Teatromagazine n.10

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;9,7,9;, La Stagione Teatrale 2010/2011 è caratterizzata da un fatto importante: dopo un periodo di confronti, progetti e valutazioni, si è costituita nel 2010 la Fondazione Teatri di Piacenza. Si tratta quindi della prima Stagione che nasce sotto l’egida della Fondazione stessa. Fondazione Teatri che non deve essere solamente un fatto giuridico e amministrativo, che permetta un’accelerazione - peraltro importante - dei processi decisionali e dello svolgimento burocratico dell’attività del Teatro Municipale, ma soprattutto un’occasione unica per rilanciare ulteriormente il settore teatrale a Piacenza, dalla lirica alla prosa, dalla musica alla danza. Ci troviamo purtroppo, ormai da alcuni anni, in una stuazione asfittica e critica soprattutto dal punto di vista economico, che anche recentemente ha visto un ulteriore aggravamento, con i tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo e la soppressione dell’Ente Teatrale Italiano, segnali molto preoccupanti per tutti. In questo clima certo non confortante, per noi che amiamo e viviamo il teatro diventa ancora più urgente e importante non cedere alla rinuncia, ma pensare a nuove sfide, con una progettualità in grado di rinnovarsi e di proporre sempre nuovi orizzonti creativi agli artisti e al pubblico. Per continuare a fare un teatro che è meraviglia e stupore, che è forza ed energia in quanto radicato in una città e in un territorio, un teatro “sociale” in quanto capace di relazionarsi con una comunità. Ed è per questo che anche “Tre per Te” nel 2010/2011 ci riserva alcune novità. La più importante riguarda il cartellone Altri Percorsi. A fronte di un notevole incremento del numero di abbonamenti e biglietti nella Stagione passata, abbiamo pensato di trasferire al Teatro Municipale la programmazione di tutti gli spettacoli di questa sezione. Una scelta determinata anche dal fatto che le produzioni individuate per il 2010/2011 - pur in linea con il filone dell’innovazione e della ricerca che ha caratterizzato Altri Percorsi fin dagli inizi - hanno esigenze tecniche e/o un richiamo nei confronti del pubblico non compatibili con gli spazi del Teatro Comunale Filodrammatici. La scelta di programmare il cartellone Altri Percorsi al Teatro Municipale è infine dettata da un’altra considerazione: la volontà di aprire ulteriormente il principale teatro della nostra città ai giovani e agli studenti delle scuole e delle università, allo scopo di valorizzarne la portata culturale anche nei confronti delle nuove generazioni. Un’altra novità riguarda una nuova rassegna al Teatro Comunale Filodrammatici, pensata allo scopo di accompagnare il pubblico nell’attesa dell’avvio della Stagione di Prosa: si tratta di Aspettando… Tre per Te. Un programma di quattro appuntamenti nel mese di ottobre, con Compagnie emergenti, ma anche nomi già affermati, e spettacoli di teatro di ricerca e di innovazione che hanno dimensioni ottimali per lo spazio di Via Santa Franca. Un cartellone che in prospettiva futura potrebbe delinearsi come una sorta di Festival. In linea con questa nuova progettualità, è doveroso fare un accenno all’aggiornata veste grafica, e non solo, del periodico “TeatroMagazine”. Un formato più agile, un’impaginazione rivista graficamente, una maggiore ricchezza di contenuti: non solo la Stagione “Tre per Te”, ma tutta la prosa nel suo complesso, con gli spettacoli e le rassegne per tutto il pubblico, dal teatro scuola, al teatro per le famiglie, senza dimenticare l’attività di produzione e circuitazione che fa capo a Teatro Gioco Vita.

Fulcro della Stagione “Tre per Te” ovviamente la Prosa, nel cui cartellone segnaliamo gli spettacoli del Piccolo Teatro di Milano (Donna Rosita nubile del grande regista catalano Llouis Pasqual, nuova produzione dello Stabile milanese che a Piacenza farà la prima tappa della tournée 2010/2011) e di Emilia Romagna Teatro (Le signorine di Wilko, con la regia di Alvis Hermanis, regista lettone sulla scia di Nekrošius e tra i più acclamati e considerati protagonisti della scena europea). Ritorna Paolo Poli, assente da sette anni dal palcoscenico del Municipale. Gradito ritorno, a grande richiesta, anche quello del musical, con un evento di richiamo come Aggiungi un posto a tavola del Teatro Sistina di Roma. Ospiteremo una commedia leggera ma di elevata qualità artistica come L’appartamento con Massimo Dapporto, dall’omonimo film di Billy Wilder. E ancora, Marco Paolini (ITIS Galileo), Franco Branciaroli (Don Chisciotte), Massimo Popolizio diretto da Massimo Castri (Il Misantropo). Nella sezione Altri Percorsi, tra le altre cose, la prima volta del Teatro del Carretto a Piacenza con Amleto, lo spettacolo di Alessandro Gassman Roman e il suo cucciolo e Piazza d’Italia del Teatro di Roma, con la regia di Marco Baliani dall’omonimo romanzo di Antonio Tabucchi, che ospiteremo in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ricordiamo inoltre I pugni in tasca, versione teatrale dell’omonimo film di Marco Bellocchio (spettacolo che sarà anche occasione di approfondimento in percorsi collaterali tra cinema e teatro), e quella che è la vera e propria rivelazione dei palcoscenici italiani, Oblivion Show, una parodia musicale caratterizzata da una comicità surreale e raffinata che ricorda in certi casi il “Trio” dei momenti migliori. Senza dimenticare l’atteso ritorno di Alessandro Bergonzoni con un nuovo spettacolo. La Stagione di Danza sposta la sua attenzione sull’oggi, attraverso le piccole e grandi questioni della nostra vita attuale che irrompono nell’arte, come il rapporto padri/figli, quello con le abilità “diverse”, la questione dell’identità, la fuga dall’omologazione sociale e l’immigrazione, temi che attraversano tutti gli spettacoli in cartellone, componendo un piccolo album di esistenze. In scena Virgilio Sieni, la Compagnia Abbondanza/ Bertoni, Silvia Gribaudi, Ambra Senatore e Collettivo 320Chili. Confermata la sezione Pre/Visioni, che si consolida come finestra aperta sulle giovani generazioni, sulle scuole di teatro, i laboratori, gli esiti di studi originali. Si articolerà in un arco temporale tra maggio e giugno, al Teatro Comunale Filodrammatici e anche in altri spazi individuati di volta in volta a seconda delle esigenze e delle caratteristiche delle performance e dei lavori che saranno presentati. Per finire, non dobbiamo dimenticare “InFormazione Teatrale”, un articolato programma di formazione e informazione teatrale che Teatro Gioco Vita ha avviato nel 2006 grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e che consideriamo importante tanto quanto il cartellone degli spettacoli: attività collaterali, incontri, laboratori, progetti formativi, conferenze. Una Stagione che, tra continuità e novità, progetti ormai consolidati e nuovi percorsi, dimostra di non essere mai ferma e paga dei risultati, peraltro importanti, già raggiunti. Questo è il nostro modo di pensare e fare teatro.

Diego Maj Direttore artistico Teatro Gioco Vita

Paolo Dosi Assessore alla Cultura Comune di Piacenza



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TEATROMAGAZINE Anno 7 - n. 10 Edizioni TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione Direttore Diego Maj Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza Tel. 0523.332613 - Fax 0523.338428 www.teatrogiocovita.it info@teatrogiocovita.it Direttore responsabile Simona Rossi Progetto grafico e realizzazione MCube Comunicazione Stampa Tipolito Farnese, Piacenza - Giugno 2010 Aut. Tribunale di Piacenza n° 604 del 31.12.2004

Hanno collaborato Marilisa Fiorani, Nadia Quadrelli, Nicoletta Bernazzani, Alessandra Guglielmetti, Giulia Miglioli

Fotografie e illustrazioni: Gianni Cravedi, Prospero Cravedi, Camilla Biella, Lele Luzzati, Matteo Maria Maj, Nicoletta Garioni, Raffaella Cavalieri, Dan Norman, Luca Piva, Massimo Bersani, Piergiorgio Raffaelli (1984), Vincenzo Pioggia (Stanzas in Meditation, Silvia Urbani), Attilio Marasco (Donna Rosita nubile), Marcello Norberth (Le signorine di Wilko), Riccardo Spinella (L’appartamento), Gian Mario Bandera (Don Chisciotte), Filippo Brancoli Pantera (Amleto), Davide Dutto e Tommaso Savoia (Marco Paolini), Piero Casadei (Oblivion Show), Federico Riva (Roman e il suo cucciolo), Serafino Amato (Piazza d’Italia), Fausto Bonvini (Altro piccolo progetto domestico - Ambra Senatore), Viola Berlanda (Passo-duo, Ambra Senatore), Alvise Nicoletti (A corpo libero, Silvia Gribaudi), Marco Caselli (Osso), Stefano Ricci (Duo - titolo da definire, Compagnia Abbondanza/Bertoni), Lidia Bagnara (Lucia Vasini)

6200$5,2 PROGRAMMA Aspettando... Tre per Te Prosa Altri Percorsi Teatro Danza Pre/Visioni

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SPETTACOLI PROSA Donna Rosita nubile Il mare Le signorine di Wilko Il Misantropo Aggiungi un posto a tavola ITIS Galileo L’appartamento Don Chisciotte

12 14 16 18 20 22 24 26

SPETTACOLI ALTRI PERCORSI Amleto Alessandro Bergonzoni Oblivion Show Piazza d’Italia Roman e il suo cucciolo I pugni in tasca

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SPETTACOLI TEATRO DANZA Osso A corpo libero, Passo-Duo, Altro piccolo progetto domestico Ai migranti Duo - Compagnia Abbondanza/Bertoni

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ATTIVITA’ COLLATERALI InFormazione Teatrale

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INFORMAZIONI Biglietteria Abbonamenti Carnet 6 spettacoli Biglietti Biglietti last minute Aspettando... Tre per Te Pre/Visioni Comunicazioni Servizi per il pubblico

48 50 52 53 53 53 53 54 55

Salt’in Banco Produzioni Teatro Gioco Vita A teatro con mamma e papà

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4XDQGR O¶XOWLPR YLQFHYD JLRYHGu RWWREUH scritto e diretto da Massimiliano Gracili con Riccardo Ballerini con il patrocinio di Federazione Ciclistica Italiana, Cardio Salus Associazione, Radio Popolare, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico Quando l’ultimo vinceva è uno spettacolo comico brillante che racconta le astute gesta di un ciclista, Luigi Malabrocca, che nei primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale trova gloria, notorietà e lauti guadagni scegliendo di arrivare perennemente ultimo. L’Italia di quegli anni, distrutta e lacerata nel profondo, ricomincia a sognare nel ciclismo attraverso i suoi eroi. La strada e la bicicletta sono luogo d’incontri e di evasione. La gente tifa e sogna per le imprese di Coppi e di Bartali, ma si rivede nelle fatiche del più debole, dell’ultimo. E così, nelle più profonde retrovie, con addosso la sua maglia nera, Malabrocca controlla astutamente che nessuno scivoli alle sue spalle.

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3DUWLWXUD LQ PXVLFD SHU YRFH VROD GL 0LFKHOH 'L 0DXUR * 8 3 $OFDUR JLRYHGu RWWREUH moltissimo liberamente tratto dall’Enrico IV di Luigi Pirandello

Un attore (Michele Di Mauro) e un compositore (G.U.P. Alcaro), partendo dalla suggestiva ed elettrizzante traccia dell’Enrico IV di Pirandello, si divertono a scomporre e ricomporre la vita del testo (e della sua struggente musicalità) shakerandolo con invenzioni di scrittura originali o prese in prestito da altre folli pagine della letteratura e del teatro (passando da Petrolini a Nijinsky, da Heiner Muller a Carver), con l’intento di elaborare un concerto di parole e suoni che - proprio dalla frantumazione del punto di partenza trova il respiro necessario per elevare ad una potenza massima la poetica pirandelliana.


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JLRYHGu RWWREUH dal romanzo di George Orwell regia Simone Toni musiche Carlo Borsari scene Alessandra Gabriela Baldoni con Luca Carboni, Diana Manea, Stefano Moretti, Simone Toni, Giulia Valenti (cast in via di deďŹ nizione)

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Nel futuro descritto da Orwell esiste un solo partito i cui slogan sono: la guerra è pace, la libertà è schiavitĂš, l’ignoranza è forza. La nostra società è davvero cosĂŹ diversa da quella descritta da Orwell? Siamo davvero liberi? Quali sono i metodi odierni di controllo sull’individuo? Con questa messa in scena Gli Incauti vogliono promuovere il loro teatro come azione culturale concreta, viva ed efďŹ cace nella sua prerogativa di veritĂ ďŹ sica, opposta alla realtĂ virtuale degli schermi. Il teatro che suscita emozioni forti vissute sulla pelle di attori e pubblico a contatto, teatro per riettere e per imparare a scegliere.

Compagnia Urbani-Guerra Stanzas in Meditation di e con Silvia Urbani scene e luci Alessio Guerra Stanzas in Meditation indaga lo stato d’Assenza come condizione interiore privilegiata per aprirsi al presente e alla complessitĂ del reale. Quando non siamo piĂš identiďŹ cati con un’immagine o con un oggetto, abbandonando le nostre identitĂ e credo, otteniamo libertĂ , diventiamo capaci di percepire quel ďŹ tto sistema di connessioni e vibrazioni invisibili che abitano l’istante. In questo delicato equilibrio tra interno ed esterno può accadere una piccola resurrezione, la percezione del nostro legame con l’universale, l’irruzione selvaggia della veritĂ dell’esistenza. Ispirato a Stanzas in Meditation di Gertrude Stein del 1932.

Unbalance-2 di e con Michela Minguzzi Ăˆ una metamorfosi lenta, inesorabile, quella che trasporta il corpo in questo spazio vergine ed efďŹ mero. Il brivido del bilico si annida insidioso nelle pieghe di un alito di vento, di una vertigine improvvisa nell’assoluta precarietĂ di un equilibrio vulnerabile al tutto. Non siamo mai stati qui, questo non è il nostro peso, non conosciamo queste correnti che ci destabilizzano. La sospensione, il galleggiamento in un’aria indifferente e casualmente avversa sono l’unica certezza in questa dimensione urbana. Tutto è capovolgibile in un istante spietato, è sangue alla testa, inversione, vortice, spinta e pressione.

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16-17 novembre 2010 Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa DONNA ROSITA NUBILE di Federico García Lorca regia Lluís Pasqual scene Ezio Frigerio costumi Franca Squarciapino luci Claudio De Pace musiche Jisep Maria Arrizabalaga movimenti coreografici Montsé Colomé con (in ordine alfabetico) Andrea Coppone, Giancarlo Dettori, Pasquale Di Filippo, Martina Galletta, Alessandra Gigli, Eleonora Giovanardi, Andrea Jonasson, Giulia Lazzarini, Rosalina Neri, Franca Nuti, Stella Piccioni, Franco Sangermano, Sara Zoia

21-22 dicembre 2010 Emilia Romagna Teatro Fondazione Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del progetto Prospero Teatro Stabile di Napoli Nuova Scena Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna LE SIGNORINE DI WILKO dall’omonimo romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz adattamento e regia Alvis Hermanis con Laura Marinoni, Sergio Romano, Patrizia Punzo, Elena Arvigo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani coreografia Alla Sigalova scene Andris Freibergs costumi Gianluca Sbicca luci Paolo Pollo Rodighiero

7-8 dicembre 2010 11-12 gennaio 2011 Produzioni Teatrali Paolo Poli IL MARE due tempi di Paolo Poli da Anna Maria Ortese con Paolo Poli e con altri attori da definire regia Paolo Poli scene Emanuele Luzzati costumi Santuzza Calì consulenza musicale Jacqueline Perrotin coreografie Claudia Lawrence

Teatro di Roma IL MISANTROPO di Molière regia Massimo Castri scene e costumi Maurizio Balò con Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Sergio Leone, Federica Castellini,Laura Pasetti, Ilaria Genatiempo, Mauro Malinverno


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18-19 gennaio 2011 Il Sistina AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA commedia musicale di Garinei e Giovannini scritta con Jaja Fiastri con Gianluca Guidi, Enzo Garinei regia originale Pietro Garinei e Sandro Giovannini musiche Armando Trovajoli coreografie Gino Landi scene e costumi Giulio Coltellacci

22-23 marzo 2011 Franco Branciaroli DON CHISCIOTTE progetto e regia Franco Branciaroli da Miguel de Cervantes con Franco Branciaroli scena Margherita Palli luci Gigi Saccomandi costumi Caterina Lucchiari musiche Daniele D’Angelo produzione Teatro de Gli Incamminati

7-8 febbraio 2011 Marco Paolini ITIS GALILEO di Francesco Niccolini e Marco Paolini produzione Jolefilm

22-23 febbraio 2011 Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli L’APPARTAMENTO di Billy Wilder e I.A.L. Diamond adattamento Edoardo Erba e Massimo Dapporto scene Luca Nardelli costumi Cristiana Ricceri disegno luci Mario Esposito musiche Antonino Armagno regia Patrick Rossi Gastaldi produzione Antheia

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9 novembre 2010

28 febbraio 2011

Teatro del Carretto AMLETO da William Shakespeare adattamento e regia Maria Grazia Cipriani scene e costumi Graziano Gregori suono Hubert Westkemper luci Angelo Linzalata con attori e tecnici della Compagnia

Teatro di Roma PIAZZA D’ITALIA dal romanzo di Antonio Tabucchi regia Marco Baliani drammaturgia Maria Maglietta scene e costumi Carlo Sala musiche Mirto Baliani

8 marzo 2011 2 dicembre 2010 Alessandro Bergonzoni NUOVO SPETTACOLO (titolo da definire) di e con Alessandro Bergonzoni regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

16 febbraio 2011 OBLIVION SHOW regia Gioele Dix gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli musiche Lorenzo Scuda testi Davide Calabrese, Lorenzo Scuda produzione The Blue Apple, Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia

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Alessandro Gassman ROMAN E IL SUO CUCCIOLO Cuba and His Teddy Bear di Reinaldo Povod traduzione e adattamento Edoardo Erba con Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Giovanni Anzaldo, Matteo Taranto, Natalia Lungu, Andrea Paolotti regia Alessandro Gassman scene Gianluca Amodio costumi Helga H. Williams musiche originali Pivio&Aldo De Scalzi

5 aprile 2011 Teatro Stabile di Firenze I PUGNI IN TASCA di Marco Bellocchio riduzione e adattamento teatrale dall’omonimo film con Ambra Angiolini, Pier Giorgio Bellocchio regia Stefania De Santis scena Daniele Spisa uno spettacolo teatrale prodotto da Roberto Toni


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14 gennaio 2011 Teatro Municipale - doppia rappresentazione ore 20.30 e ore 21.45* Virgilio Sieni OSSO ideazione e regia Virgilio Sieni interpretazione Virgilio Sieni e Fosco Sieni musiche, progetto sonoro e live electronics Francesco Giomi/ Francesco Canavese (Tempo Reale) luci Marco Santambrogio *spettacolo a pubblico limitato - max 80 persone prenotazione obbligatoria

25 febbraio 2011 Teatro Comunale Filodrammatici Silvia Gribaudi A CORPO LIBERO coreografia e danza Silvia Gribaudi elaborazioni musicali Mauro Fiorin luci David Casagrande Napolin Ambra Senatore ALTRO PICCOLO PROGETTO DOMESTICO coreografia e regia Ambra Senatore interprete Ambra Senatore musiche Brian Bellot, Domenico Modugno luci Fausto Bonvini Ambra Senatore PASSO - duo con Caterina Basso e Ambra Senatore luci Fausto Bonvini musiche Brian Bellot, Andrea Gattico

24 marzo 2011 Teatro Comunale Filodrammatici Collettivo 320Chili AI MIGRANTI con Elena Burani, Piergiorgio Milano, Fabio Nicolini, Roberto Sblattero, Francesco Sgrò coproduzione Auditorium Parco della Musica di Roma, Associazione Sosta Palmizi, La Corte Ospitale

1 aprile 2011 Teatro Comunale Filodrammatici Compagnia Abbondanza/Bertoni DUO (titolo da definire) un progetto di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con Patrizia Birolo e Antonella Bertoni

in collaborazione con

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Von Horvath (1901-1938) può essere considerato l’ultimo rappresentante del teatro viennese, un teatro che è sempre riuscito ad essere popolare e nello stesso tempo distante dalle tentazioni del verismo. Kasimir e Karoline, testo pochissimo rappresentato e che risente della tecnica cinematograďŹ ca, è scritto a brevi sequenze come una sceneggiatura. Ăˆ uno squarcio, trasudante dolcezza, dissennatezza e dolore, sul grande saturnale dell’Oktoberfest di Monaco, sinistramente illuminato dalla crisi economica che ha ripreso ad inďŹ erire e che rende tutto piĂš precario: lavoro, affetti, autenticitĂ , stabilitĂ dei rapporti. Un tema dunque di stretta attualitĂ . Agnese Cornelio, diplomata in regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D´Amicoâ€? e perfezionata a Berlino presso l’Universität der Kunste e la scuola per attori “Ernst Buschâ€?, ha lavorato al Maxim Gorki Theater di Berlino, al Theater Basel di Basilea, al MĂźnchner Kammerspiele di Monaco di Baviera. Negli ultimi anni ha collaborato con alcuni tra i piĂš importanti registi del teatro di lingua tedesca (tra gli altri, Stephan Kimmig, Thomas Ostermeier, Lars-Ole Walburg, Stephan Kaegi, Johann Simons, Luc Perceval). Nella stagione 2010/2011 sarĂ impegnata nella regia di due produzioni del Nuovo Teatro Nuovo di Antonio Latella, a Napoli. Alla SocietĂ Filodrammatica Piacentina ha tenuto stage anche negli anni passati sul teatro mitteleuropeo.

Lucia Vasini prosegue il lavoro laboratoriale avviato nei primi mesi del 2004 grazie a Teatro Gioco Vita e cresciuto in questi anni diventando un’ormai consolidata esperienza artistica. In scena un’ulteriore fase di una ricerca drammaturgica che il gruppo persegue ďŹ n dagli inizi, dove la parola, la musica e l’improvvisazione interagiscono in un originale “gioco teatraleâ€?. Lucia Vasini con gli ospiti e gli operatori del Dipartimento di Salute Mentale compie un’altra tappa di un percorso artistico che negli ultimi anni l’ha portata a confrontarsi con alcuni classici del teatro. Ricordiamo, ad esempio, il lavoro su Aspettando Godot di Samuel Beckett, con una produzione che ha valicato i conďŹ ni locali circuitando con successo in diverse cittĂ della Regione Emilia Romagna, facendo tappa anche all’Arena del Sole di Bologna nel programma del festival “DiversaMenteâ€? con la direzione artistica del critico Massimo Marino. Una crescita che si è potuta realizzare anche grazie alle opportunitĂ offerte dalla “residenza artisticaâ€? della Compagnia diretta da Lucia Vasini presso Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione.


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+LF HW 1XQF ,Q%DOuD $VVRFLD]LRQH &XOWXUDOH GD ,O &LHFR GL )ULHGULFK ' UUHQPDWW SURJHWWR H UHJLD 0DUFR &DFFLROD Un gruppo di attori, tra cui Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi e Francesco Villano, si reincontrano dopo anni di esperienze e collaborazioni con altri registi. Decidono di costituire una compagnia “instabileâ€? per condividere poetiche e percorsi diversi, per mescolare i segni viventi della loro pratica teatrale. La diversa formazione, la stessa volontĂ autorale, la responsabilitĂ in prima persona. Una forma di neo battesimo artistico che li impegnerĂ non solo in scena, ma alternativamente anche nella regia e nella coreograďŹ a. Un Cieco “osservaâ€? il suo Paese distrutto. Ma crede che tutto vada bene. Ed è felice. Della grazia di Dio che lo avvolge. Godendo, dice, “la pace del mio paese e la pace della mia animaâ€?. A cinquant’anni dalla pubblicazione e a venti dalla morte del suo autore, Il Cieco di DĂźrrenmatt sarĂ piĂš di uno spunto, sarĂ la Fonte da cui sgorgherĂ il nostro lavoro collettivo. Andremo a costruire una commedia sulla cecitĂ che esonera dal vedere le sciagure. Una commedia umana ďŹ n troppo riconoscibile, una farsa macabra dove “non ci sono piĂš nĂŠ colpevoli nĂŠ responsabiliâ€?, violentemente attuale, ma di quell’attualitĂ che, come direbbe Deleuze, ci mostra ciò che stiamo diventando.

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Il grande regista catalano Lluís Pasqual torna a dirigere un classico di García Lorca con il Piccolo Teatro di Milano. In scena tre generazioni di artisti, con alcuni tra i più grandi attori di Strehler: Gian Carlo Dettori, Andrea Jonasson, Giulia Lazzarini, Rosalina Neri, Franca Nuti. “L’idea che il pubblico ha dell’opera di Federico García Lorca - spiega Lluís Pasqual - è di un teatro di grandi tragedie del mondo rurale: penso a Mariana Pineda, in parte anche a Bernarda Alba. In realtà, Lorca è il Picasso della letteratura spagnola: come il pittore ebbe il periodo blu, il periodo rosa, poi aderì al cubismo, anche nella scrittura di Lorca esistono fasi molto diverse. El Público è altro da Bernarda Alba come da Donna Rosita; Poeta en Nuova York appartiene a un universo per certi versi opposto a quello del Romancero gitano. Forse, se esiste un elemento comune, è l’importanza che egli attribuisce alla speranza. In Donna Rosita, García Lorca racconta la fedeltà a una memoria, descrive un modo fuori dal tempo di vivere l’amore. Allo scorrere del tempo tocca il ruolo di protagonista e quando il tempo è protagonista, è della vita che si parla”.


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di Federico García Lorca adattamento e regia Lluís Pasqual traduzione di Elena Clementelli - Newton Compton 1993 scene Ezio Frigerio costumi Franca Squarciapino luci Claudio De Pace musiche Josep Maria Arrizabalaga movimenti coreografici a cura di Montserrat Colomé Pujol con (in ordine alfabetico) Andrea Coppone, Gian Carlo Dettori, Pasquale Di Filippo, Martina Galletta, Alessandra Gigli, Eleonora Giovanardi, Andrea Jonasson, Giulia Lazzarini, Rosalina Neri, Franca Nuti, Stella Piccioni, Franco Sangermano, Sara Zoia produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

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“Eccetto El Público, dove García Lorca parla di sé - prosegue Pasqual - le altre commedie hanno donne per protagoniste. Il teatro di García Lorca, come il cinema di Almodóvar, vive di battute pronunciate da donne. Un cast quasi completamente al femminile, con grandi attrici, artiste straordinarie che, da spettatore, ho adorato. In scena tre generazioni di artisti: un primo gruppo ha conosciuto Giorgio Strehler e ha lavorato a lungo con lui; ne fanno parte anche Ezio Frigerio e Franca Squarciapino, che firmano scene e costumi; altri hanno avuto Strehler come maestro alla Scuola di Teatro del Piccolo, ma non hanno recitato sotto la sua guida; infine i giovanissimi, cresciuti al Piccolo ma in un’altra epoca”.

796 Z( 81$ *5$1'( 6725,$ '¶$025( Trent’anni della vita di una donna di provincia si consumano davanti al nostro sguardo, allo stesso modo in cui si consuma in un giorno l’altra protagonista della storia, la rosa mutabilis. Promessa a un giovane che dopo il fidanzamento lascia la Spagna, Rosita lo attende per vent’anni, fiduciosa che lui tornerà, come le promette in periodiche lettere. Ma gli anni passano, le amiche di Rosita si sposano ed hanno bambini, il fidanzato non torna e la giovane appassisce, come la rosa mutabilis che lo zio di lei ama coltivare. L’ovvio verrà alla luce: il fidanzato di Rosita si è sposato in Argentina e non ha avuto il coraggio di rivelarglielo. Ma forse lei sapeva… Federico García Lorca in quest’opera si allontana dalla durezza della campagna per scrivere un poema leggero, una commedia delicata, il più cechoviano dei suoi testi, dove si mescolano dal vivo lo scontro tra la memoria e la vita con la sua forza misteriosa, tra la fedeltà ad un ricordo e il mondo che si muove davanti a noi e con noi. E per ultimo, benché talvolta sia ciò che più conta, Donna Rosita è una grande, grande storia d’amore, raccontata con un profondo lirismo.

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I racconti di Anna Maria Ortese, composti nel lungo arco di tempo che va dagli anni Trenta ai Settanta afďŹ ancando la produzione dei grandi romanzi, riettono sorprendentemente la complessa personalitĂ dell’autrice. Storie quasi senza storia che dipingono una realtĂ tragica come attraverso un sogno. Spesso sono stati paragonati al fantastico viaggio dantesco nell’aldilĂ . Ad una rilettura odierna sembrano piuttosto rievocare la teatrale tenerezza del Tasso o la cinematograďŹ ca leggerezza dell’Ariosto. Gli avvenimenti narrati sono visti attraverso il ricordo struggente: l’infanzia infelice, ma luminosa, l’adolescenza insicura, ma traboccante, l’amore sďŹ orato, ma mai posseduto. Sentimenti che ricordano il dispettoso riďŹ uto di Kafka e le illuminazioni improvvise di Joyce. Figure e ďŹ gurine di un’Italietta arrancante nella storia dove le canzonette fanno la parte del leone. Accanto a Paolo Poli gli attori che da sempre lo accompagnano in un tipo di teatro personalissimo. Le scene del grande Emanuele Luzzati enfatizzano la pittura novecentesca. I costumi fantasiosi di Santuzza CalĂŹ sorprendono ancora una volta. Le musiche di Jacqueline Perrotin persuadono arditamente. Insomma una nuova produzione della “premiata ditta Sorrisi e Veleniâ€?.


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due tempi di Paolo Poli da Anna Maria Ortese con Paolo Poli e con altri attori da definire regia Paolo Poli scene Emanuele Luzzati costumi Santuzza Calì consulenza musicale Jacqueline Perrotin coreografie Claudia Lawrence

Produzioni Teatrali Paolo Poli

,/ 3527$*21,67$ Legato alla cultura grande e piccola dell’Italia fine secolo e di quella del Novecento tra le due guerre, la cultura cioè dei nonni e dei padri - e anche della madre che era maestra - arricchita da una raffinata educazione letteraria, soprattutto francese, Paolo Poli esercita i suoi bersagli affabilmente ma puntualmente satirici contro la retorica e l’ipocrisia di una società ancora connotata sostanzialmente da mentalità piccolo-borghesi; ma lo fa a modo suo, coniugando alla satira di costume, la parodia e il funambolismo, la malinconia e il guizzo farsesco, il travestitismo e il divertissement cabarettistico. Le generazioni cambiano, ma Paolo Poli mantiene i suoi spettatori, affascinati dalla sua grazia; variando appena i materiali di partenza. Il che non è un limite, ma il segno di un’originalità e unicità di fare spettacolo abbastanza atipica in Italia. (dal Dizionario dello Spettacolo del ‘900, Baldini & Castoldi)

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Il romanzo Le signorine di Wilko dello scrittore polacco Jaroslaw Iwaszkiewicz mi ha affascinato già fin dai tempi degli studi, quando l’ho letto per la prima volta. Il racconto, nel quale Wiktor Ruben torna nella casa di campagna dove quindici anni prima viveva lavorando come istitutore presso una famiglia dove crescevano sei sorelle, mi ispira per varie ragioni. Certamente, la situazione stessa - un uomo e sei donne - già in sé è particolare e istigatrice di fantasie. Mettendo in scena questo testo nel contesto italiano non si può non ricordare il film di Federico Fellini La città delle donne con Marcello Mastroianni nel ruolo principale. Però al testo di Iwaszkiewicz appartengono anche altre qualità e caratteristiche: innanzi tutto, è straordinariamente poetico. Quasi poesia scritta in prosa. Perciò nel mettere in scena questo lavoro letterario ci confrontiamo con una sfida, ossia scoprire se è possibile rendere visibile la poesia. Inoltre questo testo ricorda davvero molto la scrittura di Marcel Proust: ricordi, dettagli, odori, sensazioni e sfioramenti dimenticati. Il passato e i ricordi sono il tema che da sempre costituisce il centro d’attenzione dei miei spettacoli teatrali. E questo racconto di Iwaszkiewicz verte solo e soltanto su questo. Melanconia e nostalgia non sono solo sentimenti melodrammatici.


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dall’omonimo romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz adattamento e regia Alvis Hermanis con Laura Marinoni, Sergio Romano, Patrizia Punzo, Elena Arvigo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani coreografia Alla Sigalova scene Andris Freibergs costumi Gianluca Sbicca luci Paolo Pollo Rodighiero produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Prospero Teatro Stabile di Napoli Nuova Scena Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna

Sono le qualità che hanno sempre caratterizzato la coscienza culturale dell’Europa, o almeno così è stato fino alla fine del XX secolo. Siamo nel XXI secolo e stiamo vivendo enormi cambiamenti nella coscienza europea. Si può dire che siamo, in questo momento, testimoni della morte della vecchia e buona Europa. E qualsiasi lavoro artistico che viene creato oggi ha, in tale contesto, l’aspetto di un necrologio. Necrologio alla percezione della vita della vecchia Europa. Restano solo i ricordi. L’autore ha scritto questo lavoro dopo la prima guerra mondiale. Il suo eroe, Wiktor, è da poco tornato dal fronte. La guerra è una parte importante di questo racconto. Iniziando il lavoro con questa messa in scena abbiamo deciso di trasferire le vicende in un tempo e in un contesto diversi, ossia nell’anno 1947 dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il motivo principale è dovuto alle caratteristiche della moda femminile degli anni ’40 nel contesto della guerra. Non a caso la moda femminile di quel periodo era allo stesso tempo maschile, quasi brutale e molto vicina allo stile militare, ma contemporaneamente erotica e sessualmente provocatoria.

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/2 63(77$&2/2 Alvis Hermanis, regista lettone direttore artistico del Nuovo Teatro di Riga e vincitore del IX Premio Europa Nuove Realtà Teatrali, tra i più acclamati e considerati protagonisti della scena europea, firma la regia di Le signorine di Wilko di Jaroslaw Iwaszkiewicz, una delle figure più importanti della letteratura polacca contemporanea. Le signorine di Wilko, di cui alcuni ricorderanno la versione cinematografica di Andrzej Waida, a suo tempo candidata all’Oscar come miglior film straniero, affronta i temi del ricordo e della memoria cari a Hermanis. Nell’adattamento da lui proposto, gli accadimenti raccontati nel romanzo di Iwaszkiewicz, sono ambientati negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Protagonista della storia è Wiktor Ruben, uomo di mezza età che, colpito da un grave lutto, decide di recarsi per un periodo di riposo nel villaggio dove da giovane trascorreva l’estate. Qui Wiktor incontrerà, dopo molti anni, le sei sorelle conosciute in gioventù, le signorine di Wilko appunto, cui lo legano numerosi ricordi. Il loro inatteso ritrovarsi sconvolgerà i delicati equilibri emotivi delle sorelle, ormai adulte, e dello stesso Wiktor, nel lento scorrere delle giornate estive.

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Come noto, Molière ebbe il coraggio di iniziare un nuovo genere di teatro, che descriveva senza veli i costumi del suo tempo. I suoi personaggi, presi dalla vita di tutti i giorni, erano avari, sciocchi, ipocriti, scaltri, misantropi, ma tutti avevano in comune un pregio: erano vivi, veri e, per di più, comici. Sembrerebbe che il Duca di Montasieur, precettore del Delfino di Francia, avesse minacciato Molière di bastonarlo per averlo preso a modello come l’Alceste, protagonista de Il Misantropo, salvo poi cambiare idea e ringraziarlo dell’onore concessogli. Sin dal loro primo apparire sulle scene, le commedie di Molière piacquero al pubblico proprio per la novità che rappresentavano anche se, come nel caso citato, egli raramente inventava trame e soggetti originali, sfruttando piuttosto il patrimonio di autori vissuti prima di lui. La sua grandezza è quella di far diventare le storie comuni storie universali, valide per ogni epoca e località.


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di Molière regia Massimo Castri scene e costumi Maurizio Balò con Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Sergio Leone, Federica Castellini, Laura Pasetti, Ilaria Genatiempo, Mauro Malinverno

produzione Teatro di Roma

Il Misantropo è allora la storia di chi, contro il parere e i consigli degli amici, non scende mai a compromessi, pone sempre la sinceritĂ al di sopra di tutto, anche a costo di urtare le varie e deboli personalitĂ col rischio, quindi, di perdere ogni possibile protezione. Ăˆ questo il retroterra che Massimo Castri, uno dei nostri piĂš importanti registi, affronta con questa nuova messa in scena, accostandosi per la prima volta a un Molière, in un percorso di collaborazione con il Teatro di Roma che ha giĂ visto altre importanti tappe, come Tre sorelle, Porcile, Finale di partita, Quando si è qualcuno, Questa sera si recita a soggetto. Nel ruolo di protagonista Massimo Popolizio, un’altra presenza che, cosĂŹ come quella di Castri, segna la continuitĂ di un rapporto di lavoro e di ricerca con due tra i piĂš importanti artisti della scena teatrale italiana.

/$ &200(',$ ', 02/,ĂŠ5( Il misantropo è Alceste, che non sopporta compromessi o ďŹ nzioni. Ha una lite giudiziaria in corso ma, come spiega all’amico Philinte, non farĂ pressioni per ottenere un verdetto favorevole. Non esita a giudicare pessimo un sonetto di Oronte, inimicandoselo. Ăˆ innamorato della civetta e maldicente CĂŠlimène e non della sua bella e virtuosa cugina Eliane. Due avvenimenti chiuderanno Alceste nella sua misantropia: la calunniosa accusa, da parte del suo avversario nel processo, che sia lui l’autore di un infame libello, e la deďŹ nitiva certezza della doppiezza di CĂŠlimène e della sua frivolezza quando lei, abbandonata da tutti i suoi adoratori, riďŹ uta di sposarlo per non seguirlo in provincia. Un grande classico del teatro, sempre attuale a piĂš di trecento anni dalla sua prima rappresentazione avvenuta nel 1666, rivelatore della profonda capacitĂ di indagine psicologica di Molière.

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La commedia musicale Aggiungi un posto a tavola, diventata ormai un classico del teatro italiano, è stata rappresentata per la prima volta nel 1974 ed è nata dalla penna di Garinei e Giovannini con la collaborazione di Jaja Fiastri e dalla partitura di Armando Trovajoli. Fin dalla sua prima rappresentazione ha conquistato il cuore del pubblico che ha applaudito i suoi personaggi in ogni angolo del mondo. Rarissimo caso di commedia veramente internazionale è stata rappresentata in oltre cinquanta versioni dalla Russia all’Inghilterra, dal Brasile alla Cecoslovacchia, dall’Austria all’Argentina, e poi in Messico, in PerĂš e in Spagna. Spettacolo unico e particolarissimo, trova il suo successo, oltre che nelle invenzioni del testo e delle musiche, nella perfetta macchina teatrale inventata da Giulio Coltellacci che ďŹ rmò scene e costumi. La canonica, la piazza con il sagrato, l’Arca si succedono in maniera continua grazie ai due girevoli che danno vita a quei cambiscena che spesso hanno strappato al pubblico sinceri applausi a “scena apertaâ€?. In questa versione ritroviamo le coreograďŹ e di Gino Landi, tra i piĂš apprezzati e conosciuti coreograďŹ italiani e storico collaboratore della ditta G&G e autore delle coreograďŹ e originali.


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commedia musicale di Garinei e Giovannini scritta con Jaja Fiastri con Gianluca Guidi, Enzo Garinei regia originale Pietro Garinei e Sandro Giovannini musiche Armando Trovajoli coreografie Gino Landi scene e costumi Giulio Coltellacci

produzione Il Sistina

WDYROD La storia, liberamente ispirata a After me the deluge di David Forrest, narra le avventure di don Silvestro e del suo paese, scelti da Dio per costruire una nuova arca e salvarsi dal secondo diluvio universale. Gianluca Guidi, attore e cantante di talento che il pubblico italiano ben conosce e apprezza, indosserà, siamo sicuri con naturalezza, la tonaca di don Silvestro portandogli in dote la sua innata simpatia e comunicatività. Nel ruolo del sindaco Crispino torna Enzo Garinei, che qui firma anche la ripresa della regia originale. Con loro un cast di grande livello, compresi i venti solisti che danno vita ai vari personaggi della storia.

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/$ 75$0$ Don Silvestro, il parroco di un piccolo paese di montagna, riceve un giorno una “inaspettata” telefonata: Dio in persona gli ordina di preparare un’Arca, in vista di un secondo diluvio universale. Il giovane parroco, aiutato dal suo paese e intralciato da mille inconvenienti (non ultimo il sindaco del paese, Crispino, che cercherà in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote), riesce alla fine tra mille dubbi nella sua impresa. Ma l’Arca costruita non salperà mai. Poco prima del diluvio un cardinale convince la gente del paese a non seguire don Silvestro che viene creduto pazzo per la sua bizzarra idea, cosicchè al momento del cataclisma sull’Arca si trovano solo lui e Clementina, la giovane figlia del sindaco. Silvestro decide però di non abbandonare il suo paese e i suoi amici e a diluvio iniziato scende dall’Arca: Dio vede fallire il suo progetto e fa smettere il diluvio, tutti sono sani e salvi, salvati dall’altruismo e dall’amicizia del curato. All’interno della storia si dipanano molte minitrame in un perfetto gioco di scatole cinesi: l’amore di Clementina per don Silvestro; l’inimicizia per lo stesso del padre di Clementina, l’ateo Crispino; la comparsa in paese di Consolazione, una prostituta che distrarrà gli uomini dai loro doveri familiari; l’amore di lei per Toto, lo scemo del paese, che grazie alla riacquistata virilità la trarrà dalle attenzioni degli altri uomini e la sposerà.

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ITIS Galileo nasce da alcune domande e riessioni intorno a Galileo e Copernico e al mondo in cui hanno vissuto che da un paio d’anni ho cominciato a scambiare con amici e collaboratori che con me hanno iniziato a studiare l’argomento. Da quei ragionamenti, da quelle letture sono nati gli spunti per questo racconto, spunti da cui vale la pena di partire per continuare a cercare le domande giuste per interrogare il presente. Una fra tante: come mai quattrocento anni dopo Galileo per fare l’oroscopo continuiamo a scrutar le stelle come fossero ďŹ sse, che cielo usiamo, quello di Copernico o quello di Tolomeo? ITIS Galileo è teatro “no profetâ€?. Ăˆ l’occasione per ragionare di scienza mal digerita sui banchi di scuola, di argomenti ben portati da ďŹ losoďŹ , maghi, preti e scienziati circa il modo di immaginare l’universo, di spiegare l’attrito e di far l’oroscopo.


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di Francesco Niccolini e Marco Paolini consulenza storica Giovanni De Martis consulenza scientifica Stefano Gattei consolle audio Gabriele Turra consolle luci Andrea Violato direzione tecnica Marco Busetto illuminotecnica e fonica Ombre Rosse

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produzione Michela Signori, Jolefilm

Galileo Galilei e gli altri: Claudio Tolomeo e Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Giovanni Keplero, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Gneo Giulio Agricola e Andrea Vesalio. Forse non tutti sempre nella stessa sera e nello stesso ordine perché la forma scelta è quella di un racconto aperto con parti di dialogo e lettura sopra alle cose che legano Galileo ad Einstein e ce li rendono vicini, anche se a molti di noi non riesce di capire proprio bene bene cosa stanno dicendo. Però ci piacerebbe e forse val la pena di provarci, anche a teatro. Marco Paolini (aprile 2010)

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C.C. “Bud” Buxter (Massimo Dapporto), impiegato ambizioso di una grande società di assicurazioni, sa mettersi bene in luce con i propri superiori prestando ai più libertini… il suo appartamento. Spera così in una fulminante carriera. Paga il prezzo di piccoli disagi che scaturiscono in gag esilaranti con vicini e colleghi. La voce si sparge fino ai piani alti dell’azienda e finalmente può lasciare a J. D. Sheldrake, il grande direttore, campo libero nel suo appartamento. Ma, sorpresa delle sorprese, apprende a malincuore che la gentile accompagnatrice del suo capo è proprio la donna dei suoi sogni: Fran Kubelik (Benedicta Boccoli) gentile, discreta, ricercatissima, inarrivabile “ragazza dell’ascensore”. A questo punto Bud dovrà prendere la decisione della sua vita: perdere l’amore o il lavoro. Può l’amore vincere sulla carriera? Sì, questa commedia, lucida, cinica, amara e divertente del grande Billy Wilder dà una risposta affermativa pur mettendo a nudo una società e un mondo del lavoro basati sull’ambizione, il denaro e la costante ricerca di un miglioramento sociale. I “piccoli disagi” diventano però “grandi rinunce”, quando si parla d’Amore, e allora libero spazio al lieto fine in barba ai soldi, alla carriera e al successo.


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di Billy Wilder e I.A.L. Diamond adattamento Edoardo Erba e Massimo Dapporto scene Luca Nardelli costumi Cristiana Ricceri disegno luci Mario Esposito musiche Antonino Armagno regia Patrick Rossi Gastaldi con Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli e con (in ordine alfabetico) Rossana Bonafede, Riccardo Peroni, Carlo Ragone, Riccardo Maria Tarci

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produzione Antheia

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In senso metaforico L’appartamento potrebbe essere sottotitolato “come riconquistare l’innocenza perduta”. Ho volutamente lasciato l’ambientazione negli anni ’60, così come nel film, vincitore di ben cinque premi Oscar, come se riconquista, innocenza, candore, etica e amore fossero valori del passato. Sarà vero? A voi l’ardua sentenza. Patrick Rossi Gastaldi

Ci voleva la spavalda esperienza di un autore come Edoardo Erba - capace di passare coraggiosamente da un’epoca all’altra nei suoi testi per la scena, il cinema o la tv, cambiando agilmente paesi e dialetti, magari reinventando le vite di personaggi del passato - per affrontare la trasformazione in una commedia per il teatro di un grande film degli anni Sessanta quale L’appartamento, che un europeo d’America della stazza di Billy Wilder girò con Jack Lemmon, Shirley Mc Laine e Fred Mc Murray. E ora lo spettacolo, adattato dall’autore con Massimo Dapporto, gustoso protagonista (…). Il testo riprende un clima newyorchese ormai facilmente assimilabile a quello delle grandi città europee, non togliendo peraltro il gusto della sorpresa alla vicenda dell’impiegato di una grande società di assicurazioni che, per sbarcare il lunario, affitta a ore il suo appartamento da scapolo a colleghi di lavoro alla ricerca di spazi alternativi a quello familiare per concedersi delle impellenti libertà sessuali al di fuori del matrimonio. Il bisogno è molto sentito, tanto da favorire la carriera del fortunato mortale nell’azienda, ma crea ingorghi e a un certo punto potrà anche provocare dei disguidi se l’addetta agli ascensori, che ha il fisico attraente e la grazia espressiva di Benedicta Boccoli ed è la prediletta del protagonista, si fa sorprendere da lui in quel nido con il boss della società costringendolo a un affrettato lieto fine, nello show diretto con cura da Patrick Rossi Gastaldi (…). Franco Quadri (“La Repubblica”)

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...Il procedimento corrisponde a un nascondermi. L’ho già fatto con Finale di partita di Beckett dove ho adottato i toni del doppiatore italiano dell’ispettore Clouseau alias Peter Sellers. Come se escludessi i miei mezzi vocali. Ancora di più col Don Chisciotte evocante Gassman e Bene (o con Gassman e Bene che evocano il Cavaliere della Mancha e Sancio) in definitiva plasmo le voci degli altri, voci diventate mitiche, nobilmente manieristiche. Non è un caso che loro due siano riproducibili, reinventabili (è molto difficile riprodurre me, che non ho nulla di particolare a livello di gola), e va aggiunto che il nostro è un momento in cui non si può più granché affermare una voce, per il semplice motivo che in realtà non ti stanno più ad ascoltare. Un gruppo di persone decide cosa è giusto e cosa non lo è (e questo andrebbe bene se le opzioni e i culti fossero davvero giusti: purtroppo sono spesso sbagliati), e queste persone sono tutto l’apparato decisionale coalizzato (dal critico ai direttori di teatro). La conseguenza è che la povera arte del teatro continua a pedalare a vuoto, il ricambio è costituito da fallimenti, e non c’è spazio per un contropotere. Allora ho sentito la tentazione di portare in scena i potenti: vedetevela con loro, con Gassman e Bene. Non è proprio esclusivamente un omaggio: è anche, quindi, una specie di resa dei conti. Ossia, l’omaggio è ovvio, perché reputi alti coloro cui ti riferisci per mettere a segno la resa dei conti.


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progetto e regia Franco Branciaroli scena Margherita Palli luci Gigi Saccomandi costumi Caterina Lucchiari musiche Daniele D’Angelo

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produzione Teatro de gli Incamminati

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Però è come se dicessi anche: bene, questi sono i miti che avete codificato, e io mi ci confronto, e questo produce anche l’idea teoretica di un Chisciotte che si trova nella condizione in cui mi trovo io, che deve parlare con/per voce altrui, che non vive una condizione romantica con slanci ideali ma subisce il destino d’un disgraziato alle prese con un mondo che non lo vuole, che non ha niente a che fare con lui. Il Cavaliere dalla triste figura impersona la deriva, l’ultima spiaggia cui viene costretto oggi il teatro. Rischiamo non più di vedere un’osteria come fosse un castello, ma di vedere un’osteria come fosse il teatro...

Franco Branciaroli (da una conversazione con Rodolfo di Giammarco per i volumi del TST - Teatro Stabile di Torino)

“Don Chisciotte è un enorme trattato sull’imitazione: così come lui imita i cavalieri, io imito i cavalieri della scena”. Con questa premessa Franco Branciaroli, dopo l’originale edizione di Finale di partita in cui il protagonista parlava con la voce dell’ispettore Clouseau, affronta lo spettacolo tratto dal testo di Miguel de Cervantes. Branciaroli sarà infatti impegnato nel doppio ruolo di Don Chisciotte e Sancho Pancia, cui darà, imitandole, le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene. Il vagabondare verbale, divertente e commovente insieme, dei due mattatori ripercorrerà alcune delle scene più celebri del grande romanzo picaresco del siglo de oro spagnolo. “Li immagino nell’aldilà - spiega ancora Branciaroli - mentre confessano che avrebbero sempre voluto mettere in scena il libro più d’avanguardia che ci sia, il Don Chisciotte. Li faccio parlare e così, accanto ai personaggi dell’Hidalgo e di Sancho, riprenderanno vita anche i loro dialoghi, i loro battibecchi, il loro immaginario”. Ecco dunque che le “maschere verbali” dei due grandi protagonisti della scena teatrale italiana daranno anche occasione di ritrovare atmosfere di un Gran Teatro che non c’è più e che lo stesso Branciaroli, che con Bene ha recitato ai suoi esordi, ha preso per la coda: “Erano due avversari irriducibili - continua l’attore-regista - ma anche, al fondo, due artisti che si stimavano. E questa è una cosa che mi commuove”. E divertimento con un pizzico di nostalgia sarà infatti la temperatura emotiva dello spettacolo. Il finale? Non è una vera fine, cosa che sarebbe pertinente solo con il mondo dell’aldiqua, mentre nel tempo eterno i nostri due mattatori, e idealmente Branciaroli con loro, possono ripetere all’infinito, variandola e reinventandola, la rappresentazione. E così è.

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Maria Grazia Cipriani ha riscritto l’Amleto per il Teatro Del Carretto leggendolo come un diario del protagonista rivissuto con passione e fantasia (…). E alla fine di una serata memorabile, i personaggi si sdoppiano prima che il protagonista evochi la strage finale in una partita di dama giocata con se stesso. Franco Quadri (“La Repubblica”) Il Teatro è play. Ce lo ricorda meravigliosamente il Teatro Del Carretto col suo Amleto (…). La regia di Maria Grazia Cipriani miscela sapiente l’ironia al cartoon, la tragedia allo sberleffo. Sposta e scompone ma si puntella all’idea drammaturgica del suo Amleto-fulcro, mentre Graziano Gregori le apparecchia l’efficace scenografia e i costumi. Il Carretto ci offre così un altro frutto glorioso. Rossella Battisti (“L’Unità”) In un’ora e mezza il Carretto condensa e distilla tutto Amleto, riempiendo di senso mai scontato le parole del testo shakespeariano, con le duttili voci dei suoi attori e le posture dei loro corpi scolpiti dalle luci e guidati sul palco da dinamiche che seguono regole di drammaturgia cinestesica efficaci oltre ogni parola. Sara Ricci (www.loschermo.it)


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da William Shakespeare adattamento e regia Maria Grazia Cipriani scene e costumi Graziano Gregori suono Hubert Westkemper luci Angelo Linzalata con attori e tecnici del Teatro del Carretto

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produzione Teatro del Carretto

$33817, 3(5 81$ 0(66$ ,1 6&(1$ Proveremo a leggere il testo nella prospettiva del protagonista, con le altre figure, fantasmatiche o reali, filtrate dalla sua sensibilità o dalla sua immaginazione: proiettando il dramma come in un sogno… in una riscrittura che attraverso spostamenti, cesure e montaggi caratterizzi una struttura che pur dal taglio quasi cinematografico, metta in evidenza o infranga ogni convenzione teatrale, sempre sovrapponendo moto tragico a moto comico e che lasci l’interpretazione psicanalitica come quella politica visibili in trasparenza, per mettere in luce il dramma dell’uomo oppresso da pensieri sul senso dell’esistenza: solo con i fantasmi, il dubbio, l’essere o non essere…

La compagnia del Teatro del Carretto dimostra ancora una volta di sapere reinterpretare i classici con sensibilità, capacità e rara potenza nella scelta delle soluzioni formali e visive. Mauro Corso (www.teatroteatro.it) Se Amleto è una tragedia che pone domande alle quali non è dato rispondere, allora la versione della Cipriani, sebbene ridotta all’osso, coglie a pieno nel segno. Susanna Battisti (“Fogli e parole d’arte”) Ci vuole coraggio, molto coraggio a sedersi a tavolino per ristudiare questo testo fondamentale. Il Teatro del Carretto fa molto di più. Fracassa quel tavolino e rovescia tutte le suggestioni possibili in scena. Sergio Lo Gatto (www.klpteatro.it)

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JLRYHGu GLFHPEUH Un attore che in scena può far scomparire improvvisamente il senso comune e sostituirlo con panorami fino ad un attimo prima impensabili, un autore che non ha imitatori proprio perché non si ferma di fronte al linguaggio ma vi si immerge fino ad estrarne i concetti fondanti. Un Bergonzoni anarchicamente comico ma, questa volta, sicuramente molto più polemico e metafisicamente critico verso la realtà che ci assedia.


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di e con Alessandro Bergonzoni

regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

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Alessandro, ma quand’è che hai cominciato a parlare per non smettere più? «In fase prenatale, anche se il parlare c’entra poco, è la punta dell’iceberg. Il tema è il pensare, non il parlare. Tutti si fermano alla voce e alle associazioni verbali, ma la questione è quella del flusso interiore, che all’ epoca io non riconoscevo. Un flusso mentale, filosofico, antropologico, che nasceva da sé». Un dono? Una condanna? «La parola prescelto non mi piace, ma rende l’idea. Non amo il caso, credo più nel caos. Io faccio la danza del mentre: mentre penso una cosa ne parte un’altra, arriva la posta che mi manda un altro pensiero, apro la missiva e mentre la apro ne compongo un’altra ancora. Il linguaggio è il remo, la vela, la zattera: il vento che muove la vela è il pensiero. Lo so, di solito a pensare sono i filosofi, non i comici. Il comico deve parodiare e imitare, ma non pensare? Io invece ho una carta vetrata, quella della fantasia e dell’immaginazione. Che sono energie alternative, che mi muovono e mi possiedono». (…) «Il pubblico è provato, non ha più le papille gustative. Va ripalatizzato. Stimo la ricerca, ma dobbiamo rilanciare soprattutto la ricerca dell’incommensurabile. Io voglio usare le mine pro uomo per far saltare l’accettazione e l’assuefazione. Cacciamo gli spensierati, prepariamo una felicità composta, che sia un canederlo zeppo di altri ingredienti. Sono i mezzi di distrazione di massa la droga che serve a chi vende paura. E finiamola di confondere sogni con bisogni: i bisogni sono desiderio e necessità, il sogno è indicibile, inaudito, rivelazione. Chiedo molto. Non bastiamoci più. Il poco crea metastasi culturali, non è innocuo. Voglio avvenire, non essere avvenente, voglio far succedere, non voglio successo». Enrico Regazzoni (“La Repubblica”, 23 febbraio 2009)

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Prima di tutto il ritmo e il senso del tempo... Ecco da dove sono partiti i cinque cantattori, bolognesi d’adozione, per costruire, sotto la divertita ma rigorosa guida di Gioele Dix, uno spettacolo che coinvolge il pubblico e lo travolge con la velocità delle gag, con l’arguzia delle citazioni e dei riferimenti musicali e letterari, con la sensazionale tecnica vocale e precisione scenica di una Compagnia che è cresciuta a pane e musical. L’intelligenza è la capacità di creare connessioni e legami, da questo punto di vista gli Oblivion sono tra le Compagnie più intelligenti degli ultimi anni... È davvero il loro marchio di fabbrica questo mettere a contatto diretto cultura alta e popolare, la tradizione musicale dagli anni ‘20 di Rodolfo De Angelis con Vasco Rossi. Parallelamente, il loro pubblico raccoglie al tempo stesso stuoli di ragazzi che vedono i loro video su You Tube, ma anche molti sessantenni che riconoscono con affetto i riferimenti alla musica leggera del tempo che fu e apprezzano la precisione scenica e l’ammirevole tecnica canora sullo stile del grande avanspettacolo italiano del secolo scorso. Gli Oblivion utilizzano almeno un secolo di materiale musicale italiano servendosi delle canzoni come di un alfabeto privato, per montare, intrecciare, deformare, riciclare in modo da costruire uno scintillante palinsesto canoro, al tempo stesso omaggio ai grandi e sberleffo ai meno grandi,


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regia Gioele Dix gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli musiche Lorenzo Scuda testi Davide Calabrese, Lorenzo Scuda

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produzione The Blue Apple Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia

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“Oblivion Show, un travolgente mix di invenzioni che sciorina una sorpresa dopo l’altra rovesciando sul pubblico oltre un’ora e mezza di geniali trovate accolte da risate e applausi”. (“La Repubblica”, 26/10/2009)

in cui si raggiunge un miracoloso equilibrio tra citazione e creatività, tra umorismo e commozione. Il senso del tempo, non solo musicale, entra nella natura stessa di questo show, permettendo le esilaranti connessioni musicali degli Esercizi di Stile dove vengono creati per la prima volta legami tra il Papa e Zucchero Fornaciari, Eros Ramazzotti e i Tenores di Bitti, Marco Masini e il Quartetto Cetra... Il tempo è anche quello della velocità richiesta da Internet, ed ecco l’applauditissima sintesi dei Promessi Sposi in 10 minuti (oltre 895.000 visualizzazioni su You Tube...). E non parliamo poi delle tragedie di Shakespeare riassunte in 8 minuti... in un surreale contesto da “Porta a Porta” che ci racconta molto di più sull’Italia di oggi di quanto non faccia sulla Danimarca di Amleto... Il tempo è infine quello dell’orologio della Stazione di Bologna, “...sempre fermo sulle 10 e 25...”, un pezzo che strappa sempre un lungo applauso commosso, non solo dalle platee emiliane, a dimostrazione del fatto che il loro nome - Oblivion, il dimenticare - ha un significato quantomeno ironico... Il lavoro artistico degli Oblivion è anche questo: insegnare a non dimenticare.

È un piacere dirigere gli Oblivion, cinque solisti che amano il gioco di squadra. Sono tutti ottimi cantanti, solidi sul piano tecnico e musicalmente versatili. Il loro repertorio spazia dal classico al pop, passano con disinvoltura dal canto gregoriano al rap, sono melodici e jazz. Ed è proprio il gusto per la contaminazione, unito all’innata vocazione per il palcoscenico, a renderli speciali. Hanno senso del comico e sanno mettersi in gioco anche come attori e attrici senza eccesso di pudore, pur non rinunciando al rigore richiesto dalle partiture. Il loro spettacolo è ricco di parodie, di riletture ironiche e di invenzioni drammaturgiche e musicali di straordinario impatto. Abbiamo lavorato insieme sui contenuti, sulle geometrie della scena e soprattutto sul ritmo. Una faticosa e felice avventura per la quale è valsa la pena spendersi senza risparmio. Gioele Dix

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Nel 2011 il nostro Paese compirĂ centocinquanta anni. Non si sa ancora come questo anniversario sarĂ celebrato. Di certo sarĂ un momento importante per riettere sulle nostre identitĂ , sul percorso che ci ha portati ďŹ n qui, sulla memoria, sulle tappe, le date, le persone e i fatti che hanno permesso di essere quello che siamo. Ho pensato cosĂŹ di cominciare un percorso teatrale di avvicinamento a questa scadenza, che mi permettesse di toccare alcuni temi, e di narrarli in azioni sceniche. Piazza d’Italia, il romanzo di Antonio Tabucchi, è il racconto di un’epopea familiare. Attraverso le storie di tre generazioni di ribelli, che a loro volta si intrecciano con quelle degli altri abitanti del borgo toscano dove il tempo del romanzo si svolge, si percorre un arco storico di cento anni. Si passa cosĂŹ dallo sbarco dei Mille alla prima Grande Guerra, al fascismo, all’arrivo dei nazisti che bruciano il paese, ďŹ no alla lotta di liberazione e agli anni Sessanta della ricostruzione e della contestazione. Ma la grande Storia fa da sfondo all’intreccio di piccole storie molto potenti, dense di accadimenti, di conitti, di esperienze e umanitĂ e che proprio per questo riescono con piĂš forza a rafďŹ gurare lo scenario del tempo storico e del suo svolgersi.


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dal romanzo di Antonio Tabucchi con Patrizia Bollini, Daria Deflorian, Gabriele Duma, Simone Faloppa, Renata Mezenov Sa, Mariano Nieddu, Alessio Piazza, Naike Anna Silipo, Alexandre Vella regia Marco Baliani drammaturgia Maria Maglietta scene e costumi Carlo Sala musiche Mirto Baliani

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produzione Teatro di Roma

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La sua ineluttabilità, nella vita minuta di Garibaldo, di Gavure o di Don Milvio acquista la forma epica del Destino, insinua la possibilità che la Storia grande possa sempre scompaginarsi, per un gesto di rivolta, per un sogno, per un crocicchio inaspettato. Così sono proprio queste storie e i personaggi che le veicolano a illuminare, riverberare e in parte riuscire a far comprendere sotto una luce nuova il tragitto accidentato del nostro paese dall’Unità d’Italia fino alla soglia degli anni Sessanta.

“Favola popolare in tre tempi, un epilogo e un’appendice”: così Antonio Tabucchi definiva il suo romanzo d’esordio, scritto nel 1973 e pubblicato nel 1975. Un borgo toscano nelle paludi, vicino al mare. L’epopea di una famiglia di anarchici, ribelli per temperamento e tradizione: storia di tre generazioni di rivoluzionari dai nomi sintomatici di Garibaldo, Quarto, Volturno, personaggi che partono per viaggi avventurosi e guerre in Europa, Africa, le due Americhe ,trovando la morte nella lotta contro i padroni. Donne combattive e coraggiose che si affidano anche agli oroscopi e alle fattucchiere. Un mondo contadino, arcaico, ormai scomparso; una fiaba popolare con trovate fantasiose e insieme malinconiche, commosse e profonde, vivaci e gaie, pervasa dal senso della fragilità della vita.

Marco Baliani

Gli scrittori non scrivono la Storia, raccontano delle storie. A modo loro sono dei cantastorie, cioè tramandano con la scrittura la loro memoria o una memoria collettiva. Ma la Storia con la maiuscola è fatta anche delle loro storie. Di queste storie. Dalle nostre storie. Raccontare è raccontarci, scrivere è testimoniare, leggere è ricordare insieme. Antonio Tabucchi

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Sono giĂ passati cinque anni dal mio debutto nella regia con La forza dell’abitudine di Thomas Bernhard, cui hanno seguito due stagioni ricche di successi e riconoscimenti con La parola ai giurati di Reginald Rose. E ancora una volta la mia scelta è caduta su un testo contemporaneo che negli anni ’80 ottenne un grande successo a New York e che ebbe come protagonista Robert De Niro. Si tratta di Cuba & His Teddy Bear di Reinaldo Povod, un testo che mi ha coinvolto ďŹ n dalla prima lettura per l’umanitĂ dei suoi personaggi, per uno stile di scrittura tagliente, crudo, profondo, che mai indulge al sentimentalismo. Con Edoardo Erba, traduttore e adattatore del testo, abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una periferia urbana del nostro paese, all’interno di una comunitĂ romena, dove conuiscono personaggi di altra radice etnica. Operazione che non tradisce il testo originale americano che fa appunto coesistere personaggi di diverse razze, culture, religioni. Ăˆ un dramma familiare e al tempo stesso sociale, un attualissimo sguardo sul presente che è anche un preciso richiamo a uno dei fenomeni che negli ultimi tempi piĂš ci coinvolgono: la presenza degli immigrati nella nostra vita, presenza che ha trasformato la ďŹ sionomia delle nostre cittĂ ed ha intaccato il tessuto delle nostre relazioni. Uno sguardo neutrale, non ideologico, fuori dagli schemi del razzismo o della solidarietĂ di maniera.


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Cuba and His Teddy Bear di Reinaldo Povod traduzione e adattamento Edoardo Erba

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con Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Giovanni Anzaldo, Matteo Taranto, Natalia Lungu, Andrea Paolotti scene Gianluca Amodio costumi Helga H. Williams musiche originali Pivio&Aldo De Scalzi light design Marco Palmieri videografie Marco Schiavoni

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regia Alessandro Gassman

,/ 7(672 produzione Società per Attori Teatro Stabile del Veneto Teatro Stabile d‘Abruzzo con il patrocinio di Amnesty International

FXFFLROR La prorompente forza drammatica dell’opera si basa sul rapporto irrisolto fra un padre semianalfabeta, spacciatore di droga, nevrotico, che alterna momenti di dolcezza a esplosioni di rabbia, e un figlio adolescente apparentemente schiacciato dall’autorità paterna, che vuole emanciparsi attraverso lo studio ma che nasconde al padre le sue illusorie prospettive di vita e la progressiva dipendenza dall’eroina. Un maldestro socio in affari del padre, un intellettuale tossicodipendente, un altro spacciatore e la sua giovane prostituta sono gli altri personaggi che ruotano intorno alla drammatica vicenda umana di un uomo disposto a tutto pur di far soldi per garantire al figlio un futuro diverso dal suo e di un ragazzo consapevole del fatto che il padre potrà, a suo modo, amarlo ma non riuscirà mai a capirlo. Un rapporto toccante, crudo, a tratti sconvolgente, che troverà compimento solo attraverso un fatale, catartico epilogo. È però anche una storia di disperazione e degrado che, attraverso il drammatico destino di un’umanità condannata all’emigrazione, rimanda a problematiche sociali di grande attualità. Una delle sfide più difficili del terzo millennio sarà quella di imparare a vivere in una società unita nella pluralità, ponendo come base quanto ci è comune: la nostra umanità. Alessandro Gassman

Cuba and His Teddy Bear è un testo universale, in cui il tema della migrazione fa da sfondo al dramma che si consuma fra padre e figlio. Il nocciolo è l’impossibilità di comunicare, la drammatica mancanza di parole di un padre che per farsi capire ha bisogno di un gesto estremo e fatale. Ma il linguaggio con cui Povod ci guida a questo nocciolo è iperrealistico: le battute sono scritte in slang ispano-americano e rimandano con sconcertante immediatezza alla situazione degli immigrati cubani nel sud-est degli Stati Uniti. Tanto più il contesto è noto nei suoi risvolti sociali e culturali, quanto più il testo diventa godibile. Per lo spettatore italiano quel contesto sarebbe risultato lontano nel tempo e nello spazio. (...) Si trattava di trovare un contesto che somigliasse a quello dei cubani che arrivano in massa nel sud degli Stati Uniti dopo il crollo di Batista, portando con sé la loro cultura cattolica contaminata da riti magici e credenze esoteriche. La migrazione romena in Italia ha alcune caratteristiche simili. È numericamente importante, e viene dopo il crollo di un regime, anche se non immediatamente dopo. Eppoi c’è la specificità dei rom, distinti anche in patria dai romeni, ma che provengono dallo stesso paese ed entrano con lo stesso flusso migratorio, portando con sé la loro particolarissima cultura. Combinando questi due elementi la trasposizione diventava possibile. È chiaro però che per ottenere un risultato convincente bisognava avere la libertà di riscrivere, rispettando lo spirito ma andando quanto più possibile lontani dalla lettera. Così anche il titolo è cambiato, e Cuba, che nell’originale non è il nome dell’isola ma del protagonista, è diventato Roman. Un uomo che parla un italiano speciale, sbaglia articoli, preposizioni, semplifica la coniugazione dei verbi e tuttavia è agile nell’uso della lingua, e la ricchezza di vocaboli non gli manca. (...) Edoardo Erba GXUDWD VSHWWDFROR K ¶


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I pugni in tasca deve innanzitutto rinunciare alla sua fama di film preannunciante il ’68, il film della rivolta contro le istituzioni, la famiglia, la scuola, la religione. È vero che il film girò il mondo, divenne un film di culto e colpì molti giovani, ma è acqua passata, nessun rimpianto, nessuna nostalgia. Io oggi penso a I pugni in tasca come a un dramma della sopravvivenza in una famiglia dove l’amore è del tutto assente. Si vive in un deserto di affetti senza nessuna prospettiva per il futuro, una situazione di immobilità assoluta che fa pensare a un carcere o a un manicomio senza speranza di guarigione, rieducazione, riabilitazione, rinascita. Manicomio o carcere interiori perché non ci sono sbarre e le porte sono aperte. Ogni fratello cerca a suo modo di sopravvivere, tranne il fratello apertamente folle che urlando ricorda continuamente il suo passato, la sua rabbia, il suo odio, il suo dolore… È una famiglia in cui c’è una madre che sembra buona, caritatevole (la “santa” de L’ora di religione), ma che in realtà imponendo a tutti i fratelli la pazzia terrorizzante del primogenito coerentemente con i principi della sua religione educandoli alla sottomissione, alla rinuncia e alla sofferenza li ha ridotti ad essere come degli animali notturni che escono e si muovono soltanto quando il pazzo dorme (un po’ come l’orco della favola). E perciò, annoiati, sfaccendati, non fanno nulla, sprecano così la loro giovinezza.


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di Marco Bellocchio riduzione e adattamento teatrale dall’omonimo film con Ambra Angiolini, Pier Giorgio Bellocchio regia Stefania De Santis scena Daniele Spisa

produzione Roberto Toni Teatro Stabile di Firenze

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Non lavorano, non studiano, inventandosi una malattia organica che li obbliga all’inattività, all’ozio, assecondati dalla madre (il padre è del tutto assente. Fuggito, morto in guerra?). L’unico che lavora è Augusto, il quarto fratello, che amministra male un patrimonio terriero che rende poco e permette alla famiglia una vita confortevole ma senza alcun lusso. Immobilità, inerzia, ripetitività. Ma come in tutti i drammi, ad un certo momento Alessandro farà una cosa. Le continue fantasticherie a cui si abbandona tutto il giorno quasi per caso gli offriranno una possibilità concreta. La possibilità di compiere un delitto. Si accende un motore e da quel momento la sua vita prenderà velocità e come nell’apprendista stregone il guidatore perderà ogni controllo e finirà per sfracellarsi. Se i due delitti devono rimanere anche nella versione teatrale (rappresentati fuori scena?), è chiaro che immaginando una scena unica, seppure in una struttura complessa, molte azioni così efficaci nel film (pensiamo ai dettagli, ai primi piani, al gran ritmo del montaggio…) devono trovare degli equivalenti teatrali. E, per esempio, anche i tempi delle varie azioni saranno a teatro più lunghi, più reiterati, più esasperati, il ritmo cinematografico sarà sostituito da una tensione che poi di volta in volta esploderà in un gesto clamoroso... (...). Marco Bellocchio (dicembre 2009)

“Perché dopo 44 anni ho pensato a una versione teatrale de I pugni in tasca?” si chiede Marco Bellocchio. “In tutti questi anni - sono le parole del regista - mi sono state proposte varie riduzioni teatrali del film, ma in nessuna mi pare vi fosse un’idea nuova, un tentativo almeno di fare del film un’altra cosa, di reinventarlo almeno un po’. I dialoghi originali erano fedelmente riassunti col solo scopo di contenere la rappresentazione dentro la casa, cioè il palcoscenico a scena unica. Le azioni poi erano le stesse e si svolgevano in quei tempi lontani, prima del ’68. Ho rinunciato senza troppa fatica, perché gli stessi autori di quelle ‘riduzioni’ non erano veramente convinti e neppure tanto entusiasti. Ora che la possibilità di portare a teatro I pugni in tasca diventa concreta, per la disponibilità di Stefania De Santis, regista che stimo molto e con cui lavoro, per la possibilità di un cast molto originale, per l’interesse di un produttore teatrale, Roberto Toni, che non ha bisogno di referenze, tocca a me scrivere il copione e sperare di non cadere negli stessi errori che ho trovato nelle versioni teatrali che ho letto finora”.

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doppia rappresentazione ore 20.30 e ore 21.45 (spettacolo a pubblico limitato - max 80 persone - prenotazione obbligatoria)

Osso è un lavoro sulla similarità, l’identità, la trasmissione, dimensioni che vengono indagate attraverso un dialogo gestuale tra padre e figlio. La struttura in tre parti dispone partiture esatte di azioni sensibili in spazi che vengono scelti e attraversati nel loro essere sedimentazione di vissuti indicibili. Gli ambienti si configurano come vuoti che accolgono un lavoro immateriale che scava nel gesto e nella figuralità. Tra precisi percorsi spaziali, momenti di raccoglimento intorno a un tavolo, metriche dello scambio e dell’incontro, si delineano rituali di gesti e sguardi che dilatano il senso dell’appartenenza fino alla dimensione dell’enigma. L’aspetto sottratto e interstiziale della scena incontra l’elaborazione live di una rumoristica organica, che rimanda alla tattilità del corpo e al senso fisico della durata e della memoria. Padre e figlio conducono un viaggio attraversando azioni semplici, non domestiche, quasi cerimonie respirate dell’esattezza. Con sforzo, l’attenzione è spostata verso l’incorporazione e la copia dell’altro. In questo essere nello stesso movimento, lo sguardo si rivolge dentro, corre dentro, lasciando che il gesto e l’azione si impossessino del contesto: si potrebbe dire che lo sguardo fisico fa rinascere il gesto.


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di Virgilio Sieni con Virgilio Sieni e Fosco Sieni progetto sonoro e live electronics Francesco Giomi / Francesco Canavese (Tempo Reale) luci Marco Santambrogio tecnico di compagnia Francesco Pangaro produzione 2005 Compagnia Virgilio Sieni Tempo Reale in collaborazione con 35° Festival Internazionale Santarcangelo dei Teatri con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Toscana Comune di Siena - Assessorato alla Cultura Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura

in collaborazione con

I piccoli piegamenti sulle ginocchia, le figure che appaiono come deiezioni di sforzi e percorsi d’intesa, il rivolgersi l’uno verso l’altro misurando l’esattezza della dinamica, riconducono ad una dimensione non più dialogica ma di corpo ambidestro, di un corpo unico che finalmente ritrova l’innato utilizzo della parte sinistra. Emerge nell’articolazione del lavoro e nella millimetrica struttura per azioni, gesti e oggetti, il vuoto e la durata che qui si colmano nella presenza di padre e figlio. Il lavoro passa attraverso tre scene che corrispondono ad altrettanti spazi emozionali. Nella prima scena c’è un’introduzione alla prova - la prova non è nient’altro che farsi prossimi l’uno all’altro - attraversare una riva insieme, minuscoli prolegomeni al sentire. Le mani tremano e ondeggiano alla ricerca della coesione. Nella seconda scena si accede al luogo simbolico del passo; qui si realizzano insieme a figure sacre una sequenza di azioni chiave, microeventi che rimandano ad altro. (...) La terza scena, alla fine, appare come un canale fisico dove i corpi e i passi nuovamente si scambiano, nell’avanzare del vuoto, segni di riconoscimento che coincidono. Questi uomini,davanti al loro corpo, fissano severi dei dettagli sempre sconosciuti, si riempiono di luce. Virgilio Sieni

;LH[9V +HUAH /2 63(77$&2/2 I parte Archivio indeterminato di gesti colti II parte Dialogo del secchio e sette figure quattrocentesche Incrocio a distanza e nel vuoto con attenzione verso il basso Seduti al tavolo con fraseggio di mani e figure Incrocio spalla a spalla con sostegno Seduti al tavolo con contrappunti di oggetti Non si è visto un topo, magia in cinque parti Intermezzo e pietà Lui mi dà tutto il suo peso III parte Solo luci Prima lui poi io: quadrupedi Prima lui poi io: cerchio Insieme: dialoghi sul corpo Prima io poi lui: palla, cerchio, palla

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$ FRUSR OLEHUR 6LOYLD *ULEDXGL Non c’è nulla di comico al di fuori di ciò che è propriamente umano. (Henri Louis Bergson) La nostra vita in origine è libera da ogni impurità e vasta come l’universo. (Daisaku Ikeda) A corpo libero nasce e si sviluppa durante il concorso GD’A Veneto 2009. È un lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità del corpo. Spettacolo vincitore Premio Giovane Danza D’Autore Veneto - edizione 2009 e vincitore Premio del pubblico Giovane Danza d’Autore Veneto - edizione 2009.

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A corpo libero di e con Silvia Gribaudi elaborazioni musicali Mauro Fiorin luci David Casagrande Napolin

Altro piccolo progetto domestico coreografia e regia Ambra Senatore interprete Ambra Senatore musiche Brian Bellott, Domenico Modugno luci Fausto Bonvini organizzazione ALDES

Passo-duo con Caterina Basso e Ambra Senatore luci Fausto Bonvini musiche Brian Bellott, Andrea Gattico

in collaborazione con

3DVVR GXR $PEUD 6HQDWRUH Questo lavoro ha due moventi: la volontà di danzare maggiormente rispetto alle mie creazioni precedenti, di cercare un movimento in dinamica e nello spazio dando fiducia al corpo, e il desiderio di dirigere altri per la prima volta. Passo ruota intorno a due macroquestioni: da un lato il rapporto tra realtà e finzione, il limite tra il dentro e il fuori della scrittura scenica, tra partitura e imprevisto; dall’altro la relazione, il rapporto tra individuo e collettività. Giochiamo con la finzione teatrale e con la variazione inaspettata e continua del senso: l’inattesa deviazione della percezione è una componente del gioco teatrale e di fatto anche la vita pone di fronte al continuo trasformarsi del senso di quello che incontriamo, chiedendoci elasticità, capacità critica e allenamento al dubbio, alla messa in discussione. Ambra Senatore produzione Fondazione Musica per Roma, Chateau Rouge-Annemasse, Espace Malraux scène nationale de Chambéry et de la Savoie - Carta Bianca programme Alcotra - coopération France/Italie, EDA, Festival Delle Colline Torinesi in collaborazione con Fondazione TPE, Festival Interplay-Torino, ALDES, SPAM!, Indisciplinarte, L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Reiss Arti Performative con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo, Regione Toscana - Sistema Regionale dello Spettacolo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena

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La preparazione di una ricetta dà il tempo all’azione. Una donna abita uno spazio domestico; cerca l’incontro giocando a citare ed infrangere modelli stereotipati di bellezza. “Presento piccoli atti raccolti dalla vita di tutti i giorni, spostandoli dalla loro possibilità di essere narrativi per traslarli su un piano più ambiguo e surreale”. Il gioco scenico è insieme intimo e pieno di complicità diretta verso gli spettatori che svela con ironia la finzione teratrale. produzione ALDES, SPAM!, Mosaico Danza/Interplay con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo, Regione Toscana - Sistema Regionale dello Spettacolo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena


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di Collettivo 320Chili con Elena Burani, Piergiorgio Milano, Fabio Nicolini, Roberto Sblattero, Francesco Sgrò disegno luci Mara Cugusi fonica Luca Carbone organizzazione Giovanna Milano

coproduzione Auditorium Parco della Musica di Roma Associazione Sosta Palmizi La Corte Ospitale

in collaborazione con

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;LH[9V +HUAH Ai Migranti di 320Chili offre un esempio poetico ed emotivamente efficace di lavoro collettivo. Gli artisti/ interpreti hanno saputo coniugare le diverse esperienze di formazione in un risultato corale e armonico che prende, tra l’altro, ispirazione da un evento rilevante della nostra epoca, le migrazioni, che riguarda tutti noi. La giuria ha apprezzato la capacità di creare immagini evocative e pittoriche, risultato ottenuto con pochi mezzi e sfidando il linguaggio abituale delle loro discipline. La giuria incoraggia 320Chili a mantenere e sviluppare questo approccio. Motivazioni della giuria del Premio Equilibrio 2010

JLRYHGu PDU]R Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, periodico, lungo rotte ben precise, e che coprono distanze anche molto grandi. Le migrazioni sono un andare di persone a piedi e per mare, stracci addosso e occhi spalancati, nervi tesi, cuore sospeso ad aspettare l’Oltre. Le migrazioni sono un andare avanti con lo sguardo rivolto al passato, per poi girarsi e accorgersi di aver fatto strada. Le migrazioni sono necessità istintuale di movimento interiore ed esteriore.

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un progetto di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con Patrizia Birolo e Antonella Bertoni

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produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni

in collaborazione con

Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme, iniziamo una collaborazione con degli interpreti straordinari (“fuori dall’ordinario”). Ognuno di loro è portatore sano di un handicap e ognuno di noi portatore malato della nostra salute: proveremo a scambiarci le rispettive portate. M.A.

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YHQHUGu DSULOH Ho conosciuto Patrizia Birolo in una serie di incontri laboratorio tenuti per il gruppo La Girandola di Torino. Guardandola lavorare ho colto con intensità quanto un corpo e una persona potessero esprimere un umore “ballerino”. Mi è parso di intravedere la sua vita essere una mancanza della sua vita, e questo ha causato un disorientamento della mia corporeità. Da qui il desiderio di scrivere una partitura con lei. Un viaggio tra le immagini è sempre un incantamento, dove il cammino tra un uomo e l’altro si fa più corto. Le sequenze coreografiche, le brevi storie di relazione, saranno occasioni preziose per riscrivere altre più vecchie storie. Senza descrivere né commentare, registreremo gli accadimenti come specchi puliti, pellicole vergini, superfici vuote senza perdere l’incertezza, cosa preziosa della vita. A.B.

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0U-VYTHaPVUL ;LH[YHSL Ditelo all’attore Incontri con i protagonisti della stagione di prosa del Teatro Municipale di Piacenza a cura di Enrico Marcotti

Protocollo d’Intesa con il Piccolo Teatro di Milano Attività collegate all’ospitalità dello spettacolo Donna Rosita nubile al Teatro Municipale Lo spettacolo e la sua sintassi Incontri propedeutici alla visione di Donna Rosita nubile per le scuole, le biblioteche e i gruppi organizzati a cura del Settore Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano

Dietro il sipario Incontri di presentazione della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011 Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli della Stagione 2010/2011 Incontri di approfondimento sugli spettacoli della Stagione 2010/2011 per le scuole e le università, le biblioteche e i gruppi organizzati a cura di Chiara Merli

Lucia Vasini e Compagnia Diurni e Notturni Laboratorio teatrale per ospiti e operatori dei Centri Diurni e delle Comunità dell’Unità di Riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Piacenza a cura di Lucia Vasini

Dentro il teatro Incontri di introduzione ai linguaggi della scena La magia del teatro per le scuole primarie Capire lo spettacolo teatrale per le scuole secondarie di primo grado Leggere lo spettacolo teatrale per le scuole superiori a cura di Chiara Merli

Gli elementi del teatro Percorso di formazione e aggiornamento per insegnanti e tutto il pubblico a cura di Chiara Merli

Progetti Teatro Gioco Vita L’origine della figura / Parte terza Laboratorio triennale di formazione per insegnanti, educatori, animatori a cura di Nicoletta Garioni

Progetto Shakespeare Antonio e Cleopatra… passioni e poesie Laboratorio teatrale pratico-intensivo per studenti del Liceo “Gioia” a cura di Valentina Escobar

Il dubbio e la certezza Psichiatria e psicoanalisi a teatro Amleto, Il Misantropo e Don Chisciotte a cura di Giovanni Smerieri


Scarpe Laboratorio di movimento creativo e acrobatico (per gioco) per le scuole a cura di Giorgio Rossi, Elena Burani, Fabio Nicolini, Francesco Sgrò Sosta Palmizi in collaborazione con AterDanza

L’arte a teatro

Cinema e Teatro Incontri e proiezioni Panny z Wilka (Young Girls of Wilko - Le signorine di Wilko, Andrzej Wajda, Polonia 1979) L’appartamento (Billy Wilder, Usa 1960) I pugni in tasca (Marco Bellocchio, Italia 1965) a cura di Giorgio Betti

Walking Shadows Il teatro di Shakespeare dal palcoscenico al grande schermo per le scuole a cura di Chiara Merli

Del tradurre. L’approccio teatrale al testo Incontri sulla riscrittura drammaturgica per insegnanti e per tutto il pubblico a cura Roberta Zanoli

Spettacoli e incontri teatrali su arte, artisti e dintorni Anima Blu. Dedicato a Marc Chagall Tam TeatroMusica La magia delle immagini. La storia dell’arte spiegata ai ragazzi Compagnia Teatrale Piccoli Principi per le scuole a cura di Chiara Merli

Orwell 2010 Cinema - Teatro - Incontri in collaborazione con Cittàcomune - associazione politico culturale Terra e libertà (Ken Loach, Gb-Spa-Ger 1995) presentazione di Riccardo Anselmi Da La strada di Wigan Pier a Omaggio alla Catalogna George Orwell, scrittore e militante a cura di Piergiorgio Bellocchio Orwell e l’ombra lunga del totalitarismo La fattoria degli animali e 1984 a cura di Gianni D’Amo 1984 spettacolo della Compagnia Gli Incauti Brazil (Terry Gilliam, Gb-Usa 1985) presentazione di Riccardo Anselmi

A teatro con mamma e papà A teatro con gusto Rassegna di teatro per le famiglie a cura di Giancarlo Spezia

150° anniversario dell’Unità d’Italia Spettacolo Piazza d’Italia dal romanzo di Antonio Tabucchi regia di Marco Baliani, produzione Teatro di Roma

E ancora... Incontri nelle scuole, formazione degli insegnanti, progetti per giovani e studenti, incontri nelle biblioteche, workshops e conferenze

Pre/Visioni Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali

con il sostegno di


;9, 7,9;, ,1)250$=,21,

%,*/,(77(5,$ TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione Teatro Comunale Filodrammatici Via San Siro 9 - 29121 Piacenza Telefono 0523.315578 (biglietteria) - 0523.332613 (uffici) Fax 0523.338428 E-mail biglietteria@teatrogiocovita.it

Orari di apertura della biglietteria di Teatro Gioco Vita dal 1° settembre al 31 ottobre 2010: dal martedì al venerdì ore 10-13 e ore 15-18, sabato ore 10-13 dal 2 novembre al 22 dicembre 2010: dal martedì al venerdì ore 15-18, sabato ore 10-13 dal 5 gennaio al 31 marzo 2011: dal martedì al venerdì ore 15-18 dal 1° aprile 2011: dal martedì al giovedì ore 15-18

Il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona unicamente nella sede della rappresentazione a partire dalle ore 19 (per gli spettacoli al Teatro Municipale, in Via Verdi 41; per gli spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici, in Via Santa Franca 33).

I biglietti sono in vendita anche on-line al sito internet www.teatrogiocovita.it

SPETTACOLI

TEATRO

AMLETO

MUNICIPALE

DONNA ROSITA NUBILE

MUNICIPALE

ALESSANDRO BERGONZONI (nuovo spettacolo)

MUNICIPALE

IL MARE

MUNICIPALE

LE SIGNORINE DI WILKO

MUNICIPALE

IL MISANTROPO

MUNICIPALE

OSSO

MUNICIPALE

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

MUNICIPALE

ITIS GALILEO

MUNICIPALE

OBLIVION SHOW

MUNICIPALE

L’APPARTAMENTO

MUNICIPALE

SILVIA GRIBAUDI E AMBRA SENATORE

FILODRAMMATICI

PIAZZA D’ITALIA

MUNICIPALE

ROMAN E I SUO CUCCIOLO

MUNICIPALE

DON CHISCIOTTE

MUNICIPALE

AI MIGRANTI

FILODRAMMATICI

COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI DUO (titolo da definire)

FILODRAMMATICI

I PUGNI IN TASCA

MUNICIPALE


49

ABBONAMENTI 2010/2011 - PROSA - ALTRI PERCORSI - TEATRO DANZA

PROSA A

PROSA B

ALTRI PERCORSI

TEATRO DANZA

martedì 9/11/2010 martedì 16/11/2010

mercoledì 17/11/2010 giovedì 2/12/2010

2 PER TE A

2 PER TE B

3 PER TE A

3 PER TE B

martedì 9/11/2010

martedì 9/11/2010

martedì 9/11/2010

martedì 9/11/2010

martedì 16/11/2010

mercoledì 17/11/2010

martedì 16/11/2010

mercoledì 17/11/2010

giovedì 2/12/2010

giovedì 2/12/2010

giovedì 2/12/2010

giovedì 2/12/2010

martedì 7/12/2010

mercoledì 8/12/2010

martedì 7/12/2010

mercoledì 8/12/2010

martedì 7/12/2010

mercoledì 8/12/2010

martedì 21/12/2010

mercoledì 22/12/2010

martedì 21/12/2010

mercoledì 22/12/2010

martedì 21/12/2010

mercoledì 22/12/2010

martedì 11/1/2011

mercoledì 12/1/2011

martedì 11/1/2011

mercoledì 12/1/2011

martedì 11/1/2011

mercoledì 12/1/2011

venerdì 14/1/2011

venerdì 14/1/2011

venerdì 14/1/2011 martedì 18/1/2011

mercoledì 19/1/2011

martedì 18/1/2011

mercoledì 19/1/2011

martedì 18/1/2011

mercoledì 19/1/2011

lunedì 7/2/2011

martedì 8/2/2011

lunedì 7/2/2011

martedì 8/2/2011

lunedì 7/2/2011

martedì 8/2/2011

mercoledì 16/2/2011

mercoledì 16/2/2011

mercoledì 16/2/2011

mercoledì 16/2/2011

martedì 22/2/2011

mercoledì 23/2/2011

martedì 22/2/2011

mercoledì 23/2/2011

venerdì 25/2/2011

venerdì 25/2/2011

mercoledì 16/2/2011 martedì 22/2/2011

mercoledì 23/2/2011 venerdì 25/2/2011

martedì 22/3/2011

lunedì 28/2/2011

lunedì 28/2/2011

lunedì 28/2/2011

lunedì 28/2/2011

lunedì 28/2/2011

martedì 8/3/2011

martedì 8/3/2011

martedì 8/3/2011

martedì 8/3/2011

martedì 8/3/2011

martedì 22/3/2011

mercoledì 23/3/2011

martedì 22/3/2011

mercoledì 23/3/2011

giovedì 24/3/2011

giovedì 24/3/2011

giovedì 24/3/2011

venerdì 1/4/2011

venerdì 1/4/2011

venerdì 1/4/2011

martedì 5/4/2011

martedì 5/4/2011

mercoledì 23/3/2011

martedì 5/4/2011

martedì 5/4/2011

martedì 5/4/2011


;9, 7,9;, ,1)250$=,21,

$%%21$0(17, ABBONAMENTO PROSA (8 spettacoli al Teatro Municipale) Platea Ingresso Palco Posto Palco* Galleria numerata Galleria non numerata Loggione Ingresso Loggione

euro 170 (intero) euro 98 (intero) euro 155 (intero) euro 125 (intero) euro 98 (intero) euro 75 (intero) euro 45

euro 145 (ridotto) euro 85 (ridotto) euro 125 (ridotto) euro 110 (ridotto) euro 85 (ridotto) euro 60 (ridotto)

ABBONAMENTO ALTRI PERCORSI (6 spettacoli al Teatro Municipale) Platea Ingresso Palco Posto Palco* Galleria numerata Galleria non numerata Loggione Ingresso Loggione

euro 100 (intero) euro 70 (intero) euro 95 (intero) euro 75 (intero) euro 70 (intero) euro 45 (intero) euro 28

euro 85 (ridotto) euro 60 (ridotto) euro 82 (ridotto) euro 68 (ridotto) euro 60 (ridotto) euro 38 (ridotto)

ABBONAMENTO TEATRO DANZA (3 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici e 1 al Teatro Municipale) Platea Galleria

euro 55 (intero) euro 40 (intero)

euro 50 (ridotto) euro 35 (ridotto)

ABBONAMENTO 3 PER TE Prosa + Altri Percorsi + Teatro Danza (15 spettacoli al Teatro Municipale e 3 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici) Platea Galleria

euro 270 (intero) euro 230 (ridotto) euro 220 (intero) euro 195 (ridotto)

ABBONAMENTO 2 PER TE - Prosa + Altri Percorsi (14 spettacoli al Teatro Municipale) Platea Ingresso Palco Posto Palco* Galleria numerata Galleria non numerata Loggione Ingresso Loggione

euro 240 (intero) euro 145 (intero) euro 220 (intero) euro 188 (intero) euro 145 (intero) euro 100 (intero) euro 70

euro 205 (ridotto) euro 125 (ridotto) euro 195 (ridotto) euro 165 (ridotto) euro 125 (ridotto) euro 90 (ridotto)

* Gli abbonamenti Posto palco potranno essere messi in vendita previa verifica della disponibilità di palchi per l’intera stagione e a discrezione della Direzione


OFFERTE SPECIALE STUDENTI ABBONAMENTO ALTRI PECORSI (6 spettacoli al Teatro Municipale) Galleria euro 55 Loggione euro 30 ABBONAMENTO TEATRO DANZA (3 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici e 1 al Teatro Municipale) Galleria euro 30 ABBONAMENTO 2 PER TRE Prosa + Altri Percorsi (14 spettacoli al Teatro Municipale) Galleria euro 120 Loggione euro 80 ABBONAMENTO 3 PER TRE Prosa + Altri Percorsi + Teatro Danza (15 spettacoli al Teatro Municipale e 3 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici) Galleria euro 150 Loggione euro 100 (con posto in galleria al Teatro Comunale Filodrammatici)

ABBONAMENTO PASS STUDENTI - Altri Percorsi + 2 spettacoli di Prosa* (8 spettacoli al Teatro Municipale) Galleria euro 75 Loggione euro 45 * Per i due spettacoli di Prosa a scelta, sono previste due opzioni: Donna Rosita Nubile + Don Chisciotte, oppure Il Misantropo + ITIS Galileo

Per gli spettacoli programmati al Teatro Comunale Filodrammatici, in caso di esaurimento di posti in Galleria, a chi sottoscrive un abbonamento Speciale Studenti potranno essere assegnati posti numerati di Platea.

Per poter usufruire delle offerte Speciale Studenti è necessario rivolgersi all’Ufficio Scuola di Teatro Gioco Vita; l’acquisto potrà poi essere formalizzato rivolgendosi alla biglietteria nei giorni ed orari di apertura oppure concordando un appuntamento con gli uffici di Teatro Gioco Vita.

In caso di esaurimento di posti numerati, ai gruppi scolastici che lo vorranno, potranno essere assegnati abbonamenti non numerati con eventuale definizione del posto a sedere nei giorni immediatamente precedenti lo spettacolo e/o la sera stessa della rappresentazione.

CAMPAGNA ABBONAMENTI Prelazione riservata agli abbonati della stagione precedente Conferma abbonamenti Per gli abbonati della stagione 2009/2010 che intendono sottoscrivere l’abbonamento anche per il 2010/2011 è previsto il mantenimento del posto occupato nella stagione precedente. La conferma può essere effettuata da martedì 7 fino a sabato 18 settembre 2010. La conferma può essere effettuata di persona oppure comunicata telefonicamente, via fax oppure e-mail dal martedì al venerdì ore 10-13 e ore 15-18, sabato ore 10-13, rivolgendosi alla biglietteria di Teatro Gioco Vita, via San Siro 9, Piacenza - telefono 0523.315578 fax 0523.338428, e-mail biglietteria@teatrogiocovita.it Il pagamento degli abbonamenti confermati telefonicamente, via fax o e-mail dovrà essere comunque effettuato entro il 18 settembre 2010.

Al termine del periodo riservato alla conferma degli abbonamenti la situazione dei posti non confermati verrà completamente azzerata (non è quindi possibile per i vecchi abbonati che intendono cambiare posto e/o turno mantenere riservati i posti dell’anno precedente fino all’eventuale nuova scelta). Cambio turno, posto e/o tipo di abbonamento Per gli abbonati della stagione 2009/2010 che intendono sottoscrivere l’abbonamento anche per il 2010/2011 ma desiderano cambiare turno e/o posto è possibile effettuare il rinnovo dell’abbonamento da martedì 21 a sabato 25 settembre 2010.

Abbonamenti per tutto il pubblico Gli abbonamenti sono in vendita da martedì 28 settembre a sabato 9 ottobre 2010.


;9, 7,9;, ,1)250$=,21,

OFFERTE E PROMOZIONI Palchettisti I palchettisti che prima della campagna abbonamenti comunicheranno alla direzione di Teatro Gioco Vita la concessione del palco per uno dei due turni di abbonamento Prosa e/o per Altri Percorsi, potranno acquistare l’abbonamento Ingresso Palco per il turno Prosa prescelto scontato a 80 euro oppure per Altri Percorsi scontato a 50 euro, in alternativa singoli Ingressi Palco scontati a 12 euro. Abbonati A tutti coloro che hanno sottoscritto un abbonamento Prosa, Altri Percorsi, Teatro Danza, 3 Per Te, 2 Per Te e a tutti i giovani che hanno sottoscritto uno degli abbonamenti Speciale/Studenti viene offerta la visione gratuita di uno spettacolo a scelta del cartellone Pre/ Visioni. La prenotazione dei posti omaggio dovrà essere richiesta

&$51(7 63(77$&2/, È possibile acquistare a prezzo scontato un carnet di 6 biglietti con posto numerato per due spettacoli Prosa (eccetto Aggiungi un posto a tavola), due spettacoli di Altri Percorsi e due spettacoli di Teatro Danza. Platea Galleria

euro 105 (intero) euro 80 (intero)

euro 90 (ridotto) euro 75 (ridotto)

I carnet 6 spettacoli sono in vendita da martedì 12 a sabato 16 ottobre 2010. I carnet saranno assegnati previa verifica della disponibilità di posti per gli spettacoli scelti.

alla biglietteria di Teatro Gioco Vita almeno 3 giorni prima della recita prescelta. La promozione è valida fino ad esaurimento dei posti disponibili. Promozioni speciali La direzione di Teatro Gioco Vita si riserva di comunicare nel corso della Stagione eventuali ulteriori promozioni rivolte agli abbonati e/o al pubblico (ad esempio, riduzioni speciali introdotte successivamente sul costo di biglietti per determinati spettacoli, possibilità di portare a teatro un ospite per la visione di alcune rappresentazioni, eventuali gratuità, promozioni speciali sui biglietti per determinati ordini di posti e/o particolari categorie di pubblico, ecc.).


%,*/,(77, Spettacolo Aggiungi un posto a tavola al Teatro Municipale

Spettacoli Prosa al Teatro Municipale Platea Posto Palco Ingresso Palchi/Galleria Galleria numerata Loggione numerato Ingresso Loggione Studenti

euro 27 (intero) euro 23 (ridotto) euro 25 (intero) euro 21 (ridotto) euro 15 (intero) euro 13 (ridotto) euro 20 (intero) euro 18 (ridotto) euro 12 (intero) euro 10 (ridotto) euro 7 euro 12 (posto unico in Galleria)

Platea Posto Palco Ingresso Palchi/Galleria Galleria numerata Loggione numerato Ingresso Loggione Studenti

Spettacoli Altri Percorsi al Teatro Municipale Platea Posto Palco Ingresso Palchi/Galleria Galleria numerata Loggione numerato Ingresso Loggione Studenti

euro 22 (intero) euro 20 (ridotto) euro 20 (intero) euro 18 (ridotto) euro 15 (intero) euro 13 (ridotto) euro 17 (intero) euro 15 (ridotto) euro 10 (intero) euro 8 (ridotto) euro 6 euro 10 (posto unico in Galleria)

euro 35 (intero) euro 30 (ridotto) euro 30 (intero) euro 28 (ridotto) euro 20 (intero) euro 18 (ridotto) euro 27 (intero) euro 24 (ridotto) euro 18 (intero) euro 15 (ridotto) euro 13 euro 18 (posto unico in Galleria)

Spettacoli Teatro Danza al Teatro Comunale Filodrammatici e al Teatro Municipale Platea Galleria Studenti

euro 18 (intero) euro 16,50 (ridotto) euro 15 (intero) euro 13,50 (ridotto) euro 10 (posto unico in Galleria)

I biglietti per tutti gli spettacoli sono in vendita da martedì 26 ottobre 2010.

%,*/,(77, ³/$67 0,187(´ Spettacoli Prosa e Altri Percorsi Platea e Posto Palco Galleria Loggione

Spettacoli Teatro Danza

euro 15 euro 11 euro 4

Platea Galleria

euro 10 euro 7

I biglietti “Last Minute” sono disponibili, a discrezione della Direzione, a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo per cui l’offerta è valida. Per alcune rappresentazioni non è detto che vengano messi in vendita biglietti “Last Minute”.

$63(77$1'2 75( 3(5 7( Pass 4 spettacoli Posto unico numerato (Platea/Galleria) euro 30 (intero) euro 15 (ridotto studenti)

Biglietti Posto unico numerato (Platea/Galleria)

euro 10 (intero) euro 5 (ridotto studenti)

Prevendita da martedì 28 settembre 2010.

35( 9,6,21, Biglietti Posto unico numerato (Platea/Galleria) Prevendita da martedì 3 maggio 2011.

euro 5 (intero)


;9, 7,9;, ,1)250$=,21,

&2081,&$=,21, Chi volesse acquistare biglietti e non potesse farlo durante gli orari e i giorni stabiliti, può concordare un appuntamento o modalità alternative di acquisto telefonando alla biglietteria di Teatro Gioco Vita al numero 0523.315578, nei giorni ed orari di apertura. In caso di prenotazioni telefoniche di biglietti (che potranno essere accettate dalla biglietteria a partire dal 2 novembre 2010 per gli spettacoli di Prosa, Altri Percorsi e Teatro Danza, dal 29 settembre 2010 per gli spettacoli di Aspettando... Tre per Te e dal 4 maggio 2011 per gli spettacoli di Pre/Visioni), è richiesto il pagamento del costo del biglietto tramite bonifico bancario o vaglia postale. Fino a 24 ore prima di ogni spettacolo viene messo a disposizione del pubblico un quantitativo di biglietti per l’acquisto tramite rete internet. Il pagamento potrà essere effettuato con carta di credito. Il servizio comporta un aggravio dovuto alla commissione in favore del gestore del servizio. Possono usufruire della riduzione sull’acquisto di abbonamenti, biglietti e carnet i militari, gli spettatori di età superiore ai 60 anni e inferiore ai 25 anni. Possono essere acquistati max. 4 abbonamenti e/o biglietti a persona. Possono usufruire dell’abbonamento Speciale Studenti tutti gli studenti che non abbiano compiuto i 25 anni. Gli interessati dovranno presentare, al momento dell’acquisto dell’abbonamento o del biglietto, un certificato di iscrizione (o in alternativa tessera, libretto universitario, libretto giustificazioni…) che dovrà essere esibito anche al momento dell’ingresso a teatro. In caso contrario, per usufruire dell’offerta dovrà essere sottoscritta un’apposita autocertificazione. Il diritto ad eventuali riduzioni e/o promozioni deve essere comunicato dallo spettatore agli addetti della biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto e/o dell’abbonamento, esibendo su richiesta la documentazione che attesta tale diritto. Dopo l’emissione del biglietto e/o abbonamento non sarà più possibile applicare eventuali riduzioni.

È possibile cambiare turno di abbonamento, comunicando per iscritto tale intenzione almeno un giorno prima dell’inizio della programmazione dello spettacolo (tale comunicazione sottintende comunque la rinuncia al posto nel proprio turno). Questo servizio garantisce unicamente l’ingresso in teatro e l’eventuale collocazione (solo se disponibile) in un posto numerato assegnato dalla Direzione. Gli abbonamenti non sono personali e possono quindi essere utilizzati da persone diverse dall’intestatario, purché abbiano le medesime caratteristiche (ad esempio, un abbonamento Speciale Studenti può essere utilizzato solamente da altri studenti, e così via). Non è possibile, da parte di persone che non abbiano gli stessi diritti, utilizzare la tessera. In questi casi è però possibile usufruire del posto, entrando in teatro con un Ingresso (ad esempio, un genitore può entrare in teatro con un Ingresso e usufruire del posto a sedere del proprio figlio studente, mostrando alla maschera la tessera di abbonamento). In caso non venissero rappresentati, per cause impreviste, tutti gli spettacoli compresi nell’abbonamento, il Teatro opererà una sostituzione oppure, in alternativa, rimborserà agli abbonati le quote relative allo/agli spettacolo/i annullato/i. Gli eventuali rimborsi potranno essere erogati solamente dietro presentazione della tessera di abbonamento ed entro i termini comunicati dalla Direzione del Teatro. Qualora ragioni impreviste lo richiedessero, la Direzione si riserva la facoltà di spostare la data dei turni di abbonamento dandone notizia sulla stampa, sui veicoli pubblicitari del Teatro e/o contattando telefonicamente o per lettera gli abbonati. All’atto della sottoscrizione dell’abbonamento è opportuno rilasciare generalità, indirizzo e recapito (anche telefonico ed e-mail) per eventuali comunicazioni urgenti.


55

Nel caso di variazione di data di uno spettacolo, ai possessori di biglietto si ricorda che potranno utilizzare il biglietto nella nuova data, secondo le indicazioni fornite dal teatro, oppure optare per il rimborso. In caso di annullamento di uno spettacolo, i possessori di biglietti saranno rimborsati. Gli eventuali rimborsi potranno essere erogati dietro riconsegna dei biglietti originali ed entro i termini comunicati dalla Direzione del Teatro. I biglietti e gli abbonamenti non utilizzati, relativi a spettacoli che sono stati regolarmente effettuati, non verranno rimborsati.

La biglietteria di Teatro Gioco Vita chiuderà nel periodo natalizio dal 23 dicembre 2010 al 4 gennaio 2011 e nel periodo pasquale dal 22 al 27 aprile 2011. A spettacolo iniziato non è consentito l’accesso alla platea. È vietato scattare fotografie, effettuare registrazioni audio e video e fare uso di telefoni cellulari. La direzione si riserva la possibilità di effettuare spostamenti su posti venduti per esigenze tecniche e di apportare al programma le modifiche determinate da cause di forza maggiore.

6(59,=, 3(5 ,/ 38%%/,&2 Distribuzione gratuita della rivista TeatroMagazine e di schede/programmi di sala editi da Teatro Gioco Vita. Servizio di guardaroba gratuito (custodito al Teatro Municipale, libero al Teatro Comunale Filodrammatici) Nessuna applicazione da parte di Teatro Gioco Vita di diritti di prevendita sul prezzo dei biglietti e/o abbonamenti. Servizio di baby parking con animatori, gratuito e attivo per

tutti gli spettacoli che si tengono al Teatro Municipale, che sarà organizzato con i seguenti criteri: prenotazione obbligatoria da parte dei genitori al momento dell’acquisto del biglietto e comunque almeno 3 giorni prima della rappresentazione; attivazione solo in caso di raggiungimento di un numero minimo di 5 bambini prenotati; orario di apertura da un’ora prima dell’inizio della rappresentazione alla fine dello spettacolo.

TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione Via San Siro 9 - 29121 Piacenza Telefono 0523.315578 (biglietteria) 0523.332613 (uffici) - Fax 0523.338428 E-mail ufficiostampa@teatrogiocovita.it

Teatro Comunale Filodrammatici Via Santa Franca 33 - 29121 Piacenza Biglietteria - Via San Siro 9 - 29121 Piacenza Telefono 0523.315578 E-mail biglietteria@teatrogiocovita.it

Teatro Municipale Biglietteria (attiva nei giorni di spettacolo dalle ore 19) Via Verdi 41 - 29121 Piacenza Telefono 0523.492251


56

:HS[»PU )HUJV ;;;, 5DVVHJQD GL 7HDWUR 6FXROD

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione CANE BLU Da Chien Bleu di Nadja Quale bambino non ha mai sognato d’avere un cane che dorme con lui, che veglia su di lui e lo protegge? Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2) Teatro d’ombre e teatro d’attore dal 3 al 5 novembre 2010 dal 17 al 26 novembre 2010

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione Emilia Romagna Teatro Fondazione I VIAGGI DI ATALANTA Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi Dal testo di Gianni Rodari Dai disegni di Lele Luzzati Atalanta, abbandonata nella foresta alla nascita perché femmina, viene cresciuta prima da un’orsa e poi da Diana. Divenuta una ragazza forte e coraggiosa, parte alla scoperta del mondo e degli esseri umani compiendo imprese straordinarie… Da 6 a 13 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado Teatro d’ombre e teatro d’attore dall’8 al 15 novembre 2010 dal 1° al 4 marzo 2011

Teatro Città Murata IL PRINCIPE E IL POVERO Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Mark Twain Una storia d’altri tempi quanto mai attuale, che insegna come si debba vivere la propria vita consapevolmente, accettandone gioie e dolori ma come anche si debba guardare a quella degli altri con maggiore comprensione e umiltà. Da 8 a 16 anni - Primaria (classi 3-4-5), Secondaria di 1° grado, Secondaria Superiore (classi 1-2) Teatro d’attore dal 29 novembre al 1° dicembre 2010

Giallo Mare Minimal Teatro ACCADUEÓ Otto piccole storie originali sull’acqua, bene prezioso da riservare e origine del mondo. Da 3 a 10 anni Scuola dell’Infanzia, Primaria Teatro d’attore e immagini 6 e 7 dicembre 2010

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione RANOCCHIO Dall’opera di Max Velthuijs Le vicende di Ranocchio e dei suoi amici raccontate con parole e immagini di grande forza ed essenzialità. Da 2 a 5 anni - Asilo Nido, Scuola dell’Infanzia Teatro d’ombre e teatro d’attore dal 10 al 14 gennaio 2011 dal 5 all’8 aprile 2011

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione PÉPÉ E STELLA Un bambino e il suo piccolo cavallo. Una storia d’amicizia. Lo stupefacente mondo del circo, gli emozionanti e suggestivi incontri del cavallino Stella durante il viaggio per ritornare dal suo amico Pépé. Una delicata storia, sempre sospesa tra reale e fantastico. Da 3 a 7 anni Teatro d’ombre e teatro d’attore 24 e 25 gennaio 2011


L’Asina sull’Isola L’INCOSCIENZA DI ZENO Una storia di montagne, di un bellissimo sport - lo sci e di uomini e donne che li hanno amati con tutta la forza del loro cuore Per raccontare, ai figli di questi tempi caotici, di un mondo algido e semplice, e di uno sport pulito. Racconti di “storie vere” che hanno però il sapore magico delle favole. Da 8 a 16 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado, Secondaria Superiore (classi 1-2) Teatro d’attore, ombre e oggetti Dal 1° al 3 febbraio 2011

Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti IL PINGUINO SENZA FRAC Liberamente tratto dal racconto di Silvio D’Arzo Un’avventura indimenticabile e commovente sulle sottili sfumature della diversità, una grande lezione di vita sulla ricchezza del sentirsi diversi. Da 4 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2) Teatro d’attore dal 14 al 18 febbraio 2011

Compagnia Teatrale Piccoli Principi LA MAGIA DELLE IMMAGINI La storia dell’arte raccontata ai ragazzi

La Baracca Testoni Ragazzi L’ELEFANTINO Liberamente tratto da un racconto di Rudyard Kipling L’elefantino, il primo di tutti gli elefanti ad avere la proboscide, incontrerà animali di tutti i colori e di tutte le dimensioni, ma soprattutto incontrerà canzoni… Da 2 a 6 anni - Asilo Nido, Scuola dell’Infanzia, Primaria (classe 1) Teatro d’attore e oggetti 7 e 8 febbraio 2011

Un’introduzione al complesso mondo dell’arte, alla sua storia ma soprattutto ai suoi processi formativi. Da 8 anni - Primaria (classi 3-4-5), Secondaria di 1° grado, Secondaria Superiore* Teatro d’attore e immagini dal 21 al 24 febbraio 2011 *gruppi omogenei per fascia d’età

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione L’OMBRA DI POLLICINO Uno spettacolo d’ombre tutto da giocare Accademia Perduta/Romagna Teatri Teatro Stabile d’Arte Contemporanea I MUSICANTI DI BREMA Dalla celebre favola dei Fratelli Grimm, uno spettacolo sulla solitudine, la speranza e il valore dell’amicizia, nel sogno di un avvenire migliore. Premio “Stregagatto 2004” come miglior spettacolo per ragazzi. Da 5 a 10 anni - Primaria Teatro d’attore, canto e musica dal vivo 10 e 11 febbraio 2011

“GIORNO DEL RICORDO 2011” Centro Teatrale MaMiMò L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA Testimonianze e documenti storici sulle Foibe, per un viaggio in una verità che non si saprà mai Foibe, esodo. Una storia che ha bisogno di essere ricordata, per troppo tempo dimenticata e costretta nell’oblio. Ma come tante medaglie, anche questa ha due facce. Una sola cosa le accomuna: la violenza. Da 14 anni - Secondaria Superiore Teatro d’attore 10 febbraio 2011

Un laboratorio in forma di spettacolo non solo da vedere, ma anche da agire, smontare, giocare. I bambini da spettatori diventano i protagonisti di un viaggio ludico e divertente nella magia delle ombre, nei segreti del teatro d’ombre. Da 3 anni a 5 anni - Scuola dell’Infanzia Laboratorio-spettacolo di teatro d’ombre 1 e 2 marzo 2010

Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione CIRCOLUNA L’unico circoteatro d’ombre al mondo Un circo dove tutti gli artisti sono ombre e fanno magie, acrobazie, trasformazioni! Uno spettacolo d’ombre e di luci che parla dell’ombra e della luce utilizzando un linguaggio ironico e leggero. Da 2 a 5 anni - Asilo Nido, Scuola dell’Infanzia Teatro d’ombre e teatro d’attore Dal 15 al 18 marzo 2011


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Tam Teatromusica ANIMA BLU Dedicato a Marc Chagall

Teatro dell’Archivolto MA CHE BELLA DIFFERENZA La diversità spiegata ai ragazzi Guardare i quadri di Chagall è compiere un viaggio nella poesia e nell’emozione. Premio “Eolo Awards 2008” per il miglior spettacolo di Teatro Ragazzi italiano. Da 5 a 10 anni - Primaria* Teatro musicale e immagini proiettate dal 14 al 17 marzo 2011

Un monologo che attraverso storie di paesi vicini e lontani vuole far comprendere ed accettare l’importanza della diversità. Da 9 a 16 anni - Primaria (classi 4-5), Secondaria di 1° grado, Secondaria Superiore (classi 1-2) Conferenza-spettacolo 7 e 8 aprile 2011

*nell’ambito del progetto “L’arte a teatro” lo spettacolo è proposto anche alla Secondaria di 1° grado e Secondaria Superiore

Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi Teatro Stabile d’Innovazione DOTTOR WATT E LA SIGNORINA LAMPADINA

Compagnia Sosta Palmizi SCARPE Il coreografo Giorgio Rossi, maestro della danza italiana, e una giovane compagnia di circo contemporaneo si mettono in gioco e a confronto, sdrammatizzando le tecniche circensi e portando su un piano teatrale la spettacolarità delle acrobazie. Da 6 a 12 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado Danza, nouveau cirque 24 e 25 marzo 2011

Teatro dell’Archivolto GIULIO CONIGLIO E GLI AMICI PER SEMPRE Nato dalla fantastica creatività di una delle più note e importanti illustratrici italiane, Nicoletta Costa, Giulio Coniglio è un timido, un pauroso, con una gran voglia di condividere le sue angosce con tanti amici. Da 4 a 8 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2-3) Teatro d’attore e pupazzi 29 e 30 marzo 2011

Tra racconti fantastici e richiami scientifici, una piacevole scorribanda didattica per saperne qualcosa di più sulla natura e i misteri dell’elettricità e per imparare come risparmiare energia e soldi. Da 5 a 10 anni - Primaria Teatro d’attore dall’11 al 15 aprile 2011

Accademia Perduta/Romagna Teatri Teatro Stabile d’Arte Contemporanea LA CICALA E LA FORMICA Tra le due amiche-avversarie, simbolo dell’ozio e del lavoro, si snoda il filo di una avventurosa storia, comica e saggia, antica e moderna, piena di incontri e scontri, di sorprese e paure sul filo dei versi e delle rime con cui è scritto il testo. Da 3 a 10 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria Teatro d’attore con musica e canzoni 19 e 20 aprile 2011


Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani PIGIAMI Un gioco teatrale, uno spettacolo. La stanza da letto di un adulto che, nella solitudine della sera, scopre il piacere di ridiventare bambino. Oltre 1.500 repliche in tutto il mondo in 27 anni, un vero e proprio classico del teatro ragazzi. Premio “Stregagatto 2004” come miglior spettacolo di repertorio. Teatro d’attore Da 3 a 7 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2) dal 2 al 6 maggio 2011

SPETTACOLI DELLE COMPAGNIE PIACENTINE

Mauro Mozzani/Manicomics Teatro È NATO IL MIO PAPA’ Una storia divertente sulla nascita di un papà. Tra scoperte e dubbi, timori e fantasie, un uomo compie i primi passi lungo un percorso a volte difficile, ma sempre ricco di emozionanti sorprese. Da 4 a 8 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2-3) Teatro d’attore e immagini 14 e 15 dicembre 2010

Teatro a Vapore CABARET VOLTAIRE Acrobatica aerea, giocoleria, gags e magie rendono appassionante uno spettacolo semplice, comunicativo e divertente. La bella cornice scenografica ricorda gli spettacoli di varietà anni Settanta, regalando al pubblico un’immagine suggestiva e accattivante. Da 6 anni - Primaria, Secondaria di 1° grado, Secondaria Superiore

TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione

COMUNE DI PIACENZA Assessorato alla Cultura

Giocoleria, cabaret, circo 16 e 17 dicembre 2010 PROVINCIA DI PIACENZA Assessorato al Sistema Scolastico e della Formazione

Spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici, Teatro Municipale e Officina delle Ombre Rappresentazioni dal lunedì al venerdì Orario spettacoli: unica recita ore 10, doppia recita ore 9.15 e ore 10.45 / ore 9.15 e ore 10.30 / ore 9 e ore 10.45 Prenotazioni da lunedì 18 ottobre 2010

Il programma definitivo sarà disponibile da settembre 2010

Piacenza Kultur Dom LE AVVENTURE DI ZIO COLOMBINO Tutto inizia e finisce da una valigia. Ogni mattina Zio Colombino si sveglia, si alza, si veste e parte per un nuovo viaggio, tra boschi, fiumi, deserti e luoghi dove incontra personaggi strani e fantastici. Un racconto buffo, ingenuo e magico, a volte commovente. Da 4 a 8 anni - Scuola dell’Infanzia, Primaria (classi 1-2-3) Teatro di narrazione con oggetti e immagini 20 e 21 gennaio 2011


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CANE BLU Da Chien Bleu di Nadja

NUOVA PRODUZIONE

adattamento teatrale Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi regia Fabrizio Montecchi scene Nicoletta Garioni sagome Nicoletta Garioni, Federica Ferrari (dai disegni di Nadja) musiche Michele Fedrigotti costumi Sara Bartesaghi Gallo Da 3 a 7 anni debutto: novembre 2010

I VIAGGI DI ATALANTA Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi Dal testo di Gianni Rodari - Dai disegni di Lele Luzzati

NUOVA SOGNO PRODUZIONE DI UNA NOTTE DI MEZZ’ESTATE Fantasia musicale per corpi e ombre da A Midsummer Night’s Dream di Félix Mendelsshon-Bartholdy

regia e scene Fabrizio Montecchi coreografia Walter Matteini maschere e sagome Nicoletta Garioni costumi Corinne Lejeune consulenza musicale Bruno Moretti Da 8 anni Una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena, I’mperfect Dancers debutto: aprile 2011 RANOCCHIO Dall’opera di Max Velthuijs

drammaturgia Giovanni Covini regia e scene Anusc Castiglioni sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni musiche Alessandro Nidi costumi Giulia Bonaldi Da 6 a 13 anni Una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione, Emilia Romagna Teatro Fondazione

adattamento teatrale Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi regia Fabrizio Montecchi scene Nicoletta Garioni sagome Federica Ferrari (tratte dai disegni di Max Velthuijs) musiche Michele Fedrigotti costumi Sara Bartesaghi Gallo Da 2 a 5 anni


PEPE E STELLA Un bambino e il suo piccolo cavallo. Una storia d’amicizia. Da Pojken och Stjärnan di Barbro Lindgren

adattamento teatrale Nicola Lusuardi regia e scene Fabrizio Montecchi sagome Nicoletta Garioni musiche Michele Fedrigotti costumi Corinne Lejeune Da 3 a 7 anni Una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione, Teatro Municipale di Piacenza CIRCOLUNA L’unico circoteatro d’ombre al mondo Di Nicola Lusuardi e Fabrizio Montecchi

SCROOGE Ballata per attori e ombre da Canto di Natale di Charles Dickens

progetto drammaturgico Fabrizio Montecchi, Alessandro Nidi, Bruno Stori musiche e canzoni Alessandro Nidi testi Bruno Stori regia e scene Fabrizio Montecchi disegni e sagome Nicoletta Garioni costumi Evelina Barilli Da 8 anni Una coproduzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione

REPERTORIO BABAR Per ombre e piano

testo Nicola Lusuardi regia e scene Fabrizio Montecchi disegni e sagome Nicoletta Garioni musiche Leif Hultqvist costumi Inkan Aigner Da 2 a 5 anni Si ringrazia Dockteatern Tittut - Stoccolma UN MONDO DI FIGURE D’OMBRA Omaggio a Lele Luzzati Mostra/Spettacolo

regia, scene e costumi Anusc Castiglioni testo e drammaturgia Elsa Bossi sagome Nicoletta Garioni, Federica Ferrari musiche Francis Poulenc, Claudio Rastelli Da 3 a 7 anni Una coproduzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena L’OMBRA DI POLLICINO Uno spettacolo d’ombre tutto da giocare di Fabrizio Montecchi con la collaborazione di Nicola Lusuardi sagome Nicoletta Garioni, Federica Ferrari costumi Sara Bartesaghi Gallo Da 3 a 5 anni OMBROMANIA Lezione/Spettacolo sull’ombra e il teatro d’ombre di Fabrizio Montecchi Da 6 anni

LABORATORI Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre di Federica Ferrari, Nicoletta Garioni, Fabrizio Montecchi ideazione Anusc Castiglioni, Fabrizio Montecchi progetto e animazioni Federica Ferrari direzione tecnica Luca Berettoni parti decorative Nicoletta Garioni materiali sonori Erich Galliani Per tutti

TOURNEE 2010/2011 Italia, Canada, Francia, Israele, Slovenia, Spagna, Svizzera


Locanda del Falco Castello di Rivalta, 4 29010 Gazzola (PC) tel. 0523 978101 e.mail: sapiazz@libero.it CHIUSO IL MARTEDI


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domenica 14 novembre 2010 • ore 16.30 Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Inovazione Emilia Romagna Teatro Fondazione I VIAGGI DI ATALANTA Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi Dal testo di Gianni Rodari Dai disegni di Lele Luzzati da 6 anni domenica 21 novembre 2010 • ore 16.30* Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione CANE BLU Da Chien Bleu di Nadja da 3 anni (* In caso di esubero di adesioni sarà effettuata una seconda recita alle ore 18) domenica 5 dicembre 2010 • ore 16.30 Giallo Mare Minimal Teatro ACCADUEO’ da 3 anni domenica 19 dicembre 2010 • ore 16.30 I Burattini dei Menozzi LA VENDETTA DELLA STREGA MORGANA

domenica 16 gennaio 2011 • ore 16.30 Teatro del Drago IL GRANDE TRIONFO DI FAGIOLINO PASTORE GUERRIERO I burattini tradizionali della Famiglia Monticelli da 3 anni domenica 6 febbraio 2011 • ore 16.30 La Baracca L’ELEFANTINO da 2 anni domenica 13 febbraio 2011 • ore 16.30 Teatro delle Briciole - Solares Fondazione delle Arti IL PINGUINO SENZA FRAC Liberamente tratto dal racconto di Silvio D’Arzo da 3 anni domenica 27 febbraio 2011 • ore 16.30* Michele Cafaggi - L’Atalante OUVERTURE DES SAPONETTES Un concerto per bolle di sapone da 2 anni (* In caso di esubero di adesioni, potrà essere effettuata una seconda recita alle ore 18)

da 3 anni domenica 13 marzo 2011 • ore 16.30 giovedì 6 gennaio 2011 • ore 16.30* Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione RANOCCHIO Dall’opera di Max Velthuijs da 2 a 5 anni (* Spettacolo a pubblico limitato con posti non numerati, prenotazione obbligatoria. In caso di esubero di adesioni sarà effettuata una seconda recita alle ore 18)

Tam Teatromusica ANIMA BLU Dedicato a Marc Chagall da 5 anni

Spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici Prevendita biglietti e abbonamenti/carnet da mercoledì 3 novembre 2010




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