Le Mutilazioni Genitali femminili nel Lazio - A cura di Giuliana Candia

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Capitolo 3

parola tra conoscenti e, talvolta, grazie a una ricerca e documentazione personale. La deinfibulazione richiede infatti una competenza e un’esperienza che – come abbiamo rilevato – non sempre è presente tra il personale medico dei servizi territoriali. Tra i ginecologi intervistati sono state spesso segnalate difficoltà nel comprendere la particolare modificazione della fisiologia causata dalla mutilazione, la conformazione delle aderenze e delle cicatrici interne; si tratta, perlopiù, di interventi effettuati da operatrici tradizionali, al di fuori di pratiche mediche codificate, che quindi danno luogo a conformazioni ogni volta differenti. Sul territorio di Roma e del Lazio operano però ginecologi specializzati nelle tecniche di deinfibulazione, da cui le donne si recano di propria iniziativa o a cui vengono inviate da altri servizi qualora la loro esigenza venga espressa in un servizio in cui non è possibile effettuare l’intervento per mancanza di strumentazioni e competenze19. Per alcune ginecologhe che operano presso i servizi menzionati si è rivelato di grande importanza, al fine della costruzione di un rapporto di fiducia con l’utenza, il fatto di essere donne e di appartenere alla stessa comunità religiosa. In particolare questo vale per la religione musulmana, che, sebbene non costituisca la radice delle pratiche escissorie e infibulatorie, è stata segnalata dagli stessi intervistati come una variabile importante nell’avvicinamento culturale tra le donne e lo staff medico. Il profilo delle donne che chiedono la deinfibulazione, secondo gli intervistati, è il seguente: donne giovani, che vivono in Italia da molti anni, ben inserite dal punto di vista lavorativo e della conoscenza della lingua, che spesso hanno intrapreso una relazione con uomini italiani e maturato una forte consapevolezza rispetto al vissuto di diversità e alla possibilità di una “normalizzazione”. Ciò comporta da parte dei medici attenzioni particolari, sia per quest’ultimo aspetto: “Io sto attenta anche all’aspetto estetico dell’operazione, quando mi viene richiesta. Cerco di ricostruire un minimo le piccole e le grandi labbra, in modo che non si veda troppo il segno dell’intervento”. (int. 16, Medici Contro la Tortura)

19 Tra i servizi intervistati in cui sono presenti tali figure citiamo: l’A.O. San Camillo Forlanini, l’Istituto San Gallicano (in collaborazione con l’Ospedale Careggi di Firenze, il Policlinico Umberto I, il Fatebenefratelli, l’Associazione Medici Contro la Tortura.

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