Le Mutilazioni Genitali femminili nel Lazio - A cura di Giuliana Candia

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Le mutilazioni genitali femminili nel Lazio

Per delle donne che vivono da anni in un diverso contesto sociale e culturale, spostare il tema e le scelte sul destino delle proprie figlie nell’ambito delle cose che fanno parte della tradizione e della propria identità culturale, rappresenta probabilmente più che una mera continuazione di quella tradizione, per collocarsi come un posizionamento reattivo che chiude le porte al confronto. Soprattutto se, come abbiamo visto in una delle interviste citate, il soggetto con cui confrontarsi (il cosiddetto ”Occidente”) non viene vissuto come un interlocutore neutro ma come soggetto che giudica, condanna, si erge a protettore di quelle bambine che i genitori intendono proprio, dal canto loro, proteggere dal pericolo dell’esclusione sociale. In poche parole, ciò capita quando l’influenza culturale e normativa della società di accoglienza viene percepita come un’ingerenza indebita e di stampo coloniale. Questo sentimento viene rafforzato dalla percezione che nel nostro paese ai migranti venga soprattutto richiesto di adattarsi e integrarsi, senza che però vengano offerte delle opportunità effettive di inserimento sociale e confrontandosi con problemi di inefficienza istituzionale se non esplicitamente di discriminazione. Questo è quanto si può osservare nelle parole di una delle donne intervistate: “L’accoglienza è una brutta parola, di fronte a quello che noi stranieri subiamo. Semmai, ci si accoglie tra di noi e basta. È meglio che non parliamo del tema dell’accoglienza, perché ho solamente dispiacere a pensare alla mia esperienza personale e alle condizioni di tanti altri che conosco che sono venuti qui”. (int. 171, Mali, 43 anni)

5.6.2 L’importanza di una corretta informazione sanitaria In un solo caso un’intervistata ha dichiarato tra i motivi per cui è meglio praticare le Mgf il fatto che “non ha mai fatto male a nessuno” (Eritrea, 22 anni); una dichiarazione che nel migliore dei casi può essere considerata di ingenuità, se si pensa sia alle conseguenze a lungo termine dell’infibulazione, sia alle sofferenze e ai rischi della stessa escissione soprattutto se praticata in modo tradizionale. Al contrario, è da considerare che una parte delle donne che valuta positivamente le Mgf le consideri una pratica di cui si può trascurare il portato di sofferenza fisica, per diversi motivi: in primo luogo perché bisogna mostrare coraggio nell’assumere il proprio ruolo sociale e nel costruire la propria identità di donna adulta, in secondo luogo perché la sofferenza è compensata dall’onorabilità 172


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