b2eyes magazine 2_2012

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Cleopatra, Regina d’Egitto

la bellezza e’ un potere, gli specchi sono le sue armi.

I-MIRROR BE INDEPENDENT. EVERYWHERE.


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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Febbraio 2012 numero 2 www.b2eyes.com In copertina Italia Independent WWW.B2EYES.COM

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Cleopatra, Regina d’Egitto

la bellezza e’ un potere, gli specchi sono le sue armi.

I-MIRROR BE INDEPENDENT. EVERYWHERE.

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Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Direzione generale Luciano Cristiano cel. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Pubblicità advertising@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD) Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

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b2trade Editoriale Il valore (legale e non) della laurea 3 Il punto Dilatare orari e aperture serve a difendere consumi e occupazione? 5 Futuro in vista Professionisti, cittadini, stato: la collaborazione tra ottico optometrista e oculista giova a tutti 7 Strategie e mercato Colpo d’occhio sull’ottica 8 Marketing e gestione Dimmi dove sta il tuo negozio e ti dirò come va: la location 12 Attualità Quest’anno sarà un Mido più… easy 16 Vision Group e Optical Master Club: l’alleanza per il futuro 18 Fios, fidelizzare il cliente dall’interno 20 Standard It: un pool di aziende europee per gli ottici 24 Amarcord Charmant Europe: 25 anni, un’epoca 27 b2style Moda Trends in shapes 32 b2expert Consulente Negozi aperti 24 ore su 24: saranno penalizzati i piccoli? 38 Meditazioni Il profumo della vita 42 Lab Tribrid, l’alternativa alle resine a indice 1,60 46 Formazione Valore della laurea e rivoluzione delle professioni: verso un passo decisivo 48 b2tech Lenti a contatto Lac (R)GP, le differenze tra reale e virtuale 51 Lenti oftalmiche Zeiss a forza 4 58 Lenti oftalmiche Essilor presidia il territorio 60 b2job Vetrina offro/cerco 62 ItalIa INdepeNdeNt: a bergamo, NoN a brescIa Nel numero 1 di b2eyes magazine, all’interno del servizio dedicato a Italia Independent, abbiamo erroneamente indicato Brescia come quarta apertura del monomarca di I-I. È invece Bergamo a ospitare la boutique del brand. Ce ne scusiamo con i lettori e con l’azienda.

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

stiano diventando sempre più importanti gli aspetti imprenditoriali:

marketing, comunicazione, acquisti e offerte commerciali.

Per questo sono entrato in un grande gruppo,

dove poter accedere a servizi di alto livello

senza fare il passo più lungo

e senza correre il rischio

di essere assorbito da una

catena, sapendo di restare

fedele a me stesso

e nello stesso tempo

diventare più

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EDITORIALE

IL vALORE (LEgALE E nOn) DELLA LAuREA

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el 1610 Galileo, mentre insegnava all’Università di Padova, ricevette dal Granduca di Toscana la proposta di trasferirsi a Firenze. Il Granduca offrì al padre della scienza moderna uno stipendio più alto, minore carico di insegnamento e risorse per costruire un nuovo cannocchiale. Esattamente le tre dimensioni (salario, insegnamento, fondi di ricerca) su cui le università di mezzo mondo competono per attirare docenti e ricercatori. Nel 2012, il rettore dell’Università di Firenze non può fare ciò che il suo equivalente poteva fare 400 anni prima. Su questo occorrerebbe riflettere». L’analisi è di Andrea Moro, docente presso la Vanderbilt University, nel Tennessee, ed è stata pubblicata sul Fatto Quotidiano ai primi di febbraio. È una delle numerose considerazioni di alto livello che hanno accompagnato la proposta del governo Monti di abolire il valore legale della laurea. Proposta poi rientrata, anzi differita con l’idea di una consultazione popolare che ha lasciato molti perplessi. Inevitabilmente docenti ed esperti si sono divisi sull’iniziativa. Secondo i favorevoli l’abolizione limiterebbe l’attività delle università telematiche, migliorerebbe il sistema dei concorsi pubblici e, come ha ricordato Francesco Giavazzi, professore di Politica economica alla Bocconi, sul Corriere della Sera, ci saranno così «università molto buone, buone, meno buone. Ogni

università sarà incentivata a migliorare. Negli Usa quello che subito ti viene chiesto è: dove ti sei laureato?». I contrari, invece, sottolineano soprattutto i rischi che può avere un provvedimento del genere. «Il conseguimento delle lauree ha costituito una leva di sviluppo per il paese, ha permesso l’ascesa sociale di chi era stato tenuto fuori – ha detto, sempre al Corriere, Guido Fabiani, docente di Politica economica e rettore di Roma Tre – Prima di dire improvvisamente a chi ha speso anni a studiare che vale come chi non ha studiato, occorre mettere a posto tutti i tasselli del puzzle». Il dibattito è, dunque, aperto e riguarda anche il settore dell’ottica, almeno in una prospettiva futura. In questo numero di b2eyes magazine Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini, parte proprio dalla proposta dell’attuale esecutivo per delineare un nuovo, possibile quadro della formazione, professionale e non solo, in Italia. Auspichiamo, quindi, che tutti gli attori coinvolti prendano parte alla discussione. Compresi coloro che poco meno di un anno fa hanno suggerito un nuovo percorso formativo, di matrice accademica, per disegnare la figura dell’ottico optometrista Angelo Magri del terzo millennio.

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“non si e’ mai vista bella donna che non facesse smorfie davanti ad uno specchio.” William Shakespeare

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il punto

DilAtARE oRARi E ApERtuRE SERVE A DiFEnDERE ConSuMi E oCCupAZionE?

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ompletata la prima fase della manovra di aggiustamento dei conti pubblici, con una serie di provvedimenti che hanno stretto un nodo scorsoio intorno alla gola dei cittadini, nel momento in cui scriviamo il governo si appresta a varare la fase due, quella dello sviluppo. Se la prima fase è stata caratterizzata dall’aumento delle imposizione fiscali, ma non dal contenimento della spesa pubblica e dei costi della politica, la seconda fase è imperniata sulle liberalizzazioni, partendo ovviamente da quelle che toccano le categorie più deboli politicamente, a cominciare dai commercianti. È stata annunciata, infatti, la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi invece di aggredire i monopoli del gas, della luce, dei trasporti, ecc. Su questo tema il confronto fra politica, poteri locali e commercianti è stato per cinquant’anni molto intenso e si credeva che la legge Bersani, prima, e la svolta federalista della disciplina del commercio, poi, avessero sopito le polemiche fra chi vorrebbe aprire 365 giorni l’anno e chi, soprattutto le aziende a carattere familiare, vorrebbe che la materia fosse regolamentata e gli orari e le aperture festive contenute entro i limiti, peraltro variabili, attuali. Dal 2008 la contrazione dei consumi reali ha toccato, in modo diverso, tutti i settori, con effetti limitati nell’alimentare, fino a settori, come l’auto o la cura della persona, che hanno segnato flessioni a due cifre. Se nel contempo i salari crescono meno dell’inflazione e l’occupazione è in calo nessuno può illudersi che dilatando le aperture degli orari dei negozi i consumi riprendano, mentre è certo che saranno i costi del personale ad aumentare e, soprattutto, molti negozi non riusciranno a tenere il passo con i concorrenti maggiori. Nei paesi in cui la distribuzione è più evoluta orari prolungati sono adottati da catene specializzate - dalla americana Star supermarket, alla francese Huit à Huit o all’inglese Eight Till Late - che, in condizioni particolari (località non coperte dalla distribuzione, negozi all’interno di stazioni di servizio o in zone turistiche) fanno orari lunghi, mentre tutto il resto della distribuzione segue turni programmati e contenuti. La liberalizzazione delle farmacie renderà ancora più aggressiva la concorrenza delle farmacie, soprattutto per le lenti a contatto; e in un negozio di ottica, la cui dimensione media è di 65 mq e vi lavorano due persone e mezzo, come è possibile pensare che superino la soglia delle 70 ore settimanali e non chiudano mai? Per un cittadino di quale utilità è un servizio permanente in cui acquista un paio di Danilo Fatelli occhiali ogni tre anni o delle lenti a contatto ogni quindici giorni?

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Nau! S.r.l. - Via S. e P. Mazzucchelli, 7 - 21043 Castiglione Olona (VA) - Tel. +39 0331 861233 - franchising@nauottica.com adv.indd 1

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futuro in vista

Professionisti, cittadini, stato: la collaborazione tra ottico oPtometrista e oculista giova a tutti

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rovarsi è un inizio, restare insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. La frase, di Henry Ford, riassume molto efficacemente lo stato delle cose fra la nostra professione e quella dell’oftalmologo. Negli ultimi tempi, nonostante anacronistiche, demagogiche e non veritiere affermazioni, certe barriere ideologiche hanno cominciato ad abbassarsi, per lasciare spazio al dialogo e alle iniziative comuni. In alcune realtà del nostro territorio, questa sinergia esiste già, dimostrando che complementarità e collaborazioni non solo sono possibili, ma contribuiscono al miglioramento del servizio reso alla comunità. L’ottico optometrista e l’oftalmologo hanno in comune la tutela di un bene a noi tutti prezioso: la vista. È anche per questo motivo che la nostra professione può e deve svolgere un ruolo fondamentale anche in termini di prevenzione, naturalmente regolamentata da normative chiare e moderne. Molte volte è l’ottico optometrista il primo interlocutore cui si rivolge l’utente per il controllo della vista. Spesso quest’ultimo viene indirizzato dall’oftalmologo per un’ulteriore visita di approfondimento. Nel quotidiano però l’operazione inversa è molto rara. Ritengo importante che su una base di rapporto paritetico anche l’oculista abbia il dovere di inviare l’utente dall’ottico optometrista. Questa visione più moderna di collaborazione porterebbe sicuri vantaggi all’utente finale, in quanto vedrebbe ridursi di molto le attese per un controllo visivo, le strutture sanitarie sarebbero meno ingolfate e, non meno importante, l’impatto socio economico per il Servizio Sanitario Nazionale si ridurrebbe drasticamente. Un’occasione di dibattito su queste tematiche sarà il prossimo Congresso dell’Albo degli Ottici Optometristi, dal 12 al 14 maggio a Stresa, incentrato appunto sul confronto fra le due realtà professionali e le possibili sinergie per Andrea Rattaro, il potenziamento del benessere visivo. Sarà un momento coordinamento Albo libero e sganciato da ideologie preconcette: tutti noi dobdegli Ottici Optometristi biamo essere artefici del nostro futuro professionale.

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Strategie e mercato

coLPo D’occHio SULL’ottica Come si presentano oggi l’assetto strutturale e i principali problemi degli attori che operano lungo la filiera

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di Danilo Fatelli

ffermare che il 2012 si è presentato nel peggiore dei modi è una banalità che, però, non ci si può esimere dall’enunciare visto il proseguirsi di eventi e notizie negative. Problemi di natura finanziaria, redditi in flessione e consumi in calo: a fronte di tutto ciò, come si preparano le realtà economiche e aggregative della filiera ottica ad affrontare questo scenario preoccupante? Come evolveranno i comportamenti e le strategie: in senso innovativo e verranno tentati cambi di rotta per esorcizzare il futuro o in senso conservativo e tutto rimarrà come prima, finché gli eventi non forzeranno il cambiamento?

importante delle aziende e degli occupati; inoltre una delle aziende storiche, Safilo, è passata di mano finendo in quelle del gruppo Hal Investments, presente in Italia con l’insegna Avanzi. Le vendite in valore di occhiali da sole e montature non sono mai tornate sopra i livelli del 2008 che, peraltro, è stato l’anno in cui le difficoltà si sono manifestate. Il calo si è concentrato tutto sui prodotti italiani, mentre i prodotti d'importazione hanno registrato incrementi importanti. Il dato più vistoso di questo andamento è la flessione del valore medio degli occhiali venduti. Le cinque multinazionali dell’occhialeria, come fanno tutte le aziende globalizzate, hanno recuperato con lo sviluppo nei paesi emergenti quello che hanno perso in Europa, negli Stati

L’industria La prima ventina di fornitori della distribuzione ottica sono in maggioranza multinazionali con posizioni di leadership in quasi tutti i paesi in cui operano, ma di questi i primi dieci forniscono il 90% del giro d’affari. L’industria dell’occhialeria italiana ha il monopolio mondiale dei prodotti di fascia alta, ma se le cinque grandi hanno difeso con successo la propria leadership, il settore e il distretto del bellunese in particolare hanno lasciato sul terreno, sotto l’attacco delle produzioni dell’estremo Oriente e la delocalizzazione di parte della produzione dei grandi italiani, una fetta

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Strategie e mercato Uniti e in Italia. I loro risultati di vendita e di In queste pagine, scatti da Mido 2011. La fiera di Milano, in programma quest’anno dall’11 al 13 marzo, è il più significativo esempio di incontro tra industria e distribuzione ottica, su bilancio, anche se con qualche scricchiolio, scala mondiale. La prima ventina di fornitori, infatti, sono in maggioranza multinazionali con posizioni di leadership in quasi tutti i paesi in cui operano, ma di questi i primi dieci forniscono sono tutti di segno positivo, quindi le loro il 90% del giro d’affari strategie sono più rivolte alla competizione mondiale che non a investire per sostenere le vendite in Italia e nel vecchio continente. Le industrie dei prodotti di contattologia hanno in comune con quelle dell’occhialeria il livello di concentrazione e l’internazionalità, mentre l’andamento del mercato registra ormai da anni il segno positivo. Come è stato più volte sottolineato innovazione (lenti giornaliere e materiali) e strategia di marketing hanno incrociato un nuovo modo di correggere la vista, che consiste in più promiscuità tra lenti a contatto e occhiali. I brand delle tre industrie leader vivono di domanda spontanea da parte dei consumatori e questo rende rigidi i loro rapporti con nell’utilizzo nelle lenti da parte della distribuzione ottica, che la distribuzione, che recupera parzialmente autonomia con il ha tratto molti vantaggi dai sistemi di tele bisellatura. buon successo dei prodotti a marchio. Il mercato delle lenti oftalmiche, nonostante la presenza di La distribuzione quattro multinazionali e delle loro derivazioni, è molto più fraLa rete dei punti di vendita ottici specializzati ha seguito un zionato e non dispone degli atout delle lenti a contatto. Le lenti percorso verso la modernizzazione del tutto originale. Infatti, oftalmiche nella percezione del consumatore sono prodotti di nel tempo, i suoi caratteri strutturali sono rimasti fondamenservizio sulla cui scelta è determinante l’intervento dell’ottitalmente invariati, caratterizzati da una modesta presenza co. I miglioramenti tecnologici delle lenti in generale e delle di catene succursaliste, una ridotta presenza di insegne del progressive in particolare non sono vissuti dal consumatore commercio integrato e una vasta adesione dei commerciancome componenti decisive della correzione della visione. Nella ti indipendenti a strutture di commercio all’ingrosso e di commercializzazione delle lenti oftalmiche svolge un ruolo intermediazione commerciale. Il deficit strutturalmente più importante il servizio di montaggio che viene esplicato da importante del sistema è la mancata copertura della logistica specialisti-grossisti che operano sia per conto della produzione la cui funzione è ancora oggi sostanzialmente svolta da e per sia proprio, sostituendosi al rapporto diretto tra produttoreconto dell’industria. brand e distribuzione. La tecnologia gioca un ruolo importante La massa di punti di vendita che fa parte di queste organizzazioni è solo parzialmente legata da rapporti di franchising o contrattuali vincolanti e, di conseguenza, non esprime una presenza organica né in termini di insegne né di politiche commerciali. Oggetto principale dei rapporti sono le condizioni di acquisto e un pacchetto generico di servizi, tra cui il più significativo è quello dei prodotti a marchio nella contattologia. La componente che in tutti i settori ha conteso alle insegne succursaliste il controllo del mercato, cioè l’associazionismo nelle sue diverse forme e integrazioni, è presente solo con il caso Optocoop Italia-Oxo. Conseguenza di questa particolare configurazione della distribuzione ottica è la normalizzazione dei punti di vendita e la conseguente assenza di formule distributive innovative e di una vera competizione orizzontale, che ha prodotto una sostanziale conservazione del parco dei punti di vendita negli ultimi vent’anni. L’innovazione distributiva è stata rappresentata dalle grandi

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Strategie e mercato ancorché scarsamente incisivi e privi sostanzialmente di deleghe dal mondo dell’imprenditoria del settore. Altro elemento caratteristico dell’ottica è la commistione fra la professione e il ruolo imprenditoriale o di collaboratore della distribuzione: questo ambito è coperto in modo importante da Federottica, che si batte da anni per l’aggiornamento verso una diversa figura del profilo professionale, quella dell’ottico-optometrista. L’insieme delle realtà che abbiamo descritto sinteticamente detiene da anni il grosso della commercializzazione dei prodotti ottici con risultati economicamente soddisfacenti sia per i distributori sia per l’industria. Tutto questo è stato vero fino alla metà dello scorso decennio, quando alcune certezze sono venute meno, quali il costante successo delle griffe e l’assenza di competizione fra distributori. Da allora i risultati sono stati sempre più deludenti e incerti. Considerando quanto ci aspetta nel prossimo futuro la domanda che poniamo è se questo mondo è in grado di farvi fronte. superfici ottiche, presenti soprattutto nei centri commerciali e dalla catena di discount Nau!, che ha dato un’interpretazione particolare al concept.

I dati riportati nel servizio e nelle relative tabelle sono stati raccolti da fonti diverse non allineate e si fermano alla metà del 2011. Invitiamo, dunque, gli enti citati, le imprese e le associazioni di segnalarci i dati ed eventuali novità di ragioni sociali o altro aggiornati al 31 dicembre 2011, così da pubblicarli in uno dei prossimi numeri della rivista, n.d.a.

Le relazioni industria-distribuzione Caratteristica propria della filiera ottica è il forte contrasto fra la struttura delle industrie fornitrici, fortemente concentrata su poche imprese multinazionali la cui concentrazione è andata aumentando negli ultimi 20 anni, e un sistema distributivo frazionato e mercantilistico rivolto più al dialogo con l’industria, da cui deriva il grosso dei profitti (sconti di fine anno, rifatturazione, ecc), che con il consumatore. In sostanza l’approccio dell’industria nei confronti della distribuzione è quello tipico fornitore-cliente dei mercati premodernizzati, anziché quello dei mercati evoluti basato sulla partnership nelle infrastrutture e sulla competizione verso il consumatore. Gli organismi di rappresentanza La rappresentanza delle industrie del settore è affidata all’Anfao (occhiali e lenti oftalmiche) e all’Assottica (lenti a contatto), che coprono tutto l’arco delle merceologie del settore e gran parte delle imprese, mentre le altre categorie (laboratori di montaggio, importatori, operatori della logistica, ecc) che intervengono lungo la filiera non hanno una loro rappresentanza di tipo associativo sindacale. Viceversa nell’ambito della distribuzione gli organismi di rappresentanza associativo-sindacali sono numerosi,

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MARKETING E GESTIONE

DIMMI DOVE STA IL TUO NEGOZIO E TI DIRò COME VA: LA LOCATION Sui risultati dei punti di vendita l’ubicazione gioca un ruolo fondamentale che viene spesso sottovalutato e che può rendere vani gli sforzi dell’imprenditore nel tentativo di valorizzarlo

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di Ario Terzi

già aperto, ma che non riesce a sviluppare il proprio giro di affari.

alla letteratura di marketing sono derivati, nel tempo, una serie di concetti le cui definizioni sono entrate nel linguaggio corrente. Uno dei più diffusi è il “marketing mix“, che individua l’insieme delle componenti o leve di marketing che compongono una determinata attività di business. Quando si tratta di analisi che riguardano il marketing retail e quindi i punti di vendita, nelle elencazioni di queste componenti figura sempre al primo posto, insieme al price positioning, gli assortimenti, la promotion, ecc, la location, termine con il quale si definisce l’ubicazione di un punto di vendita. Chi ha esperienza diretta dei problemi connessi all’apertura e alla gestione dei punti di vendita sa che è più probabile che vada bene un negozio gestito così così, in una location di pregio, piuttosto che un negozio ben gestito, collocato nella location sbagliata. Da ciò deriva la necessità di stimare il potenziale del bacino di utenza di un nuovo punto di vendita o di verificare l’efficacia della location di un punto di vendita

La scelta della location I punti di vendita possono essere ubicati in qualunque strada, piazza, galleria o ambiente aperto al pubblico in cui la legge lo consenta, ma la tipologia delle ubicazioni è molto articolata e dalle loro caratteristiche, in ordine al traffico di persone che vi transitano, deriva la loro efficacia e il loro valore locativo, cioè il costo degli affitti. Gli elementi che definiscono la qualità commerciale delle ubicazioni sono numerosi, ma principalmente derivano, facendo riferimento a un negozio specializzato come quello di ottica di piccole o medie dimensioni (60-120 mq), da: • ubicazione in strade di centro città, semiperiferia, periferia, residenziali, ecc. • ubicazioni in strutture commerciali dedicate, quali mercati coperti, centri commerciali, ecc. • ubicazioni all’interno o in prossimità dei grandi

Attraverso il suo bacino di utenza naturale la location deve attrarre una quantità di clienti tale da generare un volume di giro d ’affari sufficiente a rendere positivo il saldo costi-ricavi della gestione : è il criterio fondamentale per la scelta

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MARKETING E GESTIONE

generatori di traffico, come sono le grandi stazioni, gli aeroporti internazionali, gli ospedali, le scuole, le fermate di tram, bus e metrò, ecc. Il valore delle diverse tipologie di ubicazione trova dei correttori nella presenza nella location di: • barriere di traffico automobilistico o pedonali, quali grandi strade di traffico automobilistico a più corsie, linee ferroviarie o tramviarie che impediscano o rendano difficile il trasferimento da uno all’altro dei due lati di una strada, zone pedonalizzate, ecc. • limiti o autorizzazioni alla effettuazione di orari e aperture prolungate • disponibilità di parcheggi • collegamenti dei servizi pubblici, bus, tram, metrò, ecc. In definitiva ciò che conta è che la location attragga “naturalmente” (bacino di utenza naturale) una quantità di clienti tale da generare un volume di giro d’affari sufficiente a rendere positivo il saldo costiricavi della gestione. Gli investimenti in promozione o pubblicità debbono servire a sviluppare il bacino di utenza (bacino di utenza captivo) e conseguentemente il giro d’affari e a proteggerlo dalla concorrenza, non a promuovere la location.

INDIVIDUAZIONE GENERICA DI UN BACINO DI UTENZA COMMERCIALE DEFINITO DA ISOCRONE DI PERCORRENZA DI 12/13 MINUTI A PIEDI (900/1000 METRI) I punti rossi sono i centri ottici

QUADRANTE 1 ALTà COMMERCIALE QUADRANTE 2 MEDIA DENSITà COMMERCIALE QUADRANTE 3-4 ZONE RESIDENZIALI

immagine, che riguardano esclusivamente i flagship store. Prima di investire risorse economiche nel rifacimento o in progetti di comunicazione di un punto di vendita attivo da qualche anno, sarebbe opportuno verificare se il bacino di utenza in cui opera ha esaurito il suo potenziale di crescita. In questo caso non conviene investire risorse, a meno che non esistano possibilità di sviluppo da valutare in funzione delle risorse economiche disponibili e dei risultati attesi. Nel calcolo del potenziale, si somma il numero di persone che transitano o sono presenti nella via scelta per collocare un punto di vendita alle persone residenti entro un raggio di percorrenza, a piedi, dal punto di vendita di massimo 5-10 minuti, a seconda della densità commerciale e abitativa. Una volta definito il numero di persone presenti a vario titolo nella location è possibile definire il valore complessivo dei consumi dei prodotti core business del punto di vendita e valutare la penetrazione che questo pensa di potervi ottenere. La stima così ottenuta va poi corretta in base ad alcuni elementi quali: • la quota del giro d’affari acquisita dalla concorrenza diretta nel bacino • la quota del giro d’affari che si trasferisce in realtà concorrenziali fuori dal bacino, come ad esempio centri commerciali presenti lungo lo stesso asse viario sul quale insiste il punto di vendita in esame • la quota del giro d’affari acquisita da concorrenti non diretti (ingrosso, grandi magazzini, ecc.) o da canali alternativi quali l’e-commerce, nonché naturalmente dal dato macro dell’andamento dei consumi in generale e quelli dell’ottica in particolare.

Il valore della location Quando si apre un nuovo negozio, per poter compiere la valutazione preventiva della sua rimuneratività si dovrebbe sempre fare un’analisi del potenziale del suo bacino di utenza, cosa che accade di rado nel commercio tradizionale in cui ci si affida al fiuto dell’imprenditore nella scelta dell’ubicazione. Per i grandi distributori la ricerca del potenziale è una procedura abituale che prevede poche eccezioni, per ragioni di

corretta della location, quando si decide di avviare un nuovo punto vendita

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MARKETING E GESTIONE

CLASSIFICA DELLE LOCATION Vie dello shopping di Centro Città

100

Vie pedonali dello shopping

90

Vie commerciali del semicentro

60

Vie commerciali della periferia

30

Vie di aree urbane residenziali

20

Zone commerciali organizzate (mercati coperti ecc)

60

Centro commerciale urbano

120

Centro commerciale extra urbano

80

Parco commerciale

70

Aree commerciali dei grandi attrattori (stazioni, aeroporti ecc.)

Come detto, dal valore complessivo dei consumi del bacino va detratto il valore di quelli di competenza della concorrenza diretta o delle altre forme di concorrenza che abbiamo descritto. Per farlo occorre effettuare un panorama della concorrenza presente nell’ambito del bacino e tenere presenti alcuni dati, quali il numero di persone che compongono l’organico del punto vendita, la superficie stimata (che in genere si deriva dal numero di vetrine e di porte di cui dispone) e, infine, dal tipo di politica commerciale che esercita, rilevabile dalle attività visibili in vetrina e dalle informazioni che volentieri la forza vendita dell’industria, che ha in mano il polso della sua clientela, è disponibile a fornire. Questi calcoli sono facilitati dalla conoscenza (acquisibile) dei parametri delle principali voci di costo e ricavo. Compattando queste informazioni è possibile stabilire un quadro abbastanza preciso di quelle che sono le opportunità di ulteriore sviluppo del punto di vendita o se questo ha esaurito il suo ciclo vitale ed è bene pensare a un suo trasferimento o magari chiusura; tenendo presente che nulla è eterno e che l’ottica, per sua fortuna, è una delle attività commerciali al più basso tasso di rotazione, ma che comunque anche nell’ottica esiste un ciclo vitale dei negozi.

VALORE LOCATIVO

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Il calcolo del potenziale Tutte le ricerche di marketing partono dalla raccolta delle informazioni quantitative sui fenomeni oggetto della ricerca. Per fornire dati sui singoli settori che compongono la commercializzazione dei beni di largo consumo, sono attivi Istituti di ricerca internazionali e centinaia di studi e società di ricerca; nel mercato dei prodotti ottici questa funzione è svolta da GfK. Le ricerche fatte per conto dei grandi insediamenti commerciali comportano l’acquisizione di dati non sempre facili da reperire ed elaborazioni complesse e costose giustificate dal fatto che, se si investono 70-80 milioni di euro per realizzare un piccolo centro commerciale di GLA (superficie lorda affittabile) di 50.000 mq, gli errori di valutazione si pagano cari, ma in scala ridotta la stessa cosa si può dire per un centro ottico. In concreto come si può fare per verificare il potenziale di un nuovo punto di vendita o quello residuale di un bacino di utenza in cui si opera da tempo? Il singolo ottico, se ha attivato uno dei programmi di gestione che usa il settore, ha una fonte di informazioni formidabile, l’anagrafica dei clienti che gli memorizza i loro difetti visivi ma anche la frequenza e il valore degli acquisti, l’età e l’indirizzo da dove provengono. Raccogliendo questi dati si può definire il perimetro del bacino di utenza del negozio, le caratteristiche socio economiche principali della sua clientela, quante persone o ametropi ci risiedono e qual è il loro potenziale di spesa in prodotti e servizi ottici.

“COME NON SBAGLIARE LA PRIMA MOSSA” SU B2EyES.COM È il titolo del corso presente sul portale di questa testata, in cui sono presentati due dei sette capitoli di cui è composto, fruibile da tutti gli utenti registrati a b2eyes.com. Spiega le modalità per analizzare, valutare e, quindi, scegliere la location più adatta per avviare un centro ottico o per valorizzarlo al meglio. Se il servizio di queste pagine è il primo del nuovo percorso di marketing e gestione del punto vendita che accompagnerà i lettori di b2eyes magazine lungo il 2012, su b2eyes.com, nella sezione B2Learn, l’utente registrato può fruire gratuitamente di un trailer dei percorsi di formazione collegati. Su B2Learn saranno quindi presenti pillole dei corsi, realizzati in collaborazione con la Zaccagnini Business School, sulle singole tematiche, all’interno del percorso di Marketing e Gestione d’impresa, ed eventualmente acquistabili i pacchetti completi di formazione a distanza.

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attualità

Quest’anno sarà un Mido più… easy Insieme allo spazio congressuale OttiClub, l’iniziativa di organizzare trasferimenti gratuiti per gli operatori italiani e gli studenti di ottica e optometria è una delle novità offerte dal salone, in programma dall’11 al 13 marzo a Milano

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di Angelo Magri

chia, momenti di approfondimento e servizi dedicati. Ed è per assecondare queste richieste che quest’anno è stato creato, all’interno del padiglione 22, uno spazio congressuale per incontri su tematiche legate all’ottica italiana e un’area d’accoglienza (OttiClub) loro riservata. Sempre quest’anno è nato anche “Easy Mido”: in collaborazione con le più importanti associazioni di categoria, Mido sta organizzando trasferimenti gratuiti per tutti gli operatori italiani e gli studenti di ottica e optometria che vogliono visitare il salone. Un’iniziativa appena promossa e che sta già raccogliendo molte adesioni da diverse regioni in Italia.

iamo fiduciosi che sia gli ottici italiani sia quelli stranieri apprezzino il cambiamento». Date, giorni, espositori, iniziative: abbiamo chiesto a Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao, di analizzare le numerose novità della prossima edizione del salone milanese. Alcune aziende di lenti oftalmiche hanno deciso quest’anno di non esporre a Mido: quanto inciderà questa defezione sulle visite degli ottici italiani, che avevano in questo padiglione un punto di riferimento? Il periodo economico che stiamo vivendo sembra avere un'unica parola chiave: sacrifici. Quelli che l’Europa chiede all’Italia e il governo italiano ai suoi cittadini. È una premessa necessaria per capire il contesto in cui ci stiamo muovendo. La scelta di rinunciare a Mido ritengo che sia indipendente dal valore intrinseco della fiera. L’attuale situazione impone delle scelte di strategia e spinge, dunque, le aziende a razionalizzare le spese di promozione del proprio business. Sono però dell’idea che tali defezioni non incideranno sulle visite degli ottici italiani.

Molte fiere o congressi oggi, alla luce della congiuntura negativa, hanno deciso per la cadenza biennale: si tratta di un’ipotesi presa in considerazione anche da Mido per il futuro? Alla sua provocazione rispondo con un’altra: perché non farla invece due volte l’anno? Perché non presentare gli occhiali da vista in un’edizione e il sole in un’altra o a maggio? Tutto è possibile. In fondo la moda si “spezzetta” in più appuntamenti l’anno per presentare le collezioni primavera-estate e autunno-inverno. Perché non anche l’occhiale? Al di là della mera provocazione, penso davvero

Mido ha in programma iniziative collaterali per ovviare a queste assenze e per venire incontro alla domanda di formazione degli ottici? La fiera non si studia per “ovviare” alle assenze. È come organizzare una cena pensando a chi non viene. Il nostro salone, al contrario, è plasmato sulle esigenze di chi espone e di chi viene a trovarci, è pensata per “rispondere“ a delle esigenze, è attenta ai suoi interlocutori di riferimento e si interfaccia costantemente con il mondo degli ottici e degli oculisti. E questo mondo chiede respiro internazionale, fruibilità immediata, attenzione alle novità e ai mercati di nic-

Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao

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attualità

Per rendere il salone ancora più appetibile stiamo organizzando importanti iniziative “extra fiera”. L’occhiale non è solo moda, l’occhiale è anche salute e protezione. Facendo leva su questo binomio nella conferenza stampa d'inaugurazione della fiera, l’8 marzo, presenteremo alcune iniziative di prevenzione per sensibilizzare l’opinione pubblica, sul bene vista e sull’importanza di controlli mirati, che coinvolgeranno la città di Milano.

che non si possa escludere nulla. Mido è una fiera dinamica, che non ha paura dei cambiamenti. Una fiera che si confronta con i suoi interlocutori, fa domande e soprattutto ascolta le risposte e cerca di soddisfare le richieste: negli ultimi 5 anni ci siamo spostati da Fieramilanocity a Rho-Pero, da maggio a marzo, da 4 a 3 giorni e quest’anno dal weekend ai giorni feriali. Questo non perché non si trovi la formula esatta, ma perché cerchiamo di interpretare le mutate esigenze. Ritengo che il nostro settore e il mercato a esso connesso abbiano caratteristiche tali e un’evoluzione così rapida in termini di sviluppo tecnologico oltre che di moda, da rendere pressoché necessario un aggiornamento annuale. Non sottovalutiamo la componente fashion dell’accessorio. È pur vero che l’occhiale non ha stagioni, ma “accompagna” la moda nel corso dell’anno solare, ne segue i mood e le tendenze più forti. Presentare le collezioni eyewear ogni due anni vorrebbe dire essere costantemente in ritardo sulla tabella di marcia, non solo strettamente in termini di moda, ma anche di business.

Cresce l’interesse delle aziende per Mido Design Lab: perché un ottico dovrebbe venire a visitare questo padiglione, che rimane una nicchia nel business del centro ottico? Attenzione alle novità e ai mercati di nicchia è, infatti, una delle esigenze espresse dagli ottici con cui ci siamo confrontati. Oggi il consumatore cerca sia l’occhiale griffato sia quello di design. Oggi piacciono anche i prodotti “speciali” e le limited edition. E Mido Design Lab, senza ombra di dubbio, offre una panoramica completa su tutto ciò che c’è di nuovo, sperimentale, speciale, unico e all’avanguardia in termine di forme, materiali, colori. Solo in fiera si possono toccare con mano i prodotti e confrontarsi con chi questi accessori li crea, solo tra gli stand di Mido Design Lab si possono conoscere le novità, libere dai condizionamenti dei grandi numeri e quindi che possono osare e sono espressione di una creatività “poliglotta”. Un ottico che non visita questo padiglione avrà una visione “ridotta” del mondo dell’occhiale.

Quest’anno Mido non sarà in concomitanza con le altre fiere dell’accessorio moda: questo potrebbe essere uno stimolo in meno per spingere gli ottici, soprattutto esteri, a visitare la fiera? Quale altre attrattive propone Mido “extra fiera”, che coinvolgano ad esempio la città di Milano? Tre anni fa, nel 2009, abbiamo deciso di “fare sistema” con le altre fiere milanesi per offrire un punto di riferimento strategico per i buyer del settore moda e ci siamo posizionati a marzo creando un treno di appuntamenti con le altre fiere dell’accessorio (Micam, Mipel e Mifur) con l’obiettivo di offrire anche un’agenda più compatta legata al fashion system. Quest’anno, per esigenze logistiche e strategiche, queste fiere ci precedono di qualche giorno, viene così meno la concentrazione temporale. Penso che questo non inciderà sulla partecipazione degli ottici: si tratta di una categoria ben specifica, strettamente interessata al settore e legata a doppio filo al mondo dell’occhiale nella sua interezza (dalla componente moda a quella salute, passando per macchinari e aggiornamento professionale). La contemporaneità con le altre fiere rappresentava certamente un plus, ma non la condizione “sine qua non” per la partecipazione alla fiera.

Quali sono i primi riscontri in vostro possesso sull’interesse degli ottici a visitare Mido domenica 11 e lunedì 12 marzo, giorni tradizionalmente di chiusura dei negozi? Mi auguro che siano positivi. D’altronde la scelta di cambiare date è maturata, oltre che per la sovrapposizione con un’altra fiera quadriennale, proprio per rispondere alle richieste, da una parte, di molti buyer stranieri di concentrare le visite in fiera durante la settimana lavorativa, pur conservando la possibilità di potervisi recare anche in parte del weekend; dall’altra per favorire le visite degli ottici italiani e di quelli dei paesi limitrofi durante le giornate che normalmente non dedicano alle loro attività di vendita, in particolare, in questo caso, la domenica e il lunedì consueti giorni di chiusura dei negozi in molte città.

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attualità

Vision Group e optical Master club: l’alleanza per il futuro Il titolo della quinta convention di OMC, che alla fine di gennaio ha celebrato a Roma la collaborazione tra i due gruppi, riassume gli obiettivi dell’operazione di Angelo Magri

è

Da sinistra: Marco Procacciante, Vito Domenico De Martino e Sergio Colesanti; nel riquadro: De Martino con Gianni Cesana, presidente di Vision Group

più grande centrale italiana e una delle più grandi d'Europa», ha detto De Martino. Gli ha fatto eco Sergio Colesanti, che ha ribadito la portata strategica della partnership. «Alleanza significa che nulla può cambiare nel sistema distributivo se non mettiamo in atto un rafforzamento della rete vendita, della redditività, degli strumenti di marketing e di comunicazione», ha sottolineato il responsabile

stata la convention della svolta. Così l’ha definita il presidente di Optical Master Club, Vito Domenico De Martino, parlando al centinaio tra ottici iscritti al club e collaboratori delle due strutture, presenti il 29 e 30 gennaio all’Hotel Aldrovandi Palace di Roma. «In questi anni il nostro Club è andato sempre a progredire e crescere, così che ora è giunto il momento dell'alleanza con la

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attualità

Sandro Castaldo, responsabile area marketing di Sda Bocconi

in particolare, verte oggi la competizione. Poi si sta intensificando la pressione sul valore: l’età dell’oro dei margini è certamente terminata, ma il valore rimane soprattutto al livello della distribuzione nella filiera dell’ottica. Quindi vanno studiate nuove strategie per innovare, con pari orientamento all'efficienza e al valore aggiunto: il cliente, infatti, valuta il fornitore sul valore da lui percepito, che è il risultato tra il valore d’uso e i costi d’acquisizione». Il docente milanese ha ricordato, inoltre, come le alleanze nel retailing siano strategiche anche nel settore dell'ottica. «Un esempio di successo è Conad - ha detto Castaldo - Inoltre, quanto più si crea valore sul cliente, investendo nella gestione del punto vendita o valorizzando le private label, tanto più si può negoziare con l'industria a condizioni migliori». Alla convention di Roma è intervenuto anche il management di Vision Group, che ha illustrato agli ottici presenti le strategie e le principali novità in fatto di servizi commerciali, marketing, qualità, formazione e collaborazione con l’area medica.

commerciale di OMC. A sua volta Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group, che con questa operazione passa da una penetrazione media sul territorio italiano di poco più del 14% al 16%, ha ricordato che «Vision Group vuole creare un sistema ottico-gruppo per ridurre il peso dei concorrenti, avvicinare i fornitori e soddisfare i clienti». A legittimare la strategia che ha portato a questa partnership e gli obiettivi che essa persegue ci ha pensato Sandro Castaldo, responsabile dell’area marketing di Sda Bocconi. «Oggi bisogna fare rete tra reti di ottici – ha detto Castaldo, nel suo intervento alla convention romana - Sviluppare una massa critica risulta fondamentale per essere competitivi sul mercato: o lo si fa aprendo nuovi punti vendita o creando un network tra centri ottici. Per raggiungere questo obiettivo bisogna tenere conto di alcuni fattori. Innanzitutto il contesto ambientale che sta cambiando: la liberalizzazione dei canali di vendita, la competizione globale e trasversale, un cliente poliedrico ed esigente che insieme ai prodotti cerca anche i servizi commerciali, sui quali,

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ATTUALITà

FIos, FIdeLIzzAre IL cLIenTe dALL’InTerno Il centro ottico di Roma, che l’anno scorso ha celebrato i 60 anni di attività, sopperisce all’assenza di vetrine con una risorsa dedicata alla cura e allo sviluppo della clientela

V

ia del Viminale, cuore di Roma: non ci sono vetrine con l’insegna, ad eccezione di un piccolo punto luce dedicato esclusivamente agli occhiali da sole. Ma la forza dell’Istituto Ottico Fios, tre generazioni di professionisti della visione e 60 anni di presenza nella capitale,

di Angelo Magri

sta un piano più su, negli eleganti e funzionali spazi, ambulatori e sale riservate ai clienti. «Abbiamo deciso di ottemperare all’assenza di vetrine su strada investendo in una figura interna specializzata nel marketing e nella comunicazione – spiega Alessandro Roncaccia, che ha ereditato la guida del centro ottico dal padre Giorgio, dopo che questi, a sua

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volta, aveva raccolto il testimone da Mario Roncaccia, che lo avviò nel dopoguerra – Il primo obiettivo di questa figura professionale è la fidelizzazione della clientela: lavoriamo con un ampio pacchetto di utenti, l’80% già fidelizzato, attraverso telefonate, eventi come quello del maggio scorso per i 60 anni di attività, incontri presso la vicina ambasciata francese,


ATTUALITà

persino iniziative in locali come il Bagaglino. Per fare tutto ciò era necessaria una risorsa interna, che ci desse la possibilità di trasformare un limite, cioè la mancanza di mostrarci al pubblico con delle vetrine, in un’opportunità per sentirci più vicini ai nostri clienti». Perché Fios ha deciso di puntare su una risorsa interna anziché su una società esterna o a tempo? «Un call center esterno non sarebbe stato in grado di rispondere alle nostre esigenze – sottolinea ancora Roncaccia – Già chi ricopre questo incarico ha incontrato una serie di inevitabili difficoltà per entrare e capire il mondo dell’ottica e, in particolare, quello di Fios, figuriamoci cosa avrem-

mo fatto se avessimo dato un’attività del genere in outsourcing. La nostra responsabile marketing e comunicazione lavora a stretto contatto con me, quotidianamente mi sottopone idee e spunti per migliorare il rapporto con la nostra clientela, che insieme valutiamo uno per uno. In questo modo riesco ad avere feed back diretti, nonché immediati, sulle iniziative in corso». La risorsa in questione è Alessandra Tucci, laureata in giurisprudenza, poi specializzatasi in marketing e comunicazione attraverso una serie di corsi. «Le mie esperienze professionali precedenti si sono svolte in ambiti molto diversi non solo dall’ottica, ma soprattutto da quello specifico

Alessandra Tucci è la responsabile marketing e comunicazione di Fios

rappresentato da Fios, che non è un negozio nel senso tradizionale del termine, bensì un centro dove si coccola il cliente da quando entra a quando esce – spiega la giovane manager romana – L’obiettivo è la soddisfazione totale del cliente, per cui il mio primo compito è studiare formule sempre nuove per migliorarne il benessere visivo con i nostri strumenti, i nostri prodotti e la professionalità dei nostri collaboratori». Su quali aree si è mossa a partire dall’inizio dell’incarico e quali sono, invece, i prossimi obiettivi? «Ho lavorato molto sulle convenzioni, per far conoscere sempre di più, in tutta Roma, l’Istituto Ottico Fios – ricorda AlesIl titolare, Alessandro Roncaccia, terza generazione di una famiglia romana di ottici

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ATTUALITà

L'Istituto Ottico Fios è attivo da oltre 60 anni nel cuore di Roma, in via del Viminale.

sandra Tucci – Uno dei prossimi impegni, invece, è far diventare l’evento, uno strumento finora utilizzato una tantum, una sorta di appuntamento periodico con la nostra clientela, per valorizzare sempre di più l’identificazione tra l’utente e il centro. Voglio, inoltre, studiare nuove tecniche per offrire i servizi che oggi chiede il consumatore finale: un campo d’azione sarà, soprattutto, quello dei social media, così da raggiungere più in profondità l’ampio bacino di provenienza dei nostri clienti, che

arrivano non soltanto dalla capitale, ma un po’ da tutta Italia». Nella sua attività quotidiana presso Fios, in questi due anni di collaborazione la responsabile marketing e comunicazione ha incontrato centinaia di persone. Con molte di loro ha stretto importanti rapporti di natura professionale e umana («A Luisa Redaelli di Vega, azienda che è stata partner dell’evento dei 60 anni, mi lega, ad esempio, una stima profonda») e sono scaturiti episodi anche curiosi. «Tempo fa contattai una

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piattaforma web per promuovere il nostro istituto: il responsabile, mentre gli parlavo di Fios, si ricordò che era il centro ottico in cui, quando aveva appena quattro anni, i genitori lo avevano portato per risolvere un importante deficit visivo – racconta Alessandra – Qui gli venne applicato un paio di lenti a contatto che gli permise di trascorrere un’infanzia e poi un’adolescenza molto più serena e la sua gratitudine è emersa anche a distanza di tanti anni da quella sua prima visita».


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attualità

Standard it: un pool di aziende europee per gli ottici L’italiana Bludata, insieme a Cristallin, IPRO, Ocuco, Retail Planit e Temática, che forniscono programmi e applicazioni a più di 22 mila centri ottici, ha fondato l’Optical Software Vendors Association di Mario De Paola

I promotori di OSVA: il terzo da sinistra è l’amministratore delegato di Bludata Informatica, Pierantonio Bovo; alla sua destra, Chiara Visentin, direttore marketing e vendite dell’azienda trevigiana

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sei maggiori produttori europei di soluzioni informatiche per ottici optometristi hanno fondato l'Optical S o f t w a r e Ve n d o r s A s s o c i a t i o n ( O S VA ) : l ' o b i e t t i v o è creare, promuovere e stabi-

lire standard IT comunitari per il settore ottico stabili e costantemente aggiornati. « A b b i a m o f o n d a t o l ' O S VA per creare standard comuni, che richiederebbero tempi molto più lunghi se ogni membro dell'associazione lavorasse da solo - ha com-

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mentato Leo Mac Canna, amministratore delegato di Ocuco - Per raggiungere questo scopo, le esperienze di Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda e Germania vengono riepilogate e condivise per dare


attualità

FOCuS… Su MIdO uno dei corsi per gli ottici tenuti presso lo stand di Bludata a Mido 2011

«Vo gliamo che gli ott ici guard ino Fo cus da un nuovo punto d i v ista : il pro gramma non può più essere un arch iv io passivo in cui si custod iscono i dat i, ma deve d iventare uno str umento che suppor ta q uot id ianamente l'organ izzazione aziendale». Così Ch iara Visent in, d irettore market ing e vend ite d i Bludata I n fomat ica, introduce i nuov i cor si in pro gramma al M ido d i mar zo, nello stand dell ’’azienda trev igiana. Viene così r ipetuta l ’esper ien za dell ’ed izione 2 011, che ha v isto un elevato numero d i profession ist i par te cipare alla sessione for mat iva a ppositamente stud iata da Bludata. Quest’anno i brev i cor si presso lo stand della so cietà d ’ in for mat ica saranno tenut i da A ndre a Sman iotto. L’obiett ivo è presentare e a pprofond ire le nuove fun zionalità del pro gramma Fo cus 10, mettendo in ev iden za le r ilevant i innovazion i r ispetto alla ver sione pre cedente. «Lo scor so anno i client i hanno prem iato la nostra volontà d i ar r icch ire d i nuov i contenuti la presen za a M ido, par te cipando numerosi alle session i d i for mazione – sottoline a Ch iara Visent in Sulla scor ta dei r isultat i ottenut i in fiera e dei origine a sviluppi comuni». Pierantonio Bovo, amministratore delegato di Bludata, e Stéphane Hillairet, numero uno di Cristallin, hanno ricordato che «possiamo fare molto, ma abbiamo bisogno del supporto degli altri attori del mercato». Secondo

feed back raccolt i tram ite q uest ionar i, a bbiamo organ izzato, nel 2 011, de gli incontr i d i for mazione in cui Nad ia Zuppardo ha presentato il suo modello organ izzat ivo suppor tato da Fo cus. Così, anche per M ido 2 012 , a vant i tutta con la for mazione e lo scam bio d i esper ien ze e idee per il futuro». I l pro gramma d i for mazione d i Bludata non si lim iterà, comunq ue, alla fiera m ilanese. Una ser ie d i cor si it inerant i sulla ver sione 10 d i Fo cus è già prev ista per i prossim i mesi, con d iver si incontr i r iser vat i agli ott ici che l ’azienda veneta organ izzerà in var ie zone d ’Italia.

R a f a e l R o s ( Te m a t i c a ) « l e soluzioni che i produttori di software forniscono sono s t r a t e g i c h e p e r l ' i n t e r o m e rcato dell'ottica». Il nuovo gruppo intraprenderà anche progetti comuni di ricerca e sviluppo di respiro europeo e distribui-

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rà prodotti informatici. «La nostra iniziativa è un'offerta agli altri operatori del settore: unitevi a noi per costruire in Europa un'infrastruttura del settore ottico più solida», ha affermato Martin Himmelsbach, amministratore delegato di IPRO.



amarCorD

Charmant europe: 25 anni, un’epoCa Dall’ingresso nel mondo delle licenze, per stare al passo dei competitor italiani, fino all’accordo con Trussardi, primo brand made in Italy a scegliere un partner estero: in mezzo quattro decenni che hanno rivoluzionato il mondo degli occhiali

V

enticinque anni non sono un lasso di tempo così lungo. Ma venticinque anni della storia recente dell’ottica assomigliano,

di Angelo Magri in realtà, a un passaggio epocale. «Quello che ha contraddistinto anche la vita di Charmant, che avviò la propria filiale europea nel 1987 a Monaco di Baviera e che quest’anno festeggia, appunto, i cinque lustri di attività - dice

1988

Taketoshi Mizukami, presidente di Charmant Europe, nonché delle licenze su scala globale per il gruppo giapponese – Allora la filiera dell’ottica, dall’industria fino al consumatore finale, passando attraverso la distribu-

1988 27

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amarCorD

zione, appariva molto più attenta alla qualità dei prodotti. Oggi, purtroppo, certi mercati, in particolare Germania, Francia, Regno Unito e Benelux, risultano invece più sensibili al prezzo». Inoltre, proprio sul finire degli anni ’80, è accaduto un fatto rivoluzionario per il settore. «Quando Charmant Europe iniziò la propria attività

i fashion brand non erano così importanti sul mercato – ricorda Mizukami – Poi Giorgio Armani firmò il primo accordo di licenza e il mondo dell’ottica non fu più lo stesso… I marchi italiani della moda incontrarono le aziende italiane produttrici di occhiali e tutti gli altri attori presenti sullo scenario dell’eyewear dovettero ade-

1988

guarsi a questa nuova situazione. Compresa Charmant». Così, nel 1994, nasce la prima licenza per il gruppo giapponese, con Esprit. Da lì in poi arrivarono altre griffe di primaria importanza, alcune delle quali ancora nel portafoglio licenze del gruppo, da Puma a Lacoste, da Elle a Trussardi. «Ricordo che quando firmammo l’accordo con

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amarCorD

Esprit il nostro stato d’animo era diviso a metà: contenti di partire con una nuova avventura, ma al tempo stesso un po’ dispiaciuti di non poter continuare sulla vecchia strada, quella del consolidamento esclusivo delle linee con il marchio di proprietà - rivela il manager, giapponese di nascita ma europeo di adozione: arrivò,

infatti, in Germania nel 1990, dopo già un’esperienza di tre anni nella casa madre – La vecchia strada, tuttavia, rimane il riferimento cui ci ispiriamo per le nostre collezioni: un elevato livello di qualità nel prodotto e nel servizio, sia che si tratti di un occhiale firmato Charmant sia riguardo ai modelli di tutti i brand in licenza». E nel 2010

2002

l’azienda nipponica si è tolta una bella soddisfazione, chiudendo in qualche modo il cerchio aperto un paio di decenni prima. «Con la licenza Trussardi abbiamo inserito il primo brand italiano nel nostro portafoglio e, per la prima volta, un brand italiano ha scelto un gruppo estero come licenziatario negli occhiali», afferma Mizukami.

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«ogNi sguardo al passato è uN passo verso il futuro...» 1987

Nello stesso anno Charmant sviluppa e costruisce un proprio stabilimento di produzione tecnologicamente all’avanguardia.

È l’anno della costituzione di Charmant GmbH Europe e del lancio sul mercato europeo della prima collezione Charmant Titanium Perfection. Grazie all’alta tecnologia e a tecniche produttive avanzate, Charmant diventa sinonimo delle montature in titanio. La specializzazione nell’impiego del titanio le permette di collocarsi nel segmento di qualità superiore del mercato.

2007

È l’anno dello sviluppo di un nuovo tipo di titanio, lo Z-Titanium, e del lancio della collezione Charmant Z. L’estrema plasmabilità del nuovo titanio permette di modellare nuove forme sofisticate dando nuovo impulso creativo al design delle montature. Charmant Z è l’ultima collezione di fascia alta del Gruppo e si distingue per la raffinatezza dei dettagli, la straordinaria perfezione del design, l’esclusivo livello innovativo, la tecnologia di prim’ordine e il comfort di una vestibilità eccellente. Puma Eyewear, un altro marchio su licenza, è introdotto sul mercato nello stesso anno. È un brand all’insegna di uno stile di vita sportivo e della massima allegria.

la sede di Charmant europe nel 1987, anno della fondazione, a Monaco di Baviera

2009

1990

Il materiale tecnologicamente più avanzato proposto da Charmant è l’Excellence Titan. Una lega di titanio leggerissima con memoria di forma, estremamente flessibile e dalla calzata confortevole e funzionale. Excellence Titan fa il suo debutto nella collezione premium Line Art Charmant, una linea dall’elevato comfort che si distingue per il design e la creatività artigianale che si coniuga alla tecnologia funzionale più innovativa. La ricerca costante degli ingegneri di Charmant ha permesso di creare la prima lega in titanio che meglio si adatta alla produzione di montature d’occhiali e il Gruppo ne detiene l’esclusività.

Segna il passaggio evolutivo dal Titanio Puro al Beta Titanio. Lo sviluppo di quest’ultimo materiale estremamente flessibile amplia il portafoglio clienti di Charmant. Le peculiarità del Beta Titanio si adattano alle lavorazioni più delicate permettendo più libertà creativa nel design.

1992

Il grande successo e la crescente domanda del mercato richiedono la costruzione di un nuovo stabilimento e Charmant lo realizza in Cina. È l’anno dell’affermazione del brand e gli occhiali Charmant spopolano tra la clientela europea.

2010

1995

Trussardi, la griffe Italiana del lusso, è l’ultimissimo marchio su licenza del Gruppo Charmant. La Maison Trussardi, espressione di ricercata raffinatezza e di stile cosmopolita e metropolitano, si contraddistingue per l’amore per i dettagli, l’eleganza discreta e i materiali pregiati.

Il Gruppo lancia Esprit ed Elle, i primi marchi su licenza, e l’universo Charmant diventa protagonista nell’area lifestyle e fashion.

1997

È l’anno della creazione del team europeo dedicato al “Design e Sviluppo” e responsabile anche dei marchi su licenza.

2012

Oggi Charmant Europe conta circa 200 addetti tra personale interno ed esterno e vende annualmente 1,5 milioni di montature.

2004

Lo stabilimento produttivo di Horikawa perfeziona una nuova tecnica di lavorazione. Con l’ausilio di artigiani specializzati nelle varie lavorazioni manuali della produzione, si raggiunge una qualità d’eccellenza.

la sede attuale di Charmant europe

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moda

Iceberg Boss Black Eyewear Tru Trussardi

Borsalino

Olivier Goldsmith

JFRey Oliver Peoples Italia Independent

Lunettes Kollektion

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moda

sTRange

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moda

Paul Smith

Ic! Berlin

Balenciaga Alain Mikli

Charmant Titanium Perfection

Versace

ALeRO

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moda

mix

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Dolce & Gabbana

Tiffany &Co.

Emilio Pucci

La Martina

Gucci

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Marc Jacobs

Balenciaga

Kenzo

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coNsuleNte

Negozi aperti 24 ore su 24: saraNNo peNalizzati i piccoli? Dal 2 gennaio, per effetto della manovra Monti, anche gli ottici non avranno più vincoli sulle aperture dei propri esercizi commerciali

L

di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

a manovra finanziaria della scorsa estate – Dl 98 del 2011 – ha introdotto la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali con entrata in vigore dal 2 gennaio 2012, prevedendo che i commercianti di tutta Italia possano decidere autonomamente i propri giorni e orari di apertura e chiusura. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che deve però vedersela con i rallentamenti che potrebbero derivare dai tempi di adeguamento degli enti locali, fissati in 90 giorni dalla legge approvata dal governo di Monti.

nonché dall’obbligo della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio. Inoltre l’art. 35, comma 7 dello stesso decreto legge prevedeva che “le Regioni e gli Enti Locali adeguano le proprie disposizioni legislative e regolamentari alla disposizione introdotta dal comma 6 entro la data del 1° gennaio 2012”. Il comma 4, dell'art. 6 del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, ha in seguito modificato la disposizione sopra menzionata sopprimendo le seguenti parole: "ubicato nei comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte". Con questa modifica veniva estesa a tutti gli esercizi commerciali la liberalizzazione in ambito di orari e giorni di apertura degli esercizi commerciali, inizialmente prevista esclusivamente per le città d'arte e località turistiche. Tale variazione era però stata successivamente stralciata in sede di conversione in legge; l’iter del Decreto Monti l’ha in seguito recepita nuovamente, ripristinando il rispetto della concorrenza tra tutti gli esercizi commerciali, che si trovino sia in zone turistiche sia altrove. A oggi, quindi, le attività degli esercizi commerciali e della somministrazione di bevande e alimenti potranno essere svolte anche senza il rispetto: - degli orari di apertura e di chiusura; - dell'obbligo di chiusura domenicale e festiva; - dell'obbligo di chiusura della mezza giornata infrasettimanale. Ciò significa che ogni ottico può decidere autonomamente e liberamente quando e se abbassare la propria saracinesca e quali orari rispettare.

Le novità introdotte dal Decreto Monti L’art. 35, comma 6 del D.L. 6 luglio 2011 n. 98 stabiliva che le attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande, localizzate nei comuni inclusi negli Elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte, erano in via sperimentale, esonerate dal rispetto degli orari di apertura e di chiusura, dall'obbligo della chiusura domenicale e festiva,

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Incontro

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silmoparis.com


coNsuleNte

Vantaggi e svantaggi per i punti vendita Sul fronte dei sì alla nuova norma, il governo evidenzia come la liberalizzazione degli orari rappresenti un fattore di stimolo alla concorrenza tra gli esercizi commerciali, che punterebbero in questo modo a fornire un servizio prolungato, adeguandosi alla realtà di numerose città italiane, le quali si riempiono tutto l’anno di turisti. Non è un caso che Roma l’abbia adottata subito. Un altro elemento da considerare è il fatto che il decreto non costringe ad aprire per più ore, ma semplicemente lo consente. Per cui, se il singolo dettagliante trovasse conveniente prolungare l’orario di apertura o modificarlo, potrebbe farlo; altrimenti l’orario rimarrebbe inalterato senza alcuna modifica rispetto al passato. D’altra parte, però, si può contestare il fatto che, per far fronte alla concorrenza, sarà automatico il prolungamento generalizzato dell’orario di apertura di tutte le attività commerciali. Tale allungamento delle ore lavorate permetterebbe inoltre di aumentare il fatturato, nonché di aumentare il numero di occupati. Ma è vero che aumentare l'orario di apertura degli esercizi commerciali ne fa incrementare anche gli utili? Sicuramente l'aumento dell'orario di apertura comporterà una crescita dei costi di gestione degli esercizi commerciali, quali il consumo di corrente elettrica e il riscaldamento. Gli orari liberalizzati sarebbero, inoltre, molto più convenienti per la grande distribuzione, che può permettersi di tenere sempre aperto grazie all’elevato numero di personale; risulterebbero, invece, molto più difficili da applicare per i singoli esercenti. È anche vero che i centri commerciali già oggi

offrono la possibilità di comprare in qualsiasi giorno, rappresentando un elemento di svago, ad esempio, per i clienti della domenica: quindi, è già presente una forte concorrenza dei grossi punti vendita e, semmai, proprio la mancanza di libertà per i più piccoli rappresenta una restrizione ai loro danni. Dal punto di vista dei commercianti, però, si contesta come la nuova norma porti vantaggi soprattutto al consumatore, ma rischi di mettere in ginocchio i piccoli commercianti e gli esercizi a gestione familiare, che per reggere la concorrenza dei grandi centri commerciali sarebbero costretti a sostenere maggiori spese per il personale o ad affrontare ritmi di lavoro insostenibili.

NEWS DAL MERCATO Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate è stato prorogato al 31 gennaio 2012 il termine per l’invio telematico della comunicazione delle operazioni relative all’esercizio d’imposta 2010, superiori a 25 mila euro al netto di Iva, per le quali è obbligatoria l’emissione di fattura. Resta confermata, per ora, la data del 30 aprile 2012 per le operazioni relative all’anno 2011. L’obiettivo è dare più tempo per gli adeguamenti tecnologici e superare le difficoltà operative incontrate dai titolari di partita Iva. Fino al prossimo 1° marzo sarà, invece, possibile inviare, senza applicazione di sanzioni, una comunicazione sostitutiva, previo annullamento della precedente.

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MEDITAzIOnI

IL PROFUMO DELLA VITA È in corso un profondo cambiamento del modo di vivere e di pensare degli ultimi trent'anni, quando abbiamo sperimentato un’incosciente prosperità, un incontrollato sviluppo del terziario, un continuo aumento di un tempo libero spesso banalizzato, disimpegnato e l’impoverimento della scolarizzazione

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di Luisa Redaelli Communication consultant

n casuale sincronica coincidenza con i cambiamenti in atto sul piano sociale ed economico sono mutate molte cose anche sul piano della mia vita personale. La mia casa ha cominciato a profumare di fiori, di caffè, di pane, di cucina fatta con amore: ha cominciato a profumare di vita, d’intimità, di calore. Sono tornata a vivere il valore delle cose autentiche e semplici, nel rapporto con le persone che amo e in aperta accoglienza dei miei amici. La situazione attuale della nostra società occidentale, evoluta e consumata, porterà inevitabili cambiamenti anche a livello privato per ciascuno di noi. Si attuerà in modo veloce un profondo cambiamento del modo di vivere e di pensare degli ultimi trent'anni, quando abbiamo sperimentato un’incosciente prosperità, un incontrollato sviluppo del terziario, un continuo aumento di

guati. Tutto si mescola, che noi un tempo libero spesso banalizzato, vogliamo o no, e si presenta diverso da disimpegnato e l’impoverimento della com’era l’attimo prima. Bauman scolarizzazione. La nostra società si sottolinea che non ci sono più riferitrova oggi a essere fragile, disunita, al menti forti, capaci di punto che il Tutto cambia molto rendere coeso il sociologo Bauman velocemente, troppo tessuto sociale. Si la chiama “società velocemente: mentre sono indebolite le liquida”. "Vita stiamo imparando Chiese, i partiti liquida", "Società come affrontare una politici hanno liquida", “Modernisituazione, la realtà perduto il rapporto tà liquida” sono è già cambiata, la con la gente, sono espressioni create situazione è diversa e sparite le piazze da Zygmunt i nostri strumenti sono dove le persone si Bauman1, per subito inadeguati descrivere le fermavano a parlare, caratteristiche del sostituite dagli mondo in cui viviamo. La "vita liquida" spettrali centri commerciali, dove le è una vita nella quale sembra non ci persone, come automi, si abbuffano di siano punti fermi, tutto cambia molto acquisti. Tutti i rapporti sono annebbiavelocemente, troppo velocemente: ti da un’insidiosa sensazione di mentre stiamo imparando come precarietà. Nella famiglia, dove affrontare una situazione, la realtà è troneggia il mezzo tecnologico, la già cambiata, la situazione è diversa e televisione con tutti i suoi annessi e i nostri strumenti sono subito inadeconnessi; nella coppia, dove la

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MEDITAzIOnI

disponibilità alla comprensione, la stima della differenza, il piacere di crescere insieme sono stati sostituiti dal disimpegno, dalla noia, dalla superficialità. L'educazione alla resistenza, la capacità di concentrazione, la dedizione all’impegno svaniscono, per lasciar prevalere l'impulso immediato, non istintivo ma solo “facile”. Se tutto è incerto e provvisorio, gestire un legame affettivo di lunga durata diventa un’impresa. Questa società non insegna la pazienza, il sacrificio, la mediazione, lo sforzo costruttivo. Anche le amicizie richiedono costanza e impegno; in un momento come questo, avere degli amici diventa sempre più prezioso. Per quanto riguarda i prodotti, molte, tra le aziende più note, non si occupano più di produrre le merci, ma piuttosto le acquistano (spesso a prezzi più bassi possibile), e vi appongono il proprio marchio. Per Bauman: «È il sacchetto, col marchio bene in vista, a dare significato al prodotto acquistato. Il marchio di un prodotto non aggiunge valore a quel prodotto, ma è il valore del prodotto». Come diceva Hannah Arendt 2 : «L’oggetto culturale resiste al tempo»; e ancora: «Un oggetto è culturale, in quanto sopravvive a qualsiasi utilizzo abbia potuto presiedere alla sua creazione». Ribadisco convinta che questo prossimo periodo, dal quale non c’è scampo per nessuno, potrebbe costringerci (finalmente) a cambiare attitudine. Parafrasando una frase di Pierre Bourdieu3, vorrei sottolineare che «colui che non comprende il presente, non può pensare di

controllare il futuro». La nuova realtà rapporti umani, sentimentali o di lavoro che si configura esercita una spinta che siano, si può pensare di costruire importantissima sulle nostre vite, sul qualcosa di importante se si è chiari, se nostro lavoro, sulla nostra creatività, ci si impegna ad amare e rispettare, a sulla nostra esperienza quotidiana; e conoscere e ad apprezzare. Guardarsi non potremo più reggere a questa negli occhi per comprendersi. Essere pressione conservando le nostre veri per esistere. Le persone e le società abitudini “liquide”. Dovremo seriamenliquide si lasciano trasportare dalle corte impegnarci a debellare la nostra renti e quando il fiume giunge al mare assuefazione al pressappoco, “tanto è lo e il mare è tempestoso, ecco che il stesso”, l’abitudine a rinviare “tanto rischio d’annegare si fa reale. Resisteprima o poi è uguale”, la tendenza a remo, andremo oltre e conserveremo la complicare per confondere “tanto è nostra serenità, con la nostra prosperisempre colpa di qualcun altro”. tà, solo se sapremo diventare anche noi Riflettiamo sui nostri ritmi di lavoro e solidi. E come? Non certo rinunciando cerchiamo una frequenza consona, alla nostra libertà, ma con una diversa adeguata, armonica e attiva. Sarebbe sensibilità applicata, sulla quale tutti indispensabile rinunciare alle burocra- a parole - siamo d'accordo, che zie pachidermiche (anche mentali di consideriamo ovvia ma di cui abbiamo certe istituzioni sempre rimandato la ormai desuete), che Tutti continueremo ad concreta messa in paralizzano acquistare, a cambiare pratica. Bene, ora è inutilmente molte tempo! Dal punto di l’occhiale, a fare la professionalità. spesa, a viaggiare, ma vista pratico e Determiniamoci a sociale, ci servono lo faremo volentieri finirla con la scuola amministrazioni dove sentiremo bonacciona e i pubbliche snelle, un la condivisione di docenti non sistema giudiziario certi valori. Non ci appagati, ritorniaandremo più, invece, efficiente e rapido, mo a riconoscere il dove sentiremo puzza un sistema fiscale valore dell’insegnarealmente equo, di speculazione, di mento, della un’informazione effimero, di banalità trasmissione del seria e coerente, una sapere, della capacità d’educaziocultura come fondamento della società ne rigorosa, una scuola e un’università civile. Le società forti, capaci di gettare che producano altissime competenze. il cuore oltre e superare le difficoltà, Occorre dare opportunità ai capaci, ai non sono liquide, sono solide, solidissitalentuosi, vogliamo riconoscere la me hanno idee chiare, determinazione, qualità delle persone e delle professiostrategie, disciplina. Così come nei ni, sviluppare le competenze. Dobbiamo

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MEDITAzIOnI

Renzo Pezzani

Febbraio creare una mobilitazione di coscienze, le quali possano attivarsi e lavorino insieme, senza nepotismi, senza giochi di potere. Tutti cerchiamo di fare meglio, di essere più generosi, di studiare di più, di creare di più. Di avere relazioni sane, affettuose, lineari. Lasciamo spazio alla serietà dei rapporti, nel pubblico, alla bellezza di amare e lasciarci amare nel privato. Non c’è più spazio per i chiacchieroni, i fannulloni, i ritardatari, i cinici, i furbetti e gli egoisti. Avere relazioni sane e solide ci sostiene nell’essere benevoli verso chi collabora con noi, per riconoscere i talenti e i contributi altrui, che ci arrivano, come doni preziosi. È bello darci il tempo di fare il pane con le mani, di mettere la torta nel forno, di sentire i profumi, di leggere e rileggere i versi di una poesia, lasciandoci permeare dalle sensazioni. Queste sono le atmosfere che definiscono e contengono le nostre vite. Non i consumi, non la materia, non i denari. La vita è fatta di cose semplici, impalpabili, a volte persino indefinibili, ma non per questo meno reali. Abbiamo e avremo molti meno bisogni di quanto possiamo immaginare e ce ne accorgeremo strada facendo se manterremo vivo il senso della gioia, della speranza, della curiosità, dell’affetto. Tutti continueremo ad acquistare, a cambiare l’occhiale, a fare la spesa, a viaggiare, ma lo faremo volentieri dove

sentiremo la condivisione dei valori che ho espresso sopra. Non ci andremo più laddove sentiremo puzza di speculazione, di effimero, di banalità. Vorremo dare più spessore alle nostre scelte, più importanza alle nostre necessità. Cercheremo interlocutori che sentano come noi la determinazione di certe responsabilità e la coesione dell’impegno quotidiano. Con sentimento, con sensibilità, con passione, tanta passione, rinnovata e sincera. Lo stato liquido di cui parla Bauman lascia nell’indeterminatezza e non è uno stato costruttivo. Tutti noi, che viviamo su questo pianeta, dipendiamo gli uni dagli altri, per il nostro presente e il nostro futuro, nulla di ciò che facciamo, oppure omettiamo di fare, è indifferente per il destino di chiunque altro, nessuno di noi può più cercare e trovare un riparo privato dalle tempeste che possono nascere in qualsiasi parte del globo. L’acqua è bella quando è fresca e scorre limpida: fondiamo il partito della freschezza per proseguire con interesse e piacere un nuovo cammino, verso prospettive più semplici e definite.

1 Zygmunt Bauman (1925), sociologo polacco 2 Hannah Arendt (1906-1975), pensatrice e storica tedesca, naturalizzata statunitense 3 Pierre Bourdieu (1930-2002), sociologo francese

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Se ridi, o Febbraio piccino, col sole sia pure di un dì, é un riso che dura pochino, pochino, pochino così. Appena quel tanto che basta a fare cantare le gronde dell'acqua mutevole e casta che lascia la neve che fonde. Ma basta quel primo turchino, quel po’ d'intravista speranza a dare una nuova fragranza al cuore e al destino. di R. Pezzani

Renzo Pezzani nato a Parma il 4 giugno 1898, aveva conseguito il diploma di maestro elementare e aveva vinto il concorso per l'insegnamento nelle scuole cittadine. Il suo primo libro di poesie in lingua, dal titolo "Artigli", suscitò subito viva attenzione per la freschezza delle pagine e l'intensa emotività che vi si sprigionava. Pezzani fondò quindi la rivista "Difesa artistica" e pochi anni dopo una crisi religiosa lo riportò verso il cristianesimo meditante. La nota più alta della sua vita spirituale e del suo amore per Parma resta comunque racchiusa in 3 volumi di poesia dialettale. Renzo Pezzani si è spento nel 1951. L'ultimo pensiero dedicato ai parmigiani l'aveva espresso nella collana di versetti offerti ai coristi della "Verdi", in occasione della prima esecuzione di "Inno a Parma", delle cui parole era autore, per la musica di Ildebrando Pizzetti.


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Tribrid, l’alTernaTiva alle resine a indice 1,60 Il nuovo materiale, lanciato da Ppg, Thai Optical e Novacel, presenta un più basso peso specifico e una più elevata resistenza agli urti

U

di Gianmario Reverdy Esperto in prodotti oftalmici

n nuovo materiale per lenti oftalmiche può voler dire nuove opportunità di soluzione dei problemi ancora aperti o un miglioramento a volte anche consistente delle tecnologie esistenti. Al Silmo 2011 alcuni colossi del campo dei materiali come Ppg, Thai Optical e Novacel, hanno annunciato la nascita di Tribrid, nuovo e più performante materiale per lenti oftalmiche. Per comprendere appieno la portata della novità occorre ripensare ai parametri fondamentali che definiscono una lente per confrontare le variazioni. Essi possono essere riassunti in due gruppi: quelli ottici e quelli di sicurezza. Come è noto, infatti, a fianco delle caratteristiche ottiche classiche, definite dall’indice di rifrazione e dal numero di Abbe o coefficiente di dispersione, in questi anni hanno assunto sempre più importanza le qualità di protezione e meccaniche, definite dall’assorbimento ai raggi Uv e dalla resistenza meccanica all’urto e alla trazione. Sempre più attenzione, infatti, dovrebbe essere posta oggi al problema della protezione ai raggi Uv, si parla in particolare di Uva, ritenuti ormai da tutti corresponsabili, per un effetto di accumulo nel cristallino, di una precoce formazione della cataratta. Parimenti anche le qualità legate alla sicurezza meccanica, in particolare alla resistenza all’impatto e alla trazione, hanno ottenuto nei nuovi materiali una buona attenzione sia per i prodotti riservati ai bambini o al pubblico più giovane sia per la sicurezza richiesta all’occhiale finito. I materiali per lenti oftalmiche esistenti sul mercato coprono oggi un’ampia gamma di opportunità e se

usati con competenza consentono di risolvere molte richieste dell’utenza. Per una comprensione completa della novità occorre brevemente ricordare il significato ottico dei vari parametri che formano il “capitolato” di un materiale per lenti oftalmiche. Indice di rifrazione: indica la capacità del materiale di rifrangere la luce, quanto più è elevato e tanto più piatte potranno essere le curvature della lente e quindi minore potrà essere lo spessore finale al centro o ai bordi. Numero di Abbe o costringenza: indica la capacità del materiale di disperdere la luce. Quanto più è basso il valore e tanta più dispersione introduce con un decadimento della qualità delle immagini fornite da una lente di questo materiale. Purtroppo attualmente a un aumento dell’indice di rifrazione corrisponde sempre una diminuzione del numero di Abbe. Peso specifico: definisce il peso del materiale per unità di volume, determinando quindi, insieme allo spessore, il peso finale della lente. È misurato in grammi per centimetro cubo. Protezione ai raggi UV: stabilito che tutti i materiali usati in campo oftalmico presentano protezione ai raggi Uvb (280 – 315 nm.), ci interessa la protezione nel range Uva (315 – 380 nm.) estesa anche fino a 400 nm. che rappresenta l’inizio dello spettro visibile. Resistenza alla trazione: indica la capacità del materiale di resistere a una forza di trazione. È importante soprattutto per definire la resistenza nei montaggi glasant, nylor e similari. Alcuni materiali, infatti, risultano inadatti a questi montaggi.

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lab

OfTALmICA, mATeRIALI A CONfRONTO Indice di rifrazione

Numero Abbe

Peso specifico

Protezione UV

Resistenza trazione

CR 39

1,50

58 - 60

1,32

< 350

15

Policarbonato

1,59

31

1,20

390

60

NXT

1,53

42

1,11

390

65

Resina 1,60

1,60

41

1,31

380

70

Resina 1.67

1,67

31

1,37

380

75

Resina 1,70

1,70

36

1,41

390

55

Resina 1,74

1,74

33

1,47

400

55

Tribrid

1,60

41

1,23

390

I dati della tabella, relativi alla resistenza alla trazione, sono forniti da Hoya Lens Italia, ottenuti con prove effettuate nei laboratori dell’azienda in Giappone, n.d.a.

CR39 Indice di rifrazione 1,50, coefficiente di dispersione 58-60 (quindi basso valore di dispersione). Peso specifico 1,32 gr/cm3. Protezione ai raggi UV non oltre i 350 nm. Scarsa resistenza all’impatto. Aspetti negativi: il materiale standard presenta un basso indice di rifrazione, un peso specifico alto fra i materiali organici e, quindi, produrrà lenti di spessore elevato e di peso consistente (tenendo presente che nei materiali organici il peso specifico, pur variando, resta sempre di valore modesto). Non protegge dai raggi Uv e si presenta con una resistenza all’urto e alla trazione fra le più basse tra i materiali “infrangibili”. Assolutamente inadatto ai montaggi a giorno, se non si maggiorano notevolmente gli spessori. Policarbonato indice di rifrazione medio e basso peso specifico. Ottima protezione ai raggi Uv ed elevata resistenza alla trazione. Da sempre il policarbonato è ritenuto un materiale adatto ai montaggi a giorno, anche se possono poi nascere problemi con l’uso di solventi, soprattutto nelle zone dei fori o delle cave. Unico neo, non da poco, il valore di costringenza molto basso: già al di sopra di 2,5 diottrie la lente può presentare un’alterazione fuori tolleranza della qualità dell’immagine fornita a causa dell’aberrazione cromatica. NXT (o Trivex) Indice di rifrazione 1,53, coefficiente di dispersione 41-43. Peso specifico 1,11 gr/cm3. Protezione alle radiazioni Uv con filtro fino a circa 390 nm. Attualmente è il materiale con la più alta resistenza all’impatto e ottima resistenza alla trazione. Molto raccomandato per ogni tipo di montaggio a giorno. Aspetti negativi: il basso indice di rifrazione che non consente di costruire lenti sottili nei casi di prescrizioni elevate. Resina a medio indice 1,60 Indice di rifrazione 1,60, coefficiente di dispersione 41. Peso specifico 1,32 gr/ cm3. Protezione alle radiazioni Uv con filtro fino a oltre

380 nm. Resistenza all’impatto buona anche se inferiore a quella dell’NXT. Ottima resistenza alla trazione che ne fa un materiale ideale per i montaggi a giorno, con cave, fori o canalini nylor. Aspetti negativi: il peso specifico abbastanza elevato. Resine ad alto indice 1,67 – 1,70 – 1,74 Con questi materiali si possono costruire lenti di spessore sottile e, pur avendo un peso specifico elevato, anche abbastanza leggere. Hanno tutti basso valore di costringenza, quindi la qualità dell’immagine tende a deteriorarsi: d’altra parte non ci sono scelte per le prescrizioni elevate. La protezione Uv copre sempre fino a 380 nm, mentre la resistenza alla trazione risulta ottima per l’1,67 e buona per gli indici più elevati. Tutti questi materiali sono adatti, quindi, per i montaggi a giorno. Tribrid Questo nuovo materiale organico nasce dall’unione di alcuni componenti chimici dell’NXT (resine poliuretaniche) con materiali ad alto indice. L’indice di rifrazione (1,60) è medio alto, a esso si associa, però, un basso peso specifico (1,23 gr/cm3), pertanto la riduzione di spessore realizzata con l’alto indice, unita al valore basso del peso specifico, produrrà lenti più sottili e più leggere. La dispersione è in linea con i materiali a medio indice (coefficiente di dispersione 41), confermando un’ottima qualità dell’immagine almeno fino a circa +/- 4 diottrie di potere. La protezione alle radiazioni Uv è completa fino a circa 390 nm. La resistenza agli urti è attualmente classificata molto elevata, oltre 160 volte il limite richiesto dal test “drop ball”, mentre non viene fornito il dato di resistenza alla trazione. Si può ben pensare, quindi, che Tribrid potrà in futuro essere un valido sostituto delle resine a indice 1,60, avendo un più basso peso specifico e una più elevata resistenza agli urti.

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formazione

VaLore DeLLa LaUrea e riVoLUzione DeLLe ProfeSSioni: VerSo Un PaSSo DeCiSiVo Il governo di Monti, procedendo deciso sulla via delle riforme che le forze politiche finora non erano riuscite ad attuare, ha varato un corposo decreto, finalizzato a semplificare le molte materie che tocca

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di Giorgio Righetti Direttore Istituto B. Zaccagnini

rima, però, di trarre considerazioni definitive sui provvedimenti che il decreto contiene sarà necessario attendere i risultati che otterranno le proteste delle categorie coinvolte. A noi, naturalmente, ciò che più interessa di questo decreto è la parte che riguarda l’istruzione e la formazione e in questo senso le novità (quasi tutte attese e previste) sono molte, ma la loro portata, per assumere tutto il peso che hanno, va inquadrata nel più ampio processo di adeguamento dell’organizzazione, in senso liberale, delle professioni che Unione Europea e Bce ci chiedono e per le quali è stata fissata una data limite: il 13 agosto 2012. I passaggi del provvedimento in questione, che riguardano da vicino l’istruzione, investono prima di tutto il valore legale del titolo di laurea e quello del suo voto: anche se non aboliti (peso ridotto nelle valutazioni dei concorsi pubblici), vengono a perdere gran parte della loro funzione di qualificazione delle persone. D’altra parte, già oggi la laurea (specialmente quella di I livello) non è più un passepartout per il mondo del lavoro, come sappiamo bene nell’ottica, e come accade a chi si laurea in certe facoltà e in certe università sul cui futuro si stava abbattendo la scure della riforma Gelmini. Per il futuro del paese la qualità del sistema scolastico è un passaggio cogente che, se non effettuato, bloccherà per sempre la nostra capacità di crescita

e in questa direzione vanno anche i tagli dei fondi al sistema universitario basato sulla formazione a distanza (università telematiche). Come abbiamo già avuto modo di ricordare, il tema della liberalizzazione delle professioni viene da lontano e precisamente dai principi fondanti (Trattato di Roma) dell’Unione, ex Comunità Europea, basati sulla libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, ribaditi e normati nei trattati, a partire da quello di Maastricht, in cui l’Unione ha portato avanti l’integrazione fra gli stati membri. Istruzione, formazione, professioni e ordini professionali sono gli anelli di un’unica catena, i cui principi attendono da anni di essere riformati in base alle direttive dell’Unione. La direttiva che ha preso il nome del suo relatore alla Commissione del Parlamento Europeo, Frits Bolkestein – approvata nel 2005, recepita nel nostro ordinamento nel 2010 - stabiliva il principio che chi si trasferiva in un altro paese per esercitare una professione doveva possedere i requisiti del “paese di origine”. Per uniformare le diversità delle prestazioni che l’applicazione del principio comportava fu introdotto il principio del riconoscimento delle competenze in alternativa a quello dei titoli. Presupposto di tutto ciò, che rappresenta comunque un argomento di grande complessità che abbiamo sintetizzato e semplificato, è, per l’appunto, la sostituzione, come barriera di accesso alle professioni, del valore del titolo e dell’iscrizione agli ordini professionali (con

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formazione

Studenti in aula all’Istituto Zaccagnini di Bologna

tutte le eccezioni e le modifiche del caso che verranno apportate in seguito), con l’accertamento delle competenze, delle abilità e delle pratiche che l’esercizio delle professioni richiede. Al momento è difficile stabilire cosa e quanto debba essere cambiato nei processi che portano alle professioni, ma certamente quello che si richiede è un cambiamento culturale che deve investire gli attori dell’istruzione, della formazione e delle professioni, ma anche i soggetti che aspirano a svolgere o svolgono una professione. Questi dovranno dimostrare di essere veramente in grado di svolgere un servizio qualificato ai cittadini che lo richiedono e mantenere aggiornate le loro competenze (ahimè l’Ecm…!) nel tempo; e per farlo dovranno addestrarsi nelle pratiche che comporta

l’esercizio della professione. Poiché, come operatori dell’istruzione e della formazione ottica e optometrica, crediamo da tempo in questi principi, i piani di studio e di formazione dello Zaccagnini si sono ampliati da quelli basici a tutte le tematiche più attuali, li abbiamo diffusi fuori dal limite fisico dell’istituto, anche in collaborazione con le altre realtà con cui il nostro settore interagisce. Abbiamo, inoltre, compiuto un grande sforzo economico per adeguare le attrezzature dei nostri laboratori sempre più attuali, aumentandone la loro dotazione per consentire a chi sceglie di formarsi allo Zaccagnini di dedicare più tempo in esercitazioni e nella conoscenza di strumenti sempre più sofisticati.

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Lenti a cOntattO

Lac (R)GP, Le diffeRenze tRa ReaLe e viRtuaLe Tensione e posizione delle palpebre, volume del film lacrimale, completezza dell'ammiccamento, orientamento della cornea in termini di simmetria longitudinale: cosa rende più variabile il comportamento rispetto alla lente statica simulata con i software topografici?

L

di Marco Tovaglia Contattologo

a società odierna con i suoi ritmi frenetici ha influenzato sia le nostre abitudini sia le esigenze. Anche la contattologia non è rimasta indenne da questa trasformazione epocale, asservendosi sempre più a semplice pratica di dispensa di un prodotto di facile fruibilità e minimo impegno sia per il contattologo sia per l’utilizzatore. L’analisi attenta di tutti gli aspetti che possono caratterizzare una buona applicazione, nonché la scelta mirata dei materiali e dei prodotti che la completano è fondamentale per poter garantire un impatto privo di rischi per la salute oculare. Risulta, quindi, necessario rivalutare il tipo di approccio alla contattologia: il professionista deve riprendere in pugno le proprie competenze, attraverso un percorso preciso, mirato e in totale sicurezza per il portatore. Applicare lenti a contatto (R)GP può, quindi, rappresentare un’esperienza in cui il contattologo e il potenziale portatore possono instaurare un rapporto finalizzato alla costruzione di un risultato che premi entrambi: il primo dal lato professionale, l’altro nell’ottenimento della miglior condizione per sé stesso. L’entusiasmo del portatore si manifesta nell’istante in cui indossa una lente a contatto e, soprattutto, potendone verificare immediatamente sia la buona resa funzionale sia il suo comfort. Il compito del professionista è quello di rendere positiva l’esperienza del potenziale utilizzatore. La possibilità di ricorrere a vari metodi compensativi dei vizi di refrazione pone, oggi, il contattologo in una condizione in cui poter proiettare l’ametrope verso la più rapida e soddisfacente risoluzione della propria condizione di handicap visivo. L’aspetto diagnostico è, quindi, di fondamentale importanza per poter concretizzare tutti gli elementi che

confezionano un buon risultato applicativo. Ogni modalità di approccio ha i suoi benefici e rischi. È necessario informare il portatore che non è importante cosa si applichi, ma che, soprattutto, ciò che s'intende promuovere debba essere confortevole, sicuro ed efficace. Con il progressivo aumento della dotazione strumentale topografica da parte dei professionisti in contattologia, la determinazione della forma lente più mirata per contesti applicativi anche complessi sta determinando un ruolo principe nel favorire un più rapido adattamento, nel rispetto della forma e fisiologia corneale. La possibilità di ricettare una lente di prova “personalizzata” costituisce un enorme vantaggio verso un risparmio di tempo nella valutazione della forma migliore ed evitando l'eccessivo numero di sedute applicative. Nonostante si possa, oggi, simulare un disegno virtuale sulla topografia del portatore, molti aspetti legati all'applicazione non sono determinabili a priori e divengono l'incognita del passaggio al vivo. Tra gli elementi più importanti che entrano in gioco per generare un comportamento della lente differente rispetto al “fitting” virtuale vi sono la tensione e la posizione delle palpebre, Numero di cambi

BOZR (%)

TD (%)

Totale (%)

0

42,86

75

28,57

1

25

21,43

32,14

2

21,43

3,57

21,43

3

7,14

0

14,29

4

3,57

0

3,57

Per cambio si intende ogni variazione di BOZR in ragione di 0,05 mm e TD di 0,20 mm

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Lenti a cOntattO il volume del film lacrimale, la completezza dell'ammiccamento e l'orientamento della cornea in termini di simmetria longitudinale. Uno studio recente, ancora non pubblicato, condotto dal gruppo di ricerche del centro universitario Gruppo de la Visiò (GRCUV) Optometry Department Technical University of Catalonia (Spagna), è stato proprio teso a verificare quali dei particolari citati sia il maggior artefice nel generare una variabilità di comportamento rispetto alla lente virtuale statica simulata con i software topografici. La conclusione cui sono approdati i ricercatori è stata che la posizione palpebrale e l'altezza del volume lacrimale siano gli elementi principali del comportamento dinamico di una lente a contatto (R)GP. In particolare, se la posizione delle palpebre è sotto il limbus superiore, è preferibile prescrivere lenti di diametro totale piccolo e con un raggio di curvatura tendenzialmente più chiuso; in altra via, la ricerca di una relazione palpebrale può prevedere diametri totali più grandi per trarre maggior vantaggio nel centraggio e nel movimento, in relazione alla meccanica palpebrale. La validità dell'applicazione di un software per la progettazione di lenti (rigide) gas- permeabili su base topografica è ormai confermata soprattutto in casi di cheratocono, Lasik, cheratoplastica o su altre irregolarità della cornea. Tale tipo di procedura, nella valutazione applicativa preliminare, risulta di maggior successo rispetto ai tradizionali metodi di approccio applicativo con lenti di set di prova, riducendo i tempi di seduta, il numero delle lenti da valutare, incrementando il comfort nei portatori potenziali; lo studio di cui abbiamo fatto menzione riporta una percentuale di successo nell'utilizzo di un simulatore virtuale di applicazione in ragione di un 80%. Per poter approdare alle conclusioni che sono state citate poc'anzi, sono stati sottoposti a valutazione 28 pazienti ai quali sono state fatte indossare nuove lenti a contatto con la migliore compensazione binoculare per distanza, senza alcun problema di ambliopia o anomalie della visione binoculare e con un adeguato film lacrimale. L’aspetto di particolare indagine nello studio è stato quello di valutare il numero di variazioni a carico di BOZR (Back Optical Zone Radius) e TD (Total Diameter), necessari a poter ottenere una correlazione stretta tra SF (Software Fitting) e OF (Optimal Fitting); stabilito l’SF ottimale, è stata applicata una lente a contatto reale con le medesime caratteristiche di quella simulata e, conseguentemente, valutata in fluoresceina dopo 20 minuti di adattamento. Tutti gli occhi sono stati caratterizzati da una compensazione sferica al vertice in un range compreso tra -2 e -6 D e un cilindro in ragione di un valore massimo di -0,75 D. I criteri di esclusione hanno previsto condizioni patologiche oculari, Corneal Staining o una storia di chirurgia refrattiva precedente. Lo strumento utilizzato per estrapolare le prime lenti di prova su base virtuale è stato un topografo con parabola di placido grande, che ha permesso la valutazione del raggio di curvatura su valori centrali cheratometrici su un’eccentricità media calcolata a 30°. Al fine di non porre in atto troppe variabili, la geometria delle lenti di prova è stata tricurva e il materiale Boston XO. La posizione delle palpebre in riferimento alla cornea è stata determinata sovrapponendo un’immagine

semitrasparente di un orologio alle foto della stessa e fornendo, conseguentemente, dal grado 1 in cui si descrive la posizione della palpebra superiore che attraversa l’iride visibile sulla fascia a ore 3 e 9 fino al grado 5, che corrisponde a una posizione dalla palpebra superiore perfettamente tangente al limbus. La tonicità della palpebra superiore è stata stimata mediante eversione e classificandola come bassa, media o tenace partendo rispettivamente da grado 1 arrivando a 3. Per ciò che riguarda la frequenza dell'ammiccamento, una modesta percentuale di pazienti ha mostrato un’incompleta chiusura delle palpebre durante tale fase; per completezza di ammiccamento è stata prevista la copertura in termini percentuali in ragione di un 75% di cornea. Il film lacrimale si è notato possa esibire un'interessante influenza tra lente a contatto simulata virtualmente e quella provata fisicamente, nonostante non sia stata, invece, trovata una significativa associazione legata al break-up-time. La posizione delle palpebre e l'altezza del menisco lacrimale mostrano un'importante correlazione con il numero di cambi di parametro necessari a convalidare una lente nel rapporto tra la simulazione e l'appoggio ottimale reale; in aggiunta a questo, la posizione delle palpebre influenza sia la scelta del raggio di curvatura sia il diametro totale della lente, mentre l'altezza del menisco lacrimale influisce esclusivamente sulla dimensione totale della lente a contatto. In particolare, parlando di diametro totale della lente, potremmo dire che se la palpebra superiore è posizionata in prossimità del limbus, o al di sopra di esso (in un grado classificabile tra 4 e 5), può essere preferibile prescrivere lenti di diametro piccolo con un raggio di curvatura più chiuso, per poter ottenere conseguentemente un buon centraggio. Invece in una relazione di appoggio intrapalpebrale si può beneficiare di un diametro totale più grande per prendere vantaggio dalla meccanica palpebrale nel centraggio della lente. Un aspetto molto interessante di questo studio è il fatto che si sono effettuate più variazioni, in termini di adattamento applicativo, riguardanti il diametro totale della lente anziché la curva base. L'influenza del volume lacrimale misurato in termini di altezza, in relazione al diametro totale della lente a contatto, può essere spiegato con l'assunzione di una maggior

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Lenti a cOntattO attrazione capillare e, quindi, una richiesta di maggior volume di lacrima da parte di una superficie più ampia, creando conseguentemente una minor quantità di film lacrimale sul resto della superficie oculare. Si può, quindi, ipotizzare che l'impiego di diametri grandi e di conseguenti riduzioni di menisco lacrimale nell'area periferica della lente a contatto possa avere una responsabilità diretta sullo staining a ore 3-9. Sempre restando nell'ambito strumentale in relazione all'utilità del topografo, ci dobbiamo chiedere quanto questo strumento possa essere per noi importante, considerandolo accurato e preciso. La maggior parte dei topografi attualmente utilizzati nella pratica clinica si basa su informazioni catturate mediante una proiezione di un disco di placido sulla cornea e una successiva elaborazione algoritmica effettuata attraverso un software dedicato. I valori che si evincono da questa importante rilevazione sono inerenti la forma e l'elevazione di un profilo corneale e dipendono strettamente dalla riflessione effettuata dallo specchio lacrimale che umetta la cornea; se questo sottile strato viene interrotto, si presenta disomogeneo o in ogni caso mostra delle irregolarità, la rilevazione della forma corneale diviene critica e imprecisa. Oltre alla forma corneale espressa mediante coefficiente di eccentricità, ovvero la tendenza della cornea a procedere dal centro alla periferia con un determinato specifico andamento, in contattologia, è

fondamentale il valore di elevazione che può mettere in evidenza, e prevedere, i punti di potenziale contatto o di sollevamento di una lente corneale rispetto alla superficie interessata dall'appoggio. Se la topografia viene fatta con particolare cura e attenzione, e come tale intendiamo una ripetibilità tra più mappe ma, soprattutto, la completezza della proiezione degli anelli di placido, siamo in grado di poter definire, con una buona approssimazione, quale possa essere la curva base ideale di una lente a contatto, il suo diametro e la zona ottica da poter realizzare, quali saranno i sollevamenti in termini di clearance e se dovremo utilizzare un profilo a toro interno o magari asimmetrico. Tutto ciò potrà sembrare banale a chi utilizza nella pratica quotidiana già una strumentazione topografica, ma all'University of Iowa Institutional Review Board è stato condotto uno studio in cui

si è voluto stimare l'assoluta abilità dello strumento nella misurazione dell'elevazione corneale e la conseguente ricostruzione di un profilo virtuale di lenti a contatto da poter comparare all'aspetto fluoresceinico in vivo, specificatamente a casi di cheratocono. Per l'eleggibilità di questo progetto sono stati selezionati soggetti aventi cheratocono o degenerazione marginale pellucida, di età superiore ai 18 anni e che non abbiano ancora subìto alcun tipo di intervento chirurgico oculare. Sono state installate nel software del topografo due tipologie di lente per cheratocono e, conseguentemente alla rilevazione topografica, sono state scelte le geometrie e le curvature virtuali più adeguate in relazione ai singoli casi. Nella valutazione dell'appoggio ideale la ricerca del contattologo ha gravitato su disegni che potessero permettere un minimo di clearance apicale di 20 microns, ovviamente dove possibile in relazione alla complessità del cheratocono. Nelle analisi successive in vivo si è tenuto conto di considerare la differenza di possibile aspetto fluoresceinico tra le lenti simulate virtualmente e quelle provate sugli occhi dei soggetti esaminati; l'interferenza delle palpebre sul tilting delle lenti è un aspetto che difficilmente può essere simulato con precisione. La conclusione cui sono arrivati coloro che hanno condotto lo studio è stata che se le rilevazioni topogra-

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Lenti a cOntattO fiche sono per ogni occhio molteplici, precise e complete di informazioni (anelli ben circoscritti e omogenei) la simulazione sarà in gran parte vicina all'aspetto reale della fluoresceina. Quando, invece, ci si accorge in vivo di aver ottenuto un’insoddisfazione del portatore e un aspetto fluoresceinico particolarmente differente da quello simulato in virtuale, la causa è molto spesso legata a una non corretta determinazione, in fase di acquisizione, della topografia corneale. In 8 casi Soggetto esaminato

Anelli Buoni

1

su 31, circa il 26%, vi è stata non correlazione o scarso riscontro nella comparazione tra il quadro fluoresceinico generato dal topografo e quello della lente diagnostica provata realmente; in particolare, di 7 su 8 occhi (88%) questa scarsa correlazione può essere attribuita a una ovvia distorsione della riflessione degli anelli di placido e ciò può essere dovuto, come abbiamo già accennato, alla rottura del film lacrimale e a disomogeneità dello stesso.. È stato, comunque, interessante

Correlazione lente Scarsi

Buona

x

Scarsa X

Commento Poca correlazione rispetto al previsto

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Poca correlazione rispetto al previsto

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Buona correlazione rispetto al previsto

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10

23

8

20 di 21 occhi hanno mostrato una buona correlazione tra anelli ed immagine 1 di 21 occhi ha mostrato bontà di rilevazione anelli di Placido ma cattiva correlazione con l'immagine fluoroscopica reale 7 di 10 occhi ha mostrato scarsa bontà di anelli e conseguente non correlazione di immagine 3 di 10 occhi con scarsa qualità degli anelli ha mostrato bontà nell'immagine fluoroscopica reale

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Lenti a cOntattO

notare, durante lo studio, come invece in 3 casi su 10, quando il fotocheratoscopico ha mostrato una distorsione degli anelli dovuti a un'abrasione corneale o severa secchezza lacrimale, il software topografico sia stato in grado di generare un attendibile quadro fluoresceinico. Potremmo, quindi, concludere che il topografo è uno strumento

n = 28 occhi Età

39,9 ± 14,1 anni

Meridiano corneale piatto

7,85 ± 0,26 mm

Eccentricità Corneale

0,41 ± 0,17

HVID (Horizontal Visible Iris Diameter)

12,1 ± 0,3 mm

Diametro pupillare mesopico

5,43 ± 0,62 mm

Posizione della palpebra superiore

Grado 1 (posizione 3-9 orologio)

10,71%

Grado 2 (posizione 2-10 orologio)

39,29%

Grado 3 (posizione 1-11 orologio)

32,14%

Grado 4 (posizione tangente al limbus superiore)

14,29%

Grado 5 (posizione oltre il limbus superiore)

3,37%

Tonicità della palpebra superiore

indispensabile nella pratica contattologica odierna ma, come in molte circostanze, è sempre necessario sfruttarne le risorse con estrema attenzione e precisione comparando ciò che, strumentalmente, ci può venire consigliato con le nostre conoscenze e competenze professionali di cui l'esperienza ci ha nutrito.

Grado 1 (lassa)

25%

Grado 2 (media)

28,57%

Grado 3 (tonica)

46,43%

Completezza ammiccamento

Completo

64,3%

Incompleto

35,7%

Altezza del menisco lacrimale Break-Up-Time

Riferimenti:

0,4 ± 0,1 mm 9,8 ± 1,7 s

• Donshik PC, Reisner DS, Luistro AE. The use of computerized videokeratography as an aid in fitting rigid gas-permeable contact lens. Tr Am Ophth Soc 1996; 94:135-145. • Bhatoa NJ, Hau S, Ehrlich DP. A comparison of a topographybased rigid gas-permeable contact lens design with a conventionally fitted lens in patients with Keratoconus. Cont Lens Anterior Eye 2010; 33:128-135. • Jani BR, Szczotka LB. Efficiency and accuracy of two computerized topography software systems for fitting rigid gas-permeable contact lenses. CLAO J 2000; 26:91-96. • Szczotka LB, Capretta DM, Lass JH. Clinical evaluation of a computerized topography software method for fitting rigid gaspermeable contact lenses. CLAO J 1994; 20:231-236. • Sindt Christine W., Grout Trudy K., Kojima Randy, Evaluation Virtual Fitting for Keratoconus. CL Spectrum 05/11

Una particolare menzione e un ringraziamento a Genis Cardona, Ph.D., e Roser Isern, M.Sc. “Topography-based Rigid GasPermeable lens fitting in normal corneas: the relevance of Eyelid and Tear Film Attributes”. Research Group of Centre Universitari de la Visiò (GRCUV), Optometry Department, Technical University of Catalonia, Spagna. • Perason R. Contact lens fitting in the United Kingdom. Cont. Lens Anterior Eye 1998; 21:147. • Gill FR, Murphy PJ, Purslow C. A survey of practitioner attitudes to the fitting of rigid gas-permeable lenses. Ophtal Physiol Opt 2010; 30:731-739. • Efron N, Morgan PB, Helland M, et al. International rigid contact lens prescribing. Cont Lens Anterior Eye 2010; 33:141-143. • Morgan PB. Trends in contact lens prescribing 2010. Optician 2010; 239:34-35. • Villa-Collar C, Gonzàlez-Méijome JM, Queiròs A, et al. Shortterm corneal response to corneal refractive therapy for different refractive targets. Cornea 2009; 28:311-316. • Phillips A. Rigid gas permeable contact lens fitting. In: Phillips A, Stone J, eds. Contact Lenses, 3rd ed. London, United Kingdom, Butterworth, 1989, pp 333-381. • Nosch DS, Ong GL, Mavrikakis I, et al. The application of a computerized videokeratography (CVK) based contact lens fitting software programme on irregularity shaped corneal surfaces. Cont Lens Anterior Eye 2007; 30; 239-248.

L’immagine fluoroscopica virtuale e reale della lente presente nell’articolo è stata gentilmente concessa alla pubblicazione da TS Lenti a Contatto Srl e si riferisce alla geometria TK4. Nessun riferimento a immagini o considerazioni riportate nel testo sono riferite a uno specifico strumento diagnostico. Le considerazioni sono di carattere generale. Boston XO (hexafocon B) è un marchio registrato di Bausch & Lomb Incorporated 1400 North Goodman Street Rochester, NY 14609.

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ZEIss A FOrZA 4 Quattro nuove fasce di riferimento per tutte le merceologie, quattro nuove tipologie di prodotti: è partito alla grande il 2012 dell’azienda tedesca, che festeggia quest’anno il centenario delle prime lenti di precisione

T

op Premium, Premium, Top Standard e Standard: è la nuova segmentazione di tutte le famiglie di prodotti firmati Carl Zeiss Vision. E questa non è l’unica novità per i centri ottici, che da marzo potranno disporre di ulteriori strumenti per dare nuovo slancio al proprio business. «Zeiss ha voluto dare una risposta ai consumatori italiani, nei confronti dei quali la penetrazione dell’antiriflesso risulta ancora marginale, mentre chiedono soprattutto trattamenti resistenti. Con DuraVision Platinum propone, infatti, un trattamento ultraresistente, grazie all’indurimento di ultima generazione: un nuovo sistema di compattamento degli strati di rivestimento con tecnologia a bombardamento ionico, infatti, si traduce in una superficie della lente che è tre volte più resistente rispetto alla precedente generazione di trattamenti antiriflesso applicati a lenti organiche Zeiss e il 35% più resistente rispetto all’antiriflesso utilizzato su lenti minerali Zeiss», afferma Giovanni Guiraud, product manager dell’azienda di lenti oftalmiche. Un altro segmento con elevate potenzialità di sviluppo è quello delle lenti per ufficio, che nell’ultimo anno sono

di Angelo Magri

La campagna del brand tedesco per il nuovo trattamento antiriflesso DuraVision Platinum

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LENTI OFTALMICHE

state, di fatto, le uniche in controtendenza rispetto al trend negativo o di stabilità delle altre tipologie di lenti oftalmiche. «Con le nostre nuove lenti a tecnologia MID siamo in grado di offrire un’opportunità unica per l’ottico: basta soltanto sapere il punto di partenza, cioè la distanza da vicino, che non viene assolutamente toccata, e poi stabilire la Maximum Intermediate Distance, quindi fino a che punto il suo cliente è interessato alla correzione visiva, in base alle sue abitudini. Ecco perché proponiamo 3 opzioni: “Vicino”, per una distanza di lettura a una MID di 200 cm; “Stanza” per una distanza di 400 cm e , infine, “Personale” per una distanza variabile tra 100 e 400 cm – spiega ancora Guiraud – Un occhiale con lenti office diventa, in questo modo, grazie anche al costo contenuto, un’opportunità di vendita per i primi presbiti che non sono mai stati ametropi, ma anche un occhiale aggiuntivo per chi ne ha già un paio con lenti progressive». Per la prima parte del 2012, Zeiss non ha trascurato neppure i due segmenti di mercato a più elevato movimento: monofocali e progressive. «Nelle lenti monofocali l’azienda presidiava bene il base e l’alto di gamma, quest’ultimo con le Individual – ricorda Guiraud – Mancava una monofocale di fascia media, introdotta ora con la nuova Superb, che riprende l’esperienza dell’Individual nell’ottimizzazione dei poteri in posizione d’uso, adottando però i parametri standard garantiti da Zeiss». Nella famiglia delle progressive, infine, sono al varo due nuovi prodotti che vanno a sostituire, migliorandoli, altrettanti cavalli di battaglia del brand tedesco. «Le multifocali sono state rinnovate innanzitutto nel nome, dando ancora più visibilità alla brand

identity, mettendo il brand Zeiss davanti a ogni prodotto – dice il product manager – In fatto di prodotti, invece, la Superb andrà a sostituire l’apprezzatissima GT2 3D, che rappresenta il 50% circa del fatturato aziendale in questo segmento: Zeiss Progressiva Superb, oltre alle caratteristiche vincenti della GT2 3D, potrà beneficiare del valore FrameFit, che consente di adattare alle specifiche esigenze posturali o di scelta della montatura, ad esempio, il canale di progressione, che consente di avere altezze di montaggio

da un minimo di 14 a un massimo di 20. È stato, inoltre, introdotto un nuovo algoritmo di calcolo per il prisma di alleggerimento, che la rende ancora più sottile». Carl Zeiss Vision, poi, è pronta a lanciare anche un’altra progressiva al posto della Gradal Plus. «Si tratta della Plus 2, anch’essa dotata del medesimo algoritmo e ideale anche in presenza di differenze visive tra i due occhi, grazie a un ulteriore terzo ricalcolo per sincronizzare quanto più possibile le aree funzionali di entrambi gli occhi».

Le tre differenti posture con lenti da lettura, lenti progressive e le nuove lenti office di Zeiss per un utilizzo in interni

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EssILOr prEsIdIA IL TErrITOrIO Sulla scia degli importanti risultati legati alle campagne al consumatore finale, che proseguiranno anche nel 2012, l’azienda di lenti oftalmiche avvia una serie di iniziative per essere sempre più vicina agli ottici italiani

di Angelo Magri

C

della nostra, la Germania, ad aver ottenuto le performance di vendita migliori. Certamente ha contribuito il successo della campagna con Mario il Macellaio, sempre sui canali Sky, che parteciperà alla prossima edizione dell’International Advertising Award». Se la comunicazione al grande pubblico aiuta a incrementare la conoscenza del marchio presso il consumatore finale, Essilor Italia ha già avviato o tiene pronta in cantiere un’ampia gamma di strumenti per favorire il traffico nel negozio dell’ottico e permettergli di sfruttare l’onda lunga della comunicazione televisiva con la sua clientela. «Solo nel 2011 abbiamo sviluppato circa 200 attività di marketing locale, attraverso mail, sms, recall telefonici, mentre nel 2012 torneranno gli Essilor Village – spiega ancora Barberis – A malincuore per quest’anno abbiamo deciso di non confermare la nostra presenza a Mido ma destineremo le nostre risorse verso nuove campagne consumer e saremo più vicini ai nostri clienti con diverse iniziative». Prima fra tutte la celebrazione dei 50 anni di Essilor Italia, per cui è previsto un evento, ancora tutto da scoprire. «Inoltre la piattaforma dei punti vendita Centro Specialista Varilux è stata ulteriormente selezionata, per essere in grado di fornire un livello di servizio sempre più all’altezza – ricorda il manager genovese – Grande attenzione

he collegamento c’è tra lo spot con Mario il Macellaio per la nuova lente antiappannamento Optifog e i nuovi pacchetti di comunicazione nel punto vendita? «La prima serve a conferma l’awareness sul brand, che l’anno scorso è cresciuta grazie alla campagna Varilux sui canali di Sky, il secondo a creare traffico all’interno del centro ottico», spiega Massimo Barberis, direttore vendite e marketing di Essilor Italia. La Massimo Barberis, filiale nazionale del numero uno al direttore vendite mondo di lenti oftalmiche e servizi e marketing di Essilor Italia per l’ottica ha fatto segnare nel 2011 un incremento sia in valore sia in volume rispetto all’esercizio precedente, soprattutto per quanto riguarda le progressive. «I risultati migliori li hanno ottenuti le progressive Varilux personalizzate, quelle più performanti, segno che la nostra strategia del valore è stata recepita e premiata dagli ottici italiani – afferma Barberis – Risultati molto soddisfacenti che abbiamo registrato anche su Optifog: pur avendola lanciata un mese dopo le altre filiali europee e su una base ridotta di punti vendita, siamo il terzo paese, dopo quello della casa madre, cioè la Francia, e quello che oggi ha un’economia sicuramente migliore

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LENTI OFTALMICHE

la campagna optifog e, sotto, Castello orsini, una delle prestigiose location degli Essilor Village 2010

viene data anche alla formazione: a Parigi è stata inaugurata la Essilor Academy Europe, evoluzione della Varilux University. Questa nuova struttura formativa propone corsi che s’avvicinano molto di più all’Mba e ogni filiale comunitaria disporrà di una serie di tool per erogare formazione stanziale nel territorio di competenza». C’è infine la parte tecnica che Essilor vuole ulteriormente sviluppare. «Proporremo un importante programma di comunicazione in store, per dimostrare la qualità dei nostri prodotti, con particolare evidenza

alle lenti progressive e a quelle colorate, così da fornire agli ottici le informazioni necessarie per spiegare, a loro volta, i prodotti in questione al cliente finale – sottolinea Barberis – Prosegue, infine, l’ottimizzazione dei processi, che negli ultimi tre anni, grazie soprattutto al lavoro svolto dal direttore delle operations, Enzo Rivela, ha portato a un elevato livello di servizio, riscontrabile oggi anche nella sagomatura a distanza e negli ordini elettronici via web».

NEl 2012 sI torNa al VIllagE La formula dell’Essilor Village, avviata nel 2010, tornerà quest’anno secondo programma con cadenza biennale, per proporre ai clienti top le principali novità di prodotto, il pacchetto 2012 di Essilor Solutions, che sarà ancora più ricco, nonché ulteriori innovazioni negli strumenti, che andranno

a sommarsi a Mr. Orange. Essilor Village seguirà le linee guida di due anni fa, che hanno ricevuto il consenso della clientela: vicinanza al territorio grazie a un open meeting in location di prestigio, indirizzato a non più di 30 o 40 ottici della zona di riferimento.

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Cleopatra, Regina d’Egitto

la bellezza e’ un potere, gli specchi sono le sue armi.

I-MIRROR BE INDEPENDENT. EVERYWHERE.

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I Copertina -04 ITALIA INDEPENDENT 10152 Torino Corso XI Febbraio, 19 Tel. 011 6988600 Fax 011 6988600 www.italiaindependent.com II Copertina ZERO RH+ Allison spa Via Prima Strada 35, Z.I. 35129 Padova Tel 049 6982111 Fax 049 6982222 www.allison.it info@allison.it III Copertina-02 VISION GROUP 20141 Milano Via Ripamonti, 44 Tel. 02 92885300 Fax 02 92885348 info@visionottica.it www.visionottica.it Numero verde 800536303 IV Copertina HOYA LENS ITALIA 20024 Garbagnate Milanese (MI) Via Zenale, 27 Tel. 02 990711 Fax 02 9952981 www.hoya.it 06 NAU! 21043 Castiglione Olona (VA) Via Mazzucchelli, 7 Tel. 0331 86.12.33 Fax 0331 82.44.35 www.nauottica.com

11 DESEYE 31044 Montebelluna (TV) Via Dalmazia, 36/3 Tel. 0423 61522 info@deseye.it www.o-o.it 15 CARL ZEISS VISION 21043 Castiglione Olona (VA) Via Mazzucchelli, 17 Numero Verde 800258327 www.vision.zeiss.it 23 ESSILOR ITALIA 20141 Milano (MI) Via Noto, 10 Tel. 02 535791 Fax 02 53579270 marketing@essilor.it www.essilor.it 26 BAUSCH + LOMB 20050 Macherio (MI ) Via Pasubio, 34 Tel. 039 20731 Fax 039 2010081 infovc@bausch.com www.bausch.com 31 MIDO 20149 Milano Via Petitti, 16 Tel. 02 32673673 Fax 02 324233 www.mido.it 39 SILMO 20123 Milano Via Caradosso, 10 Tel. 02 4343531 Fax 024699745 info@salonifrancesi.it www.silmoparis.com

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N2 2012

41 BLUDATA INFORMATICA 31030 Carbonera (TV) Via Quintavalle, 24/26 Tel. 0422 445442 Fax 0422 699318 info@bludata.com www.bludata.com 45 SCHALCON 00125 Roma Via di Saponara, 614 Tel. 06 526181-15 linee Fax 06 52311329 mail@schalcon.com 50 OPTEK 43100 Parma Via Monte Maggiorasca, 26 Tel. 0521 632154 Fax 0521 406986 ok@optek.it www.optek.it 55 MECCANOTTICA MAZZA 20048 Carate Brianza (MI) Via Tiziano, 9 Tel. 0362 902185 r.a. Fax 0362 903306 info@meccanotticamazza.it www.meccanotticamazza.it 57 REGISTRO DELL’OPTOMETRISTA MAGISTRALE Consorzio S.c.a.r.l. 20129 Milano Via Bartolomeo Giuliano, 2

info@ registrooptometristamagistrale.it

63 ISTITUTO BENIGNO ZACCAGNINI 40141 Bologna Via Ghirardini, 17 Tel. 051 480994 Fax 051 481526 info@istitutozaccagnini.it www.istitutozaccagnini.it


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