La via di francesco

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DA LA VERNA AD ASSISI

Il percorso del Nord

p.gio delle Colonne

pod.e
Fonte
Androne Stratino Alto Giampereta
Montalone Castiglione
S. Cassiano Gregnano
p.te Assai
Basciano Mignano Marcena
La Pietra Compito
La Verna La Rocca
Armena Villa Chiusi
della Verna p.gio Castelvecchio p.so delle Pratelle p.gio di Garavone p.gio Castellaccio p.gio Castellaccio p.gio della Rocca p.gio della Russa m. della Modina p.gio Scopetone p.gio Calbeltino m. Castelsavino m. di Sovaggio p.gio Ferraglia m. Faggiolo m. Calvano m. Penna
Castellare 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 2 4 6 8 10 12 14
F.Tevere Pieve Santo Stefano
1 LA VERNA ➜ PIEVE SANTO STEFANO

Da La Verna a Pieve Santo Stefano

LUNGHEZZA: 14,9 km

DISLIVELLO: SALITA 431 m DISCESA 1.131 m

DIFFICOLTÀ: media

FONDO: asfalto, strada bianca, sentiero

TEMPO: 5 ore

Segnaletica

Segnali Cai bianco-rosso; segnale verticale bianco-rosso con Tau giallo.

Ospitalità

CHIUSI DELLA VERNA: Casa per ferie Ortensia, via 25 aprile 5/4, tel. 33914.78.526, saraminelli30@gmail.com, 5/6 posti, €€ BB, convenzioni con strutture di ristoro.

Albergo ristorante Bellavista, viale San Francesco 17, tel. 0575-59.90.29 / 333-36.39.621, albergoristorantebellavista@ gmail.com, www.bellavistalbergo.com, 25 posti, €€ BB, possibilità di pasti, c

LA VERNA: Dormitorio del pellegrino, all’interno della Foresteria del santuario, via del Santuario della Verna 45, tel. 0575-53.41, santuarioverna@gmail. com, www.laverna.it, 16 posti in camerata, bagno in comune, € SP, €€ MP,

lenzuola non fornite. Aperto dall’1 marzo al 7 gennaio. Il santuario dispone anche della Foresteria e altre forme di alloggio a prezzi differenti da quelli riportati. Consultare il sito.

PIEVE SANTO STEFANO: B&B Il Castellare, loc. Castellare, a 500 m dal percorso, tel. 0575-79.93.93 / 339-34.63.117, info@ilcastellare.eu, www.ilcastellare.eu, 15 posti, €€ BB, c

Hotel Santo Stefano, via Tiberina 95, tel. 0575-79.71.29, info@ hotelsantostefanoarezzo.it, www.hotelsantostefanoarezzo.it, 4 posti in camerata € SP, 13 posti in camere private €€€ BB, c

EREMO DI CERBAIOLO: Accoglienza religiosa, via Cerbaiolo, a circa 5 km dal centro di Pieve Santo Stefano, tel. 338-85.89.482, claudiomarcello1963@libero.it, www.fraternitasandamiano.it, 5 posti, €€ MP. Domenica non accoglie pellegrini. L’eremo è prima di tutto un luogo di fede, invitiamo a rispettare le regole del luogo. Necessario avvisare almeno 2 giorni prima dell’arrivo. I pellegrini sono accolti a partire dalle 16.

Non est in toto sanctior orbe mons, recita un’iscrizione posta all’interno del santuario. La Verna non è solo il punto di partenza, ma uno dei luoghi più sacri e coinvolgenti di tutto il cammino. Il consiglio è di arrivare qui il giorno prima della partenza,

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1.400 1.200 1.000 0 m 200 400 600 800 0 km 5 10 15 20 25 30 LA VERNA MONTE CALVANO PASSO DELLE PRATELLE MONTE DELLA MODINA CENTRO EQUITAZIONE ASNAVARA PIEVE SANTO STEFANO

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LA VERNA ➜ PIEVE SANTO STEFANO

per prepararsi spiritualmente. La tappa è di media difficoltà. L’ascesa è progressiva, ma ci sono alcuni strappi con ripide salite, che serviranno per abituare le gambe al cammino verso Assisi.

L’attesa è finita, si compie il primo passo uscendo dal SANTUARIO DE LA VERNA , ricordando di ricaricare d’acqua la borraccia. Si oltrepassa la statua che raffigura san Francesco mentre chiede a un bambino di liberare le tortore che andava a vendere (FF 1853). Proseguite prima sul basolato e poi su strada asfaltata, in discesa fino a una curva [1.1]. Qui termina l’asfalto e si procede su una strada sterrata nel bosco, seguendo i segnali per Croce della Calla / Sentiero Frassati. Continuate nel fitto bosco. Giunti a una biforcazione, salite a sinistra su fondo ciottoloso, per Sentiero Frassati / Anello Basso / sentiero 056. Tralasciate la deviazione sulla sinistra e proseguite per la Croce della Calla (m 1.140); al bivio prendete a destra, seguendo i segnali per Poggio Tre Vescovi. Si sale in ripida pendenza fino a una biforcazione dove si prosegue a destra all’ombra della pineta. Ancora in salita sul sentiero, ricercando sempre i segnali in vernice. Il sentiero sale nel bosco di conifere e curva a sinistra.

In corrispondenza dei segnali in vernice Gea 50 e di un Tau posti sulla corteccia di un albero, mantenete la destra in salita per raggiungere il segnale “Monte Calvano” (m 1.254) [1.2]. Procedete e superate un varco (se chiuso, richiuderlo sempre dopo il passaggio), si accede a un prato per il pascolo. In vetta, grazie all’assenza di alberi si gode di un panorama a 360° sull’Appennino. Attraversate il prato per tutta la sua lunghezza, per raggiungerne la sommità, indicata da un palo di legno con segnali in vernice. Proseguite in leggera discesa, ricercando un gruppo di arbusti sulla destra dove sono posti dei segnali. Seguendo la segnaletica in direzione Pieve Santo Stefano / Cerbaiolo / Poggio Tre Vescovi, procedete verso l’ampio sentiero sulla sinistra. Inizia la discesa lungo l’ampia carrareccia, in alcuni tratti ripida. Dopo 500 m, giunti a un bivio, scendete a sinistra per oltrepassare un cancello di colore verde e attraversare un bosco di lussureggiante bellezza. Si superano due varchi; dopo il secondo scendete fino a una biforcazione, dove voltate a sinistra per Poggio Tre Vescovi. Al passo delle Pratelle (m 1.075) [1.3], giunti a un crocicchio di strade, si continua dritto, seguendo per Pieve Santo Stefano. Si resta sempre sul percorso principale. Si incontrano due deviazioni: alla prima proseguite, mentre alla seconda mantenete la destra, trovando sulla sinistra una recinzione metallica. Raggiunto un bivio, seguite le direzioni Assisi / Pieve Santo Stefano / Cerbaiolo e lasciate la carrareccia per salire a destra sul sentiero 075. “Troverai più nei boschi che nei libri”, questa citazione di Bernardo da Chiaravalle qui sembra trovare conferma. Il sentiero s’immette su un’ampia carrareccia che porta in cima al monte della Modina (m 1.181) [1.4]. Dalla vetta seguite i segnali e il sentiero 075 in direzione di Pieve Santo Stefano. Per 2 km attraversate il fitto bosco, prestando attenzione ai segnali in vernice sugli

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alberi. Il sentiero si amplia. Al termine della ripida discesa [1.5], alcuni tronchi offrono l’occasione per sedersi e fare una pausa.

Da qui proseguite, tralasciando le deviazioni dal percorso principale. Giunti alla biforcazione prendete a destra (sempre sul percorso principale). Continuate in falsopiano, fino a giungere a un nuovo bivio e seguite il segnale per Pieve Santo Stefano, restando sul sentiero 075. Superata una catena, il paesaggio si apre e il sentiero diventa strada sterrata. In discesa, superato un ripetitore di colore verde [1.6], continuate sempre sulla strada principale, tralasciando le deviazioni. In prossimità di un gruppetto di case e del Centro di equitazione naturale Asnavara procedete dritto per Pieve Santo Stefano. Camminate in discesa su asfalto e superate due bivi (il primo al km 12,7), al secondo, dopo 1 km, voltate a destra, sempre seguendo le indicazioni per Pieve Santo Stefano. Giunti al punto di ristoro con ampio prato [1.7] attraversate il cavalcavia sull’autostrada per imboccare via della Casina, che si deve percorrere fino in fondo. Giunti all’incrocio con la SP Tiberina girate a destra. Proseguite dritto per poi voltare a sinistra su via Arezzo. Raggiunta piazza delle Logge del Grano girate a destra verso il Piccolo museo del diario di PIEVE SANTO STEFANO e la piazza Plinio Pellegrini.

Luoghi di Francesco

Santuario de La Verna “Nessuno può sperare di conoscere san Francesco senza conoscere e amare i luoghi in cui visse” (Paul Sabatier). Immersi nei boschi dell’Appennino toscano, il santuario e il convento sono posti su uno sperone di roccia, ricco di anfratti. La Verna rappresenta il modello di eremo francescano che privilegia grotte naturali, caverne, spelonche. Ritroverete questi elementi naturali in

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SANTUARIO DE LA VERNA. La silenziosa fortezza dello spirito francescano.

molti eremi e conventi sulla Via di Francesco; l’invito è di soffermarsi e meditare sul senso del luogo. Quelli che turisticamente sono definiti “letto” o “cuscino” di san Francesco narrano di una scelta estrema sia spirituale che corporale, la quale si concretizza nella povertà evangelica e nella ricerca di ospitalità nel grembo della terra. Gli eremi delle origini sono il luogo e il simbolo della primitiva precarietà francescana, e per il pellegrino rappresentano una tangibile testimonianza del modello di vita ricercato da Francesco.

Il convento è costituito da un complesso di edifici cresciuto, nel corso dei secoli, sugli originali romitori nella natura. Gli adattamenti della struttura non hanno intaccato l’aspetto selvaggio del luogo, che dà un’idea di dove e come pregasse san Francesco in alcuni periodi della sua vita. Sulla piazza del Quadrante, così chiamata per via della meridiana posta sulla basilica, è collocata una croce in legno, meravigliosa nella sua essenzialità; da qui si gode di una visione d’insieme sui monti. La piazzetta dà accesso ai principali luoghi del santuario: la basilica, il corridoio delle Stimmate, la cappella di Santa Maria degli Angeli, la cappella della Maddalena, il Sasso Spicco, il chiostro, la foresteria e l’ospizio per i pellegrini. Molte le opere d’arte custodite al loro interno, fra le quali una vera e propria antologia dei capolavori dei della Robbia e alcune reliquie di san Francesco (al pellegrino non sfuggirà il bastone del Santo).

Dal 1431 i frati del convento, ogni giorno dell’anno, compiono la processione dell’Ora IX dalla basilica alla cappella delle Stimmate. Si racconta che una volta i frati non poterono effettuare la processione, a causa della neve, e il giorno seguente trovarono sul percorso le orme degli animali del bosco, che li avevano sostituiti. La proces-

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SANTUARIO DE LA VERNA. La croce sul belvedere segna l’inizio del cammino.

LA VERNA ➜ PIEVE SANTO

sione (parte alle ore 15 e ritorna alle ore 15.30) e le celebrazioni liturgiche si svolgono ogni giorno. Il consiglio, per credenti e per chi si senta in ricerca, è di partecipare alla benedizione del pellegrino al mattino (FF 1222-1228; 1915-1924)

Da vedere

Chiusi della Verna Il nome deriva probabilmente dal termine latino Clau-Clusu (chiuso), in quanto chiude il passaggio tra la valle del Tevere e la Romagna. In epoca romana Chiusi era tappa della Via Maior, che collegava Arezzo con la Romagna, e in epoca medievale della Via Romea. Di Chiusi era il conte Orlando Cattani, il quale donò il monte della Verna a Francesco d’Assisi dopo il loro incontro nel castello di San Leo (FF 1897; 1899) . Chiusi della Verna è famosa anche per la disputa, con il paese di Caprese Michelangelo, per aver dato i natali a Michelangelo Buonarroti.

Pieve Santo Stefano Si trova al centro della valle del fiume Tevere. La città è stata rasa al suolo, a eccezione delle chiese e del palazzo del Comune, durante la Seconda guerra mondiale, perché avamposto della Linea Gotica. Da vedere il santuario della Madonna dei Lumi (XVI secolo): al suo interno sono rappresentati san Giacomo e san Cristoforo, da sempre protettori dei pellegrini.

Pieve è celebre per essere La città del diario. La cittadina ospita, infatti, l’Archivio Diaristico Nazionale e il PICCOLO MUSEO DEL DIARIO . Il museo racconta, attraverso un intenso percorso multimediale e interattivo, gli scritti di gente comune in cui si riflettono, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia: taccuini delle trincee di guerra, lettere d’amore dei secoli passati, addirittura lenzuola usate per raccontare storie di famiglia. La raccolta dei diari è sempre aperta; potreste anche inviare il vostro diario del cammino e decidere se consegnarlo semplicemente alla storia oppure farlo partecipare al Premio Pieve Saverio Tutino. Se sarà giudicato il più interessante dell’anno, verrà pubblicato da Terre di mezzo Editore. Tutte le info su archiviodiari.org e www.piccolomuseodeldiario.it.

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STEFANO

p.gio del Tesoro

p.gio del Castello

Pian della Capanna

Stianta

Naturale Alpe della Luna

p.gio delle Rugginaie

p.te del Papa

Brancialino

cim.ro Castelnuovo

Collungo

Formoli

c. S. Benedetto C. Pozzuolo Viamaggio Eremo del Cerbaiolo Riserva C. Pozzuolo p.gio delle Calbane p.so di Viamaggio p.gio il Fondaccio p.gio delle Posle p.gio delle Coste p.gio delle Coste p.so la Traforata c.le di Lombrico p.gio Mandrioli p.gio Sambuco p.gio dei Piani p.gio Stantino p.gio Vicuccio p.gio Gallione p.gio Tondo m. Petroso m. Murlo
Santo Stefano
m. Verde
Pieve
2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 2.10
2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.4.4 2 4 6 8 10 12 14 16
F. Tevere
2 PIEVE SANTO STEFANO ➜ PIAN DELLA CAPANNA

Da Pieve Santo Stefano a Pian della Capanna

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LUNGHEZZA: 16,4 km

DISLIVELLO: SALITA 789 m DISCESA 190 m

DIFFICOLTÀ: impegnativa

FONDO: strada bianca, sentiero, asfalto

TEMPO: 5 ore e 30 minuti

Segnaletica

Segnali Cai bianco-rosso; segnale verticale bianco-rosso con Tau giallo.

Ospitalità

PASSO DI VIAMAGGIO: Rifugio escursionistico Cà La Fonte, fraz. Passo di Viamaggio, via Alpe 11, a 200 m dal percorso, tel. 339-30.28.614 (Alfredo), calafonteimperatore@gmail.com, www. calafonte.it, 43 posti, € SP, uso cucina in autogestione, su richiesta i proprietari fanno trovare la spesa pronta, disponibilità per gruppi, spazio per campeggio in autogestione. Aperto tutto l’anno, necessario avvisare, c

B&B ristorante La Baita dell’Imperatore, via Masini 6, loc. Valdazze, tel. 057579.01.32 / 0575-79.51.44, a 5 km dal percorso, servizio navetta gratuito da e per il passo di Viamaggio, 16 posti in 6 camere, €€ MP, spartano. Aperto tutto l’anno.

PIAN DELLA CAPANNA: Rifugio Pian della Capanna, SP 258 Marecchia, tel. 333-59.56.500, prenotazioni@ fattoriadigermagnano.it, www.fattoriadigermagnano.it, 21 posti in camere e camerate, € SP, €€ MP, lenzuola non fornite. Possibilità di campeggio nel giardino del rifugio. Possibilità di pasti. Aperto da aprile a ottobre. Rifugio La Spinella, loc. La Spinella, stessi contatti del precedente, struttura per gruppi, sul percorso 2,5 km dopo Pian della Capanna, 50 posti, € SP, in autogestione con uso cucina, lenzuola non fornite. Aperto tutto l’anno.

Ogni cammino ha la sua sfida impossibile, la tappa che si dispera di superare. Da Pieve Santo Stefano a Pian della Capanna i ripidi dislivelli rendono faticoso il percorso. Per ogni fatica c’è sempre un premio: dormire all’interno della riserva vi avvicina alla natura amata da san Francesco. Il cammino non è una gara. Partite presto e procedete con lentezza. Se preferite, esiste la possibilità di spezzare la tappa al passo di Viamaggio.

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1.400 1.200 1.000 0 m 200 400 600 800 0 km 5 10 15 20 25 30 EREMO DI CERBAIOLO PASSO DI VIAMAGGIO COLLEPEGLI PIAN DELLA CAPANNA PIEVE SANTO STEFANO

Si parte dal Piccolo museo del diario, sotto l’arco in piazza Plinio Pellegrini. Prendete a destra per piazza delle Logge del Grano e subito a destra per via delle Antiche Prigioni, per poi attraversare il ponte sul Tevere. Al termine del ponte [2.1] fare attenzione: la segnaletica indica a sinistra per un sentiero segnalato in mezzo al bosco, voi prendete a destra, per seguire un percorso più semplice. L’itinerario qui descritto prevede di attraversare la SP Nuova Sestinese e poi proseguire verso destra, in direzione della chiesa della Madonna dei Lumi, posta sul margine della rotatoria. Superata la chiesa sulla sinistra, procedete su via Canonico Coupers. Continuate lungo la strada asfaltata fino al segnale turistico marrone che indica il Cerbaiolo [2.2], qui girate a sinistra in via Cerbaiolo. Si cammina in progressiva salita su una strada solitaria. Giunti a un bivio voltate a sinistra [2.3]. Superato sulla sinistra un vecchio ostello in abbandono, si prosegue fino a una biforcazione, segnalata dalla presenza di una croce; qui salite verso sinistra, ora in vista dell’eremo del Cerbaiolo. Si raggiunge un nuovo bivio, dove si prende a destra per entrare nello spazio sacro dell’EREMO DEL CERBAIOLO [2.4]; da qui si è invitati a rispettare il silenzio. Fate tesoro di quanto dice padre Claudio, il quale insieme alla comunità di Pieve ha recuperato e custodisce il luogo: il silenzio e la solitudine non sono il fine della vita monastica, ma strumenti attraverso i quali il monaco coltiva e custodisce l’ascolto.

Per proseguire verso Pian della Capanna si può scegliere tra un duro e panoramico sentiero (in questo caso sarà meglio essere muniti di bastoncini da trekking) o la variante su asfalto e strada bianca, raccomandata in caso di pioggia (vedi variante per la Riserva naturale dell’Alpe della Luna). Se avete scelto il sentiero panoramico, dopo la sosta, con le spalle rivolte all’ingresso del chiostro, si riprende il sen-

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PIEVE SANTO STEFANO. Sul sentiero Gea verso il valico di Croce della Calla.

tiero segnalato sulla destra che procede in ripida salita. Da affrontare con passo lento. Arrivati alla grande croce di legno [2.5] soprastante l’eremo, godete dell’ampia visuale sulle valli circostanti. Con le spalle alla croce, si prende verso destra, prestando attenzione ai segnali in vernice e in direzione di Viamaggio-Assisi.

Giunti all’ingresso di un pascolo (se chiuso, ricordarsi sempre di richiuderlo), attraversate il prato in tutta la sua lunghezza seguendo la pista a terra. Al termine del prato salite a sinistra su una carrareccia. Si prosegue con improvvisi scorci sul lago artificiale di Montedoglio. Superato un passaggio nella recinzione, proseguite fino a un fabbricato per l’alpeggio delle vacche [2.6] e da qui prendete la carrareccia a destra, superando un cancello e un abbeveratoio sulla sinistra. Il paesaggio sembra alpino. Oltrepassate un cancello verde. Giunti in prossimità di un edificio di colore giallo ocra girate a sinistra in salita. Dopo 400 m, arrivati al bivio con la strada asfaltata imboccatela a destra in discesa verso un fabbricato. Siete all’agognato passo di Viamaggio (m 983) [2.7], dove si trova un ottimo bar per una sosta (chiuso il martedì). Ricaricate la borraccia: non troverete altre fonti d’acqua fino a fine tappa. Il passo di Viamaggio è anche una possibile tappa intermedia.

Inizia un tratto impegnativo che regala un’immersione nel bosco e ampi panorami. Con le spalle al bar, si prende a sinistra. All’altezza della piccola chiesa di San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali, si prende un sentiero a sinistra che sale verso Pian della CapannaSansepolcro. Da qui si entra nel Parco storico della Linea Gotica. Raggiunta la recinzione metallica, girate a sinistra, mantenendo la recinzione sulla destra. Giunti all’angolo della recinzione, seguendo i segnali in vernice, girate strettamente a destra in salita su un sentiero che costeggia la recinzione, da tenere sempre sulla destra; da questo punto inizia una delle salite più dure di tutto il cammino. Si deve fare attenzione perché in caso di pioggia il fondo diventa molto scivoloso; utilizzare i bastoncini da trekking.

Il sentiero sale nel fitto bosco, sempre costeggiando la recinzione. Superato un varco, da richiudere sempre, seguite il sentiero che sale ripido (mantenere la recinzione metallica sulla destra).

Fare attenzione: sulla vostra destra trovate un nuovo varco, lo attraversate e proseguite strettamente a sinistra in salita, tenendo ora la recinzione sulla sinistra. La pendenza si riduce. Il sentiero costeggia una recinzione in filo spinato. Più avanti, inizia una gradonatura in legno e terra. Si supera un terzo varco e da questo punto l’orizzonte si amplia. Dopo 100 m il sentiero si discosta dal filo spinato per raggiungere una modesta radura panoramica con una piccola croce piantata nel terreno, che invita a posare lo zaino per una pausa.

A sinistra si scorge il sentiero sconnesso che si percorrerà a breve: dal pianoro si scende sulla sinistra (fare attenzione ai segnali a terra), per poi proseguire sulla più comoda mulattiera. Dopo alcuni saliscendi e tratti in falsopiano, al bivio si sale a sinistra e poi al bivio successivo si

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PIEVE
SANTO STEFANO ➜ PIAN DELLA CAPANNA

prende a destra in ripida salita, lungo una recinzione in filo spinato sulla sinistra. All’altezza di un palo metallico di colore giallo, fare attenzione: si scavalca il varco sulla sinistra con scala in legno, si entra nel bosco e si lascia l’ampio sentiero, che prosegue dritto e sale scosceso verso la vetta del Monte Verde (m 1.147).

Si procede subito a destra (recinzione sulla destra) sul sentiero nel bosco. Superato un ponticello di legno, inizia una salita impegnativa. Il percorso piega a destra e poi a sinistra, sempre in salita. Si supera un nuovo varco [2.8] e si scende, a tratti con forte pendenza (sulla sinistra è ritornata la recinzione). Si oltrepassa un altro varco e si prosegue dritto in ripida discesa. Alla fine della discesa, al bivio, si gira a destra e poi al bivio successivo [2.9] (qui si ricollega la variante) girate a sinistra su un’ampia carrareccia, in direzione di Pian della Capanna.

Proseguite tralasciando le deviazioni. Sull’ampia curva si segue a sinistra. Giunti a Collepegli (m 1.047) [2.10] continuate sulla carrareccia. Il piacevole percorso si sviluppa tra il versante roccioso del monte e i prati aperti. Si accede alla RISERVA NATURALE DELL’ALPE DELLA LUNA . In breve, a una biforcazione, si segue a destra sulla carrareccia principale. Si giunge a Pian della Capanna e al vicino rifugio della forestale.

Variante per la Riserva naturale dell’Alpe della Luna (7,4 km) Questo percorso è segnato con colori blu e rosso, ed è stato creato dai volontari di Pieve Santo Stefano. La variante, più lunga di 1,6 km rispetto al percorso principale, è più agevole ed è raccomandata in caso di pioggia o maltempo, in quanto evita il passo di Viamaggio e Monte Verde, che possono diventare fangosi e scivolosi. Ricordate di ricaricare d’acqua la borraccia al Cerbaiolo, perché fino a Pian della Capanna non trovate fonti d’acqua.

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EREMO DEL CERBAIOLO. Un luogo di raccoglimento unico sulla Via.

Dopo la visita, dall’ingresso dell’eremo di Cerbaiolo [2.4] si scendono le scale e si prende a sinistra. Si costeggia una staccionata in legno, sulla destra. L’eremo resta, quindi, in alto sulla sinistra. Al bivio si prende la seconda svolta a sinistra in discesa, seguendo il segnale verso la cappella di Sant’Antonio (attenzione: la cappella non è sul percorso). Giunti su un curva, si continua dritto per superare un cancello in ferro ed entrare in zone di pascolo del bestiame. Ricordate sempre di richiudere i cancelli (se li trovate chiusi), per rispettare il lavoro di pastori e allevatori. Il sentiero è ampio e comodo con saliscendi non impegnativi. Sulla destra il paesaggio sulla valle e l’invaso della diga di Montedoglio.

Si supera una quercia dove è visibile la vernice rossa e blu; si nota a destra un capanno usato dai cacciatori [2.4.1]. Al bivio, dove il sentiero si immette su un’ampia carrareccia, si gira a destra e poi si prende a sinistra per attraversare il campo. Si cammina mantenendosi sulla destra e sul bordo del campo, costeggiando la siepe, che resta sulla nostra destra. Si tralasciano le deviazioni. Proseguendo nel senso di marcia, superata una grande quercia solitaria in mezzo al campo alla nostra sinistra, si giunge a un bivio dove si gira a destra. Si prosegue in leggera discesa e dopo pochi metri si nota una più piccola quercia solitaria, dove si volta a sinistra per attraversare il campo.

Inoltrandosi nel campo, si cerca come punto di riferimento e di direzione il varco segnalato da recinzioni con pali in legno [2.4.2]. Da qui si torna su comoda carrareccia, in breve si supera un piccolo guado, e si volta a destra. Percorsi circa 100 m, al bivio con un’ampia strada bianca sterrata si gira a destra in discesa. Dopo meno di 100 m, al bivio si prende a sinistra in discesa su un’ampia strada bianca e si oltrepassano un grande cancello in ferro e poi un guado. Si risale con passo lento restando sempre su un’ampia carrareccia con fondo sassoso, tralasciando le deviazioni.

Più avanti il percorso spiana e si guada un piccolo rivo d’acqua [2.4.3] Se voltate lo sguardo verso la valle, riconoscerete in distanza l’eremo di Cerbaiolo che svetta sulla rupe rocciosa. Dopo quasi 600 m, si superano due varchi con cancelli in ferro, lasciando sulla destra un casale di alpeggio il quale, sebbene abbia visto tempi migliori, si inserisce armoniosamente in questo paesaggio e testimonia la lunga presenza dell’uomo in armonia con la natura sull’Appennino. Dopo meno di 50 m dal secondo cancello, al bivio si gira a sinistra in progressiva salita. Si risale in direzione di marcia, tralasciando le deviazioni, si costeggia una recinzione e si prosegue nell’area montana caratterizzata dal pascolo, dalla fitta vegetazione del bosco e dalle coltivazioni d’altura. Appena si inizia a scorgere una pala eolica in alto sul monte, segno contemporaneo lasciato dall’uomo, aumenta la pendenza della salita, da affrontare con passo lento. Raggiunta la strada asfaltata SP 258 Marecchia, si imbocca la strada a destra in discesa nei pressi di un traliccio elettrico sulla destra [2.4.4], superato il quale il paesaggio si apre sull’invaso della diga di Montedoglio.

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PIEVE SANTO STEFANO ➜ PIAN DELLA CAPANNA

PIEVE SANTO STEFANO ➜ PIAN DELLA CAPANNA

Si prosegue sulla provinciale per 500 m e prima di giungere a un’ampia curva, all’altezza del cartello di limite di velocità 30 km/h, cercate sulla sinistra un grande cancello verde che va attraversato e, se chiuso, va richiuso alle vostre spalle.

Da qui inizia una piacevole salita progressiva su un’ampia carrareccia. Si procede seguendo la segnaletica ai bivi e si supera una lapide, a ricordarci che queste montagne sono state teatro dei fatti di guerra legati alla Linea Gotica. Si continua nel senso di marcia sulla strada bianca per meno di 3 km, tralasciando le deviazioni dal percorso principale. Superati due varchi e un fontanile, il percorso alternativo si ricongiunge al tracciato ufficiale [2.9], dove sono posti i segnali per Pian della Capanna e Sansepolcro.

Luoghi di Francesco

Eremo del Cerbaiolo “Chi ha visto La Verna senza vedere Cerbaiolo, ha visto la mamma senza vedere il figliolo”, così recita un antico adagio. La tradizione locale ricorda che sant’Antonio da Padova qui si ritirava a pregare. L’eremo francescano fu distrutto dagli scontri tra i partigiani locali e le truppe naziste, ma grazie all’amore dell’eremita Chiara, scomparsa da pochi anni, è stato ricostruito nelle forme odierne. Trascorso un periodo di chiusura, l’eremo ha riaperto e ospita i pellegrini, grazie all’impegno della Diocesi di Arezzo e di don Claudio.

Da vedere

Riserva naturale dell’Alpe della Luna L’autunno e la primavera sono i periodi migliori per scoprire questo luogo. Nel silenzio e nella pace dei boschi, daini, cervi e caprioli brucano l’erba dei prati e rapaci come lo sparviero o la maestosa aquila reale volteggiano nel cielo.

Parco storico della Linea Gotica Per Linea Gotica si intende l’insieme delle opere difensive che nel 1944 l’esercito tedesco e della Rsi appronta sull’Appennino centrale per bloccare l’avanzata degli Alleati. Sul passo di Viamaggio e sul monte Verde si conservano postazioni di tiro per fucilieri e mitraglieri. Oggi il pellegrino cammina in un ambiente naturale di pace, ma le trincee restano, insieme con la memoria dell’impegno e del coraggio che tanti uomini e tante donne seppero dimostrare nel corso della lotta di Liberazione (www.parcostoricolineagotica.it).

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