Infostyle: l'arte di informarsi

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COLLANA “PRASSI

E METODI”

È una collana che vuole valorizzare esperienze innovative e d’impatto nell’ambito dei servizi e delle politiche di welfare locale, con un approfondimento obbligato relativo alla modellistica e alle coordinate di natura metodologica collegate alle prassi messe in campo. Ciò aiuta ad esportare gli interventi, a confrontarli, ad estrapolarne principi di fondo e coordinate teorico-operative.



C O L L A N A “P R A S S I E M E T O D I ”

InfoStyle L’arte di informarsi La Peer Education nella prevenzione all’uso di sostanze psicotrope

Contributi di: Brunella Sermoneta e Valentina Panetti


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Indice

Premessa

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1. L’uso di sostanze psicotrope di Brunella Sermoneta

1.1 Premessa 1.2 Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare 1.3 Basta un poco di zucchero e la pillola va giù: tutto brillerà di più 1.4 Gli elementi che caratterizzano l’adolescenza 1.5 Riformulare il concetto di prevenzione

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2. Prospettive teoriche e modelli di riferimento nella Peer Education di Valentina Panetti

2.1 Il gruppo dei pari in adolescenza 2.2 Prevenzione dei comportamenti a rischio 2.3 La prevenzione e la Peer Education

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3. La prevenzione come atto complesso di Valentina Panetti

3.1 Masterplan prevenzione: l’esperienza di InfoStyle, l’arte di informarsi 3.2 InfoStyle e la Peer Education 3.3 La formazione 3.4 Le attività dei Peer educators 3.4.1 Restituzione e produzione vide Peer2Peer 3.5 La valutazione Appendice 1 - Elenco riassuntivo delle collaborazioni e del lavoro in rete con i destinatari intermedi Appendice 2 - Sintesi degli obiettivi con le relative attività e i risultati ottenuti Appendice 3 - Risorse umane impegnate Appendice 4 - Destinatari previsti e raggiunti Appendice 5 - Questionario di ingresso Appendice 6 - Questionario di uscita Riferimenti bibliografici Le autrici

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Premessa

L’agile volumetto che viene presentato fa il punto teorico, metodologico ed esperienziale in merito ad InfoStyle, uno dei progetti realizzati all’interno del “Masterplan Prevenzione” promosso dall’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze di Roma, finanziato utilizzando la quota del Fondo Sociale destinata al Comune di Roma dalla D.G.R. Lazio n. 634 del 16 luglio 2004 e D.G.R. n. 138 del 14 febbraio 2005. L’idea, assai felice, di varare un piano-programma di prevenzione che avesse come scenario l’intera città di Roma, ha consentito il recepimento dei Piani di zona municipali e delle buone pratiche di prevenzione già consolidate nel passato nei diversi territori, sviluppando, come si legge nell’avviso pubblico dell’Agenzia, attività di accompagnamento e la costruzione di fattori di protezione. Obiettivo fondamentale del Masterplan Prevenzione, in un periodo in cui si assiste ad una grande diffusione dell’uso di sostanze psicotrope in particolare nella popolazione giovanile della città, è la promozione della crescita di consapevolezza in merito ai rischi e ai danni connessi al consumo e all’abuso di tali sostanze, rendendo protagonisti del processo gli adolescenti e i giovani raggiunti attraverso i diversi progetti. Si tratta della metodologia definita come “educazione tra pari”, Peer Education, approccio particolarmente apprezzato dall’Ufficio delle Nazioni Unite sulla droga e il crimine proprio per la

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sua caratteristica di diffondere buone norme e comportamenti congrui direttamente dai peer educators all'interno del proprio gruppo o comunità, favorendo il cambiamento delle condotte a rischio. L’esperienza di InfoStyle, come si potrà leggere in particolare nel capitolo terzo, “La prevenzione come atto complesso”, evidenzia come per implementare progetti ispirati a tale metodologia sia necessario contare su organizzazioni solidamente inserite nei territori metropolitani e nelle reti sociali ed istituzionali impegnate in attività educative e culturali, su operatori con un curriculum formativo ed esperienziale cospicuo, sulla convinta partecipazione e collaborazione dei Municipi, degli Istituti scolastici, dell’associazionismo, delle realtà aggregative giovanili. Con il Masterplan Prevenzione sembra di poter dire che la prevenzione sia definitivamente uscita dall’ambito delle attività episodiche, alla quale nel passato ha rischiato di iscriversi, per divenire uno sforzo comune e continuativo che impegna la città, le sue istituzioni, le sue agenzie educative e tutti i cittadini al fine di contrastare efficacemente la diffusione delle droghe e gli effetti negativi sulla vita civile e sociale da esse determinati.

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L’uso di sostanze psicotrope

di Brunella Sermoneta

1.1. Premessa Profondi mutamenti societari hanno determinato, negli ultimi 20 anni, una rilevante trasformazione nelle relazioni sociali ed un cambiamento significativo degli stili di vita e dei modelli di consumo della popolazione occidentale. Il fenomeno del consumo di sostanze psicotrope non fa storia a sé, piuttosto, come il consumo di merci nella società post moderna, assume significati inediti e si manifesta in modo inconsueto. A delineare un quadro profondamente diverso da quello “tradizionale” del consumo di eroina (che aveva caratterizzato la seconda metà del secolo scorso) sono gli attori, i tempi e gli ambienti scelti per assumere sostanze, le peculiarità delle sostanze sul mercato, le motivazioni ed i significati associati al consumo; a rendergli dignità di fenomeno sociale il grado di diffusione e di incidenza sulla popolazione generale. I dati sulla diffusione del consumo di sostanze stupefacenti illegali tra la popolazione europea adulta (Oedt 2007) indicano che per lo meno 70 milioni di europei (1 su 5) hanno usato cannabis una volta nella vita, che almeno 12 milioni (4% degli adulti) hanno usato cocaina (una tantum) e 9,5 milioni (3% degli adulti) hanno usato per lo meno una volta nella vita ecstasy. Nelle sue

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espressioni attuali il consumo di sostanze rappresenta efficacemente la tensione verso “il collezionismo di piaceri” e “la ricerca di sensazioni”, individuate dal sociologo Bauman, come tratti distintivi dell’ “uomo consumatore”, ruoli che gli restituiscono metodi “… di contrasto alla paura dell’incertezza generata dallo “sradicamento” della modernità” 1 e può quindi essere considerato parte di una cultura più generale che elegge il consumo di merci a mezzo di rappresentazione, simbolo, della identità sociale. In Italia la percezione di un cambiamento negli stili di consumo delle sostanze avviene nella seconda metà degli anni ottanta e viene fatta coincidere con l’affermazione della musica techno e con la presenza e diffusione dell’ecstasy nei luoghi di divertimento, attrazioni per migliaia di giovani nei fine settimana; la portata del fenomeno è evidente agli osservatori esterni: meno evidente è il significato che i ragazzi danno alla partecipazione agli eventi, alla specificità della musica ed al consumo di sostanze. “L’essenziale è invisibile agli occhi…” 2, ma specialmente a quelli degli adulti…che anche in questa occasione, come in altre, manifestano il disagio3 e la distanza dalle espressioni/culture giovanili rifacendosi alle verità scientifiche certe e rassicuranti che possiedono. Nonostante la quasi totale assenza di richieste di aiuto e sostegno da parte di questa generazione di consumatori e l’irrilevanza di episodi critici legati al consumo delle “nuove droghe”, il riferimento al consumo di eroina è immediato, gli stili di consumo “emergenti” sono classificati sotto la voce “disagio giovanile” ed il clima di allarme sociale che i media enfatizzano giustifica tanto “l’applicazione acritica dell’interpretazione del fenomeno della tossicodipendenza da eroina alle nuove forme di consumo.” visto che “..di droghe si 1

Z. Bauman, La società dell’incertezza, Il Mulino, 1999 A. De Saint – Exupery, Il Piccolo Principe, Bompiani, 1964 3 B. Bassini, Dietro l’allarme sociale il disagio degli adulti, in Oltre la tolleranza zero (a cura di F.Corleone, G. Zuffa), Fuori Luogo, 2005 2

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trattava, tossicodipendenza davano, e che prima o dopo tutto sarebbe rientrato nel mare magnum della più classica tossicodipendenza” quanto la “negazione del problema attraverso il ragionamento inverso: siccome queste sostanze non danno dipendenza, non provocano morti per overdose, non determinano marginalità sociale, disinserimento lavorativo et similia, il problema non esiste” 4. Solo nel corso del decennio successivo, attraverso progetti specifici ed innovativi definiti come “finalizzati alla prevenzione del consumo di sostanze”, gli operatori “tecnici del settore” entrano negli ambienti indicati come santuari del consumo, cominciano a interfacciarsi direttamente con i protagonisti della scena, a vedere e descrivere i tratti che distinguono l’attualità dei consumi, ad analizzarne i potenziali rischi.

1.2. Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare5 L’esplorazione dei contesti di aggregazione giovanile commerciali ed informali, più o meno strutturati, dei contesti sommersi illegali, paralleli a quelli commerciali, che raccolgono un numero di persone spesso più corposo e, più recentemente, quella di spazi di incontro virtuale, indica come l’elemento qualificante l’esperienza dei giovani in questi luoghi sia la ricerca del piacere, manifestata nei tempi di espressione personale libera da vincoli e impegni di lavoro e studio (la festa, il fine settimana, la notte…), negli spazi collettivi caratterizzati dalla musica o da performance dirette a sollecitare le sensazioni ed amplificare lo stato emotivo di agio

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R. Bricolo in (A cura di) F.Bagozzi, C.Cippitelli, Giovani e nuove droghe: 6 città a confronto, Franco Angeli, 2003 5 da Blade Runner di R. Scott (tratto da “Do Androids Dream of Electric Sheep?” di P.K.Dick)

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(“benessere”, o meglio, “bene-stare”6) e di adeguatezza, negli spazi di condivisione con il gruppo dei pari. Tempi e luoghi nei quali è possibile crearsi nuovamente (ri-crearsi): liberare ed esporre aspetti di sé extra ordinari, dar corpo a identità differenti, inespresse nel quotidiano, sperimentare altri ruoli nelle relazioni. …che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle…7 Il motore principale degli eventi notturni è la musica techno, musica elettronica, evoluzione, manipolazione e sintesi di generi musicali differenti, potente, ritmicamente estrema (140-180 BPM), priva di struttura armonico – melodica e di testo verbale “Il modo in cui viene elaborata e diffusa, le frequenze e le dinamiche esasperate che utilizza, la fanno percepire nelle cavità naturali del corpo (il torace, l’addome), facendole vibrare intensamente, prendendone spesso e stimolando fortemente i centri nervosi. È ciò a renderla letteralmente invasiva… entra nel corpo dell’ascoltatore e lo scuote, facendolo vibrare con modalità più tattili che acustiche….”8 “È un'attitudine notturna, i suoi soggetti sono in crescita costante…di fatto non li senti e non li vedi e non avverti i loro schemi a te sfugge il concetto … non ti stupire se ti è tutto incomprensibile, è assai difficile il concetto senza il codice.” 9 6

come secondo il parere, che condividiamo, espresso da F. Di Lernia in Della tribù che sballa, i ragazzi dell’ecstasy (a nord di Bari), Ed. Oasi, 2002 che propone di superare significato ed etimologia di Ben-essere utilizzando la possibilità di scelta tra “essere” e “stare” che la lingua italiana offre, là dove il termine “benestante” è da intendersi arricchito di altre accezioni rispetto al significato abituale di valenza economica “…il loro obiettivo, l’obiettivo del sistema-contesto in cui sono immersi, non è il bene-essere ma il bene-stare, che gli investimenti, le energie utilizzate, le idee vanno in questa direzione, ed è chiara sia a noi che a loro la differenza tra le due condizioni.” 7 da La musica ribelle di E. Finardi 8 Salvatore G.(a cura di), Techno-Trance, Castelvecchi, Roma 1998, in (a cura del Gruppo Abele), Mai prima di mezzanotte, Stili di vita, droghe e musica della generazione techno, Edizioni Gruppo Abele, 2000 9 da Il codice di Kaos One

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La “Techno”, corrisponde perfettamente all’immediatezza dei canali di comunicazione privilegiati nei contesti di aggregazione giovanile, come in altri contesti contemporanei10 (analoga funzione di comunicazione ad ingresso immediato, in contesti diurni è svolta da altri strumenti tecnologici quali cellulari, i-pod, internet ecc): la ricerca di uno stato psicologico di armonia individuale e di sintonia con l’ambiente si avvale di una comunicazione che utilizza codici analogici, che interessano la sfera percettiva (tattile, acustica, visiva.), emotiva e sensoriale più che quella razionale. Il vestiario, le acconciature, le modificazioni corporee (piercing, tatuaggi, pitture corporee, branding ecc.) comunicano inclusione, segnalano identificazione e condivisione con quanti partecipano all’evento. “Curiosa, questa discoteca! Ho detto varcando la soglia”. “Il tekkè non è una discoteca, Momo, è un monastero. Togliti le scarpe”. Lì, per la prima volta, ho visto gli uomini che giravano… Vedi, Momo, girano su sé stessi, girano intorno al loro cuore che è il luogo della presenza di Dio. È come una preghiera…perdono tutti i punti di riferimento terrestri, perdono quella pesantezza che noi chiamiamo equilibrio… 11 Il corpo concepito “Bodyscape” diventa ”uno scenario… attraversato da una molteplicità di codici in transito”12 superficie di comunicazione e spazio libero alle manifestazioni del coinvolgimento individuale, recepisce ed emana, in comunione con la moltitudine delle persone nel movimento della danza, sensazioni di adesione: contribuisce a creare un’atmosfera che sembra riferirsi ad un archetipo comune ed alla partecipazione ad un rito collettivo: “Nei ragazzi c’è 10

come mostrano i pubblicitari che colgono ed elaborano efficacemente queste forme comunicative sollecitando il consumo con messaggi centrati sull’espressione del benessere corporeo e dell’agio psicologico più che sulle caratteristiche del prodotto. 11 Eric- Emmanuel Schmitt, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Edizioni e/o, 2003 12 O. Kyra Pistilli, Dress Code, Castelvecchi editore, 2005

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un gran bisogno di ritualità collettiva. Questo bisogno ha incontrato con la techno forme di musica e di danza che danno a quella ritualità un carattere sempre più coinvolgente, che permette a chi vi si abbandona di liberare le parti più profonde, le cosiddette zone del vitale, e ha una funzione eminentemente catartica”13. Gli stimoli (istallazioni multimediali, giochi di luce, iconografia totemica dei “Sound”) e le manifestazioni comportamentali (il ballo, i gesti, le performance ludiche ed artistiche, l’assunzione di sostanze) che la festa produce, concorrono all’adesione al rito, amplificano il sentimento di fusione collettiva; l’effetto di alcune, tra le sostanze utilizzate, interviene nella realizzazione dell’esperienza esplorativa verso “altri” stati di coscienza (alcune tra le sostanze usate nei contesti dance, come l’ecstasy, se associate alle stimolazioni acustiche, alle vibrazioni corporee della techno ed alla danza, danno luogo a stati simili a quelli descritti come trance ipnotica)14.

1.3. Basta un poco di zucchero e la pillola va giù: tutto brillerà di più15 Il mercato globale offre accesso ad una varietà di droghe dalle caratteristiche differenti16, il significato generale che il consumo di

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Bricolo R., Con Adam nel cuore della tribù, in Bagozzi F., Generazione in Ecstasy, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996 14 l’aspetto rituale, qui descritto negli eventi a carattere musicale collettivo, è riscontrabile e diversamente manifestato nelle diverse espressioni delle culture giovanili (writers, skaters, break dancers ecc.) 15 Da Mary Poppins di R. Stevenson (tratto da romanzi di P. Lyndon Travers) 16 per composizione (principio attivo), effetti prodotti, modalità di utilizzo, esposizione a rischi, reperibilità, costi, e nell’interazione: per gli effetti sullo stato psico fisico individuale, e dell’azione prodotta nei comportamenti poliassuntivi, per la posizione di legalità illegalità riferita al sistema normativo ecc. Per una trattazione approfondita vedi altri testi

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“nuove droghe”, “droghe dell’epoca globale”17 (tutte già utilizzate in epoche precedenti o altri contesti, nessuna nelle modalità di consumo correnti) sembra assumere, in ambienti di loisir è quello di complemento di rinforzo, accessorio e strumento per amplificare, potenziare, dilatare, le prestazioni, le sensazioni e le emozioni esperite nel momento. È un significato che, ovviamente, riduce l’esperienza di consumo soggettiva e per questo rende impossibile una lettura univoca ed onnicomprensiva delle motivazioni al consumo: che sono varie, perchè espresse da persone dissimili per caratteristiche anagrafiche, disponibilità economica, appartenenza sociale, cultura di riferimento e stile di vita, grado di scolarizzazione. Le ricerche condotte dalla metà degli anni novanta in Italia18 (effettuate attraverso la collaborazione dei consumatori intervistati, l’osservazione diretta dei contesti di consumo, il monitoraggio delle sostanze in questi contesti) indicano un fenomeno che sfugge alle definizioni certe perchè dinamico e mutevole, reso complesso da una quantità di variabili in interazione: si pensi alle caratteristiche delle sostanze disponibili ed usate (alle sostanze dagli effetti allucinogeni ed a quelle eccitanti/empatizzanti definite “prestazionali”, si sono aggiunte dalla fine degli anni 90, sostanze che inducono stati anestetici e dissociativi), alla scelta delle modalità di consumo (attualmente quasi esclusivamente policonsumo) e dei canali di assunzione, alla frequenza del consumo, alla tipologia degli attori coinvolti ecc. I primi studi, condotti a livello sperimentale, prevalentemente su giovani consumatori contattati in versione “diurna” e “notturna” nei luoghi di aggregazione già elencati, mostrano che il consumo delle “nuove droghe” non è paragonabile a 17

molte le definizioni attribuite alle sostanze psicoattive di uso attuale: “droghe della globalizzazione” la più significativa di G. Samorini in (a cura di R.M. Pavarin e V. Albertazzi) Uso e abuso di sostanze, Carocci Faber 2006. 18 La già citata ricerca Mosaico; e (a cura di CAT Coop. Sociale), Droghe e modelli di consumo, due esperienze di ricerca - azione in area fiorentina e romana 2006; in (a cura di R.M. Pavarin e V. Albertazzi) Uso e abuso di sostanze, Carocci Faber 2006.

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quello dell’ eroina; che è un consumo trasversale per età anagrafica, genere, ed appartenenza socio economica dei consumatori che si presentano tendenzialmente integrati nella società; che è un consumo contestuale, riferito ai momenti di libertà e relax dagli impegni di studio e di lavoro, generalmente non problematico (non sembra interferire con i suddetti impegni né con le normali quotidiane relazioni); che il comportamento di abuso è evidenziato in misura maggiore da chi appartiene a famiglie con basso livello culturale, mentre il livello economico sembra ininfluente sul comportamento di consumo; la dimensione “rischio di assunzione” non sembra contemplata dai “nuovi assuntori”: se nello specifico del consumo la considerazione del rischio può essere compromessa dall’effetto di modificazione percettiva indotto dalla sostanza (sopravvalutazione o sottovalutazione della realtà e dei propri limiti fisici e psicologici e conseguente adozione di comportamenti inadeguati nelle situazioni di esposizione a pericoli), più in generale il rischio è assimilato alla tossicodipendenza e fatto coincidere con una frequenza di assunzione continuativa e con modalità compulsive lontane dall’attualità del consumo contestuale e dalle esperienze riferite. Il quadro dei consumi così descritto è costantemente aggiornato, attraverso quella che è andata definendosi nel tempo come prassi di osservazione antropologica dei contesti. La relazione diretta con gli attori del fenomeno permette di coglierne differenze e specificità: conoscere e distinguere le persone ed i gruppi di riferimento, i luoghi di aggregazione preferiti, quali sono le sostanze scelte, la frequenza e modalità con cui vengono consumate, i contesti d’uso privilegiati, il grado di consapevolezza degli effetti e rischi del consumo e abuso, le motivazioni dei comportamenti espressi. Diventa in questo modo possibile commisurare (alle peculiarità dei gruppi di appartenenza) le azioni dirette ad ampliare il range comportamentale dei consumatori in direzione dell’adozione di misure di sicurezza e tematizzare con loro il significato dell’assunzione utilizzando strumenti e codici comprensibili e sostenibili (accettabili). Gli operatori cosiddetti “di

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strada” che nell’area romana contattano in luoghi di aggregazione diurna adolescenti consumatori, ad esempio, osservano attualmente la diffusione di una modalità di policonsumo centrata esclusivamente sul mix cannabis, alcool e cocaina, raramente estesa ad altri tipi di sostanze il cui uso è invece rilevato dagli operatori che incontrano consumatori nei contesti notturni legali ed illegali, indicano inoltre una differenza nelle scelte e abitudini di consumo dei giovani, relativa all’ area urbana o extra urbana di provenienza, che solo parzialmente trova riscontro nei consumatori che frequentano gli eventi notturni19. La scelta di modalità diverse nel consumare sostanze, espressa dai ragazzi contattati attraverso progetti di prossimità, comunica l’aderenza a stili di consumo specifici, connotati da significati, tanto eterogenei, perché espressione di storie personali e di appartenenza a culture non omologabili, quanto corrispondenti e conformi ai significati che il consumo assume nella società contemporanea. Anche il consumo di sostanze può così venire messo in relazione alle caratteristiche di “incertezza”20 e precarietà delle condizioni di vita delle società occidentali, condizioni che producono un’ansia sociale alla quale un numero sempre maggiore di persone risponde con comportamenti di consumo, abuso o dipendenza, (tanto da sostanze e condotte illegali che da quelle legali ma non per questo meno rischiose per la salute fisica e psicologica) come ai ritmi produttivi (ed alle conseguenti necessità di incremento dei consumi del mercato) che impongono valori, stili di vita e prestazioni sempre meno compatibili con il corredo biologico umano: “Nel corso di questo processo di modernizzazione il rapporto tra gli esseri umani e i loro oggetti è uscito completamente dai binari diventando “asincronico”…Le caratteristiche chimiche del corpo non sono più sufficienti per 19

Per motivi di spazio, sommario e non generalizzabile, parte di una illustrazione più complessa del fenomeno del consumo di sostanze nel territorio laziale, per la quale si rimanda ai report periodici dei progetti Oltre il Muro e Nautilus 20 Z. Bauman, La società dell’incertezza, il Mulino 1999

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adattare l’organismo sia fisicamente sia psichicamente alla velocità delle macchine e dei processori…..Si assiste pertanto a un aumento graduale della richiesta di mezzi di sostegno per il ripristino farmacologico di un’equilibrata “personalità armonica”” 21o, anche, alla complessità prodotta dall’evoluzione, dal potenziamento e dalla disponibilità di accesso, della tecnologia e dei mezzi di comunicazione, che consentono di allargare le conoscenze in direzione della globalità e le coscienze in direzione del superamento dei limiti imposti dalla realtà. Il ruolo svolto dai consumi nell’assetto contemporaneo è, per molti osservatori sociali, funzionale alla costruzione dell’identità personale e sociale: entità, qualità e modalità di fruizione di beni, servizi e relazioni paiono avere un sempre maggiore peso nella definizione dei rapporti individuali e sociali, nella comunicazione di significati, nella creazione di appartenenze e differenziazioni variamente vissute in termini emotivi. Si centri l’attenzione sull’abbondanza di opportunità e possibilità di esperire ruoli differenti (offerta dalla gestione attiva e creativa dei consumi) o si faccia invece riferimento al rischio rappresentato dalla mercificazione dei rapporti e dalla dipendenza dagli oggetti di consumo, il rapporto esistente tra stili di consumo e identità è diversamente connotabile e si presta facilmente a generalizzazioni e stereotipie. Un approccio consapevole delle eventualità sopraesposte, che escluda posizioni di rigidità e si presti alla considerazione delle condizioni specifiche, è presupposto necessario ad affrontare con adolescenti e giovani il tema delle risorse e dei rischi connessi ai diversi comportamenti di consumo.

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G. Amendt, No drugs no future, le droghe nell’età dell’ansia sociale, Feltrinelli, 2004

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1.4. Gli elementi che caratterizzano l’adolescenza L’adolescenza è una fase di transizione i cui confini cronologici non sono stabiliti con chiarezza: se è possibile farne coincidere l’inizio con le manifestazioni della pubertà (cambiamenti fisici, maturazione sessuale, idoneità alla riproduzione) che avvengono in un intervallo di età variabile, compreso tra 9-10 anni e 13-14 anni, più difficile è stabilire quando questa abbia termine22. Il raggiungimento dell’età adulta non si verifica in tutti i sistemi sociali allo stesso modo, né i percorsi di sviluppo individuale nel medesimo sistema sociale sono comparabili: alle capacità di impegnarsi affettivamente e produttivamente, di “amare” e di “lavorare”, indicate da Freud come tappe risolutive dell’esperienza adolescenziale, vanno perciò affiancate, secondo le prospettive offerte da Erikson23, le variabili costituite dalle modalità educative e culturali, il complesso sistema di vincoli e condizionamenti legati alla struttura sociale. Abbiamo difficoltà ad individuare un compimento del processo adolescenziale se utilizziamo categorie di analisi che hanno a che vedere con i contenuti delle esperienze: il raggiungimento di determinate competenze non garantisce, nella società occidentale contemporanea, lo status adulto (chi si è avviato al lavoro precocemente, per esigenze familiari o altro, vive comunque in un contesto che continua a considerarlo adolescente, ne influenza e ne limita, scelte, condotte e consumi24); d’altro canto i fattori che nel periodo adolescenziale intervengono nella trasformazione corporea, affettivo – emotiva e relazionale, verranno chiamati a svolgere la loro funzione, nella metabolizzazione dei cambiamenti, anche nel corso della vita futura. Spostare l’attenzione dai contenuti dell’esperienza 22

A. Palmonari, Gli adolescenti, Il Mulino, 2001 E.H. Erikson, Gioventù e crisi d’identità, Armando 1974 24 un esempio dell’ambiguità sociale riferita ai giovani nell’esame dei codici legislativi proposto da G. Lutte in G .Lutte et al. La condizione giovanile, Coop. Centro Documentazione – Pistoia 1980 23

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adolescenziale ai processi di costruzione di questi contenuti25permette di “…pensare all’adolescenza come periodo che non termina, per passare definitivamente a una età matura senza problemi e senza crisi, ma che tiene invece aperti sul resto della vita gli apprendimenti della crisi stessa” e di definire l’adolescenza come periodo del ciclo vitale in cui per la prima volta ogni individuo si trova a dover fronteggiare un cambiamento. Cos’è cos’è questa sensazione…26 L’adolescente è soggetto a una trasformazione che coinvolge e sovverte radicalmente la dimensione fisica, affettiva ed emotiva di riferimento e si attua con l’abbandono progressivo delle posizioni e dei comportamenti infantili ed il graduale accesso alle consuetudini adulte. Le modificazioni di questo periodo sono rapide e articolate, “riferibili al mutare del corpo, alla costruzione di un senso di identità coerente e continua, compatibile con la mutevolezza e la variabilità; al movimento e al riassetto intrapsichico delle parti interne, al cambiamento dei valori e dei codici morali, alle modificazioni nel campo delle relazioni interpersonali, con lo spostamento dalla famiglia al gruppo dei pari” 23, accompagnate da un alternarsi di emozioni intense e mutevoli; l’incertezza e l’inquietudine manifestate in questa età mostrano la “criticità” dell’adolescenza, la difficoltà di controllo e conduzione di un cambiamento di portata così ampia (oscillazioni tra opposti stati d’animo). Lo sviluppo del pensiero formale e la capacità di astrazione dai dati di realtà, permettono di formulare ipotesi relative al “possibile” in presenza di condizioni differenti, di effettuare nessi, operazioni di paragone e concettualizzazioni, di riflettere su sé stessi in rapporto

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A.Fabbrini, A. Melucci, L’età dell’oro: adolescenti tra sogno ed esperienza, Feltrinelli 2000 26 da Il mio corpo che cambia, Litfiba

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agli ambiti sociali di appartenenza e porsi domande sul significato delle relazioni. Non sono quello che dovrei essere e neanche quello che ho intenzione di essere, però non sono quello che ero prima. (Aforisma trovato in un saloon del West) Cosa sono? Chi sono? In questa fase l’adolescente si interroga sul senso dell’esistenza, cerca una spiegazione del verificarsi degli eventi e ne considera le prospettive future, prefigura e sperimenta differenti collocazioni e ruoli in direzione della costruzione di una propria identità. La definizione di sé come essere unico e coerente in relazione ad eventi e situazioni, si modella nel progressivo confronto con gli altri. La formazione dell’identità avviene attraverso movimenti di identificazione e di individuazione. Ogni persona si identifica con le figure con cui condivide esperienze ed emozioni, gruppi con i quali stabilisce legami (amici, compagni di scuola, famiglia) che producono senso di appartenenza ad entità collettive, e di pari passo procede a individuare ciò che lo distingue dagli altri: tutto quanto lo rende un individuo unico, distinto dai gruppi cui non appartiene e dai membri del proprio gruppo che non hanno le sue stesse caratteristiche né la sua storia. La varietà di relazioni e ambiti frequentati consente di rappresentarsi in più ruoli attraverso una identità multipla definita “identità sociale”. Nel periodo di ricerca dell’identità personale effettuata attraverso i movimenti di identificazione/inclusione ed individuazione/esclusione, definito da Erikson di “moratoria psicosociale”, l’adolescente sospende le scelte stabili e vincolanti per sperimentarsi nei “.. rapporti con gli altri e con delle idee senza doversi impegnare in modo definitivo”; anche gli oggetti, i rapporti con le persone, gli eventi, che in questa fase assumono peso e valore, in qualità di indicatori simbolici del grado di coinvolgimento interiore

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delle esperienze che rappresentano, sono scelte evolutive e dinamiche, suscettibili di revisione e cambiamento. Il gruppo dei coetanei è il veicolo principale di gusti, opinioni, tendenze, l’agenzia di socializzazione più “gettonata” nel work in progress (percorso di avanzamento) funzionale alla separazione dell’adolescente dal contesto familiare. Gli strumenti di comunicazione ed auto definizione, oggetti e spazi offerti ai gruppi giovanili dalla società contemporanea sono molteplici, indirizzati per varietà, qualità e modalità di utilizzo a soddisfare esigenze di significato eterogenee, usati in modo flessibile (aperto a rielaborazioni personali e creative ed alla contaminazione con altri agenti e stili di comunicazione) si pensi, oltre ai contesti del divertimento notturno già citati, alle opportunità offerte dai progetti di formazione e studio in altri paesi (Erasmus), alle realtà aggregative legate al mondo della produzione culturale, della pratica sportiva, e dell’impegno nel sociale ma anche alle occasioni di identificazione fornite (attraverso la pubblicità di merci e modelli di comportamento) dai media e dalla frequentazione di spazi virtuali. Internet presenta, nella cornice della cultura contemporanea, un doppio livello di efficacia relativamente alla moratoria adolescenziale: permette di interagire in modo creativo e illimitato con persone e idee, di interpretare identità e ruoli differenti attraverso condotte che nella vita reale potrebbero esporre a notevoli rischi (p.e. di contrarre malattie sessuali, di incidenti nella conduzione di veicoli, ecc) e, nel facilitare la sperimentazione, mostra i possibili esiti al riparo da conseguenze materiali27. È attraverso un esercizio di conformità e autonomia nell’adesione a modelli di comportamento, gruppi di riferimento stili di comunicazione e stili di consumo, che i ragazzi assegnano significato

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S. Turkle, La vita sullo schermo, Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di Internet, Apogeo 1996

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a oggetti e relazioni ed elaborano una propria visione del mondo. Il consumo è quindi strumento di rappresentazione sociale anche per i giovani, il mercato li indica come consumatori ideali di una ampia gamma di generi perché, assenti dal mondo della produzione, i giovani sono “esclusivamente” consumatori, le loro scelte sono transitorie (garantiscono un consumo “veloce”) e instabili (se “regge” un prodotto testato su di loro funzionerà anche su altri consumatori); inoltre sono giovani e, per questo, testimonials d’eccezione in una società che veicola il consumo, volendo significare piacere, attraverso immagini/icone di benessere, vitalità e prestanza fisica. I giovani “fanno tendenza…”, interpretano ed elaborano ciò che utilizzano e lo rendono appetibile perchè simbolico di esperienza “esclusiva”, manifestazione di individualità e potere di gestione sulla propria esistenza in un contesto generale massificato ed eterodiretto; sono obiettivi di mercato e, parallelamente, soggetti attivi di una rielaborazione che influenza e determina la scelta dei prodotti e dei comportamenti d’uso ed è fonte creativa inesauribile di codici comunicativi efficaci a sollecitare i consumi. Un istante nel deserto dell’annientamento, un istante per godere il segreto della vita. Affrettati!... (Omar Khayyàm, Rubàyat, La Sfinge) Life is now! (c.p. telefonia mobile) Si è già fatto riferimento alle caratteristiche del sistema di segni e simboli veicolato dalle culture emergenti, evidenziandone il potere analogico ed immediatamente evocativo di sensazioni; un aspetto peculiare del linguaggio contemporaneo è quindi la sua idoneità di risposta ai limiti temporali imposti dalla complessità delle relazioni: è un linguaggio essenziale nel quale la contrazione formale è compensata dalla quantità e qualità di significato attribuibile in modo istantaneo alle sue rappresentazioni. La “cultura della sintesi” (del “link”, dell’ “emoticon”, dell’SMS, acronimo/scrittura intuitiva ecc.) è raccolta e “riciclata” nella pressione al consumo con messaggi

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pubblicitari centrati sull’espressione del benessere corporeo e dell’agio psicologico più che sulle caratteristiche del prodotto: così il pulito “non è mai stato così sensitive” e la pasta diventa “un’esperienza dei sensi”. I “consigli” per gli acquisti, diretti a giovani ed adulti, suggeriscono anche, con slogan ed immagini, stili di comportamento legati a molti atteggiamenti e temi adolescenziali: la trasgressione (il rum più bevuto nei “peggiori” bar…), l’appartenenza a gruppi (…la tribù… “All togheter now..”), la trasformazione fisica/evoluzione logica (e tecnologica! ...Robot che ballano la break dance per diventare automobili…infanti che in un secondo sviluppano la capacità di locomozione degli autoveicoli..), la definizione dell’identità (..hai gli occhi di tua madre, il naso di tuo padre.. l’ombrello di tua sorella…solo l’automobile è tua e ti distingue…), la verifica dei propri limiti (…se non avessimo limiti non potremmo superarli…), ecc.. Molti osservatori sociali includono il consumo occasionale di sostanze nel bagaglio strumentale di ricerca, tipico dell’età adolescenziale, e lo definiscono “interpretabile alla stregua degli altri comportamenti esplorativi e come altri comportamenti (alimentarsi in modo inappropriato, avere esperienze sessuali non protette, comportarsi in modo aggressivo e violento, guidare pericolosamente) soggetto a rischi e suscettibile di produrre conseguenze sul piano dello sviluppo psicosociale”28. Nella nostra cultura sociale il rischio è incluso, costitutivo dell’esistenza, ed i compiti di sviluppo in adolescenza sono realizzati attraverso condotte rischiose. L’inibizione di comportamenti che hanno una funzione evolutiva e di cambiamento presenta la certezza, più che il rischio, di difficoltà di adattamento psicosociale. Il consumo di droghe, legali e illegali, espone a pericoli legati alla compatibilità 28

M. Ravenna, Perché si usa l’ecstasy, in (a cura del G. Abele), Mai prima di mezzanotte, Torino 2000

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della composizione di ogni singola sostanza con l’organismo fisico e la struttura psicologica del singolo assuntore (tossicità/ psicopatologie), ed abbiamo già fatto riferimento alla alterazione/distorsione percettiva dei rischi comportamentali indotta dagli effetti delle sostanze (effetti differenti per qualità, intensità, permanenza nel tempo, in relazione al tipo di droga assunta ed alla sua associazione con altre, alla quantità e frequenza del consumo, alle caratteristiche psicofisiche dell’assuntore, alle proprietà dei contesti), i rischi di consumo delle droghe illegali vanno estesi alla sfera sociale. La legge distingue le sostanze in base a convenzioni e criteri che appaiono legati a motivazioni economiche o alla ricerca del consenso politico, più che alle evidenze scientifiche (il consumo di alcool, nicotina, caffeina, smart drugs, psicofarmaci ecc, presenta i medesimi rischi delle altre se non maggiori, per il ridimensionamento e la conseguente sottovalutazione del pericolo dovuto al fatto di essere socialmente accettate) ed espone chi usa sostanze illegali al rischio di venire punito e screditato dalla collettività. Lo stigma sociale e legale del consumo è sistematicamente smentito dallo stimolo all’addiction offerto dalle immagini di adattamento auspicabile alla e dalla realtà contemporanea: i modelli di comportamento accettati ed imitati, le personalità ideali, quelle che hanno “qualcosa in più” in termini di bellezza, capacità prestative e successo nella vita, qualità associate ai consumi in generale (e per questo attraverso i consumi raggiungibili), devono spesso la loro notorietà al consumo di sostanze29. È la più classica tra le ingiunzioni paradossali, quella che viene proposta ai consumatori giovani e adulti, cosiddetta di “doppio legame” da quanti

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sul rapporto tra consumo di sostanze, notorietà e genio “Le droghe: un esperienza stupefacente!” spettacolo ideato e realizzato dal Dott. E.Polidori responsabile del Ser.T di Faenza E.Polidori. Individuazione delle problematiche:contesti e dinamiche assuntive in (a cura di T.Macchia, C.F.Giannotti), La tutela della Salute nei luoghi del divertimento, ISS 2004.

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ne hanno analizzato gli aspetti e le conseguenze in termini di risposte patologiche.30 “L’arte di mettere il piacere a servizio della felicità, ossia la virtù di non cadere dal gusto al disgusto viene chiamata, fin da tempi molto antichi, temperanza. È una caratteristica fondamentale dell’uomo libero, ma oggi non è molto di moda: si tende a sostituirla con l’astinenza radicale o con la proibizione poliziesca”31. Se nel compendio degli atti diretti al cambiamento l’adolescente include la sfida (intesa come esplorazione dei propri limiti, provocazione e affermazione della propria diversità), la rigidità dell’imposizione, unita alla percezione di una incoerenza nelle motivazioni ed azioni dei sistemi che la dettano, diventa essa stessa sfida e invito alla trasgressione. L’utilizzo di logiche contrapposte, perchè inerenti livelli diversi di interpretazione e analisi del consumo, rende comprensibile quanto sia difficile per i consumatori coniugare il “memento mori” con la tensione al “carpe diem”: la scelta di astensione o controllo in base alle possibili conseguenze negative di un comportamento che produce sensazioni di piacere, non è operazione facile, implica una forzatura, un cambio di logica (dalla irrazionale alla razionale) e di disposizione psicologica (dall’apprestarsi ad esperire una sensazione piacevole ad immaginare la possibilità di esperire sensazioni spiacevoli). Alla luce di queste considerazioni il confronto con i giovani sui temi riguardanti le sostanze e le eventualità di rischio diventa possibile a condizione di riconoscere lo stato adolescenziale ed i modi in cui si esprime nell’attualità, e di assumere una prospettiva di osservazione del consumo di sostanze, e una disposizione alla condivisione, che includa tanto le differenti espressioni delle variabili costituenti il fenomeno (diverse sostanze, diversi consumatori, stili e luoghi di 30

P.Watzlawick, J.H.Beavin, D.D. Jackson, “Pragmatica comunicazione umana”, Astrolabio, 1971 31 F. Savater, Etica per un figlio, Edizioni Laterza, 2007.

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della


assunzione), che gli orientamenti e le motivazioni che animano i tentativi di modificarlo.

1.5 Riformulare il concetto di prevenzione32 Si tratta di riformulare il concetto di prevenzione (venire prima) a partire dal significato del termine33 (che mostra ambiguità perchè riferito ad un azione diretta ad impedirne un’altra) e di dotare le pratiche di intervento sul consumo di sostanze di un senso evolutivo e promozionale (andare verso), più che preventivo. La promozione della salute secondo l’OMS “rappresenta un processo socio-politico globale che investe non soltanto le azioni finalizzate al rafforzamento delle capacità e delle competenze degli individui, ma anche l’azione volta a modificare le condizioni sociali, ambientali e economiche in modo tale da mitigare l’impatto che esse hanno sulla salute del singolo e della collettività. La promozione della salute è il processo che consente alle persone di acquisire un maggior controllo dei fattori determinanti della salute..” Le motivazioni in favore di una revisione dell’intervento preventivo limitato alla considerazione del rischio, e quelle in ragione dell’abbandono della logica di causalità lineare che lo genera, sono molteplici.

32

Indica le disposizioni utili all’evitamento di eventi dannosi. Nel diritto le misure di prevenzione riguardano i provvedimenti giudiziari adottati nei confronti di persone pericolose per impedirne eventuali attività antisociali (tutela/difesa); in medicina indicano l’insieme degli interventi igienico sanitari che hanno lo scopo di evitare l’insorgenza e la diffusione delle malattie (profilassi); l’espressione è anche sinonimo di atteggiamento psicologico preconcetto: disposizione d’animo ostile verso qualcuno o qualcosa che non si conosce direttamente o a fondo (pregiudizio/chiusura) (Dizionario di Italiano UTET Garzanti). 33 http://www.meyer.it Glossario della Promozione della Salute

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“Le droghe, tutte le droghe, anche se prese una sola volta, danneggiano il cervello; perché alterano i neuroni, intaccano le funzioni psichiche, le emozioni, la capacità di decidere e lo sviluppo della personalità: le droghe ti bruciano il cervello e non ne hai un altro: non usarle mai!”c.p. 2008 Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’utilità dell’informazione sui pericoli è ridimensionata, e contraddetta dagli “autogol” costituiti dall’ignorare sistematicamente, nel tentativo dissuasivo, i codici comunicativi e gli schemi di decodifica del linguaggio “La regola sulla quale sono stati concepiti circa il 90% dei manifesti contro la droga è, infatti, quella della negazione diretta. Le figure discorsive più usate per manifestare questa regola sono state, grosso modo due: il divieto e la minaccia”34. Ugualmente importanti le possibili distorsioni del messaggio, legate alla credibilità, attendibilità e neutralità dell’emittente o anche a meccanismi difensivi come la dissonanza cognitiva35attuati dai soggetti riceventi; i termini, spesso prescrittivi, delle informazioni sui pericoli possono rappresentare una sfida e produrre reazioni ancora più rischiose di quelle che si intendono evitare (escalation simmetrica); l’intervento sulla “popolazione a rischio” amplifica la designazione di problematicità della popolazione in oggetto e può dar luogo all’effettiva realizzazione dei comportamenti rischiosi (il meccanismo noto come “profezia che si autodetermina”), parallelamente rinforzando, nella popolazione che non si riconosce nei gruppi suddetti, la percezione di essere al sicuro (il cui corollario implicito è “a me non serve prendere precauzioni”con le conseguenze del caso…)36

34

in (a cura di G.Bartolomucci e M.Buscema), Comunicazione Dissuasiva, I linguaggi di prevenzione della tossicodipendenza, Comune di Roma 1986 35 M.Croce, in (a cura di M.Croce e A.Gnemmi) Adolescenti protagonisti della prevenzione, Franco Angeli, 2003 36 M.Croce, Peer Education, http://educaweb.altervista.org

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Ulteriori limiti del modello di relazione fondato sull’attenzione ai rischi, sono evidenziabili attraverso l’esame delle alternative offerte da interventi sulla salute realizzabili a partire da un atteggiamento centrato sull’interesse per la persona/gruppo nel suo insieme: da un’attenzione alla pluralità e peculiarità degli aspetti di personalità e dei sistemi di relazione, al valore che persone e gruppi attribuiscono alle circostanze vissute . Ciò significa considerare le persone agenti attivi di integrazione e modificazione dinamica degli eventi, piuttosto che “target” oggetto di azione preventiva, e restituire loro il potere di valutare i propri limiti e le proprie risorse, non più rispetto ad uno standard unificato ed oggettivo, ma in relazione alla loro soggettività. “Muovere verso”, allargare gli spazi ed i tempi dedicati alla conoscenza ed all’incontro, consente di cogliere le differenze delle singole storie di vita e restituisce una dimensione realistica, perché individuale, del valore delle scelte fatte dalle persone. Le attività di promozione della salute realizzate attraverso interventi formativi permanenti, partecipati, condivisi e non prescrittivi, rappresentano un formidabile strumento di crescita emotivo/cognitiva per tutte le parti coinvolte: ambiti di tematizzazione, ricerca e verifica utili al potenziamento delle capacità di gestione, individuale e collettiva, delle situazioni esistenziali più o meno difficoltose, laboratori di sviluppo di quelle competenze che sappiamo essere fonti di protezione nelle situazioni di rischio. L’azione preventiva così accorpata al più ampio obiettivo di soddisfazione delle esigenze di benessere fisico, mentale e sociale che definiscono lo stato di salute, ottiene il senso di continuità e coerenza che difetta alle azioni motivate dall’emergenza: accompagna la normalità. Delle piante si occupa la mamma…Ha due innaffiatoi, uno per l’acqua distillata, e un vaporizzatore con diverse posizioni per nebulizzazioni “mirate”, “a pioggia” o “a nuvola”. Ogni mattina passa in rassegna le venti piante dell’appartamento somministrando loro trattamenti personalizzati….Quando si occupa delle piante puoi dirle qualunque cosa, la mamma non ci farà assolutamente caso. Per

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esempio, “Oggi ho intenzione di drogarmi e di andare in overdose” avrà come risposta: “la kenzia ha le foglie un po’ gialline in punta, troppa acqua, non va per niente bene”…… nutre le sue piante così come ha nutrito i figli: acqua e concime per la kenzia, fagiolini e vitamina C per noi. Ed ecco il nocciolo del paradigma: rimani concentrato sull’oggetto, procuragli i principi nutritivi che dall’esterno vanno verso l’interno e che, agendo da dentro, lo fanno crescere e gli fanno bene. Una spruzzatina sulle foglie, ed ecco che la pianta è pronta per affrontare la vita. Guardala con un misto di inquietudine e di speranza… preoccupata per gli incidenti che possono capitare, ma nello stesso tempo soddisfatta per aver fatto tutto il possibile….È così che la mamma vede la vita: una serie di azioni esorcizzanti, inefficaci quanto una spruzzatina, che danno una breve illusione di sicurezza. Sarebbe molto meglio se potessimo condividere la nostra insicurezza, penetrare tutti insieme dentro noi stessi e dichiarare che i fagiolini e la vitamina C, pur nutrendo l’animale, non salvano la vita e non sostentano lo spirito37.

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M. Barbery, L’Eleganza del riccio, Edizioni e/o, 2007

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2. Prospettive teoriche e modelli di riferimento nella Peer Education di Valentina Panetti

2.1 Il gruppo dei pari in adolescenza Il gruppo dei pari è stato descritto da M. e C. Sherif (1964) come un laboratorio sociale nel quale l’adolescente può sperimentare scelte e comportamenti autonomi; i coetanei vengono identificati come il più importante oggetto di confronto sociale nella costruzione della propria identità. I coetanei infatti rappresentano un riferimento normativo e comparativo importante (Engel e Hurrelman 1989); le relazioni amicali offrono così all’adolescente molteplici opportunità per conoscere le strategie che gli altri usano per affrontare problemi simili e per osservare quali effetti sono in grado di produrre. Il rapporto e il confronto con i pari permette all’adolescente di esplorare nuovi spazi e di valutare in modo autonomo, al di là del controllo degli adulti, il proprio comportamento e le proprie scelte (Youniss e Smollar 1990). In letteratura il termine gruppo dei pari viene spesso utilizzato in senso generale per indicare complessivamente gli adolescenti di una stessa fascia di età38. 38

Palmonari L’adolescente e i gruppi di coetanei in Psicologia dell’adolescenza, Il Mulino, 1997

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La ricerca negli anni ha dimostrato in che modo agiscano i processi di influenza sociale all’interno di un gruppo dei pari, ad esempio Deutsch e Gerrald (1955) identificano due tipi di influenza sociale : • influenza normativa: secondo la quale il soggetto cambia le proprie attitudini, credenze comportamenti, motivazioni per il desiderio di ottenere consenso da parte del gruppo; • influenza informativa: secondo la quale il soggetto cambia le proprie credenze attitudini, motivazioni e comportamenti in base al fatto che la fonte di informazione è da lui ritenuta oggettivamente valida. Inoltre Vygotsky ha sottolineato come il gruppo può essere considerato l’elemento facilitatore e catalizzatore dell’apprendimento del singolo. Ritiene che il soggetto sia capace di riconoscere ad un altro più esperto la possibilità di fargli sperimentare una “distanza” con il suo sapere oppure l’esistenza di un altro sapere, consentendogli così, attraverso l’esperienza di gruppo, non solo un processo di acquisisizone diretta, bensì un ben più complesso lavoro di costruzione della conoscenza all’interno del gruppo dei pari39.

2.2 Prevenzione dei comportamenti a rischio L’adolescente che usa o abusa di sostanze psicotrope o alcol non mette a rischio solo la sua salute da un punto di vista fisico, ma in senso più ampio mette a rischio il suo adattamento psicosociale (come ad esempio: l’instaurarsi di conflitti con i genitori o con il gruppo di pari, perdita di interesse per la scuola,

39

Alberto Pellai, Valentina Rinaldin, Barbara Combonini, L’educazione tra pari. Prospettive teoriche e modelli in Quaderni di animazione e formazione, Centro Studi Erickson, 2003

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senso di colpa, la messa in atto di comportamenti illegali con il rischio di conseguenze penali, etc). Molti studi nazionali ed internazionali hanno individuato diverse funzioni trasversali che assumono i comportamenti a rischio, alcune delle quali riguardano principalmente il senso e la costruzione dell’identità personale (adultità, acquisizione e affermazione di autonomia, identificazione e differenziazione, affermazione e sperimentazione di sé, trasgressione e superamento dei limiti, percezione di controllo, esplorazione di sensazioni, coping e fuga); le relazioni sociali sia con i coetanei (comunicazione, condivisione di azioni e di emozioni, rito di legami e di passaggio, emulazione e superamento, esplorazione delle reazioni e dei limiti) sia con gli adulti (esplorazione delle reazioni e dei limiti, differenziazione e opposizione). Appare evidente che tali funzioni dei comportamenti a rischio in adolescenza, siano strettamente connesse ai compiti di sviluppo, tipici di questa età. Bisogna pensare perciò alla prevenzione come un atto complesso, in cui interagiscono diverse dimensioni (Croce 2008). Graf sottolinea come i programmi di prevenzione più efficaci sono quelli che comprendono più approcci educativi associati a percorsi per i genitori, al coinvolgimento degli insegnanti, integrando la dimensione comunitaria e lavorando su prospettive a lungo termine40. Mauro Croce individua 4 assi di sviluppo di ogni azione preventiva: 1. asse dell’intervento strutturale e normativo 2. asse dell’informazione e della produzione di significati

40

M. Graf, Une sole strategie de prevention pour toutes les addictions? , relazione presentata al convegno “Prevention du jeu excessif et recherche: de la legislation à l’action”, Losanna, 1-2 Marzo 2005.

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3. asse della relazione “educativa” e dell’apprendimento reciproco tra giovani e adulti, fra pari 4. asse dell’accesso alla produzione di capitale sociale, attraverso processi partecipativi attraverso i quali investire nella creazione di un’identità personale e di gruppo con l’intento di creare soggetti interdipendenti. Colby (1987) sottolineava come l’insieme dei fattori del well-being siano strettamente connessi al “potenziale adattativo” in modo particolare l’importanza di una affettività sociale positiva messa in gioco in relazioni di interdipendenza ed inoltre la creatività. Prosegue Croce (2008) dicendo che la prevenzione non si può che articolare come un’azione collettiva che necessita di una base di tipo strutturale41, di elementi informativi42 e di un’attenzione alla relazione educativa, ma ha il fulcro nel processo di apertura e accompagnamento di percorsi gruppali che

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Esempi di approcci strutturali sono l’imposizione dei limiti di velocità, l’obbligo di uso di cinture e casco, i controlli alcolimetrici, il divieto di pubblicità delle sigarette, o una normativa che impedisca la pubblicità di alcol associata ad una stile di vita. Un altro approccio strutturale è la legge che proibisce di fumare nei locali pubblici, che ha avuto non solo l’effetto di limitare le zone ma di modificare gli atteggiamenti delle persone anche nelle aree autorizzate o non proibite. Nel caso delle sostanze illegali le cose sono molto più complesse e la tolleranza zero è chiaro come sia una scorciatoia che presenta più effetti collaterali che soluzioni. Gli approcci di tipo strutturale son anche quelli che riguardano le scelte politiche: gli stanziamenti per le politiche giovanili, le forme di progettazione partecipate che vedono i giovani come destinatari e come attori, le direttive dei servizi ecc. (Croce, Vassura 2008). 42 L’importanza di una informazione corretta e la consapevolezza che questa non sempre è sufficiente (e talvolta controproducente), quale deterrente nell’intraprendere o modificare comportamenti a rischio per la salute (Croce, Vassura 2008).

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favoriscano appartenenza, partecipazione, critica e responsabilità verso la costruzione del capitale sociale43. Obiettivo della prevenzione dunque non è soltanto evitare o ridurre il coinvolgimento in un comportamento a rischio, quale è il consumo di sostanze psicotrope e alcol, ma favorire il miglior adattamento possibile fra la persona e il suo contesto. In modo tale sarà più equipaggiato per affrontare il proprio percorso evolutivo e per compiere scelte più consapevoli dei propri comportamenti nei diversi amibiti della sua vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato una lista di life skills della quale è indispensabile tener conto nei progetti di prevenzione: • • • • • • • • • •

Capacità di prendere decisioni Capacità di risolvere i problemi Creatività Pensiero critico Comunicazione efficace Capacità di relazione Autocoscienza e autoefficacia Empatia Gestione delle emozioni Gestione dello stress

Ed inoltre si può aggiungere la capacità di riconoscere e rispettare regole44. Questa prospettiva teorica pone l’adolescente al centro, soggetto attivo del proprio sviluppo chiamandolo a partecipare 43

Mauro Croce, Mauro Vassura, I quattro assi della prevenzione. Dall’inflazione del disagio giovanile al minimalismo preventivo, in Animazione Sociale Agosto/Settembre 2008 44 S. Bonino, E. Cattelino, S. Ciarano, La prevenzione in adolescenza, Erickson edizioni, 2008

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alla costruzione della sua identità e a quella del suo gruppo, ritenendo inoltre che i contesti e le esperienze di vita giochino un ruolo formativo molto rilevante.

2.3 La prevenzione e la Peer Education Nell’ottocento nei paesi anglosassoni si utilizzava la peer Education per favorire l’apprendimento della lingua inglese contenendo i costi. A partire dagli anni 60 negli Stati Uniti si è dato ampio spazio ad una particolare forma di educazione tra pari il tutoraggio (tutoring) dove uno studente più esperto forniva la sua assistenza a quelli più giovani in ambito scolastico. Negli anni questi progetti nelle scuole superiori e nelle università hanno avuto una larghissima diffusione negli Stati Uniti e nei paesi anglossassoni. Questa esperienza positiva di educazione ed interazione tra pari nello stesso periodo ha fatto si che si iniziasse ad utilizzare questa metodologia anche nell’ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio quali il consumo di tabacco, di alcol, di sostanze psicotrope e per le malattie a trasmissione sessuale come HIV45. Questo tipo di modello diffusosi nei paesi anglosassoni è un modello principalmente di tipo “addestrativo” dove il peer viene “formato” su una serie di contenuti e di informazioni corrette rispetto all’uso e abuso di sostanze psicotrope ed alcol. Alla fine di questo periodo addestrativo, di solito anche molto concentrato nel tempo, viene perciò affidato al peer educator il compito di “educare” i suoi pari riguardo i healty behaviour, belifes and norms.

45

Le prime esperienze di Peer Education descritte nel Peer Support Manual erano gruppi di peer Education rivolti a persone tossicodipendenti per la prevenzione all’AIDS – 1994.

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Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite sulla droga e il crimine si definisce Peer Education: “L’utilizzo di peer educators della stessa età o provenienti dallo stesso contesto, per trasmettere messaggi educativi ad un gruppo target. I peer educators diffondono buone norme, credenze e comportamenti all'interno del proprio gruppo o comunità per cambiare quelle che sono sbagliate”46. La selezione e la formazione dei peer educator sono aspetti fondamentali per la riuscita di un progetto di prevenzione che utilizzi questa metodologia. La “formazione” dei pari può seguire dei modelli diversi quali: Tutoring Il tutoring è un processo di insegnamento e di trasmissione di informazioni. Mentoring Il mentoring è un processo educativo che ha l’obiettivo di far crescere le competenze nelle persone più giovani e meno esperte attingendo all’esperienza di chi ha già percorso quelle tappe. Il mentore trasferisce i “segreti” della sua esperienza.

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PEER TO PEER. Using peer to peer strategies in drug abuse prevention. “The use of same age or same background educators to convey Education messages to a target group… Peer educators work by endorsing “healty norms”, beliefs and behaviours within their own peer group or community and challenging those who ar unhealthy”. J.McDonald, Jill Grove and Youth Dvisory Forum Members (2001). “Youth for Youth: Piecing togheter the peer Education jigsaw” Second international conference on drugs and young people, 4-6 April 2001. “UnAids defines peer Education as an approach, a communicaton channel, a methodology, a philosophy and a strategy. Peer Education is often used to effect chenge at the individual level by attempting to modify a persons knowledge, attitudes, beliefs or behaviours. Peer Education may also effect change at the social level by modifing norms and stimulating collective action that leads to changes in programmes and policies”. UNAIDS, Peer Education and HIV AIDS, 1999.

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Coaching Il coach viene individuato come un catalizzatore del cambiamento e della crescita, quindi non fornisce soluzioni, ma aiuta le persone a trovarle, nel pieno rispetto delle diversità individuali. L’area espressamente coinvolta nella relazione di coaching è quella della motivazione, dell’incoraggiamento e del rimprovero, della stimolazione a sviluppare le potenzialità. È un modello di intervento centrato sulla funzionalità, il raggiungimento dei risultati e la produttività (efficacia ed efficienza). Potenzia l’autoefficacia e l’assertività in una dimensione individuale. Questi modelli formativi hanno una valenza ed una efficacia rispetto all’ ambito curricolare scolastico o lavorativo, ma sono incompleti per quanto riguarda la formazione dei peer educator per la prevenzione all’uso e abuso di sostanze psicotrope ed alcol. Infatti nel caso del tutoring e del mentoring la formazione sarebbe incentrata al solo aspetto informativo riguardo effetti e rischi legati al consumo di sostanze o ad una visione puramente soggettiva di chi ha già vissuto quell’esperienza. Come è stato dimostrato in letteratura il solo carattere informativo su effetti e rischi legati all’uso di sostanze psicotrope e alcol, non produce cambiamenti sostanziali da parte dei consumatori e potrebbe anzi indurre, nei non consumatori, una curiosità verso le sostanze psicotrope e dunque sviluppare l’effetto contrario a quello atteso. Per quanto riguarda il coaching, questa metodologia prevede una formazione individuale orientata esclusivamente al raggiungimento di un obiettivo specifico e al miglioramento della propria efficacia/efficenza senza porre attenzione agli aspetti relazionali di gruppo e di sistema e perciò di capitale sociale47. 47

M. Croce, G. Ottolini, L’orizzonte della comunità e la strategia del capitale sociale, in Dalle Carbonare E., Ghittoni E., Rosson S.,“ Peer Educator. Istruzioni per l’uso” Franco Angeli, 2004

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L’altro aspetto decisivo per la buona riuscita della peer Education è la selezione dei futuri peer educators. In letteratura è spesso sottolineato come sia fondamentale scegliere ragazzi che si possano distinguere come peer leader nel loro gruppo di pari. Questo criterio non è meno indispensabile della motivazione dimostrata dal soggetto riguardo all’argomento che verrà trattato nel percorso di peer Education. Gergen e Gergen (1986) e Petty e Cacioppo (1998) infatti hanno sottolineato come fattore fondamentale per la riuscita del processo comunicativo sia l’importanza di fattori quali: la motivazione verso l’argomento trattato e il rapporto di fiducia tra l’emittente e il ricevente48. Quest’ultimo elemento, il rapporto di fiducia, riveste un ruolo cardine nel processo formativo. É infatti grazie alla costruzione di una relazione di fiducia e all’apprendimento reciproco tra pari e tra pari e adulti che si può considerare la peer Education un canale di comunicazione specifico, oltre a quelli che di solito utilizzano gli adolescenti (paytv, internet, film etc) che cointribuisce alla costruzione e produzione di significati, di idee e di valori .

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La comunicazione sociale in Per una fondazione della peer Education a scuola A. Faretra, A. Gnemmi, V. Antonietti, Quaderni di Animazione e Formazione, EGA, 2003

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3. La prevenzione come atto complesso di Valentina Panetti

3.1 Masterplan Prevenzione: l’esperienza di InfoStyle, l’arte di informarsi. Nell’ambito del piano cittadino Masterplan Prevenzione promosso nella città di Roma e finanziato dall’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze, nel periodo Marzo 2007-Agosto 2008, la Cooperativa sociale “Parsec”, l’Associazione “La Tenda” e la Cooperativa sociale “Il Cammino”, in partenariato, hanno realizzato InfoStyle-l’arte di informarsi49, progetto di prevenzione all’uso di sostanze psicotrope e alcol attivo nei territori del I, II, III e IV Municipio. Obiettivo generale del progetto era promuovere una crescita della consapevolezza rispetto agli effetti e rischi legati al consumo di sostanze psicotrope e alcol, tramite un coinvolgimento attivo degli adolescenti stessi in qualità di attori protagonisti del processo. Proprio come accennato in precedenza da Graf50, i progetti di prevenzione più efficaci sono quelli che comprendono e coinvolgono più attori (adolescenti, genitori, insegnanti, istituzioni,

49 50

Appendice 3 cfr pag. 35

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associazioni giovanili etc.) e in cui interagiscono perciò diverse dimensioni. In relazione alla valenza di progetti di questo tipo alcuni partner non onerosi si sono resi disponibili a collaborare, già in fase di progettazione, con adesione formale alle attività del progetto nel caso fosse stato approvato: • la ASL RmA • Municipio IV del Comune di Roma – Roma Montesacro • Centro aggregativo “Lucignolo” del IV Municipio di Roma • Progetto “Ragazzi al centro” • Associazione giovanile “Zerouno3nove” • Associazione “Fusolab” • Istituto professionale di Stato per l’industria e l’artigianato “Carlo Cattaneo” • Istituto di istruzione superiore “via Sarandì 11” • Istituto tecnico industriale statale “Antonio Pacinotti” • Istituto di istruzione superiore “via Salvini 24” • Istituto di istruzione superiore “via Asmara 28” • Scuola secondaria di I grado “Luigi Settembrini” • Istituto comprensivo “E.Q. Visconti” • ITIS “Galileo Galilei” • Istituto tecnico agrario “Emilio Sereni” • Istituto superiore “via Luisa di Savoia” • Istituto tecnico commerciale e per geometri “Luigi di Savoia Duca degli Abbruzzi” • Liceo ginnasio statale “E.Q.Visconti” Oltre questi partner iniziali durante l’arco dei 18 mesi, le partnership e il lavoro di rete sono stati ampliati e implementati51.

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Appendice 1

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3.2. InfoStyle e la Peer Education I destinatari finali del progetto di prevenzione erano i giovani di età compresa tra i 12 e i 24 anni. Sul territorio nel quale era attivo il progetto (I, II, III, e IV Municipio) sono residenti circa 77.000 giovani di età compresa tra i 15 e 29 anni52, ma va tenuto in considerazione che in queste zone centrali gravitano per motivi di studio, lavoro o divertimento un numero significativo di adolescenti e giovani non residenti. L’obiettivo era di creare un gruppo di peer educator di sedici-venti ragazzi considerando eventuali abbandoni in itinere, e di raggiungere tramite le diverse azioni del progetto circa 2700 ragazzi53. I partecipanti al gruppo di Peer Education sono stati individuati all’interno di contesti di aggregazione formale dei partner del progetto quali gli istituti di istruzione scolastica superiore e i centri aggregativi presenti sul territorio. Questa fase così detta di sensibilizzazione54 ha previsto 2 incontri della durata di 2 ore ciascuno con al massimo 30 partecipanti per ciascuno istituto che si sono svolti o in orario scolastico nei locali messi a disposizione dalla scuola o nell’orario di apertura del centro aggregativo negli spazi messi a disposizione dal centro, per un totale di 300 ragazzi coinvolti. Durante gli incontri di sensibilizzazione è stato possibile far emergere le qualità e caratteristiche proprie dei futuri Peer educator quali: • L’interesse e la motivazione sull’argomento • La capacità di ascolto • La capacità creativa • Le capacità di stare e di fare gruppo 52

Fonte ISTAT Appendice 4 54 Appendice 2 53

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Inoltre si è creato uno spazio di scambio e di reciproco confronto tra pari, tra operatori adulti e pari attraverso attività ludico formative su argomenti quali: • gli stili di vita, • i processi di scelta, • i rischi legati all’uso e all’abuso di sostanze psicotrope e alcol, • gli stili di consumo e la dipendenza. In buona parte degli istituti scolastici gli insegnanti referenti del progetto hanno avuto un ruolo fondamentale nella organizzazione della sensibilizzazione, come parte attiva nella promozione alla partecipazione agli incontri, così pure gli operatori sociali dei centri aggregativi hanno avuto questo ruolo cruciale per la buona riuscita degli incontri. Dunque l’adesione dei ragazzi alla sensibilizzazione (dove possibile) è stata data già in base ad un interesse e ad una motivazione personale riguardo all’argomento trattato, che come detto è caratteristica fondamentale ed indispensabile per una buona riuscita del percorso di Peer Education. La metodologia della sensibilizzazione prevedeva, come già detto, 2 incontri della durata di 2 ore ciascuno con l’alternanza di momenti di formazione frontale più informativi dove gli operatori spiegavano il percorso e gli obiettivi della peer Education e momenti di attività ludico/formativa appunto più formativi, che richiedevano una partecipazione attiva dei ragazzi e tra i ragazzi, una capacità di autorganizzarsi in sottogruppi e di fare gruppo, di mettere in gioco le loro capacità creative e di scambio e confronto reciproco e con gli adulti. Nella maggioranza dei casi sono stati i ragazzi stessi ad autocandidarsi al termine della sensibilizzazione per partecipare al percorso di Peer Education. La selezione è stata effettuata tenendo fortemente in considerazione la motivazione a

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partecipare al progetto e comunque considerando le caratteristiche già indicate. Parallelamente all’avvio del percorso di peer Education si sono organizzati i percorsi formativi rivolti sia agli operatori del privato sociale che al personale scolastico, inoltre si è attivato un percorso formativo specifico nato dalla collaborazione con il II Municipio e rivolto agli insegnanti delle scuole medie afferenti a quel territorio. Questa contemporaneità delle attività ha avuto l’obiettivo di far sì che gli insegnanti e gli operatori stessi facilitassero e stimolassero il confronto e le attività di prevenzione all’uso di sostanze all’interno dei loro specifici contesti di intervento.

3.3. La formazione Sono stati realizzati, per i destinatari intermedi, due percorsi formativi di 4 incontri con tematiche più specifiche attinenti al contesto di intervento. Gli argomenti trattati sono stati per gli operatori sociali: Adolescenti e rischio: individuazione di approcci utili alla comprensione delle culture e dei comportamenti espressi dai giovani, ricerca del piacere, percezione del richio e degli atteggiamenti di sfida verso le convenzioni. Droghe sintetiche e prevenzione: evoluzione del fenomeno del consumo di droghe tra i giovani, contesti e stili di consumo, comportamenti associati all’uso e abuso di sostanze stimolanti, ipnotici e policonsumi. Peer Education: storia della Peer Education, principi teorici, ruolo degli adulti nel facilitare il processo, attività di gruppo. Ruolo dell’operatore e la prevenzione: individuazione di momenti o fasi critiche, cura della relazione, l’operatore come opportunità e interfaccia tra centro aggregativo giovanile e

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territorio, la legislazione nazionale a favore degli adolescenti e dei giovani. Per gli insegnanti e i dirigenti scolastici gli argomenti trattati sono stati: Adolescenti e rischio: sviluppo socio-emotivo degli adolescenti, individuazione di approcci utili alla comprensione delle culture e dei comportamenti espressi dai giovani, ricerca del piacere, percezione del rischio e degli atteggiamenti di sfida verso le convenzioni. Droghe sintetiche e prevenzione: evoluzione del fenomeno del consumo di droghe tra i giovani, contesti e stili di consumo, comportamenti associati all’uso e abuso di sostanze stimolanti, ipnotici e policonsumi. Peer Education: storia della Peer Education, principi teorici, ruolo degli adulti nel facilitare il processo, attività di gruppo. Ruolo degli insegnanti e della scuola nella prevenzione: il ruolo dell’insegnante nello sviluppo psicosociale dello studente, l’insegnante come opportunità ed interfaccia tra scuola e territorio, la legislazione nazionale a favore degli adolescenti e dei giovani. Al termine del progetto è stato realizzato inoltre un seminario rivolto ai destinatari intermedi dal titolo “Giovani in Sintesi”. Per quanto riguarda il percorso formativo rivolto ai peer educator c’è stata una partecipazione costante e assidua di un gruppo costituito da 16 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni, selezionati, nella fase di sensibilizzazione, da scuole e centri aggregativi. La partecipazione al gruppo di Peer Education prevedeva anche il riconoscimento di incentivi per i ragazzi, sia crediti scolastici, sia buoni spesa che sono stati consegnati ai peer durante l’arco del percorso.

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Nel Liceo Scientifico “Via Salvini” un gruppo di peer educator formati da un progetto di Peer Education di prevenzione all’uso di sostanze psicotrope e alcol, svoltosi negli anni precedenti, ha richiesto agli operatori di InfoStyle una consulenza e una formazione specifica sull’uso e abuso di alcol coinvolgendo anche nuovi peer educator, con l’obiettivo di realizzare una giornata di prevenzione all’uso di alcol e varie altre iniziative correlate gestite dai peer all’interno dell’istituto. Il percorso formativo dei 16 peer educator si è articolato in 8 incontri, co-condotti dagli operatori del progetto, svolti in orario extrascolastico nella sede di uno dei partner del progetto l’associazione giovanile Defrag_ durante i quali si sono alternati momenti informativi, formativi, di confronto reciproco, di creatività e costruzione di significati. Nel primo incontro si è favorito il processo di aggregazione e conoscenza reciproca tra i pari che provenivano da diverse scuole del territorio con attività ludico formative e si è somministrato un questionario di ingresso con l’obiettivo di valutare le conoscenze di partenza dei pari rispetto agli argomenti trattati e le loro aspettative55 . Nel secondo incontro a partire dalle conoscenze dei peer si è affrontato un brain storming sulle sostanze psicotrope, per poi classificarle come deprimenti, stimolanti e allucinogeni definendo e chiarificando al meglio gli effetti e rischi legati al consumo di sostanze psicotrope e alcol, il tutto coinvolgendo sempre attivamente i pari nell’elaborazione delle informazioni e dei significati. Nel terzo incontro si è posta attenzione agli stili di consumo (uso, abuso, dipendenza) chiedendo al gruppo di definire quali fossero i diversi stili di consumo e quali le variabili che li differenziano, ed infine di riflettere sul loro stile di consumo e quello degli adulti e dei preadolescenti.

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Nel quarto incontro si è approfondita la attuale legislazione italiana in materia, al termine dell’incontro i ragazzi divisi in sottogruppi hanno proposto la loro legge ideale. Nel quinto incontro si è affrontato il tema della sessualità e del sesso sicuro, i pari sono stati coinvolti in prima persona a mettersi in gioco attraverso un’attività ludico formativa rispetto alla conoscenza degli organi sessuali e al corretto uso del profilattico. Nel sesto e settimo incontro si è avviata la produzione del materiale informativo. Nell’ottavo incontro si è somministrato il questionario di uscita per valutare le conoscenze acquisite durante il percorso e le valutazioni in merito al percorso realizzato56. Durante gli incontri sono state fornite informazioni e materiali informativi sui servizi del territorio e sulle sostanze psicotrope prodotti da altri progetti di prevenzione e riduzione dei rischi come il progetto “Oltre il muro” (Parsec coop. soc.), il progetto “Connessioni in movimento” (Parsec coop.soc., ASL RmB, ass. La Tenda, Il Cammino coop.soc.) e il progetto “Nautilus” (Parsec coop.soc., ass. La Tenda, Il Cammino coop.soc., Magliana 80 coop.soc.).

3.4 Le attività dei peer educators Al termine del percorso formativo, la prima attività realizzata dai peer educator con il supporto degli operatori è stata la realizzazione di un materiale informativo specifico sulle sostanze psicotrope che i peer ritenevano essere le più congrue: cannabis, cocaina e pasticche. La realizzazione ha richiesto un preciso lavoro di analisi e riflessione da parte dei peer educator sul target di riferimento, sui luoghi di diffusione e intervento (scuola, strada, eventi) e sulla tipologia e lo stile di comunicazione più efficace ad informare su effetti e rischi 56

Appendice 6

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legati al consumo di sostanze psicotrope. A questo proposito si è scelto di utilizzare uno stile non prescrittivo che fornisse informazioni corrette. I peer hanno proposto di inserire nei materiali informativi rivolti ai loro coetanei, informazioni relative alla storia, agli effetti, ai rischi e alla legalità. Con il supporto degli operatori, i ragazzi si sono suddivisi in 3 sottogruppi e concentrati sulla stesura dei testi, realizzando ricerche su internet e consultando materiale prodotto da altri progetti di prevenzione all’uso di sostanze psicotrope. A conclusione del lavoro, le informazioni elaborate per i materiali sono state accertate da un medico esperto del settore. Per la parte del supporto delle informazioni, per la grafica e la creatività, i peer attraverso un brainstorming hanno elaborato e selezionato delle immagini e dei concetti che poi una peer educator ha realizzato, il materiale è stato ultimato con il coinvolgimento di un grafico. Ne sono state prodotte 3000 copie, interamente distribuite al termine del progetto. Per la realizzazione del materiale informativo in tutte le sue parti si sono resi necessari altri 4 incontri pomeridiani. Nelle pagine seguenti è possibile vedere la grafica definitiva realizzata; i testi presenti qui di seguito sono corrispondenti a quelli stampati nell’aprile 2008, mentre il formato reale è tipo poster con grafica e testo presenti sullo stesso foglio. Ogni copia stampata di materiale riporta la dicitura “Questo materiale autoprodotto è frutto di un percorso di educazione tra pari che ha coinvolto un gruppo di ragazze e ragazzi di alcune scuole dei Municipi I,II,III,IV del Comune di Roma nel quale sono state trattate le seguenti tematiche: informazioni su effetti e rischi legati all’uso e abuso di sostanze psicotrope e alcol, gli stili di consumo, educazione alla legalità, educazione alla sessualità e prevenzione alle malattie a trasmissione sessuale”.

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Il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della cannabis è il THC (tetraidrocannabinolo) contenuto in alcune parti della pianta, soprattutto nei fiori e nelle foglie. Dalla cannabis si possono ottenere diversi derivati quali l’hashish (secrezione resinosa dei fiori) la marijuana (fiori e foglie essiccati della pianta), l’olio di hashish. Può essere fumata da sola, mescolata con del tabacco in sigarette o con pipe di vario genere. Può essere inoltre ingerita miscelata ad alcuni alimenti o infusi.

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STORIA La canapa indiana è una pianta della famiglia delle cannabinacee, ci sono tracce del suo utilizzo fin dai tempi del neolitico. Nel corso dei secoli è stata utilizzata per la produzione di fibre tessili, carta, cibo, medicinali e tra alcune comunità religiose veniva assunta per favorire la meditazione e la preghiera. Nel XIX secolo il suo consumo si diffuse in Europa in particolar modo in Francia negli ambienti borghesi e giovanili. EFFETTI E RISCHI Gli effetti e i rischi possono variare da persona a persona e dipendono dalla quantità assunta, dalla sensibilità personale alla sostanza, dal contesto e dalla modalità di assunzione. L´uso della cannabis accelera il battito cardiaco, può causare giramenti di testa, nausea, sonnolenza, torpore, rallentamento dei riflessi, agitazione, ansia, sudori freddi e paranoia. Si possono avere senso di benessere, relax, aumento dell’immaginazione, sensazione di essere in sintonia con gli altri, intensificazione delle percezioni visive, sonore e gustative, euforia, pensieri rapidi, arrossamento degli occhi, bocca secca, abbassamento della pressione sanguigna, aumento dello stimolo della fame, alterazioni della percezione spazio-tempo e abbassamento del livello di attenzione. Con un uso continuativo si può verificare una instabilità dell’umore, stati di ansia, riduzione della concentrazione e della memoria a breve termine, confusione, depressione e tendenza all’apatia. Si può avere, infine, un effetto detto "sindrome amotivazionale", la persona diventa "opaca", distratta, lenta nei movimenti, scarsamente motivata. In alcuni casi può indurre dipendenza psicologica. Se la sostanza viene ingerita sia gli effetti che i rischi sono scarsamente prevedibili poiché legati alla digestione. Il mix con altre sostanze rende i suoi effetti e rischi imprevedibili. In caso di malore è necessario contattare tempestivamente il 118, la chiamata in sé non comporta conseguenze legali.

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LEGGE L'uso e il possesso di sostanze stupefacenti è considerato sempre un illecito amministrativo, ovvero non si è perseguiti penalmente ma si possono avere delle sanzioni amministrative come la sospensione della patente di guida, della licenza di porto d'armi e del passaporto. Inoltre il nominativo della persona viene inserito all'interno di una banca dati in uso alle forze dell’ordine. Se poi il quantitativo posseduto di cannabis supera i 500 milligrammi può essere considerato spaccio, per cui si rischia il carcere da sei a venti anni e il pagamento di una multa da 26.000 a 260.000 euro. Secondo il codice della strada chiunque guidi in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l’ammenda da euro 1.000 a euro 4.000 e l’arresto fino a tre mesi. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno.

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La cocaina è un alcaloide estratto dalle foglie di una pianta chiamata Erythroxylon Coca. La cocaina si trova sotto forma di polvere bianca, cristallina, inodore ed ha un sapore amaro. Le forme di assunzione possono essere diverse: inalata (sniffata), fumata con tabacco, iniettata, ingerita e fumata come crack (ovvero quando la cocaina viene lavorata tramite dei processi chimici prendendo la forma di cristalli, il nome crack deriva dal caratteristico rumore che fa quando

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viene riscaldata). In base alla modalità di assunzione varia il tempo di comparsa degli effetti. STORIA Fin dal 2500 a. C. le foglie di coca venivano usate (tramite la masticazione) dalle popolazioni del Sud America per ottenere un effetto stimolante. La civiltà Inca considerava le foglie di coca un dono del Dio Sole. Nel 1860 il chimico tedesco Albert Niemann sintetizzò per la prima volta la cocaina pura, mescolando la pasta di cocaina, ottenuta dalla macerazione delle foglie, con solventi. Questa venne usata in campo medico come anestetico locale, soprattutto per la chirurgia oftalmica. Venne dichiarata illegale nel 1914, consentendo il suo utilizzo esclusivamente per le applicazioni mediche e la ricerca.

EFFETTI E RISCHI Gli effetti e i rischi possono variare da persona a persona e dipendono dalla quantità assunta, dalla sensibilità personale alla sostanza, dal contesto e dalla modalità di assunzione. La cocaina fa aumentare la pressione sanguigna e accelera la frequenza cardiaca, in casi estremi si può giungere a gravi aritmie o all’infarto del miocardio. Altri effetti sono inappetenza, vomito e nausea accompagnati da tremori muscolari, eccessiva sudorazione, tendenza all’aumento dell’aggressività e difficoltà ad eiaculare. Il consumo di cocaina è particolarmente pericoloso per chi soffre di problemi polmonari, diabetici e psicologici. Sotto l’effetto della sostanza si provano sensazioni di euforia, allegria, potenza e fiducia in se stessi, un forte aumento del desiderio sessuale, la riduzione della percezione della fatica fisica e mentale, la riduzione della sensazione di fame, sete e sonno. Gli effetti piacevoli (salita o up) svaniscono velocemente per essere sostituiti dalla fase down (discesa) che è caratterizzata da una forte depressione e quindi da malumore ed ansia. Durante questa fase si ha forte desiderio di assumere nuovamente la sostanza. L’uso della

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sostanza può indurre perdita di peso, depressione, problemi cardiaci, ipertensione, infarti cardiaci e ictus, manie di persecuzione, allucinazione visive, uditive, olfattive e tattili, deliri e psicosi. La cocaina induce tolleranza, ciò significa che per avere gli stessi effetti è necessario aumentare la quantità e la frequenza delle assunzioni, con l'accrescersi dei rischi. L’abuso o abbuffata (binge), oltre ad aumentare i rischi in generale può portare ad un forte esaurimento psicofisico (crash) con depressione, esaurimento delle energie ed un sonno profondo che può avere anche la durata di due giorni. La cocaina dà una intensa dipendenza. L’overdose può portare alla morte per arresto cardiaco o ictus. Se assunta per via nasale potrebbe causare danneggiamento alle mucose e perforazione del setto nasale. Scambiare materiale per l’assunzione della sostanza (cannucce e siringhe) aumenta il rischio di contrarre e/o trasmettere malattie infettive ed infezioni. Nelle donne incinte l’assunzione di cocaina può causare il ritardo della crescita del feto, la possibilità di aborti spontanei, il distacco della placenta e il parto prematuro. Il mix con altre sostanze rende i suoi effetti e rischi imprevedibili. In caso di malore è necessario contattare tempestivamente il 118, la chiamata in sé non comporta conseguenze legali. LEGGE L'uso e il possesso di sostanze stupefacenti è considerato sempre un illecito amministrativo, ovvero non si è perseguiti penalmente ma si possono avere delle sanzioni amministrative come la sospensione della patente di guida, della licenza di porto d'armi e del passaporto. Inoltre il nominativo della persona viene inserito all'interno di una banca dati in uso alle forze dell’ordine. Se poi il quantitativo posseduto di cocaina supera i 750 milligrammi può essere considerato spaccio, per cui si rischia il carcere da sei a venti anni e il pagamento di una multa da 26.000 a 260.000 euro. Secondo il codice della strada chiunque guidi in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l’ammenda da euro

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1.000 a euro 4.000 e l’arresto fino a tre mesi. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno.

Le pasticche prodotte illegalmente, anche se all’apparenza sembrano simili, in realtà si possono differenziare l’una dall’altra, ed è per questo motivo che il nome, la forma e il colore NON sono garanzia del loro contenuto. Le sostanze psicotrope sotto forma di pasticche possono contenere MDMA, ANFETAMINA oltre che varie sostanze da taglio. ANFETAMINA L’anfetamina può essere assunta per via orale, nasale, iniettiva oppure fumata mescolata al tabacco.

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STORIA L’anfetamina venne sintetizzata per la prima volta nel 1887. Negli anni Trenta venne commercializzata in tutto il mondo come farmaco con il nome di “benzedrina” per il trattamento delle congestioni. Venne successivamente impiegata nel trattamento di diverse patologie: la narcolessia, l’obesità, l’epilessia, l’alcolismo, la depressione e l’insonnia. Durante la seconda guerra mondiale i soldati ne fecero un largo uso per diminuire la sensazione di stanchezza e di fame. Nel 1972 l’anfetamina venne dichiarata illegale. EFFETTI E RISCHI Gli effetti e i rischi possono variare da persona a persona e dipendono dalla quantità assunta, dalla sensibilità personale alla sostanza, dal contesto e dalla modalità di assunzione. Sotto l’effetto della sostanza si provano sensazioni di euforia, aumento della concentrazione, maggiore facilità a parlare e a socializzare e maggiore fiducia in se stessi. Diminuisce la sensazione di fame e di stanchezza, si ha la sensazione di un aumento della propria resistenza ed energia fisica. Proprio per queste sensazioni alterate si potrebbe sottoporre il proprio organismo ad uno stress fisico eccessivo. Altri effetti sono: irrequietezza, insonnia, agitazione psicomotoria, nausea, tachicardia, digrignamento dei denti (bruxismo), bocca asciutta, frequenza cardiaca irregolare, ipertensione, mal di testa e stati di ansia. Se assunta in dosi massicce si possono avere allucinazioni. Causa una forte dipendenza psicologica e fisica. Una volta finito l’effetto si può percepire una forte sensazione di depressione e stanchezza: proprio per eliminare tali sensazioni si può essere portati ad assumere di nuovo la sostanza. Si possono verificare spasmi muscolari, tremore, aumento della temperatura corporea, pulsazioni frequenti, convulsioni, confusione mentale, delirio paranoide e psicosi. L’anfetamina induce tolleranza, ciò significa che per avere gli stessi effetti è necessario aumentare la quantità assunta, con l'accrescersi dei rischi. A lungo

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termine l’abuso può indurre insonnia, stati mentali simili alla psicosi, aggressività, dimagrimento eccessivo, irritabilità e depressione. Se assunta per via nasale potrebbe causare danneggiamento alle mucose. Nelle donne incinte l’assunzione di anfetamina può causare nascita prematura e/o malformazioni del feto. Le anfetamine hanno un effetto marcato sul ritmo cardiaco e sulla pressione arteriosa, pertanto il loro utilizzo, anche occasionale, è pericoloso per chi soffre di problemi cardio-circolatori, renali, epatici e di pressione alta; può aggravare la condizione di chi è affetto da diabete, epilessia e patologie psichiatriche. É pertanto fondamentale in caso di malore chiamare tempestivamente il 118, la chiamata in sé non comporta conseguenze legali. MDMA Ecstasy o metilendiossimetamfetamina (MDMA) può essere assunta per via orale o nasale. STORIA L’Mdma venne sintetizzata nei laboratori tedeschi della Merck nel 1912. Nel 1914 venne brevettata come farmaco anoressizzante. Negli anni ‘80 si diffuse il suo uso ricreativo nelle discoteche e nei rave party, legato soprattutto a generi musicali come l’house e la techno. Nel 1985 negli Stati Uniti venne ritirata dal commercio e dichiarata illegale. In Italia divenne illegale nel 1988. EFFETTI E RISCHI Gli effetti e i rischi possono variare da persona a persona e dipendono dalla quantità assunta, dalla sensibilità personale alla sostanza, dal contesto e dalla modalità di assunzione. Sotto l’effetto della sostanza le percezioni sensoriali sono intensificate. Si ha maggior facilità ad entrare in contatto con i propri stati d’animo più profondi e con le altre persone, le barriere comunicative ed emotive sono rimosse, la vicinanza e l’intimità con l’altro risultano

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amplificate. Questo porta ad una generale sensazione di euforia, rilassatezza e spensieratezza, ma allo stesso tempo ad una ridotta capacità di valutazione delle situazioni di pericolo e alterazione dello stato di vigilanza. Si possono verificare nausea, vomito, cefalea, visione confusa, disidratazione, bocca asciutta, digrignamento dei denti (bruxismo) e contrazione della mascella, alterazione della sensazione del tempo, della fame e della sete, movimenti involontari degli occhi, bisogno di urinare, brividi e pelle d’oca, aumento della pressione sanguigna e della temperatura corporea (colpo di calore), ed infine può indurre una forte stimolazione psicomotoria che fa stare svegli a lungo. L’assunzione abituale di mdma a medio termine può provocare disturbi come insonnia, sonnolenza, anoressia, depressione, ansia ed irritabilità; a lungo termine possono manifestarsi alterazioni dell’umore, difficoltà di concentrazione e dell’apprendimento, episodi psicotici. Come per le anfetamine, l’utilizzo di mdma anche occasionale, è pericoloso per chi soffre di problemi cardio-circolatori, renali, epatici e di pressione alta; può aggravare la condizione di chi è affetto da diabete, epilessia e patologie psichiatriche. Il mix con altre sostanze rende i suoi effetti e rischi imprevedibili. In caso di malore è necessario contattare tempestivamente il 118, la chiamata in sé non comporta conseguenze legali. LEGGE

L'uso e il possesso di sostanze stupefacenti è considerato sempre un illecito amministrativo, ovvero non si è perseguiti penalmente ma si possono avere delle sanzioni amministrative come la sospensione della patente di guida, della licenza di porto d'armi e del passaporto. Inoltre il nominativo della persona viene inserito all'interno di una banca dati in uso alle forze dell’ordine. Se poi il quantitativo posseduto di anfetamine supera i 500 milligrammi e quello di mdma i 750 milligrammi, può essere considerato spaccio, per cui si rischia il carcere da sei a venti 60


anni e il pagamento di una multa da 26.000 a 260.000 euro. Secondo il codice della strada chiunque guidi in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l’ammenda da euro 1.000 a euro 4.000 e l’arresto fino a tre mesi. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno.

3.4.1 Restituzione e produzione video Peer2Peer Per promuovere delle attività di restituzione e di prevenzione all’interno delle scuole di provenienza dei peer educator, oltre al materiale informativo, è stato realizzato un video con l’obiettivo di illustrare cosa sia la peer Education e quale sia il suo potenziale. La realizzazione del video si è svolta in 4 incontri pomeridiani, sempre nella sede messa a disposizione del progetto dall’associazione Defrag_. Gli operatori del progetto hanno selezionato brevi stralci di film e cartoni animati, il cui tema principale si rifaceva a quelli trattati nel percorso di formazione dei peer educator. I pari hanno elaborato dei dialoghi a commento delle immagini con l’obiettivo di far emergere gli aspetti di criticità contenuti nei filmati, proprio come se fosse una conversazione tra pari. Copia del video dal titolo “Peer2Peer” in DVD è inserito in fondo alla pubblicazione in oggetto. All’interno di ogni Istituto partner del progetto è stata poi organizzata una giornata di prevenzione con l’allestimento di un banchetto informativo dove i peer erano presenti insieme agli operatori e dove possibile è stato proiettato anche il video. I peer educator hanno supportato e facilitato il contatto degli operatori con gli studenti.

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Al termine dell’anno scolastico, i peer educator hanno affiancato gli operatori nelle uscite di unità di strada pomeridiane in alcuni dei luoghi di aggregazione informale del territorio di riferimento57.

3.5 La valutazione Valutare è un’operazione che di norma si compie in maniera del tutto spontanea. Nella maggioranza dei casi non è necessario spiegare le motivazioni del proprio giudizio che viene espresso infatti secondo fattori culturali, affettivi, estetici, valoriali e sulla base di esperienze pregresse. La valutazione che riguarda un progetto di prevenzione è e deve essere necessariamente altro, basarsi su informazioni verificabili raccolte secondo procedure esplicite, condivise e consapevoli. Si valuta per capire e per apprendere e quindi per cambiare e migliorare. La valutazione come processo può accompagnare tutto l’arco di un progetto e avvalersi in ogni fase di indicatori e obiettivi specifici: • • •

Valutazione ex-ante (prima di avviare il progetto) Valutazione in itinere (durante l’implementazione del progetto) Valutazione ex post (dopo la conclusione del progetto)

In generale si valutano l’efficacia e l’efficienza delle realizzazioni, dei risultati e degli impatti di un progetto, con riferimento sia ai processi che agli esiti58. Inoltre per individuare degli indicatori di valutazione è fondamentale contestualizzare il progetto e il suo mandato. 57 58

Appendice 2 Claudio Bezzi “Che cos’è la valutazione” – edizioni Franco Angeli, 2008.

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Per InfoStyle è stato pensato un modello di valutazione partecipata che si svolgesse lungo tutto l’arco del progetto (valutazione in itinere), e che coinvolgesse tutti i diversi attori sociali. I metodi di valutazione utilizzati sono stati di tipo sia qualitativo che quantitativo. Questi ultimi volti principalmente a rilevare, come indicato nel progetto, la realizzazione delle attività e la numerosità di: • • • •

• • • •

Peer educator formati Insegnanti partecipanti al corso di formazione Operatori partecipanti al corso di formazione Gruppo target raggiunto con gli incontri di sensibilizzazione a scuola e nei centri di aggregazione giovanile e nelle case famiglia Gruppo target raggiunto con le attività realizzate in collaborazione con i peer educator (scuole, unità di strada, attività animativo preventive) Gruppo target destinatari intermedi coinvolti nelle attività realizzate Riunioni volte a coinvolgere ed implementare la rete (scuole, municipi, associazioni e progetti territoriali, Asl) Riunioni di verifica con l’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze Riunioni di verifica con L’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze e gli altri progetti di prevenzione coinvolti nel piano cittadino Master Plan.

Questi dati sono stati raccolti mediante l’utilizzo di schede apposite elaborate dal Dipartimento Epidemiologico e fornite al progetto dall’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze. Come già accennato in precedenza la valutazione e i suoi metodi, sono strettamente connessi al contesto, o meglio agli obiettivi specifici del

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progetto e al suo mandato, perciò gli aspetti qualitativi sono stati evidenziati tramite: • • • • • • • • • • •

Riunioni di equipe settimanali Supervisione quindicinale Riunioni con la committenza allargata ai referenti tecnici e responsabili degli altri progetti del piano cittadino Master Plan peer Education Riunione con gli insegnanti e referenti scolastici Riunioni di rete tra i partner onerosi del progetto Riunioni di rete dei rappresentanti del sistema sociale e sanitario (Asl e Municipi) Questionari di valutazione dei percorsi formativi rivolti ai docenti e agli operatori Questionari di valutazione del percorso di peer Education Questionari di valutazione rivolti ai destinatari intermedi Partecipazione e coinvolgimento dei peer educator e dei destinatari intermedi alle attività del progetto Impatto delle attività promosse e realizzate dai peer educator

Questi dati sono stati raccolti tramite i verbali delle riunioni e il diario di bordo, schede progress bimestrali. Infine strumento indispensabile per la verifica sia qualitativa che quantitativa del raggiungimento degli obiettivi si è rivelato il GANT (tempogramma).

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Appendice N.1 Elenco riassuntivo delle collaborazioni e del lavoro in rete con i destinatari intermedi: Azienda Sanitaria Locale RMA: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Supporto attività del progetto. Disponibilità per consulenza in caso di invii. Municipio I del Comune di Roma: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi con il vecchio e nuovo referente (cambiato in itinere). Supporto attività del progetto. Aggiornamento delle attività in itinere. Municipio II del Comune di Roma: Presentazione e condivisione del progetto. Supporto attività del progetto. Invio informazioni per articolo di presentazione InfoStyle da inserire sul giornalino del Municipio II dedicato alle scuole. Collaborazione al Progetto “Aiutiamoci per Aiutare”: percorso formativo per i docenti delle scuole medie inferiori del territorio, promosso dal Municipio e organizzato da InfoStyle. Il percorso ha visto la partecipazione dei docenti di sei scuole medie del territorio. Partecipazione alla riunione di rete allargata. Partecipazione al seminario conclusivo “Giovani in sintesi”. Municipio III del Comune di Roma: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi con i vecchi e il nuovo referente (cambiato dopo le ultime elezioni). Supporto attività del progetto. Aggiornamento delle attività in itinere. Proposta di collaborazioni future in caso di proroga. Municipio IV del Comune di Roma: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi.


Supporto attività del progetto. Partecipazione al tavolo dei progetti 328/00 e 285/97 del Municipio. Istituto di Istruzione superiore “Via Salvini 24”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Partecipazione di 2 studenti al percorso formativo di Peer Education. Realizzazione di due incontri di formazione per un gruppo di studenti delle classi III e IV sul tema dell’alcol. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto con la partecipazione dei peer: il banchetto informativo è stato allestito durante il concerto scolastico di fine anno. Invio, presso la sede dell’ente capofila, di una lettera che ha testimoniato l’efficacia del progetto realizzato in questi mesi. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto Tecnico Agrario “Emilio Sereni”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Partecipazione di 7 studenti al percorso formativo di Peer Education. Partecipazione al percorso formativo per docenti. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto con la partecipazione dei peer tramite l’allestimento di un banchetto informativo. Interesse e disponibilità a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. ITIS Galilei: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator.


Partecipazione di 3 studenti al percorso formativo di Peer Education. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto tramite un incontro con gli studenti tenuto in aula magna dove è stato presentato il progetto, allestito il banchetto informativo e proiettato il video “Peer2Peer”. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. ITIS Pacinotti: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei Peer educator. Partecipazione di 4 studenti al percorso formativo di peer Education. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto con la partecipazione dei peer: il banchetto informativo è stato allestito durante il concerto scolastico di fine anno. Invio, presso la sede dell’ente capofila, di una lettera che ha testimoniato l’efficacia del progetto realizzato in questi mesi. La lettera è stata letta durante l’evento di presentazione organizzato dall’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze. Interesse e disponibilità a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto di Istruzione Superiore “Via Sarandì 11”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto tramite l’allestimento di un banchetto informativo. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti.


Istituto Professionale di stato per l’Industria e l’artigianato “Carlo Cattaneo”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto tramite l’allestimento di un banchetto informativo. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto Superiore “Via Luisa di Savoia”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto tramite l’allestimento di un banchetto informativo. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto di Istruzione Superiore “Via Asmara 28”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Partecipazione al percorso formativo per docenti. Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto tecnico Commerciale e per Geometri “Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi”: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione incontri di sensibilizzazione con gli studenti. Attività di supporto alla selezione dei peer educator. Consegna incentivo per adulti.


Istituto comprensivo E. Q. Visconti: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione di incontri di formazione che hanno coinvolto due classi (III medie). Sottoscritta lettera di interesse e disponibilità da parte del docente referente a portare avanti le attività progettuali durante il prossimo anno scolastico in caso di proroga. Consegna incentivo per adulti. Istituto Tecnico Commerciale “Gaetano Martino”: Interesse da parte di un rappresentante d’Istituto per l’organizzazione di giornate di sensibilizzazione rivolte agli alunni del primo e secondo anno. Organizzazione attività di restituzione presso il loro istituto tramite l’allestimento di un banchetto informativo. Interesse e richiesta da parte dell’Istituto di partecipare alle attività progettuali dall’inizio del prossimo anno scolastico in caso di proroga Liceo Classico “Aristofane”: Partecipazione al seminario “Giovani in Sintesi” da parte di un genitore referente scolastico. Interesse e richiesta da parte dell’Istituto di partecipare alle attività progettuali dal prossimo anno in caso di proroga. Liceo Classico “Tasso”: Partecipazione al seminario “Giovani in Sintesi” da parte di un genitore referente scolastico. Interesse e richiesta da parte dell’Istituto di partecipare alle attività progettuali dal prossimo anno in caso di proroga. Scuola media inferiore “Verri” Istituto Tecnico Commerciale “Matteucci”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Scuola secondaria di primo grado “Luigi Settembrini”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Impossibilità nel realizzare gli incontri di sensibilizzazione con gli studenti nonostante la disponibilità iniziale della scuola, la programmazione degli incontri e il calendario del percorso. Disponibilità per collaborazioni future i caso di proroga.


Liceo Ginnasio Statale “E. Q. Visconti”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Non interessati a far partire le attività previste da InfoStyle poiché nell’istituto erano già attivi altri progetti. Casa Famiglia Sesamo: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Realizzazione di incontri formativi con gli ospiti della casa famiglia. Partecipazione attiva dei ragazzi all’iniziativa organizzata dai peer “Prima che.. party” contribuendo alla preparazione della cena che ha preceduto la festa. Consegna incentivo per gruppo casa famiglia. Centro aggregativo “Lucignolo”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Centro Aggregativo “Ragazzi al centro”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Partecipazione al percorso formativo per operatori dei Centri aggregativi. Supporto attività del progetto. Utilizzo delle loro sedi per il percorso rivolto agli operatori e per quello di Peer Education rivolto ai ragazzi. Collaborazione, mediante l’allestimento di un banchetto informativo e la realizzazione di un video box, alle serate organizzate nell’ambito dell’iniziativa “Rock 4 all”. Partecipazione alle riunioni organizzative con gli operatori e gli studenti coinvolti nell’iniziativa. Centro Aggregativo “Spazio Adolescenti alla Scoperta del Mondo”: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Supporto attività del progetto. Partecipazione al percorso formativo per operatori dei Centri aggregativi. Realizzazione di incontri di sensibilizzazione con i ragazzi del centro aggregativo. Centro aggregativo III Municipio – Via dei Marsi 12: Partecipazione al seminario “Giovani in Sintesi”. Progetto Fuoriclasse Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi.


Progetto Oltre il Muro Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Uscite integrate delle equipe durante le serate organizzate dal progetto “Ragazzi al centro”. Incontro di presentazione dei progetti di prevenzione attivi sul territorio con i genitori rappresentanti di Istituto di un liceo del IV Municipio. Partecipazione al seminario “Giovani in Sintesi” da parte degli operatori e del coordinatore dell’equipe. Associazione Defrag_: Presentazione del progetto e condivisione degli obiettivi. Organizzazione dell’iniziativa “Prima che… party” realizzata presso la loro sede. Supporto alle attività realizzate. Associazione Fusolab e Associazione Zerouno3nove: Presentazione progetto e condivisione degli obiettivi. Supporto attività del progetto. N.2 Sintesi degli obiettivi con le relative attività e i risultati ottenuti Obiettivo 1. Promuovere azioni di sensibilizzazione tra i giovani che frequentano le scuole e i centri aggregativi del territorio della ASL RMA sui rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope. Attività Con la collaborazione dei referenti scolastici del progetto, sono stati individuati uno o più gruppi di studenti per ciascun istituto. Con loro si è avviato il percorso di sensibilizzazione che ha coinvolto ogni gruppo, composto al massimo da trenta ragazzi, per almeno due incontri. Gli incontri, della durata di 2 ore ciascuno, si sono svolti in orario scolastico e sono stati condotti da operatori del progetto con una consolidata esperienza nell’ambito della prevenzione. In questa fase sono stati interessati circa 300 studenti. Lo stesso tipo di intervento è avvenuto con i ragazzi dei centri aggregativi e case famiglia del territorio, in orario


pomeridiano/serale presso le loro sedi. In tutto sono stati realizzati 23 incontri di sensibilizzazione negli istituti scolastici superiori, 8 incontri (2 classi) in una scuola media inferiore, 2 incontri in un centro aggregativo e 7 incontri presso una casa famiglia. Risultati Gli incontri hanno permesso di raggiungere un duplice obiettivo: da una parte di trattare attraverso attività ludico formative argomenti quali gli stili di vita, i processi di scelta, i rischi legati all’uso e l’abuso di sostanze psicotrope e alcol, gli stili di consumo e la dipendenza, stimolando così un primo passaggio di conoscenze e una discussione partecipata sul tema, tra pari e con gli operatori; dall’altra hanno permesso di far emergere quelle caratteristiche indispensabili proprie del futuro peer educator quali: l’interesse sull’argomento, le capacità di ascolto, creative, di comunicazione, di stare e fare gruppo, ed infine le capacità critico-riflessive. Obiettivo 2. Fornire consulenze specifiche per problematiche connesse all’uso di sostanze stupefacenti e promuovere comportamenti corretti e stili di vita positivi. Attività Utilizzo degli incontri di sensibilizzazione, del percorso formativo, delle attività di restituzione e di momenti informali. Consulenze telefoniche. Risultati In molti casi i ragazzi coinvolti nel progetto (peer e non) hanno fatto riferimento agli operatori per avere informazioni specifiche connesse ai rischi legati all’uso delle sostanze stupefacenti e alle malattie a trasmissione sessuale, aumentando così le loro competenze e promuovendo comportamenti sani non a rischio.


Obiettivo 3. Reclutare giovani opinion leader tra gli alunni cui proporre il corso di formazione su modalità di prevenzione e riduzione dei rischi legati all’uso di sostanze. Attività Al termine della fase di sensibilizzazione, organizzata nei vari istituti e centri aggregativi, è stato proposto ai ragazzi interessati alle tematiche affrontate, la partecipazione al percorso di peer Education. In accordo quindi con i referenti scolastici, sono stati realizzati uno o più incontri con i ragazzi per illustrare loro il percorso, gli obiettivi e il calendario delle attività. L’interesse e la curiosità da parte di alcuni di loro è stata fin da subito evidente. Risultati In base ai criteri e caratteristiche sopraindicate, si è formato un gruppo di peer educator di 16 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni provenienti dai vari Istituti partner del territorio. Gli incontri di formazione, in totale 13 di due ore ciascuno, si sono svolti con cadenza settimanale da dicembre a marzo in orario extrascolastico presso la sede dell’associazione culturale “Defrag_” situata nel territorio del IV Municipio. Durante gli incontri si sono tenuti in particolare considerazione alcuni fattori fondamentali per una buona riuscita del percorso quali: le aspettative, le conoscenze, le competenze, le rappresentazioni sociali rispetto al fenomeno del consumo di sostanze, cercando, a partire da queste di trasmettere informazioni accurate, attraverso il coinvolgimento attivo dei pari in attività ludico/formative, riguardo effetti e rischi legati all’uso e abuso di sostanze psicotrope e alcol, stili di consumo, educazione alla legalità, educazione alla sessualità e prevenzione alle malattie a trasmissione sessuale. Tutto questo, supportato da un attento lavoro sulle dinamiche di gruppo, ha fatto sì che il percorso abbia visto una costante


partecipazione da parte dei pari e un progressivo intensificarsi del coinvolgimento nelle attività e della motivazione a parteciparvi. A seguito del percorso formativo gli incontri sono proseguiti per permettere la realizzazione ultima dei prodotti finali e per l’organizzazione delle attività di restituzione. Obiettivo 4. Supportare e consolidare le competenze tra i giovani opinion leader al fine di farle diffondere nei loro gruppi di pari Attività Utilizzo degli incontri di sensibilizzazione e del percorso formativo che ha visto una costante partecipazione dei peer. Momenti di confronto con i peer coinvolti e sistematico monitoraggio degli operatori, prima, durante e dopo ogni attività di restituzione (istituti scolastici e unità di strada). Risultati Nella costruzione e realizzazione del percorso di peer Education e successivamente durante le attività di restituzione uno degli obiettivi, oltre quello di fornire informazioni su effetti e rischi delle sostanze stupefacenti, è stato quello di potenziare le life skills quali il senso di autoefficacia, il problem solving, la creatività, il pensiero critico, l’empatia, la comunicazione efficace, la capacità di relazione e di prendere decisioni. Nelle attività di restituzione, i peer hanno avuto il ruolo di facilitatori con i loro pari rendendo evidente le potenzialità della peer Education e, nel caso degli interventi nelle scuole, coinvolgendo anche i docenti mostrando loro con fierezza i prodotti del lavoro svolto durante il percorso. Obiettivo 5. Realizzare iniziative di prevenzione promosse dai peer educator. Attività a) Partecipazione dei peer alle attività di restituzione negli istituti di appartenenza.


b) Realizzazione di 7 interventi di unità di strada durante i quali i peer hanno affiancato gli operatori. Negli interventi di unità di strada, realizzati nel periodo estivo con cadenza settimanale, sono stati coinvolti tutti i peer tramite una turnazione. c) Per festeggiare la fine dell’anno scolastico, si è data la possibilità ai peer di essere organizzatori e promotori di un’iniziativa intitolata “Prima che … Party”. L’iniziativa, realizzata l’8 giugno 2008, ha visto coinvolti nella preparazione anche i ragazzi della casa famiglia Sesamo. Durante tutte le attività è stato distribuito il materiale informativo prodotto a fine percorso e fornite informazioni relative al progetto. d) realizzazione di un seminario e di una giornata di prevenzione specifica sugli effetti e i rischi legati al consumo di alcol presso il Liceo Scientifico “Via Salvini”. Risultati Per incentivare un ulteriore coinvolgimento nelle attività del progetto, i peer sono stati direttamente interessati nella progettazione degli interventi di restituzione del lavoro fatto sia negli Istituti scolastici che negli interventi di unità di strada (come ad esempio nella scelta dei luoghi delle uscite). Già dalle prime uscite è emerso il valore aggiunto della partecipazione dei peer nell’intervento di strada, soprattutto per quello che riguarda la lettura dei contesti e degli stili di vita giovanili. I peer educators hanno inoltre partecipato in maniera attiva alle attività di restituzione nei loro istituti di appartenenza. Per la realizzazione dell’evento “Prima che party” i peer educators si sono occupati della completa organizzazione dell’evento: dall’ideazione del volantino di invito, alla promozione della festa, alla scelta musicale (uno dei peer ha


fatto il dj), all’allestimento dello spazio e alla preparazione della cena che ha coinvolto tutti gli organizzatori.

N.3 Risorse umane impegnate Figura professionale Psicoterapeuta Educatore Professionale Psicoterapeuta

N° Funzioni assegnate nella gestione dell’intervento 1 Referente Tecnico 1

Coordinatore

1

Supervisore

Responsabile Nucleo Progettazione Coop. Parsec

1

Consulente per sistematizzazione buone pratiche

Psicologo

3

Esperto Formazione

Sociologo

1

Esperto Formazione

Psicoterapeuta

1

Esperto Formazione

Dott.ssa in Scienze politiche Psicologa

1

Esperto Formazione

1

Operatore presentazione progetto Operatore per preparazione e gestione eventi


Psicologa

1

Psicologa

1

Educatore Professionale Amministrativo

1 1

Operatore per peer e insegnanti Operatore presentazione progetto Operatore per peer e insegnanti Operatore per peer e insegnanti Operatore monitoraggio e analisi fabbisogni formativi Amministrativo


N.4 Destinatari previsti e raggiunti Previsti Raggiunti Finali Intermedi Finali Intermedi

Ragazzi 12-14 anni

170

143

Ragazzi 15-18 anni 1.730 Giovani 19-24 anni Insegnanti

1.848

800

472 20

Familiari Operatori servizi pubblici Operatori servizi del privato sociale

73 3

8

17

10

24

Operatori di agenzie educative Altro (Associazioni giovanili, personale ATA)

8


N.5 Questionario di ingresso Progetto di prevenzione ed educazione tra pari sui rischi connessi all’uso ed abuso di sostanze psicotrope ed alcol

Questionario Ingresso

Nickname: ___________________________________________________ Anni:_________ Sesso: M â–Ą

Fâ–Ą

1. Cosa fai di solito nel tempo libero? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 2. Cosa ti piacerebbe fare nel tempo libero? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________


3. Con chi di solito parli dei seguenti argomenti? Scuola ________________________________________________

Droga _____________________________________________ Sesso _____________________________________________ Salute in generale _____________________________________________ Musica _____________________________________________ Rapporto con gli insegnanti _____________________________________________ Problemi sentimentali _____________________________________________ Problemi con te stesso _____________________________________________ Relazione con gli altri _____________________________________________ Sport _____________________________________________


Rapporto con i tuoi genitori _____________________________________________ Politica _____________________________________________ Altro _____________________________________________ 4. Quali sono le sostanze psicoattive di cui hai sentito parlare? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 5. Tra quelle che hai indicato, quali secondo te, sono illegali? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 6. Rispetto alle sostanze da te indicate, descrivi per ciascuna i principali effetti e rischi legati alla loro assunzione: ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________


7. In caso di problemi legati al consumo di sostanze tuo o di una persona che conosci a chi ti rivolgeresti? (puoi indicare più di una risposta) □ Amici/Amiche □ Genitori □Fratelli/Sorelle □ Medico di base □Servizi pubblici (SERT) □Operatori di strada □Insegnanti □ A nessuno 8. Hai mai sentito parlare di malattie a trasmissione sessuale? Si □ No □ 9. Quali secondo te, tra queste, sono malattie a trasmissione sessuale? A) Epatite B B) Epatite C C) Psoriasi D) Epatite A E) HIV F) Herpes G) Sifilide H) Gonorrea I) Condilomi J) Pancreatite K) Colite L) Infezioni genitali (Candida, Mughetto, ..) 10. Quali sono i metodi contraccettivi che conosci? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________


11. Tra quelli da te indicati, secondo te, quali proteggono dal contagio di malattie a trasmissione sessuale? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 12. In caso di comportamento a rischio di contagio da HIV, dopo quanto tempo è consigliabile fare il test (ELISA) per essere sicuri del risultato ? a) 1 settimana b) 1 mese c) 6 mesi d) 1 anno 13. In caso di problemi legati al contagio di malattie a trasmissione sessuale e/o alla sessualità tua o di una persona che conosci, a chi ti rivolgeresti? (puoi indicare più di una risposta) □ Amici/Amiche □Fratelli/Sorelle □Servizi pubblici (Consultorio) □ Operatori di strada □Operatori del centro aggregativo

□ Genitori □ Medico di base □Insegnanti □ A nessuno

14. Cosa ti aspetti da questo percorso formativo? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________


N.6 Questionario di uscita Progetto di prevenzione ed educazione tra pari sui rischi connessi all’uso ed abuso di sostanze psicotrope ed alcol

Questionario Uscita

Nickname: ___________________________________________________ Anni:_________ Sesso: M □

F□

15. Quali sono le sostanze psicoattive di cui hai sentito parlare? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 16. Tra quelle che hai indicato, quali secondo te, sono illegali? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________


17. Rispetto alle sostanze da te indicate, descrivi per ciascuna i principali effetti e rischi legati alla loro assunzione: ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 18. In caso di problemi legati al consumo di sostanze tuo o di una persona che conosci a chi ti rivolgeresti? (puoi indicare più di una risposta) □ Amici/Amiche □ Genitori □Fratelli/Sorelle □ Medico di base □Servizi pubblici (SERT) □Operatori di strada □Insegnanti □ A nessuno 19. Hai mai sentito parlare di malattie a trasmissione sessuale? Si □ No □ 20. Quali secondo te, tra queste, sono malattie a trasmissione sessuale? A) Epatite B B) Epatite C C) Psoriasi D) Epatite A E) HIV F) Herpes G) Sifilide H) Gonorrea I) Condilomi J) Pancreatite K) Colite L) Infezioni genitali (Candida, Mughetto, ..)


21. Quali sono i metodi contraccettivi che conosci? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 22. Tra quelli da te indicati, secondo te, quali proteggono dal contagio di malattie a trasmissione sessuale? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 23. In caso di comportamento a rischio di contagio da HIV, dopo quanto tempo è consigliabile fare il test (ELISA) per essere sicuri del risultato ? a) 1 settimana b) 1 mese c) 6 mesi d) 1 anno 24. In caso di problemi legati al contagio di malattie a trasmmione sessuale e/o alla sessualità tua o di una persona che conosci, a chi ti rivolgeresti? (puoi indicare più di una risposta) □ Amici/Amiche □Fratelli/Sorelle □Servizi pubblici (SERT) □Insegnanti

□ Genitori □ Medico di base □Operatori di strada □ A nessuno


25. Ritieni che le tue aspettative in questo percorso siano state soddisfatte? □ per niente □ poco □ abbastanza □ molto 26. Quale argomento ti ha interessato maggiormente? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 27. Quale argomento avresti voluto approfondire? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 28. Prova a darci una tua valutazione degli incontri ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 29. Consiglieresti ai tuoi amici di partecipare al prossimo percorso di peer Education? Perché? ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 30. Suggerimenti…. ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________



Riferimenti Bibliografici

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F. Trautmann, “The European Peer support project: peer support as a method for AIDS prevention”, Commission of the European Communities, 1994 R. Bricolo, Con Adam nel cuore della tribù, in “Generazione in Ecstasy” di F. Bagozzi, Edizioni Gruppo Abele, 1996 S. Turkle, “La vita sullo schermo, Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di Internet”, Apogeo, 1996 Palmonari “ Psicologia dell’adolescenza”, edizioni Il Mulino, 1997 G. Salvatore, “Techno-Trance”, Castelvecchi editore, 1998 Liverta Sempio (a cura di) “Vygotskij, Piaget, Bruner. Concezioni dello sviluppo”, Raffaello Cortina Editore, 1998 Z. Bauman, “La società dell’incertezza”, Il Mulino, 1999 Pietropolli Charmet, “I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte ad una sfida”, Raffaello Cortina Editore, 2000 A. Fabbrini, A.Melucci, “L’età dell’oro: adolescenti tra sogno ed esperienza”, Feltrinelli, 2000 M. Ravenna, Perché si usa l’ecstasy, in “Mai prima di mezzanotte, Stili di vita, droghe e musica della generazione techno”, Edizioni Gruppo Abele, 2000 E. Polidori, “Le droghe: un esperienza stupefacente!”, spettacolo ideato e realizzato dal Dott. Polidori responsabile del Ser.T di Faenza, 2000 AA.VV. “Mai prima di mezzanotte, Stili di vita, droghe e musica della generazione techno”, Edizioni Gruppo Abele, A. Palmonari, “Gli adolescenti”, Il Mulino, 2001 E.Petty, J.T. Cacioppo in “Manuale di Psicologia della comunicazione persuasiva” (Vannoni), UTET Libreria, 2001 A.Pellai, V. Rinaldin, B. Tamborini “Educazione tra pari. Prospettive teoriche e modelli”. In Quaderni di animazione e formazione. Centro Studi Erickson, 2002 Dossick, Shea “Pedagogia creativa”, edizioni scientifiche Magi, 2002


S. Manes “83 giochi psicologici per la conduzione di gruppi” Franco Angeli, 2002 F. Di Lernia, “Della tribù che sballa, i ragazzi dell’ecstasy (a nord di Bari)”, Edizioni Oasi, 2002 Quaderni di animazione e formazione, “La peer Education. Lavorare con gli adolescenti nella società del rischio”, 2003 United Nations Office on Drugs and Crime, “Peer to Peer, using peer to peer strategies in drug abuse prevention”, United Nations Publication, 2003 R. Bricolo, “Giovani e nuove droghe: 6 città a confronto”(a cura di Bagozzi, Cippitelli), Franco Angeli, 2003 Eric-Emmanuel Schmitt, “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, edizioni e/o, 2003 M. Croce, “Adolescenti protagonisti della prevenzione” (a cura di Croce e Gnemmi), Franco Angeli, 2003 A. Faretra, A.Gnemmi, V. Antonietti , “Per una fondazione della peer Education a scuola”, in La peer Education. Lavorare con gli adolescenti nella società del rischio, Quaderni di Animazione e Formazione,Edizioni Gruppo Abele, 2003 K.J.Gergen, M.J.Gergen in “Manuale di Psicologia Sociale” (Mantovani, Arcuri), Giunti, 2003 M. Croce, G. Ottolini, L’orizzonte della comunità e la strategia del capitale sociale, in “Dalle carbonare Peer educator. Istruzioni per l’uso” (Ghittoni, Rosson), Franco Angeli, 2004 G.Amendt, “No drugs no future, le droghe nell’età dell’ansia sociale”, Feltrinelli, 2004 E. Polidori, Individuazione delle problematiche:contesti e dinamiche assuntive, in “La tutela della Salute nei luoghi del divertimento” (a cura di T.Macchia, C.F.Giannotti), Istituto Superiore di Sanità, 2004 Vallario, Giorgi, Martorelli, Cozzi “Il rito del rischio nell’adolescenza”, edizioni Magi, 2005 O. Kyra Pistilli, “Dress Code”, Castelvecchi editore, 2005


B. Bassini, Dietro l’allarme sociale il disagio degli adulti, in “Oltre la tolleranza zero” (a cura di Corleone, Zuffa), Fuori Luogo, 2005 M. Graft, Une sole strategie de prevention pour toutes les addictions?, Convegno “Prevention du jeu excessif et recherché: de la legislation à l’action”, 2005 G. Samorini, “Uso e abuso di sostanze”(a cura di R.M. Pavarin e V. Albertazzi), Carocci Faber, 2006 AA. VV. “Droghe e modelli di consumo, due esperienze di ricerca-azione in area fiorentina e romana”, (a cura di CAT Coop. Sociale), 2006 M. Barbery, “L’eleganza del riccio”, Edizioni e/o, 2007 F. Savater, “Etica per un figlio”, Edizioni Laterza, 2007 Censis, U.C.S.I “Settimo rapporto sulla comunicazione: l’evoluzione delle diete mediatiche giovanili in Italia e in Europa”, Franco Angeli, 2008 S. Bonino, E. Cattelino, S. Ciairano (a cura di) “La prevenzione in adolescenza” Erickson edizioni, 2008 M. Croce, M. Vassura, “I quattro assi della prevenzione” in Animazione Sociale, Agosto/Settembre 2008 C. Bezzi, “Che cos’è la valutazione”, Franco Angeli, 2008 UTET, Dizionario di italiano, Garzanti http://educaweb.altervista.org, Croce, Peer Education http://www.meyer.it, Glossario della Promozione della Salute Blade Runner di R. Scott, tratto da “Do androids dream of electric sheep?”, d P.K. Dick Mary Poppins di R. Stevenson, tratto da romanzi di P. Lyndon Travers La musica ribelle di Eugenio Finardi Il codice di Kaos One Il mio corpo che cambia di Litfiba


Le Autrici Brunella Sermoneta, Psicologa, Psicoterapeuta, socia della cooperativa sociale Il Cammino, ha lavorato a lungo nella Comunità Terapeutica di Città della Pieve, dal 1996 si occupa di nuovi stili di consumo di sostanze stupefacenti in contesti giovanili extra ordinari, dal 2003 coordina l’equipe di Nautilus, progetto di intervento nei rave party finanziato dalla Regione Lazio.

Valentina Panetti, Psicologa, laureata in psicologia delle Tossicodipendenze presso Università “La Sapienza” di Roma, Copywriter specializzata presso Accademia di Comunicazione di Milano, specializzanda in Psicoterapia dell’età evolutiva presso Istituto di Ortofonologia di Roma. Si occupa di infanzia, adolescenza, genitorialità e comunicazione sociale. Dal 1999 collabora con la Parsec coop. soc. nell’ambito dell’area giovani, della prevenzione e informazione sull’uso e abuso di sostanze psicotrope e alcol.




Finito di stampare nel mese di ottobre 2008 Roma


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