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Viaggio in Zambia: Kafue River Discus da concorso Allestiamo un laghetto in giardino I materiali per l’acquario Layout Donzelle mediterranee Napoliaquatica 2013 L’acquario in salotto

Le rubriche del mese


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LA RIVISTA È CLICCABILE Nel variegato mondo dell’editoria c’è di tutto: alcuni passano alle edizioni digitali mentre altri si crogiolano ancora in antidiluviane pubblicazioni cartacee. Qualcuno addirittura (sono pochissimi!) passano dal digitale al cartaceo, andando controcorrente. Noi siamo più che certi di essere nel verso giusto e di essere partiti per primi. Questa rivista, sin dalla nascita, è veramente cliccabile. Fatevi guidare dalla manina indicatrice e cliccate ogniqualvolta la vedrete comparire su una pagina. Riuscirete così ad approfondire ogni argomento, scoprire nuovi prodotti, discutere faccia a faccia con i produttori e avvicinare associazioni di acquariofili e negozianti. Insomma, attraverso questo variopinto mondo virtuale riuscirete a vivere meglio nel mondo reale. Si tratta di un’esperienza multi-dimensionale che vi appagherà senza dubbio. Basta provare la prima volta! Quindi non fatevi pregare. Noi profondiamo tante energie ogni mese per regalarvi una rivista veramente interattiva. Sfruttate l’occasione che vi viene offerta!


AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.eu Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno III numero 10 ottobre 2013 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Stefano Bertoni (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Masimiliano Ramboni (Web Marketing) Massimo Pagni (Revisione testi) Roberto Silverii (Coordinatore di questo numero monografico) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Dott. Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Mariella Bettarini (L’Acquario in Poesia) Luigi Del Favero (Discus) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Diego Marinelli (Aquascaping) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantoidi) Luigi Storoni (Oltre il Vetro) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Silvia Batisti Carassio Rita Colognola Ippocampo Luigi Del Favero Luciano Di Tizio Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Diego Marinelli Luigi Storoni Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.eu Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.eu)


AQUARIOPHYLIA

EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE

Anno III - n째 10 ottobre 2013

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EDITORIALE QUESTO NUMERO IN BREVE LETTERE IN REDAZIONE KAFUE RIVER di Silvio Arnone DIETRO LE QUINTE DI UN DISCUS CONTEST di Luigi del Favero PASSIONE LAGHETTO. PRIMA PARTE: QUALE MATERIALE? di Luciano di Tizio INSERTO. PESCI E POESIA: IL FASCINO DEL XVI SECOLO. Sesta parte di Ippocampo AQUASCAPING. LE ESIGENZE DELLE PIANTE ACQUATICHE E I FATTORI CHE NE DETERMINANO LO SVILUPPO di Diego Marinelli

70 73 76 89

VAI COL LINK. OGGI PARLIAMO DI... DONZELLE. A cura di Mario Loffredo LA RURICA DEL CARASSIO NAPOLIAQUATICA 2013: UN SUCCESSO ANNUNCIATO. A cura della redazione RECENSIONI E NOVITÀ: BLULINE GHIAIA CERAMIZZATA REEFSNOW ARD2 MILWAIKEE PHMETRO SMS 122 WAVE X CUBE 26 ZETLIGHT ZP 1201

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DALLE ASSOCIAZIONI UN TUFFO, UNA FOTO. VOLERE È POTERE. A cura di Marco Gargiulo LA SCHEDA DEL MESE. OPHIOSURUS SERPENS L’ACQUARIO IN POESIA. DA UN’INSENATURA ALL’ALTRA di Silvia Batisti PESCI FUOR D’ACQUA? ACQUARIOLOGIA OGGI. Seconda parte di Rita Colognola NONSOLOACQUARI. CONCHIGLIE DA COLLEZIONE: ALIOTIDI di Lorenzo Luchetta OLTRE IL VETRO. ACQUARI IN SALONE di Luigi Storoni


I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!

VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequen- tato l’Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt’ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all’ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell’acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d’acqua dolce. STEFANO BERTONI (WebMaster), nato a Milano nel lontanissimo 1967, da sempre appassionato di Computer, ha iniziato quasi 30 anni or sono ad interassarsi di informatica con il mitico Commodore Vic 20; esperto in sistemi Dos, Windows, in reti informatiche, si è specializzato in assemblaggio di pc e configurazioni avanzate e sicurezza mediante configurazioni di firewall e proxy. Realizza per passione siti internet e portali per amici e parenti, gestisce 2 siti personali (www.1diabetico.net e www.food4diabete.com); da poco ha pubblicato due libri in vendita su Amazon dal titolo “Rimecelate” e ” Vi racconto il diabete”. Da venticinque anni, grande appassionato di acquariologia, adora allevare ciclidi nani del Sud America, è apparso su questa rivista anche come autore, vorrebbe continuare a farlo qualora trovasse nuovi spunti da proporre. MARIELLA BETTARINI (Responsabile Sezione L’Acquario in Poesia) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’e-book Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono state discusse due tesi di laurea. Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’e-book: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 6


LUIGI DEL FAVERO (Autore), nato a Milano nel 1974, commercialista ma sopratutto appassionato di acquari fin dall’età della ragione. Malato di discus, cultore del rotondo pinnuto da oltre un decennio. Collabora attivamente da anni con uno dei siti tematici dedicati al discus, Mondodiscus. La malattia acquariofila, la pura passione hanno fatto sì che in salotto accanto alla Tv troneggi una piccola serra amatoriale di 2.000 litri, utilizzata come contenitore di passioni e studio dei discus. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine som- merse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fonda- tore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professio- nista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cre- sciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. 7


DIEGO MARINELLI (Responsabile sezione Aquascaping) vive e lavora ad Avellino. Appassionato di fotografia naturalistica e acquariofilia, negli ultimi anni si è dedicato con successo all’aquascaping. Le sue partecipazioni ai più prestigiosi contest internazionali hanno sempre riscontrato ottimi risultati. Diego collabora come allestitore e consulente con alcuni importanti marchi internazionali, scrive articoli e guide sull’aquascaping e sulla gestione dell’acquario di piante per riviste e portali di acquariofilia, è chiamato a svolgere il ruolo di giudice in alcuni contest internazionali; le sue immagini sono usate nelle presentazioni di fiere ed eventi nel campo dell’ acquariofilia e in guide e cataloghi d’importanti aziende del settore. Diego racconta le sue esperienze sul suo sito/blog www.aquaproject.it. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. MASSIMILIANO RAMBONI (Web Marketing) è un informatico che ha visto nascere i primi personal computer e ha visto quello che c’era prima di internet, molto prima della bolla del 2000. Già nel 1997 si occupava di sviluppo di siti internet e di Web Marketing; il tempo e l’esperienza lo hanno poi portato a gestire siti nei loro contenuti e posizionamenti nel mercato di Internet, e allo sviluppo di offerte pubblicitarie concepite per il mondo Web. Ora insieme al Web Master di www.Aquariophylia.eu è impegnato a traghettare il sito e la rivista in una nuova fase, ricca di novità e sorprese che non mancheranno di stupirvi. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. 8


ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantoidei) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l’acquariofilia nasce sin da bambino dall’amore per gli animali e matura poi con l’iscrizione all’Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell’allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell’ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell’allevamento delle varietà “show” di Betta splendens. LUIGI STORONI (Responsabile Sezione Oltre il Vetro) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali. SILVIA BATISTI (Autore) è nata a Greve in Chianti (Firenze) nel 1949. Nel 1973, insieme a Mariella Bettarini, ha fondato la rivista “Salvo imprevisti” e nel 1996, con Rossella Lisi, le edizioni Il Ramo d’Oro e la rivista “Le Rune”. È anche pittrice, con lo pseudonimo di Esdra. Ha pubblicato tre libri di poesia, vari di narrativa (alcuni con prefazione di Natalia Ginzburg) e di saggistica, oltre ad una monografia su Franco Battiato. MARCO GARGIULO (Autore) Fotografo e biologo marino quarantaduenne, condivide da bambino la passione per il mare con i suoi genitori, affermati fotosub di livello mondiale. Inizia ad immergersi con autorespiratore nell’estate del 1974 e inizia, undicenne, insieme al fratello Arturo, a scattare le prime foto subacquee. Partecipa con successo a numerose gare di fotografia in estemporanea e a concorsi nazionali ed internazionali. Dopo anni di lontananza dalle competizioni, nel 2009 fonda insieme ad amici subacquei il POSEIDON TEAM A.S.D., ricopre la carica di responsabile del settore Fotografia Subacquea e membro del Consiglio Direttivo. Ultimamente partecipa a numerosi campionati di fotosub, classificandosi al primo posto. Collabora con le riviste del settore, pubblicando articoli di biologia marina e reportage di viaggio. È webmaster, editore e moderatore del Poseidon Team A.S.D.

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La differenza di un acquario rispetto a

comunque a “categorie prestabilite”. Nel

tanti altri possibili “passatempi” sta nella

campo dell’acquariofilia, al contrario,

sua infinita variabilità. Se avete l’hobby

tutto è possibile. Un acquario è un’immen-

della fotografia potrete certo acquistare

sa vasca da dodicimila litri o una sfera di

svariati tipi di fotocamere, filtri, flash,

cristallo da 200 cc. In senso lato un acqua-

obiettivi. All’interno di queste categorie

rio è anche un laghetto, oppure un acqua-

prestabilite, però, non potrete trovare

terrario, un paludario, un qualsiasi conte-

altre variazioni sul tema e una bella foto-

nitore pieno d’acqua e di organismi viventi.

grafia, in fin dei conti, è sempre un “ogget-

Possiamo allestirlo per allevare una specie

to” dello stesso tipo. Potrete inventare tec-

di pesci o per ricostruire un ambiente natu-

niche nuove di ripresa o realizzare scatti

rale sino ai suoi più piccoli dettagli. I nostri

da maestro, ma le tecniche di base e i risul-

obiettivi possono essere diversi come

tati che è possibile ottenere appartengono

“imparare”, “arredare”, “educare”.

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Contiene elementi chiave per il nostro pianeta, come l’acqua che riempie la vasca, l’aria delle pietre porose, il verde dei vegetali e il fuoco vivo sulle pinne dei pesci. Ecco perché l’acquario è molto più di un hobby. Esso è uno stile di vita, un obiettivo e un punto di partenza, un’esplosione di vita vera che non potrà mai temere il confronto con oggetti della tecnologia o della pubblicità. Come mai, allora, gli acquari stentano ancora a diffondersi in ogni casa? Questo è il dilemma che muove la nostra rivista. Le cause possono essere molte e tutte deleterie, poiché un acquario, com’è evidente, potrebbe rendere più piacevole e istruttiva la vita di molti, a differenza di un videogio-

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co o di un proiettore domestico di programmi televisivi. Una delle cause è rappresentata, senza dubbio, dalla scarsa lungimiranza dei nostri produttori i quali, diciamolo fuori dai denti, dimostrano tanta litigiosità interna, comparabile solo alla scarsa capacità di diffondere idee positive. Insomma, molti produttori nel nostro paese investono più energie nel combattere il concorrente che per diffondere il proprio prodotto. Questo è un vero peccato, perché in questo modo magnifiche opere del genio italiano restano poco diffuse e pochissimo conosciute. Altra causa è costituita


dalla comunicazione quasi assente tra

hobby, per scrivere contributi per la

associazioni ecologiste e appassionati di

nostra rivista, per informarsi in modo

acquari. In questo caso, lo diciamo ancora

attivo sui nuovi prodotti e sul modo di uti-

senza peli sulla lingua, la colpa è certo

lizzarli. Anche gli acquariofili, al pari dei

delle associazioni ecologiste che si ostina-

produttori, diventano litigiosi quanto

no a difendere cause di principio invece di

sono molto attivi. Appassionati che s’inte-

preoccuparsi di problematiche reali.

ressano degli stessi ambienti, delle stesse

Per l’ecologista medio il polpo sta benissi-

specie di pesci, litigano tra loro solo per-

mo in cassuola, ma guai a procurargli un

ché uno ha prodotto un’affermazione (a

posticino in un acquario. In questo caso si

loro detta) errata o perché una mostra

grida allo scandalo, perché si ritiene che

non è stata organizzata come ci si sarebbe

la vasca sia l’equivalente di una gabbia e

attesi. Questo crea divisioni, confusione,

che, invece, il polpo dovrebbe nuotare

indebolendo la categoria.

libero nel mare… libero di essere rimesso

In definitiva, dunque, la scarsa diffusione

in pentola, dov’era il suo posto prima che

degli acquari può essere considerata frut-

fosse acquistato al mercato dall’acquario-

to di due principali problemi: disinforma-

filo e posto in acquario. In questo caso,

zione e litigiosità. Se questo è vero, com’è

dunque, si tratta di un problema d’infor-

vero, allora non ci sono altre soluzioni al

mazione, ma anche di scarsa comprensio-

di fuori di noi! Aquariophylia promuove

ne reciproca. Mediamente l’acquariofilo si

ogni mese la diffusione d’informazioni

considera “colpevole”, proprio come fa il

corrette ed ha come obiettivo la concilia-

fumatore medio (!), mentre l’ecologista si

zione delle diverse posizioni sulla base di

considera a priori nel giusto e si muove a

autorevoli pareri scientifici. Il nostro

testa alta, anche se non ha ben chiari i

obiettivo di portare in ogni casa un acqua-

principi ecologici e fisiologici che permet-

rio deve e può essere perseguito, con la

tono al polpo di trovare il suo habitat in

cooperazione di produttori, negozianti,

mare come in acquario.

acquariofili.

Terzo e ultimo fattore che limita la diffu-

Ancora una volta, dunque, chiediamo a

sione degli acquari sono… gli acquariofili

tutti, nell’interesse di tutti, di cooperare

stessi. Così come abbiamo fatto per le

fattivamente alle nostre attività, ognuno

prime due categorie parleremo chiaro e

con i propri mezzi. Se i produttori appog-

schietto: sono in generale troppo poco fat-

geranno le nostre attività e i comuni

tivi

litigiosi.

acquariofili si adopereranno per diffonde-

L’appassionato medio si accontenta di

re la rivista presso i loro conoscenti, evi-

riempire d’acqua, sassi e pesci la sua

dentemente, il nostro obiettivo primario

vasca, ritenendo di non avere abbastanza

sarà raggiunto presto.

tempo e voglia per impegnarsi sul campo.

Si tratta di un sogno irrealizzabile? Da

Eppure basterebbe veramente poco per

quanto detto sino a questo punto, dipende

spiegare agli amici i vantaggi di questo

solo da voi!

e

decisamente

troppo

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QUESTO NUMERO...

in breve Dietro le quinte di un concorso per discus. Tutta l’attenzione è catturata dai maestosi esemplari nelle vasche di un concorso. In realtà è molto più importante ciò che non si vede rispetto a ciò che si vede. Tutto quello che rende possibile un concorso, la conservazione e la salute dei suoi ospiti. Non si tratta di un’esposizione canina, con animali acquatici non si può prescindere dal legame che essi hanno con l’elemento che consente loro la vita; l’acqua. A un occhio un po’ più esperto non sfuggono le problematiche ulteriori che un discus solleva. Parliamo di animali allevati a parametri diversissimi e sensibili a diverse patologie. Preparare un’acqua che vada bene per pesci provenienti da tutto il mondo, con le loro specifiche peculiarità impone una serie di scelte e compromessi inimmaginabili. Si può solo apprezzare il risultato e concludere se tutta quella serie di scelte e compromessi funzionava o meno. Passione laghetto. Chi decide di realizzare uno stagno nel proprio giardino (ma anche in un cortile, un terrazzo o, perché no, un balcone), assume in qualche modo l’impegno di… dare una mano alla natura, creando e gestendo un piccolo specchio d’acqua di quelli, che all’interno delle mura urbane, sono ormai una vera rarità. Un impegno che va assolto sempre e comunque nel migliore dei modi possibili. Ciò detto passiamo al concreto. La prima cosa da fare, quando vogliamo cominciare a occuparci di laghetto da giardino (pond nella sintetica lingua inglese), è decidere quale materiale impiegare per la sua realizzazione. Nella stragrande maggioranza dei casi ci sono tre diverse e alternative possibilità: cemento, scocche prefabbricate e teli in PVC. In questo numero inizia una serie che farà storia, uscita dalla penna di uno dei più autorevoli esperti in questo campo. Cominceremo proprio dai materiali. Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo. Ippo Campo questo mese vi presenta una delle specie raffigurate nel numero di settembre, ma in formato ridotto, dando cioè solo delle informazioni-lampo. A pagina 75 del nostro magnifico libro antico avete trovato ben due pesci, definiti De Acus; li avete senz’altro identificati come suoi parenti stretti, capirete perciò perché non ha avuto dubbi sulla scelta! Ma in quest’articolo ne vedrete delle belle, ammesso che riuscia14


z

te a seguire il filo del discorso. Talvolta il nostro ha una mentalità alquanto complessa. Beh, in ogni caso, non dimenti-

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cate di stampare e conservare le immagini, per rilegare infine il vostro volume antico sulle specie di pesci già note qualche anno fa. Le esigenze delle piante acquatiche. Continua la serie sulla realizzazione di magnifici layout in acquario. Nei precedenti articoli abbiamo descritto la filosofia e i principi che portano alla realizzazione di un layout in un acquario di piante, mettendo in evidenza il percorso creativo dell’aquascaper e, quindi, il lato ”artistico” dell’aquascaping. In quest’articolo si parlerà, invece, della parte scientifica, con un accenno alle conoscenze indispensabili per iniziare a gestire un acquario di piante. Luce, Anidride Carbonica (CO2) e nutrienti sono i fattori indispensabili per consentire la vita alle piante acquatiche.

Riuscire a bilanciarli, adeguandoli alle

esigenze delle diverse specie vegetali, è l’unico modo per avere successo nella gestione di un acquario di piante e ottenere una crescita sana e rigogliosa. Oggi parliamo di… Donzelle. No, non è che vogliamo parlarvi di belle ragazze da sposare. Il nome scientifico, Thalassoma

pavo,

è

tutto un programma: un pavone dei mari, destinato a suscitare lo stupore di qualsiasi osservatore. Il suo aspetto, infatti,

è

certamente

sorprendente,

con

i

colori vivi e metallici che 15


lo contraddistinguono. Talvolta appare timido subito dopo l’introduzione in acquario, ma se l’ambiente è ospitale, diviene presto un protagonista della vasca domestica, curvando in modo flessuoso tra le alghe col musetto attento, alla ricerca di piccole prede. NapoliAquatica 1013. L’ultima edizione della fiera napoletana è stata letteralmente un successo senza precedenti. Successo non solo di pubblico ma anche di soddisfazione da parte degli espositori. In pratica nei tre giorni della fiera, abbiamo assistito a un intenso contatto tra gli utenti finali e i produttori che contano sul panorama nazionale. È stata veramente una festa dell’acquariofilia, che ha aperto nuove vie nella diffusione degli acquari nel nostro paese. Un tuffo, una foto. Continuiamo con la nuova rubrica che ci auguriamo apprezzerete, nata da alcuni mesi. Un campione di fotografia subacquea ci racconta ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Questa volta partiamo con destinazione Marina Grande di Sorrento, per il primo tuffo in notturna in Mar Mediterraneo di un amico romano. La serata è incredibilmente piacevole, il mare calmo e apparentemente non così torbido come atteso. La responsabilità è molta: “battezzare” un grande fotografo come l’ospite di questo mese è un grandissimo onore... speriamo in una di quelle serate indimenticabili che il “nostro” mare sa regalarci ogni tanto! L’Acquario in poesia. Oggi la rubrica di Mariella Bettarini ci stupisce. Siamo in un ambiente acquatico, senza dubbio, ma l’umore è rosso, con tentazioni di rivolta, di abbandono. Anche questo è il mare, talvolta, per i pesci e per gli uomini che vi si abbandonano per diletto o per necessità. Ci piace vedere questo lato diverso, meno “bucolico” dell’ambiente acquatico, perché ci scuote, porta a galla malumori imprudentemente nascosti. Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi. Continuiamo il discorso iniziato nel numero precedente, prendendo in considerazione, nell’ambito dell’evoluzione degli acquari, gli acquari biotopo e quelli misti. Sempre più spesso gli appassionati cercano non solo di allevare e riprodurre specie ‘decorative’ ma vogliono ricreare il più fedelmente possibile un ambiente naturale, cercando di affiancare specie animali e vegetali che provengono dallo stesso luogo di origine. In questo numero prenderemo in esame varie tecniche e tendenze. Reportage: Kafue River. Lo Zambia è uno dei paesi africani più interessanti da visitare, praticamente sconosciuto al turismo di massa, offre visione di un’autentica realtà autoctona. Escludendo l’area intorno alle cascate Vittoria (Livingstone) turismo e strutture di settore sono quasi inesistenti, gli stessi parchi nazionali offrono un’esperienza non comune. Il tutto, che è 16


sicuramente entusiasmante per i viaggiatori esperti, può tradursi in disagi vari per i turisti comuni. Arrivare in Zambia via aerea significa atterrare a Lusaka, capitale e unico aeroporto internazionale del Paese, è una struttura “autentica” cioè architettonicamente non omologata allo standard attuale, personalmente mi affascina molto. Alcune notizie in breve: lo Zambia è “landlocked” cioè non ha accesso al mare e come praticamente tutta l’Africa meridionale si estende in una zona di altopiani, ne consegue un’altitudine mediamente oscillante tra i 900 e i 1.500 mt. sul livello del mare (Lusaka è situata a 1.400 mt. slm). Pronti per la partenza? Allora non avrete che da seguire il nostro enciclopedico e giramondo autore. Conchiglie da collezione. Continua anche il viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto d’interesse per l’uomo che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli. Presentiamo in questa scheda la famiglia degli Aliotidi, strani Gasteropodi che ricordano i Bivalvi. L’aspetto della conchiglia è assai particolare: la superficie interna è madreperlacea, iridescente, e vicino al bordo sono presenti dei fori di diverse dimensioni detti fori respiratori. La sua forma le ha fruttato diversi nomi comuni, i più noti sono sicuramente “orecchia di mare” e “orecchia di Venere”. Oltre il vetro: la rubrica dell’architetto. In questo numero vogliamo presentare una classica soluzione da salone, appena un pochino estroversa. Quel tanto che basta per distinguere il nostro acquario, dalla miriade di soluzioni che si riesce comunque a reperire in casa degli amici. Partiamo da un salone abbastanza ampio, dotato di due alti balconi che raggiungono il soffitto, incorniciati in mantovane velate. La parete a sinistra, ornata da pietre faccia-vista di colore chiaro, ospita una tipica parete attrezzata che vede al centro un televisore piatto. Anche il resto dell’ambiente non presenta molte “novità” di rilievo: poltrone, tipico tavolino da salotto in vetro, tappeti e mensole. Ovviamente manca un acquario! Ma a questo penserà il nostro amico architetto, con una soluzione assolutamente fuori dal comune. 17


In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.

www.aquariophylia.it PROBLEMI DI SCARICAMENTO Saluti a tutti, è da qualche giorno che provo a scaricare la rivista ma al termine del brevissimo download, ciò che si scarica sono file in formato .pdf da 0 byte. Ho provato con diversi browser e con diversi Sistemi Operativi ma il risultato è sempre lo stesso, un file .pdf vuoto. Longior ALTRO LETTORE Anche io ho lo stesso problema Giuseppe TORNA IL PRIMO Ciao, la redazione mi ha gentilmente mandato due link che funzionano che puntano comunque alla newsletter, tuttavia le email newsletter che arrivano in automatico che contengono i link continuano a far scaricare un file da 0 byte e solo l’indirizzo che è scritto sotto a “Puoi scaricare la rivista cliccando direttamente sul link qui sotto.”, che non è un link ipertestuale ma solo una scritta, permette, copiandolo nella barra degli indirizzi del browser, di scaricare la rivista. Dal sito attualmente è impossibile scaricare qualsiasi numero della rivista, ho provato 18


anche con Linux e con diversi browser e il

non è la mia, come sapete lavoriamo tutti com-

risultato non cambia, solo files da 0 byte.

pletamente gratis a questa rivista, ma l’impe-

Longior

gno profuso è maggiore di quanto lo sarebbe se fossimo a libro paga, a volte per la gestione

ALTRO LETTORE

dei siti internet e per i software, escono degli

Ho lo stesso problema solo che io l’ho sem-

aggiornamenti di sicurezza che non sempre

pre scaricata dal sito. Ma adesso non fun-

poi si rivelano ok, questo è il nostro caso. È

ziona mi dà un file PDF da 0 byte Come

mio auspicio che tutto si risolva in 2/3 giorni,

mai? Soluzioni?

altrimenti dovrò fare seriamente delle modifi-

OrandaBlu

che a livello di codice, ecco queste sono le soluzioni! Grazie della vostra comprensione e

ARRIVA L’AMMINISTRATORE

buona lettura.

Ragazzi avete ragione, a causa di un aggiorna-

Admin

mento si stanno verificando dei problemi con i download, ho ovviato a questa problematica

TORNA ANCORA IL PRIMO

inserendo

pagina

Nessun problema e grazie mille per il lavoro

“Download” del sito, quindi per il momento il

che svolgi, la soluzione temporanea funzio-

problema è risolto, sto lavorando alacremente

na perfettamente, quindi per il momento va

per risolvere il problema ma ci vuole un po’ di

tutto bene.

tempo, mi scuso con tutti anche se la colpa

Longior

un

nuovo

link

nella

19


20


21


so dei vantaggi, ma anche dei piccoli, grandi problemi per chi, in fondo, voleva solo scaricare come ha sempre fatto. Non c’è soluzione a questo. Solo il lavoro quotidiano di chi si occupa del sito web permette di mantenerlo in buona forma. Indispensabile, però, è anche il vostro contributo, come in questo caso. Sapere in tempo di un problema permette di evitarlo a tanti altri lettori. Pertanto il nostro ringraziamento sincero, va a tutti quelli che, nel corso di questa discussione, hanno permesso di risolvere nel modo migliore questo inconveniente. Si tratta di lettori fedelissimi, che hanno tutta la nostra gratitudine. Continuate così!

PIANTE GALLEGGIANTI Salve cari, che fine ha fatto il numero di settembre? Ho un dubbio, le piante di superficie (Lemna) aumentano o riducono l’ossigeno ECCONE UN ALTRO

disciolto in acqua? È vero che sono usate

Salve, ho provato a scaricare il numero di

per ossigenare i laghetti, ma di fatto riduco-

luglio 2013 dalla sezione dei numeri arretra-

no la superficie di scambio tra acqua ed

ti ma mi da lo stesso problema segnalato

aria.

dagli altri utenti. C’è un link alternativo?

Fabio

Grazie mille MikyHell

RISPONDE UN LETTORE Le piante, di superficie oppure no, di giorno

E L’AMMINISTRATORE

producono grandi quantità di ossigeno, di gran

No ancora ci stiamo lavorando, abbiate

lunga superiori a quella derivante dallo scam-

pazienza ma ci vuole del tempo, per ora abbia-

bio aria/acqua.

mo sistemato quello di questo mese.

Gianpaolo Natali

Grazie Admin

CONCLUDE LA REDAZIONE La missiva del lettore si riferiva evidentemente

CONCLUDE LA REDAZIONE

al numero precedente, che è uscito con un leg-

Distribuire una rivista in rete è, talvolta, più

gero

complesso che distribuire una rivista in edico-

Aquariophylia! Poi però… usciamo sempre e

la! Cambiano i sistemi operativi, cambiano i lin-

restiamo al vostro fianco per un mese intero.

guaggi di programmazione, cambiano le

Passando all’argomento piante galleggianti,

opzioni in rete. Ogni cambiamento porta spes-

dobbiamo tenere presenti vari parametri e 22

ritardo.

Non

è

una

novità

per


varie condizioni se vogliamo rispondere a que-

Pertanto, dal punto di vista degli scambi gas-

sta domanda. Nel caso in cui le piante galleg-

sosi, potranno essere anche più efficienti delle

gianti formino uno strato compatto che copre

piante acquatiche ancorate al fondo.

l’intera superficie della vasca, effettivamente,

In sostanza, come per qualsiasi altro elemento

esse possono rappresentare un ostacolo alla

dell’acquario, è solo questione di quantità. Se

diffusione dei gas. In genere, però, esse copro-

le piante galleggianti sono in quantità eccessi-

no solo una superficie limitata della vasca (in

va produrranno probabilmente dei danni, pro-

caso contrario avrebbero un effetto deleterio

prio come nel caso di una eccessiva vegeta-

anche sulla quantità di radiazioni luminose che

zione sommersa. Se sono utilizzate in modo

raggiungono il fondo). Se la superficie non è

bilanciato rispetto a tutti gli altri elementi del-

totalmente coperta, allora gli scambi gassosi

l’acquario, allora potranno solo cooperare nel

avvengono principalmente grazie alla circola-

produrre un ambiente ospitale ed equilibrato.

zione dell’acqua, che viene portata di continuo

Hanno comunque un vantaggio, rispetto a

a contatto con l’aria, provenendo dal fondo. In

qualsiasi altro elemento dell’acquario: galleg-

questo caso basterà anche una superficie limi-

giano e se dovessero riprodursi a dismisura, si

tata per garantire scambi gassosi sufficienti.

farà presto a prelevarne delle piccole quantità

Le piante galleggianti però svolgono anche

da trasferire altrove!

altre azioni importanti. Innanzitutto le loro radici, immerse nell’acqua, assumono continuamente nutrienti, fungendo così da filtri biologi-

ALLESTIMENTO DI UN NUOVO ACQUARIO

ci. Le loro foglie, inoltre, sono dotate di minu-

Ciao a tutti, possiedo un acquario 60x30x30

scoli pori su entrambi i lati e, data la differenza

dotato di Pratiko 100 e riscaldatore esterno

di concentrazione dei diversi gas in aria e in

ETH

acqua, esse tenderanno ad asportare anidride

Apistogramma. Non avendo mai avuto

carbonica dall’acqua, nelle ore diurne, mentre

esperienze dirette riguardo questi pesci,

potranno assumere ossigeno dall’aria, di notte.

che però mi hanno sempre affascinato, vor-

200

e

vorrei

mettervi

degli

rei sapere se è possibile allevare un maschio e due femmine e quale specie mi consigliate dato le ridotte dimensioni dell’acquario. Per quanto riguarda l’acqua, la mia acqua di rubinetto ha i seguenti valori: PH=7,1 KH=4 GH=5,5 NO2=0 NO3=0, secondo voi è necessario usare acqua a osmosi inversa, dato che sto pensando di acquistare un impianto per il caridinaio? Per i coinquilini, se è possibile inserirli, stavo pensando ai Nannostomus, me li consigliate? 23


Come ultima cosa, scusate le tante doman-

piccola ricerca in rete per trovare le varietà, e

de, per quanto riguarda la flora cosa mi

sono molte, più adatte al tuo acquario.

consigliate? (lo so che ci sono tantissime

Se hai intenzione di assistere alla riproduzione e

piante

degli

di vedere crescere i piccoli ti consiglio di dedi-

Apistogramma, ma sto cercando quelle

care l’acquario a loro, i valori della tua acqua

secondo voi più utili e adatte per questi

sono buoni e direi che la puoi utilizzare così

pesci). Come illuminazione utilizzo una stri-

assicurandoti di eliminare il cloro lasciandola

scia a LED da 55 cm e 66 LED nella parte

semplicemente riposare in un secchio scoperto.

posteriore, se le piante lo richiedono, posso

Per quanto riguarda le piante anche qui la scel-

incrementare con altre strisce nella parte

ta è dettata dallo spazio disponibile, sicura-

anteriore.

mente una folta vegetazione permetterà alla

Grazie in anticipo

femmina sottomessa di trovare rifugio e di ali-

WaterWorld

mentarsi. Per quanto riguarda le caridine non

da

inserire

nel

biotopo

posso aiutarti. RISPONDE UN LETTORE

Fosco

Il comportamento degli Apistogramma non varia di molto, con quelle dimensioni di vasca ti con-

TORNA IL LETTORE

siglio di orientarti verso varietà non troppo gran-

Come suggerito da fosco ho fatto un po’ di

di, trilineatus e altri del genere. Basta fare una

ricerche in questi giorni. Vorrei ricreare il bioto-

24


po del Paraguay, quindi come piante ho scelto:

Necessita però di acqua leggermente acida e

Echinodorus tenellus, Lilaeopsis brasiliensis,

molto tenera con temperature tra 26 e 29 °C. È

Egeria

zosterifolia,

interessante osservare le pratiche riproduttive

Cabomba furcata, Hydrocotyle leucocephala,

perché entrambi i genitori si occupano della

Salvinia natans e Lemna minor. Come

cura della prole. Anche A. borelli è caratterizza-

Apistogramma quindi posso scegliere tra

to da dimensioni contenute ma si adatta bene

borelli e trifasciata, essendo tutti e due prove-

in un ampio range di valori dell’acqua, per cui

nienti dal Paraguay, quale dei due, secondo

potrebbe essere più adatto all’acqua del suo

voi, è il più adatto, essendo la mia prima espe-

rubinetto, ammesso che le piante acquatiche

rienza con i ciclidi nani e viste le dimensioni

che lei desidera coltivare possano adattarsi di

dell’acquario? Quali sono le principali differen-

pari. Vive a temperature leggermente più

ze nel comportamento e nella riproduzione?

basse rispetto alla specie precedente ed è

WaterWorld

caratterizzato da pratiche riproduttive altret-

najas,

Heteranthera

tanto interessanti. In questo caso però il CONCLUDE LA REDAZIONE

maschio va allontanato dopo la deposizione,

Apistogramma trifasciata è una specie relativa-

perché solo la femmina si occupa della cura

mente piccola (le femmine, che sono più gran-

delle uova. In definitiva, entrambe le specie

di dei maschi, non raggiungono i 5 cm di lun-

sono molto appariscenti e interessanti e solo

ghezza) ed è presente in Paraguay. Quindi

i suoi gusti personali potranno dirigere la

potrebbe vivere bene nel biotopo da creare.

scelta! 25


Reportage

Kafue River di Silvio Arnone Lusaka – Zambia

cascate Vittoria (Livingstone), turismo e strutture

7 luglio 2013

di settore sono quasi inesistenti, gli stessi parchi nazionali offrono un’esperienza non comune. Il

Lo Zambia è uno dei paesi africani più interes-

tutto è sicuramente entusiasmante per i viaggia-

santi da visitare, praticamente sconosciuto al

tori esperti, ma può tradursi in disagi vari per i

turismo di massa, offre visione di un’autentica

turisti comuni.

realtà autoctona. Escludendo l’area intorno alle

Arrivare in Zambia via aerea significa atterrare a

Zambia

26


Aeroporto di Lusaka - Zambia Lusaka, capitale e unico aeroporto internaziona-

di Londra, ebbe maggiore risonanza rispetto ai

le del Paese, è una struttura “autentica” cioè

precedenti, in conseguenza del famoso (per certi

architettonicamente non omologata allo stan-

versi “taroccato”) incontro con Henry Morton

dard attuale, personalmente mi affascina molto.

Stanley, inviato alla ricerca del Dottore dal gior-

Alcune notizie in breve: lo Zambia è “landlocked”

nale ove egli lavorava, l’americano New York

cioè non ha accesso al mare e come pratica-

Herald.

mente tutta l’Africa meridionale si estende in una

Stanley deve la sua fama e gran parte degli agi

zona di altopiani, ne consegue un’altitudine

della propria vita, proprio a quell’incontro avvenu-

mediamente oscillante tra i 900 e i 1.500 m sul

to il 10 novembre 1871 ad Ujiji (odierna Tanzania),

livello del mare (Lusaka è situata a 1.400 m slm).

villaggio sulla riva del lago Tanganika. Il libro che

L’avvicinamento all’Europa inizia con i viaggi di

scrisse per commemorare l’impresa non solo lo

David Livingstone, più precisamente il terzo,

rese famoso in tutto il mondo, gli procurò anche

svoltosi dal 1866 al 1873 che lo vide attraversa-

altri incarichi di rilievo, sia al soldo di re Leopoldo

re il territorio Bemba (più o meno la zona che

del Belgio (per le sue porcate in Congo), sia al

oggi costituisce il Nord-Est dello Zambia) e sco-

soldo degli inglesi, i quali, vista la sua competen-

prire il lago Bangweulu e il lago Mweru (nel 1852

za, gli affidarono l’incarico nel 1886 di trovare e

aveva già avuto modo di vedere un tratto dello

riportare in Europa il dottor Eduard Schnitzer,

Zambesi e le cascate Vittoria). Tale viaggio, che

alias Emin Pascià, governatore della provincia di

era patrocinato dalla Royal Geographical Society

Equatoria (l’odierno South Sudan). 27


Eichhornia crassipes e Typha sp. Il compito fu portato a compimento e altri onori e

britannico. Sintetizziamo: nel 1890 un tal Cecil

gloria si riversarono su Stanley. Poco importa

Rhodes (truffatore internazionale, passato alla

che l’impresa ammantata d’alto valore umanita-

storia come creatore d’imperi), decise che era il

rio era, in realtà, una sordida manovra britannica

caso d’estendere la sovranità britannica (cioè la

per tirarsi fuori dal Sudan in fiamme.

sua) oltre il territorio che costituisce l’attuale

Ancor più sordido, il modo in cui si delinearono i

Zimbabwe (anche l’odierno Malawi divenne

confini odierni, altro fiore all’occhiello dell’impero

oggetto di attenzioni ma dato che è piccolo nes28


suno ci ha mai fatto caso). A tal fine, prese con-

locale capo dei capi (paramount chief) concesse

tatto con i capi locali offrendo loro protezione (che

quanto richiesto in cambio di un faraonico rega-

poi la minaccia provenisse principalmente dagli

lo: un battello a vapore e un certo numero di fucili

inglesi, era un dettaglio insignificante) e chieden-

(pare che le munizioni non facessero parte del-

do loro in cambio “solo” di sfruttare le locali ric-

l’accordo).

chezze minerarie (rame, essenzialmente).

A Est le trattative andarono diversamente, “Sir”

Rivolse le sue attenzioni inizialmente a Ovest e il

Cecil Rhodes dovette impiegare il suo esercito 29


Miss Rose in occasione del Freedom Day - Lusaka (foto riprodotta con l’autorizzazione della persona ritratta) per indurre il locale paramount chief ad accetta-

sono all’avanguardia ed anche per altri motivi

re un’offerta che non poteva rifiutare.

non è consigliato avventurarsi in giro da soli.

La festa ebbe fine nel 1964 e quel che era

Escludendo l’orrore dei viaggi organizzati chi ha

Northern Rhodesia, divenne Zambia. In un

un minimo di conoscenza della realtà africana e

mondo perfetto, si potrebbe applaudire al lieto

ovviamente della lingua inglese può comunque

fine ma non è cosi; una classe dirigente scarsa-

attivarsi per incontrare una realtà incontaminata

mente preparata e incline ad “amichevoli accor-

e vivere un’esperienza indimenticabile.

di”, mantiene il Paese in condizioni precarie e

Si comincia dalle città, anonime e insignificanti

non è facile prevedere miglioramenti nell’imme-

nei giorni normali, colorate e sonore in occasio-

diato futuro.

ne delle ricorrenze di rilievo. Personalmente ho

Noi siamo comunque ottimisti e poiché recente-

vissuto una piacevole esperienza in occasione

mente, chi di competenza, ha capito che il turi-

del “Freedom Day”, celebrato ogni anno il 25 di

smo può costituire una voce importante per l’e-

maggio: ovunque è un fiorire di danze e musica,

conomia (in realtà si era stancato di ritrovarsi il

nelle strade e nei ”mall” (centri commerciali)

braccio tinto di verde dal braccialetto di rame e

gruppi più o meno improvvisati si esibiscono con

ha cercato di farsi venire un’idea per acquisire

abiti tradizionali, portando sulla scena momenti

valuta pregiata in modo non tradizionale), faremo

di vita e usanze del passato e chiunque ne abbia

del nostro meglio per contribuire alla locale cre-

voglia può lasciarsi coinvolgere.

scita economica.

Abbandonando la realtà urbana, la vera sfida

Come già accennato, le strutture turistiche non

sono le strade e le considerevoli distanze; un vei30


colo 4x4 con una scorta extra di carburante e

riservato ai clienti di un lodge situato nella zona,

adeguatamente equipaggiato per eventuali per-

chiunque si avventuri senza poter vantare tale

nottamenti all’aperto (mai in luoghi isolati, fer-

titolo sarà perseguito. Diciamo che tutto quel

marsi sempre in un villaggio chiedendo il per-

che merita il minaccioso cartello è una risata,

messo al capo oppure nel cortile di una stazione

oppure una sonora pernacchia, nel caso si

di Polizia ed evitare gli spostamenti notturni) è

dovesse incontrare una guardia sarà sufficiente

indispensabile, specialmente per noi acquariofili

far appello all’italico genio e raccontare che si è

fatalmente attratti dai luoghi più remoti e inac-

in visita proprio per verificare se il lodge merita di

cessibili.

essere preso in considerazione.

Chi non ha molto tempo a disposizione può con-

Proseguendo, sarà necessario affidarsi al buon

cedersi un assaggio delle bellezze locali recan-

senso oppure alla fortuna, perché solo uno dei

dosi a Kafue. Dista poco più di 50 Km da Lusaka

bivi indica il lodge (ovvero la riva del fiume), il

ed è situata sulla riva dell’omonimo fiume.

quale effettivamente merita perché è situato in

Ferma restando l’esigenza del veicolo 4x4 si può

posizione idilliaca, giunti sul posto ci si rende

anche scegliere di partire da Lusaka al mattino

conto che la mulattiera non viene mai usata e

presto e rientrare la sera. Esiste comunque la

che gli ospiti giungono a destinazione navigando

possibilità di pernottare in loco, evitate in ogni

sul fiume.

caso come la peste il Lillo Executive Lodge; vi

La Kafue Gorge vera e propria non è visibile,

sono diverse alternative, una delle quali da tene-

pare che sia all’interno del perimetro della cen-

re in considerazione è il Divine Lodge.

trale elettrica quindi inaccessibile. Lasciato il

Dopo aver ammirato il fiume da vicino fermando-

lodge, poiché siamo alla ricerca di un posto

si al bar prima del ponte, si riparte per ritrovarlo

assolutamente naturale, ci sorbiamo un altro

in uno scenario non urbanizzato. Volendo, pos-

pezzo di fuoristrada estremo ma ne vale la pena,

siamo fermarci alcuni Km più avanti, ove un car-

la mulattiera termina proprio sulla riva del fiume,

tello al margine sinistro della strada, indica un

in una piccola insenatura.

punto d’approdo dedicato alle mini-crociere sul

Il silenzio e la lieve fresca brezza ristorano imme-

fiume. Si raggiunge facilmente dopo un breve

diatamente e quanto patito per giungere alla

percorso sterrato ed è davvero un bel posto, ove

meta svanisce subito, l’acqua è limpida e bassa

vengono anche organizzate serate danzanti nei

vicino la riva, indossati gli stivaloni, si comincia a

fine settimana. La destinazione più interessante

scrutare fra le piante per poi entrare in acqua

si trova però molto più avanti: Kafue Gorge.

muniti di retino a maglie fini.

Occorre riprendere la strada principale e prose-

Distese di piante galleggianti si alternano a vasti

guire, l’asfalto finisce ben presto, perché al

spazi liberi, un sipario di papiri (Cyperus papyrus)

momento vi sono lavori in corso per l’apertura

crea alcune pozze densamente ricoperte da

della nuova strada, polvere a volontà finché si

Azolla pinnata, nell’acqua libera a ridosso della

devia nuovamente a sinistra, prima del cancello

riva, si nota, fra le altre, anche la presenza di

di accesso alla centrale elettrica, s’imbocca un

Eichhornia crassipes, Salvinia molesta e Typha sp.

viottolo che conduce alla nostra meta.

Due parole a proposito della coltivazione in

Sarebbe eccessivo dire che è una pista, è una

acquario delle piante indicate:

fenditura nel verde appena accennata, ben pre-

- Cyperus papirus

sto ci si rende conto che persino un mulo bulga-

Improponibile in un normale acquario coperto,

ro si metterebbe a imprecare trovandosi su un

non crea difficoltà e si rivela molto decorativo

percorso del genere. Va detto che tale orrore è

nelle vasche a cielo aperto. È comunque indi31


spensabile che la vasca riceva luce solare e il

tri; l’onnipresente tilapia (Oreochromis niloticus

fondo dev’essere molto fertile, preferibilmente

niloticus e Oreochromis andersonii), è la preda

misto ad argilla; non è necessario preoccuparsi

preferita dai pescatori e anche qui riempie le reti.

per i valori chimici dell’acqua, ove l’inverno è par-

A proposito di questi due assidui frequentatori

ticolarmente rigido la pianta vive un periodo di

delle acque africane, vi racconto una storia che

stasi. Per tali motivi riesce semplice la coltivazio-

sta intrigando non poco i ricercatori del diparti-

ne in ampie vasche collocate all’aperto, anche

mento di biologia dell’università di Lusaka.

non munite di filtro o laghetti; non è comune

I fatti:

ottenere buoni risultati in una normale vasca

- Non si sa come né quando ma Oreochromis

d’appartamento.

niloticus niloticus (specie non autoctona), è

- Typha sp.

andata a finire nel Kafue river e ha cominciato ad

Come sopra, in condizioni ottimali, risulta parti-

accoppiarsi allegramente con Oreochromis

colarmente infestante.

andersonii, gli ibridi sono fecondi (solo i maschi,

- Azolla pinnata

se non ricordo male), però tendono a preferire le

All’aperto lasciamo fare alla natura (al contrario di

femmine di O.a.

quanto si afferma nella letteratura di settore,

L’immediata prevedibile conseguenza è la gra-

secondo la mia esperienza, la pianta supera age-

duale naturale estinzione del locale ceppo di

volmente il periodo invernale); in casa temo si

O.n.n. Al dipartimento sono molto presi da que-

debba accettare l’idea di una prematura diparti-

sta faccenda e la situazione viene monitorata

ta. Se proprio si è innamorati di questa bella

costantemente; a qualcuno era persino venuto in

pianta galleggiante, si può tentare il periodico

mente di prelevare alcuni soggetti per trasferirli

trasferimento in un contenitore specifico con

nei laghetti dell’università al fine di meglio osser-

acqua bassa e ricca di sostanze nutrienti, in par-

varne il comportamento ma per ragioni ancora

ticolare ferro e fosfati e fondo argilloso; si com-

ignote, tutti i soggetti trasferiti in cattività sono

pleta l’opera fornendo intensa illuminazione per

morti in breve tempo, vabbè....

otto/dodici ore al giorno.

Tornando sulla riva del fiume, va detto che una

- Eichhornia crassipes e Salvinia molesta

ricerca/verifica approfondita è possibile solo con

Mettiamola giù facile: se ospitate in acquario, vi

l’ausilio di trappole e/o rete, il solo retino a mano

faranno compagnia per breve tempo o comun-

non è sufficiente in un’area cosi interessante.

que diventeranno l’ombra di se stesse nel volge-

Essendo mio primario obiettivo il rinvenimento di

re di alcune settimane.

Nothobranchius kafuensis, racconto che il perio-

Ovviamente dopo aver ammirato le piante dalla

do migliore per incontrarlo è il mese di marzo,

riva, entreremo in acqua (evitando le zone parti-

vale comunque la pena di spendere qualche

colarmente paludose/stagnanti, non si sa mai...).

parola in più sull’argomento:

Il Kafue river, almeno nei punti da me osservati,

- Bela Nagy grande esperto di Nothobranchius

presenta acqua limpida ed è quindi facile indivi-

mi ha segnalato la presenza certa in zona di N.

duare amici nuotanti, almeno in questo periodo

kafuensis e che il periodo idoneo per rinvenirlo

(giugno/luglio), incontreremo una moltitudine di

spazia da marzo a maggio, sebbene ne sia

Poropanchax normanni e gruppi, meno numero-

segnalato il rinvenimento anche in giugno nell’a-

si, di Lacustricola matthesi (P. normanni solo

rea Nega Nega.

soggetti molto giovani, L. matthesi adulti).

È

Giovanissimi ciclidi guizzano veloci vicino la riva,

Nothobranchius in natura, la sua nota risulta però

dove l’acqua è profonda meno di dieci centime-

particolarmente interessante per due ragioni: 32

il

periodo

classico

per

incontrare


La fine del viottolo che conduce all’insenatura del Kafue River 1 – Nel periodo successivo a quello indicato,

Barotse vi è ancora troppa acqua, quindi i

ovvero quando le pozze adiacenti sono ormai

“Notho collectors”, non si spingono fin laggiù

completamente prosciugate, è possibile rinveni-

(anche perché per giungere nei pressi di

re N. kafuensis direttamente nel fiume ormai

Mongu/Lukulu, ovvero il luogo ideale, occorre

ridotto, esso stesso, a sporadiche pozze (dato

percorrere alcune centinaia di chilometri), ne

indicativo, ho visitato la zona alla fine di giugno e

consegue che i più avventurosi che tenteranno la

il fiume era ancora ben gonfio d’acqua).

sorte nel periodo compreso fra giugno e luglio,

2 – Questa mi ha fatto sobbalzare sulla sedia,

verosimilmente incontreranno Nothobranchius

leggete!

nelle pozze locali.

L’area di Kafue è, per ovvie ragioni logistiche,

Tutto qui? - No! - Perché se, come sembra, tale

quella più visitata per la raccolta, avanzando

area è realmente separata dal bacino del Kafue

però verso Ovest, cioè in direzione dell’Angola, ci

river, è altamente probabile scoprire nuove spe-

si ritrova nella zona di Barotse, la quale, come

cie di Nothobranchius. Qualcuno sta già prepa-

spesso accade anche in altri luoghi dello

rando i bagagli? :)

Zambia, è sottoposta a periodici allagamenti.

Non solo i killi rendono lo Zambia attraente per

Barotse floodplain esprime, inoltre, una specifica

gli acquariofili, val la pena ricordare che a Nord-

particolarità, il clima locale differisce da quello

Est il lago Tanganika, è territorio zambiano, ne

dell’intero rimanente territorio dello Zambia.

consegue che anche i ciclidofili avran di che

Perché il dato è particolarmente interessante? -

entusiasmarsi; un nome su tutti: Tropheus moori.

Perché nel normale periodo di raccolta nel

Più o meno ovunque è poi possibile rinvenire 33


Mormyrus lacerda, Mormyrus longirostris e altri

intermedium (timido e raro, rinvenuto nel distret-

non meno interessanti membri della famiglia.

to di Kitwe, al confine con il Congo DRC).

Anche i Synodontis sono ben rappresentati, con

Studi sul territorio condotti da Kenzo Utsugi

almeno otto differenti specie censite.

(Japan International Cooperation Agency) e

Gli appassionati di anabantidi saranno invece

Kenneth Mazingaliwa (National Aquaculture

contenti di sapere che in loco è certa la presen-

Research and Development) nel periodo com-

za di Ctenopoma multispina e Microctenopoma

preso tra il 1999 e il 2002, hanno consentito la

Azolla pinnata e Salvinia molesta

34


stesura di un pratico volumetto, “Field Guide to

Più comodamente e perfino da casa, è possibile

Zambian Fishes, Planktons and Aquaculture”

acquistare un’altra pregevole opera davvero utile

prezioso supporto per la diffusione dell’acqua-

per avere una panoramica decentemente esau-

coltura, per i ricercatori e, più in generale, per i

stiva della fauna ittica dell’intera Africa meridio-

cultori del mondo acquatico. È possibile ottener-

nale, ovvero “A Complete Guide to the

ne una copia recandosi presso i locali uffici

Freshwater Fishes of Southern Africa”, autore:

NARDC.

prof. Paul Skelton (ISBN 978 1 86872 643 1).

35


Dietro le quinte di un discus contest

Primo piano Discus Spotted Best in Show 2013 36


di Luigi Del Favero L’appassionato e il neofita non li vedono nemmeno. Tutta l’attenzione è catturata dai maestosi esemplari nelle vasche di un concorso. In realtà è molto più importante ciò che non si vede rispetto a ciò che si vede: tutto quello che rende possibile un concorso, la conservazione e la salute dei suoi ospiti. Non si tratta di un’esposizione canina. Con gli animali acquatici non si può prescindere dal legame che essi hanno con l’elemento che consente la loro vita: l’acqua. Ad un occhio un po’ più esperto non sfuggono le problematiche ulteriori che un discus solleva. Parliamo di animali allevati in acque con parameFiltro a spugna utilizzato nel Discus Contest di Napoliacquatica 2013 tri diversissimi e sensibili a diverse patologie. Preparare un’acqua che vada bene per pesci provenienti da tutto il mondo, con le loro specifiche peculiarità, impone una serie di scelte e compromessi inimmaginabili. Si può solo apprezzare il risultato e concludere se tutta quella Il “dietro le quinte” delle vasche del concorso

37


Uno dei compressori d’aria che alimentano le vasche del concorso serie di scelte e compromessi funzionava o meno. L’occasione di poter curiosare nell’area tecnica del contest di Napoliacquatica 2013 e la gentilezza di Carmelo Aricò, responsabile della cura dei pesci in concorso, ci permette di provare a rispondere e “scoprire”, come sia possibile gestire in modo soddisfacente un evento di questo tipo. Per chi non è proprio di primo pelo, sono immediate le considerazioni su alcune diversità di gestione rispetto ad altri concorsi. Di seguito vi propongo le mie riflessioni fatte guardando e curiosando nel Contest, seguite dai perché e dalle motivazioni di Carmelo Aricò. Se per caso non lo conosceste, riporto un estratto di ciò che egli stesso scrive di sé sul sito del suo allevamento di discus: “...Nel 1990 il mio primo lavoro mi ha permesso di realizzare il sogno di acquistare i miei primi discus. Dal 1993 a oggi, ho sempre riprodotto e selezionato discus. Amo tutti i discus ma prediligo le forme “vintage”. In questi anni ho sempre cercato di preservare nel mio allevamento alcune

Dettaglio degli attacchi per i tubi dei filtri ad aria inseriti nelle vasche

vecchie linee di sangue che oggi il mercato ha messo da parte ma che sono rimaste il centro della mia passione. In oltre 20 anni ho ridisegnato spesso il mio allevamento, convinto che la tecnologia coniugata all’esperienza, possano migliorare la condivisione della mia vita con i discus. Allevare discus per me è studio, ricerca e conoscenza ma soprattutto equilibrio e amore.” Partiamo dalla parte sotto gli occhi di tutti. Colpisce da subito la scelta dei filtri a spugna rispetto a quelli a zainetto. L’idea personale che mi sono fatto, soprattutto osservando il risultato finale, è che l’aspetto temporale faccia preferire questo tipo di filtro rispetto all’altro. D’altronde un contest nasce e muore nel giro di una settiDettagli dell’illuminazione delle vasche Show 38


Discus in concorso che presenta piccole abrasioni sui margini della pinna caudale mana, decisamente troppo poco per parlare di

Prima di tutto lasciatemi dire: “non fatelo a casa!”

filtri biologici, maturazione e compagnia bella.

Il filtro biologico è una creatura vera e propria,

Ecco la prima domanda che ho rivolto a

secondo me, quindi parlare di filtri biologici,

Carmelo:

facendo riferimento a quei piccoli diffusori d’aria 39


Dettagli dell’illuminazione delle vasche Show con una spugna intorno, è ovviamente impossibile. La gestione di una vasca da show, è molto diversa da quella di un acquario vero per discus: in primis, abbiamo una condizione in cui il carico organico deve essere più possibile vicino allo zero, in secondo luogo, il periodo di permanenza è poco meno di una settimana. Pre-filtro antisedimenti dell’acqua di rete

Impianto osmosi professionale per mixaggio acqua di rete e acqua osmosi 40


Cisterne di stoccaggio acqua

Dettaglio collegamento in serie tra le varie cisterne

Pre-filtri per il trattamento acqua di rete per le esigenze varie

Ulteriore considerazione immediata è quella rela-

Ma ancora una volta sentiamo le considerazioni

tiva ai compressori del circuito chiuso dell’aria,

di Carmelo:

necessariamente potenti e conseguentemente

I compressori a pistone da noi usati quest’anno

rumorosi. Curiosando nel vano tecnico, i com-

non li consiglierei. Noi li abbiamo usati poiché

pressori erano appena sotto le vasche.

sono dei buoni corridori sulla breve distanza, una

Ovviamente il posizionamento, credo, fosse vin-

vera esplosione di potenza, ma tendono a surri-

colato alla prevenzione di allagamenti in caso di

scaldarsi con l’uso continuo e hanno spesso

mancanza di corrente.

bisogno di manutenzione. 41


Spotted e Best in Show 2013 Osservando i pesci in gara non si può fare a

momento dell’inserimento in vasca. Ormai abuso

meno di notare che alcuni presentano piccole

della gentilezza di Carmelo piuttosto sfacciata-

abrasioni in corrispondenza della coda o delle

mente! In che modo o come si è affrontato que-

pinne dovute, credo a un inevitabile sbalzo al

sto problema? 42


Allestimento del discus contest durante Napoliacquatica 2013

Staff al lavoro Sul retro troneggiano quattro grandi cisterne di

re in fiera, i cambi d’acqua erano giornalieri e fatti

stoccaggio, con pompe idrauliche collegate in

la sera. Ma al solito sentiamo Carmelo:

serie. A monte delle cisterne, un impianto profes-

No! I cambi di acqua nel contest non vengono

sionale per la produzione di acqua osmotica pre-

effettuati. Dal 2011, data in cui mi occupo esclu-

ceduto da un pre-filtro anti-sedimenti, diretta-

sivamente io del contest, tutto è tarato in manie-

mente attaccato alla rete. Il che farebbe presu-

ra che i pesci non vengano disturbati o stressati

mere l’utilizzo integrale o quasi di acqua osmosi

e affinché non sia necessario provvedere a

o quantomeno pretrattata. Ho però visto anche

cambi d’acqua.

due enormi pre-filtri apparentemente a carbone

Veniamo a un aspetto squisitamente organizzati-

e anti-sedimenti collegabili direttamente alla rete.

vo. Si conoscevano già vincitori e piazzamenti.

Anche qui chiediamo a Carmelo il come, dove e

Personalmente ho adorato questa scelta. Primo

quando della gestione dell’acqua.

perché mi ha permesso di concentrare la mia

Che abbia notato io, attardandomi a bighellona-

attenzione e il mio obiettivo sui campioni delle 43


Visione laterale di una delle schiere del Contest varie categorie e secondo perché mi ha permes-

mantenerlo al meglio il tempo necessario per chi

so di giocare al giudice e, senza guardare la

ne potrà usufruire nel battito di ciglia della dura-

soluzione, vedere se avrei scelto gli stessi pesci

ta di una manifestazione come questa. È per me

o meno. Ad esempio il Best in show.

inimmaginabile la responsabilità e l’esperienza

Avrei premiato un altro pesce ma ricordando poi

necessaria a gestire 158 vasche di potenziali

i vari parametri di giudizio, mi sono reso conto

campioni al meglio.

del perché di quella scelta. A molti però non è

Avrei altre mille domande ma credo di aver già

piaciuta la mancanza di suspense. Come mai

ampiamente abusato della disponibilità di

questa scelta Carmelo?

Carmelo, ci lasciamo con l’appuntamento alla

La scelta è molto semplice, chi può venire in fiera

prossima edizione con quest’ultima riflessione!

solo il primo giorno, dopo magari avere fatto

Te lo confermo, la responsabilità è enorme, le

molti chilometri, ha secondo me il diritto di poter-

variabili infinite, avendo a che fare con animali vivi

si godere i campioni, così come quelli che ven-

che, in molti casi, hanno affrontato viaggi di oltre

gono il terzo giorno. Inoltre ti assicuro che i com-

30 ore ma è il mio lavoro. Io ho avuto uno staff di

petitors non sopportano quest’ulteriore stress

tutto rispetto che fa la differenza, Nicola

della suspense, dopo tutti i sacrifici che affronta-

Andreozzi, il mio braccio destro, Attilio Errico un

no per partecipare e farci godere delle loro mera-

grande nuovo acquisto, Marco e Lorenzo che

viglie.

hanno lavorato anche di notte. Ma senza retori-

Un contest è come una bellissima farfalla, deve

ca ho avuto dalla mia Christian Pedone, il quale

dare in pochissimo tempo il meglio di sé, valoriz-

ha accontentato qualsiasi mia richiesta, per una

zare al massimo e subito ogni suo aspetto e

buona riuscita. 44



I laghetti e le fontane dei parchi pubblici sono realizzati quasi sempre in cemento, anche a causa delle dimensioni spesso notevoli 46


Aquariophylia e il laghetto Il laghetto da giardino è un argomento che non è apparso troppo spesso sulle pagine di Aquariophylia. Una carenza che diversi lettori ci hanno fatto notare e alla quale vogliamo porre rimedio. Da questo numero, la nostra rivista pubblicherà, mese dopo mese, una serie di articoli dedicati a quest’argomento, affidata alla penna di uno dei nostri autori “storici”: Luciano Di Tizio. Saranno graditi commenti, critiche e consigli… La redazione

PASSIONE L AGHE TT O di Luciano Di Tizi0 Prima parte: Quale materiale? Comincio con una premessa: Hermann Berg

Una frase che approvo e sottoscrivo. Significa

(per me, insieme a Marco Raldi, assai più che un

che chi decide di realizzare uno stagno nel pro-

amico fraterno, direi un vero e proprio alter ego),

prio giardino (ma anche in un cortile, un terrazzo

nella prefazione al suo libro “Il laghetto”, pubbli-

o, perché no?, un balcone) assume in qualche

cato nel 1996 per l’editore Primaris di Milano,

modo l’impegno di… dare una mano alla natura,

scriveva che stiamo parlando sì “di un biotopo

creando e gestendo un piccolo specchio d’ac-

artificiale” ma non per questo meno affascinante

qua di quelli che, all’interno delle mura urbane,

“e comunque oggi addirittura meno inquinato di

sono ormai una vera rarità. Un impegno che va

quell’ambiente che, con sempre minore giustifi-

assolto sempre e comunque nel migliore dei

cazione, vogliamo egualmente continuare a chia-

modi possibili.

mare naturale”.

Ciò detto passiamo al concreto. La prima cosa 47


Non è detto però che non ci siano problemi: in questa fontana in cemento con pavimentazione ornamentale, si sono create fessurazioni e l’amministrazione locale, dopo vari tentativi di riparazione andati a vuoto, ha deciso semplicemente di smantellarla… da fare, quando vogliamo cominciare a occupar-

fessurazioni causate da assestamenti del terreno

ci di laghetto da giardino (pond nella sintetica lin-

e/o dal gelo. Prima di poter ospitare pesci e pian-

gua inglese), è decidere quale materiale impiega-

te, il cemento va inoltre “lavato” riempiendolo

re per la sua realizzazione. Nella stragrande

d’acqua e svuotandolo più volte. In alternativa va

maggioranza dei casi ci sono tre diverse e alter-

“coperto” con più strati di una vernice impermea-

native possibilità: cemento, scocche prefabbri-

bile e atossica, ad esempio quella usata per

cate e teli in PVC. Vediamo…

impermeabilizzare i contenitori per il vino o quella impiegata per le barche.

Cemento

Bisogna infine considerare il problema costi. Il

Il cemento è il materiale più usato per le vasche

cemento era, sino a qualche anno fa, decisa-

nei giardini pubblici. Non dà limiti né per la forma

mente conveniente, oggi lo è solo se lavoriamo

né per la capienza ma richiede, quasi sempre, l’in-

da soli e stiamo parlando di cifre comunque

tervento di una ditta specializzata o di un esperto

paragonabili a quelle necessarie per teli e scoc-

operaio, a meno che noi stessi non siamo opera-

che, certamente meno complessi sul piano della

tori del settore o particolarmente bravi nelle attività

realizzazione concreta, da mettere in opera.

manuali. Al vantaggio di poter realizzare l’invaso di

Se avremo comunque deciso di lavorare col

qualsiasi forma e dimensione, si uniscono pure

cemento, si tratta di scavare una buca con le

alcuni possibili svantaggi: sono possibili e frequen-

dimensioni e la forma che preferiamo, compatta-

ti perdite d’acqua, iniziali o, più spesso, dopo

re adeguatamente la terra a scanso di futuri cedi-

alcuni anni, sia per difetti di costruzione, sia per

menti, predisporre eventuali accorgimenti parti48


colari (scarichi, troppo pieno, canali per tubi,

Suggeriamo decisamente di scegliere scocche

ecc.) e quindi stendere il cemento; ma di tutte

di colore scuro, nero o nelle varie tonalità di

queste cose si parlerà meglio nella prossima

verde, che sembrano mettere a loro agio i pesci

chiacchierata, dedicata appunto alla progetta-

e che, certamente, danno effetti estetici migliori

zione e alla concreta realizzazione, con particola-

anche in presenza, pressoché inevitabile, di

re attenzione agli errori da non compiere.

alghe sulle pareti laterali e di un po’ di melma sul fondo.

Scocche prefabbricate

Un altro consiglio: i materiali con i quali viene rea-

Un sistema pratico e decisamente comodo è

lizzata la scocca possono essere diversi e lo

quello dei contenitori prefabbricati in plastica,

spessore non è uguale in tutti i modelli. Cose che

vetroresina o altri analoghi materiali. L’industria

ovviamente incidono sul prezzo. Non si commet-

ce ne offre, al giorno d’oggi, veramente di ogni

ta l’errore di scegliere semplicemente il più eco-

forma e dimensione, anche particolarmente

nomico, senza tenere conto degli altri fattori. Si

grandi, più o meno robusti (e pesanti) e più o

tenga pure in considerazione il fatto che, per un

meno costosi. Di solito girando per negozi,

invaso medio – piccolo, ci si può anche arrangia-

supermercati e Garden center, troveremo in

re con un contenitore più economico, mentre se

esposizione soltanto i modelli meno ingombran-

ne abbiamo scelto uno grande, con centinaia di

ti, poiché nei punti vendita, anche i più ampi, lo

litri d’acqua, sarà bene stare attenti a scegliere

spazio a disposizione è sempre limitato. Ci sono

una ditta affidabile e un modello robusto.

però i cataloghi, ovviamente anche sul web.

La posa in opera comporta soltanto un lavoro di

Procurarsi un laghetto di qualsiasi misura, non è

scavo, da fare in proprio o da affidare a paga-

insomma per nulla difficile.

mento ad altri. I discorsi sul filtraggio, la qualità

Il telo si può nascondere in molti modi, è solo questione di fantasia… In questo caso le lastre di tufo fanno un bell’effetto, anche se il telo resta parzialmente visibile

49


Una scocca preformata semplicemente interrata in un giardino, dà un ottimo risultato sul piano estetico dell’acqua, l’arredamento, gli ospiti, ecc... li

un telo impermeabile per serra, ad esempio, è

affronteremo via via nei prossimi mesi.

certamente meno costoso di uno specifico per

In un giardino ampio è possibile, è anzi auspicabi-

laghetti, ma è anche infinitamente meno robusto

le, interrare anche più scocche, separate o, meglio

e la differenza si vede…

ancora, collegate le une alle altre, da piccoli ruscelli

Circa la giusta misura per calcolare le dimensio-

con cascatelle e salti. Sul piano estetico il risultato

ni del telo in PVC da ordinare per il nostro laghet-

sarà quasi sempre del tutto appagante.

to, basterà una semplice addizione: alla superficie dello specchio che abbiamo progettato di

Teli in PVC

realizzare, andranno aggiunte la profondità e

I teli in PVC rappresentano un materiale eccellen-

qualche decina di centimetri (non meno di 20,

te, che permette la realizzazione di stagni di ogni

meglio se di più) per ciascun lato, per il risvolto e

forma e dimensione. Il telo va ordinato della

per sicurezza, visto che il telo dev’essere ferma-

misura giusta e di spessore adeguato. Per lo

to all’asciutto. Ad esempio: una vasca quadrata

spessore e per la qualità, vi consigliamo di affi-

di 2 metri per 2, profonda 70 cm, avrà bisogno

darvi a una ditta qualificata e non a produttori

di un telo da almeno 4 x 4 m (cm 200 + 70 + 70

occasionali e di dare la vostra preferenza a chi

+ 20 + 20 = 380). Bisogna ovviamente tener

offre adeguate garanzie, anche per molti anni,

conto anche di eventuali gradoni, forme incon-

contro i difetti di fabbricazione. Le brutte sorpre-

suete, ecc. In tutti i casi conviene calcolare sem-

se, in questi casi, sono davvero dietro l’angolo:

pre con generosità le misure. Se c’è telo in 50


Col tempo le alghe aumentano l’effetto mimetico. In ogni caso il rospetto che si è presentato spontaneamente nel laghetto non sembra farci caso come per il cemento, disegnare un dettagliato progetto sulla carta per evitare di procedere a caso) e lo si “stira” tirandolo qua e la dopo aver riempito l’invaso d’acqua. In tal modo si eliminano il più possibile antipatiche e antiestetiche pieghe. Vi ricordiamo infine che il telo in PVC è maggiormente elastico, e quindi più facilmente manovrabile, con una temperatura atmosferica al di sopra dei 10 °C, per cui, in pieno inverno, conviene eviabbondanza, si può, al limite, tagliare o nascon-

tare di mettere mano a un’impresa che potrebbe

dere sotto terra e sassi, nella parte asciutta. Se è

rivelarsi, col freddo, più ostica del previsto.

insufficiente, si tratterà di sostituirlo con uno più grande o di modificare il progetto, in entrambi i

A questo punto avrete capito che non c’è un

casi, un bel guaio.

materiale in assoluto “migliore” rispetto agli altri.

La sistemazione non richiede particolare impegno:

Si tratta solo di decidere qual è il più adatto alle

basterà semplicemente adagiare il telo in una

nostre esigenze. Pensateci. Avete almeno un

buca precedentemente scavata (importante,

mese per decidere...

Il colore scuro, come è evidente in questa foto, facilita la “mimetizzazione” e sembra gradita ai pesci

51


Inserto da stampa Pesci e poesia, il fascino del XVI secolo Sesta parte a cura di IppoCampo

Ma non divaghiamo e passiamo alla lettera in questione: Caro Ippocampo, leggo regolarmente la tua rubrica perché, anche se secondo me sei un pedante, presuntuoso ed esasperante teleosteo, ogni tanto riesci a strapparmi un sorriso. Stavolta, dopo aver letto l’ennesima sciocchezza da parte tua, ho deciso di intervenire e restituire a Cesare quel che è di Cesare: nel caso specifico una corretta interpretazione del latino da te così bistrattato (anche se il latino di Cesare e quello cinquecentesco di Boussuet non erano proprio identici); Google ce l’aveva già messa tutta e tu hai completato l’opera. Ecco dunque un’interpretazione meno campata in aria (riporto per completezza il testo originario, per non obbligare gli eventuali interessati a cercare il numero precedente):

Non ci credo! Se sogno non svegliatemi! Un lettore mi ha scritto! È la verità, non sto delirando e sono così eccitato, che non so da dove cominciare. Dall’inizio, è probabilmente sempre la politica migliore. Allora: vi ricorderete sicuramente che nel numero scorso avevo provocatoriamente trascritto la traduzione google dei versi di Boussuet, relativi al Coris julis.Vi ricorderete anche il risultato, incredibilmente ridicolo, tanto che, per il gran ridere, non riuscivo più a scrivere. Avevo anche domandato (lo faccio dal primo numero dell’inserto), se un lettore di buona volontà fosse in grado di fornire una traduzione meno fantasiosa, anche se, ormai, dopo avere inutilmente richiesto tante volte la vostra collaborazione, non ci speravo proprio più. Invece - incredibile ma vero - stavolta qualcuno ha risposto all’appello e adesso ho qui sulla scrivania la sua lettera, in carne e ossa, anzi in carta e inchiostro; eh sì, perché, anche se la lettera è arrivata per e-mail (all’indirizzo di Betta, che me l’ha trasmessa con una serie di commenti al mio riguardo sui quali preferisco non soffermarmi), ho preferito stamparla e conservarla. Forse la incornicerò perfino: ci pensate? La prima volta che un lettore si rivolge proprio a me! Non potevo certo lasciarla in formato elettronico, ditemi che sono fuori moda ma dovevo stamparla; del resto, come si potrebbe incorniciare una mail?

Carne quidem Iulis fragili, teneráque, videtur, lure autem ventrem lubricate esa suo. Laudati magèfit succi si saxa frequentat Abdita:nec portus, littoráque ipsa subit. Si ritiene che la carne dello Iulide sia friabile e tenera, E che per le sue proprietà quando la si mangia faccia bene allo stomaco; È ancora più succulenta (buona) se frequenta fondali sassosi e inaccessibili: lui stesso tende a tenersi lontano dai porti e dalle spiagge.

Inserto da stampa 52


are e conservare dando cioè solo delle informazioni-lampo. A pagina 75 del nostro magnifico libro antico avete trovato ben due pesci, definiti De Acus; li avete senz’altro identificati come miei parenti stretti, capirete perciò perché non ho avuto dubbi sulla scelta. Con il termine “Pesce ago” si indicano in realtà più specie, in particolare: Syngnathus abaster, S. acus, S. taenionotus e S. tenuirostris, tutti presenti nelle acque italiane, ma anche il Corythoichthys schultzi, presente alle Maldive. Non è facilissimo sapere a quale si riferisse Boussuet: l’incisione in alto potrebbe essere un S. taenionotus, mentre quello in basso può essere un abaster o un acus. Forse. Anche stavolta v’invito a esprimere il vostro parere. Actynopterygii, Syngnathiformii, Syngnathidae, Syngnathinae, Syngnathus, perciò, come vi dicevo, miei parenti stretti; apparteniamo infatti alla stessa famiglia (Syngnathidae), anche se a sottofamiglie diverse. Syngnathus abaster: specie eurialina, si trova tra i detriti vegetali su sabbia o fango. Syngnathus acus: in zone costiere e di estuario, su sabbia e fango, comune tra le alghe e nelle praterie di Zostera. Si nutre prevalentemente di piccoli crostacei. Syngnathus taenionotus: tra i detriti on in zone ricche di vegetazione, su fondali sabbiosi o fangosi. Syngnathus tenuirostris: in acque basse, soprattutto le praterie e i fondali ricchi di vegetazione, sia duri sia molli. Facilmente confuso con il S. acus.

Perciò nessuno spara e la pancia non canta, ma si tratta di banali osservazioni sulle qualità gastronomiche del pesce rappresentato. Non so perché le sue carni siano migliori se frequenta fondali sassosi, giro questa domanda ai vostri esperti. Se poi vuoi sapere perché una traduzione automatica latino/italiano non ha alcuna speranza di dare risultati accettabili, ti consiglio di seguire questo link http://genio.virgilio.it/domanda/319284/esiste-traduttore-frasi-latino, dove troverai una discussione a questo riguardo e, in particolare, un intervento nel quale il problema è spiegato in maniera semplice ma esauriente. Latino a parte, complimenti per una rivista che giudico interessante e molto curata. Saluti Marco Grazie Marco, per il tuo dotto intervento e la tua (almeno, così mi sembra) sensatissima traduzione. Mi ricorderò di te se sarò di nuovo in difficoltà e spero che non vorrai negarmi la tua preziosa collaborazione. A questo punto però, mi si pone un dilemma: se chiudo qui e vi do appuntamento al prossimo numero, Betta mi accusa di essermi indebitamente appropriato di una lettera che avrebbe dovuto essere pubblicata nella rubrica apposita, di avere come al solito usurpato le rubriche altrui ecc. ecc. Insomma, come sempre, scatena un putiferio. D’altra parte lo spazio a mia disposizione è praticamente finito e non posso quindi presentarvi come al solito uno dei protagonisti del numero precedente. Allora, per tagliare la testa al toro (prima parlo delle qualità gastronomiche della donzella e poi voglio addirittura tagliare la testa al toro: se mi legge un responsabile della protezione animali faccio una brutta fine), insomma, per risolvere il problema, vi presento una delle specie raffigurate nel numero di settembre, ma in formato ridotto,

Sento qualcuno che si lamenta della sparizione di una lettera dalla sua scrivania... vi assicuro che questa era proprio indirizzata a me ma, per prudenza, penso che andrò a tuffarmi in biblioteca, rimanendoci fino a quando Carassio non mi farà sapere che non c’è pericolo, non si sa mai.Vi aspetto comunque nel prossimo numero, ci sarete? Vostro IppoCampo

are e conservare 53












L’ACQUARIO LAYOUT L’anidride carbonica, anzi il carbonio, è un elemento essenziale per la vita delle piante acquatiche?

64


Le esigenze delle piante acquatiche ed i fattori che ne determinano lo sviluppo di Diego Marinelli Nei precedenti articoli abbiamo descritto la filosofia e i princìpi che portano alla realizzazione di un layout in un acquario di piante, mettendo in evidenza il percorso creativo dell’aquascaper e, quindi, il lato “artistico” dell’aquascaping. In quest’articolo si parlerà invece della parte scientifica, con un accenno alle conoscenze indispensabili per iniziare a gestire un acquario di piante. Luce, Anidride Carbonica (CO2) e nutrienti sono i fattori indispensabili per consentire la vita alle piante acquatiche. Riuscire a bilanciarli adeguandoli alle esigenze delle diverse specie vegetali è l’unico modo per avere successo nella gestione di un acquario di piante e quindi ottenere una crescita sana e rigogliosa. Dopo aver allestito l’acquario e inserito le piante, l’obiettivo principale dell’aquascaper deve essere quello di adottare un metodo di gestione che sia in grado di fornire la giusta quantità di elementi: la luce è quello principale e la sua intensità determina, in larga misura, quanta CO2 le piante riescono a fissare. Il mio consiglio è di utilizzare delle plafoniere che consentano una buona distribuzione della irradiazione luminosa su tutta la superficie, evitando di basarsi esclusivamente sul rapporto watt/litri, che a volte può portare a compiere scelte affrettate. È fondamentale utilizzare lampade con una temperatura di colore e uno spettro, in grado di consentire, alla radiazione luminosa, di penetrare in profondità e di esaltare i colori delle piante acquatiche. La Temperatura di colore ottimale 65


Alcuni pesci non tollerano quantitĂ superiori a 40 mg/lt di CO2

66


67


Oltre a un buon substrato fertile il nostro acquario avrà bisogno di una buona fertilizzazione liquida espressa in gradi Kelvin è quella compresa tra

con una bolla al secondo, per arrivare a tre bolle

6500 e 8000 °K. Per quanto riguarda la durata

al secondo quando le piante sono in una fase di

del fotoperiodo, la regola generale è quella di 8-

massima crescita (naturalmente questi valori

10 ore di luce al giorno. Naturalmente tale valore

vanno adattati in base all’efficienza del proprio

è indicativo e va modificato in base alle esigenze

diffusore. N.d.R.).

del proprio acquario, tenendo in considerazione

Tuttavia bisogna stare attenti, perché alcuni

le specie di piante coltivate e l’intensità della luce

pesci non tollerano quantità superiori a 40 mg/lt.

emessa. Saranno le piante a segnalarci quanta

Nell’incertezza è opportuno effettuare delle

luce sarà sufficiente per le loro esigenze: le pian-

misurazioni con gli appositi test, oppure far rife-

te a stelo sotto l’illuminazione sono completa-

rimento alla tabella che mette in relazione la CO2

mente aperte per accogliere le radiazioni ma

disciolta con il pH ed il KH; infatti misurando

dopo un certo tempo (in media appunto 8 ore),

questi due parametri, riusciamo a conoscere

inizieranno a chiudersi rifiutando la luce, indican-

quanta CO2 c’è disciolta in vasca e quindi pos-

do così il momento giusto in cui è possibile inter-

siamo regolarne la somministrazione. C’è, inol-

rompere l’irradiazione luminosa giornaliera.

tre, la possibilità di utilizzare un pHmetro collega-

L’anidride carbonica, anzi il carbonio, è un altro

to ad una elettrovalvola che regola l’immissione

elemento essenziale per la vita delle piante

di CO2 misurando il pH con una sonda. Quindi

acquatiche?. Ci sono vari sistemi per sommini-

maggiore illuminazione comporta un maggiore

strare la CO2 in acquario, tutti validi ed efficaci.

fabbisogno di CO2 e, di conseguenza, un’acce-

Importante è scegliere un diffusore della giusta

lerazione della crescita vegetale. Le piante, per

grandezza (per acquari dai 150 litri in su, il suo

crescere in modo costante, hanno bisogno dei

diametro deve essere maggiore di 2 cm) e instal-

nutrienti, che assimilano sia per via radicale sia

larlo in modomovimento dell’acqua, aiuti a

fogliare, in proporzioni che cambiano da specie

diffondere il gas all’interno della vasca. Per stabi-

a specie. Oltre a un buon substrato fertile capa-

lire la giusta di quantità di CO2 da somministrare

ce di rilasciare lentamente i nutrienti, il nostro

si può seguire questa regola generale: iniziare

acquario avrà bisogno di una buona fertilizzazio68


ne liquida: è fondamentale la somministrazione

quantità da somministrare indicate sulle confe-

di Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K), che sono

zioni dei prodotti, si riferiscono sempre a para-

i Macro-elementi, così come Ferro (Fe), Calcio

metri standard e vanno personalizzate, dosan-

(Ca), Magnesio (Mg) e Zolfo (S), che si possono

dole in base alle esigenze del nostro acquario.

considerare gli elementi secondari e Manganese

Ad esempio: se in fase di start-up si inizia a illu-

(Mn), Boro (B), Molibdeno (Mo) , Cloro (Cl), Zinco

minare l’acquario con un fotoperiodo di 5 ore ed

(Zn) e Rame (Cu), che sono gli elementi in trac-

una bolla di CO2, si dovrà iniziare a fertilizzare

cia o microelementi.

con metà delle dosi indicate dal protocollo di

Gli utenti meno esperti possono tranquillamente

gestione, per poi arrivare alle dosi complete

seguire le linee di fertilizzazione proposte dalle

quando il fotoperiodo sarà di 8 ore e le piante

aziende del settore; l’importante è capire che le

cresceranno in modo rigoglioso.

Sono le piante a segnalarci quanta luce è sufficiente per le loro esigenze

69


vai col...

ww w

link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta

comprensione dei

principi e

delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la

rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun

esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un

proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle

bandierine

al fianco di ogni link, per assecondare le

vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri

suggerimenti:

se avete trovato una pagina particolarmente

interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 70


Oggi parliamo di… DONZELLE Il nome scientifico, Thalassoma pavo, è tutto un programma: un pavone dei mari, destinato a suscitare lo stupore di qualsiasi osservatore. Il suo aspetto, infatti, è certamente sorprendente, con i colori vivi e metallici che lo contraddistinguono. Talvolta appare timido, subito dopo l’introduzione in acquario ma se l’ambiente è ospitale, diviene presto un protagonista della vasca domestica, curvando in modo flessuoso tra le alghe col musetto attento, alla ricerca di piccole prede. Qualcuno di voi è riuscito a ottenerne la riproduzione? Servono acquari grandi e ben termoregolati ma l’impresa, come con qualsiasi pesce, è tutt’altro che impossibile. L’allevamento delle larve presenta numero-

71


se difficoltà ma, anche in questo caso, si tratterà solo di coltivare con pazienza il nostro hobby meraviglioso. In acquario vive a lungo se ben allevato, nutrendosi di piccole prede animali e impazzendo di fronte a qualche adulto di Artemia da catturare vivo (ma accetta con piacere anche quelli congelati). Insomma, si tratta di un ospite eccezionale sia dal punto di vista estetico, sia da quello etologico. Proviamo a salvarne qualcuno da improbabili zuppe di pesce? Basterà accordarsi con un pescatore, o recarsi in un mercato ben fornito. http://www.pagurus.it/schede-acquario/schede-marino-mediterraneo/pesci-marino-mediterraneo/thalassomapavo-donzella-pavonica.html http://www.aiamitalia.it/index.php?option=com_schede&view=scheda&genere=Thalassoma&specie=pavo http://www.acquariofiliaitalia.it/pescimarini/thalassoma-pavo-donzella-pavonina.html http://www.ferdinandoquaranta.it/index.php/schede-tassonomiche/donzella-pavonina-thalassoma-pavo http://ginux.univpm.it/didattica/dispense/bavestrello/zoologia/pagine/thalapav.htm http://www.fondali.it/biologia/biologia.asp?numero=7 http://www.acquariodolce.it/forum/thalassoma-pavo-t14754.html http://www.marineaquariumdesign.it/product/459/Thalassoma-pavo-donzella-pavonina.html

http://www.fishbase.org/summary/2500

z

http://www.iucnredlist.org/details/187418/0

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http://waste.ideal.es/especies14.html http://www.weheartdiving.com/ornate-wrasse-thalassoma-pavo/

! k n i l

http://sci.ege.edu.tr/~sukatar/Thalassoma%20pavo.htm

http://www.meerwasser-lexikon.de/tiere/3531_Thalassoma_pavo.htm http://theaquariumwiki.com/Thalassoma_pavo

http://en.microcosmaquariumexplorer.com/wiki/Ornate_Wrasse

http://de.wikipedia.org/wiki/Meerpfau

http://www.easydive24.de/rfa_lippfische_meerpfau.html

http://www.unterwasser-welt-mittelmeer.de/html/meerpfau.html

http://www.schule-bw.de/unterricht/faecher/biologie/projekt/mittel/tiere/thalassoma_pavo.html

72


di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?

Magia di internet: tutti sono esperti e nessuno sa un piffero di alcunché! Qualcuno dovrebbe fare qualcosa… ma cosa? No in realtà non si può regolamentare proprio nulla, perché questo cancellerebbe tutti i vantaggi della rete. In rete ogni individuo diventa un Autore, ogni persona è padrona dell’intero ciberspazio. Eppure qualcosa proprio non funziona. Uno cerca una cura per i foruncoli e si ritrova faccia a faccia con magie di vario tipo, tutte prive di qualsiasi fondamento… non dico scientifico… ma almeno logico! Oggi il Capo mi ha portato un sacchetto di vongole per il mio pranzo. Ero così felice! Me le ha portate perché voleva premiarmi per un certo articolo che ho scritto su un suo amico… vabbè, lasciamo perdere. Il fatto è che il Capo, essendo tirchio di natura sin da sette generazioni, con tanto di diplomi e attestazioni ufficiali (appese in bella mostra nel suo studio), non poteva certo degnarsi di comprare cinquanta grammi di vongole di buone qualità. Le avrà prese come sempre dal pescivendolo all’angolo (quel ladro), il quale assicura che sono spurgate, ma poi ti vende più sabbia che frutti di mare. Infatti, appena arrivate nella mia vaschetta, le trovo terribilmente 73


sabbiose, mentre io amo i ghiaietti grosso-

utile per farle sentire a loro agio. Quindi le

lani. Poiché io non posso proprio mangia-

piccoline non si apriranno e non cederan-

re le vongole con la sabbia, essendomi

no la sabbia. Bisognerebbe suggerire di

state vietate dal mio dentista (la renella si

aggiungere 35 grammi di sale per ogni

deposita nella protesi dentaria e produce

litro d’acqua, ma questo non l’ha fatto nes-

bruciori lancinanti), ho cercato una possi-

suno. Proprio nessuno.

bile soluzione in internet. Certo, non vole-

Continuando con la carrellata di cavolate

vo rinunciare al mio succulento pasto fre-

(senza volervi far perdere troppo tempo),

sco (e quando mi capiterà più un’occasio-

vi dirò che altri esperti suggeriscono di

ne del genere?).

fare l’acqua “bella salata”, mentre altri

Ebbene, ho aperto un paio di siti apparen-

assicurano che il problema non è la quan-

temente seri sull’argomento e… mi sono

tità di sale, ma il… silenzio! Già, perché se

fatto un bel po’ di grasse risate. Vari uten-

fate rumore le vongole non si aprono. Lo

ti si alternavano nel consigliare soluzioni

sanno tutti che i molluschi bivalvi sono

fantasiose al problema e, evidentemente,

dotati di enormi orecchie e riescono persi-

non avevano mai visto una vongola nella

no a percepire il significato della voce

loro breve vita. Alcuni, infatti, suggeriva-

umana.

no di “sbatterle” per far uscire la sabbia.

Meno fantasiose alcune gentili signore,

Ve lo immaginate? Un lamellibranco con

che forniscono una ricetta infallibile: met-

le valve serrate, lo stomaco pieno di sab-

tere le vongole per tempi variabili (alcune

bia. Voi lo “sbattete” sotto il rubinetto e

suggeriscono mezz’ora, altre 24 ore), in

come per magia tutta la sabbia viene lava-

semplice acqua di rubinetto. Così le von-

ta via! Insomma, questi pensano che le

gole si liberano della sabbia. Ora, è più che

vongole siano cosine di gomma dall’aspet-

ovvio che per mezz’ora forse le vongole

to spugnoso.

riescono pure a sopravvivere in apnea.

Si trattava comunque dei consigli più

Ma se le costringete a rimanere 24 ore in

“seri”, perché gli altri erano molto più

acqua dolce, prima o poi dovranno aprire

divertenti. Alcuni “esperti” suggerivano

le valve per respirare e allora… zac, l’ac-

di “salare l’acqua” e metterci dentro le

qua dolce penetra e le ammazza all’istan-

vongole a spurgare. Ora, in principio la

te! Eppure alcuni di questi utenti faceva-

cosa potrebbe anche avere senso, ma cosa

no sul serio, sconsigliando di usare del

significa salare l’acqua? Metterci dentro

sale nell’acqua, perché questo “ne cambia

un pizzico di sale come faremmo per la

il sapore”. Insomma, chi più ne ha più ne

pasta, o mezzo pacco di sale per ogni litro

metta!

d’acqua? Si dà il caso che le vongole siano

Ora mi chiederete: ma cosa c’entrano le

relativamente stenoaline e non sopporta-

vongole con la tua rubrica? Beh, in realtà

no certo variazioni significative di sali-

c’entrano molto, perché se non avessi

nità rispetto a quelle dell’acqua di mare.

scritto quell’articolo alcuni mesi fa, oggi il

Immagino quindi che andando “a caso”

capo non mi avrebbe premiato con le von-

con le quantità, sarà molto improbabile

gole. Ma il punto non è questo.

raggiungere una salinità del 35 per mille,

Quello che volevo dimostrare con la mia 74


dotta dissertazione e che sono certo di

risate, prima di tornare a questa casa

aver centrato a vostro vantaggio, è che

base!

persino per un problema che potrebbe

Qual è la conclusione? La conclusione

essere risolto con un minimo d’intelligen-

ovvia di tutto questo discorso è che, pur

za (le vongole sono marine… hanno biso-

fornendo internet delle potenzialità ecce-

gno di acqua marina per aprirsi… in acqua

zionali per diffondere il nostro hobby, è

dolce muoiono… sbatterle contro il lavan-

fondamentale esplorarlo con le dovute

dino potrà procurare loro un’emicrania

cautele, perché la quantità di sciocchezze

ma non eliminerà la sabbia dal loro stoma-

che si ritrovano nei siti web (e che talvol-

co!), la presenza di una pagina web scate-

ta appaiono persino sensate), supera di

na la produzione di una sequela di cavola-

gran lunga e di vari ordini di grandezza,

te mostruose e prive di senso.

la quantità d’informazioni corrette. Uno

Immaginiamo ora cosa accade nel campo

va su un noto portale e ci trova che per

degli acquari. In questo caso le problema-

fertilizzare le piante acquatiche è neces-

tiche sono ben più complesse. Non si trat-

sario fornire ammoniaca pura, perché i

ta di comprendere che esistono animali

nitrati sono più complessi da scindere e

d’acqua dolce e marini, o di supporre che

utilizzare. Certamente il concetto ha un

debbano respirare, bensì di applicare con-

senso dal punto di vista energetico, tanto

cetti di zoologia, di botanica, ecologia e di

da apparire quasi sensato ma non ha

biologia, per simulare degli ecosistemi

alcun fondamento ecologico. Sarebbe

naturali. Un paradiso per i raccontatori di

come dire che gli ambienti erborati più

balle! Si può inventare praticamente di

belli, si possono trovare dentro l’alveo

tutto. Ovviamente a questo punto potrei

delle fogne, mentre un bel lago tropicale

riportarvi le cose che ho letto nei vari por-

con acqua pulita, è destinato a contenere

tali di acquariofilia, similmente a quanto

solo lattine vuote di birra. Ecco, di tanto

ho fatto con le vongole; ma non lo farò per

in tanto bisogna svegliarsi e chiedersi: ma

due motivi. Innanzitutto perché sarebbe

cosa starà dicendo questo sciocco qui?

praticamente impossibile voler citare per-

Oppure bisogna affidarsi a una rivista

sino le cinquanta “vongole” più grosse che

seria, con un consiglio di redazione che ci

ho trovato in rete (e vi assicuro, c’è da

mette la faccia e un consiglio scientifico

sbellicarsi dalle risate!). In secondo luogo

che possa dare delle minime garanzie di

perché questo apparirebbe come una

concretezza.

sorta di concorrenza sleale nei confronti

Aquariophylia, ecco! E ora, sono certo, mi sono guadagnato un bel piatto di vongole di alta qualità e prive di sabbia. Il capo non potrà negarmelo, dopo questa straordinaria dimostrazione scientifica. Scusate, devo andare, il piatto è in tavola. Vostro, affamatissimo Carassio

di siti web, che provano comunque a diffondere notizie acquariofile. È ovvio che non sono paragonabili con la nostra rivista, ma sarebbe comunque poco edificante (e fin troppo facile), sparare a zero su di essi. Quindi vi consiglierò semplicemente di navigare in rete, tanto per farvi quattro 75

Una

rivista

come


NapoliAquatica 2013:

un successo annunciato a cura della redazione Alla chiusura della precedente edizione, erano

ospitato un fitto programma di conferenze su

molti coloro che presagivano un futuro grigio per

argomenti molto diversi, una gara di bellezza per

le fiere e per questa manifestazione in particola-

caridina, una gara per discus e una per Betta,

re. Si sbagliavano, evidentemente, perché

una gara di allestimento di acquari layout e una

NapoliAquatica è stato un evento di grande vita-

serie di manifestazioni divulgative, che hanno per-

lità, con un eccezionale successo di pubblico e

messo, ai più, di imparare importanti tecniche, da

di espositori, una vera festa dell’acquariofilia, più

quelle di base alle più complesse. La cooperazio-

che una semplice esibizione. Vogliamo dirlo in

ne delle associazioni acquariofile è stata fonda-

maniera diretta e senza tema di smentite: pecca-

mentale e i visitatori hanno potuto apprendere le

to per quelli che non c’erano! Le aziende hanno

tecniche di base dell’allestimento, ma anche il

incontrato il loro pubblico e hanno avuto la pos-

modo di realizzare un filtro ad alghe in un acqua-

sibilità di testarne interessi e propensioni. Il pub-

rio marino, o i sistemi per realizzare un reattore di

blico ha incontrato le aziende, avendo la possibi-

fitoplancton, avendo la possibilità di osservare

lità di toccare con mano le novità tecnologiche e

questi organismi attraverso un microscopio vero.

di scoprirne tutti i vantaggi, grazie alle descrizio-

Questi sono alcuni dei punti che hanno affascina-

ni attente degli operatori. Qualcuno è tornato a

to i visitatori, perché la manifestazione è stata un

casa con qualche pesciolino, una pianta, un

vero tripudio di attività senza sosta, che hanno

neon o un nuovo acquario!

letteralmente disorientato i partecipanti: come

Internet, Aquariophylia e tanti altri sistemi moder-

fare per seguire almeno in parte tutto ciò?

ni di trasferimento delle informazioni, non avreb-

Il

bero potuto produrre lo stesso risultato, perché il

NapoliAquatica per tre giorni, è uscito soddisfat-

contatto umano diretto è ancora, a tutti gli effet-

to e stanco, a tarda sera, dopo una full immer-

ti, un elemento insostituibile per la nostra specie.

sion nel mondo degli acquari e dei terrari. I pro-

Ha funzionato!

duttori e i grandi distributori sono usciti compia-

Ma NapoliAquatica è stata molto di più, avendo

ciuti da questa gita partenopea, perché hanno 76

pubblico

che

ha

affollato

i

locali

di


scoperto di avere tantissimo seguito. Le parole

che, più di qualsiasi flusso di parole, potranno

sarebbero insufficienti a spiegare l’atmosfera che

indicarvi com’è stato veramente.

si respirava durante questa manifestazione e,

Concludiamo con un consiglio sincero per colo-

tutto sommato, potremmo essere fraintesi, rite-

ro che non hanno potuto partecipare a questa

nendo che i nostri autori siano di parte. Allora

edizione: non perdetevi la prossima, per nessun

non resta che accompagnarvi con le immagini

motivo al mondo!

Prodac esponeva linee complete di mangimi e biocondizionatori, ma anche vasche, acquari, accessori per il laghetto

Lo stand TF conteneva, oltre a magnifiche piante da micropropagazione, tantissime varietà di Caridina 77


Bellissimi gli acquari allestiti nello stand Sicce e molto interessanti le linee di pompe, filtri, biocondizionatori

AqEngineering esponeva tutto quanto necessita per un acquario da hobbista esigente e ha messo in mostra un meraviglioso acquario per meduse, che attirava l’ammirazione dei passanti 78


DM Farm presentava discus e altre specie selezionate, per lo stupore dei tanti hobbisti intervenuti

Mondonatura è più di un negozio specializzato: è pura passione trasformata in acquari, per la gioia di migliaia di visitatori, specialmente per i più esperti e esigenti, i quali trovano qui una soluzione professionale per ogni problema 79


Hydor esponeva, oltre ai nuovi regolatori di livello, serie complete di filtri, pompe, termoriscaldatori e lampade, assieme a un’accoglienza magistrale per il grande pubblico a caccia di novità tecnologiche

Il pubblico era affascinato dai tantissimi prodotti che non sempre è possibile reperire in negozio e dalla possibilità di acquistare piccole novità da testare nel proprio acquario

Al primo piano, la presenza di varie tipologie Pet, richiamava in continuo migliaia di visitatori 80


Il fitto programma di conferenze ha affrontato virtualmente ogni aspetto dell’acquario d’acqua dolce e marino, con la presenza di numerosi ospiti d’eccezione

Il mondo dei terrari, prevedibilmente, attirava enormi quantità di pubblico in questo padiglione Erpisa 81


Alcune associazioni, come GocciaBlu Campania, hanno messo in campo tutta la loro competenza, per offrire ai visitatori un’esperienza scientificamente corretta nel mondo degli acquari

Schiumatoi LGM Acquari in esposizione per dimostrare il loro enorme potere depurativo 82


GoldFish Italia ha dimostrato ai visitatori che anche un carassio può essere un compagno di vita

Aquatronica aveva in serbo tantissime novitĂ nel campo del controllo di un acquario al top della gamma 83


Elos presentava vari prodotti e, a parte i distributori di CO2, sono stati molto apprezzati i nuovi sistemi d’illuminazione a led

Molto fitto anche il programma delle manifestazioni dimostrative. Qui s’imparava ad allestire un acquario “layout” a regola d’arte 84


Il pubblico andava in visibilio osservando la gara di acquari layout: come fare per averne uno in casa propria?

La gara di bellezza per Caridina, certo meno visibili dei loro compagni di vasca, ma assolutamente deliziose per un pubblico esperto ed esigente 85


Molti i grossisti e gli importatori che hanno voluto contribuire a questa manifestazione, rendendola grande, ma anche tantissimi i marchi in espansione, come Aquariatech e Carmar

Tra le principali associazioni che hanno dato un contributo significativo, non possiamo non ricordare AIAM, che ha dimostrato ai pi첫, come un acquario marino mediterraneo possa competere con i pi첫 begli ambienti esotici

86


Discus messi in mostra per la gara di bellezza

In ogni angolo della fiera c’era qualche esibizione che permetteva di imparare divertendosi 87



89


Bluline Ghiaia ceramizzata:

il lucido che affascina

90

ge=flypage.tpl&product_id=188&category_id=46

INFO: http://www.carmarnew.it/sito/prodotti.html?page=shop.product_details&flypa-

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA arredamento

z

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L’allestimento di un acquario piantumato passa sempre, necessariamente, per la scelta del fondo più adatto allo scopo. Alcuni acquariofili preferiscono utilizzare sabbie allofane, altri ghiaia al quarzo, altri ancora sabbie ceramizzate o, per alcuni allestimenti particolari, sabbie o pietre calcaree. costo contenuto, qualità elevata, pronta all’uso

Ogni fondo ha delle caratteristiche differenti e uniche, che lo rendono più o meno vantaggioso rispetto agli altri. Per gli allestimenti classici consigliamo l’utilizzo di quarzo o di ghiaino ceramizzato: sono questi, fondi completamente inerti, che non modificano il pH dell’acqua, non assor-

per alcuni organismi è meglio optare per sabbie più fini

bono né rilasciano alcuna sostanza, non innalzano la conducibilità e permettono un discreto attecchimento dell’apparato radicale delle piante. Abbiamo utilizzato, in uno dei nostri ultimi allestimenti, una ghiaia ceramizzata della linea Bluline, distribuita da Carmar new: completamente inerte, di colore bianco, dalla granulometria di circa 2/3 millimetri. Questa granulometria è ideale per classici di acquari di comunità. La sabbia è stata lavata sommariamente sotto acqua corrente e subito introdotta in acquario. La quantità di polveri fini rilasciate, anche se con-

siasi altra roccia porosa, al di sotto dello strato di

tenuta, ci induce comunque a un rapido lavaggio

Ghiaia, al fine di permettere un migliore attecchi-

della ghiaia prima di iniziare l’allestimento.

mento degli apparati radicali delle piante.

Questo substrato è caratterizzato da un bel colo-

La ghiaia da noi utilizzata non presenta margini

re bianco chiaro e uniforme, grazie anche al pro-

acuminati e, pertanto, non danneggia gli organi-

cesso di ceramizzazione e si adatta bene ad

smi di fondo più delicati, come Loricaridi, Pangio

acquari

genere

e Corydoras. Per questi ultimi, comunque, tale

Microsorium,

ghiaia risulta di granulometria troppo elevata, pre-

Echinodorus ecc. Consigliamo, in generale, di

ferendo, di fatto, sabbie fini ove poter affondare i

porre uno strato di Gravelit fertilizzato, o di qual-

propri barbigli in cerca di cibo o infossarsi.

allestiti

Cryptocoryna,

con

piante

Anubias,

del

91


INFO: http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=product_info&cPath=18&products_id=59

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA alimenti e integratori

Reefsnow ARD2:

la casa delle alghe

92

z

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Il fitoplancton è utilizzato in vasche di barriera come alimento complementare, sia per coralli di varia tipologia, sia per tutta quella fauna che si sviluppa su sabbia e rocce. In commercio esistono numerose soluzioni a media e lunga conservazione, già pronte da dosare, le cui caratteristiche nutrizionali possono essere altalenanti. Vi sono poi alcune società che vendono, diretta-

costo contenuto, prodotti specifici per varie tipologie di microalghe

mente o tramite negozianti, fitoplancton fresco e maturo al punto giusto, che può essere utilizzato anche per l’arricchimento e l’accrescimento di alcune specie di rotiferi. Un’ulteriore possibilità è di acquistare un fertilizzante specifico e allevare le proprie microalghe in casa, in un reattore specifico commerciale, o in

le colture domestiche richiedono un po’ di pratica e sterilità

un reattore di fortuna costruito partendo da materiali di uso domestico (ad esempio bottiglie di plastica usa e getta, di uso comune). Alcuni hobbisti hanno sperimentato l’uso di fertilizzanti per piante d’appartamento al fine di accrescere il fitoplancton: è un metodo che sconsigliamo altamente, per via delle possibili ripercussioni sulla salute dei nostri animali. Tali fertilizzanti, infatti, possono contenere elevate percentuali di metalli pesanti, che diverranno poi tossici per le alghe stesse, potranno essere trasferiti nel nostro acquario e, non ultimo, potran-

le alghe del genere Nannochloropsis); per specie

no intossicare larve di pesci o invertebrati, ai

dotate di flagello (ad esempio del genere

quali potranno essere somministrati vari organi-

Tetraselmis), è possibile utilizzare un fertilizzante

smi zooplanctonici di allevamento.

specifico denominato ENW. È infine possibile

È consigliabile, quindi, acquistare un prodotto

acquistare un additivo (a base di metasilicato di

specifico, come ad esempio il fertilizzante distri-

sodio), il quale, in associazione al nutrimento

buito dalla Reefsnow e denominato ARD2.

principale, permette la coltura di diatomee e di

Abbiamo a lungo testato il prodotto in colture

alcuni tipi di macroalghe.

ripetute nel tempo e abbiamo raggiunto risultati

Consigliamo a tutti quelli che vogliano cimentar-

soddisfacenti, al pari di quelli riproducibili

si con delle colture domestiche di fitoplancton, di

mediante prodotti ben più blasonati e costosi.

consultare una delle numerose guide su internet.

L’ARD2 è studiato per essere utilizzato per l’acFoto su gentile concessione di Reefsnow.com

crescimento di alghe prive di flagello (ad esempio 93


test

INFO: http://www.milwaukeeinstruments.com/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

z

Milwaukee pHmetro SMS 122: sempre sotto controllo SEGUI IL LINK CLICCA QUI!

94


La maggior parte degli acquariofili sia di acqua dolce sia salata, ha la necessità di misurare e mantenere costante nel tempo, il valore del pH all’interno della propria vasca. A tal proposito è molto importante l’utilizzo di un buon pH controller, in grado di regolare l’erogazione della CO2 (mantenendo il pH costante al valore desiderato)

molto semplice da utilizzare, calibrazione facile, preciso e non ingombrante

in acquari di acqua dolce e nei reattori di calcio utilizzati negli acquari marini. In questo modo è possibile ottenere una crescita rigogliosa delle piante e dei coralli rispettivamente. Il pH controller SMS 122 della Milwaukee è un ottimo prodotto, in grado di soddisfare le sud-

la pulizia della sonda è difficoltosa

dette necessità. Tale strumento dalle ridotte dimensioni (160 x 80 x 40 mm) e dal peso di soli 220 g, è provvisto di una sonda molto precisa (MA911B/2) con connettore BNC. Tale sonda, essendo costituita da un elettrodo a vetro combinato, presenta, al proprio interno, un secondo elettrodo di riferimento (Calomelano o Ag/AgCl). Questo permette la misura della differenza di potenziale (d.d.p) tra gli elettrodi considerati, in base alla concentrazione degli ioni H+ della soluzione in cui la sonda è immersa, determinando il valore del pH. Questa

zione della CO2. Nel momento in cui il valore del

è in grado di leggere il valore del pH in un range

pH letto supera quello del “set point”, una picco-

compreso tra 0.0 e 14.0, con una risoluzione di

la spia rossa comincia a lampeggiare e contem-

0.1 e un margine di errore di +/- 0.2. Consente

poraneamente viene data corrente alla presa,

un settaggio del pH da un valore minimo di 5.5 a

azionando l’elettrovalvola. Lo strumento in que-

uno massimo di 9.5, grazie ad un’apposita

stione è dotato di due punti di calibrazione

manopola in posizione centrale. Una presa di

manuale tarabili grazie ad apposite soluzioni a

corrente accessoria collegata al controller, pilota

pH 7.01 e 4.01.

l’elettrovalvola che a sua volta controlla l’eroga-

Marco Di Natale 95


acquari

INFO: http://croci-group.com/it/

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

z

Wave Xcube 26: completo con sorpresa 96

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Che caratteristiche deve avere un buon “primo acquario”? Deve sicuramente essere completo, elegante, economico e compatto. La sensazione che un neofita prova nell’avvicinarsi a questo hobby è riconducibile a una grande confusione: tra l’enorme quantità di articoli disponibili, di mangimi, di acquari, di lampade, diviene difficile orientarsi.

costo contenuto, vetro frontale e plastiche eleganti, acquario molto compatto

L’Xcube 26 è un acquario compatto, dalla capienza di 26 litri, caratterizzato da un unico vetro frontale temprato ricurvo e plastiche in colore grigio o nero non eccessivamente ingombranti. All’interno del coperchio vi è un sistema d’illuminazione a lampada con attacco e27 (a vite) da 11 watt, che può essere adattata a un uso in acqua dolce o marina e che può essere

alcuni componenti hanno prodotto problemi nel breve e medio periodo

facilmente modificata dagli acquariofili più amanti del fai-da-te, al fine di ospitare una seconda lampada (a vostro rischio e pericolo!). L’acquario presenta un vano posteriore in cui è stato ricavato un filtro meccanico/chimico/biologico a 4 scomparti, che permette di ospitare anche un piccolo termostato. La scelta di adottare un vano posteriore dedicato e, di fatto, invisibile, da un lato ha comportato una notevole riduzione dello spazio disponibile, dall’altro ha permesso un guadagno notevole sotto l’aspetto estetico, con tutta la “tecnica” nascosta alla vista.

viti metalliche a chiusura ermetica del vano d’illu-

Piccoli accorgimenti ne migliorano la valutazione,

minazione dopo 4 mesi hanno iniziato a ossidar-

come l’asticella laterale per sostenere il coper-

si e causando la perdita della ermeticità di tale

chio, il pulsante che comanda il sistema d’illumi-

vano. Il danneggiamento del sistema di chiusura

nazione e l’apertura superiore per un’eventuale

ermetica ha causato la formazione di condensa

mangiatoia.

all’interno del sistema elettrico ad alta tensione.

Purtroppo i test da noi effettuati hanno messo in

Poiché tali manifestazioni potrebbero, come

evidenza alcuni problemi che, speriamo, non

suddetto, essere del tutto casuali, siamo interes-

siano dipendenti da difetti progettuali ma solo dal

sati a conoscere il parere dei nostri lettori che

caso e da un singolo errore di produzione: la

abbiano provato lo stesso prodotto, per sapere

pompa centrifuga venduta di corredo all’acqua-

se tali inconvenienti si siano mai verificati presso

rio ha smesso di funzionare dopo 2 settimane a

altri acquariofili. Restiamo quindi in attesa di

causa della rottura dell’alberino della girante; le

vostre notizie in merito a quest’acquario. 97


INFO: http://www.acquarioshop.it/acquari/index.php?id_product=67&controller=product

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA illuminazione

Zetlight ZP1201: z

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semplicemente luce

98


L’illuminazione di un piccolo nanoreef o di un caridinaio è sempre un argomento difficile: troppo lunghe le lampade neon T5 (se vogliamo tralasciare i tubi da 8 watt), troppo poco potenti le lampade PL-L. L’avvento dei led ha rivoluzionato questo settore e fatto esplodere la moda del piccolo acquario. A oggi, soltanto il prezzo elevato buona manifattura, elegante, vantaggioso rapporto qualità prezzo

ha limitato la diffusione dell’illuminazione led applicata a tali acquari. La Zetlight ha una linea di plafoniere a led (ZP1201 per marino e ZP1200 per acqua dolce) dedicate a piccoli acquari, sia dolci sia marini, dal prezzo contenuto e dalle discrete prestazioni. Sono plafoniere destinate a piccoli acquari, che

adatta solo a piccoli acquari e per l’allevamento di coralli molli e lps

devono essere paragonate a prodotti della stessa fascia di prezzo il quale, in questo caso, è decisamente allettante. La versione marina costa, infatti, solo 150 euro, la versione dolce 140 euro. Sono prodotti di ottima manifattura, che si adattano alle necessità di un elevato numero di acquariofili che è in cerca di un elevato risparmio energetico e di una buona luce utile all’allevamento degli animali più semplici e resistenti, perfetti per piccoli ambienti. La versione per marino ha caratteristiche molto interessanti: ha un consumo elettrico di 16 watt totali, è lunga 32 centimetri e larga nel complesso 12,8 e alta circa 10 centimetri. L’alimentatore è compatibile sia con la rete elettrica americana

In acquari di piccole dimensioni, è possibile alle-

(110 volt), che europea (220 volt) e illumina 14

vare, con questa plafoniera, tutte le specie di

led bianchi e 14 led blu da 0,5 watt cadauno,

corallo molle e la maggior parte dei coralli LPS e,

nonché 4 led rossi e 4 verdi da 0.06 watt cadau-

volendo azzardare, anche alcune specie di

no. La luce è molto chiara, con una discreta

Montipora e di Seriatopora, nella parte alta della

quantità di riflessi ed è, secondo noi, perfetta,

rocciata, al centro del cono di luce dei led.

per acquari da 40 centimetri di larghezza x 25

È possibile aggiungere alla plafoniera un sistema

centimetri di profondità, misura standard per

di dimmer, che aggiunge ulteriore qualità al pro-

nanoreef commerciali.

dotto. 99


In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!

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AIAM - ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUARIO MARINO Nei giorni 27, 28 e 29 settembre, Associazione Italiana Acquario Mediterraneo ha partecipato alla manifestazione internazionale NapoliAquatica International Aquarium Expo. Grazie allo spazio espositivo messo a disposizione dall’Organizzazione, che anche qui ringraziamo per la grande cortesia e disponibilità oltre che per l’elevatissima professionalità dimostrata, alcuni soci, convenuti da Sicilia, Liguria, Piemonte e Abruzzo, hanno allestito alcune vasche per illustrare alcune tra le molte tipologie di acquario possibili nell’ambito marino mediterraneo: vasca del coralligeno, vasca di ambiente superficiale con vegetazione, vasca di filtratori e infine vasca tematica con Anemonia viridis e il commensale Macropodia longirostris, tutte gestite da una sola vasca

tecnica dotata di filtro ATS (Agal Turf Scrubber o filtro ad alghe, vera novità tecnica per una manifestazione pubblica), schiumatoio e refrigeratore. Nell’occasione è stato anche collaudato un metodo infallibile per l’allestimento, esponendo elementi già avviati (come l’ATS) e riempiendo le vasche con acqua, fondi e arredi già “maturi”: l’enorme fatica è stata però premiata da una qualità dell’acqua ottimale durante tutti e tre i giorni della manifestazione. L’occasione è stata importante anche per stringere i legami con gli amici dell’associazione Goccia Blu Campania e il nostro socio Pietro Grassi curerà i rapporti tra le associazioni, con l’obiettivo di stringere i legami e possibilmente creare una sinergia per la prossima edizione di Napoliaquatica. Ancora una volta, in un momento di crisi generale per l’associazionismo acquariofilo italiano, l’iniziativa partita dalla base delle associazioni con il contributo spontaneo di molti, ha portato a uno scambio fattivo e alla condivisione di molte idee potenzialmente fruttuose. Un segnale di ottimismo che di questi tempi non guasta mai.

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AIK - ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH Finalmente è uscito il bollettino 5-6 2013, anche questo con moltissime novità! Iscrivetevi ad AIK per poterlo leggere o mandate un’email a info@aik.it per richiedere un vecchio numero. In questo numero, dedicato completamente ad Aphyosemion, trovate anche un nuovo sistema di riproduzione che utilizza lo sfagno secco al posto della torba e un efficiente sistema per la preparazione di un pappone per Drosofile, che non ammuffisce (senza l’uso di sostanze chimiche o conservanti artificiali). Il PetsFestival di Piacenza è stato un successo, grazie a tutti quelli che hanno contribuito! Stiamo lavorando anche per il Congresso 2014 che probabilmente sarà a Giugno. A presto Stefano Valdesalici

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BETTAITALIA.IT Un caloroso saluto ai lettori di Aquariophylia! Per prima cosa, come sempre vogliamo ricordarvi i nostri link dove potrete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it: http://www.bettaitalia.it Il nostro forum: www.bettaitalia.it/bettaforum Il nostro canale Video su YouTube: http://www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: http://www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it Vi avevamo annunciato lo scorso mese delle grosse novità fra le attività del nostro forum e, infatti, iniziamo a svelarvi la prima. Sta per partire sul nostro forum un vero e proprio campionato di Show Betta online, dove i partecipanti faranno partecipare i propri stalloni postando un video; il video dovrà essere effettuato secondo alcune caratteristiche e seguire alcune regole che descriveremo nel forum. A giudicare i Betta sarà uno staff di giudici nostrani con esperienza nella selezione, le basi di giudizio saranno: forma, salute, colorazione e attività. Ai vincitori verrà rilasciato un attestato. In queste pagine: alcune foto partecipanti alla consueta esposizione fotografica mensile, tenutasi dal 15 Agosto al 15 Settembre sul nostro forum 104


BETTA SPLENDENS – L’ESPERTO RISPONDE Anche questo mese, nell’ambito di questa piccola rubrica, vogliamo selezionare, tra i tanti messaggi ricevuti, uno tra i più significativi, la cui risposta crediamo possa essere d’interesse per tutti gli appassionati di betta. (domanda ricevuta via e-mail) Paolo da Roma chiede : Ciao, vorrei capire che differenza c’è fra uno Show Betta e un Betta che trovo normalmente in negozio. E’ giusto chiamare Show un Betta Halfmoon e un Betta Veiltail non Show? Il Termine Show a quali Forme di Betta si riferisce? UN Betta non Show può partecipare a un campionato? La risposta del nostro Esperto: Ciao Paolo, definire dei Betta con il temine Show e altri no ha un suo chiaro significato, possiamo paragonarlo al concetto di razza per i cani, gatti ecc, come sappiamo esistono i cani di razza, cioè cani che seguono precisi criteri di selezione e cani meticci cioè cani frutto d’incroci casuali. Ecco è uguale per i Show Betta, questi seguono precisi criteri di selezione per forma rispettando i standard internazionali, infatti, anche queste forme che andremo a menzionare di seguito, costano anche generalmente di più di un Betta commerciale. I Show Betta: gli Halfmoon, i Crown, I Doppia Coda (hm, ct e pk) e i Plakat. I Betta non Show chiamati anche commerciali sono: I Pinne a Velo, i Delta e i Superdelta; questi sono i più diffusi. Il termine Show Betta in realtà in Europa non esisteva, è nato in Italia per fare ordine e ha un suo senso. Infatti, i fondatori della selezione dei Show Betta in Italia, agli inizi si resero conto che molti neofiti venivano presi in giro da sedicenti allevatori di Show Betta, che gli vendevano normali Betta commerciali per Show Betta, da qui la necessità di fare ordine. Questo 105


seguendo anche la base degli standard IBC, ai cui campionati, anche se può essere iscritto un Betta VT, non vuol dire che diventi uno Show Betta. É come a un campionato di cani di razza dove è possibile iscrivere cani meticci: primo non vuol dire che il meticcio diventi di razza e secondo non potrebbe vincere. Uguale cosa avviene per i Betta commerciali ai campionati di Show Betta. Ci sono standard che comunque accettano la partecipazione di Betta commerciali. Ma se fra un pinne a velo e un Halfmoon c’è quasi un secolo di selezione un motivo ci sarà! Quindi, i Show Betta sono i Betta di alta selezione ottenuti negli ultimi decenni, che seguono precisi standard e rigidi criteri selettivi e che, in un campionato, possono ambire a premi; penso che la giusta definizione sia questa. Noi in Italia siamo stati i primi ad allevare i Show Betta e, quando andavamo ai campionati Europei, ci rendevamo conto che non veniva valutata questa differenza come facevamo noi in Italia, i Betta non erano divisi per Show e no Show ma semplicemente per forma con il loro nome, però la nostra metodica ha reso la differenza più semplice, evitando a molti neofiti vere e proprie fregature. Infatti, proprio secondo questa distinzione e all’introduzione della selezione delle forme Show di Betta, il primo campionato dedicato a queste, è stato fatto nel 2005, nei decenni prima furono si fatti concorsi ed esposizioni, ma mai dedicati a queste forme. Spero di aver chiarito questi punti su cui vedo c’è molta confusione e su cui, spesso, si leggono in giro notizie sbagliate; bisogna invece difendere il concetto di Show Betta che ci ha guidati fino ad oggi nella selezione. Dal Forum: In più in questi giorni il nostro forum sta avendo una vera e propria evoluzione, infatti molte sezioni sono state fuse con altre, riducendone il numero e rendendo il forum meno dispersivo. Dal 15 Agosto al 15 Settembre si è tenuta sul nostro forum la consueta esposizione fotografica mensile, ecco in queste pagine alcune foto partecipanti. Da BettaItalia.it un caloroso saluto e arrivederci al prossimo numero di Aquariophylia.

106


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GAS - GRUPPO ACQUARIOLOGICO SALENTINO Riprendono le attività del G.A.S. Dopo la pausa estiva, la nostra associazione ha ripreso le attività con i consueti appuntamenti informativi. La prima serata tematica del nuovo anno sociale, dal titolo “I colori del Mediterraneo”, è stata organizzata Domenica 15 Settembre, presso la sede del G.A.S. in collaborazione con gli amici della neonata associazione naturalistica SALENTO SOMMERSO (www.salentosommerso.it, www.facebook.com/SalentoSommerso). I soci di Salento Sommerso sono stati gli organizzatori della apprezzatissima mostra fotografica intitolata "MAGIE NEL BLU", esposta, per la prima volta, durante la recente edizione di SALENTO ACQUARI 2013, svoltasi a Lecce lo scorso Aprile. Ci sono stati 3 relatori d’eccezione: Cataldo Licchelli, biologo, subacqueo professionista, foto-

Specie: Flabellina pedata Autore: Cesare Bortone

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Specie: Cernia bruna Epinephelus marginatus Autore: Domenico Licchelli grafo subacqueo e membro della suddetta associazione subacquea, insieme a Francesco Denitto, biologo

marino,

acquariologo

e

subacqueo e Antonio Lupiccio, acquarista

professionista

ed

esperto in gestione di acquari marini. I tre relatori hanno messo a disposizione le loro conoscenze attraverso un viaggio fatto di eccezionali immagini e filmati mozzafiato, alla scoperta non solo di grotte, relitti e fondali profondi, ma anche degli abitanti del Mediterraneo, che spesso sfuggono anche agli occhi più esperti dei subacquei più incalliti. Nudibranchi e gamberetti da far invidia anche ai cugini delle calde acque tropicali e, spesso, allevabili in acquario; pesci ago e cavallucci marini, maestri del mimetismo e, insieme a essi, le praterie di Posidonia nelle quali vivono e trovano rifugio. Nel corso della conferenza si è largamente discusso dell’importanza che svolge per la vita di una moltitudine di organismi, a lei strettamente legati. Altrettanto affascinante è stata la serie di scatti delle innumerevoli specie delle variopinte spugne che popolano grotte, anfratti e relitti sommersi, in perenne lotta per guadagnare un po’ di posto all'ombra, dove le alghe (diretti competitori spaziali), hanno maggior difficoltà a svilupparsi. E per finire i pesci, nostrani e alieni, con i quali si racconta spesso di come sia facile "instaurare un’amicizia" tra alcuni esemplari e il sub. Una serata, dunque, all’insegna del mare nostrum. Ci è sembrato un riavvicinamento non troppo brusco alla nostra passione di sempre, notoriamente più invernale che estiva. In questo modo, la serata ci ha permesso di continuare a respirare aria di mare e di vacanza che, per la verità, alle nostre latitudini, anche a Settembre inoltrato, è ancora lontana dall’essere terminata. Un sentito grazie ai relatori e a tutti gli amici che sono venuti a trovarci. Alla prossima. Per maggiori informazioni sulle nostre attività, potete seguirci e contattarci ai seguenti recapiti: Email: info@gas-online.org Sito: www.gas-online.org Facebook: www.facebook.com/gas.gruppoacquariofilosalentino

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z

MAREVIVO

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SOS DELFINI: PRESENTATO OGGI, IN SENATO, DA LAV E MAREVIVO IL RAPPORTO SULLE VIOLAZIONI DEI DELFINARI IN ITALIA E IN EUROPA. LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO ALLA COMMISSIONE UE DI APRIRE PROCEDURA D’INFRAZIONE PER GRAVI INADEMPIENZE ALLA DIRETTIVA 1999/22/CE I delfinari dell´Unione Europea, inclusi quelli nazionali, non ottemperano alle disposizioni della Direttiva Zoo 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici: con questa motivazione LAV e Marevivo sollecitano la Commissione Europea ad avviare una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Governo. A supporto di questa richiesta, LAV e Marevivo oggi, in Senato, presso la sala Caduti di Nassirya, hanno presentato alla stampa un dettagliato Rapporto sulle gravi violazioni nei delfinari dell’Unione Europea, dove attualmente vi sono 34 delfinari, con 305 cetacei, fra piccole balene, delfini e focene; in tutto sono 15 gli Stati Membri che ancora tengono cetacei in cattività. Il Rapporto è stato elaborato dalla Whale and Dolphin Conservation in collaborazione con Born Free Foundation, ENDCAP, LAV e Marevivo. Come si evince dai risultati dell´analisi, gli Stati Membri dell´UE e i delfinari ai quali essi rilasciano licenze non soddisfano i requisiti della Direttiva Zoo. In particolare, gli Stati Membri, tra i quali l’Italia, vengono meno al loro obbligo di: - assicurare che gli zoo partecipino ad attività di conservazione delle specie - promuovere l´educazione e la sensibilizzazione del pubblico - offrire agli animali ambienti in grado di soddisfare le loro esigenze biologiche e di conservazione, (gli arricchimenti ambientali specie-specifico sono un requisito-chiave della Direttiva 1999/22/CE, eppure largamente disatteso). Tutti i delfinari esaminati, inclusi quelli Italiani - Delfinario di Rimini (i cui delfini sono stati recentemente sottoposti a sequestro preventivo, mentre il Ministero dell’Ambiente ha negato la licenza alla struttura), Oltremare di Riccione, Zoomarine Roma, Fasanolandia, Gardaland, che però ha successivamente chiuso il delfinario - danno uno scarso contributo alla conservazione della diversità biologica. Decessi prematuri e basso successo riproduttivo hanno reso insostenibile la conservazione ex situ della popolazione di delfini tursiopi (i Tursiops truncatus sono la specie

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normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza) e nessuno degli attuali delfinari dell´UE ha effettuato reinserimenti nell´ambiente naturale. “Sollecitiamo il Ministro dell’Ambiente al pieno rispetto della Direttiva 1999/22/CE, seppure tardivo, e la Commissione UE a mettere in atto ogni intervento per garantire il rigoroso rispetto di tale normativa: ogni giorno vengono traditi gli importanti obblighi di conservazione di queste specie, di informazione e sensibilizzazione del pubblico - affermano LAV e Marevivo - Le attività dei quattro delfinari italiani sono oggetto di due interrogazioni al Ministro, presentate alla Camera da Michela Vittoria Brambilla (Pdl) e al Senato da Loredana De Petris (Sel), che attendono una decisione urgente. In Italia, infatti, i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno inaccettabile.” Tutti i delfinari UE, eccetto uno (la Bulgaria, dove i delfinari ricadono nel campo di applicazione delle norme in materia di circhi e rappresentazioni teatrali), dovrebbero essere muniti di licenza e regolamentati come “giardino zoologico” (in base alla definizione riportata nella Direttiva 1999/22/CE) e sono quindi tenuti a partecipare ad attività di conservazione, ricerca e divulgazione al pubblico che possono generare benefici per la conservazione della specie. In Italia solo due strutture su cinque sono munite di licenza. Cinque Stati Membri (Belgio, Finlandia, Italia, Polonia e Regno Unito) hanno previsto requisiti specifici per il mantenimento in cattività dei cetacei. Tre Stati Membri - Croazia, Cipro e Slovenia - vietano il mantenimento di cetacei in cattività a fini commerciali. La maggior parte dei delfinari analizzati mostra scarso impegno nelle attività di divulgazione al pubblico. Su 13 delfinari solo 4 disponevano di cartelli informativi sulle specie di cetacei esposte. Su 18 spettacoli analizzati presso 17 delfinari di 10 Stati Membri dell´UE, solo il 12% in media ha fornito informazioni sulla biologia e sul comportamento dei cetacei esibiti, mentre 2 spettacoli non hanno fornito alcuna informazione del genere. Su 18 spettacoli, 17 non hanno informato il pubblico sulle zone di distribuzione in natura delle specie custodite, mentre 8 non hanno precisato che i delfini sono mammiferi e nessuno dei 18 spettacoli ha fatto riferimento allo stato di conservazione delle specie. Fra i 34 delfinari considerati nel presente Rapporto, soltanto 14 promuovono attivamente, sui loro siti internet, la loro partecipazione a ricerche sui cetacei.

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Nessuno dei cetacei tenuti in cattività nell´UE ha la libertà di esprimere un comportamento normale, un principio-guida per il benessere degli animali. Fra i cetacei tenuti in cattività, sono comuni situazioni di stress e comportamenti stereotipati. Trentadue delfinari dell´UE organizzano regolarmente, a pagamento, dimostrazioni o spettacoli di cetacei destinati al pubblico, spesso con accompagnamento musicale ad alto volume. Durante questi spettacoli, gli animali svolgono una serie di giochi e acrobazie e mostrano atteggiamenti innaturali. Questo tipo di dimostrazioni e l´uso di musica ad alto volume in prossimità degli animali sono scoraggiati dalla European Association of Aquatic Mammals. Venti delfinari offrono ai visitatori l´opportunità di avvicinarsi ai cetacei, ad es. per scattare foto, nuotare con i delfini o praticare la delfinoterapia. Il contatto diretto fra il pubblico ed i cetacei in cattività espone entrambi a notevoli rischi di contrarre malattie o riportare infortuni. Il Rapporto conferma che i tassi di sopravvivenza dei cetacei tenuti in cattività sono inferiori a quelli che si riscontrano in natura e sono state espresse preoccupazioni sia per la mortalità dei piccoli sia per il numero di delfini maschi disponibili per la riproduzione in cattività, con possibili implicazioni per la futura crescita della popolazione in cattività. In alcune parti del mondo, sono tuttora in corso catture dall´ambiente naturale per alimentare la discutibile “industria” mondiale dei delfinari. TASSI DI MORTALITÀ ANNUALI DI TURSIOPI E ORCHE IN CATTIVITÀ E IN NATURA TASSO

TASSO

DI MORTALITÀ IN CATTIVITÀ

DI MORTALITÀ IN NATURA

Specie

Studio 110

Studio 211

Studio 312

Studio 413

Studi 514 e 615

Tursiope

7.0%

7.4%

5.6%

5.7%

3.9%

Orca

7.0%

-

6.2%

6.2%

2.3%

Se il numero dei delfinari dell´UE resterà inalterato o aumenterà, potranno rendersi necessarie ulteriori importazioni di delfini prelevati dall´ambiente naturale. Tali catture possono costituire, peraltro, una grave minaccia per le popolazioni di cetacei che vivono in natura. I dati commerciali indicano che, fra il 1979 e il 2008, sono stati importati 285 cetacei vivi nell´UE, nonostante il divieto di cui al Regolamento (CE) n.338/97 (CITES) sull´importazione di cetacei nell´UE a fini prevalentemente commerciali. 5 novembre 2013 Ufficio Stampa LAV 06 4461325 - 339 1742586 www.lav.it Ufficio Stampa Marevivo tel. 06 3222565 - 338 1090669 www.marevivo.it Carmela Cioffi Ufficio Stampa Marevivo - Lungotevere A. da Brescia - Scalo de Pinedo - 00196 Roma tel. +39 063202949 - fax +39 063222564 - www.marevivo.it

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5 Novembre 2013

Breve informativa sull’ invio di una Denuncia alla Commissione Europea da parte di LAV MAREVIVO e BORN FREE FOUNDATION Le informazioni e documentazione dettagliata relativa alla Denuncia verranno inoltrate direttamente alla Commissione Europea che potrà utilizzarle per l’apertura di una procedura di infrazione contro l’ Italia e t r a s m e t t e r l e a l l a C o r t e d i G i u s t i z i a d e l l ’ U n i o n e E u r o p e a p e r u n p o s s i b i l e c a s o g i u d i z i a r i o.

DENUNCIA ALLA COMMISSIONE DELL’ UNIONE EUROPEA RIGUARDANTE INADEMPIMENTI DEL DIRITTO COMUNITARIO. Destinatario: Segretario Generale della Commissione Europea , Commissario Europeo all’ Ambiente. Denuncianti: LAV, MAREVIVO, BORN FREE FOUNDATION Stato membro che, secondo il denunciante, non ha ottemperato al diritto comunitario: Italia Norme del diritto comunitario che, secondo il denunciante, lo Stato membro ha violato: Direttiva 1999/22/CE del Consiglio relative alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici; In questo specifico caso : strutture di detenzione di cetacei in cattività ( equiparate a giardini zoologici secondo la normativa UE) Premessa: In Italia cinque strutture detengono delfini in cattività tutti appartenenti alla specie Tursiops truncatus. Al fine di detenere tali specie in cattività é necessario ottenere una licenza come giardino zoologico e quindi applicare la normativa UE in materia (la Direttiva 1999/22/CE) , oltre che la normativa nazionale vigente ( Decreto Ministeriale n. 469 del 2001) Violazioni di normative europee: - Violazione della Direttiva 1999/22/CE da parte delle cinque strutture di detenzione di cetacei in cattività presenti sul territorio italiano (diverse modalità di violazioni a seconda della struttura considerata). - Violazione da parte di alcune di queste strutture della normativa UE per il commercio internazionale di fauna selvatica ( Regolamento 338/97/ CE – ( CITES) Violazioni di normative nazionali (informazioni supplementari): - Violazione da parte delle cinque strutture di dentenzione di cetacei in cattività della normativa nazionale italiana sulla detenzione della specie di delfino Tursiops truncatus ( Decreto Ministeriale del 6 dicembre 2001, n.469) che definisce diversi criteri vincolanti per la detenzione di cetacei della specie sovramenzionata ( l’unica detenuta in questi centri). Tali violazioni sono di modalità differente a seconda della struttura considerata. I criteri fissati dal Decreto Ministeriale n. 469 del 2001 sono delle specifiche ulteriori a quelli previsti dell’articolo 3 della Direttiva 1999/22/CE e sono di natura legalmente vincolante in Italia. Alcune specifiche generali sulle cinque strutture di detenzione di cetacei in cattività in Italia: - Nomi delle strutture: Acquario di Genova; Zoomarine; Fasanolandia; Oltremare Delfinario di Rimini; - Ad oggi solo Zoomarine e Aquario di Genova hanno ottenuto una licenza come giardino zoologico. Le altre strutture stanno attualmente svolgendo la loro attività

senza tale licenza;

- Nel caso del delfinario di Rimini: i delfini sono stati recentemente sequestrati dalle autorità e trasferiti nell’ Acquario di Genova. La licenza é stata negata al delfinario di Rimini; - Tutte le strutture, tranne l’ Acquario di Genova, utilizzano i delfini in spettacoli, numeri e acrobazie per divertimento del pubblico con una musica ad altissimo volume; - I delfinari di Fasanolandia, Oltremare e Zoomarine sono inseriti in veri e propri ‘parchi divertimento’. Qui i delfini sono elencati come ‘attrazioni’ tra i vari spettacoli di divertimento. Richiesta di LAV, MAREVIVO E BORN FREE FOUNDATION: Apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia per mancata applicazione della Direttiva 1999/22/CE sulle modalità di detenzione di cetacei in cattività sul territorio italiano.

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Un tuffo, una foto a cura di Marco Gargiulo Continuiamo con la nuova rubrica che ci auguriamo apprezzerete, nata nel numero precedente. Un campione di fotografia subacquea ci racconta ogni mese, in modo sintetico, una sua esperienza inebriante. Lo fa con poche parole e con un bello scatto perché… una foto vale più di mille

parole.

Ci

conduce

così

nelle

profondità sottomarine che tanto spesso proviamo a riprodurre nei nostri acquari domestici. Potremo così ottenere spunti interessanti per i nostri layout marini ma anche prendere parte, virtualmente, a piccole avventure costiere. Il piatto forte resta la foto, prezioso omaggio di colui che sa farci sognare con un semplice… click!

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Volere è potere! Durante la settimana il meteo è stato pessimo, vento forte alternato a copiosa pioggia, mare agitato di colore marrone; il weekend non promette nulla di buono, ma la caparbietà di due fotosub incalliti vince anche le avverse condizioni ambientali. Infatti, dopo un susseguirsi di telefonate, finalmente mi raggiunge da Roma l’amico David, pronto per un tuffo notturno a Marina Grande. Passiamo al garage verso le 20:30 a recuperare le bombole e la muta stagna e partiamo alla volta della Marina Grande di Sorrento per il primo tuffo in notturna in Mar Mediterraneo, del mio amico romano. La serata è incredibilmente piacevole, dopo il brutto tempo di ieri, il mare calmo e apparentemente non così torbido come atteso. La responsabilità è grande per me, “battezzare” un grande fotografo come lui è un grandissimo onore ... spero in una di quelle serate indimenticabili che il “mio” mare sa regalarmi ogni tanto! Inizio la “caccia” di qualche soggetto interessante e subito trovo un piccolo gambero meccanico che fotografiamo insieme. Proseguiamo verso i 25 mt e sulla sabbia incontro un piccolo granchio stecco, lo mostro a David e mi allontano. Paguri, cerianti, latterini, menole ma nessuno dei miei soggetti favoriti si lascia scovare! Non può finire così ... Libero la mente e provo a concentrarmi, per entrare in “contatto” con l’acqua e provo a utilizzare il fluido magico che è necessario per l’occasione speciale! Detto ... fatto! Sulla via del ritorno, dal fango, fuoriesce il muso appuntito del serpente di mare. Immediatamente mi fermo, spengo la luce e torno indietro a chiamare il mio amico. Lo strattono per trascinarlo nel punto dell’avvistamento, l’Ophisurus serpens è ancora lì con la testa appena fuori dal sedimento. Sono felicissimo, spero di riuscire a immortalarlo a dovere! Una volta in banchina raccolgo gli entusiastici commenti di David, che aveva visto quest’animale solo sui libri del suo fotosub preferito, Laurent Ballesta, senza mai immaginare di poterlo incontrare e fotografare de visu. 115


116


Ophisurus serpens (Linnaeus, 1758) Actinopterygii - Anguilliormes - Ophicthidae - Ophichthinae. Corpo serpentiforme, color verde oliva dorsalmente, più pallido ventralmente; i giovani sono di color argentato. Dimensioni tra i 150 e i 250 cm, diametro non superiore ai 5 cm. Subtropicale, ad ampia distribuzione, si trova su fondali sabbiosi e fangosi fino a circa 300 metri di profondità. Presente anche negli estuari. Ha l’abitudine di trattenersi sul fondo, immerso nella sabbia, dalla quale emerge solo la testa. Si riproduce da giugno a settembre. È una specie carnivora, piuttosto aggressiva.

117


Aquariophylia in… poesia DA UN’INSENATURA ALL’ALTRA di Silvia Batisti Circolo da un’insenatura all’altra Sono in contraddizione con me stessa. “Rivolta” gridano i pesci rossi i bianchi anemici aprono le branchie spalancano gli occhi escono dall’acqua con la smorfia dell’annegato. L’ordine (il nuovo) ha fatto fare alla terra fiori fucili alberi con la testa di pietra. Da un’insenatura all’altra i polpi grossi come uomini scavano la sabbia insieme ai fenicotteri e alle seppie, non è più estate né inverno, il tempo è invecchiato nel passaggio delle stagioni.

(da Costruzione per un delirio, Firenze, 1975) 118


Oggi la rubrica di Mariella Bettarini ci stupisce. Siamo in un ambiente acquatico, senza dubbio, ma l’umore è rosso, con tentazioni di rivolta, di abbandono. Anche questo è mare, talvolta, per i pesci e per gli uomini che vi si abbandonano per diletto o per necessità. Ci piace vedere questo lato diverso, meno “bucolico” dell’ambiente acquatico, perché ci scuote, porta a galla malumori imprudentemente nascosti.

Disegno di Flora Palumbo Stelle Acrilico su tela 30 x 30 Contatto: 349 - 0836387 flographic@yahoo.it http:/ florapalumbo.wix.com/florapalumbo

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Pesci fuor d’acqua? Acquariologia oggi di Rita Colognola - seconda parte Continuiamo il discorso iniziato nel numero precedente, prendendo in considerazione, nell’ambito dell’evoluzione degli acquari… Acquari biotopo Sempre più spesso gli appassionati cercano non solo di allevare e riprodurre specie ‘decorative’ ma vogliono ricreare il più fedelmente possibile un ambiente naturale, cercando di affiancare specie animali e vegetali che provengono dallo stesso luogo di origine. Non dimentichiamo però che la riproduzione fedele di un ambiente naturale in vasca non è possibile: per avere un pezzo di Rio delle Amazzoni in casa, dovremmo essere in grado di riprodurre tutte le condizioni (dimensioni comprese) e avere tutte le specie rappresentate in natura. Detto questo (per informazioni più dettagliate si rimanda alla bibliografia) e chiarito che si tratta di riproduzioni forzatamente parziali delle condizioni naturali, vediamo che si assiste a una maggiore informazione da parte dell’acquariofilo, che torna a essere acquarioAnche in piccoli acquari è possibile ricreare minuscoli biotopi 120


Nel campo dell’aquascaping si possono tentare anche delle soluzioni “zen”

logo nel senso originario del termine: studioso,

hanno quindi acquari che riproducono ambien-

cioè, non tanto del valore estetico degli organi-

ti

smi acquatici, ma soprattutto interessato alla

dell’America centrale, del Sud-Est asiatico e

loro biologia, alle interazioni con altri organismi

così via.

così come avvengono in natura, alla riprodu-

Meno frequenti, anche se altrettanto affasci-

zione, insomma, di un angolo naturale in casa

nanti, acquari ‘nostrani’. Rispetto all’enorme

propria. Che poi questo non è, come diceva-

quantità di dati disponibili per il lago Tanganika

mo, del tutto possibile, è in fondo relativamen-

o per il Rio delle Amazzoni, gli articoli o i siti

te poco importante, purché si abbiano ben

internet dedicati ad ambienti più vicini, sono

chiare le differenze tra un vero ambiente natu-

singolarmente scarsi.

rale e la sua “riproduzione” domestica.

Due esempi, tra quelli che si possono rintrac-

Gli acquari che vanno per la maggiore sono,

ciare: un forum nel quale viene accuratamente

molto spesso, ispirati ad ambienti tropicali: è

descritta una vasca allestita con organismi

difficile non cedere al gusto dell’esotico. Si

provenienti dal Ticino (http://www.acquariodol121

amazzonici,

di

alcuni

laghi

africani,


Quelli mediterranei sono, per definizione, acquari biotopo anche se talvolta si riesce a realizzare veri capolavori ricostruendo perfettamente habitat definiti

ce.it/forum/acquario-biotopo-dedicato-al-

vasche, organismi scelti con criteri estetici o

fiume-ticino-t8230.html) e un articolo relativo

altro, tenendo insieme animali e piante prove-

ad un acquario che ospita organismi prove-

nienti da zone geografiche diverse. Approccio

nienti dal Golfo di Trieste (Andrea Prodan Un

anche questo perfettamente legittimo, purché

acquario

Trieste

gli organismi scelti abbiamo le stesse esigenze

pp.26-33

e siano compatibili tra di loro (del resto, anche

(www.aquariophylia.eu). Per i biotopi esotici,

organismi provenienti dallo stesso biotopo,

c’è solo l’imbarazzo della scelta.

possono essere incompatibili, ad esempio rap-

biotopo,

Aquariophylia,

2011

il

golfo n.

5,

di

presentando preda e predatore).

Acquari misti Altri acquariofili, invece, continuano a predilige-

Acquascaping

re altri aspetti e preferiscono avere, nelle loro

Un altro approccio che in questo momento ha 122


numerosi seguaci in tutto il mondo è l’aqua-

secondo, caratterizzato dalla scelta di poche

scaping, o creazione di paesaggi sott’acqua.

varietà di piante e di sassi e legni accurata-

Questo può essere realizzato in molti modi e

mente selezionati e disposti secondo schemi

secondo stili molto diversi tra loro.

prefissati.

Storicamente, nasce in Olanda negli anni ’30,

Amano, in particolare, usa tre schemi diversi: a

come riproduzione acquatica di un vero giardi-

triangolo, con le piante degradanti in altezza da

no. I criteri di allestimento sono puramente

un lato all’altro dell’acquario, a curva concava,

estetici, senza nessun tentativo di riprodurre

con le piante più alte disposte sul lati e il cen-

un ambiente naturale. Una filosofia diametral-

tro libero, a curva convessa, con i lati liberi e

mente opposta viene seguita dalla scuola

piante e rocce disposti al centro.

giapponese, nata negli anni ’90 con Takashi

Uno stile a parte è, inoltre, il cosiddetto

Amano, che persegue la creazione di paesag-

Iwagumi, anch’esso di origine giapponese, nel

gi dall’aspetto il più possibile ‘naturale’.

quale la creazione del paesaggio ruota intorno

Alla profusione rigogliosa di piante che caratte-

alle pietre, in numero prefissato e dalla disposi-

rizza il primo, si oppone l’essenzialità del

zione rigidamente codificata. Queste composi-

Un acquario misto ha il suo fascino per novizi ed acquariofili esperti

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zioni sono inoltre caratterizzate dall’uso di una

acquari la presenza di animali è quasi un extra,

o due sole specie di piante (una da utilizzare

la ciliegina sulla torta ma non il fine. Ciò non

per la parte anteriore dell’acquario e una per lo

toglie che siano adattissimi alla vita animale.

sfondo) e dalla presenza di pesci appartenenti

Come spesso accade con ciò che è finalizzato

anch’essi a una sola specie.

al gusto estetico, anche l’aquascaping ha

Se pensate che questo renda tutti gli acquari

determinato il sorgere di gare a livelli naziona-

arredati in questo stile noiosamente identici, vi

li e internazionali e, come sempre quando ci

state sbagliando di grosso: oltre a comprende-

sono delle gare, ha creato i suoi miti e i suoi

re a sua volta diversi stile, in base al numero di

eroi.

pietre utilizzate, resta spazio sufficiente alla

Apprezzatissime in questo momento le crea-

creatività e alla fantasia perché non esistano

zioni del tedesco Oliver Knott, nonché il già

neanche in questo caso due acquari uguali.

citato Takashi Amano.

Gli stili descritti hanno in comune l’uso di pian-

Nell’aquascaping italiano, di rilievo le creazioni

te scelte con criteri squisitamente estetici,

di Diego Marinelli, che sono già state pubblica-

senza nessuna pretesa di ricostruire associa-

te e le altre che verranno nei prossimi numeri di

zioni vegetali esistenti in natura. In questi

Aquariophylia.

Un particolarissimo acquario… layout. Senza dubbio gradito agli sportivi… meno ai puristi dell’ambiente incontaminato!

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NonSoloAcquari

Le schede sulle Conchiglie da collezione

Aliotidi di Lorenzo Luchetta Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli.

Presentiamo questo mese la famiglia degli Aliotidi, strani Gasteropodi che ricordano i Bivalvi.

La famiglia degli Aliotidi conta oltre cento specie, che sono presenti in moltissime acque salate del globo, nel Mediterraneo sono rappresentati da Haliotis Lamellosa. L’aspetto della conchiglia è assai particolare: la superficie interna è madreperlacea, iridescente, e vicino al bordo sono presenti dei fori di diverse dimensioni detti fori respiratori. La sua forma le ha fruttato diversi nomi comuni, i più noti sono sicuramente “orecchia di mare” e “orecchia di Venere”. Il modus vivendi della specie è caratterizzato dall’ammassarsi in colonie lungo le zone litora-

nee, restando adese alle rocce, nelle quali si modellano tutte un proprio spazio e dove gli è più facile reperire il loro alimento preferito, che è costituito da alghe e lattughe di mare; tutte le specie sono totalmente vegetariane. Vengono assiduamente pescate specialmente in Giappone e in California, ma anche nel Mediterraneo; la loro carne è considerata abbastanza pregiata e molto saporita, mentre la conchiglia è usata da secoli per confezionare manufatti, monili e ornamenti in genere; le dimensioni di questa possono variare molto da specie a specie. 126


specie pacifica tipica della provincia californiana, dove è largamente pescata ma ne è vietata l’esportazione, il colore della conchiglia è nettamente più chiaro rispetto alla Lamellosa. Haliotis Rufescens Anch’essa è di notevoli dimensioni e di forte struttura e la faccia esterna della conchiglia è di colore marrone-rossastro. Il suo habitat prediletto è costituito dalle rocce dei piani mesolitorale, infralitorale e anche circalitorale. Tipica delle coste del Pacifico orientale nelle province californiana e oregoniana.

Le foto in queste pagine riproducono diverse specie di Haliotis

Alcuni rappresentanti Haliotis Lamellosa Specie esclusivamente mediterranea, tipica del piano infralitorale. La colorazione è scura ma può variare dal bruno-verdastro al brunorossastro, con infinite tonalità intermedie. Non è facile da avvistare poiché resta spesso adesa a rocce dello stesso colore del guscio, ma un occhio esperto può individuarle per via della caratteristica forma a orecchio e della linea curva delle perforazioni del guscio. Haliotis Fulgens È una delle più grandi componenti della famiglia ed è anche la più robusta e spessa. È una 127


OLTRE A CURA DI

Luigi Storoni

il vetro

Acquari in salone

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In

questo numero vogliamo presentare una classica soluzione da salone, appena un pochino estroversa. Quel tanto che basta per distinguere il nostro acquario, dalla miriade di soluzioni che si riesce comunque a reperire in casa degli amici.

Partiamo da un salone abbastanza ampio, dotato di due alti balconi che raggiungono il soffitto, incorniciati in mantovane velate. La parete a sinistra, ornata da pietre faccia-vista di colore chiaro, ospita una tipica parete attrezzata, che vede al centro un televisore piatto. Anche il resto dell’ambiente non presenta molte “novità” di rilievo: poltrone, tipico tavolino da salotto in vetro, tappeti e mensole. Il soffitto contiene delle plafoniere metalliche che conferiscono una luce molto intima nelle ore serali, mentre la luce che penetra dai balconi rende la stanza viva nelle ore diurne. Tutto perfetto insomma, ma è evidente che manca un acquario. Proviamo allora a introdurne uno abbastanza atipico. Anzi, due! Si parte da due vasche di dimensioni diverse ma d’identica altezza. La prima, di dimensioni 80 x 35 x 40 (altezza), è disposta con la parete posteriore attaccata al muro. La seconda, di dimensioni 80 x 55 x 40 (altezza), viene invece affiancata lungo il lato corto della prima, in modo da creare un’isola sporgente leggermente dal piano della parete attrezzata. Abbiamo preferito optare per due vasche e non per una singola vasca comunicante, perché la realizzazione di vasche a “L”, pur possibile, pone notevoli difficoltà di tenuta e può facilmente andare incontro a lesioni e perdite d’acqua, altamente indesiderabili in quest’ambiente. Le due vasche separate, al contrario, potranno essere affiancate apparendo come una cosa sola, pur senza presentare problemi tecnici di realizzazione e tenuta. Il segreto però sta nel coperchio. Realizzando un coperchio unico, che presenti un taglio a 45° nell’angolo delle due vasche, si riuscirà a produrre un effetto otti129


co di continuità. Il coperchio, peraltro, ha lo

Le due vasche sono dotate entrambe di filtri

stesso colore del piano della parete attrezza-

interni di tipo biologico (es. BluWave), dispo-

ta, e la base della vasca, presenta un bordino

sti nelle pareti posteriori e resi, così, quasi

in tinta con i rossi delle sue facciate.

invisibili per l’osservatore, data la posizione

Insomma l’acquario diviene tutt’uno con i

degli acquari. Entrambi vengono allestiti con

mobili, eppure li vivacizza.

un ambiente d’acqua dolce, con gli stessi 130


pesci e le stesse piante. Questo garantirà

Led. D’altra parte la loro luce potente e pene-

un’impressione di continuità alle due vasche.

trante è più che sufficiente per i nostri scopi e

Sul fondo in sabbia silicea disporremo solo

la vegetazione acquatica potrà prosperare

poche piante e muschi, dal momento che le

senza dare problemi. La fauna ittica è compo-

plafoniere basse, utilizzate per motivi estetici,

sta da varietà pregiate di carassi, che garanti-

non permettono la disposizione di moltissimi

ranno una sensazione di esotica eleganza. 131


ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO Giunti al termine di questo numero ci meravigliamo, come di consueto, per la mole di lavoro svolto in un solo mese. Pareva quasi impossibile! Mettere insieme le idee di tanti autori, discutere criticamente delle loro opere, in modo da produrre informazioni che non siano influenzate dalle opinioni, reperire le foto per ogni articolo e le trattazioni giuste per ogni foto, è un lavoro estenuante che ci impegna letteralmente giorno e notte. Lo facciamo con piacere e con passione, sapendo che tutto questo serve a produrre risultati nella giusta direzione. Come sempre, però, dobbiamo chiedere la vostra cooperazione. Tutto questo lavoro vi viene regalato mensilmente senza chiedere compensi economici, ma è ovvio che la vostra partecipazione diviene sempre più importante per dare vita alla rivista. Vi chiediamo di informare della nostra esistenza i vostri amici: è incredibile che ancora oggi, dopo tre anni di pubblicazioni continuative, ci siano tanti appassionati che non ci conoscono ancora! Inoltre vi chiediamo di cooperare con la nostra rivista, inviandoci la descrizione delle vostre esperienze più interessanti, o scrivendo semplicemente alla rubrica del Carassio. Fare acquariofilia significa anche partecipare e cooperare. Altrimenti si tratta solo di un hobby come tanti altri!


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