4 www.b2eyes.com

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In copertina Safilens Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Valentina Grassini v.grassini@b2vision.com Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Responsabile commerciale Luciano Cristiano cel. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Pubblicità Danae de Stefano d.destefano@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

B2TRADE Editoriale Ecm e profilo, siamo al “redde rationem” 3 Il punto Profilo professionale: tutelare gli interessi di tutti gli ottici 5 Strategie e mercato Occhialeria: le major sempre più leader 6 Attualità Milleproroghe e tante discussioni 9 Con Eschenbach l’ipovisione si fa “easy”15 VisionOttica torna in TV 18 Tecnologia, tradizione e servizio al top 20 Today, tomorrow… b2eyes! 28 Distribuzione L’ottica? Molto familiare… 24 B2STYLE Moda La Regina del colore 30 Designer Connection, l’arte sotto gli occhi di tutti 33 B2EXPERT Consulente Gli occhiali da vista riducono le imposte 37 Meditazioni Piccole cose quotidiane 41 B2TECH Speciale Le nuove frontiere della contattologia 47 B2JOB Vetrina offro/cerco 62

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

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EDITORIALE

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ECM E PROFILO, SIAMO AL “REDDE RATIONEM”

l primo scorcio del 2011 non ha lanciato fuochi d’artificio soltanto a livello commerciale. Dopo i buoni esiti delle fiere, da Monaco a New York e soprattutto Milano, con un Mido carico d'inaspettato entusiasmo e prodigo di brillanti riscontri per le aziende in mostra, si è tornati a discutere di due tra i temi più sentiti dagli operatori della filiera: la possibilità del ritorno alla formazione continua e la riforma del profilo professionale degli ottici optometristi italiani. Proprio alla fiera milanese ha fatto visita il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che in un dialogo informale con alcuni rappresentanti delle categorie professionali coinvolte ha lasciato intendere un possibile ripristino degli Ecm per l’ottico, pur con modalità nuove. Le informazioni che abbiamo al momento di andare in stampa, seppur ufficiose, preannunciano il ritorno della formazione continua per la figura professionale dell’ottico (a differenza, ad esempio, di quella dell’odontotecnico), ma a livello facoltativo. Fazio, tuttavia, avrebbe negato la possibilità di una modifica del profilo professionale dell’ottico che vada di pari passo con la reintroduzione di crediti formativi. E proprio questo è l’altro tema caldo, da anni ormai, ma ancora più scottante oggi, dopo il tentativo d'inserimento di una proposta di legge, a febbraio, all’interno del cosiddetto decreto Milleproroghe. La riforma non è passata, ma la decisione e, a quanto pare, le modalità con cui è stata

presentata hanno scatenato un duro scontro: da una parte Federottica che questa proposta l’ha caldeggiata e dall’altra un gruppo di associazioni e istituti di formazione che ne evidenziano le incongruità con le proposte del passato. L’argomento viene affrontato in più parti di questo numero del nostro magazine. Al riguardo abbiamo chiesto a Federottica di intervenire nel dibattito, commentando la proposta di legge in oggetto: l’invito è stato gentilmente declinato, in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte della Federazione degli ottici optometristi italiani, che al momento di andare in stampa non è ancora arrivata. Non mancheremo, comunque, di tenere aggiornati i lettori sull’evolversi della vicenda e delle relative polemiche, attraverso tutti gli altri media del nostro gruppo. Ai quali se n’è recentemente aggiunto uno: b2eyes TODAY, il primo quotidiano dell’ottica, inviato tutte le mattine nelle mail degli oltre 9 mila utenti registrati a b2eyes.com. Notizie inedite, fresche, persino irriverenti, con la news del giorno in evidenza nella prima pagina, quella che ha fatto maggiore scalpore sul portale. E cosa può interessare di più gli ottici italiani, se non la forma che prenderà nel prossimo futuro Angelo Magri la loro professione?

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IL PUNTO

PROFILO PROFESSIONALE: TUTELARE GLI INTERESSI DI TUTTI GLI OTTICI

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ra del tutto scontato che la presentazione dell’ultimo disegno di legge di modifica del profilo professionale dell’ottico-optometrista, per le modalità e i tempi della sua presentazione all’interno di un provvedimento di legge omnibus e all’insaputa di tutti gli aventi diritto a essere informati, suscitasse reazioni sdegnate e prese di posizione formali. Quando si è poi passati all’esame dettagliato del provvedimento, sconcerto e indignazione hanno accomunato i contrari ai molti che, in linea di principio, erano favorevoli a un riconoscimento pieno della figura dell’optometrista. Il contenuto della proposta Tomassini - Saltamartini contiene, infatti, tali elementi di novità rispetto alle proposte (tante) esaminate nel corso degli ultimi anni (tanti) da renderla contraddittoria con la linea di pensiero fin qui seguita (ma il vero pericolo non era cadere nelle mani degli oculisti?) e così scoordinata nella formulazione che restano comunque molti dubbi sulla sua possibile, concreta applicazione. Non è solo il testo della proposta, per gli effetti che avrebbe potuto provocare, a suscitare timori e perplessità, ma anche la sua distonia con il contesto in cui si sarebbe dovuto confrontare e cioè: la riforma dell’Università (congruità della consistenza scientifica e numero di iscritti), la carenza di ottici abilitati per lo sviluppo e l’aumento dei costi per la distribuzione specializzata. Infine, ma non da ultimo, la chiusura, espressa nel corso della sua visita a Mido, dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sull’inserimento degli ottici-optometristi nelle professioni sanitarie. Rispetto a tutto questo, qual è stata la reazione di chi ha ispirato e promosso questo tentativo, che è lecito definire un autentico colpo di mano? Sia pure con ritardo la voce di Federottica si è levata, non a sostegno delle ragioni che l’avevano spinta all’ennesimo fallimento di modificare il profilo professionale dell’ottico, ma per attaccare chi aveva dissentito nella forma e nella sostanza della proposta di legge. A sostegno della sua legittimità è stata richiamata l’unanimità con la quale questa era stata approvata in passato da tutta l’ottica. Questa tesi non appare molto solida, se si tiene conto della discontinuità fra la versione attuale e quelle proposte in passato e quanto è stato detto e fatto nel corso del 2010. Il peggio si è toccato, però, con la campagna di boicottaggio personale e professionale lanciata nei confronti degli “avversari” del provvedimento. Adesso spetta alle persone di buona volontà di fare sul serio, riprendere, discutere pubblicamente ed elaborare una proposta che esprima il sentiment Danilo Fatelli e gli interessi prevalenti di tutti gli attori della filiera ottica.

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STRATEGIE E MERCATO

OCCHIALERIA: LE MAJOR SEMPRE PIÙ LEADER Dopo tre anni di difficoltà a tutti i livelli, la produzione italiana di occhiali rafforza il proprio ruolo di leader mondiale nel segno della concentrazione, mentre seguita la crisi delle medie e piccole imprese con le inevitabili ricadute sul distretto industriale

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di Danilo Fatelli

uando una manifestazione fieristica ha poco successo ci si consola con l’affermazione che nell’era di internet le fiere non servono più e sono destinate a essere catalogate fra le specie scomparse. La mia opinione è che ci sono fiere ben fatte e altre no, ma soprattutto, poiché sono una delle tante facce del mondo della comunicazione, hanno un senso e interesse quelle che hanno qualcosa di importante e significativo da comunicare e che riescono a cogliere momenti e valori con forti connotazioni di attualità dei settori economici che vi espongono. Il Mido dell’edizione 2011 aveva tutti gli elementi per renderla una rappresentazione fedele e completa di quanto accade nell’ambito della filiera dei prodotti ottici a livello mondiale. Senza entrare nei dettagli di quello che la fiera ha messo a disposizione dei suoi visitatori, alcune cose meritano di essere segnalate. Innanzitutto la presenza a vario titolo dei diversi player del settore, non solo quelli che avevano qualcosa da vendere, che ha consentito, a chi ne aveva voglia e interesse, di scambiare opinioni e raccogliere informazioni utili a formarsi un quadro d’insieme della congiuntura e del sentiment dell’ottica. La contemporaneità con le manifestazioni degli altri settori dell’accessorio moda ha portato un contributo indiretto all’importanza e ai valori del “made in Italy“, in termini di sistema industriale e capacità creative originali, che è una delle cose la cui mancanza ci viene sempre rimproverata. Infine un compiacimento personale, le major dell’occhialeria mondiale, che come è noto sono tutte italiane almeno come collocazione delle loro sedi e dei siti produttivi più importanti, hanno rinunciato a mostrare i muscoli delle loro organizzazione commerciali e la loro presenza è stata giocata soprattutto in termini di immagine e di prestigio aziendale e dei loro marchi top, sottolineata dalla splendida ambientazione e animazione dell’area espositiva in cui erano presenti. Se esiste una rivalità con i cugini del Silmo, questo Mido, per qualità della sede, delle realizzazioni e dei servizi, ha segnato un bel vantaggio rispetto all’edizione nella “nuova” sede di Villepinte.

L’area delle grandi marche a Mido 2011

Lo stato dell’arte dell’occhialeria La presenza alla manifestazione ha consentito di acquisire dati e informazioni sullo stato di salute dell’ottica a cominciare da quella dell’industria ospite, l’occhialeria. I dati della produzione 2010, delle sue principali destinazioni e del sell in nel sistema distributivo forniti dall’Anfao, indicano il punto di arrivo di una fase congiunturale e lasciano intuire la partenza di un nuovo ciclo economico . L’occhialeria italiana, nonostante la disponibilità di un tessuto industriale molto composito in cui convivono, grandi multinazionali impegnate nella competizione mondiale, medie aziende che hanno saputo approfittare del loro effetto locomotiva e altre di carattere semi artigianale che hanno goduto della ricaduta dei grandi volumi e valori mossi dal settore, è entrata nella metà del primo decennio del secolo, come sistema e in particolare come distretto del Bellunese (rappresenta i tre quarti della produzione nazionale), in una spirale recessiva. Sotto la pressione della concorrenza dei paesi orientali il numero delle imprese si è dimezzato, mentre l’export, nel momento di maggiore caduta, ha subito una flessione importante, comunque in contro tendenza alla crisi della consistenza del sistema industriale. L’espansione dell’occhialeria italiana è però ripartita tra il 2009 e il 2010, con valori di grande significato, in un mercato della domanda e dell’offerta mondiale che sembra avere assunto una sua fisionomia precisa – come avvenuto in quasi tutti i settori di beni di largo consumo - splittata fra prodotti di posizionamento medio/basso e

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STRATEGIE E MERCATO confrontare un settore produttivo impegnato nella competizione su base mondiale in contrasto con paesi che godono di mano d’opera low cost, con la distribuzione specializzata nazionale. La produzione ha di fronte, in Italia, un sistema distributivo che, unico nel panorama della distribuzione europea, è restato sostanzialmente immutato nella sua consistenza numerica, nei caratteri strutturali improntati al frazionamento e di conseguenza al basso livello di concentrazione (dal 1° gennaio 2011 ha terminato di funzionare Kentral, il principale polo aggregativo della distribuzione e si è in attesa di vedere come funzionerà Vision Group) e alla scarsa dinamicità commerciale. Nel panorama dei principali paesi europei solo l’Italia, insieme alla Spagna, negli ultimi quattro anni ha fatto registrare flessioni del giro d’affari al pubblico. La scarsa dinamicità e aggressività del sistema distributivo italiano è in qualche modo figlia anche delle strategie commerciali dei grandi dell’occhialeria che non hanno tenuto conto dei suoi limiti e della lentezza del flusso dei prodotti, dal ciclo wholesale all’uscita dalle casse. In termini di consumi, nel corso degli ultimi tre anni, occhiali da sole e montature hanno subito una costante flessione del numero di unità vendute, più importante per il sole meno per le montature che si è abbinata a una declinazione del loro valore medio per cui il risultato finale è stato decisamente pesante. La documentazione di cui disponiamo conferma, da un lato la propensione dei consumatori a polarizzare le loro scelte in prossimità dei valori estremi della scala dei prezzi, dall’altro la scarsa propensione all’acquisto di prodotti di correzione come prodotto di un atteggiamento di cultura sanitaria figlia di una carenza di informazione e di stimolo al controllo. Questa tendenza non appare così nitida anche perché le azioni messe in atto dalla distribuzione hanno fatto aumentare il livello di promozionalità senza riferimenti a prodotti o marche o posizionamenti precisi. Il rischio di questa situazione è che, come sempre, quando mancano le idee e le strategie per conferire valore al sistema commerciale ci si rifugi nel prezzo.

prodotti alto di gamma e di nicchia. Le cinque aziende italiane, leader del mercato mondiale hanno confermato, con il loro portafoglio di griffe e la consistenza delle strutture commerciali, il loro peso nell’area dei prodotti di posizionamento alto con risultati migliori, ovviamente, nel sole (per incremento delle vendite e della quota) rispetto alle montature, nonostante un modesta flessione del valore medio. Nello stesso tempo le importazioni si sono affermate nelle montature con valori medi posizionati nelle fasce basse, in discesa ulteriore. Se ai rilievi quantitativi si sommano le opinioni e le esperienze dei produttori si delineano prospettive (che si sono concretizzate in un notevole incremento degli ordinativi anche in fiera) rassicuranti, all’insegna: • di una maggiore cautela dei grandi marchi di qualità nell’identificarsi con la qualità e l’origine cinese, che ha generato un ritorno di ordini nel nostro distretto produttivo; • nell’espansione delle nostre produzioni in nuovi mercati e nella conferma in molti di quelli tradizionali importatori del made in Italy; • nella generalizzata difficoltà dei distretti industriali cinesi a contenere inflazione e costi che sta spingendo molto imprese occidentali che avevano delocalizzato le produzioni a rientrare o comunque a pensarci. La crisi ha funzionato quindi come un processo di selezione naturale il cui risultato finale sarà la ricentratura del sistema sulle aziende più grandi, più efficienti e più specializzate, ma soprattutto più vicine al mercato mondiale. Come visto, la produzione nazionale è riuscita a riaffermare la sua leadership grazie alle dimensioni e all’internazionalità delle sue aziende leader, mentre a pagarne il prezzo sono state le aziende di piccola e media dimensione, tanto che in pochi anni il numero medio di addetti per impresa è passato da 18 a 29 unità. Lenti oftalmiche La produzione e la commercializzazione di lenti oftalmiche è ancorata da oltre un decennio sugli stessi volumi che per le caratteristiche e l’efficienza del sistema distributivo all’ingrosso corrispondono sostanzialmente alle vendite della distribuzione e naturalmente dei consumi reali. Il valore dei volumi commercializzati aumenta, sia pure lentamente, in relazione alla modifica del mix per il valore addizionale dei trattamenti e delle colorazioni e la quota delle lenti progressive, rispetto alle monolocali, è in costante sia pur lieve aumento. Il mercato Italia In questo contesto il mercato nazionale non contribuisce certo a rilanciare la produzione, d’altra parte non ci sono le condizioni per

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ATTUALITÀ

MILLEPROROGHE E TANTE DISCUSSIONI Abbiamo seguito con puntualità le vicende connesse all’inserimento nel decreto “Milleproroghe” di una proposta di legge di modifica sui generis denominata “Disposizioni in materia della professione sanitaria di Ottico-optometrista”. Ora proponiamo punto per punto il testo e un suo commento, unito ai riferimenti normativi in vigore entro il quale si sarebbe inserito

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di Danilo Fatelli

ve, tutte concluse con un nulla di fatto. Momento importante, naturalmente, la nascita nel 2001 di un corso di laurea triennale di ottica e optometria, presso la Bicocca di Milano, in cui sono stati investiti, unitamente alle spese legali connesse all’attività di proposizione legislativa, molti denari degli ottici. Senza entrare nel dettaglio dei contenuti dei progetti di legge che si sono avvicendati in questo lasso di tempo, si può affermare che si discostavano molto da quello che stiamo qui trattando, per la scelta dell’ambito formativo (medicina e non fisica e matematica), la cancellazione a priori di tutto il sistema formativo/professionale attuale, la messa a rischio delle tutele a difesa dei centri ottici specializzati e la creazione di due professionalità di diverso livello, destinate a convivere a lungo. Di recente, per la precisione nella prima metà del 2010, si sono avvicendati una serie di eventi che avrebbero dovuto dare un impulso diverso a questa storia infinita. Ci riferiamo al Congresso Zaccagnini di Bologna in cui, presenti la maggioranza degli attori della filiera ottica, fu deciso di affrontare in modo sereno e leale la convivenza delle due figure professionali, a seguito del quale scaturì l’incontro del 2 giugno scorso, in cui, con una partecipazione planetaria, fu deciso di approfondire questo percorso virtuoso alla ricerca di una soluzione condivisa da tutti. A stoppare quanto si stava avviando, è intervenuto il provvedimento di cancellazione della obbligatorietà dell’Ecm che ha richiamato l’attenzione di tutti fino all’incidente Milleproroghe. Riteniamo, quindi, che l’importanza del tema, destinato a non concludersi con questo episodio, necessiti di un’informazione e una discussione ampia e partecipata da tutte le componenti della filiera ottica. Naturalmente, commenti e riferimenti hanno lo scopo di aiutare la comprensione di una materia di per sé complessa, ma hanno il limite della soggettività del commento, per cui accoglieremo volentieri le opinioni e i commenti che i nostri lettori desidereranno esprimere.

l contenuto dei cinque articoli, di cui era composta, aveva molti elementi di discontinuità con proposte di legge presentate negli ultimi decenni e, per di più, per passare dalla fase di promulgazione a quella di attuazione sarebbero state necessarie numerose integrazioni in materie di competenza di diversi ministeri, per cui un giudizio sul tipo di provvedimento che ne sarebbe scaturito non può che rimanere sospeso. Al di là del fatto che la proposta di modifica contenuta nel breve articolato, presentato dai senatori Tomassini e Saltamartini, sia rimasta seppellita nelle migliaia di cancellazioni preventive alla discussione degli emendamenti che hanno accompagnato il decreto in questione, resta il fatto che il tema della revisione del profilo professionale dell’ottico richiede una sua rilettura e un suo adeguamento alle innovazioni tecnico scientifiche intervenute nell’ottica e nel mercato. La storia dei tentativi di modificare le norme che regolano l’attività professionale dell’ottico ha origini lontane, che risalgono al 1928, quando fu varato il R. D. 1334 che conteneva le norme che fino a oggi, sia pure integrate da provvedimenti di vario tipo, hanno regolato l’attività dell’ottico e quelle dei punti di vendita specializzati. Rifacendoci a tempi meno biblici, si può ricordare come negli ultimi vent’anni tutti i presidenti di Federottica si siano battuti perché la figura dell’ottico evolvesse verso quella dell’optometrista, con caratura universitaria, in aperto, e a volte aspro, contrasto con gli organismi di rappresentanza degli oculisti. Passaggi importanti di questa storia, che è parsa più volte dovesse concludersi nel senso auspicato da Federottica, sono stati: la nascita dell’Ecm, che sembrava dovesse accorciare, fino alle disgraziate vicende dello scorso anno, le distanze fra ottici e professioni sanitarie; l’istituzione di una serie di commissioni presso il Consiglio Superiore di Sanità, che avrebbero dovuto chiudere la partita, inclusa quella del 2007 della famosa unanimità dell’ottica, e delle successi-

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ATTUALITÀ PROPOSTA DI MODIFICA N. 2.0.195 AL DDL N. 2518 (Disposizioni in materia della professione sanitaria di Ottico-optometrista) COMMA 1. (Figura e profilo)

2. (Contesti operativi)

TESTO

NOTE, RIFERIMENTI E IMPLICAZIONI

a) È individuata la figura professionale dell'Otticooptometrista.

La figura professionale e l’attività dell’ottico abilitato sono disciplinate dall'articolo 12 del Regio Decreto 31 maggio 1928, n. 1334.

b) L'Ottico-optometrista è il professionista sanitario che, in possesso del titolo universitario abilitante, esegue, con autonomia professionale e responsabilità, mediante tecniche optometriche e metodi oggettivi e soggettivi, l'esame delle deficienze puramente ottiche della vista, svolgendo attività dirette all'individuazione, correzione e compensazione dei difetti ottico-refrattivi, approntando occhiali, lenti a contatto correttive ed estetiche, ausili visivi per ipovedenti nonché ulteriori futuri ausili ottici compensativi, correttivi, migliorativi e protettivi.

La definizione “professionista sanitario… titolo universitario abilitante” implica che il corso di laurea di I livello appartenga a una delle quattro classi delle lauree delle professioni sanitarie non mediche attivate e gestite dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Riferimenti normativi DM 2 aprile 2001, L 15 maggio 1997, n. 127 art.17, comma 95, e successive modificazioni, DM 3 novembre 1999, n. 509. art. 4, commi 1 e 2. Note La stesura della proposta di legge comporta il trasferimento della professione all’area medica con tutte le conseguenze che l’attuale legislazione in materia comporta.

c) L'Ottico-optometrista, in quanto esperto dell'ottica fisiologica, dell'ottica oftalmica, delle componenti fisiche e chimiche e delle applicazioni dei materiali e degli strumenti necessari a riso1vere le deficienze di cui al comma 2, può suggerire all'utente idonee attività di educazione visiva.

La dizione “suggerire” appare inadeguata a definire i comportamenti e le competenze della nuova figura e le implicazioni sull’attività dei centri ottici.

a) Nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 1, l'Ottico-optometrista opera mediante l'utilizzo degli strumenti tecnici e metodologici ritenuti più idonei, a esclusione di quelli afferenti alle competenze e alle attività medico-chirurgiche.

La formulazione del comma 2 avrebbe reso difficile determinare gli strumenti che l’Ottico-optometrista professionista sanitario può utilizzare, in quanto la maggior parte della strumentazione optometrica è anche in uso al medico/oftalmologico.

b) L'Ottico-optometrista provvede, altresì... alla fornitura diretta al pubblico e alla riparazione di lenti e occhiali, quando l'utente che ne dà la commissione presenta le lenti o le parti delle medesime di cui chiede il ricambio o la riparazione.

Il termine “altresì” configura l’attività di vendita e di “riparazione” complementare e non fondamentale per l’esercizio della professione. Più in generale la definizione del contesto operativo di vendita al pubblico non copre tutte le funzioni core business sulle quali è fondata l'attività dei negozi di ottica specializzata e non ne rivendica l'esclusiva rispetto agli altri canali di vendita. Riferimenti normativi DM 23 luglio 1998, DM del min. Sanità 3 febbraio 2003.

c) L'Ottico-optometrista, in nessun caso, svolge attività dirette all'accertamento di malattie, all'effettuazione di diagnosi, all'utilizzo e prescrizione di specialità farmaceutiche e all'elaborazione ed esecuzione di terapie compresa la correzione dei difetti visivi mediante laser a eccimetri o future tecnologie.

La genericità delle limitazioni tutela le altre professioni sanitarie, soprattutto quelle mediche e crea incertezza sull’evoluzione di alcuni ambiti optometrici. Sarà sufficiente una riclassificazione dei prodotti e/o strumenti per vedersi preclusi ambiti della professione optometrica. Ad esempio L’Italia ha appena recepito una direttiva europea che definisce la fluorescina un farmaco diagnostico. L’Ottico-optometrista abilitato non potendo utilizzare farmaci diagnostici non potrebbe utilizzare la fluorescina.

d) L'Ottico-optometrista svolge la sua attività autonomamente o in collaborazione anche con professionisti di altre aree sanitarie. Qualora abbia il sospetto o ravvisi un'alterazione morbosa nella normale capacità visiva dell'utente, lo invia al medico competente senza svolgere ulteriori valutazioni o compiere interventi di qualsivoglia tipo, salvo quelli che risultano indispensabili e urgenti al fine di evitare danni permanenti.

Questa definizione conferma il ruolo tecnico del profilo attuale e non apre diverse prospettive per la nuova figura.

e) L'Ottico-optometrista esercita la sua attività professionale in regime di dipendenza o libero professionale sia in strutture sanitarie pubbliche o private sia all'interno di strutture a carattere imprenditoriale.

Vengono confermati gli ambiti di attività attuali.

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ATTUALITÀ COMMA 3. (Percorso formativo e abilitazione professionale

4. (Abrogazioni)

5. (Equipollenze)

TESTO

NOTE, RIFERIMENTI E IMPLICAZIONI

a) Per esercitare la professione sanitaria di Ottico-optometrista è necessario conseguire la relativa laurea ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni, e dei decreti attuativi dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127 e successive modificazioni.

Il titolo universitario è totalmente diverso rispetto a quello attuale. Il conseguimento della laurea in Ottica e Optometria presso la Facoltà di Fisica e Scienze matematiche non abilita alla professione dell’ottico come configurata dalla legge del 1928, ma proprio su una legge di riforma veniva fondata la possibilità di conseguire l’abilitazione. Il presente progetto, viceversa, trasferendo il percorso formativo alla Facoltà di Medicina imporrebbe il conseguimento di una seconda laurea per perseguire l’obiettivo dell’abilitazione all’esercizio della professione ottica. Il testo implica una serie complessa di conseguenze: 1. La fine presumibile dei corsi di laurea attuali e la criticità delle prospettive occupazionali per gli studenti iscritti ai corsi. 2. La laurea conseguita con le modalità attuali non potrà presumibilmente essere considerata equipollente alla nuova abilitante. 3. Il probabile conseguimento facilitato della laurea abilitante di Ottico-optometrista da parte delle 22 professioni sanitarie (tra cui gli ortottisti) formate nell’ambito della Facoltà di Medicina. 4. La valutazione del fabbisogno di Ottici-optometristi richiesti dalla filiera ottica (numero chiuso annuale) verrà demandata al mondo medico/oculistico. Riferimenti normativi DL 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni art 6, comma 3; Legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, concernenti la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione ai sensi dell'art. 6, comma 3, del DL 30 dicembre 1992, n. 502, dell'art. 17, comma 95; Legge 2 agosto 1999, n. 264 3 art. 1, comma 1; DM Interministeriale MIUR e Sanità del 2 aprile 2001, decreto attuativo dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127 – articoli 1 e 2.

b) La laurea di cui al comma 1 costituisce titolo abilitante all'esercizio della professione sanitaria di Ottico-optometrista.

Valgono le note riportate al punto precedente.

c) Le Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze matematiche, fisiche e naturali, in collaborazione fra loro, provvedono alla formazione dell'Ottico-optometrista.

La collaborazione della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali conferma quanto specificatamente previsto per le classi delle lauree sanitarie non mediche la cui attivazione è demandata alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Riferimenti normativi DM Interministeriale 2 apr. 2001 art. 2, comma 1.

a) A partire dalla data di entrata in vigore del presente accordo; le disposizioni del decreto del Ministro della Sanità del 23 aprile 1992 (Disposizioni generali per 1'ammissione ai corsi per l'esercizio delle arti ausiliarie di Ottico e Odontotecnico, nonché la durata e la conclusione dei corsi stessi) e le disposizioni del decreto del Ministro della Sanità 28 ottobre 1992 (Disposizioni per l'ammissione ai corsi regionali per 1'esercizio delle arti ausiliarie di Ottico e Odontotecnico nonché la durata e la conclusione dei corsi stessi), limitatamente ai corsi per l'esercizio dell'arte-ausiliaria di ottico, sono abrogate, garantendo, comunque, il completamento dei corsi agli studenti già iscritti agli stessi.

Alla abrogazione dei Corsi di Ottica (gli istituti statali – IPIA – e Corsi regionali) si sommerebbe l'abrogazione delle qualifiche di “Operatore meccanico del settore ottico” che forma operatori qualificati che operano nei laboratori di confezionamento degli occhiali e non vengono indicati i percorsi formativi per le figure necessarie al funzionamento dei negozi e delle aziende al servizio degli ottici.

b) A partire dalla data di entrata in vigore del presente accordo, le disposizioni dell'articolo 12 del regio decreto 31 maggio 1928, n. 1334, che riguardano le mansioni dell'ottico, sono abrogate.

Non è configurato il trasferimento alla nuova figura professionale delle competenze dell’ottico abilitato (la cui figura viene abrogata). Inoltre, risulterebbe non disciplinata l’attività degli ottici abilitati non in possesso della nuova laurea, cioè la quasi totalità di quelli attivi attualmente.

c) A partire dalla data di entrata in vigore del presente accordo, l'allegato B del decreto del Ministro della Sanità 3 maggio 1994, recante le determinazioni delle attrezzature tecniche e strumentali degli esercenti le arti ausiliarie, che elenca le attrezzature tecniche e strumentali per gli ottici, è abrogato.

Non viene esplicitato di quali strumenti e di quali tecniche dovrebbero usufruire le due figure – Ottico optometrista laureato e Ottico abilitato - che per alcuni decenni avrebbero dovuto convivere all’interno della filiera ottica. Riferimenti normativi DM Sanità del 3 maggio 1994.

d) Sono altresì abrogate tutte le norme regolamentari emanate prima dell'entrata in vigore del presente accordo, che,siano incompatibili con quelle in esso contenute.

Per effetto di questo punto verrebbero abrogati i due decreti che tutelano le prerogative distributive dei centri ottici specializzati. Riferimenti normativi DM 23 luglio 1998 “Disposizioni relative al commercio degli occhiali in attuazione dell'art. 20 del decreto legislativo n. 46/1997” art. 1. DM Sanità del 3 febbraio 2003 “Guida all’utilizzo delle lenti a contatto, avvertenze, precauzioni e rischi collegati all’uso”, comma 1, art. 1 e l’allegato “A”.

a) I titoli di ottico conseguiti in base alla normativa vigente prima dell'entrata in vigore del presente accordo, nonché quelli conseguiti dagli iscritti ai corsi di cui al comma 1 dell'articolo 4, sono idonei al proseguimento dell'attività professionale secondo le norme vigenti prima dell'entrata in vigore del presente accordo».

Sorge il dubbio che con l’entrata in vigore di questo testo tutti gli ottici abilitati verrebbero considerati alla stessa stregua, non essendo fra l’altro chiaro chi avrebbe – per titoli e competenze – diritto a fare domanda di equipollenza. Il rischio che si intravede è quello della creazione, di fatto, di due livelli professionali con diversa qualificazione professionale e quindi, in funzione del tipo di ottico che lo gestisce, in centri ottici di serie A e centri ottici di serie B.

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©2011 Intercast Europe S.r.l. Tutti i diritti riservati. NXT è un marchio registrato di Intercast Europe S.r.l. Trivex è un marchio registrato di PPG Industries Ohio, Inc.

Una correzione non può impedire ai pazienti di approfittare dell’incredibile esperienza visiva del mondo che li circonda. Questo non avviene con le lenti sole/vista NXT® Rx. L’esperienza visiva più completa è possibile attraverso la Tecnologia “Light Translation,” studiata appositamente per migliorare il Contrasto ed il Controllo Dinamico della Luminosità riducendo l’Abbagliamento. Questa tecnologia è incorporata nel materiale Trivex®: un materiale ultra-trasparente, ultra-resistente e ultra-leggero. Le lenti NXT Rx sono oggi disponibili presso le aziende ottiche leader. Chiedi al tuo fornitore di lenti o visita il sito www.nxt-vision.com per maggiori informazioni sulle differenze che le lenti NXT Rx potranno portare nella vita dei tuoi pazienti.

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ATTUALITÀ

CON ESCHENBACH L’IPOVISIONE SI FA “EASY” Il programma Easy Vision e la collaborazione con Ash Technologies consolidano la leadership del gruppo tedesco

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di Valentina Grassini

La sede principale di Eschenbach, a Norimberga

'azienda fondata nel 1913 da Joseph Eschenbach si colloca attualmente in una posizione di leadership nel settore dell’ipovisione e rappresenta anche uno dei primi dieci gruppi al mondo nella distribuzione di montature da vista. Il suo successo, consolidatosi negli anni, è frutto di scelte intelligenti e importanti collaborazioni, complici, inoltre, l’eccellenza dei materiali e la professionalità della squadra che si è susseguita nel corso del tempo. I numeri, del resto, parlano chiaro: oltre 150 milioni di euro di fatturato nel 2010, pari al 40% del mercato mondiale dell’ipovisione. «L’azienda ha ormai raggiunto una posizione di prestigio in questo settore – afferma Luca Mannucci, key account e responsabile della strumentazione per Luca la filiale italiana – Mannucci, Questo, grazie anche key account e a joint venture straresponsabile della tegiche, come quella strumenconclusa nel 2009 tazione per con Ash TechnoloEschenbach Italia gies, in virtù della quale Eschenbach è divenuta il primo fornitore completo di ausili visivi ottici ed elettronici a livello mondiale». L’alleanza con l’azienda

inglese, fondata da tre soci di cui uno ipovedente, ha giovato ulteriormente alla salute del gruppo tedesco, permettendo a quest’ultimo di compiere notevoli passi avanti in termini di differenziazione e personalizzazione ai massimi livelli: Eschenbach realizza, infatti, dodici differenti tipi di video ingranditori, per offrire un servizio efficiente e adeguato a soddisfare le esigenze delle varie condizioni delle persone con una capacità di visione compresa tra i valori 1 e 3, la fascia chiamata a delimitare il range dell’ipovisione. «L’azienda, il cui fatturato generale è rappresentato per il 30% proprio dalla strumentazione per l’ipovisione, il 60% dal reparto delle montature e il restante 10% dai binocoli e l’ottica per il tempo libero, ha, inoltre, avviato un interessante programma destinato a tutti coloro che, pur non rientrando nella categoria dell’ipovisione, presentano comunque problemi di acuità visiva», continua Mannucci. L’Easy Vision, questo è il nome dell’iniziativa lanciata dall’azienda tedesca sempre nel 2009, si rivolge principalmente alle persone ultrasessantacinquenni, che solo in Italia rappresentano il 26% della popolazione totale, e si propone come un valido aiuto da abbinare all’uso dell’occhiale, con lo scopo di garantire autonomia e, quindi, una migliore qualità della vita, grazie a soluzioni semplici e innovative che offrono una maggiore capacità di visione. Si tratta di una serie di sistemi ottici d'ingrandimento, di facile utilizzo, che aiutano il

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soggetto a mettere a fuoco in maniera migliore e che incrementano la sua acuità visiva, riportandola a condizioni di normalità. Nel corso degli ultimi anni, del resto, Eschenbach ha sviluppato una serie di significative novità tecnologiche: dalla lente con rivestimento indurente cera-tec alla lente diffrattiva, che permette di produrre degli ipercorrettivi con uno spessore molto basso, di 4 mm e mezzo circa, per citarne solo alcune; fino alla prima lente d’ingrandimento digitale con tecnologia Amoled, ovvero con lo schermo al plasma, presentata quest’anno. E nelle montature? «Nel 1988 Eschenbach ha introdotto il primo occhiale in titanio con memoria, proponendo la collezione Titanflex», spiega ancora Mannucci. L’impegno e la costante ricerca da sempre manifestati dal gruppo sono stati più volte riconosciuti, tanto che alcuni dei prodotti Eschenbach hanno ricevuto premi per il design e la qualità e sono stati persino esposti in celebri “vetrine” di fama internazionale, come il Moma di New York, a conferma dell’eccellenza che accompagna il brand. «Nel 2009 il gruppo ha anche acquisito la licenza di Marc’O Polo – sottolinea il manager italiano – un marchio di origine svedese molto

Due nuovi modelli della linea Titanflex, in titanio con memoria

forte nel Nord Europa, che si distingue per l’utilizzo di materiali naturali e per un design raffinato che concede spazio anche all’aspetto fashion, senza però tralasciare qualità e tecnica». Sempre nello stesso anno, inoltre, Il gruppo ha rilevato Tura, azienda di eyewear che da oltre 70 anni opera sul mercato americano e canadese, imponendosi come uno dei fornitori leader di occhiali vista e sole, portando così a sei i marchi di montature in portafoglio.

CON BRYAN ADAMS LE CANTA A TUTTI Nel 2011 Eschenbach ha scelto di legare la propria immagine a un celebre personaggio del panorama musicale internazionale che si distingue non solo per i suoi successi ma anche per uno stile di vita sobrio, ispirato ai valori della solidarietà e dell’altruismo. Con Bryan Adams (nella foto), Eschenbach lancia, infatti, otto inediti modelli, cui si aggiungono tre montature dell'elegante collezione Titanflex Selection che si annuncia ricca di raffinate innovazioni tecniche e cromatiche. Oltre al cantante canadese, che da decenni è sulle scene internazionali con ballate romantiche dalla veste rock, Eschenbach ha scelto per la linea giovane Humphrey’s dai tratti grintosi le Tatu, un gruppo musicale russo che ha ottenuto una rilevante notorietà internazionale nel decennio scorso.

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VISIONOTTICA TORNA IN TV Da fine aprile a metà maggio il premium brand di Vision Group sarà ancora protagonista, sempre su Canale 5 e sempre in prima serata

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di Angelo Magri

sarà sostenuta da una comunicazione su stampa e web, tra cui La Gazzetta dello Sport, per allargare il target dei consumatori coinvolti. I 210 punti vendita VisionOttica allestiranno così nuovamente i propri centri ottici con la comunicazione Stress Visivo. I dati registrati tra ottobre e marzo confermano la bontà della strategia di comunicazione avviata da VisionOttica. In poco meno di cinque mesi, infatti, da quando è partita la campagna sullo Stress Visivo in televisione, sono state quasi 47 mila le visite al sito web dell’insegna, con oltre 202 mila visualizzazioni di pagine. In evidenza il dato delle nuove visite: 50,82%, segno che il messaggio diffuso attraverso le telepromozioni su Canale 5 ha stimolato l’interesse e la curiosità di molte persone che ancora non conoscevano il tema o l’insegna. Un’ulteriore conferma viene, poi, dal numero di pre-test sullo Stress Visivo effettuati via web: quasi 9.800. Anche i mass media hanno dato rilevanza alla campagna e ai progetti di VisionOttica, con oltre 55 articoli negli ultimi 4 mesi su testate nazionali, locali e on line che trattano temi di benessere e salute, nei quali i giornalisti hanno approfondito il tema dello Stress Visivo.

opo il successo della campagna sul Test dello Stress Visivo di fine ottobre scorso, ripresa poi in gennaio, all’interno di Striscia la Notizia, VisionOttica torna in prima serata su Canale 5 con sei telepromozioni (due a puntata di 40” e 60”) nella trasmissione “Il Senso della Vita” condotta da Paolo Bonolis. «Prosegue così con grande impegno ed entusiasmo la volontà di far crescere e rendere sempre più nota al consumatore l’insegna VisionOttica – spiegano alla direzione marketing del premium brand di Vision Group, che entro il 2015 conta di diventare la prima insegna per le famiglie italiane, in termini di notorietà e quota di mercato - Grazie agli ottimi riscontri conseguiti dal marchio con le due precedenti campagne e ai miglioramenti che ogni volta possiamo ottenere, continueremo a parlare di Stress Visivo approfondendo i temi “Lenti Progressive” e “Occhiali da Sole”». E, infatti, le telepromozioni saranno supportate, rispettivamente agli argomenti sopra citati, da due partner di eccellenza: Essilor con le lenti Varilux e Safilo con gli occhiali Carrera. Oltre alla presenza in Tv la campagna

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TECNOLOGIA, TRADIZIONE E SERVIZIO AL TOP Sono i punti chiave del nuovo Zeiss Store Ottica Ricci di Siena di Angelo Magri

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PER UN’ESPERIENZA D’ACQUISTO UNICA Se pensiamo al mondo del retail, è evidente come oggi sempre più frequentemente i consumatori siano alla ricerca di esperienze d’acquisto coinvolgenti e capaci di trasmettere loro valori definiti, veicolati dalla marca che dà vita a queste esperienze, che consentono l’identificazione nel proprio status sociale. «Si pensi ai Centri Apple Store, Ikea, Ferrari Theme Park, ai Centri dei franchising più noti – spiegano alla direzione marketing di Carl Zeiss Vision Italia - Allo stesso modo è chiaro come salute e benessere siano divenuti beni irrinunciabili e la ricerca di informazioni sia pratica quotidiana e necessaria per soddisfare la voglia di sapere di una clientela sempre più esigente. Riportando il focus nel mondo dell’ottica, tutte queste considerazioni non possono essere sottovalutate e sulla base delle stesse nasce la proposta Zeiss Experience, che anno dopo anno, dal suo lancio nel 2009, sta annoverando un numero sempre crescente di centri ottici sostenitori in tutto il mondo. Zeiss Experience si propone di offrire agli ottici, che sposano la filosofia, la possibilità di rendere l’acquisto di un occhiale un’esperienza unica da ricordare e da desiderare di rivivere».

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icci significa cinque negozi a Siena, due con l’insegna Ottica Ricci e altrettanti con Stravedo Optical Store. Il quinto? È lo Zeiss Store Ottica Ricci, inaugurato alla fine di febbraio presso Blue Cube, il nuovo complesso edilizio alle porte della città del Palio, caratterizzato da una serie di negozi su strada e uffici. Centoquaranta metri quadrati di ampiezza, cinque vetrine, disposto su un livello aperto su due lati: si tratta del quinto punto vendita nato sulla base del concept “Zeiss Experience”. «Sin da quando aprì il primo negozio, nel 1951, mio

Dario Ricci, titolare dello Zeiss Store di Siena, nella sala di refrazione del nuovo centro ottico

padre espresse il desiderio di lavorare in partnership con aziende di qualità – spiega Dario Ricci, seconda generazione della family chain toscana – E già negli anni ’90 stava cercando una collaborazione di prestigio per valorizzare il punto vendita. Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto ad accettare la proposta di Zeiss». Lo Zeiss Store Ottica Ricci, che segue due punti vendita Maxoptical di Marsala e Mazara del Vallo, Bardelli a Milano e Tulis a Udine, propone il top in fatto di sala di refrazione, professionalità del personale, strumentazione, servizio e offerta di lenti oftalmiche. «Volutamente l’esposizione di montature non è particolarmente “spinta”, perché puntiamo sulla vendita assisti-

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ta», spiega Dario Ricci, che ci lavora personalmente insieme a tre collaboratori. Gli slogan utilizzati per promuoverlo rendono al meglio la filosofia che sta dietro questo progetto: “noi ci prendiamo cura dei tuoi occhi” e “ottici per passione, professionisti per scelta”. «Oltre al concetto di benessere visivo, abbiamo voluto fondere tradizione e innovazione, che caratterizzano la storia della famiglia Ricci e quella della stessa Zeiss – racconta l’ottico senese – Questo mix risulta evidente anche nella compresenza in negozio di strumenti di ultima generazione del brand tedesco, come i.Profiler, e pezzi storici, quale un frontifocometro di fine ‘800 e una vetrina con le lenti cult degli anni ‘50».

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L’OTTICA? MOLTO FAMILIARE…

Respirare il mestiere sin dall’infanzia e farlo proprio, condendolo con passione, impegno e fantasia. Sono gli ingredienti di Valentina Farneti, ultima generazione della storica catena lombarda

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di Valentina Grassini

ontinua il viagbambina. «Ho sempre amato questa gio nel mondo attività, essendo cresciuta praticamente dell’occhialeria nell’ambiente e avendo sempre visto la in rosa e, per mia famiglia all’opera, tanto che, per questo mese, ingioco, sin dall’età di quattordici anni, tratervistiamo una scorrevo il sabato pomeriggio in negozio delle donne più giovani del settore, che per apprendere, curiosa, i trucchi del gestisce il negozio La boutique dell’ocmestiere – afferma Valentina – E così ho chiale, della catena Marziali e Farneti, iniziato ad acquisire una sempre magnella città di Bergamo. La mattina in giore familiarità con un mestiere che è cui facciamo visita a diventato con il tempo Valentina Farneti nel una mia reale passio«Questo lavoro mi suo punto vendita di via ne». E, infatti, ValentiPapa Giovanni XXIII, è permette di coltivare na, dopo una laurea fredda e grigia, compli- i due grandi interessi in design industriale ce una pioggia incerta e un periodo trascorche ho da sempre: e un cielo plumbeo, ma so a lavorare presso moda e design» l’incontro con la giovaaziende di moda nella ne ottica e l’ambiente Bergamasca, è tornata caldo e accogliente del suo centro, fanno alle sue origini, avendo a che fare con la immediatamente dimenticare i contratgestione diretta di uno dei punti vendita tempi atmosferici della giornata. Ha un della catena fondata dal padre e dal sorriso dolce e un aspetto da ragazzisuo socio. «Sono sempre stata appasna, e prima ancora di entrare nel vivo sionata di moda e design e, sebbene della conversazione ci parla della sua possa non sembrare così, il mio lavoro passione per questo mestiere al quale, mi permette di coltivare questo interesse dice, si dedica sin da quando era una che ho da sempre – afferma – La scelta

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dei campionari rappresenta, infatti, uno degli aspetti che preferisco della mia attività: la ricerca delle novità, nei modelli e nei

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Nei nostri occhiali trovi la creativita di chi li progetta, la qualita dei materiali che utilizziamo, l'attenzione di chi li produce, la competenza di chi li vende e l'intelligenza di chi li acquista. Aprire un negozio NAU! in franchising significa fare un investimento redditivo, contenuto e con un ritorno veloce, grazie ad una formula che sostituisce il superfluo all'essenziale. Contattaci per fissare un incontro in uno dei nostri negozi o nella nostra sede di Castiglione Olona (Va) oppure mandaci una mail franchising@nauottica.com

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Sotto l’interno del punto vendita La boutique dell’occhiale a Bergamo, in via Papa Giovanni XXIII. La titolare predilige brand di nicchia: l’ultimo in ordine di tempo è L.A. Eyeworks (a sinistra)

Timberlake. Si tratta di una rivisitazione dello stile nerd, ormai in voga da un po’ e, pare, destinato ad avere ancora lunga vita nel mondo dell’eyewear. La linea sta riscontrando un grandissimo successo anche qui da noi, e siamo molto contenti perché abbiamo osato e siamo stati premiati», continua soddisfatta l’ottica. La differenziazione della clientela rappresenta un punto fondamentale della politica di gestione dei vari punti vendita di proprietà Marziali e Farneti. Infatti i vari centri, seppur legati da linee guida comuni e da una precisa identità generale, colori, delle linee ancora poco conosciute che possano attirare l’attenzione dei clienti in una realtà piccola come quella di Bergamo dove, molto spesso, i trend dell’ultim’ora necessitano di un po’ di tempo per attecchire ed essere accolti con favore». Accompagnare i clienti per mano verso tendenze innovative, spesso audaci, coinvolgerli e aiutarli a conoscere nuove strade inesplorate rappresenta una sfida quotidiana stimolante per la giovane ottica, che nel suo punto vendita ha cercato di dare un’impronta originale e moderna, differenziandolo dall’altro storico centro Marziali e Farneti di Bergamo, situato in via Zambonate. Il negozio gestito da Valentina, infatti, punta su un determinato tipo di clientela: giovane, alternativa e moderna, con uno spiccato interesse per la moda e le tendenze. «La stessa posizione, in una zona di passaggio come quella della stazione, non è casuale e ben si sposa con la filosofia che abbiamo adattato per il nostro negozio – afferma l’ottica - Stranieri e studenti rappresentano, infatti, una buona fetta dell’affluenza di via Papa Giovanni XXIII, e sono il target ideale per un centro ottico che cerca di proporsi con un’immagine fresca e originale e che aspira ad aprirsi il più possibile al “non ancora visto”». E questa missione viene sempre più confermata dall’impegno che l’ottica bergamasca dimostra nella ricerca di stimoli interessanti che arrivano dal mondo esterno. «Da qualche mese ho deciso di puntare su Los Angeles Eyeworks – rivela - Un brand che negli Stati Uniti va per la maggiore, essendo stato scelto da famose celebrities americane, tra cui Scarlett Johansson e Justin

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“vivono di vita propria”, rispondendo a quelle che sono le particolari esigenze di ognuno. E tipo di clientela e posizione del centro ottico rappresentano due aspetti fondamentali per la gestione del negozio. «Tutti i vari collaboratori – spiega Valentina – hanno da sempre molta libertà. Certo, ci si incontra periodicamente per dettare e definire le direttive principali del gruppo, ma poi, in base a quelle che sono le necessità e le richieste di ognuno, si agisce in piena autonomia». Nei prossimi mesi, inoltre, il negozio organizzerà un interessante evento dedicato al lancio della collezione Trussardi 1911, in occasione del centenario del brand del levriero, anch’esso di origine bergamasca. «È un modo per unire due tradizioni di Bergamo, un’idea originale per potenziare l’immagine della nostra città e continuare anche un progetto iniziato lo scorso dicembre con un’anteprima della collezione Trussardi che ha concesso ai nostri centri ottici l’esclusiva», conclude Valentina.

Valentina Farneti con Linda Masserini, collaboratrice storica del centro ottico bergamasco

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TODAY, TOMORROW… B2EYES! Il primo quotidiano dell’ottica, lanciato dalla società che pubblica questa rivista, completa l’offerta d’informazione al centro ottico, integrando non soltanto l’approfondimento cartaceo mensile, ma anche l’aggiornamento professionale via web

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nternet si avvia a diventare la prima fonte d'informazione negli Stati Uniti, superando nettamente la televisione. Lo conferma un recente studio del Pew Research Center. E la tendenza è ormai marcata anche nella fascia d’età fra i 30 e i 49 anni. Lo scorso anno il 65% degli internauti americani ha pagato per ottenere materiali digitali dal web: l’informazione è al quinto posto con il 18%, due punti in più rispetto ai film. In Europa, secondo Ejo, l’Osservatorio europeo sul giornalismo, nel 2013 Internet avrà un’importanza uguale se non superiore alla televisione. Per non parlare della Cina, dove il numero degli internauti, già il maggiore del mondo, è cresciuto nel 2010 a 450 milioni, con un aumento del 20,3% rispetto all’anno precedente. In Italia, secondo i dati di Audiweb Database, a gennaio risultavano 25,8 milioni gli italiani

di Angelo Magri

che si sono collegati a Internet almeno una volta, con un incremento dell’11,6% rispetto allo stesso mese del 2010. Cresce, inoltre, anche l’audience online nel giorno medio (+11,3%) che raggiunge una media di 12,6 milioni di utenti attivi che hanno navigato

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per 1 ora e 40 minuti, consultando 201 pagine per persona. Cosa c’entrano la nostra rivista e il settore dell’ottica con questi dati? Lo scenario macro ci consente di spiegare perché B2Vision ha deciso di affiancare agli strumenti web già attivi (b2eyes.com e

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ATTUALITÀ

In queste pagine alcuni numeri di b2eyes TODAY, che ha debuttato il 15 marzo scorso

Meno immediata, forse, è la diffeglassesandfashion.com) un altro renza con l’informazione presente prodotto, complementare sia al nello stesso portale. B2eyes.com è portale sia al cartaceo. Martedì 15 diventato ormai marzo, infatti, uno strumento “di è uscito il pri“In meno di due anni lavoro” per gli mo numero di Internet diventerà oltre 7 mila ottici b2eyes TODAY, il la prima fonte che ogni lunedì primo quotidiano dell’ottica in d’informazione, negli Usa a mezzogiorno ricevono la newsItalia. La sinergia e in Europa, superando letter riepilogacon il mondo addirittura tiva delle notizie web di b2eyes la televisione” della settimana: è evidente: solo informazioni di gli oltre 9 mila elevato livello professionale, utili a utenti registrati a b2eyes.com migliorare e rendere più efficiente possono riceverlo, tutte le mattine la gestione del punto vendita. Il puntuale alle 7, nella loro mail.

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portale proseguirà su questa linea, offrendo sempre, con attenzione e tempestività, news di supporto al business del centro ottico. A sua volta b2eyes TODAY vuole offrire quotidianamente una panoramica allargata sull’ottica: proposte delle aziende, impressioni dalle principali fiere, osservazioni sul resto del mondo, idee dalla moda, persino spunti di riflessione extra settore. L’obiettivo? Realizzare una completa sinergia dell’offerta informativa al canale ottico, ulteriormente valorizzata dall’approfondimento garantito dagli 11 numeri all’anno di b2eyes magazine.

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LA REGINA DEL COLORE Sguardo di chi ne ha viste di tutti i colori, nel vero senso della parola, e occhi che guardano al futuro. Sì perché alla Mazzucchelli 1849 di Castiglione Olona, in provincia di Varese, la direttrice creativa Regina Rossi lavora sempre proiettata a “quello che andrà di moda”

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all’ufficio stile Regina Rossi detta le tendenze degli occhiali in acetato, in ogni stagione, da più di trent’anni. Ha visto crescere un giovane Alain Mikli e diventare il createur per eccellenza, ha visto l’evoluzione dello stile e imporsi colori forti e stravaganti non soltanto nell’occhiale da sole, ma anche nel vista, ha vissuto la crisi dell’acetato nel periodo minimalista degli anni Novanta e della nascita del glasant. «Subito dopo Mido ci siamo messi al lavoro per la stagione 2012-2013 – dice Rossi - L’occhialeria sta diventando un po’ pronto moda, adesso non c’è più stagionalità: le aziende necessitano delle integrazioni nelle proprie collezioni con una certa regolarità». Ma come nasce la tendenza? «Mazzucchelli fa parte dal 1950 del Comitato Moda cui partecipano tutti i fabbricanti dei tessuti: ogni anno vengono informati su quello che potrebbe essere il trend sulla base di studi di ricercatori – spiega Rossi – Non si tratta solo di studi scientifici ed economici, ma soprattutto di sensazioni: una volta “dettato” il trend, il resto sta tutto nella capacità di chi ha queste informazioni di elaborarle nella maniera più originale e di successo». Personalmente Rossi racconta di leggere innanzitutto libri di tendenze, che rappresentano gli appunti e le spiegazioni dei ricercatori socio-economici, poi segue molto il design da cui «provengono tutte le idee più innovative» e, infine, è influenzata dall’amore per il cinema.

di Francesca Tirozzi

Regina Rossi, colour research manager in Mazzucchelli 1849

«Ricordo i film Amadeus e La mia essere creatore senza la razionalità Africa che hanno influenzato il gusto – sottolinea Rossi – Soprattutto nella della gente senza che se ne accorrealizzazione di un occhiale, in cui gesse: penso a è fondamentale «Ricerca, ma anche quegli anni in cui il fattore “portavocazione matematica: si sceglievano bilità”». Ma come accessori, tra i non si può essere creatori nasce una collezioquali gli occhiali, ne? «Bisogna tener senza la razionalità, che ricordavaconto che oggi soprattutto per realizzare l’80% di lavorazione no i colori e le atmosfere di quei viene realizzata su un occhiale» film». E, infine, il misura: si tratta di tocco personale rappresentato dalla disegni o colorazioni dati in esclusiva vocazione matematica. «Non si può alle aziende per personalizzare e ren-

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L’installazione che Mazzucchelli 1849 ha realizzato per l'ultimo Mido

ALTRO CHE ANNI DI PIOMBO…

dere unici i propri prodotti – spiega Rossi – Così nasce l’esclusiva. Negli altri casi dal concetto portante della collezione si sviluppa una scelta di tonalità, che include sempre i basici avana, tartaruga e nero». Regina Rossi mostra con soddisfazione i modelli per la prossima stagione: la couvette è uno scintillio di colori, ma il classico sfumato (dallo scuro del frontale al più chiaro verso il basso) è stato reinterpretato in chiave inversa. «Sarà la tendenza per le prossime collezioni – aggiunge Rossi – Unita al rosa, che ha sempre faticato a prendere piede nell’occhialeria, unita al biondo italiano, una tonalità di giallo, chiamato in questo modo perché piaceva e veniva ordinato solo nel nostro paese, ma che oggi trova un ottimo riscontro anche all’estero, in particolar modo negli Stati Uniti». C’è stato però un periodo in cui l’acetato ha subito una crisi? «Certo, negli anni Novanta, il periodo minimalista in cui il metallo andava per la maggiore e si erano fatti grossi sforzi per innovarlo, creando disegni tramite transfer – racconta Rossi - Anche noi all’epoca avevamo fatto qualcosa del genere con l’acetato, ma per Mazzucchelli fu un momento di grave crisi, tra il 1998 e il 1999. Anche la nascita del glasant ha inciso notevolmente sulla nostra crisi». Dopo quel periodo negativo, la Mazzucchelli di Castiglione Olona è tornata a risplendere, anche grazie alla passione e alla creatività di Regina Rossi.

«Erano gli anni in cui la moda italiana stava esplodendo in tutto il mondo, grazie a nomi come Armani, Soprani, Ferrè o Versace. Ma erano anche gli anni in cui nasceva l’occhiale “creativo”, grazie a un giovane francese di origini armene, Alain Mikli, che adorava l’acetato e che dall’acetato sapeva tirar fuori non soltanto un modello, ma la sua vera anima». Ed erano gli anni - aggiungiamo noi – in cui una giovane laureata in Letterature straniere, convinta d’insegnare a scuola, si trasferiva da Milano a Varese per inseguire un sogno chiamato “Centro O”. «Era il 1977, fui chiamata da Mazzucchelli per occuparmi di questo progetto avvincente, ma assolutamente inedito: il primo centro di ricerca stilistica sull’acetato». Così Regina Rossi descrive i propri esordi, con il tono che ne caratterizza la persona, ma anche l’attività: semplice, ma deciso, ricco di passione. Una passione che ancora oggi, a quasi 35 anni dal giorno in cui entrò nella sede di quello che è l’indiscusso leader mondiale nella creazione e produzione di lastre in acetato, la porta a confrontarsi con i migliori brand del mondo e le maggiori griffe. «Mikli fu tra i primi miei clienti, un mostro creativo, fuori dal comune: è stato molto divertente e interessante collaborare con lui - racconta Rossi – Affermarsi come stilisti nel settore dell’occhialeria è oggi più difficile. Il sistema attuale, infatti, più organizzato ma anche più omologato rispetto a prima, non permette ai giovani di esprimere fino in fondo tutte le loro capacità. Come, invece, poteva fare un Mikli, alla fine degli anni ‘70». Da qui il suo consiglio alle nuove leve. «Andate controtendenza, esprimete la vostra creatività». Lo stesso consiglio che Rossi ha dato a Elena Orsi Mazzucchelli, sesta generazione della famiglia proprietaria dell’azienda di Castiglione Olona, la futura “Regina” dell’acetato mondiale. Alain Mikli, uno dei primi clienti di Regina Rossi, da lei stessa definito “un mostro creativo”

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CONNECTION, L’ARTE SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI Observe, think, connect sono le parole chiave (e il logo) del brand di eyewear che ha fatto della connessione con il mondo del pensiero la sua cifra caratteristica di Valentina Grassini Alcune delle opere di dieci artisti digitali provenienti da ogni parte del mondo, esposte durante la serata all’Hangar Bicocca a Milano in occasione dell’ultimo Mido

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è, infatti, una collezione di occhiali di design fortemente collegata al mondo della cultura, che punta sull’alta qualità dei materiali e delle lavorazioni, ma che si distingue per un ottimo rapporto qualità-prezzo. Si tratta di un prodotto lineare e minimalista con una propria identità, che è ispirato ai valori del design e dell’arte, senza però mai eccedere nei modelli e nei colori. Per l’ultima collezione del brand, ad esempio, presentata lo scorso Mido, sono stati utilizzati materiali innovativi: astine flessibili in betaplax e lamine in acetato medicale fototranciante con inserimenti in silicone antiallergici. Sobrietà e stile, invece, per i modelli e le gradazioni cromatiche. «Abbiamo cercato di tradurre i valori che ispirano la nostra collezione con degli occhiali dal design originale ma minimal e con punti di colore innovativi che però non sfociassero nell’eccesso», continua Castellani. Un aspetto imprescindibile del marchio è l’interesse per il mondo della cultura e dell’arte, nelle

l brand inglese Connection si inserisce nel canale dell’eyewear di design portando una filosofia del tutto nuova che è in grado di allacciare legami e interessanti relazioni con l’universo dell’arte e della cultura. «Si tratta di un prodotto d’èlite che ha saputo unire la ricercatezza del design a costi contenuti, arrivando ad aprire una nuova strada all’occhialeria di nicchia di fascia media - spiega Stefano Castellani, distributore esclusivo per il mercato italiano del brand, oltre alle linee Vision by Conran e William Morris London, anch’esse di estrazione britannica - Non necessariamente per avere una montatura di design, originale e dalla veste artistica, bisogna spendere cifre che fanno girare la testa. È una precisa scelta ideologica, anche in un momento storico come il nostro, attanagliato dalla crisi e dal rallentamento dei mercati internazionali, con cui il brand intende esplorare una nuova via nel mondo dell’eyewear». Connection

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DESIGNER

Due modelli vista della linea Connection, dal design lineare e minimalista

sue molteplici sfaccettature, che si traduce in eventi interessanti che permettono di creare un linguaggio affascinante e stimolante tra le varie sfere del pensiero, mettendo in comunicazione tra loro mondi spesso poco esplorati e conosciuti. Quest’anno, ad esempio, al termine della prima giornata di Mido, Connection ha organizzato una mostra collettiva che ha riunito una decina tra i migliori talenti mondiali nelle nuove tecniche di arte digitale e 3D. L’evento si è tenuto presso il Bistrot dell’Hangar Bicocca a Milano e ha visto l’esposizione delle opere di dieci artisti digitali provenienti da ogni parte del mondo, due dei quali di nazionalità italiana. I protago-

nisti dell’evento “CG Connection: Immagine-Occhio- Mente” erano, infatti, grafici professionisti che lavorano per grandi aziende di produzione (film, cartoni animati, videogame, grafica pubblicitaria) e che nel tempo libero applicano liberamente le tecniche digitali al linguaggio poetico e concettuale tipico dell’arte. «L’incontro è stato il primo in Italia dedicato alle tecniche digitali e al loro potenziale artistico – spiega Stefano Castellani – Si tratta dell’espressione di giovani talenti che hanno dato libero sfogo alla propria immaginazione per creare delle vere opere d’arte “vestite”della tecnologia del futuro, sviluppando uno stile molto efficace e privo di filtri accademici». Inoltre, gli ottici intervenuti alla kermesse hanno potuto scegliere gratuitamente un’opera tra quelle presentate da esporre nel loro negozio. Figure femminili, scenari paesaggistici e immense architetture di evocazione fantasy sono stati i temi prediletti dai dieci artisti che Stefano Castellani, distributore esclusivo per il mercato italiano di Connection, durante la mostra “CG Connection: Immagine-Occhio- Mente”

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hanno accolto questa sfida e sono riusciti ad applicare le sofisticate tecniche digitali alla dimensione dell’arte, creando dei capolavori che guardano al futuro senza dimenticare il valore della creatività e dell’immaginario artistico. «Un modo originale per dimostrare le estreme potenzialità del linguaggio artistico in tutte le sue sfaccettature - continua Castellani - Dalla pittura alla fotografia fino alla più avanzata tecnologia digitale, che rappresenta la filosofia alla base di Connection». Sempre nell’ottica di un fil rouge immaginario ispirato alla dimensione dell’arte e della cultura, che contraddistingue tutte le iniziative firmate Connection, anche lo scorso anno il brand ha organizzato una serata interessante «all’insegna del cervello» in uno degli scenari più innovativi e moderni di Milano, il Caffè Roialto. L’evento prevedeva una formula originale, vicina al quiz televisivo, il cui compito era quello di stimolare l’attività del pensiero: rispondendo a 5 domande di cultura generale, infatti, i presenti avrebbero potuto aggiudicarsi una montatura del marchio. E sono in fase di lavorazione altre manifestazioni che Connection ha in progetto di organizzare per i prossimi mesi e che continuano quel dialogo con l’arte che è stato il fondamento e l’origine del brand inglese.

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CONSULENTE

GLI OCCHIALI DA VISTA RIDUCONO LE IMPOSTE

di Tobia Chiesurin consulente aziendale Zaccariotto & Furlan srl

Per detrarne l’acquisto nella dichiarazione dei redditi basta un'attestazione dell’ottico dalla quale risulti che la "protesi" serve a sopperire a una patologia del contribuente oppure dei familiari: la prescrizione medica non è necessaria per le attività in cui si intrattengono rapporti diretti con il paziente

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i avvicina l’appuntamento annuale con la dichiarazione dei redditi, modello attraverso cui ogni singolo contribuente vanta il diritto a ridurre il reddito complessivo, ovvero l’imposta lorda, sulla base degli oneri e delle spese sostenute nel periodo considerato. Tra le tante voci che riducono l’importo dovuto al fisco, ritroviamo le spese sostenute per l’acquisto di occhiali da vista, lenti a contatto e liquidi per lenti. ONERI DEDUCIBILI E SPESE DETRAIBILI Le voci messe a disposizione delle persone fisiche per la riduzione della propria Irpef possono essere distinte tra deduzioni e detrazioni. Si intendono deducibili gli importi che vengono "scontati" dal reddito e riducono la base imponibile su cui poi calcolare le imposte (per esempio i contributi previdenziali o alcune donazioni). Sono, invece, detraibili gli importi che riducono l'imposta vera e propria, ovvero vengono scalati da quest’ultima. Il vantaggio per il contribuente consiste nel fatto che sulle somme che

sono considerate deduzioni non si paga un’imposta pari all’aliquota marginale dell’imposta sul reddito cui è soggetto il contribuente. Se tale aliquota è del 27%, non si pagherà il 27% del totale dell’importo delle deduzioni dichiarate. La detrazione fiscale, invece, è un’agevolazione che opera sull’imposta anziché sul reddito imponibile; su quest’ultimo verranno “detratte” le somme che costituiscono una detrazione. Queste possono essere stabilite dal fisco (detrazioni per carichi familiari, per categorie di lavoro) o possono essere applicate dal contribuente. Gli oneri deducibili sono più convenienti per i redditi elevati, in cui l’aliquota marginale è superiore. LE SPESE PER L’ACQUISTO DI ATTREZZATURE SANITARIE: ONERI DETRAIBILI In base a quanto disposto dall'art. 15, comma 1, lett. c), del T.U.I.R., i possessori di reddito possono detrarre dalle proprie imposte personali (Irpef) un importo pari al 19% delle spese sanitarie, per la parte che eccede 129,11 euro, sostenute nel corso dell'anno per sé e per i propri familiari a carico. Le spese mediche detraibili comprendono, oltre alle prestazioni chirurgiche, alle analisi, alle

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indagini radioscopiche, alle prestazioni di un medico generico, ai ricoveri collegati a interventi chirurgici o degenze, al ricovero di una persona anziana in casa di cura, all’assistenza infermieristica e riabilitativa e all’acquisto di medicinali, anche l’acquisto o l’affitto di protesi e attrezzature sanitarie. Definire quali attrezzature siano effettivamente detraibili non è sempre così immediato; per chiarire ogni dubbio, l’Agenzia delle Entrate ha, con risoluzione del 29 settembre 2009, n. 253/E, precisato che in caso di incertezza sull’individuazione della spesa relativa all’acquisto di dette apparecchiature, al fine del riconoscimento dell’agevolazione fiscale, è necessario verificare se le apparecchiature acquisite siano inserite dal Ministero della salute nella Classificazione Nazionale dei Dispositivi Medici (CND). In tale elenco tassativo rientrano anche gli occhiali da vista: le spese riguardanti sia l’occhiale da vista completo di lenti sia l’approntamento dei rispettivi occhiali (nonché le lenti a contatto e i liquidi per la loro manutenzione, ndr) se prescritto da un medico o se effettuato da un ottico optometrista, risultano infatti essere detraibili. Qualora l’acquisto di occhiali sia effettuato senza la prescrizione medica, occorre l’attestazione

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CONSULENTE rilasciata dall’ottico, dalla quale risulti la necessità dell’acquisto per sopperire a una determinata patologia (Circolare n. 95/E del 12/05/2000). La prescrizione medica non è, infatti, necessaria per le attività per le quali la legge permette di intrattenere rapporti diretti con il paziente: è questo il caso dell’attività degli ottici optometristi che si occupano della vendita degli occhiali da vista. In questa fattispecie, quindi, se non viene emesso lo scontrino parlante, basta un'attestazione dell’ottico dalla quale risulti che l'acquisto dell’”apparecchiatura" serve a far fronte a una patologia del contribuente oppure dei familiari (ciò consente di evitare la detrazione di spese sostenute per semplici occhiali da sole). In ogni caso non sono comunque detraibili le spese per l'impiego di metalli preziosi nella montatu-

ra di occhiali. Quando l’onere è sostenuto per i familiari a carico la detrazione o la deduzione spetta al contribuente al quale è intestato il documento che certifica la spesa. Se, invece, il documento è intestato al figlio fiscalmente a carico, le spese devono essere suddivise tra i due genitori nella misura in cui sono state effettivamente sostenute. ALTRI ONERI DETRAIBILI Altre detrazioni di rilievo riguardano gli interessi passivi derivanti da mutui ipotecari contratti per l’acquisizione dell’abitazione principale, con un limite massimo di spesa ammissibile di 4.000 euro. Anche su tali oneri, come per le spese mediche, spetta una detrazione del 19%: la detrazione è dovuta se il mutuo è stato contratto per

l'acquisto di un immobile destinato ad abitazione principale. Le condizioni per poter usufruire della detrazione sono l'esistenza di un contratto di mutuo, un’ipoteca a garanzia, residenza in Italia o in paesi Ue con stabile organizzazione in Italia, annotazione degli estremi dell'atto di acquisto dell'immobile sul certificato degli interessi pagati all'istituto di credito. Anche sull’acquisto di mobili, apparecchi televisivi e computer, di classe energetica non inferiore ad A+, finalizzati all’arredo di immobili ristrutturati, è prevista una detrazione del 20% calcolata su una spesa massima complessiva non superiore a 10.000 euro, da suddividere in cinque rate annuali di pari ammontare. Di seguito vengono riepilogate deduzioni e detrazioni previste per l’anno 2010.

Deduzioni

Detrazioni

Contributi previdenziali e assistenziali

Spese mediche (medicinali, scontrini, ticket, visite specialistiche,…)

Inail casalinghe

Interessi passivi su mutuo prima casa

Quota Ssn pagata sui premi di assicurazione autovetture

Premi di assicurazione vita/infortuni

Erogazioni liberali a istituzioni religiose

Spese per assistenza personale

Assegni periodici corrisposti al coniuge in caso di separazione

Spese funebri relative a familiari

Contributi versati per colf e badanti (quota a carico del datore di lavoro)

Spese di istruzione secondaria/universitaria/specializzazione

Spese mediche e di assistenza specifica per i disabili

Spese per attività sportive ragazzi da 5 a 18 anni

Contributi ai fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale

Spese di intermediazione immobiliare per chi ha acquistato abitazione principale

Contributi e donazioni a Onlus – Ong – Enti Universitari, ecc (solo se pagati con bonifico, c/c, carta di credito o strumenti tracciabili)

Spese per canoni di locazione

Contributi per forme pensionistiche complementari e individuali

Erogazioni liberali Spese per interventi di recupero edilizio (36%) Spese per interventi risparmio energetico (55%) Spese per l’acquisto di mobili, apparecchi televisivi, computer ed elettrodomestici finalizzati all’arredo di immobili ristrutturati Spese per la sostituzione di frigoriferi, congelatori e loro combinazioni, a elevata efficienza; per l’installazione di motori a elevata efficienza

Ogni spesa precedente deve comunque essere attentamente analizzata; in quanto per fruire del diritto alla detrazione/deduzione è necessario verificare la presenza di tutta la

documentazione necessaria richiesta nelle istruzioni delle dichiarazioni dei redditi e nelle circolari ministeriali. Se il contribuente, a seguito di richiesta dell’Agenzia, non sarà in grado di esi-

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bire idonea documentazione relativa alle deduzioni, alle detrazioni, alle ritenute, ai crediti d’imposta indicati o ai versamenti, sarà applicata una sanzione amministrativa.

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MEDITAZIONI

PICCOLE COSE QUOTIDIANE Ascoltare e coinvolgere gli interlocutori sono la chiave di tutto ciò che facciamo e valgono più di qualsiasi formula di marketing, soprattutto se la comunicazione è accompagnata da un sorriso, da benessere e serenità

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a primavera porta voglia di cambiamento, di luce, di chiarezza. Dopo l’inverno, al chiuso e al buio, occorre una bella depurazione: cogliamo l’occasione per eliminare il vecchio, le tossine accumulate, e far spazio al nuovo, generare una rinnovata vitalità. Abbiamo voglia di luce, di sole, di gioia, di serenità e di bellezza. In Italia, bellezza ne possiamo trovare davvero tanta, è una nostra risorsa meravigliosa, un valore speciale, di cui possiamo godere ovunque, come natura, come arte, come spontaneità, in tutto il territorio nazionale. Ecco, io, nel mio quotidiano, voglio essere in contatto con la bellezza, voglio avere il tempo di coglierla, nelle persone che incontro e nelle strade in cui cammino, nelle persone che amo, e nell’ambito in cui lavoro. Mi voglio impegnare a portare serenità, credo che sia più importante di ogni successo materiale del lavoro, anzi credo che riuscire ad avere e a trasmettere armonia sia il successo migliore e più desiderabile. La mia più stretta collaboratrice sta vivendo un periodo particolarmente felice della sua vita: è una meravigliosa pila atomica che emana felicità, è contagiosa, impregna l’ambiente di questa sua gioia radiosa. Mi accorgo che, con lei vicina, siamo tutti più sorridenti, abbiamo più voglia di ridere,

di Luisa Redaelli direzione comunicazione Vega sviluppiamo con una maggiore creatività, in scioltezza, serenamente, lavoriamo molto bene, tutto scivola positivamente, con piacere. Che differenza immensa quando si entra in contatto con persone arrabbiate, nervose, incattivite! Già la vita stessa porta sorprese dolorose, esperienze difficili, situazioni tristi, cui spesso dobbiamo adattarci, senza scelta, se pensiamo a quanto accaduto in Giappone, l’esperienza del terremoto, che in Italia ben conosciamo purtroppo. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto avvenimenti di grande e inevitabile sofferenza da attraversare, quindi sappiamo quanto possa essere difficile continuare a esistere, quanto si allontani la voglia di gioire, sotto il peso di reali problemi. Allora perché non cercare di vivere bene quei momenti privi preoccupazioni gravi che la vita ci regala? Tutto nell’universo è complementare, ha due facce: possiamo scegliere, il bene o il male. Io voglio vicino a me chi mi aiuta a stare bene e voglio cercare di far stare quanto meglio possibile chi mi sta vicino. Voglio interagire con le persone vere, spontanee, creative, libere, leggere, voglio interagire con chi mi parla apertamente, serenamente, con il cuore, voglio comunicare con le persone che guardano davvero e vedono, ma sono poche, troppo poche. Molte guardano e non vedono, non ascoltano, addirittura spostano persino fisicamente lo sguardo, gli occhi sfuggono. Mi piace la sensazione di uno

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sguardo intelligente appoggiato su di me, è una sensazione quasi fisica: dedicare qualche istante all’ascolto vero, attento, partecipe dell’altra persona, almeno il tempo necessario per comprendere, per dare spazio a quella sacra espressione di sé di cui ognuno di noi ha diritto. Quanto brutto è entrare in un negozio e non essere nemmeno guardati per un saluto, quanto è sgradevole sentirsi liquidare senza aver avuto il tempo di chiedere, dire, esprimere. Che occasione lasciata e persa, quella di non cercare, almeno per un attimo, di cogliere l’unicità dell’interlocutore. La qualità del lavoro si esprime anche nella qualità dei rapporti umani che sappiamo costruire e mantenere.

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MEDITAZIONI

LA POESIA

Sono certa che in questa logica di rapporto, volto all’ascolto, alla serenità, al positivo, alla fiducia – una parola bellissima! – ogni attività quotidiana possa solo andare bene. Non la rabbia, non l’insoddisfazione costante, non il sacrificio cieco, non la falsità, non l’invidia. Il sorriso, la sincerità, la positività, l’armonia, la gentilezza, l’apertura al nuovo, l’attenzione al talento delle persone, al valore delle idee: questi e tanti altri simili sono la dinamica del successo. Aver fiducia nei collaboratori, lasciar spazio all’intuizione, lasciare a ognuno il proprio ritmo e rispettarlo. Il rispetto delle persone, del lavoro, dei denari, propri e altrui: ecco cosa penso che abbia un senso. Sapete che recenti studi scientifici hanno dimostrato straordinarie analogie fra il nostro cervello e l’intestino? Hanno la stessa conformazione, si assomigliano anche visivamente e nell’intestino sono stati trovati dei neurotrasmettitori identici a quelli che ci sono nella sede cerebrale e sono ritenuti i responsabili delle connessioni che determinano il pensiero. Fantastico, no? Fin dall'antichità e in altre tradizioni culturali-scientifiche, si afferma che la pancia (intestino) è la sede secondaria delle emozioni e principale dell'inconscio. Recenti studi di neurogastroenterologia hanno confermato che il cervello enterico esiste, eccome, e che funziona autonomamente da quello superiore. Oltre al cervello contenuto nel cranio, che soprassiede alla formazione del pensiero logico-razionale, praticoelaborativo, ne esiste un altro, che ha circa 100 milioni di neuroni, disseminati come una maglia a rete attorno all'intero intestino (“dentro nella testa, la radice della parola contiene la parola testa”). Questa rete neuronica complessa, un vero e proprio cervello autonomo, è il più antico cervello, legato alla sopravvivenza dell'animale e dell'uomo. I due cervelli, il cranico e

l'enterico, sono connessi dal nervo vago. Il cervello enterico, detto addominale o viscerale, nella sua evoluzione, oltre a soprassedere alle funzioni vitali, manifesta proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni e all'inconscio. Vi sono teorie che affermano l’esistenza di tre cervelli nella scatola cranica: il rettiliano, più antico, primitivo, stimola le reazioni di sopravvivenza, percepisce la realtà attraverso il tatto e l’olfatto; il mammaliano, che si è sviluppato per definire i rapporti sociali, concepisce l’“io” e il “tu”, l’affetto, la concezione dell’altro essere vivente; il cervello corticale, che ci definisce in quanto esseri umani, dove si realizza l’elaborazione del pensiero creativo, progettuale. Questi cervelli funzionano in noi, contemporaneamente, istintivamente. Più ne saremo consapevoli, più ci rispetteremo e sapremo rispettare gli altri. Più ne saremo consapevoli, più sapremo ascoltare e comunicare, arrivando a coinvolgere noi stessi e gli interlocutori in senso più ampio. Sembrano sciocchezze o elucubrazioni incoerenti, ma non è così, perché la chiave di tutto ciò che facciamo, per avere un senso compiuto, deve essere nella comunicazione. Quale meravigliosa formula di marketing potrà mai essere di successo se chi la applica non saprà ascoltare e comunicare? E con cosa comunichiamo, noi poveri umani, smarriti e sgomenti? Non solo con la parola, è certo! Con un sorriso, con un espressione aperta, con una folata di benessere e di serenità. Trasmesso questo, trasmesso il mondo. Dammi un sorriso, dammi il tuo sguardo attento su di me e non ti lascerò più. Fammi lo sconto stratosferico, vendimi il mondo intero, la griffe, l’oro colato, la lente più tecnologica del mondo: lo fai con rabbia, con falsità, con sentimenti negativi? Probabilmente non torno più. Dammi quello che vuoi, con affetto, con rispetto, con un po’ di

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Se avessi il drappo ricamato del cielo, intessuto dell’oro e dell’argento e della luce, i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte dai mezzi colori dell’alba e del tramonto, stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi: invece, essendo povero, ho soltanto i sogni; e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi; cammina leggera, perché cammini sui miei sogni. William Butler Yeats, da “Il vento tra le canne”, 1899 William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – RoquebruneCap-Martin, 28 gennaio 1939) è stato un poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese, premio Nobel per la letteratura nel 1923

gioia: ti verrò sempre a cercare. Indulgenza reciproca e comprensione, non abrasione, non giudizio; pazienza e comprensione, non invidia e cattiveria. Più studio e approfondisco, più è chiara la consapevolezza che oltre ogni splendida teoria del marketing, non me ne vogliano i professoroni e gli esperti, se non ci sono queste basi umane, non si va lontano affatto. Quindi, pensiamo alle grandi o piccole teorie, ma ricordiamoci il semplice assioma, ogni giorno, ogni momento: tutti abbiamo bisogno di affetto e comprensione, di accoglienza e di rispetto. Questo è forse uno scritto un po’ strano, e forse deluderà chi si aspetta di leggere strumenti pratici-applicativi, utili per la gestione professionale nel nostro settore dell’ottica. Sarà la primavera, ma ho sentito il bisogno di toccare questi temi, proprio per un impulso diverso, per qualcuno sarà banale per qualcuno, magari melenso e fuori luogo: mi scuso con chi si è annoiato, ma spero di essere arrivata a chi, oggi, ha bisogno di un piccolo richiamo, per aprire la finestra e odorare con piacere i profumi della nuova stagione. Auguri a tutti, per tutti i giorni.

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La tecnologia d’avanguardia firmata Hoya


Stabilità Rotazionale e Strofinamento dell’Occhio durante l’Utilizzo di Lenti a Contatto Toriche Gerard Cairns, PhD, MCOptom Introduzione Avere una visione chiara e nitida dal risveglio fino a quando si va a dormire senza fluttuazioni visive è importante per chi porta lenti a contatto. Per chi è astigmatico ottenere questo risultato può essere più difficile, specialmente quando il valore dell’astigmatismo è relativamente basso, inferiore a 1.00 D. Questi pazienti a volte vengono corretti con lenti sferiche, con una correzione visiva non ottimale. Per chi porta lenti a contatto toriche ci sono altre circostanze che incidono sulla visione come, ad esempio, strofinarsi gli occhi e la stabilità rotazionale delle lenti. In uno studio globale sui pazienti con correzione visiva, le esigenze più importanti dei pazienti astigmatici nella scelta dei prodotti per la cura dell’occhio1 erano la qualità della visione e una visione più naturale possibile. Tra i 1.624 pazienti astigmatici partecipanti alla ricerca, il 46,5% ha ammesso di avere una visione appannata e offuscata, e l’87% trovava questo molto fastidioso. Questi pazienti dicono di non aver ancora individuato una soluzione completamente soddisfacente a questi sintomi e di essere molto interessati a trovarne una1. Dal momento che il 70% di questi pazienti astigmatici dichiara di far riferimento al proprio Contattologo per informazioni sulla correzione visiva sicura, è questa figura professionale che deve scegliere la modalità di correzione più idonea per l’astigmatismo1. In molti casi le lenti a contatto toriche morbide sono la scelta ottimale; tuttavia ci sono fattori che occorre tener presente nella scelta del miglior brand di lenti.

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Lo strofinamento degli Occhi e l’effetto sulla Rotazione durante l’Uso di Lenti a Contatto Toriche Anche se ci sono stati molti progressi nello sviluppo delle lenti a contatto toriche, la loro rotazione continua a incidere sulla visione, e questo accade normalmente quando il paziente ammicca o si strofina gli occhi2. Secondo una ricerca recente su 502 pazienti tra 18 e 44 anni utilizzatori di lenti sferiche e toriche, i portatori di lenti si strofinano gli occhi regolarmente, e lo fanno per vari motivi3. Quello più frequente è il prurito, la stanchezza e la presenza di detriti sotto la lente (Figura 1)3. Lo studio riportava che l’87% di chi utilizza lenti toriche si strofina gli occhi circa 6,3 volte più di quanto lo fa chi utilizza lenti sferiche3. Strofinarsi gli occhi può interagire con la visione in un portatore di lenti. Chi utilizza lenti toriche si accorge che le lenti si muovono spontaneamente e che occorre rimetterle in posizione3. Da un punto di vista clinico questo

si manifesta sotto forma di disturbi visivi, evidenziato dal fatto che il 77% dei pazienti con lenti toriche in questa ricerca lamentava una visione fluttuante e instabile oppure visione appannata dopo essersi strofinato gli occhi. Circa un portatore su tre di lenti toriche dice che ci vogliono fino a 30 secondi perchè la visione si normalizzi3. La visione fluttuante è il sintomo più fastidioso in certe attività come la guida notturna, il lavoro a computer, oppure la presenza di depositi sopra o sotto la lente (Figura 2)3.

La Stabilità è la Chiave per Gestire le Fluttuazioni Visive con Lenti Toriche Il modo migliore per gestire queste fluttuazioni è prescrivere una lente in grado di ritornare rapidamente in posizione di sguardo primario. Il recupero rotazionale si riferisce a quanto velocemente una lente recupera la posizione dopo essere ruotata come, ad esempio, con lo strofinamento

Figura 1 Motivi più frequenti che portano a strofinarsi gli occhi durante il porto di lenti toriche.3

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Ventilatore sulla faccia

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degli occhi2. Ogni produttore di lenti toriche utilizza una propria geometria di stabilizzazione per le proprie lenti, con lo scopo di incrementarne la stabilità e il recupero rotazionale (Tabella 1). In uno studio di G. Cairns (2010), è stata valutata la stabilità rotazionale di due diverse geometrie di lenti toriche2. I risultati mostrano che la geometria Quick Alignment System™ rispetto a quella Accelerated Stabilization Design ha un maggior recupero rotazionale medio, nei 10° di orientamento primario di sguardo in un minuto. Il tipo di geometria di stabilizzazione può avere un impatto sulla correzione visiva ottenuta, e questo è un fattore in più da considerare quando si raccomanda una lente torica per correggere l’astigmatismo.

Conclusione Gli utilizzatori di lenti a contatto toriche morbide sono altamente motivati dalla

Figure 2: Occasions when toric lens wearing patients find fluctuating vision bothersome. Figura 2 Occasioni in cui gli utilizzatori di lente torica trovano fastidiosa la visione fluttuante.3

Guidando l’auto

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promessa di un recupero rotazionale più veloce delle loro lenti3. Molti vorrebbero che il proprio Contattologo

Come Funziona

Quick Alignment System

Nella parte inferiore della lente c’è il prisma di bilanciamento con uno smusso per il comfort a 360° che riduce la massa della lente in modo omogeneo lungo tutta la periferia. La zona ottica variabile minimizza le variazioni lungo lo spessore verticale al variare del potere, grazie alla variazione dei diametri delle zone ottiche anteriore e posteriore. Il profilo bilanciato dello spessore stabilizza la lente rispetto alle forze statiche e dinamiche delle palpebre durante l’ammiccamento e nella posizione di occhio aperto.

Accelerated Stabilization Design

Questa geometria impiega quattro zone attive nella zona medio-periferica della lente per minimizzarne la rotazione. Queste zone sono più spesse rispetto al resto della lente. Le zone di stabilizzazione sono localizzate all’interno dell’area interpalpebrale della lente. Le zone sottili all’apice ed alla base della lente permettono alla pressione palpebrale di stabilizzare la lente impedendone la rotazione.

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Tabella 1 Geometrie Utilizzate con le Lenti Toriche Morbide per Facilitare la Stabilità ed il Recupero Rotazionale.

Geometria

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prescrivesse una lente che riprende più rapidamente posizione dopo essersi strofinati gli occhi3. Quindi la stabilità rotazionale deve essere considerata quando si sceglie una lente a contatto torica morbida. I Contattologi possono ridurre l’incidenza dei problemi di stabilizzazione delle lenti toriche. Scegliendo una lente con il sistema di stabilizzazione Quick Alignment System™ si ottengono risultati superiori rispetto alla geometria Accelerated Stabilization Design.

Bibliografia 1. 2. 3.

Market Probe Europe. Needs, Symptoms, Incidence, Global eye Health Trends (NSIGHT) Study. Dicembre 2009. Cairns G. Rotational stability of silicone hydrogel toric contact lenses. Optician. Gen 8, 2010:26-28. Gillmeister E. Decision Analyst. Rub Your Eyes Consumer Research. Marzo 2010.

© Bausch & Lomb Inc 2011. ™/® indicano marchi di Bausch & Lomb Incorporated. Tutti gli altri marchi appartengono alle Aziende che ne sono proprietarie.

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LA SEL EZ N E L L ’ A P IO N E D E L P O RTATO PL RE M O R B ID IC A Z IO N E D I LENTI E MULT IF A V IS IO N E S IM U O C A L I LTANEA di Franc esco Va r g e ll in i LA CON TATTO L O G IA S P E C IA L IS T IC A TRA PR E FUTU ESENTE RO di Marco T o va g li a NUOVE G O M A T E O M E T R IE E R IA L I IN N di Ange lo M a g r i O V A T IV I?

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LA SELEZIONE DEL PORTATORE NELL’APPLICAZIONE DI LENTI MORBIDE MULTIFOCALI A VISIONE SIMULTANEA Sono le più performanti per i soggetti che richiedono una visione dinamica con tempi di lettura non prolungati e con necessità di maggior impiego su distanze intermedie

L

Francesco Vargellini docente di optometria e contattologia Istituto Benigno Zaccagnini

e lenti multifocali per semplicità le possiamo dividere in due famiglie: le lenti a visione simultanea e le lenti a visione alternata. Le prime sono le più diffuse, sia tra le lenti morbide che rigide, mentre quelle a visione alternata, essendo in gran parte realizzate nel comparto rigido gas-permeabile, per loro natura pongono limiti per essere applicate in larga scala. Le “simultanee” sono sicuramente più performanti per i soggetti che richiedono una visione dinamica, con tempi di lettura non prolungati e con necessità di maggiore impiego su distanze intermedie. Le lenti a visione alternata, invece, per geometria di distribuzione diottrica, assomigliano alle lenti oftalmiche, consentendo una maggiore soddisfazione visiva in circostanze in cui il passaggio tra lontano e vicino non debba essere repentino.

Fig. 1 Distribuzione del potere rifrattivo in una lente morbida con funzionamento a visione simultanea. In particolare si tratta di una lente con geometria centro –vicino: il cono centrale rappresenta il picco massimo di potere positivo in grado di determinare l’addizione utile per vicino, mentre l’area periferica soddisfa la richiesta visiva per distanza

Le lenti a visione simultanea, come si può evincere dalla stessa definizione, sono in grado di sviluppare insieme due diverse focali che giungono contemporaneamente a sollecitare la retina. Queste lenti sono tutte concepite per sfruttare la doppia focale simultanea attraverso le variazioni che il diametro pupillare compie nell’alternanza di passaggio tra la visione in distanza verso quella prossimale. Il residuo accomodativo, unitamente alla miosi a esso collegata, permette la concentrazione di fuoco nell’area centrale della lente destinata, appunto, al vicino impedendo, inoltre, alle focali periferiche dell’area per lontano di raggiungere la retina. In pratica è il processo interpretativo dell’annebbiamento, costruito a livello corticale, che porta alcuni soggetti a imparare a gestire o limitare la fase iniziale di alonatura, in letteratura detta “blur”, data dalla visione sovrapposta delle due focali primarie (potere sferico per lontano e potere sferico per vicino). L’addizione si crea grazie all’utilizzo di superfici asferiche controllate (aberrazione sferica artificiale costruttiva) o mediante zone di diffrazione. È importante notare, però, che in assenza di stabilità dinamica di una lente applicata, se pur con il giusto potere correttivo, in un soggetto predisposto ai meccanismi di controllo dell’aberrazione, questa non permetterà un buon risultato visivo proprio perché non in linea con il forame pupillare.

Dinamiche e aspetti applicativi L’occhio di un soggetto presbite può presentare alcune differenze da quello di un soggetto più giovane: • differenze ottico-fisiologiche • differenze anatomiche Tralasciando tutte le problematiche fisio-patologiche associate all’occhio senescente possiamo definire e considerare una serie di caratteristiche di interesse contattologico. Condizioni oculari tipiche dell’ età presbiopica • palpebre: riduzione della tonicità palpebrale, posizione e funzione dei puntini lacrimali • film lacrimale: possibile riduzione del volume lacrimale basale, modifiche della qualità e quantità del film lacrimale • cornea: diminuzione dell’estesia di superficie • retina: riduzione della luminanza retinica in proporzione all’eventuale presenza di opacità fisiologica del cristallino.

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Selezione del portatore La selezione del paziente è fondamentale, ma non per questo si deve pensare di poter applicare soluzioni di tipo multifocale, solo in alcuni sporadici casi. Volendo stabilire una serie di fattori utili per identificare i portatori di lenti multifocali possiamo considerare elementi tra loro non direttamente connessi: • pupillometria: o più semplicemente, valutazione del diametro e dell’escursione pupillare. Sfruttando l’eccentricità della distribuzione del potere per lontano da quello per vicino, si può dire che, idealmente si dovrebbe avere una buona escursione tra diametro in luce diurna (diametro fotopico) comunemente detto “miosi”, e il diametro notturno (diametro scotopico) o midriasi, in modo da avere una migliore escursione e allo stesso tempo un’efficace alternanza tra l’energia luminosa utilizzata per comporre le due immagini principali (vicino e lontano) con conseguente minore sensazione di “blur” (sovrapposizione, alonatura e sbavatura) • ametropia sferica: è predisponente la scelta di soggetti con un valore nell’ipermetropia superiore a 1.00 Dt mentre nella miopia il valore non sia pari o simile a quello dell’addizione richiesta. In altre parole non è di aiuto che il soggetto veda perfettamente in visione naturale alla distanza prossimale (potrebbe preferire togliere gli occhiali) anche se, nel caso sia già un abituale portatore di lenti a contatto, questo precetto decade grossolanamente. • addizione: la necessità di un’addizione non elevata (es. <1.75 Dt) aiuta un migliore adattamento, mentre una richiesta di addizione superiore a 2.50 Dt risulta una cattiva premessa (spesso è necessario aggiungere un occhiale in abbinamento alle lenti a contatto in circostanze visive legate alla ricerca di maggiore dettaglio prossimale). Pochi sono i soggetti che accettano una soluzione parziale del problema presbiopico ma, dove necessario, l’adozione di un occhiale di rinforzo temporaneo può essere ben accetta. Età del portatore: l’addizione è principalmente legata all’età, ma alcuni soggetti possono avere spesso bisogno di un valore diverso, superiore o inferiore a quello medio anche di 0,50 Dt • astigmatismo refrattivo: l’assenza di astigmatismo ci permette di giungere a un risultato più performante evitando l’adozione di lenti di ricettazione. Per queste vale la possibilità di poter correggere anche astigmatismi consistenti senza perdite di prestazione (fino a circa Cil 2.50 Dt). Occorre essere nella situazione più auspicabile in cui il cilindro risulti minore di 1.00 Dt meglio se monoculare, o ancora se trascurabile in entrambi gli occhi. Utilizzando lenti di tipo disposable non è possibile avere la correzione nominale dei difetti cilindrici, se non in maniera estremamente parziale (0.25 Dt, massimo 0.50 Dt) • geometria della lente: nelle geometrie asferiche più diffuse, l’addizione sviluppata al centro o in periferia, può

richiedere alcuni aggiustamenti. Il diametro pupillare e la differente posizione della focale simultanea possono, infatti, richiedere un potere addizionale più elevato di quello oftalmico. Tuttavia, nel caso si debba aggiungere un potere addizionale maggiore di 0.50 Dt, le possibilità di adattamento sensoriale del soggetto diminuiscono in conseguenza alla compressione che il valore di addizione deve subire, migliorando la nitidezza prossimale, ma aumentando l’instabilità della visione a tutte le distanze • motivazione iniziale: nota dolente, ma clinicamente altrettanto importante. Quale motivazione porta un soggetto ad avvicinarsi a questo tipo di correzione? Se si tratta già di un portatore di lenti a contatto e questo vuole conservare la propria indipendenza dagli occhiali per vicino, ci sono buone possibilità di riuscita, sia nel caso che non voglia indossarli per motivi estetici che per mera comodità. Per la maggioranza dei casi (65% circa, nella personale esperienza) il successo si raggiunge con le donne, maggiormente attente al mantenere un “profilo senza occhiali” per soddisfare una necessità estetica. La motivazione iniziale è importante per accettare il tempo, relativamente lungo, di adattamento funzionale all’effetto "blur" della visione simultanea. • tempi di adattamento: il meccanismo di adattamento sensoriale, legato alla visione simultanea, si può stimare tra 1 e 6 settimane; il valore di addizione è sicuramente uno dei parametri più critici a questo proposito. Il portatore deve essere informato a riguardo in modo da essere conscio che eventuali difficoltà iniziali dovute al meccanismo di funzionamento delle lenti, possono richiedere tempi più o meno lunghi. Normalmente dopo aver individuato una prima lente di prova nel suo miglior potere iniziale, la si lascia una settimana di tempo prima della seconda seduta, momento in cui si dovrà decidere se la lente già applicata necessiti di modifiche di potere per migliorare una delle condizioni visive principali, oppure se si richieda una cambio di geometria di lente

Fig. 2 Spesso il nostro portatore di lenti a contatto confida almeno nel poter utilizzare con più disinvoltura strumenti di rapida consultazione, senza ricadere nell’impaccio di cambiare occhiale o aggiungerne uno sopra alle lenti a contatto

• aspettative: se la selezione della geometria è appropriata, è possibile mirare a un risultato “oggettivamente ottimale” ma, se così non fosse, è indispensabile chiarire

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Ad oggi una delle parametrie più ampie disponibili di lenti toriche in silicone idrogel.

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SPECIALE

Il ruolo della pupilla La pupilla svolge una grande importanza clinica nell’applicazione di lenti a contatto multifocali. Il suo diametro condiziona sensibilmente la resa visiva con la lente. Gli aspetti da considerare ai fini clinici sono: • diametro pupillare nella visione per lontano e prossimale • diametro pupillare scotopico (notturno) • posizione o centratura del foro pupillare nell’iride. Questi riferimenti devono essere confrontati con la geometria di lente scelta (centro lente vicino o centro lente lontano) e le necessità visive del soggetto. Per esempio, se il diametro pupillare risulta essere 4,0 mm e abbiamo applicato una lente con geometria centrolontano che presenta una zona centrale fissa di 2,3 mm con potere fisso per lontano, i rimanenti 1,4 mm pupillari riceveranno un’energia luminosa modulata con il potere per vicino. Se, invece, il diametro pupillare risultasse più grande (ipotizziamo 6,0 mm) la superficie pupillare coperta dal potere prossimale sarebbe di ben 4,2 mm (Tab. 1). Chiaramente il risultato sarà differente a seconda della distanza principale a cui si richieda un miglioramento della prestazione visiva. Anche il valore di addizione deve tenere conto della dinamica pupillare. Le due geometrie principali (centro-vicino e centrolontano) distribuiscono il potere in modo esattamente opposto. È utile considerare che la parte centrale della lente sarà predominante, per cui se si vuole massimizzare la resa delle lenti per vicino, si tenga conto di utilizzare una o entrambe le lenti con geometria centro-vicino; in tutti gli altri casi la configurazione più facile da accettare sarà quella con entrambe le lenti a centro-lontano.

con il candidato che, mediamente, la prestazione di una lente a contatto multifocale consente di svolgere le principali attività lavorative e ricreative dove non sia richiesta una prolungata attività visiva cognitiva. È indispensabile informare in modo completo i candidati prima di cominciare la parte applicativa, per ridurre le prove su persone che potrebbero non accettare compromessi o riduzione di efficienza. Chiarito questo aspetto avremo ottenuto un effetto positivo di “percezione del miglior risultato”, che oltre a stimolare il nostro paziente al raggiungimento di un risultato ottimale, ci consentirà di lavorare con più tranquillità rispettando i tempi tecnici necessari al lavoro • fitting della lente: il centraggio dinamico della lente è una criticità di questo tipo di applicazioni. La lente deve muoversi moderatamente durante le escursioni visive verso il basso per la lettura. Il movimento della lente spesso crea effetti di visione sovrapposta di due immagini (effetto ghost), una lente con una dinamica superiore a 1 mm, è da considerare inadeguata (Fig. 4) • attività visive: da questo elemento si può ipotizzare la probabilità di successo: • usando abitualmente le lenti per attività ricreativa ci sono ottime possibilità (circa 80%), per esempio teatro, automobile, ristorante, shopping, sport, ecc • usando abitualmente le lenti sia per attività lavorativa che ricreativa, ci sono buone possibilità (50-70%) • usando abitualmente le lenti per attività lavorativa dinamica, le possibilità sono ancora buone (50-70%), il che significa, fermo restando una soddisfacente visione per lontano, che la visione prossimale deve essere fatta spesso ma per brevi momenti, per esempio corriere, agente, commesso, infermiere, maestro, terapista, artigiano, ecc • usando le lenti prettamente per uso lavorativo statico le possibilità diminuiscono (30-50%).

Anomalie pupillari Esistono diverse anomalie della pupilla, in grado di alterare la prestazione delle lenti multifocali a visione simultanea: • pupille decentrate nell’iride • anisocoria (diverso diametro pupillare tra i due occhi) • pupille allungate, deformate • scarsa motilità pupillare (Fig. 3)

Tab. 1 Dinamica pupillare utile per determinare la propensione all’uso di lenti multifocali. Una buona escursione tra miosi diurna e midriasi notturna garantisce un buon funzionamento con la maggior parte delle geometrie in commercio. Al cambiare dal diametro pupillare si modifica la resa visiva della lente. In questo esempio si ipotizza una lente con geometria centro vicino

Dinamica pupillare La miosi pupillare fisiologica in caso di visione prossimale o abbagliamento favorisce la concentrazione centrale dell’addizione; parimenti, la midriasi in visione remota, o per abbassamento nella luce ambientale, favorisce la visione e l’uso della zona “da lontano” della lente. Se necessario, così come accade già in soggetti che non portano nessuna correzione, si può enfatizzare la qualità della visione aumentando la luce ambientale quando si legge (miosi-vicino) o indossando un occhiale da sole (midriasi-lontano).

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SPECIALE

volta arrivati alla terza visita si dovrebbe constatare una soddisfacente prestazione per entrambe le distanze principali; se così non fosse, significa che si è sbagliato qualcosa o nella selezione del soggetto o nell’interpretazione dei risultati.

Fig. 3 Un soggetto con una pupilla molto ampia e scarsa capacità di miosi

Tempi e dinamiche di applicazione Non è banale ripetere che ogni persona ha tempi e risposte diverse di adattamento e prestazione, ma volendo parlare di una modalità standard si potrebbe riassumere: • Prima visita: il soggetto deve provare le lenti progressive potendo contare su un risultato accettabile alle due distanze principali, in modo da consentirgli di affrontare una prima settimana di prova. Per fare questo è bene armarsi di un buon numero di lenti di prova (meglio un set completo) in modo da poter selezionare il potere ideale e migliorare, così, la visione dove questa sembri più carente al soggetto. Alla fine della visita il soggetto deve poter stabilire se la visione ottenuta durante la prova sia sufficiente per provare le lenti qualche giorno. È basilare dare un’impressione positiva delle potenzialità visive e allo stesso tempo spiegare che il risultato percepito nei primi giorni potrebbe fluttuare prima di assestarsi. Questo per far sì che ci sia la possibilità di arrivare al successivo incontro con un soggetto che è riuscito a indossare costantemente le lenti di prova • seconda visita: è normale aspettarsi un esito non pienamente soddisfacente della prova quando i candidati affermano: "Non credo di poterle portare", "Mi sono trovata abbastanza bene, però…” o “Pensavo fossero peggio, mi trovo bene!”. In ogni caso si deve annotare il visus oggettivo per lontano e per vicino, cercando di modificare opportunamente le lenti in modo da migliorare la visione o la sensazione non soddisfacente che si dovesse presentare. A questo punto la dotazione di un set di prova consente di aumentare notevolmente le possibilità di successo, potendo contare sul fatto di disporre immediatamente delle eventuali lenti con potere aggiornato, senza dover aspettare ulteriormente o peggio sospendere la prova fino all’arrivo delle lenti modificate • terza visita: quando al secondo incontro si ottiene un risultato già apprezzabile, si può decidere di verificare dopo altre 2 settimane il risultato ottenuto. In questa sede si deciderà se ritoccare il risultato della prova per un ordine definitivo, oppure provare con un ulteriore tempo di adattamento. Come si può notare, la dinamica e i tempi di adattamento sono tali che non si può pensare di applicare una lente e aspettare per vedere cosa accada. Una

Fig. 4 Il centraggio della lente determina il buon funzionamento della multifocalità della lente, minimizzando gli effetti visivi indesiderati

Fig. 5 Principio di funzionamento di una lente multifocale a visione simultanea. In alto il meccanismo di funzionamento durante la visione per lontano, sotto il meccanismo visivo durante la visione prossimale

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SPECIALE

LA CONTATTOLOGIA SPECIALISTICA TRA PRESENTE E FUTURO Benché il settore sia dominato dalle disposable, anche il segmento Rgp offre numerose opportunità. Le lenti che possono nascere ed essere impiegate a risoluzione di casi estremamente complessi sono molteplici

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di Marco Tovaglia contattologo La presbiopia Oltre al cheratocono è interessante la soluzione applicativa semi-sclerale o sclerale anche nella presbiopia, potendo così fornire la qualità dell'ottica di una lente rigida abbinata alla grande stabilità permessa proprio da un appoggio su una superficie più ampia. Le lenti “ibride gemellate” sono, assieme alle semi-sclerali o sclerali, un altro prodotto che sembra godere di una seconda giovinezza grazie a una rinnovata matrice polimerica resistente e ossigenante. Pur restando una pratica contattologica apparentemente semplice, ma non priva invece di numerose variabili, la soluzione gemellata (porzione centrale rigida, periferica morbida) offre una moltitudine di impieghi, dal cheratocono al post chirurgico o presbiopia. Quest'ultimo campo di utilizzo pare essere, dai report statistici dei sondaggi più diffusi nel comparto contattologico, uno dei più interessanti sia oggi sia per gli anni a venire. Una più ampia conoscenza delle condizioni che possono rendere le lenti per presbiopia più performanti, consente al professionista di poter “individualizzare” una geometria apportando, con la ricettazione, determinanti modifiche costruttive. Anche il settore delle lenti morbide pare potersi aprire a nuove esperienze che si discostano dalla standardizzazione; cheratocono, post–chirurgico, presbiopia e compensazione aberrometrica possono rivelarsi campi di impiego in cui poter vedere proiettata anche una lente morbida. Con l'inserimento recente di materie prime come il Si-Hy tornibile è possibile compensare cheratoconi di lieve e media lieve entità mediante l'impiego di lenti morbide più spesse ma, quindi, non da meno ossigenanti. Conseguentemente, si può ottenere un

n contattologo appassionato e attento non può rimanere indifferente alle nuove opportunità che la diagnostica e la tecnologia possono oggi offrire nella gestione dei casi particolari. La routine applicativa, con l'acquisizione di gran parte della fetta dei potenziali portatori, è indubbiamente appannaggio del segmento disposable, ma la specializzazione può rappresentare ancora un termine di identificazione professionale interessante e cospicuo in termini economici. Con il termine “Specialty Lenses” gli americani indicano proprio la fascia di lenti dedicate ad applicazioni complesse che possono riguardare il cheratocono, il post-chirurgico, la presbiopia e la protesico-ricostruttiva. Indipendentemente dal supporto polimerico impiegato, sia esso morbido o rigido, la moltitudine di lenti che possono nascere ed essere impiegate a risoluzione di casi estremamente complessi è notevole. L'adozione da parte di molti laboratori di costruzione di torni a controllo numerico con utensili oscillanti, capaci di generare forme e curve assai complesse e inimmaginabili fino a pochi anni fa, ha permesso di porre nelle mani del professionista contattologo nuovi strumenti per affrontare anche applicazioni che sulla carta potrebbero sembrare impossibili. Il cheratocono Nel cheratocono, tanto per segnalare una circostanza ricorrente, è oggi possibile disporre di una moltitudine di soluzioni sia in ambito Rgp che morbido. Nel campo dei materiali “duri” le classiche geometrie a sviluppo multicurvo sferico stanno evolvendosi nella ricerca di un profilo più intimo con la cornea ectasica, evitando zone di estremo contatto con possibile corrugamento. Andamenti multi-asferici o con lieve inversione se non, addirittura, di dimensione perilimbare o sclerale caratterizzano oggi la scelta più ricorrente cui si affida il contattologo, con l'intento di poter fornire un ausilio che possa permettere un'ottima soluzione compensativa senza, peraltro, generare disagio fisico o traumi tissutali alla cornea. Soprattutto l'utilizzo di lenti di grandi dimensioni semi-sclerali o sclerali consente un ideale posizionamento su di un'area molto meno innervata e sensibile rispetto alla cornea.

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SPECIALE tenderebbe a imbibirsi di acqua, gonfiandosi e perdendo di trasparenza. L’endoteliopatia indotta da lenti a contatto è una potenziale e seria condizione che necessiterebbe di essere identificata precocemente. La microscopia endoteliale fornisce informazioni sulla normalità delle cellule nella loro dimensione, densità e forma. Di ulteriore grande interesse è la possibilità di valutare qualitativamente e quantitativamente la lacrima mediante opportune strumentazioni. Un esame non invasivo può misurare e rielaborare, grazie a un software dedicato, la formazione di dry-spots e l'altezza del menisco lacrimale in millimetri. L'osmolarità della lacrima è un altro indicatore importante per il contattologo, poiché può evidenziare una condizione di occhio secco in modo meno empirico rispetto ai classici test generalmente utilizzati nella pratica comune. Un elevato grado di osmolarità può rappresentare la segnalazione di un occhio secco, alterazioni ormonali, blefariti, conseguenze negative indotte da un non ideale rapporto con le lenti a contatto. L'esecuzione routinaria di un controllo dell'osmolarità lacrimale può suggerire il più performante materiale per lenti a contatto, indicarne la frequenza di sostituzione e un più mirato regime manutentivo. Infine l’aberrometria apre nuove frontiere nella compensazione ottimale del vizio di rifrazione. Correggere un’ametropia sferica o astigmatica rappresenta l'annullamento di una aberrazione di basso ordine (Defocus), ma la presenza di aberrazione di alto ordine come l'aberrazione sferica, la coma, il trifoglio, quadrifoglio, può influenzare fortemente la qualità della risposta visiva. Mediante gli aberrometri totali è possibile identificare, più nel dettaglio, le componenti responsabili di una non soddisfacente visione, potendo diagnosticare e separare la matrice aberrometrica corneale rispetto a tutta la restante parte del complesso oculare. L'importante sfida che si apre, quindi, è poter comprendere e tradurre in pratica la compensazione delle quote di aberrazione più determinanti, sia su lenti oftalmiche “customizzate” sia con le lenti a contatto. Ovviamente per molti aspetti, trattandosi ancora di un campo soggetto a sperimentazione e verifica, la contattologia aberrometrica trova minor concretezza attuale, ma è il genere che permetterà un segmento di impiego veramente avvincente, consentendo alla lente a contatto di poter progredire ancor più verso una maggior fascia di utenza. La contattologia del futuro parte quindi da questi concetti e strumenti per poter dimostrare la sua grande utilità nel sociale e nel rappresentare il mezzo nelle mani del professionista per affermarne la sua importante opera.

ottimo comfort con la possibilità di compensare decentemente l'acuità visiva in pazienti affetti da tale patologia invalidante, anche nei casi di cheratoplastica o post-chirurgia refrattiva. L'adozione di geometrie complesse a profilo inverso o asimmetrico permette il conseguimento di un successo applicativo con una lente di sicuro più tollerata a livello tattile, bypassando la debacle derivante da una forma corneale complessa. L’ortocheratologia Un altro avvincente campo di interesse contattologico è oggi rappresentato dal controllo della progressione miopica1-2. Solitamente, la compensazione della miopia interessa solo la porzione centrale della retina non considerando gli effetti che si possono produrre con la stessa correzione sull'area periferica; occhi compensati dalla miopia in area retinica centrale divengono ipermetropi nella periferia inducendo, in questo modo, lo stimolo a una progressione della lunghezza assiale. Il challenge contattologico prevede di compensare, contemporaneamente e in modo proporzionato, sia l'area centrale che periferica. In questo ruolo l'ortocheratologia sembra poter conquistare un posto importantissimo, poiché mentre corregge una quota miopica nel contempo, mediante il ginocchio esterno all'area trattata, si riduce l'eccesso di compensazione diottrica periferica, minimizzando così l'ipermetropia dovuta alla curvatura di campo3-4. La diagnostica In aiuto a queste interessanti opportunità le grandi risorse offerte dalla diagnostica oggi possono positivamente influenzare l'impatto sui portatori e permettere risultati veramente entusiasmanti. La topografia, in uso ormai da un ventennio, rappresenta un aspetto determinante per poter conoscere la superficie corneale; per quanto le strumentazioni siano molto precise, le informazioni sulla curvatura e forma della cornea non sono complete poiché si rapportano a un'area limitata. Nuove apparecchiature diagnostiche5, come la Scheimpflug Camera forniscono dati sull'elevazione di entrambe le superfici corneali anteriore e posteriore e permettono l'osservazione diretta di tutto il profilo in sezione, meridiano per meridiano. Questo prezioso mezzo diagnostico consente di valutare accuratamente la relazione tra lente a contatto e cornea, soprattutto in caso di forti irregolarità come, ad esempio, il cheratocono, la degenerazione marginale pellucida o ectasie indotte da conseguenze chirurgiche. Inoltre, sfruttando la chiave pachimetrica è possibile diagnosticare edema o ipossia causate da un non ideale accoppiamento tra lente a contatto e cornea. La microscopia endoteliale è un altro interessante strumento nelle mani del contattologo per controllare la struttura dell'organizzazione dell'endotelio, di grande importanza per mantenere trasparenza e spessore della cornea. L'endotelio permette il pompaggio di acqua dallo stroma verso la camera anteriore; senza un appropriato funzionamento dell’endotelio la cornea

Riferimenti Bibliografici: 1 - Atchison DA, Pritchard N, Schmid KL. Peripheral refraction along the horizontal and vertical visual fields in myopia. Vision Res 2006; 46: 1450-1458. 2 – Hoogerheide J, rempt F, Hoogenboom WP. Aquired myopia in young adults. Ophthalmologica 1971; 209-215. 3 – Charman WN, Mountford J, Atchison DA. Peripheral refraction in orthokeratology patients. Optom Vis Sci 2006; 83: 9: 641-648. 4 – Walline JJ, Jones LA, Sinnott LT. Corneal reshaping and myopia progression. Br J Ophthalmol 2009; 93: 9: 1185.1181 5 - Robert Davis, OD, FAAO, & S. Barry Eiden, OD, FAAO. Advanced Technology in Contact Lens Practice. CL Spectrum Feb/11; p.24.

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NUOVE GEOMETRIE O MATERIALI INNOVATIVI? Le maggiori aziende si confrontano su questi due grandi ambiti per offrire ai centri ottici le migliori soluzioni per il consumatore finale

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di Angelo Magri

n Italia si stima che seguente necessità di allontanare gli oggetti il 30% di coloro che per poterli vedere nitidamente. Grazie ad Air necessitano di una corOptix Aqua Multifocal ora esiste un’opzione rezione visiva è affetto nuova e interessante per risolvere i disagi da astigmatismo. Tuttalegati alla presbiopia. via, sono ancora pochi Per leggere, lavorare al quelli che utilizzano computer o guidare, le lenti a contatto per lenti a contatto progressive correggere questo specifico difetto visivo. Air Optix Aqua Multifocal Da un lato perché potrebbe non aver trovato lenti a ottimizzano la visione da contatto che possano ridurre le sensazioni di secchezza, vicino e intermedia, senza fastidio e rossore oppure lo scarso comfort o la visiocompromettere la visione a ne sfocata; dall’altro perché molti astigmatici ignorano distanza. Permettono così di correggere il difetto visivo lal’esistenza di lenti a contatto in grado di correggere il loro sciando inalterato il proprio aspetto naturale e, cosa andifetto visivo. Oggi, grazie a recenti innovazioni nella teccora più importante, aiutando a preservare la salute degli nologia e nei materiali di costruzione che hanno affrontaocchi. Il comfort è un’altra importante esigenza dei portato specificamente i problemi di comfort, stabilità e visione tori presbiti di lenti a contatto, perché in genere il loro film di queste lenti, gli astigmatici hanno nuove, interessanti lacrimale - necessario a mantenere gli occhi idratati - è opzioni nel mercato delle lenti a contatto e non devono più scarso e di qualità inferiore e ciò può indurre problepiù rinunciare a una visione chiara e un’esperienza d’uso mi di secchezza oculare e di disagio. Per questo le lenti sana e confortevole. Le lenti a contatto mensili Air Optix a contatto mensili Air Optix Aqua Multifocal vengono for Astigmatism di Ciba Vision, grazie all’esclusiva gerealizzate in silicone idrogel, che permette un’elevata ometria Precision Balance 8/4 e al materiale in cui sono trasmissibilità all’ossigeno, e presentano il Sistema Aqua costruite – il silicone idrogel - che lascia passare attraMoisture, che le rende confortevoli sin dall’applicazione verso la lente un’elevata quantità di ossigeno, offrono una e durante tutto il giorno. Come tutte le lenti a contatto Air visione chiara, complessivamente migliore e, in modo Optix anche le Air Optix Aqua Multifocal presentano una più costante, un maggior comfort a fine giornata, meno superficie ultra liscia specificatamente progettata per secchezza oculare e occhi dall’aspetto sano. Altrettanto resistere ai depositi, per una superficie delle lenti pulita e complesso e potenziale è il tema della presbiopia. Da uno un’esperienza di uso sana e confortevole. studio recentemente svolto dagli istituti di ricerca CustoJohnson&Johnson Vision Care ha lanciato le 1-Day mized Research and Analysis e A.C. Nielsen sulla perAcuvue Moist for Astigmatism, lenti a contatto che cezione del problema della presbiopia nel nostro paese, presentano un range di poteri che si estende da +4.00D emerge come gli italiani abbiano remore a indossare gli a -9.00D con 12 assi e 4 cilindri: l’obiettivo è permettere ai occhiali per la correzione della presbiopia perché “non professionisti della visione di correggere l’astigmatismo vedere bene è emotivamente collegato al fenomeno della di un numero di portatori maggiore rispetto a quanto vecchiaia”. Ora tali indugi possono essere superati granon abbiano fatto fino a oggi, grazie alla disponibilità zie alle nuove Air Optix Aqua Multifocal. La presbiopia di più di 1.500 poteri, il che permette di correggere più non è una patologia, è un processo “normale” che riguarda ognuno di noi ed è legato al naturale invecchiamento dell’occhio: la visione a distanza rimane inalterata, ma la Il sistema di Stabilizzazione Il sistema ASD ha, inoltre, minime Il sistema ASD non è influenzato Accelerata (ASD) sfrutta il naturale variazioni di spessore della lente dalla forza di gravità, in quanto capacità di mettere movimento di chiusura delle palpebre sotto la palpebra. Questo aiuta il suo design unico aiuta la lente a fuoco da vicino si per riportare la lente in posizione e a mantenere una visione chiara a mantenersi allineata anche riduce, con la conriallinearla velocemente se, ruotando, e stabile indipendentemente dai quando il portatore non è in cambia la posizione ottimale.

movimenti degli occhi.

posizione verticale.

Il sistema ASD delle 1-Day Acuvue Moist for Astigmatism di JJVC

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del 90% degli astigmatismi. Per garantire un comfort superiore, le 1-Day Acuvue Moist for Astigmatism sono composte dal materiale Etafilcon A e contengono l’esclusiva tecnologia Lacreon. Questa tecnologia incorpora all’interno della lente un componente umettante, permettendo alle palpebre di scorrere più facilmente e mantenere la lente umidificata, in modo da aumentare significativamente il comfort dei portatori sino a fine giornata. I portatori potranno inoltre trarre beneficio da un elevato livello di protezione dai raggi Uva e Uvb. Le 1-Day Acuvue Moist for Astigmatism utilizzano l’ASD, l’innovativa tecnologia basata su un sistema di stabilizzazione a 4 zone. Sfruttando il naturale movimento delle palpebre, l’ASD riallinea velocemente la lente se ruotando cambia la posizione ottimale, a ogni ammiccamento del portatore. Di conseguenza la tecnologia ASD permette alle 1-Day Acuvue Moist for Astigmatism un veloce tempo di stabilizzazione e un orientamento prevedibile, garantendo il 95% di prime applicazioni di successo. L’ASD fornisce inoltre ai portatori una visione stabile per tutto il giorno, indipendentemente dai movimenti degli occhi o della testa. Ogni portatore si merita di avere una visione chiara e nitida indipendentemente dai propri bisogni visivi. Sia che voglia vedere dettagli impercettibili o che si trovi in condizioni di bassa illuminazione, Pure Vision 2 HD di Bausch + Lomb è la lente che risponde a queste esigenze. HD sta per High Definition Optics ed è l’esclusiva tecnologia che Bausch + Lomb ha creato per ridurre l’aberrazione sferica su tutta la gamma di poteri delle sue lenti Pure Vision 2 HD. Il risultato? Visione perfetta, chiara e nitida anche in condizioni di bassa illuminazione, senza aloni, riflessi e appannamenti. Le lenti Sky Soft 1 Day yal comfort di Schalcon sono prodotte con GMA (glicerolo metacrilato), un materiale biocompatibile realizzato sintetizzando le proprietà umettanti delle mucine, le naturali glicoproteine contenute nel liquido lacrimale. Questo conferisce una riduzione dell’angolo di bagnabilità alla superficie, aumentando di conseguenza il comfort e la salute dell’occhio. Questa sostanza è presente nel film lacrimale. L’acido ialuronico ha proprietà antinfiammatorie, idratanti e cicatrizzanti; inoltre ha un'azione plastica e permette una migliore diffusione delle sostanze e del film lacrimale su tutta la superficie corneale. L’agente idratan idratante (PVA) garantisce un comfort eccellente

e costante per tutto il periodo di utilizzo. Le nuove lenti a contatto 1 day Fusion di Safilens rispondono alle esigenze di comfort e benessere del cliente finale grazie al rilascio dei due polimeri naturali TSP e HA. Partendo da un’attenta analisi dell’anatomia e dei meccanismi oculari, Safilens ha evidenziato come due superfici a contatto costituiscano un’interfaccia: i sostituti lacrimali mucomimetici agiscono lubrificando e idratando le interfacce, simulando, normalizzando e volumizzando il naturale film-lacrimale. L'inserimento della lente a contatto aggiunge due nuove interfacce (curva anteriore e posteriore) che, unite alla struttura della lente (che a sua volta necessita di liquido), può spesso condurre a un disequilibrio tra necessità e produzione di liquido lacrimale sfociando in iperosmolarità, decadimento del comfort e così via. Il nuovo concept applicativo mira a ristabilire ed equilibrare le interfacce per un effetto e un beneficio prolungato, garantendo la massima idratazione, lubrificazione e "affinità chimica" tra le superfici interes-

sate (gassose-liquide-solide che siano). Seguendo questa linea di ricerca, Safilens ha intrapreso lo studio dell'incorporazione nella lente a contatto dei due polimeri naturali più utilizzati ed efficaci nel "Dry Eye" (complessa patologia cronica), ossia il Thamarynd-Seeds Polisaccaride (TSP) e l'acido ialuronico (HA), non più singolarmente ma come copolimero. Nei risultati di Test chimico-fisici ottenuti, si è intravista la possibilità di una sinergia che amplificasse le proprietà già note del TSP e HA nell'idratare, lubrificare e proteggere la superficie oculare dallo stress meccanico (indotto dalla Lac) e quindi favorire la ricrescita dei microvilli epiteliali. Grazie all’originale e brevettata tecnologia Fusion, l'incorporazione di questo nuovo copolimero nella lente a contatto cambia la prospettiva d'interazione tra la Lac e il film lacrimale, dimostrando un’importante efficacia nei confronti delle interfacce. La stabilizzazione duratura del film lacrimale consente una protezione prolungata della superficie oculare, resa ancora più effettiva grazie alle uniche e assolute proprietà mucoadesive e bioadesive del copolimero TSP + HA (acido ialuronico).

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L’ISTITUTO BENIGNO ZACCAGNINI FESTEGGIA I NEO ABILITATI

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ell’ambito della XV edizione del Congresso l’Istituto Benigno Zaccagnini ha festeggiato gli studenti che nell’anno formativo 2009 – 2010 hanno conseguito l’abilitazione all’esercizio dell’arte

ausiliaria delle professioni sanitarie di Ottico. Domenica 13 febbraio 2011 presso il Centro Congressi dell’Hotel Savoia Regency, si è svolta la cerimonia di consegna delle abilitazioni alla presenza dei relatori, di accademici italiani e internazionali, del mondo associativo e distributivo. Il direttore Giorgio Righetti si è complimentato con i 69 studenti che hanno conseguito l’abilitazione ripercorrendo i momenti più significativi dei due anni di corso e ha espresso, a nome dei docenti, la soddisfazione per aver condiviso anche la loro prima esperienza congressuale da professionisti.

Nell’anno formativo 2009 – 2010 hanno conseguito l’abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie di ottico: La Spisa Fabio De Marco Roberta Raimondi Stefania Avanzi Jennifer Robbiati Serena Lima Gabriela Maria De Pasquale Sara Baldassari Alex Ruffinatto Tiziana Magnabosco Filippo Di Benedetto Silvia Bellotto Stefano Sabino Alessandro Magoni Elisa Di Pasquale Monica Bertuccio Marina Scaffidi Chiarello Angela Malvezzi Shirin Do Nascimento Deborah Bisi Mirko Serrao Daniele Mangia Monica Ferrari Sabrina Boetto Valentina Servadio Lorenzo Manzi Ilaria Ferretti Luciano Bosio Irene Soldano Luigia Marescotti Federica Fini Alessandro Brusori Jessica Spadaro Salvatore Marvaso Camilla Fiorentini Fabiana Bucchini Andrea Maria Sturaro Mauro Mazzoni Sonia Frati Giorgio Calvano Marco Targa Erika Montanaro Alex Fraulini Claudia Campice Tatiana Trolli Daniela Muselli Mariarosaria Galanti Giada Casadei Filippo Valero Yilena Ojeda Frida Gentili Sara Cekodhima Anila Verderame Claudio Palmerini Marco Giorgi Marilena Chiodo Michele Vitali Stefania Pasquini Gianluca Giovanardi Gabriele Curcio Arianna Zambelli Lara Zandolin Federico Pinnola Agnese Golf Liat Dambrosio Olivia Zandri Matteo Quarantotto Gianguido Iacono Anna De Lillo Alberto

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ADVERTISERS LISTINGS I Copertina SAFILENS 34079 Staranzano (GO) Via Deledda, 5 Tel. 0481 712399 Fax 0481 712415 safilens@safilens.com www.safilens.it II Copertina - 35 VISION SERVICE GROUP 20141 Milano Via Ripamonti, 44 Tel. 02 92885300 Fax 02 92885348 info@visionottica.it www.visionottica.it Numero verde 800536303 III Copertina -44-45-55 BAUSCH + LOMB 20090 Vimodrone (MI) Viale Martesana, 12 Tel. 02 2740731 Fax 02 2650779 infovc@bausch.com www.bausch.com IV Copertina JOHNSON&JOHNSON 00040 Pomezia (RM) Via del Mare, 56 Tel. 06 9105505 www.acuvue.it 02-13 LUXOTTICA 20123 Milano Via C. Cant첫, 2 Tel. 02 863341 Fax. 02 86334636 www.luxottica.com 04 ITALIA INDEPENDENT 10153 Torino Via Lessolo, 3 Tel. 011 0541200 Fax 011 0541201 www.italiaindependent.com

14 INTERCAST EUROPE 43100 Parma Via Natta 10/A Tel. 0521 607555 Fax 0521 607924 info@nxt-vision.com www.intercast.it

40 CLAMAR ITALIA 81100 Caserta Via Pozzillo Z.I. Ponteselice Tel. 0823 446147 www.clamar.it

17 CARL ZEISS VISION 21043 Castiglione Olona (VA) Via Mazzucchelli, 17 Numero Verde 800258327 www.vision.zeiss.it

43 HOYA LENS ITALIA 20024 Garbagnate Milanese (MI) Via Zenale, 27 Tel. 02 990711 Fax 02 9952981 www.hoya.it

19 CHARMANT ITALIA 20156 Milano Via Pannunzio, 4 Tel. 02 3803161 www.charmant.com 22 ITAL-LENTI 32015 Pous d'Alpago (BL) Viale Alpago, 222 Tel. 0437 454422 Fax 0437 46751 prima@ital-lenti.com www.itallenti.com 24 NAU! 21043 Castiglione Olona (VA) Via Mazzucchelli, 7 Tel. 0331 86.12.33 Fax 0331 82.44.35 www.nauottica.com 26 OFTALMICA GALILEO 20099 Sesto San Giovanni (MI) Via Concordia, 5/c7 Tel 02 243441 Fax 02 24344834 www.galileoitalia.net info@galileoitalia.it 32 BLUDATA INFORMATICA 31030 Carbonera (TV) Via Quintavalle, 24/26 Tel. 0422 445442 Fax 0422 699318 info@bludata.com www.bludata.com

08 VEGA 28921 Verbania Intra (VB) Via Riemann, 3 Tel. 0323 405500 Fax. 0323 405544 www.vegaoptic.it

36 MECCANOTTICA MAZZA 20048 Carate Brianza (MI) Via Tiziano, 9 Tel. 0362 902185 r.a. Fax 0362 903306 info@meccanotticamazza.it www.meccanotticamazza.it

11 20NUOVI 21021 Angera (VA) Via Soldani, 10 Tel. 0332 799112 Fax 0332 799154 www.20nuovi.com

39 ESSILOR ITALIA 20141 Milano Via Noto, 10 Tel. 02 535791 Fax 02 53579270 marketing@essilor.it www.essilor.it

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46 SCHALCON 00125 Roma Via di Saponara, 614 Tel. 06 526181-15 linee Fax 06 52311329 mail@schalcon.com 50-51 CIBAVISION 30020 Marcon (VE) Via Mattei, 11 Tel. 041 5939311 www.cibavision.it 57 OPTEK 43100 Parma Via Monte Maggiorasca, 26 Tel. 0521 632154 Fax 0521 406986 ok@optek.it www.optek.it 60 EYE TECHNOLOGIES GROUP 20068 Peschiera Borromeo (MI) Via Galilei, 4 int. 1 Tel. 02 2620373 Fax 02 24301854 info@eyetechnoligiesgroup.com www.eyetechnologiesgroup.com 63 ISTITUTO BENIGNO ZACCAGNINI 40141 Bologna Via Ghirardini, 17 Tel. 051 480994 Fax 051 481526 info@istitutozaccagnini.it www.istitutozaccagnini.it

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