Europe direct sviluppobasilicata speciale dicembre 2013

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“Nessuno è nato schiavo, nè signore, nè per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli” (Nelson Mandela)

il team di europe direct sviluppo basilicata augura a tutti i lettori

buon natale! continua >1


N.4 dicembre 2013

Team di Redazione Patrizia Orofino Responsabile del Centro Europe Direct Sviluppo Basilicata - Matera Annamaria Verrastro Collaborazione Lucio Bernardini Responsabile Antenna della Regione Basilicata a Bruxelles

NEWSLETTER DI INFORMAZIONE PERIODICA SULL’UNIONE EUROPEA a cura di Europe Direct Sviluppo Basilicata

IN OCCASIONE DEL NATALE, RICORDANDO MANDELA, EUROPE DIRECT SVILUPPO BASILICATA HA DECISO DI REALIZZARE UNO SPECIALE DEDICATO AL TEMA DEI DIRITTI UMANI IN QUESTO NUMERO: diritti fondamentali pag. 4 diritti umani pag. 6

Segreteria Fabio Gruosso

invito a presentare proposte: diritti fondamentali e cittadinanza pag. 5

Coordinamento editoriale Annamaria Verrastro

nuovi strumenti/azioni per salvare la vita ai migranti e prevenire la criminalità alle frontiere dell’unione europea: programma eurosur - programma frontex pag. 7

Progetto grafico Pino Oliva - Matera formato web finito mese di dicembre 2013

Eliminazione della tortura dal mondo pag. 10

Per informazioni info.edic@sviluppobasilicata.it t +39 0971 506651 www.europedirectsviluppobasilicata.it

Aiuto umanitario parere della Commissione per lo sviluppo PE pag.12 Unione Europea Premio Nobel per la Pace 2012 pag. 13

Iniziativa realizzata nell’ambito della Convenzione Quadro di Partenariato n. 48 COMM/ROM/ ED/2013-2017 tra l’Unione Europea rappresentata dalla Commissione Europea DG Comunicazione Rappresentanza in Italia e Sviluppo Basilicata SpA

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AVVISO

PROMUOVI E CONDIVIDI SU

Gentili lettori vi comunichiamo che questo Centro rimarrà chiuso per LA pausa FESTIVA dal 23 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014. E’ attivo il Servizio centrale Europe Direct n. verde gratuito 00 800 6 7 8 9 10 11. Visitate anche i siti www.europedirect.it e www.europa.eu.

NOTA EDITORIALE La newsletter sull’Unione Europea realizzata dal Centro Europe Direct Sviluppo Basilicata è finalizzata alla trasmissione di notizie, aggiornamenti, approfondimenti su strategie, politiche, iniziative dell’Unione Europea che coinvolgono la vita dei cittadini europei e quindi anche della nostra comunità regionale di Basilicata. Un contributo alla costruzione di maggiore consapevolezza sul cosa significhi oggi essere cittadino europeo e quali sono le opportunità che ne derivano. La newsletter ha cadenza periodica e giunge direttamente nelle caselle di posta elettronica i cui indirizzi sono acquisiti mediante iscrizione sul nostro sito www.europedirectsviluppobasilicata.it e o in occasione di contatti avuti nel nostro Centro e/o acquisiti presso banche dati pubbliche ed istituzionali.

ISCRIVITI

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DIRITTI FONDAMENTALI Dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani sono valori che da sempre sono saldamente ancorati nei trattati dell’UE. L’Unione europea considera i diritti umani universali e indivisibili ed è impegnata a promuoverli e difenderli attivamente sia al suo interno che nelle sue relazioni con i paesi extra UE. I diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto sono valori fondamentali dell’Unione europea. Già alla base del trattato istitutivo, hanno trovato un’espressione più forte nella Carta dei diritti fondamentali adottata nel 2000 e la loro importanza è ulteriormente cresciuta quando la Carta ha assunto valore giuridicamente vincolante, con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009. I paesi che vogliono aderire all’UE devono rispettare i diritti umani e, in tutti gli accordi commerciali o di cooperazione con i paesi extra UE, una clausola stabilisce che i diritti umani sono un principio essenziale delle relazioni tra le parti. Per l’UE, i diritti umani comprendono i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. L’Unione punta anche a promuovere i diritti delle donne, dei minori, delle minoranze e degli sfollati.Con una dotazione di 1,1 miliardi di euro tra il 2007 e il 2013, lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani sostiene le organizzazioni non governative, in particolare quelle che promuovono i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, premono per l’abolizione della pena di morte, lottano contro la tortura e combattono il razzismo e altre forme di discriminazione. Il Consiglio dell’UE ha adottato la relazione annuale dell’UE sui diritti umani e la democrazia, che illustra l’azione esterna svolta dall’UE nel 2012 nel campo dei diritti umani. A seguito dell’adozione del quadro strategico dell’UE in 4

materia di diritti umani e di democrazia , la relazione annuale è stata modificata per descrivere i progressi compiuti nell’attuazione del piano d’azione. Fonte: http://eeas.europa.eu/human_rights/index_ it.htm LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA

Rispettare e promuovere i diritti fondamentali La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea riunisce in un unico testo tutti i diritti personali, civici, politici, economici e sociali di cui godono le persone nell’UE. La Carta è divenuta giuridicamente vincolante nell’UE con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Le istituzioni dell’UE sono tenute al rispetto dei diritti sanciti dalla Carta. La Carta si applica agli Stati membri dell’UE soltanto quando attuano il diritto dell’UE. Le disposizioni contenute nella Carta non riguardano le competenze definite nei trattati UE. L’Unione non può intervenire in questioni sui diritti fondamentali in settori nei quali non ha competenza. Inoltre, con il trattato di Lisbona, l’UE aderisce alla Convenzione per la salvaguardia europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che attribuisce alla Corte europea per i diritti


dell’uomo di Strasburgo la competenza per la valutazione critica degli interventi dell’UE. Attuazione della Carta Nell’ottobre 2010, la Commissione ha adottato una strategia per un’attuazione effettiva della Carta che mira a garantire l’assoluta correttezza delle azioni dell’UE a sostegno dei diritti fondamentali. Come quadro di riferimento per monitorare i progressi, la Commissione pubblica dal 2010 una relazione annuale sull’applicazione della Carta. Diritti dei bambini La promozione e la tutela dei diritti dei minori sono due obiettivi fondamentali dell’UE messi in primo piano dal trattato di Lisbona. La Carta sancisce i diritti dei minori e: riconosce che le politiche dell’UE che riguardano direttamente o indirettamente i bambini devono essere ideate, attuate e monitorate alla luce del principio dell’interesse superiore del minore; garantisce il diritto a tale tutela e assistenza in quanto necessario al benessere dei bambini; riconosce la necessità di proteggere i bambini contro gli abusi, contro l’abbandono e le violazioni dei loro diritti, nonché da situazioni che pregiudichino il loro benessere. Altre questioni relative ai diritti fondamentali In linea con l’attuazione della Carta, la Commissione promuove la lotta contro razzismo, xenofobia e omofobia e la tutela delle minoranze. Nell’attuazione della politica dei diritti fondamentali, la Commissione si affida ai dati e alle informazioni raccolti dall’Agenzia per i diritti fondamentali http://ec.europa.eu/justice/fundamentalrights/agency/index_fr.htm

Programmi di Finanziamento La Commissione fornisce finanziamenti sotto forma di sovvenzioni a progetti o organizzazioni coinvolte nell’attuazione delle politiche dell’UE. Queste sovvenzioni sono concesse nel settore dei diritti fondamentali nel quadro dei programmi di finanziamento elencati sul sito http://ec.europa.eu/justice/fundamentalrights/programme/index_fr.htm. Le parti interessate possono richiederli rispondendo agli inviti a presentare proposte pubblicati nel programma ad hoc. INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PROGETTUALI: DIRITTI FONDAMENTALI E CITTADINANZA E’ aperto un Invito a presentare proposte – Programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza 2007-2013 - Termine ultimo per la presentazione delle proposte: 12/03/2014 (call reference JUST/2013/FRC/AG/) Tutte le organizzazioni interessate alla presentazione delle domande sono fortemente incoraggiate a studiare le modalità e le condizioni stabilite nell’invito e nella Guida per i candidati. La dotazione di bilancio indicativa per l’invito è 10,9 milioni di euro. Le proposte si devono concentrare sulle seguenti priorità annuali: “Diritti del bambino” «Informazioni sulla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e dove rivolgersi se i diritti fondamentali vengono violati” “Lotta alle diverse forme e manifestazioni di razzismo e xenofobia” “Combattere l’omofobia: migliore comprensione e tolleranza” “Formazione e creazione di reti tra professioni legali e operatori del diritto” “Sensibilizzazione sulla cittadinanza dell’Unione e i diritti ad esso collegato e l’identificazione degli ostacoli al loro effettivo esercizio” “Sensibilizzazione e informazione sulle norme UE sulla libera circolazione, in particolare la di5


rettiva 2004/38/CE” “Facilitazione dello scambio e condivisione di conoscenza delle migliori pratiche in materia di acquisto e perdita della cittadinanza dell’Unione” “Affrontare lo squilibrio di genere nella partecipazione alle elezioni del Parlamento europeo” “Protezione dei dati e privacy dei diritti” Scarica qui Invito e modulistica http://ec.europa.eu/justice/newsroom/ grants/just_2013_frc_ag_en.htm FONTE: COMMISSIONE EUROPEA DG GIUSTIZIA http://ec.europa.eu/justice/fundamentalrights/index_it.htm

indivisibile dei diritti umani, in piena e attiva collaborazione con i paesi partner, le organizzazioni internazionali o regionali e la società civile. I diritti umani non operano discriminazioni Il quadro strategico e il piano d’azione per i diritti umani e la democrazia, adottati nel 2012, intendono migliorare l’efficacia e la coerenza della politica condotta dall’UE in questo campo. Sempre nel 2012, Stavros Lambrinidis è stato nominato primo rappresentante speciale dell’UE per i diritti umani, con la funzione di rafforzare l’efficacia e visibilità della politica condotta al di fuori dell’UE.

DIRITTI UMANI

I diritti dell’uomo sono universali Con la politica che conduce in questo campo, l’Unione europea: difende i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali; promuove i diritti delle donne, dei bambini, delle minoranze e degli sfollati; combatte la pena di morte, la tortura, la tratta di esseri umani e le discriminazioni; è impegnata a difendere la natura universale e 6

Relazioni annuali L’UE pubblica una relazione annuale sull’applicazione della Carta europea dei diritti fondamentali e dei diritti umani e della democrazia nel mondo, in cui valuta il lavoro condotto nel campo dei diritti umani. Tutela dei diritti fondamentali in Europa Nell’UE i diritti umani fondamentali sono garantiti, a livello nazionale, dal sistema costituzionale di ciascun paese e, a livello europeo, dalla Carta dei diritti fondamentali (adottata nel 2000 e vincolante per i paesi dell’UE dal 2009). Dopo essersi rivolti ai tribunali nazionali, i cittadini


possono, in ultima istanza, adire la Corte europea dei diritti umani. Tutte le istituzioni europee – Commissione, Parlamento e Consiglio – svolgono un ruolo nella tutela dei diritti umani. Sono assistiti dall’Agenzia per i diritti fondamentali, che ha la funzione di individuare e analizzare le principali tendenze in questo campo. La Carta contiene in un unico strumento i diritti fondamentali vincolanti per le istituzioni e gli organi dell’UE. Si applica anche ai governi nazionali, ma soltanto quando mettono in atto il diritto dell’UE. Promuovere i diritti umani nel mondo

Attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani http://www.eidhr.eu/ the-european-instrument-for-democracy-andhuman-rights?LANG=it, l’UE sostiene associazioni della società civile o singoli individui che si battono a difesa della democrazia o contro la tortura e il razzismo. Fonte: Unione Europea http://europa.eu/pol/rights/index_it.htm Vedi anche: http://europa.eu/legislation_summaries/human_rights/human_rights_in_third_countries/ index_it.htm

Nuovi strumenti per salvare la vita ai migranti e prevenire la criminalità alle frontiere dell’Unione europea:

L’attività nel campo dei diritti umani si propone di alleviare la povertà e di prevenire e risolvere i conflitti. Nelle relazioni con altri paesi e regioni del mondo l’UE pone pertanto i diritti umani in primo piano. In tutti gli accordi commerciali o di collaborazione con i paesi extra UE, una clausola stabilisce che i diritti umani sono un principio essenziale delle relazioni tra le parti. Attualmente esistono più di 120 accordi di questo tipo. L’Unione europea ha imposto sanzioni per violazione dei diritti umani a una serie di paesi, tra cui la Bielorussia e l’Iran. Inoltre l’UE porta avanti dialoghi sui diritti umani con oltre 40 paesi e organizzazioni, tra cui la Russia, la Cina e l’Unione Africana.

EUROSUR Il 2 dicembre 2013 è diventato operativo il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR) che offrirà un contributo decisivo per salvare la vita di coloro che cercano, affrontando grandi rischi, di raggiungere le coste europee. 7


EUROSUR doterà l’UE e i suoi Stati membri di strumenti migliori per prevenire reati transfrontalieri come la tratta di esseri umani o il traffico di droga, e al contempo per individuare e assistere le piccole imbarcazioni di migranti in pericolo, nel pieno rispetto degli obblighi europei e internazionali, compreso il principio di non respingimento. “Mi rallegro del lancio di EUROSUR, una soluzione autenticamente europea che permetterà di salvare la vita di migranti in viaggio su imbarcazioni sovraffollate e insicure, di evitare ulteriori tragedie nel Mediterraneo e anche di fermare imbarcazioni veloci che trasportano la droga. Il raggiungimento di questi obiettivi dipende in misura considerevole da uno scambio tempestivo di informazioni e da un impegno coordinato tra gli organismi nazionali e quelli europei: EUROSUR fornisce questo quadro, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria dell’UE per gli Affari interni. EUROSUR sarà introdotto in modo graduale, da principio, il 2 dicembre 2013, nei 18 Stati membri dell’UE alle frontiere esterne meridionali e orientali e in Norvegia, paese associato a Schengen; gli altri 11 Stati membri dell’UE e gli altri paesi associati a Schengen si uniranno il 1° dicembre 2014. Nei prossimi anni si procederà ad aggiornare continuamente le diverse componenti di EUROSUR. Cooperazione tra agenzie, scambio di informazioni e risposta comune L’ossatura di EUROSUR è formata dai “centri nazionali di coordinamento”, tramite i quali tutte le autorità nazionali responsabili della sorveglianza delle frontiere (ad esempio le guardie di frontiera, la polizia, la guardia costiera, la marina militare) sono tenute a cooperare e a coordinare le rispettive attività. Tali autorità nazionali si scambiano informazioni su episodi che si verificano alle frontiere esterne terrestri e marittime, sulla situazione e sull’ubicazione dei pattugliamenti, nonché relazioni analitiche 8

e di intelligence, tramite “quadri situazionali nazionali”. Grazie a questa cooperazione e a questi scambi di informazioni, gli Stati membri possono reagire molto più rapidamente a qualsiasi episodio di migrazione irregolare e di criminalità transfrontaliera, o che comporti un rischio per la vita dei migranti. L’Agenzia dell’UE per le frontiere, Frontex, svolge un ruolo importante nel mettere insieme e analizzare i dati del “quadro situazionale europeo” raccolti dagli Stati membri, individuando in tal modo eventuali cambiamenti nelle rotte migratorie o nei metodi utilizzati dalle reti criminali. Il quadro situazionale europeo contiene anche informazioni raccolte durante le operazioni congiunte e sulla zona prefrontaliera. Frontex, inoltre, aiuta gli Stati membri a localizzare le piccole imbarcazioni cooperando strettamente con altre agenzie dell’UE, come l’Agenzia europea per la sicurezza marittima e il Centro satellitare dell’Unione europea. EUROSUR permette agli Stati membri di reagire più rapidamente non solo a singoli episodi, ma anche a situazioni critiche che si verificano alle frontiere esterne. A questo scopo, le frontiere esterne terrestri e marittime sono state divise in “sezioni di frontiera”, a ognuna delle quali è stato attribuito un “livello di impatto”, paragonabile a un semaforo. In tal modo, è possibile individuare i punti critici delle frontiere esterne, innescando una reazione standard a livello nazionale e, se necessario, europeo. Un’attenzione particolare è stata dedicata al rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi derivanti dal diritto internazionale. Ad esempio, vanno considerate prioritarie le speciali esigenze dei minori, dei minori non accompagnati e delle persone bisognose di assistenza medica urgente. Il regolamento EUROSUR http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L: 2013:295:0011:0026:IT:PDF specifica a chiare lettere che gli Stati membri e Frontex devono conformarsi pienamente ai principi di non re-


spingimento e di rispetto della dignità umana quando trattano con persone che necessitano di protezione internazionale. Poiché lo scambio di informazioni nell’ambito di EUROSUR è limitato alle informazioni operative, quali l’ubicazione di episodi e pattugliamenti, la possibilità che si scambino dati personali è molto limitata. Link connessi: EUROSUR Infografica (EN) http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/elibrary/multimedia/infographics/index_ en.htm#080126248ad359ff/c_ EUROSUR video (EN) http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/ e-library/multimedia/videos/index_ en.htm#080126248ad52a04/c_ EUROSUR foto (EN) http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/e-library/multimedia/photos/index_en.htm#P024567/c/c_ FONTE: COMMISSIONE EUROPEA RAPPRESENTANZA IN ITALIA

FRONTEX Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea è un’istituzione dell’Unione Europea il cui centro direzionale è a Varsavia, in Polonia. Il suo scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE e l’implementazione

di accordi con i Paesi confinanti con l’Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere. Frontex è stata fondata dal decreto del Consiglio Europeo 2007/2004. L’agenzia ha iniziato ad operare il 3 ottobre 2005 ed è la prima ospitata in uno dei paesi di recente adesione dell’Unione. I compiti riguardano le frontiere esterne degli stati dell’Unione europea e in particolare degli stati che hanno aderito agli accordi di Schengen: - Coordinare la cooperazione attiva fra gli stati membri in materia di gestione e controllo delle frontiere esterne. - Definire un modello di valutazione dei rischi comune e integrato. - Assistere gli stati membri nella formazione professionale delle guardie in servizio presso le frontiere esterne. -A ssistere i controlli, i pattugliamenti e la vigilanza delle frontiere esterne. - Appoggiare gli stati membri in operazioni comuni di rimpatrio dei clandestini. - Aiutare gli stati membri che si trovino in situazioni che necessitano un’assistenza, operativa o tecnica, di rinforzo nel controllo delle frontiere esterne. - Mettere a disposizioni gruppi di intervento rapido negli stati membri (Compito assegnato a seguito di una modifica del trattato iniziale, grazie al Regolamento (CE) nº 863/2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio). http://frontex.europa.eu/about-frontex/mission-and-tasks Nel seguito l’intervista all’On. Giovanni La Via, capo delegazione italiana del Ppe al Parlamento europeo. Intervistato a seguito dei fatti di Lampedusa per una rubrica di approfondimento sui temi europei, spiega quanto ha fatto il Parlamento europeo sul tema dell’immigrazione “L’immigrazione è stato il grande tema di questa settimana europea. Se ne è parlato da un 9


lato a Strasburgo dove in parlamento europeo abbiamo fatto una risoluzione susseguente ai fatti di Lampedusa. Se ne è parlato e se ne parla in consiglio dove gli stati membri cominciano a rendersi conto che esiste una problematicità europea dell’immigrazione. Ma parto da quello che ha fatto il parlamento europeo. Il Parlamento da un lato ha voluto sottolineare con la propria risoluzione la grande abnegazione del popolo di Lampedusa, del popolo siciliano, nell’accoglienza degli immigrati, ha voluto sottolineare questo grande sforzo che non può più essere, lo dice la risoluzione, uno sforzo esclusivamente di una popolazione locale, di una regione, non può essere una questione esclusivamente italiana ma è e deve essere una questione europea. Questo è un grande risultato che emerge dalla risoluzione. Dall’altro lato: abbiamo evidenziato come è necessario un riesame del regolamento di Dublino, i migranti non possono poi seguire le procedure di accoglienza, prima accoglienza in loco e seconda accoglienza per quella che è la richiesta di asilo politico, esclusivamente presso il paese nel quale sbarcano così come dice il regolamento di Dublino. C’è una coscienza forte in Parlamento maggioritaria per una revisione del tema. Dall’altro lato ci sono anche le critiche da parte di alcuni che dicono che poi l’Italia in realtà non accoglie tutti quei migranti che sbarcano perché una buona parte di questi riesce ad andare in Europa e trova accoglienza così, come dimostrano i dati, in misura largamente superiore in Germania, in Svezia, in Olanda, in Granbretagna, in Belgio. Quindi ci sono paesi che poi in termini di accoglienza concreta per offrire opportunità lavorative e di inserimento stabile danno condizioni di gran lunga migliori delle ns. Dall’altro lato in Consiglio l’azione del governo è riuscita a portare all’attenzione europea anche in quel caso il tema dell’immigrazione. E’ già un passo importante. Nelle conclusioni del Consiglio non c’è un riferimento ampio al tema ma c’è la conoscenza e convergenza di tutti sulla questione europea perché non può più essere 10

un tema esclusivamente nazionale, deve essere sempre più un tema europeo per cui c’è già una presa di coscienza e anche azioni concrete: il rafforzamento di Frontex - Agenzia di sorveglianza del mediterraneo, l’avviamento del progetto Eurosur dal 2 dicembre il che significa uno scambio di informazione fra tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo per favorire accoglienza e soprattutto sicurezza in mare perché scene come quelle che abbiamo visto a Lampedusa non le vogliamo più vedere in una Europa moderna e lanciata verso il futuro”. FONTE http://www.youtube.com/ watch?v=6NbCF0pnxFw

ELIMINAZIONE DELLA TORTURA DAL MONDO PARLAMENTO EUROPEO. PROGETTO DI PARERE della Commissione per lo sviluppo destinato alla Commissione per gli affari esteri sull’eliminazione della tortura nel mondo (2013/2169(INI)) Relatore: Ricardo Cortés Lastra

SUGGERIMENTI

La Commissione per lo sviluppo invita la Commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 1. sottolinea il fatto che il divieto di tortura ha carattere assoluto, ai sensi del diritto internazionale e umanitario, nonché della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT); evidenzia come la tortura costituisca una delle massime violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, abbia ripercussioni gravissime per milioni di individui e delle loro famiglie e non possa essere giustificata in alcuna circostanza; 2. rammenta la necessità di istituire una strategia integrata e globale per combattere la tortura, agendo sulle cause di fondo della stessa; re-


puta che tale strategia dovrebbe comprendere una trasparenza istituzionale generale, una più forte volontà politica di lotta ai maltrattamenti a livello degli Stati membri, nonché il contrasto alla povertà, alla disuguaglianza, alla discriminazione e alla violenza; 3.osserva con inquietudine che le rivendicazioni dei diritti economici, sociali e culturali di base incontrano spesso dure repressioni, con la conseguenza che molte vittime della tortura si annoverano fra i più poveri della società; osserva altresì che la violenza sulle donne e sui bambini è considerevolmente influenzata dalla loro emarginazione socioeconomica, anche nei paesi in via di sviluppo; chiede, pertanto, nuove strategie preventive per intervenire sul nesso tra i diritti economici, sociali e culturali e la violenza; 4. sottolinea il fatto che l’accesso alla giustizia, la lotta all’impunità, le indagini imparziali, il conferimento di poteri e responsabilità alla società civile e la promozione dell’educazione contro i maltrattamenti sono essenziali per combattere la tortura; 5. rileva la posizione vitale che l’UE, in stretta cooperazione con le Nazioni Unite, ha sul palcoscenico mondiale nella lotta alla tortura; sottolinea il fatto che il rafforzamento del principio della tolleranza zero per la tortura resta al centro delle politiche e delle strategie dell’Unione nella promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all’esterno e all’interno dell’Unione stessa; si rammarica di come non tutti gli Stati membri rispettino appieno il regolamento (CE) n. 1236/2005 del Consiglio, e di come alcune società con sede nell’UE possano aver venduto illegalmente a paesi terzi apparecchiature per servizi di polizia e di sicurezza utilizzabili per la tortura; 6. osserva che, secondo la Convenzione contro la tortura, il termine “tortura” indica qualsiasi atto con il quale “sono inflitti a una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche” intenzionalmente, ai fini della Convenzione stessa, “da un funzionario pubblico o da

qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito”; evidenzia, tuttavia, come l’uso del termine “tortura”, e di conseguenza il divieto assoluto e la punizione di tale pratica, non debba essere escluso quando tali atti sono inflitti da forze armate irregolari o gruppi di ribelli, che costituiscono l’effettiva amministrazione di un determinato territorio; 7. mette in luce come le donne e i bambini, in particolare le bambine, siano le persone più vulnerabili sottoposte ad atti di tortura e a maltrattamenti; evidenzia, pertanto, l’importanza di un’interpretazione della tortura sensibile alla dimensione di genere, nonché l’esigenza di porre particolare attenzione a problematiche quali lo stupro durante la detenzione, la violenza sulle donne incinte e la negazione dei diritti riproduttivi; 8. rammenta l’importanza e la specificità del dialogo sui diritti umani, quale elemento costitutivo del dialogo politico, a norma dell’articolo 8 dell’accordo di partenariato di Cotonou; rammenta altresì che ogni dialogo sui diritti umani con i paesi terzi dovrebbe comprendere una solida componente contro la tortura; 9. invita il Consiglio, il SEAE e la Commissione ad adottare provvedimenti più efficaci, al fine di garantire la partecipazione del Parlamento europeo e della società civile, quantomeno nell’esercizio della valutazione degli orientamenti dell’UE sul dialogo in materia di diritti umani con i paesi terzi, compresi i paesi in via di sviluppo. FONTE: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc. do?type=COMPARL&reference=PE521.752&format=PDF&language=IT&secondRef= 01

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AIUTO UMANITARIO PARLAMENTO EUROPEO PROGETTO DI PARERE della Commissione per lo sviluppo destinato alla Commissione per gli Affari Esteri sull’approccio globale dell’UE e le sue implicazioni sulla coerenza dell’azione esterna dell’Unione (2013/2146(INI)) Relatore: Enrique Guerrero Salom SUGGERIMENTI La commissione per lo sviluppo invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 1. evidenzia l’importanza di un efficace coordinamento e della coerenza nell’azione esterna dell’Unione europea; condivide l’opinione secondo cui le sfere della politica, della sicurezza e dello sviluppo sono interdipendenti e il valore aggiunto espresso dall’Unione nella reazione a emergenze complesse risiede nella sua capacità di creare sinergie intersettoriali e interistituzionali, al fine di produrre risultati sostenibili sul campo e di raggiungere obiettivi strategici a lungo termine; 2. sostiene l’idea di un’azione esterna più coerente, tuttavia si mantiene cauto, giacché la politica non è ancora definitiva e permangono incertezze riguardo al campo di applicazione della stessa; nutre forti preoccupazioni sulla possibilità che gli obiettivi della politica estera prevalgano sui principi di sviluppo e sull’azione umanitaria basata sui principi; 3. rammenta che l’articolo 208 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)stabilisce il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, e pone l’accento sulle potenziali tensioni fra la suddetta coerenza, da un lato, e l’approccio globale alla gestione delle crisi all’esterno dell’UE, dall’altro; evidenzia che il principale obiettivo della politica dell’UE per lo sviluppo è l’eliminazione della povertà e che, 12

pertanto, risulta essenziale che gli obiettivi di lotta alla povertà non siano messi ai margini della politica estera dell’UE stessa e che l’approccio globale non intacchi la natura civile della cooperazione allo sviluppo; è preoccupato per le potenziali pressioni derivanti dal perseguimento integrato degli obiettivi di politica estera, consistente nel destinare l’assistenza allo sviluppo ad aree di priorità strategica; 4. rammenta che l’articolo 214 del TFUE e il consenso europeo sull’aiuto umanitario, del 2008, tutelano l’azione umanitaria basata sui principi; chiede di salvaguardare i principi umanitari dell’umanità, della neutralità, dell’imparzialità e dell’indipendenza, che risultano determinanti sia per l’efficacia dell’azione umanitaria che per la sicurezza dei relativi attori; sottolinea con fermezza che le agende antiterrorismo e di sicurezza non devono insidiare la capacità che gli attori umanitari hanno di fornire assistenza; inoltre, sottolinea come l’aiuto umanitario non debba in alcun caso essere funzionale a fini politici o essere considerato uno strumento di gestione delle crisi; puntualizza che, per ottenere l’accesso alle popolazioni in stato di bisogno, l’aiuto umanitario non deve soltanto essere neutrale, bensì anche percepito come tale; 5. ritiene che esista un forte legame fra lo sviluppo e la prevenzione dei conflitti, in quanto la povertà è spesso fonte primaria e conseguenza degli stessi; invita l’Unione europea a proseguire nel sostegno ai paesi in situazioni di fragilità, al fine di intervenire sulle cause di fondo e di stabilire istituzioni operative e responsabili che possono offrire servizi di base e contribuire a ridurre la povertà. FONTE: Europarlamento


Nel 2012 l’UE ha vinto il premio per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa. L’UE ha deciso di devolvere la somma di denaro ricevuta a favore di bambini che non hanno la possibilità di crescere in condizioni di pace e di raddoppiarne l’importo (930 000 euro) per raggiungere la cifra di 2 milioni di euro. Da allora, oltre 28 000 bambini hanno potuto beneficiare dei quattro progetti scolastici di emergenza selezionati lo scorso anno. Come lascito politico duraturo del premio Nobel per la pace e strumento mirato per l’istruzione nelle zone di conflitto, l’UE manterrà l’iniziativa negli anni a venire. Per il 2013 l’UE ha nuovamente raddoppiato le risorse e destinato ulteriori 4 milioni di euro ai progetti esistenti e nuove iniziative. Il premio Nobel per la pace 2012 Il comitato norvegese per il premio Nobel ha motivato la sua decisione sottolineando la funzione di stabilizzazione svolta dall’UE nel trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace. Secondo il comitato, in tutti questi anni l’UE si è distinta soprattutto per il suo impegno a favore della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani. L’impegno dell’UE è finalizzato alla “fraternità tra le nazioni” ed equivale ai “congressi per la pace”, altrettanti criteri menzionati da Alfred Nobel nel suo testamento del 1895 per l’assegnazione del premio per la pace. L’Unione europea è la 21a organizzazione internazionale a vincere il premio dal 1901.

Cerimonia di premiazione Il premio è stato consegnato a Oslo il 10 dicembre 2012. Come tutti i vincitori, l’Unione europea lo ha ricevuto dal presidente del comitato norvegese per il Nobel. L’UE era rappresentata dal presidente del Consiglio europeo, dal presidente della Commissione europea e dal presidente del Parlamento europeo. La tradizionale Nobel lecture [498 KB] è stata pronunciata a nome dell’Unione dai presidenti Van Rompuy e Barroso. Alla delegazione ufficiale che si è recata a Oslo per ricevere il premio hanno partecipato anche i quattro giovani vincitori del concorso online organizzato dall’UE. Concorso In occasione del premio, le istituzioni dell’UE e il Forum europeo della gioventù hanno organizzato un concorso per chiedere ai giovani di spiegare cosa significa per loro la pace in Europa. Ai bambini dai 8 ai 12 anni è stato chiesto di mandare un disegno, mentre i ragazzi tra i 13 e i 24 anni dovevano inviare un breve testo. Sono stati inviati circa 5400 contributi. I vincitori sono stati scelti da una giuria presieduta dall’autore di fumetti Jean Van Hamme e dal pubblico che ha votato su Facebook. Vincitori Ana Fanlo Vicente , 12 anni, Spagna Elena Nicoletta Garbujo, 16 anni, Italia Ilona Zielkowska, 21 anni, Polonia Larkin Zahra, 23 anni, Malta. I quattro vincitori hanno preso parte alla delegazione ufficiale dell’Unione europea che si è recata a Oslo per ricevere il premio. Hanno potuto assistere alla cerimonia ufficiale del 10 dicembre e al concerto dell’11 dicembre. 13


“Il premio Nobel per la pace 2012 non solo è un riconoscimento dei risultati ottenuti in passato dall’Unione europea, ma guarda anche al futuro”, hanno affermato i leader delle istituzioni europee. “Ecco perché vogliamo che i giovani europei, che erediteranno un continente di pace e avranno la responsabilità del futuro dell’Europa, siano con noi a Oslo”. Sondaggio sul conferimento del premio Nobel per la pace all’UE Principali risultati: I 3/4 dei rispondenti ritengono che la pace e la democrazia siano le più importanti conquiste dell’UE. I 2/3 sono orgogliosi del conferimento del premio all’UE. 6 rispondenti su 10 pensano che il riconoscimento sia stato la scelta giusta e migliorerà l’immagine dell’UE. In Grecia, Austria, Slovenia, Paesi Bassi e Svezia, invece, la maggior parte dei rispondenti non ritengono che il premio sia stato la scelta giusta e migliorerà l’immagine dell’UE. FONTE: http://europa.eu/about-eu/basic-information/ eu-nobel/index_it.htm

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