Il Cammino di San Colombano

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IL PERCORSO

San Donato Milanese

Rogoredo

Merezzate

Abbazia di Chiaravalle 2 4 6 8 10 12 14 1.6 1.7 1.4 1.5 1.1 1.3 1.2
Da Villa di Chiavenna Cascina Grande Porta Monforte Porta Lodovica
Metanopoli
Moncucco Porta Vittoria Porta Romana Porta Genova Calvairate Chiesa Rossa Morivione Porta Ticinese Stadera Porta Vigentina San Cristoforo Vigentino Sorigherio Cascina Brandezzata
Nosedo Poasco
Borgo Bagnolo Noverasco Selvanesco
Macconago Sesto Ulteriano
Vaiano Valle Parco della Vettabbia
1
Milano Milano Melegnano
M ILANO ➜ M ELEGNANO

Melegnano

Abbazia di Viboldone 12 14 16 18 20 22 24 26 1.10 1.11 1.8 1.9 1.7 1.6 1.5 F i u m e Lamb r o Cascina Rocca Brivio
Cascina Castelletto Cascina
Cascina Santa Brera Metanopoli Borgo Bagnolo
Cascina Cantalupo
Calvenzano
Civesio
Poasco
Pedriano Villaggio Francolino
Zivido Riozzo Sarmazzano Sesto Ulteriano San Donato Milanese San Giuliano Milanese 1 M ILANO
M ELEGNANO
Mezzano

Da Milano a Melegnano

LUNGHEZZA: 27,6 km

DISLIVELLO: SALITA 116 m DISCESA 145 m

DIFFICOLTÀ: facile

FONDO: 20% STERRATO 80% ASFALTO

Mezzi di trasporto

MELEGNANO: Trenord, stazione di Melegnano, linea S1 collegamenti con Milano, tel. 02-72.49.49.49, www.trenord.it. Autoguidovie Milano Sud est, autobus linea z420 collegamenti con Milano, tel. 80067.88.50, milanosudest.autoguidovie.it.

Servizi

MILANO: iCaminantes, www.icaminantes. com, scrivi@icaminantes.com. Rilascio credenziale, scrivere per appuntamento. s Basilica di Sant’Eustorgio, piazza Sant’Eustorgio 1, tel. 02-89.40.26.71, parrocchia@santeustorgio.it, st.eustorgio@ tiscali.it (associazione Amici dei Magi). Il timbro è presso la biglietteria del Museo della Basilica, aperta da martedì a domenica 10-17.30, tel. 02-89.40.26.71. s Centro Nocetum, via San Dionigi 77, tel. 02-55.23.05.75, www.nocetum.it. È possibile trovare il timbro all’interno della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, accanto alla bacheca, all’ingresso, aperta 6.30-19.30. s

CHIARAVALLE: Abbazia di Chiaravalle, il timbro è disponibile, avvertendo per tempo dell’arrivo, in portineria, vicino

all’ingresso della chiesa tel. 02-57.40.34.04, monasterochiaravalle@gmail.com; oppure all’Infopoint, sulla destra guardando la facciata della chiesa, tel. 02-84.93.04.32, infopoint@monasterochiaravalle.it, aperto: marzo-ottobre da martedì a venerdì 9.30-12.30, martedì e venerdì anche 15-17; novembre-febbraio da martedì a venerdì 9.30-12.30; sabato e domenica aperto nel pomeriggio per le visite guidate s

MELEGNANO: Pro loco, piazza Vittoria 10, c/o castello Mediceo, prolocomelegnano.it, prolocomelegnano@gmail.com.

Dove dormire

MILANO: Madama Hostel&Bistrot, via Benaco 1, tel. 02-36.72.73.70, madamahostel.com, info@madamahostel. com, 57 posti, camerata e camere private, 60-200 €, servizio ristorazione, wi-fi, lavanderia, cucina, bar e bistrot. Milano Ostello, viale Monza 38, tel. 02-36.63.99.05 / 393-89.38.785, milanoostello.it, info@milanoostello.it, 26 posti, camerata 20 €, DBL 70 €, TPL 90 €, QDPL 120 €, colazione inclusa. Koala Hostel, via Stefano Canzio 15, tel. 02-49.52.99.27 / 338-41.74.188 (whatsapp), koalahostelmilan.it, info@koalahostel.it, 112 posti, camerata 25-30 €, SGL 45 €, uso cucina. Combo Hostel, ripa di Porta Ticinese 83,

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0 m 400 600 200 800 0 km 5 10 15 20 25 30 MILANO CHIARAVALLE VIBOLDONE MELEGNANO

tel. 02-36.68.09.30, thisiscombo.com, hello. milano@thisiscombo.com, 40 posti, camerata mista 6 posti da 28 €, camerata mista 4 posti da 32 €, camera matrimoniale da 110 €, bar e ristorante, le prenotazioni vanno fatte dal sito.

Amedia Hotel Milano, via Bisceglie 96, tel. 0282.95.40.20, amediahotels.com/de/italien, milano@amediahotels.com, 296 posti, SGL 78 €, DBL 130 €, colazione esclusa.

Ostello Bello, via Medici 4, tel. 02-36.58.27.20, www.ostellobello.com/it, booking@ ostellobello.com, 50 posti, camerata 25-60 €, DBL 70-180 €, uso cucina, deposito bagagli gratuito, wi-fi, servizio lavanderia, codice sconto “iCaminantes” 10%.

Cascina Cuccagna, via privata Cuccagna 2/4, tel. 02-54.60.061 / 373-89.55.768, unpostoamilano.it, sleep@unpostoamilano.it 13 posti, SGL 80-90 €, DBL 110-120 €, TPL 140-170 €, QDPL 220 €, ristorante, bar.

CHIARAVALLE: Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle, via Sant’Arialdo 102, tel. 02-57.40.34.04 (portineria), www.monasterochiaravalle.it, 8 posti in camere singole con bagno, donativo, prenotarsi con 2-3 settimane di anticipo. s

SAN GIULIANO MILANESE: Hotel Majestic, via Lombardia 48, tel. 02-98.28.92.16 / 377-32.37.040, www.majestichotel.info, info@majestichotel.info, 80 posti, SGL 50 €,

DBL 65 €, TPL 85 €, colazione inclusa. Foresteria del Monastero delle Benedettine di Viboldone, via dell’Abbazia 6, tel. 02-98.41.203, www.viboldone.com, info@viboldone.com, telefonare per informazioni e accordi sull’ospitalità. È possibile ricevere il timbro, avvertendo per tempo la portineria (aperta dalle 5.25 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30). s Agriturismo Cascina Santa Brera, via Cascina Santa Brera, tel. 348-26.27.530, www.cascinasantabrera.it, info@ cascinasantabrera.it, 40 posti, SGL 75 €, DBL 100 €, TPL 120 €, QDPL 140 €, camerata da 6 posti 180 €, colazione inclusa, possibilità di cenare, servizio lavanderia.

MELEGNANO: B&B B&G Melegnano, via Piave 19, tel. 02-98.32.017 / 33311.94.987 (Andrea), bb-gg.net, 8 posti, SGL 35 €, DBL 60 €.

Hotel Il Telegrafo, via Zuavi 54, tel. 02-98.34.002, hoteliltelegrafo.it, info@hoteliltelegrafo.it, 54 posti, SGL 62 €, DBL 86 €, colazione inclusa.

Hotel Palazzo Marignano, via Martiri della Libertà 8, tel. 02-36.76.29.40, www.palazzomarignano.com, info@ palazzomarignano.com, 50 posti, SGL da 86 €, DBL da 100 €, TPL da 160 €, suite (6 posti letto) da 160 €, colazione inclusa, chiuso 9-20 agosto.

L’uscita dalle grandi città è sempre un momento critico per il pellegrino, costretto ad attraversare inevitabilmente periferie poco suggestive. Questa tappa introduttiva ci fa invece rivivere la Milano “di una volta” ed è caratterizzata da due spettacolari abbazie che addolciscono la presenza ingombrante di strade urbane e tangenziali.

Il nostro cammino inizia da piazza Sant’Eustorgio sulla quale si affaccia l’omonima basilica. Tenendo il complesso ecclesiastico sulla sinistra, imbocchiamo via Santa Croce (pedonale) e costeggiamo la parte laterale della chiesa: da qui è possibile vedere meglio il campanile in tipico stile lombardo a mattoni e conci di pietra, sulla cui cima è posta una stella a otto punte.

Dopo circa 300 m ci troveremo a un incrocio: giriamo a destra in via Antonio Banfi e proseguiamo dritto attraversando via Calatafimi, pro-

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seguendo poi in via Cosimo del Fante per circa 200 m. All’incrocio con corso Italia giriamo a destra dove, a circa 70 m sulla sinistra, troviamo il rinascimentale santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, la cui facciata è uno splendido esempio del manierismo italiano.

Proseguiamo dritto e al primo incrocio imbocchiamo via Lusardi sulla sinistra; seguiamo la strada per circa 200 m, poi giriamo a destra in via Vigoni e proseguiamo sempre dritto per 500 m. La via cambierà nome in via Quadronno. Sulla sinistra costeggiamo l’ospedale Gaetano Pini e sulla destra il grande giardino dedicato a Oriana Fallaci dove è presente una fontanella.

Raggiungiamo l’incrocio con corso di Porta Vigentina, che imbocchiamo a sinistra e dopo circa 200 m arriviamo all’incrocio chiamato Crocetta. Le crocette a Milano erano dei piccoli altari che funzionavano da chiese all’aperto e che permettevano di pregare anche durante i periodi di peste, piuttosto frequenti nel XVI e XVII secolo. Nel 1700 la crocetta di porta Romana venne sostituita con la statua di San Calimero, vescovo di Milano dal 270 al 280 d.C.

Arrivati all’incrocio, giriamo a destra imboccando corso di Porta Romana e proseguiamo sempre dritto per 600 m; all’altezza del civico 113, sulla parete di Casa Maiocchi, è stato inaugurato a luglio 2021 un murale dell’artista Cheone che, con chiaro riferimento a Gaudì, ha creato un disegno che sembra essere in continuo movimento e con la capacità di ipnotizzare i passanti.

Raggiungiamo il grande incrocio di piazza Medaglie d’Oro, al cui centro vediamo porta Romana, una delle sei porte di Milano, un tempo parte integrante delle mura spagnole di cui è rimasta qualche traccia sulla destra; è stata costruita nel 1596 in occasione dell’ingresso di Margherita d’Austria-Stiria, promessa sposa di Filippo III di Spagna. La sua forma si rifà agli archi di trionfo romani, mentre i fregi sono tipici dell’età barocca. A porta Romana è dedicata la famosa canzone popolare sulla “mala” milanese, Porta Romana bella, interpretata da Nanni Svampa e Giorgio Gaber.

Attraversiamo la grande piazza tenendo la porta sulla nostra sinistra e proseguiamo dritto camminando lungo corso Lodi per 800 m circa. Sulla destra ci imbattiamo in “Giannasi”: un chiosco storico aperto nel 1967 da Dorando Giannasi, a cui è stato conferito dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro, famosissimo tra i milanesi, dove possiamo farci tentare dal suo famoso pollo allo spiedo e altre leccornie di rosticceria. Raggiungiamo piazzale Lodi, che attraversiamo al centro seguendo la pista ciclabile, quindi imbocchiamo corso Lodi esattamente di fronte a noi. Proseguiamo per 400 m e al terzo incrocio giriamo a destra in via Scrivia  [1.1]; dopo 60 m ci troviamo in piazza San Luigi, che attraversiamo per imboccare via Don Bosco sulla sinistra. Percorsi 300 m attraversiamo viale Brenta e procediamo dritto in via Bessarione, incrociamo via Mincio, via Salò, via Riva di Trento e proseguiamo per altri 200 m fino a svoltare a destra in piazza Angilberto II, girando intorno alla rotonda per imboccare via San Dionigi che sarà la quarta uscita.

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Dopo meno di 100 m sulla sinistra possiamo vedere una statua del Cristo Redentore chiamata dai milanesi “el Signurun de Milan”. La terrazza alle spalle della statua un tempo affacciava sull’acqua del naviglio della Vettabbia (ora ricoperto), in cui si dice che fu ripescata la statua.

Proseguiamo dritto fino ad arrivare a una rotonda, a destra costeggiamo il Parco depuratore Nosedo Vettabbia, dove diversi alberi di noci possono offrirci l’ombra delle loro fronde.

Imbocchiamo la prima strada sulla destra (sempre via San Dionigi) e poi ci spostiamo sul lato sinistro della strada, dove vediamo l’antica chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, di origini paleocristiane con affreschi di scuola giottesca del XIII secolo e resti di scavi archeologici; nell’edificio di culto sull’espositore all’ingresso è possibile trovare un timbro per le credenziali. Accanto alla chiesetta, sulla sinistra troviamo il centro Nocetum che offre diversi servizi (solo su prenotazione: info@ nocetum.it).

Proseguiamo sempre su via San Dionigi per 200 m, costeggiando la pista ciclabile, fino a una rotonda [1.2] dove imbocchiamo la prima strada sulla destra. Proseguiamo per 300 m e arriviamo all’ingresso del Parco della Vettabbia, che troviamo sulla sinistra. Il Parco della Vettabbia, oggi parte del Parco agricolo Sud Milano, è stato creato dalle sapienti mani dei monaci cistercensi, i quali, dopo aver bonificato la zona, hanno creato sistemi di irrigazione e campi per la coltivazione e per l’allevamento.

Procediamo per 1 km circa, attraversiamo un piccolo ponte su una roggia e subito dopo incontriamo Cascina San Bernardo, che superiamo proseguendo sulla destra e dopo poco meno di 100 m prendiamo a sinistra. Davanti a noi, sulla destra, possiamo già ammirare la meravigliosa

ABBAZIA DI CHIARAVALLE che vediamo in lontananza e proseguiamo dritto

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ABBAZIA DI CHIARAVALLE. Un’oasi di pace alle porte della città di Milano.

San Colombano e il prodigio della birra

Gli ordini religiosi medievali primeggiavano, oltre che nella produzione culturale, anche in quella agricola e alimentare; non a caso la birra che veniva prodotta nei monasteri era, ed è tuttora, tra le migliori. È la biografia di Colombano, composta da Giona, a riferire che i primi compagni del Santo, da bravi irlandesi, bevevano regolarmente birra, nella loro lunga permanenza nel Nord della Francia. La biografia conserva inoltre memoria di alcuni eventi prodigiosi legati alla birra, come quello di una sua “miracolosa” moltiplicazione. Andando un giorno nel cenobio di Fontaines, Colombano trovò sessanta frati che lavoravano la terra e, vedendoli faticare, disse: “Il Signore vi mandi la refezione, o fratelli”. Il dispensiere comunicò che non avevano altro che due pani e un po’ di birra, allora il Santo pregò il Signore che li moltiplicasse e così tutti mangiarono e bevvero a sazietà e il dispensiere raccolse due sporte di avanzi.

per avvicinarci. Alla nostra destra quello che potrebbe sembrare un campo incolto è in realtà una marcita, un prato con un particolare sistema di irrigazione inventato dai monaci cistercensi che, mantenendo un sottile strato di acqua corrente sulla sua superficie, permette di avere erba fresca tutto l’anno per nutrire gli animali e quindi ottenere una produzione di latte migliore e più abbondante.

Arrivati in fondo al sentiero la strada si divide in due, noi proseguiamo a sinistra (anche se sembrerà strano) per poi svoltare a destra dopo circa 150 m e ritrovarci in pochi passi su via Sant’Arialdo [1.3], dove proseguiamo verso destra fino all’abbazia, che si apre sul lato sinistro della strada.

L’abbazia merita senza dubbio una visita e al suo interno troviamo un piccolo bar dove ristorarci (la birra trappista è ottima) e un minimarket con diversi prodotti dove sarà possibile chiedere di timbrare la credenziale.

Proseguiamo lungo la strada principale: bisogna fare attenzione perché il tratto da percorrere è senza marciapiede. Subito dopo il cimitero ricomincia il marciapiede sulla destra e proseguiamo per altri 200 m: qui la strada gira a sinistra e si prende una ciclopedonale. La ciclabile costeggia da una parte la strada comunale e sulla destra alcuni campi; giunti al primo incrocio giriamo a sinistra verso il centro sportivo [1.4], costeggiando sulla destra alcune abitazioni e sulla sinistra ancora i campi. Proseguiamo dritto per salire sul ponte che attraversa la nuova ferrovia: tutto il tratto è in sicurezza grazie alla presenza di un percorso dedicato a pedoni e biciclette. Scesi dal ponte troviamo una rotonda: la attraversiamo e proseguiamo dritto sulla ciclopedonale che costeggia la strada principale per circa 800 m. Alla rotonda successiva  [1.5] proseguiamo dritto prendendo la prima uscita, rimanendo sulla pista ciclopedonale. Dopo circa 300 m imbocchiamo una piccola strada sulla destra: entriamo così in Borgo Bagnolo. Continuiamo sulla pista ciclabile uscendo da Bagnolo e dopo 650 m all’incrocio [1.6] prendiamo a sinistra via Lama (fare attenzione, l’attraversamento è poco più avanti), saliamo sul marciapiede e scendiamo nel sottopasso man-

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tenendo il lato destro, per poi proseguire dritto. All’incrocio a T, alla fine del marciapiede, attraversiamo la strada, andiamo a destra su via Buozzi e alla rotonda continuiamo a seguire il marciapiede verso sinistra fino a trovare le strisce pedonali; attraversiamo e prendiamo a destra via Parri per 300 m, lungo il centro abitato di San Donato Milanese, quindi dopo il parcheggio giriamo a destra in largo Giuseppe Impastato. Dopo 120 m troviamo a sinistra un sentiero in mezzo a un parco [1.7], che imbocchiamo (qualora il parco fosse chiuso, dal parcheggio possiamo proseguire dritto sotto i portici di via Giuseppe di Vittorio per circa 1 km fino alla fine della strada, dove troviamo una ciclabile che seguiamo a destra ricollegandoci dopo poco più di 100 m al percorso).

Procediamo per circa 900 m, fino a quando incrociamo una pista ciclabile di nuova costruzione, e la seguiamo verso destra per 280 m, ora di nuovo immersi nella campagna; attraversiamo un piccolo ponticello e continuiamo a destra per altri 250 m fino a incrociare via Brunelleschi, inizio del centro abitato di Civesio, che seguiamo a destra per 200 m (diventa poi via Don Minzoni) fino alla chiesa, superando un campo sportivo e alcune case; arrivati sul sagrato, giriamo a sinistra, camminando per circa 100 m nel bel parco sul lato destro della strada, quindi attraversiamo sulle strisce pedonali e procediamo dritto in via Civesio, che seguiamo anche quando diventa via Marignano; sulla destra troviamo tra i condomini una piccola cappelletta dedicata alla Madonna. Purtroppo a un certo punto il marciapiede termina e sarà necessario procedere dritto camminando sul ciglio della strada asfaltata costeggiata da alberi, tra campi coltivati, per circa 1 km.

Terminata la zona alberata si intravede sulla sinistra l’ABBAZIA DI VIBOLDONE : proseguiamo ancora per circa 400 m, dopodiché giriamo a sinistra in via Folli [1.8] e proseguiamo dritto fino a trovare sulla sinistra l’ingresso dell’abbazia, che merita la visita (per visite guidate: associazione Amici dell’abbazia di Viboldone, www.amicidiviboldone.it).

Usciti dall’abbazia giriamo a sinistra e poi ancora a sinistra in un piacevole viale alberato chiuso al traffico; da qui percorriamo un lungo tratto del sentiero dei Giganti: un suggestivo percorso ciclopedonale che attraversa una parte del Parco agricolo Sud Milano, ricco di storia e natura, che ci condurrà fino a MELEGNANO . Alla fine del viale passiamo sotto alla ferrovia e proseguiamo dritto sulla ciclabile per 170 m fino ad attraversare il sottopasso della stazione di San Giuliano Milanese. Giunti dall’altra parte, attraversiamo prima la strada del parcheggio e subito dopo la strada statale sulle strisce pedonali a sinistra della rotonda. Arrivati sull’altro lato della statale ci dirigiamo verso destra e, dopo 60 m, in corrispondenza di un piccolo parcheggio, prendiamo la prima strada a sinistra, via Gramsci.

Dopo 50 m giriamo a destra in via Matteotti e, alla fine della strada, continuiamo dritto entrando nel parco dell’Oasi del Monastero della Vittoria, recentemente entrata a far parte della rete delle oasi Wwf Sud Milano con l’obiettivo di trasformarla in un centro per lo sviluppo di una flora autoctona e per la fauna della zona circostante. Attraver-

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siamo il parco seguendo il sentiero nel mezzo e usciamo nuovamente sulla strada in corrispondenza del cimitero, che costeggiamo a sinistra, sulla ciclopedonale, per circa 150 m; a questo punto attraversiamo la strada ed entriamo in un altro parco, sempre percorrendo la ciclabile: si tratta dell’Oasi Bosco di Zivido, un’altra oasi urbana del Wwf, nella quale sono stati piantati alberi tipici della Pianura Padana, con una cortina di carpini per mitigare gli effetti del traffico; all’interno del parco è presente anche uno stagno.

La ciclabile termina in un parcheggio [1.9], dove svoltiamo a sinistra verso l’uscita. Sbuchiamo su via Gorky e la imbocchiamo a destra, attraversiamo alle prime strisce pedonali e dopo 200 m giriamo a sinistra in via Bixio, che percorriamo fino all’incrocio successivo. Svoltiamo a destra in via dei Mille e, dopo altri 150 m, a sinistra in via Rosselli, che seguiamo per circa 200 m fino all’incrocio a T con via Tolstoi. Seguiamo a destra via Tolstoi per attraversare sulle strisce pedonali, quindi torniamo indietro ed entriamo a destra in strada vicinale Cascinetta e nel Parco agricolo Sud Milano; proseguiamo lungo la strada sterrata e alla prima biforcazione [1.10] manteniamo la destra. Seguiamo la strada che si addentra sempre di più in mezzo ai campi; a due passi da noi c’è il fiume Lambro. Camminiamo sul tracciato principale e raggiunto l’incrocio di Cascina Carlotta proseguiamo sulla sinistra; continuiamo per 1,3 km, poi giriamo a destra seguendo per Cascina Santa Brera; giunti all’ingresso della cascina continuiamo a sinistra sulla strada priva di marciapiede. Dopo circa 100 m, all’incrocio giriamo prima a sinistra poi subito a destra, e proseguiamo dritto per 600 m: il paesaggio è ancora bucolico ed è difficile pensare all’urbanizzazione che si estende a pochi passi da noi.

In fondo alla strada giriamo a sinistra e in breve ci imbattiamo nell’ingresso di Rocca Brivio, un affascinante complesso fortificato oggi utilizzato per eventi. Giriamo a sinistra, camminando a lato della costruzione, leggermente in discesa, e proseguiamo lungo il sentiero di nuovo in mezzo ai campi per circa 1 km, passando anche sotto alla superstrada.

Superiamo l’ingresso di Cascina Cappuccina, giriamo a destra e attraversiamo il ponte sul canale Vettabbia lambendo il Bosco di Montorfano, un’area destinata al recupero naturalistico nata negli anni Novanta del secolo scorso. In pochi metri sbuchiamo improvvisamente alle porte del centro abitato di Melegnano, proseguiamo dritto sulla pista ciclopedonale davanti a noi, costeggiando i condomini da un lato e un parco pubblico sull’altro. Alla fine del parco giriamo a sinistra in via Vincenzo Monti, poi attraversiamo a sinistra il parcheggio del supermercato e sbuchiamo sulla via Emilia  [1.11]: qui giriamo a destra sulla ciclopedonale e dopo circa 50 m al semaforo attraversiamo la strada ed entriamo in via Dante Alighieri. Sulla nostra sinistra incontriamo la parrocchia di Santa Maria del Carmine (XIV secolo), adiacente alla quale troviamo un convento fondato dai frati Carmelitani.

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Proseguiamo dritto fino al primo incrocio, dove attraversiamo imboccando via Edmondo de Amicis sulla destra. Dopo 100 m, all’incrocio, attraversiamo e sulla nostra sinistra troviamo via Guglielmo Marconi, che seguiamo per 200 m per poi svoltare a sinistra in via Roma, dove troviamo sulla nostra destra un parcheggio. Proseguiamo per altri 200 m fino a raggiungere la chiesa di San Giovanni Battista, punto finale di questa tappa.

Da vedere

Abbazia di Chiaravalle Fondata nel 1135 dal monaco cistercense san Bernardo di Clairvaux, l’abbazia è stata consacrata nel 1221, ma nei secoli successivi i lavori di costruzione non si sono fermati e sono stati così aggiunto il chiostro e, nella prima metà del Trecento, la torre nolare che raggiunge l’altezza di 56,26 m. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono state affrescate tra il 1613 e il 1616 dai Fiammenghini (i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro Della Rovere, noti pittori milanesi dell’epoca). I monaci dell’abbazia, che vivono secondo i principi della Regola di san Benedetto da Norcia, nel corso dei secoli hanno bonificato la zona a sud di Milano creando campi dotati di canali per l’irrigazione chiamati marcite (prima inesistenti in Lombardia) per l’allevamento di bestiame. La presenza di molti bovini consentiva un’abbondante produzione di latte tutto l’anno, ma l’assenza di metodi di conservazione ha indotto i monaci a escogitare una soluzione: fu così ideata una ricetta per conservare il formaggio fresco, salandolo e mettendolo a stagionare, e inventando in questo modo il Grana Padano. Alcune delle funzioni sono accompagnate da suggestivi canti gregoriani eseguiti dai monaci.

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ABBAZIA DI VIBOLDONE. La facciata romanica ospita già elementi gotici.

Abbazia di Viboldone Il complesso monastico, edificato a partire dal 1176 ma concluso solo nel 1348, è uno dei più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico; all’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo, il più antico dei quali, datato 1349, si trova nella lunetta sopra la zona absidale e raffigura la Madonna in trono fra i santi Michele arcangelo, Giovanni Battista, Ambrogio, Bernardo e il donatore. Fondata dagli Umiliati, un ordine religioso composto da monaci, monache e laici che conducevano una vita di preghiera e lavoro, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura di panni in lana, fu in seguito affidata ai Benedettini Olivetani e oggi è gestita dalle Benedettine di Viboldone, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

Melegnano Le origini dell’insediamento risalgono intorno al 300 a.C. con l’arrivo dei galli nella zona del fiume Lambro, successivamente (intorno al 220 a.C.) vi si stabilirono i romani. Nel Medioevo, per la sua posizione strategica, venne continuamente contesa tra Milano e Lodi, fino a diventare dominio dei Visconti nel 1420 e infine passare ai Medici nel corso della dominazione spagnola.

Nel centro cittadino è possibile visitare uno dei monumenti più significativi del tardo Medioevo melegnanese e lombardo, il CASTELLO MEDICEO VISCONTEO. Il castello è una rappresentazione delle stratificazioni dovute al susseguirsi delle diverse dinastie, ma la prima costruzione risale al 1243; successivamente, con l’intervento dei Visconti, l’edificio venne ampliato e nel 1512 venduto, insieme all’intero feudo di Melegnano alla famiglia dei Medici di Nosigia. Dalla particolare forma a U (un tempo era a pianta quadrilatera ma un lato, colpito dalle macchine da guerra di Francesco Sforza nel marzo 1449, venne abbattuto), il castello oggi presenta due delle quattro torri originali alte 10 m, mentre al suo interno diversi affreschi cinquecenteschi celebrano la famiglia dei Medici. Nella centrale piazza Risorgimento si trova la basilica minore di SAN GIOVANNI BATTISTA; la datazione di questa chiesa non è chiara e due sono le ipotesi più attendibili: la prima è che si tratti di una delle 100 chiese costruite da San Giulio d’Orta intorno all’anno 390, la seconda che sia stata fatta costruire subito dopo l’editto emanato da Teodosio nel 392 che, prevedendo il divieto di culti pagani, fece diffondere largamente il cristianesimo soprattutto nei piccoli paesi. Nel 1491 venne restaurata completamente su richiesta di papa Martino V che, per ricevere fondi per la costruzione, concesse delle indulgenze a chiunque avesse finanziato i lavori. Oggi la chiesa si presenta come risultato della revisione in stile barocco a seguito del restauro iniziato nel 1618. Sulla facciata, a capanna e in cotto, si apre al centro l’ingresso sormontato da un arco a tutto sesto; le finestre sono ornate in cotto mentre nella parte sinistra è collocato il campanile alto ben 33,7 metri.

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San Colombano a Milano

Colombano viene accolto a Milano con onore dai sovrani longobardi Agilulfo e Teodolinda. La regina diventerà in seguito una sua grande devota, tanto da recarsi in pellegrinaggio a Bobbio dopo la morte del Santo, per pregare sulla sua tomba. Il monaco, che ha interlocutori in tutte le classi sociali, è abituato a rivolgersi anche ai potenti e prima degli altri ai regnanti stessi, che è solito trattare alla pari. In questa fierezza conta la sua personalità, forte e poco disposta a piegare la testa. Non sorprende che Agilulfo, data la statura del personaggio che si trova di fronte, chieda la sua collaborazione per affrontare alcune questioni che lo preoccupavano.

A Milano è certo quindi non solo il passaggio, ma anche una prolungata dimora di san Colombano. Secondo la testimonianza di Giona, infatti, vivendo attorno a Milano, Colombano si impegna a migliorare le relazioni tra i longobardi e il papato e a ricomporre i contrasti religiosi che affliggevano all’epoca l’Italia settentrionale. Nella sua nuova sede Colombano interviene dunque in campo dottrinale, impegnandosi con autorevolezza, attraverso la predicazione e alcuni scritti. Su invito di re Agilulfo scrive al papa, assumendo così anche il ruolo di mediatore e garante fra il sovrano longobardo – di fatto l’aspirante re d’Italia – e il papato.

In riconoscimento del suo impegno ottiene la possibilità di ritirarsi nell’appartata conca di Bobbio, che gli viene donata da Agilulfo per fondarvi la sua ultima abbazia.

Non si sa di preciso dove san Colombano abbia soggiornato a Milano, anche se è verosimile che la sua residenza si trovasse nella zona di insediamento longobarda, non troppo lontano dalla sede della corte. Non è però certo che il Santo si sia trattenuto continuativamente in città: Giona infatti colloca la sua permanenza “poenes Mediolanum urbem”, che potrebbe voler anche dire “nei dintorni della città” e, vista la radicata abitudine del Santo a trascorrere periodi di isolamento eremitico, vien da pensare che egli abbia alternato al soggiorno urbano anche momenti trascorsi in qualche sede appartata fuori città.

A Milano non esistono tracce di una antica devozione a san Colombano. Ci sono però molti resti di antichi luoghi di culto, già esistenti al tempo dei longobardi e dedicati a santi e martiri della prima età cristiana, che si può supporre il Santo abbia visitato per devozione. Ne è esempio la millenaria basilica di San Simpliciano, ma lo stesso può dirsi per la basilica di Sant’Ambrogio e per le altre basiliche paleocristiane di San Lorenzo, di San Nazaro Maggiore e di Sant’Eustorgio.

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