Recuperare terreno, un rinnovo dell'edilizia.

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“Recuperare terreno”, un rinnovo dell'edilizia in sintonia con il rinnovo dello sviluppo e della democrazia Appunti di Giuseppe Longhi, a partire da un'iniziativa di Arcipelago Milano Indice: Premessa La struttura della questione Un'ipotesi di agenda operativa Appunti

Premessa L'iniziativa “Recuperare terreno” promossa da Arcipelago Milano, intende esplorare vie operative sul come il settore dell'edilizia può contribuire ad uscire dalla crisi (sua e della nazione). L'iniziativa viene proposta sul modello dei LivingLabs e i coinvolge un ampio spettro di operatori appartenenti alla quadrupla elica, da questo modello ne dovrebbe seguire che gli esiti operativi seguiranno la prassi dell'open innovation. Il quesito iniziale, proposto dall'arch. Andrea Bonessa ha struttura lineare: in quanto il settore edilizio è in crisi, un finanziamento pubblico ad una pratica virtuosa – la pratica di politiche di recupero o comunque di risparmio di superficie in un ambiente caratterizzato dalla crescita di consumo di suolo, potrebbe favorire la ripresa del settore stesso (ipotesi supportata da una proposta di legge “DDL 20 gennaio 2015 “Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo”). La questione da luogo ad un pulviscolo di punti di vista, della cui sintesi si è occupata l'arch. Giulia Mattace Raso sul n°....... di Arcipelago e ad alcune puntualizzazioni sulla politica dell'innovazione e di finanziamento, specie per quanto riguarda i provvedimenti Junkers e sulla variegata disponibilità di finanziamenti comunitari (Europa 2020, FP8, Horizon, Agenda digitale, Fondi per l'innovazione......)

La struttura della questione Provo ad illustrare la struttura della questione e ad esplorare alcuni sbocchi operativi (coerenti con il modello dell'open innovation) tenendo costante il modello organizzativo – il LivingLab – e privilegiando l'obiettivo dell'aumento occupazionale. Italia - il recuperare terreno è oggetto: - di un Report del WWF: Report 2014: Riqualifichiamo l'Italia. Land transformation in Italia e nel mondo: fermare il consumo di suolo, salvare la natura e riqualificare la città; - del Rapporto dell'ISPRA “Il consumo di suolo in Italia”, 2015; - della proposta di legge DDL 20 gennaio 2015 “Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo”; - di un dibattito di cui riporto l'opinione dell'INU e del CNA; - di un sistema di finanziamenti del MiSE, Fondo per lo sviluppo, cui va aggiunta la disponibilità di


Fondi UE 'dedicati' per il rinnovo delle infrastrutture e gestiti dall'Italia. UE – il tema è strutturato in: Essa è affrontata a partire dagli anni '90 come difesa dello spazio ambientale da coniugarsi con l'innovazione sociale e tecnologica; si veda Sustainable Europe elaborato dal Wuppertal Institut per Friends of the Earth (1996). Oggi (Anno del suolo) la questione è affrontata in coerenza con l'impostazione originaria dove le buone pratiche tese a contenere e ad aumentare la qualità del suolo (Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo, 2012) è vista in sinergia col rinnovo del modello di sviluppo, all'interno del quale sono definiti operativamente i passaggi di innovazione del ciclo edilizio ; si veda “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse”, Commissione UE 2011/571, pag 28. In sostanza l'UE riconduce la questione uso del suolo - edilizia all'interno del sistema delle tecnologie abilitanti. In tal modo il settore dell'edilizia diventa catalizzatore dell'innovazione, le sue caratteristiche si avvicinano sempre più a quelle di un moderno settore di servizi; "Preparare il nostro futuro: elaborare una strategia comune per le tecnologie abilitanti fondamentali nell'UE", Commissione 2009/512. La Commissione ha allo studio una Direttiva sull'uso del suolo dal 2007 e una Direttiva generale sull'urbanistica. Il tema è finanziato organicamente ed è guidato operativamente dall'ottavo programma quadro Le differenze fra i due sistemi. Si può definire il sistema italiano tendenzialmente 'puritano' (ricordando la nota distinzione di 8 Dk: too perfect, tra sostenibilità puritana ed edonistica – Min dell'ambiente danese, Biennale di Venezia 2006): denuncia l'invasività dell'edilizia e vorrebbe premiare l'operatore edilizio in cambio di una riconversione 'debole', in un mondo tecnico scientifico dominato ancora dalla progettazione a 'ciclo aperto' ossia con nessun controllo degli input e basso controllo degli output, in cui è ancora alta la cultura del prodotto a scapito della sua trasformazione in settore a crescente capacità di erogazione di servizi a valore aggiunto. Il sistema europeo sembra più edonistico, stimola la rigenerazione creativa (produttiva, ambientale, …....) nella speranza di recuperi occupazionali, supportata da una visione del reddito ampia (si veda il lavoro della Commissione Senn, Fitoussi, Stieglitz sul green gdp), e da una visione tecnico scientifica indirizzata ad aumentare un modello di sviluppo a metabolismo chiuso (quindi con minor input, una produzione additiva e non sottrattiva, zero output). Dal confronto dei due sistemi si posso riconoscere alcune questioni legate al nostro declino: eccesso di enunciati retorici, povertà di modelli operativi, scarsa apertura alle esperienze esterne. Tutte questioni che rendono difficile il recupero occupazionale.

Un'ipotesi di agenda operativa In base alle considerazioni fin qui condotte (supportate dalla documentazione contenuta in “Materiali”), nella direzione di individuare un'agenda generativa di nuovo sviluppo (per quanto può competere la filiera dell'edilizia), individuo il nostro LivingLab tre momenti campione (o catalitici): - la filiere dell'edilizia per sperimentare modelli di innovazione a scala nazionale; - un nodo per offrire speranza occupazionale nel settore della progettazione; - esperienze 'crowd' a livello locale per la sperimentazione di nuove forme di socialità.


Tutti questi momenti hanno in comune il raggiungimento degli obiettivi fissati direttamente o implicitamente dalle Convenzioni internazionali, in termini di qualitĂ edilizia (questo permette al nostro lavoro di essere simmetrico con gli obiettivi comunitari).

La filiere dell'edilizia per sperimentare modelli di innovazione a scala nazionale Il problema: l'Italia non ha un bilancio simmetrico con i principi comunitari (questione che fa impazzire i tedeschi alla vista dei nostri report). La questione è seria, ma senza affrontare la questione (importante) dell'accountability, è importante che si collaudino moderni sistemi di rilevazione settoriale in cui all'interno del ciclo di vita di ogni settore se ne analizzino le fasi e si contabilizzino i processi di dematerializzazione e i relativi investimenti in innovazione. Iniziare questo discorso con l'edilizia sarebbe importante. Questo punto andrebbe affrontato con i responsabili dell'innovazione dei partiti, con il personale impegnato nei diversi momenti di lavoro dell'UE, con i responsabili di bilancio delle maggiori metropoli, con soggetti a diverso titolo aspiranti alla leadership pubblica, con esponenti di imprese all'avanguardia dell'accountability;


Un nodo per offrire speranza occupazionale nel settore della progettazione Si sente molto parlare della disoccupazione, ma poche sono le parti che operativamente offrono strategie per contenerla. Il quesito è: perché le rappresentanze degli architetti, una delle più consistenti miniere di disoccupati e sotto occupati esistenti nel nostro paese, non si pongono obiettivi responsabili di contenimento del fenomeno? (vedi l'allegato “Professione architetto: innovare per uscire dalla povertà) La questione è che l'ambito della progettazione per creare occupazione deve seriamente confrontarsi con i nuovi modelli progettuali ed ai relativi criteri di organizzazione. Riconduco questa questione a tre momenti: abbassare il costo di produzione del progetto; ampliare il suo ambito di conoscenza; costruire piattaforme operative con gli operatori del settore. Abbassare il costo di produzione del progetto. Il costo di produzione del progetto si è innalzato a causa della sua completa automatizzazione – dal Bim al Leed – con l'effetto di mettere fuori mercato gli operatori marginali che non possono disporre delle nuove attrezzature fisse per produrre, ne del loro aggiornamento. Da qui l'esigenza di una piattaforma software per diminuire il costo marginale di produzione ed aumentare la produttività (una prassi praticata in forme diverse da tutti i paesi avanzati); Ampliare l'ambito di conoscenza. I progettisti ed i progetti italiani sono poco noti perché non sono supportati da big data che ne illustrino le esperienze. Questo diminuisce sostanzialmente la capacità di diffusione dei nostri progetti. Una partecipazione mirata alle piattaforme esistenti permetterebbe a basso costo di aumentare in modo rilevante il livello di conoscenza dei nostri progetti, e quindi la loro esportabilità; Costruire piattaforme operative con gli operatori del settore. Coerentemente con la prassi della quadruple elica gli ordini dovrebbero sviluppare data base con gli operatori industriali, dei servizi e della ricerca, che contribuiscono al ciclo di vita del progetto. A partire da un moderno archivio materiali. In sostanza partecipare attivamente allo sviluppo del progetto e alla ricerca di buoni livelli di occupazione significa essere consapevoli delle opportunità e degli investimenti indispensabili per sfruttare le opportunità offerte dalla crescita esponenziale della connettività.

Esperienze di progettazione 'crowd' a livello locale per la sperimentazione di nuove forme di socialità. Si propone l'applicazione del modello del Living Lab a livello locale (vedi l'allegato Urban Living Lab) per una partecipazione operativa di tutti gli stakeholders alla realizzazione dei progetti urbani in una visione di edifici e infrastrutture innovativa le cui parole chiave sono: - generativo: il progetto non soddisfa solo fabbisogni pregressi ma genera opportunità per il futuro. Quindi è supportato da scenari che esplorano vie diverse che dovranno essere condivise; - a metabolismo chiuso: il progetto è antropocenetico, segue le regole delle risorse naturali. La sua filosofia sarà biologica e le esternalità negative tenderanno a 0 - additivo: il ciclo del progetto non procede per sottrazione di materia ma è supportato da tecniche additive, di matrice biologica, quindi supportato dalle tecnologie abilitanti (nanotech, biotech, 3d


printer, wikihouse,.........). Contribuisce a livello locale a soddisfare gli obiettivi delle Convenzioni internazionali, dando un aiuto sostanziale alla carenza del governo centrale sul tema dell'innovazione; - visione smart del quartiere: il progetto è sistemico, in una visione del quartiere che tende all'equità, quindi ad autonomia e bilancio attivo di energia e alimentazione (che sono i costi crescenti che maggiormente contribuiscono alla crescita delle povertà) e all'alta connettività. Riguardo a questo punto la connettività riguarderà le relazioni fra: persone, persone e cose, cose. Questo punto è condizionato dalla capacità dell'amministrazione ad affrontare l'attuale rivoluzione industriale, offrendo alla cittadinanza nuovi servizi attraverso big data. E' questa, probabilmente, una condizione essenziale per la sopravvivenza di forme di governo democratiche. In sostanza la conservazione delle risorse naturali è l'occasione per proporre una visione smart della cittadinanza, che sostituisca la crescita smart della città intesa come proliferare di oggetti tecnologici.

Appunti Questi argomenti vanno intesi come appunti, sono scritti come sistema di stringhe, quindi facilmente modificabili e integrabili. Il testo è integrato da documentazione relativa ad ogni punto: Documentazione macro, riguarda le ricerche fondamentali e le proposte di legge, che si trovano nel documento Materiali_indice, nel quale sono anche gli indirizzi dei rapporti scaricabili. Documentazione sul modo di lavoro degli architetti, in: “Professione architetto: innovare per uscire dalla povertà”. Documentazione sui Living Labs, in: Il ruolo degli urban living Labs in una Smart city. La sequenza di argomenti si profila come un percorso di innovazione del sapere dei progettisti, potrebbe essere quindi supportata da un sistema di corsi a distanza (o misti) da collocare nel percorso formativo dei progettisti, spunto da sviluppare. Le opportunità dell'UE sono diffuse in un sistema neuronale di iniziative difficilmente riconoscibile. Le note che qui si propongono sono uno sforzo per porre le questioni in modo sincrono all'agenda comunitaria sul tema, ma occorre un 'ponte' tra il pulviscolo di Bruxelles ed il locale. Il ponte naturale è la regione, ma anche i comuni più grandi hanno strutture dedicate ai progetti comunitari, così come le rappresentanze imprenditoriali e sindacali; attivare un'elica che dia propulsione a questo sistema sfuocato mi sembra indispensabile.


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