Teatromagazine n.11

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TEA TRO magazine Periodico di informazione - Stagione di Prosa 2010/11

COMUNE DI PIACENZA TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA COMUNE DI PIACENZA con il sostegno di FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO

con il sostegno di

NUMERO 11

SPECIALE INFORMAZIONE TEATRALE 2011 150° anniversario dell’Unità d’Italia A teatro con gusto Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre Incontri e laboratori su teatro, cinema, danza Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali Progetti speciali


InFormazione Teatrale I

l programma InFormazione Teatrale ha dimostrato in questi anni di saper svolgere un ruolo importante nel fare teatro a Piacenza e nel territorio, contribuendo in modo fondamentale alla crescita critica e culturale del pubblico, soprattutto delle giovani generazioni. I vari progetti proposti sono stati caratterizzati da un approccio diverso al teatro, in grado di andare oltre la visione dello spettacolo: i laboratori, gli incontri, gli approfondimenti hanno saputo coinvolgere attivamente gli spettatori. Purtroppo la situazione di crisi - che malauguratamente accomuna il teatro e la cultura a molti altri settori della nostra economia e società - potrebbe indurci ad abbandonare quello che è “collaterale” all’evento teatrale in sé. Ma ogni rinuncia è una sconfitta. Ogni rinuncia significa perdere pubblico e consenso. Ogni rinuncia provoca smarrimento e rischia di vanificare il lavoro fino ad ora realizzato. Per questo non dobbiamo rischiare che si rinunci ad un programma come InFormazione Teatrale. Nonostante le difficoltà, anche quest’anno proponiamo numerosi progetti di Formazione e Informazione Teatrale. Proseguono alcune attività ormai consolidate (i percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre, le attività “educational” nelle scuole, i progetti su cinema e teatro, gli incontri con gli attori, il teatro per le famiglie) e allo stesso tempo viene dato spazio a nuove proposte. Tra queste ricordiamo Psichiatria e psicoanalisi a teatro, un laboratorio teatrale su Shakespeare con i giovani del Liceo “Gioia”, un laboratorio di movimento creativo con i ragazzi delle scuole primarie, i nuovi progetti produttivi inseriti nel programma Pre/Visioni dedicato ai giovani artisti, alle scuole di teatro e agli esiti di esperienze laboratoriali. Prosegue con la sua seconda edizione A teatro con gusto, un viaggio “teatrale” nella memoria, nella cultura e nei cibi di un paesaggio, e si riconferma il valore sociale del teatro con l’esperienza della Compagnia Diurni e Notturni, in residenza artistica presso Teatro Gioco Vita. Contenuti importanti a cui fanno da contraltare anche dati numerici altrettanto eloquenti: una ventina di progetti, più di centoventi incontri, circa novanta tra esperti, ospiti e artisti coinvolti. InFormazione Teatrale dai suoi inizi - la prima edizione risale al 2006 - è un programma sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che persegue le sue finalità di utilità sociale con un’attenzione particolare ai settori dell’istruzione e della formazione, dell’arte e della cultura. Sostenere e incrementare questi settori è un obiettivo fondamentale, per aggiungere qualità alla vita di una comunità e di un territorio, per generare risorse che vanno a vantaggio di tutti e producono fatti. InFormazione Teatrale va in questa direzione, e ha saputo dimostrarlo concretamente negli anni.

Diego Maj Direttore artistico Teatro Gioco Vita

Giacomo Marazzi Presidente Fondazione di Piacenza e Vigevano

2011



teatro magazine NUMERO 11

TEATROMAGAZINE Anno 8 - n. 11 Edizioni TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione Direttore Diego Maj Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza Tel. 0523.332613 - Fax 0523.338428 www.teatrogiocovita.it info@teatrogiocovita.it Direttore responsabile Simona Rossi Progetto grafico e realizzazione Matteo Maria Maj Stampa Tipolito Farnese, Piacenza - Febbraio 2011 Aut. Tribunale di Piacenza n° 604 del 31.12.2004 Hanno collaborato Emma Chiara Perotti, Massimiliano Gerbi

Fotografie e illustrazioni: Gianni Cravedi, Prospero Cravedi, Camilla Biella, Lele Luzzati, Matteo Maria Maj, Serafino Amato (Piazza d’Italia - Teatro di Roma), Attilio Marasco (Donna Rosita nubile, Piccolo Teatro di Milano), Lidia Bagnara, Claudio Cavalli, Massimiliano Gerbi, Pier Giorgio Armani In copertina immagine dello spettacolo Piazza d’Italia dal romanzo di Antonio Tabucchi, regia Marco Baliani, produzione Teatro di Roma (foto Serafino Amato), al Teatro Municipale il 28 febbraio 2011

SOMMARIO 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA Piazza d’Italia

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A TEATRO CON GUSTO Tortello mon amour

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ANTONIO E CLEOPATRA... PASSIONI E POESIE Progetto Shakespeare

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PERCORSI SULL’OMBRA E IL TEATRO D’OMBRE L’origine della figura - parte III Ombre. Work in progress

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DITELO ALL’ATTORE Incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa del Teatro Municipale

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GLI ELEMENTI DEL TEATRO Il teatro di regia in Italia

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CINEMA E TEATRO Proiezioni e incontri

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WALKING SHADOWS Il teatro di Shakespeare dal palcoscenico al grande schermo

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IL DUBBIO E LA CERTEZZA Psichiatria e psicoanalisi a teatro

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A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ Teatro per le famiglie

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L’ARTE A TEATRO Spettacoli e incontri teatrali su arte, artisti e dintorni

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DENTRO IL TEATRO Incontri di introduzione ai linguaggi della scena

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DIETRO IL SIPARIO Incontri di presentazione della Stagione di Prosa Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli Incontri di approfondimento sugli spettacoli

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SCARPE Laboratorio di movimento creativo e acrobatico (per gioco)

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COLLABORAZIONE CON IL PICCOLO TEATRO DI MILANO Lo spettacolo e la sua sintassi Del tradurre. L’approccio teatrale al testo

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PRE/VISIONI Piccoli pezzi Il gioco dell’ombra Kasimir e Karoline Antonio e Cleopatra... passioni e poesie Compagnia Diurni e Notturni

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ALTRI PROGETTI

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150°

anniversario dell’Unità d’Italia

PIAZZA D’ITALIA Teatro di Roma dal romanzo di Antonio Tabucchi personaggi e interpreti Patrizia Bollini Asmara Daria Deflorian Esterina Gabriele Duma Garibaldo I, Garibaldo II Simone Faloppa Ottorino, Melchiorre Renata Mezenov Sa Anita, Zelmira Mariano Nieddu Plinio, Gavure Alessio Piazza Apostolo Zeno, Don Milvio Naike Anna Silipo Esperia Alexandre Vella Quarto, Volturno, Venerio regia Marco Baliani drammaturgia Maria Maglietta scene e costumi Carlo Sala assistente scene e costumi Roberta Monopoli musiche Mirto Baliani

lunedì 28 febbraio 2011 - ore 21 Teatro Municipale

(Altri Percorsi - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)

Raccontare è raccontarci Gli antichi Greci, quando attribuirono divinità protettrici alle arti che gli Uomini hanno inventato per esprimere ciò che sentono e ciò che pensano, capirono che anche la Storia - che è l’arte di raccontare ciò che ci successe e ci succede - aveva bisogno di una musa, e la chiamarono Clio. Ma si resero anche conto che colui che si inoltra in quella difficile arte può essere abilissimo e ricco di retorica, ma il suo talento non produrrà buoni frutti se egli non possiede la memoria esatta di ciò che deve raccontare. O, peggio ancora, se pur conservandone memoria - sia perché ne fu testimone lui stesso, sia perché ne ha ricevuto testimonianza documentale - vi inserisce qualcosa a suo piacimento o addirittura lo racconta all’incontrario. Per esempio, invece di raccontare che Erode ammazzava i bambini ci racconta che i bambini ammazzarono Erode. Gli Antichi giunsero alla conclusione che Clio non poteva limitarsi a proteggere solo la scrittura della Storia, che in tanti modi si può fare, ma doveva proteggere anche la facoltà su cui l’essenza della Storia si basa, e attribuirono a Clio un duplice compito. Clio divenne dunque musa della Storia e della Memoria: prendendosi per segretaria Mnemosine, che di Memoria è ancella, divenne la “garante” della Storia. Garante nel senso che attesta che le vicende che qualcuno ci racconta sono veritiere: garantisce che si tratta di un racconto DOC, cioè di un prodotto di origine controllata. Faccio un esempio di un prodotto di origine non controllata. Il 12 dicembre 1969 nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano scoppiò una bomba che causò ventisette morti e decine


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di feriti. Il ministero degli Interni della Repubblica italiana fece dichiarare con solerzia, attraverso la televisione pubblica e la stampa allora credibile come il “Corriere della Sera”, che la strage era opera del movimento anarchico e gli esecutori materiali si chiamavano Pietro Valpedra e Giuseppe Pinelli. Quest’ultimo, trattenuto illegalmente in questura, cadde dalla finestra per un “malore attivo” (sono le parole della sentenza sulla causa della sua morte). Come un atleta che in preda a una crisi cardiaca decide di fare un bel tuffo dal trampolino per vedere se gli fa bene. Sono passati quarant’anni, ma dov’è Clio? In quale armadio lo Stato italiano ha rinchiuso Mnemosine? Recentemente il Presidente della Repubblica ha chiamato a sé le vedove delle due vittime che seguirono alla strage della bomba: Pinelli, l’uomo che per “malore attivo” cadde dalla finestra della questura, e il commissario Calabresi, l’uomo che in questura lo aveva interrogato. E che cadde anche lui, ma per “malore passivo” se così si può dire, perché fu abbattuto per strada come un animale. Forse perché sapeva? Perché poteva raccontarci qualcosa di vero? Questo non si sa, Mnemosine è sotto terra. Chiamare le vedove e dire cose sagge è un gesto saggio. Purtroppo la saggezza non fa Storia. E poi nella questione c’è una differenza di fondo: non fu Giuseppe Pinelli che convocò a casa sua la polizia; fu lo Stato che convocò Giuseppe Pinelli in questura. Un grande scrittore argentino, Ernesto Sabato, ha scritto un romanzo che si chiama Sopra eroi e tombe. La Repubblica italiana è autrice di una vicenda che però romanzo non è e che si potrebbe intitolare “Sopra vittime e tombe”. È Storia, ma noi non la conosciamo. Gli scrittori non scrivono la Storia, raccontano delle storie. A loro modo sono dei cantastorie, cioé tramandano con la scrittura la loro memoria o una memoria collettiva. Ma la Storia con la maiuscola è fatta anche delle loro storie. Di queste storie. Dalle nostre storie. Raccontare è raccontarci, scrivere è testimoniare, leggere è ricordare insieme.

Antonio Tabucchi


150°

anniversario dell’Unità d’Italia Una piazza d’Italia Antonio Tabucchi ha avuto modo più volte di confessare come Piazza d’Italia sia un testo nato quasi per caso, per vincere il tempo lungo di un’estate (quella del 1973) nella quale, come a volte accade, le circostanze ci costringono in un luogo. Quasi per gioco, dunque, nasce questo romanzo particolare e, ci viene da aggiungere, nasce uno scrittore, così come egli stesso racconta nella prefazione alla riedizione proprio di Piazza d’Italia: «Non mi resi conto, a quel tempo, che con questo libro sarei diventato uno scrittore. Le cose prima succedono e poi ci si riflette sopra. Fa un effetto strano rileggersi dopo vent’anni. E ripubblicare un libro che fu il nostro Io di allora. Quello ero l’Io di oggi, mi viene da chiedermi, o un’altra persona? Non lo so, e forse non voglio saperlo». Abbiamo parlato di romanzo particolare, il cui proponimento è chiarito dal sottotitolo “Favola popolare in tre tempi, un epilogo e un’appendice”, dal quale infatti traspare l’intenzione di giocare con i differenti piani del racconto, lavorando con una tecnica cinematografica sullo schema narrativo di una sorta di favola. Tabucchi stesso ha spiegato come, influenzato della lettura di Ejzenštejn, abbia voluto provare a “montare” le sequenze del racconto seguendo l’ordine di associazione delle idee invece di quello semplicemente temporale. Proprio grazie a questo montaggio, l’autore arriva a una frammentazione del racconto in brevi quadri che contribuiscono a fondere la linearità di ogni particolare scena con la circolarità del racconto totale, con il ripetersi di nomi, il mescolarsi dei tempi e delle situazioni. È un impianto questo che, unitamente al riferimento a “tre tempi, un epilogo e un’appendice” conferisce a questo romanzo un carattere teatrale-lirico, nel quale i “tre tempi” si possono in qualche modo accostare a tre atti teatrali costruiti, come si diceva, con un collage di scene brevi e frammentate. È in questo modo che Tabucchi (utilizzando, senz’altro, ampi riferimenti ai suoi luoghi natali, il paese di Vecchiano, tra Pisa e Viareggio) racconta la storia-favola di una piccola comunità toscana attraverso il secolo che va dalle battaglie garibaldine dei Mille sino alle lotte politiche degli anni Sessanta del Novecento. Si realizza così, attraverso il racconto delle storie minute dei personaggi di quella comunità marginale, la traccia di una storia più grande che è

memoria, l’idea di una narrazione che utilizza lo spazio aperto e metaforico di una Piazza d’Italia, per raccontare le diverse voci, le figure, gli avvenimenti che hanno composto la Storia di tutta l’Italia. Borgo diventa un punto focale e, diremo, un luogo letterario e teatrale nel quale, attraverso i toni di una favola che raccoglie la grande eredità orale del racconto popolare, scorre una riflessione sulla politica, sui tratti sociali e sulla Storia del nostro Paese. (...)


I crocicchi inaspettati della storia (…) Piazza d’Italia, il romanzo di Antonio Tabucchi, è il racconto di un’epopea famigliare. Attraverso le storie di tre generazioni di ribelli, che a loro volta si intrecciano con quelle degli altri abitanti del borgo toscano dove il tempo del romanzo si svolge, si percorre un arco storico di cento anni. Si passa così dallo sbarco dei Mille alla prima grande guerra, al fascismo, all’arrivo dei nazisti che bruciano il paese, fino alla lotta di liberazione e agli anni Sessanta della ricostruzione e della contestazione. Ma la grande Storia fa da sfondo all’intreccio di piccole storie molto potenti, dense di accadimenti, di conflitti, di esperienze e umanità e che proprio per questo riescono con più forza a raffigurare lo scenario del tempo storico e del suo svolgersi. La sua ineluttabilità, nella vita minuta di Garibaldo, di Gavure e di Don Milvio, acquista la forma epica del Destino, insinua la possibilità che la Storia grande possa sempre scompaginarsi, per un gesto di rivolta, per un sogno, per un crocicchio inaspettato. Così sono proprio queste storie e i personaggi che le veicolano a illuminare, riverberare e in parte riuscire a far comprendere sotto una luce nuova il tragitto accidentato del nostro paese dall’Unità d’Italia fino alla soglia degli anni Sessanta. (...) La scrittura di Tabucchi è visionaria, densa di immagini, di gesti e parole memorabili, di narrazioni e dialoghi improvvisi che aprono squarci commoventi e indimenticabili. Voglio conservare nello spettacolo la coralità epica della scrittura di Tabucchi, proseguendo una ricerca di drammaturgia narrativa che caratterizza da anni il mio percorso. Stavolta occorre tessere l’arazzo di un albero genealogico, in un passaggio di testimone da padre in figlio, dentro un contenitore di racconti che si succedono nel tentativo di misurarsi con l’unica esperienza che giustifica la necessità del raccontare, il morire. Per far sì che questo accada lo spettacolo deve essere pervaso da una dolce, a tratti struggente, ironia, come accade nelle pagine del romanzo. Si attraversano tre epoche. Nella prima, in una composizione multiforme, l’immaginario ottocentesco stampa le figure dei personaggi in suggestioni che ricordano Segantini e Pelizza da Volpedo, giocate in una giostra rutilante. Nella seconda la presenza dei corpi è asciutta, le immagini lasciano il posto al manifestarsi

dell’invisibile attraverso le parole e i racconti che ci portano alla soglia dell’indicibile che è la Seconda Guerra. Poi in un lampo un’unica scena del nostro passato prossimo si staglia netta, breve, concisa, riflettendosi spietatamente nel nostro presente. Anche la drammaturgia di Maria Maglietta compone il succedersi delle genealogie secondo andamenti diversi. Nel primo tempo la narrazione è frammentata in brevi sequenze, in racconti fugaci che fanno nascere i personaggi e le vicende storiche con pochi colpi di pennello, nel secondo prevale la forma del dialogo, in uno spazio tempo più astratto, quasi un radiodramma o un oratorio, a scandire il passaggio al nostro passato prossimo. Nel terzo la scrittura si condensa in un’unica ballata a far precipitare il tempo verso una fine che richiama ciclicamente l’inizio. La musica di Mirto Baliani lega l’inizio e la fine in una temporalità concentrica, dentro cui si alternano melodie di echi, risonanze, ricordi sonori. Come il carretto che ogni tanto chiude col suo passaggio un ciclo di vita così la musica segnala la soglia di quel finire necessario per far esistere un dopo. Durante lo spettacolo si passa da improvvise cadute nel dramma con dialoghi serrati, ad una narrazione epica e corale, oppure al racconto di un solo personaggio, mentre si muovono corpi che narrano senza parole. Intimità e distanza si intrecciano, empatia e straniamento avvengono in contemporanea, lo spettatore vede l’attore che racconta ma al tempo stesso percepisce l’immaginario che gli sta evocando. Ciò che gli appare sulla scena sembra del tutto oggettivo eppure al contempo su un piano soggettivo sta vivendo intensamente un’altra realtà. La scena pensata da Carlo Sala è astratta, un luogo di giravolte temporali, una specie di rotativa del tempo, con porte e finestre e botole e sipari che si spalancano ad ingoiare o sputar fuori immagini, cori di corpi, oggetti, voci. Alle pareti laterali appaiono, come presenze fantasmatiche, volti e corpi di altri alberi genealogici, frammenti di tempo fissato in sguardi, pose, gesti. Nella concisione necessaria alla scena teatrale, quello che resta, decantandosi dalla scrittura ampia del romanzo, deve possedere un’aura ancor più luminosa, deve sintetizzare nelle economie dei gesti e delle parole immagini che si incidono nella memoria, anche se effimere e sempre imprendibili. Immagini che devono essere cercate e create nella rappresentazione e non per la rappresentazione, valorizzando in primo luogo il percorso del gruppo di artisti che ne insegue il possibile compimento. Solo così lo spettacolo, come il romanzo, riesce a parlare di noi, quelli che restano oggi, dopo cento anni di storia, a fare i conti e tirare le fila di vicende che ci legano uno all’altro, figli e padri, nel tempo.

Marco Baliani

Per le scuole Nelle scuole superiori che assisteranno a Piazza d’Italia potranno essere organizzati incontri prima e/o dopo lo spettacolo, con l’obiettivo di una fruizione più consapevole da parte dei giovani spettatori della rappresentazione teatrale. Tali incontri, che saranno curati da Chiara Merli, devono essere richiesti all’Ufficio scuola di Teatro Gioco Vita.


A teatro con gusto TORTELLO MON AMOUR a cura di Giancarlo Spezia Il teatro è illusione, ma può essere anche un luogo nel quale condividere con altre persone l’emozione di riscoprire la ma­gia nascosta delle cose quotidiane, distillate dal tempo e dagli uomini. Per questo una mia idea, condivisa e incoraggiata da Diego Maj, si è concretizzata in A teatro con gusto: un viaggio nella memoria, nella cultura e nei cibi di un paesaggio. Anche quest’anno gli spettatori-attori saliranno sul palcoscenico per sedersi a questo avventuroso desco, presi per mano dalle voci vicine e lontane di scrittori che hanno amato e descritto i piatti della loro infanzia. A teatro con gusto ama dare voce a quella cucina popolare di cui quasi nessuno parla e che costituisce non di meno la base della alimentazione di un territorio. È stu­pefacente constatare come, in un’epoca di velocissimo scam­bio di informazioni e di merci, la cultura popolare continui a non distaccarsi dalla strada maestra della tradizione, non per­ché reazionaria ma semplicemente perché saggia e prudente. Il lavoro quotidiano della preparazione del cibo è sovente una sorta di riflesso condizionato, nel quale le massaie compiono i gesti e le scelte che raramente si distaccano dal loro mondo abitudinario. Quest’anno ci occuperemo della cultura popola­re del nostro territorio portando sul palco Carmen Artocchini, una vera icona nell’immaginario collettivo della nostra pro­vincia, depositaria ed instancabile catalogatrice e divulgatrice dei piatti della cultura popolare piacentina. La serata ha per titolo Tortello mon amour e con l’aiuto di Andrea Grignaffini svilupperemo il confronto con l’analogo piatto della tradizione parmense. A teatro con gusto non è solo occasione di sedersi a tavola per consumare un pasto peculiare, ma anche e soprattutto un viaggio della mente tra sapori e parole. Giancarlo Spezia Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza

venerdì 4 marzo 2011 - ore 20 Teatro Municipale Il cibo non è solo il carburante del nostro corpo: esso è alimento dello spirito e comunica emozioni nella più totale soggettività. Le emozioni più forti sono quelle che evocano persone care, il passato e soprattutto l’infanzia. Qualche volta capita di fare un salto sulla sedia per un sapore che all’improvviso ci riporta indie­tro negli anni, come saliti su una macchina del tempo. I tortelli attuali sono molto differenti da quelli della ricetta di decenni orsono, ben indicata da Carmen Artocchini oltre quarant’anni fa. Vorremmo ritrovare per un attimo quel sapore lontano e farvi compiere un tuffo nel passato.

il libro Carmen Artocchini, Piacenza a tavola, Edizioni Tip.Le.Co. presentazione della serata Giancarlo Spezia


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Dimostrazione della preparazione dei tortelli di magro Menù Antipasto - salumi della tradizione Primi piatti - tortelli ricotta e spinaci secondo l’antica ricetta piacentina - tortelli di erbette secondo l’antica ricetta parmense Secondo piatto - oca arrosto con le mele, patate al forno Dolce - turtlitt Vini del territorio Azienda Agricola La Celata - Ziano P.no

piatti a cura di Antica Locanda del Falco - Loc. Rivalta di Gazzola Trattoria Cervini - Loc. Campremoldo Sopra di Gragnano T. con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero Raineri-Marcora interverranno Carmen Artocchini, Andrea Grignaffini


Antonio e Cleopatra... passioni e poesie PROGETTO SHAKESPEARE

LABORATORIO TEATRALE PRATICO-INTENSIVO a cura di Valentina Escobar Valentina Escobar, operatrice teatrale, formatrice, attrice, giovane regista, aiuto regista di alcuni tra i più grandi Maestri del teatro italiano e internazionale, tiene con gli studenti della classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia” di Piacenza il laboratorio teatrale pratico intensivo, con spettacolo conclusivo, Progetto Shakespeare. Antonio e Cleopatra… passioni e poesie. Un percorso pensato per giovani studenti appassionati e interessati di teatro, che vuole essere un’esperienza poetica teatrale e formativa nella quale tutti gli “allievi attori” si confrontano con una giovane regista e alcune scene dell’opera di William Shakespeare. Il copione, su cui i partecipanti lavorano, è il risultato di una minuziosa operazione drammaturgica della stessa Valentina Escobar basata sulla ricerca di una giusta armonia tra le parole shakespeariane e la sceneggiatura del memorabile film dedicato a Cleopatra di Joseph Mankiewicz che vide protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton. Il laboratorio-spettacolo si articola in una fase iniziale di training con esercizi propedeutici finalizzati alla conoscenza del proprio corpo quale fonte di poesia, comunicazione ed espressione, alla concentrazione, alla creazione di un gruppo di “attori ” compatto, all’utilizzo della propria voce e alla creazione del personaggio, e in una sezione in cui si lavorerà all’analisi testuale, all’individualizzazione dei principali temi drammaturgici, alla creazione e al montaggio delle scene. Il risultato finale di tale percorso formativo è l’avvicinamento al mondo del teatro, alla sua professione, la scoperta della poeticità e dell’unicità espressiva di ogni attore partecipante, la creazione di un possibile atto unico incentrato sulla figura di Cleopatra in cui protagonisti però saranno tutti gli interpreti indipendentemente dal numero di battute dette, proprio in nome di quell’armonia indispensabile per fare teatro e musica, per creare e vivere.

Principali obiettivi del progetto - Serietà professionale e divertimento nell’affrontare il percorso teatrale - Sviluppare competenze teatrali con esperienze pratiche di lavoro - Trovare una propria verità partendo dal testo, dalla voce e dal corpo - Scoprire la propria poeticità e unicità attoriale con l’espressività di corpo e voce - Sviluppare la propria presenza scenica lavorando sull’urgenza dell’attore, sul significato del testo - Dialogo immaginario tra il proprio ego e il personaggio da interpretare - Dialogo col testo e la musica - Affinare le proprie capacità di ascolto, di relazione con gli altri attori e personaggi - Trovare una giusta armonia tra parola detta, canto e musica - Creare “personaggi vivi”, “elevarsi “al personaggio - Osservare un modello, capirlo e rielaborarlo per renderlo credibile e verosimile. - Cercare un linguaggio “epico”, “straniato”, senza perdere poesia, passione, intensità e credibilità.

con la classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia” di Piacenza


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Calendario del laboratorio dal 14 al 16 marzo 2011 Liceo “Gioia” - Succursale “Gesuiti”, Aula Magna dal 27 al 31 marzo 2011 10, 17, 30 e 31 maggio 2011 Teatro Comunale Filodrammatici

Performance finale

Antonio e Cleopatra... passioni e poesie mercoledì 1 giugno 2011 - ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici

(Pre/Visioni - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)

La classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia” viene seguita in questo progetto dalla professoressa di italiano Antonella Tampellini, insieme alle colleghe che insegnano lingue straniere (nello spettacolo sono infatti previsti inserti in lingua tedesca e inglese, con brani cantati). Decisivo il sostegno della professoressa Maria Augusta Schippisi, referente del “Gioia” per il teatro, oltre ovviamente a quello della preside professoressa Gianna Arvedi. Gli studenti coinvolti sono Alessia Avallone, Vittoria Burzi, Matteo Colombotti, Selene Fornaroli, Arianna Freschi, Cindy Gandolfi, Sara Guaragni, Mara Lazzarini, Giuseppina Loverre, Camilla Mannina, Aneta Nikolovska, Maria Renzino, Sofia Risoli, Francesco Rossi, Chiara Scarpanti. Collaborano con Valentina Escobar al progetto, curando la realizzazione dei costumi, Stefania Coretti e Tania Fedeli. Si ringrazia il Piccolo Teatro di Milano per la concessione di alcuni costumi e attrezzi di scena.


Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre

L’ORIGINE DELLA FIGURA parte III - Piccole storie d’ombra. Un percorso animato. a cura di Nicoletta Garioni Nessuna tecnica di rappresentazione è immortale. Solo l’ombra lo è. La nostra ombra è stata, nelle prime due tappe del Laboratorio L’origine della figura (che si sono tenute nel 2009 e nel 2010), costantemente oggetto d’osservazione, guida al nostro vedere, stimolo alla nostra immagi­nazione.

Il suo potere evocativo e metaforico ci ha condotti in un mondo ricco di figure. La sua materia inconsistente e la sua capacità di mostrarsi in forme sempre nuove e in con­tinua trasformazione ha spinto i nostri occhi a “guardare” dentro quel buio e a scoprirvi le tracce di una realtà parallela. L’ombra che timidamente è apparsa ai nostri piedi e che lentamente si è alzata in piedi si è dimostrata pronta a staccarsi da noi, diventare pubblica, e capace di raccontare storie per chi vuole ascoltarla. Da misteriosa e inafferrabile è diventata mansueta, pronta ad offrirsi come linguaggio di rappresentazione. La terza e ultima tappa del Laboratorio L’origine della figura porta a compimento questo percorso ed è incentrata proprio sull’ombra come strumento di rappresentazione. L’obiettivo è l’allestimento di un percorso animato composto da micro-storie d’ombra, inserite in uno spazio scenico non propria­ mente teatrale, in grado di rendere protago­niste le differenti possibilità e potenzialità espressive e poetiche dell’ombra. Le attività proposte permettono ai par­tecipanti di mettere a frutto le tecniche apprese. Si cimenteranno in prima persona nell’animazione dei propri lavori, rendendo vive le figure create. Tutte le tecniche del teatro d’ombre saranno attraversate, svilup­pate ed approfondite: l’analisi dello spazio, il rapporto tra luce e corpo. Le tecniche co­struttive delle figure troveranno un naturale sbocco nel percorso progettato realizzato e animato.

per insegnanti, educatori e animatori (partecipazione riservata a coloro che hanno seguito le annualità precedenti del laboratorio)


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Calendario del laboratorio 18 gennaio 2011 - dalle ore 17 alle 19 1 e 15 febbraio 2011 - dalle ore 17 alle 19 1 marzo 2011 - dalle ore 17 alle 19 3, 10, 17, 19 e 20 maggio 2011 - dalle ore 17 alle 19 Officina delle Ombre

Alla terza annualità del Laboratorio L’origine della figura partecipano Luciana Bertelli, Sonia Bonini, Grazia Carini, Silvia Dati, Laura Gilberti, Barbara Graviani, Sara Marzani, Giulia Rizzi, Daniela Romanini, Enrica Sacchi, Emanuela Savi, Daniela Silva, Manuela Tavani.

Performance finale

Il gioco dell’ombra Percorso a tappe alla scoperta della propria ombra

sabato 21 maggio 2011 - dalle ore 17 Officina delle Ombre (Pre/Visioni - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)

OMBRE. WORK IN PROGRESS - Dalle prove alla messinscena di uno spettacolo Teatro Gioco Vita mostra i meccanismi che sottostanno alla genesi di una rappresentazione teatrale. Durante le prove di una nuova produzione un gruppo di lavoro assiste ad una prima messa in scena e si confronta con la Compagnia sulle scelte drammaturgiche, sceniche e registiche e le modalità di rappresentazione messe in atto. Il percorso formativo si propone di far conoscere ai ragazzi come nasce uno spettacolo: la classe viene “guidata” nei momenti salienti dell’allestimento confrontandosi con il regista e l’equipe

artistica impegnata nell’allestimento. Il gruppo può successivamente assistere allo spettacolo finito, partecipando successivamente ad un secondo momento di confronto con il regista e il suo staff, in modo da riprendere le tematiche affrontate nella prima fase di lavoro e fare un raffronto con la messa in scena finale. per le scuole


Ditelo all’attore INCONTRI CON I PROTAGONISTI DELLA STAGIONE DI PROSA DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA a cura di Enrico Marcotti Tenere acceso il confronto fra pubblico e artista ben oltre l’evento scenico; capire le ragioni profonde di uno spettacolo sviscerandone e analizzandone i nuclei tematici facendo emergere allo stesso tempo i lati all’apparenza più oscuri o marginali di una rappresentazione teatrale; sentire dalla viva voce dei protagonisti motivazioni e percorsi che guidano la scelta di un autore o di un dramma indagando i processi di realizzazione scenica: tutto questo è Ditelo all’attore, ciclo di incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa del Teatro Municipale curato dal critico teatrale Enrico Marcotti, giunto quest’anno all’ottavo anno di vita. Attraverso una chiacchierata informale con gli attori o i registi e la mediazione del critico, si vuole favorire un confronto vitale tra artista e spettatore con il pubblico che ha la possibilità di approfondire temi e meccanismi degli spettacoli curiosando, perché no?, anche fra pensieri e idee, fra pubblico e privato, degli artefici delle stagioni di prosa. Ditelo all’attore, attraverso i suoi appuntamenti, rappresenta infine anche uno sguardo sulla situazione del teatro italiano ed europeo contemporanei, identifica passaggi generazionali, coglie il rinnovarsi di poetiche e forme produttive con l’obiettivo sempre dichiarato di valorizzare le felici intuizioni di chi crea ma anche di chi legge o guarda l’evento teatrale.

Prossimi appuntamenti martedì 8 febbraio 2011 - ore 17.30 incontro con Marco Paolini in scena con ITIS GALILEO produzione Jolefilm mercoledì 23 febbraio 2011 - ore 17.30 incontro con Massimo Dapporto, Benedicta Boccoli e la Compagnia in scena con L’APPARTAMENTO regia Patrick Rossi Gastaldi - produzione Antheia martedì 5 aprile 2011 - ore 17.30 incontro con la Compagnia in scena con I PUGNI IN TASCA regia Stefania De Santis produzione ErreTiTeatro30 mercoledì 13 aprile 2011 - ore 17.30 incontro con Franco Branciaroli in scena con DON CHISCIOTTE regia Franco Branciaroli produzione Teatro de gli Incamminati Teatro Comunale Filodrammatici

per tutto il pubblico


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Ditelo all’attore è ormai un’esperienza consolidata, arrivata quest’anno alla sua ottava edizione. Primi protagonisti del 2010/2011 a finire sotto la lente di Enrico Marcotti sono stati gli attori del Piccolo Teatro di Milano in scena con Donna Rosita nubile sotto la direzione del regista catalano Lluìs Pasqual: Giulia Lazzarini, Andrea Jonasson, Rosalina Neri, Franco Sangermano, Pasquale Di Filippo, Alessandro Gigli, Stella Piccioni. È stata poi la volta di Paolo Poli, al Municipale con Il mare da Anna Maria Ortese. L’incontro è stato anche occasione per ricordare Giancarlo Maserati, fondatore del gruppo teatrale “La Canea” e figura di spicco del teatro piacentino, scomparso nell’agosto scorso: Poli e Maserati erano infatti legati da un’amicizia di lunga data e da una profonda stima reciproca. Il pubblico piacentino ha quindi incontrato la Compagnia di Emilia Romagna Teatro Fondazione impegnata nello spettacolo Le signorine di Wilko, tratto dall’omonimo ro-

manzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz, una delle figure più importanti della letteratura polacca contemporanea, e diretto da Alvis Hermanis, regista lettone tra i più acclamati della scena europea: Sergio Romano, Laura Marinoni, Patrizia Punzo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani, Carlotta Viscovo. Interessante nei temi trattati anche l’appuntamento con la Compagnia del Teatro di Roma, al Municipale con Il Misantropo, regia di Massimo Castri: Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Federica Castellini, Ilaria Genatiempo, Andrea Gambuzza e Laura Pasetti. Molto partecipato sia da parte del pubblico sia da parte degli attori l’incontro dedicato alla commedia musicale di Garinei e Giovannini Aggiungi un posto a tavola portata in scena dal Sistina: erano presenti Gianluca Guidi, Enzo Garinei, Marisa Laurito, Marco Simeoli, Va­lentina Cenni, Titta Graziano e Andrea Carli.


Gli elementi del teatro

IL TEATRO DI REGIA IN ITALIA a cura di Chiara Merli Nell’Europa della seconda metà dell’Ottocento si afferma un nuovo paradigma del fare teatro: il concetto di regia, nato da una molteplicità di esperienze e riflessioni proposte da un gruppo disomogeneo di artisti, letterati e studiosi, arriva in breve tempo a imporsi quale nuovo principio organizzativo, estetico e culturale del teatro, segnando la nascita di quello che oggi comunemente si intende per spettacolo teatrale contem­poraneo. L’avvento della regia comporta una radicale revisione della prassi teatrale, in base alla quale i molteplici codi­ci della messinscena, liberati dalle gerarchie di valori che nel corso dei secoli avevano determinato il prevalere di un linguaggio sull’altro, sono posti pariteticamente al servizio del regista, artefice unico, responsabile della specialistica ottica creatrice da cui dipende l’armoniosa e coerente realizzazione d’insieme dello spettacolo. Nel nostro Paese la regia si afferma, con un notevole ritardo rispetto alle esperienze europee, tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, come esito di un percorso di graduale presa di distanza dalle modalità ottocentesche e grandattorali di concepire il teatro, intrapreso dai primi decenni del secolo da teatranti del calibro di Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello, Silvio D’Amico, Orazio Costa, Anton Giulio Bragaglia, e culminato nella lezione di Luchino Visconti, padre fondatore del nostro teatro di regia. Ponendosi come ideale prosecuzione del percorso avviato nella scorsa stagione teatrale, il laboratorio in­tende concentrarsi sugli sviluppi del teatro di regia in Italia, attraverso i suoi più significativi rappresentanti: Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Massimo Castri (la cui regia de Il Misantropo è stata in scena nell’ambito della Stagione di Prosa “Tre per Te”) e Cesare Lievi sono i protagonisti di questi incontri, che cercano di delineare le personalità, le poetiche e i percorsi di questi grandi esponenti di due generazioni di registi italiani.

martedì 15 febbraio 2011 - ore 17 Il teatro d’arte per tutti di Giorgio Strehler martedì 1 marzo 2011 - ore 17 Luca Ronconi e le frontiere della drammaturgia martedì 15 marzo 2011 - ore 17 Massimo Castri, tra Goldoni, Ibsen e Pirandello martedì 29 marzo 2011 - ore 17 Parole in una stanza: il teatro di Cesare Lievi Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici

Il progetto Gli elementi del teatro è stato avviato da Chiara Merli nel 2009. Inizialmente pensato come momento formativo per gli insegnanti, viste le richieste è stato aperto con successo a tutto il pubblico, coinvolgendo appassionati e cultori del teatro. Tra i temi affrontati nelle due prime annualità, la dimensione spazio - temporale del teatro, la parola in scena, regia implicita e regia esplicita, l’attore e il personaggio, nascita ed evoluzione della regia teatrale, la regia come sintesi dei linguaggi della messinscena, l’attore e il personaggio nella prospettiva della creazione.

per insegnanti (gli aperti a tutto il pubblico) perincontri tutto ilsono pubblico


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Cinema e Teatro PROIEZIONI E INCONTRI presentati da Giorgio Betti L’innegabile parentela che lega cinema e teatro si riscontra sul piano storico come su quello estetico-linguistico. Sia teatro che cinema costituiscono, normalmente, l’occasione di un’esperienza di spettacolo, si iscrivono nell’orizzonte della rappresentazione, fanno appello principalmente alla vista e all’udito, operano perlopiù sui medesimi costituenti (attori, scenografie, costumi, set, regista…) e condividono anche molti percorsi. Fittissima è infatti la trama di intrecci, scambi, prestiti e interferenze che, dopo aver segnato la storia delle due arti, proficuamente continua ad alimentarle. Questi due ambiti artistici si incontrano grazie al progetto Cinema e Teatro. La presenza nel cartellone della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011 di alcuni spettacoli legati a quella che viene definita “la settima arte” (Le signorine di Wilko, regia di Alvis Hermanis; L’appartamento, regia di Patrick Rossi Gastaldi; I pugni in tasca, regia di Stefania De Santis) diventa occasione per un percorso che grazie al grande schermo, attraverso proiezioni e incontri sui film, vuole introdurre il pubblico a quello che va in scena al Teatro Municipale.

Il percorso Cinema e Teatro si è aperto con una serata dedicata a Panny z Wilka (Le signorine di Wilko), regia di Andrzej Wajda, pellicola del 1979 a suo tempo candidata all’Oscar come miglior film straniero. La sceneggiatura del film, scritta da Zbigniew Kaminski, è tratta dall’omonimo racconto di Jaroslaw Iwaszkiewicz da cui il regista lettone Alvis Hermanis ha adattato la drammaturgia dello spettacolo teatrale Le signorine di Wilko.

Prossimi appuntamenti venerdì 18 febbraio 2011 - ore 21 L’appartamento Usa 1960, 125’ regia Billy Wilder, soggetto e sceneggiatura I.A.L. Diamond, Billy Wilder venerdì 25 marzo 2011 - ore 21 I pugni in tasca Ita 1965, 107’ (v.m. 14) regia e sceneggiatura Marco Bellocchio Teatro Comunale Filodrammatici

per tutto il pubblico


Walking shadows IL TEATRO DI SHAKESPEARE DAL PALCOSCENICO AL GRANDE SCHERMO a cura di Chiara Merli “Se nel 1599 fosse esistito il cinematografo Shakespeare sarebbe stato il più grande regista del suo tempo. Si può dire che egli scrivesse per il cinematografo quando spezzettava l’azione in una serie di piccole scene, ed anticipava così la tecnica dello schermo, impaziente com’era, e come si dimostra in molti drammi, delle limitazioni paralizzanti del palcoscenico”. Con queste parole, Laurence Olivier, interprete shakespeariano per eccellenza, offriva una sua interpretazione delle ragioni della straordinaria affinità tra Shakespeare e il cinema. Un’affinità sostenuta dalle caratteristiche intrinseche dell’opera shakespeariana: una lingua tra le più fantasiose, immaginifiche, sincopate, vibranti, musicali e astratte della letteratura; una struttura narrativa solida e corposa, trame affascinanti e coraggiose; personaggi dotati di uno spessore drammaturgico tale da diventare proverbiali, simboli universali e universalmente riconosciuti; la capacità di fondere e confondere i generi, i registri comico e tragico e le più diverse fonti di ispirazione. Il laboratorio affronta da una parte un capolavoro del cinema come Macbeth diretto e interpretato da Orson Welles, autentica pietra miliare nella filmografia shakespeariana; dall’altra Amleto, proposto in un collage di frammenti tratti da due versioni storiche dell’opera del Bardo, quella firmata da Laurence Olivier nel 1948 (premiata con ben cinque Oscar, tutt’ora considerato uno dei migliori adattamenti cinematografici di testi di Shakespeare) e quella diretta e interpretata nel 1996 da Kenneth Branagh, prima versione completa della tragedia mai portata sullo schermo.

per le scuole secondarie superiori

venerdì 18 marzo 2011 - ore 9.15 Macbeth (Orson Welles, USA 1948, b/n, 107’) venerdì 29 aprile 2011 - ore 9.15 Hamlet (Laurence Olivier, GB 1948, b/n, 153’) Hamlet (Kenneth Branagh, USA/GB 1996, col., 242’)

Gli incontri prevedono un’introduzione al film, la sua visione e l’analisi di alcune sequenze funzionali ad individuare i punti di contatto e le differenze tra testo drammaturgico, letterario e filmico. I due appuntamenti sono preceduti da un incontro propedeutico per illustrare il rapporto tra teatro, cinema e letteratura, cercando di mettere a fuoco gli elementi essenziali della relazione tra Shakespeare e il cinema. Il laboratorio intende fornire strumenti utili da un lato alla conoscenza dei fondamenti del linguaggio cinematografico, dall’altro, attraverso la visione, il commento e l’analisi dei film presentati, intende guidare gli studenti alla conoscenza approfondita di alcune opere letterarie di grande interesse.


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Il dubbio e la certezza PSICHIATRIA E PSICOANALISI A TEATRO. AMLETO, IL MISANTROPO E DON CHISCIOTTE a cura di Giovanni Smerieri - con la collaborazione di Marco Martinelli Il filo conduttore del progetto è la sofferenza disperante, comica, surreale di chi ha perso la fiducia nel proprio mondo, e si ritrova solo nelle relazioni umane. La fiducia, voce interiore che ci accompagna verso lo sconosciuto e ci permette di amare senza perderci nell’altro, ha bisogno di certezze e di dubbi. Mentre il dubbio spinge alla ricerca del vero, la certezza anima il coraggio dell’attesa. Amleto, il Misantropo e Don Chisciotte, non potendo amare, incarnano, nella dialettica dubbio-certezza, la tragedia della morte del sé. Casi clinici? Personalità malate? Curanti impotenti? O aspetti della nostra mente, delle nostre relazioni o della nostra condizione umana? Il percorso, costituito da tre incontri, si è aperto con una serata dedicata ad Amleto: «Un padre che, non sapendo amare si fa persecutore. E un figlio, intossicato dall’odio, che per sconfiggere l’angoscia di morte uccide l’amore». È stata poi la volta di un appuntamento dedicato al Misantropo: «Un idealista che, spaventato da amore, fa tacere il desiderio e isola la ragione nel regno della solitudine». Le riflessioni di Smerieri sul personaggio creato da Molière sono state accompagnate da un programma musicale curato da Francesca Schirinzi, violinista e cantante, docente al Conservatorio Nicolini di Piacenza. Sono stati eseguiti brani di Jean-Baptiste Lully e Marc Antoine Charpentier. La Schirinzi (violino, voce) è stata accompagnata da Eugenia Gaboardi (viola) e Giulia Lanati (violoncello). per tutto il pubblico

Prossimo appuntamento venerdì 8 aprile 2011 - ore 21 Don Chisciotte La passione solitaria. L’ultima speranza prima del trionfo della malinconia. Teatro Comunale Filodrammatici

Per le scuole Il progetto Il dubbio e la certezza viene proposto anche in una formula pensata per gli studenti, attraverso incontri nelle scuole superiori. L’idea si è sviluppata a partire da una prima esperienza sull’approfondimento dei temi di Amleto condotta con alcune classi del Liceo Artistico “Cassinari” e del Liceo “Gioia”, che si è rivelata particolarmente proficua per i ragazzi e i loro insegnanti. È allo studio la realizzazione dell’intero percorso - Amleto, Il Misantropo e Don Chisciotte - al Liceo “Colombini”.


A teatro con mamma e papà TEATRO PER LE FAMIGLIE Non solo una rassegna teatrale rivolta alle famiglie, per avvicinare i bambini con i genitori e i nonni all’esperienza dello spettacolo dal vivo e per trascorrere insieme il tempo libero, ma anche una proposta per educare fin dalla prima infanzia al senso critico, alla fantasia, alla creatività. L’acqua, la diversità, le avventure del primo elefante con la proboscide, bolle di sapone, i voli di Chagall. E ancora, tradizioni, miti, storie di animali e bambini. Tutto questo raccontato con ombre, attori, immagini, oggetti, burattini, proiezioni. Hanno inaugurato la Stagione 2010/2011 per le famiglie due spettacoli di Teatro Gioco Vita. Il primo in cartellone è stato I viaggi di Atalanta, coproduzione con Emilia Romagna Teatro Fondazione per un pubblico a partire dai 6 anni, che racconta il mito di Atalanta - una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi - a partire dal testo di Gianni Rodari e dai disegni di Lele Luzzati. È stata poi la volta della nuova produzione di Teatro Gioco Vita Cane Blu per i bambini da 3 anni, regia di Fabrizio Montecchi, spettacolo tratto da Chien Bleu di Nadja, autrice connotata per l’originalità dei suoi temi e delle sue illustrazioni. Giallo Mare Minimal Teatro ha messo in scena Accadueò, otto piccole storie originali sull’acqua, per parlare ai bambini di un bene prezioso da preservare e di un elemento che è all’origine del mondo. Successo per i burattini tradizionali, proposti da Dimmo Menozzi (La vendetta della Strega Morgana) e dal Teatro del Drago (Il grande trionfo di Fagiolino pastore guerriero).

Prossimi appuntamenti domenica 6 febbraio 2011 - ore 16.30 La Baracca Testoni Ragazzi L’ELEFANTINO Liberamente tratto da un racconto di Rudyard Kipling da 2 anni domenica 13 febbraio 2011 - ore 16.30 Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti IL PINGUINO SENZA FRAC Liberamente tratto dal racconto di Silvio D’Arzo da 4 anni domenica 27 febbraio 2011 - ore 16.30 e ore 18 Michele Cafaggi OUVERTURE DES SAPONETTES Un concerto per bolle di sapone da 2 anni domenica 13 marzo 2011 - ore 16.30 Tam Teatromusica ANIMA BLU Dedicato a Marc Chagall da 5 anni Teatro Comunale Filodrammatici

per bambini e famiglie


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L’arte a teatro SPETTACOLI E INCONTRI TEATRALI SU ARTE, ARTISTI E DINTORNI a cura di Chiara Merli Un nuovo percorso, nell’ambito dei progetti “educational” di Teatro Gioco Vita, in bilico tra arte e teatro, alla scoperta del sottile confine che separa e unisce i diversi modi del “fare arte”, e delle infinite possibilità di dialogo e scambio tra le arti. Prendendo le mosse da alcuni spettacoli nel cartellone della Stagione di Teatro Scuola “Salt’in Banco” (La magia delle immagini. La storia dell’arte spiegata ai ragazzi della Compagnia Teatrale Piccoli Principi e Anima Blu. Dedicato a Marc Chagall di Tam Teatromusica) si intende offrire agli studenti partecipanti una possibilità di indagare l’area delle possibili intersezioni tra arte e teatro, facendo del teatro uno strumento propedeutico alla comprensione della storia dell’arte, e al contempo sfruttando l’arte come mezzo per svelare alcuni meccanismi del gioco teatrale. Un’occasione per gli studenti per imparare a ragionare in modo “multimediale” su contenuti inediti o noti attraverso il medium del teatro, in un percorso originale di costruzione della conoscenza. Il laboratorio Un ciclo di incontri nelle scuole, prima e dopo la visione degli spettacoli. Il laboratorio intende accompagnare i partecipanti in un percorso di studio e approfondimento attraverso gli elementi costitutivi del linguaggio teatrale e del linguaggio delle arti figurative. A conclusione del lavoro gli insegnanti possono proseguire l’approfondimento in classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.

per le scuole secondarie di primo grado e secondarie superiori

Gli spettacoli Compagnia Teatrale Piccoli Principi LA MAGIA DELLE IMMAGINI La storia dell’arte raccontata ai ragazzi Un’introduzione al complesso mondo dell’arte, alla sua storia ai suoi processi formativi. Teatro d’attore e immagini Martedì 22 febbraio 2011 - ore 10 Mercoledì 23 febbraio 2011 - ore 10 Giovedì 24 febbraio 2011 - ore 10 Teatro Comunale Filodrammatici Tam Teatromusica ANIMA BLU Dedicato a Marc Chagall Guardare i quadri di Chagall è compiere un viaggio nella poesia e nell’emozione. Teatro musicale e immagini proiettate lunedì 14 marzo 2011 - ore 10 martedì 15 marzo 2011 - ore 10 mercoledì 16 marzo 2011 - ore 10 Teatro Comunale Filodrammatici

Al laboratorio hanno aderito classi della scuola secondaria di primo grado “Anna Frank”, del Liceo “Gioia” di Piacenza e del Liceo “Novello” di Codogno.


Dentro il teatro INCONTRI DI INTRODUZIONE AI LINGUAGGI DELLA SCENA a cura di Chiara MerlI Gli artifici, le magie e le invenzioni; ma anche le regole e i meccanismi, sostenuti da un perfetto ingranaggio e da un sistema di segni che si intersecano in un unico linguaggio, complesso e sfaccettato: tutto questo è il teatro. Il laboratorio si propone di guidare gli studenti in un percorso ‘dentro’ i misteri del teatro, alla ricerca delle radici del fare teatro, nell’affascinante scoperta della materia di cui sono fatti i sogni. Il progetto si articola in tre livelli: La magia del teatro per le primarie, Capire lo spettacolo teatrale per le secondarie di 1° grado, Leggere lo spettacolo teatrale per le superiori. Il percorso è adattato all’esigenza e all’esperienza di ciascuna classe coinvolta e ai programmi didattici svolti dalle singole classi. La magia del teatro per le scuole primarie Un percorso di tre incontri alla scoperta delle meraviglie del gioco teatrale: l’improvvisazione, la recitazione, gli oggetti di scena, gli effetti speciali. Per scoprire l’essenza dell’illusione teatrale, il ‘magico se’ che trasforma la finzione in realtà.

Capire lo spettacolo teatrale per le scuole secondarie di primo grado Il testo è una componente fondamentale dello spettacolo teatrale: questo percorso articolato in quattro incontri si propone di guidare gli studenti alla comprensione dei fondamenti della drammaturgia, dal canovaccio dei comici dell’arte al testo dialogico, al copione, fino al sotto-testo e al testo-spettacolo. Gli allievi saranno chiamati a misurarsi con queste nuove forme testuali in un percorso che si configura come un vero e proprio laboratorio di scrittura creativa. Leggere lo spettacolo teatrale per le scuole secondarie superiori Quattro incontri per imparare a leggere uno spettacolo teatrale nei suoi molteplici linguaggi: attraverso la visione guidata di alcuni allestimenti ‘storici’, gli studenti potranno apprendere le specificità delle diverse componenti della messinscena e così acquisire strumenti indispensabili per una fruizione più completa e consapevole dello spettacolo teatrale.

per le scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie superiori


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Il laboratorio prevede diverse tipologie di incontri (a seconda della classe e dell’età degli studenti), definiti anche sulla base di indicazioni fornite dagli insegnanti. L’obiettivo principale è far acquisire strumenti utili alla comprensione dei fondamenti del linguaggio teatrale, con modalità e secondo livelli di approfondimento adeguati alle esigenze degli studenti dei diversi ordini di scuole. A conclusione del lavoro gli insegnanti possono proseguire l’approfondimento in classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.

Numerose le scuole che si avvicinano all’esperienza teatrale tramite gli incontri del progetto Dentro il teatro. Tra le scuole primarie della città, partecipano al percorso La magia del teatro classi della “Giordani”, della “Don Minzoni”, della “De Amicis” e dell’Istituto “Sant’Eufemia”. In provincia hanno aderito la scuola primaria di Cortemaggiore e quella di Pecorara. Nel Lodigiano diverse classi vedono gli interventi di Chiara Merli, tra cui quelle della scuola primaria di Fombio, di San Rocco al Porto e delle primarie “San Biagio” e “Anna Vertua Gentile” di Codogno. Gli incontri del percorso Leggere lo spettacolo teatrale proposto agli istituti superiori vedono il coinvolgimento di alcune classi del Liceo Artistico “Cassinari” di Piacenza, del Liceo Scientifico “Mattei” di Fiorenzuola e dell’Istituto Agrario Statale “Tosi” di Codogno. In tutto fino a maggio sono in calendario complessivamente 75 incontri, con il coinvolgimento di 28 classi, per un totale di 600 studenti che dalle primarie alle superiori sono “entrati dentro” i misteri del teatro grazie a questa importante sezione dei progetti “educational” proposti da Teatro Gioco Vita nell’ambito dei programmi di “InFormazione Teatrale”.


Dietro il sipario

INCONTRI DI PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE DI PROSA “TRE PER TE” INCONTRI PROPEDEUTICI ALLA VISIONE DEGLI SPETTACOLI INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SUGLI SPETTACOLI a cura di Chiara Merli Nella prospettiva della “costruzione” del pubblico, Teatro Gioco Vita offre agli studenti, alle biblioteche e ai gruppi organizzati un progetto basilare nel percorso di educazione al teatro finalizzato ad istituire un dialogo continuativo e uno scambio reciproco con gli spettatori. Andando incontro all’esigenza del pubblico di migliorare gli strumenti in proprio possesso da una parte per fruire meglio della visione dello spettacolo, dall’altra per disporre di chiavi di lettura adeguate e per approfondire l’esperienza della visione dello spettacolo stesso, il progetto si pone l’obiettivo di aiutare ad acquisire maggiore dimestichezza con il mondo del teatro e a sviluppare il senso critico, per assistere in modo più consapevole alla rappresentazione teatrale.

Incontri di promozione e formazione del pubblico sui contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre per Te” L’illustrazione dei contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre per Te” diventa occasione per avviare un percorso di avvicinamento al teatro, senza la pretesa di spiegarlo né classificarlo, ma con l’intento di offrire al pubblico l’opportunità di fruire in modo consapevole dell’esperienza teatrale. Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli Gli incontri precedenti la visione della rappresentazione teatrale sono finalizzati a introdurre i temi dello spettacolo e facilitarne la comprensione.

Incontri di approfondimento sugli spettacoli Gli incontri successivi alla visione dello spettacolo sono finalizzati a sviluppare alcuni nodi tematici e approfondire l’esperienza della visione.

Incontri di promozione e formazione sui contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre per Te” sono stati effettuati al Liceo “Respighi” e all’Istituto “Romagnosi” di Piacenza. Analoghe iniziative sono state proposte anche ad alcuni gruppi organizzati, tra cui l’Associazione Culturale Scuba Libre di Piacenza e la Biblioteca Comunale di Caorso. Classi del Liceo Artistico “Cassinari” e del Liceo “Gioia” hanno invece seguito un percorso di approfondimento collegato alla visione dello spettacolo Amleto del Teatro del Carretto in scena al Teatro Municipale per la Stagione di Prosa “Tre per Te”, con incontri precedenti e successivi alla rappresentazione. Un percorso su Amleto di Shakespeare tra letteratura e teatro è al centro di alcuni interventi in programma al Liceo “Colombini” di Piacenza. In tutto una decina di incontri in scuole, biblioteche e associazioni in città e provincia.

per scuole, biblioteche e gruppi organizzati


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Scarpe LABORATORIO DI MOVIMENTO CREATIVO E ACROBATICO (PER GIOCO) collegato alla visione dello spettacolo Scarpe a cura di Giorgio Rossi, Elena Burani, Fabio Nicolini, Francesco Sgrò Associazione Sosta Palmizi, Collettivo 320chili Il progetto architettonico dell’orologiaio è rigoroso, virtuoso, mira a risultati precisi. Altra tendenza, quella del giardiniere: crea le condizioni, prepara il terreno, getta semi per una fioritura che spesso ha direzioni imprevedibili. Giorgio Rossi, quando insegna ai bambini il movimento, la relazione con il proprio corpo che danza, si sente più vicino al giardiniere. Danzatore, coreografo, cofondatore di Sosta Palmizi, tra le più longeve Compagnie di sperimentazione in Italia, da anni tiene laboratori in scuole e teatri, all’estero e in Italia, oltre a portare in scena affascinanti spettacoli per ragazzi come La Favola Esplosa, Balocco, Scarpe. «Se la danza classica, la ginnastica artistica mirano alla costruzione di un corpo codificato, operano trasformazioni precise e strutturate - spiega - ciò che tento di costruire è la capacità di un percorso sensoriale e “memorico” a partire dal quale il corpo possa destinarsi in sequenze di movimenti rispondenti al luogo e al momento che di volta in volta ospitano la danza». «La danza è tutto ciò che riguarda l’uomo, ivi compresa la voce», diceva il coreografo Rudolf von Laban. Giorgio Rossi parte da quest’idea, cerca di sollecitare la memoria uditiva, olfattiva, visiva dei suoi piccoli allievi, li interroga sul ricordo dei sapori, sui loro primissimi ricordi. Fa loro domande più che affermare, poi li invita all’ascolto. Crede che la cosa più importante da insegnare ai bambini che abitano le città di oggi, spesso senza spazi e tempi per imparare a muoversi, sia la capacità di improvvisare nell’ascolto, profondo, di quel che sta attorno. La mimesi è uno strumento importante nel suo modo di insegnare, ma quando invita un bambino a farsi foglia, fiume o farfalla, lo invita a confrontarsi con il suo ricordo, a riprodurre energia e ritmo sentiti nel contatto con quel che sta cercando di imitare.

(…) Uno sguardo bambino saprà più facilmente riconoscere il senso dell’agire e dell’accadere nel luogo dell’evento, decodificando il succedere senza giudizio e con un piacere che è proprio dell’essere umano, sospeso tra stupore e incredulità, riconoscimento e divertimento. L’ho visto negli occhi dei bambini, l’ho ascoltato nel loro respiro, l’ho percepito nella loro attenzione e mi ha emozionato e fatto sentire parte vitale e privilegiata di questo mondo. Giorgio Rossi Lo spettacolo Associazione Sosta Palmizi, Collettivo 320chili SCARPE giovedì 24 marzo 2001 - ore 10 venerdì 25 marzo 2011 - ore 10 Teatro Comunale Filodrammatici Il laboratorio giovedì 24 marzo 2011 - ore 11 venerdì 25 marzo 2011 - ore 11 Teatro Comunale Filodrammatici in collaborazione con AterDanza con le classi II B e IV C della scuola primaria “Giordani” di Piacenza


Collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano Il Protocollo d’Intesa sottoscritto da Teatro Gioco Vita e dal Piccolo Teatro di Milano si conferma uno dei punti di forza delle attività formative. È dal 2003/2004 che gli spettacoli del Piccolo ospitati nella Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale diventano occasione per progettare percorsi di approfondimento, laboratori e incontri con il coinvogimento di scuole, famiglie, insegnanti e di tutto il pubblico. Un’occasione importante per Piacenza e il territorio. Il 14 aprile 2004 Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione

e Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa che ha tra i suoi obiettivi promuovere e realizzare attività di formazione ed educazione al teatro, laboratori, seminari, conferenze; concordare attività d’aggiornamento per i docenti; realizzare progetti di coproduzione per spettacoli, eventi speciali, festival o rassegne; favorire l’ospitalità di spettacoli stranieri di comune interesse e la reciproca ospitalità delle proprie produzioni. Obiettivi che di anno in anno si sono sempre realizzati concretamente.

LO SPETTACOLO E LA SUA SINTASSI a cura del Settore Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano Federico García Lorca e il testo teatrale. Lluís Pasqual e la sua lettura registica. La metafora della “rosa mutabilis”. Le figure femminili. Sono alcune delle tematiche sviluppate da Anna Piletti, responsabile delle attività didattiche del Piccolo Teatro di Milano, nel corso degli incontri Lo spettacolo e la sua sintassi propedeutici alla visione di Donna Rosita nubile (andato in scena al Teatro Municipale il 16 e 17 novembre scorso nell’ambito della Stagione di Prosa “Tre per Te”). Gli incontri si sono tenuti al Liceo “Respighi” e al Liceo “Gioia” di Piacenza. Nell’istituto di Piazzale Genova Anna Piletti ha incontrato le classi 2L e 2H. Al “Gioia” invece l’incontro ha coinvolto un gruppo di ragazzi abbonati alla Stagione di Prosa del Municipale e di studenti che hanno assistito con la classe allo spettacolo Donna Rosita nubile.

per le scuole secondarie superiori


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DEL TRADURRE. L’APPROCCIO TEATRALE AL TESTO INCONTRI SULLA RISCRITTURA DRAMMATURGICA a cura di Roberta Zanoli Ogni autore, come ogni compositore, ogni grande scrittore - e dietro ogni grande autore, sia Beckett o Lorca, si nasconde il poeta - possiede un modo particolare di “respirare il mondo”. Noi dobbiamo entrare in questo respiro che fa raccontare la storia come avrebbe voluto l’autore, con i tempi, le emozioni, come le avrebbe sentite lui stesso, al di là della lingua. Lluís Pasqual Dalla suggestione di queste parole del regista Lluís Pasqual a proposito di Donna Rosita nubile e del lavoro fatto per dirigere Federico García Lorca in italiano, ha preso spunto il lavoro di Roberta Zanoli sulla “traduzione” per la scena, ossia l’approccio teatrale al testo. La parola teatrale ha un’enorme responsabilità: scrivere per il teatro comporta un impegno in più, perché le parole, i pensieri, non sono destinati solo alla carta, ma già devono prevedere l’interpretazione delle proprie parole, l’ascolto da parte di un pubblico dei propri pensieri. La scrittura da leggere, meditare, su cui riflettere con calma è completamente diversa dalla scrittura scenica che immediatamente deve far arrivare i propri messaggi tramite l’azione, il suono, le immagini che evoca. Un ciclo di tre incontri sulla riscrittura drammaturgica, un progetto formativo rivolto a chi vuole conoscere meglio la scrittura per la scena, con l’obiettivo di lavorare in modo creativo su suggestioni, idee, immagini nate dall’incontro con alcuni brani di Donna Rosita nubile che, per temi e contenuti, possono essere oggetto di una riflessione e rielaborazione personale. per insegnanti, studenti delle scuole secondarie superiori e tutto il pubblico

Prossimo appuntamento data da definire - ore 17.30 Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici


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Pre/Visioni

PICCOLI PEZZI poco complessi InBalìa un omaggio a Michel Houellebecq e alle sue “Particelle Elementari” drammaturgia Magdalena Barile con Marco Cacciola, Lucia Mascino e Francesco Villano coreografia Lara Guidetti scene e costumi Petra Trombini luci Luigi Biondi organizzazione Debora Meggiolaro ufficio stampa Cristina Pileggi regia Marco Cacciola e Francesco Villano

venerdì 20 maggio 2011 - ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici Fare un bambino, un autoscatto, un’opera d’arte. Guardarsi allo specchio. Farsi un ritratto, creare a propria immagine e somiglianza. Creare. Un avatar, un account in rete, un esperimento genetico e altro. Ancora. Prolungarsi, moltiplicarsi. Finirsi. Piccoli Pezzi è una spettacolare riflessione sulla riproduzione e il terrore di scoprirsi inefficaci, sterili, poco rappresentativi di se stessi e del tempo in cui si vive. Una drammaturgia di corpi e parole sulle possibilità riproduttive della specie umana e i suoi effetti collaterali. Una scena co/stretta. Due uomini, talmente diversi da essere fratelli, si ignorano. (Fratello = la cosa più vicina a me e più lontana da me) Una donna, afflitta da desiderio di maternità, li prova. (Desiderio = bugia. Una bugia è utile quando aiuta a trasformare la realtà)

Tre universi che mutano continuamente, fra amplessi acrobatici, analisi del sangue, videochattate e giri al supermercato. Tre individui dispersi nelle stanze vuote delle loro case, muti lungo i viali luminosi della loro città. La Paura nei loro cromosomi, Paura come risorsa per sopravvivere, Paura degli altri per sopravvivergli. Se stiano cercando un figlio o una buona ragione per estinguersi è difficile da stabilire: questa è l’epoca dell’uomo e della sua riproducibilità tecnica. Fino a considerare la possibilità del proprio superamento. Fino a la Fine. InBalìa è un gruppo di artisti - Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi e Francesco Villano - che si reincontrano dopo anni di esperienze e collaborazioni con altri registi. Nel 2010 decidono di costituire una “Compagnia Instabile” insieme a Petra Trombini (tecnica) e Debora Meggiolaro (organizzazione) per condividere poetiche e percorsi diversi, per mescolare i segni viventi della loro pratica teatrale. La diversa formazione, la stessa volontà autoriale, la responsabilità in prima persona. Una forma di neo battesimo artistico che li impegnerà non solo in scena, ma alternativamente anche nella regia e nella coreografia.


Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali. Da qualche anno il cartellone Pre/Visioni, inserito nella Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale propone uno spaccato su una nuova generazione di artisti, sul lavoro di chi è ancora alla ricerca di una identità e di una propria dimensione artistica, insieme alla ricerca laboratoriale più innovativa ed originale: occasione preziosa di confronto ed incontro con il pubblico. Esperienze diverse per contenuti, modalità e linguaggi. Ma caratterizzate dalla stessa freschezza e dalla capacità di parlare, con il

linguaggio del teatro, in particolare ai giovani e a chi si occupa di esperienze della scena.

Spettacoli Pre/Visioni Biglietti: euro 5 Prevendita da martedì 3 maggio 2011

IL GIOCO DELL’OMBRA Percorso a tappe alla scoperta della propria ombra Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione

un progetto di Luciana Bertelli, Sonia Bonini, Grazia Carini, Silvia Dati, Laura Gilberti, Barbara Graviani, Sara Marzani, Giulia Rizzi, Daniela Romanini, Enrica Sacchi, Emanuela Savi, Daniela Silva, Manuela Tavani a cura di Nicoletta Garioni, Fabrizio Montecchi con la collaborazione di Sergio Bernasani, Federica Ferrari Dal laboratorio triennale per insegnanti L’origine della figura condotto da Teatro Gioco Vita, nasce Il gioco dell’ombra, un percorso a tappe dove, attraverso una serie di piccoli giochi e improvvisazioni, si conduce il pubblico alla scoperta della propria ombra e delle sue infinite possibilità metamorfiche, fino all’incontro finale con il teatro d’ombre. Il gioco dell’ombra non è propriamente uno spettacolo, né un laboratorio, né un percorso espositivo, ma tutto questo insieme. È un viaggio nel mondo delle ombre dove al pubblico è richiesto di essere al tempo stesso spettatore e attore, fruitore e creatore e accettare di farsi coinvolgere in un continuo gioco di scambio di ruoli tra se stesso e la propria ombra. Come in un vero e proprio gioco da tavolo al pubblico verrà chiesto di guadagnarsi il diritto di passare alla tappa successiva solo dopo aver superato prove elementari che lo proietteranno in diversi universi fantastici, in situazioni comiche e grottesche e a fare i conti con le bizze e bizzarrie sorprendenti delle proprie ombre. A guidarci in questo percorso a tappe, che si svilupperà in differenti spazi dell’Officina delle Ombre, saranno i “custodi delle ombre”, animatori-artigiani interpretati dalle stesse insegnanti che hanno concepito il percorso. Condizione indispensabile per partecipare al percorso è possedere un’ombra.

sabato 21 maggio 2011 - dalle ore 17 Officina delle Ombre

Per piccoli gruppi (prenotazione obbligatoria) Durata del percorso: 40 minuti circa Destinatari: bambini dai 5 agli 8 anni e famiglie


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Pre/Visioni

KASIMIR E KAROLINE Società Filodrammatica Piacentina - Scuola di Perfezionamento Teatrale

di Odon von Horvath regia Agnese Cornelio

giovedì 26 maggio 2011 - ore 21 venerdì 27 maggio 2011 - ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici Von Horvath (1901-1938) può essere considerato l’ultimo rappresentante del teatro viennese, un teatro che è sempre riuscito ad essere popolare e nello stesso tempo distante dalle tentazioni del verismo. Kasimir e Karoline, testo pochissimo rappresentato e che risente della tecnica cinematografica, è scritto a brevi sequenze come una sceneggiatura. È uno squarcio, trasudante dolcezza, dissennatezza e dolore, sul grande saturnale dell’Oktoberfest di Monaco, sinistramente illuminato dalla crisi economica che ha ripreso ad infierire e che rende tutto più precario: lavoro, affetti, autenticità, stabilità dei rapporti. Un tema dunque di stretta attualità. Horvath propone nei suoi lavori situazioni di generale disorientamento che fotografano senza moralismi una umanità piccolo-borghese egoista e corrotta nei sentimenti dal denaro, tanto o poco che sia. Qui i protagonisti della pièce sono due fidanzati: Kasimir, un povero autista appena licenziato, e Karoline, che viene da una famiglia della media borghesia. I due trovano modo di litigare. Come motivo delle loro divergenze il disoccupato Kasimir individua la loro differenza di estrazione sociale. Dopo reciproche vendette sentimentali la commedia si chiude amaramente per i due promessi sposi che “si sistemano” con una persona appartenente alla propria classe. Quasi che per Ödön von Horvàth l’amore tra un povero e una ricca, o viceversa, fosse una cosa impossibile.

Agnese Cornelio, diplomata in regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D´Amico” e perfezionata a Berlino presso l’Universität der Kunste e la scuola per attori “Ernst Busch”, ha lavorato al Maxim Gorki Theater di Berlino, al Theater Basel di Basilea, al Münchner Kammerspiele di Monaco di Baviera. Negli ultimi anni ha collaborato con alcuni tra i più importanti registi del teatro di lingua tedesca (tra gli altri, Stephan Kimmig, Thomas Ostermeier, Lars-Ole Walburg, Stephan Kaegi, Johann Simons, Luc Perceval) e in Italia con Antonio Latella. In questa stagione ha firmato, prodotta dal Teatro Nuovo di Napoli, il monologo La fame di Linda Dalisi e Incendi di Wajdi Mouawad ed ha in preparazione uno spettacolo con il Teatro di Bochum, in Germania. Alla Società Filodrammatica Piacentina ha tenuto stage anche negli anni passati sul teatro mitteleuropeo.


ANTONIO E CLEOPATRA… PASSIONI E POESIE performance finale del laboratorio teatrale Progetto Shakespeare - Antonio e Cleopatra… passioni e poesie

da William Shakespeare drammaturgia, regia e scene Valentina Escobar con gli studenti della classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia” di Piacenza: Sara Guaragni e Camilla Mannina (Cleopatra), Francesco Rossi (Antonio), Selene Fornaroli (Selene), Alessia Avallone (Ottavia), Giuseppina Loverre (Fulvia), Sofia Ri­soli (Maga), Mara Lazzarini (Mardian), Arianna Freschi (Alexas), Vittoria Burzi (Diomede), Cindy Gandolfi (Charmian), Maria Renzino (Iras), Matteo Colombotti (Cesare), Chiara Scarpanti (Lepido), Aneta Nikolovska (Pompeo) costumi a cura di Valentina Escobar e Stefania Coretti con la collaborazione di Tania Fedeli si ringrazia Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa produzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione Al centro della vicenda Cleopatra, sovrana d’Egitto, ma anche madre e donna innamorata di Antonio, triumviro romano e sposato a Fulvia e Ottavia, uomo pubblico ed essere umano innamorato della bella egiziana. Cleopatra non solo si preoccupa di tutelare e arricchire il suo potere, ma vuole conoscere a fondo la natura del suo Amore, vuole capire fino a che punto possa sentirsi amata. Lo spettacolo inizia con una danza, una scena di ozio, divertimento e passione sulle note di una tromba, ma dopo pochi minuti troviamo la sovrana perfettamente in grado di

razionalizzare anche il suo amore e conscia della sua condizione di amante che vuole rafforzare le sue sicurezze. È una donna giovane, passionale, ma anche matura e responsabile: ricorda ad Antonio, romantico, eroe o anti-eroe in cerca di un nuovo mondo fatto solo d’amore, i suoi doveri e di non trascurare gli ordini che gli invia Cesare (l’ambizioso, smanioso di potere e di vittoria) da Roma. Cleopatra è gelosa, ma non ingenua. Non apprezza certo il tradimento, l’infedeltà di Antonio, ma non se ne sorprende, conosce perfettamente le abitudini dell’uomo e chiede al pubblico: “Perché avrebbe sposato Fulvia se non le porta amore?”. Oltre a situazioni amorose ce ne saranno altre legate al potere, alla magia, alla lealtà, alle emozioni. Per Antonio tutta la nobiltà della vita consiste nell’amare Cleopatra, nel divertirsi con la sua amante. Prevarica l’uomo privato, l’essere umano sull’uomo pubblico con le sue forze e le sue fragilità, sul triumviro e l’ unica cosa che vuole imporre “ al mondo intero” non è la sua forza politica o militare in questo momento, ma che nessuno può eguagliare il loro amore. Valentina Escobar

mercoledì 1 giugno 2011 - ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici

COMPAGNIA DIURNI E NOTTURNI direzione artistica Lucia Vasini Lucia Vasini prosegue il lavoro laboratoriale avviato nel 2004 grazie a Teatro Gioco Vita con un gruppo di ospiti e operatori dei Centri Diurni e delle Comunità dell’Unità di Riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda Usl di Piacenza, cresciuto in questi anni diventando un’ormai consolidata esperienza artistica e portando alla costituzione nel 2006 della Compagnia Diurni e Notturni. In scena un’ulteriore fase di una ricerca drammaturgica che il gruppo persegue fin dagli inizi, dove la parola, la musica e l’improvvisazione interagiscono in un originale “gioco teatrale”, confrontandosi con alcuni classici del teatro come Shakespeare, Pirandello, Beckett, Brecht. I progetti più recenti sono: Da aspettando Godot… qualcosa di diverso, produzione ha valicato i confini locali circuitando con successo in diverse città della Regione Emilia Romagna, facendo tappa anche all’Arena del Sole di Bologna nel programma del festival “DiversaMente” con la direzione artistica del critico Massimo Marino; Dell’Opera Buffa, spettacolo molto liberamente ispirato all’ Opera

da tre soldi di Bertolt Brecht, debuttato a Piacenza in occasione del Festival del Diritto 2010. Una delle caratteristiche di tutti i lavori realizzati da Lucia Vasini con la Compagnia Diurni e Notturni è stata la capacità di coinvolgere in un confronto con gli ospiti del Dipartimento di Salute Mentale artisti diversi per esperienza e percorso personale (musicisti Paolo Ciarchi e Federico Ulivi, l’attore Tommaso Ragno, il comico Paolo Rossi) e di creare sinergie tra teatro e linguaggio cinematografico (ad esempio con il film La piccola A, coprodotto dalla Scuola di Cinema Te­levisione e Nuovi Media della Fondazione Scuole Civiche di Milano e da Teatro Gioco Vita). Una crescita che si è potuta realizzare anche grazie alle opportunità offerte dalla “residenza artistica” della Compagnia presso Teatro Gioco Vita. Tra gli obiettivi di tale “residenza”, quello di favorire un qualificato inserimento di nuove iniziative nel settore della produzione teatrale e incentivare forme di creazione artistica tendenti alla contaminazione di più linguaggi espressivi. L’edizione 2011 del Laboratorio teatrale con i Diurni e Notturni porterà alla produzione di una performance che sarà presentata al Teatro Comunale Filodrammatici nel periodo autunnale.


Altri progetti ORWELL - Cinema - Teatro - Incontri Il progetto Orwell 2010, proposto da Teatro Gioco Vita in collaborazione con l’associazione “cittàcomune”, si è tenuto per tutto ottobre al Teatro Comunale Filodrammatici. Intorno alla messa in scena dello spettacolo 1984 della Compagnia Gli Incauti (cartellone Aspettando… Tre per Te della Stagione di Prosa 2010/2011 del Teatro Municipale), si è costruito un percorso tra cinema, teatro e letteratura, mettendo in tensione tra loro diversi linguaggi espressivi, con l’aiuto dei quali ripercorrere grandi speranze e tragedie del secolo scorso. A partire dalla vita e dall’opera di George Orwell, che da militante e scrittore ha attraversato i decenni decisivi tra le due guerre mondiali, vivendoli intensamente e affrontando da narratore-saggista le situazioni e contraddizioni più inquietanti, si è sviluppata una intensa e ricca riflessione sulla prima metà del Novecento (e sul presente). Gli appuntamenti dedicati al cinema, presentati da Riccardo Anselmi e seguiti da momenti di dibattito, hanno visto la proiezione dei film Terra e libertà di Ken Loach (Gb-Spa-Ger 1995), in apertura del ciclo, e Brazil di Terry Gilliam (Gb-Usa 1985), a provvisoria chiusura del medesimo: dalla Guerra civile spagnola degli anni Trenta alla rivisitazione

dell’antiutopia nell’era del computer. Gli incontri - curati da Piergiorgio Bellocchio (Da La strada di Wigan Pier a Omaggio alla Catalogna. George Orwell, scrittore e militante) e da Gianni D’Amo (Orwell e l’ombra lunga del totalitarismo. La fattoria degli animali e 1984) hanno accompagnato il pubblico dalle prime esperienze e scritture orwelliane al capolavoro conclusivo, 1984, poi messo in scena da Gli Incauti - Libera associazione teatrale. Dello spettacolo sono state inserite in cartellone due recite aggiuntive per le scuole, seguite da partecipati incontri tra gli studenti e insegnanti, gli artisti della Compagnia e i curatori del progetto: sull’attualità etico-politica di Orwell, i diversi livelli di riflessione presenti in 1984, la problematicità del passaggio dalla pagina alla scena (per esempio la trasposizione drammaturgica del protagonista, che nel libro parla in prima persona ed è contemporaneamente voce narrante onnisciente). Hanno partecipato numerose classi del Liceo “Gioia”, del Liceo “Colombini”, del Liceo “San Vincenzo” e dell’ITIS “Marconi” di Piacenza, del Liceo “Volta” di Castelsangiovanni, del Liceo “Novello” di Codogno.

UN FOCUS SUL TEATRO RAGAZZI Con Teatro Gioco Vita l’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna ha incontrato a Piacenza insegnanti e genitori di città e provincia per confrontarsi sul Teatro Ragazzi. Nel mese di novembre si sono tenuti nel Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici due “focus-group” condotti da Andrea Maulini dell’Osservatorio: il primo con 5 insegnanti di scuola primaria; il secondo con 6 genitori di ragazzi di età compresa tra 6 e 11 anni. All’interno di questi incontri sono stati approfonditi temi riguardanti i criteri con cui gli insegnanti e i genitori scelgono gli spettacoli, le opinioni che hanno gli insegnanti e i genitori in merito alle proposte artistiche, al costo del biglietto, ai servizi che il teatro fornisce o potrebbe fornire. Un confronto informale, per conoscere meglio il pubblico dei ragazzi attraverso chi li “guida” a teatro. Analoghi incontri sono stati tenuti dall’Osservatorio a Parma (Teatro

delle Briciole Solares delle Arti), Bologna (Teatro Testoni Ragazzi) e a Ravenna (Ravenna Teatro - Drammatico Vegetale). Questi appuntamenti fanno parte di un progetto di lavoro più ampio sul Teatro Ragazzi. L’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna è impegnato nell’attività di monitoraggio nel settore dello spettacolo a partire dal 1996. Parallelamente svolge anche ricerche specifiche, rispondenti alle esigenze conoscitive e di approfondimento dell’Assessorato alla Cultura. Nel 2010 l’Osservatorio ha avviato uno studio sul tema del Teatro Ragazzi in Emilia-Romagna, al fine di valorizzare il settore evidenziandone il ruolo fondamentale sul piano artistico e sociale, stante anche la scarsezza di analisi e indagini che affrontino questo settore.

TAPPA DI SELEZIONE DEL PREMIO SCENARIO 2011 Piacenza dal 20 al 23 marzo 2011 ospiterà una delle due Tappe di selezione del Premio Scenario 2011, che grazie a Teatro Gioco Vita si articolerà tra Teatro Comunale Filodrammatici e Teatro Municipale. Il Premio promosso dall’Associazione Scenario, giunto alla tredicesima edizione, nasce allo scopo di valorizzare nuove idee, progetti e visioni di teatro. Si rivolge a giovani di età inferiore ai 35 anni, non appartenenti a strutture socie di Scenario né a formazioni riconosciute o sovvenzionate. In una prima fase istruttoria sono stati selezionati da una rete di Commissioni zonali progetti originali e inediti destinati alle scene della ricerca e dell’impegno civile, scelti tra tutti quelli che sono

stati presentati entro il 31 ottobre scorso. A Piacenza saranno presenti una ventina di candidati selezionati, che esporranno frammenti o parti del loro progetto in un tempo massimo di 20 minuti. La tappa di selezione si svolgerà in forma pubblica. Un Osservatorio critico vaglierà i progetti destinati alla Finale. Teatro Gioco Vita fa parte da alcuni anni dell’Associazione Scenario nata allo scopo di promuovere iniziative culturali rivolte in particolare alle giovani formazioni teatrali, individuando nel rapporto tra le generazioni e nella trasmissione dell’esperienza i fondamenti per la vitalità e lo sviluppo della cultura teatrale.


TEA TRO magazine Periodico di informazione - Stagione di Prosa 2010/11

COMUNE DI PIACENZA TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA COMUNE DI PIACENZA con il sostegno di FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO

con il sostegno di

NUMERO 11

SPECIALE INFORMAZIONE TEATRALE 2011 150° anniversario dell’Unità d’Italia A teatro con gusto Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre Incontri e laboratori su teatro, cinema, danza Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali Progetti speciali


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