Il Foglietto n. 24/2012

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Se un uomo sogna da solo, il sogno rimane solo un sogno... ma se molti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà. H.Camara

E DIT ORIALE

ATTUALITA’

martedì 26 giugno 2012

RESO PUBBLICO IL BILANCIO CONSUNTIVO DELL’ENTE DI STATISTICA NUMERI SEMPRE IN LIBERTA’

Si rischia di essere esodati dagli esodati di Roberto Tomei Tra tutti gli esseri viventi, l'impiego delle parole è prerogativa esclusiva degli umani. Tra quelle in uso, alcune, in certi periodi, tendono a imporsi sulle altre: qualche mese fa c'era lo spread (che continua ogni tanto a far capolino), ora tocca agli "esodati". Quest'ultimo termine non è nuovo, ma ha soltanto avuto una traslazione di senso, che però conserva all'inusuale participio (puro burocratese) tutto il suo significato "tragico". Usciti dal Welfare nostrano, infatti, gli odierni esodati altro non sono che gli ultimi eredi (almeno lo speriamo) degli Ebrei che, come racconta la Bibbia, uscirono dall'Egitto per raggiungere la terra promessa. Ma il progenitore diretto degli attuali esodati va cercato in un decreto del ministro Marini, che nel 1992 coniò il termine in materia di previdenza del personale degli autoferrotranvieri. Oggi come ieri, esodo indica comunque la partenza da un luogo di una massa di persone. Forse gli esodati di oggi sono addirittura più di quelli dell'esodo biblico. Di certo, c’è discordia su quanti siano con esattezza. In ogni caso, quelli di ieri potevano contare sulla guida di Mosè e l'aiuto di Dio, che aprì loro le acque del mare; quelli di oggi, invece, essendo meno fortunati, debbono aggrapparsi a Fornero e Camusso. Magari hanno meno fede dei loro omologhi biblici, ma alla luce del conflitto tra i dati dell’Inps e quelli del ministero sul loro esatto numero, come non comprendere la loro paura di venire "esodati" dagli stessi esodati. E, visti certi tragici esiti di tanta diffusa disperazione, speriamo solo da loro. E’ necessario perciò che il governo intervenga per assicurare a tutti quella parità di trattamento prevista innanzitutto da quel che resta della Costituzione.

Il caso

Sede fantasma dell’Isn, il silenzio del Cnr La notizia riportata dal Foglietto della scorsa settimana, riguardante una sede fantasma dell’Istituto di scienze neurologiche del Cnr in quel di Cosenza, non sembra aver incuriosito il presidente Luigi Nicolais. Invitato dal nostro settimanale a fornire chiarimenti sulla vicenda, da piazzale Aldo Moro non è giunta alcuna precisazione. Siamo certi, però, che il numero uno del Cnr, prima o poi, svelerà l’arcano.

L’Istat in deficit evita commissariamento grazie a una circolare della Ragioneria ministero del Tesoro questa norma si di Paolo Vita L'Istat deve essere commissariata per- può anche non applicare, visto che con ché il bilancio è in rosso dal 2008. O la circolare 33 del 2011 ha precisato che almeno questo prevede la legge (art 15 "la presenza di un disavanzo di compecomma 1 bis del decreto legge tenza per due esercizi consecutivi non è 98/2011), visto che i conti del 2011 sintomo di per sé di squilibrio finanziario appena approvati dall'ente guidato da della gestione e non comporta l'automaEnrico Giovannini hanno fatto segnare tica applicazione della norma in esame". Quindi, benun disavanzo di compe- I conti dell’Istat ché l'Istat, secondo la tenza pari a 11 milioni legge dovrebbe (dovuto ad entrate cor- in rosso dal 2008 essere commissariarenti per 445milioni a frondovevano provocare ta a causa dei risultate di uscite correnti per ti gestionali, 456 milioni). La norma l’azzeramento Giovannini e il cda succitata dispone infatti statistico che "nei casi in cui il bilan- degli organi di vertice dell'ente cio di un ente sottoposto alla vigilanza rimarranno al loro posto, grazie a una dello Stato presenti una situazione di circolare, cui sorprendentemente si ricodisavanzo di competenza per due eser- nosce la forza di derogare alla legge. cizi consecutivi (nel caso dell'Istat i conti Una interpretazione a dir poco discutibisono in rosso almeno dal 2008, ndr), i le. E meno male che nel 2011 l'Istat ha relativi organi, ad eccezione del collegio fatto il censimento che ha portato nelle dei revisori o sindacale, decadono ed è sue casse ben 200 milioni aggiuntivi. nominato un commissario". Ma per la Infatti, nel 2010 l'Istat ha riscosso trasfeRagioneria Generale dello Stato del rimenti statali per 242 milioni mentre

IL

l'anno scorso ha riscosso ben 488 milioni. Cioè a fronte di un raddoppio della riscossioni nei confronti dello Stato l'ente guidato da Giovannini continua a mettere a segno perdite su perdite. Deve far riflettere come la spesa per l'acquisizione di beni di consumo e servizi sia aumentata di circa il 25%, passando dai 26 milioni del 2010 agli oltre 31 milioni del 2011. Per quanto riguarda invece le spese per l'acquisto, il noleggio e la manutenzione delle autovetture dell'Istat, neppure i revisori dei conti sono riusciti a vederci chiaro. Infatti, nella loro relazione al bilancio 2011 hanno scritto: "dal bilancio non è desumibile in via diretta lo stanziamento per questa tipologia di spesa essendo inserita in un capitolo che comprende anche altre voci" salvo poi proseguire con un misterioso "l'Istituto ha comunque adottato le misure organizzative adeguate per consentire il monitoraggio di tale spesa e il rispetto dei vincoli normativi".

Sapete che...

FATT O CENTRALE

Non mancano sorprese nel bilancio Istat del 2011 di Flavia Scotti L'Istat non bada a spese salvo poi, ad ogni uscita pubblica, reclamare maggiori risorse. E' cosa nota che il riordino dell'ente si è tradotto in un aumento del numero dei dirigenti e nell'introduzione della dirigenza amministrativa, con una maggiore spesa di 500 mila euro (cfr. Il Foglietto del 2 novembre 2011). Il bilancio consuntivo del 2011 riserva, però, numerose altre sorprese. La bolletta dell'elettricità, "nonostante le misure di contenimento adottate" - si difende l'Istat - è cresciuta del 18%, con un maggior esborso di 230 mila euro. Dal canto suo, la scellerata politica immobiliare, con il trasloco da via Ravà alla problematica sede di viale Oceano Pacifico e l'ampliamento degli spazi affittati a via Tuscolana, ha avuto un costo aggiuntivo rispetto al 2010 di 1,7 milioni di euro per locazioni di immobili (+21%). Quasi 100 mila euro F OGLIETTINO

in più (il 34%) se ne sono andati, invece, per il nolo e l'esercizio di elaboratori e altre apparecchiature informatiche. E se i concorsi che si sono svolti nel 2011 sono costati 225 mila euro, anche le spese per la pulizia dei locali e quelle per la vigilanza sono cresciute di quasi 500 mila euro (+20%). Ma ad aumentare non sono state solo le spese generali, perché l'ente di via Balbo, per appaltare a società private importanti fasi delle indagini statistiche ha sborsato nel 2011 quasi 20 milioni di euro, 3 in più dell'anno precedente: a crescere maggiormente le indagini dell'area demo-sociale (+22%) rispetto a quelle dell'area economica (+8%). Tirando le somme, si tratta di oltre 6 milioni di euro di maggiori spese che un'amministrazione più oculata avrebbe potuto risparmiare, soprattutto in tempi di spending review e di richiesta di sacrifici economici al personale.

Enrico Giovannini, uno statista oltre ai dati Il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, come riferisce il Corriere del Trentino, è stato nei giorni scorsi ospite "segreto" dei benedittini alla cena de Sancto Apolenario, sul Doss Trento, piccola collina che sorge sulla riva idrografica destra del fiume Adige. Menu sobrio: pasta e fagioli; pane e formaggio; acqua, vino e dolce di San Benedetto. Il tema della serata I numeri e la comunicazione, introdotto dal presidente del comitato organizzativo, Andrea Zanotti, è stato svolto da Giovannini che, inter pocula, ha dichiarato tra l'altro che: "Questa crisi è occasione di discernimento" e che "noi statisti ed economisti dobbiamo cercare di andare oltre ai dati (meglio: i dati, ndr) e parlare di voi". Che Giovannini fosse uno statista non ci coglie, comunque, di sorpresa, essendo l'inevitabile conseguenza della frase latina che campeggia nell'Aula Magna dell'Istat: "numerus reipublicae fundamentum". Altro che Repubblica fondata sul lavoro.

I cento giorni di Nicolais. Molte ombre, poche luci di Flavia Scotti E la mezz'ora se n'è andata, avrebbe detto l'indimenticabile cronista televisivo, Nicolò Carosio, se avesse potuto commentare i primi cento giorni da presidente del Cnr di Luigi Nicolais. Chi si aspettava quantomeno l'avvio di una rivoluzione copernicana al Cnr è rimasto deluso. Dalla fine di febbraio a oggi, dal cilindro di Nicolais, in disparte alcuni proclami, non è uscito neppure il nome del nuovo direttore generale. Dopo aver "cestinato" tutte le candidature raccolte col bando pubblicato dal suo predecessore Profumo, Nicolais ha fatto un nuovo avviso, i cui termini sono scaduti il 6 giugno. Da allora, il numero uno del Cnr non ha scelto, preferendo differire ancora una volta la scadenza dell'incarico di Fabrizio Tuzi che, dall'uscita di scena di Maiani avvenuta a settembre 2011, di proroghe ne ha collezionate ben tre. Né si può affermare che nei passati cento giorni Nicolais si sia dedicato ai problemi del personale, visto che alle già scarse riunioni di contrattazione ha fatto una sola, brevissima apparizione. I più smaliziati sono pronti a scommettere che la stagione al Cnr di Nicolais, navigato politico ancorché scienziato, sarà caratterizzata da un sano gattopardismo: cambiare tutto, purché tutto resti come prima.


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Indennizzo per i danni da vaccino raccomandato La Consulta soccorre chi ha subito danni da vaccini contro morbillo, rosolia, parotite di Biancamaria Gentili Con ordinanza del 21 dicembre 2010, il Tribunale ordinario di Ancona ha sollevato, in riferimento agli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992, n. 210 (Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati), "nella parte in cui non prevede che il diritto all'indennizzo, istituito e regolato dalla stessa legge ed alle condizioni ivi previste, spetti anche ai soggetti che abbiano subìto lesioni e/o infermità, da cui siano derivati danni irreversibili all'integrità psico-fisica, per essersi sottoposti a vaccinazione, non obbligatoria ma raccomandata, contro il morbillo, la rosolia e la parotite". Il Tribunale era stato investito, quale giudice del lavoro, da un ricorso per ottenere l'indennizzo previsto dalla disposizione denunciata. A

proporlo erano stati i genitori di una minore la quale, a seguito di vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite (MPR; vaccino "Morupar", poi ritirato dal commercio, appena pochi giorni dopo la somministrazione, nella vicenda di cui è causa), aveva riportato - secondo quanto accertato all'esito di C.T.U. - una necrolisi epidermica tossica con trombosi venosa

Freschi di stampa E’ in libreria da qualche giorno I carnefici stranieri di Hitler Christopher Hale - Ed. Garzanti pp. 658, euro 35. Si tratta di un libro inquietante, che dimostra come l’antisemitismo eliminazionista non fu solo un fenomeno tedesco. Il saggio contiene, infatti, una ricostruzione dei fronti di guerra in cui operarono italiani, baltici e slavi in divisa da SS. Come reclute dell’internazionale ariana, essi collaborarono con i criminali nazisti allo sterminio più efferato della storia del Novecento.

della femorale iliaca sx, con postumi molto gravi. La Corte Costituzionale, nel dichiarare fondata la questione sollevata dal Tribunale di Ancona e conseguentemente incostituzionale in parte qua la legge 210/92, ha statuito che "La ricognizione operata, dal giudice rimettente deve ritenersi esaustiva ai fini della dimostrazione dell'assunto secondo il quale la pratica in questione, pur non essendo obbligatoria ex lege, si inserisce in quel filone di protocolli sanitari per i quali l'opera di sensibilizzazione, informazione e convincimento delle pubbliche autorità, in linea, peraltro, con i ‘progetti di informazione’ previsti all'art. 7 della stessa legge n. 210 del 1992 e affidati alle unità sanitarie locali, ai fini della prevenzione delle complicanze causate da vaccinazioni e, comunque, allo scopo di assicurare una corretta informazione sull'uso di vaccini, viene reputata più adeguata e rispondente alle finalità di tutela della salute pubblica rispetto alla vaccinazione obbligatoria".

CALCOLO PENSIONE COL SISTEMA MISTO MISTO I L CASO L’INPDAP PONE FINE ALLE INCERTEZZE INCERTEZZE

La riforma delle pensioni adottata dal Governo Monti, ha introdotto tra l’altro, dal 1° gennaio 2012, il sistema di calcolo col metodo contributivo. Il provvedimento ha come destinatari quanti alla data del 31 dicembre 1995 avevano maturato 18 anni di contributi. Per costoro fino al 31 dicembre 2011 il calcolo della pensione avviene col metodo retributivo. Dal 1° gennaio 2012, invece, il sistema è diventato misto. L’Inpdap, fino a qualche giorno fa, ha avuto dei dubbi sul nuovo metodo di calcolo. Ora tutto sembra chiarito, nel senso che sino a dicembre 2011, il calcolo verrà effettuato con riferimento alla quota A (retribuzione fissa e continuativa) e alla quota B (retribuzione media pensionabile dell’ultimo decennio). La quota C verrà invece calcolata in base alle retribuzioni dal 2012 alla cessazione, secondo le regole del montante contributivo.

I L FATT O

DI

NO AL TRASFERIMENTO D’UFFICIO COL FAMILIARE DISABILE di Alex Malaspina "Il diritto del lavoratore a non essere trasferito ad altra sede lavorativa senza il suo consenso non può subire limitazioni, anche allorquando la disabilità del familiare non si configuri come grave, risultando la sua inamovibilità - nei termini in cui si configuri come espressione del diritto all'assistenza del familiare comunque disabile - giustificata dalla cura e dall'assistenza da parte del lavoratore al familiare con lui convivente, sempre che non risultino provate da parte del datore di lavoro - a fronte della natura e del grado di infermità (psico-fisica) del familiare - specifiche esigenza datoriali che, in un equilibrato bilanciamento tra interessi, risultino effettive, urgenti e comunque insuscettibili di essere diversamente soddisfatte". Questo il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione che, con sentenza n. 9201 del 7 giugno 2012, ha accolto il ricorso di un lavoratore avverso la decisione del giudice d'appello, con la quale, confermando quanto statuito in primo grado, era stata respinta la sua domanda diretta ad impugnare il trasferimento presso un'altra sede di lavoro, ritenuta troppo distante per poter assistere il proprio fratello disabile. La Corte di Appello aveva ritenuto legittimo il trasferimento del lavoratore per il fatto che, nella specie, non ricorreva una situazione di accertata gravità delle condizioni del familiare disabile.

giurisprudenza Revoca incarichi dirigenti ricorsi al giudice ordinario In base al chiaro disposto dell'art. 63, comma 1, d. lgs. 30 marzo 2001, n. 165, deve ritenersi che sono devolute al giudice ordinario, in funzione di giudice del lavoro, tutte le controversie relative ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni incluse le controversie concernenti il conferimento e la revoca degli incarichi dirigenziali. In particolare, per ciò che concerne la revoca di incarichi dirigenziali, la giurisdizione del giudice ordinario sussiste anche nel caso in cui essa sia stata disposta per gravi motivi ovvero per violazione di legge o dei principi di buon andamento o di imparzialità, di cui all'art. 3-bis, comma 6, d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502; in tal caso, infatti, essa è equiparabile a fatti di inadempimento e, quindi, attiene alla risoluzione del rapporto di lavoro privato ed è rimessa alla cognizione della giurisdizione del tribunale ordinario (Cons. St., sez. V - sent. 7 giugno 2012 n. 3352 - Pres. Branca, Est. Lotti).

Diritto d’accesso agli atti per le sigle sindacali Ai fini di ritenere ammissibile il diritto di una organizzazione sindacale di accedere agli atti della P.A. datrice di lavoro occorre verificare: a) l'esistenza di un interesse collettivo proprio del sindacato ad azionare il diritto di accesso nella materia indicata; b) la non opponibilità di limiti previsti dalle norme in vigore e, in modo specifico, sia quelli derivanti dal divieto di esercitare nella forma dell'accesso un controllo generalizzato su attività amministrative, sia quelli derivanti dal diritto alla riservatezza delle persone interessate (Cons. St., sez. III sen. 4 maggio 2012 n. 2559 - Pres. Cirillo, Est. Palanza).

C ODA

Nozze con ultrasettantenni meno pensione al superstite di Antonio Del Gatto L'Inps, con la circolare n. 84 del 14 giugno 2012, fornisce le istruzioni per l'applicazione dell'articolo 18, comma 5, del decreto legge n.98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011. Il comma 5 del predetto articolo 18 dispone che, a decorrere dal 1° gennaio 2012, la riduzione sulle pensioni

ai superstiti dell'aliquota percentuale della pensione indiretta e/o di reversibilità a favore del coniuge superstite dell'assicurato o pensionato deceduto, iscritto nell’ambito del regime generale dell’assicurazione obbligatoria e delle forme esclusive o sostitutive di detto regime, nonché della gestione separata ex articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995. La riduzione di cui trattasi opera nei casi in cui il matri-

monio con il dante causa sia stato contratto quando quest’ultimo aveva una età superiore a 70 anni e la differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni. Detta riduzione è pari al 10% in ragione di ogni anno di matrimonio con il dante causa venuto a mancare. La norma prevede, inoltre, che la decurtazione della pensione ai superstiti non opera qualora vi siano figli minori, studenti o inabili.

ILFOGLIETTO DELLA RICERCA Supplemento a IlFoglietto Agenzia di informazione on line Reg.Trib. Roma 136 dell’8/4/2004 Editrice: Nameless Line Inc Anno IX numero 24 • Direttore responsabile: Maurizio Sgroi Redazione Vicolo del Buon Consiglio, 31 00184 - Roma - tel 064819930-fax 0662204550 e-mail: redazione.ilfoglietto@usiricerca.it • Progetto grafico : Bios


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