l'odore dell'amore

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L’odore

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Chi c’entra l’amore con l’olfatto? Generalmente chi si piace si vede, si parla e si tocca, l’innamoramento nasce proprio così. Ma se vedere, ascoltare e toccare sono azioni di cui si è consci, cos’è tutto il “resto invisibile” che ci spinge a perdere la testa? L’innamorato, se si ferma un pò a riflettere, lo percepisce: è un “non visibile” che esiste, che produce i suoi effetti e che non è possibile fermare, tanto potente esso è. Non è emozione, semmai questa è scatenata proprio da uno stimolo sensoriale poco noto: l’olfatto. Cerchiamo di capirci di più e specialmente- di saper usare quest’area segreta nella seduzione.


L’amore tra due persone non è solo sentimento, lo diremo fino alla noia, è anche una pulsione. Animali tra gli animali, anche gli esseri umani, se si piacciono, prima o poi al sesso ci arrivano. Si tratta di un meccanismo chimico che dipende dai nostri ormoni, meccanismo che, più che tranquillizzarci nell’amore, ci spinge invece ad essere irrequieti. E’ la “chimica dell’amore”: se i testicoli nell'uomo producono gli androgeni e le ovaie nella femmina producono estrogeni e progesterone, sono proprio questi ormoni ad avviare l’interesse sessuale reciproco. E’ una “spinta interna” reciproca tra i partner che trascende la ragione e guida il nostro istinto primordiale ad avvicinarsi all’altro per riprodurci. Materia ancora oggetto di studio, ma che ci indica come il gioco ormonale passi proprio attraverso l’olfatto. L’olfatto: uno dei cinque sensi dell’essere umano, il senso a cui, generalmente, si dà poca importanza, quindi lo si trascura e non lo si educa. Anzi, è uno dei sensi a cui non si riserva alcun apprendimento o educazione, complice -a mio modo di vedere- l’industria, che tende a standardizzare ogni percezione, per esempio uniformando i cibi a standard gustativi e sottraendo ogni possibilità di annusarli. Gli amanti della cucina lo sanno: un buon cibo non solo ha gusto, ma pure un odore, gli aromi servono appunto a questo. Logicamente un cibo industriale non ha odore (per esempio i surgelati), mentre lo ha un cibo fresco, vegetali in primis. Voglio dire che il nostro olfatto è come anestetizzato, fuori uso in tutti i sensi, effettivamente inutile per la vita cittadina; siamo pertanto facile preda di azioni olfattive improvvise, come quelle seduttive. Gli animali, invece, dall’odorato molto più sviluppato del nostro, l’olfatto lo usano eccome, sia per la caccia, sia per cercare i cuccioli, sia per l’accoppiamento sessuale. Il mondo animale, come si sa, è legato a cicli di riproduzione in cui la disponibilità femminile all’accoppiamento è comunicato in vari modi, primo tra tutti quello olfattivo: è proprio attraverso l’odorato, seguente al rilascio da parte della femmina nell’aria dei cosiddetti “feromoni”, che il maschio percepisce e che gli fa scattare il meccanismo sessuale. E’ la femmina che -chimicamente parlando- rilascia nell’aria della precise molecole aventi ancor più precisi messaggi, per cui il maschio designato, se raffreddato o bisognoso di veterinario otorinolaringoiatra, non capta nulla e resta materialmente “a secco”. Tra gli animali l’olfatto è questione di vita o di morte: non averlo o averlo difettoso significa semplicemente non riprodursi. Il meccanismo dell’odorato è piuttosto complesso, si conosce tuttavia con precisione solo il percorso che conduce le molecole odorose verso il cervello. Il flusso dell’aria attraverso le narici raggiunge la parte superiore del naso, dove si trovano le cavità olfattive. Qui si trovano le terminazioni del nervo olfattivo, con dei filamenti che catturano, come dei veri e propri recettori, le molecole degli odori. Il nervo olfattivo è dunque eccitato dalle vibrazioni dei recettori e trasmette impulsi alle aree cerebrali, in particolare all’ipotalamo e all’ipofisi. Se


l’ipotalamo guida le funzioni del nostro istinto, quali fame, sete, sonno e sesso, l’ipofisi connette e dirige l’apparato ormonale dell’organismo; voi capite come il doppio canale ipotalamo-ipofisi, stimolato allo stesso tempo, produca agiti sessuali senza freni. Tutto ciò per dire che le vie olfattive rappresentano un canale di stimolazione e di regolazione naturale della funzione sessuale, negli animali come nell’uomo (animale pure lui). L'olfatto ha una particolarità rispetto agli altri sensi: gli stimoli odorosi vengono elaborati immediatamente dal cervello, prima ancora di venire codificati razionalmente. La mucosa olfattiva, infatti, è collegata a quelle aree cerebrali che archiviano le emozioni, perciò profumi e odori richiamano spesso reazioni di piacere o disgusto, a seconda delle esperienze. Quindi prima che la nostra razionalità ricordi l’odore o la fragranza, il subconscio risponde rievocando la sensazione registrata nella memoria, se piacevole o sgradevole: ciò probabilmente come meccanismo arcaico, derivante cioè da quando gli uomini riconoscevano con l’olfatto la bontà dei cibi trovati. Questo meccanismo è molto rapido ed efficace ed è tipico del mondo animale, in cui il semplice rilascio di feromoni comporta per automatismo l’istinto sessuale. Tale meccanismo pare tendenzialmente attenuato tra gli uomini, anche se recenti studi americani mettono in evidenza fenomeni olfattivi simili in relazione al ciclo mestruale femminile. Esiste comunque una base istintuale nel sesso umano (in quanto siamo animali), ci differenziamo però per il subentro -più o meno ritardatodella nostra razionalità nello sceglierci l’altro. Sono ad ogni caso due gli elementi da tenere in considerazione: 1) gli odori attivano le emozioni; 2) se gli odori possono essere gradevoli o meno, ciò dev’essere necessariamente ben gestito nel gioco seduttivo. Al di là dei feromoni umani, dipendenti dal ciclo femminile e quindi da noi non pilotabili, c’è tutta l’area della stimolazione odorifera consapevole in cui è davvero il caso di imparare a padroneggiare la materia. Se “l’amore (come diceva Antonello Venditti in una sua canzone) è riconoscersi dall’odore”, occorre distinguere comunque tra profumo e puzza, e ciò dipende anche dagli interessati. Nel gioco interviene l’opzione tra i propri odori e quelli esterni: se ognuno ha un proprio odore, emesso dalla pelle, è anche vero che l’odore stesso può venir modificato da sostanze aggiunte, come deodoranti o colonie. Quindi il focus della questione non può che riguardare l’effetto desiderato sull’amato: se vogliamo stimolarlo emozionalmente dobbiamo provocare in lui sensazioni piacevoli. Diamo un pò di consigli in questo campo. Il profumo: è dall’antichità che l’uomo lo usa nel rapporto con l’altro sesso, dagli iniziali oli aromatici degli antichi greci ai moderni profumi industriali dei nostri giorni. Ma c’è profumo e profumo, ci sono quelli più dolci (tipo vaniglia) a quelli più penetranti (a base di bergamotto), quindi ogni profumo ha una propria “personalità” che deve sposarsi con quella di chi lo userà. Ed è qui che


la scelta del profumo diventa cosa “intima”: il partner lo può anche scegliere per un regalo, ma solo se davvero conosce la personalità dell’altro. Per evitare rischi consiglio di lasciare l’incombenza al partner, al massimo di andarci assieme in profumeria. Lo so che deve piacere prima a voi, che siete il destinatario finale, però pure la parte emittente deve sentirselo bene addosso. L’igiene: occorre distinguere tra odori gradevoli da quelli sgradevoli. Tanto per cominciare: la pelle ha un proprio odore, impariamo ad annusare il partner ed a riconoscerlo. L’odore della pelle è personale, ma è influenzato molto dai cibi, attenzione quindi a cosa mangiamo. Certi popoli dell’Africa ci insegnano che l’uso delle spezie nel cibo quotidiano dà un aroma alla pelle più o meno caratteristico a seconda degli aromi ingeriti: ben lo sa chi ha rapporti intimi con soggetti di queste popolazioni, riconoscibili da lontano. Ciò è però cosa ben diversa dall’assenza d’igiene, quindi ricordatevi che, se l’odore della pelle deve derivare da una base neutra, l’abitudine a lavarsi non fa mai male. Anche prima del rapporto sessuale, ancor più se si proviene da una giornata di lavoro, farsi una bella doccia è sempre una buona regola. Magari emetterete dei feromoni che faranno impazzire il partner a letto, se però non permettete a questi di volare, bloccati da sudore, lacche per capelli o altre diavolerie chimiche, è molto probabile che l’effetto “puzza” allenti ogni pulsione. Occorre approfittarne: solo da qualche decennio esistono docce e vasche da bagno, i nostri nonni molto probabilmente andavano in tinozza (a turno, cioè con la stessa acqua) solo una volta ogni tanto, quindi allora puzzare era normale. A dire il vero oggi le donne ne approfittano (anzi ne abusano!), mentre i maschi tendono a lavarsi di meno e quindi a rendersi meno gradevoli nell’approccio e -peggio ancora!- a non capirne il perchè. Va bene che (come diceva Mario Merola nelle sue sceneggiate napoletane) “l’uomo ha da puzzare”, va bene che pure il re Sole a Versailles si lavava una volta al mese (in Francia i profumi nacquero appunto come sostituto del lavaggio!), però nel 2011 l’igiene dovrebbe essere, se non rispetto per l’altro che si accinge ad un incontro intimo, almeno uno “strumento di seduzione”. Se il profumo attiva ipofisi ed ipotalamo, la puzza spesso li blocca! L’odore dell’ambiente: non ci sono solo i due corpi, lo stimolo olfattivo può pure venire dall’esterno e, se si vuole fare sesso, è bene curare gli aromi dell’ambiente. C’è su questo punto tutta una gamma di prodotti in commercio, a cominciare dai diffusori a finire sugli incensi. Ma non è nulla di nuovo: già gli antichi greci e romani usavano diffondere nei luoghi sacri aromi e fumi, ancor oggi nella chiesa cattolica, durante le messe importanti (con vescovi e cardinali, per intenderci) l’incenso asperso crea l’atmosfera di incontro con Dio. Quindi se nell’alcova amorosa facciamo in modo che arrivi la nostra preda, è nostro interesse “stordirlo” (sessualmente) con gli odori. Non strafate: non fate miscugli strani, mettete nel vostro diffusore (quelli a candela sono anche più romantici) un solo tipo di profumo. In commercio (l’industria profumiera ne inventa una più del diavolo) ci sono pure profumi e oli a base di feromone, ciò per i motivi


che potete immaginare. Ma agite con fantasia, perché la natura di odori suoi ne ha tanti: per esempio, più che andare a fare l’amore in auto con puzze da “abre magique” (un anti-feromone naturale, secondo me), preferite l’aria aperta in riva al mare o in mezzo al bosco, logicamente avendo cura di accertarsi di stare da soli. L’odore dei cibi. Come detto in altre occasioni, c’è un forte rapporto tra tavola e letto, nel senso che -a dirla come il compianto attore Ugo Tognazzi- un buon pranzo si accompagna sempre all’amore. Tutta la teoria dei “cibi afrodisiaci” ce lo indica: c’è una pista più che chiara tra il gusto ed il sesso. Quindi, care donne, recuperate l’arte delle vostre nonne, che era quello di accalappiare l’amato attraverso la buona cucina. L’invito logicamente vale anche per i maschietti: va bene pure l’invito a cena o la più proletaria pizza, ma se volete far colpo su di lei non c’è niente di meglio che prepararle una cenetta a lume di candela. Buon senso vuole che il cibo sia leggero: se vi buttate sui fritti o sulle parmigiane o sulle lasagne, è molto probabile che il vostro partner caschi sì sul letto, ma a ronfare, ancorpiù se, per digerire il malloppo, si prende un digestivo. Ma c’è un motivo in più: il cibo leggero, tendenzialmente vegetariano, ben si presta al gioco degli odori. Questi possono essere quelli tipici dei prodotti che comprate (devono quindi essere freschi, mai -e dico mai!- surgelati) o conditi con gli aromi, il che è un’arte del cuoco. Ogni cibo deve emettere UN odore o, al massimo, un odore ed un retro-odore, quindi non fate mischioni con le spezie. Diffidate delle misture industriali: è solo un misto di erbe disidratate con l’aggiunta di tanto glutammato, il tutto venduto a caro prezzo. Inoltre non mischiate mai gli odori: in cucina agite sugli aromi, il diffusore (magari con l’olio al feromone, per chi ne ha bisogno) piazzatelo solo in camera da letto. Ci fermiamo qua, caro lettore. Speriamo non di “aver fornito la verità” (il che non ci compete), ma di aver stimolato ad essere più consapevoli di noi stessi nell’arte amatoria. L’amore, come amiamo ripetere, è sintesi di razionalità ed emozione, il buon amante non deve perdere la testa, ma “saperla perdere in due” in un gioco di reciproco rispetto ed umile avvicinamento all’altro, un “altro” che resterà sempre un mistero per noi.

Ugo Albano


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